Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 29 settembre 2017

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLE MOZIONI NN. 1-01714 E 1-01715 E N. 1-01716

Mozioni nn. 1-01714 e 1-01715 – Candidatura di Milano quale sede dell'Agenzia europea per i medicinali

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ora e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 12 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti
 Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 24 minuti
 Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista 21 minuti
 Alternativa popolare – Centristi per l'Europa – NCD 17 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 16 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà – Possibile 15 minuti
 Scelta civica ALA per la Costituente liberale e popolare – MAIE 15 minuti
 Democrazia solidale – Centro
 Democratico
14 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza nazionale 14 minuti
 Misto: 22 minuti
  Civici e Innovatori PER l'Italia 6 minuti
  Direzione Italia 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  UDC-IDEA 3 minuti
  Alternativa Libera – Tutti insieme per l'Italia 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI) - Indipendenti
2 minuti
  FARE! – Pri - Liberali 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Mozione n. 1-01716 – Iniziative per prevenire e contrastare la violenza contro le donne

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ora e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 12 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti
 Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 24 minuti
 Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista 21 minuti
 Alternativa popolare – Centristi per l'Europa – NCD 17 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 16 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà – Possibile 15 minuti
 Scelta civica ALA per la Costituente liberale e popolare – MAIE 15 minuti
 Democrazia solidale – Centro
 Democratico
14 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza nazionale 14 minuti
 Misto: 22 minuti
  Civici e Innovatori PER l'Italia 6 minuti
  Direzione Italia 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  UDC-IDEA 3 minuti
  Alternativa Libera – Tutti insieme per l'Italia 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI) - Indipendenti
2 minuti
  FARE! – Pri - Liberali 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 29 settembre 2017.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Amendola, Amici, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capelli, Casero, Castiglione, Catania, Causin, Centemero, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Coppola, Costantino, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Luigi Di Maio, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Franceschini, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Laforgia, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Marcon, Mazziotti Di Celso, Migliore, Orlando, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Francesco Saverio Romano, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Sereni, Speranza, Tabacci, Simone Valente, Valeria Valente, Velo, Villecco Calipari.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 28 settembre 2017 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   PASTORELLI e LOCATELLI: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti delle inchieste giudiziarie riguardanti la corruzione politica e amministrativa, svolte negli anni 1992 e 1993, sulle elezioni del 1994 e sulla successiva evoluzione del sistema politico italiano» (4666);
   PREZIOSI e BERLINGHIERI: «Norme sulla libertà religiosa e abrogazione della legislazione sui culti ammessi» (4667);
   MISIANI ed altri: «Istituzione di un'aliquota addizionale dell'imposta sui redditi, da applicare sulla parte variabile delle remunerazioni degli amministratori e dei dirigenti di imprese in crisi» (4668).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge DI SALVO ed altri: «Modifica alla tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, per la riduzione dell'aliquota dell'imposta sul valore aggiunto relativa a prodotti igienici, alimentari e accessori per l'infanzia» (4637) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Valeria Valente.

Assegnazione di un progetto di legge a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, il seguente progetto di legge è assegnato, in sede referente, alla sotto indicata Commissione permanente:

   VII Commissione (Cultura):
  S. 2227. – Senatori FABBRI ed altri: «Disposizioni per la celebrazione dei centocinquanta anni dalla morte di Gioachino Rossini» (approvata dal Senato) (4665) Parere delle Commissioni I, V, VIII, X e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Assegnazione di una proposta di inchiesta parlamentare a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, la seguente proposta di inchiesta parlamentare è assegnata, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:

   I Commissione (Affari costituzionali):
  CAUSIN ed altri: «Proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie» (Doc XXII, n. 82) – Parere della V Commissione.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  Il Presidente della Corte dei conti europea, in data 28 settembre 2017, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, ha comunicato la pubblicazione delle Relazioni annuali della Corte sull'esercizio finanziario 2016, corredate dalle risposte delle istituzioni, e del documento «Sintesi dell’audit dell'Unione europea per il 2016». Questi documenti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  La Commissione europea, in data 28 settembre 2017, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, alla Banca centrale europea, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Intensificare la vigilanza integrata per rafforzare l'Unione dei mercati dei capitali e l'integrazione finanziaria in un contesto in evoluzione (COM(2017) 542 final), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla VI Commissione (Finanze), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dalla Regione Toscana.

  La Regione Toscana, con lettera pervenuta in data 27 settembre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4, comma 9, del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, il decreto del Presidente della Giunta regionale della Toscana 18 settembre 2017, n. 141, recante esclusione dell'applicazione delle disposizioni dell'articolo 4 del citato decreto legislativo n. 175 del 2016, in materia di acquisizione e gestione di partecipazioni pubbliche, alle società Italcertifer Spa e SEAM Spa.

  Questo decreto è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Chiarimenti in merito all'impugnazione da parte del Governo di una sentenza della Corte d'appello di Messina in relazione al risarcimento a favore dei figli di una vittima di femminicidio – n. 2-01951

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
   il 3 ottobre 2007 una donna del comune di Palagonia (Catania), Marianna Manduca, viene uccisa dal marito con sei coltellate al petto, dopo un lungo calvario di soprusi e violenze subiti;
   le continue minacce di morte avevano spinto la donna a sporgere ben 12 denunce contro l'uomo, tossicodipendente e senza lavoro;
   dopo aver lasciato il marito, questo inspiegabilmente diventa affidatario dei figli, motivo per cui la donna intenta una causa, ma viene uccisa a pochi giorni dall'udienza;
   il cugino di Marianna, tutore dei tre figli dal 2010, ha provveduto con un'azione giudiziaria contro la magistratura per vedersi riconosciuta l'imperizia dei magistrati che non hanno compreso la gravità del caso, considerandolo «lite familiare»;
   il ricorso, dopo essere stato giudicato inammissibile in due gradi di giudizio, è stato accolto in Cassazione;
   la corte d'appello di Messina ha condannato la procura di Caltagirone e stabilito che la Presidenza del Consiglio dei ministri dovrà risarcire i figli della donna con oltre 300 mila euro per danno patrimoniale;
   la Presidenza del Consiglio dei ministri, però, ha impugnato la sentenza del tribunale di Messina;
   i legali dei figli, Alfredo Galasso e Licia D'Amico, sostengono che «C'era parso che una corretta ed imparziale applicazione della legge sulla responsabilità civile dei magistrati, recentemente riformata, avrebbe indotto il Presidente del Consiglio dei ministri ad adottare una diversa e solidale decisione nei confronti di una famiglia notoriamente generosa e bisognosa come quello che ha accolto da anni i figli di Marianna Manduca. (...) Nell'atto di appello è stata chiesta la sospensione dell'esecuzione della sentenza di primo grado, allo scopo di non pagare al padre adottivo Carmelo Cali il modesto risarcimento riconosciuto, in attesa dell'esito di un appello che riteniamo del tutto infondato e dilatorio»;
   secondo la legge sulla responsabilità civile dei giudici del 1988 – applicata in questa vicenda dalla corte di Messina – chi «ha subito un danno ingiusto a causa del magistrato» deve procedere «esclusivamente nei riguardi dello Stato», il quale «solo in un secondo momento» si rifarà «sul giudice responsabile». Salvo i casi in cui «il danno causato dal magistrato nell'esercizio delle sue funzioni» sia riconducibile direttamente a lui secondo le norme ordinarie;
   da un articolo de La Repubblica del 2 agosto, si legge che «La Presidenza del Consiglio – si legge sul sito del Governo – ha chiesto all'Avvocatura generale dello Stato di valutare ogni possibile soluzione, compresa la ricerca di una definizione consensuale, fino ad arrivare anche alla ipotesi della desistenza da qualsiasi azione giudiziaria, nel rispetto della legge e tenendo conto dell'interesse dei familiari della donna»;
   nel mese di luglio 2017 la sottosegretaria Maria Elena Boschi ha espresso stupore e dispiacere per il fatto che il progetto di legge in favore degli orfani vittime di crimini domestici, già approvato all'unanimità alla Camera non abbia visto una rapida approvazione definitiva –:
   quali siano le ragioni della grave presa di posizione del Governo, ovvero del ricorso nei confronti della sentenza della Corte di appello di Messina, e se non ritenga doveroso evitare di impugnare provvedimenti giurisdizionali come questo, in presenza di orfani a causa di «femminicidi».
(2-01951) «Spadoni, Dadone, Colletti».


Iniziative a tutela del prestito sociale nel sistema delle cooperative – n. 2-01950

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   da un articolo de «La Stampa» si evince: «Sono almeno 9 miliardi di risparmi degli italiani e si appoggiano su gambe che mostrano qualche incrinatura. Si tratta del prestito sociale delle Coop e la colpa non è solo della crisi dei consumi e di una concorrenza sempre più aggressiva, ma anche di un legame tra Coop e finanza che tra impegni  “di sistema”  e avventure azzardate nell'azionariato di grandi banche (Mps e Carige principalmente) rischia di diventare insopportabile (...)»;
   alle cooperative, come a tutti i soggetti diversi dalle banche, è fatto divieto di effettuare raccolta «rimborsabile a vista». Le cooperative ingenerano nel pubblico l'idea di una sostanziale equiparazione della suddetta raccolta a quella effettuata dalle banche utilizzando sui loro siti le denominazioni «libretto di risparmio», «zero spese di apertura-chiusura conto, zero spese per operazioni e per tenuta conto» «la cooperativa riconosce al depositante un tasso di interesse competitivo rispetto agli investimenti con caratteristiche analoghe» ... «totalmente gratuito» ed addirittura le accezioni «capitale garantito, di cui potrai chiedere il rimborso in ogni momento»;
   diversi sono i casi di default delle cooperative che hanno rimborsato solo quota parte del prestito sociale ad esempio dall'Emilia Romagna al Friuli Venezia Giulia: Coop Muratori di Reggiolo (raccolti 49 milioni di euro, restituiti solo 19), Orion (raccolti 5 milioni di euro, restituiti 2); oltre a cooperativa di costruzioni Di Vittorio di Fidenza, Coopsette e Unieco di Reggio Emilia, e Coop di consumo come Coop Carnica e Trieste;
   non esiste fondo di garanzia comune e le vicende descritte testimoniano, secondo gli interpellanti, la carenza di solidarietà di Legacoop. Totalmente assente appare la consapevolezza dei risparmiatori/soci della mancanza delle garanzie del prestito sociale rispetto ai depositi bancari;
   il prestito sociale finanzia l'attività economica della cooperativa, ma gran parte dei fondi sono stati destinati ad investimenti azionari senza frammentazione del rischio e diversificazione patrimoniale. Gli scopi non sono chiari e si evidenziano, ad avviso degli interpellanti, esclusivamente relazioni politiche, come il caso Monte dei Paschi di Siena e Carige e l'acquisizione della maggioranza del gruppo UGF;
   le varie cooperative di consumo detengono la maggioranza azionaria del gruppo Unipol UGF sia attraverso un controllo diretto che attraverso un, intreccio di società: Holmo, Spring2 e Finsoe;
   tale sistema piramidale, secondo gli interpellanti, è funzionale al mantenimento in bilancio della partecipazione di controllo in Unipol a valori non coerenti con la realtà. Nel bilancio delle varie cooperative viene inserito il valore al costo di acquisto storico delle azioni Unipol detenute nella società contenitore Finsoe e di Holmo e Spring2 proprietarie a loro volta di quote del contenitore, senza peraltro tener conto dei debiti delle società «satelliti». Attraverso tale complesso meccanismo si ottiene una valorizzazione nei bilanci delle cooperative, indiretta e nascosta, di circa 13,50 euro per azione Unipol UGF (media), contro i 3,80 euro della quotazione di borsa attuale. Quanto descritto si evidenzia da una perizia rilasciata dalla società di revisione Deloitte, in cui si tenta di dimostrare una valorizzazione del gruppo UGF in base agli utili attesi nel (precedente) piano industriale e mai realizzato) più un premio di maggioranza per la quota di controllo calcolato in base a dati di acquisizioni realizzati, non recentemente, ma bensì all'inizio del 2000 (periodo pre-crisi);
   di recente è stata deliberata la scissione di Finsoe che, a parere degli interpellanti, non è servita a semplificare e rendere trasparente la catena di controllo di Unipol, ma probabilmente a evitare a FINSOE il ruolo di capogruppo assicurativa/bancaria, con conseguenti obblighi di trasparenza di bilancio e controlli da parte Ivass e Bankitalia ed obblighi di valutazione in bilancio delle attività maggiormente stringenti per gruppi bancari assicurativi, dovuti all'introduzione obbligatoria dei criteri di valutazione IFRS 9 dal 1o gennaio 2018. Difatti, attraverso la delibera di scissione, non si semplifica nulla, si rende ancora più complessa la struttura piramidale, costituendo 22 nuove società per azioni, una per ciascun socio Finsoe (con aggiunta nel nome di suffisso 2), ove confluiranno (di fatto) pro-quota le azioni Unipol al prezzo attuale di carico in Finsoe;
   da un'attenta analisi delle partecipazioni incrociate contabilizzate nei vari bilanci 2016, risulterebbero agli interpellanti delle ipervalutazioni delle azioni UGF rispetto ai valori di mercato correnti delle azioni Unipol: Coop Alleanza 3.0 le iscrive al 580,42 per cento, Spring2 al 694,40 per cento, creando una valutazione complessiva pari a 870 milioni di euro, mentre il valore netto intrinseco sottostante a quotazioni di borsa delle azioni Unipol al netto dei debiti delle società veicolo nella forchetta più alta nell'ultimo anno è di solo di 144 milioni di euro. La maggiore valutazione di 736 milioni confluisce a patrimonio netto, consentendo alla cooperativa di poter raccogliere fino ad ulteriori 2,2 miliardi di euro prestito sociale;
   una corretta valutazione al fair value di quotazione media di borsa di Unipol, a giudizio degli interpellanti porterebbe alle seguenti minusvalenze in milioni di euro: Coop Alleanza 3.0: 736, Coop Liguria: 133, Nova Coop: 113, UnicoopTirreno: 114, CoopcentroItalia: 14, Unicoop Firenze minusvalenze: 13;
   le partecipazioni in Monte dei Paschi di Siena e banca Carige permangono anch'esse valorizzate a valori che appaiono agli interpellanti non congrui rispetto alle quotazioni di borsa ed una corretta valutazione al fair value condurrebbe alle seguenti minusvalenze: Coop Liguria, azioni Carige, 33 milioni di euro; Coop Centro Italia, azioni Monte dei Paschi di Siena, 84 milioni di euro;
   il quadro delineato, peraltro parziale, prende in esame solo il valore in bilancio delle partecipazioni, e non della valorizzazione degli immobili ad esempio, e restituisce valori di minusvalenze latenti superiori a 1,5 miliardi di euro –:
   se il Governo abbia contezza dei fatti narrati, se intenda darne evidenza e se intenda intervenire con iniziative normative per tutelare i risparmiatori;
   se il Governo abbia acquisito o intenda acquisire elementi in ordine alla perizia Deloitte sulla valorizzazione delle azioni Finsoe, le quali a cascata avrebbero determinato la ipervalutazione delle azioni UGF, e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda eventualmente intraprendere per risolvere questa discrepanza, tutelando i soci risparmiatori;
   se si intenda promuovere, per il prestito sociale, la creazione di una forma di garanzia solidale equivalente a quella erogata dal Fondo interbancario per la tutela dei depositi per i depositi bancari;
   se si intendano assumere iniziative rivolte ad un maggior controllo, sia sui bilanci che sulle forme e sulle modalità di raccolta dei fondi, delle cooperative che usufruiscono dei prestiti sociali;
   se si intendano assumere iniziative per eliminare la possibilità per le associazioni di cooperative di vigilare sulle consociate, eliminando palesi conflitti di interesse.
(2-01950) «Pesco, Crippa, Sibilia, Alberti, Fico, Pisano, Ruocco, Villarosa, Cancelleri».


Intendimenti e iniziative di competenza per la stabilizzazione del personale precario assunto con mansioni di portalettere presso Poste Italiane spa – n. 2-01920

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   Poste Italiane spa è una società direttamente partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze che fornisce servizi logistico-postali, servizi di risparmio, di pagamento, assicurativi e di comunicazione digitale;
   presente su tutto il territorio nazionale, Poste Italiane spa ha assunto negli anni, grazie ai forti investimenti in ambito tecnologico, di sviluppo e di formazione dei suoi circa 143 mila dipendenti, un ruolo sempre più centrale nel processo di crescita e modernizzazione del Paese. Ad oggi, con oltre 32 milioni di clienti, è la più grande infrastruttura di servizi italiana;
   l'attenzione all'innovazione, alle persone e soprattutto la rete di uffici presenti sul territorio nazionale sono alla base dei risultati di eccellenza raggiunti da Poste Italiane spa;
   negli ultimi anni si è assistito nel nostro Paese e in Europa ad una serie di riforme del mercato del lavoro, tutte incentrate sulla costante tensione fra efficienza del mercato ed affermazione dei diritti sociali;
   la nuova campagna di recruiting per portalettere di Poste Italiane spa rientrerebbe nel piano assunzioni 2015-2020, che pare preveda la creazione di circa 8 mila posti di lavoro, di cui circa 4 mila per i giovani;
   Poste Italiane spa apre periodicamente (ormai da qualche anno) campagne di recruiting con lo scopo di reclutare portalettere su tutto il territorio nazionale con contratto di lavoro a tempo determinato, al fine di rispondere alla carenza di personale addetto a tali mansioni. Tale carenza di personale si manifesta molto di più nei periodi delle ferie natalizie ed estive;
   tra gli altri requisiti richiesti per la mansione di portalettere, ci sono il diploma e/o laurea, in particolare il diploma di scuola media superiore con votazione minima di 70/100 e/o la laurea, anche triennale, con votazione minima di 102/110;
   il contratto a termine è tra quelli che negli ultimi tempi ha subito le maggiori trasformazioni che portano a letture diverse e ad interpretazioni che conducono, nella maggior parte dei casi, ad allargare lo spettro decisionale del datore di lavoro;
   tra l'altro ai sensi del comma 4 dell'articolo 20 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n.  276, è consentita l'apposizione del termine di 36 mesi alla durata del contratto di lavoro subordinato, comprensiva di massimo 5 proroghe, fra un datore di lavoro e un lavoratore per lo svolgimento di qualunque tipo di mansione, sia nella forma del contratto a tempo determinato, sia nell'ambito di un contratto di somministrazione a tempo determinato;
   dubbi sorgono sull'improprio uso/abuso del contratto a termine che, a giudizio degli interpellanti, è quello riscontrato proprio nel « modus operandi» della società Poste Italiane spa relativamente alle assunzioni pro tempore per portalettere. Infatti, si passa da una prima fase dove il contratto a termine viene utilizzato in forma eccezionale, ad una successiva, quella odierna, della regola. Tale comportamento altro non ha fatto, finora, che creare e reiterare nel tempo il tanto «combattuto» precariato e senza realmente creare nuovi posti di lavoro stabili;
   attualmente i contratti a termine di Poste Italiane spa, per i portalettere, pare non superino i 22/23 mesi complessivi tra proroghe e rinnovi (pur ottenendo valutazioni positive da parte dei responsabili delle risorse degli uffici) e nonostante sia prevista, come da normativa di cui sopra, la possibilità di proroga fino ai 36 mesi –:
   se e quali iniziative intendano assumere affinché Poste Italiane spa riveda i parametri di valutazione dei requisiti richiesti in quanto è assurdo escludere già da una fase iniziale di recruiting, un laureato in qualsiasi disciplina che non abbia una votazione di almeno 102 su 110 o sia in possesso di un diploma con almeno 70/100;
   se si intendano assumere iniziative per assicurare la stabilizzazione del personale con contratto a termine, dando priorità a coloro che hanno maturato già esperienza, conoscenze e competenze, in quanto riassunti più volte attraverso l'utilizzo di proroghe e/o rinnovi, affinché si possa fronteggiare l'oggettiva forte carenza di personale addetto alle mansioni di portalettere.
(2-01920) «Sgambato, Minnucci, Manfredi, Crivellari, Iacono, Coccia, Arlotti, Carella, Censore, Tino Iannuzzi, Capone, Albanella, Cuomo, Impegno, Lattuca, Lodolini, Sbrollini, Pilozzi, Malisani, Ribaudo, Amato, Ascani, Ginoble, Marantelli, D'Ottavio, Lauricella, Misiani, Bargero, Valeria Valente, Capozzolo, Campana, D'Incecco, Carloni, Berretta, Gnecchi, Tidei, Chaouki, Rossomando».


Iniziative politico-diplomatiche, anche in ambito europeo, in merito al referendum di autodeterminazione promosso dalla comunità autonoma catalana per il prossimo 1o ottobre 2017 – n. 2-01948

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
   le autorità elettive della comunità autonoma catalana hanno promosso lo svolgimento di un referendum popolare di autodeterminazione, che dovrebbe svolgersi il prossimo 1o ottobre 2017;
   il Governo centrale spagnolo e la Corte costituzionale del Regno hanno dichiarato illegittima la consultazione, chiudendo tutti gli spazi ad ogni possibile mediazione;
   nel prosieguo del confronto è stato impartito a tutte le forze di polizia nazionali e catalane, dalla Guardia Civil ai Mossos d'Esquadra, l'ordine di impedire lo svolgimento dell'iniziativa referendaria, in primo luogo attraverso la ricerca sistematica ed il sequestro delle schede preparate per la consultazione e del relativo materiale propagandistico;
   la procura dello Stato spagnolo ha inoltre ingiunto ai procuratori provinciali territorialmente competenti di notificare agli oltre 700 sindaci catalani aderenti all'Associazione dei municipi per l'indipendenza, favorevoli allo svolgimento del referendum, l'apertura a loro carico di un'indagine, minacciandone l'arresto qualora rifiutino l'ordine di comparizione;
   lo Stato spagnolo ha quindi ripreso il controllo dell'agenzia fiscale catalana e, da ultimo, il 20 settembre 2017 la Guardia Civil è entrata nella sede della Generalitat, provvedendo ad arrestare alcuni elementi di spicco legati al Governo catalano, tra i quali Josep Maria Jové, il più stretto collaboratore del Vicepresidente Oriol Junqueras;
   la circostanza ha determinato l'immediato scoppio di manifestazioni spontanee di protesta a Barcellona ed in tutta la Catalogna;
   tra le ulteriori ritorsioni prospettate dal Governo centrale vi sarebbe anche il ritiro dello statuto di autonomia della Catalogna;
   di contro, l'assemblea parlamentare catalana ha approvato la cosiddetta legge di rottura, che farebbe discendere l'immediata indipendenza dalla eventuale vittoria dei «sì» al referendum del 1o ottobre prossimo, peraltro a sua volta sospesa dalla Corte costituzionale spagnola;
   è evidente come il confronto tra le autorità centrali spagnole e quelle autonome della Catalogna rischi di precipitare un conflitto vero e proprio, con ripercussioni al momento imprevedibili, ma certamente drammatiche per la penisola iberica e, probabilmente, l'Europa intera;
   potrebbero contribuire ad attenuare la tensione eventuali pressioni sulle autorità spagnole da parte dei Paesi partner nell'Unione europea e nell'Alleanza Atlantica, inclusa l'Italia –:
   se il Governo intenda assumere delle iniziative politiche e diplomatiche utili a riportare la calma in Spagna e quali;
   se il Governo, in tale ambito, non ritenga di dover adottare iniziative volte a fermare la progressione della spirale di azioni e reazioni che sta caratterizzando la gestione dell'aspirazione catalana all'autodeterminazione, chiedendo moderazione e soprattutto di por fine agli arresti disposti nei confronti di chi abbia incarichi istituzionali od elettivi nella Comunità autonoma catalana;
   se il Governo non giudichi utile proporre, in ambito europeo, l'eventuale adozione di sanzioni nei confronti della Spagna, qualora insista su quella che agli interpellanti appare la via della repressione penale e poliziesca dell'esercizio di autodeterminazione intrapreso dalle legittime autorità catalane;
   se, nel contesto delle iniziative esercitabili nei confronti della Spagna, il Governo consideri anche il richiamo in patria per consultazioni dell'ambasciatore d'Italia a Madrid, qualora la tensione non si attenui e l'esecutivo centrale spagnolo insista sulla strada intrapresa;
   se e come il Governo ritenga di sostenere politicamente e diplomaticamente l'avvio di un dialogo interno alla Spagna finalizzato alla definizione di tempi e procedure di garanzia che permettano ai catalani di pronunciarsi legalmente sul loro futuro.
(2-01948) «Fedriga, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Busin, Caparini, Castiello, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Molteni, Pagano, Picchi, Gianluca Pini, Rondini, Saltamartini, Simonetti».


Iniziative di competenza a tutela dei diritti sindacali in relazione al trasferimento di un dirigente sindacale presso la Wartsila spa di Trieste – n. 2-01906

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   la società Wartsila spa è una società specializzata nella metalmeccanica e in tecnologie marine, con sede centrale in Finlandia, che ha una importante rilevanza nel tessuto economico del Friuli Venezia Giulia;
   la società Wartsila spa è stata notevolmente supportata dalla regione Friuli Venezia Giulia e dal Governo che hanno partecipato anche recentemente ai tavoli di trattativa per evitare esuberi nello stabilimento di Trieste;
   la società Wartsila spa, per evitare licenziamenti, si è vista assegnare 900.000 euro dalla regione Friuli Venezia Giulia e 2,8 milioni di euro dal Governo, risorse provenienti dal fondo per la crescita sostenibile, per sostenere il progetto di sviluppo da parte della società di tecnologie innovative nella unità produttiva di Trieste;
   in tale contesto, si inserisce la vicenda di Sasha Colautti, dipendente della Wartsila spa nello stabilimento di Trieste, ex dirigente della Fiom, ora dirigente dell'Usb, che dopo il termine di un periodo di distacco sindacale, con la Fiom, ha chiesto all'azienda di rientrare in fabbrica;
   l'ufficio del personale della Wartsila spa ha comunicato nella mattina del 6 giugno 2017, a Sasha Colautti, che sarebbe rientrato in fabbrica ma non nella sede di Trieste bensì nella sede di Taranto che dista circa 1.000 chilometri, in quanto la sede di Bagnoli non era disponibile a seguito della ristrutturazione degli organici;
   a giudizio degli interpellanti il mancato rientro del lavoratore nella sede di Trieste e il suo trasferimento a Taranto ovvero a circa mille chilometri di distanza, con la motivazione addotta, colpisce di fatto un lavoratore scomodo, impegnato sindacalmente, evidenziando una condotta da parte dell'azienda che appare del tutto in contrasto con i diritti sindacali senza alcuna giustificazione plausibile e dando luogo a un trasferimento che non può non essere letto come arbitrario e punitivo;
   il 3 luglio 2017 si è svolta l'udienza presso il tribunale di Taranto con la richiesta al giudice del reintegro di Sasha Colautti nella sede di Trieste; il giudice, a quanto consta agli interpellanti, ha rinviato a settembre 2017 la discussione;
   l'Usb ha promosso una serie di mobilitazioni a sostegno e a difesa di Sasha Colautti; una partecipata manifestazione si è tenuta il 24 giugno 2017 a Trieste per chiedere il ritiro del trasferimento e il ritorno in fabbrica nella sede di Trieste di Sascha Colautti –:
   se il Ministro interpellato sia a conoscenza dei fatti citati in premessa e quali siano i suoi orientamenti in proposito;
   quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per favorire il rientro nello stabilimento di Trieste di Sascha Colautti, nel rispetto delle disposizioni vigenti, ed evitare comportamenti aziendali come quelli messi in atto dalla società Wartsila spa nei confronti del citato dirigente sindacale, che a giudizio degli interpellanti ledono i diritti sindacali e paiono dettati da motivazioni politiche.
(2-01906) «Pellegrino, Fratoianni, Airaudo, Placido».