COMMISSIONE PLENARIA
La seduta comincia alle 15.05.
Mercoledì 20 dicembre 2017. — Presidenza del presidente Federico GELLI.
Sulla pubblicità dei lavori.
Federico GELLI, presidente, propone che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Esame dello schema di relazione sul sistema di protezione e di accoglienza dei richiedenti asilo.
(Esame e conclusione).
Federico GELLI, presidente, ricorda che lo schema di relazione è già stato inviato ai componenti della Commissione e che non sono stati presentate proposte emendative.
Paolo BENI, relatore, illustra il contenuto dello schema di relazione, che spazia sull'intero fenomeno dell'immigrazione, sul sistema di accoglienza e sul tema della disciplina del diritto di asilo.
La prima parte ricostruisce le tappe evolutive della normativa, partendo dalla Convenzione di Ginevra fino al decreto legislativo n. 142 del 2015 e al cosiddetto decreto Minniti (decreto-legge n. 13 del 2017).
La seconda parte, la più ampia, descrive le varie ondate migratorie e le misure che sono state di volta in volta adottate.
La terza parte contiene un glossario dei centri di accoglienza e uno schema semplificato delle principale tappe del percorso di accoglienza.
Nella quarta parte vengono esposti alcuni focus, su aspetti specifici. Il primo riguarda le presenze, in cui emerge il larghissimo ricorso alle strutture straordinarie (CAS) e la mancata attivazione di migliaia di posti SPRAR.
Il secondo esamina le tipologie di strutture, prevalentemente piccole e per circa un quarto di derivazione para alberghiera, Pag. 414per cui si capisce che spesso si riconvertono a questa finalità attività imprenditoriali di tipo recettivo.
La parte sulla titolarità delle strutture fa risultare un larghissimo ricorso agli strumenti della locazione, mentre sono pochi i beni in proprietà e le strutture demaniali.
Il quarto focus analizza la percentuale di comuni coinvolti nell'accoglienza e l'incidenza dei migranti rispetto ai residenti, rimarcando la difficoltà di raggiungere quell'obiettivo di equa ripartizione sul territorio dei migranti.
Il focus sulle tipologie di affidamento mostra un largo ricorso all'affidamento diretto e consente di rilevare che il maggior ricorso all'affidamento diretto coincide con i casi di maggiore concentrazione della presenza di migranti in poche strutture, come nel caso della Calabria.
In generale, si delinea uno scarto fra lo schema normativamente delineato (in particolare dal decreto legislativo n. 142 del 2015) e la realtà del sistema dell'accoglienza.
Il passaggio dalla primissima alla prima e alla seconda accoglienza non rispetta i tempi previsti.
I centri hanno troppo spesso funzioni poco chiare, non specializzate per segmenti di ospitalità. Tutti fanno tutto, con risultati poco incoraggianti. L'eccessivo ricorso ai CAS provoca una carenza di servizi alla persona, volti all'inclusione.
Il protrarsi delle procedure di esame delle domande di protezione internazionale aggrava il sistema.
In generale, si garantisce l'accoglienza primaria, il soccorso, ma si fa poco in favore dell'inclusione. Anche gli incentivi ai comuni per realizzare la rete della seconda accoglienza non sono stati decisivi.
Occorre anche investire sulle forme di rimpatrio, a cominciare dal rimpatrio assistito, e qualificare meglio l'accoglienza nei CAS, con più efficienti corsi di lingua, di orientamento civico, formazione professionale, validazione delle competenze acquisite e inserimento lavorativo.
Opportuna poi sarebbe una razionalizzazione degli interventi, per evitare duplicazioni. La relazione avanza anche l'ipotesi di costituire una Agenzia nazionale dell'accoglienza.
Da ultimo, il Parlamento – nella prossima legislatura – dovrebbe dar corso ad un riordino della normativa sull'asilo, con la redazione di un testo unico in materia.
Per quanto riguarda alcuni temi critici, segnala il caso delle relocation, che necessita di adeguata attenzione.
Federico GELLI, presidente, fa presente che i tempi di presentazione della relazione sono stati compressi da un lato dalla raccolta di dati, che ha richiesto una paziente opera di consultazione di tutte le Prefetture italiane, e dall'altro dai tempi annunciati di scioglimento delle Camere.
Marco RONDINI (LNA), ritiene il documento interessante e anche importante, ma non condivisibile, come tutta la politica dell'immigrazione di questa maggioranza.
Manca una analisi della relocation, sostanzialmente fallita. Su 40 mila stranieri da mandare in altri Paesi, si è riusciti a raggiungere un obiettivo di circa 10 mila casi, tutti concentrati sulle nazionalità eritrea e siriana.
Manca una spiegazione dello scarto tra sbarchi e domande di protezione internazionale. Ci sono 250 mila persone sbarcate che non si sa che fine abbiano fatto, ma di certo si sa che non sono state espulse.
Manca anche un dato ed una analisi dei ricorsi presentati contro le decisioni di diniego della protezione internazionale. Ci sono 150 mila presenze circa nel sistema di accoglienza che vivono delle lungaggini dei tempi di esame delle loro domande.
Invita a eliminare il riferimento al CPR di Bari, al momento non operativo.
Rileva che i comuni che hanno aderito al sistema SPRAR sono 661 su 8 mila. Evidentemente i sindaci non vogliono strutture che poi non saranno mai più reversibili, non si potrà tornare indietro. Se poi si sostiene che l'inserimento socio-lavorativo consente di coniugare la necessità Pag. 415di manodopera da un lato e di reddito dall'altro, si conferma quella politica di porte aperte che non funziona, mentre il 40 per cento dei giovani italiani resta senza lavoro. In questo senso, l'emendamento alla legge di bilancio che concede benefici fiscali alle cooperative che assumono titolari di protezione internazionale va nella direzione sbagliata.
Marialucia LOREFICE (M5S) rileva che la relazione in alcuni passaggi può lasciare insoddisfatti, probabilmente a causa dei tempi di redazione. Il sistema di monitoraggio, gli accordi bilaterali e la stessa ricostruzione normativa potrebbero essere meglio approfonditi. Tuttavia, in ottica costruttiva, ritiene il documento condivisibile e annuncia il voto favorevole del suo Gruppo.
Elena CARNEVALI (PD) rileva che la Commissione ha affrontato un tema molto spinoso ed in continua evoluzione e trasformazione, con una costante ricerca di una soluzione strutturale del tema dell'accoglienza che sia compatibile con le esigenze delle realtà territoriali. La relazione mette in evidenza su chi grava il maggior peso dell'accoglienza e fornisce una preziosa ricostruzione del quadro normativo e dell'evoluzione storica del fenomeno. I focus di approfondimento aprono nuove riflessioni sul sistema di accoglienza e le osservazioni finali costituiscono una utile traccia per gli interventi futuri.
Paolo BENI, relatore, sottolinea che i 6 mila posti del sistema SPRAR definiti «vuoti» nelle tabelle, conformemente a quanto avviene nelle tabelle del Ministero, sono posti finanziati dallo Stato, per i quali non sono stati presentati adeguati progetti dai Comuni.
Per quanto riguarda temi quali la relocation e gli accordi con la Libia, di grandissimo interesse, rileva che si tratta di questioni al confine, forse oltre, delle competenze della Commissione.
Accoglie la proposta di eliminare il riferimento al Centro di permanenza per i rimpatri (CPR) di Bari.
Giuseppe GUERINI (PD) ritiene che relazione metta a fuoco la realtà del nostro Paese, che si è trovato a gestire in pochi anni un imponente fenomeno migratorio in un contesto poco favorevole, sia a livello geografico che a livello di normativa comunitaria. Il fatto che esistano posti disponibili nel sistema SPRAR testimonia che il Governo ha investito in maniera adeguata, a livello finanziario, ma che la risposta dei comuni è debole, anche perché alcune forze politiche sono apertamente ostili.
Per quanto riguarda l'emendamento al disegno di legge di bilancio in cui si prevede un beneficio fiscale alle cooperative di tipo B, che si occupano di inserire tossicodipendenti, carcerati e altre categorie a rischio, fa presente di esserne il presentatore e ne difende il contenuto in quanto un simile incentivo non può costituire un pericolo o una forma di concorrenza per i giovani italiani. Non ci si può lamentare che esistono frotte di immigrati a spasso e poi contrastare forme di agevolazione al loro impiego.
La Commissione, al termine del dibattito, approva lo schema di relazione predisposto dal relatore (vedi allegato 1).
Federico GELLI, presidente, si riserva di procedere al coordinamento formale del testo approvato e ricorda che la relazione sarà trasmessa alla Presidenza della Camera per la pubblicazione con il DOC. XXII-bis n. 21.
La seduta termina alle 16.
N.B.: Il resoconto stenografico della seduta della Commissione è pubblicato in un fascicolo a parte.
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