ALLEGATO 1
Indagine conoscitiva sulla sicurezza e la difesa nello spazio cibernetico.
PROPOSTA DI DOCUMENTO CONCLUSIVO
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ALLEGATO 2
Sulla missione svolta a Napoli il 12 dicembre 2017 per visitare l'Hub della NATO per il Sud.
RELAZIONE DEL PRESIDENTE
Lo scorso 12 dicembre una rappresentanza della Commissione Difesa, composta da me, dalla Vicepresidente della Commissione onorevole Villecco Calipari e dai colleghi Duranti, Moscatt e Petrenga, si è recata in visita presso il NATO Joint Force Command di Napoli (JFK) nel cui ambito opera l’Hub per la direzione strategica dell'Alleanza Atlantica su Medio Oriente, Nordafrica, Sahel e Africa Subsahariana (Nato's Strategic Direction South Hub).
Dopo la resa degli onori e il saluto del vicecomandante del JFC, Lieutenant-General Christian Juneau, la delegazione della Commissione ha iniziato la visita sotto la guida del Generale di Corpo d'armata Luciano Antonio Portolano, Capo di stato maggiore del Joint Force Command di Napoli, che ha accompagnato la delegazione per l'intera giornata dei lavori fornendo chiarimenti e spiegazioni alle numerose richieste di approfondimento poste dai parlamentari.
Nel corso del briefing introduttivo il Generale Portolano ha illustrato in maniera dettagliata ed esaustiva l'organizzazione, i compiti e le peculiarità del Joint Force Command (JFC) di Napoli, sottolineandone, altresì, i processi di adattamento e le modifiche interne che nel corso degli anni hanno contribuito a rendere l'attuale Comando un centro strategico operativo sempre più efficiente e capace gestire tempestivamente tanto i compiti tradizionalmente assegnati, quanto le nuove sfide alla sicurezza euro-atlantica, dovunque queste si determinino.
Venendo poi ad illustrare la collocazione del Comando nell'ambito della struttura Nato, il generale Portolano ha ricordato come il Joint Force Command (JFC) e l'Allied Joint Force Command di Brunssum rappresentino i due comandi strategici operativi del Comando Supremo delle Forze Alleate in Europa (SHAPE), organismo di vertice dell’Allied Command Operations (ACO) che pianifica ed esegue tutte le operazioni NATO.
I due comandi, JFC-N e JFC-B, si avvalgono di tre comandi separati e, in particolare, dell’Allied Land Command (Comando Terrestre Alleato) di Smirne (Turchia), dell'Allied Maritime Command (Comando Marittimo Alleato) di Northwood (Inghilterra) e dell'Allied Air Command (Comando Aereo Alleato) di Ramstein in Germania.
Il Generale Portolano ha, inoltre, richiamato l'attenzione della delegazione su alcune specificità del Joint Force Command di Napoli, con particolare riferimento sia al carattere interforze del Comando – dove sono presenti rappresentanti di tutte le forze armate e dell'arma dei Carabinieri, – sia alla doppia investitura NATO/UE che connota il Joint Force Command di Napoli il cui Capo di stato maggiore (attualmente, appunto, il Generale Portolano) è al contempo Capo dell'elemento di comando dell'Unione europea che opera all'interno del medesimo Joint Force Command (cosiddetto «doppio cappello»). A questo riguardo è stato ricordato che tale peculiarità del Joint Force Command di Napoli consegue ai cosiddetti «accordi Berlin Plus» del 2003 che consentono all'Unione europea di accedere ai mezzi e alle capacità di pianificazione e di Pag. 84comando della Nato per realizzare missioni di gestione delle crisi, come è avvenuto nell'ex repubblica Jugoslava di Macedonia e in Bosnia, dove l'Ue ha assunto la guida di missioni prima dirette dalla Nato, ma continuando a utilizzare la struttura di comando dell'Alleanza.
In particolare, è stata ricordata la missione Eufor Althea avviata il 2 dicembre 2004 rilevando le attività condotte dalla missione SFOR (Stabilisation Force) della NATO in Bosnia-Erzegovina conclusasi a seguito della decisione, assunta dai Capi di Stato e di Governo dell'Alleanza al vertice di Istanbul del 28-29 giugno 2004, di accettare il dispiegamento delle forze dell'UE sulla base di un nuovo mandato delle Nazioni Unite (Risoluzione n. 1551 del 9 luglio 2004).
La missione Eufor Althea si avvale di mezzi e capacità comuni della NATO e il relativo comando UE è istituito presso il Joint Force Command di Napoli.
Passando, poi, ad illustrare le finalità perseguite dal Joint Force Command di Napoli, il Generale Portolano ha sottolineato la portata e la varietà delle attività di relativa competenza, sottolineando come, accanto alle tradizionali prerogative nel campo della difesa collettiva ex articolo 5 del trattato Nord atlantico e alle operazioni di gestione delle crisi e di mantenimento della pace, l'Alleanza svolga da tempo una serie di attività riconducibili a quelle previste dall'articolo 2 del Trattato, volte a promuovere e favorire lo sviluppo di relazioni internazionali pacifiche e condizioni di stabilità e di benessere. In tale ambito sono state ricordate le iniziative nel campo del partenariato ed è stata sottolineata in diverse occasioni l'importanza della consultazione e del dialogo bilaterale e multilaterale con gli alleati e con i Paesi e le organizzazioni internazionali per accrescere la stabilità e creare rafforzati legami nel campo della sicurezza.
Sono stati, inoltre, dettagliatamente illustrati i diversi livelli attraverso i quali si svolge l'attività del Comando: dall'attività di pianificazione, svolta anche attraverso l'ausilio di personale civile altamente specializzato in determinate discipline, a quella di gestione della crisi e di definizione dei vari piani reali di difesa della Nato.
Successivamente il Generale Portolano si è soffermato diffusamente sulle principali missioni condotte dalla NATO evidenziando come alleati e partner della NATO siano oggi impegnati in diverse operazioni guidate dall'Alleanza in tre continenti – Africa, Asia ed Europa.
È stato ricordato, in particolare, l'intervento della Nato nei Balcani nel corso degli anni Novanta. La Nato è intervenuta in Bosnia Herzegovina nel 1995, in Kosovo nel 1999 e nella Repubblica ex jugoslava di Macedonia nel 2001.
Con riferimento all'operazione Joint Enterprise è stato spiegato che tale missione della NATO – svolta nell'area balcanica con compiti di attuazione degli accordi per il «cessate il fuoco», di assistenza umanitaria e supporto per il ristabilimento delle istituzioni civili – è frutto della riorganizzazione della presenza della NATO nei Balcani operata alla fine del 2004 in coincidenza col termine dell'operazione «Joint Forge» in Bosnia Erzegovina e con il passaggio delle responsabilità delle operazioni militari dalle forze NATO (SFOR) a quelle della Unione Europea (EUFOR). Le autorità NATO decisero, infatti, l'unificazione di tutte le operazioni condotte nei Balcani in un unico contesto operativo (definito dalla Joint Operation Area) dando origine il 5 aprile 2005 all'Operazione Joint Enterprise che comprendeva le attività di KFOR, l'interazione NATO-UE, e i NATO HQ di Skopje, Tirana e Sarajevo.
Per quanto concerne, invece, le iniziative svolte nel contesto della lotta al terrorismo internazionale e dei controlli antipirateria marittima è stato ricordato il dispiegamento della Forza Navale Permanente della NATO nel Mediterraneo attraverso l'operazione Active Endeavour attivata a seguito della decisone del Consiglio Nord Atlantico del 3 ottobre 2001, relativo all'applicazione dell'articolo 5 del Trattato di Washington. A seguito del Summit di Varsavia di luglio 2016, la NATO ha stabilito Pag. 85di implementare la missione Active Endeavour, reindirizzandola verso l'operazione denominata Sea Guardian che è condotta in sinergia con l'operazione dell'Unione europea nel Mediterraneo centromeridionale denominata «SOPHIA». L'Operazione Sea Guardian rientra sotto il Comando Marittimo Alleato con sede a Northwood.
Per quanto concerne il continente africano, è stata sottolineata in diverse occasioni la delicatezza e la complessità di questa area geografica e sono state illustrate le diverse forme di collaborazione che a partire dal 2005 la NATO ha fornito all'Unione africana. Oltre al sostegno alla missione dell'Unione africana in Darfur nel 2005 è stato ricordato il contributo della Nato alla missione dell'Unione africana in Somalia attraverso la pianificazione strategica aerea e marittima, l'assistenza per lo sviluppo di capacità per il mantenimento della pace a lungo termine ed il coordinamento con altre organizzazioni internazionali, soprattutto le Nazioni Unite (ONU) e l'Unione europea (UE) – e con partner bilaterali.
L'illustrazione del Generale Portolano è poi proseguita con la descrizione dell'Hub per la direzione strategica dell'Alleanza Atlantica su Medio Oriente, Nordafrica, Sahel e Africa Subsahariana, recentemente inaugurato presso l’Allied Joint Force Command di Napoli e diretto dal Generale di brigata Roberto Angius presente all'illustrazione e alla successiva visita della Struttura.
Il Generale Portolano e il Generale Angius hanno evidenziato le finalità e l'organizzazione del nuovo centro in corso di implementazione che trae origine dalla decisione presa nel summit Nato di Varsavia del luglio 2016 di sviluppare in seno all'Alleanza una struttura che consenta una migliore comprensione delle sfide e delle minacce provenienti dall’ Africa e dal Medio Oriente. La realizzazione dell'Hub costituisce motivo di soddisfazione per il nostro Paese essendo stata fortemente voluta dal Governo italiano ed in particolar modo dalla Ministra della Difesa Roberta Pinotti, che ne ha più volte sottolineato la necessità nelle riunioni ministeriali dell'Alleanza a Bruxelles.
In particolare, è stato evidenziato come il nuovo centro si prefigga di raccogliere, condividere e mettere a disposizione della Nato informazioni utili ai fini della prevenzione delle minacce provenienti dalle richiamate aree geografiche ed è stato, altresì, fatto presente che la struttura utilizzerà esclusivamente fonti aperte e si avvarrà anche del contributo di esperti del mondo civile, come esperti di sviluppo regionale e di gestione delle crisi, docenti universitari, organizzazioni non governative e organizzazioni internazionali. Al riguardo, è stata sottolineata con estrema accuratezza la complessità e l'eterogeneità delle minacce provenienti dal fronte Sud e la conseguente necessità di disporre di un apposito strumento di raccolta, analisi e condivisione delle informazioni che possa aiutare a comprendere le sfide e le minacce provenienti dall'Africa e del Medio Oriente e contribuire a definire al meglio le risposte alle sfide strategiche che l'Alleanza deve affrontare sul fronte sud. L’Hub si concentrerà su minacce quali il terrorismo, la destabilizzazione, le radicalizzazioni, le migrazioni, l'inquinamento ambientale e i disastri naturali.
A conclusione dei lavori della mattina la delegazione, unitamente al Generale Portolano, al Generale Angius e al Tenente Colonnello De Lucia, capo Branca Sicurezza del JFC, ha pranzato presso la mensa dell’ Allied Joint Force Command, dove è proseguito l'approfondimento su diversi temi di interesse della Commissione.
Dopo la visita di alcune strutture del Comando nel corso della quale il Generale Portolano, il Generale Angius e il Tenente Colonnello De Lucia hanno fornito ulteriori elementi di informazione, la delegazione parlamentare è stata condotta presso la centrale operativa interforze dell’Allied Joint Force Command, dove il direttore, Colonnello Parri, ha illustrato il funzionamento del sistema e risposto alle diverse domande poste dai deputati, che hanno apprezzato l'altissimo livello di efficienza Pag. 86e di operatività della centrale operativa. Successivamente la delegazione si è recata presso il richiamato Hub per la direzione strategica del Medio Oriente, Nordafrica, Sahel e Africa Subsahariana, dove è proseguita l'illustrazione di questo importante laboratorio innovativo. Al termine, ulteriori spunti di riflessione sono emersi nel corso di un colloquio conclusivo della delegazione con il Generale Portolano.
La missione è stata in definitiva un'importante occasione di approfondimento e ha permesso alla delegazione di prendere atto dell'importante lavoro che il Generale Portolano e l'intero suo staff svolgono quotidianamente e di constatare dal vivo il livello di eccellenza di questo comando strategico operativo della NATO e di apprezzare la qualità della formazione e delle prestazioni del personale che vi opera.