Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 389 di mercoledì 11 marzo 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 9,30.

  RICCARDO FRACCARO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Baretta, Bonafede, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Capezzone, Dambruoso, De Girolamo, De Menech, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Fontanelli, Galati, Giancarlo Giorgetti, Gitti, Guerra, Lauricella, Losacco, Pes, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Domenico Rossi, Sanga, Sereni, Tabacci, Valeria Valente, Vignali, Vitelli e Zolezzi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centosette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10.

  La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti (A.C. 2844-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2844-A: Conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2844-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A della seduta del 10 marzo 2015 – A.C. 2844-A) nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A della seduta del 10 marzo 2015 – A.C. 2844-A).
  Avverto che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A – A.C. 2844-A).Pag. 2
  Avverto che le Commissioni hanno presentato l'emendamento 2.1000, che è in distribuzione e con riferimento al quale il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato alle ore 11.
  Avverto, inoltre, che le Commissioni hanno presentato la nuova formulazione dell'emendamento 4.1000, che è in distribuzione e con riferimento al quale risulta alla Presidenza che i gruppi abbiano rinunziato alla fissazione dei termini per la presentazione dei subemendamenti.
  Avverto, infine, che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 2844-A). In particolare, la Commissione bilancio ha espresso parere favorevole sulla nuova formulazione dell'emendamento 4.1000 delle Commissioni e ha conseguentemente revocato la condizione posta nel parere reso nella seduta del 10 marzo.
  Ricordo che, nella seduta di ieri, sono stati da ultimo respinti gli identici emendamenti Paglia 1.67, Busin 1.275 e Maietta 1.214.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, prendiamo posto e abbassiamo il tono della voce. Onorevole Palese, mi perdoni un secondo, così la metto nelle condizioni anche di parlare con un clima un po’ diverso. Per favore, se riusciamo a liberare il banco del Comitato dei diciotto e prendere posto... Colleghi, possiamo prendere posto, liberare l'emiciclo e abbassare il tono della voce ? Grazie.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, volevo un chiarimento, per comprendere bene. Sugli emendamenti presentati all'articolo 2 e all'articolo 4, l'Assemblea ha la possibilità di subemendarli sino alle ore 11 ? È così ? Perché ho sentito che i gruppi sono d'accordo, noi non siamo d'accordo, noi vogliamo, invece, che ci sia la possibilità, visto che sono arrivati adesso, in questo momento, di tenere aperto, fino all'orario che lei riterrà, il termine per la presentazione dei subemendamenti.

  PRESIDENTE. Io ho dato il termine per la presentazione dei subemendamenti all'emendamento 2.1000 alle ore 11. Questo è il termine.

  ROCCO PALESE. Perfetto, grazie.

  PRESIDENTE. Per l'emendamento 4.1000, invece, risulta che i gruppi abbiano rinunziato al termine per la presentazione dei subemendamenti, a meno che lei non mi dica il contrario.

  ROCCO PALESE. Assolutamente no, non lo ha detto nessuno qui.

  PRESIDENTE. Allora, a questo punto, perché evidentemente c’è stata una difficoltà nell'informazione, perché questa era l'informazione che era giunta alla Presidenza, il termine per la presentazione dei subemendamenti rimane alle ore 11 per entrambi gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento Pesco 1.80.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente, ammetto che l'emendamento può destare un po’ di stupore in quanto chiediamo che, se effettivamente si vuole prendere una decisione su queste banche popolari che superano gli 8 miliardi, non vengano messe sul mercato e, quindi, buttate lì alla mercé delle grandi banche commerciali, che non faranno altro che acquistarle e fare man bassa dei loro sportelli. Pensiamo che, essendo banche dei cittadini, nate grazie all'impegno dei cittadini, e avendo lavorato soprattutto per i cittadini, secondo noi sarebbe giusto che le banche popolari entrino a far parte dello Stato.
  Quindi, so che è un emendamento che può, come dicevo prima, destare stupore, ma noi ci crediamo. Crediamo che sia venuto il momento effettivamente di avere una banca pubblica e questa potrebbe essere l'occasione. È un emendamento forte, però può iniziare a far Pag. 3riflettere tutti quanti sul fatto che, soprattutto in questo momento, è giusto che si faccia un ragionamento riferito al fatto che la nostra Nazione ha bisogno di una banca pubblica. Forse una Nazione gestita da questa maggioranza e da questo Governo non è in grado di poter gestire una banca pubblica. Pensiamo a cosa è successo con MPS, con le influenze politiche del PD. Probabilmente questa Nazione non è pronta, però secondo noi, effettivamente, i cittadini hanno bisogno di una banca pubblica. Questa potrebbe essere una buona occasione per farlo, però con le dovute precauzioni, logicamente cercando di abbassare il più possibile il rischio di corruzione o di comportamenti poco legali come quelli che sono successi spesso in questi anni.
  Ci riferiamo, come al solito, allo sperpero di risorse delle nostre banche, sia con i fidi facili sia con l'acquisizione, come spesso è accaduto, di altre banche o di altri beni patrimoniali, spesso fatta senza magari neanche la due diligence, la famosa due diligence che spesso viene dimenticata prima di fare alcuni grandi affari, come sempre, ad esempio, MPS. Ricordiamo bene cosa è successo.
  Insomma, Presidente, è fondamentale che i cittadini si dotino il prima possibile di una banca nazionale. Questa potrebbe essere un'occasione.

  PRESIDENTE. Invito i colleghi a prendere posto e ad abbassare il tono della voce.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbanti. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Grazie, Presidente, pur sposando le intenzioni che sottostanno all'emendamento proposto, intervengo in quanto sono d'accordo sul fatto che l'Italia, così come anche le altre nazioni, abbia bisogno di una banca, pubblica o privata che sia. Pubblica ovviamente sarebbe meglio, ben normata ovviamente, altrimenti si corre il rischio di incrementare, anzi, il livello di corruzione all'interno di un istituto così importante. Quindi, pubblica o privata che sia, basta che sia a supporto dell'economia reale, delle imprese, del territorio e dei cittadini.
  Tuttavia, penso che l'istituzione di una banca pubblica debba avvenire, per così dire, non gravando sulle tasche dei contribuenti. Mi spiego. Una siffatta conversione significherebbe una socializzazione delle perdite di azionisti privati. Infatti, di questo si tratterebbe, ovvero lo Stato, con i soldi dei contribuenti, dovrebbe comprare delle banche, in questo caso popolari, che per via proprio di questo stesso emendamento potrebbero destinare questi ultimi scorci di vita ad una gestione molto allegra per i motivi più disparati. In quel caso si andrebbe incontro a quella che è una vera e propria socializzazione delle perdite. Penso che l'obiettivo che vogliamo invece raggiungere tutti quanti è esattamente il contrario, ovvero quello di privatizzare le perdite e cioè tenerle in capo a chi effettivamente ha condotto il reato o a chi ha fatto una gestione molto allegra.
  Per questo motivo, come dicevo, sebbene io sposi il principio di massima, voteremo contro quest'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà. Onorevole Causi, per cortesia...

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente, l'idea di nazionalizzare il 30 per cento del sistema bancario italiano con un emendamento può sembrare un po’ osé persino a me. Tuttavia per ragioni, per così dire, di principio, voteremo a favore. Ci tenevo a dirlo così che il voto magari destasse meno sorpresa. Probabilmente il dibattito sul rapporto tra pubblico e privato all'interno del sistema bancario meriterebbe una riflessione comunque un po’ più approfondita.

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza per la VI Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 4

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza per la VI Commissione. Signor Presidente, intervengo per cambiare il parere in merito a questo emendamento, da favorevole in contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.80, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Con calma, non c’è fretta... Rondini, Capodicasa, Romele, Montroni... Fantinati, non riesce ? Arriva il tecnico... Centemero, Fantinati, Squeri, Lo Monte... Che succede ? Onorevole Fantinati ? Ci sono colleghi che non riescono a votare ? Rondini ancora non riesce... Aspettiamo un attimo. Lo Monte, Cominardi, Dellai... Altri che non riescono ? Capozzolo, Antimo Cesaro, Guidesi, Palma, Castiello... Onorevole Cesaro, ci siamo riusciti ? Ancora Palma, Cesaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  379   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  56    
    Hanno votato
no  323).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 1.84, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Molteni, Tartaglione, Parisi, Rostellato, Nuti, Ruocco, Ferrari, Impegno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  386   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
  65    
    Hanno votato
no  321).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Paglia 1.90.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Questo emendamento è dettato dalla buona volontà, nel senso che prova a ricomprendere una serie di argomentazioni che abbiamo posto ieri in altri emendamenti in modo più netto, provando a compattarli in un unico articolo che ridisegni nel modo minimo la norma.
  Esso prevede sostanzialmente due cose. Da un lato, prevede che quelle banche che nell'ultimo periodo, o anche in questi giorni, stiano pensando di deliberare delle fusioni possano farlo libere dall'eventualità che questo immediatamente comporti una loro trasformazione coatta in Spa da qui a diciotto mesi. Dall'altro lato, si fa carico anche di quello che è uno dei nodi reali, quando si parla di banche popolari, cioè la questione della governance e, in particolar modo, del rapporto che si può generare all'interno del governo della banca tra quelli che sono i soci di capitale e quelli che sono i soci singoli, cioè il voto capitario, introducendo un livello minimo di rappresentanza all'interno degli organismi Pag. 5societari anche del voto di quota, cosa peraltro già compresa negli statuti di molte banche.
  Con questo emendamento, quindi, si metterebbe al riparo, appunto, la libertà d'impresa. Sotto molti aspetti, io non vedo altro modo di chiamarla. Un'impresa libera qual è una banca deve avere la possibilità di progettare anche fusioni, crescite e aggregazioni, ma senza con questo mettere in discussione quella che è una libera scelta dei soci di governarsi secondo il sistema del voto capitario e, contemporaneamente, deve anche contemperare il fatto, tuttavia, che se si vanno a cercare importanti capitali sul mercato, anche chi li apporta dovrà pure avere il diritto ad una qualche voce in capitolo nella gestione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 1.90, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bianconi, Bolognesi, Fantinati, Invernizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  395   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  278).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazziotti Di Celso 1.501.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente, noi ritiriamo questo emendamento prendendo atto del parere contrario del Governo. Speriamo che ci si ripensi, o al Senato, o in altro provvedimento, perché continuiamo a pensare che il sistema del voto capitario e la quotazione in Borsa siano due nozioni che non sono compatibili. Abbiamo visto adesso un emendamento dell'onorevole Paglia che proponeva di prevedere un certo numero di amministratori nominati con il voto di lista. Tutti meccanismi che possono essere utilizzati per società di questo tipo, ma che sono incompatibili con la Borsa. Chi compra azioni sul mercato azionario, vuole sapere che ogni azione in più che compra gli dà dei diritti aggiuntivi e deve essere così. Così come vuole sapere che le società quotate operano per il maggior valore del titolo perché, altrimenti, tutto quello che viene rappresentato agli investitori in realtà non è vero perché entra uno scopo mutualistico che non si sa bene come è definito. È totalmente incompatibile con il mercato borsistico. Prendiamo atto che il Governo non ha voluto toccare l'articolo 1 in nessuna sua parte. Ritiriamo questo emendamento, ma davvero speriamo che, sia il Governo con dei provvedimenti, sia l'autorità di vigilanza, evitino in futuro che si ripetano le quotazioni di banche popolari perché l'esperienza per i risparmiatori è stata disastrosa e rischia di esserlo ancora di più quando le banche dovranno di nuovo affrontare gli stress test. Quelle piccole – ed è questo l'elemento paradossale – potranno continuare a quotarsi, quindi si potrebbero avere banche con 7 miliardi di euro di attivo quotate in Borsa che sarebbe ancora più assurdo di avere quelle grandi che abbiamo oggi. Per questo, ritiriamo l'emendamento, ma chiediamo al Governo di rivalutare questo punto con attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Villarosa 1.104.Pag. 6
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 1.104, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Massa, Mazziotti Di Celso, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  398   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  276).    

  (I deputati Piccoli Nardelli e Vargiu hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e la deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dadone 1.348.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Presidente, la ringrazio moltissimo, però neanche il tempo di alzare la mano prima, quando ha messo in votazione l'emendamento Villarosa 1.104, nel quale chiedevamo di istituire il principio della mutualità prevalente per le banche popolari. Niente di speciale: è una cosa che già dovrebbero fare, purtroppo la normativa glielo impedisce perché è stata tolta la prerogativa della mutualità prevalente all'interno delle banche popolari. Noi cercavamo di reinserirla. Infatti, secondo noi, le banche popolari hanno il diritto di erogare finanziamenti sia ai soci sia ai non soci ma comunque con una caratteristica ossia che lo devono fare prevalentemente a favore di famiglie e imprese e intendevamo reintrodurre questo concetto veramente di base.
  Per quanto riguarda, invece, l'emendamento Dadone 1.348 adesso in votazione chiediamo anche in questo caso una cosa molto, molto semplice, ovvero che sia vietata per le banche popolari la possibilità di fare speculazione. Insomma in questo modo ci sembra veramente di agire a favore di cittadini e aziende in quanto si andrebbero a limitare quelle attività speculative che purtroppo molte banche compiono. Lo fanno in larga parte le banche commerciali in quanto logicamente sono attratte dai facili guadagni dell'investimento speculativo in borsa, anzi diciamo proprio nella bolla finanziaria e, invece, secondo noi le banche popolari dovrebbero avere questo divieto: il divieto di fare speculazione su fondi che magari talvolta danno degli ottimi risultati in termini economici, talvolta sono molto rischiosi ma soprattutto tolgono, drenano risorse che potrebbero andare all'economia reale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cancelleri. Ne ha facoltà.

  AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI. Presidente, riteniamo che questo sia uno degli emendamenti più importanti, perché così come non sembra che le banche Spa eroghino più credito, abbiano meno sofferenza o si comportino meglio di quelle popolari, ci sembra che l'idea del voto capitario permetta di radicarsi in un territorio e di favorire la partecipazione mentre la trasformazione forzosa in Spa potrebbe portare alcune banche ad avere una proprietà molto lontana sia geograficamente sia per interessi: magari capitali esteri interessati a raccogliere capitale e risparmio sul territorio per utilizzarlo altrove anche in operazioni speculative e in una redistribuzione al contrario della ricchezza. Questo emendamento risulta, quindi, molto importante perché inserisce il divieto di operazioni speculative. Adesso la parola torna alla maggioranza che deve decidere se tutelare i cittadini o continuare a pensare agli amici delle grandi banche.

Pag. 7

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, diceva Marx che la borsa è il luogo dove i capitalisti rubano l'un l'altro il plusvalore: non gli dava una grande importanza da questo punto di vista. Noi oggi sappiamo che il mondo è anche un po’ più complesso di come Marx lo aveva descritto, non eccessivamente più complesso ma un po’ più complesso. Ciò non ci porta, tuttavia, ad essere innamorati della speculazione finanziaria, tutt'altro. Riteniamo che sia uno dei problemi alla radice della crisi che stiamo vivendo e tuttavia su questo emendamento ci asterremo perché, al di là della parola «speculative», vorrei che qualcuno che l'ha proposto mi spiegasse – lo dico in modo molto laico – cosa sia esattamente un'attività meramente speculativa, nella consapevolezza che bisogna saperlo prima e non dopo, perché a posteriori sappiamo tutti cos’è un'attività speculativa e cosa non lo è ma se tu determini che le banche popolari non possono esercitare quel tipo di attività, ciò presuppone che sia possibile individuarlo in antecedenza. Se qualcuno mi spiega come questo sia possibile rispetto a come l'emendamento è scritto, voteremo a favore; altrimenti è un voto di astensione nominalistico. La parola «speculativa» non ci piace e non voteremo contro ma non possiamo votare a favore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 1.348, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gasparini...Savino...Casellato...Albanella...Pilozzi...Mongiello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  407   
   Votanti  352   
   Astenuti   55   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato
  75    
    Hanno votato
no  277).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.276, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza...chiedo scusa, revoco l'indizione della votazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie Presidente, la ringrazio molto per aver interrotto la votazione, perché questo che è stato presentato non è un emendamento qualunque. Questo è un emendamento di buon senso ed è veramente incredibile come il Governo non abbia ritenuto di accogliere questo emendamento sollecitato da tutti i soggetti che abbiamo sentito in audizione per cercare di allineare le scadenze dell'approvazione dei bilanci. Si crea, con i diciotto mesi, un disallineamento: l'hanno spiegato, l'hanno messo per iscritto, Assopopolari e quanti altri. Quindi, questo doveva essere un emendamento tecnico, neutro, che doveva essere recepito, perché noi diciamo che è necessario che ci sia ordine, trasparenza e quant'altro; invece, anche qui, si dice assolutamente «no» in maniera incomprensibile. Quindi, noi voteremo a favore di questo emendamento, chiaramente.

  PRESIDENTE. Se non vi sono altri interventi, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.276, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.Pag. 8
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Mazziotti Di Celso, Piccoli Nardelli, Fantinati. Altri che non riescono a votare ? Businarolo, Peluffo, Valeria Valente, Lombardi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  405   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 130    
    Hanno votato
no  275).    

  Passiamo agli identici emendamenti Lombardi 1.228 e Busin 1.284, sui quali vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cancelleri. Ne ha facoltà.

  AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI. Grazie, Presidente, questi identici emendamenti chiedono di sopprimere, al comma 1 dell'articolo 1, la lettera c); lettera c) che, nella relazione al decreto-legge, viene motivata dicendo che la nuova disciplina renderà più appetibile per gli investitori istituzionali l'investimento nel capitale delle banche popolari, soprattutto in presenza di esigenze di ricapitalizzazione. Nelle Commissioni ci siamo e vi abbiamo chiesto quali fossero questi investitori istituzionali da attrarre, visto che dalle audizioni è emerso che nelle banche popolari quotate in borsa risultano presenti degli investitori istituzionali.
  In questo modo, più che fare quello che dite di esservi proposti, si sta effettuando una forzatura che esporrà le nostre banche alla volontà delle banche internazionali non interessate alla mission delle banche popolari a sostegno dell'economia reale, ma solo alla loro ricchezza. Non c’è alcuna motivazione per la trasformazione in Spa se alla base c’è la voglia di ricapitalizzare le banche popolari: queste, infatti, possono già farlo in base all'articolo 31 del TUB. Alcune lo hanno già fatto: delle dieci banche popolari che con questo decreto-legge verrebbero trasformate in Spa, già sette sono quotate. Al limite, potremmo facilitarne il ricorso, ma mantenendo la forma cooperativa; d'altronde, è ciò che è stato permesso anche alle BCC con le ultime riforme.
  Semmai, ci attendiamo dalla riforma che essa metta in condizione le maggiori banche popolari di aumentare il loro capitale nella misura e, soprattutto, con la rapidità che possono essere richieste dalle circostanze, rivolgendosi a una platea più ampia di risparmiatori e investitori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lombardi 1.228 e Busin 1.284, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zan, Corsaro, Monaco, Capelli, Lainati, Baldassarre, Garnero Santanchè... altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  414   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
 135    
    Hanno votato
no  279).    

  Passiamo all'emendamento Sarti 1.186.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie Presidente, questo articolo 1 al MoVimento 5 Stelle proprio non piace, e non piace soprattutto nella parte in cui si va a obbligare le Pag. 9banche popolari sopra gli 8 miliardi di euro a prendere alcune decisioni e viene imposto in che modo queste decisioni devono essere prese. Si va addirittura a imporre che negli statuti venga deciso che queste decisioni, riferite alla fusione e alla trasformazione, vengano prese con delle percentuali già prestabilite, con un quorum prestabilito.
  A noi questo non sta bene, non sta bene perché secondo noi una banca popolare, così come ogni altra società, deve essere libera di stabilire nel proprio statuto come e quando deve prendere le decisioni, ma, soprattutto, come. Sembra che si vada veramente contro l'indipendenza di una comunità di cittadini a fare delle scelte. Questo non ci piace affatto.
  Con questo articolo 1 si stanno, veramente, istigando al suicidio le grandi banche popolari. L'istigazione al suicidio, purtroppo, è una cosa che è successa molto spesso; è successa molto spesso in altri settori e in questo delle banche popolari, secondo noi, è molto grave. Però parlando di suicidi non posso non pensare a quanto è successo, sempre in Monte Paschi, ad esempio, a David Rossi. Ebbene che cosa è successo in quel caso ? Si dice che una persona si è suicidata, purtroppo, però, secondo noi, non è affatto vero, secondo noi, lo ripeto, non è affatto vero, nel settore bancario accadono molte, molte cose strane tra cui anche cose gravi come queste. Purtroppo ci sono già state delle indagini, ci sono già state delle inchieste e sono tutte state chiuse proprio con la parola: suicidio. Purtroppo, però, per noi non è così, i fatti sono molto gravi, i fatti sono stati riportati anche da trasmissioni televisive ed è bene che quest'Aula prima o poi si prenda in carico questa storia da portare avanti, perché va approfondita. Nel mondo bancario accadono molte, molte cose strane, logicamente gli affari sono molto grandi e molto importanti e, secondo noi, non si può agire in questo modo. Ci vuole responsabilità e occorre agire con responsabilità, soprattutto, con queste norme. In questo modo stiamo istigando al suicidio le banche popolari.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 1.186, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi, D'Agostino... altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  421   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
 135    
    Hanno votato
no  286).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 1.158, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Presidente, il concetto è sempre lo stesso indicato prima: secondo noi non è corretto che si agisca anche sulle scelte che dovrebbero essere indipendenti di un consiglio di amministrazione di una banca popolare, anzi, di un'assemblea dei soci, pardon. Quindi, secondo noi, non è corretto che si vada a dire quale deve essere il quorum per la trasformazione di una banca popolare in Spa; secondo noi è totalmente sbagliato. Noi siamo per il «quorum zero» in certe situazioni, ma non in questo caso. In questo caso ci sono dei soci e vanno informati nel giusto modo prima che una decisione di questo genere venga presa. Quindi, secondo noi non ci sono i tempi adatti affinché decisioni così importanti Pag. 10vengano prese in tempi così brevi, per quanto riguarda la trasformazione in banche Spa di banche commerciali.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 1.158, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Bianconi, Lainati.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  420   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  303).    

  (Le deputate Nicchi e Pes hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sibilia 1.153.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Presidente, la normativa a volte va bene così, perché modificarla ? In questo caso si parla di banche popolari: prima della trasformazione o della fusione di banche popolari tra loro o con altri istituti, la legge prevedeva che Banca d'Italia dovesse dare un suo parere, un suo giudizio. Ebbene, si va a modificare la normativa e si va a togliere questo parere. Ora, noi non ci fidiamo affatto di Banca d'Italia, soprattutto in questo momento, ma auspichiamo che comunque Banca d'Italia si possa rinnovare e possa iniziare ad ispirarsi a principi di correttezza un po’ più fondati. Questo purtroppo oggi non sta in accadendo e, in più, il Parlamento le va a togliere quel poco potere che ha per dire se una fusione o una trasformazione è buona o no. Secondo noi va fatto, ci vuole qualcuno che controlli prima di una fusione; ci vuole qualcuno che dia un parere. Se si toglie alla Banca d'Italia anche questo potere, veramente rischiamo che alcune fusioni possano essere fatte contro gli interessi dei cittadini, contro l'interesse dei soci delle banche popolari. Secondo noi, quindi, è totalmente sbagliato, ma si può rimediare ridando alla Banca d'Italia questo potere. In pratica, cosa si sta facendo ? Secondo noi, con l'articolo 1 di questo decreto, da una parte, si vuole dire che le banche popolari non vanno bene, che bisogna cambiare le governance, che bisogna togliere le banche ai signorotti, così come ha detto il Premier Renzi, e, dall'altra parte, invece, si fanno cose che vanno a vantaggio proprio dei signorotti, a vantaggio della mala gestio, si fanno cose poco trasparenti. Secondo noi è fondamentale che vi sia un controllo prima di ogni tipo di trasformazione o di fusione, e questo controllo lo fa la Banca d'Italia, ma è giusto che magari lo faccia anche la Consob, anche se anche sulla Consob abbiamo parecchi timori. È giusto che sia un organo terzo che possa decidere, che possa dare un parere. In questo caso, il Governo e il Parlamento stanno decidendo di toglierlo e ciò, secondo noi, è totalmente sbagliato. Cerchiamo di ripristinare questo controllo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Presidente, sarebbe utile ricordare, rispetto a questo emendamento, quello che Andreotti tanti anni fa diceva, cioè che a pensare male magari si fa qualche peccatuccio ma poi alla fine ci si azzecca. Con tutto quello che si prevede, con le speculazioni e gli scandali che sono già iniziati e con ciò che ancora ci attende, rispetto a queste speculazioni e quant'altro, non c’è dubbio ed è vero che comunque, indipendentemente dalla maniera e dell'efficacia con cui Banca d'Italia esercita Pag. 11i controlli, le vigilanze ed esprime i pareri, qui c’è un punto fermo per un'assunzione di responsabilità, perché il parere poi va scritto, va visto, e nel momento in cui qualcuno lo firma, cioè nel momento in cui esprime questo parere, viene a conoscenza di tante cose e lo deve sottoscrivere.
  E siccome la magistratura mi sembra che stia già abbastanza addentro a queste cose, Banca d'Italia ha pensato bene – e il Governo la avalla, chiaramente, e la maggioranza – di togliersi dalle responsabilità. Il motivo principale è questo, caro collega Pesco: non è un fatto di controlli o non controlli, è perché chi non firma carte e chi non firma pareri diventa chiaramente non responsabile.
  Quindi noi chiaramente voteremo; e sarebbe utile, visto che si è detto che occorre vigilanza, che occorre far questo, eccetera eccetera, tutte queste cose, è inspiegabile. Come se da un lato si dice: nelle audizioni Banca d'Italia è venuta e ci ha suggerito che c’è questo, questo, questo e dobbiamo seguire assolutamente, in maniera totale senza cambiare niente, e dobbiamo fare pure di fretta, fare il decreto-legge; poi le tolgono via la possibilità di andare a vedere e vigilare. Qualche cosa non quadra; e secondo me invece si tratta proprio di non assumersi responsabilità rispetto a cose facilmente prevedibili, rispetto a quello che Consob già è venuta a dirci con il suo presidente all'interno della audizione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbanti. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Signor Presidente, premesso che ovviamente l'intervento di Banca d'Italia in qualità di organo di vigilanza è sempre bene accetto e dev'essere sempre presente, più che altro sottolineerei il fatto che questo emendamento possa essere abbastanza ultroneo – per cui ci asterremo sostanzialmente dal voto –, poiché questo controllo, questa autorizzazione di Banca d'Italia mi sembra che sia già prevista dall'articolo 56 e dall'articolo 57, comma 1, del TUB, dove sostanzialmente si dice che le modifiche statutarie e ogni operazione di fusione o scissione devono essere effettuate previa l'autorizzazione di Banca d'Italia. Quindi sostanzialmente mi sembra che questa sia una cosa già abbastanza normata.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, qui io credo che invece noi dovremmo intenderci: o il sistema bancario e il mercato del credito sono mercati come tutti gli altri, e allora si può anche evitare di avere una vigilanza maggiore, di avere organismi di controllo, di avere l'intervento della politica; ma se sono mercati come tutti gli altri è tutto questo articolo 1 che non ha alcun senso, perché in nessun altro mercato verrebbe in mente a qualcuno di intervenire per legge cambiando le libere dispositive che dei soci hanno dato vicendevolmente fra di loro.
  Mentre invece qui si fa, e si fa perché si ritiene che la politica nel caso delle banche abbia il diritto di arrivare dettando cosa debba essere Spa, cosa debba essere popolare, cosa sia la cooperazione; abbia il diritto di dire, come è stato detto in audizione dalla stessa Banca d'Italia, che oltre una certa dimensione il principio «una testa un voto» non va più bene: ha detto Bankitalia, bontà sua, che questo almeno vale solo per l'economia e non vale per la politica. Perché guardate che è complessa la cosa, se in società che vanno oltre un certo livello di complessità, se in organismi complessi il principio democratico non vale più e non è più efficiente, questo invece io credo che potrebbe non valere solo per l'economia.
  Però una cosa è sempre da ricordare, e qui non stiamo parlando di passare dalla filosofia della Repubblica egualitaria «una testa un voto» a quella della Repubblica dei filosofi. Qui non vanno a comandare i migliori: qui passiamo alla Repubblica proprietaria, in cui va a comandare chi possiede, che è una cosa molto diversa; e Pag. 12chi possiede ha dimostrato soprattutto in questo Paese di essere perfettamente in grado di fare molti più danni di quanti ne facciano gli imperfettissimi sistemi che si basano sul controllo democratico «una testa un voto».
  Tutto questo per dire che mentre stravolgete tutti questi principi sottraete alla Banca d'Italia l'obbligo di vigilanza sulle fusioni, come se si trattasse di inserire un elemento di semplificazione nel momento in cui si va alla massima ingerenza della politica sul mercato. E quindi questa è la ragione per cui noi invece voteremo a favore di questo emendamento, che io non credo sia ultroneo, per la ragione che ciò che prima c'era oggi non c’è; e se qualcuno aveva deciso di scrivere nel Testo unico bancario oggi esplicitamente si sceglie invece che disinserirlo, come minimo un qualche problema di attribuzione di competenza quando le fusioni cominceranno – e cominceranno – si porrà.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sibilia 1.153, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Di Lello, Grillo, Catanoso, Ciracì, Artini, Parentela, Cecconi, Carbone.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  426   
   Votanti  419   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
 143    
    Hanno votato
no  276).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Tofalo 1.155.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. L'articolo 31 riguarda proprio le trasformazioni e le fusioni delle banche popolari e proprio con questo articolo 31 è stato tolto il controllo della Banca d'Italia. Secondo noi, invece, è giusto che venga ripristinato proprio con riguardo alle banche popolari.
  In più, secondo noi sarebbe giusto che vengano comunque inseriti anche dei requisiti prima di potere procedere alle fusioni o alle trasformazioni e, secondo noi, un requisito fondamentale è che comunque si faccia una fusione per perseguire esigenze di rafforzamento patrimoniale oppure per razionalizzare il sistema oppure per perseguire l'interesse degli investitori, che in questo caso sono cittadini, che sono i soci delle banche popolari.
  Quindi, secondo noi queste misure vanno inserite perché prima di una trasformazione è fondamentale che vi siano delle ragioni valide e non si perseguano solo magari interessi speculativi che vanno a danneggiare gli stessi soci, come è successo diverse volte in altri ambiti, come magari quello assicurativo (vedi la vicenda Unipol-Sai).
  Ebbene, Presidente, abbiamo inserito anche in questo emendamento, comunque, il fatto che ci sia la Banca d'Italia che debba dare un parere positivo prima di ogni trasformazione e di ogni fusione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tofalo 1.155, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nel frattempo che tutti raggiungono i posti saluto gli studenti e gli insegnanti del liceo scientifico «Giovanni Battista Quadri» di Vicenza, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Malisani. Su, colleghi ! Nissoli.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 13
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  417   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
 130    
    Hanno votato
no  287).    

  (Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Villarosa 1.165.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cancelleri. Ne ha facoltà.

  AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI. Grazie, Presidente. Questo emendamento al comma 1, lettera c), aggiunge le parole: «fatto salvo il diritto di recesso dei soci». Questo emendamento ha come primo firmatario il collega Villarosa. Ieri abbiamo esaminato molti emendamenti che avevano come primo firmatario il mio collega. Molti sono stati anche discussi e mi fa sorridere il fatto che sia una discussione interna solo alle opposizioni mentre la maggioranza tace, che è quella che, invece, dovrebbe darci le motivazioni reali del perché è stato dato un parere contrario.
  Ma, in più, io voglio sottolineare che ci sarebbe piaciuto avere qui con noi il nostro presidente di gruppo Villarosa, perché avrebbe potuto rispondere sul merito riguardo ai suoi emendamenti. Però, purtroppo, essendo un «noto violento», che brandisce cartelli in Aula, è stato espulso, è stato allontanato da quest'Aula, proprio durante l'esame di un decreto-legge che ha come Commissione referente quella a cui lui appartiene.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 1.165, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lombardi, Causi, Manzi, Marco Meloni, Ventricelli, Saltamartini, Invernizzi, Simone Valente, Ascani, Calabrò...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  425   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 148    
    Hanno votato
no  277).    

  (Il deputato Sberna ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Paglia 1.117.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, questo è un emendamento anti scalata, propriamente detto, a differenza di quello introdotto dalla maggioranza con l'unico emendamento che è stato approvato a questo articolo 1. Allora, la maggioranza cosa ha introdotto ? Ha introdotto un principio per cui negli statuti delle ex banche popolari, una volta che diventeranno Spa, possono essere inseriti limiti al diritto di voto pari a non meno del 5 per cento e per un tempo massimo di ventiquattro mesi, ma a partire dall'entrata in vigore del decreto. Quindi, se uno arrivasse ai diciotto mesi che la legge gli consente, per sei mesi si potrebbe inserire un limite massimo del 5 per cento. È da notare – è bene che lo ricordiamo tutti – che la possibilità di inserire un limite al voto nello statuto di una banca è già prevista dalla legge ordinaria attuale. Unicredit ha un limite di voto del 5 per cento a tempo indeterminato, non ha avuto bisogno di questa previsione normativa, quindi paradossalmente con questa previsione normativa si limitano i diritti già esistenti, dal momento che si introduce un limite temporale. Con questo emendamento noi facciamo una cosa molto diversa: diciamo innanzitutto che devono Pag. 14prevedere. Sostanzialmente le banche che vanno trasformandosi inseriscono all'interno degli statuti un limite al diritto di voto del 3 per cento. Chiariamo in modo preciso, forse persino eccessivamente pignolo, che quel 3 per cento deve essere omnicomprensivo di qualsiasi rapporto incrociato, di qualsiasi voto o possedimento di società che si controllano a vicenda eccetera. Al massimo si arriva al 3 per cento.
  Introduciamo poi il principio per cui le banche possono, stavolta, introdurre altri correttivi all'interno dei loro statuti, per esempio quello del voto multiplo per chi detenga per almeno due anni le azioni. E poi prevediamo che venga in qualche modo mantenuto un voto di lista per quanto riguarda l'elezione dei consigli di sorveglianza e poi di gestione.
  Tutto questo non fa sì evidentemente che noi mettiamo al riparo le nostre banche, alcune fra le principali banche del Paese, dal rischio di scalata ostile da parte di gruppi finanziari internazionali, cosa che, dal mio punto di vista – l'ho detto tante volte e lo ripeto – sarà l'esito finale di questa operazione, che per questa ragione abbiamo definito persino criminale. Infatti, non si va a sottrarre all'Italia un pezzo del suo sistema bancario, un pezzo fondamentale del suo credito all'industria, per metterlo di fatto nelle mani della finanza internazionale, come si fa con questa operazione. Però almeno, se venisse approvato un emendamento come questo, e non come quello che vi ritrovate all'interno del decreto approvato nelle Commissioni dalla maggioranza, un po’ questo rischio sarebbe limitato.
  L'invito, quindi, a tutto il Parlamento è di approvarlo; non succede nulla: diventano Spa, state tranquilli, non mettiamo a repentaglio questa cosa geniale studiata dal Governo, ma almeno, nel diventare Spa, vengono messe al riparo da OPA ostili.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 1.117, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo...

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa. Onorevole Palese, però iscrivetevi prima.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, per segnalare che l'emendamento Paglia 1.117 è tale e quale al mio emendamento 1.192. Quindi, la votazione era...

  PRESIDENTE. Nel fascicolo non sono considerati identici. Adesso non ho il tempo di leggerli, però, credibilmente, forse vi sono delle differenze.

  ROCCO PALESE. Presidente, li ho letti e l'ho verificato. Se si fida, altrimenti facciamo due votazioni, non cambia; lo dicevo per brevità.

  PRESIDENTE. Facciamo la verifica.

  AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI. Signor Presidente, anche noi ieri avevamo notato questa cosa. La differenza che abbiamo notato è che, dopo il comma 1-bis, nell'emendamento Paglia 1.117 abbiamo il comma 1-ter, quando si va a capo, e nell'emendamento Palese 1.192 no, è tutto contenuto nel comma 1-bis.

  PRESIDENTE. No, abbiamo verificato e sono differenti; quindi, vanno votati e discussi separatamente.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 1.117, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.Pag. 15
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fabbri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  425   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 148    
    Hanno votato
no  277).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 1.192, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giorgio Piccolo, Moscatt, Fantinati, Di Benedetto... onorevole Fantinati, provi a votare con le mani, questo aiuta.
  Dichiaro chiusa la votazione. Mi scusi, non avevo visto che non aveva votato.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  422   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 147    
    Hanno votato
no  275).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 1.118, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fico, Fedriga, Fanucci, Bombassei, Antimo Cesaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  425   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 147    
    Hanno votato
no  278).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Paglia 1.121.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Con questo emendamento si chiede che lo statuto delle neo Spa-ex banche popolari debba comunque destinare una percentuale da definirsi, ma comunque stabile, dei loro utili al finanziamento di interventi sul territorio. Perché riteniamo che si debba inserire questo ? Perché chi conosce adesso la materialità delle banche popolari, grandi o piccole che siano, sa che normalmente lo fanno.
  Capita spesso che i comuni, piuttosto che le associazioni di territorio, ricevano contributi da questo tipo di banche perché sono, checché se ne dica, banche che mantengono un radicamento territoriale anche laddove abbiano sviluppato filiali in giro per tutta Italia, perché è un effetto indiretto del voto capitario, perché lo stesso Testo unico bancario le accompagna in questa direzione, anche senza prevedere obblighi, ma in qualche modo si prevede che si vada da quella parte. Ora la trasformazione in SPA avrà evidentemente come effetto quello di mettere a disposizione degli azionisti, come deve essere, la totalità dei dividendi, se non c’è un emendamento di questo tipo. Questo comporterà un ulteriore depauperamento della capacità di spesa delle nostre comunità locali, quella capacità di spesa che, lo sa bene chiunque abbia un qualche collegamento con il territorio, è già stata danneggiata, a partire dall'anno in corso, dall'aumentata tassazione sulle fondazioni bancarie, che venne allora spacciata come aumento delle tasse alle banche, quando invece tutti sapevamo, fin da allora, che non di aumento delle tasse alle banche si sarebbe trattato, ma di minori finanziamenti Pag. 16alle comunità locali. Infatti, oggi, ora, i comuni cominciano a guardare i bilanci e già vedono meno risorse per la cultura e meno risorse per il sociale. Questo lo avete già fatto, lo avete fatto con l'aumento della tassazione delle fondazioni bancarie, ora lo rifate con la trasformazione delle principali banche popolari del Paese in Spa. Chi ci rimetterà, ancora una volta, direttamente o indirettamente, saranno i cittadini di questo Paese e spesso i cittadini più deboli.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 1.121, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nel frattempo, salutiamo il gruppo di studenti universitari della provincia di Lecco, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Ci sono colleghi che non riescono a votare ? Manzi, Gallinella, Rondini, Gadda, Binetti, Giachetti, Marzana, Rabino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  422   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 145    
    Hanno votato
no  277).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Vacca 1.135.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie Presidente, la lettera d), di questo comma, va ad introdurre nuovi parti nel Codice civile che in parte devono essere utilizzate, in parte no, per quanto riguarda le banche popolari. La cosa che meno ci piace di questa lettera d) è la parte riferita alle deleghe, perché da una parte abbiamo un Premier che dice che vuol togliere le banche ai signorotti, quindi sembra che ci sia un Premier che voglia mettere della legalità all'interno delle banche popolari e che voglia che il potere venga amministrato meglio, con più trasparenza, dall'altra parte cosa fa invece ? Va a toccare il fattore deleghe in modo da aumentare le deleghe che ogni socio può portare in assemblea. Questo vuol dire che è più facile l'accentramento del potere. Se prima la norma diceva che le deleghe al massimo potevano arrivare a dieci, e invece ora si fissa a dieci il minimo, e si porta il massimo a venti, è logico che accentrare il potere diventa molto più facile. Quindi, da che parte vogliamo andare ? Dalla parte di una gestione più trasparente, più pulita e più fluida oppure dalla parte dell'accentramento del potere ?
  In questo caso ci sembra che per le banche popolari che resteranno, cioè quelle sotto agli 8 miliardi, si voglia accentrare il potere e si voglia anche in questo caso fare piacere a qualcuno.
  Noi siamo totalmente contrari a queste scelte. Secondo noi, i soci, gli azionisti ed i cittadini delle banche popolari devono avere rispetto e soprattutto devono essere rispettati nel fattore governance, ossia devono avere la garanzia che la governance venga amministrata e venga effettuata da persone che hanno veramente l'interesse a gestire nel migliore dei modi la banca popolare e non i propri interessi.
  Presidente, veramente, la lettera d), secondo noi, sarebbe da cancellare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 1.135, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.Pag. 17
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Famiglietti, Schirò...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  426   
   Votanti  412   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 134    
    Hanno votato
no  278).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 1.146, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rimaniamo in Aula... Fantinati, Chaouki...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  421   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
 148    
    Hanno votato
no  273).    

  (Il deputato Fossati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 1.142, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  418   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
 139    
    Hanno votato
no  279).    

  (La deputata Mannino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 1.144, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bueno, Mannino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  422   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 143    
    Hanno votato
no  279).    

  (Il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 1.143, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.Pag. 18
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Peluffo, Giancarlo Giorgetti, Tancredi, Corsaro, Di Battista, Pes, Paola Bragantini, Sbrollini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  430   
   Votanti  422   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 129    
    Hanno votato
no  293).    

  (I deputati Zolezzi e De Rosa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 1.126, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  423   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 146    
    Hanno votato
no  277).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 1.148, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mannino, Bernardo, Artini, Fregolent, Terzoni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  437   
   Votanti  429   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
 148    
    Hanno votato
no  281).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 1.145, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Richetti, Peluffo, Altieri.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  438   
   Votanti  430   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato
 145    
    Hanno votato
no  285).    

  (La deputata Mannino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 1.140, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 19

  Benamati, Mannino, Chimienti, D'Alessandro, Ferraresi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  445   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 150    
    Hanno votato
no  295).    

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Capezzone 1.174 e Busin 1.279.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Intervengo solo per motivare questo emendamento, è già stato fatto dai colleghi precedentemente. Uno degli argomenti portati dal Governo a sostegno di questo decreto-legge è che le banche popolari avessero solo il contenitore di società cooperative e nella sostanza fossero istituti di credito puramente dediti ad attività lucrative.
  Con questo emendamento, però, si dà un segnale nel senso opposto. Con questo emendamento saranno ancor meno società con caratteristiche cooperative e di partecipazione democratica dei vari stakeholders all'attività di governance dell'impresa. Quindi, la logica di questo intervento effettivamente ci sfugge. Invece di rafforzare le caratteristiche cooperative delle banche popolari, le si indebolisce ancora di più. A voi le riflessioni e il voto conseguente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Capezzone 1.174 e Busin 1.279, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  436   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 152    
    Hanno votato
no  284).    

  (Il deputato Marcon ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.264, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent, Tancredi, Prataviera, Schirò, Piccione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  436   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 153    
    Hanno votato
no  283).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.522.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente, sempre parlando di deleghe, per quanto riguarda le società per azioni vi è una normativa abbastanza stringente su come devono essere date le deleghe, su come devono essere conservate, su tutti i meccanismi che vanno predisposti affinché questo istituto venga gestito nel migliore dei modi e nella più ampia trasparenza possibile.
  Nelle banche popolari non è così e, secondo noi, se si volesse veramente fare più trasparenza e fare in modo che il potere venga amministrato in modo più Pag. 20corretto, nel rispetto dei soci e dei cittadini, è giusto che qualcosa in più da questo punto di vista venga fatto. Questa è l'occasione giusta per farlo, perché si parla proprio di banche popolari.
  Ebbene, qui noi che cosa chiediamo ? Chiediamo solo che le deleghe vengano quantomeno conservate in azienda e che, quindi, queste deleghe vengano trattate con maggiore responsabilità. In più, alla delega si dà una valenza di atto pubblico, in modo che, se qualcuno fa delle cose «strane» riguardo alle deleghe, quantomeno è un falso in atto pubblico e, quindi, è perseguibile almeno da questo punto di vista.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.522, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Terrosi, Tancredi, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  435   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 158    
    Hanno votato
no  277).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Villarosa 1.81.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente, secondo noi questo decreto-legge fa veramente dei danni e, quindi, noi chiediamo che le cose stabilite con il presente provvedimento vengano quantomeno limitate alle banche popolari che nascano a seguito di trasformazioni riferite a questo decreto-legge. Insomma, chiediamo di circoscrivere questo decreto-legge solo alle banche popolari che nasceranno da trasformazioni di queste banche popolari medesime.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 1.81, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  433   
   Votanti  432   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 155    
    Hanno votato
no  277).    

  (I deputati Terzoni e Placido hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Maietta 1.86, Paglia 1.185 e Palese 1.212, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi, Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  439   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 158    
    Hanno votato
no  281).    

  (I deputati Terzoni e Placido hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

Pag. 21

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Maietta 1.88 e Capezzone 1.191, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Terzoni, Camani, Artini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  448   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 161    
    Hanno votato
no  287).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 1.223, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Guerini, Pilozzi, Tacconi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  445   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 162    
    Hanno votato
no  283).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.520.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, ammetto che noi in qualche emendamento siamo stati un po’ drastici, siamo probabilmente andati un po’ oltre. Tuttavia dobbiamo essere tutti un pochino più onesti.
  Nelle Commissioni è stato approvato un emendamento che sembrava dovesse dare una possibilità in più ai soci delle banche popolari di essere rappresenti in modo simile a quello in cui sono rappresentati attualmente, e non dopo la riforma, con un emendamento riferito al 5 per cento, ossia con il quale viene limitata la possibilità di proporzione tra voto e possesso di azioni al 5 per cento. Ma, come ha detto prima anche il collega Paglia, questa è una previsione che già si può avere nelle banche Spa quindi, perché andare ad approvare un emendamento su una cosa che in realtà si può già fare e oltretutto la si limita a quarantotto mesi ? E, dopo quarantotto mesi, che cosa succede ? Lo potranno fare o non lo potranno fare ?
  Secondo noi è veramente una cosa altro che ultronea: è veramente sbagliato prevedere una cosa del genere, visto che già si può fare. Quindi, veramente chiedo più lealtà e più onestà verso i cittadini quando si approvano degli emendamenti sia in Commissione sia in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.520, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  439   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 159    
    Hanno votato
no  280).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.514, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza Pag. 22della Lega Nord e Autonomie e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent, Prestigiacomo, Morani, Tartaglione.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  440   
   Votanti  374   
   Astenuti   66   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  96    
    Hanno votato
no  278).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 1.516.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, intervengo solo per motivare l'emendamento, questo come altri. Vogliamo introdurre delle cautele a questo decreto, che avrà degli effetti difficilmente calcolabili, ma molto pesanti sul sistema creditizio. Queste, in particolare, sono a tutela del diritto dei sottoscrittori di azioni delle banche popolari, che sono in gran parte piccoli azionisti, sono dei dipendenti, dei piccoli artigiani, piccoli commercianti che – voglio ribadirlo – purtroppo, da questo decreto-legge saranno gravemente penalizzati e non avranno nessuno che li difenderà nella perdita di valore delle loro azioni.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.516, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nel frattempo, saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo statale di Ripi, in provincia di Frosinone, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Gregori, Donati, Carloni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  438   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 157    
    Hanno votato
no  281).    

  (La deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Barbanti 1.506.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente, con questo emendamento sostituiamo, al comma 2-bis, le parole: «ventiquattro mesi», con le parole: «sessanta mesi». Cito parte dell'emendamento delle Commissioni: «Gli statuti delle società per azioni risultanti dalla trasformazione delle banche popolari possono prevedere che fino al termine indicato nello statuto e, in ogni caso, non successivo a ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, nessun soggetto avente diritto al voto può esercitarlo per un quantitativo di azioni superiore al 5 per cento del capitale sociale».
  Con questa modifica delle Commissioni viene data una facoltà agli statuti delle società per azioni, appunto, di prevedere un limite massimo del 5 per cento del valore del capitale sociale. Questo tempo, a nostro avviso, non è un tempo congruo, in quanto viene espresso già un altro limite, ovvero i diciotto mesi dall'entrata in vigore, per la banca per trasformarsi in una Spa, per cui parte dei ventiquattro mesi già viene mangiata dal tempo che, Pag. 23chiaramente, intercorre e di cui necessita la banca per trasformarsi in società per azioni.
  Per cui, se vogliamo dare una parvenza almeno di serietà a questa modifica, aumentare la tempistica dai ventiquattro mesi ai sessanta mesi consente effettivamente di utilizzare questo mezzo, ovvero mettere un limite al valore della quota sociale al 5 per cento: perché, altrimenti, è un tempo che, ovviamente, è troppo ristretto e che in nessun modo ci porta all'obiettivo che, in qualche modo, si voleva ottenere nelle Commissioni con questa modifica.
  Per cui, l'emendamento semplicemente allunga i tempi, che consentono un voto che, comunque, non è al di sopra del 5 per cento della quota capitaria.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbanti 1.506, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  443   
   Votanti  441   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
 160    
    Hanno votato
no  281).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.509, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Artini, Fucci, Savino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  376   
   Astenuti   68   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
  95    
    Hanno votato
no  281).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.510, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baruffi, Zaccagnini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  439   
   Votanti  373   
   Astenuti   66   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
  94    
    Hanno votato
no  279).    

  (Il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.512, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.Pag. 24
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Binetti, Giuseppe Guerini, Patriarca, Piccione, Spessotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  438   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 160    
    Hanno votato
no  278).    

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.517, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carocci, Rostellato, Rizzetto, Brescia, Misiani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  449   
   Votanti  380   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
  97    
    Hanno votato
no  283).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.519, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Presidente, su questa riforma ci sono parecchi lati oscuri; tanti, tanti, mi verrebbe da dire. Il fatto è che molte o alcune di queste banche popolari tra le dieci sono commissariate, ma soprattutto una, la Banca popolare dell'Etruria, guarda caso, è la prima al di sopra della famosa soglia degli 8 miliardi di euro. Sappiamo che la Banca popolare dell'Etruria – possiamo fare nomi e cognomi, perché tanto si tratta di dieci banche, il decreto è riferito solo a quelle, e secondo me è lecito fare anche i nomi e i cognomi delle banche interessate – è una banca che purtroppo ultimamente non andava bene, negli affari non andava bene, e già aveva avuto diverse ispezioni da parte della Banca d'Italia, che ha trovato parecchie anomalie nella gestione di questa banca e, guarda caso, ci sono state sanzioni per 2 milioni e mezzo di euro ai dirigenti, tant’è che anche il papà della Ministra Boschi è stato interessato da queste sanzioni. Sono sanzioni riferite al fatto che non è stata gestita nel modo migliore, parlano proprio chiaro i termini con cui sono state comminate queste sanzioni. Insomma, cosa chiediamo con questo emendamento: visto che una banca, proprio questa, è stata commissariata all'inizio del 2015, cioè proprio nel momento in cui è stato emanato questo decreto, e, visto che si tratta di una situazione molto particolare, chiediamo che questa banca commissariata venga esclusa dalla manovra. Ci sembra una cosa abbastanza ampia: non limitiamolo solo alla Banca popolare dell'Etruria. Nel caso in cui dovessero esserci anche altre banche commissariate, secondo noi è giusto che queste banche, visto che sono state commissariate dal Ministero, vengano escluse da questa normativa. Secondo noi è un atto dovuto verso tutti i cittadini, perché ci sia trasparenza e lealtà quando vengono fatti i decreti. Su questo decreto, come detto prima, ci sono molte ombre oscure. Banca popolare dell'Etruria ce l'ha messa tutta a tirarsi fuori dai guai: ha cercato di fare un aumento di capitale da 100 milioni di euro ma non le è riuscito, non è andata bene, non andato a buon fine, nel senso che non è riuscita a risollevarsi; ha provato a quotarsi in Borsa grazie a un socio Pag. 25di spicco, ma anche in questo caso non è andata bene; ha provato veramente a farne di ogni genere ma non c’è riuscita ed il Governo dovuto fare la sua parte dando una mano a questa quotazione in Borsa obbligando tutti e dieci le banche con gli attivi sopra gli 8 miliardi di euro a quotarsi in Borsa. Secondo noi è veramente un atto non dovuto, un atto che sinceramente andava non fatto ma secondo noi in questo modo, quanto meno, ci si può mettere una pezza, ossia escludendo dalla quotazione in Borsa quanto meno le banche commissariate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Presidente, io l'ho già detto ieri: trovo molto potenzialmente distorsivo e anche potenzialmente pregiudizievole degli interessi dei soci il fatto che sia Banca d'Italia, attraverso il commissariamento – nel caso della Banca popolare dell'Etruria, per il momento – a gestire una fase importante di cambiamento, il passaggio a Spa, che è determinante, che può appunto influire pesantemente anche sul valore futuro dell'istituto, nel bene e nel male. Credo, tuttavia, che questo emendamento non elimini il problema di una potenziale distorsione, ma rischi, invece, di alimentarne un'ulteriore, perché da qui a 18 mesi non sappiamo cosa potrà succedere alla Banca popolare dell'Etruria o alle altre banche. Tutt'al più, si potrebbe pensare di dire che sarebbe meglio accorciare i tempi di commissariamento, ma non c’è un emendamento che dica questo. Quindi, non lo voteremo, voteremo contro, perché il rischio che intravedo in un emendamento come questo è che si aggiunga danno a danno. Non è che il danno non esista, c’è ed è del tutto evidente, così però si introduce un ulteriore elemento, perché se fra sei mesi un'altra banca che ha già avviato il processo di trasformazione viene commissariata, non potrà più andare avanti. Premetto che, peraltro – questo sarebbe bene che lo tenessimo sempre a mente –, non è che fino a ieri fosse vietato diventare una Spa per una banca popolare che lo desiderasse: diventare una Spa per una banca popolare è sempre stato possibile in questo Paese, per questo motivo questo è un atto coercitivo che non introduce una possibilità ma introduce una necessità obbligata e solo per qualcuno.

  AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI. Presidente, intervengo semplicemente per chiedere di sottoscrivere questo emendamento.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.519, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Duranti, Malisani, D'Attorre, Tinagli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  417   
   Votanti  416   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  291).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Busin 1.07, con il parere contrario delle Commissioni e Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.Pag. 26
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Invernizzi, Allasia, Ghizzoni, Moscatt...
  Nel frattempo salutiamo studenti ed insegnanti dell'Istituto superiore Cardano di Milano, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).
  Bianconi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  408   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 132    
    Hanno votato
no  276).    

  (Il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Abbiamo così terminato gli emendamenti all'articolo 1. Dovremmo passare ora all'articolo 2; chiedo al relatore se intenda intervenire. Onorevole Buttiglione, la prego.

  MARCO CAUSI, Relatore per la maggioranza per la VI Commissione. Signor Presidente, abbiamo appena recepito i subemendamenti all'emendamento 2.1000 delle Commissioni, che dobbiamo ancora esaminare, e quindi le chiedo di passare ai voti sull'articolo 3, accantonando gli emendamenti riferiti all'articolo 2.

  PRESIDENTE. Mi sembra una proposta logica.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ricciatti 3.3.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 3.3, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre si rimettono all'Aula entrambi i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Biasotti, Fucci, Marchi, Patriarca, Bergamini, Giacomoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  433   
   Votanti  353   
   Astenuti   80   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato
  25    
    Hanno votato
no  328).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Vallascas 3.12. Vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo, il relatore della Lega Nord si rimette all'Aula, favorevole il relatore MoVimento 5 Stelle.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Signor Presidente, cambiamo il parere in contrario.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vallascas 3.12, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore della Lega Nord, favorevole del relatore MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nel frattempo salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto di istruzione Cellini Tornabuoni di Firenze, che assistono anche loro ai nostri lavori dalla tribuna.
  Abrignani, Iacono, Petrini...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 27
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  427   
   Votanti  426   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
  89    
    Hanno votato
no  337).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Da Villa 3.13.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Da Villa. Ne ha facoltà.

  MARCO DA VILLA. Grazie Presidente. Rapidamente, questo emendamento è volto a far sì che la parola scritta «internazionalizzazione» non si legga «delocalizzazione», e quindi l'emendamento è volto a vincolare l'attività di credito di Cassa depositi e prestiti, o di SACE, alle operazioni di esportazione, affinché sia, appunto, a sostegno delle operazioni di esportazione e non possa essere impiegata per favorire la delocalizzazione delle imprese.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Da Villa 3.13, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, su cui il relatore di minoranza della Lega Nord si è rimesso all'Aula, e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, per favore. Totaro, Nizzi, Pastorelli. Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  430   
   Votanti  413   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  288).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 3.18.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie Presidente. Se vogliamo cercare di riconoscere un senso al fatto che in questo decreto-legge siano state inserite delle questioni che, probabilmente, poco hanno a che fare direttamente tra di loro, questo emendamento, che noi avevamo proposto insieme a tutti gli altri, cerca di salvare almeno una parte di un ragionamento possibile nella coerenza dell'articolato.
  Nello specifico, l'articolo 3 introduce delle disposizioni per il finanziamento diretto alle aziende di SACE anche attraverso il ricorso alla Banca d'Italia. Noi, con questo nostro emendamento proponiamo, di dare un canale di accesso privilegiato alle piccole e medie imprese nella loro attività di internazionalizzazione. Quindi, un accesso al credito per quel 90 per cento e oltre di aziende che compongono il nostro tessuto economico e produttivo, che impiegano la stragrande maggioranza della forza lavoro di questo Paese e che, da sole, non avrebbero la possibilità di internazionalizzare. Un aiuto in più che noi vorremmo dare a quelle tante aziende del tessile, piccole, che sono in difficoltà e la cui unica prospettiva reale e concreta è l'internazionalizzazione, alle stesse che lavorano nella filiera dell'agro-alimentare, alle stesse dell'artigianato tipico, alle stesse dell'artigianato calzaturiero delle varie aree d'Italia, alle stesse, insomma, che da sole, e sempre più abbandonate in questo stato, invece, con questo provvedimento noi potremmo pensare e cercare di aiutare.
  Quindi, l'invito a rivedere il parere, da parte del relatore per la maggioranza e anche da parte del Governo, credo che sia doveroso e una riflessione credo che io la debba fare come relatore di minoranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 28
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 3.18, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi, Lavagno, Fitzgerald, Manfredi, Tidei.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  431   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato
 151    
    Hanno votato
no  280).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 3.15.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie Presidente. Anche in questo caso, noi ragioniamo con una logica coerente con quella dell'articolato.
  Se volessimo trovare una coerenza anche nel percorso e nel contenuto di questo decreto-legge, noi chiediamo – ed è un rafforzativo di quello che già in parte la legislazione ma anche la giurisprudenza di questo Paese hanno già affermato e che, dunque, è già vigente – un rafforzativo per parlare di internazionalizzazione e non di delocalizzazione. Nello specifico, l'emendamento chiede che nel caso in cui sia concesso un credito – e in questo caso abbiamo visto, appena adesso, bocciato il nostro emendamento sulle piccole aziende – alle aziende di una certa rilevanza, che appunto utilizzano quei fondi distorcendone l'obiettivo, che è quello di aumentare il prodotto interno lordo di fatto del nostro territorio, del territorio nazionale, e che, invece, avviano un'attività di delocalizzazione, in quel caso chiediamo che venga rimborsato tutto il maltolto con l'aggravio, ovviamente, degli interessi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 3.15, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Benamati, Minnucci. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  421   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
 156    
    Hanno votato
no  256).    

  (Il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito a votare contro).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fantinati 3.20.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fantinati. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore. Prego.

  MATTIA FANTINATI. Grazie, Presidente. Illustri colleghi, come ho già sentito negli interventi che mi hanno preceduto ma penso che tutto il Parlamento lo dica, visto che io l'ho sentito dire nelle interviste che fate nei talk-show che aiutare le aziende va bene, dare finanziamenti sì, dare credito sì, ma alle aziende che rimangono in Italia, che fanno grande il nostro territorio e che lavorano sul territorio.
  Allora, noi dobbiamo aiutare, con i soldi pubblici, oppure dobbiamo dare del credito perché venga promosso il made in Italy e perché queste aziende possano aprire i loro mercati, ma ricordiamo e precisiamo che un conto sono le grandi aziende, che un po’ ci vanno da sole nel mercato, un conto sono le piccole aziende, che magari fanno anche più fatica.Pag. 29
  Allora, fin che si parla di internazionalizzazione va bene; ma io vorrei, io vorrei dire che chi, invece, chiude qui in Italia, per poi portare tutta la produttività, capannoni e macchinari, all'estero, ebbene queste aziende – no signori ! – non può essere aiutato. Deve essere uno sforzo privato dell'imprenditore, ma non fatto con una garanzia oppure con un prestito di soldi provenienti da fondi pubblici dei cittadini italiani.
  Ma quante Fiat ci devono essere, che ricevono in trent'anni miliardi e miliardi e poi dicono «grazie, arrivederci», prima che si comprenda questo principio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  LUIGI TARANTO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, vi prego. Per favore, prendiamo posto e abbassiamo la voce. Liberiamo l'emiciclo, colleghi ! Prego.

  LUIGI TARANTO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Grazie, Presidente. L'emendamento del collega Fantinati, ma anche alcuni emendamenti che lo hanno preceduto, segnalano l'attenzione sul tema della localizzazione e auspicano, in sostanza, che le attività del sistema export, che ora vede il coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti, non abbiano a favorire processi di delocalizzazione.
  Comprendiamo lo spirito di questi emendamenti, ma la riflessione che ha portato al parere contrario ruota anzitutto intorno al confine, per così dire, ancora assai giuridicamente labile di definizione del concetto di delocalizzazione. Il punto fondamentale, sul quale invece a nostro avviso occorre assistere, sono le azioni positive per un versante di accompagnamento dei processi di internazionalizzazione e, per altro verso, di accompagnamento di processi, come oggi si dice, di reshoring, cioè di ritorno degli insediamenti produttivi nel nostro Paese.
  Da questo punto di vista e proprio come notazione tecnica, vorrei osservare che l'insieme delle misure recate dal provvedimento, dall'articolo 3 in avanti, sono, appunto, tutte misure che si iscrivono, anche attraverso il riconoscimento dell'innovazione e anche attraverso l'accompagnamento agli investimenti in innovazione, sotto la cifra dell'impulso ai processi di reshoring.
  Quindi, noi pensiamo che l'attività del sistema export sia un'attività che debba essere focalizzata sui processi di internazionalizzazione, certamente con attenzione agli effetti e alle patologie della delocalizzazione, ma occorre altresì ricordare che dobbiamo muoverci in un quadro di compatibilità comunitaria e, quindi, dobbiamo tenere presente che gli istituti che svolgeranno questo tipo di attività dovranno svolgerla avendo presente il mercato domestico europeo, così come avviene da parte degli analoghi istituti europei, che già oggi svolgono azioni anche in favore di imprese italiane.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Signor Presidente, il gruppo Sinistra Ecologia Libertà ha votato a favore rispetto agli emendamenti che sono appena stati bocciati da quest'Aula e voterà a favore anche di questo emendamento. Però ho voluto prendere la parola anche sulla scorta delle considerazioni che il relatore Taranto ha voluto fare e che, peraltro, ringrazio. Il relatore Taranto ci ha detto che, rispetto al tema della delocalizzazione, il confine è giuridicamente labile, ma noi lo aspettiamo e lo aspetteremo alla prova dei fatti, perché in quest'Aula da tempo è depositata una proposta di legge del gruppo Sinistra Ecologia Libertà rispetto al tema gravoso, uno dei cancri della politica industriale di questo Paese, delle delocalizzazioni. Noi nella nostra proposta di legge sosteniamo anche che chi ha ricevuto fondi pubblici e decide di abbassare le saracinesche debba non sono restituire i soldi che ha preso dallo Pag. 30Stato, quindi da tutte le cittadine e da tutti i cittadini, ma debba restituire anche gli interessi; questi soldi saranno affidati ad una cabina di regia che poi andrà ad aiutare le imprese in difficoltà che, invece, decidono di non delocalizzare, ma decidono anche di non chiudere e di tenere aperto in Italia. Mi permetto di ricordare, inoltre – e concludo – che è vero che noi dobbiamo legiferare in un contesto e in un quadro di compatibilità comunitaria, ma mi permetto di ricordare che, fino a prova contraria, il diritto comunitario non prevede che le politiche industriali dei Paesi debbano affidarsi, qualora gli affari proprietari e privati vadano male, alla delocalizzazione.
  Io penso che noi in questo Paese dobbiamo innanzitutto fare del bene alle nostre aziende, piccole e grandi o micro che siano, e dobbiamo far sì che si costruisca, anche attraverso queste Aule, un'idea di politica industriale, che manca. Io vorrei aggiungere che ovviamente chiedo di sottoscrivere questo emendamento e facciamo presente che noi siamo totalmente d'accordo e forse siamo anche in una posizione più radicale, perché per noi chi delocalizza in un Paese europeo o extra europeo deve comunque essere punito e bisogna sottrargli i soldi che ha ottenuto da tutti i contribuenti e le contribuenti italiani. Ricordo, infatti, che quando si vanno a prendere soldi pubblici poi di fatto diventano soldi di tutti. Io penso che in questa sede potremmo anche un attimo liberarci dall'ipocrisia del fatto che ci stiamo occupando di banche popolari e poi vediamo che andiamo nel dettaglio a toccare la vita delle nostre imprese e andiamo a sviscerare anche le cose importanti per la nostra politica nazionale. Ci avevate detto che l'articolo 1 non si poteva toccare e abbiamo provato, attraverso degli emendamenti di merito, a modificarlo. Ora, io mi aspetto dal Governo e da questa maggioranza che almeno si provi a confrontarsi, e magari a modificare, ascoltando i suggerimenti costruttivi e non ostruzionistici, ma questo penso sia palese per tutte e per tutti, sugli emendamenti agli altri articoli (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Signor Presidente, innanzitutto intervengo per annunciare il cambiamento in favorevole del mio parere su questo emendamento e anche sul successivo, che è l'ultimo emendamento relativo all'articolo 3, ma poi anche perché io ho ascoltato attentamente le motivazioni adottate dal collega Taranto, che è relatore per la maggioranza di questo provvedimento, circa la sua contrarietà a valutare positivamente questo emendamento. Anche io voglio sottoscrivere questo emendamento e vorrei ricordare al collega Taranto che nulla osta, qualsiasi motivazione lui abbia portato nella sua arringa, ad approvare questo emendamento, salvo che non si voglia salvare il principio per cui: io aiuto le mie imprese, che creano occupazione, che creano valore aggiunto, che creano ricchezza nel nostro tessuto economico-produttivo, nella nostra società.
  Questo è il principio che noi dovremmo mettere al centro di questo nostro ragionamento, cosa che non vediamo rispettata da parte della maggioranza di quest'Aula, che, ancora una volta, come un'anguilla, sfugge, cerca di divincolarsi dal reale e oggettivo dibattito. Qui stiamo parlando di delocalizzazione, di andare a fare in modo di salvaguardare le aziende che ricevono i contributi e che vogliono fare internazionalizzazione, e di andare, al contrario, a bastonare chi, invece, si comporta in maniera truffaldina, andando a rubare, di fatto, a chi vuole agire regolarmente, nelle more delle volontà, come annunciato dallo stesso collega Taranto, di internazionalizzare, e distoglie quei fondi per andare, invece, a delocalizzare, a spostare all'esterno la produzione, a spostare all'esterno Pag. 31anche il know-how, a spostare all'esterno e a strumentalizzare il concetto di made in Italy, e quindi non fare gli interessi di casa nostra.
  Questo è un principio al quale voglio richiamare la maggioranza a interrogarsi e a confrontarsi. Non posso accettare da parte del collega Taranto un'impostazione che è quella di dire: «siamo impegnati nel far rientrare il capitale umano e imprenditoriale che se ne è andato all'estero, e quindi, in questo modo, non vogliamo approvare questo emendamento». Non c'entra un benemerito fico secco, non c'entra assolutamente nulla ! Quindi, collega Taranto, riveda, intervenga di nuovo – la invito – sullo stesso argomento, portando, magari, delle motivazioni più valide, perché, se lei, magari, ci convince che noi abbiamo letto un emendamento sbagliato, che stiamo discutendo di una cosa completamente diversa dalle sue motivazioni, potrebbe essere che lei possa veramente convincerci di avere ragione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Chiedo di riflettere su quanto poc'anzi detto dal relatore per la maggioranza, perché, quando viene detto che, di fatto, sono emendamenti meritori, però vi è una questione giuridicamente labile sul concetto di delocalizzazione, credo che se un'Aula parlamentare non possa mettere, magari, nero su bianco che l'attività di delocalizzazione, di fatto, è un'attività che non deve essere incentivata... Per di più, viene anche detto che ci si sta occupando di fare tornare le imprese che hanno già delocalizzato.
  Il problema che stiamo segnalando è un problema reale: continuiamo e vi è il rischio di continuare a dare fondi a quelle imprese che poi, di fatto, andranno a delocalizzare. Questa situazione può essere fermata, può essere migliorata. Vi chiedo, se possibile, di accantonare questo emendamento, al fine di arrivare a una valutazione, anche rispetto a quelli precedentemente bocciati, ma analoghi, in merito a una riformulazione dello stesso emendamento, per andare incontro a quanto già – e lo dico al Viceministro De Vincenti – inserito all'interno di una legge di stabilità passata, dove, di fatto, con un emendamento del MoVimento 5 Stelle, fu sancito che le imprese che delocalizzavano avrebbero dovuto restituire i finanziamenti ricevuti.
  Se questo principio è stato già inserito una volta, credo che sia necessario ribadirlo anche all'interno di questo decreto. Pertanto, invito ad accantonare l'emendamento e a riformulare, eventualmente, il concetto, qualora, così espresso, non soddisfi i relatori. Cerchiamo di farlo per il bene del Paese: non pensiamo alle solite imprese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. A questo punto...

  GIOVANNI PAGLIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su che cosa ?

  GIOVANNI PAGLIA. Su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Sì, però devo sentire prima il relatore. Vi è una proposta di accantonamento. Prego, relatore Taranto.

  LUIGI TARANTO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Confermo il parere precedente, Presidente.

  PRESIDENTE. Perfetto. Quindi, sull'accantonamento, ovviamente, il parere è contrario ?

  LUIGI TARANTO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Esatto.

  PRESIDENTE. Perfetto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

Pag. 32

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Solo per ricordare a me stesso, come si usa dire, che i Trattati istitutivi dell'Unione europea, i Trattati sul funzionamento dell'Unione europea, si fondano su quattro libertà fondamentali: la libera circolazione delle merci, la libera circolazione delle persone, la libera prestazione dei servizi e la libera circolazione dei capitali. Per cui, norme contro la delocalizzazione mi sembra che difficilmente potrebbero superare un esame di vigenza europea.

  EMANUELE PRATAVIERA. Leggilo !

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  ROCCO BUTTIGLIONE. Ho sentito parlare di Paesi europei ed extraeuropei, allora cominciamo col dire che, all'interno dell'Unione europea, mi pare difficilmente proponibile. Ma abbiamo studiato veramente il fenomeno della delocalizzazione ? Guardate che, molte volte, per un'azienda delocalizzare alcune produzioni è il modo per tenerne in Italia altre e non doverle chiudere tutte. Non è che le aziende delocalizzano perché gli piace delocalizzare, le aziende delocalizzano quando si trovano davanti a situazioni di mercato che sono per loro drammatiche. Allora, prima di intervenire per emendamento dentro un altro provvedimento su questi temi, vorrei suggerire ai colleghi di fare una riflessione ed eventualmente proporre un progetto di legge ad hoc che consideri la forte e complessa variabilità di questi temi. Tanto più che il fenomeno della delocalizzazione è un fenomeno che in parte sta rientrando, allora, piuttosto, perché non ci domandiamo in che modo possiamo favorire la rilocalizzazione in Italia, sapendo che se lavori con il mercato assecondandolo, ottiene risultati, se lavori contro il mercato, proibendo alle aziende di fare cose che sono poi inevitabili per la loro sopravvivenza, tu ti troverai ad avere, forse meno delocalizzazioni, ma anche meno posti di lavoro in Italia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie Presidente, un disegno di legge complessivo sulle delocalizzazioni già esiste, informo l'onorevole Buttiglione, presentato da SEL e sottoscritto anche da molti colleghi del Partito Democratico e della maggioranza, quindi si potrebbe partire da lì. In realtà, non è impossibile stabilire cos’è internazionalizzazione, a cui non siamo assolutamente favorevoli, e cosa è delocalizzazione, basti pensare che gli Stati Uniti, che sono da sempre un Paese che ha delocalizzato in una prima fase, e internazionalizzato, oggi si continua ad internazionalizzare, ma hanno avviato politicamente le condizioni per poter riportare la base industriale all'interno del Paese. Quindi, si sa, si sa nel mondo e si sa anche in Italia, qual è la distinzione tra un'impresa che delocalizza, portando fuori il lavoro, portando fuori gli investimenti, portando fuori la produzione, e quella che è un'impresa che, invece, mantiene solidamente all'interno dell'Italia quelli che sono i fondamentali produttivi e utilizza le basi estere o per integrare il ciclo produttivo o per esportare e aumentare le esportazioni, oppure, per esempio, semplicemente perché alcune cose è più facile andarle a fare anche in Cina, piuttosto che farle solo in Italia, per poi esportarle verso la Cina. Questo è molto chiaro. Per questo io torno a chiedere al relatore di accantonare l'emendamento, se avesse un supplemento di riflessione. Ci pensiamo e vi assicuro che non è per nulla difficile fare ciò, tant’è che esistono due parole (se esistono due parole vuol dire che sono diverse): delocalizzazione e internazionalizzazione, non foss'altro per una questione di vocabolario, dovrebbe essere chiaro a tutti che è possibile dare definizioni diverse e normare entrambe (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

Pag. 33

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benamati. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BENAMATI. Presidente, intervengo per commentare anche alcune questioni che ho sentito intervenendo sull'emendamento. Il relatore e l'onorevole Buttiglione hanno svolto un ragionamento assai concreto, perché il titolo di questo articolo riguarda l'esercizio del credito a supporto delle esportazioni e dell'internazionalizzazione. Oggi le aziende che non vogliono naturalmente portare all'estero le loro produzioni, ma vogliono mantenere la loro capacità in Italia, spesso si trovano nella catena di produzione del loro valore ad avere anche situazioni presenti in siti esteri, parti di produzione, basi logistiche. E qui siamo, lo dico al collega Paglia, nell'ambito di un processo di internazionalizzazione che vede la maggior parte della catena del valore nel nostro Paese, che ha insito nel nostro Paese la testa e la base tecnologica e operativa. L'osservazione del relatore, che noi condividiamo, è quella dell'indicazione in un provvedimento di questo tipo sulle delocalizzazioni, che è affatto generica. Qui vengo, però, anche ad una riflessione molto breve, ma doverosa, su quella che è la ratio dell'articolo 3, perché noi abbiamo in questo provvedimento assistito, e ne sono lieto, oggi, ad un ampio ed alto dibattito sul tema delle banche popolari, ma spesso ci dimentichiamo o purtroppo passa in secondo piano, l'importanza di alcuni altri temi che sono stati trattati all'interno di questo decreto.
  In quest'articolo noi diamo gambe al credito per l'esportazione. È una questione significativa e importante nel nostro Paese dal punto di vista del sistema pubblico. Voglio ricordare, Presidente, che nel 2014 il nostro export si aggirava circa sui 400 miliardi, con un surplus superiore ai 100 miliardi. In quest'Aula abbiamo spesso discusso di politica industriale – lo dico ai colleghi che l'hanno nominata – dicendo anche che, in questa crisi e in questa fase delicata, ciò che ha tenuto il Paese a galla è stata la capacità di esportare, innovando, costruendo ricchezza e avendo una catena del valore che rimaneva in Italia. Oggi, con questo decreto-legge e con i miglioramenti che le Commissioni hanno introdotto, noi portiamo il nostro sistema Paese a competere di più e meglio sul tema dell'esportazione.
  Noi diamo mandato ad un sistema pubblico, che è quello della Cassa depositi e prestiti, di operare sia con la controllata SACE dal punto di vista delle garanzie all'esportazione, quanto ad entrare nel sistema creditizio alle esportazioni, comprendendo tutto il mondo aziendale italiano, per favorire anche quelle possibilità che ci dovrebbero essere e che spesso svantaggiano le nostre aziende in alcune parti del mondo, meno coperte per esempio dal sistema creditizio italiano, che con questo provvedimento potranno competere al meglio.
  Allora, rinnovando le osservazioni ed il parere del mio gruppo conforme a quello del relatore per la maggioranza su quest'emendamento, voglio tuttavia richiamare per tutti l'importanza di questo passaggio, che è strumento di politica industriale ed è strumento che potrà rafforzare uno dei pilastri della nostra economia, ovvero il sistema dell'esportazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie Presidente, rinnovo la richiesta fatta dai miei colleghi di accantonare quest'emendamento perché ci sembra estremamente importante e di vitale importanza per le nostre aziende, soprattutto per le aziende che vogliono restare in Italia, produrre in Italia e produrre prodotti per noi italiani.
  Sappiamo benissimo che l’export è un settore molto importante, nel quale le nostre aziende hanno molto rilevanza e che molte riescono a restare a galla per questo. Siamo d'accordo sul fatto che l’export vada aiutato, ma non per questo bisogna aiutare anche le aziende a internazionalizzarsi, nel senso di portare all'estero parte della produzione.Pag. 34
  Secondo noi questo è svantaggioso soprattutto per i cittadini italiani, soprattutto per le persone che in queste aziende lavorano. Sono accaduti negli anni molti abusi e dovremmo riuscire a mettere un freno. Ora finanziare le aziende per permettergli anche di delocalizzare, secondo noi, è veramente l'apoteosi dell'insuccesso di questo Governo. Quindi chiediamo di accantonare quest'emendamento e di rifletterci veramente su un momento in più per riuscire a trovare la giusta quadra per un provvedimento che secondo noi è importante, ma va fatto nei migliori dei modi.

  PRESIDENTE. Prendo atto che l'opinione dei relatori rimane la medesima rispetto alla richiesta di accantonamento.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fantinati 3.20, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Moscatt, Marzana, Nesci... altri ? Mura, Brugnerotto, Anzaldi, Agostini, Biancofiore, Bargero... Caruso ha votato... Quartapelle... su colleghi !
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  432   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 151    
    Hanno votato
no  281).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 3.22, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simoni, Rabino, Da Villa, Toninelli, Sorial.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  436   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 154    
    Hanno votato
no  282).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Quintarelli 4.9, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (bilancio) e sul quale i relatori di minoranza si rimettono all'Aula.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Intervengo per cambiare parere in favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma e anche quella del gruppo di Forza Italia a questo emendamento e per invitare il sottosegretario De Vincenti e i relatori a un supplemento di istruttoria. Lo dico al collega Taranto, che ho visto che ha seguito attentamente i lavori.
  In questo caso il punto è ancora una volta di logica, non di buon senso. Si tratta di dire che noi abbiamo trapiantato la legislazione pro start up dentro questo decreto-legge, perché evidentemente viene giudicato che quella normativa aiuta le imprese. In un certo qual senso possiamo dire – lo dico al sottosegretario De Vincenti Pag. 35e al collega Taranto – che la normativa pro start up è diventata una start up normativa, cioè una sorta di battistrada per una normativa che renda lo Stato finalmente meno nemico di chi intraprende.
  Allora, da questo punto di vista, la logica dell'emendamento Quintarelli è quella di dire quanto segue: se per le start up ci sono tre criteri fondamentali, dei quali uno solo deve essere rispettato perché si possa avere la qualifica di start up innovativa, e se vogliamo trapiantare quella normativa dentro le nuove PMI innovative, perché allora mettere un doppio barrage di ingresso, una doppia barriera di ingresso e non semplicemente limitarsi a replicare quella impostazione che ha funzionato e sta funzionando bene, dando vita a un ecosistema che crea posti di lavoro e soprattutto speranza per il presente e per il futuro ?

  PRESIDENTE. Onorevole Palmieri, a ragion di Regolamento, io non posso recepire l'adesione o la sottoscrizione di un intero gruppo. Io recepisco la sua sottoscrizione e, dal punto di vista politico, resta agli atti l'adesione del gruppo a cui lei appartiene e che lei ha rappresentato in questa dichiarazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quintarelli. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. Signor Presidente, intervengo solo per riaffermare la rilevanza, a mio avviso, di questo emendamento. In definitiva si tratta di fissare un criterio per definire una società innovativa.
  È indubbio che le tecnologie stanno cambiando la società e l'economia e si va verso una progressiva dematerializzazione dell'economia. Le nostre aziende soffrono sempre di difficoltà nella fase di successione, nella capacità di introdurre nuovi talenti manageriali, nuove competenze. Sono società vecchie. Chiaramente, favorire la nascita di start-up e la loro acquisizione è un modo per fare innovazione anche nelle aziende tradizionali, anche nelle aziende manifatturiere. I casi si sprecano, non sto qui a raccontare e a citare degli esempi.
  Se noi dobbiamo decidere quando un'azienda è innovativa o meno, dobbiamo definire un criterio per cui l'azienda è innovativa. Ce ne possono essere «n» di criteri, come essere innovativa nella chimica, o in altri settori. Ma, una volta definito il criterio, quello è uno e non ha molto senso, a mio avviso, avere «n» barriere all'ingresso come spiegava correttamente l'onorevole Palmieri.
  Pertanto, io confermo questo emendamento e spero in una riflessione ulteriore da parte dei relatori per la maggioranza per avere un parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ho alcune richieste di intervento, tra cui, però, quella dell'onorevole Taranto, che è relatore per la maggioranza per la X Commissione. Quindi, onorevole Taranto, darei la parola prima a lei, perché, se c’è una modifica del parere, questo ovviamente indirizza il dibattito in un altro verso. Prego.

  LUIGI TARANTO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Signor Presidente, sia l'intervento dell'onorevole Palmieri, che l'intervento dell'onorevole Quintarelli, ripropongono i temi di un'interessante discussione che si è svolta anche in sede di Commissioni. Nel non accettare la proposta di accantonamento, ribadisco, quindi, gli argomenti che ho utilizzato in sede di Commissioni. La mia prima osservazione è questa: nel caso delle PMI innovative, vengono richiesti due requisiti, anziché uno come nel caso delle start-up innovative. Faccio, però, notare al collega Palmieri e al collega Quintarelli che vengono richiesti con una diversa e più temperata intensità rispetto a quanto avvenga per le start-up innovative. In altre parole, sia i volumi di spesa in ricerca, ma ora anche in innovazione, sia il livello di personale dotato di particolare qualificazione in termini di titoli di studio e di esperienze di ricerca, sono più temperati, Pag. 36meno intensi rispetto a quanto richiesto per le start-up innovative.
  L'osservazione di ordine più generale è poi questa: ho sottolineato, discutendone, tra gli altri, anche con l'onorevole Palmieri in sede di Commissioni, che l'ambizione piccola della misura concernente le PMI innovative non è certamente quella di dare una risposta esaustiva e universale all'intero spettro delle questioni attinenti alla costruzione del cosiddetto ecosistema dell'innovazione. Con la misura di cui all'articolo 4, cioè l'istituzione e il riconoscimento della categoria delle PMI innovative, noi cerchiamo di dare risposta alle esigenze specifiche di un cluster di imprese, cioè di un insieme di imprese, di un sistema di imprese, individuandolo attraverso alcune caratteristiche, la cui cifra è sostanzialmente l'oggettività, la riconoscibilità e la certificabilità in maniera semplice. Quindi, anche in questo caso, le esigenze poste sono esigenze assolutamente comprensibili. Mi permetto di sottolineare che lo strumento delle PMI innovative nasce con alcune caratteristiche specifiche. Ribadisco le ragioni per le quali si richiedono due requisiti, ma più temperati rispetto al sistema start-up innovative. Infine, concordo, invece, sull'esigenza che con altri strumenti e altre tipologie si possa dare una risposta più complessiva alle esigenze delle politiche e degli strumenti a sostegno dell'impegno in innovazione da parte dell'intero sistema imprenditoriale italiano.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie Presidente, qui, come ha ricordato il collega Taranto, ritorniamo a un dibattito che abbiamo già vissuto all'interno delle Commissioni. Ma credo che sia importante coinvolgere anche tutti i colleghi in questo dibattito e a questo approfondimento.
  Da un certo punto di vista qui vediamo tutto il peso elefantiaco dello Stato e la volontà suprema del legislatore di voler andare ancora una volta a mettere una mano sopra una materia che teoricamente non gli dovrebbe competere. Noi non dovremmo prenderci la responsabilità di andare a definire quale azienda è innovativa e quale non lo è e, se dovessimo farlo, dovremmo sicuramente farlo andando a definire con dei criteri particolarmente stringenti un campo che probabilmente la stragrande maggioranza di noi nemmeno conosce, che nemmeno ha mai visto, non avendo mai vissuto all'interno di una azienda né dal punto di vista produttivo né dal punto di vista manageriale e imprenditoriale. E questo dobbiamo dirlo e dobbiamo affermarlo perché, dal mio punto di vista, stiamo facendo un errore madornale, un errore di cui io non mi voglio prendere assolutamente la paternità. Anche noi avevamo presentato lo stesso emendamento e vorrei sottoscrivere anche questo emendamento Quintarelli 4.9 che non abbiamo presentato per motivi di responsabilità politica, come abbiamo già detto ieri ritirando una parte degli emendamenti. Sapevamo che questo sarebbe stato presentato e quindi ora abbiamo il dovere di discuterlo. Il legislatore vuole andare a porre dei paletti ben precisi, di fatto dicendo che solamente chi ha studiato ed è in possesso del titolo di studio è innovatore. Allora io ripropongo una motivazione esattamente contraria a questa impostazione. Pensate a Steve Jobs. Steve Jobs non era un laureato nel momento in cui nel suo garage di casa ha fondato Apple (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) e allora vogliamo dire che la sua azienda non è innovativa ? Voi volete dire che lo stesso ragazzo che, come Steve Jobs, per condotta personale, per motivazioni di vita non ha avuto la possibilità di avere un dottorato di ricerca, non può aprire una start up ? Questa è una responsabilità grave che voi vi assumete soprattutto quando poi voi stessi promuovete dei seminari sulla fuga dei cervelli, sulla fuga all'estero dei nostri ragazzi. Noi dovremmo, invece, impostare la questione nel merito, cioè è il mercato che deve stabilire chi è innovativo e chi no, premiando direttamente nel merito Pag. 37del prodotto che viene realizzato. Io non ho mai visto dieci o quindici dottorati su venti persone che costruiscono qualcosa di concreto e si mettono da soli a realizzarlo. Facciamo in modo che magari a sancire se un'impresa è innovativa o meno sia la Camera di commercio che è anche territoriale e che quindi conosce molto bene la propria realtà, ma non poniamo paletti legislativi sul riconoscimento o meno di una start up o di una PMI innovativa con questi meriti.
  Inoltre c’è da fare un altro ragionamento: noi così vorremmo tarpare le ali a quelle tante aziende che già adesso sono molto innovative ma hanno purtroppo la colpa di essere condotte da imprenditori che magari hanno la terza media. Guardate che in tutta Italia – non parlo soltanto della mia realtà in Veneto – ci sono aziende che fatturano miliardi di euro condotte da persone che non hanno avuto la fortuna di studiare o di poter accedere ad un diploma universitario e di questo ragionatene nel momento in cui la legge dirà che la PMI è innovativa solamente se contempera dei parametri che prevedono nella pianta organica di fatto solamente la clausola del dottorato di ricerca oppure non lo è.
  Inoltre c’è il terzo rischio: il rischio della speculazione reale e concreta. Con questo tipo di definizione noi potremmo vedere che aziende anche importanti esternalizzeranno di fatto tutta l'attività di ricerca e sviluppo andando a godere doppiamente dei benefici che voi gli state riconoscendo ora dal punto di vista fiscale, realizzando di fatto la nuova start up che gode di un'agevolazione specifica ad hoc e poi godendo appieno di tutti quei meccanismi di credito di imposta, contributi europei come, ad esempio, il Fondo Horizon 2020 e così via. Quindi attenzione perché potremmo, oltre alla beffa, creare un vero e proprio danno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, rapidamente solo per confermare il parere negativo sull'emendamento con le stesse motivazioni apportate dal relatore e aggiungere solo una breve considerazione su quanto sostenuto ora dall'onorevole Prataviera.
  Segnalo che proprio il fatto che sia possibile il riconoscimento della qualifica di PMI innovativa con due su tre di quei requisiti significa, per esempio, che è possibile che io ho innovazione anche se manca il secondo requisito sui dottorati di ricerca, sui laureati, e così via. Quindi, mi sembra che l'argomentazione dell'onorevole Prataviera non colga il punto riguardo alla norma che il Governo e le Commissioni hanno proposto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente, Steve Jobs per realizzare la Apple non ha avuto bisogno di qualche piccolo, molto sottile sgravio fiscale da parte del Governo americano: ha avuto piuttosto bisogno, come ci ha fatto sapere Wozniak, di avere accesso ai laboratori della Hewlett Packard e di poter lì realizzare l'innovazione che, poi, ha costituito una delle più grandi aziende del mondo. Questo per dire che chi ha genio, chi ha capacità innovativa ce la fa anche senza bisogno dell'assistenza dello Stato: ma questo accade negli Stati Uniti, come accade in Italia. L'Italia non è fortunatamente un Paese deindustrializzato né, ancora, è un Paese che sia privo di capacità di innovazione.
  Io credo, lo dico all'onorevole Palmieri e lo dico anche all'onorevole Quintarelli, invece di riflettere su questo, è vero che, forse, il potere politico non dovrebbe eccessivamente decidere cosa sia innovazione e cosa no, però, se fa degli interventi di questo tipo, ha il dovere di indirizzare Pag. 38le risorse in qualche modo, ha il dovere di indirizzare verso l'innovazione. Allora, io vi invito a leggere la norma.
  Capisco l'onorevole Quintarelli: forse, la definizione che è stata data di piccola e media impresa innovativa, come prima di start up innovativa, ha delle lacune, ma di questo prende la responsabilità chi l'ha scritta; però, se noi riducessimo a uno il criterio, potrebbe capitare che noi definissimo piccola e media impresa innovativa un'impresa che sia depositaria o licenziataria di una privativa industriale relativa ad un'invenzione industriale. Voi definireste innovativa un'impresa che ha una privativa industriale relativa ? No, credo che non lo farebbe l'onorevole Palmieri e non lo farebbe nemmeno l'onorevole Quintarelli, perché, ridotto ad uno il criterio, parliamo di questo. Che chi ha un brevetto, qualunque sia, relativo ad un qualsiasi campo industriale, è innovativo, a me, francamente, come definizione, sembrerebbe un po’ lacunosa.

  PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Buttiglione e Benamati, che avevano chiesto di parlare per dichiarazione di voto, vi hanno rinunziano.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente, rapidamente, io ringrazio il relatore Taranto, il Viceministro De Vincenti e anche il collega Paglia. Il punto, a mio avviso, resta quello che ho espresso nel mio primo intervento, cioè a dire: se noi trapiantiamo una norma, trapiantiamola così come è dimostrato che funziona. Sono d'accordo sul fatto che sono attenuati i criteri e, quindi, l'intervento del collega Paglia coglie pienamente il segno; la questione, a mio avviso, è quella che una piccola e media impresa normalmente è focalizzata su una sola attività e, quindi, è meglio riprodurre esattamente un solo criterio forte, che consenta alla piccola e media impresa di attaccarsi a questa norma, senza stravolgere la propria attività e usando al meglio le poche forze di cui dispone, rispetto a proporne due attenuati. Questa era l'intenzione della sottoscrizione dell'emendamento del collega Quintarelli.
  È proprio un fatto, come ho detto all'inizio, di logica, cioè riproponiamola tale e quale, perché, in questo modo, il mio dubbio è che, comunque, si crea un doppio ostacolo: è come un cavallo che, in un concorso di equitazione, di salto con gli ostacoli, si trovi ad affrontare una doppia barriera, anziché una sola consistente. Allora, l'invito è proprio in questa direzione e, cioè, se l'intenzione era quella, trapiantiamo – e lo dico per l'ultima volta – una norma che funziona, trapiantiamola così come dimostra di saper funzionare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente, io come legislatore vorrei prendermi, invece, la responsabilità di definire quando un'impresa è innovativa e quando non lo è, proprio per andare a incentivare chi fa innovazione. Noi non siamo la Cina e non possiamo fare competizione sui grandi numeri, ma dobbiamo farlo sull'innovazione, sulla tecnologia e anche sulla cultura dell'innovazione e della tecnologia.
  Per questo io sono a favore del fatto di definire che cosa sia un'impresa innovativa, in particolar modo la PMI innovativa, però in questo articolo, effettivamente, ci sono delle lacune. Prima il collega Paglia ha sottolineato, effettivamente, e ha chiesto all'Aula come si può definire una PMI innovativa nel caso in cui sia depositaria, licenziataria, di una sola privativa industriale. Ancora peggio è la seconda parte del terzo punto, ovvero la titolarità dei diritti relativi a un programma per elaboratore originario direttamente afferente all'oggetto sociale. Basta che mi faccia un software per gestire la mia impresa afferente appunto all'oggetto sociale e automaticamente ho soddisfatto uno dei tre requisiti per essere PMI innovativa. Questo Pag. 39è un criterio troppo fumoso, troppo labile e non può essere utilizzato per definire che cosa sia una PIM innovativa.
  Per cui, anche per rispondere al collega Taranto, d'accordo che si stanno mettendo dei criteri meno stringenti rispetto alle start-up innovative, ma allora facciamoli più stringenti e osserviamo effettivamente un solo criterio, andando a migliorare quello che è un testo che su alcuni punti, effettivamente, sarebbe da migliorare. Quindi, noi siamo favore e sottoscriviamo questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente. Vorrei ribadire quanto ho detto prima, ma per far ragionare: quando noi parliamo di una start-up innovativa, se voi leggete i tre criteri, cioè il fatto di avere un certo fatturato impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo, il fatto di avere due quinti della forza lavoro che sia in possesso del dottorato di ricerca o che sia ricercatore impiegato presso le università, oppure che si tratti di un'azienda che sia titolare di brevetto industriale, vorrei far riflettere che, nel momento in cui noi andiamo a combinare due di questi tre requisiti, inevitabilmente lasciamo fuori e tagliamo fuori tante di quelle realtà che, invece, potrebbero essere realmente fatte rientrare. Ciò, non in una fase astratta, ma nella fase reale che il Paese vive adesso, fatta di crisi, fatta di mancati pagamenti, fatta di uno Stato che non ti riconosce i tuoi diritti anche quando devi rivalerti, perché magari sei in contenzioso su un brevetto industriale, per vedere se è o no tuo, perché magari la giustizia è lentissima, piuttosto che quando non c’è rispetto dei tuoi pagamenti e, quindi, non puoi andare a fare una richiesta di mutuo in banca per poter investire nella tua attività. È chiaro che, quando una impresa non riesce realmente a collegare due di questi tre aspetti assieme, ma ne può collimare solo uno e magari avvicinarsi solo al secondo, e noi ci prendiamo la responsabilità oggi di dire «no», tranchant, almeno due di questi tre requisiti devono essere raggiunti, noi, lo ripeto, lasciamo fuori migliaia e migliaia di realtà che vivono già e che noi dobbiamo già considerare come innovative.
  Assumersi la responsabilità di fare questo, oggi, significa veramente abbandonare ancora una volta di più le aziende che meritano e i ragazzi che meritano. Quindi, mi raccomando, Stato, continua a comportarti come un elefante, continua a vedere il resto della società come tuo sottoposto, non metterti al suo pari, continua con questo atteggiamento e, sicuramente, questo Paese non andrà da nessuna parte. Ragionate su questo, ragionateci, perché se voi parlate con le aziende, con le persone che vorrebbero fare qualcosa, le persone che vorrebbero fare qualcosa, in questo Paese, vi risponderebbero in questo modo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quintarelli 4.9, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saluto gli studenti e gli insegnanti del liceo scientifico «Giotto Ulivi» di Borgo San Lorenzo in provincia di Firenze, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Saluto anche gli studenti del liceo linguistico europeo di Vicenza che, anche loro, stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Tidei, Carinelli... Su, colleghi, che il sole è alto... Grassi, Squeri...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 40
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  434   
   Votanti  360   
   Astenuti   74   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  262).    

(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Prataviera 4.25, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo, il parere favorevole dei relatori di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente. Vede, anche in questo caso noi cerchiamo di ragionare dal punto di vista imprenditoriale e questo emendamento, senza un'ambizione particolare, potrebbe introdurre un'enorme, per non dire rivoluzionaria, modifica del nostro approccio nel vedere le aziende.
  Questo emendamento dice di prevedere come PMI o start up innovative anche quelle aziende che rivedono completamente il loro ciclo di produzione, certificando che il prodotto o il servizio che loro hanno realizzato sia a bilancio energetico zero. Tutti gli ecologisti, tutti gli ambientalisti e tutti coloro che si limitano molto spesso solo a parlare, probabilmente con questo emendamento potrebbero riscattare molto delle loro ambizioni e volontà politiche in un gesto.
  Si prevede che, ad esempio, se produco pneumatici, come il mio collega Busin, e domani mattina faccio un investimento di centinaia di milioni di euro per dare un valore aggiunto al mio pneumatico che, per il suo ciclo di vita, dalla materia prima al carico, alla trasformazione in azienda e alla consegna finale, ha avuto un bilancio energetico zero, è possibile che quel valore aggiunto, che sicuramente paga ma dovrebbe essere pagato di più e che ha un pubblico di riferimento sempre maggiore, possa essere premiato. Questa è sì una rivoluzione ideale, perché permette realmente a tutte le innovazioni non di mettersi in moto, in cammino, timidamente, come voi vorreste con questo provvedimento, ma fattivamente. Mettereste in piedi un meccanismo che farebbe galoppare l'innovazione, perché innovazione chiama innovazione, perché l'innovazione sconvolge il mercato e il mercato sarà costretto a rifondare molte delle proprie convinzioni e a fare un salto in avanti che, in questo caso, avrebbe delle ricadute reali e concrete sulla vita di tutti noi che non possiamo trascurare.
  Allora, comunque, facendo i conti con la realtà, credo che di aziende pronte a fare questo passo, al mondo, ce ne siano forse cinque o dieci, ma proprio per questo, perché avrebbero un bilancio energetico pari a zero, introducendo una modifica normativa, potremmo sancire, primi nel mondo – nel mondo ! –, questo principio, che va a premiare e a considerare le aziende che hanno il coraggio di andare oltre, di gettare il cuore oltre l'ostacolo e di innovare completamente. Noi potremmo veramente metterci una targhetta al petto, un fiocchetto al petto, e dire: abbiamo fatto veramente quella famosa rivoluzione che il nostro stesso Presidente del Consiglio si limita solo a decantare, per la quale si limita solo a parlare.
  Assumetevi la vostra responsabilità ora: le carte le avete in mano voi, spero che cambiate il vostro parere da contrario a favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benamati. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BENAMATI. Presidente, anche qui, la grande stima che nutro per il collega Prataviera non può esimermi dal fare alcune riflessioni che motiveranno anche il parere contrario del mio gruppo.
  Richiamo la bella discussione di pochi minuti fa sul concetto della PMI innovativa, Pag. 41che noi introduciamo a seguire anche sul concetto delle start up innovative, come sistema che va a creare e che cerca di costruire un ecosistema dell'innovazione nel nostro Paese.
  Abbiamo discusso poc'anzi – lo dico per me e per il mio gruppo, per la memoria nostra – del fatto che per essere PMI innovativa, ovverosia, per accedere a una serie di benefici di che la legge consente – lo ricordava il collega Paglia –, occorre che l'azienda di cui stiamo parlando possieda almeno due su tre requisiti: questo è stato oggetto di discussione poc'anzi.
  Questi requisiti – li richiamo per mia memoria – sono: la spesa in ricerca, sviluppo innovazione superiore al 3 per cento della PMI innovativa, una certa quota di personale laureato, di ricerca, che sia impegnato nella ricerca o la titolarità di licenze o brevetti e privative industriali. Quando si sta all'interno di due di queste condizioni, si accede al rango di PMI innovativa con i benefici e le condizioni di stimolo che ne conseguono. Ma questo lo abbiamo già detto.
  Veniamo ora all'emendamento che ci viene proposto dal collega Prataviera, che obiettivamente ha argomentato in maniera molto ampia, toccando temi a cui siamo molto sensibili; però io vorrei poi richiamare, da legislatori quali siamo, il testo che sta nelle nostre mani. Il testo che sta nelle nostre mani ci dice che l'intervento proposto in questo emendamento va ad aggiungersi alla lettera e), numero 1): ovverosia, quando si dice che un'azienda deve spendere più del 3 per cento del suo bilancio in ricerca, sviluppo e innovazione o valore totale della produzione della PMI innovativa, cioè deve la PMI innovativa avere queste condizioni. È chiaro che deve investire in innovazione, sviluppo e ricerca. Il collega ha aggiungerebbe: «ovvero che investe in tecnologie per la produzione del bilancio energetico zero».
  Allora, due sono le questioni, perché tutti siamo attenti all'ambiente, e lo faccio presente anche perché avremo emendamenti simili che ci porranno la questione dello sviluppo informatico interno all'azienda e ci porranno il tema anche di altre tecnologie. Se la tecnologia è innovativa, è di per sé ricadente all'interno di questa fattispecie, a meno che non si vogliano inserire tecnologie di tipo diverso, anche non innovative, alle quali aggiungere queste caratteristiche.
  Per cui il motivato parere contrario del nostro gruppo, seguendo i relatori e il Governo, è che la declinazione di una tecnologia che già viene ricompresa nelle specifiche di PMI innovativa in questo caso è ultronea o può dare adito a confusione. Se la PMI si occupa di tecnologie nuove, di tecnologie avanzate, questo va bene indipendentemente che il campo sia l'ambiente, l'energia biomedicale o tutte le tecnologie del nostro settore produttivo.
  Per questo diciamo che l'emendamento ci pone qualche problema e siamo contrari.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 4.25, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza e il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Fedriga, Invernizzi, Grimoldi, Alberto Giorgetti, Saverio Romano, Romele...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  430   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato
 158    
    Hanno votato
no  272).    

  (Le deputate Argentin e Malpezzi hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Guidesi 4.27.Pag. 42
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Anche in questo caso vorrei richiamare la vostra attenzione, perché prima si parlava del ciclo produttivo, ora collateralmente passiamo ad una fase che invece è meno materiale, ma che comunque riguarda la vita di molte nostre aziende.
  Molto spesso noi stessi parlamentari partecipiamo o assistiamo a dei tavoli rotondi o a dei seminari in cui si parla del basso tasso, o meglio del bassissimo tasso medio di informatizzazione, di ICT medio delle nostre aziende, in cui ragioniamo sugli investimenti che dovrebbero essere fatti e così via.
  In questo caso l'emendamento, che propone di andare a considerare PMI innovative anche quelle che investono in ammodernamento software o in evoluzione gestionale informatizzata, in questo senso, credo che sia quanto meno un atto dovuto sia per chi fa già sforzi enormi in questo campo che non gli vengono riconosciuti – e posso garantire che ci sono tantissime aziende che potrebbero fare da apripista – sia per dare uno scossone a quelle aziende che invece sono rimaste indietro e che potrebbero avere un motivo in più per mettersi a correre. Andando a considerare anche tutto quell'indotto di aziende che si occupano di questo in Italia, che sarebbero già possibilmente inseribili all'interno del quadro normativo che stiamo costruendo in questo momento delle PMI innovative, soprattutto potremmo dare un motivo a quei tanti ingegneri informatici, dottorati informatici, ragazzi e tecnici che si occupano di questo e che hanno studiato, che sono andati all'estero magari a fare i camerieri e non quello per cui hanno studiato, un motivo in più per tornare a casa, perché gli avremmo dato un'opportunità.
  Ecco, su questo vi invito a ragionare e per l'ennesima volta dal momento in cui ho iniziato a parlare, vi prego di non farvi scappare quest'altra opportunità.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guidesi 4.27, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Morani, De Lorenzis...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  426   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
 152    
    Hanno votato
no  274).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ricciatti 4.16 e Allasia 4.20, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza per la Lega Nord e Autonomie e sul quale il relatore di minoranza per il MoVimento 5 Stelle si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei, Paris, De Lorenzis, Di Battista, Mauri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  423   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 161    
    Hanno votato
no  262).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Pag. 43

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 4.37.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, in questo caso vorremmo estendere tra i requisiti per considerare la classificazione delle PMI innovative anche quelli – lo dico per tranquillizzare il relatore e la maggioranza – anche quelli dell'esperienza e della professionalità che sono state acquisite all'interno dell'azienda da parte dei dipendenti. Questo perché personalmente sono convinto, a differenza di molti di quelli che sono seduti qui dentro, che l'istruzione e il miglioramento delle conoscenze in Italia non li fanno solo la scuola o le università, ma li fanno soltanto quegli imprenditori che magari proprio con la terza media hanno tirato su delle strutture imponenti e si sono imposti sul mercato.
  Oppure che, nel loro piccolo, hanno saputo completamente innovare o che dagli stessi dipendenti sono nate delle idee, delle innovazioni, dei nuovi prodotti, che hanno permesso all'azienda di crescere. Tutto ciò che all'interno dell'azienda fa maturare le persone, nella vita reale, nel mondo reale, allorché una persona si presenta e vuole cambiare lavoro, viene spiegato in un curriculum vitae ed è considerato un valore aggiunto.
  Quindi, io credo che, per metterci un po’ più sul piano di chi vive quotidianamente all'esterno di questo palazzo, dovremmo metterci anche noi, come legislatori, un po’ più allo stesso livello e ciò potrebbe essere un aspetto migliorativo di questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 4.37, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati, D'Alessandro, Montroni. Altri che non riescono a votare ? Togliete la pallina...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  409   
   Astenuti  16   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 136    
    Hanno votato
no  273).    

  (I deputati Argentin e Romanini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mucci 4.501.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento andiamo a modificare, aggiungendo un punto a quelli che sono i criteri che definiscono che cosa sia una PMI innovativa. In questo decreto-legge, infatti, vengono inseriti dei criteri per accedere a semplificazioni, agevolazioni ed incentivi, sulla scia di quelli che erano destinati alle start-up innovative, e per l'individuazione del contenuto innovativo che, appunto, va a caratterizzare queste piccole e medie imprese è necessaria l'osservazione di almeno due tra i tre requisiti che riguardano volume di ricerca e sviluppo, personale qualificato, con titolo di dottorato o presenza di laurea, nonché il terzo punto, che già prima ho definito «almeno fumoso», in quanto nella seconda parte del terzo punto viene indicata la titolarità dei diritti relativi ad un programma per elaboratore originario registrato presso il registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore.
  Allora, le criticità qui sono diverse. In primo luogo, perché andiamo a depositare presso il registro pubblico speciale per elaboratore, che è gestito dalla SIAE, Viceministro, che, di fatto, comunque non tutela le imprese stesse, perché se il mio Pag. 44programma, che io ho depositato, viene copiato non sono comunque tutelato secondo i miei diritti o per la violazione dei diritti stessi. Dall'altra parte, è un mero adempimento burocratico, perché sarebbe necessaria anche un'autocertificazione, dato che la registrazione presso il registro pubblico speciale per elaboratore non mi tutela dalla violazione dei diritti e nessuno controlla che cosa effettivamente ho depositato. Quindi, si potrebbe altresì depositare semplicemente un'autocertificazione con la quale io certifico che ho banalmente prodotto un software. Ma non soltanto prodotto, perché posso essere anche semplicemente titolare dei diritti relativi a questo software e, quindi, ho acquistato un software che mi permette di gestire la mia azienda, il suo oggetto sociale.
  Quindi, è un criterio che è troppo labile da questo punto di vista. Noi andiamo a utilizzare un criterio che, invece, va a definire un modo diverso di intendere che cosa sia l'innovazione. Infatti, facciamo riferimento, Viceministro, all'accrescimento della conoscenza in base al fatto che io produco software open source, ovvero che metto a disposizione della collettività il mio sorgente, che mi consente, da una parte, di condividere la mia esperienza, di condividere la mia conoscenza presso altri e di risparmiare anche in innovazione e in formazione, perché alcuni possono guardare come effettivamente io scrivo il mio software e utilizzarlo a loro volta. Questo va ad alimentare anche nuove imprese, che stanno nascendo, e che girano, appunto, intorno al concetto di sharing economy piuttosto che all'artigianato digitale che, appunto, prevede l'utilizzo di software che possono essere anche distribuiti...

  PRESIDENTE. Grazie...

  MARA MUCCI. ...e, quindi, a un nuovo concetto di intendere che cosa sia l'innovazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, io chiederei al relatore di fare attenzione a questo emendamento, perché in questo caso, invece, mi sembra sia uno di quegli emendamenti che nulla toglie e anzi aggiunge. Se parliamo di innovazione, noi non possiamo fare finta di muoverci in un ambiente diverso da quello reale. In particolare, il software libero non sarà proprietario, come evidentemente si dice, ma non è che in sé e per sé il fatto che uno sviluppi in quell'ambito non lo connoti come attività di impresa, anzi. Pensiamo solo che la nostra pubblica amministrazione fondamentalmente dovrebbe utilizzare software libero. Allora, io mi chiedo per esempio: un'impresa che lavora per la pubblica amministrazione in quella direzione e faccia innovazione in servizi che abbiano a che fare proprio con la pubblica amministrazione, metta a sua disposizione, come dice l'emendamento, i suoi prodotti, dovrebbe essere esclusa in automatico dalle imprese innovative ? Per il fatto che non lavora su brevetto ? Per il fatto che sceglie di fare un'operazione diversa ? Allora qui noi – io l'ho detto prima, sono intervenuto per dire che non si devono allargare le maglie eccessivamente – non allarghiamo niente, qui non allarghiamo, andiamo semplicemente in profondità. Nell'andare in profondità, ricomprendiamo imprese certamente innovative che attualmente sarebbero escluse e che io credo rischiano di fare anche un servizio complessivo allo sviluppo del Paese e non solo molto superiore rispetto a quello che si limita al software proprietario, che io mi auguro prima o poi venga consegnato all'archeologia della storia.

  LUIGI TARANTO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI TARANTO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Signor Presidente, con riferimento agli interventi dell'onorevole Mucci e dell'onorevole Paglia e ad alcuni degli altri interventi precedenti, Pag. 45osservo e ribadisco che l'identificazione del ruolo delle PMI innovative avviene attraverso questo provvedimento per il riconoscimento di requisiti strutturali, due requisiti strutturali fra i tre individuati dal provvedimento. Evidentemente, l'emendamento del quale stiamo parlando introdurrebbe un quarto elemento strutturale, comportando variazioni del cluster del sistema di imprese, per come identificato anche in sede di relazione tecnica di accompagnamento del provvedimento. Al di là di questo, come è noto ai colleghi, poiché la questione è stata oggetto di confronto anche in Commissione, vi sono problemi, per così dire, di certificazione e di riconoscibilità dell'uso dei software open source. Su questo tema resta fermo l'impegno che abbiamo assunto in Commissione, e che il Governo ha condiviso in Commissione, di trovare specifiche forme di approfondimento della questione e anche di riconoscimento dell'impegno e dell'investimento nei software open source, ma all'interno dei confini dati in questo provvedimento non è stato possibile individuare una soluzione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mucci 4.501, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre i relatori di minoranza si rimettono all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Intanto, approfitto per comunicarvi che, a fronte dell'esigenza manifestatami dai presidenti delle Commissioni finanze e attività produttive di riunire il Comitato dei diciotto e anche di affrontare altri provvedimenti, al termine di questa votazione sospendiamo la seduta.
  Spadoni, De Lorenzis, Gallinella...
  Vi invito a non lasciare l'Aula, perché, per qualsiasi ragione si dovesse ripetere la votazione, chi se ne è andato perde la votazione.

  Caon, Mariani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  343   
   Astenuti   85   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato
  80    
    Hanno votato
no  263).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  A questo punto, sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e, quindi, alle ore 16,10 con il seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante misure urgenti per il sistema bancario. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 13,05, è ripresa alle 15.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della salute, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento.

(Misure di sostegno alla ricerca farmaceutica nel campo delle malattie rare – n. 3-01346)

  PRESIDENTE. L'onorevole Binetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01346 per un minuto, concernente misure di sostegno alla ricerca farmaceutica nel campo delle malattie rare (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

Pag. 46

  PAOLA BINETTI. Sappiamo che c’è un grande interesse, anche da parte del Ministero, per sostenere le politiche della ricerca specifica nel campo delle malattie rare. Ne abbiamo avuto due segnali molto concreti anche nell'ambito dell'ultima finanziaria, a proposito del Kalydeco per i pazienti affetti da fibrosi cistica e a proposito dei farmaci più specifici per l'epatite C.
  Il punto vero, Ministro, che noi vogliamo chiedere è, prima di tutto, se non si può adottare un piano organico più ampio e più completo che riguardi la ricerca per le malattie rare, includendo in questo campo, come il Ministro sa bene, tutte quelle patologie di tipo neurodegenerativo che in qualche modo risultano sacrificate e schiacciate rispetto a tanti altri obiettivi. Il secondo punto è la disponibilità effettiva di questi farmaci per i pazienti.

  PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti per aver sollevato una tematica, quella relativa alle malattie rare e alla ricerca per la cura delle stesse, alla quale attribuisco una significativa rilevanza.
  Colgo l'occasione per ricordare che in sede di revisione dei LEA, il cui iter è, come già noto, ben avviato, sarà aggiornato anche l'elenco delle malattie rare, nel senso che saranno introdotte oltre 110 nuove patologie rare e gruppi di patologie esenti. Questa è una cosa che i pazienti aspettavano da anni.
  In tema di cura delle malattie rare, non vi è dubbio che un ruolo di particolare rilievo è costituito dalla ricerca nel settore farmacologico. È noto che l'Agenzia europea dei medicinali (EMA) ha il compito di individuare i farmaci cosiddetti orfani e provvede alle relative procedure di autorizzazione della loro immissione in commercio in Europa. Alle aziende farmaceutiche che vedono riconosciuto come orfano un proprio farmaco sono assicurati percorsi autorizzativi semplificati, attraverso la riduzione delle tariffe per la valutazione dei dossier a corredo delle domande di autorizzazione.
  Nel corso del 2014 l'EMA ha autorizzato un numero senza precedenti di farmaci orfani, ben 81, di cui almeno la metà a base di molecole di nuova entità chimica e 17 per il trattamento delle malattie rare. Circa il 30 per cento dei farmaci orfani è di natura biotecnologica. Le biotecnologie sono il motore primario della ricerca dei farmaci orfani, sviluppati attraverso la sintesi di nuovi anticorpi monoclonali, terapie avanzate, potenziatori e correttori del cloro e terapie enzimatiche. Su 81 farmaci orfani autorizzati fino al 31 dicembre 2014 dall'EMA, l'Agenzia italiana del farmaco ne ha già approvati ben 63.
  Per quanto riguarda la spesa e i consumi relativi ai farmaci orfani, comunico che i dati dell'Osservatorio sull'impiego dei medicinali dell'AIFA stimano un'incidenza delle dosi giornaliere acquistate ogni mille abitanti pari, nell'anno 2014, allo 0,03 per cento sul consumo farmaceutico totale. Del pari significativo è il dato di spesa, che registra un'incidenza del più 5 per cento.
  Da ultimo e sempre in tema di ricerca, vi anticipo che sono in procinto di presentare una proposta normativa che, se approvata dal Parlamento, rappresenterà un'importante innovazione nel campo della ricerca sui farmaci per le malattie rare, oltre ad aver predisposto la norma per destinare 3 milioni di euro stanziati per la sperimentazione Stamina a favore della ricerca sulle malattie rare.
  In estrema sintesi, la proposta normativa è volta a prevedere ulteriori semplificazioni per le autorizzazioni di farmaci per patologie rare o di particolare gravità e peso socioeconomico, a beneficio delle terapie per le quali siano disponibili evidenze cliniche preliminari di innovativa importanza. Ritengo, infatti, che sia necessario intervenire anche sulle medicine e su approcci terapeutici innovativi personalizzati Pag. 47e concentrare le risorse disponibili su aree e realtà di eccellenza della ricerca italiana, quale quella sulle malattie rare, rispetto alle quali c’è, peraltro, la possibilità di un posizionamento competitivo del nostro Paese.

  PRESIDENTE. L'onorevole Binetti ha facoltà di replicare per due minuti.

  PAOLA BINETTI. Sono certamente soddisfatta della risposta data dal Ministro, al quale, però, voglio fare presente tre cose molto concrete.
  La prima è questa. Benissimo, siamo molto contenti di disporre di farmaci altamente innovativi, che veramente possono cambiare la vita e la qualità di vita di questi pazienti. Il problema è che vorremmo che si giungesse fino alla fine della filiera, cioè che il farmaco giungesse davvero al paziente, che lui lo potesse trovare in farmacia, che lo potesse trovare, come succede in un sistema universalistico e gratuito come il nostro, senza costi aggiuntivi.
  Il Ministro conosce perfettamente qual è il costo di questi trattamenti e sa che molti di questi pazienti non stanno trovando il farmaco e mi riferisco a pazienti che appartengono sia all'area – chiamiamola così – dell'epatite C piuttosto che non della fibrosi cistica, per riprendere i due casi che ho citato prima.
  Sono molto contenta che il Ministro abbia deciso di destinare i famosi tre milioni che erano previsti per la ricerca, con il vecchio metodo Stamina totalmente archiviato, alla ricerca nel campo delle malattie rare, in particolare mi auguro che sia rivolta un'attenzione specifica, da un lato, alle patologie di tipo neurodegenerativo e, dall'altro, all'applicazione di cellule staminali in questo tipo di trattamento. Il Ministro sa bene che in piazza Montecitorio c’è ancora la tenda di quei ragazzi che stanno aspettando gesti concreti in questa direzione per poter tornare a casa.
  Quindi, io la ringrazio e mi auguro davvero che anche a quella storia si possa mettere un lieto fine quanto prima.

(Iniziative per l'istituzione di punti di ispezione frontaliera in Sardegna, relativi alle merci e ai prodotti importati, anche in rapporto al piano straordinario per l'eradicazione della peste suina africana approvato dalla Commissione europea – n. 3-01347)

  PRESIDENTE. L'onorevole Capelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01347, concernente iniziative per l'istituzione di punti di ispezione frontaliera in Sardegna, relativi alle merci e ai prodotti importati, anche in rapporto al piano straordinario per l'eradicazione della peste suina africana approvato dalla Commissione europea (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, Ministra, se le sarà più comodo, la pregherei di stare pure seduta: non c’è nessun problema. Il 23 luglio – come le è noto – la Commissione affari sociali della Camera dei deputati ha approvato, dopo una serie di audizioni e di ampie discussioni, la risoluzione Renzi ed altri: «iniziative volte a fronteggiare la peste suina africana e la malattia vescicolare suina». In particolare, è nota l'endemicità della peste suina africana in Sardegna e l'inefficacia delle azioni poste in essere fino al luglio scorso dalle istituzioni preposte ha determinato, da parte della Commissione europea e del Ministero della salute, l'assunzione di stringenti restrizioni sulle esportazione dalla Sardegna dei prodotti di carne suina, nonostante la malattia non sia contagiosa per l'uomo.
  La Commissione, tra le azioni utili al contrasto della malattia, individua al punto l) della risoluzione, che – ricordo – è stata approvata con parere favorevole del Governo, l'impegno da parte del Governo a rafforzare i controlli su porti e aeroporti anche a favore dell'istituzione in Sardegna di punti di ispezione frontaliera.

  PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

Pag. 48

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, in via preliminare ricordo che, con riferimento alla malattia vescicolare del suino, l'Italia, fino all'anno 1995, ha messo in atto un piano di sorveglianza e di eradicazione di questa malattia su tutto il territorio nazionale, ivi compresa la regione Sardegna.
  L'applicazione delle misure contenute in tale piano ha permesso di ottenere l'accreditamento di tutto il territorio nazionale, con la sola eccezione della Campania e della Calabria. Quanto alla peste suina africana, la normativa comunitaria prevede l'adozione di misure cautelative di salvaguardia, finalizzate a prevenire la diffusione della malattia su tutto il territorio europeo. Il territorio europeo, in conseguenza di focolai di peste suina africana confermati in altri Stati membri quali Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia, è stato differenziato sulla base del livello di rischio. La Sardegna è inserita nella parte IV dell'allegato della decisione europea del 2014: ciò indica l'endemicità della malattia su tutto il territorio regionale e non solo su di una parte di esso alla stregua degli Stati membri interessati all'epidemia.
  Ecco perché la richiesta di poter commercializzare al di fuori dell'isola prodotti suini trattati termicamente deve tener conto dei dati epidemiologici e delle azioni intraprese dalla regione Sardegna per una valutazione del rischio della situazione sanitaria, requisito indispensabile per la concessione del regime derogatorio.
  Le attività di eradicazione straordinaria della peste suina africana, approvate il 30 gennaio 2015 e trasposte in un provvedimento regionale, hanno preso avvio, ma occorre, con la supervisione dei competenti uffici della Commissione UE, vagliarne i primi effetti concreti. Ecco perché, in assenza di dati oggettivi che dimostrino gli obiettivi raggiunti nell'attività di eradicazione, con particolare riferimento alla lotta agli allevamenti illegali, appare difficile sostenere, da un punto di vista strettamente sanitario, la sussistenza delle garanzie contenute negli accordi di cui sopra.
  Con riferimento all'istituzione di posti di ispezione frontaliera, PIF, nella regione Sardegna, ricordo che i controlli sanitari sulle merci importate da Paesi extra UE sono espletati nell'Unione europea da una rete di uffici localizzati presso i confini portuali ed aeroportuali europei. In Italia, operano 23 di questi uffici che effettuano i controlli sanitari su animali vivi e i loro prodotti per conto di tutta l'Unione europea. Una merce quindi può essere controllata presso un PIF europeo ed essere destinata a qualsiasi Stato membro.
  Pertanto, seppure attualmente non sia stato abilitato dalla Commissione europea un PIF in Sardegna, le merci in provenienza da Paesi terzi destinate al territorio della regione vengono comunque sottoposte a tutti i controlli. Evidenzio, peraltro, che è in corso la procedura comunitaria per l'abilitazione di un Posto di ispezione frontaliera in Sardegna per l'espletamento dei previsti controlli sanitari dei prodotti di origine animale, che potranno essere destinati, quindi, non solo al territorio della Sardegna, ma all'intero mercato dell'Unione europea. Quindi, appena sarà finita la procedura, anche in Sardegna vi potrà essere un PIF.

  PRESIDENTE. L'onorevole Capelli ha facoltà di replicare per due minuti.

  ROBERTO CAPELLI. Per quanto riguarda l'istituzione del PIF, sono sicuramente soddisfatto che sia iniziata e sia stata avviata la procedura per l'istituzione in Sardegna, che notoriamente è un'isola, perciò staccata dalla penisola, che necessita di avere un controllo diretto, sia delle merci sia degli animali vivi o dei prodotti lavorati, sia in entrata che in uscita, direttamente in Sardegna.
  Questo ha a che vedere anche con il benessere animale: sono piene le cronache dei trasporti non decisamente legali legati al benessere animale. Per quanto attiene la peste suina africana, le è noto, Ministro, che la regione Sardegna ha provveduto e ha posto in essere il piano di eradicazione della peste suina africana, portando anche alla sua attuale attenzione i primi risultati.Pag. 49
  Per il trasporto delle merci e dei prodotti della lavorazione della carne suina legati all'Expo, credo che lei avrà tutte le condizioni utili per poter autorizzare il trasferimento di queste merci per l'Expo di Milano, che non sono sicuramente controllate, o meglio sono sicuramente meglio controllate dei coccodrilli dello Zimbabwe o degli insetti che provengono da Stati che non rispondono sicuramente alle norme igienico-sanitarie strettamente riportate nella nostra nazione.
  Quindi, credo e confido nel buonsenso. Per quanto riguarda i prodotti termizzati, sa bene che non vi è alcun pericolo; per quanto riguarda i prodotti sottoposti a stagionatura, non vi è alcun pericolo. La restrizione portata alla sua attenzione dall'Unione europea è soltanto uno stimolo a lavorare meglio e presto perché si arrivi all'eradicazione completa della malattia.

(Iniziative volte ad assicurare i livelli essenziali di assistenza con riferimento all'articolo 6 del Patto per la salute 2014-2016, riguardante l'assistenza socio-sanitaria – n. 3-01348)

  PRESIDENTE. L'onorevole Galgano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01348, concernente iniziative volte ad assicurare i livelli essenziali di assistenza con riferimento all'articolo 6 del Patto per la salute 2014-2016, riguardante l'assistenza socio-sanitaria (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente. Signora Ministro, oggi le chiediamo una cosa importante che riguarda il Patto per la salute 2014-2016, che prevede che i livelli essenziali di assistenza agli anziani, ai disabili, alle persone con disabilità mentali, vengano forniti nell'ambito delle risorse che sono disponibili.
  Ovviamente, questo autorizza a non fornire assistenza a tutti coloro che ne abbiano bisogno, mentre la nostra Costituzione, all'articolo 32, sostiene, molto giustamente, che il diritto alla salute sia un diritto fondamentale. Le chiediamo, quindi, se non intenda procedere alla revisione dell'articolo 6 del Patto, che non è in linea con la Costituzione.

  PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, vorrei confortare l'onorevole interrogante che l'interpretazione data dell'articolo 6 del Patto non è questa. L'affermazione che apre l'articolo 6 del Patto per la salute, ovvero che le attività incluse nell'area dell'assistenza socio-sanitaria sono effettuate nei limiti delle risorse previste a legislazione vigente per gli ambiti di intervento individuati, può essere interpretata in due diversi modi, ma certamente non nel senso di voler introdurre limiti di natura economico-finanziaria al diritto dei cittadini di accedere a tale tipo di assistenza.
  L'interpretazione più semplice è quella che attribuisce al testo il significato ricavabile dalla sentenza n. 509 del 2000 della Corte costituzionale, e cioè il bilanciamento dell'interesse tutelato da quel diritto con altri interessi costituzionalmente protetti; bilanciamento che deve tenere conto dei limiti oggettivi in relazione alle risorse organizzative e finanziarie di cui si dispone.
  Peraltro, a differenza di altre aree, pure incluse nei livelli essenziali di assistenza, per l'area socio-sanitaria non sono mai stati fissati limiti né all'ammontare delle risorse destinate al finanziamento né alla dimensione dell'offerta in termini di posti letto, come per l'assistenza ospedaliera. I limiti delle risorse previste a legislazione vigente sono pertanto i limiti ampi del finanziamento del Servizio sanitario nazionale.
  La seconda interpretazione è quella che richiama l'attenzione sulla necessità di rispettare gli ambiti di competenza delle due componenti sociale e sanitaria e, quindi, sulla necessità di non far gravare impropriamente i costi dell'una sulle risorse messe a disposizione dell'altra.Pag. 50
  Quanto alla volontà del Ministero della salute di ampliare, e non comprimere, i diritti dei cittadini nell'area della non autosufficienza, desidero ricordare da un lato l'impegno all'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, che proprio in questa area declina nel dettaglio le singole attività e prestazioni che il cittadino ha diritto di esigere dai servizi socio-sanitari, dall'altro l'incremento del Fondo nazionale per le politiche sociali, a decorrere dall'anno 2015, di 300 milioni di euro annui e l'incremento del Fondo per le non autosufficienze, anche ai fini del finanziamento degli interventi a sostegno delle persone affette da sclerosi laterale amiotrofica, di 400 milioni di euro per l'anno 2015 e di 250 milioni di euro a decorrere dall'anno 2016. Aggiungo poi che, d'accordo con il Ministro Poletti, ho attivato un tavolo per la riforma, anche normativa, diretta ad una completa integrazione dell'assistenza sanitaria e socio-sanitaria e che la volontà nell'articolo 6, sia mia, come Ministro, sia della Conferenza Stato-regioni, è stata proprio quella, finalmente, di lavorare per un'integrazione tra il socio-sanitario, per fare in modo tale che, da una parte, funzioni il livello dell'ospedale come gestione di acuzie e, dall'altra, il territorio gestisca la cronicità e tutti quegli elementi di assistenza al paziente e alle famiglie che fanno una buona sanità.

  PRESIDENTE. L'onorevole Galgano ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ADRIANA GALGANO. Io la ringrazio per tutte le rassicurazioni che lei ci ha dato rispetto all'importanza di fornire i livelli essenziali di assistenza, perché il non fornirli non è un danno solo per coloro che ne sono beneficiari, ma anche per le loro famiglie che vivono, in alcuni casi, in situazioni di disperazione. Noi, però, abbiamo presentato un ordine del giorno alla riforma costituzionale che chiede una legislazione chiara, quindi con delle linee guida per una legislazione chiara. Riteniamo che una legge non possa avere due interpretazioni, riteniamo che ci debba essere un'interpretazione univoca e chiara, che sia di indirizzo per l'azione legislativa e, pertanto, le ribadiamo la richiesta di intervenire sulla modifica dell'articolo 6 del Patto Stato-regioni.

(Iniziative per assicurare la capillare fruibilità delle nuove terapie contro l'epatite C sull'intero territorio nazionale – n. 3-01349)

  PRESIDENTE. L'onorevole Rondini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01349, concernente iniziative per assicurare la capillare fruibilità delle nuove terapie contro l'epatite C sull'intero territorio nazionale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  MARCO RONDINI. Grazie Presidente, è stata adottata in data 12 novembre 2014 la determina di Aifa per la commercializzazione del farmaco sovaldi che è il farmaco per il trattamento dei pazienti affetti da epatite cronica C. L'erogazione del farmaco a carico del sistema sanitario nazionale è consentita solo su prescrizione di centri specialistici all'uopo individuati dalle singole regioni. Si stima, oggi, che in Italia siano circa 70-80 mila i pazienti più gravi, a fronte di una patologia già diagnosticata a 400-500 mila persone. A noi risulta che le delibere per la distribuzione del farmaco sono state attuate e adottate solo da poche regioni e, come al solito, magari adottate con dei gravi ritardi. Noi chiediamo al Ministero come intenda garantire, in tempi brevi, la capillare distribuzione delle nuove terapie su tutto il territorio nazionale e permettere ad ogni malato un equo accesso alla cura.

  PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Ringrazio gli onorevoli interroganti per avere ricordato la mia risposta all'interrogazione del 5 novembre scorso, con la quale avevo già anticipato il massimo impegno del Governo tutto, e mio personale in particolare, volto a garantire l'accesso Pag. 51al medicinale sofosbuvir in modo omogeneo sull'intero territorio nazionale. Ebbene, sono lieta di comunicare che sono numerose le iniziative che sono state messe in campo al predetto fine e inizio a ricordarle in ordine temporale: la definizione da parte di AIFA dei criteri di accesso al trattamento dell'infezione del virus dell'epatite C, garantendo al contempo la sostenibilità del sistema e l'equità e l'omogeneità dell'accesso stesso, condividendone le priorità con le associazioni dei pazienti a cui la cura è destinata. Sono state elaborate regole per modulare l'accesso alle terapie in modo da assicurare progressivamente il trattamento a tutti i soggetti affetti, anche confrontandosi, questo lo abbiamo fatto nei giorni precedenti e, più volte, con le associazioni dei pazienti.
  Nella legge di stabilità per il 2015 è stata approvata, su mia iniziativa, una norma che ha costituito per la prima volta presso un Ministero della salute un fondo ad hoc di 1 miliardo di euro per gli anni 2015-2016, finalizzato a concorrere al rimborso delle regioni che devono provvedere all'acquisto di farmaci innovativi nelle cure dell'epatite C, già autorizzate dall'Aifa, ed è in fase di predisposizione il decreto del Ministero della salute, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, previsto dalla stessa legge di stabilità per il 2015, che individua le modalità con cui saranno ripartite tra le regioni le somme a titolo di rimborso – quindi sono a titolo di rimborso e non date precedentemente – in proporzione alla spesa sostenuta. Garantisco che il provvedimento sarà adottato nei tempi più rapidi possibili.
  Quanto alle iniziative per garantire in tempi brevi la capillare distribuzione della nuova terapia medicinale, ricordo che già nel mese di febbraio scorso ho dato disposizione al comando carabinieri per la tutela della salute, NAS, di avviare mirate verifiche, finalizzate ad accertare che le regioni avessero provveduto all'individuazione dei centri per prescrivere il farmaco.
  Per quanto attiene al potenziamento delle funzioni di monitoraggio dell'Agenas ho avuto già occasione di rappresentare, anche in questa sede, il mio convincimento che vada potenziata l'attività affidata ad Agenas di monitoraggio, analisi e controllo dell'andamento dei singoli sistemi sanitari regionali, per consentire di rilevare in via preventiva eventuali e significativi scostamenti delle performance in termini di qualità, quantità, sicurezza, efficacia ed equità dei servizi erogati.
  Da ultimo e con riferimento più in generale alle nuove terapie anti-epatite C, vi comunico che, nel corso della riunione in data 26 gennaio 2015 del Comitato prezzi e rimborso, l'Aifa e la Gilead Sciences hanno raggiunto l'accordo per la rimborsabilità del farmaco Harvoni(r), il primo farmaco ad uso orale, a singola compressa, per il trattamento dei pazienti affetti da epatite cronica C. Per tale farmaco si utilizzerà lo stesso modello di accordo negoziale e lo stesso fondo già previsto per Sovaldi senza alcuna ulteriore impatto di spesa.
  Un ulteriore accordo è stato raggiunto nella riunione del 5 marzo 2015 tra l'Aifa e AbbVie per la rimborsabilità della combinazione di Viekirax(r) ed Exviera(r), regime terapeutico orale privo di interferone, per il trattamento dei pazienti affetti da epatite cronica C (genotipo 1 e 4).
  Comunque i pazienti in attesa del farmaco, per quest'anno e il prossimo, sono 50 mila ed io attiverò tutti i controlli necessari, non solo utilizzando NAS e Agenas, ma anche gli ispettori del Ministero per verificare che i farmaci a disposizione siano somministrati ai pazienti nelle singole regioni e nei centri, anche perché ricordiamo tutti che questo è un farmaco che salva la vita e che i pazienti sono trattati in base alla criticità delle loro condizioni. Quindi ogni momento che viene perso, purtroppo, può causare la perdita di una vita umana.

  PRESIDENTE. L'onorevole Rondini ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la risposta. Ci auguriamo che veramente siano messe in Pag. 52campo tutte le azioni che il Ministero può porre in atto per dare le garanzie per l'accesso a questo farmaco a chi giustamente, come ricordava il Ministro, rischia, se ritarda l'accesso alla terapia, magari di morire. Ci auguriamo che tutte le azioni possibili vengano veramente messe in campo.
  Questo perché noi dobbiamo comunque ricordare al Ministro che vi sono delle regioni, quali ad esempio la Calabria, la Campania, piuttosto che la Sicilia, che rimbalzano spesso agli onori della cronaca per l'allegra gestione della sanità regionale. E se è vero che al fondo queste regioni possono accedere semplicemente a titolo di rimborso, una volta che hanno erogato e garantito la terapia, è altrettanto vero che noi non vorremmo che, appunto, la disorganizzazione e l'allegra gestione in questi regioni portassero, magari, al moltiplicare della protesta – della legittima protesta – da parte delle associazioni che rappresentano i malati e, magari, al proliferare di altre tende fuori di qui davanti alla Camera dei deputati, per vedersi garantito un diritto che magari in alcune regioni si fatica a vedersi riconosciuto. Magari quello diventa lo spazio geometrico per garantire – e ce lo ricorda la cronaca giudiziaria spesso – gli affari di qualcuno, ma spesso ci si dimentica che, invece, la gestione della sanità dovrebbe avere come scopo quello di garantire la salute dei propri cittadini.

(Tempi per l'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sui nuovi livelli essenziali di assistenza e sull'assistenza protesica – n. 3-01350)

  PRESIDENTE. Il deputato Rizzetto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01350, concernente tempi per l'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sui nuovi livelli essenziali di assistenza e sull'assistenza protesica (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  WALTER RIZZETTO. Grazie Presidente, grazie Ministro, questa è una cosa di cui il Ministro Lorenzin conosce perfettamente la genesi, nel senso che il Governo è in evidente ritardo rispetto all'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, i cosiddetti LEA. Ministro, lei, rispondendo ad un'interrogazione sull'attuazione del Patto per la salute 2014-2016, ha affermato che l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, attesissimo da tutti gli operatori e dalle associazioni delle famiglie dei malati, soprattutto di malattie rare, sarebbe avvenuto entro il 31 dicembre dello scorso anno, quindi entro il 31 dicembre 2014. Un impegno assunto anche per quanto riguarda il nomenclatore tariffario per le protesi audiovisive che, come ricordiamo, non è aggiornato dagli anni Novanta. Quindi, noi chiediamo, Ministro, se è prevista o prevedibile a breve una seduta del Consiglio dei ministri per l'emanazione del decreto sui nuovi LEA e sull'assistenza protesica.

  PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, con riferimento all'aggiornamento del nomenclatore tariffario e, più in generale, all'aggiornamento dei LEA, intendo rassicurare gli onorevoli interroganti sul fatto che come Ministro della salute sono perfettamente cosciente della necessità che tale procedimento si concluda nei tempi più brevi possibile. Non solo cosciente, ma proattiva. In proposito, ricordo che già nel corso degli anni 2005-2008 il Ministero della salute aveva elaborato, in collaborazione con esperti e rappresentanti delle associazioni dei disabili, una proposta di modifica dell'intera disciplina, nel rispetto dell'evoluzione scientifica e tecnologica in materia, al fine di garantire agli utenti la disponibilità di protesi, ortesi e ausili più adeguati alle loro esigenze. La proposta è stata inserita nel provvedimento di revisione complessiva dei livelli essenziali di assistenza, ma, com’è noto, lo schema di DPCM, firmato il 23 aprile 2008 dal Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore e dai Ministri Pag. 53competenti, è stato oggetto di rilievi da parte della Corte dei conti che hanno portato al ritiro del provvedimento da parte del Governo. Un nuovo tentativo di avviare la complessa procedura di aggiornamento dei LEA è stato condotto nel marzo 2010, ma anche in tale occasione il provvedimento non è stato adottato. È anche alla luce di tali precedenti, non particolarmente felici, tenuto anche conto della complessità dell'iter normativo in essere, che posso indicare con certezza le date che dipendono dalle competenze del mio Ministero. Permettetemi, però, di esprimere anche in questa sede parlamentare la mia soddisfazione per il fatto che l'iter per l'aggiornamento del DPCM dei LEA e per l'aggiornamento del nomenclatore tariffario è molto ben avviato. Il Ministero ha già completato la sua fase istruttoria e lo schema di provvedimento è già infatti alla valutazione delle regioni che auspico possano a breve concludere l'esame per poter giungere all'approvazione finale dello stesso provvedimento. Infatti, come le regioni licenzieranno il provvedimento e il MEF esprimerà il suo concerto, provvederò immediatamente a chiedere l'iscrizione al primo Consiglio dei ministri utile. E io spero che questa procedura possa avere termine entro il mese di giugno, avendo già da più di un mese ormai il testo definitivo.
  È il caso di segnalare che i lavori per la predisposizione del provvedimento si sono sviluppati da aprile a dicembre 2014 e sono stati condotti da quattro gruppi di lavoro a composizione mista (Ministero, regioni e Agenas), i quali hanno elaborato proposte per l'aggiornamento delle quattro aree portanti dei LEA e, cioè, sanità pubblica e prevenzione collettiva, nomenclatore della specialistica, nomenclatore delle protesi e di dispositivi monouso e assistenza sociosanitaria. Per quanto attiene più in particolare all'assistenza protesica, anticipo che sono stati inclusi nuovi ausili informatici di comunicazione e di controllo ambientale, ausili per la mobilità personale, ausili per la cura e l'adattamento della casa, apparecchi acustici digitali per i minori e per le persone con deficit uditivo al di sopra di una soglia definitiva. Sono stati inclusi, inoltre, nuovi modelli di sollevatori per disabili gravi, nuovi modelli di ventilatori polmonari, carrelli servoscala, unità di propulsione elettrica per carrozzine manuali e nel settore delle protesi e ortesi dinamiche nuove e più sofisticati modelli di articolazioni per arti artificiali. Inoltre, il metodo proposto, dal punto di vista dell'impatto finanziario, è un metodo estremamente innovativo che mi induce ad essere anche estremamente positiva sulle valutazioni che verranno da altri Ministeri.

  PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà di replicare, per due minuti.

  WALTER RIZZETTO. Grazie Ministro, grazie Presidente, non posso che ritenermi parzialmente soddisfatto rispetto a questa risposta, nel senso che le tempistiche sino a qualche mese fa erano altre. Ricordiamo che l'attuale nomenclatore – lo abbiamo detto prima – è anacronistico sia sotto il profilo delle caratteristiche tecniche e delle tecnologie rispetto agli ausili sia sotto il profilo dei tetti di spesa previsti. Ricordiamo che il 18 ottobre 2012, rispetto a quanto da lei affermato, la Camera ha approvato un ordine del giorno della deputata Farina Coscioni con il quale il Governo si impegnava a non arrivare alla scadenza ultima del 31 maggio 2013. Ricordiamo che il 20 marzo 2014 in Commissione Affari sociali della Camera è stata approvata una risoluzione che impegnava il Governo ad adottare con urgenza e comunque non oltre il 30 giugno 2014 tutto quanto ci siamo detti sinora. Quindi di giurisprudenza e fondamentalmente di atti sotto questo punto di vista ce ne sono parecchi.
  Ora la parzialità rispetto alla soddisfazione della sua risposta sta nel fatto che quanto meno lei ci dà la data di giugno: ci sembra comunque effettivamente tardi, anche se c’è evidentemente una buona volontà nel poter portare avanti questo tipo di processo. Però non l'abbiamo detto noi, Ministro, che il procedimento doveva chiudersi entro il 31 dicembre 2014 e Pag. 54quindi prendiamo semplicemente atto che per altri quattro-cinque mesi andremo ad attendere un qualcosa, sempre al netto del fatto che poi in seconda battuta, come da lei rinnovato, la Corte dei conti non si metta in mezzo a questo tipo di percorso, cosa che crediamo e speriamo non auspicabile. Però, ripeto, siamo parzialmente soddisfatti, abbiamo una data e speriamo che il Governo la rispetti.

(Tempi di attuazione della riforma della medicina territoriale e intendimenti in merito al ruolo dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta – n. 3-01351)

  PRESIDENTE. L'onorevole D'Incecco ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01351 concernente tempi di attuazione della riforma della medicina territoriale e intendimenti in merito al ruolo dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto.

  VITTORIA D'INCECCO. Signor Presidente, signora Ministra, intanto la ringraziamo per il lavoro che sta portando avanti con celerità e devo dire molto bene. Accogliamo con soddisfazione la notizia che nei giorni scorsi si è raggiunta l'intesa tra regioni, Ministero della salute e sindacati nella medicina convenzionata su un documento che modifica l'atto di indirizzo per riaprire le trattative sulla riorganizzazione delle cure primarie e ci piace il nuovo modello di assistenza sanitaria che prevede la nascita e lo sviluppo di aggregazioni funzionali territoriali e di unità complesse di cure primarie e soprattutto la centralità del medico di base e del pediatra di libera scelta che lei ha sempre messo in evidenza. Quello che io voglio chiederle, che noi vogliamo chiederle perché finalmente così la tanto desiderata integrazione socio-sanitaria si potrà avere, si potranno avere meno sprechi e si potrà avere subito una risposta...

  PRESIDENTE. Concluda.

  VITTORIA D'INCECCO. Chiedo scusa, Presidente, arrivo alla conclusione. Ci interessa sapere quali sono i tempi di attuazione della riforma e quale ruolo effettivo avrà il medico di base e il pediatra di libera scelta ma soprattutto le chiediamo come si vogliono garantire pari opportunità a tutte le regioni, senza differenze geografiche perché lei sa che le regioni virtuose...

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole D'Incecco. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, l'intesa indicata dagli onorevoli interroganti, firmata il 4 marzo dalla maggior parte dei sindacati medici e dal presidente del comitato di settore regione sanità, costituisce documento di carattere esclusivamente politico. Tale accordo favorirà indubbiamente la ripresa e la positiva conclusione del negoziato e costituisce un primo importante passo per cercare di superare il persistente blocco delle trattative per il novero degli accordi collettivi nazionali della medicina convenzionata e per portare a compimento il processo di riordino dell'assistenza territoriale per come previsto dall'articolo 5 del patto per la salute 2014-2016. La riforma contempla il ruolo primario dei professionisti convenzionati con il servizio sanitario nazionale che, attraverso nuove forme associative, potranno garantire al cittadino un riferimento appropriato per tutto l'arco della settimana. L'obiettivo della riforma, infatti, è quello di assicurare al cittadino in tutto il territorio nazionale una risposta efficiente ed appropriata alle proprie esigenze assistenziali, garantendo al paziente una presa in carico globale e personalizzata.
  Le cure primarie sono il primo livello attraverso il quale l'individuo, le famiglie, la collettività entrano in contatto con il Sistema sanitario e l'efficienza della rete delle cure primarie acquista un'importanza sempre crescente, anche nel nuovo modello ospedale-territorio. L'invecchiamento progressivo della popolazione, con Pag. 55conseguente aumento delle patologie cronico-degenerative e della non autosufficienza, il cambiamento della struttura della famiglia, l'incremento della popolazione immigrata, le differenze socio-economiche, l'assistenza ai pazienti fragili, hanno modificato i bisogni di salute e richiedono uno spostamento della risposta sanitaria dell'ospedale al territorio.
  La riorganizzazione dell'assistenza primaria, congiuntamente a quella della rete ospedaliera, mira ad una razionalizzazione della distribuzione territoriale dei servizi sanitari erogati, prevedendo un incremento degli stessi nei luoghi in cui si manifestano maggiormente i bisogni di salute della popolazione. Abbiamo visto come, soprattutto in alcune aree geografiche, la mancanza di questo potenziamento territoriale, purtroppo, finisce per far riversare tutti i bisogni sull'ospedale, che non è in grado ovviamente di soddisfare questo nuovo tipo di necessità.
  Tali obiettivi, pur essendo oggetto degli accordi collettivi nazionali stipulati negli scorsi anni per la medicina generale, la pediatria di libera scelta e la medicina specialistica non hanno tuttavia trovato una concreta attuazione. Oggi è, pertanto, necessario pervenire ad un rinnovo degli accordi collettivi di settore che, nel rispetto delle varie professionalità, garantisca la piena attuazione della riforma territoriale.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Intendo rassicurare gli onorevoli interroganti che, non appena il documento politico siglato dalle organizzazioni sindacali sarà stato trasmesso ufficialmente al mio Dicastero, si procederà a tutti gli accertamenti tecnici necessari per verificare se e in che termini sia necessario apportare modifiche all'atto di indirizzo e che tipo di provvedimenti sarà più opportuno adottare, al fine di garantire la rapida conclusione della trattativa e la sigla dei nuovi accordi.

  PRESIDENTE. L'onorevole Gelli, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  FEDERICO GELLI. Grazie, signor Presidente, grazie, signor Ministro, per la sua risposta. Siamo ovviamente soddisfatti della tempistica e delle modalità con le quali questa iniziativa produrrà importanti effetti sul nostro Sistema sanitario.
  Noi siamo convinti altresì che una sanità pubblica che voglia garantire un'assistenza ai propri cittadini debba trovare due sostanziali risposte: una importante risposta in un modello rinnovato di ospedali efficienti e moderni, ma non può, ovviamente, mancare l'altra risposta, che è quella principale, quella che emerge dalla nuova riorganizzazione dell'assistenza delle cure primarie, dell'assistenza territoriale.
  Noi cogliamo questa opportunità, signor Ministro, anche per eliminare l'elemento negativo del precariato: basti pensare alla figura della guardia medica che, all'interno di questo progetto, viene ad essere, in qualche modo, inglobata e coinvolta come un segnale positivo per dare anche una tendenziale speranza a questi colleghi, a questi professionisti, che sono da molto tempo in attesa di una risposta.
  Siamo altresì convinti che per poter fare tutto questo occorrono delle risorse e siamo convinti che il Ministero da lei presieduto troverà i necessari strumenti, anche economici, per poter garantire tutto questo. È un percorso importante, vuol dire segnare un cambiamento qualitativo del nostro livello di assistenza, della qualità del Sistema sanitario pubblico del nostro Paese.

(Elementi ed iniziative in merito al debito costituito dalle sanzioni relative alle cosiddette quote latte – n. 3-01352)

  PRESIDENTE. L'onorevole Franco Bordo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01352, concernente elementi ed iniziative in merito al debito costituito dalle sanzioni relative alle cosiddette Pag. 56quote latte (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  FRANCO BORDO. Grazie, Presidente, signor Ministro, la scandalosa vicenda dei mancati pagamenti relativi allo sforamento delle «quote latte» da parte di produttori disonesti mostra la grave e colposa copertura politica, resa dalla Lega di Bossi e Zaia ieri e di Salvini oggi, a tali soggetti. Ma ora che la Commissione europea ha deferito l'Italia alla Corte di giustizia per il mancato recupero di circa un miliardo e 400 milioni di multe, evidenziando anche che le autorità italiane non hanno preso le misure opportune per recuperare il prelievo dai singoli produttori inadempienti, il Governo italiano non può più far finta di nulla. Tali comportamenti, tra l'altro, hanno determinato una concorrenza sleale nei confronti di tutti i produttori in regola. Oggi, signor Ministro, sono a chiedere a quanto ammonta la reale composizione del debito.
  Vorrei sapere quali azioni il Governo ha assunto o intenda assumere al fine di individuare i soggetti responsabili delle mancate attività di vigilanza e per non aver attivato le misure finalizzate al recupero delle somme dovute, portando così il nostro Paese a essere deferito alla Corte di giustizia europea con la reale possibilità che venga comminata all'Italia una maxi sanzione pecuniaria.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MAURIZIO MARTINA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, onorevoli deputati, la questione delle quote latte è giunta a un punto particolarmente delicato con la decisione della Commissione europea di deferire l'Italia alla Corte di giustizia per i ritardi nella riscossione del prelievo a carico dei produttori non in regola. Fin dal mio insediamento come Ministro ho affrontato il dossier delle quote secondo due linee molto precise: da un lato, sostenere i produttori in regola, la stragrande maggioranza, dall'altro, recuperare le somme ingiustamente sottratte alla collettività.
  Venendo a quanto è stato chiesto, preciso che il prelievo latte da riscuotere riguarda quattordici periodi di riferimento, a partire dalla campagna 1995-1996, fino alla campagna 2008-2009. Per i periodi successivi l'Italia non ha più superato la quota, salvo verifica per l'ultima campagna in corso. Su 2.305 milioni di euro di prelievo imputato, ne sono stati riscossi 553 milioni e ve ne sono 198 milioni che saranno incassati a rate per un totale di 751 milioni di euro. Dei restanti 1.554 milioni di euro, 211 milioni sono classificati come irrecuperabili, arrivando, quindi, a un prelievo ancora dovuto di 1.343 milioni di euro. Di questa somma una parte non è ancora esigibile a causa di sospensive giurisdizionali, mentre risultano esigibili 832 milioni di euro.
  Con riferimento all'attività di riscossione, voglio ricordare che con la legge di stabilità 2014 il Governo ha deciso di modificare l'articolo 8 del decreto-legge n. 5 del 2009, nel senso di affiancare alla Guardia di finanza anche le società del gruppo Equitalia, al fine di garantire una maggiore efficacia della riscossione, anche in considerazione delle difficoltà applicative della previgente normativa che avevano determinato, di fatto, il rallentamento della fase esecutiva.
  Per effetto delle norme in esame, quindi, Agea potrà procedere, nel caso di mancata adesione alla rateizzazione e di decadenza del beneficio di dilazione, alla riscossione dei debiti relativi alle quote. In proposito Agea ed Equitalia hanno già predisposto 1.405 cartelle esattoriali con interessi aggiornati al 31 dicembre 2014, attualmente in fase di notifica agli interessati.
  Voglio anche ribadire, per questo passaggio, l'impegno del Governo tutto sul fronte del settore lattiero caseario; come lei sa, ieri abbiamo avuto anche un'audizione in Commissione agricoltura, proprio qui alla Camera, e ci sono una serie di Pag. 57interventi che stiamo predisponendo per il settore, anche perché, con la fine di marzo, con la fine delle quote latte, si apre, oggettivamente, uno scenario completamente nuovo per il settore. Credo che il Governo manifesterà rapidamente il proprio impegno sulla prospettiva, in particolare riferendoci ai 30 mila allevatori in regola, che hanno deciso di rispettare i principi e gli impegni di questi anni e che oggi hanno bisogno di un sostegno particolare.

  PRESIDENTE. L'onorevole Franco Bordo ha facoltà di replicare, per due minuti.

  FRANCO BORDO. Grazie Presidente, signor Ministro, sono parzialmente soddisfatto, perché da una parte riconosco il suo impegno sulla partita, ma onestamente lo ritengo anche insufficiente. È bene che tutti gli italiani sappiano che con deliberazione del 9 ottobre la sezione centrale della Corte dei conti ha dichiarato che l'accollo da parte dello Stato dell'onere del prelievo si configura come una violazione, non solo della regolamentazione dell'Unione europea, ma altresì degli obiettivi della sua politica economica indirizzata all'efficiente organizzazione del mercato lattiero caseario e del suo assetto strutturale.
  Lei, oggi, ci ha dichiarato che senz'altro una parte di queste multe verrà dichiarata inesigibile e qui io voglio dire che c’è stata, non da parte del suo Ministero evidentemente, della sua gestione, però c’è stata una responsabilità pesante, anche nel lasciar passare del tempo, degli anni – lo ripeto: anni – senza esigere i pagamenti che dovevano essere versati.
  Per cui, chiedo che ci sia anche da parte sua, Ministro, a questo punto, anche la volontà di far luce su chi è responsabile, anche tra i soggetti pubblici, di queste coperture.
  Oltre alla denuncia politica che lei ha fatto, che mi vede d'accordo, penso che ci sia bisogno di una commissione d'inchiesta per verificare le responsabilità. Sessanta milioni di italiani, tutti, bambini e anziani compresi, si sentono gravare 75 euro a testa del carico di questa truffa. È una vergogna di Stato per cui io chiedo che, non soltanto con l'emissione di queste cartelle ma anche con un'azione di inchiesta, si vadano a verificare le responsabilità. Nel caso lei non lo facesse, noi ci adopereremo come gruppo perché ci sia un'inchiesta parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

(Intendimenti in ordine alla deliberazione dello stato di calamità naturale in favore della regione Toscana, colpita dalla recente ondata di maltempo, con particolare riferimento al distretto florovivaistico – n. 3-01353)

  PRESIDENTE. L'onorevole Monica Faenzi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01353, concernente intendimenti in ordine alla deliberazione dello stato di calamità naturale in favore della regione Toscana, colpita dalla recente ondata di maltempo, con particolare riferimento al distretto florovivaistico (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MONICA FAENZI. Grazie Presidente, Ministro, con questa interrogazione siamo a richiedere se è sua intenzione deliberare lo stato di calamità naturale. Peraltro, le chiediamo di farlo urgentemente, nel prossimo Consiglio dei ministri, cioè domani. Questo perché, come lei sa, c’è stata un'ondata di maltempo che ha colpito nuovamente la Toscana e che ha prodotto danni ingentissimi per 400 milioni. Ma di questi 400 milioni, 300 milioni di danni hanno colpito propriamente il settore florovivaistico, che peraltro si trova proprio di fronte all'inizio dell'attività più rilevante, in primavera, in cui inizierà l'80 per cento delle esportazioni del proprio prodotto. Per cui, riteniamo sia fondamentale tale deliberazione e chiediamo se ha intenzione di fare ciò.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha facoltà di rispondere.

Pag. 58

  MAURIZIO MARTINA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie Presidente, onorevoli deputati, riguardo all'ondata di maltempo che ha causato – come si diceva giustamente – ingenti danni anche alle imprese agricole della regione Toscana, assicuro che l'attenzione del Governo è piena e totale, a partire dall'esame delle diverse possibilità che abbiamo per provare ad alleggerire i costi delle imprese particolarmente interessate da questa situazione.
  Vogliamo intervenire in tempi brevi per dare un sostegno alle aziende che sono state coinvolte dagli eventi. Innanzitutto, però, occorre completare la stima dei danni a livello territoriale, nello specifico nel settore florovivaistico e per le province particolarmente colpite.
  Cominceremo a valutare alcuni interventi già in queste ore, in accompagnamento e a fianco di regione Toscana. Ci siamo visti anche lunedì a Firenze proprio per questo; abbiamo incontrato anche i principali operatori del settore florovivaistico del territorio proprio per iniziare a entrare nel merito di alcune possibilità. Il punto fondamentale adesso è completare la stima dei danni, costruire la procedura dalla regione Toscana al Governo nazionale anche per lo stato di calamità e poi procedere.
  Voglio anche dire che noi siamo già preallertati su questo fronte e abbiamo aperto il contatto con regione Toscana per tutto questo. Assicuro fin da ora che, appena verrà formalizzata la procedura, noi provvederemo con la massima celerità all'istruttoria per l'eventuale attivazione delle misure compensative del fondo di solidarietà nazionale, come prima istanza.
  Ricordo anche che gli interventi del decreto legislativo n. 102 del 2004 possono essere attivati a condizione che il danno sulla produzione lorda vendibile risulti superiore al 30 per cento ed esclusivamente per le avversità e le colture danneggiate non comprese nei piani assicurativi annuali per la copertura dei rischi. Anche su questo punto ci siamo soffermati a ragionare con gli operatori: possiamo anche provare a studiare alcune altre vie per accompagnare la situazione.
  Voglio anche dire che stiamo proprio completando in questi giorni il piano e la programmazione per allargare di molto l'utilizzo degli strumenti assicurativi. Abbiamo anche, per fortuna, fondi europei dedicati a questo, ed è importantissimo che, utilizzando anche passaggi molto delicati, come quelli che si sono vissuti in Toscana in questi giorni, si lavori sul versante dei piani assicurativi e, quindi, degli interventi e dell'utilizzo degli strumenti ex ante per aiutare per davvero le imprese.
  Su tutto questo io garantisco la massima attenzione del Governo e, ripeto, abbiamo già aperto sostanzialmente un tavolo di lavoro con la regione Toscana, nelle prossime giornate affineremo il piano di interventi; mi è chiaro che è un'emergenza che, come tante, ahimè, purtroppo nel 2014 abbiamo dovuto gestire. Io penso che ci sarà da parte nostra davvero la massima attenzione e il massimo riguardo in particolare per il settore florovivaistico di quel territorio.

  PRESIDENTE. L'onorevole Faenzi ha facoltà di replicare per due minuti.

  MONICA FAENZI. Signor Ministro, io la ringrazio e devo dirmi parzialmente soddisfatta. Conoscevo i suoi provvedimenti e sono naturalmente a sollecitare non solo l'attenzione ma anche la celerità dell'intervento perché lei sa che ci troviamo, come le ho prima ricordato, di fronte al momento più importante per queste aziende. Aziende che in Toscana sono circa 13 mila, contano 12 mila addetti, ci sono 5 mila ettari coltivati; quindi, un'attività leader peraltro quella di alcune province che non va assolutamente dimenticata.
  In questo caso, io voglio ricordare proprio che il tempo è un fattore determinante affinché queste aziende non perdano proprio quello che è il momento più propizio per l'attività del settore. Quindi, la ringrazio, ma ci tengo a dire che sarà fondamentale anche rispettare i tempi.

Pag. 59

(Chiarimenti ed iniziative in relazione ad irregolarità verificatesi nell'ambito del primo concorso nazionale per l'accesso alle scuole di specializzazione medica – n. 3-01354)

  PRESIDENTE. L'onorevole Giorgia Meloni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01354, concernente chiarimenti ed iniziative in relazione ad irregolarità verificatesi nell'ambito del primo concorso nazionale per l'accesso alle scuole di specializzazione medica (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GIORGIA MELONI. Grazie onorevole Presidente, Ministro Boschi, giacché non è venuto nessuno dei Ministri competenti – anzi, qualcuno c'era e se n’è andato – nel mese di ottobre 2014 si è svolto il primo concorso di accesso alle scuole di specializzazione medica su base nazionale che fu voluto da una riforma, si diceva, pensata per garantire responsi su base meritocratica e per combattere i baroni. Quello che, invece, è accaduto con questo concorso è qualcosa di leggermente diverso. Intanto, sono stati messi a bando, Ministro, appena 5 mila contratti a fronte di una richiesta fatta dal Servizio sanitario nazionale di almeno 8 mila unità; ma, come se non bastasse, le graduatorie per le sedi sono state stilate senza tenere minimamente in considerazione quelle che erano le indicazioni che avevano dato i candidati e le prove si sono svolte con irregolarità di ogni genere – di ogni genere – che hanno portato sostanzialmente migliaia di persone a ricorrere per chiedere di annullare questo concorso.
  Quello che io voglio capire e che noi siamo qua per capire è che cosa il Ministero e il Governo intendano fare per sanare questa situazione prodotta da incapacità e da pressappochismo di questo Governo e dell'amministrazione piuttosto che far pagare questo pressappochismo agli specializzandi medici e a questi giovani.

  PRESIDENTE. Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Grazie Presidente, rispondo ovviamente in luogo della Ministra Giannini perché, non essendo previste per oggi, appunto, delle interrogazioni rivolte alla Ministra, è impegnata in altre attività istituzionali.
  Ovviamente, la risposta che darò sarà fornita sulla base di elementi che il MIUR ha fornito.
  Per quanto riguarda il precedente concorso di specializzazione nel settore medico, dobbiamo dire che le precedenti prove si sono svolte con un successivo annullamento di due soli quesiti, perché il MIUR, sentita anche l'Avvocatura dello Stato, ha ritenuto che tramite tale annullamento si ripotesse considerare perfettamente valida la prova svoltasi. Questo ha garantito ovviamente agli specializzandi ammessi di iniziare la propria formazione che si sta svolgendo regolarmente. Il numero dei ricorsi presentati è comunque in linea, come numeri, rispetto alla percentuale di ricorsi che fisiologicamente in ogni concorso del settore viene presentata.
  Peraltro, le prime pronunce dei TAR in merito, anche se in via ancora cautelare, hanno respinto le istanze dei ricorrenti, quindi, non ritenendo che ci siano queste manifeste irregolarità nello svolgimento dei concorsi.
  Per quanto riguarda il numero, come è noto il numero viene deciso di concerto tra MIUR, Ministero della salute e Ministero dell'economia, sentita la Conferenza Stato-regioni, tenendo conto sia del fabbisogno sia delle risorse economiche disponibili.
  L'impegno del Governo è stato sicuramente ampio mettendo a disposizione oltre 5.500 bandi e questo ha consentito ovviamente di poter proseguire nel percorso di formazione.
  Per il prossimo concorso, da un lato, nel febbraio di quest'anno è stato approvato Pag. 60un decreto interministeriale che in parte modifica ovviamente la formazione e diminuisce i tempi del percorso di specializzazione, garantendo un accesso al mondo del lavoro più rapido e, dall'altro, è in corso di modifica il regolamento n. 105 da parte del MIUR proprio per migliorare ulteriormente le modalità di svolgimento del prossimo concorso. Il bando per il prossimo anno sarà comunque presentato entro il 30 aprile in modo tale che il concorso possa svolgersi entro il 31 luglio 2015 e, quindi, possa iniziare il prossimo anno con la formazione degli studenti in tempi utili ovviamente per un corretto svolgimento dell'insegnamento dei corsi previsti.

  PRESIDENTE. L'onorevole Giorgia Meloni ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GIORGIA MELONI. Presidente, la ringrazio Ministro Boschi, però mi corre l'obbligo di dire che avrebbe potuto risparmiare molto tempo rispondendo «niente» alla mia domanda e all'interrogazione su cosa intendete fare, nel senso che voi avete fatto un casino con questo concorso, chiaro ? Avete fatto un disastro, un disastro che è certificato dai registri del Ministero dell'istruzione.
  Gli errori che sono stati fatti sono stati certificati dal registro del Ministero dell'istruzione. Il Ministro dell'istruzione, a un certo punto, ha detto che il concorso andava rifatto, poi si è rimangiata questa decisione – tanto per far capire come le cose si sono svolte e come si dovevano svolgere – e quando si è rimangiata l'ipotesi di rifare il concorso, allora il MIUR cosa ha fatto ? Siccome erano state invertite le domande tra ambiti diversi, ha annullato tutte le domande senza valutare il merito anche delle risposte e lo ha fatto senza neanche redigere un verbale. Questo concorso è stato fatto così e quando lei oggi dice che per il prossimo concorso, cioè quello di febbraio, voi valutate delle modifiche da fare sulla base degli errori che sono stati fatti nel concorso di ottobre, lei dice implicitamente e ammette in quest'Aula che quel concorso è stato fatto con degli errori e con delle irregolarità.
  Quindi, non potete venire a dire «non facciamo niente», non potete venirlo a dire perché state facendo pagare l'incapacità di chi ha gestito questa roba a gente che ha studiato, alle loro famiglie che hanno investito per farli studiare e non ve lo potete permettere. Una soluzione la dovete trovare. Volete rifare il concorso ? Difficile chiaramente perché alcuni di quelli che hanno vinto hanno già, tra l'altro, preso incarico. Non volete far scorrere le graduatorie – concludo, Presidente – fino agli 8 mila richiesti o fino a tutti i 12 mila che hanno partecipato perché non ci sono le risorse ? Apro e chiudo parentesi: per le cose che vi interessano le risorse le trovate sempre, è per le cose che interessano gli italiani che non le trovate. Ma almeno dite: accettiamo le richieste dei ricorrenti, cioè dei settecento che hanno fatto richiesta sul tema di come viene assegnata la sede e dei circa mille che hanno fatto richiesta per irregolarità. Questo sarebbe un modo politico di rispondere a un problema che avete creato voi e che state facendo pagare agli altri. Il modo in cui risponde lei, se mi consente, è totalmente inadeguato.

(Iniziative per garantire l'immissione in ruolo dei 150 mila docenti precari a partire dal 1o settembre 2015, come preannunciato dal Governo nel documento «La buona scuola» – n. 3-01355)

  PRESIDENTE. L'onorevole Chimienti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01355, concernente iniziative per garantire l'immissione in ruolo dei 150 mila docenti precari a partire dal 1o settembre 2015, come preannunciato dal Governo nel documento «La buona scuola» (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  SILVIA CHIMIENTI. Grazie Presidente, gentile Ministro, vede, c’è un motivo ben preciso per cui oggi siamo qui a porle le domande che fuori da questo palazzo Pag. 61vorrebbero farle centinaia di migliaia di docenti. Il motivo è la malattia di cui soffre da sempre questo Governo, l’ «annuncite», che è assai più pericolosa di quella «supplentite» che con un certo disprezzo il Premier Renzi voleva debellare lanciando in pompa magna «La buona scuola».
  Era il 3 settembre 2014, sono passati 188 giorni e oggi, 11 marzo 2015, non si è ancora visto nessun atto concreto. Anzi, le assunzioni promesse sono sfumate: ogni giorno cambiano i numeri, in un valzer di cifre che serve solo a nascondere la clamorosa incapacità del Governo. Centoquarantottomila, non uno di meno, si era detto. Poi 100 mila, 50 mila, 35 mila. Oggi il MoVimento 5 Stelle dà voce a centinaia di migliaia di docenti, giovani e meno giovani, pluriabilitati, vincitori di concorso, logorati dai vostri slogan, stanchi di aspettare che i loro diritti sacrosanti vengano finalmente riconosciuti.
  Chiediamo, quindi, a questo punto, come il Governo intenda garantire le 150 mila assunzioni al 1o settembre 2015 annunciate ne «La buona scuola».

  PRESIDENTE. Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, ovviamente rispondo sempre in luogo della Ministra Giannini e sulla base degli argomenti forniti dalla Ministra stessa. Non possiamo anticipare in questa sede, ovviamente, il contenuto di provvedimenti che saranno esaminati e approvati definitivamente dal Consiglio dei ministri previsto per domani. Ciò nonostante, possiamo, comunque, già dire che l'impegno preso dal Governo rispetto a un piano straordinario delle assunzioni sarà sicuramente rispettato, a cominciare dalle gare dei vincitori di concorso del 2012. Peraltro, è un impegno che il Governo ha assunto non per far fronte a obblighi giuridici, perché non esistono pronunce giurisprudenziali che vincolino il Governo a queste assunzioni, se non eventuali ipotetici risarcimenti che coinvolgerebbero una platea di soli duemila docenti, rispetto a ben altri numeri, che ovviamente il Governo si impegna ad assumere. Quindi, è una scelta politica di investimenti di questo Governo proprio a favore dei docenti e della qualità dell'insegnamento nella scuola. «La buona scuola», però, è una proposta di riforma ampia che non riguarda soltanto le assunzioni, che ovviamente verranno garantite per il 1o settembre 2015. In questo c’è una collaborazione e una responsabilità reciproca da parte del Governo, che ovviamente presenterà il proprio disegno di legge e si è fatto carico ovviamente delle risorse necessarie; dall'altra, c’è una pari responsabilità del Parlamento, visto che siamo a marzo, nel garantire l'approvazione del provvedimento in tempi utili, perché tecnicamente ci sono, per poter iniziare la scuola il 1o settembre con tutti i docenti necessari. «La buona scuola», però, prevede anche un nuovo sistema di valutazione, di formazione continua, di selezione dei docenti, un investimento sull'autonomia scolastica, quindi un ruolo dei dirigenti scolastici anche nella scelta dei docenti, ma soprattutto rilancia un'offerta formativa ed educativa diversa per il Paese, mettendo gli studenti al centro di questa nuova sfida educativa, puntando anche sull'insegnamento di nuove materie, sullo strumento dell'inglese come lingua veicolare e ovviamente anche sulla digitalizzazione. Quindi, è un progetto ampio che verrà portato al Consiglio dei ministri di domani e che poi sarà sottoposto all'esame del Parlamento, che ritengo possa, in tempi ragionevoli, arrivare ad una sua approvazione, proprio nell'interesse di quei docenti.

  PRESIDENTE. L'onorevole Chimienti ha facoltà di replicare.

  SILVIA CHIMIENTI. Grazie Presidente, vedo che l'annuncite continua. Non siamo assolutamente soddisfatti di questa risposta. Chiedevamo una sola cosa, tempi e numeri certi in merito alle assunzioni, il Pag. 62minimo sindacale dopo sei mesi di attesa. Invece si continua sull'indegna strada del procrastinare. La stessa strada che ha già prodotto ben tre clamorosi rinvii del Consiglio dei ministri: dal 27 febbraio si è passati al 3 marzo, poi al 10 e, infine, forse, al 12.
  Nel corso degli ultimi giorni, abbiamo anche assistito all'utilizzo dell'arma più abusata dal premier Renzi, il ricatto: «Presenteremo un disegno di legge e non un decreto, ma se il Parlamento non lo approverà entro il 15 aprile procederemo con decreto». Ebbene, questo significa imbavagliare ancora una volta il Parlamento, concedendo ancora meno tempo rispetto a quanto avverrebbe con un decreto. Un'abile mossa mediatica per continuare indisturbati nella deriva autoritaria, fingendo un assai inconsueto sussulto democratico. Oppure, un modo per far saltare completamente le 150 mila assunzioni promesse e far ricadere la colpa sulle opposizioni.
  Noi sfidiamo il Governo: se i soldi ci sono, chiediamo di prevedere due provvedimenti distinti e di procedere solo per le assunzioni con una misura normativa dai tempi certi, che metta in condizione le scuole di aprire il prossimo settembre con un contingente di personale docente e ATA finalmente stabile. Per tutte le altre materie contenute nel disegno di legge, saremo felici di potere, per la prima volta, non essere strozzati dalla decretazione d'urgenza e discutere nel merito con le altre forze politiche.
  La via più veloce è questa: basta riunirsi domattina e approvare la nostra proposta di legge, già depositata, costruita insieme a migliaia di docenti e dotata di rigorose coperture economiche. Il MoVimento 5 Stelle propone un piano quinquennale di immissione in ruolo di tutti i precari delle graduatorie ad esaurimento e dei docenti abilitati della seconda fascia di istituto. Noi abbiamo un progetto, una visione per la scuola; voi, invece, state prendendo in giro gli italiani. Se avete a cuore il destino degli studenti e di oltre 300 mila lavoratori, consentite che il Parlamento discuta la nostra proposta sulle assunzioni, e non rimanderemo più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo, a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,10 con il seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,20.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Artini, Baretta, Michele Bordo, Capezzone, Catania, Dellai, Di Lello, Epifani, Fico, Giancarlo Giorgetti, Mannino, Pes, Pisicchio, Rampelli, Realacci, Sanga, Speranza, Tabacci, Valeria Valente, Vignali e Zolezzi sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centootto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2844-A.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2844-A)

  PRESIDENTE. Avverto che, fuori della seduta, l'emendamento Ricciatti 4.100 è stato ritirato dalla presentatrice.
  Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stato da ultimo respinto l'emendamento Mucci 4.501.
  Dobbiamo passare quindi all'emendamento Prataviera 4.125.Pag. 63
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, c’è un tema, che ciclicamente ritorna e ritorna, importante e di attualità, specialmente a ridosso di ogni elezione, quando si fanno gli incontri con gli imprenditori e con le varie associazioni di categoria. Spesso ci si deve confrontare – noi tutti ci siamo già confrontati e ci riconfronteremo sicuramente anche la prossima volta – su quali iniziative si possono o meglio si dovrebbero prevedere per quelle aziende piccole, le PMI, che investono molto nel ricambio generazionale, o meglio per quei figli che decidono di continuare a investire nell'azienda portata avanti dal padre, spesso innovando molto, sia nella tipologia di prodotto, sia nel ciclo di produzione, alcune volte prendendo solamente il contenitore, ossia i muri del capannone in cui l'attività lavorativa si esplicita, e trasformandoli invece in tutt'altra attività. Quindi, se questa non è innovazione, io non so come chiamarla.
  Ci sono poi anche quelle tante realtà in cui i ragazzi, figli degli imprenditori, decidono di investire, completamente rinnovando l'organigramma e il ciclo produttivo, quindi non solo la linea di produzione, ma anche la modalità di produzione e di diffusione del ciclo del prodotto, di marketing e così via. Lo si fa sempre di più, da una parte, internazionalizzando, ma soprattutto virtualizzando l'attività di promozione e di vendita. Quindi, una serie di motivazioni queste che ci vengono – come ricordavo all'inizio di questo mio intervento – sempre ricordate da parte degli imprenditori spesso in campagna elettorale. Io non ho sentito nessun mio collega parlamentare dire che queste richieste di maggiore attenzione non debbano essere prese in considerazione, non ho ancora avuto il piacere di vedere invece tradotto in qualche tipo di provvedimento questo desiderio legittimo degli imprenditori e quindi questo emendamento va proprio in questa direzione.
  Noi chiediamo che venga agevolato il più possibile...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, prendiamo posto e abbassiamo il tono della voce. Sta parlando un collega, per favore !

  EMANUELE PRATAVIERA. La ringrazio, Presidente. Chiediamo che venga appunto data la possibilità di annoverare tra le PMI innovative anche quelle PMI che investono nel ricambio generazionale, il cui ricambio generazionale porta un'innovazione profonda. Questo con lo stesso principio che innovazione chiama innovazione e quindi, per far partire veramente un processo virtuoso e innovativo del nostro tessuto economico e produttivo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benamati. Ne ha facoltà. Se liberiamo l'emiciclo, per favore. Prendiamo posto. Prego, onorevole Benamati.

  GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, intervengo anch'io di nuovo sugli emendamenti del collega Prataviera, al quale rinnovo la mia stima, anche perché gli emendamenti del collega Prataviera, ancorché siano stati oggi rifiutati dall'Aula, voglio intenderli anche come un momento di stimolo alla riflessione.
  Il collega Prataviera, in precedenza, ci aveva indicato, come proposta emendativa, la possibilità di includere all'interno delle PMI innovative, o, addirittura, quale requisito unico per essere PMI innovative, aziende che si occupassero di tematiche ambientali e di efficientamento energetico. Abbiamo già discusso, nella fattispecie di merito, del perché questi emendamenti fossero, al più, ultronei.
  Qui, invece, il collega Prataviera ci pone un tema che, vorrei rendere edotta l'Aula, richiamo brevemente, citando il testo dell'emendamento per chi non avesse avuto l'opportunità e la fortuna di leggerlo: «Rientrano nella definizione di piccole e medie imprese innovative anche le imprese a conduzione familiare che investono risorse Pag. 64di importo non inferiore a 5.000 euro nel ricambio generazionale dell'attività (...)».
  Ora, credo che ad ognuno possa apparire alquanto lontano dal tema dello sviluppo di tecnologie innovative, degli investimenti in ricerca, della presenza di personale impegnato in ricerca, della gestione di licenze e tecnologie particolari, questo connubio fra la situazione del ricambio generazionale e l'innovatività dell'impresa. Quindi, Presidente, credo che questo accostamento, che ha qualche fascino, ponga, da questo punto di vista, dal mio punto di vista, un'inaccettabile accoglienza all'interno di questa fattispecie di imprese.
  Capisco, però, perché noi ne siamo coscienti e capiamo essere un fattore importante di crescita delle aziende italiane – lo dico anche al Governo, che sicuramente ascolta questi nostri interventi con molta attenzione –, che il tema del capitalismo familiare, del passaggio dal capitalismo familiare, dalle aziende a gestione familiare, soprattutto per le grandi aziende, alle generazioni successive, con anche un management, e il passaggio, quindi, dalla conduzione familiare ad una gestione aziendale, sia un tema importante nel nostro Paese, così come l'onorevole Prataviera pone correttamente anche il tema del ricambio generazionale nelle piccole e medie imprese.
  Ricordo anche all'onorevole Prataviera che numerosi provvedimenti di questo Governo e di Governi precedenti hanno avuto lo scopo di produrre e di introdurre misure atte a favorire la crescita, l'aggregazione, la fusione di piccole e medie aziende e la generazione di sistemi di rete.
  In questo contesto, credo – lo dico tramite lei, onorevole Presidente, al Governo e anche al collega Prataviera – che la tematica del miglioramento della governance delle aziende di piccole e medie dimensioni, soprattutto quando ci si trova in presenza di aziende a conduzione familiare con un salto generazionale, sia sicuramente un tema che può trovare ascolto, può e deve, Presidente, trovare ascolto.
  Credo, però, che non possa trovarlo qui, in questo strumento, perché non possiamo fare confusione tra aziende che hanno problemi di carattere di governance e aziende che, invece, lavorano, si sviluppano e innovano nel settore tecnologico e produttivo dal punto di vista della ricerca, dello sviluppo e dell'innovazione. Quindi, un tema importante, ma, sicuramente, produrrebbe, se accettato questo emendamento, uno snaturamento complessivo del tema importante delle PMI innovative.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 4.125, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzana, Simone Valente, Amoddio, Nicchi, Civati, Scagliusi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  389   
   Votanti  382   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 119    
    Hanno votato
no  263).    

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Businarolo 4.49 e Ricciatti 4.50, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, e sul quale il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 65

  Gallinella, Grande, Tidei, Carloni, Segoni, Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  396   
   Votanti  377   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
 112    
    Hanno votato
no  265).    

  (Il deputato Franco Bordo ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 4.57, sul quale vi è il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie...

  EMANUELE PRATAVIERA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Scusi Presidente, non ho capito i pareri dei relatori per la maggioranza e del Governo, se può ripeterli.

  PRESIDENTE. Le Commissioni, il Governo e il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie esprimono parere favorevole, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie Presidente, allora intervengo brevemente. Questo è un emendamento di buon senso per chiedere che l'aggiornamento e la comunicazione delle condizioni per poter continuare ad essere inseriti nell'albo speciale delle PMI innovative, delle start-up innovative, avvengano solo una volta all'anno e non due, come era previsto precedentemente.
  Vorrei ribadire, visto che questa è un'altra occasione utile per poterlo fare, che la nostra visione, la visione della Lega Nord, è quella di continuare a battere il tasto affinché a decidere chi è innovativo o no, non debba essere una legge, ma debba essere il mercato. Non poter annoverarsi come PMI innovativa, quando magari non lo si può fare per motivi completamente scollegati e slegati dalle condizioni del mercato, dalle condizioni di contesto, per molte aziende che ora sono nel mercato, e per molte altre che potrebbero nascere da ragazzi stessi, da neolaureati che non soddisfano tutti i requisiti, secondo noi è un grosso errore, sul quale vogliamo continuare a farvi ragionare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 4.57, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo, del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciascun gruppo fa quello che crede, ma ricordo che il parere di Governo e Commissioni è favorevole.
  Nel frattempo saluto gli insegnanti e gli studenti dell'Istituto di istruzione superiore «Angelo Vegni» di Cortona, in provincia di Arezzo, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Nel frattempo speriamo che tutti abbiamo preso posto. Tancredi, Mongiello... chi non riesce a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  406   
   Votanti  405   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 402    
    Hanno votato
no    3).    

  (Il deputato Allasia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Pag. 66

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 4.503, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Manzi... stando al proprio posto diventa più semplice votare... Pizzolante, De Lorenzis, Mannino... ci siamo ? Molteni, Caso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  412   
   Votanti  351   
   Astenuti   61   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato
  81    
    Hanno votato
no  270).    

  Passiamo all'emendamento Ricciatti 4.502.
  Prendo atto che il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie cambia il parere, che diventa, quindi, favorevole per entrambi i relatori di minoranza.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 4.502, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marti, Fitzgerald Nissoli, Lattuca... altri che non riescono a votare ? L'Abbate...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  408   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  297).    

  (Il deputato Gianni Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Abrignani 4.553, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, mentre il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciprini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  415   
   Votanti  401   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
  39    
    Hanno votato
no  362).    

  (Il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Del Grosso 4.88.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Liuzzi. Ne ha facoltà.

  MIRELLA LIUZZI. Grazie Presidente, per spiegare questo importantissimo emendamento. Noi, con questo emendamento, chiediamo l'abolizione del contributo minimale INPS per i soci di start-up innovative. È un emendamento che è stato già presentato in diversa forma nelle Commissioni. Questo perché ? Perché, spesso, nelle start-up innovative vale e costa tantissimo, Pag. 67soprattutto nei primi anni di vita di una start-up innovativa, questo contributo che oscilla tra circa 3.600 e 4.000 euro all'anno. È sicuramente una cifra molto alta per i giovani, che soprattutto in questi periodi sono svantaggiati dall'economia attuale, che vogliono aprirsi un'impresa, una start-up, spesso con contenuti innovativi. Quindi, spesso le idee ci sono, però la burocrazia, come vedremo anche con altri emendamenti che il MoVimento 5 Stelle ha presentato, non va incontro a questi giovani e soprattutto alle piccole e medie imprese che, grazie a questo decreto-legge, hanno dei vantaggi certamente maggiori. Da ultime rilevazioni del dicembre del 2014, risulta che le start-up innovative sono 3.179, più del 20 per cento rispetto soltanto a settembre 2014.
  Il MoVimento 5 Stelle sicuramente aiuta le piccole e medie imprese, le start-up e i giovani che vogliono fare impresa grazie al dimezzamento degli stipendi e li versa in un fondo del microcredito a 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Fatelo anche voi votando questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Da Villa. Ne ha facoltà.

  MARCO DA VILLA. Grazie Presidente, il MoVimento 5 Stelle rivendica la paternità di molte misure introdotte anche in questo provvedimento a favore delle start-up innovative. Già circolava una bozza, verso metà gennaio, di questo decreto-legge che conteneva molte misure che di fatto costituiscono una proposta di legge del MoVimento 5 Stelle stesso presentata qui alla Camera. È importante questo emendamento perché è quello che le stesse start-up innovative ci chiedono. Tutti questi emendamenti sono stati predisposti ascoltando e confrontandosi con le realtà che effettivamente esistono e operano nel territorio italiano, le varie start-up innovative. Uno dei problemi più grandi è, appunto, il minimale INPS. Quindi, aiutateci ad abolire il minimale INPS per le start-up innovative (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Del Grosso 4.88, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, mentre il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si rimette all'Assemblea e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giammanco, Cimbro, Sanna...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  402   
   Votanti  370   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  272).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Caso 4.551, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.

  LUIGI TARANTO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI TARANTO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Signor Presidente, l'emendamento Caso 4.551 era uno di quelli accantonati nel senso che era collegato all'emendamento Caso 4.85.

  PRESIDENTE. Allora esprimiamo i pareri su questo perché inizialmente era accantonato. Sull'emendamento Caso Pag. 684.551 ho soltanto il parere contrario della V Commissione (Bilancio) e questo non compete a voi chiaramente.

  LUIGI TARANTO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario relativamente al comma 10-ter, mentre il comma 10-quater è sostanzialmente ricompreso nel successivo emendamento Caso 4.85 sul quale le Commissioni esprimono parere favorevole con il subemendamento 0.4.85.1 delle Commissioni.

  PRESIDENTE. A questo punto, però, mi perdoni, le Commissioni dovrebbero esprimere un invito al ritiro sull'emendamento, perché non possiamo fare un pezzo sì e un pezzo no.
  Allora, diciamo, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. E sul successivo, il parere dovrebbe essere a questo punto favorevole ?

  LUIGI TARANTO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Sì, sul successivo il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. A questo punto dobbiamo esprimere il parere anche sui subemendamenti.

  LUIGI TARANTO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Caso 4.551 e parere favorevole sul proprio subemendamento 0.4.85.1.

  PRESIDENTE. Emendamento Caso 4.85 ?

  LUIGI TARANTO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento Caso 4.85.

  PRESIDENTE. Dal momento che c'erano altre proposte emendative accantonate, approfitterei per chiederle anche il parere anche sul subemendamento 0.4.117.1 delle Commissioni e sull'emendamento Vitelli 4.117.

  LUIGI TARANTO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Le Commissioni esprimono parere favorevole sul subemendamento 0.4.117.1 delle Commissioni e sull'emendamento Vitelli 4.117.

  PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza, onorevole Prataviera, ad esprimere il parere. Favorevole ? Su tutti ? Onorevole Prataviera, mi segua. Emendamento Caso 4.551 ? Si alzi, prenda il microfono, si esprima.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Caso 4.551. Esprimo parere favorevole sul subemendamento 0.4.85.1 delle Commissioni, sull'emendamento Caso 4.85, nonché sul subemendamento 0.4.117.1 delle Commissioni e sull'emendamento Vitelli 4.117.

  PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, onorevole Pesco, ad esprimere il parere.

  DANIELE PESCO, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole su tutte le proposte emendative.

  PRESIDENTE. Anche sull'emendamento Caso 4.551 ?

  DANIELE PESCO, Relatore di minoranza. Sì.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caso 4.551, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si rimette all'Assemblea e con il parere favorevole del relatore di minoranza Pag. 69del MoVimento 5 Stelle, mentre la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione...

  MARCO DA VILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Lo ritira ? Interrompiamo la votazione. Revoco la votazione. Prego, onorevole Da Villa.

  MARCO DA VILLA. Signor Presidente, è stato espresso un invito al ritiro e, quindi, ritiriamo l'emendamento Caso 4.551.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione del subemendamento 0.4.85.1 delle Commissioni.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.4.85.1 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Provate a votare. Petraroli, Zardini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  412   
   Votanti  411   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 406    
    Hanno votato
no    5).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caso 4.85 nel testo subemendato, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abbiamo votato tutti ? Malisani, Paglia, Marco Di Maio, Colletti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  406   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 402    
    Hanno votato
no    4).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nicola Bianchi 4.552, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Liuzzi. Ne ha facoltà.

  MIRELLA LIUZZI. Grazie, Presidente, questo è un altro emendamento che cerca di sburocratizzare e di aiutare le start-up innovative. Che cosa diciamo ? Diciamo che estendiamo la norma già approvata nelle Commissioni per la firma digitale anche per l'atto costitutivo delle start-up innovative e, soprattutto, per gli strumenti finanziari che utilizzano spesso le start-up innovative, come stock option oppure work for equity, o tutti gli elementi necessari che competono questo emendamento.
  Questo perché ? Perché, sicuramente, in una fase di vendita, di exit, la start-up è incentivata a ridistribuire in maniera opportuna tutti gli utili, tutti i guadagni, ma, anche in una fase di start-up, in questo modo, si può remunerare in maniera equa anche i componenti di queste start-up.
  Perché presentiamo questo emendamento ? Lo presentiamo essenzialmente perché l'atto costitutivo sappiamo benissimo che ha bisogno di un notaio. Ora, una delle, chiamiamole, caste più importanti e più forti in tutta Italia – ce lo ricordano spesso i giornali, ce lo ricordano i numeri – è quella dei notai. Cosa che, ad esempio, in Inghilterra è molto più semplice: aprire una start-up si fa anche in un giorno, in una giornata, in una settimana.
  Dunque, eliminare questo passaggio potrebbe servire, in primo luogo, sicuramente, a tutti gli imprenditori e a tutti i giovani che lavorano in questo tipo di Pag. 70imprese e di aziende, ma anche, in secondo luogo, a riuscire a scardinare la casta dei notai che in Italia rivendica sempre il suo potere ed è sempre più forte. Sicuramente i notai non me ne vorranno per questo emendamento, ma il MoVimento 5 Stelle è a favore – lo ripetiamo – delle piccole e medie imprese e dei giovani che vogliono investire in questo Paese e non andare, per esempio, in Inghilterra, come spesso purtroppo accade, ad aprirsi una start-up perché è più semplice (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicola Bianchi 4.552, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, sul quale il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si rimette all'Assemblea e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pinna, Petraroli, Fanucci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  408   
   Votanti  402   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 135    
    Hanno votato
no  267).    

  Ricordo che l'emendamento Ricciatti 4.100 è stato ritirato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.4.117.1 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  407   
   Votanti  404   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 390    
    Hanno votato
no   14).    

  (La deputata Bargero ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. La deputata Di Salvo ha segnalato che ha erroneamente votato contro e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitelli 4.117, nel testo subemendato con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  408   
   Votanti  407   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 402    
    Hanno votato
no    5).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mucci 4.111, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, sul quale il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si rimette all'Assemblea e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 71

  Manzi... ci sono altri che non riescono a votare ? Provi a votare, onorevole Manzi. Provi, provi... perfetto, Vignali, Misuraca... onorevole Vignali provi a votare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  410   
   Votanti  403   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 138    
    Hanno votato
no  265).    

  (Il deputato Francesco Sanna ha segnalato che ha erroneamente votato a favore e che avrebbe voluto votare contro).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brugnerotto 4.550, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e sul quale prendo atto che il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie cambia il parere in favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Venittelli, Rosato, Sarti, abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  408   
   Votanti  407   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 138    
    Hanno votato
no  269).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mucci 4.557, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 17)

  PRESIDENTE. Andrea Romano, Dell'Aringa, chi altro ? Ancora Romano non riesce a votare e neanche Dell'Aringa. Che si fa, qualcuno può assistere ? Grazie, sta andando il tecnico, Bossa, Nesci, Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  412   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no   275.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mucci 4.555, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e con il relatore di minoranza della Lega Nord che si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Carella.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  416   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  138    
    Hanno votato no   278.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.1000 (Nuova formulazione) delle Commissioni. Credo che bisogna avere i nuovi pareri, perché c’è stata la riformulazione Pag. 72dell'emendamento. Chiedo se un relatore può esprimere il parere delle Commissioni sulla nuova formulazione dell'emendamento 4.1000 (Nuova formulazione) delle Commissioni.

  LUIGI TARANTO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Il parere è favorevole, Presidente.

  PRESIDENTE. D'accordo. Il parere del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, Pesco ?

  DANIELE PESCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore di minoranza della Lega Nord, deputato Prataviera, esprime parere favorevole sull'emendamento 4.1000 (Nuova formulazione) delle Commissioni.
  Il Governo ?

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1000 (Nuova formulazione) delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Manzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  413   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  410    
    Hanno votato no   3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Terzoni 4.98, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord, con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capozzolo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  406   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no   302.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 4.97, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della Commissione V Bilancio, il relatore di minoranza della Lega Nord si rimette all'Aula e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  396   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  117    
    Hanno votato no   279.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 73

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Sorial 4.07, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della Commissione V Bilancio, il relatore di minoranza della Lega Nord si rimette all'Aula e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  363   
   Astenuti   44   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato   71    
    Hanno votato no   292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Adesso, prima di continuare chiedo al relatore Causi i pareri sui subemendamenti all'articolo 2, che era stato accantonato.

  MARCO CAUSI, Relatore per la maggioranza per la VI Commissione. Signora Presidente siamo pronti sull'articolo 2. Se la Presidenza preferisce, possiamo ripartire da lì. L'emendamento Pagano 2.5, lo ritengo assorbito dal nuovo emendamento della Commissione 2.1000.

  PRESIDENTE. Se non le dispiace, onorevole Causi, dovrebbe darmi i pareri sui subemendamenti, cominciando dal Boccadutri 0.2.1000.6.

  MARCO CAUSI, Relatore per la maggioranza per la VI Commissione. Allora sui subemendamenti Boccadutri 0.2.1000.6 e 0.2.1000.7 il parere è favorevole.
  Il subemendamento Pesco 0.2.1000.1 lo ritengo assorbito da una modifica che abbiamo concordato in Commissione sull'emendamento 2.1000.

  PRESIDENTE. Quindi il parere ?

  MARCO CAUSI, Relatore per la maggioranza per la VI Commissione. Sarebbe invito al ritiro altrimenti contrario poiché assorbito. Sui subemendamenti Villarosa 0.2.1000.2, Ruocco 0.2.1000.3, Cancelleri 0.2.1000.4, Alberti 0.2.1000.5 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il relatore della Lega Nord può darmi i pareri ? Deputato Prataviera, i pareri per favore.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Mi stavo accingendo proprio adesso.

  PRESIDENTE. Prego, non si sieda perché deve stare in piedi.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza per la X Commissione. E chi si stava sedendo, Presidente ?

  PRESIDENTE. Prego.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Ci rimettiamo all'Aula. La ringrazio per la disponibilità estrema che continua a riservarci.

  PRESIDENTE. Quindi su tutti si rimette all'Aula ? Sta bene. Il relatore di minoranza per il MoVimento 5 Stelle ?

  DANIELE PESCO, Relatore di minoranza. Sui due subemendamenti a firma dell'onorevole Boccadutri ci rimettiamo all'Aula. Sui nostri subemendamenti il parere è favorevole ma comunico da adesso che li riteniamo assorbiti dalla modifica fatta in Commissione.

  PRESIDENTE. Allora, sul subemendamento Pesco 0.2.1000.1 è favorevole, Villarosa 0.2.1000.2 è favorevole, Ruocco 0.2.1000.3 è favorevole, Cancelleri 0.2.1000.4 favorevole e Alberti 0.2.1000.5 è favorevole. Il Governo ?

Pag. 74

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Adesso dovremmo avere i pareri sugli emendamenti all'articolo 2. Relatore Causi ?

  MARCO CAUSI, Relatore per la maggioranza per la VI Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro sugli emendamenti Pagano 2.5, Boccadutri 2.501, Formisano 2.28 e Spadoni 2.502 perché assorbiti dall'emendamento 2.1000 delle Commissioni. Signor Presidente, questi vari emendamenti sono molto puntuali, il testo riscritto nell'emendamento 2.1000 delle Commissioni ne tiene conto. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Spessotto 2.503 e Formisano 2.43 e 2.44, mentre formulano un invito al ritiro sull'emendamento Barbanti 2.504 perché assorbito dal nuovo testo dell'articolo 2 così come recato dall'emendamento 2.1000 delle Commissioni. Le Commissioni esprimono naturalmente parere favorevole sul loro emendamento 2.1000.

  PRESIDENTE. Chiederei al relatore della Lega Nord di darmi i pareri, per favore, sugli emendamenti all'articolo 2.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Grazie Presidente, come vede sono in piedi, anche prima lo ero, magari lei aveva confuso pensando che io fossi seduto data la mia altezza. Ci rimettiamo all'Aula su tutti gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Sta bene. Adesso chiederei al relatore del MoVimento 5 Stelle i pareri sugli emendamenti all'articolo 2, per favore. Relatore Pesco ? La pagina, se posso esserle utile, è la 21 del fascicolo.

  DANIELE PESCO, Relatore di minoranza. Signora Presidente, ci rimettiamo all'Aula.

  PRESIDENTE. D'accordo. Il Governo ?

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Boccadutri 0.2.1000.6, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo, mentre i relatori di minoranza si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  318   
   Astenuti   75   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato  314    
    Hanno votato no   4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione del subemendamento Boccadutri 0.2.1000.7, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo, mentre i relatori di minoranza si rimettono all'Assemblea.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie Presidente, per significare e richiamare la sua attenzione e dell'Aula su questo subemendamento, perché l'articolo 2 sostanzialmente dovrebbe essere un provvedimento a favore dei cittadini e dei risparmiatori per quanto riguarda una serie di costi di commissione all'interno dei conti correnti, in particolare dei conti di pagamento e dei bonifici nelle banche. Il tutto viene demandato, rispetto ai criteri e all'eventuale indennizzo per chi non ottempera, perché è chiaro che bisogna ottemperare a questo, all'emanazione di un decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, sentita la Pag. 75Banca d'Italia, sui criteri, e poi i prestatori di servizio dovranno adeguarsi e uniformarsi a questi criteri.
  Allora, noi siamo partiti con tempi zero, dopodiché si formula un emendamento da parte delle Commissioni con cui si dice che, entro novanta giorni, deve essere emanato il decreto da parte del Ministero dell'economia e delle finanze e, entro poi due mesi dalla data di conversione, i prestatori di servizi dovranno adeguarsi. È un’escalation di allargamento, praticamente per tutto l'anno e forse l'anno prossimo, se dovessimo stare al rispetto di queste regole, perché si passa adesso a centoventi giorni per i decreti e a novanta giorni, invece, per quello che riguarda l'attuazione da parte dei prestatori di servizio. È una cosa veramente incredibile in riferimento a questo.
  Non solo: se poi consideriamo, come, per esempio, una serie di disposizioni legislative demandino all'attuazione di decreti da parte dello stesso Governo, che non vengono mai emanati – qui poi per giunta non c’è neanche la sanzione – io penso che non sarebbe stato male mantenere i novanta giorni e i due mesi, con cui già passava tutto il 2015; così passeranno, secondo me, il 2015, il 2016 e il 2017, e le banche continueranno a fare i propri comodi, come li stanno facendo da tempo.
  Detto questo, meglio feriti che morti, visto che comunque ci sono delle date, nella speranza che vengano rispettate, noi comunque voteremo a favore di questo subemendamento proposto dalla maggioranza.

  MARCO CAUSI, Relatore per la maggioranza per la VI Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI, Relatore per la maggioranza per la VI Commissione. Presidente, intervengo per chiarire questo punto a lei e a tutta l'Aula. In realtà, il nuovo articolo 2 recepisce per intero la direttiva comunitaria sulla trasferibilità dei conti di pagamento e, per come è scritto, l'emendamento 2.1000 delle Commissioni esso è totalmente autoapplicativo, tranne per due rimandi ai decreti, che ci sono sembrati inevitabili, perché non potevamo normare gli indennizzi, che vanno rimandati a un decreto, e le modalità della pubblicità sugli sportelli bancomat, anch'essa talmente innovativa sul piano tecnologico che va demandata a un'altra fase.
  Voglio ricordare che, su diciassette commi, soltanto due hanno bisogno di un'ulteriore fonte secondaria, ma tutte le altre disposizioni sono, invece, autoapplicative e, anzi, si dice che gli istituti dovranno adeguarsi entro tre mesi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Boccadutri 0.2.1000.7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saltamartini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  392   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  390    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Dallai, Terzoni e Cani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione del subemendamento Pesco 0.2.1000.1, su cui c’è un invito al ritiro ovvero parere contrario delle Commissioni e del Governo, si rimette all'Aula il relatore di minoranza della Lega ed è favorevole il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.

  DANIELE PESCO. Chiedo di parlare.

Pag. 76

  PRESIDENTE. Deputato Pesco, prego, ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Le comunico che il subemendamento è ritirato, come anche i seguenti.

  PRESIDENTE. È ritirato, dunque non lo poniamo in votazione.
  Passiamo alla votazione del subemendamento Villarosa 0.2.1000.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, si rimette all'Aula il relatore di minoranza della Lega ed è favorevole il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Ha chiesto di parlare il deputato Pesco, prego.

  DANIELE PESCO. Lo ritiriamo, come anche i seguenti.

  PRESIDENTE. Li ritira tutti, quindi ?

  DANIELE PESCO. Sì.

  PRESIDENTE. Se li ritira tutti, andiamo avanti.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.1000 delle Commissioni, nel testo subemendato.
  Relatore Causi, può esprimere il parere ?

  MARCO CAUSI, Relatore per la maggioranza per la VI Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Grazie. Il relatore della Lega ?

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Ci rimettiamo all'Aula.

  PRESIDENTE. Il relatore del MoVimento 5 Stelle ? Relatore Pesco, non la sento...

  DANIELE PESCO, Relatore di minoranza. Mi scusi...

  PRESIDENTE. Si alzi...se mi dà il parere sull'emendamento 2.1000 delle Commissioni...

  DANIELE PESCO, Relatore di minoranza. È favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Favorevole.

  PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1000 delle Commissioni, nel testo subemendato, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e su cui il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  390   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  390    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Avverto che a seguito dell'approvazione dell'emendamento 2.1000 delle Commissioni, interamente sostitutivo dell'articolo 2, risultano precluse tutte le ulteriori proposte emendative riferite a tale articolo.
  Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento Capezzone 7.1, a pagina 37 del fascicolo, su cui vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo, il parere Pag. 77favorevole del relatore di minoranza della Lega e il relatore del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente, intervengo in questo caso non come Presidente di Commissione, ma semplicemente come deputato del mio gruppo presentatore di un emendamento, che vuole porre un problema: noi siamo molto preoccupati, in termini liberali, di un rischio di nuovo intervento pubblico dello Stato in economia.
  Abbiamo molto sentito dai rappresentanti del Governo, abbiamo letto sui giornali l'espressione inglese turnaround: mi è capitato di dire che c’è qualche dizionario italiano in cui la traduzione di turnaround in italiano è Gepi, cioè quella sciagura che si ebbe in Italia a partire dagli anni Settanta di una forma di partecipazione statale, di intervento dello Stato, del Governo, in economia, con rischi di distorsione, con rischi per cui è il Governo del momento – oggi un Governo, domani un altro Governo – a usare risorse per stabilire dove intervenire, dove non intervenire, con effetti distorsivi che a noi sembrano molto chiari.
  A maggior ragione, siamo preoccupati quando sentiamo dire che la cosa può riguardare le aziende che hanno una redditività operativa. Ma, a maggior ragione, se hanno una redditività operativa, in termini di mercato, si trovino dei soci e ricapitalizzino: il mercato funziona così. Invece la prospettiva che la mano pubblica interviene addirittura per sette o dieci anni anche avvalendosi di fondi pensione, e quindi poi di strutture che hanno molti soldi, per stabilire dove si interviene e dove non si interviene, a noi sembra un veicolo estremamente pericoloso.
  Molto spesso, sappiamo quali strade siano lastricate di buone intenzioni; non discutiamo le buone intenzioni – anche la Gepi nacque con buone intenzioni – ma io credo che, da un punto di vista liberale, sia sempre il caso di diffidare delle intenzioni quando conducono a dare troppo potere alla mano pubblica e troppi rischi di interventi distorsivi nell'economia. Questa storia l'abbiamo già vissuta e non capisco perché la si debba rivivere.
  La cosa è ancor più paradossale in un decreto-legge che viene presentato, all'articolo 1, come un decreto che ha connotazioni pro mercato e poi queste connotazioni pro mercato vengono dimenticate all'articolo 7.
  Sappiamo che la nostra posizione su questo articolo, di abolizione, è una posizione minoritaria in questa Camera, ma abbiamo presentato l'emendamento soppressivo affinché la discussione avesse luogo non solo in Commissione, ma anche in Assemblea.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benamati. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BENAMATI. Grazie Presidente, proprio sull'emendamento soppressivo Capezzone 7.1 desidero invece riportare le ragioni che hanno condotto alla definizione di questo veicolo, che noi consideriamo importante nella politica industriale di questo Paese.
  Il presidente Capezzone con la sua autorevolezza ha espresso preoccupazioni che in alcuna parte sono condivisibili, ma che secondo noi non riguardano questo strumento; uno strumento che non intende essere né la Gepi, né l'istituto per la riconversione industriale prima maniera; uno strumento – dicevo – che è essenziale nella cassetta degli attrezzi di una politica industriale di un grande Paese sviluppato come il nostro.
  In quest'Aula, molte e molte volte, in diverse occasioni, sia in fase di discussione di mozioni, sia in fase di discussione di provvedimenti, abbiamo discusso di quanto una nuova politica industriale sia essenziale per questo Paese. Una politica industriale che si nutre di scelte, che sa determinare politiche attive per l'impresa, che sa sburocratizzare creando un ambiente favorevole. Ma nel fare le scelte all'interno di questa grande crisi mondiale, Pag. 78che ha visto parti importanti della manifattura italiana scomparire, serve uno strumento che garantisca di tutelare anche le parti strategiche importanti delle nostre imprese perché possano tornare a competere nel mondo.
  Abbiamo esempi di cosa è stata la desertificazione industriale in certi comparti in questo Paese. Questo veicolo – dicevo – che non intende essere né la Gepi, né l'IRI, di infausta memoria per certi aspetti, è un veicolo societario che supera anche il fondo strategico che si occupa di aziende con condizioni economiche positive per rafforzarle, ma si occupa di quelle aziende che, a seguito dei grandi squilibri di mercato, possono avere temporanei problemi patrimoniali, ma che possono essere ristrutturate e rilanciate positivamente. Chiamiamola, quindi, società di servizio per la patrimonializzazione e la ristrutturazione, traducendo quel termine inglese di turnaround che molti utilizzano. Una soluzione che deve dare risposte, sia in termini strategici per le imprese del nostro Paese, per i settori manifatturieri dei servizi occupazionali, ma anche che deve avvenire con precisi piani di sviluppo e di investimento che consentano di raggiungere gli obiettivi prefissati.
  Capitali pubblici, ma capitali privati, con diverso grado di garanzia, possono concorrere a questo soggetto, e i termini di operatività su una società, su un intervento, su un'impresa devono essere quelli più brevi possibili, per portare al superamento della situazione di temporanea difficoltà di questo nostro patrimonio aziendale italiano.
  Allora, noi non crediamo che questo sia un veicolo desueto e antiliberale – in questo, purtroppo, mi contraddistinguo dal collega Capezzone, – ma crediamo che sia un tassello importante di una nuova politica industriale, così come lo era quell'intervento sul credito all'esportazione che abbiamo già trattato negli articoli precedenti. Per questo, noi voteremo contro la soppressione di questo articolo e per la creazione di questo veicolo.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Presidente, se mi è possibile, siccome ieri vi è stato un errore di comunicazione dei pareri, vorrei dare nuovamente i pareri relativi agli emendamenti di questo articolo.

  PRESIDENTE. Quindi, vuole dare nuovamente i pareri sugli emendamenti a questo articolo ?

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Sì, la ringrazio. Il parere è favorevole sull'emendamento Capezzone 7.1, mentre è contrario sull'emendamento Liuzzi 7.6. Mi rimetto all'Assemblea sugli emendamenti Massimiliano Bernini 7.501 e Carinelli 7.502. Il parere è contrario sugli emendamenti Cariello 7.500, Cominardi 7.503 e Mazziotti Di Celso 7.14, mentre è favorevole sugli emendamenti Prataviera 7.272 e Allasia 7.22. Mi rimetto all'Assemblea sugli identici articoli aggiuntivi Boccadutri 7.0500 e Abrignani 7.0501, mentre il parere è contrario sull'articolo aggiuntivo Pelillo 7.0502.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 7.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capone, Tidei, Oliverio, Grassi, Oliaro, Rabino, Monchiero, Francesco Sanna...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 79
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  394   
   Votanti  393   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no   293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Antezza ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Liuzzi 7.6, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pastorino, Brugnerotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  390   
   Votanti  372   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   91    
    Hanno votato no   281.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Massimiliano Bernini 7.501, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo, favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, mentre il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nardi, Matteo Bragantini, Giorgis, Roccella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  394   
   Votanti  361   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato   90    
    Hanno votato no   271.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Carinelli 7.502, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo, favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, mentre il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Preziosi, Oliverio, De Lorenzis...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  359   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no   270.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Allasia ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi dal voto).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cariello 7.500, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo, del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e della V Commissione (Bilancio), e favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Fauttilli, Dambruoso...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 80
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  367   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   81    
    Hanno votato no   286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cominardi 7.503, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, e favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Silvia Giordano, Ciprini, Di Battista.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  385   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   88    
    Hanno votato no   297.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Mazziotti Di Celso 7.14, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente, noi ritireremo questo emendamento, ma vorrei sottolinearne il contenuto anche perché lo ripresenteremo come ordine del giorno per vincolare poi il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di attuazione di questa norma.
  Noi abbiamo chiesto di prevedere che venga stabilito il diritto in questa società degli investitori che non hanno la garanzia dello Stato – e quindi sostanzialmente di quelli privati o che lavorano su basi privatistiche – di avere un veto su tutti gli investimenti. Questo perché noi condividiamo la preoccupazione, che ha espresso prima anche l'onorevole Capezzone nel suo intervento, sul fatto che non si debba ricreare la nuova IRI, la nuova Gepi e via dicendo. Però questo non vuol dire, a nostro giudizio, che i soldi di Stato o la garanzia dello Stato non debbano mai intervenire.
  Il problema è la durata degli investimenti. Grazie a un nostro emendamento, approvato in Commissione, questa società ha l'obbligo di uscire dalle società in cui ha investito non appena sono risolte le difficoltà temporanee ed è fondamentale che venga gestita secondo criteri privatistici e non secondo criteri di interesse politico, per dirla chiara.
  Quindi è fondamentale che l'ingresso nelle società avvenga secondo dei criteri razionali ed economici. Per questo noi chiediamo e chiederemo con un ordine del giorno – che speriamo il Governo accolga ed attui nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri – il veto degli investitori che non hanno garanzia dello Stato, cioè che non beneficiano di soldi statali e che, dall'altra parte, l'uscita avvenga nel tempo più rapido possibile. Se vengono soddisfatte queste condizioni, nulla osta che si utilizzi la garanzia dello Stato in un momento così difficile per ricapitalizzare le aziende. Se così non fosse, saremmo addirittura contrari a questo tipo di soluzione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Sta bene. Prendo, quindi, atto che viene ritirato l'emendamento Mazziotti Di Celso 7.14.Pag. 81
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Prataviera 7.272, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie Presidente, intervengo per spiegare l'emendamento. Noi con questo emendamento vorremmo tutelare i diritti degli azionisti che si avvalgono della garanzia dello Stato. Questo proprio perché, dal nostro punto di vista, è incomprensibile come possa essere, invece, bocciato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 7.272.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent, Murer... hanno votato tutti ? Sta salendo Burtone...va bene, ha votato... hanno votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  375   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  262.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 7.22, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco, Mazzoli, Piccoli Nardelli, Di Battista...chi altro deve votare ? Garofani...ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  330   
   Astenuti   67   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato  66    
    Hanno votato no  264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi Boccadutri 7.0500 e Abrignani 7.0501. Qui manca il parere del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle. Relatore Pesco, mi dà il parere su questi identici articoli aggiuntivi ?

  DANIELE PESCO, Relatore di minoranza. Presidente, ci rimettiamo all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Quindi, la situazione è la seguente: parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre i due relatori di minoranza si rimettono all'Assemblea.
  Passiamo, quindi, ai voti...No, un attimo, prendo atto che l'articolo aggiuntivo Boccadutri 7.0500 viene ritirato.

  MARCO CAUSI, Relatore per la maggioranza per la VI Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI, Relatore per la maggioranza per la VI Commissione. Signor Presidente, per ricordare che non abbiamo ancora espresso i pareri su questo. Le ricordo che avevamo chiesto l'accantonamento per un approfondimento. Quindi, prima di dare pareri, io chiedo l'invito al ritiro per questi due identici articoli aggiuntivi Pag. 82Boccadutri 7.0500 e Abrignani 7.0501. Ma ho l'obbligo di dire che questa richiesta di invito al ritiro deriva dal fatto che, avendo approfondito la questione relativa al leasing finanziario, siamo arrivati alla determinazione che in poche ore non riuscivamo a risolvere la norma con piena soddisfazione. Ma la Commissione finanze, insieme al Governo, prende l'impegno, anche con un'iniziativa a breve termine, di consolidare una norma che possa funzionare e di risolvere il problema. Quindi, ci troviamo costretti a sciogliere l'accantonamento con un parere negativo e un invito al ritiro, ma con un forte impegno a riprendere il tema e a risolverlo velocemente.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Deputato Palese, qui c’è una richiesta di invito al ritiro. Prego.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, ritiro immediatamente per evitare che riapriamo una discussione di ore che c’è già stata nelle Commissioni.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Pelillo 7.0502.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pelillo 7.0502, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cecconi, Battaglia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  292   
   Astenuti  105   
   Maggioranza  147   
    Hanno votato  286    
    Hanno votato no   6.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cani ha segnalato che non è riuscito a votare a favore).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 8.4, sul quale vi è il parere favorevole delle Commissioni e del Governo, se viene riformulato.
  La riformulazione consiste nel numero dei giorni, da trenta a sessanta giorni. Deputato Allasia, quindi, se accetta la riformulazione, il parere è favorevole. Prendo atto che il deputato Allasia accetta la riformulazione.
  Passiamo, quindi, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 8.4, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Patriarca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  330   
   Astenuti   65   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato  328    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ricciatti 8-bis.500.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Grazie signora Presidente, con questo articolo 8-bis si sopprime in maniera inspiegabile – davvero non abbiamo capito il motivo – la disposizione Pag. 83secondo cui sono emanate specifiche direttive per assicurare il più ampio accesso delle piccole e medie imprese del Mezzogiorno agli interventi del Fondo di garanzia per ottenere credito. Abbiamo tutti i dati ISTAT ma anche studi elaborati da Confindustria e da tutte le associazioni di categoria che ci dicono che le piccole e medie imprese del Mezzogiorno stanno chiudendo. Il numero di lavoratrici e di lavoratori occupati che prima lavoravano in queste piccole e medie imprese stanno diminuendo a vista d'occhio. Se nel 2013 abbiamo avuto un crollo vertiginoso del numero delle aziende attive nel Mezzogiorno, vediamo che nel 2014 questo crollo non si arresta e, anche laddove si arresta in alcune aree geografiche, non c’è alcun tipo di miglioramento. Quindi davvero vorremmo aprire un'interlocuzione con i relatori, con la maggioranza, con il Governo perché ci spieghino perché, per l'ennesima volta, viene fatto uno sgambetto alla possibilità di futuro per tutte le imprese del Mezzogiorno e perché continuiamo a perpetrare una forma di razzismo post-ideologico e continuiamo a considerare il Mezzogiorno sempre quella parte d'Italia che non ha diritto di poter guardare avanti così come invece le aziende del nord d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  LUIGI TARANTO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI TARANTO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Signor Presidente, soltanto per rappresentare, dopo l'intervento dell'onorevole Ricciatti, che la modifica normativa, che pure prevede la non emanazione della direttiva CIPE, ha esattamente l'obiettivo opposto ossia quello di velocizzare la mobilitazione di fondi, certo nell'ambito di un utilizzo flessibile da parte del Fondo centrale di garanzia ma non interviene in termini di dirottamento di fondi o di alterazione delle percentuali di riparto tra i fondi poiché si tratta di fondi tra l'altro riferiti ai fondi europei e al Fondo di coesione. Quindi l'obiettivo è quello di velocizzare l'attivazione delle risorse, posto che, ad un anno circa dall'emanazione della norma, le direttive CIPE non risultano emanate. Quindi, l'intento è esattamente il contrario: consentire il più rapido e il più efficace «tiraggio» delle somme.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Ringrazio il relatore per aver specificato il senso della norma ma non capiamo però quali saranno le garanzie affinché il Mezzogiorno non venga tagliato fuori e le piccole e medie imprese del sud non vengano ulteriormente penalizzate sul terreno dell'accesso al credito. Abbiamo bisogno di dare seguito ad impegni contenuti in vari ordini del giorno che si sono susseguiti nel corso degli ultimi anni, a partire dall'attività dei confidi nell'azione di sostegno alle piccole e medie imprese del Mezzogiorno e, invece, ci troviamo di fronte all'ennesima stretta creditizia. Ora siccome siamo orientati sempre a fidarci, tuttavia pensiamo che l'affidamento verbale non basti più. Ci vogliono le leggi, ci vuole la certezza e non si può immaginare di penalizzare sempre il Mezzogiorno (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 8-bis.500, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale i relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e del MoVimento 5 Stelle si rimettono all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Coppola, Murer, Di Battista, Bonomo, Pes.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 84
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  321   
   Astenuti   74   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato   46    
    Hanno votato no   275.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Dallai ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 8-bis.9, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale i relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e del MoVimento 5 Stelle si rimettono all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Carella, D'Incà, Fregolent, D'Attorre, Antimo Cesaro.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  325   
   Astenuti   79   
   Maggioranza  163   
    Hanno votato   48    
    Hanno votato no   277.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo 1, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
  Colleghi, prima di passare agli ordini del giorno, dobbiamo sospendere la seduta per qualche minuto, per dieci minuti, perché dobbiamo esaminare gli ultimi ordini del giorno che sono arrivati appena adesso. Sospendo, quindi, la seduta per dieci minuti, che riprenderà alle 18,05.
  Gli ordini del giorno stanno arrivando adesso. Stanno arrivando man mano. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 17,55, è ripresa alle 18,25.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2844-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2844-A).
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi l'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, che recano un contenuto estraneo rispetto alle materie trattate dal provvedimento: Marrocu n. 9/2844-A/4, che prevede misure volte alla ristrutturazione dei debiti, al risanamento delle aziende e al rilancio del settore agricolo della Sardegna; Catalano n. 9/2844-A/15, relativo alla trasformazione di veicoli circolanti in veicoli a trazione elettrica ibrida.
  Avverto, altresì, che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 88, comma 2, del Regolamento, l'ordine del giorno Fantinati n. 9/2844-A/29, in quanto riproduce l'emendamento Fantinati 3.20, respinto dall'Assemblea.
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Presidente, sugli ordini del giorno Pastorelli n. 9/2844-A/1 e Tidei n. 9/2844-A/2 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Barbanti n. 9/2844-A/3 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno Marrocu n. 9/2844-A/4 è inammissibile.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sull'ordine del giorno Scuvera n. 9/2844-Pag. 85A/5 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Burtone n. 9/2844-A/6 il parere è favorevole, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: inserire le parole «a valutare in tempi brevi» anziché «sessanta giorni».
  Sull'ordine del giorno Famiglietti n. 9/2844-A/7 il parere è favorevole purché riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di».
  Sugli ordini del giorno Covello n. 9/2844-A/8 e Palese n. 9/2844-A/9 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Occhiuto n. 9/2844-A/10 il parere è contrario.
  Sull'ordine del giorno Latronico n. 9/2844-A/11 il parere è favorevole purché riformulato inserendo le parole «a valutare l'opportunità di adottare». Sull'ordine del giorno Laffranco n. 9/2844-A/12 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Bargero n. 9/2844-A/13 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Gitti n. 9/2844-A/14 il parere è favorevole purché riformulato inserendo le parole «a valutare l'opportunità di». L'ordine del giorno Catalano n. 9/2844-A/15 è inammissibile. Sull'ordine del giorno Basso n. 9/2844-A/16 il parere è favorevole purché riformulato inserendo le parole «a valutare l'opportunità di individuare».
  Sull'ordine del giorno Ottobre n. 9/2844-A/17 il parere è favorevole purché riformulato nel modo seguente: «a promuovere un'azione affinché le Casse rurali avviino un processo di autoriforma mantenendo la loro peculiarità legata al territorio».
  Sugli ordini del giorno Pagano n. 9/2844-A/18, Vitelli n. 9/2844-A/19, Mazziotti Di Celso n. 9/2844-A/20, Sottanelli n. 9/2844-A/21, Gigli n. 9/2844-A/22, Carbone n. 9/2844-A/23 e Paglia n. 9/2844-A/24 il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno Melilla n. 9/2844-A/25 e Marcon n. 9/2844-A/26 il parere è contrario.
  Sull'ordine del giorno Ferrara n. 9/2844-A/27 il parere è favorevole a condizione che nel testo delle premesse si tolgano le parole «inspiegabilmente» al terzo capoverso ed «eppure» al quarto, e che il dispositivo preveda le parole «a valutare che».
  Sull'ordine del giorno Ricciatti n. 9/2844-A/28 il parere è favorevole. L'ordine del giorno Fantinati n. 9/2844-A/29 è inammissibile.
  Sull'ordine del giorno Prataviera n. 9/2844-A/30 il parere è favorevole purché riformulato nel senso che nel testo delle premesse va tolta la seguente frase: «i requisiti di accesso risultano troppo vincolanti per le imprese innovative, che oltretutto sono sottoposte ad eccessivi oneri burocratici». Nel dispositivo «l'opportunità di ulteriori implementazioni della disciplina in materia di PMI innovative a partire dal monitoraggio dell'impianto dei requisiti attualmente richiesti». Sostituire il loro con questo.
  Sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/2844-A/31 il parere è favorevole; sull'ordine del giorno Busin n. 9/2844-A/32 il parere è contrario; sugli ordini del giorno Simonetti n. 9/2844-A/33 e Allasia n. 9/2844-A/34 il parere è favorevole.
  Sull'ordine del giorno Crippa n. 9/2844-A/35 il parere è favorevole purché venga riformulato con «a valutare l'opportunità»; sull'ordine del giorno Boccadutri n. 9/2844-A/36 il parere è favorevole purché venga riformulato con «a valutare l'opportunità».
  Sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2844-A/37 il parere è favorevole purché venga riformulato con «a valutare l'opportunità», mi pare che però c’è già, ma non si capisce perché è scritto a penna, se c’è va bene così. Sull'ordine del giorno Mucci n. 9/2844-A/38 il parere è favorevole purché venga riformulato con «a valutare l'opportunità».

  PRESIDENTE. Allora cominciamo: deputato Pastorelli, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2844-A/1, su cui il Governo ha espresso parere favorevole ?

  ORESTE PASTORELLI. No, è stato accolto.

Pag. 86

  PRESIDENTE. Sì, il parere è favorevole.

  CINZIA MARIA FONTANA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CINZIA MARIA FONTANA. Grazie signora Presidente, per dire che tutti gli ordini del giorno oggetto di proposta di riformulazione sono da noi accolti così come riformulati e non chiediamo di porli in votazione.

  PRESIDENTE. Non chiedete, quindi, di porli in votazione. Va bene, grazie.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie Presidente, per il gruppo di Forza Italia gli ordini del giorno con parere favorevole e riformulati sono tutti accolti, mentre per quelli sui quali vi è il parere contrario chiediamo che vengano posti in votazione.

  PRESIDENTE. La ringrazio per aver facilitato il compito. Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Barbanti n. 9/2844-A/3, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  SEBASTIANO BARBANTI. Grazie Presidente, mi lascia un po’ interdetto questo giudizio, infatti volevo l'attenzione anche del sottosegretario Baretta, perché questo ordine del giorno è figlio di un emendamento che in Commissione lo stesso sottosegretario Baretta mi ha chiesto di ritirare e di presentarlo come ordine del giorno proprio perché forse era meritorio di attenzione.
  Ora pregherei il sottosegretario di capire e di volerci dire se nel frattempo ha cambiato idea oppure se effettivamente è stata solo una svista, mi rendo conto che sono stati presentati anche da poco gli ordini del giorno, quindi se è stata una svista se vuole cambiare parere sull'ordine del giorno o anche casomai riformularlo per capire se il principio con una riformulazione possa comunque essere ancora recepito dal Governo.

  PRESIDENTE. Chiede, quindi, un cambiamento di parere. Prendo atto che il Governo si riserva di esprimersi successivamente. Allora lo lasciamo da parte. È accantonato e ci ritorniamo dopo.
  Passiamo all'ordine del giorno Occhiuto n. 9/2844-A/10, su cui il parere del Governo è contrario. Lo mettiamo, quindi, in votazione. Giusto ?
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Occhiuto n. 9/2844-A/10, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi, Marzana, Del Grosso, Scagliusi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  397   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  148    
    Hanno votato no  249.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Laffranco n. 9/2844-A/12, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Laffranco n. 9/2844-A/12, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 87
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  348   
   Astenuti   63   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato   91    
    Hanno votato no   257.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ottobre n. 9/2844-A/17, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Pagano n. 9/2844-A/18, Vitelli n. 9/2844-A/19, Mazziotti Di Celso n. 9/2844-A/20, Sottanelli n. 9/2844-A/21, Gigli n. 9/2844-A/22 e Paglia n. 9/2844-A/24, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Melilla n. 9/2844-A/25, non accettato dal Governo.

  GIANNI MELILLA. Grazie Presidente, vorrei chiedere al Governo di rivedere questo parere contrario e di procedere magari ad una riformulazione, perché il senso di questo ordine del giorno è scongiurare una discrepanza di regime fra le banche popolari, in modo tale da evitare che alcune di esse possano godere di un regime per un periodo limitato di tempo di soli ventiquattro mesi rispetto alle altre. Quindi, chiederei al Governo di valutare la possibilità di prendere in considerazione questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Il Governo su questa richiesta del deputato Melilla ?

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il problema non è lo spirito dell'ordine del giorno, deputato, è che l'ordine del giorno impegna il Governo a superare la soglia dimensionale, quindi è diverso da quanto abbiamo stabilito nel testo del decreto. L'obiezione sul rischio di scalabilità noi l'abbiamo affrontata con la soluzione del 5 per cento. Qui si chiede di superarlo, quindi la contrarietà sta nel merito obiettivamente.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Melilla n. 9/2844-A/25, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Melilla n. 9/2844-A/25, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Businarolo, Gregori, Nesci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  417   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no   266.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marcon n. 9/2844-A/26, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marcon n. 9/2844-A/26, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vignali, De Lorenzis...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  415   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  150    
    Hanno votato no   265.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Pag. 88

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ferrara n. 9/2844-A/27, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ricciatti n. 9/2844-A/28, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  L'ordine del giorno Fantinati n. 9/2844-A/29 è inammissibile.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Prataviera n. 9/2844-A/30, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Guidesi n. 9/2844-A/31, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Busin n. 9/2844-A/32, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busin n. 9/2844-A/32, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  420   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  152    
    Hanno votato no   268.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Simonetti n. 9/2844-A/33 e Allasia n. 9/2844-A/34, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Crippa n. 9/2844-A/35, accettato dal Governo, purché riformulato.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, su questo punto vorrei fare due riflessioni, perché, per carità, la riformulazione del Governo è la solita – quindi: «a valutare l'opportunità di...» – ma su questo tema, visto che è un tema che all'interno di quest'Aula parlamentare può risultare tecnologicamente avanzato, un qualcosa di previsionale, cioè la famosa manifattura di stampa digitale, io vorrei portare all'attenzione di quest'Aula che, proprio venerdì scorso, ci sono stati, presso la fiera di Milano, un interessante convegno e un'interessante fiera del settore. All'interno di quella fiera, ho avuto la sensazione di essere molto lontano da quella parte produttiva del Paese, molto lontano da quella visione che regnava all'interno di quegli stand. All'interno di quegli stand c'erano università che stavano facendo dei prototipi per la realizzazione di case mediante stampanti tridimensionali con argilla.
  C'erano università che si dedicavano, con reparti di ingegneria chimica, di ingegneria dei materiali, con la parte biomedicale, alla realizzazione di componenti organiche atte ad agevolare la vita di noi esseri umani (protesi ed altre tipologie di materiali fondamentali, che ad oggi hanno comunque sul mercato prezzi abbastanza elevati).
  Cercare di incentivare il passaggio alla manifattura di stampa digitale e promuoverla credo sia un dovere all'interno di queste Aule parlamentari. Ci avevamo già provato nel 2014 all'interno della legge di stabilità, ma quella tipologia di finanziamento non fu utilizzata perché il Ministero non riuscì ad attribuire dei criteri.
  Nell'ambito della legge di stabilità 2015 abbiamo, insieme con le associazioni, lavorato per realizzare questa interconnessione che permetta loro di aggregarsi e di partecipare a bandi per poter ottenere quei finanziamenti. Peccato che però, dal Pag. 89punto di vista produttivo, diventi fondamentale il sostegno con una cospicua somma.
  Ricordo a tutti che fino ad oggi sono stati stanziati 10 milioni di euro, nell'ambito di queste attività: ricordo il parallelismo per cui, con una dimensione come quella del nostro territorio nazionale, negli Stati Uniti sarebbero stati destinati 150 milioni di euro. E là oggi noi siamo, purtroppo, a rincorrere questo tipo di tecnologia, a rincorrere quel tipo di invenzioni, e a rincorrere quella possibilità di rilancio della manifattura anche di tipo tradizionale, perché sentivo, all'interno degli stand, parlare di una nuova visione di artigianato, un artigianato di eccellenza e di qualità che possa anche portare a customizzare, quindi a produzioni di serie limitate ma con delle personalizzazioni estreme.
  Credo che su questo tipo di settore bisogna insistere in maniera netta e chiara. Pertanto chiedo al Governo di rivedere la riformulazione «a valutare l'opportunità di», parlando chiaramente di individuare altre risorse: non ne quantifichiamo, ma visto che avete messo 10 milioni di euro in precedenza, anche soltanto con qualche altro milione di euro in quel settore credo che daremmo una speranza a quei ragazzi che oggi si stanno cimentando con questo tipo di settore produttivo.
  Pertanto, gradiremmo che l'ordine del giorno venisse accolto così come è scritto, perché non impegna neppure a individuare le risorse entro un certo periodo, ma è un ordine del giorno almeno di visione.
  Chiediamo, dunque, al Governo di rivedere questa sua richiesta di riformulazione, altrimenti ci vedremo costretti ad insistere per la votazione.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo conferma il parere. Lo poniamo dunque in votazione senza riformulazione, nella versione originale.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crippa n. 9/2844-A/35.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  425   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  152    
    Hanno votato no   273.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Grimoldi n. 9/2844-A/37 e Mucci n. 9/2844-A/38 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.
  Passiamo all'ordine del giorno Barbanti n. 9/2844-A/3, precedentemente accantonato.
  Ha chiesto di parlare il sottosegretario Baretta. Ne ha facoltà.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Grazie, Presidente. Sì, ricordo bene la discussione con il collega Barbanti. La mia obiezione riguarda non il principio, ma la determinazione secca del rapporto, che qui è messa al doppio. Se il collega Barbanti condivide una formulazione che non dica «doppio», ma individui criteri sui due rapporti, credo di poter cambiare favorevolmente il parere.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Barbanti n. 9/2844-A/3, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Pag. 90

Sui lavori dell'Assemblea (ore 18,50).

  PRESIDENTE. Avverto che, sulla base delle intese intercorse tra i rappresentanti di tutti i gruppi, i lavori dell'Assemblea previsti per le sedute di domani, giovedì 12 marzo, venerdì 13 e per la prossima settimana sono stati così riarticolati rispetto a quanto previsto dal vigente calendario dei lavori: giovedì – colleghi, per favore, dovrebbe interessare tutti questa comunicazione – 12 marzo, alle ore 9,30, dopo lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e della votazione finale sul disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia di sistema bancario, sarà iscritto all'ordine del giorno il seguito della discussione delle mozioni concernenti iniziative per il contrasto del gioco d'azzardo; venerdì 13 marzo, alle ore 9,30, avrà luogo lo svolgimento di interpellanze urgenti; lunedì 16 marzo, a partire dalle ore 12, si svolgeranno le sole discussioni sulle linee generali delle proposte di legge recanti modifiche al codice penale in materia di prescrizione del reato e del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia di esenzione IMU, oltre a quella delle mozioni sui diritti previdenziali dei lavoratori italiani emigrati in Paesi non appartenenti all'Unione europea; a tali argomenti, già previsti dal calendario, sarà aggiunto l'esame del disegno di legge di ratifica della Convenzione internazionale per la protezione delle persone dalle sparizioni forzate (A.C. 2674); martedì 17 marzo, a partire dalle ore 12, si svolgerà il seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia di esenzione IMU, delle mozioni sui diritti previdenziali dei lavoratori italiani emigrati in Paesi non appartenenti all'Unione europea e del disegno di legge di ratifica n. 2674. L'esame di tali argomenti potrà proseguire mercoledì 18 (antimeridiana), giovedì 19 (antimeridiana e dopo la riunione del Parlamento in seduta comune, con eventuale prosecuzione notturna) e, eventualmente, nella giornata di venerdì 20 marzo; mercoledì 18 marzo, alle ore 16, avranno luogo le Comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 19 e 20 marzo.
  Ricordo che giovedì 19 marzo, alle ore 15, resta convocato il Parlamento in seduta comune per l'elezione di due giudici della Corte costituzionale. La chiama avrà inizio dai senatori.
  Resta, altresì, fermo lo svolgimento delle sedute di sindacato ispettivo previste dal vigente calendario dei lavori.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 18,52).

  ALBERTO ZOLEZZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. Di questi giorni è la notizia che lo stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso, in provincia di Genova, stia procedendo a quelle che si chiamano esternalizzazioni, alla creazione di una vera e propria area segregata di lavorazione. È uno stabilimento storico, che esiste dal 1897; è un fiore all'occhiello della produzione navale civile e militare italiana, su cui si potrebbero presentare svariate opinioni.
  Però, il progetto che prevede la produzione di dieci fregate Fremm – siamo a otto – pare, dal piano industriale, che potrà garantire la produzione dello stabilimento almeno fino al 2020, garantendo lo stesso livello di manodopera e di qualità di manodopera. Il progetto, di cui chiederò conto in un'interrogazione, invece sembra quello di creare un compartimento stagno di produzione per l'area meccanica, che rischia di abbassare la qualità del lavoro svolto in quella sede, rischia di abbassare la tutela dei lavoratori che lavoreranno in quell'area, oltre, chiaramente, ai loro stipendi, forse con una gestione da parte delle stesse persone che gestiscono l'area normale dello stabilimento Fincantieri di Riva. Per cui, attenzioneremo questa attività di compartimentalizzazione e di creazione di un'area segregata anche chiedendo Pag. 91al Ministero dell'ambiente se non debba essere rivista la stessa valutazione di impatto ambientale.

  PRESIDENTE. Non vedo il deputato Rampelli che aveva chiesto di parlare.

  GIULIA DI VITA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Grazie Presidente. Sollecito la risposta a due interrogazioni a risposta scritta, la n. 4-04030 del 14 marzo 2014 e la n. 4-02706 del 27 novembre 2013.

  ROBERTO RAMPI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO RAMPI. Presidente, vorrei solo fare una commemorazione questa sera, in quest'Aula. Mi è capitato di farlo in passato con figure del mondo della cultura, del cinema e dell'arte. Sono scomparse, invece, in queste due settimane nel mio territorio, a Monza, due figure. Oggi si sono tenuti i funerali di Peppino Fumagalli, che è stato il fondatore della Candy, credo che lo conoscano tutti, e una settimana fa si sono svolti i funerali del signor Brugola, che ha portato una delle innovazioni tecnologiche italiane in tutto il mondo. Io credo che queste due figure siano due grandi figure dell'impresa e perché le ho messe in relazione con gli uomini della cultura che abbiamo ricordato ? Perché appartengono ad una storia dell'ingegno e della creatività italiana che ha fatto sì che la parola «impresa» fosse legata ad un'idea di pensiero, di visione e anche, me lo faccia dire, in momenti come questi, ad un rapporto con i loro lavoratori, ad un'etica dell'impresa, a una volontà di condividere insieme un progetto e di condividere insieme anche i risulti di questo progetto, che ha ancora, forse, molto da insegnare. Questa generazione di imprenditori, a cui la storia della Brianza si lega in maniera indissolubile, rappresenta delle figure importanti per questo Paese che credo meritino, insieme alla vicinanza di tutte le loro comunità, che hanno avuto in questi giorni, anche la vicinanza del Parlamento italiano e il loro ricordo in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, intervengo per segnalarle la situazione difficilissima dei lavoratori in cassa integrazione in deroga e in mobilità. Non ricevono l'indennizzo ormai dal marzo del 2014, addirittura i lavoratori della Calabria hanno un arretrato che risale al 2013. Le famiglie sono in grave difficoltà, ci sono delle proteste davanti a tante prefetture in Sicilia, ma anche in Basilicata. Io le chiedo di intervenire perché il Governo possa venire qui, in Aula, a rispondere ai tanti atti ispettivi che io ho presentato. È necessario dare una risposta, né vale la credibilità delle nostre istituzioni.

  CARLA RUOCCO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Grazie Presidente. Io approfitto per chiedere direttamente a lei, che sicuramente mi darà una risposta precisa, quando verrà trattato nell'Ufficio di Presidenza la questione dell'insulto sessista (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che mi è stato rivolto durante la notte in cui è stata deliberata la seduta fiume, durante la quale io sono stata chiamata «donna di strada» dal cosiddetto onorevole Sanna. Abbiamo chiesto che venisse trattata questa questione, perché non vogliamo che in questo Parlamento ci siano donne di «serie A» e donne di «serie B» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché sarebbe un esempio cattivo da portare Pag. 92fuori di qui: cittadini di «serie A» e cittadini di «serie B» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Deputata Ruocco, la questione sarà esaminata con attenzione quando in Ufficio di Presidenza tratteremo gli episodi di quella serata, inclusi anche gli insulti alla Presidenza. Tutto sarà esaminato, con attenzione, dall'Ufficio di Presidenza.

  MASSIMILIANO BERNINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie Presidente. Intervengo solo per sollecitare la risposta ad alcuni atti di sindacato ispettivo che ho presentato, in modo particolare all'interrogazione a risposta scritta n. 4-02115 riguardante il liceo scientifico Meucci di Ronciglione, in provincia di Viterbo, l'interrogazione 4-02675 riguardante i contratti di locazione delle ASL e l'interrogazione 4-02768 riguardante l'inquinamento del Fosso dell'Olmo, sempre in provincia di Viterbo.
  Quindi, il mio intervento è proprio per sollecitare da parte di questo Governo una risposta ai miei atti di sindacato ispettivo.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, vorrei rifarmi un po’ allo scambio di battute che lei ha avuto in questi giorni con il Presidente del Consiglio Renzi e vorrei dare il mio appoggio alla questione che lei deve difendere le prerogative del Parlamento rispetto al Governo.
  Vorrei farle presente, appunto, la situazione delle numerose interrogazioni, sia in Commissione sia in Aula – non sto qui a elencarle – che non hanno mai ricevuto una risposta. Credo che sia, appunto, sua prerogativa esigere dal Governo il rispetto di una regola che vige all'interno del Parlamento. Vi sono dei giorni, vi sono certe tempistiche, ma comunque vi sono interrogazioni a cui, da più di un anno o da inizio legislatura, non è stata mai data risposta.
  Visto che abbiamo poca possibilità di incidere, viste le varie fiducie poste, i decreti che vengono posti in essere e l'accelerazione dei lavori parlamentari – e spesse volte si salta il lavoro parlamentare – almeno le interrogazioni, con le quali possiamo agire sul territorio e dare una mano ai cittadini per alcune questioni e chiedere delle specifiche informazioni, devono ricevere una risposta.

  DALILA NESCI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Grazie Presidente. È da dicembre che, colpevolmente, il Governo, tramite il Ministero della salute e il Ministero dell'economia e delle finanze, non nomina il commissario alla sanità per il rientro del debito sanitario in Calabria.
  La Calabria sta vivendo una situazione difficilissima e, incredibilmente, in questo momento non vi sono assolutamente responsabili per lo stato emergenziale che vive la sanità calabrese. Il suo Ufficio mi ha notificato la sanzione e, quindi, vi è la sospensione da domani da quest'Aula e da tutti i lavori di Commissione. Quindi vorrei annunciare, siccome ho scritto decine e decine di interrogazioni parlamentari anche per sollecitare la nomina del commissario ad acta in Calabria, da domani, visto che sono sospesa e non potrò partecipare ai lavori d'Aula e di Commissione, andrò in Calabria a fare una serie di ispezioni in vari ospedali della Calabria, sperando di accendere un faro su una regione che è abbandonata da tutti.

  MIRKO BUSTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MIRKO BUSTO. Grazie Presidente. Vorrei ricordare che oggi sono passati quattro anni dalla tragedia di Fukushima, Pag. 93l'incidente nucleare che ha causato inquinamento radiologico inimmaginabile; ha causato non poche morti e molti danni e, appunto, l'inquinamento radiologico.
  Sappiamo che questo incidente è stato catalogato del livello più elevato, quindi del livello sette. Sappiamo che 150 mila persone hanno dovuto lasciare la propria casa e sappiamo che ancora oggi ci sono 120 mila di queste persone che non hanno potuto fare ritorno, perché la zona è stata evacuata. Ci sono 54 mila depositi di materiali radioattivi, per un totale di circa 28 milioni di metri cubi di rifiuti nucleari.
  Ora parliamo di questo anche perché in Italia la situazione del decommissioning nucleare non è molto, se vogliamo, migliore. O almeno voglio cogliere l'occasione per ricordare che, vicino a casa mia, a Saluggia, si sta pensando di raddoppiare nei progetti il deposito temporaneo delle scorie, che, in teoria, dovrebbero essere conservate fino alla costruzione del deposito unico nazionale. Dico in teoria perché è paradossale, a mia opinione, il fatto di spendere milioni di euro per costruire un deposito temporaneo, che dovrebbe fare da ponte per pochi anni prima di questo fantomatico deposito nazionale delle scorie.
  Quindi, ricordiamo Fukushima per ricordarci che il problema nucleare ha lasciato un'eredità pesante anche nel nostro Paese, che ancora adesso stiamo cercando di risolvere. Pertanto, deve essere un monito forte per la politica.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 12 marzo 2015, alle 9,30:

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti (C. 2844-A).
  — Relatori: Causi (per la VI Commissione) e Taranto (per la X Commissione), per la maggioranza; Busin (per la VI Commissione), Prataviera (per la X Commissione) e Pesco, di minoranza.

  2. – Seguito della discussione delle mozioni Mantero ed altri n. 1-00594, Binetti ed altri n. 1-00702, Rondini ed altri n. 1-00703, Nicchi ed altri n. 1-00706, Palese n. 1-00707, Garavini ed altri n. 1-00710, Vargiu ed altri n. 1-00715, Rampelli ed altri n. 1-00736 e Di Lello ed altri n. 1-00759 concernenti iniziative per il contrasto del gioco d'azzardo.

  La seduta termina alle 19,05.

Pag. 94

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 2150 E ABB., DEL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 2674 E DELLE COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IN VISTA DEL CONSIGLIO EUROPEO DEL 19-20 MARZO 2015

Pdl n. 2150 e abb. – Modifiche al codice penale in materia di prescrizione del reato

Discussione generale: 7 ore e 30 minuti.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 14 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 26 minuti
 Partito Democratico 43 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 33 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 31 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 31 minuti
 Scelta civica per l'Italia 31 minuti
 Lega Nord e Autonomie 31 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 31 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 30 minuti
 Misto: 31 minuti
  Alternativa Libera 13 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 7 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 5 minuti
Pag. 95

Ddl di ratifica n. 2674 – Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate

Tempo complessivo: 2 ore.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 17 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 23 minuti
 Partito Democratico 18 minuti
 MoVimento 5 Stelle 12 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 10 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 6 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 6 minuti
 Scelta civica per l'Italia 6 minuti
 Lega Nord e Autonomie 6 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 6 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 5 minuti
 Misto: 8 minuti
  Alternativa Libera 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 2 minuti
Pag. 96

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 19-20 marzo 2015

Tempo complessivo per la discussione e per le dichiarazioni di voto: 4 ore.

Governo 30 minuti
Interventi a titolo personale 17 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 33 minuti ( per la discussione) 1 ora e 40 minuti ( per le dichiarazioni di voto)
 Partito Democratico 25 minuti 10 minuti
 MoVimento 5 Stelle 11 minuti 10 minuti
 Forza Italia – Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
10 minuti 10 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 7 minuti 10 minuti
 Scelta civica per l'Italia 7 minuti 10 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 7 minuti 10 minuti
 Lega Nord e Autonomie 6 minuti 10 minuti
 Per l'Italia 6 minuti 10 minuti
 Fratelli d'Italia –
 Alleanza Nazionale
6 minuti 10 minuti
 Misto: 8 minuti 10 minuti
  Alternativa Libera 2 minuti 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti 2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 2 minuti 2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2844-A – em. 1.80 379 379 190 56 323 92 Resp.
2 Nom. em. 1.84 386 386 194 65 321 92 Resp.
3 Nom. em. 1.90 395 395 198 117 278 91 Resp.
4 Nom. em. 1.104 398 398 200 122 276 91 Resp.
5 Nom. em. 1.348 407 352 55 177 75 277 90 Resp.
6 Nom. em. 1.276 409 405 4 203 130 275 89 Resp.
7 Nom. em. 1.228, 1.284 414 414 208 135 279 89 Resp.
8 Nom. em. 1.186 421 421 211 135 286 88 Resp.
9 Nom. em. 1.158 420 420 211 117 303 87 Resp.
10 Nom. em. 1.153 426 419 7 210 143 276 86 Resp.
11 Nom. em. 1.155 417 417 209 130 287 87 Resp.
12 Nom. em. 1.165 425 425 213 148 277 87 Resp.
13 Nom. em. 1.117 425 425 213 148 277 87 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.192 422 422 212 147 275 87 Resp.
15 Nom. em. 1.118 425 425 213 147 278 87 Resp.
16 Nom. em. 1.121 422 422 212 145 277 85 Resp.
17 Nom. em. 1.135 426 412 14 207 134 278 85 Resp.
18 Nom. em. 1.146 421 421 211 148 273 85 Resp.
19 Nom. em. 1.142 424 418 6 210 139 279 85 Resp.
20 Nom. em. 1.144 428 422 6 212 143 279 85 Resp.
21 Nom. em. 1.143 430 422 8 212 129 293 85 Resp.
22 Nom. em. 1.126 423 423 212 146 277 85 Resp.
23 Nom. em. 1.148 437 429 8 215 148 281 85 Resp.
24 Nom. em. 1.145 438 430 8 216 145 285 85 Resp.
25 Nom. em. 1.140 445 445 223 150 295 85 Resp.
26 Nom. em. 1.174, 1.279 436 436 219 152 284 85 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 1.264 436 436 219 153 283 85 Resp.
28 Nom. em. 1.522 435 435 218 158 277 85 Resp.
29 Nom. em. 1.81 433 432 1 217 155 277 85 Resp.
30 Nom. em. 1.86, 1.185, 1.212 439 439 220 158 281 85 Resp.
31 Nom. em. 1.88, 1.191 448 448 225 161 287 85 Resp.
32 Nom. em. 1.223 445 445 223 162 283 85 Resp.
33 Nom. em. 1.520 439 439 220 159 280 85 Resp.
34 Nom. em. 1.514 440 374 66 188 96 278 85 Resp.
35 Nom. em. 1.516 438 438 220 157 281 84 Resp.
36 Nom. em. 1.506 443 441 2 221 160 281 84 Resp.
37 Nom. em. 1.509 444 376 68 189 95 281 84 Resp.
38 Nom. em. 1.510 439 373 66 187 94 279 84 Resp.
39 Nom. em. 1.512 438 438 220 160 278 84 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 1.517 449 380 69 191 97 283 84 Resp.
41 Nom. em. 1.519 417 416 1 209 125 291 84 Resp.
42 Nom. articolo agg. 1.07 420 408 12 205 132 276 84 Resp.
43 Nom. em. 3.3 433 353 80 177 25 328 84 Resp.
44 Nom. em. 3.12 427 426 1 214 89 337 84 Resp.
45 Nom. em. 3.13 430 413 17 207 125 288 84 Resp.
46 Nom. em. 3.18 431 431 216 151 280 84 Resp.
47 Nom. em. 3.15 421 421 211 156 265 84 Resp.
48 Nom. em. 3.20 432 432 217 151 281 83 Resp.
49 Nom. em. 3.22 436 436 219 154 282 83 Resp.
50 Nom. em. 4.9 434 360 74 181 98 262 83 Resp.
51 Nom. em. 4.25 430 430 216 158 272 83 Resp.
52 Nom. em. 4.27 426 426 214 152 274 83 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 4.16, 4.20 424 423 1 212 161 262 83 Resp.
54 Nom. em. 4.37 425 409 16 205 136 273 83 Resp.
55 Nom. em. 4.501 428 343 85 172 80 263 83 Resp.
56 Nom. em. 4.125 389 382 7 192 119 263 96 Resp.
57 Nom. em. 4.49, 4.50 396 377 19 189 112 265 94 Resp.
58 Nom. em. 4.57 406 405 1 203 402 3 94 Appr.
59 Nom. em. 4.503 412 351 61 176 81 270 93 Resp.
60 Nom. em. 4.502 409 408 1 205 111 297 92 Resp.
61 Nom. em. 4.553 415 401 14 201 39 362 92 Resp.
62 Nom. em. 4.88 402 370 32 186 98 272 91 Resp.
63 Nom. subem. 0.4.85.1 412 411 1 206 406 5 90 Appr.
64 Nom. em. 4.85 406 406 204 402 4 90 Appr.
65 Nom. em. 4.552 408 402 6 202 135 267 90 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. subem. 0.4.117.1 407 404 3 203 390 14 90 Appr.
67 Nom. em. 4.117 408 407 1 204 402 5 90 Appr.
68 Nom. em. 4.111 410 403 7 202 138 265 89 Resp.
69 Nom. em. 4.550 408 407 1 204 138 269 89 Resp.
70 Nom. em. 4.557 412 412 207 137 275 89 Resp.
71 Nom. em. 4.555 416 416 209 138 278 89 Resp.
72 Nom. em. 4.1000 n.f. 413 413 207 410 3 89 Appr.
73 Nom. em. 4.98 408 406 2 204 104 302 89 Resp.
74 Nom. em. 4.97 415 396 19 199 117 279 89 Resp.
75 Nom. articolo agg. 4.07 407 363 44 182 71 292 89 Resp.
76 Nom. subem. 0.2.1000.6 393 318 75 160 314 4 89 Appr.
77 Nom. subem. 0.2.1000.7 395 392 3 197 390 2 87 Appr.
78 Nom. em. 2.1000 392 390 2 196 390 88 Appr.


INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 7.1 394 393 1 197 100 293 87 Resp.
80 Nom. em. 7.6 390 372 18 187 91 281 87 Resp.
81 Nom. em. 7.501 394 361 33 181 90 271 87 Resp.
82 Nom. em. 7.502 393 359 34 180 89 270 87 Resp.
83 Nom. em. 7.500 395 367 28 184 81 286 87 Resp.
84 Nom. em. 7.503 387 385 2 193 88 297 87 Resp.
85 Nom. em. 7.272 396 375 21 188 113 262 87 Resp.
86 Nom. em. 7.22 397 330 67 166 66 264 87 Resp.
87 Nom. articolo agg. 7.0502 397 292 105 147 286 6 88 Appr.
88 Nom. em. 8.4 rif. 395 330 65 166 328 2 87 Appr.
89 Nom. em. 8-bis.500 395 321 74 161 46 275 87 Resp.
90 Nom. em. 8-bis.9 404 325 79 163 48 277 87 Resp.
91 Nom. odg 9/2844-A/10 398 397 1 199 148 249 88 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 96)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. odg 9/2844-A/12 411 348 63 175 91 257 88 Resp.
93 Nom. odg 9/2844-A/25 418 417 1 209 151 266 88 Resp.
94 Nom. odg 9/2844-A/26 415 415 208 150 265 89 Resp.
95 Nom. odg 9/2844-A/32 421 420 1 211 152 268 88 Resp.
96 Nom. odg 9/2844-A/35 426 425 1 213 152 273 88 Resp.