Camera dei deputati

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Comunicati stampa

27/09/2016
Intervento Boldrini a convegno “Informatica e diritti: la rivoluzione digitale per la società”
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Sala della Regina, Montecitorio

Intervento della Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini:

"Saluto i professori Prinetto, Flòridi e De Martin che ringrazio molto per l'invito a partecipare all'evento odierno. Saluto inoltre il professor Rodotà che chiuderà il convegno.

Considero di grande importanza i temi che affronterete oggi, e in particolare quello dell'educazione in rete, che ha costituito uno dei motivi per le quali ho istituito una Commissione ad hoc dedicata alla rete, ad internet, che ha iniziato i suoi lavori il 28 luglio 2014. A farne parte sono stati chiamati sia un deputato per ogni gruppo, sia esperti di vari ambiti. Vedo qui persone a me molto note, perché fanno parte della Commissione: lo stesso professor De Martin, Anna Masera, Lorella Zanardo, Luca de Biase.

E' stata la prima volta, per l'Italia, di una Commissione parlamentare su questi temi, sullo spazio digitale. Il Parlamento non poteva non guardare ad uno dei temi fondamentali del nostro vivere contemporaneo. Internet fa parte della nostra vita, è uno spazio di grandi opportunità, di crescita, di scambio e anche di qualche rischio. Sarebbe stato anacronistico se in questa legislatura avessimo omesso di trattare questo tema

Abbiamo voluto istituire questa Commissione, che come primo atto ha elaborato una Dichiarazione sui diritti e i doveri in Internet. Ma insieme abbiamo fatto la scelta di sottoporla ad una consultazione pubblica online. Altra novità: è stata la prima volta che la Camera dei deputati apriva la consultazione su un atto che poi sarebbe stato finalizzato in un testo. Abbiamo chiesto al pubblico cosa volesse metterci, quali suggerimenti, quali indirizzi, e abbiamo colto da questa consultazione - che è durata cinque mesi - alcuni spunti interessanti.

La Dichiarazione è stata approvata dalla Commissione nella seduta del 28 luglio 2015. Abbiamo poi pensato che bisognava coinvolgere il Governo, e dunque la Dichiarazione è diventata una mozione che è stata votata in Aula, il 3 novembre del 2015, ed è stata approvata all'unanimità. Vuol dire che il Governo si è impegnato a fare suoi i principi della nostra Dichiarazione.

Il testo elaborato dalla Commissione individua una serie di principi generali, tutti di grande importanza: il diritto di accesso alla rete, diritto fondamentale; la sua neutralità - siamo molto chiari su questo punto; la tutela dei dati personali, dell'identità, dell'inviolabilità dei dati stessi, il diritto all'anonimato come il diritto all'oblio, le garanzie sulle piattaforme.

Una particolare attenzione è riservata alla formazione digitale e all'educazione ad un uso responsabile e consapevole della rete, specialmente dei giovani.

Quanto ce ne sia bisogno, la cronaca ce lo ricorda quasi ogni giorno. Abbiamo visto quello che è accaduto recentemente. Trovo agghiacciante l'episodio che ha riguardato la ragazza diciassettenne: mentre lei veniva violentata, le cosiddette amiche hanno ripreso lo stupro mettendo poi quelle immagini a disposizione della rete.

Nell'articolo 3 della Dichiarazione - uno dei più importanti, a mio avviso - parliamo del diritto alla conoscenza e all'educazione in rete, e del ruolo centrale delle istituzioni pubbliche nell'affermazione e promozione di tale diritto, in particolare attraverso il sistema dell'istruzione e della formazione (anche permanente).

Fondamentale, dunque, è saper sviluppare la capacità di pensiero critico, dare ai giovani la possibilità di orientarsi sulla rete. Capire, per esempio, quanto sia attendibile ciò che si legge su siti, su blog e social network; chi sta dietro a un blog; se un documento trovato online sia autentico; come valutare se una notizia sia vera o una cosiddetta "bufala" prodotta da siti specializzati in questo genere di 'offerta'.

Per sviluppare la cultura dei diritti online e per fornire adeguati strumenti interpretativi agli insegnanti e ai giovani, la Commissione Internet ha avviato una serie di iniziative insieme al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, tra cui un Protocollo d'intesa tra il MIUR e la Commissione, che il prossimo 17 ottobre, in una scuola di Roma, io e la Ministra Giannini firmeremo, che ha lo scopo di "formare i formatori". Un progetto che vedrà attivamente coinvolti tutti i membri della Commissione in iniziative di formazione e di educazione. Avremo un ruolo attivo nella formazione all'utilizzo della rete.

Il web ha il grande merito di dar voce per la prima volta a milioni e milioni di persone, e questo è un dato positivo. Però c'è un "però", che non posso omettere. Troppo spesso questa voce prende la forma dell'insulto, della minaccia, dell'intimidazione.

Nella vita la diffamazione e il pettegolezzo ci sono sempre stati. Ma se fino a ieri parole razziste o diffamatorie rimanevano all'interno di un piccola cerchia, ora con la rete prendono una dimensione immensa: potenzialmente è un orizzonte senza limiti, e questo ha conseguenze anche gravi.

E molte spesso a pagare le conseguenze di questa 'disfunzione' del web sono le donne. Siamo noi donne le principali vittime di questa violenza. Non è solo la mia sensibilità alle questioni di genere a farmelo dire: lo dicono le indagini sui social media, secondo le quali un'altissima percentuale dei messaggi violenti è a discapito delle donne. L'insulto alle donne è al primo posto nella classifica delle varie forme di aggressività e odio che si esprimono online.

Non posso non segnalare questo fatto come inaccettabile. Noi donne abbiamo fatto tanti sforzi in questi decenni per affermare i nostri diritti, abbiamo fatto tante battaglie per essere rispettate, per avere un posto nella società: il posto che ci spetta, perché siamo il cinquanta per cento della popolazione. E oggi dobbiamo accettare, per stare nella sfera digitale, di essere insultate, di essere umiliate, come se questo fosse il prezzo da pagare per potere comunicare attraverso questo grandissimo strumento?! Io dico no: non voglio che le nostre figlie debbano rinunciare alla rete, o debbano accettare di abbassare la testa: "insultatemi pure, perché ci tengo molto a questo strumento e pagherò il prezzo".

Ritengo che su questo bisogna fare un grande lavoro. Dunque su questo tema dell'intolleranza, del sessismo, del razzismo, della xenofobia, e dei fenomeni di odio il 10 maggio ho ritenuto utile istituire un'altra Commissione ad hoc, che include anch'essa un deputato per ogni gruppo politico, nonché esperti, rappresentanti di ISTAT, Consiglio d'Europa, Nazioni Unite e di associazioni.

L'abbiamo voluta intitolare a Jo Cox, giovane deputata della Camera dei Comuni del Regno Unito, uccisa il 16 giugno, alla vigilia del referendum sulla Brexit. Lei che credeva nell'Europa è stata uccisa al grido di "Britain first": è stato un assassinio politico.

La Commissione a lei dedicata l'ho istituita anche perché ho accolto una richiesta da parte del Consiglio d'Europa, che ci chiede di fare una "Alleanza contro l'odio". L'odio si diffonde nelle nostre società, e non possiamo sottovalutarlo. Perché quelli che predicano l'odio sono pochi, ma si fanno sentire molto, sono molto capaci nella comunicazione e lavorano sulla paura. Allora non bisogna subirli e basta, bisogna contrastarli. Ci dobbiamo mettere la faccia: i deputati, la società civile non possono indietreggiare rispetto a un manipolo di soggetti che vanno in giro a predicare odio. Da qui la Commissione.

Ma anche il Parlamento nella sua totalità sta facendo un lavoro importante per l'educazione alla sicurezza in rete.

Come sapete, la scorsa settimana la Camera ha discusso un provvedimento sul cyberbullismo, che è stato anche oggetto di polemica. E so che alcuni di voi lo hanno trovato non adeguato. Per la mia posizione istituzionale e visto che il provvedimento è tornato al Senato, evito di formulare giudizi di merito sulla proposta.

Ma non dimentico che uno dei primissimi incontri che abbiamo fatto in questa legislatura è stato con la madre di Carolina Picchio, la ragazzina di Novara che si era uccisa pochi giorni prima perché non era riuscita a sostenere la vergogna per alcune immagini che erano state messe sul Web. L'incontro con quella madre è stato uno dei passaggi più difficili per me, in questo mandato. In quella sede noi ci impegnammo a fare, entro questa legislatura, una legge contro il cyberbullismo, e mi auguro che sapremo tener fede a quell'impegno.

Ma assieme agli interventi di legge, che sono importanti ma non bastano, credo sia indispensabile lavorare sul coinvolgimento e sulla responsabilizzazione di tutti i soggetti, in primo luogo dei giganti della rete. Lo abbiamo fatto per la Commissione Internet, lo rifaremo per la Commissione intitolata a Jo Cox. Nella prossima riunione, martedì 4 ottobre, verranno in audizione i rappresentanti di Facebook; a novembre sarà la volta di Twitter, e a seguire gli altri. Passa anche per il loro coinvolgimento la possibilità di avere un web più rispettoso di tutti i soggetti. Per sottolineare che la Camera vuole essere parte attiva di un cambiamento che è già in corso e che non possiamo più ignorare".

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