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Comunicati stampa

02/05/2017
Intervento Boldrini a convegno “#BastaBufale. Impegni concreti” - Sala della Regina, Montecitorio
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Intervento della Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini:

"Saluto e ringrazio tutti voi per aver accolto il mio invito a partecipare a questo incontro qui alla Camera. Ringrazio: la Ministra dell'Istruzione, Università e Ricerca, Valeria Fedeli, il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, il Presidente della Fieg, Maurizio Costa, la Presidente della Rai, Monica Maggioni, il Vicepresident public policy di Facebook, Richard Allan e il giornalista Paolo Attivissimo.

Saluto e ringrazio Geppi Cucciari per la conduzione dei lavori e tutti i partecipanti ai tavoli di lavoro del 21 che hanno voluto essere qui anche oggi.

Ringrazio il fumettista di Gazebo, Makkox che premierà insieme a me, al termine di questo incontro, i ragazzi che hanno vinto il concorso di fumetti "Bufale in rete: come riconoscerle!" bandito dalla Ibsa Foundation for scientific research e dall'Istituto Pasteur Italia.

Questo incontro è un ulteriore tappa - direi fondamentale - di un percorso di consapevolezza digitale che ho voluto intraprendere insieme ai deputati, alle associazioni e ai cittadini fin dal 2014, istituendo per la prima volta in questo Parlamento la Commissione Internet.

La Commissione - composta da deputati di tutte le forze politiche attivi sui temi dell'innovazione tecnologica, da studiosi ed esperti, operatori del settore e rappresentanti di associazioni - ha prodotto la Carta dei diritti e dei doveri in Internet presentata nel luglio del 2015 e oggetto poi di una mozione approvata all'unanimità in Aula nel novembre dello stesso anno. Una sorta di Costituzione per Internet i cui 14 articoli, prima di essere chiusi definitivamente, sono passati al vaglio di una consultazione pubblica on line.

E anche passare da una consultazione pubblica on line per la finalizzazione di un atto parlamentare è stata un'assoluta novità.

Per quanto riguarda in particolare la disinformazione, in tempi non sospetti, prima ancora che la vittoria di Trump portasse il tema delle fake news alla ribalta internazionale, quando Zuckerberg sosteneva che fosse "un'idea folle", che le bufale avessero influenzato le elezioni e creato polarizzazione politica, noi qui alla Camera organizzavamo un convegno dal titolo "Non è vero ma ci credo. Vita morte e miracoli una falsa notizia". Era il 29 novembre 2016.

Quella discussione, a cui avevano partecipato docenti universitari, esperti della materia e giornalisti ha avuto il merito di dar vita a una riflessione sulla rilevanza e gravità del fenomeno e soprattutto sulla necessità di diffondere una maggior consapevolezza presso i cittadini e coinvolgerli attivamente.

Così nasce l'appello #bastabufale, una campagna per il diritto a una corretta informazione.

Vista la scarsa conoscenza del tema e dei rischi ad esso connessi, c'eravamo dati un obiettivo numerico: raggiungere 10.000 firme. Oggi siamo a più del doppio e mi auguro che il numero possa continuare a crescere.

Grazie all'impegno di tanti - il Ministero, i mezzi di informazione e tutti coloro che hanno a cuore il diritto ad essere bene informati - questo tema sta crescendo nella consapevolezza. Devo dire grazie per questo anche ai testimonial che ci hanno aiutato: Geppi è una di loro, ma non voglio menzionarli tutti per non rischiare la gaffe di dimenticarne qualcuno. Sono figure molto note nel Paese, che hanno voluto spendersi per questo appelo, facendo dei video e invitando tutti a partecipare alla battaglia contro le fake news.

Il successo di questa campagna è motivo di soddisfazione per tutti noi ma ci impone l'assunzione di alcune responsabilità.

Lo dobbiamo alle migliaia di cittadini che hanno sottoscritto l'appello.

Per questo il 21 aprile ho riunito a Montecitorio quattro tavoli di lavoro per approfondire il tema delle fake news. Tavoli a cui hanno partecipato 40 sigle in rappresentanza dei settori più esposti, che possono e devono svolgere un ruolo chiave rispetto al contrasto alla disinformazione.

Oggi siamo qui con voi, rappresentanti di vertice di quei tavoli, e mi auguro che prendiate degli impegni concreti.

I quattro tavoli di lavoro del 21 aprile sono stati coordinati da quattro esperti, che ringrazio pubblicamente. Perché noi dobbiamo essere scientifici nell'approccio, non possiamo permetterci di fare quattro chiacchiere tra amici. Insieme a Paolo Attivissimo, che tra poco illustrerà i documenti di sintesi, c'erano Michelangelo Coltelli, David Puente e Walter Quattrociocchi: noti debunkers, cioè coloro che svelano le bufale, le smascherano e le portano all'attenzione dell'opinione pubblica, perché le persone a volte sono un po' superficiali, in buona fede credono a quello che è scritto sulla Rete.

Dei documenti di sintesi vi anticipo solo che due sono gli ambiti su cui tutti hanno insistito:

1. la necessità di potenziare il processo di alfabetizzazione digitale, attraverso una formazione che parta dalle scuole sia verso i docenti che verso gli studenti.

2. E la necessità di avviare campagne di sensibilizzazione attraverso ogni mezzo di comunicazione - tradizionale e digitale - per aumentare il livello di consapevolezza delle persone sul tema.

Sul primo punto - la formazione nelle scuole - vorrei ricordarvi che la Commissione Internet della Camera si è già attivata e dallo scorso 23 marzo sta facendo un'attività del tutto inusuale: a seguito di un protocollo siglato con il MIUR, è uscita da Montecitorio e ha iniziato un tour nelle scuole italiane per insegnare ai ragazzi un uso consapevole e responsabile della rete.

La Commissione è già stata a Torino, Roma e Bari, e proseguirà presto con gli studenti e i docenti di Catanzaro, Pescara e Napoli.

La Commissione continuerà comunque il suo impegno parlamentare attraverso un'attività conoscitiva sul fenomeno della pubblicazione e diffusione di false notizie, anche sulla scorta dell'esperienza della House of Commons inglese che lo scorso 30 gennaio ha lanciato una "inquiry" sulle fake news.

E vorrei anche sgombrare il campo da alcuni equivoci: nessuna delle iniziative da me intraprese è mai andata in direzione della censura. Chi in modo pretestuoso dice questo dice il falso.

Censura sarebbe NASCONDERE o OSCURARE un problema così serio come quello della disinformazione!

NON può essere censura accendere i riflettori su una realtà che danneggia tutti. Questo deve essere chiaro.

Le fake news mettono a rischio il diritto dei cittadini a una corretta informazione, rappresentano un potente fattore di inquinamento e destabilizzazione del dibattito pubblico. Non occuparsene sarebbe un'omissione.

Alla vigilia della Giornata internazione della libertà di stampa, che si tiene domani in tutto il mondo, combattere il fenomeno delle fake news è anche un modo per ribadire il valore centrale dell'informazione, di una corretta informazione, in una società democratica.

Così come lo è esigere che i giornalisti possano esercitare liberamente il loro diritto-dovere di cronaca in ogni parte del mondo.

Appena finito questo incontro riceverò una delegazione dei partecipanti alla manifestazione NoBavaglioTurco, che si sta tenendo qui a Piazza Montecitorio proprio per chiedere la liberazione degli oltre 150 giornalisti attualmente detenuti nelle carceri turche. E' nostro dovere sostenere questo sforzo.

Un buon risultato per l'appello #bastabufale è che tutti i soggetti coinvolti oggi decidano di impegnarsi concretamente per quanto di loro competenza.

Ma vorrei suggerire anche un obbiettivo più ambizioso. Quello di raggiungere un ottimo risultato.

Vi propongo di dare il via nel nostro Paese a un progetto di educazione civica digitale.

Educazione civica digitale a partire dalle scuole e che coinvolga tutte le realtà qui rappresentate: Ministero dell'istruzione, mezzi di informazione, aziende, social network.

Mi auguro che attraverso questo sforzo collettivo si riesca a formare generazioni più consapevoli nella fruizione delle notizie e capaci di disinnescare la disinformazione".

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