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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 10 novembre 2017

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: PDL N. 3365-B, PDL COST. N. 56-D
E DDL N. 4686

Pdl n. 3365-B – Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazione di reati

Tempo complessivo: 13 ore, di cui:
• discussione generale: 8 ore;
• seguito dell'esame: 5 ore.

Discussione generale Seguito esame
Relatori 20 minuti
(complessivamente)
20 minuti
(complessivamente)
Governo 15 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 21 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 42 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 54 minuti 3 ore e 13 minuti
 Partito Democratico 41 minuti 53 minuti
 MoVimento 5 Stelle 33 minuti 22 minuti
 Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 32 minuti 18 minuti
 Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista 32 minuti 15 minuti
 Alternativa popolare – Centristi per l'Europa – NCD 31 minuti 12 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 31 minuti 12 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà – Possibile 31 minuti 11 minuti
 Scelta civica ALA per la Costituente liberale e popolare – MAIE 31 minuti 11 minuti
 Democrazia solidale – Centro Democratico 30 minuti 11 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza nazionale 30 minuti 10 minuti
 Misto: 32 minuti 18 minuti
  Civici e Innovatori PER l'Italia 10 minuti 4 minuti
  Direzione Italia 7 minuti 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti 2 minuti
  UDC-IDEA 4 minuti 2 minuti
  Alternativa Libera – Tutti insieme per l'Italia 3 minuti 2 minuti
  FARE! – Pri - Liberali 2 minuti 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) – Indipendenti 2 minuti 2 minuti

Pdl cost. n. 56-D – Modifiche allo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol in materia di tutela della minoranza linguistica ladina

Per le dichiarazioni di voto finale è previsto un tempo complessivo di 6 ore, così ripartite:

Interventi a titolo personale 1 ora e 7 minuti
Gruppi 4 ore e 53 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 21 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 27 minuti
 Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista 24 minuti
 Alternativa popolare – Centristi per l'Europa – NCD 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 18 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà – Possibile 17 minuti
 Scelta civica ALA per la Costituente liberale e popolare – MAIE 17 minuti
 Democrazia solidale – Centro Democratico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza nazionale 16 minuti
 Misto: 24 minuti
  Civici e Innovatori PER l'Italia 6 minuti
  Direzione Italia 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  UDC-IDEA 3 minuti
  Alternativa Libera – Tutti insieme per l'Italia 3 minuti
  FARE! – Pri - Liberali 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) - Indipendenti 2 minuti

Ddl di ratifica n. 4686 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine concernente i locali del Centro situati in Italia

Tempo complessivo: 2 ore.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 12 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 28 minuti
 Partito Democratico 18 minuti
 MoVimento 5 Stelle 11 minuti
 Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 8 minuti
 Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista 7 minuti
 Alternativa popolare – Centristi per l'Europa – NCD 6 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 5 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà – Possibile 5 minuti
 Scelta civica ALA per la Costituente liberale e popolare – MAIE 4 minuti
 Democrazia solidale – Centro
 Democratico
6 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza nazionale 4 minuti
 Misto: 14 minuti
  Civici e Innovatori PER l'Italia 2 minuti
  Direzione Italia 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  UDC-IDEA 2 minuti
  Alternativa Libera – Tutti insieme per l'Italia 2 minuti
  FARE! – Pri - Liberali 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) - Indipendenti 2 minuti

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 10 novembre 2017.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alli, Amendola, Amici, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonaccorsi, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Braga, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capelli, Carocci, Casero, Castiglione, Catania, Causin, Censore, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Coscia, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Benedetto, Di Gioia, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Frusone, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Kronbichler, La Russa, Laforgia, Lainati, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Marcon, Migliore, Orlando, Pes, Pisicchio, Polverini, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Francesco Saverio Romano, Rosato, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Sereni, Tabacci, Tofalo, Simone Valente, Vignali, Vignaroli, Zolezzi.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 8 novembre 2017 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   FERRARESI ed altri: «Modifica dell'articolo 162-ter del codice penale, in materia di estinzione del reato per condotte riparatorie» (4727);
   MERLO e BORGHESE: «Delega al Governo per l'istituzione del Registro dei mediatori interculturali e per la disciplina della medesima professione» (4728);
   SEGONI ed altri: «Modifiche al codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, e altre disposizioni per il contrasto dell'obsolescenza programmata dei beni di consumo» (4729).

  In data 9 novembre 2017 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   DAMBRUOSO: «Modifica all'articolo 650 del codice penale, in materia di depenalizzazione del reato di inosservanza dei provvedimenti dell'autorità» (4730);
   CIPRINI ed altri: «Disposizioni per il superamento del divario retributivo tra donne e uomini e per favorire l'accesso delle donne al lavoro» (4731);
   SCHULLIAN: «Modifica all'articolo 563 del codice civile, in materia di rinuncia all'azione di restituzione di beni immobili oggetto di donazione» (4732).

  Saranno stampate e distribuite.

Ritiro di proposte di legge.

  In data 9 novembre 2017 la deputata Ascani ha comunicato di ritirare la seguente proposta di legge:
   ASCANI: «Definizione dei princìpi fondamentali, delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di diritto allo studio, ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettere m) e n), e terzo comma, della Costituzione» (2821).

  La proposta di legge sarà pertanto cancellata dall'ordine del giorno.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   II Commissione (Giustizia):
  FERRARESI ed altri: «Modifica dell'articolo 162-ter del codice penale, in materia di estinzione del reato per condotte riparatorie» (4727) Parere della I Commissione.

   Commissioni riunite II (Giustizia) e IX (Trasporti):
  DE GIROLAMO ed altri: «Introduzione del divieto dell'uso anonimo della rete internet e disposizioni in materia di tutela del diritto all'oblio» (4692) Parere delle Commissioni I, V, VII e XIV.

Trasmissioni dalla Commissione parlamentare di controllo sulle attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.

  Il Presidente della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, con lettere in data odierna, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento della Camera:
   la «Relazione sui bilanci consuntivi 2011-2012-2013-2014-2015, bilanci preventivi 2011-2012-2013-2014-2015 e bilancio tecnico attuariale al 31 dicembre 2014 della Cassa Italiana di Previdenza e Assistenza dei Geometri liberi professionisti (CIPAG)», approvata il 9 novembre dalla Commissione medesima (doc. XVI-bis, n. 20);
   la «Relazione sui bilanci consuntivi 2011-2012-2013-2014-2015, bilanci preventivi 2011-2012-2013-2014-2015 e bilancio tecnico attuariale al 31 dicembre 2014 della Cassa Nazionale del Notariato (CNN)», approvata il 9 novembre 2017 dalla Commissione medesima (doc. XVI-bis, n. 21).

  Tali documenti saranno stampati e distribuiti.

Trasmissione dalla Corte costituzionale.

  La Corte costituzionale, con lettera in data 6 novembre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia conforme della decisione n. 217 del 27 settembre 2017, con la quale la Corte stessa ha disposto la correzione di un errore materiale contenuto nella sentenza n. 284 del 22 novembre – 21 dicembre 2016 (Doc. VII, n. 738), già inviata, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, in data 24 gennaio 2017, alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla VII Commissione (Cultura).

  Questa decisione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, con lettera in data 2 novembre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 14/2017 del 17-30 ottobre 2017, con la quale la Sezione stessa ha approvato la relazione concernente lo stato della liquidazione di Stretto di Messina Spa.

  Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissione dal Ministro dell'economia e delle finanze.

  Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 27 ottobre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 38-septies, comma 3-bis, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, la relazione sulla sperimentazione dell'adozione di un bilancio di genere (Doc. XXVII, n. 31).

  Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 8 novembre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, le seguenti relazioni concernenti progetti di atti dell'Unione europea, che sono trasmesse alle sottoindicate Commissioni:
   relazione in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che fissa le condizioni e la procedura con le quali la Commissione può richiedere alle imprese e associazioni di imprese di fornire informazioni in relazione al mercato interno e ai settori correlati (COM(2017) 257 final) – alla X Commissione (Attività produttive) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
   relazione in merito alla proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 904/2010 per quanto riguarda i soggetti passivi certificati (COM(2017) 567 final) – alla VI Commissione (Finanze) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dall'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 8 novembre 2017, ha trasmesso la comunicazione recante il nuovo testo del programma di lavoro della Commissione per il 2018 – Un programma per un'Unione più unita, più forte e più democratica (COM(2017) 650 final/2) e di uno dei relativi allegati (COM(2017) 650 final/2- Annex 5), che sostituiscono i documenti COM(2017) 650 final e COM(2017) 650 final – Annex 5, già assegnati, in data 7 novembre 2017, a tutte le Commissioni permanenti.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea

  La Commissione europea, in data 8 novembre 2017, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni in conformità dell'articolo 58 della direttiva 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici (COM(2017) 631 final), che è assegnata in sede primaria alla XII Commissione (Affari sociali);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'esercizio del potere di adottare atti delegati conferito alla Commissione dalla direttiva 2013/30/UE sulla sicurezza delle operazioni in mare relative agli idrocarburi (COM(2017) 655 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive).

Trasmissione dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato.

  Il Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con lettera pervenuta in data 8 novembre 2017, ha trasmesso un parere, deliberato ai sensi dell'articolo 22 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, in merito alle problematiche concorrenziali rilevate in materia di misure per la riduzione del differenziale del prezzo all'ingrosso del gas naturale tra Italia e Nord Europa (cosiddetto «corridoio della liquidità») prefigurate nella Strategia energetica italiana.

  Questo parere è trasmesso alla X Commissione (Attività produttive).

Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazioni locali.

  Il Ministero dell'interno, con lettere in data 3 novembre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, i decreti del Presidente della Repubblica di scioglimento dei consigli comunali di Bisceglie (Barletta-Andria-Trani), Conza della Campania (Avellino), Conversano (Bari), Nocciano (Pescara), Pietrasanta (Lucca), Rio nell'Elba (Livorno), Ripacandida (Potenza) e San Paolo di Civitate (Foggia).

  Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Richiesta di parere parlamentare su proposta di nomina.

  Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera pervenuta in data 26 ottobre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del dottor Alessandro Luigi Ubiali a presidente del Consorzio del Ticino (117).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente).

Richieste di parere parlamentare su atti del Governo.

  La Ministra per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 27 ottobre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e dell'articolo 67, comma 1, del decreto legislativo 5 ottobre 2000, n. 334, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente modifiche al Regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 1o agosto 2006, n. 256, recante riorganizzazione dell'Istituto superiore di polizia (473).
  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla I Commissione (Affari costituzionali), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 10 dicembre 2017. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 25 novembre 2017.

  La Ministra per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 30 ottobre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5, commi 1, 2, lettera g), e 5, della legge 28 luglio 2016, n. 154, e dell'articolo 2 della legge 12 agosto 2016, n. 170, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni di armonizzazione e razionalizzazione della normativa sui controlli in materia di produzione agricola e agroalimentare biologica (474).
  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alle Commissioni riunite II (Giustizia) e XIII (Agricoltura) e, per le conseguenze di carattere finanziario, alla V Commissione (Bilancio), nonché, d'intesa con il Presidente del Senato della Repubblica, alla Commissione parlamentare per la semplificazione. Essa è altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del Regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea). Le Commissioni dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 9 gennaio 2018.

  La Ministra per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 3 novembre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, commi 16, lettere a) e b), e 17, della legge 23 giugno 2017, n. 103, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni di modifica della disciplina del regime di procedibilità per taluni reati (475).
  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla II Commissione (Giustizia) nonché, per le conseguenze di carattere finanziario, alla V Commissione (Bilancio), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 25 dicembre 2017.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative per il riconoscimento dello stato di disoccupazione ai cosiddetti lavoratori intermittenti – 2-01992

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo n. 150 del 2015 «sono considerati disoccupati i soggetti privi di impiego che dichiarano, in forma telematica, al sistema informativo unitario delle politiche del lavoro di cui all'articolo 13, la propria immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro concordate con il centro per l'impiego»;
   risulta agli interpellanti che alcuni centri per l'impiego, sulla base di tale norma, considerino coloro che hanno un contratto di lavoro intermittente come persone occupate, con la conseguente impossibilità, per tali soggetti, di fruire dei servizi previsti per i disoccupati;
   ai sensi dell'articolo 13 del decreto legislativo n. 81 del 2015, per contratto di lavoro intermittente si definisce il contratto, anche a tempo determinato, con il quale il lavoratore si mette a disposizione di un datore di lavoro che può utilizzarne «la prestazione lavorativa in modo discontinuo o intermittente, a seconda delle esigenze individuate dai contratti collettivi anche con riferimento alla possibilità di svolgere le prestazioni in periodi predeterminati nell'arco della settimana, del mese o dell'anno»;
   numerose imprese, al fine di regolare le prestazioni lavorative precedentemente gestite con lo strumento dei buoni-lavoro, abrogati nel marzo di quest'anno dal decreto-legge n. 25 del 2017, si sono orientate all'uso di contratti di lavoro intermittenti, così incrementatosi – alla luce dei dati raccolti dall'Osservatorio sul precariato dell'Inps – del 129,5 per cento nel 2017;
   molti di questi lavoratori risultano d'altra parte occupati per un monte ore mensile estremamente basso o addirittura nullo per assenza di chiamata e, mentre col regime dei buoni-lavoro fruivano dello status di disoccupati, si vedono oggi negare i servizi e i benefici previsti per questi ultimi –:
   se sia corretta l'interpretazione di cui in premessa dell'articolo 19 del decreto legislativo n. 150 del 2015, in base alla quale i lavoratori intermittenti sono esclusi dallo status di disoccupato, e se non ritenga di assumere iniziative al fine di garantire anche a tali lavoratori, qualora non raggiungano un determinato monte ore mensile, lo status di disoccupazione.
(2-01992) «Catalano, Pisicchio».


Iniziative volte a disciplinare le responsabilità connesse agli obblighi di vigilanza sugli studenti minori di 14 anni, in relazione all'uscita dei medesimi dagli istituti scolastici al termine delle lezioni – 2-01997

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   la normativa vigente assegna alla scuola il dovere della sorveglianza degli allievi minorenni per tutto il tempo in cui gli sono affidati, e comunque fino al subentro dei genitori o di persone da questi incaricate;
   in questo ambito, con la recente sentenza n. 21593 del 2017, la Corte di cassazione si è pronunciata sulla morte di un bambino che era stato investito da un autobus sulla strada pubblica all'uscita di scuola;
   dalla suddetta sentenza si evince che in caso di incidente ad un alunno minore di 14 anni fuori dall'edificio scolastico, la scuola è ugualmente responsabile, perché gli insegnanti hanno l'obbligo sia di assicurarsi che i bambini siano saliti sul bus, sia di aspettare i genitori se in ritardo. Ciò deriverebbe da un preciso obbligo di vigilanza da parte del personale scolastico di far salire e scendere dai mezzi di trasporto davanti al portone della scuola gli alunni, compresi quelli delle scuole medie, e demandando al personale medesimo la vigilanza nel caso in cui i mezzi di trasporto ritardino;
   spesso la meccanica e costante applicazione di queste norme da parte dell'istituto scolastico e del suo dirigente, finisce per scontrarsi con la volontà di molte famiglie, di voler favorire una graduale e sempre maggiore autonomia e responsabilizzazione del figlio minore, a cominciare proprio dalla possibilità per quest'ultimo di poter tornare a casa da solo;
   peraltro, l'eventuale autorizzazione, o liberatoria, che può essere chiesta in questi casi in base al regolamento di alcuni istituti scolastici ai genitori, per il rientro a casa da soli degli alunni minorenni, anche per il fatto di non essere supportata da una norma di rango primario, non esonera del tutto da eventuali responsabilità della amministrazione scolastica, per gli eventuali danni conseguenti alla descritta situazione;
   anche in conseguenza della suddetta sentenza della Cassazione, in queste settimane, sono aumentati i presidi che hanno comunicato alle famiglie che i ragazzi iscritti alle scuole secondarie di primo grado non potranno uscire soli da scuola, e che non saranno prese in considerazione autorizzazioni o liberatorie per l'uscita autonoma degli studenti. La conseguenza di tutto ciò è l'adozione da parte di un numero sempre maggiore di scuole di comportamenti eccessivamente rigidi;
   a seguito della citata sentenza della Cassazione, la Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, annunciava e ribadiva l'obbligo di accompagnare e riprendere i minori a scuola, in quanto «lo prevede la legge», sottolineando che il Ministero dell'istruzione non ha la funzione né la responsabilità di modificare una legge dello Stato, e comunque che «per i nonni è un grande piacere andare a prendere i nipoti». Solo successivamente, diversi giorni dopo, apriva alla possibilità di una eventuale modifica normativa volta a favorire l'autonomia dello studente minorenne –:
   quali iniziative urgenti e non più rinviabili si intendano assumere per superare quanto prima le criticità esposte in premessa e favorire una sempre maggiore responsabilizzazione degli studenti minorenni, anche consentendo loro l'uscita autonoma dai locali scolastici al termine dell'orario delle lezioni, garantendo al contempo la necessaria tutela giuridica ai dirigenti e al personale scolastico.
(2-01997) «Cimbro, Nicchi, Bossa, Scotto, Laforgia, Roberta Agostini».


Iniziative in relazione all'utilizzo delle ceneri provenienti dalla centrale Enel di Cerano da parte del cementificio Colacem di Galatina, in provincia di Lecce – 2-01996

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
   Colacem spa di Galatina (Lecce), con un recupero di 100.000 tonnellate annuali di ceneri leggere per quantità di ceneri pesanti recuperate nel cemento, ha avviato la procedura di rinnovo dell'autorizzazione integrata ambientale (Aia), con procedimento delegato dalla regione Puglia alla provincia di Lecce;
   l'operazione «Araba Fenice» il 28 settembre 2017, disposta dalla direzione distrettuale antimafia di Lecce, ha evidenziato irregolarità sullo smaltimento delle ceneri della centrale di Cerano e portato al sequestro con facoltà d'uso di Cerano, Ilva e Cementir; in relazione a tali attività è ipotizzato il reato di traffico e gestione abusiva e organizzata di quantitativi di ceneri contaminate da sostanze pericolose;
   per ora l'operazione «Araba Fenice» non è intervenuta sul flusso di ceneri da Cerano a Colacem, nonostante dai Mud risultino i seguenti quantitativi di materiali trasferiti nel 2016: 35.000 tonnellate ceneri pesanti, 78.000 tonnellate ceneri leggere, 1.700 tonnellate ceneri di torba non trattata, 13.000 tonnellate di rifiuti solidi prodotti dai processi di desolforazione dei fumi della centrale di Cerano;
   il distretto di Galatina è l'area con la più alta incidenza di neoplasie e malattie polmonari croniche nella provincia di Lecce (dati ASL) ed è identificata dall'Istituto superiore di sanità «area cluster per tumori polmonari». Le rappresentanze mediche hanno richiesto provvedimenti, segnalando che Colacem, con un'area di deposito allo scoperto di carbon coke di 14.000 metri quadri, è classificato come industria insalubre. I danni ambientali e sanitari stimati sono compresi fra 37 e 67 milioni di euro. L'impianto Colacem è all'ottavo posto tra i cementifici italiani per emissioni di ossidi di azoto e produce 600.000 ton/anno di CO2;
   si registra, ad avviso degli interpellanti, la pressoché totale inesistenza di monitoraggio dell'impianto Colacem da parte di enti terzi e di Arpa;
   nel verbale della conferenza di servizi tenutasi il 25 maggio 2017 la regione Puglia indica le prescrizioni di seguito riportate: estensione dello SME (sistema di monitoraggio continuo delle emissioni), già previsto per il camino E06 anche ai camini E20 ed E29 relativi; prescrizioni su monitoraggi periodici dei microinquinanti anche per i camini E20 ed E29, con riguardo ai composti assimilabili alla diossina, quali furani e PCB; inserimento prescrizioni più stringenti in ordine a controlli su benzo(a)pirene e metalli pesanti; richiesta esiti deposimetrici ad Arpa, relativi all'area esterna allo stabilimento; inserimento campane di controllo vento-selettive all'interno dello stabilimento; nel caso in cui le risultanze delle misurazioni su benzo(a)pirene facciano ricadere nel campo delle misure urgenti per il contenimento di Benzo(a)pirene, è stato indicato che si proceda all'applicazione dell'articolo 3, comma 2, della legge della regione Puglia n. 3 del 2011, prevedendo la predisposizione del piano di risanamento sulle sorgenti industriali); sono inoltre richiesti ad Arpa: a) validazione degli autocontrolli effettuati da Colacem; b) esiti del Centro salute ambiente/progetto Jonico Salentino da fornire ad Arpa nell'area in questione; inserimento di controlli delle emissioni diffuse all'interno dello stabilimento nel periodo necessario a costruire l'auspicabile copertura del parco carbonile (deposito carbone e coke, ora a cielo aperto); inserimento controlli radioattività sia ambientale sia sui filtri dei camini; ogni prescrizione o disposizione conseguente alla verifica di esaustività delle prove effettuate in riscontro alle disposizioni del piano di monitoraggio e controllo; valutazioni di impatto emissivo cumulativo con altre sorgenti inquinanti con medesimo dominio di ricaduta di area vasta;
   si segnala che le suddette indicazioni della regione Puglia, anche dopo l'ultima seduta della conferenza tenutasi il 10 ottobre 2017 risultano agli interpellanti disattese;
   in un esposto depositato in procura e nella conferenza dei servizi del 10 ottobre 2017 per il rinnovo dell'Aia di Colacem i sindaci dei comuni di Galatina, Soleto, Sogliano Cavour, Cutrofiano, Zollino e Corigliano d'Otranto hanno richiesto lo «stop» cautelativo del conferimento di ceneri da parte della centrale ENEL di Cerano;
   in data 4 ottobre 2017 è stata presentata in Senato l'interrogazione a risposta scritta n. 4-08173 dal senatore Maurizio Buccarella nella seduta n. 890 sul caso Colacem, rivolta ai Ministri dell'ambiente, della salute e dello sviluppo economico per ottenere chiarimenti in merito all'utilizzo di eventuali ceneri contaminate, nonché per stigmatizzare l'attuale sistema di controlli –:
   se non ritenga necessario assumere ogni iniziativa di competenza per pervenire al fermo cautelativo dell'impianto fino a quando non vengano ottemperate le prescrizioni già concordate nelle conferenze di servizi per il rinnovo dell'autorizzazione integrata ambientale (Aia), nello specifico l'apposizione dei filtri a manica e la copertura del carbonile, a cui si aggiunge la richiesta preventiva di valutazione d'impatto sanitario (Vis);
   se non ritenga urgente, per quanto di competenza, la verifica sulle ceneri in partenza dall'impianto dell'Enel di Cerano;
   se non ritenga necessario assumere ogni iniziativa di competenza per procedere all'inibizione definitiva dell'utilizzo di ceneri provenienti dalla centrale Enel di Cerano, della combustione di qualunque tipologia di combustibile derivato da rifiuti, utilizzo di ceneri industriali di qualunque provenienza nel ciclo di produzione del cemento nel rispetto della direttiva europea «REACH»;
   se non ritenga necessario promuovere, per quanto di competenza, una valutazione di impatto sanitario (Vis), da effettuarsi secondo linee guida accreditate (Ispra, Ministero della salute) ad opera di tecnici di rilevanza nazionale ed esperti di tali metodiche utilizzando un approccio combinato tossicologico ed epidemiologico;
   se non ritenga di assumere iniziative, per quanto di competenza, per pervenire ad un concordato idoneo sistema di controllo e di monitoraggio, non discusso durante le conferenze di servizi del 24 novembre 2016, 7 marzo 2017 e 10 ottobre 2017.
(2-01996) «Fassina, Pannarale, Pellegrino, Marcon».


Iniziative volte a evitare l'esecuzione della sentenza di condanna a morte del medico e ricercatore iraniano Ahmadreza Djalali e a garantirne la scarcerazione – 2-01994

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
   il dottor Ahmadreza Djalali, medico ricercatore iraniano di 45 anni, è stato condannato a morte il 21 ottobre 2017 con sentenza pronunciata dal giudice del tribunale rivoluzionario iraniano, Abolghasem Salavati;
   a partire da questa data, il dottor Ahmadreza Djalali avrebbe venti giorni per proporre ricorso avverso la sentenza;
   la motivazione della condanna alla pena capitale risiederebbe nella «collaborazione del medico ricercatore con lo stato di Israele». Tuttavia, è la stessa attività di ricerca scientifica portata avanti dal dottor Djalali, incentrata soprattutto sul ruolo dell'ospedale nelle catastrofi e sulla sicurezza degli ospedali quando esposti a rischi diversi, nonché sulla formazione dei professionisti che operano nella risposta ai disastri, a richiedere il confronto tra diverse realtà internazionali nella pianificazione ospedaliera, perché si possa arrivare ad una sintesi per la loro migliore risposta in caso di esposizione a una condizione di disastro;
   lo stesso Djalali avrebbe fatto sapere che, come riportato dall'articolo di Nature «Iranian scholar sentenced to death» pubblicato il 23 ottobre 2017 a firma del dottor Michele Catanzaro, pur essendo stato più volte avvicinato da militari e servizi segreti iraniani, egli non solo non ha mai coltivato gli interessi di Israele o di qualsiasi altro Stato, ma ha sempre rifiutato ogni tipo di coinvolgimento in attività che non fossero squisitamente accademiche;
   lo stesso Djalali ritiene di essere stato arrestato per il suo rifiuto di spiare Paesi europei per conto del suo Governo; in particolare, gli sarebbe stato richiesto di raccogliere informazioni sensibili circa infrastrutture strategiche, di contro-terrorismo e per la difesa contro il rilascio/diffusione di sostanze Cbrn (chimiche, biologiche, radiologiche, nucleari e esplosive), piano operativi, progetti di ricerca e quant'altro connesso a stati di crisi o di allarme terroristico;
   la condanna giunge, nell'ambito di una lunga detenzione iniziata il 24 aprile 2016, svoltasi nel carcere di alta sicurezza Evin di Teheran, nel corso della quale il dottor Djalali ha condotto scioperi della fame e della sete per ribadire la propria innocenza affinché gli fosse garantito un giusto processo;
   l'accademico Ahmadreza Djalali è stato docente e ricercatore in medicina dei disastri presso l'università del Piemonte orientale, presso il Karolinska Institutet di Stoccolma, nonché presso la Vrije Universiteit Brussel. La sua attività di ricerca gode di molti meriti e riconoscimenti nella comunità scientifica internazionale, motivo per cui era spesso chiamato a tenere dei seminari in vari Paesi. Qualunque sia il suo passaporto Djalali è oggi un ricercatore sequestrato al suo lavoro e alla sua vita, in attesa di essere giustiziato;
   a partire dall'Italia e dalla Svezia è necessario che i Paesi che traggono continui benefici dalla libera comunità della ricerca diano dei segnali chiari e intransigenti a quelli dove le libertà fondamentali latitano o vengono ogni giorno disattese;
   la condanna a morte di un ricercatore, di chi non coltiva altro che la conoscenza, deve essere vissuta dalla comunità internazionale come un attacco portato al cuore del nostro modello di convivenza;
   durante la seduta antimeridiana del Senato del 25 ottobre 2017, n. 905, oltre 120 senatori, appartenenti a tutti i gruppi parlamentari, hanno presentato un'interpellanza urgente di contenuto analogo alla presente –:
   quali iniziative il Governo abbia adottato nei mesi scorsi, come dichiarato dal Ministro interpellato il 23 ottobre 2017, e quali ulteriori passi intenda tempestivamente muovere alla luce dell'aggravarsi della situazione, sia attraverso la sede diplomatica italiana, sia coinvolgendo le istituzioni europee ed in particolare l'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, per scongiurare l'esecuzione della sentenza di condanna a morte e restituire alla libertà il dottor Ahmadreza Djalali.
(2-01994) «Locatelli, Paola Boldrini, Bossa, Bueno, Carloni, Carnevali, Carrozza, D'Ottavio, Dallai, Fabbri, Fossati, Garavini, Gasparini, Ghizzoni, Gnecchi, Incerti, Lacquaniti, Latronico, Andrea Maestri, Marzano, Merlo, Minnucci, Nicchi, Pastorelli, Pinna, Placido, Quintarelli, Rabino, Romanini, Rossi, Terrosi, Venittelli, Zampa, Zan, Roberta Agostini, Auci, Borghi, Ciracì, Coccia, Gianni Farina, Patrizia Maestri, Malisani, Palmizio, Pellegrino, Tidei, Giovanna Sanna, Falcone, D'Incecco».


Iniziative per assicurare la correttezza delle procedure di voto degli italiani all'estero, alla luce di asserite irregolarità in occasione delle ultime elezioni politiche – 2-01995

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   la trasmissione Le Iene del 29 ottobre 2017 ha mandato in onda un servizio di estrema gravità in cui si dimostrerebbe l'inattendibilità dei risultati delle votazioni all'estero, almeno nella circoscrizione Europa, a seguito di gravi irregolarità compiute nel momento del voto e in sede di spoglio delle schede;
   ciò che viene denunciato, attraverso svariate testimonianze, sarebbe anzitutto che i plichi contenenti le schede elettorali destinate ai cittadini italiani residenti al di fuori del territorio nazionale, cadrebbero in alcuni casi in mano degli stessi candidati, che le reperirebbero o attraverso la corruzione di addetti al servizio postale locale, o tramite la sottrazione dai recapiti postali delle stesse, o ancora comprandole dagli elettori disposti a cederle;
   tale fenomeno non avrebbe peraltro carattere residuale, dato che la trasmissione fa riferimento a diverse migliaia di schede votate attraverso l'organizzazione di un solo candidato, segnatamente il deputato Mario Caruso; questo comportamento risulterebbe piuttosto diffuso;
   nel contempo, sarebbero stati disattesi anche i controlli incrociati da compiersi presso i seggi nazionali del centro di Castelnuovo di Porto, dato che, da quanto emerge dallo stesso servizio, sarebbe prassi diffusa di non procedere all'esame delle schede ad una ad una, come previsto dalla legge, ma cumulativamente e senza un controllo del codice identificativo associato ad ogni iscritto all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero;
   è stato denunciato inoltre, per accelerare i tempi, il ricorso per le operazioni di spoglio a personale esterno rispetto a quello designato dalle strutture competenti;
   si tratta di migliaia e migliaia di voti e in una occasione il voto estero è stato decisivo per la vittoria di una coalizione –:
   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, intenda adottare, in vista delle prossime tornate elettorali, per scongiurare il perpetuarsi delle violazioni segnalate.
(2-01995) «Dieni, Toninelli, Cecconi, Cozzolino, Dadone, D'Ambrosio, Agostinelli, Alberti, Baroni, Basilio, Battelli, Benedetti, Massimiliano Bernini, Paolo Bernini, Nicola Bianchi, Bonafede, Brescia, Brugnerotto, Businarolo, Busto, Cancelleri, Cariello, Carinelli, Caso, Castelli, Chimienti, Ciprini, Colletti, Colonnese, Cominardi, Corda, Crippa, Da Villa, Daga, Dall'Osso, De Lorenzis, De Rosa, Del Grosso, Della Valle, Dell'Orco, Di Battista, Di Benedetto, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, D'Incà, D'Uva, Fantinati, Ferraresi, Fico, Fraccaro, Frusone, Gagnarli, Gallinella, Luigi Gallo, Silvia Giordano, Grande, Grillo, L'Abbate, Liuzzi, Lombardi, Lorefice, Lupo, Mantero, Marzana, Micillo, Nesci, Parentela, Pesco, Petraroli, Pisano, Rizzo, Paolo Nicolò Romano, Ruocco, Sarti, Scagliusi, Sibilia, Sorial, Spadoni, Spessotto, Terzoni, Tofalo, Tripiedi, Vacca, Simone Valente, Vallascas, Vignaroli, Villarosa, Zolezzi».


Iniziative per la riorganizzazione del Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria e per la revisione della circolare ministeriale del 2 ottobre 2017 riguardante il circuito detentivo speciale di cui all'articolo 41-bis – 2-01998

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   il Gruppo operativo mobile (Gom), costituito nel 1997, è composto quasi esclusivamente da personale della polizia penitenziaria e può contare su 593 unità dislocate in dodici reparti operativi in tutta Italia, che si occupano di 731 ristretti particolari, in quanto, tra i delicati compiti del gruppo, vi è quello di custodia, traduzioni e controllo del detenuti ad altissimo indice di pericolosità, sottoposti al «regime del 41-bis», nonché di taluni detenuti collaboratori di giustizia;
   con decreto 28 luglio 2017, il Ministro della giustizia ha inteso riorganizzare il gruppo ridefinendone, in parte, compiti e caratteristiche operative, e disponendo che si debba interessare, inoltre, della «vigilanza e osservazione di detenuti per reati di terrorismo, anche internazionale, specificamente individuati dalla Direzione generale dei detenuti e del trattamento, anche se ristretti in regimi diversi da quello previsto dall'articolo 41-bis, comma 2, della legge»;
   a fronte delle nuove gravose attribuzioni, lo stesso decreto non appare tuttavia fornire al Gom un adeguato assetto organizzativo-funzionale in grado di garantirne la peculiare, necessaria operatività;
   sotto il richiamato profilo, fra tutte, desta particolare preoccupazione la cancellazione del «Funzionano delegato» e la contestuale eliminazione di quell'autonomia amministrativa-contabile, sin qui riconosciuta per l'indispensabile necessità di correlare l'azione operativa con quella amministrativa, dovendo peraltro il gruppo corrispondere con prontezza a esigenze di mobilità;
   peraltro, la revoca dei profili di autonomia non può ricondursi a motivi di economicità, in quanto la gestione in capo al Gom di alcuni rilevanti capitoli di spesa, non ha sortito effetti negativi sull'ammontare dei costi complessivi i quali, dal 2011 al 2016, si sono ridotti da 9 a 4,6 milioni di euro;
   si ravvisa, pertanto, un ingiustificato depotenziamento del Gom, che può importare gravi ripercussioni in termini di sicurezza alla luce di una situazione che vede, con ridotte risorse organiche stabilmente sotto la soglia minima di 600 unità ed in continuo decremento dal 2010 (619) ad oggi (593), un numero di servizi in continuo aumento, con particolare riguardo ai permessi con scorta, alle visite ambulatoriali, ai ricoveri ospedalieri programmati e urgenti, anche per effetto dell'elevata età anagrafica di una parte dei reclusi a loro affidati;
   è drasticamente aumentato il numero dei permessi di necessità concessi dagli uffici di sorveglianza ai detenuti in regime di 41-bis;
   le parole pronunciate dal capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria Consolo: «ho avuto anche incontri alla Direzione nazionale antimafia con i sostituti procuratori, perché si ragioni sul limitare il numero di persone da sottoporre al 41-bis» sono, ad avviso degli interpellanti, assolutamente gravi e da condannare;
   altresì, il 2 ottobre 2017 il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha emanato la circolare n. 3676/6126 recante «l'organizzazione del circuito detentivo speciale previsto dall'articolo 41-bis O.P.», la quale, da un lato, adegua l'applicazione del regime del «carcere duro» alle gravi carenze strutturali delle carceri, mettendone a rischio la sicurezza, dall'altro lato, scarica sulle spalle dei direttori degli istituti e degli agenti di polizia penitenziaria la responsabilità di tali carenze a fronte di una non adeguata implementazione della circolare; esponendo, inoltre, l'amministrazione penitenziaria a ricorsi da parte dei boss mafiosi che non trovassero pienamente rispettati i diritti loro riconosciuti dalla circolare stessa;
   si osserva peraltro che, nell'ambito dei lavori preparatori per la predisposizione della circolare in questione, durati oltre un anno e mezzo, non risulta essere stata in alcun modo coinvolta la Commissione parlamentare antimafia –:
   se non ritenga che la riorganizzazione della struttura e la ridefinizione delle funzioni del Gom non debba essere opportunamente modificata così da conferire, mediante il ripristino della figura del «funzionario delegato», un grado di autonomia contabile e della gestione del personale adeguato alle esigenze operative di un ufficio dalle competenze così delicate, bilanciandone altresì la dotazione organica di 821 unita così come previsto dalla bozza di provvedimento del capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del 2015 o almeno prevedendone un numero pari a quello dei ristretti al «carcere duro», anche a fronte degli adempimenti previsti dagli articoli 14.1, 16 e 36 della circolare citata in premessa rispettivamente sulla verbalizzazione dei controlli, le perquisizioni personali e lo svolgimento del rito religioso;
   se intenda indicare quando sia prevista l'apertura della sezione da circa 100 posti del carcere di Cagliari Uta, che, insieme a quella del carcere di Sassari, sarebbe la sola a corrispondere ai requisiti previsti dalla legge per ospitare detenuti al 41-bis e se esista un piano per incrementare i posti con strutture idonee e rispondenti alle disposizioni dell'articolo 2 della circolare di cui in premessa;
   se non ritenga di intervenire modificando in senso restrittivo alcune disposizioni della circolare di cui in premessa che comportano oggettivi rischi per la sicurezza delle sezioni di carcere duro, in modo da evitare, ad esempio, situazioni di supremazia e richieste irrealizzabili da parte di «boss» mafiosi, come lo spostamento di materassi o altri oggetti ortopedici, la gestione critica di tempistiche e l'utilizzo di stanze nelle carceri con numero elevato di detenuti o di pentolame; l'utilizzo di colori diversi per disegnare in modo che non si possano mandare messaggi all'esterno; la consultazione di libri a copertina rigida che spesso sono usati per contenere pizzini;
   se non ritenga di modificare gli articoli 7.1 e 7.2 e 16.2, della circolare di cui in premessa per rendere obbligatorio e vincolante il parere della direzione distrettuale antimafia nella gestione del peculio, dei giornali e delle conversazioni telefoniche;
   se non ritenga di modificare gli articoli 14.1, 16 e 16.3 della circolare di cui in premessa in modo da non permettere colloqui senza vetri con minori ed impedire la possibilità che il materiale giuridico processuale possa essere consegnato dai difensori tramite supporti informatici idonei a nascondere e far passare comunicazioni dall'esterno all'interno tramite lettura con dispositivi elettronici;
   se non ritenga di modificare l'articolo 16.6 della circolare di cui in premessa per eliminare l'enunciato «incontri riservati senza limiti di tempo» che a parere degli interpellanti contrasta con la legislazione nazionale ed in particolare con l'articolo 67 della legge n. 354 del 1975 sull'ordinamento penitenziario che non lo prevede espressamente, e specificare che gli «incontri» dei garanti dei detenuti locali non sono da considerarsi colloqui riservati, bensì visite;
   se nel corso dei lavori preparatori per la predisposizione di una circolare inerente al regime carcerario del 41-bis, siano stati sentiti ulteriori organismi competenti in materia.
(2-01998) «Sarti, Ferraresi, Agostinelli, Bonafede, Businarolo, Colletti, D'Uva, Dadone, Nesci, Alberti, Baroni, Basilio, Battelli, Benedetti, Massimiliano Bernini, Paolo Bernini, Nicola Bianchi, Brescia, Brugnerotto, Busto, Cancelleri, Cariello, Carinelli, Caso, Castelli, Cecconi, Chimienti, Ciprini, Colonnese».