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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Martedì 26 settembre 2017

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Pdl n. 1013 e abb. – Disposizioni per il coordinamento della disciplina in materia di abbattimento delle barriere architettoniche

Tempo complessivo: 13 ore, di cui:
• discussione generale: 8 ore;
• seguito dell'esame: 5 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   20 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 20 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 41 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 50 minuti 3 ore e 9 minuti
 Partito Democratico 39 minuti 52 minuti
 MoVimento 5 Stelle 33 minuti 22 minuti
 Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 32 minuti 17 minuti
 Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista 31 minuti 15 minuti
 Alternativa popolare – Centristi per l'Europa – NCD 31 minuti 12 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 31 minuti 11 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà – Possibile 31 minuti 11 minuti
 Scelta civica ALA per la Costituente liberale e popolare – MAIE 31 minuti 11 minuti
 Democrazia solidale – Centro Democratico 30 minuti 10 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza nazionale 30 minuti 10 minuti
 Misto: 31 minuti 18 minuti
  Civici e Innovatori PER l'Italia 8 minuti 4 minuti
  Direzione Italia 7 minuti 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti 2 minuti
  UDC-IDEA 4 minuti 2 minuti
  Alternativa Libera – Tutti insieme per l'Italia 3 minuti 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) - Indipendenti 3 minuti 2 minuti
  FARE! – Pri - Liberali 2 minuti 2 minuti

Pdl n. 4096 – Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo

Tempo complessivo: 13 ore, di cui:
• discussione generale: 8 ore;
• seguito dell'esame: 5 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   20 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 20 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 41 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 50 minuti 3 ore e 9 minuti
 Partito Democratico 39 minuti 52 minuti
 MoVimento 5 Stelle 33 minuti 22 minuti
 Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 32 minuti 17 minuti
 Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista 31 minuti 15 minuti
 Alternativa popolare – Centristi per l'Europa – NCD 31 minuti 12 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 31 minuti 11 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà – Possibile 31 minuti 11 minuti
 Scelta civica ALA per la Costituente liberale e popolare – MAIE 31 minuti 11 minuti
 Democrazia solidale – Centro Democratico 30 minuti 10 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza nazionale 30 minuti 10 minuti
 Misto: 31 minuti 18 minuti
  Civici e Innovatori PER l'Italia 8 minuti 4 minuti
  Direzione Italia 7 minuti 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti 2 minuti
  UDC-IDEA 4 minuti 2 minuti
  Alternativa Libera – Tutti insieme per l'Italia 3 minuti 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) - Indipendenti 3 minuti 2 minuti
  FARE! – Pri - Liberali 2 minuti 2 minuti

Doc. LVII, n. 5-bis – Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017
Tempo complessivo: 2 ore e 30 minuti.

Relatore 10 minuti
Governo 15 minuti
Interventi a titolo personale 11 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 54 minuti
 Partito Democratico

10 minuti

 MoVimento 5 Stelle
 Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente
 Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista
 Alternativa popolare – Centristi per l'Europa – NCD
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà – Possibile
 Scelta civica ALA per la Costituente liberale e popolare – MAIE
 Democrazia solidale – Centro Democratico
 Fratelli d'Italia – Alleanza nazionale
 Misto: 14 minuti
  Civici e Innovatori PER l'Italia 2 minuti
  Direzione Italia 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  UDC-IDEA 2 minuti
  Alternativa Libera – Tutti insieme per l'Italia 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) - Indipendenti 2 minuti
  FARE! – Pri - Liberali 2 minuti

Comunicazioni del Governo in vista del Consiglio europeo del 19 e 20 ottobre 2017

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 4 ore e 30 minuti.

Discussione Dichiarazioni di voto
Governo 30 minuti (complessivamente)
Interventi a titolo personale 14 minuti 15 minuti
Gruppi 1 ora e 37 minuti 1 ora e 54 minuti
 Partito Democratico 25 minuti 10 minuti
 MoVimento 5 Stelle 11 minuti 10 minuti
 Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 8 minuti 10 minuti
 Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista 7 minuti 10 minuti
 Alternativa popolare – Centristi per l'Europa – NCD 6 minuti 10 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 6 minuti 10 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà – Possibile 5 minuti 10 minuti
 Scelta civica ALA per la Costituente liberale e popolare – MAIE 5 minuti 10 minuti
 Democrazia solidale – Centro Democratico 5 minuti 10 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza nazionale 5 minuti 10 minuti
 Misto: 14 minuti 14 minuti
  Civici e Innovatori PER l'Italia 2 minuti 2 minuti
  Direzione Italia 2 minuti 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti 2 minuti
  UDC-IDEA 2 minuti 2 minuti
  Alternativa Libera – Tutti insieme per l'Italia 2 minuti 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) - Indipendenti 2 minuti 2 minuti
  FARE! – Pri - Liberali 2 minuti 2 minuti

Mozione n. 1-01707 – Iniziative di competenza in merito alla nomina del Governatore della Banca d'Italia

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ora e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 12 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti
 Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 24 minuti
 Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista 21 minuti
 Alternativa popolare – Centristi per l'Europa – NCD 17 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 16 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà – Possibile 15 minuti
 Scelta civica ALA per la Costituente liberale e popolare – MAIE 15 minuti
 Democrazia solidale – Centro Democratico 14 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza nazionale 14 minuti
 Misto: 22 minuti
  Civici e Innovatori PER l'Italia 6 minuti
  Direzione Italia 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  UDC-IDEA 3 minuti
  Alternativa Libera – Tutti insieme per l'Italia 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) - Indipendenti 2 minuti
  FARE! – Pri - Liberali 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pdl n. 1041 – Disposizioni in materia di modalità di pagamento delle retribuzioni ai lavoratori

Tempo complessivo: 14 ore, di cui:
• discussione generale: 8 ore;
• seguito dell'esame: 6 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 20 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 52 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 50 minuti 3 ore e 48 minuti
 Partito Democratico 39 minuti 1 ora e 3 minuti
 MoVimento 5 Stelle 33 minuti 27 minuti
 Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 32 minuti 21 minuti
 Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista 31 minuti 18 minuti
 Alternativa popolare – Centristi per l'Europa – NCD 31 minuti 14 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 31 minuti 14 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà – Possibile 31 minuti 14 minuti
 Scelta civica ALA per la Costituente liberale e popolare – MAIE 31 minuti 13 minuti
 Democrazia solidale – Centro Democratico 30 minuti 13 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza nazionale 30 minuti 12 minuti
 Misto: 31 minuti 19 minuti
  Civici e Innovatori PER l'Italia 8 minuti 5 minuti
  Direzione Italia 7 minuti 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti 2 minuti
  UDC-IDEA 4 minuti 2 minuti
  Alternativa Libera – Tutti insieme per l'Italia 3 minuti 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) - Indipendenti 3 minuti 2 minuti
  FARE! – Pri - Liberali 2 minuti 2 minuti

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 26 settembre 2017.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amendola, Amici, Artini, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capelli, Casero, Castiglione, Catania, Causin, Antimo Cesaro, Cirielli, Coppola, Costantino, D'Alia, D'Uva, Dambruoso, Damiano, De Menech, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Lello, Luigi Di Maio, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Galati, Gandolfi, Garavini, Garofani, Gasparini, Gelli, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Laforgia, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Marcon, Mazziotti Di Celso, Meta, Miccoli, Migliore, Orlando, Pes, Picchi, Pisicchio, Polverini, Portas, Quartapelle Procopio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Francesco Saverio Romano, Rosato, Domenico Rossi, Rotta, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scanu, Sereni, Sottanelli, Speranza, Tabacci, Tinagli, Turco, Simone Valente, Valeria Valente, Velo, Vignali, Villecco Calipari.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amendola, Amici, Artini, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capelli, Casero, Castiglione, Catania, Causin, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Coppola, Costantino, D'Alia, D'Ambrosio, D'Uva, Dambruoso, Damiano, De Menech, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Lello, Luigi Di Maio, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Franceschini, Galati, Gandolfi, Garavini, Garofani, Gasparini, Gelli, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Laforgia, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Marcon, Mazziotti Di Celso, Meta, Miccoli, Migliore, Orlando, Pes, Picchi, Pisicchio, Polverini, Portas, Quartapelle Procopio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Francesco Saverio Romano, Rosato, Domenico Rossi, Rotta, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scanu, Sereni, Sottanelli, Speranza, Tabacci, Tinagli, Turco, Simone Valente, Valeria Valente, Velo, Vignali, Villecco Calipari.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 25 settembre 2017 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   RICCIATTI ed altri: «Disposizioni concernenti i manufatti abitativi costruiti nei territori colpiti dagli eventi sismici dei mesi di agosto e ottobre 2016» (4659);
   VILLECCO CALIPARI: «Disposizioni per favorire la costituzione e lo sviluppo di start-up innovative nel settore della sicurezza cibernetica» (4660).

  Saranno stampate e distribuite.

Ritiro di sottoscrizioni a proposte di legge.

  La deputata Ravetto ha comunicato di ritirare la propria sottoscrizione alla proposta di legge:
   PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE MAZZIOTTI DI CELSO ed altri: «Modifica all'articolo 38 della Costituzione per assicurare l'equità intergenerazionale nei trattamenti previdenziali e assistenziali» (3478).

Assegnazione di un progetto di legge a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, il seguente progetto di legge è assegnato, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:  

   VII Commissione (Cultura):
  S. 2304-2355. – Senatori PELINO ed altri; senatori PEZZOPANE ed altri: «Istituzione dell'anno ovidiano e celebrazione della ricorrenza dei duemila anni dalla morte di Ovidio» (approvata, in un testo unificato, dal Senato) (4658) Parere delle Commissioni I, V, VIII, X e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 25 settembre 2017, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla lotta contro le frodi e le falsificazioni di mezzi di pagamento diversi dai contanti e che abroga la decisione quadro 2001/413/GAI del Consiglio (COM(2017) 489 final), corredata dal relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2017) 299 final), che è assegnata in sede primaria alla II Commissione (Giustizia). Questa proposta è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 26 settembre 2017;
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sugli strumenti finanziari sostenuti dal bilancio generale a norma dell'articolo 140, paragrafo 8, del regolamento finanziario al 31 dicembre 2016 (COM(2017) 535 final), corredata dal relativo allegato (COM(2017) 535 final – Annex 1), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite V (Bilancio) e VI (Finanze);
   Proposta di decisione di esecuzione del Consiglio recante modifica della decisione di esecuzione 2012/232/UE che autorizza la Romania ad applicare misure di deroga all'articolo 26, paragrafo 1, lettera a), e all'articolo 168 della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto (COM(2017) 543 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
   Raccomandazione di decisione del Consiglio che approva la conclusione da parte della Commissione, a nome della Comunità europea dell'energia atomica, dell'accordo di partenariato globale e rafforzato tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica d'Armenia, dall'altra (COM(2017) 549 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Proposte congiunte della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza di decisione del Consiglio relative rispettivamente alla firma, a nome dell'Unione europea, e all'applicazione provvisoria nonché alla conclusione, a nome dell'Unione europea, dell'accordo di partenariato globale e rafforzato tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica d'Armenia, dall'altra (JOIN(2017) 36 final e JOIN(2017) 37 final), corredate dai rispettivi allegati (JOIN(2017) 36 final – da Annex 1 a Annex 6 e JOIN(2017) 37 final – da Annex 1 a Annex 6), che sono assegnate in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio – Resilienza, deterrenza e difesa: verso una cibersicurezza forte per l'Unione europea (JOIN(2017) 450 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e IX (Trasporti).

Annunzio di documenti dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

  L'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha trasmesso, in data 7 luglio 2017, il testo di otto raccomandazioni e di dodici risoluzioni, approvate nel corso della terza parte della sessione ordinaria, svoltasi a Strasburgo dal 26 al 30 giugno 2017. Questi documenti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 125, comma 1, del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni permanenti nonché, per il parere, alla III Commissione (Affari esteri) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), se non già assegnati alle stesse in sede primaria:
   Raccomandazione n. 2105 – Promuovere l'integrità nella governance per combattere la corruzione politica (Doc. XII-bis, n. 84) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
   Raccomandazione n. 2106 – Il controllo parlamentare della corruzione: la cooperazione dei Parlamenti con i media investigativi (Doc. XII-bis, n. 85) – alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e VII (Cultura);
   Raccomandazione n. 2107 – La situazione in Bielorussia (Doc. XII-bis, n. 86) – alla III Commissione (Affari esteri);
   Raccomandazione n. 2108 – Una risposta umanitaria e politica globale alla crisi migratoria e dei profughi e al continuare dei flussi verso l'Europa (Doc. XII-bis, n. 87) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
   Raccomandazione n. 2109 – La migrazione come opportunità per lo sviluppo dell'Europa (Doc. XII-bis, n. 88) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
   Raccomandazione n. 2110 – L'esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo (Doc. XII-bis, n. 89) – alla III Commissione (Affari esteri);
   Raccomandazione n. 2111 – L'influenza politica sui media e i giornalisti indipendenti (Doc. XII-bis, n. 90) – alla VII Commissione (Cultura);
   Raccomandazione n. 2112 – Il «processo di Torino»: rafforzare i diritti sociali in Europa (Doc. XII-bis, n. 91) – alle Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali);
   Risoluzione n. 2169 – Il riconoscimento e l'attuazione del principio di responsabilità nell'Assemblea parlamentare (Doc. XII-bis, n. 92) – alla III Commissione (Affari esteri);
   Risoluzione n. 2170 – Promuovere l'integrità nella governance per combattere la corruzione politica (Doc. XII-bis, n. 93) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
   Risoluzione n. 2171 – Il controllo parlamentare della corruzione: la cooperazione dei Parlamenti con i media investigativi (Doc. XII-bis, n. 94) – alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e VII (Cultura);
   Risoluzione n. 2172 – La situazione in Bielorussia (Doc. XII-bis, n. 95) – alla III Commissione (Affari esteri);
   Risoluzione n. 2173 – Una risposta umanitaria e politica globale alla crisi dei migranti e dei rifugiati in Europa (Doc. XII-bis, n. 96) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
   Risoluzione n. 2174 – Ripercussioni sui diritti umani della risposta europea ai flussi migratori di transito nel Mediterraneo (Doc. XII-bis, n. 97) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
   Risoluzione n. 2175 – La migrazione come opportunità per lo sviluppo dell'Europa (Doc. XII-bis, n. 98) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
   Risoluzione n. 2176 – L'integrazione dei profughi in una fase critica di pressione: insegnamenti ricavati dalle esperienze recenti ed esempi di buone pratiche (Doc. XII-bis, n. 99) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
   Risoluzione n. 2177 – Porre fine alla violenza sessuale e alle molestie nei confronti delle donne nei luoghi pubblici (Doc. XII-bis, n. 100) – alle Commissioni riunite II (Giustizia) e XII (Affari sociali);
   Risoluzione n. 2178 – L'esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo (Doc. XII-bis, n. 101) – alla III Commissione (Affari esteri);
   Risoluzione n. 2179 – L'influenza politica sui media e i giornalisti indipendenti (Doc. XII-bis, n. 102) – alla VII Commissione (Cultura);
   Risoluzione n. 2180 – Il «processo di Torino»: rafforzare i diritti sociali in Europa (Doc. XII-bis, n. 103) – alle Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali).

Trasmissione dal Consiglio regionale del Molise.

  Il Presidente del Consiglio regionale del Molise, con lettera in data 25 settembre 2017, ha trasmesso un voto, approvato dal medesimo Consiglio il 19 settembre 2017, volto a chiedere la sollecita approvazione del progetto di legge Bignami ed altri, recante norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare (atto Senato n. 2128).

  Questo documento è trasmesso alla XI Commissione (Lavoro) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Richiesta di parere parlamentare su atti del Governo.

  Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con lettera in data 13 settembre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7, comma 2, del decreto legislativo 5 giugno 1998, n. 204, e dell'articolo 4, comma 1, del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale per il riparto della quota del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2015 destinata al finanziamento premiale di specifici programmi e progetti (462).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VII Commissione (Cultura), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 26 ottobre 2017.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell’Allegato A al resoconto della seduta del 25 settembre 2017, a pagina 5, prima colonna, quarta riga, dopo la parola: «XII,» deve intendersi inserita la seguente: «XIII,».

INTERPELLANZE E INTERROGAZIONI

Iniziative volte ad assicurare chiarezza e trasparenza nel funzionamento degli strumenti di segnalazione e di rilevazione delle violazioni del codice della strada, nonché il corretto utilizzo dei proventi delle relative sanzioni, anche alla luce del contenzioso relativo al recente caso di via di Portonaccio a Roma – 2-01938

A) Interpellanza

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   è diventato clamoroso il caso di via di Portonaccio a Roma, dove, nel maggio 2017, sono state elevate 130.000 multe a causa della riapertura di una «corsia preferenziale-fantasma». Le stime parlano di altrettante contravvenzioni a giugno 2017, per un totale di circa 250.000 verbali, pari ad un valore economico di oltre 23 milioni di euro;
   l'annuncio della riapertura della corsia preferenziale è stato comunicato sul sito del comune di Roma in data 20 aprile 2017, poi corretto in data 2 maggio 2017, ed è stata contestualmente riattivata una telecamera spenta dal 2005;
   a quanto si apprende dalla stampa, i cittadini, riuniti in diversi comitati e sui social network, avrebbero presentato quasi 100.000 ricorsi, basati sul fatto che la segnaletica sarebbe rimasta, per almeno due mesi, invariata e quindi non fosse chiaro per i cittadini in transito il nuovo limite alla circolazione;
   tali comitati sostengono di essere in grado di dimostrare che la segnaletica orizzontale (le strisce bianche e gialle verniciate sulla carreggiata) sia stata realizzata e resa visibile solo il 12 luglio 2017;
   nella relazione sulla gestione finanziaria degli enti locali del gennaio 2017 vengono riportati i seguenti dati resi noti dalla Corte dei conti nel 2015: i proventi delle multe per infrazione del codice della strada sono stati complessivamente circa 1,6 miliardi di euro, dei quali 563 milioni sono andati ai comuni del Lazio e la gran parte al comune di Roma;
   l'articolo 18, comma 3-bis, del decreto-legge n. 50 del 2017, vigente dal 22 giugno 2017, prevede che, per gli anni 2017 e 2018, le province e le città metropolitane (quindi anche Roma) possono utilizzare i proventi di tali multe «per il finanziamento degli oneri riguardanti le funzioni di viabilità e di polizia locale con riferimento al miglioramento della sicurezza stradale». Una dizione piuttosto vaga, che amplia le possibilità di utilizzo delle risorse rispetto a quanto previsto dal codice della strada;
   in sede di approvazione del decreto-legge è stato accolto un ordine del giorno (9/4444-A/183, presentato dal primo firmatario della presente interpellanza) con il quale si impegna il Governo «a varare al più presto una regolamentazione stringente sulla rendicontazione annuale da parte di questi enti in relazione ai proventi delle suddette multe e (omissis) ad approntare un meccanismo sanzionatorio adeguato per chi non depositi il rendiconto e non rispetti l'obbligo del miglioramento della sicurezza stradale»;
   le nuove regole sugli autovelox introdotte dalla direttiva sulla sicurezza della circolazione stradale da parte del Ministro dell'interno, Marco Minniti, in data 21 luglio 2017, prevedono strumenti di rilevazione delle infrazioni ben visibili e una chiara segnaletica che avvisi gli automobilisti. Gli elementi della visibilità e della chiarezza della segnaletica stradale sono fondamentali per un corretto rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione e dovrebbero valere in ogni caso di rilevazione di infrazioni con strumenti automatici –:
   se il Ministro interrogato ritenga opportuno assumere iniziative volte a introdurre disposizioni sanzionatorie a carico delle amministrazioni competenti in materia di circolazione stradale, nei casi in cui queste non informino adeguatamente i cittadini o non segnalino adeguatamente le modifiche alla viabilità, ingenerando in tal modo confusione, incertezze applicative e conseguenti oneri a carico della cittadinanza;
   se non ritenga opportuno assumere iniziative per attuare quanto prima il disposto dell'ordine del giorno accolto n. 9/4444-A/183, presentato dal primo firmatario della presente interpellanza;
   quale siano gli orientamenti del Ministro interpellato, per quanto di competenza, rispetto a quanto accaduto ed esposto in premessa, in relazione alla normativa vigente e al significativo contenzioso in corso.
(2-01938) «Baldelli, Biasotti, Calabria».


Iniziative in relazione alla piattaforma Spid (sistema pubblico di identità digitale), con particolare riferimento alla salvaguardia dell'identità e dei dati digitali, nonché ai tempi di attuazione del sistema – 3-03260; 3-03262

B) Interrogazioni

   VALLASCAS. – Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. – Per sapere – premesso che:
   nei giorni scorsi, alcuni organi di stampa hanno dato notizia di alcune presunte criticità riscontrate nell'avvio dello Spid (Sistema pubblico di identità digitale), sia per quanto riguarda la sicurezza e la tutela dei dati, sia per quanto attiene la diffusione del sistema in base ai programmi e agli obiettivi dell'agenda della semplificazione definita dal Governo per il triennio 2015-2017;
   si rileva che, il 13 novembre 2016, il Fatto Quotidiano, con un articolo titolato «Le clamorose falle dello “Spid”, l'identità digitale», avrebbe sollevato perplessità sull'efficacia degli strumenti di sicurezza a garanzia dei dati e dell'identità;
   l'estensore dell'articolo avrebbe illustrato i passaggi attraverso i quali un soggetto malintenzionato potrebbe acquisire l'identità digitale di qualcun altro;
   secondo l'estensore dell'articolo, sarebbe sufficiente «scaricare da internet una carta d'identità in bianco o già compilata (è presente, per esempio, in molti curricula di amministratori di società quotate) e l'immagine di una carta dei servizi. Poi con un computer si inseriscono i dati della persona cui si ruba l'identità, si stampa il tutto e ci si appiccica sopra la propria foto»;
   la violazione sarebbe resa possibile dal basso livello di controlli «perché lo Spid viene rilasciato anche con una procedura via webcam durante la quale l'operatore non pone al cittadino domande chiave. Non controlla se il numero di serie del documento mostrato coincide con quello conservato all'anagrafe [...] L'unica verifica è la corrispondenza tra la faccia dell'autore della video-chiamata e la foto della carta d'identità»;
   la procedura sarebbe stata anche oggetto di un video dimostrativo, pubblicato in rete, nonché di una prova esemplificativa di un redattore del giornale che, in tale modo, avrebbe avuto accesso al modello 730 di un collega;
   i fatti esposti, se risultassero veritieri, desterebbero una molteplicità di interrogativi e susciterebbero inquietudine, considerata la qualità dei dati cui è possibile accedere con l'identità digitale;
   è il caso di rilevare che la finalità dello Spid sarebbe proprio quella di facilitare gli adempimenti online, consentendo al cittadino di accedere con un'unica credenziale alle diverse piattaforme digitali delle amministrazioni pubbliche, come Agenzia delle entrate, Inps, anagrafe;
   da quanto esposto acquisterebbero una rilevanza determinante le misure a salvaguardia sia dei dati sia dell'identità del cittadino contro eventuali intrusioni o «furti d'identità» da parte di estranei;
   il 14 novembre 2016, il quotidiano di informazione economico-finanziaria, Il Sole 24 ore, nel trattare l'argomento dell'identità digitale, si sarebbe soffermato sui ritardi nella diffusione del sistema;
   secondo il giornale, a fronte di un obiettivo atteso di 10 milioni di utenti abilitati entro il 2017, a tutt'oggi, dopo circa otto mesi dall'avvio, si sarebbero registrati appena 161 mila cittadini;
   il giornale riferisce, tra l'altro, che un aumento significativo di iscrizioni si è avuto solo negli ultimi mesi – il 37 per cento del totale, circa 60 mila –, per effetto del bonus cultura di 500 euro riconosciuto ai diciottenni e ottenibile unicamente attraverso l'identità digitale;
   nel complesso, risulterebbe una situazione fortemente critica in merito alla diffusione dello Spid, sia in materia di tutela e salvaguardia dell'identità e dei dati digitali, sia in merito ai tempi di attuazione del sistema –:
   se quanto esposto in premessa corrisponda al vero;
   quali iniziative si intendano adottare per garantire la totale sicurezza dei dati e delle identità digitali dei cittadini che si iscrivono alla piattaforma Spid;
   quali iniziative si intendano adottare per garantire una maggiore diffusione, in sicurezza, della piattaforma Spid.
(3-03260)


   MUCCI. – Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, al Ministro dell'interno. – Per sapere – premesso che:
   il Sistema pubblico di identità digitale (Spid), operativo dal 15 marzo 2016, è un sistema che dovrebbe consentire, attraverso identità digitali garantite e sicure, di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione, come ad esempio la dichiarazione dei redditi, l'Isee, i referti, le visite mediche, la situazione previdenziale, le denunce di infortuni all'Inail, l'iscrizione all'asilo nido, i congedi di maternità, il pagamento di tasse e bolli, le proprietà immobiliari, le dichiarazioni di successione e molto altro ancora;
   il sistema si impernia su requisiti di identità digitale, organizzati su tre livelli e rilasciati da soggetti denominati identity provider, che sono soggetti ad una procedura di accreditamento presso la stessa Agenzia per l'Italia digitale (Agid);
   tale procedura di accreditamento (operativo dal 15 dicembre 2015), incentrata su requisiti di sicurezza molto stringenti, è vigilata e controllata dalla medesima Agid;
   ad oggi, accreditati dall'Agid sono quattro operatori: Infocert spa, Poste Italiane spa, Sielte spa, TI Trust technologies s.r.l.;
   in un recente articolo di stampa viene mostrato un video, nel quale si vede un soggetto esibire un documento di identità cartaceo, grossolanamente contraffatto, alla webcam dell'operatore dell’identity provider, al fine di essere riconosciuto ed ottenere credenziali di accesso perfettamente valide;
   il principale problema è dato, quindi, dai meccanismi di identificazione, delegati a soggetti che, in alcuni casi, usano una webcam – strumento facilmente ingannabile – per accertare l'identità del cittadino richiedente il servizio, senza peraltro che il cittadino sia adeguatamente informato e responsabilizzato (anche penalmente) per le dichiarazioni e attestazioni rese al gestore di Spid (come invece previsto nell'ipotesi di illecito di cui all'articolo 495-bis del codice penale, rubricato «Falsa dichiarazione o attestazione al certificatore di firma elettronica sull'identità o su qualità personali proprie o di altri»);
   a ciò si aggiunge il fatto che, in base alle norme che regolano lo Spid, ogni cittadino può astrattamente avere più identità digitali acquisite da identity provider diversi, senza aver modo di conoscere quante identità a suo carico siano state attivate;
   alla luce di quanto narrato, appare dunque necessario migliorare la normativa, nonché la procedura di identificazione dell'identità del richiedente il servizio, magari inserendo controlli incrociati con altre banche dati;
   ciò è necessario per garantire un'assoluta fiducia da parte del cittadino nel sistema Spid e consentire dunque una maggiore diffusione nell'uso del sistema stesso, a partire dal numero ad oggi esiguo (poco più di 180.000) di identità digitali rilasciate, e da un incremento dei servizi forniti dalle pubbliche amministrazioni attraverso lo Spid –:
   se i fatti esposti corrispondano al vero e, nell'eventualità positiva, quali iniziative urgenti intendano assumere al fine di rendere più sicuro, dal punto di vista della sicurezza, il processo di attribuzione dell'identità digitale;
   se il metodo di identificazione attraverso webcam sia consentito dalle regole tecniche di Agid;
   se il Garante per la protezione dei dati personali sia stato preventivamente coinvolto in fase di definizione dei processi di identificazione, prima della loro messa in funzione;
   quanti dei 180 mila accreditamenti già rilasciati abbiano utilizzato il meccanismo di identificazione tramite webcam;
   se, qualora si usi un meccanismo di identificazione dell'utente tramite webcam, si intendano assumere iniziative per integrare la verifica con informazioni derivanti da altre banche dati;
   quante risultino essere le identità non rilasciate o rifiutate dall’identity provider, per problemi nella procedura di registrazione;
   se, al fine di accelerare la crescita nelle credenziali rilasciate, si intendano in futuro assumere iniziative per adottare procedure di identificazione «forte» già in esercizio nel sistema bancario. (3-03262)


Iniziative volte a promuovere la formazione e la sensibilizzazione degli studenti in ordine al contrasto della violenza contro le donne, nell'ambito dell'offerta formativa scolastica – 2-01888

C) Interpellanza

   La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   negli ultimi giorni si sono verificati ben quattro femminicidi in poche ore, sintomo di una strage che non si ferma. Due donne sono state uccise dai loro compagni e una ragazza è in coma, massacrata dal fidanzato, vicende che si aggiungono ai due femminicidi dei giorni precedenti. Si tratta di un bilancio pesantissimo quello delle ultime ore, con altri episodi di violenza sulle donne, come le quattro ragazze abusate a Monza dal titolare dei centri estetici dove stavano facendo uno stage. Una strage di donne, per mano di uomini che hanno avuto con loro un rapporto affettivo, che non si ferma e che nel 2016 ha visto un femminicidio ogni tre giorni: il numero delle vittime nel 2016 oscilla, a seconda delle fonti, da 110 fino a 120. Secondo i dati ufficiali, nei primi cinque mesi del 2017, si sono contati almeno 29 casi. Numero sempre alto, nonostante l'aumento delle denunce per atti persecutori o maltrattamenti;
   un'analisi del fenomeno è stata fatta dal capo della polizia, Franco Gabrielli, in audizione alla Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere: anche se dai dati emerge un calo dei femminicidi è vietato indulgere nell'ottimismo. Persiste «un'area oscura di abusi e maltrattamenti», frutto di «una subcultura che reifica la donna disconoscendole il diritto alla libertà e all'autonomia». Il contrasto, per Gabrielli, «non si può fare solo con strumenti di polizia. Occorre fare rete tra mondo della prevenzione, della repressione e le istituzioni che operano nel sociale. Solo con uno sforzo sinergico possiamo pensare di abbattere il fenomeno». I dati della polizia indicano negli ultimi anni una «progressiva riduzione» dei femminicidi, passati dai 124 del 2011 ai 111 del 2016 (-11 per cento). Il calo è stato maggiore nei primi cinque mesi dell'anno, in cui si sono verificati 29 casi. L'aggressore è in maggioranza il partner (53 per cento) o l'ex partner (15 per cento). Tra i moventi si registra un calo di quello passionale ed una crescita dei rancori personali. I nuovi strumenti di prevenzione messi a disposizione dal legislatore, ha spiegato Gabrielli, «hanno cominciato ad incidere sulla riluttanza delle vittime a denunciare». I numeri evidenziano, infatti, un aumento delle denunce per atti persecutori (da 9.027 nel 2011 a 12.675 nel 2016), per maltrattamento (da 9.294 a 13.913). Calano, invece, quelle per percosse (da 15.200 nel 2015 a 13.729 nel 2016) e per violenza sessuale (da 4.617 nel 2011 a 3.984 nel 2016, mentre nei primi 5 mesi del 2017 le denunce sono state 1.381 contro le 1.584 dello stesso periodo del 2016):
   è evidente che si è di fronte ad un fenomeno radicato e diffuso nel nostro Paese, una «mattanza da fermare»: negli ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state 1.740, di cui 1.251 (il 71,9 per cento) in famiglia. Un fenomeno che ha radici nel mancato rispetto della donna, frutto di una cultura che si fonda su un'immagine stereotipata della stessa;
   la legge n. 107 del 2015, al comma 16 dell'articolo 1, prevede che il piano triennale dell'offerta formativa assicuri l'attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall'articolo 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, nel rispetto dei limiti di spesa di cui all'articolo 5-bis, comma 1, primo periodo, del predetto decreto-legge n. 93 del 2013;
   la legge 15 ottobre 2013, n. 119, all'articolo 5, prevede un piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere. Il piano persegue come finalità: la prevenzione del fenomeno della violenza contro le donne attraverso l'informazione e la sensibilizzazione della collettività, rafforzando la consapevolezza degli uomini e ragazzi nel processo di eliminazione della violenza contro le donne; la promozione dell'educazione alla relazione e contro la violenza e la discriminazione di genere nell'ambito dei programmi scolastici delle scuole di ogni ordine e grado, al fine di sensibilizzare, informare, formare gli studenti e prevenire la violenza nei confronti delle donne e la discriminazione di genere, anche attraverso un'adeguata valorizzazione della tematica nei libri di testo; garantire la formazione di tutte le professionalità che entrano in contatto con la violenza di genere e lo stalking –:
   quali iniziative urgenti e linee guida la Ministra interpellata intenda promuovere per contrastare la violenza contro le donne e attuare quanto previsto dal comma 16 dell'articolo 1 della legge n. 107 del 2015 e dall'articolo 5 della legge n. 119 del 2013, nelle parti di sua competenza.
(2-01888) «Centemero».


Iniziative volte a favorire il riavvicinamento al territorio d'origine dei docenti sardi che insegnano la lingua tedesca, anche tenuto conto della vocazione turistica della Sardegna – 2-01903

D) Interpellanza

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   numerosi docenti sardi che insegnano la lingua tedesca hanno sottoposto all'interrogante la questione dell'insegnamento della lingua tedesca nelle scuole italiane come seconda scelta e, in particolare, la situazione dei docenti della classe di concorso AD24;
   il potere di molti dirigenti scolastici di eliminare la lingua tedesca come seconda scelta a favore di altre lingue straniere sta portando a far scomparire l'opzione di scelta della stessa nel modulo di iscrizione alla prima classe degli istituti di istruzione superiore;
   da questa situazione si genera il perenne precariato dei docenti sardi di questa classe di concorso (AD24), anche di quelli storici, ossia con numerosissimi anni di servizio;
   la Sardegna è terra a vocazione turistica, ha sempre ospitato migliaia di turisti di lingua tedesca (basta guardare i dati: nel 2015, con 288.860 arrivi e 1.559.875 presenze, la Germania rappresenta di gran lunga il maggior fruitore estero anche del turismo sardo, nonché primo partner commerciale);
   nonostante questo, non pochi istituti tecnici con indirizzo turistico e alcuni istituti alberghieri (per esempio l'Istituto tecnico a indirizzo turistico «E. Mattei» a Decimomannu, l’«Ipsar» a Villamar, l'Istituto alberghiero «Azuni» con sedi a Cagliari e a Pula, l'Istituto turistico «Einaudi» di Senorbì), hanno eliminato l'insegnamento della lingua tedesca a discapito della formazione professionale dei suoi iscritti che intendono lavorare nel settore;
   si continua a ritenere che i docenti cui sono assegnate anche 17 ore di lezione non possano divenire titolari di cattedra;
   occorre predisporre un piano di «riconversione professionale» delle risorse interne della scuola e una gestione delle risorse umane già formate e competenti sul piano didattico e con decenni di anzianità di servizio, aprendo a corsi di riconversione che abilitino i docenti che hanno già prestato servizio presso una scuola all'insegnamento di sostegno, anziché utilizzare a tal fine docenti «stabilizzati» chiamati ad insegnare lontano da casa;
   gli insegnanti di lingua tedesca «nuovi» assunti in provincia di Cagliari (i più giovani intorno alla cinquantina), in attuazione della legge n. 107 del 2015, sono 7. Inizialmente questi sono stati assunti per l'anno accademico 2015/2016 e sono state sia assegnate loro cattedre per docenti curricolari, sia, per la maggior parte, sono stati attribuiti loro posti per il potenziamento dell'offerta formativa (che dovrebbero essere assegnati con vincolo triennale) a Cagliari e dintorni; poi, nell'anno accademico successivo 2016/2017, vista la drastica riduzione di posti di potenziamento per l'insegnamento della lingua tedesca, passati inspiegabilmente da 7 a 2, e all'azione dell'algoritmo, tali docenti sono stati dislocati come segue: 2 fuori provincia di Cagliari, 4 fuori dalla regione Sardegna e solo una a Muravera (Cagliari);
   occorre eliminare il criterio per l'interpellante scellerato di non utilizzare i docenti «stabilizzati» per l'insegnamento di tutti gli «spezzoni» orari, che spesso non vengono attribuiti in virtù dell'ulteriore scellerata suddivisione del territorio in ambiti scolastici, la quale che non rispetta criteri di contiguità territoriale e impone ad alcuni docenti di prestare servizio presso istituti scolastici che si trovano a distanza chilometrica gli uni dagli altri. Tassativo ed imprescindibile sarebbe stato tener conto delle specificità morfologiche della Sardegna e dar luogo ad un'attenta valutazione della raggiungibilità delle varie scuole;
   vista la comunicazione n. 10540 del 21 luglio 2017 dell'ufficio scolastico regionale della Sardegna, in cui si richiede a tutti i docenti la disponibilità all'incremento dell'orario di insegnamento (ore aggiuntive oltre alle 18) e di darne comunicazione entro e non oltre le ore 10:00 del 24 luglio 2017, si vedono ancor più ridotte le possibilità per molti docenti di unire «spezzoni» orari di insegnamento per formare un monte orario necessario ai fini della conservazione di una cattedra;
   tenuto conto che i docenti della classe di concorso AD24 non sono stati considerati nelle procedure di mobilità in tutta la regione Sardegna, sarebbe opportuno che tutte le ore e tutti gli «spezzoni» orari di insegnamento assegnati a docenti in organico, di fatto, vengano utilizzati anche per il sostegno, come avvenuto nell'anno accademico 2016/2017;
   da una verifica fatta sugli organici di diritto e di potenziamento pubblicati il 21 luglio 2017, non ancora definitivi, sembra che per la classe di concorso AD24 nella provincia di Cagliari risultino essere scoperti i seguenti posti: 1 al «Motzo» di Quartu, 1 al «Lussu-Marconi» di San Gavino, 1 al «Grazia Deledda-De Sanctis» di Cagliari;
   da un'indagine fatta nelle scuole, paiono essere liberi i seguenti «spezzoni» orari: a Villaputzu Iiss Dessi 15 ore e 3 ore all'Iiss Einaudi; a Carloforte Iiss Don Pagani 14 ore; a Monserrato all'Ipsar Gramsci 6 ore; a Selargius Liceo scientifico Pitagora 6 ore; a Cagliari Eleonora D'Arborea 14+6 ore; a Quartu Sant'Elena Levi 9 ore; Villacidro Piga 12 ore, a Iglesias «Baudi di Vesme» 4 ore, a Isili Istituto tecnico-turistico «Zappa» 15 ore e 3 ore al liceo linguistico Pitagora;
   con lo stipendio di 1.400 euro in previsione di forzato trasferimento, questi docenti dovranno far fronte a spese gravose (in particolare per pagare l'affitto di un appartamento), nonché alla disgregazione del nucleo familiare di ciascuno –:
   se il Ministro interrogato non ritenga di dover assumere iniziative utili e urgenti al fine di favorire un doveroso, quanto auspicabile, riavvicinamento dei docenti ai propri nuclei familiari, in attuazione di un principio fondamentale che salvaguardi le posizioni dei docenti già in organico e favorisca una gestione oculata ed efficiente dei docenti negli ambiti territoriali.
(2-01903) «Pili».


Iniziative di competenza in relazione ai risultati dell'indagine di Arpav sullo stato di salute dei corsi d'acqua della regione Veneto, con particolare riferimento all'utilizzo degli erbicidi in agricoltura – 3-03063

E) Interrogazione

   CRIVELLARI. – Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. – Per sapere – premesso che:
   i risultati dell'indagine di Arpav sullo stato di salute dei corsi d'acqua della regione Veneto sembrerebbero presentare alcuni dati non rassicuranti per il Polesine;
   per quanto concerne i campionamenti regionali eseguiti tra 2015 e 2016, in otto siti, i limiti risultano superati e in tre di questi, ubicati in territorio polesano, si sono riscontrate concentrazioni di pesticidi nelle acque superiori al limite previsto dallo standard di qualità medio annuo per i fiumi;
   lo sforamento ha riguardato una o più delle sostanze delle quali Arpav ricercava traccia, tutte appartenenti alla famiglia dei pesticidi-erbicidi: glifosato, ampa, glufosinato;
   i tre siti polesani sono: nell'Adige al Ponte di Anguillara, nel Nuovo Adigetto ad Adria ed in località Grignanella e nel Po di Venezia a Sabbioni di Corbola;
   la recente ricerca di Greenpeace ha comunque sottolineato come i campionamenti in Polesine, alle fontane di Occhiobello e Polesella, abbiano rivelato tracce di composti perfluoroalchilici ben al di sotto dei limiti previsti anche dai più severi parametri adottati da Paesi come Svezia e Usa;
   il glifosato è un erbicida tra i più utilizzati a livello mondiale, introdotto con il nome di «Roundup» nel 1974;
   in Italia e nel Veneto esso viene impiegato in fase pre-semina e pre-impianto per molte colture orticole, per il diserbo di argini e sponde dei bacini nella coltivazione del riso, oltre che per i diserbi di frutteti, vigneti e colture arboree, e nelle aree urbane sia a livello di piccole aree ad uso privato che pubblico; in Veneto, nel solo 2015, sono state vendute 446 tonnellate di principio attivo;
   nel mese di marzo 2017 l'Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) ha classificato il glifosato come non cancerogeno, ma molte associazioni ambientaliste hanno contestato questo verdetto –:
   se intenda assumere iniziative, per quanto di competenza, per verificare quale sia il possibile rischio e quale il livello di allerta per i fiumi e le vie d'acqua polesane e venete, nonché quali interventi sia possibile mettere in atto per garantire prevenzione e sicurezza per la salute della popolazione. (3-03063)


Iniziative in relazione a problemi occupazionali presso gli stabilimenti Ericsson – 3-03261

F) Interrogazione

   MINNUCCI. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. – Per sapere – premesso che:
   il 21 luglio 2017 circa 200 lavoratori della sede di Roma della nota società Ericsson, a cui si aggiungono altri 61 lavoratori della sede di Genova della stessa società, si sono visti recapitare una lettera di licenziamento al proprio indirizzo di posta elettronica;
   i predetti licenziamenti sarebbero il risultato di una non meglio specificata, e tanto meno giustificata, ristrutturazione di un'azienda che, peraltro, sebbene colpita anch'essa dal periodo di crisi economica generale, ha un fatturato costantemente in attivo;
   fino ad oggi sono stati inutili anche i tentativi, effettuati dai Ministri interrogati, di istituire un tavolo di confronto con la società e i rappresentanti sindacali dei lavoratori al fine proprio di evitare quanto si è verificato in questi giorni;
   Ericsson, infatti, si è limitata a comunicare che la predetta ristrutturazione e gli attuali esuberi dichiarati con la procedura di licenziamento collettivo non hanno permesso di trovare una soluzione, facendo ricorso agli ammortizzatori sociali previsti a legislazione vigente, e che pertanto sarebbe stato inutile qualsiasi confronto in merito;
   le circa 200 lettere di licenziamento recapitate a Roma, peraltro attraverso una metodologia piuttosto discutibile soprattutto con riferimento alla dignità personale di ogni singolo lavoratore, non solo sono un grave episodio occupazionale, ma rappresentano anche un grave colpo al tessuto produttivo di Roma e del Lazio, che vede svanire così ulteriori figure professionali, tra cui molte anche di un elevato livello –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione sopra descritta e quali iniziative intendano intraprendere sia al fine di salvaguardare i lavoratori coinvolti, sia al fine di regolamentare un settore, quale quello delle telecomunicazioni, ormai caratterizzato, da una parte, da un contratto collettivo di lavoro bloccato da ben tre anni e, dall'altra, da un costante utilizzo del sistema dei licenziamenti collettivi. (3-03261)


PROPOSTA DI LEGGE: ASCANI ED ALTRI: DISCIPLINA E PROMOZIONE DELLE IMPRESE CULTURALI E CREATIVE (A.C. 2950-A)

A.C. 2950-A – Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

sulle proposte emendative contenute nel fascicolo n. 2.

A.C. 2950-A – Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SUL TESTO DEL PROVVEDIMENTO E SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

Sul testo del provvedimento in oggetto:

PARERE FAVOREVOLE

Sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea:

PARERE CONTRARIO

sulle proposte emendative 1.18, 1.19, 2.10, 2.11, 2.14 e 2.15 in quanto scuscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura;

NULLA OSTA

sulle restanti proposte emendative.

A.C. 2950-A – Articolo 1

ARTICOLO 1 DELLA PROPOSTA DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 1.
(Finalità, definizione e pubblicità).

  1. La presente legge è volta a favorire il rafforzamento e la qualificazione dell'offerta culturale nazionale, come mezzo di crescita sostenibile e inclusiva, la nuova imprenditorialità e l'occupazione, con particolare riguardo a quelle giovanili, mediante il sostegno alle imprese culturali e creative.
  2. Ai fini della presente legge, è impresa culturale e creativa quella che possiede i seguenti requisiti:
   a) ha per oggetto sociale, in via prevalente o esclusiva, l'ideazione, la creazione, la produzione, lo sviluppo, la diffusione, la conservazione, la ricerca e la valorizzazione o la gestione di prodotti culturali, intesi quali beni, servizi e opere dell'ingegno inerenti alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, allo spettacolo dal vivo, alla cinematografia e all'audiovisivo, agli archivi, alle biblioteche e ai musei nonché al patrimonio culturale e ai processi di innovazione ad esso collegati;
   b) ha sede in Italia, ai sensi dell'articolo 73 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, o in uno degli Stati membri dell'Unione europea o in uno degli Stati aderenti all'Accordo sullo Spazio economico europeo, purché abbia una sede produttiva, un'unità locale o una filiale in Italia;

   c) svolge attività stabile e continuativa.

  3. Con decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, tenendo conto delle necessità di coordinamento con i decreti legislativi di attuazione dell'articolo 1, comma 2, lettera b), della legge 6 giugno 2016, n. 106, sono disciplinate la procedura per il riconoscimento della qualifica di impresa culturale e creativa e per la verifica della sussistenza dei requisiti di cui al comma 2, nonché adeguate forme di pubblicità tramite la costituzione di uno specifico elenco tenuto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
  4. Il decreto di cui al comma 3 può prevedere che la qualifica di impresa culturale e creativa possa essere riconosciuta anche a soggetti di cui al titolo II del libro primo del codice civile, purché siano in possesso dei requisiti previsti dal comma 2 del presente articolo.
  5. Le amministrazioni interessate provvedono all'attuazione del presente articolo nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

EMENDAMENTI SEGNALATI PER LA VOTAZIONE

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO 1 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 1.
(Finalità, definizione e pubblicità).

  Al comma 2, lettera a), dopo le parole: alle arti figurative aggiungere le seguenti:, alle arti applicate.
1. 12. Narduolo, Rampi.
(Approvato)

  Al comma 2, lettera a), dopo le parole: alla cinematografia aggiungere le seguenti:, alla radiofonia.
1. 10. Galgano, Menorello.

  Al comma 2, lettera b), sopprimere le parole da:, o in uno degli Stati fino alla fine della lettera.
1. 14. Giancarlo Giordano, Pannarale.

  Al comma 3, sostituire le parole: sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con le seguenti: novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari che si pronunciano entro trenta giorni dalla richiesta, e.
1. 16. Pannarale, Giancarlo Giordano.

  Al comma 3, sostituire le parole da: da emanare fino a: presente legge, con le seguenti: da adottare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentite le competenti Commissioni parlamentari che si pronunciano entro trenta giorni dalla richiesta e,.
1. 16.(Testo modificato nel corso della seduta) Pannarale, Giancarlo Giordano.
(Approvato)

  Al comma 3, dopo le parole: adeguate forme di pubblicità aggiungere la seguente: anche.
1. 17. Nicchi, Bossa, Scotto.
(Approvato)

  Al comma 3, dopo le parole: di uno specifico elenco aggiungere le seguenti: aggiornato annualmente.
1. 11. Galgano, Menorello, Molea, Oliaro, Catalano.

  Al comma 3, dopo le parole: di uno specifico elenco aggiungere le seguenti: aggiornato periodicamente.
1. 11.(Testo modificato nel corso della seduta) Galgano, Menorello, Molea, Oliaro, Catalano.
(Approvato)

  Al comma 5, sostituire le parole da:, finanziarie e strumentali fino alla fine del comma con le seguenti: e strumentali disponibili a legislazione vigente. Ai fini dell'attuazione della presente legge, sono stanziati cinque milioni di euro annui a valere sul Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 29 dicembre 2014, n. 190. Con decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono individuati i criteri di attuazione del presente comma.
1. 18. Bossa, Nicchi, Scotto.

A.C. 2950-A – Articolo 2

ARTICOLO 2 DELLA PROPOSTA DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 2.
(Facilitazioni relative alla concessione di locali per le attività dell'impresa).

  1. Per lo svolgimento delle attività che rientrano nell'oggetto sociale, le imprese di cui all'articolo 1 possono chiedere la concessione di beni demaniali dismessi, con particolare riferimento a caserme e scuole militari inutilizzate, non utilizzabili per altre finalità istituzionali e non trasferibili agli enti territoriali ai sensi del decreto legislativo 28 maggio 2010, n. 85. I beni sono concessi per un periodo non inferiore a dieci anni a un canone mensile simbolico non superiore a euro 150, con oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria a carico del concessionario. L'ente gestore predispone un bando pubblico ai fini della concessione dei beni alle imprese più meritevoli per adeguatezza del progetto culturale e creativo.

  2. All'articolo 1, comma 611, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, dopo il secondo periodo è inserito il seguente: «Il documento di strategia nazionale reca specifiche indicazioni per la destinazione alle imprese culturali e creative, iscritte nell'apposito elenco tenuto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, dei beni confiscati definitivamente».

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO 2 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 2.
(Facilitazioni relative alla concessione di locali per le attività dell'impresa).

  Sostituirlo con i seguenti:
  Art. 2. – (Benefici e agevolazioni). – 1. Alle imprese di cui all'articolo 1 si applicano le disposizioni di cui agli articoli 28, commi 1 e da 7 a 9, e 31, commi da 1 a 3, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, nonché gli articoli 7-bis e 8-bis del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2015, n. 33, purché siano in possesso dei requisiti di cui al comma 2.
  2. Le misure di cui al comma 1 si applicano alle imprese culturali e creative che:
   a) siano micro, piccola o media impresa, secondo le definizioni dell'articolo 2 della raccomandazione 2003/361/CE della Commissione;
   b) risultino regolarmente iscritte nella sezione speciale per le imprese culturali e creative del Registro delle imprese di cui all'articolo 2-bis;
   c) le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato;
   d) il cui valore annuo della produzione, a partire dal secondo anno di attività, risultante dall'ultimo bilancio approvato entro sei mesi dalla chiusura dell'esercizio, non è superiore a un milione di euro;
   e) non risultino costituite a seguito di scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda nei tre anni precedenti la data di iscrizione alla sezione speciale del registro delle imprese;
   f) impieghino una quota di almeno metà dei collaboratori, inclusi i soci impiegati in azienda, costituita da persone in possesso di titolo di laurea magistrale o equiparata, ai sensi dell'articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270.
  Art. 2-bis. – (Sezione speciale del registro delle imprese). – 1. Le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura istituiscono un'apposita sezione nel Registro delle imprese di cui all'articolo 2188 del codice civile, cui sono iscritte le imprese culturali e creative, di cui agli articoli 1 e 2.
  2. L'iscrizione in tale sezione è condizione per l'applicazione dei benefici di cui all'articolo 2. La sezione consente la condivisione, nel rispetto della normativa sui dati personali, attraverso una piattaforma Internet dedicata e accessibile pubblicamente in formato aperto, delle informazioni relative alla forma giuridica, all'anagrafica, all'attività svolta, ai soci fondatori e agli altri collaboratori, al bilancio e ai contatti aziendali.
  3. Ai fini dell'iscrizione nella sezione, il possesso dei requisiti di cui agli articoli 1 e 2 è attestato mediante autocertificazione prodotta dal legale rappresentante e depositata presso l'ufficio del Registro delle imprese.
  4. Entro 30 giorni dall'approvazione del bilancio e comunque entro sei mesi dalla chiusura di ciascun esercizio, il rappresentante legale attesta il mantenimento dei requisiti previsti dagli articoli, rispettivamente, 1 e 2, e aggiorna, in caso di variazioni, le informazioni di cui al comma 3. L'attestazione del mantenimento dei requisiti e l'aggiornamento delle informazioni sono trasmessi all'ufficio del Registro delle imprese mediante la piattaforma di cui al comma 2.
  5. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, d'intesa con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, da emanarsi entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sono definite le modalità e i criteri di attuazione del presente articolo.
  Art. 2-ter. – (Sostegno alla domanda pubblica e privata di beni e servizi offerti dalle imprese culturali). – 1. Le imprese e i professionisti iscritti nei relativi albi, nonché le pubbliche amministrazioni, di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, possono avvalersi di buoni per l'acquisto di beni o servizi culturali e creativi, offerti dalle imprese di cui agli articoli 1 e 2, in base a criteri stabiliti dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, d'intesa con il Ministro dell'economia e delle finanze, con decreto da emanarsi entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge.
  2. I buoni hanno un valore nominale di mille euro. I criteri e le modalità di emissione sono stabiliti con il decreto di cui al comma 1.
  3. I buoni sono emessi ogni anno per un massimo di 50 milioni di euro. A tale onere, si provvede mediante riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
  Art. 2-quater. – (Decadenza dei requisiti e attività di controllo). – 1. Qualora le imprese culturali e creative perdano uno dei requisiti previsti dall'articolo 2, secondo le risultanze del periodico aggiornamento della sezione speciale del Registro delle imprese di cui all'articolo 3, cessa l'applicazione della disciplina prevista nella presente legge. Gli effetti della cessazione decorrono dalla fine del semestre in cui le relative cause si sono verificate. Per le imprese culturali e creative costituite in forma di società a responsabilità limitata, le clausole eventualmente inserite nell'atto costitutivo ai sensi dei commi 2, 3 e 7 dell'articolo 26 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, mantengono efficacia limitatamente alle quote di partecipazione già sottoscritte e agli strumenti finanziari partecipativi già emessi.
  2. Il Ministero dello sviluppo economico vigilia sul corretto utilizzo delle agevolazioni, secondo le modalità previste dall'articolo 25 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134.
  Art. 2-quinquies. – (Copertura finanziaria). – 1. Per le finalità di cui all'articolo 2, pari a 5.000.000 di euro a decorrere dall'anno 2018, l'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 7-bis del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2015, n. 33, è incrementato di 5.000.000 di euro a decorrere dall'anno 2018.
  2. Agli oneri di cui a comma 1 si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni, dello stanziamento del fondo speciale di conto corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2017-2019, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2017, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
2. 15. Di Benedetto.

  Al comma 1, secondo periodo, sopprimere le parole: e straordinaria.

  Conseguentemente, al medesimo comma, terzo periodo, dopo le parole: L'ente gestore aggiungere le seguenti:, sul quale gravano tutti gli oneri di manutenzione straordinaria del bene demaniale dismesso dato in concessione ai quali provvede destinando quota parte dei proventi derivanti dai relativi canoni mensili di locazione,
2. 10. Pannarale, Giancarlo Giordano.

  Al comma 1, secondo periodo, sopprimere le parole: e straordinaria.

  Conseguentemente, dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
  
1-bis. A copertura degli eventuali oneri conseguenti alle eventuali spese di manutenzione straordinaria in capo ai soggetti pubblici a cui appartengono i beni demaniali di cui al comma 1 si provvede, nei limiti di due milioni di euro annui, a valere sullo stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2017-2019, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
2. 11. Nicchi, Bossa, Scotto.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: I progetti sono valutati dalla Commissione di valutazione, di cui all'articolo 6 del decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo del 22 dicembre 2015, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 156 del 6 luglio 2016.
2. 12. Bossa, Nicchi, Scotto.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: I progetti sono valutati dalla Commissione di valutazione istituita ai sensi dell'articolo 6, comma 3, del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito con la legge 7 ottobre 2013, n. 112, recante «Disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo».
2. 12.(Testo modificato nel corso della seduta) Bossa, Nicchi, Scotto.
(Approvato)

  Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
  1-bis. Le maggiori entrate derivanti dai canoni di locazione di cui al comma 1 affluiscono su un apposito fondo istituito presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Il fondo è destinato all'erogazione di contributi a fondo perduto per sostenere la nascita di imprese di cui all'articolo 1 che soddisfino i seguenti requisiti:
   a) siano micro, piccola o media impresa, secondo le definizioni dell'articolo 2 della raccomandazione 2003/361/CE della Commissione;
   b) impieghino una quota di almeno metà dei collaboratori, inclusi i soci impiegati in azienda, costituita da persone in possesso di titolo di laurea magistrale o equiparata, ai sensi dell'articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270.
2. 50. La Commissione.

EMENDAMENTI NON SEGNALATI PER LA VOTAZIONE

ART. 1.
(Finalità, definizione e pubblicità).

  Al comma 2, alinea, dopo le parole: quella che aggiungere le seguenti: svolge la sua attività in maniera stabile e continuativa e che.

  Conseguentemente, al medesimo comma, sostituire le lettera da a) a c) con le seguenti:
   a) ha per oggetto sociale, in via prevalente o esclusiva, la promozione dell'offerta culturale nazionale attraverso l'ideazione, la creazione, la produzione, lo sviluppo, la diffusione, la conservazione, la ricerca e la valorizzazione o la gestione di prodotti culturali, intesi quali beni, servizi e opere dell'ingegno inerenti alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, allo spettacolo dal vivo, alla cinematografia, all'audiovisivo, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione, nonché agli archivi, alle biblioteche, ai musei, al patrimonio culturale italiano di cui all'articolo 2 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, ed a tutti i processi di innovazione ad esso collegati;
   b) ha sede in Italia, ai sensi dell'articolo 73 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917;
   c) sia micro, piccola o media impresa, secondo le definizioni dell'articolo 2 della raccomandazione 2003/361/CE della Commissione;
   d) sia costituita almeno in misura pari al 70 per cento da persone fisiche che non abbiano compiuto il trentacinquesimo anno di età all'atto della costituzione della medesima;
   e) risulti regolarmente iscritta nella sezione speciale per le imprese culturali e creative del Registro delle imprese di cui successivo articolo 3;
   f) le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato;
   g) il cui valore annuo della produzione, a partire dal secondo anno di attività, risultante dall'ultimo bilancio approvato entro sei mesi dalla chiusura dell'esercizio, non è superiore a cinque milioni di euro;
   h) non risulti costituita a seguito di scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda nei tre anni precedenti la data di iscrizione alla sezione speciale del registro delle imprese;
   i) impieghi come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo, in percentuale uguale o superiore al terzo della forza lavoro complessiva, personale in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso un'università italiana o straniera, oppure sia in possesso di laurea magistrale o equiparata, ai sensi dell'articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270, e che abbia svolto, da almeno tre anni, attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o all'estero;
   l) attui l'oggetto sociale attraverso lo sviluppo, la valorizzazione, la produzione o la distribuzione di prodotti o di servizi innovativi ad alto valore tecnologico, anche mediante l'uso di nuove tecnologie e lo sviluppo di software originali.
1. 20. Giancarlo Giordano, Pannarale.

  Al comma 2, alinea, dopo le parole: quella che aggiungere le seguenti: svolge la sua attività in maniera stabile e continuativa e che.

  Conseguentemente, al medesimo comma, sostituire le lettera da a) a c) con le seguenti:
   a) ha per oggetto sociale, in via prevalente o esclusiva, la promozione dell'offerta culturale nazionale attraverso l'ideazione, la creazione, la produzione, lo sviluppo, la diffusione, la conservazione, la ricerca e la valorizzazione o la gestione di prodotti culturali, intesi quali beni, servizi e opere dell'ingegno inerenti alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, allo spettacolo dal vivo, alla cinematografia, all'audiovisivo, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione, nonché agli archivi, alle biblioteche, ai musei, al patrimonio culturale italiano di cui all'articolo 2 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, ed a tutti i processi di innovazione ad esso collegati;
   b) ha sede in Italia, ai sensi dell'articolo 73 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917;

   c) sia micro, piccola o media impresa, secondo le definizioni dell'articolo 2 della raccomandazione 2003/361/CE della Commissione;
   d) sia costituita almeno in misura pari al 70 per cento da persone fisiche che non abbiano compiuto il trentacinquesimo anno di età all'atto della costituzione della medesima;
   e) risulti regolarmente iscritta nella sezione speciale per le imprese culturali e creative del Registro delle imprese di cui successivo articolo 3;
   f) le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato;
   g) il cui valore annuo della produzione, a partire dal secondo anno di attività, risultante dall'ultimo bilancio approvato entro sei mesi dalla chiusura dell'esercizio, non è superiore a cinque milioni di euro;
   h) non risulti costituita a seguito di scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda nei tre anni precedenti la data di iscrizione alla sezione speciale del registro delle imprese;
   i) impieghi una quota di almeno un quarto dei collaboratori, inclusi i soci impiegati in azienda, costituita da persone in possesso di titolo di laurea magistrale o equiparata, ai sensi dell'articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270;
   l) attui l'oggetto sociale attraverso lo sviluppo, la valorizzazione, la produzione o la distribuzione di prodotti o di servizi innovativi ad alto valore tecnologico, anche mediante l'uso di nuove tecnologie e lo sviluppo di software originali.
1. 21. Giancarlo Giordano, Pannarale.

  Al comma 2, alinea, dopo le parole: quella che aggiungere le seguenti: svolge la sua attività in maniera stabile e continuativa e.

  Conseguentemente, al medesimo comma, sopprimere la lettera c).
1. 15. Pannarale, Giancarlo Giordano.

  Al comma 2, lettera a), sostituire le parole: e all'audiovisivo, agli archivi, alle biblioteche e ai musei nonché al patrimonio culturale e ai con le seguenti:, all'audiovisivo, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione, nonché agli archivi, alle biblioteche, ai musei, al patrimonio culturale italiano di cui all'articolo 2 del codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e a tutti i.
1. 13. Giancarlo Giordano, Pannarale.

  Al comma 5, sostituire le parole: del presente articolo con le seguenti: della presente legge.

  Conseguentemente, all'articolo 2, comma 1:
   al secondo periodo, sopprimere le parole: e straordinaria;
   al terzo periodo, dopo le parole: L'ente gestore aggiungere le seguenti:, sul quale gravano tutti gli oneri di manutenzione straordinaria del bene demaniale dismesso dato in concessione,
1. 19. Pannarale, Giancarlo Giordano.

A.C. 2950-A – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame prevede la disciplina e promozione delle imprese culturali e creative e ha quindi come scopo quello di favorire il rafforzamento e la qualificazione dell'offerta culturale nazionale come mezzo di crescita sostenibile e inclusiva,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità e la possibilità di prevedere campagne informative non solo per diffondere la conoscenza delle disposizioni di cui alla presente legge, ma anche per sensibilizzare l'opinione pubblica al tema della creazione, produzione, diffusione, valorizzazione e conservazione dei prodotti culturali.
9/2950-A/1Marzano, Palese.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame dell'Aula è finalizzato a rafforzare e qualificare l'offerta culturale nazionale e a promuovere e sostenere l'imprenditorialità e l'occupazione, in particolare quella giovanile, mediante il sostegno delle imprese culturali e creative. Si chiarisce che per impresa culturale e creativa si intende quella che ha «per oggetto sociale, in via prevalente o esclusiva, l'ideazione, la creazione, la produzione, lo sviluppo, la diffusione, la conservazione, la ricerca e la valorizzazione o la gestione di prodotti culturali, intesi quali beni, servizi e opere dell'ingegno inerenti alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, allo spettacolo dal vivo, alla cinematografia e all'audiovisivo, agli archivi, alle biblioteche e ai musei nonché al patrimonio culturale e ai processi di innovazione ad esso collegati»;
    purtroppo il provvedimento ha subito durante l’iter in Commissione referente, un tale stravolgimento che risulta del tutto diverso nel testo e completamente svuotato nelle sue concrete finalità rispetto alla proposta di legge originaria, tanto da considerarsi poco più che una legge «manifesto»;
    non c’è più alcun riferimento a forme di incentivazione, benefici e agevolazioni fiscali a favore delle imprese e delle start-up culturali, così come nulla più si dice riguardo alla regolamentazione di forme di raccolta di capitali per la valorizzazione e la tutela dei beni culturali. Non c’è alcuno stanziamento di risorse, seppur minimo, e tutto deve avvenire senza maggiori oneri per la finanza pubblica,

impegna il Governo

a prevedere, fin dalla prossima legge di bilancio, specifiche risorse finanziarie finalizzate a sostenere le imprese del settore della cultura e dei beni culturali, così come individuate dal provvedimento in esame, e in particolare per favorire l'avvio di micro e piccole società e imprese cooperative di giovani che operano in questo settore.
9/2950-A/2Nicchi, Bossa, Scotto, Laforgia, Palese.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame dell'Aula è finalizzato a rafforzare e qualificare l'offerta culturale nazionale e a promuovere e sostenere l'imprenditorialità e l'occupazione, in particolare quella giovanile, mediante il sostegno delle imprese culturali e creative. Si chiarisce che per impresa culturale e creativa si intende quella che ha «per oggetto sociale, in via prevalente o esclusiva, l'ideazione, la creazione, la produzione, lo sviluppo, la diffusione, la conservazione, la ricerca e la valorizzazione o la gestione di prodotti culturali, intesi quali beni, servizi e opere dell'ingegno inerenti alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, allo spettacolo dal vivo, alla cinematografia e all'audiovisivo, agli archivi, alle biblioteche e ai musei nonché al patrimonio culturale e ai processi di innovazione ad esso collegati»;
    purtroppo il provvedimento ha subito durante l’iter in Commissione referente, un tale stravolgimento che risulta del tutto diverso nel testo e completamente svuotato nelle sue concrete finalità rispetto alla proposta di legge originaria, tanto da considerarsi poco più che una legge «manifesto»;
    non c’è più alcun riferimento a forme di incentivazione, benefici e agevolazioni fiscali a favore delle imprese e delle start-up culturali, così come nulla più si dice riguardo alla regolamentazione di forme di raccolta di capitali per la valorizzazione e la tutela dei beni culturali. Non c’è alcuno stanziamento di risorse, seppur minimo, e tutto deve avvenire senza maggiori oneri per la finanza pubblica,

impegna il Governo

compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, a prevedere, fin dalla prossima legge di bilancio, specifiche risorse finanziarie finalizzate a sostenere le imprese del settore della cultura e dei beni culturali, così come individuate dal provvedimento in esame, e in particolare per favorire l'avvio di micro e piccole società e imprese cooperative di giovani che operano in questo settore.
9/2950-A/2. (Testo modificato nel corso della seduta)  Nicchi, Bossa, Scotto, Laforgia, Palese.


   La Camera,
   premesso che:
    il Rapporto «Io sono cultura 2017» realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere dimostra che oggi la cultura è uno dei motori primari dell'economia: infatti, il 6 per cento della ricchezza prodotta in Italia (89,9 miliardi di euro) è prodotto dal Sistema Produttivo Culturale e Creativo (industrie culturali, industrie creative, patrimonio storico artistico, performing arts e arti visive, produzioni creative-driven);
    inoltre, la cultura ha sul resto dell'economia un effetto moltiplicatore pari a 1,8. Un effetto volano competitivo confermato anche dal fatto che le aree geografiche dove maggiore è il fatturato della cultura sono anche quelle dove è forte la vocazione manifatturiera e che vede come primo beneficiario il settore del turismo (più di un terzo – il 37,9 per cento – della spesa turistica nazionale è infatti attivato proprio dalla cultura);
    il Sistema Produttivo Culturale e Creativo (da solo, senza considerare gli altri segmenti della nostra economia) dà lavoro a 1,5 milioni di persone, il 6 per cento del totale degli occupati in Italia;
    guardando alla dinamica dei settori, il dato eclatante è che, a differenza del quinquennio precedente, tutti i segmenti registrano bilanci positivi, sia in termini di valore aggiunto che di occupazione. Le performance più rilevanti rimangono connesse ai segmenti che già negli ultimi cinque anni avevano mostrato segnali positivi, come il design (+2,5 per cento per valore aggiunto e +1,9 per cento per occupazione), i videogame (+2,5 per cento per il valore aggiunto e +1,7 per cento per occupazione) e la produzione creative driven (+1,7 per cento per valore aggiunto e +1,5 per cento per occupazione); cui si aggiungono, in particolare, le attività legate al settore dell'audiovisivo (+2,2 per cento per valore aggiunto e +1,4 per cento per occupazione), delle performing arts (+2 per cento per valore aggiunto e +2,2 per cento per occupazione) e del patrimonio (+2,1 per cento per valore aggiunto e occupazione);
    il comparto cultura ha individuato anche nella crescita delle competenze e nel significativo incremento dei livelli di istruzione richiesti dalle professioni culturali e creative una delle risposte alla crisi che ha investito orizzontalmente tutti i settori, in particolar modo quelli legati al Core cultura: tra il 2011 e il 2016 coloro che operano nel Sistema Produttivo Culturale e Creativo e sono in possesso di una laurea sono aumentati dal 33 al 41 per cento: valore nettamente superiore al resto dell'economia, in cui si è registrato un incremento inferiore a 3 punti percentuali (dal 17 al 20 per cento);
    i segnali di fermento del settore sono stati supportati anche da riforme come quella dell'Art Bonus e del credito d'imposta introdotto nel 2014 a favore degli investimenti in cultura;
    nonostante le notevoli potenzialità delle imprese culturali e creative, queste aziende restano ampiamente sottovalutate, specie per quanto riguarda la loro capacità di accedere ai capitali e finanziamenti di avvio;
    le sfide che hanno di fronte sono aggravate da una mancanza di conoscenze e informazioni chiare nel settore, che limita ulteriormente la capacità dei sostenitori finanziari di riconoscerne le potenzialità, nonché da difficoltà di ordine legislativo, come i diritti di proprietà intellettuale, regimi fiscali non uniformi e questioni legate alla mobilità professionale,

impegna il Governo

ad adottare politiche e iniziative per promuovere l'accesso al mercato e agli investimenti anche attraverso una maggiore adesione alle politiche europee al fine di superare i limiti costituiti dalla legislazione, dai regimi fiscali non uniformi e relativamente l'adeguamento il superamento iniziative normative di semplificazione legislativa che consentano agli imprenditori culturali di criteri di agevolazione e l'innovazione nella scuola/università, sostenere la mobilità professionale degli artisti.
9/2950-A/3Cristian Iannuzzi.


   La Camera,
   premesso che:
    il Rapporto «Io sono cultura 2017» realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere dimostra che oggi la cultura è uno dei motori primari dell'economia: infatti, il 6 per cento della ricchezza prodotta in Italia (89,9 miliardi di euro) è prodotto dal Sistema Produttivo Culturale e Creativo (industrie culturali, industrie creative, patrimonio storico artistico, performing arts e arti visive, produzioni creative-driven);
    inoltre, la cultura ha sul resto dell'economia un effetto moltiplicatore pari a 1,8. Un effetto volano competitivo confermato anche dal fatto che le aree geografiche dove maggiore è il fatturato della cultura sono anche quelle dove è forte la vocazione manifatturiera e che vede come primo beneficiario il settore del turismo (più di un terzo – il 37,9 per cento – della spesa turistica nazionale è infatti attivato proprio dalla cultura);
    il Sistema Produttivo Culturale e Creativo (da solo, senza considerare gli altri segmenti della nostra economia) dà lavoro a 1,5 milioni di persone, il 6 per cento del totale degli occupati in Italia;
    guardando alla dinamica dei settori, il dato eclatante è che, a differenza del quinquennio precedente, tutti i segmenti registrano bilanci positivi, sia in termini di valore aggiunto che di occupazione. Le performance più rilevanti rimangono connesse ai segmenti che già negli ultimi cinque anni avevano mostrato segnali positivi, come il design (+2,5 per cento per valore aggiunto e +1,9 per cento per occupazione), i videogame (+2,5 per cento per il valore aggiunto e +1,7 per cento per occupazione) e la produzione creative driven (+1,7 per cento per valore aggiunto e +1,5 per cento per occupazione); cui si aggiungono, in particolare, le attività legate al settore dell'audiovisivo (+2,2 per cento per valore aggiunto e +1,4 per cento per occupazione), delle performing arts (+2 per cento per valore aggiunto e +2,2 per cento per occupazione) e del patrimonio (+2,1 per cento per valore aggiunto e occupazione);
    il comparto cultura ha individuato anche nella crescita delle competenze e nel significativo incremento dei livelli di istruzione richiesti dalle professioni culturali e creative una delle risposte alla crisi che ha investito orizzontalmente tutti i settori, in particolar modo quelli legati al Core cultura: tra il 2011 e il 2016 coloro che operano nel Sistema Produttivo Culturale e Creativo e sono in possesso di una laurea sono aumentati dal 33 al 41 per cento: valore nettamente superiore al resto dell'economia, in cui si è registrato un incremento inferiore a 3 punti percentuali (dal 17 al 20 per cento);
    i segnali di fermento del settore sono stati supportati anche da riforme come quella dell'Art Bonus e del credito d'imposta introdotto nel 2014 a favore degli investimenti in cultura;
    nonostante le notevoli potenzialità delle imprese culturali e creative, queste aziende restano ampiamente sottovalutate, specie per quanto riguarda la loro capacità di accedere ai capitali e finanziamenti di avvio;
    le sfide che hanno di fronte sono aggravate da una mancanza di conoscenze e informazioni chiare nel settore, che limita ulteriormente la capacità dei sostenitori finanziari di riconoscerne le potenzialità, nonché da difficoltà di ordine legislativo, come i diritti di proprietà intellettuale, regimi fiscali non uniformi e questioni legate alla mobilità professionale,

impegna il Governo

ad adottare politiche e iniziative per promuovere l'accesso al mercato e agli investimenti, iniziative per promuovere l'innovazione nella scuola/università, sostenere la mobilità professionale degli artisti.
9/2950-A/3. (Testo modificato nel corso della seduta) Cristian Iannuzzi.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento è finalizzato a rafforzare e qualificare l'offerta culturale nazionale e a promuovere e sostenere l'imprenditorialità e l'occupazione, in particolare giovanile, mediante il sostegno delle imprese culturali e creative;
    l'oggetto sociale delle imprese culturali e creative è l'ideazione, la creazione, la produzione, lo sviluppo, la diffusione, la conservazione, la ricerca e la valorizzazione o la gestione di prodotti culturali intesi quali beni, servizi e opere dell'ingegno inerenti alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, allo spettacolo dal vivo, alla cinematografia e all'audiovisivo, agli archivi, alle biblioteche e ai musei, nonché al patrimonio culturale e ai processi di innovazione ad esso collegati,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori interventi di aiuto e sostegno delle imprese culturali e creative, che diano maggiore concretezza alle disposizioni introdotte dal presente provvedimento e incentivino la creazione e lo sviluppo di tali realtà che sanno mettere insieme capacità di fare impresa e cultura e che finalmente si vedono riconoscere una fisionomia ben definita.
9/2950-A/4Nesi.


   La Camera,
   premesso che:
    il nuovo testo della proposta di legge – profondamente modificato rispetto al testo iniziale durante l'esame in sede referente, anche nel titolo – è volto a favorire il rafforzamento e la qualificazione dell'offerta culturale nazionale, come mezzo di crescita sostenibile e inclusiva, la nuova imprenditorialità e l'occupazione, con particolare riguardo a quelle giovanili, mediante il sostegno alle imprese culturali e creative;
    la definizione della procedura per l'acquisizione della qualifica di impresa culturale e creativa, della disciplina per la verifica della sussistenza dei requisiti richiesti, nonché per la costituzione di uno specifico elenco, tenuto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, finalizzato a garantire adeguata pubblicità, è demandata ad un decreto interministeriale, emanato dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, previa intesa con la Conferenza Stato-regioni e tenendo conto delle necessità di coordinamento con il Codice del terzo settore, previsto dall'articolo 1, comma 2, lettera b), della legge n. 106 del 2016 e adottato con decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117;
    dagli ultimi anni le industrie culturali e creative stanno assumendo un ruolo sempre più importante diventando un fattore essenziale di competitività a discapito delle forme tradizionali di produzione industriale,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di assumere le iniziative al fine di prevedere una campagna informativa dettagliata che si prefigga l'obiettivo di trasmettere a tutti i cittadini, in particolar modo i più giovani, una corretta informazione in merito al sostegno alle imprese culturali e creative.
9/2950-A/5Palese.


   La Camera,
   premesso che:
    la presente legge definisce all'articolo 1 comma 2 l’«impresa culturale e creativa»;
    secondo l'articolo 2 della legge, a tale categoria di imprese, riconosciute secondo la procedura disciplinata da un apposito decreto ministeriale, possono essere concessi beni demaniali dismessi, per un periodo non inferiore a dieci anni a un canone mensile simbolico non superiore a euro 150, con oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria a carico del concessionario,

impegna il Governo

a garantire sui propri siti istituzionali, qualora l'ente che ha rilasciato la concessione ricada sotto la sua competenza, pubblicità visibile e permanente delle concessioni dei beni demaniali esposte in premessa e a valutare l'opportunità di differenziare il canone su base territoriale.
9/2950-A/6Mazziotti Di Celso, Palese.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame ha l'obiettivo di promuovere l'imprenditoria nel settore culturale e di favorire nuovi canali di raccolta di risorse per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, prevedendo a tal fine anche agevolazioni tributarie, semplificazioni sotto il profilo della disciplina societaria, forme di sostegno al finanziamento di tali iniziative d'impresa, nonché la possibilità di utilizzare beni demaniali a canone agevolato;
    le industrie culturali e creative rappresentano la frontiera più avanzata dello sviluppo economico-contemporaneo, una dimensione produttiva che unisce innovazione e cultura in un processo di trasformazione continua. Il sistema delle industrie culturali e creative italiane rappresenta una risorsa importante per il Paese: vale infatti il 5,4 per cento del PIL; nel corso del 2011 ha generato il 10,1 per cento dell’export totale;
    l'articolo 1 comma 2 lettera a) recita: «ha per oggetto sociale, in via prevalente o esclusiva, l'ideazione, la creazione, la produzione, lo sviluppo, la diffusione, la conservazione, la ricerca e la valorizzazione o la gestione di prodotti culturali, intesi quali beni, servizi e opere dell'ingegno inerenti alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, allo spettacolo dal vivo, alla cinematografia e all'audiovisivo, agli archivi, alle biblioteche e ai musei nonché al patrimonio culturale e ai processi di innovazione ad esso collegati»;
    dagli anni duemila la radio ha conosciuto un successo straordinario con ascolti altissimi, fino ad arrivare più di 35 milioni di persone ai giorno di oggi. Alcuni studi dimostrano che lo strumento radiofonico è in grado di condizionare i gusti del pubblico, molto più del previsto, con le proprie programmazioni. Nel 2015 il settore «televisione e radio» ha rappresentato lo 0,5 per cento del PIL (come nel 2014), per un giro d'affari complessivo pari a 8,5 miliardi di euro (+0,8 per cento rispetto al 2014). È chiaro che questo strumento riesce a interpretare i «tempi» comunicandoli ai suoi spettatori;
    un recente studio sull'industria culturale e creativa condotto da Ernest and Young «Italia creativa», la radio viene indicata tra gli undici settori strategici di questo comparto, con un giro di affari pari a: 0,8 miliardi di euro l'anno e 7917 occupati. Inoltre; secondo lo studio «L'Italia che verrà. Industria culturale, made in Italy e territori», report realizzato da Unioncamere e Fondazione Symbola che fotografa lo stato dell'industria culturale italiana, inserendola nel più vasto contesto europeo: nell'ambito culturale e creativo, alcune regioni italiane fanno registrare le migliori performance per impatto occupazionale a livello europeo. In particolare si evidenzia che la Lombardia è seconda in Europa per produzione artistica e letteraria e terza nell'Editoria e il Lazio è secondo in Europa nel settore radio-televisivo;
    nel 2010, all'interno dell'Agenda Digitale europea per la Cultura, la Commissione Europea ha pubblicato il Libro Verde sulle industrie culturali e creative riprendendo e modificando la definizione delle ICC da quella dell'UNESCO: per culturali si intendono le imprese che producono e distribuiscono beni o servizi che incorporano o trasmettono espressioni culturali, quale che sia il loro valore commerciale. Oltre ai settori tradizionali delle arti (spettacolo dal vivo, arti visive, patrimonio culturale), questi beni e servizi comprendono anche film, dvd, video, televisione e radio, videogiochi. Inoltre Directorate General for Education and Culture da Hogeschool vor de Kunsten Utrecht, definisce come imprese culturali quelle che producono e distribuiscono merci o servizi legati a una specifica forma di espressione culturale come i settori più tradizionali delle arti visive e dello spettacolo ma anche il cinema, la tv e la radio, i nuovi media, l'editoria e la stampa;
    in Italia ci sono realtà culturalmente importanti a livello europeo come RAM – Radio Arte Mobile, una piattaforma per l'arte contemporanea con sede a Roma dedicata alla ricerca sonora e all'attività espositiva. Oltre all'azione di promozione dell'arte italiana e la realizzazione di mostre in tutto il mondo, dal 2004 ha dato vita a SoundArtMuseum, un archivio permanente di opere di SoundArt aperto al pubblico e disponibile on-line,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere una progressiva estensione anche al settore radiofonico delle misure dirette a sostenere le imprese culturali e creative.
9/2950-A/7Galgano, Monchiero, Molea, Menorello, Oliaro, Catalano, Palese.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame dell'Assemblea si prefigge di rafforzare e qualificare l'offerta culturale nazionale e promuovere e sostenere l'imprenditorialità e l'occupazione, in particolare giovanile, mediante il sostegno delle imprese culturali e creative;
    sono definiti i requisiti necessari affinché un'impresa sia considerata culturale o creativa, ed iscritta presso un apposito registro del MIBACT: le ICC possono chiedere a titolo oneroso (150 euro mensili) la concessione di beni demaniali dismessi, con particolare riferimento a caserme e scuole militari inutilizzate (come le ex servitù militari), non utilizzabili per altre finalità istituzionali;
    circa il 65 per cento della totalità delle servitù militari grava sulla Sardegna: per effetto del disposto dell'articolo 14 dello statuto regionale della Sardegna (legge di valenza costituzionale), tutte le aree demaniali e militari nazionali, non più giudicate strategiche ai fini dell'interesse pubblico, devono essere reimmesse nel patrimonio regionale;
    tale previsione non sempre ha trovato applicazione incontrovertibile e lineare, al punto che spesso si è resa necessaria un'attività di relazione bilaterale, finalizzata al raggiungimento di accordi che consentissero l'effettiva transizione dei beni in potenziale dismissione, precedentemente detenuti dalla amministrazione militare;
    nel 2008 un accordo Stato-Regione ha previsto la dismissione di ben 350 beni demaniali militari in favore della Regione autonoma della Sardegna: oggi la Regione autonoma della Sardegna gestisce circa 14 mila unità immobiliari;
    numerose strutture militari, molte delle quali ricomprese nel territorio del comune di Cagliari configurano beni che, transitando dalla amministrazione centrale dello Stato alla Regione Autonoma della Sardegna, potrebbero rappresentare straordinarie opportunità di riqualificazione e di sviluppo economico e culturale, in assenza di nuovo consumo di suolo;
    le attività di dismissione di tale patrimonio appaiono inspiegabilmente lente e farraginose, nonostante la loro valenza strategica per lo sviluppo di nuove opportunità,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di verificare e – se possibile rimuovere – le cause che impediscono o rallentano l'immediata acquisizione da parte della Regione Autonoma della Sardegna dei beni attualmente in dismissione da parte del Demanio militare, realizzando in questo modo la precondizione indispensabile per la loro assegnazione alle imprese culturali e creative o ad altri soggetti giuridici con vocazione imprenditoriale, coerente con le esigenze di programmazione e sviluppo economico territoriale, che ne facciano richiesta.
9/2950-A/8Vargiu, Matarrese, Palese.


   La Camera,
   premesso che:
    lo scorso 20 settembre 2017, Agis e Confcommercio hanno presentato il rapporto, realizzato da Ciset, «La ricaduta degli eventi culturali e dello spettacolo» nel quale è stata affrontata l'analisi sulle imprese culturali e creative ed, in particolare, l'influenza che gli eventi culturali possono produrre in favore dello sviluppo dei territori;
    dalla relazione è emerso che proprio gli eventi artistici e culturali contribuiscono alla destagionalizzazione della domanda turistica, alla durata dei soggiorni, alla valorizzazione delle tradizioni locali e alla promozione delle destinazioni turistiche minori, con evidenti ricadute economiche positive,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di identificare adeguati strumenti di promozione, sia sul mercato turistico interno che estero, degli eventi e delle attività culturali proposti sul territorio nazionale dalle imprese identificate con la presente legge.
9/2950-A/9Prodani.


DISEGNO DI LEGGE: RATIFICA ED ESECUZIONE DEL PROTOCOLLO ADDIZIONALE DI NAGOYA – KUALA LUMPUR, IN MATERIA DI RESPONSABILITÀ E RISARCIMENTI, AL PROTOCOLLO DI CARTAGENA SULLA BIOSICUREZZA, FATTO A NAGOYA IL 15 OTTOBRE 2010 (A.C. 3916-A)

A.C. 3916-A – Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

sulle proposte emendative contenute nel fascicolo n. 1.

A.C. 3916-A – Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SUL TESTO DEL PROVVEDIMENTO E SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

Sul testo del provvedimento in oggetto:

PARERE FAVOREVOLE

Sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea:

PARERE CONTRARIO

sull'articolo aggiuntivo 2.01, in quanto suscettibile di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura.

A.C. 3916-A – Articolo 1

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 1.
(Autorizzazione alla ratifica).

  1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare il Protocollo addizionale di Nagoya – Kuala Lumpur, in materia di responsabilità e risarcimenti, al Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza, fatto a Nagoya il 15 ottobre 2010.

A.C. 3916-A – Articolo 2

ARTICOLO 2 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 2.
(Ordine di esecuzione).

  1. Piena ed intera esecuzione è data al Protocollo di cui all'articolo 1, a decorrere dalla data della sua entrata in vigore, in conformità con quanto disposto dall'articolo 18 del Protocollo stesso.

PROPOSTA EMENDATIVA RIFERITA ALL'ARTICOLO 2 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 2.
(Ordine di esecuzione).

  Dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:

Art. 2-bis.
(Autorità nazionale competente).

  1. L'Autorità nazionale competente all'attuazione del Protocollo di cui all'articolo 1 è individuata nel Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
2. 01. Zaccagnini.

A.C. 3916-A – Articolo 3

ARTICOLO 3 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 3.
(Copertura finanziaria).

  1. All'onere derivante dalle spese di missione di cui agli articoli 13 e 14 del Protocollo di cui all'articolo 1, valutato in euro 30.520 annui a decorrere dall'anno 2017, e dalle rimanenti spese, pari a euro 220.000 annui a decorrere dall'anno 2017, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2017-2019, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2017, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
  2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

A.C. 3916-A – Articolo 4

ARTICOLO 4 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 4.
(Entrata in vigore).

  1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

DISEGNO DI LEGGE: RATIFICA ED ESECUZIONE DEI SEGUENTI PROTOCOLLI: A) PROTOCOLLO N. 15 RECANTE EMENDAMENTO ALLA CONVENZIONE PER LA SALVAGUARDIA DEI DIRITTI DELL'UOMO E DELLE LIBERTÀ FONDAMENTALI, FATTO A STRASBURGO IL 24 GIUGNO 2013; B) PROTOCOLLO N. 16 RECANTE EMENDAMENTO ALLA CONVENZIONE PER LA SALVAGUARDIA DEI DIRITTI DELL'UOMO E DELLE LIBERTÀ FONDAMENTALI, FATTO A STRASBURGO IL 2 OTTOBRE 2013 (A.C. 2801) E ABBINATA PROPOSTA DI LEGGE: SCHULLIAN (A.C. 3132)

A.C. 2801 – Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

sulle proposte emendative contenute nel fascicolo n. 2.

A.C. 2801 – Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

sulle proposte emendative contenute nel fascicolo n. 2.

A.C. 2801 – Articolo 1

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLE COMMISSIONI IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 1.
(Autorizzazione alla ratifica).

  1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare i seguenti Protocolli:
   a) Protocollo n. 15 recante emendamento alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, fatto a Strasburgo il 24 giugno 2013;
   b) Protocollo n. 16 recante emendamento alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, fatto a Strasburgo il 2 ottobre 2013.

A.C. 2801 – Articolo 2

ARTICOLO 2 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLE COMMISSIONI IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 2.
(Ordine di esecuzione).

  1. Piena ed intera esecuzione è data ai Protocolli di cui all'articolo 1, a decorrere dalla data della loro entrata in vigore, in conformità a quanto disposto, rispettivamente, dall'articolo 7 del Protocollo di cui all'articolo 1, comma 1, lettera a), e dall'articolo 8 del Protocollo di cui all'articolo 1, comma 1, lettera b), della presente legge.

A.C. 2801 – Articolo 3

ARTICOLO 3 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLE COMMISSIONI IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 3.
(Sospensione del processo).

  1. La Suprema Corte di cassazione, il Consiglio di Stato, la Corte dei conti e il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana possono presentare alla Grande Camera della Corte europea dei diritti dell'uomo richieste di parere ai sensi dell'articolo 1, paragrafo 1, del Protocollo di cui all'articolo 1, comma 1, lettera b), della presente legge.
  2. Nei casi di cui al comma 1, il giudice può disporre che il processo sia sospeso fino alla ricezione del parere consultivo della Grande Camera della Corte europea dei diritti dell'uomo.

PROPOSTA EMENDATIVA RIFERITA ALL'ARTICOLO 3 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 3.
(Sospensione del processo).

  Aggiungere, in fine, il seguente comma:
  3. La Corte costituzionale può provvedere con proprio regolamento sull'applicazione del Protocollo di cui al comma 1 in conformità agli articoli 14, primo comma, e 22, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87.
3. 20. Ferranti, Berretta, Giuseppe Guerini.
(Approvato)

A.C. 2801 – Articolo 4

ARTICOLO 4 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLE COMMISSIONI IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 4.
(Entrata in vigore).

  1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

A.C. 2801 – Ordine del giorno

ORDINE DEL GIORNO

   La Camera,
   premesso che:
    la ratifica dei protocolli in esame pone l'occasione per riflettere sul ruolo della Corte europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) e sull'importanza della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;
    seppur focalizzati principalmente sul superamento dei gravi problemi di funzionamento della CEDU e su aspetti procedurali, entrambi i protocolli ci ricordano infatti che la garanzia dei diritti viene rafforzata e resa effettiva da procedimenti snelli e semplici;
    merita attenzione, in particolare, il protocollo 16 che aumenta il grado di interazione tra la CEDU e le più alte giurisdizioni degli Stati aderenti al Consiglio d'Europa;
    questi sforzi migliorativi avranno un impatto più rilevante a fronte di una accresciuta consapevolezza da parte dei cittadini di essere detentori di diritti,

impegna il Governo

ad adottare iniziative istituzionali finalizzate a promuovere la conoscenza tra i cittadini della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e degli strumenti giurisdizionali in essa previsti per la tutela di tali diritti.
9/2801-A/1Mazziotti Di Celso.