Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 20 ottobre 2017

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 20 ottobre 2017.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alli, Amendola, Amici, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capelli, Casero, Castiglione, Catania, Causin, Centemero, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Coppola, Costantino, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Garavini, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Laforgia, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Migliore, Orlando, Pes, Picchi, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Francesco Saverio Romano, Rosato, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Sereni, Tabacci, Tidei, Simone Valente, Valeria Valente, Velo, Vignali.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 19 ottobre 2017 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   PELLEGRINO ed altri: «Agevolazioni per favorire il contenimento del consumo del suolo, il recupero delle aree urbane e il riuso del suolo edificato, nonché disposizioni concernenti l'istituzione del fascicolo del fabbricato» (4703);
   ANDREA MAESTRI ed altri: «Modifica dell'articolo 53 del codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo, di cui al decreto legislativo 23 maggio 2011, n. 79, in materia di locazioni ad uso abitativo per finalità turistiche» (4704).

  Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti: 

  II Commissione (Giustizia):
  IORI ed altri: «Modifiche all'articolo 577 del codice penale, concernenti l'abolizione della differenza fra figli adottivi e naturali nella determinazione delle circostanze aggravanti dell'omicidio» (4688) Parere delle Commissioni I e XII.

   Commissioni riunite II (Giustizia) e XI (Lavoro):
  S. 2208. – BUSINAROLO ed altri: «Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell'ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato» (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (3365-B) Parere delle Commissioni I, V e X.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative volte a promuovere un processo di rinnovamento del sistema universitario nazionale secondo criteri meritocratici – 2-01973

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   parlare di valutazione dell'educazione in Europa significa cercare di porsi davanti alla radiografia dell'intero sistema accademico europeo, Paese per Paese, cominciando a descrivere la vita degli atenei, a partire dalle loro coordinate principali: l'attività didattica e la ricerca, da un lato, i modelli di governance e di finanziamento, dall'altro;

   circa 20 anni fa le università europee iniziarono un importante processo di riflessione sulla qualità della educazione e della formazione che gli atenei stavano dando ai propri studenti e che appariva già allora inadeguata;

   l'esperienza della crisi e la consapevolezza che in gran parte potesse essere attribuita a una insufficienza del sistema formativo di alta qualità spinse, nel 2003, i Ministri dei Paesi aderenti al «processo di Bologna», tra i quali l'Italia, a chiedere all’European Network for Quality Assurance in Higher Education (ENQA), di sviluppare delle linee guida che implementassero il livello della qualità universitaria;

   si trattava di elaborare un insieme di criteri, che consentissero non solo di proporre iniziative per migliorare la qualità educativa delle università, ma di fare un passo ulteriore per assicurare concretamente un salto di qualità alle istituzioni universitarie e alle agenzie preposte alla loro verifica esterna;

   la prima difficoltà è proprio quella di definire in cosa consista la qualità della formazione, come si possa implementarla e come si possano valutare le decisioni prese, per capire se sono state efficaci;

   le linee guida, elaborate dall'ENQA, sono contenute nel documento «Standards and Guidelines for Quality Assurance in the European Higher Education Area». Oltre a definire la piattaforma degli elementi comuni nei diversi Paesi, è stato fatto un importante lavoro di approfondimento e di ampliamento. In questo modo è stato possibile arrivare di comune accordo alla formulazione di criteri operativi, adeguatamente correlati tra di loro;

   il documento in questione definisce le caratteristiche fondamentali di quei sistemi di assicurazione della qualità che, nel rispetto dei diversi assetti istituzionali, dovrebbero accomunare i Paesi dello spazio europeo dell'istruzione superiore. In un tempo in cui la mobilità degli studenti e dei docenti è una delle manifestazioni più interessanti della globalizzazione, è importante che la valutazione degli uni e degli altri proceda con criteri analoghi nei diversi Paesi;

   a Bergen è apparso chiaro come l'Italia avesse accumulato un notevole ritardo sia nel richiedere alle università di sviluppare autonomamente propri sistemi di valutazione e di assicurazione della qualità, sia nel dotarsi di un'agenzia incaricata di verificare i sistemi di assicurazione della qualità degli atenei;

   la valutazione resta l'anello debole del sistema, nonostante le leggi più recenti mirino a potenziarne il valore. Per ottenere questo obiettivo occorre porsi una serie di domande: perché, cosa e chi si valuta, senza dimenticare chi valuta e come si valuta, per approdare all'ultima delle domande chiave: cosa fare con i risultati che si ottengono dal processo di valutazione. Valutare diventa progressivamente più complesso quando ci si avvicina alla valutazione dei docenti;

   è di questi giorni lo scandalo che ha condotto all'arresto di 7 docenti universitari che hanno messo in piedi, con la sicura collaborazione di altri colleghi, un vero e proprio sistema per truccare concorsi e spartirsi le cattedre;

   un'epidemia di corruzione accademica che richiama altre situazioni analoghe del passato. Ciò che colpisce è la periodica emersione di scandali accademici senza controllo. Da quelli a carattere più culturale, tesi a valutare il livello di maturità dei candidati, alla abilitazione nazionale, in capo all'Anvur, a quelli giudiziari, come spesso accade con denunce di candidati che si sentono esclusi dal circuito accademico, nonostante lo spessore del loro conoscenze. Aggiunge gravità a quest'ultimo scandalo anche la presenza di un ex Ministro che invece di farsi garante della correttezza delle valutazioni, sembra che ne sia stato complice;

   i sistematici accordi corruttivi tra numerosi professori di diritto tributario, alcuni dei quali con l'aggravante di essere pubblici ufficiali perché membri di diverse commissioni nazionali nominate dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, hanno radici nel tempo e sono frutto di precedenti patti tra emeriti tributaristi che in questo modo garantivano l'accesso alla cattedra ai propri allievi;

   i docenti incriminati agivano quindi con un complesso meccanismo a due tempi: prima escludendo i candidati dal legittimo riconoscimento dei titoli acquisiti e poi creando una sorta di barriera che non permetteva loro di essere chiamati dalle università che bandivano la cattedra;

   le intercettazioni riflettono un linguaggio volgare caratterizzato da toni intimidatori e ricattatori, volti a dissuadere i candidati più meritevoli perfino dal presentarsi alla stessa abilitazione scientifica nazionale;

   la certezza che anche ritirandosi non avrebbe mai ottenuto ciò che desiderava e a cui aveva diritto deve essere stata tra le motivazioni che hanno spinto Philip Laroma Jezzi, ricercatore tributarista di Firenze, a sporgere denuncia, documentando e registrando le minacce subite;

   il Ministro interrogato, riguardo agli ultimi fatti, ha promesso di andare fino in fondo anche emanando un codice di comportamento, elaborato insieme all'Anac. Il codice costituirà certamente un'ottima linea guida per indicare principi e criteri di comportamento, ma non è certamente sufficiente per dirimere tre questioni essenziali nella vita universitaria:
    a) garantire l'accesso alle cattedre universitarie ai giovani più meritevoli, creando le giuste condizioni affinché chi merita possa realmente accedervi;
    b) permettere e pretendere da ogni rettore, in accordo con il senato accademico, che prenda le misure necessarie per allontanare docenti disonesti o incompetenti;
    c) sospendere finanziamenti per la ricerca a quei dipartimenti in cui la corruzione emerge con chiarezza;
   in questo modo si ridurrebbe la fuga dei cervelli all'estero e si affronterebbe in modo concreto uno dei classici tabù della pubblica amministrazione: l'impossibilità di licenziare anche chi non è affatto all'altezza del suo ruolo per motivi diversi; ciò attribuire ai finanziamenti erogati anche quel compito di moralizzazione del lavoro di ricerca, privandone chi non si mostra degno –:
   quali iniziative intenda adottare il Ministro interpellato per attivare un processo di profondo rinnovamento nelle università italiane, che hanno certamente bisogno di risorse economico-finanziarie, ma ancor più di risorse morali che restituiscano ai giovani una prospettiva sul loro futuro basata sul merito e non sulla raccomandazione.
(2-01973) «Binetti, Pisicchio».


Misure per contrastare i crescenti episodi di violenza causati da movimenti di estrema destra e iniziative, anche normative, per evitare la partecipazione alle competizioni elettorali di liste dichiaratamente ispirate all'ideologia fascista – 2-01975

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   negli ultimi mesi del 2017 sono stati denunciati molti casi di propaganda del regime fascista e nazifascista, sfociata spesso in atti di violenza e minacce. In una inchiesta del noto settimanale l'Espresso - riferita proprio a questo periodo - si è parlato di una vera e propria «NaziItalia». Una nazione dove pestaggi, blitz e aggressioni di questa matrice sono aumentati in modo esponenziale. La crisi economico-finanziaria, causa dell'impoverimento della società, la maggiore diseguaglianza sociale e la presenza costante e sempre più numerosa di migranti hanno fornito terreno fertile, perché la rabbia della popolazione dilagasse;

   l'aumento di movimenti xenofobi di estrema destra è un problema condiviso anche dall'Europa, dove sempre più allignano discriminazioni razziali, di genere sessuale e religioso, con dati preoccupanti confermati dalla magistratura e dalle forze dell'ordine;

   in Italia è sempre stata forte e radicata l'esigenza di tutelare le istituzioni democratiche dai rigurgiti del nazifascismo. Con la XII disposizione transitoria della Costituzione, attuata con la legge n. 645 del 20 giugno 1952 «Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione» (cosiddetta legge Scelba), è stata vietata la ricostituzione e la propaganda del partito fascista e di quello nazista;

   il decreto-legge n. 122 del 1993 convertito dalla legge n. 205 del 1993, cosiddetta legge Mancino, offre specifici strumenti per la prevenzione e il contrasto dell'antisemitismo, del razzismo e della xenofobia;

   il Parlamento italiano è di recente intervenuto contro un tale fenomeno approvando, in prima lettura, il provvedimento che introduce il reato di propaganda fascista, mediante il nuovo articolo 293-bis del codice penale, che dunque punisce con la reclusione da sei mesi a due anni la diffusione di contenuti ideologici di questo tipo;

   malgrado l'ampia legislazione a tutela, i fatti indicano come la situazione sia tutt'altro che arginata. Nella Capitale, città medaglia d'oro della Resistenza e della Guerra di Liberazione, si verificano giornalmente episodi di violenza. Se ne ricordano alcuni tra i più eclatanti;

   6 dicembre 2016 a San Basilio (quartiere della periferia est della Capitale) una trentina di residenti ha aggredito una cittadina del Marocco, legittima assegnataria di una casa popolare. A supporto dei riottosi c’è Forza Nuova. Il 24 gennaio e il 28 settembre 2017, si verificano altri episodi nella zona del Trullo (altra estrema periferia sud-ovest di Roma): nel primo caso Forza Nuova, Casapound e Roma ai Romani impediscono ad una famiglia di egiziani di prendere possesso di una casa popolare dopo lo sgombero degli occupanti, italiani e abusivi; nel secondo, un manipolo di fascisti e delinquenti comuni tenta di impedire l'assegnazione di un alloggio Ater ad una famiglia di origine eritrea. Il 30 giugno 2017, stessa situazione a Tor Bella Monaca, dove un 52enne bengalese viene picchiato da quattro ragazzi italiani, perché destinatario di una casa popolare. In quello stesso giorno Casapound manifestava di fronte al centro di accoglienza Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) di via del Frantoio al Tiburtino III, affidato al comitato provinciale della Croce rossa italiana;

   21 gennaio 2017 con lo slogan «Contro i migranti siamo pronti alle barricate» i militanti di Forza Nuova e Roma ai Romani, occupano il Ferrhotel, albergo in disuso vicino la stazione Tiburtina che la sindaca Raggi, con un'ordinanza, ha destinato all'accoglienza dei migranti;

   2 febbraio 2017 avviene un pestaggio di matrice squadrista ad Ostia, ai danni di un attivista di una onlus che si occupa di migranti. I fatti avvenuti fuori dal palazzo municipale, poco distante da un sit-in di militanti di estrema destra, hanno portato le forze dell'ordine a ricercare i responsabili dell'accaduto anche tra quei manifestanti;

   ad agosto 2017 ancora tafferugli e violenze nella calda, «nera», estate romana. Durante un assedio, da parte dei residenti e dei militanti di Casapound, del citato centro Sprar al Tiburtino III (divenuto ormai un totem contro cui sfogare la rabbia sociale) viene ferito un militante eritreo, mentre una donna quarantenne che aveva denunciato percosse e il proprio sequestro finisce nel registro degli indagati della procura della Repubblica per lesioni aggravate e, pare, per aver inventato i fatti;

   il 2 settembre 2017, una quarantina di migranti rimane bloccato nella chiesa di Santa Maria del Soccorso, mentre fuori manifestavano gruppi di estrema destra; il questore di Roma ha vietato la manifestazione denominata «passeggiata per la sicurezza» indetta da Forza Nuova e dal movimento Roma ai Romani prevista per l'8 settembre, iniziativa molto contestata dall'opinione pubblica e nemmeno formalmente preannunciata alle autorità competenti, come invece prevede il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza;

   il 23 settembre 2017 si sono registrati momenti di tensione alla Magliana, dove era stata annunciata e di nuovo non autorizzata una manifestazione di Forza Nuova in occasione dell'inaugurazione di una nuova sede del movimento nel quartiere;

   il 29 settembre 2017 giunge notizia che la procura di Roma abbia chiesto al Gip la convalida degli arresti per Giuliano Castellino e altri tre militanti, ai quali sono contestati i reati di lesioni, resistenza e percosse a pubblico ufficiale. Il personaggio, leader del movimento Roma ai Romani e protagonista dei fatti del Trullo sopra descritti, non è nuovo a episodi di violenza. Si ricorda il suo fermo di fronte al Nazareno – sede del PD, il 21 febbraio 2017 – nei giorni di protesta degli ambulanti contro la «direttiva Bolkestein» e dei tassisti contro il «decreto Milleproroghe», reo – a loro avviso – di deregolare il settore favorendo Uber e il noleggio con conducente –:
   se il Ministro interpellato sia a conoscenza della grave escalation di violenze perpetrate dalle formazioni politiche sopra descritte e cosa intenda fare per arginare tale fenomeno;

   se, in virtù del dettato Costituzionale, attuato con la legge n. 645 del 20 giugno 1952 «Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione» (cosiddetta legge Scelba) e della n. 205 del 1993 cosiddetta legge Mancino, non intenda assumere le iniziative di competenza, anche normative, al fine di evitare la partecipazione di liste, alle prossime elezioni amministrative e politiche, presentate da formazioni violente e dichiaratamente fasciste.
(2-01975) «Miccoli, Mariano, Montroni, Giovanna Sanna, Blazina, Verini, Giacobbe, Arlotti, Marantelli, Fiano, Argentin, Incerti, Cenni, Marrocu, Lodolini, Romanini, Guerra, Chaouki, Tidei, Campana, Giulietti, Pelillo, Mura, D'Arienzo, Currò, Morassut, Borghi, La Marca, Manzi, Schirò, Carloni, Beni, Baruffi, Patrizia Maestri, Gribaudo, Garavini, Rocchi, Carra, Mazzoli, Fabbri, Gnecchi, Sgambato, Scuvera, Casellato, Di Salvo, Fregolent, Albanella, Venittelli».


Elementi e iniziative in ordine alla realizzazione delle strutture ospedaliere oggetto dell'accordo di programma integrativo concluso nel 2007 tra lo Stato e la regione Calabria – 2-01977

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione per sapere – premesso che:
   il 29 settembre 2017 l'Ansa della Calabria ha riferito che la «Giunta regionale della Calabria (...) ha deliberato di dare mandato all'Avvocatura regionale (...) di verificare la possibilità di intraprendere azioni risarcitorie nei confronti di «Infrastrutture lombarde» ed altri eventuali soggetti responsabili dei danni causati dai gravi errori fatti nel corso degli adempimenti della progettazione dei (...) nuovi ospedali calabresi»;

   con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3635 del 21 dicembre 2007 si contemplava «la realizzazione delle strutture ospedaliere previste dall'accordo di programma integrativo sottoscritto dal Ministro della salute e dal presidente della regione Calabria in data 6 dicembre 2007»;

   con deliberazione n. 106/2011, l'Anac confermò l'apposita convenzione sottoscritta tra le regioni Calabria e Lombardia, ricondotta agli accordi tra pubbliche amministrazioni stipulati ai sensi dell'articolo 15 della legge n. 241 del 1990;

   nell'atto AS894B del 6 settembre 2011, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato aveva in proposito svolto «osservazioni in ordine alle distorsioni della concorrenza e del corretto funzionamento del mercato derivanti dall'irregolarità delle procedure adottate dalle regioni Calabria e Lombardia» e sulla «definizione quale società strumentale della regione Lombardia di Infrastrutture Lombarde S.p.A.»;

   nel 2012, con ordinanza del capo della protezione civile fu restituita alla regione Calabria la competenza per la realizzazione dei nuovi ospedali;

   nell’e-book del giornalista Gian Antonio Stella dal titolo «Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli: La guerra infinita alla burocrazia», si riporta un passo del libro «Casta calabra» del giornalista Paolo Pollichieni, a proposito della costruzione dei nuovi ospedali di cui al suddetto accordo di programma integrativo;

   «Il costo previsto per i lavori – ha scritto nello specifico Pollichieni – è di 480 milioni [...] e la regione ne ha affidato la progettazione (e il compito di seguire l’iter realizzativo) a una società in house della regione Lombardia, «Infrastrutture lombarde». Sulla procedura, la procura di Catanzaro ha aperto un'inchiesta. Ma il punto non è questo. Il punto è racchiuso in poche righe della convenzione calabro-lombarda dedicate alla riservatezza. Il passaggio prevede che la divulgazione di documenti che riguardano l'espletamento della convenzione sia concordata tra le parti»;

   Stella ha commentato: «E perché mai i cittadini, che mettono i loro soldi sia attraverso la regione Calabria sia attraverso Infrastrutture lombarde (delegata a gestire 11 miliardi di pubblici denari per pubblici investimenti e coinvolta in una serie di inchieste giudiziarie che hanno portato nella primavera 2014 alla decapitazione dei vertici) non dovrebbero sapere come vengono usati i loro quattrini da politici e grand commis troppo spesso travolti dagli scandali?»;

   con deliberazione del Consiglio dei ministri del 12 marzo 2015 l'ingegnere Massimo Scura e il dottor Andrea Urbani furono delegati all'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario della regione Calabria, con il compito, peraltro, di monitorare le «procedure della realizzazione dei nuovi ospedali»;

   come riportato in un articolo del 16 marzo 2015, apparso sulla testata web Il Lametino, la prima firmataria del presente atto aveva incontrato il dirigente generale del dipartimento lavori pubblici della regione Calabria, Domenico Pallaria; lo stesso aveva assicurato una verifica degli atti, prima di procedere. La prima firmataria del presente atto aveva rilevato inoltre il silenzio costante del governatore Mario Oliverio e dell'allora assessore regionale ai lavori pubblici, Antonino De Gaetano. Il Movimento Cinque Stelle aveva proposto loro un incontro con tutti i parlamentari calabresi, finalizzato a conoscere le procedure seguite per la costruzione dei quattro nuovi ospedali –:
   quali iniziative di competenza intendano assumere, anche per il tramite del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dei disavanzi sanitari, rispetto alla suddetta intesa tra la regione Calabria e infrastrutture lombarde e per verificare lo stato dell'attuazione del suddetto accordo di programma integrativo e il preciso utilizzo delle risorse all'uopo stanziate dallo Stato;

   di quali notizie disponga il Governo in ordine al suddetto monitoraggio.
(2-01977) «Nesci, Silvia Giordano, Colonnese, Grillo, Lorefice, Mantero, Colletti, Carinelli, Caso».


Iniziative volte a tutelare l'integrità paesaggistica e ambientale dell'area destinata a ospitare il nuovo centro commerciale del comune di Due Carrare, in provincia di Padova – 2-01978

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   nel comune di Due Carrare (provincia di Padova), in data 17 maggio 2017 la società Deda s.r.l. ha protocollato in municipio la proposta di un nuovo accordo di programma per la costruzione di un nuovo centro commerciale, da realizzarsi in un'area situata a sud della strada provinciale n. 9 - via Mincana e a ridosso del casello autostradale di Terme Euganee sulla A13;

   tale accordo di programma sostituisce un accordo precedente e prevede che la nuova struttura occupi una superficie di 32.000 metri quadrati per 12 metri di altezza (due piani), con una superficie destinata ai negozi di oltre 60.000 metri quadrati, configurandosi così come il più grande centro commerciale della provincia;
   l'area di intervento è attualmente utilizzata a fini agricoli e ricade nella zonizzazione «D4 Centro Commerciale integrato», ove è consentito l'insediamento di una grande struttura di vendita;
   l'operazione sarebbe finanziata dal fondo di investimento estero Orion European Real Estate Fund IV;
   la nuova struttura in progetto è stata da più parti denunciata come dannosa per il territorio da numerosi punti di vista;
   culturale-paesaggistico: la struttura sorgerà in un contesto tipicamente rurale caratterizzato da presenze architettoniche importanti, come il cinquecentesco castello del Catajo (ubicato a soli 500 metri) e la villa Dolfin-Dal Martello (risalente al XVII secolo), e da zone di interesse storico-ambientale. Nelle immediate vicinanze dell'area di progetto si estende il Parco regionale dei Colli Euganei (istituito nel 1989), ambito di pregio paesaggistico e inserito nella lista dei siti di importanza comunitaria (SIC), e a circa 800 metri scorre il Canale di Battaglia, inserito nella rete dei canali storici;
   economico-commerciale: in una provincia come quella di Padova, in cui negli ultimi anni la presenza della grande distribuzione ha raggiunto 536 metri quadrati ogni 1000 abitanti, un ipermercato delle dimensioni prospettate dal progetto costituirebbe un colpo mortale alla rete di piccoli e medi esercizi commerciali presenti nei centri storici dei paesi, attività queste già in grandissima crisi proprio a causa della concorrenza inaffrontabile di supermercati e centri commerciali (i dati evidenziano che per ogni nuovo posto di lavoro creato dalla futura struttura se ne perderebbero quattro in altri settori);
   viario: il grande afflusso di traffico che una simile struttura richiamerebbe avrebbe effetti deleteri sulla viabilità di una zona già pesantemente interessata da un volume intenso che, in particolare nelle ore di punta, è causa di quotidiani ingorghi sia nella strada provinciale 9 sia nella vicina strada statale 16 – Adriatica;
   ambientale: la costruzione di una simile struttura rischia di vanificare l'obiettivo di ridurre il consumo di suoli in un territorio già pesantemente compromesso. Peraltro la zona è stata soggetta ad allagamenti (si veda l'alluvione che colpì il limitrofo comune di Battaglia Terme nel 2014) e l'impermeabilizzazione di un'area tanto vasta costituirebbe un ulteriore vulnus al delicato assetto idrogeologico dell'area;

   in relazione alle caratteristiche della zona ed alle descritte emergenze rilevabili nel contesto, l'area individuata non appare pertanto idonea alla presenza di una grande struttura di vendita, né le opere di mitigazione previste dal progetto sembrano adeguate a ridurne l'impatto ambientale;

   inoltre, il comune di Due Carrare rientra nell'area interessata alla proposta di candidatura MaB Unesco, lanciata dalla Strada del Vino dei Colli Euganei a fine 2016, un modello per valorizzare l'area dei Colli e Terme Euganee e della Bassa Padovana attraverso la conservazione delle risorse e lo sviluppo sostenibile, col pieno coinvolgimento delle comunità locali, allo scopo di promuovere una relazione equilibrata fra le comunità umane e gli ecosistemi. Quella proposta rappresenterebbe la più vasta area MaB in Europa dedicata alla salute preventiva e alla qualità della vita;

   gli interpellanti ritengono che l'intervento descritto abbia un impatto negativo sul piano ambientale ed economico, perché metterà in grave difficoltà le attività commerciali dei comuni limitrofi, già in crisi da diversi anni, contribuendo ad aumentare il problema della viabilità stradale dell'area con conseguenti danni all'ambiente e alla salute dei residenti –:
   quali iniziative intendano mettere in atto, per quanto di competenza, i Ministri interpellati per tutelare l'integrità paesaggistica ed ambientale del territorio interessato dal progettato nuovo centro commerciale nel comune di Due Carrare;
   se i Ministri interpellati intendano assumere iniziative finalizzate a non concedere, per quanto di competenza, le autorizzazioni e gli assensi necessari alla realizzazione del centro commerciale, alla luce dei profili paesaggistici e idrologici e della necessità di tutelare un'area limitrofa ad un sito di interesse comunitario e nella quale sono presenti beni di notevole interesse culturale che potrebbero essere pesantemente compromessi dall'opera.
(2-01978) «Narduolo, Naccarato, Camani, Zan, Rotta, Crivellari, Casellato, Rubinato, Ginato, Oliverio, Miotto, Pastorelli, Rampi, Moretto, Crimì, Realacci, Zardini, Cominelli, Senaldi, Taricco, Cova, Malisani, D'Ottavio, Stella Bianchi, Paola Boldrini, Piccoli Nardelli, Iori, Becattini, Terrosi, Nicoletti, Sbrollini».


Orientamenti in merito all'acquisizione di nuove tecnologie informatiche da parte della pubblica amministrazione, con particolare riferimento al cosiddetto cloud computing – 2-01946

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, per sapere – premesso che:
   il cloud computing, secondo la definizione fornita dal NIST - Istituto nazionale degli standard e della tecnologia degli Stati Uniti, è «un modello per abilitare accessi a network ubiqui, convenienti e on-demand di un bacino condiviso di risorse configurabili di computazione che possono essere rapidamente acquisiti e rilasciati con il minimo sforzo di gestione o di interazione con il fornitore dei servizi»;
   i servizi di cloud computing possono essere di tipo «privato o community», che prevede l'utilizzo di infrastrutture Ict (Information and communication technology) dedicati internamente a singole organizzazioni o per un gruppo limitato di organizzazioni, oppure di tipo «pubblico», che fa riferimento a infrastrutture Ict comuni e condivisibili da un numero non predefinito di organizzazioni, garantendo allo stesso tempo l'isolamento ad ogni singola organizzazione;
   sempre più aziende e pubbliche amministrazioni stanno utilizzando il cloud computing, la cui efficacia ed efficienza è ampiamente documentata nella letteratura scientifica e nelle analisi di mercato. Molti Stati hanno già implementato politiche «cloud first»: in questo modo ottengono ottimi risultati dal punto di vista prestazionale, garantendo al tempo stesso significativi risparmi di spesa, il tutto nella massima sicurezza, di gran lunga superiore a quella offerta dai singoli data center. Da tempo, infatti, tutte le analisi nell'ambito della sicurezza cibernetica segnalano la riduzione della base d'attacco, e quindi dei data center, come uno degli interventi principali per limitare i rischi;
   ad oggi, le pubbliche amministrazioni possono acquisire servizi di cloud computing tramite la cosiddetta «Gara SPC – lotto 1», sulla base delle linee guida emanate dall'Agenzia per l'Italia digitale sul cloud computing. I servizi di cloud offerti sono limitati alla tipologia «cloud privato», mentre non sono previsti servizi di «cloud pubblico»: a quanto risulta agli interpellanti, i servizi offerti nell'ambito della gara SPC sarebbero obsoleti e di difficile utilizzo da parte delle pubbliche amministrazioni che, infatti, stanno acquisendo dalla gara SPC in maniera estremamente ridotta;
   in data 6 giugno 2017 è stata presentata dagli interpellanti l'interrogazione a risposta scritta n. 4-16839, con cui si chiedeva al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze e al Ministro per la semplificazione e della pubblica amministrazione, se ritenessero prioritario implementare politiche «cloud first», se ritenessero opportuno dare indirizzo a Consip affinché attivasse la necessaria procedura per valutare l'opportunità di predispone strumenti idonei per l'acquisizione di public cloud pubblico da parte della Pubblica Amministrazione, e quali misure urgenti intendessero adottare per evitare il potenziale consolidarsi di situazioni non concorrenziali nel settore del «cloud pubblico»;
   in data 4 luglio 2017 Consip ha pubblicato la consultazione di mercato relativa alla «gara per la fornitura delle licenze d'uso Microsoft Enterprise Agreement e dei servizi connessi per le pubbliche amministrazioni – quinta edizione». La consultazione è elemento prodromico alla prossima pubblicazione di un bando giunto ormai alla sua quinta edizione, originariamente nato per permettere alla pubblica amministrazione di acquisire le

licenze dei software Microsoft, ma progressivamente aperto e sempre più ampliato anche ai servizi online, inclusi Tieni di cloud computing, confermando quindi, da un lato, la crescente domanda della pubblica amministrazione di acquisire questo tipo di servizi e, dall'altro, l'orientamento di Consip di non bandire delle gare specifiche dedicate al public cloud, ma di riservare delle quote per questi servizi all'interno delle gare per i diversi enterprise agreement, in cui la competizione è fra distributori, ma che sono invece non competitivi del bene e/o servizio offerto. Come già segnalato, si configura dunque il rischio di una significante distorsione nel mercato del public cloud della pubblica amministrazione –:
   se non ritengano necessario intervenire per dare indirizzo a Consip affinché attivi quanto prima la necessaria procedura per valutare l'opportunità di predisporre strumenti idonei per l'acquisizione di public cloud pubblico da parte della pubblica amministrazione;
   se non ritengano che un'eventuale gara per l'acquisizione di licenze d'uso Microsoft Enterprise Agreement, qualora comprendesse anche beni e/o servizi di cloud computing, potrebbe essere lesiva della competizione e quali iniziative urgenti intendano mettere in atto per evitare il potenziale consolidarsi di situazioni non concorrenziali nel settore del «cloud pubblico»;

   quali siano gli orientamenti in merito all'introduzione, nel cosiddetto «cloud della pubblica amministrazione» di servizi di public cloud offerti da operatori privati ai sensi del recente piano triennale per l'informatica nella pubblica amministrazione.
(2-01946) «Bruno Bossio, Boccadutri, Aiello, Battaglia, Fanucci, Coppola, Blazina, Marchi, Ventricelli, Pelillo, Currò, Patrizia Maestri, Garavini, Peluffo, Culotta, Magorno, Rossi, Falcone, Guerra, Sani, Manciulli, Cuperlo, Vazio, Giuseppe Guerini, Malpezzi, Martella, Fregolent, Cardinale, Di Gioia, Gandolfi, Incerti, Gianni Farina, Barbanti, Lodolini, Tino Iannuzzi, Dallai, Gribaudo, Melilli, Censore, Carrozza».