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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 609 di martedì 19 aprile 2016

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 10,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  RICCARDO FRACCARO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 12 aprile 2016.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Baretta, Bindi, Catania, Causin, Censore, Cicchitto, Damiano, De Menech, Epifani, Faraone, Garavini, Gentiloni Silveri, La Marca, Manciulli, Mazziotti Di Celso, Meta, Molea, Morassut, Piccoli Nardelli, Rossomando, Schullian, Sereni e Valentini sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centodiciannove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni (ore 10,32).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

(Iniziative volte a contrastare il fenomeno del bullismo, alla luce di un grave episodio occorso nel mese di dicembre 2015 presso l'istituto scolastico «Armando Perotti» di Bari – n. 3-01906)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Losacco n. 3-01906, concernente iniziative volte a contrastare il fenomeno del bullismo, alla luce di un grave episodio occorso nel mese di dicembre 2015 presso l'istituto scolastico «Armando Perotti» di Bari (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Gabriele Toccafondi, ha facoltà di rispondere.

  GABRIELE TOCCAFONDI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Presidente, il Ministero dell'istruzione è da tempo impegnato a prevenire fenomeni di bullismo e cyberbullismo, e, nell'ottica di dare sistematicità e omogeneità a tutti i progetti realizzati sul territorio, sono state emanate, lo scorso anno, le nuove linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo.
  Queste nuove linee danno continuità e implementano di nuovo le politiche e gli strumenti già in uso da tempo, promuovendo Pag. 2altresì un nuovo sistema di governance, con il trasferimento delle funzioni precedentemente in capo agli osservatori regionali, sia ai centri territoriali di supporto (CTS), istituiti nell'ambito del progetto «Nuove tecnologie e disabilità» dagli uffici scolastici regionali, in accordo con il Ministero e collocati a livello provinciale presso scuole-polo, che alle loro ulteriori articolazioni territoriali.
  Le linee forniscono, inoltre, indicazioni riguardo all'istituzione di un «Nucleo operativo», costituito da uno o due dirigenti tecnici e da due-tre docenti referenti, utilizzati presso gli uffici scolastici regionali e gli ambiti territoriali, formati su problematiche relative alle nuove forme di devianza giovanile (tra le quali il bullismo, il cyberbullismo e lo stalking), in possesso delle competenze necessarie per sostenere, incrementando e aiutando le scuole in rete e i docenti, attraverso interventi di consulenza e di formazione mirata, assicurando anche la raccolta e la diffusione di buone pratiche.
  Il Nucleo operativo per il contrasto delle nuove forme di devianza giovanile collabora con specifiche figure professionali, già incardinate in altre strutture o in altri enti, tra le quali psicoterapeuti, rappresentanti del tribunale dei minori, neuropsichiatri, personale della Polizia postale.
  Per governare al meglio la trasformazione necessaria e supportare il nuovo assetto dei processi previsti dalle linee di orientamento, relativo in particolare agli ulteriori nuovi compiti e funzioni attribuiti ai CTS in materia di prevenzione del bullismo e cyberbullismo, il MIUR ha previsto, per l'anno scolastico in corso, l'erogazione di specifiche risorse finanziarie, pari a un totale di 560 mila euro, attribuite ai CTS attraverso la concessione di fondi previsti dal decreto n. 435 del 16 giugno 2015.
  Dal canto suo, il Ministero dell'interno ha messo in campo diverse azioni: in particolare, a partire dall'anno scolastico 2015-2016, ha istituito un servizio di segnalazione gratuita via SMS, anche in forma anonima, sull'utenza telefonica dedicata 43002, valida per tutto il territorio nazionale ed avente come interfaccia operativa a livello provinciale le questure.
  Facendo riferimento al territorio in cui è accaduto il caso segnalato nell'interrogazione in argomento, questa iniziativa è stata pubblicizzata e promossa a livello locale dall'ufficio scolastico regionale per la Puglia e dalla prefettura di Bari anche attraverso un concorso dal titolo «Un SMS per dire no a droga e bulli», riservato a tutte le scuole della regione per sensibilizzare studenti e famiglie.
  Il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza di Bari, inoltre, ha espresso parere favorevole alla predisposizione, d'intesa con l'ufficio scolastico regionale, di progetti di prevenzione della devianza giovanile, finanziabili con Fondi PON legalità per gli anni 2014-2020.
  Anche nel caso specifico segnalato dall'onorevole interrogante, emerge come l'azione delle istituzioni si è concentrata sin da subito a ristabilire il corretto clima all'interno dell'ambiente scolastico e a stigmatizzare il pesante episodio. Difatti, dalle informazioni acquisite dall'ufficio scolastico regionale per la Puglia, si evince che, dopo l'aggressione subita il 2 dicembre 2015 dallo studente nei bagni della scuola, sono state immediatamente adottate le iniziative sanzionatorie nei confronti dei responsabili. Il consiglio di classe, riunitosi il 4 dicembre, ha comminato la sospensione disciplinare nei confronti dei due alunni autori del grave episodio.
  L'istituto Perotti, per scongiurare il ripetersi di tali accadimenti, ha individuato, tra le finalità del Piano dell'offerta formativa per il corrente anno scolastico, apposite iniziative destinate, oltre che al pieno successo scolastico e al contrasto della dispersione scolastica, anche all'integrazione e alla prevenzione di ogni forma di discriminazione. In particolare, sono stati organizzati specifici incontri di educazione alla legalità, che, con il contributo di esperti del settore, hanno coinvolto gli alunni, soprattutto del biennio, in lavori specifici e mirati a sensibilizzarli contro ogni forma di bullismo, anche informatico.Pag. 3
  Inoltre, l'istituto, aderendo ad un avviso pubblico (n. 1 del 2016) della regione Puglia, ha presentato una propria proposta, nell'ambito del progetto «Diritti a scuola». Con riferimento specifico alle problematiche del bullismo e cyberbullismo, la scuola intende adoperarsi: attraverso la misura C del progetto, mediante l'ascolto face to face ad opera di uno psicologo e con il supporto di un mediatore interculturale per gli alunni stranieri; attraverso la misura D, mediante percorsi di formazione tenuti da esperti riguardanti l'educazione ai media e ai social network. Oltre a ciò, è stato realizzato, nel sito web della scuola, uno spazio dedicato alle tematiche in argomento.

  PRESIDENTE. L'onorevole Losacco ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  ALBERTO LOSACCO. Sì, grazie, Presidente. Io intanto ringrazio il Governo e ringrazio, in modo particolare, il sottosegretario Toccafondi per la puntuale risposta.
  L'episodio in questione è, purtroppo, uno dei molti nei quali la violenza diventa protagonista all'interno delle nostre scuole. La vittima è stata un ragazzo dell'istituto Perotti di Bari, che, stando alla ricostruzione dei fatti, due ragazzi, due bulli, avrebbero immobilizzato e massacrato con calci e pugni. Tutti i protagonisti di questa triste vicenda hanno un'età compresa tra i quattordici e i diciassette anni.
  Nei mesi scorsi ha molto colpito l'opinione pubblica la storia della ragazza dodicenne di Pordenone, vittima del bullismo dei suoi compagni, che tenta il suicidio gettandosi dalla finestra con una frase terribile: sono una sfigata, non ce la faccio più. E proprio dalla Puglia è venuta una bella risposta dall'associazione «Ma basta», nata dai ragazzi del primo anno dell'istituto Galilei-Costa di Lecce e guidata dal professore di informatica Daniele Manni, un docente che l'anno scorso fu selezionato tra i 50 candidati del cosiddetto Nobel dell'insegnamento.
  Forse in questo momento, mentre sono qui a replicare in Aula, in qualche altra aula, in qualche corridoio, in qualche bagno di una scuola, c’è un ragazzo vittima di atti di bullismo. È sicuramente una battaglia culturale nei confronti di comportamenti, atteggiamenti ed anche di strumenti che si sono modificati nel corso del tempo. Oggi dobbiamo fare i conti anche con l'invasività dei social, la rapidità di diffusione di modalità calunniose e diffamatorie che aumentano il disagio e l'imbarazzo di ragazzi e famiglie.
  L'obiettivo è, innanzitutto, non lasciare sole queste persone, aiutarle, e abbiamo anche qui, in Commissione istruzione alla Camera, un gran lavoro con la giustizia, per arrivare ad un nuovo quadro normativo che affronti anche la questione del cyberbullismo. Sono aspetti delicati, che necessitano di essere affrontati e, quindi, chiediamo al Governo di fare la sua parte fino in fondo e mi pare che, dalla risposta del sottosegretario, si stia già partendo con il piede giusto.
  Quello che, con questo atto di sindacato ispettivo, si chiede è di prestare attenzione alla Puglia e di analizzare la vastità di un fenomeno, in una regione che si caratterizza per una elevata popolazione giovanile, in un Paese che invecchia demograficamente.
  Si chiede un maggiore sostegno da parte di strutture come i consultori, di aumentare la prossimità agli istituti scolastici, di potenziare figure professionali come il supporto psicologico: è importante per i ragazzi e anche per le famiglie. È importante anche una campagna pedagogica di educazione per contrastare davvero la violenza.
  Quando ricerche autorevoli ci dicono che un bambino su due, a partire dalle scuole primarie, si trova a doversi confrontare con il fenomeno del bullismo, abbiamo la consapevolezza della portata di una questione che diventa prioritaria. Occorre un patto tra le istituzioni che coinvolga Stato, regioni, enti locali, insegnanti, studenti e famiglie. Siamo certi che l'impegno del Governo non mancherà e, per le regioni come la Puglia, anche la disponibilità di risorse finanziarie derivanti dai Fondi europei, che possono essere Pag. 4utili per finanziare progetti di contrasto al bullismo. Non dobbiamo mai dimenticare che la scuola è una delle istituzioni più importanti, è quindi necessario liberarla da violenza e prepotenza.

(Misure a favore delle aziende agricole piemontesi in relazione al periodo di siccità registratosi tra novembre 2015 e gennaio 2016 – n. 3-02186)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Simonetti n. 3-02186, concernente misure a favore delle aziende agricole piemontesi in relazione al periodo di siccità registratosi tra novembre 2015 e gennaio 2016 (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni). Il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, ha facoltà di rispondere.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, onorevoli deputati, con riguardo alla siccità verificatasi tra i mesi di novembre 2015 e gennaio 2016 nel territorio della regione Piemonte, causando tra l'altro disagi al settore agricolo, faccio presente che ad oggi nessuna richiesta di intervento dal Fondo di solidarietà nazionale è stata presentata da parte della citata amministrazione, nei termini e con le modalità prescritte dall'articolo 6 del decreto legislativo n. 102 del 2004. Con l'occasione ricordo che gli interventi previsti dal citato decreto per il sostegno alle imprese agricole colpite da avversità atmosferiche eccezionali possono essere attivati a condizione che il danno sulla produzione lorda vendibile risulti superiore al 30 per cento ed esclusivamente per le avversità e le colture danneggiate che non sono comprese nel Piano assicurativo nazionale per la copertura dei rischi, le cui polizze sono agevolate da un contributo statale fino al 65 per cento della spesa premi sostenuta. Vorrei tuttavia sottolineare che gli strumenti ex ante, come quello assicurativo, si sono dimostrati nel corso del tempo nettamente più efficaci rispetto agli interventi compensativi, assicurando infatti oltre 7 miliardi di produzione lorda vendibile agricola. Peraltro, le assicurazioni agevolate sono state inserite tra le misure analizzate dalla Commissione europea e per questo sono state inserite nella programmazione 2014-2020 quale misura straordinaria nazionale per questo tipo di interventi. Compatibilmente con le esigenze primarie delle imprese agricole, potranno essere adottate anche misure volte al ripristino delle infrastrutture connesse all'attività agricola, tra le quali quelle irrigue e quelle di bonifica, con onere a carico del Fondo di solidarietà nazionale. Ciò detto, mi preme evidenziare che stiamo seguendo con attenzione l'anomalo andamento meteorologico degli ultimi mesi e le possibili ripercussioni sulle produzioni agricole, situazione che interessa l'intero territorio nazionale, infatti le irregolarità climatiche registrate nel nostro Paese negli ultimi anni impongono di seguire delle strategie di adattamento orientate a limitare i danni derivanti dai cambiamenti climatici in atto e prevedere una gestione delle risorse idriche attenta ai consumi e soprattutto ad una maggiore efficienza irrigua. In tal senso, nell'ottica di un sistema integrato di tutela dell'ambiente e della gestione della risorsa idrica, è ormai consolidata la collaborazione del Ministero delle politiche agricole con gli enti locali e le altre istituzioni pubbliche deputate alla gestione del territorio nel suo complesso, per ottimizzare la capacità di pianificazione e di programmazione degli interventi. Al riguardo faccio presente anche che per monitorare la situazione delle riserve idriche delle regione presso l'Autorità di bacino del distretto padano è attivo un tavolo di monitoraggio sugli usi idrici del distretto e sta per diventare operativo l'Osservatorio permanente sulle utilizzazioni idriche. Si tratta di una struttura operativa a supporto del governo integrato dell'acqua, partecipato dei Ministeri, dalle regioni, dai Consorzi di regolazione dei laghi, dai gestori idroelettrici, dai consorzi di bonifica e di irrigazione e tutti gli altri soggetti coinvolti nella gestione idrica a Pag. 5livello distrettuale. L'obiettivo è quello di monitorare costantemente lo stato di consistenza della risorsa idrica e il suo prevedibile trend evolutivo e formulare le linee strategiche di impiego stagionale delle risorse idriche padane, anche attraverso la predisposizione di idonei strumenti tecnici di supporto alla pianificazione del bilancio idrico. Evidenzio, poi, che nei prossimi mesi sarà inoltre adottato il piano di bacino per il bilancio idrico del distretto padano, attualmente in fase di consultazione. Le suddette iniziative sono finalizzate ad assumere, con il necessario anticipo, misure in grado di ottimizzare l'impiego delle risorse idriche, fronteggiando in tal modo eventuali carenze di disponibilità che dovessero profilarsi da qui alla stagione estiva. Preciso infine che, in merito alla disponibilità della risorsa idrica invasata sui grandi laghi prealpini, sulla base di informazioni assunte dall'Autorità di bacino del fiume Po tramite comunicazioni dirette con le regioni del distretto padano, la situazione appare nella norma, infatti il lago Maggiore si sta avviando ai massimi storici di livello d'invaso relativamente al periodo, mentre i livelli di invaso del lago di Garda e del lago di Como appaiono rispettivamente nella media o sopra la media per il periodo. Al momento pertanto non ci sono segnalazioni di particolare criticità. Altresì, l'ARPA Emilia Romagna, attraverso il Servizio IdroMeteoClima, ha ultimato l’upgrade del sito web che permette di visualizzare in continuo la situazione relativa alla disponibilità della risorsa idrica nel bacino del Po.

  PRESIDENTE. L'onorevole Simonetti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Castiglione per l'approfondita risposta che ha dato a un tema che è decisamente importante per la zona padana. Come lei ha ricordato, il sistema irriguo è fondamentale proprio perché l'economia agricola è una parte fondamentale del PIL delle nostre regioni e del nostro Paese. È chiaro che la mia interrogazione non voleva essere una critica né un allarme, ma una segnalazione, che ovviamente il Governo mi pare abbia colto, che è quella che i cambiamenti climatici portano a dover affrontare. È proprio di oggi la notizia sui dati del clima, che dagli ultimi trent'anni si è registrato un aumento di un grado delle temperature medie stagionali, soprattutto di questo periodo, e questo fa pensare che se manca un'infrastruttura irrigua idonea, molto probabilmente nel prossimo futuro ci potrebbero essere delle situazioni che da semplice allarme possono diventare crisi ed emergenze, da un punto di vista sia irriguo per l'economia agricola che addirittura a livello potabile. Nel periodo in cui io scrissi l'interrogazione – che era quello appunto febbraio – si faceva riferimento alla siccità che ha colpito i nostri territori a fine anno del 2015, molti comuni del Piemonte hanno dovuto adottare situazioni diverse per la fornitura di acqua potabile, quale il riempimento delle vasche attraverso delle cisterne esterne. Questo perché appunto la situazione del clima è cambiata; noi notiamo che vi sono delle precipitazioni che nell'arco dell'anno si attestano sulla stessa media ma sono concentrate in porzioni temporali sempre inferiori, quindi ci sono degli scrosci notevoli che producono notevole quantità d'acqua che crea poi anche un danno idrogeologico, se non ben regimentate, e non ben gestiti i territori e che fa sì che se non si accumula questa risorsa idrica nel tempo non può esserci un utilizzo misurato e conforme alle necessità quando appunto questo fenomeno piovoso non si verifica. I danni all'agricoltura lei li ha quantificati, li ha spiegati, ha spiegato quali possono essere le soluzioni che ovviamente erano note alla parte scrivente, ma ringrazio per averle ricordate. Sono quindi soddisfatto soprattutto per la parte riguardante la realizzazione e concretizzazione sempre più di un piano di bacino delle acque padane, in modo tale da avere, oltre che un monitoraggio costante e continuo, Pag. 6anche una programmazione seria di come gestire e prevenire le possibili siccità.

(Iniziative volte a tutelare la produzione vinicola del Pinot grigio in Friuli Venezia Giulia, in relazione al progetto diretto a definire una nuova denominazione di origine controllata di carattere interregionale – n. 3-02187)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Rizzetto ed altri n. 3-02187, concernente iniziative volte a tutelare la produzione vinicola del Pinot grigio in Friuli Venezia Giulia, in relazione al progetto diretto a definire una nuova denominazione di origine controllata di carattere interregionale (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni). Il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, ha facoltà di rispondere.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rilevo innanzitutto che, a seguito della recente presentazione del richiesta di riconoscimento dell'autonoma doc Friuli o Friuli-Venezia Giulia da parte di apposite associazioni di produttori friulani, con la quale si perseguirebbe la massima valorizzazione anche dell'autonoma tipologia di vino Friuli Pinot grigio, da notizie assunte dalla regione Friuli Venezia Giulia i produttori friulani avrebbero superato la pregiudiziale nei riguardi del riconoscimento della doc interregionale Pinot Grigio delle Venezie.
  Al riguardo, preciso che, nel corso dell'iter procedurale per il riconoscimento della DOC Friuli o Friuli Venezia Giulia, accertata la condivisione della richiesta da parte dei produttori, il 7 aprile scorso è stato poi acquisito il parere favorevole del Comitato Vini DOP e IGP. Pertanto, a breve, la proposta di disciplinare e di dare nuova DOC sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale per acquisire l'eventuale osservazione degli interessati. Ad ogni modo faccio presente che sussistono i tempi per consentire la rivendicazione della DOC Friuli, fin dalla prossima vendemmia del 2016.
   Premesso quanto sopra e ferma restando la legittimità per l'interprofessione vitivinicola di un territorio di attivarsi, anche in ambito interregionale, per proporre il riconoscimento di una nuova DOC, faccio presente che al momento non è pervenuta alcuna istanza di riconoscimento per una DOC Pinot Grigio delle Venezie.
  A tal proposito, ricordo che la relativa istanza deve essere presentata al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, secondo le modalità e i termini previsti dal decreto ministeriale 7 novembre 2012, concernente la procedura nazionale prodromica a quella europea per ottenere la registrazione della nuova IGP nel registro comunitario delle DOP e delle IGP.
   Peraltro la presentazione di un'istanza per il riconoscimento di una DOC di ambito interregionale deve essere preliminarmente condivisa dai produttori dell'intero territorio vitivinicolo e presentata dopo la pubblicazione sui bollettini delle regioni e province autonome interessate per l'eventuale osservazione da parte degli interessati da un'associazione di produttori che sia appositamente costituita, oppure può essere anche presentata da un consorzio di tutela. È altresì necessario che detta istanza sia sottoscritta da almeno il 35 per cento dei viticoltori dell'area interessata che rappresentino a loro volta almeno il 35 per cento della superficie dei vigneti oggetto di dichiarazione produttiva nell'ultimo biennio.
   Il Ministero, d'intesa con il Comitato nazionale dei vini DOP e IGP, valuterà la richiesta con la massima trasparenza e pubblicizzazione, nel pieno rispetto delle norme procedurali, nonché con la massima attenzione agli aspetti tecnico-economici, ponendo in particolare attenzione sul grado di condivisione che la medesima richiesta riscuote, sia dalla parte della filiera vitivinicola del territorio, sia nell'ambito del citato Comitato nazionale vini DOP e IGP.

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  PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  WALTER RIZZETTO. Grazie Presidente e grazie sottosegretario. Non posso ritenermi completamente soddisfatto della risposta, nel senso che lei ha affermato e sta dicendo che questo percorso è evidentemente in itinere, ma le richieste rispetto anche a quanto da lei appena affermato sono arrivate. Probabilmente, non sono arrivate direttamente sul suo tavolo, non sono arrivate direttamente sul tavolo del Ministero, ma sono arrivate con una lettera aperta all'assessore per le risorse agricole e forestali del Friuli Venezia Giulia, Shaurli.
   In questa lettera, il Comitato per la difesa dei vini friulani rivendica un po’ di cose; rivendica in primis che effettivamente non è stata chiesta loro nessun tipo di indicazione, cioè nessun tipo di richiesta per l'apertura di un eventuale chiamiamolo tavolo rispetto alla DOC interregionale; non è stato chiesto un parere. Dopodiché, il Comitato per la difesa del vino friulano va di fatto a scrivere questa lettera aperta, ripresa anche dai media; probabilmente dovreste parlarvi a questo punto fra regione e Ministero. La lettera parla di una vera e propria massificazione del pinot, andando di fatto a delegare il controllo dello stesso più ad un'industria che non agli stessi produttori, nel senso che pare che sia per lo più la regione Veneto che spinge verso una DOC interregionale e, sia i produttori del Friuli-Venezia Giulia, sia i produttori del Trentino, si sono di fatto dichiarati contrari rispetto a questo passaggio. Le rinnovo: è stata scritta una lettera aperta e non è stata presa assolutamente in considerazione. Sottosegretario, la strada intrapresa rispetto a quanto detto è molto rischiosa per il comparto vitivinicolo friulano perché ci sarà, d'ora in poi, se questo passaggio andrà in porto, una mancanza di identità territoriale, ci sarà una confusione tra enti certificatori che si sovrappongono, ci sarà una dispersione tra l'altro di fondi regionali e ci sarà una confusione sugli obiettivi promozionali del prodotto che sarà comunque complicata da raggiungere.
  Io poco fa ho ascoltato uno dei portavoce del Comitato per la difesa del vino e quindi lo ripeto al netto di quelle che sono le sue notizie. Ho ascoltato questa persona pochi minuti fa e la persona mi dice che si andranno a gettare a mare parecchi investimenti decennali perché di fatto con questo passaggio sarà scontata la dismissione, ad esempio, dell'IGT, nei confronti e a favore della DOC interregionale. Saranno, come prima ho detto, gettati a mare molti investimenti, investimenti sicuramente decennali che fanno delle aziende di produzione del Friuli un diritto acquisito. L'amministrazione regionale, presieduta e comandata dalla presidente Serracchiani, dovrebbe ascoltare prima i produttori regionali, che non questa massificazione rispetto alle tre Venezie che è stata proposta. Nella lettera, come prima detto, che è stata spedita, oltre a ricordare – lo ricordo per l'ennesima volta – la cancellazione dell'IGT «Venezia Giulia», che a questo punto pare scontata, noi vorremmo capire sicuramente anche da lei, in un secondo momento evidentemente, se siete coscienti che in questo caso i brand di molte aziende in regione, che hanno investito di nuovo per molti anni, andranno di fatto ad essere cancellati.
  Poi, un aspetto economico-tecnico: 5 milioni di bottiglie di Pinot grigio IGT delle Venezie, venduti ad esempio in Inghilterra, al prezzo di un euro, che prezzo spunteranno in più rispetto allo stesso prodotto ? Non si cambia il prodotto, ma ci sarà una bottiglia fondamentalmente che avrà una fascetta a garanzia di qualità. Quindi, io penso che questo Governo – e vado a chiudere, Presidente – vada sempre di più verso la trasformazione da logica artigianale anche nella filiera del vino a logica industriale e quindi di fatto si andrà a far beneficiare rispetto a questo passaggio più gli imbottigliatori tecnicamente, che non gli artigiani del vino.
  Noi ci opporremo a questo tipo di provvedimento, ma se, come da lei appena accennato, effettivamente c’è ancora qualcosa da poter fare in seno e in previsione Pag. 8della prossima vendemmia, sarà mia cura – Presidente chiudo – farle recapitare direttamente la lettera che queste persone e questi produttori hanno scritto all'assessore e vediamo se a questo punto lei riuscirà a porvi rimedio.

(Iniziative finalizzate a fronteggiare l'inquinamento elettromagnetico e a limitarne gli effetti nocivi, con particolare riguardo all'esposizione nelle scuole e negli ospedali – nn. 2-00972, 3-02189 e 3-02190)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Melilla n. 2-00972 e alle interrogazioni Incerti n. 3-02189 e Dieni n. 3-02190, concernenti iniziative finalizzate a fronteggiare l'inquinamento elettromagnetico e a limitarne gli effetti nocivi, con particolare riguardo all'esposizione nelle scuole e negli ospedali, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni).
  Chiedo all'onorevole Melilla se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. Da alcuni anni si parla molto nella comunità scientifica internazionale dei danni derivanti dall'inquinamento elettromagnetico. È un problema enorme, sorto con lo svilupparsi delle apparecchiature elettroniche, wifi, computer, tablet, telefonia mobile: questo abnorme e veloce sviluppo elettronico ha portato all'osservazione, alla conoscenza e alla presa d'atto del fatto che detto sviluppo tecnologico è tutt'altro che innocuo e inoffensivo per il genere umano. Studi e ricerche – naturalmente da approfondire perché i pareri sono diversi e contrastanti anche nella comunità scientifica – lamentano comunque gravi danni per la salute umana, soprattutto per i bambini, gli adolescenti e le donne in stato di gravidanza, danni che hanno rilevanza importante, come l'esponenziale aumento dei tumori, dei danni alle cellule celebrali, l'abbassamento del tasso di fertilità, un aumento notevole delle proteine da stress, danni all'apparato visivo, sfaldamento delle cellule dell'occhio, diminuzione del sonno, eccitabilità e afasia derivante dall'eccessivo uso del computer o dei tablet.
   Con ogni evidenza, questi sono danni importanti, dovuti non solo alle alte frequenze con lo sviluppo del calore anche corporeo, ma portati anche dalle basse frequenze, che si scopre essere anch'esse tutt'altro che innocue.
  La comunità scientifica è preoccupata e ha recentemente lanciato un appello-petizione, a cui ho fatto riferimento con questa mia interpellanza, il 25 febbraio 2015, che è la data di questo appello-petizione, per correre ai ripari.
  L'evidenza della difficoltà che il problema rappresenta è evidenziata dal fatto che la nostra società è ormai a tutti i livelli fortemente improntata dall'uso di supporti elettronici senza fili, come quelli, appunto, di cui stiamo parlando.
  La nostra legislazione, sebbene allarmata da tempo, risulta insufficiente a contrastare e a prevenire la salvaguardia della salute delle persone. La disinformazione è un pericolo importante di cui dobbiamo tener conto.
  L'uso indiscriminato delle tecnologie senza fili, utilizzate anche nelle scuole, asili nido, scuole materne, scuole elementari e ospedali, è un dato di forte preoccupazione, essendo questi luoghi a forte rischio e con minore salvaguardia proprio perché legati alla minore possibilità di difesa del corpo stesso, sia per l'età dei soggetti sia per i disagi fisici delle persone malate negli ospedali.
  Con la mia interpellanza ho chiesto al Ministero dell'ambiente se non ritenga opportuno aumentare il livello di guardia, sensibilizzando la popolazione sugli evidenti danni provocati da queste apparecchiature eccessivamente usate per molte ore al giorno, ponendo, per esempio, un limite di età all'uso delle apparecchiature – computer e cellulari – e vietando l'uso degli stessi negli ambienti più a rischio.
  Ho chiesto anche al Ministero di assumere iniziative per vietare l'uso di tali Pag. 9apparecchiature nelle scuole e negli ospedali, privilegiando l'uso di quelle a collegamento via cavo.
  Inoltre, ho chiesto di assumere iniziative per abrogare l'articolo 14, comma 8, del decreto-legge n. 179 del 2012, per riportare quindi la misurazione dei campi elettromagnetici a sei ore e non ventiquattro ore come la suddetta legge prevede, accogliendo in toto l'appello per la difesa della salute dalle radiazioni a radiofrequenza e microonde di cui ho parlato, petizione lanciata dalla comunità scientifica il 26 febbraio 2015.

  PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere.

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Presidente, preliminarmente si fa presente che la legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, la n. 36 del 2001, prevede già misure di tutela della salute della popolazione e dell'ambiente e la promozione dell'innovazione tecnologica e delle azioni di risanamento volte a minimizzare l'intensità e gli effetti dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici secondo le migliori tecnologie disponibili.
  Al riguardo lo Stato, nell'ambito dell'esercizio delle funzioni relative alla determinazione dei limiti di esposizione dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità, ha provveduto ad adottare, a fini cautelativi, due provvedimenti attuativi, con l'emanazione di due DPCM, dell'8 luglio 2003, che fissano i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la prevenzione della popolazione all'esposizione ai campi elettromagnetici generati, rispettivamente, da sorgenti con frequenza compresa fra 100 kilohertz e 300 gigahertz e di rete 50 hertz, ai sensi e nel rispetto dell'articolo 32 della Costituzione nonché del principio di precauzione previsto dal Trattato istitutivo dell'Unione europea. Infatti, in Italia i valori limite di qualità risultano dieci volte inferiori rispetto alle indicazioni della Comunità europea.
  L'installazione di infrastrutture per impianti radioelettrici e la modifica delle caratteristiche di emissione di questi ultimi viene autorizzata dagli enti locali, previo accertamento, da parte dell'organismo competente ad effettuare i controlli, di cui all'articolo 14 della legge n. 36 del 2001, della compatibilità del progetto con i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità stabiliti uniformemente a livello nazionale in relazione a quanto previsto dalla predetta legge quadro e ai relativi provvedimenti attuativi.
  La competenza del controllo e della vigilanza sanitaria ed ambientale è attribuita alle amministrazioni provinciali e comunali, che si avvalgono delle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente.
  Per quanto riguarda, nello specifico, la previsione di cui all'articolo 14, comma 8, del cosiddetto «decreto crescita 2.0», il decreto-legge n. 179 del 2012, che ha introdotto alcune disposizioni integrative in materia di limiti di emissione elettromagnetica stabiliti dal DPCM dell'8 luglio 2003, si ritiene opportuno precisare quanto segue. La problematica riguardante il nuovo sistema di quarta generazione di telefonia mobile, 4G LTE, è stata seguita dal Ministero dell'ambiente con notevole impegno attraverso la partecipazione a un tavolo tecnico istituito dal Ministero dello sviluppo economico a cui hanno partecipato anche i rappresentanti dell'ISPRA, dell'Istituto superiore di sanità, della Fondazione «Bordoni» e degli operatori dei sistemi di telefonia mobile, nell'ambito del quale l'ISPRA, con la Fondazione «Bordoni» e alcune ARPA, ha prodotto un documento tecnico in cui veniva fornita un'analisi sulla fattibilità di estendere l'intervallo temporale di calcolo dei valori medi dei livelli di campo elettromagnetico.
  Ad ogni modo, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, IARC, ha allocato i campi elettromagnetici in radiofrequenza nella categoria 2B (agente possibilmente cancerogeno per l'uomo) del proprio Pag. 10schema di classificazione. L'allocazione nella categoria 2B è la più debole tra le tre con le quali l'Agenzia di Lione definisce un agente come cancerogeno (le prime due sono: 1, «cancerogeno certo per l'uomo»; 2A, «probabile cancerogeno per l'uomo»).
  La ricerca epidemiologica sull'uomo ha principalmente considerato il rischio di tumori in relazione all'uso del telefono cellulare tra gli adulti. Gli utenti del telefono cellulare rappresentano, infatti, la categoria maggiormente esposta a causa delle peculiari caratteristiche di esposizione e, cioè, la stretta prossimità alla testa, che implica livelli di deposizione di energia elettromagnetica molto più elevati rispetto a quelli in gioco nell'esposizione da impianti fissi, quali le antenne dei sistemi di telefonia mobile e radiotelevisivi. I punti di accesso fissi dei sistemi wi-fi sono peraltro caratterizzati da emissioni elettromagnetiche molto basse, circa dieci volte inferiori a un comune telefono cellulare.
  Il «progetto interphone», il più vasto studio epidemiologico finora realizzato sull'occorrenza di tumori intracranici in relazione all'uso di telefoni mobili, è stato coordinato dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, afferente all'OMS, e realizzato contemporaneamente in 13 Paesi del mondo, inclusa l'Italia. Questo studio non ha evidenziato alcun aumento del rischio di glioma, meningioma o neurinoma del nervo acustico (diversi tipi di tumori intracranici) negli utilizzatori di telefoni cellulari rispetto ai non utilizzatori, né incrementi del rischio all'aumentare degli anni trascorsi dall'inizio dell'uso (fino a 10-13 anni), del numero totale di chiamate effettuate o delle ore totali d'uso.
  Si fa presente, inoltre, che ISPRA, ARPA e APPA (agenzie regionali e provinciali per la protezione dell'ambiente) provvedono, in attuazione del predetto decreto, all'elaborazione di linee guida che sono approvate con uno o più decreti del MATTM, sentite le competenti Commissioni parlamentari. Tali linee guida potranno essere soggette ad aggiornamento con periodicità semestrale su indicazione del Ministero dell'ambiente, che provvederà alla relativa approvazione.
  In data 2 dicembre 2014, il Ministero dell'ambiente ha emanato il decreto relativo alla definizione delle modalità di fornitura, da parte degli operatori, dei dati di potenza degli impianti, all'ISPRA e alle ARPA/APPA, così come dei fattori di riduzione della potenza massima al connettore d'antenna che tengano conto della variabilità temporale dell'emissione degli impianti nell'arco delle 24 ore. La conoscenza di detti dati consente un maggior controllo da parte delle autorità competenti relativamente a situazioni critiche, che altrimenti potrebbero sfuggire al controllo effettuato sul territorio.
  Per quanto riguarda gli altri due aspetti oggetto delle linee guida, che riguardano, in particolare, i valori di assorbimento del campo elettromagnetico da parte delle strutture degli edifici nonché le pertinenze esterne con dimensioni abitabili, quali balconi, terrazze e cortili, solo nel caso di utilizzazione per permanenze non inferiori a quattro ore consecutive giornaliere si fa presente che, per le stesse, sono in stato avanzato le istruttorie finalizzate alla stesura dei relativi decreti.
  La maggior parte dei progetti di ricerca finanziati dall'Unione europea ha riguardato esposizioni nelle bande di frequenza utilizzate per la telefonia mobile, in sistemi sperimentali di valutazione della cancerogenesi, cocancerogenesi, genotossicità, effettuate nel sistema uditivo delle tecnologie GSM o UMTS, ed effetti sul sistema nervoso. I risultati di tale programma, nel loro complesso, non depongono in favore dell'ipotesi di rischi sanitari per esposizioni a livelli non termici, come quelli in gioco nell'uso del telefono e, in misura ancora inferiore, nell'esposizione da soggetti ambientali. Le politiche di protezione raccomandate a livello internazionale (OMS e UE in particolare) non contemplano l'adozione di misure di cautela e protezione da eventuali effetti a lungo termine.
  Si fa presente, inoltre, che il Ministero della salute, riconoscendo l'importanza di Pag. 11una corretta informazione e comunicazione nel settore della tutela dagli effetti sulla salute dei campi elettromagnetici e nei limiti delle risorse disponibili, ha finanziato, presso il Centro nazionale di controllo delle malattie, il progetto triennale «Salute e campi elettromagnetici (CAMELET)», sviluppato dall'Istituto superiore di sanità.
  Si segnala, da ultimo, che le politiche del Governo in materia di comunicazione vanno nella direzione del più ampio sviluppo tecnologico. Difatti, come annunciato dal Presidente del Consiglio, sono in uno stato avanzato i progetti innovativi della banda larga, che consentiranno al Paese di assumere, anche in tal senso, un ruolo leader in Europa, permettendo al contempo anche il ricorso a tecnologie con una migliore compatibilità ambientale.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, si assicura agli onorevoli interroganti e interpellanti che il Ministero dell'ambiente continuerà a svolgere attività di monitoraggio su tali temi e si renderà comunque disponibile a fornire eventuali ulteriori informazioni.

  PRESIDENTE. L'onorevole Melilla ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, non posso ritenermi soddisfatto, perché da parte del Governo si continua ancora ad ignorare la delicatezza delle questioni che sono sollevate dalla comunità scientifica internazionale. Ritengo che bisogna aggiornare la nostra normativa e adottare, come diceva anche il sottosegretario, il principio di precauzione scientifica veramente, non a parole.
  Purtroppo abbiamo a che fare con interessi economici potenti, forse i più potenti che attualmente dominano la nostra economia. Sono interessi economici di grandi compagnie, che non si fermano dinanzi a niente, figuriamoci dinanzi alla salute delle persone. C’è una preoccupazione generale nel Paese, di cui noi dobbiamo farci carico. Penso che non esista una città in cui non siano sorti, negli ultimi anni, i comitati per impedire l'installazione di impianti, per denunciare una realtà sistematica di aumento del 300, 400, 500 per cento delle persone colpite da tumori. Purtroppo il profitto orienta le scelte a tutti i livelli e in questo campo noi ce ne rendiamo conto in maniera molto più evidente.
  Per questo noi riteniamo che sia necessario, invece, riaffermare una cultura della salute ispirata dal valore della prevenzione e del controllo di ogni forma di inquinamento, con l'obiettivo di salvaguardare la salute delle persone. Noi vorremmo, quindi, che fossero investite anche più risorse per quanto riguarda la ricerca in questo campo. Al di là delle cose che già si fanno, noi riteniamo che investire in questo campo per dare ai cittadini certezze sia un compito importante e fondamentale.

  PRESIDENTE. L'onorevole Incerti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

  ANTONELLA INCERTI. Grazie, signor Presidente. Ringrazio anche il Governo e la sottosegretario Velo per la risposta. La mia interrogazione, in particolare, verteva sul tema del wi-fi nelle scuole. È un tema che, come anche è già stato ricordato, più in generale ha sollevato naturalmente molti favori, ma non sono mancate critiche, anche sollecitate da alcuni allarmi lanciati dalla comunità scientifica internazionale.
  Non sono mancati i detrattori della tecnologia di comunicazione senza fili, che contestano la pericolosità per la salute, in particolare degli alunni più piccoli, i quali verrebbero irradiati durante la loro permanenza, più o meno lunga, negli istituti scolastici, venendo, quindi, a mancare quel principio di precauzione a cui si faceva riferimento.
  Devo dire che da parte degli ultimi Governi, in particolare già a partire dal 2011 con il progetto Scuola wi-fi, e in particolare da parte di questo Governo, come veniva richiamato, sono state messe in campo considerevoli risorse pubbliche Pag. 12per promuovere in tutti gli istituti scolastici la diffusione del servizio wi-fi, con l'obiettivo di colmare il cosiddetto digital divide. Questo naturalmente consente maggiori opportunità, ma è anche vero che bisogna – non è stato ricordato – richiamarsi al fatto che già proprio nel 2011 la Comunità europea si è espressa in questo modo, raccomandando, in particolare rivolgendosi all'utilizzo del wi-fi nelle scuole, di prevedere, a cura dei Ministeri competenti (ambiente e istruzione, in particolare), attenzione ai bambini, soprattutto i più piccoli, con riferimento alle scuole primarie, e alle tante preoccupazioni che sono sorte presso i genitori o comunque presso le comunità scolastiche. Occorre, quindi, che si dia la precedenza eventualmente a altri tipi di connessione – lo richiama la risoluzione della Comunità europea –, come le connessioni cablate, regolando strettamente l'uso dei cellulari nelle scuole.
  Ora, naturalmente, accolgo favorevolmente l'attenzione del Governo non solo a garantire, attraverso le leggi vigenti, un controllo e un monitoraggio, ma naturalmente ritengo che sia importante, come è proprio nel senso della mia interrogazione, continuare nell'opera di monitoraggio, la quale deve essere generale, non solo quella degli istituti, che singolarmente stanno compiendo queste indagini insieme alle agenzie per la protezione del territorio. Credo che questo non dovrebbe essere lasciato né alla richiesta degli enti locali, naturalmente sollecitati, né agli istituti scolastici, ma dovrebbe essere un'operazione di monitoraggio nazionale. In particolare, chiedo di prestare particolare attenzione a tutto ciò e chiedo eventualmente, come già in precedenza alcuni miei colleghi hanno chiesto, l'abrogazione dell'articolo 14 della legge n. 179 del 2012, che prevederebbe un aumento – vado a concludere, Presidente – del calcolo della media giornaliera. Attualmente noi calcoliamo sulle sei ore il valore per metro dei volt e in questo caso andremmo, invece, a un calcolo di un'esposizione sulle 24 ore, quindi non tenendo conto dell'utilizzo effettivamente limitato che oggi si fa sulle dodici ore.
  Chiedo anche che si possa continuare nella ricerca, in modo da avviare l'utilizzo di diverse modalità, oltre al wi-fi, che potrebbero garantire una maggiore attenzione al principio di precauzione, che deve essere comunque, ripeto, soprattutto nel caso dei più piccoli, uno degli elementi fondamentali a cui fare riferimento.

  PRESIDENTE. L'onorevole Dieni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

  FEDERICA DIENI. Grazie, Presidente. Colleghi, membro del Governo, l'interrogazione, a cui è stata data una risposta così tecnica e altrettanto vuota, rientra a pieno titolo nel grande dibattito che sta dominando in questi giorni il Paese. Si inserisce nel grande filone che coinvolge le trivellazioni, lo smaltimento illegale di rifiuti tossici, Tempa Rossa e tante altre tematiche su cui il MoVimento 5 Stelle si è contrapposto con coraggio e determinazione alla maggioranza parlamentare. Si tratta di un grande scontro che viviamo oggi e che il Presidente del Consiglio ha sintetizzato nel suo intervento a seguito del mancato raggiungimento del quorum in occasione del referendum di due giorni fa. La linea di demarcazione è tra coloro che credono che il progresso sia buono a prescindere e coloro che, invece, ritengono che un futuro sostenibile si debba raggiungere senza sacrificare la salute e l'ambiente.
  Ciò che differenzia le due parti in causa non è, come suggerisce Renzi, la contrapposizione tra una mentalità ancorata ai «no» e alla nostalgia di un passato campestre, da una parte, e una mentalità progressista, che guarda al «sol dell'avvenire», dall'altra. C’è, semplicemente, una diversa idea dei valori in gioco: noi siamo convinti non solo che l'ambiente e la salute vadano messi al primo posto, ma che la loro tutela serva a creare più posti di lavoro, senza rinunciare alla modernità.
  Eccoci qui, allora, a parlare di onde elettromagnetiche. Anzitutto, complimenti Pag. 13per il tempismo: si trattava di un'interrogazione presentata quasi due anni fa.
  L'argomento, tuttavia, è ancora attuale. Sono partita da un caso calabrese, quello di una zona del territorio di Reggio Calabria, chiamata Ravagnese-Saracinello, mostrando il paradosso di misurazione dei campi elettromagnetici con dei risultati di molto superiori ai limiti europei, anche di dieci volte, che rientravano, però, negli standard italiani. Il messaggio è chiaro: anche sull'inquinamento elettromagnetico il Governo utilizza lo stesso approccio che ha mostrato per Tempa Rossa. Di fronte a temi come la salute e l'inquinamento si gira dall'altra parte, ritenendoli degli insostenibili impicci, che non possono ostacolare la marcia della locomotiva del Governo; una locomotiva che brucia tutto ciò che trova.
  Ebbene, la questione è semplice: nonostante quel che ha detto il sottosegretario Velo, quello dei campi elettromagnetici è un problema che continua a gravare sulla nostra penisola e che parte da un semplice paradosso. Quella che in Europa è ritenuta essere la soglia di sicurezza per non provocare al corpo umano dei danni, in Italia, Paese baciato dalla grazia divina, non vale. Al cittadino italiano quel che fa male agli europei gli fa un baffo; temprato dai fiumi della Terra dei fuochi, dai rifiuti del territorio dispersi nel mare o da quelli tossici sepolti dalla ’ndrangheta nell'entroterra calabrese, l'italiano ha sviluppato una resistenza tale da vincere l'inquinamento elettromagnetico, e per questo i limiti dell'esposizione sono stati portati a dieci volte quelli che sono in vigore nel continente. Un miracolo della razza italica !
  Il Governo Renzi si è schierato, in linea con i predecessori, nel classificare come i «soliti gufi» coloro che ritengono che un'esposizione troppo elevata di onde elettromagnetiche sia nociva per l'uomo. Purtroppo, i «gufi» sono in rapida espansione, persino a livello internazionale. Dalla Svezia, infatti, arrivano i dati della più importante ricerca mai condotta sui pericoli dei cellulari, condotta dal dottor Hardell, celebre oncologo epidemiologo. Hardell ora chiede all'Organizzazione mondiale della sanità di classificare tra le cause più probabili per il rischio tumori le connessioni wireless e telefoniche. La stessa pericolosità dell'arsenico, del nichel e della formaldeide.
  Il Governo, manco a dirlo, va nella direzione opposta. Affidandosi allo stesso principio di precauzione che per anni ha portato a dire che non c'erano prove che il fumo facesse male alla salute, pur riconoscendo che l'inquinamento elettromagnetico fa male e fa venire il cancro, aggiunge subito dopo che il veleno dipende dalla dose, e sui limiti consentiti gioca allegramente, adagiandosi sulle richieste della lobby dei telefonini, che propone, addirittura, un ulteriore innalzamento della soglia italiana, già dieci volte più alta di quella europea. Renzi, ovviamente, si adegua.
  Lo schema è quello classico: anche in questo caso, c'entrano, ovviamente, le lobby; anche in questo caso, uno dei sistemi per sfasciare tutto è stato lo «sblocca Italia», la vera arma «fine di mondo» che ci ha riempito di antenne super potenziate. Certo, ora sul cellulare si naviga velocissimi, ed è una vera fortuna, visto che con la rete 4G, per la quale versiamo l'obolo mensile alle compagnie telefoniche, ci dimentichiamo della banda larga e delle alte promesse del Premier Pinocchio. Nel frattempo, a viaggiare più veloce dei video su WhatsApp, vi è solo il tumore.

(Orientamenti in relazione alla realizzazione del sistema integrato di gestione dei rifiuti di cui all'articolo 35 del decreto-legge n. 133 del 2014, con particolare riferimento ai profili riguardanti gli impianti di incenerimento – nn. 2-01232, 3-02188, 3-02191, 3-02194, 3-02195 e 3-02196)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Scotto ed altri n. 2-01232 e alle interrogazioni Carrescia ed altri n. 3-02188, Terzoni ed altri n. 3-02191, Piras ed altri n. 3-02194, Zolezzi ed altri n. 3-02195 e Pag. 14Zolezzi ed altri n. 3-02196, concernenti orientamenti in relazione alla realizzazione del sistema integrato di gestione dei rifiuti di cui all'articolo 35 del decreto-legge n. 133 del 2014, con particolare riferimento ai profili riguardanti gli impianti di incenerimento, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni).
  Chiedo all'onorevole Zaratti se intenda illustrare l'interpellanza Scotto n. 2-01232 di cui è cofirmatario o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  FILIBERTO ZARATTI. Presidente, signora rappresentante del Governo, siamo qui a chiedere conto di quello che sta accadendo nel nostro Paese in merito a quanto previsto dall'articolo 35, comma 1, del cosiddetto «sblocca Italia», questo decreto che, sempre di più, dimostra di essere uno degli attacchi più evidenti all'ambiente del nostro Paese su molti argomenti. Nei giorni scorsi abbiamo parlato delle trivelle, abbiamo parlato della possibilità di cercare petrolio nel nostro Paese: oggi parliamo degli inceneritori. Questo articolo, al comma 1, prevedeva il fatto che il Presidente del Consiglio emanasse un decreto e individuasse il livello di capacità di incenerimento del nostro Paese, la necessità dell'incenerimento di rifiuti del nostro Paese.
  Ora, questo decreto è stato effettivamente emanato e riconosce la necessità di realizzare 8-9 inceneritori strategici nel nostro Paese, praticamente tutti posizionati nel centro-sud: Marche, Umbria, Lazio, Campania, Abruzzo, Sardegna e Sicilia (due impianti). A questi si aggiunge la previsione per la Puglia di un potenziamento dell'impianto di incenerimento esistente. Ora, io credo che sia bizzarro il fatto di pensare che nel nostro Paese si possa continuare a puntare sull'incenerimento di rifiuti.
  Tra l'altro, i dati oggettivi che sono a disposizione dimostrano che, invece, questa necessità è nettamente minore rispetto al passato. La quantità di rifiuti che si sta producendo nel nostro Paese è diminuita, la raccolta differenziata in molte parti del nostro Paese è aumentata. Proprio di queste ore, di questi giorni, per esempio, è la comunicazione fatta dall'assessore ai rifiuti della regione Lazio, Bruschini, il quale ha annunciato che intende chiedere al Governo nazionale di rimuovere la necessità di realizzazione di un nuovo inceneritore nella regione Lazio in quanto gli obiettivi di raccolta differenziata stanno crescendo significativamente.
  Io esprimo anche delle forti perplessità, cara sottosegretaria Velo, rispetto ai numeri che sono stati inseriti all'interno di questo decreto approvato dal Presidente del Consiglio ed emanato recentemente. Questi numeri ci portano a dire, in merito al trattamento necessario per realizzare il combustibile da rifiuti, il CDR, dall'indifferenziato, secondo i ragionamenti e i numeri presentati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che sarebbe circa l'80 per cento del rifiuto indifferenziato che diventa CDR. È noto a chiunque si occupi di rifiuti nel nostro Paese che il CDR viene prodotto per circa il 35 per cento dalla quantità di rifiuto indifferenziato. Quindi, le quantità di CDR che nello studio presentato dal decreto vengono evidenziate sono evidentemente delle quantità sovradimensionate, che non giustificano le capacità tecnologiche di produzione CDR né le quantità di rifiuti del nostro Paese.
  Vorrei ricordare che trasformare i rifiuti in una risorsa, come invocato nel quadro delle politiche europee in materia, richiederebbe una piena applicazione della legislazione comunitaria, basata su un'applicazione rigorosa della gerarchia dei rifiuti: riduzione, preparazione e riutilizzo, riciclo e recupero delle materie. Vorrei ricordare che gli impianti di incenerimento necessitano di grandi quantitativi di rifiuti per essere redditizi, sono in antitesi alla logica del recupero di materia e rischiano anche di attrarre rifiuti da fuori regione. Molti Paesi del nord Europa, come l'Olanda, la Svezia, la Norvegia e la Danimarca, hanno un problema di overcapacity, di sovradimensionamento di questi impianti costruiti dieci anni fa e pensati Pag. 15allo scopo di bruciare grosse quantità di rifiuti, ma che ora, evidentemente, con la raccolta differenziata e il riciclo che avanzano, si trovano ad avere poco combustibile per essere alimentati e hanno necessità, addirittura, di importare rifiuti da altri Paesi.
  Evidentemente, con la raccolta differenziata e il riciclo che avanzano, si trovano ad avere poco combustibile per essere alimentati e hanno necessità di importarli, come dicevamo, da altre zone. La Danimarca ha avviato una graduale exit strategy, ovvero un'uscita graduale dall'incenerimento dei rifiuti, anche perché l'Unione europea ha documentato che c’è una scarsità di materie prime, invitando i Paesi europei a recuperare i metalli del cassonetto, la carta, i polimeri e tutti i materiali molto preziosi contenuti nei nostri scarti. Evidentemente, ancora una volta, questo Governo non tiene conto di quelle che sono le necessità di tutela dell'ambiente, di tutela della salute e anche l'andamento del mercato e di quello che sta accadendo nei Paesi a noi confinanti, nei Paesi dell'Europa.
  Vediamo quello che succede in Europa semplicemente quando dobbiamo imporre le politiche di austerity, ma non vediamo quello che sta accadendo in Europa quando c’è una gestione virtuosa del ciclo di rifiuti. Stiamo guardando indietro, invece di guardare avanti. Invece di mettere in campo una politica, anche noi, di riduzione degli impianti di incenerimento in quanto dannosi alla salute dei cittadini e dannosi all'ambiente, invece di ridurre il numero di questi impianti, li vogliamo nuovamente inserire ed aumentare, ma anche, diciamo così, con un metodo a dir poco sconcertante.
  Una nota, un'osservazione del Piano nazionale degli inceneritori, quelli di cui parlavamo, specifica che questo piano non incide direttamente sulle componenti ambientali e non è possibile sapere se comporterà il superamento dei livelli di qualità dell'aria. Bizzarro ! Bizzarro pensare di presentare un piano di inceneritori e poi non fare una valutazione, diciamo così, degli impatti sull'ambiente che questi nuovi inceneritori dovrebbero evitare. Ed è bizzarro anche fare un piano generale senza sottoporlo a valutazione ambientale strategica, la VAS, perché tutti i piani, come noi sappiamo, devono essere sottoposti alla VAS. Perché la VAS è importante ? Perché permetterebbe a tutte le regioni, ai cittadini e alle associazioni di fare quelle osservazioni di merito che potrebbero aiutare il Governo a capire un po’ meglio di che cosa sta parlando, perché secondo me non lo sa, nella migliore delle ipotesi.
  Perciò, insomma, io credo che ci voglia un ripensamento importante. I numeri sono discutibili, i numeri sono sbagliati, la valutazione ambientale strategica non si fa, gli altri Paesi stanno andando in un'altra direzione: francamente, tutto ciò contrasta nuovamente con quanto dichiarato dal nostro Governo alla Conferenza di Parigi sul clima, in modo evidente; come dire, c’è un contrasto palese tra quelle che sono le affermazioni generiche che si fanno e poi le iniziative concrete che questo Governo prende a favore dei petrolieri e a favore degli inceneritori dei rifiuti.

  PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, ha facoltà di rispondere.

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente. Si fa presente preliminarmente che, così come è stabilito dal Testo unico ambientale, rimane incardinata in capo alle regioni l'attuazione e la completa implementazione sul territorio delle scelte strategiche che il legislatore nazionale ha affidato al Governo con l'articolo 35, comma 1, del cosiddetto «Sblocca Italia».
  Pertanto, le amministrazioni territoriali, regioni, province e comuni sono le autorità competenti anche a rilasciare le autorizzazioni per la realizzazione e la gestione degli impianti suddetti. Il ruolo strategico degli enti territoriali non viene, quindi, scavalcato, ma solamente orientato dai contenuti programmatici generali di Pag. 16livello nazionale, che dovrà recare il decreto attuativo della citata disposizione legislativa.
  Questo in termini di generali. Invece, per quanto attiene allo specifico contenuto del DPCM, si fa presente quanto segue. Intanto, nel determinare il fabbisogno residuo di incenerimento, lo schema dell'emanando decreto ottempera rigorosamente alle vigenti previsioni di legge, individuando puntualmente la capacità attuale di trattamento nazionale, regione Sardegna compresa, degli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani assimilati e, conseguentemente, quantificando il fabbisogno residuo di incenerimento nazionale da soddisfare e la successiva ripartizione della capacità impiantistica necessaria per macroaree e regioni, nel rispetto comunque degli obiettivi di legge di raccolta differenziata e riciclaggio, tenendo conto della esistente pianificazione regionale.
  Con specifico riferimento alla regione Sardegna, si evidenzia che, nell'ambito delle disposizioni del DPCM, ai sensi del comma 1 dell'articolo 35 del decreto-legge n. 133 del 2014, è stata considerata come macroarea a sé stante per le proprie caratteristiche insulari, pertanto detta regione deve essere tendenzialmente autosufficiente nella gestione e trattamento dei propri rifiuti urbani e assimilati, compreso l'incenerimento.
  Per quanto concerne la pianificazione regionale, si evidenzia che, in ogni caso, l'individuazione del fabbisogno nazionale di incenerimento è stata effettuata tenendo in specifica considerazione ogni singola pianificazione regionale vigente, nonché tutti i dati aggiornati, specificatamente forniti dalle regioni nel corso delle riunioni a livello tecnico e politico della Conferenza Stato-regioni, in ordine agli obiettivi di riduzione della produzione dei rifiuti in termini quantitativi, agli obiettivi di raccolta differenziata, più ambiziosi rispetto all'obiettivo minimo di legge del 65 per cento, alle attuali forme di gestione dei rifiuti urbani raccolti in modo indifferenziato, nonché agli aggiornamenti delle autorizzazioni di cui ai commi 3 e 5 del citato articolo 35 da parte delle autorità competenti.
  Si evidenzia, inoltre, che l'individuazione della capacità attuale di trattamento degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani assimilati in esercizio o autorizzati, è stata effettuata sulla scorta dei dati ISPRA e Federambiente, nonché dei dati forniti dalle stesse regioni e province autonome. Come è noto, infatti, ISPRA ogni anno pubblica il proprio rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani e con cadenza pluriennale quello relativo ai rifiuti speciali. Tali rapporti contengono gli opportuni riferimenti ai dati relativi al flusso di rifiuti, cartografia, con l'indicazione dell'ubicazione di tali impianti su scala nazionale e dei dati economici. Inoltre, si rappresenta che ogni pianificazione regionale in materia contiene il dettaglio di tali informazioni, calate sul proprio contesto di riferimento.
  Tale attività ricognitiva e di approfondimento ha portato all'acquisizione puntuale dei dati riferiti a tutta l'impiantistica di incenerimento in esercizio presente nel territorio nazionale e a quelle autorizzate ma non ancora in esercizio. Pertanto, attesa la competenza degli enti territoriali in tale ambito, il Ministero dell'ambiente può solo svolgere una funzione di raccordo di tutte le informazioni già disponibili e pubblicate.
  Inoltre, per quanto concerne l'impiantistica, presente e in esercizio, dedicata al trattamento dei rifiuti, compresi gli impianti di trattamento meccanico e biologico, l'analisi istruttoria condotta per la predisposizione dello schema di DPCM evidenzia che tale impiantistica risulta sovradimensionata rispetto al fabbisogno di trattamento di rifiuti che si avrà al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata. Pertanto, come è disposto nel rapporto ISPRA 2005, tali impianti di pretrattamento svolgono prioritariamente la funzione di trattare i rifiuti prima di essere conferiti in discarica. Risulta del tutto evidente, dunque, come tale infrastruttura sia funzionale, innanzitutto, al Pag. 17rispetto dei criteri di ammissibilità in discarica di rifiuti urbani, in ottemperanza agli obblighi europei.
  Quanto al rispetto dei criteri di priorità nella gestione dei rifiuti, è opportuno evidenziare che l'articolo 4 della direttiva 98 del 2008, prevede al primo posto la prevenzione e, a seguire, la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia, e infine lo smaltimento. In tale contrasto, il recupero di altro tipo viene inteso come – cito testualmente – «qualsiasi operazione in cui il principale risultato sia di permettere ai rifiuti di svolgere un ruolo utile, sostituendo altri materiali che sarebbero stati altrimenti utilizzati per assolvere una particolare funzione o di prepararli ad assolvere a tale funzione, all'interno dell'impianto o nell'economia in generale (...)», ossia diverso dal riciclaggio, da intendersi come il recupero di energia o altre operazioni che abbiano come finalità quelle di attribuire ai rifiuti un ruolo utile in sostituzione di altri materiali.
  In tali ambiti, possono indubbiamente essere annoverati gli impianti di incenerimento di rifiuti urbani e assimilati, purché gli stessi rispondano a determinati requisiti di efficienza energetica come stabilito dalla direttiva quadro. Il ricorso al recupero energetico tramite l'impiantistica di incenerimento, pertanto, non è in alcun modo inteso come strumento alternativo all'implementazione e incentivazione della raccolta differenziata e del riciclaggio dei rifiuti. La finalità del decreto è, infatti, quella di ridurre il conferimento di rifiuti in discarica, calcolato a una percentuale massima del 10 per cento, e di sfruttare al meglio la rete impiantistica nazionale già esistente, delineando così una potenziale linea strategica nazionale di medio-lungo termine sulla gestione dei rifiuti per gli anni a venire, in ottemperanza all'obiettivo di ottimizzazione della rete infrastrutturale dedicata al recupero energetico su scala nazionale, previsto nell'ambito del pacchetto sull'economia circolare, presentato il 2 dicembre scorso e in fase di consultazione.
  Anche al fine di tenere conto delle azioni volte alla riconversione di tali impianti preliminari, sono state previste specifiche disposizioni – cito l'articolo 6 dello schema di DPCM – che consentono di definire e aggiornare con cadenza annuale, anche su richiesta delle regioni interessate, il fabbisogno residuo di incenerimento dei rifiuti urbani assimilati, individuato sulla base degli obiettivi di riduzione della produzione di rifiuti urbani e assimilati, di raccolta differenziata, di riciclaggio e di pianificazione regionale. Con particolare riferimento alla strategia nazionale delineata dalla disposizione dei decreti attuativi dello «sblocca Italia», si rappresenta in ogni caso che il Ministero dell'ambiente ha accolto la richiesta della Conferenza Stato-regioni di istituire un comitato presso la Conferenza stessa per la gestione integrata ed efficiente del ciclo dei rifiuti. Tale comitato avrà funzioni istruttorie, di raccordo e di coordinamento e concorrerà ad ottimizzare l'efficacia del sistema integrato di gestione dei rifiuti e assicurerà il monitoraggio e il coordinamento a livello nazionale per l'attuazione delle politiche di gestione dei rifiuti. Si ritiene pertanto che le disposizioni introdotte nell'emanando DPCM, finalizzate a garantire la sicurezza nazionale nell'autosufficienza della gestione dei rifiuti, oltre a dare piena attuazione a quanto previsto dal legislatore nazionale, rappresentino altresì una concreta attuazione della normativa europea in tema di gestione degli stessi, perfettamente coerente con i criteri stabiliti dall'articolo 4 della direttiva quadro. Da ultimo si fa presente che lo schema di decreto in questione, anche in ottemperanza alle richieste formulate dalle regioni, è attualmente oggetto della procedura di verifica di assoggettabilità a VAS, secondo la disciplina di cui all'articolo 12 del Testo unico ambientale. Tale procedura prevede la conclusione del relativo procedimento entro novanta giorni dall'acquisizione dell'istanza di assoggettabilità da parte dell'autorità competente, avvenuta il 17 marzo scorso. Ad ogni modo, ferma restando l'attuazione dell'articolo 35 nei termini sopracitati e tenuto conto Pag. 18delle competenze spettanti agli enti territoriali, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, il Ministero dell'ambiente valuterà anche il potenziamento di tutti gli strumenti necessari finalizzati a rafforzare in termini di efficacia, efficienza ed economicità il sistema di gestione dei rifiuti nell'ambito appunto dell'istituendo Comitato.

  PRESIDENTE. L'onorevole Zaratti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interpellanza Scotto n. 2-01232 di cui è cofirmatario.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, no. Mi piacerebbe poter essere soddisfatto su questo tema, perché ritengo che il problema della gestione dei rifiuti sia uno dei principali problemi del nostro Paese e di ogni Paese civile, e quindi la gestione dei rifiuti attraverso un ciclo virtuoso sarebbe un obiettivo da condividere a prescindere dalle posizioni politiche di maggioranza e di opposizione, ma, ahimè, non è così, perché poi, al di là delle tante chiacchiere, degli orpelli e dei comitati che si dovranno costituire, la realtà rimane soltanto una, cioè che in Italia si vogliono costruire altri otto inceneritori. Io penso che questo Paese non ne abbia bisogno, penso anzi che gli investimenti significativi e notevoli che dovrebbero essere realizzati per realizzare otto nuovi inceneritori, se fossero orientati a rafforzare la raccolta differenziata e le politiche virtuose in tema di rifiuti, darebbero dei risultati assolutamente migliori e straordinari. Tra le altre cose, voglio ricordare, visto che sono state citate le eventuali emergenze e difficoltà che possono insorgere nel Paese, che realizzare impianti di incenerimento, oltre a notevolissimi investimenti, significa anche un notevolissimo tempo, perché non è che si può pensare che un impianto di incenerimento si possa costruire in due giorni. Invece, per ridurre l'emergenza dei rifiuti basta un'efficace politica di raccolta differenziata, che si può mettere in campo in sei-otto mesi, ed avere immediatamente dei risultati positivi.
  Quindi non sono soddisfatto, non posso essere soddisfatto di quanto detto, perché ritengo che ci sia proprio una cultura sbagliata, una mentalità sbagliata del Governo e dei suoi tecnici che vuole continuare a insistere su una politica che è stata – si è dimostrato in tutti gli altri Paesi d'Europa – una politica fallimentare, cioè quella di bruciare rifiuti, quella di bruciare risorse. L'obiettivo nostro è oggi quello del recupero e, visto che si fa cenno alla normativa europea, vorrei ricordare che la normativa europea prevede l'incenerimento dei rifiuti e il recupero energetico come ultima ratio nella gestione del ciclo dei rifiuti, dopo cioè che si sono messe in campo tutte le politiche per la riduzione, il riutilizzo, il riciclo e il recupero delle materie, cosa che qui non avviene. Oltretutto, i dati che sono contenuti nel DPCM, sono contraddetti costantemente dalle stesse regioni. La regione Lazio in questi giorni ha detto: non è vero, a me non serve un altro impianto di incenerimento. Lo dice l'assessore ai rifiuti, così come tante altre regioni dicono che il loro obiettivo, il lavoro che stanno facendo è un'altra direzione rispetto a quella che il Governo continua a indicare nello «sblocca Italia». Io temo che si voglia continuare a incentivare la distruzione dei rifiuti tramite incenerimento perché questo fa comodo ad alcuni imprenditori e si vuole continuare a sostenere queste lobby così come si è continuato per tanti anni. Vorrei ricordare appunto che bruciare rifiuti è incentivato e sostenuto dallo Stato perché altrimenti questa impresa non andrebbe avanti; senza l'aiuto dei vostri finanziamenti a chi brucia rifiuti non si brucerebbero rifiuti nel nostro Paese, perché non è conveniente bruciare rifiuti e recuperare energia da rifiuti. È invece conveniente riciclare, recuperare, questo sì che è conveniente. Io penso che sarebbe opportuno che il Governo facesse un salto culturale e ci avvicinasse non a un'ipotetica utopia di Stato che garantisce sempre la salute e l'ambiente, ma che si avvicinasse almeno a quei Paesi d'Europa con i quali ogni tanto si dialoga per condividere politiche di Pag. 19austerità in economia e per condividere politiche di difesa o spesso di aggressione in giro per il mondo. Ecco, con questi Paesi, visto che avete tante occasioni di chiacchierare e di parlare, fatevi spiegare come gestiscono i rifiuti, fatevi spiegare perché vogliono chiudere gli impianti d'incenerimento, fatevi spiegare perché Danimarca, Norvegia e tanti altri, che hanno fatto impianti incenerimento prima di voi, adesso sono costretti a importare rifiuti da altri Paesi. Fatevelo spiegare, non è che ci vuole tanto, ci vuole semplicemente un po’ di umiltà e ascoltare quello che gli altri hanno fatto prima di noi e, visto che noi siamo arrivati tardi – ancora una volta –, forse questa volta ad arrivare tardi potrebbe essere un aiuto, perché ci permette di evitare gli errori che gli altri hanno fatto. Io veramente credo che sarebbe opportuno un ripensamento importante del Governo su questa materia.

  PRESIDENTE. L'onorevole Carrescia ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione n. 3-02188.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Signor Presidente, signor sottosegretario, mi dichiaro parzialmente soddisfatto della risposta. L'interrogazione vi ricordo che risale al settembre del 2015 ed era finalizzata ad acquisire la conoscenza dell'iter dello schema del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che doveva individuare a livello nazionale la capacità complessiva del fabbisogno per lo smaltimento dei rifiuti urbani e gli impianti di incenerimento con recupero energetico da realizzare per coprirlo. L'interrogazione è nata quando l'iter era già stato avviato, perché la Presidenza del Consiglio già a luglio aveva trasmesso l'atto alla Conferenza permanente e, nell'interrogazione, si evidenziavano alcune criticità relative alle informazioni acquisite dal Ministero, che risalivano a un periodo antecedente a quello degli obblighi previsti dallo stesso articolo 35, che si basavano su piani regionali di gestione dei rifiuti da adeguare o non adeguati ai sensi del Testo unico dell'ambiente. La modalità di calcolo del fabbisogno finale non teneva in modo corretto conto dello scenario dei piani di gestione dei rifiuti e, soprattutto relativamente all'attività di prevenzione, non c'era riferimento alla valutazione ambientale strategica, per cui si chiedeva di riesaminare lo schema e di riformularlo in termini più coerenti e più corretti; dall'altra parte, di valutare la non necessità di impianti di incenerimento con recupero di energia per quantitativi limitati, non superiori alla soglia indicata in 100 mila metri cubi.
  Ora, l'aspetto positivo della risposta che ha dato il Governo e che è emerso chiaramente è che le criticità che erano state sollevate nell'interrogazione, che poi erano state fatte proprie anche in molti contenuti dalle regioni c'erano tutte, che erano motivazioni reali, tant’è che il Ministero dell'ambiente ha riproposto un altro schema, tenendo conto dei nuovi dati pervenuti dalla regione.
   Questo è l'aspetto positivo: implicitamente, con fatti concludenti, è stata data una risposta positiva all'interrogazione, così come positivo è il maggior coinvolgimento delle regioni.
   Quello che invece convince meno attiene a tre aspetti. Il primo è un profilo metodologico, che era già presente nel decreto fin dalla prima fase di ricognizione presso le regioni e che è confermato purtroppo nel rapporto preliminare alla valutazione ambientale strategica che è in corso presso le regioni stesse e cioè che sono stati considerati sottratti ai fini della determinazione dei fabbisogni i quantitativi di frazioni secche e di CSS, di combustibile solido secondario, solo per quelle regioni che hanno già pianificato il loro flusso presso determinati impianti produttivi già individuati ed autorizzati. Però sono tipologie di sottoprodotti, come spesso è il CSS, o di rifiuti che sono classificati come speciali e che non hanno una bacinizzazione regionale, così come è da valutare con maggiore attenzione la soglia dei 100.000 metri cubi indicata nel decreto, che risale a delle linee-guida ormai Pag. 20datate che diversi studi ritengono ambientalmente ed economicamente non più convenienti perché molto basse.
   Secondo aspetto poco convincente è quello relativo alla valutazione di impatto ambientale e alla considerazione del documento come un documento di mera programmazione, perché anche nel rapporto preliminare si rinvia – e lo ha confermato anche la sottosegretaria – a livelli successivi di valutazione da parte delle regioni. È invece da ritenere che la natura programmatoria del documento comporti anche la non sottrazione alla procedura di VAS, non soltanto nella fase preliminare. Quindi, io ritengo che vada posta molta attenzione all'impatto che una rete nazionale ha sull'intero territorio italiano; non possiamo considerare delle monadi questi singoli inceneritori realizzati nelle varie regioni, ma va fatta una valutazione complessiva per l'impatto che possono avere anche su altri aspetti ambientali. Quindi, l'invito è che nella fase restante del procedimento venga posta attenzione a queste criticità che erano nell'interrogazione originaria, che sono state in parte risolte, ma che meritano ancora uno sforzo aggiuntivo da parte del Governo.

  PRESIDENTE. L'onorevole Busto ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alle interrogazioni Terzoni ed altri n. 3-02191, Zolezzi ed altri n. 3-02195 e n. 3-02196, di cui è cofirmatario.

  MIRKO BUSTO. Grazie, Presidente. Ovviamente «no», non siamo soddisfatti perché sembra che manchino proprio alcuni elementi in questa discussione, in quello che ha detto la sottosegretaria Velo. Prima di tutto, concordo con quanto detto precedentemente da Zaratti, sul fatto che da più parti ci arriva la voce del fatto che la stima di impiantistica è già «sovracapace»: c’è una sovracapacità di bruciare; questo arriva per esempio dalla risoluzione n. 9 della regione Lombardia, che parla di una sovracapacità al 2020 di un milione e 298.000 tonnellate; la stessa analisi viene compiuta in Emilia-Romagna dove si parla di 500.000 tonnellate di surplus da qui al 2020.
   Ma diciamoci anche una cosa. Noi oggi sappiamo benissimo che la strategia europea di rifiuti ci parla di riduzione della produzione di rifiuti e giustamente – come è stato ricordato – mette la possibilità di bruciare, di recupero energetico tra le possibilità comprese. Bisogna capire perché innanzitutto lo considera e perché lo mette all'ultimo posto. Lo mette all'ultimo posto per un concetto che si chiama analisi del ciclo di vita. Che cos’è ? Si cerca di studiare cosa succede durante tutto il ciclo produttivo di un prodotto e quindi quanta è l'energia che si può recuperare alla fine, comparata con quella che è l'energia ma anche la materia sequestrata nel prodotto stesso. Quindi, va fatta un'analisi: si capisce che in questo prodotto, in qualsiasi prodotto industriale, in questo pezzo di portaocchiali, c’è dell'energia, c’è della materia e, se io questo materiale lo mando a recupero prima oppure a riciclaggio, io recupero della materia certamente, recupero dell'energia perché evito la produzione di nuova materia e quindi è un'energia evitata. Questo lo devo comparare con l'energia che ricaverei se invece lo bruciassi direttamente. Purtroppo, o per fortuna, tutti gli studi europei che sono quelli che si sono compiuti per esempio al Joint Research Centre, all'ISPRA, al CCR dove io lavoravo, che si occupavano di rifiuti, ci dicono che bruciare non è la cosa più intelligente dal punto di vista energetico.
  Allora, perché continuiamo a bruciare ? Secondo me le risposte non sono dal punto di vista strettamente tecnico. Prima, abbiamo detto giustamente che in Italia ci sono 585 milioni di finanziamenti in forma di CIP6 o certificati verdi all'incenerimento; se l'incenerimento non fosse sussidiato e aiutato, semplicemente non avrebbe luogo, non ci sarebbe questa possibilità, quindi stiamo investendo denaro pubblico per bruciare delle risorse che potrebbero essere recuperate, il cui recupero sarebbe più efficiente dal punto di vista energetico e ovviamente anche ambientale Pag. 21e sanitario, perché è risaputo che quando tu bruci, soprattutto ad alte temperature, tu ottieni del particolato fine, delle nanopolveri e, in certi casi, altri elementi inquinanti che possono avere una ricaduta sulla salute: io penso a Vercelli, che è il posto dove sono residente, lo studio sull'inceneritore di Vercelli ha dimostrato chiaramente che le ricadute sono disastrose nei decenni.
   Quindi, questo sistema si basa sul fatto che continuiamo a finanziarlo. Perché continuiamo a finanziarlo ? Io concordo di nuovo con quello che dice Zaratti: ci sono interessi dietro questa pratica, è evidente che non possono non esserci che interessi lobbistici. Perché ? Perché è uno schema che funziona male dal punto di vista tecnico, ma bene dal punto di vista economico, cioè lo schema centralizzato. Siccome un inceneritore è un oggettino ad alto capitale investito, un investimento quindi che può essere sostenuto soltanto da grandi investitori, questo genera la possibilità per pochi di detenere un mercato e quindi di detenersi gran parte dell'introito di questo mercato. Questo è dimostrato anche dal fatto che l'Italia in realtà ha dei costi molto elevati di raccolta differenziata e Paesi che invece stanno investendo da decenni nella raccolta differenziata, anche col servizio pubblico, come la Germania, hanno dei costi molto, molto inferiori.
  Quindi, in buona sostanza, quando noi alimentiamo un sistema energeticamente disfunzionale, economicamente disfunzionale e anche disfunzionale dal punto di vista della generazione di posti di lavoro – perché capital intensive, intensità di capitale significa pochi posti di lavoro – un sistema di organizzazione diverso della raccolta differenziata, porta a porta, con recupero di materia sono molti più posti di lavoro. Noi stiamo alimentando il passato, uno schema che ci porta verso il lobbismo e non stiamo alimentando quello che dovremmo fare: l'economia circolare di cui tanto parliamo, di cui parla anche il nostro fantastico Ministro dell'ambiente, Galletti, salvo poi rimangiarsi tutto nell'atto pratico delle azioni che compie.

  PRESIDENTE. L'onorevole Piras ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione n. 3-02194.

  MICHELE PIRAS. Grazie, Presidente. Io non sono per nulla soddisfatto; io credo che nella risposta del Governo ci sia un errore strategico, di prospettiva, lampante: il Governo scatta la fotografia dell'esistente, dell'attuale fabbisogno e lo proietta, e pregiudica tutto il sistema della raccolta dei rifiuti in questo Paese per i prossimi venti o venticinque anni, a spanne, per dire che per realizzare un impianto di incenerimento mediamente in questo Paese servono quattro, cinque anni di lavoro per metterlo in funzione, per dire che per ottenere il massimo della valorizzazione energetica e anche dell'ammortizzazione del costo dell'investimento per la realizzazione di un inceneritore servono almeno vent'anni di esistenza di un impianto, che mediamente quella durata ha, perché dopo vent'anni peraltro diventa anche un impianto vetusto perché è una lavorazione ad alta incidenza sulla durata dei macchinari e li logora tantissimo. Quindi, per 20-25 anni noi continuiamo a fare come abbiamo in qualche maniera sempre fatto, cioè a replicare un modello che altri Paesi hanno già abbondantemente superato.
  Io sono nato in Germania. Recentemente ho ritrovato, tra le fotografie di famiglia di quando ero piccolino (anno 1977), una fotografia: ci sono io, di spalle, e un mio amico che buttiamo, rispettivamente nella campana del vetro e nella campana della plastica, il nostro rifiuto. Era l'anno 1977. Io le campane della plastica e del vetro in questo Paese le ricordo; ho un ricordo vivissimo, perché è di qualche anno fa.
  Venendo alla mia regione, io non penso che la mia regione sia un esempio virtuoso rispetto alla raccolta differenziata. Noi scontiamo tantissimi problemi, soprattutto nei grandi centri. Però, nella mia regione ne abbiamo già due di inceneritori, che esistono da vent'anni e che in questo momento vanno in crisi, sia dal punto di Pag. 22vista della tenuta economica sia dal punto di vista della tenuta ambientale. Su quegli inceneritori esistenti gravano due progetti di revamping, uno a Macchiareddu e uno a Tossilo, che sono – Macchiareddu nella provincia di Cagliari e Tossilo nella Sardegna centrale – i due impianti esistenti che servono praticamente tutto il centro (dal centro fino ad arrivare al sud della Sardegna). Si tratta di due progetti di revamping che valgono 49 milioni circa di euro l'uno, che la regione ha dovuto mettere in campo nell'assenza di una politica che invertisse il trend rispetto all'attuale fabbisogno di incenerimento, che comunque non ha risolto il problema delle discariche e che, comunque, non lo risolverebbe, perché quando uno brucia materia genera delle ceneri e ciò che non si dice mai è che ciò che si immette nell'impianto di incenerimento non scompare, ma si trasforma: o diventa sostanza impercettibile all'occhio umano che noi respiriamo (grosso modo di questo si tratta), oppure diventa una cenere che va stoccata come rifiuto speciale e, peraltro, diventa una materia, la cenere, che non è più in alcuna maniera, neanche in futuro, riusabile, riciclabile e riconvertibile ad altro uso.
  Allora, io mi chiedo: in questo Paese, che campa sempre di austerity, per cui per tantissime cose utili al pubblico i soldi non ci sono mai – i soldi non ci sono mai ! –, per quale ragione noi continuiamo a trovare milioni e milioni di euro per fare revamping, per costruire nuovi inceneritori, e non troviamo mai i soldi necessari per realizzare quegli impianti di servizio alla raccolta differenziata che migliorerebbero tutto il sistema, anche dal punto di vista del numero di posti di lavoro che generano, anche dal punto di vista del servizio effettivo che si fa alla cittadinanza, che si impegna, nonostante tutto, a fare la raccolta differenziata. Questo è il Paese dei paradossi, nel quale dove si fa la raccolta differenziata si paga di più di tassa dei rifiuti rispetto a chi butta in discarica, dove i virtuosi non sono premiati e, semmai, diciamo si va a disincentivo di altri; invece, bisognerebbe inventare un sistema di premialità che rendesse possibile ai cittadini anche giustificare quello sforzo consapevole e cosciente che comunque – di sforzo si tratta – si compie quando si differenzia il rifiuto.
  Allora, io penso che andrebbe completamente stravolto e rovesciato questo sistema, che bisognerebbe iniziare a guardare alla Germania alle volte anche per gli esempi positivi che ci dà, dal 1977 – e anche da prima – ad oggi (e concludo). Bisognerebbe andarla a vedere la Germania ! Noi invece siamo fermi, da una parte, a fotografare l'esistente e, dall'altra, a pregiudicarlo per 25 anni e poi, siccome siamo sempre il Paese degli orpelli e dell'inconcludenza, ci sono i comitati, i tavoli tecnici e le conferenze Stato-regioni, che non si capisce perché mai non riescano a fare un passo in avanti.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
  Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 con il seguito della discussione della proposta di legge recante principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque, previo esame e votazione della questione pregiudiziale di costituzionalità presentata.

  La seduta, sospesa alle 12,05, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Boccia, Fedi e Vignaroli sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centoventitré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Pag. 23

Seguito della discussione della proposta di legge: Mariani ed altri: Princìpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque (A.C. 2212-A) (ore 15,07).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 2212-A: Mariani ed altri: Princìpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque.
  Ricordo che nella seduta del 29 marzo si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
  Ricordo, altresì, che è stata presentata la questione pregiudiziale di costituzionalità Pellegrino ed altri n. 1.

(Esame di una questione pregiudiziale – A.C. 2212-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame della questione pregiudiziale di costituzionalità Pellegrino ed altri n. 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 2212-A). Avverto che i tempi per il relativo esame sono computati nell'ambito del contingentamento relativo alla discussione sulle linee generali. A norma del comma 3 dell'articolo 40 del Regolamento la questione pregiudiziale può essere illustrata per non più di dieci minuti da uno solo dei proponenti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,08).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame di una questione pregiudiziale – A.C. 2212-A)

  PRESIDENTE. L'onorevole Sannicandro ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Pellegrino ed altri n. 1, di cui è cofirmatario. Però non è tra noi, mentre chiede di parlare l'onorevole Mazziotti Di Celso, che non sembra essere tra noi. L'onorevole Sannicandro, però, ci ha raggiunto, quindi gli do la parola per illustrare la pregiudiziale. Prego, onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Egregi colleghi, un referendum chiarì con molta determinazione che l'acqua è un bene comune. Con quel referendum, cui parteciparono milioni di cittadini, fu chiarito che l'acqua non è una merce, che i servizi pubblici essenziali, tra cui l'acqua e l'erogazione dell'acqua, non devono essere posti a gara, cioè l'erogazione deve avvenire attraverso enti pubblici e che nella determinazione della tariffa non si deve tener conto di quella quota che remunerava il capitale degli investitori al 7 per cento.
  Si trattava di un responso che non ammetteva dubbi, di una chiarezza senza limiti. Di qui, una proposta di legge che portava questo titolo: «Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico nonché delega al Governo per l'adozione di tributi destinati al finanziamento». La Commissione che ha esaminato questa proposta di legge ha innanzitutto cambiato il titolo: «Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque». Perché ha cambiato la intitolazione ? Perché, con gli emendamenti proposti in Commissione da una ben chiara parte politica, non si intendeva avviare il processo di ripubblicizzazione del servizio idrico nonché dare una delega al Governo per l'adozione dei tributi destinati al suo finanziamento. Pag. 24Quindi, l'inversione di tendenza è esplicita e quindi non poteva non tradursi in una diversa intitolazione della legge stessa. Praticamente, con questi emendamenti si è tentato di porre nel nulla la volontà dei cittadini italiani, che – si badi bene – restano sempre sovrani.
  Ma le modifiche sono letterali anche in altre parti. Per esempio, laddove si parla dei principi generali, è stata cassata dalla Commissione quella parte in cui era scritto che la responsabilità primaria dello Stato di garantire la piena realizzazione di tutti i diritti umani resta ferma, anche in caso di delega della fornitura di acqua potabile o di servizi igienico-sanitari a enti di diritto pubblico. Praticamente – potrei continuare anche con ulteriori esempi – dal testo sono stati sostanzialmente eliminati tutti quei riferimenti alla ripubblicizzazione del servizio idrico che, invece, la volontà popolare voleva che si realizzasse.
  Siamo, quindi, ad una scelta politica ben precisa, al di là della sua incostituzionalità. Siamo tornati a inserire l'acqua tra le merci. D'altra parte, questa di mercificare ogni cosa è una politica che ben abbiamo conosciuto in questi ultimi anni, che venivano riassunti nel dibattito politico con la famosa frase: «Meno Stato, più mercato». «Meno Stato, più mercato» era uno slogan chiaro, efficace, che ben chiariva una posizione politica che stava diventando dominante in Italia. Si tratta di una concezione politica che intendeva tradurre in merci qualunque bene essenziale che, invece, la Costituzione intendeva riservare al valore comunitario e per cui lo Stato italiano era stato organizzato, così come è scritto nella seconda parte della Costituzione.
  Non è un caso che ciò sia accaduto in questa vicenda di recente. Infatti, badate, noi abbiamo riformato la seconda parte della Costituzione, l'abbiamo votata per l'ultima volta qualche giorno fa, ma dove si mira con quelle modifiche ? Non si mira certo a rimodellare astrattamente uno Stato, perché il modello di uno Stato è sempre funzionale a dei valori e, in questo caso, si tratta di avere un modello di Stato, di Governo che dovrà consentire di porre mano a quei valori essenziali che sono sanciti nella prima parte della Costituzione. C’è un filo conduttore ben preciso e chiaro.
  D'altra parte, in attesa della riforma costituzionale, in attesa dell'esito del referendum confermativo, come abbiamo già detto in altre occasioni, il Governo, con delle legislazioni ordinarie, pone mano allo smantellamento della prima parte della Costituzione. Tra queste operazioni vi è appunto la mercificazione del bene acqua e ciò ad onta delle dichiarazioni di principio contenute nell'articolo 1, in cui si parla di finalità, e contenute nell'articolo 2, in cui si parla di principi generali. Queste espressioni – ora le leggo – praticamente sembrano soltanto espressioni retoriche, alla luce di quanto è avvenuto in Commissione. L'articolo 1 dice: la presente legge si prefigge l'obiettivo di favorire la definizione di un governo pubblico e partecipativo del ciclo integrato dell'acqua in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale. Questa parola, solidale, il principio di solidarietà negli articoli successivi è stato completamente cassato. Perché ? Perché se l'acqua è una merce, dovrà essere acquistata sul mercato e non potrà essere sostenuta teoricamente con la fiscalità generale. L'articolo 1 e l'articolo 2 della Costituzione stabiliscono che il popolo è tale nella misura in cui riconosce i principi e i valori comunitari. Con il referendum di qualche anno fa si è voluto stabilire questo principio netto e preciso e la volontà popolare si è indirizzata in questa direzione.
  Ora, è possibile che una legge ordinaria, con tanta disinvoltura, sovverta il risultato di un referendum ? La Corte costituzionale ci insegna e ci spiega che ciò è possibile soltanto quando il contesto in cui quel referendum si è svolto, il contesto strutturale della società nel momento storico in cui quel referendum si è svolto si è modificato. Io non credo che in questi tre, quattro anni sia avvenuto nulla di tanto importante da modificare il contesto della nostra società.
  Certo, uno potrà dire che è cambiata la politica. In verità non è cambiata molto la Pag. 25politica, perché con il Governo Renzi noi siamo in sintonia con i Governi precedenti, con quei Governi che appunto riassumevano le loro politiche e le loro visioni a questo proposito nell'espressione che lo Stato deve arretrare e che tutto deve essere acquistato sul mercato; meno Stato, più mercato. Ora, non è questa la concezione che noi abbiamo, non è questa la concezione dello Stato così come sancita nell'articolo 2 della Costituzione, per cui è evidente che si pone in contrasto proprio con l'anima della nostra Costituzione e non soltanto per violazione dell'articolo 75 e della natura del referendum come istituto costituzionale, ma soprattutto perché in contrasto, lo ripeto, con il pensiero politico e culturale che sta a monte della nostra Costituzione. Per questi motivi noi invitiamo i colleghi a votare a favore di questa eccezione di costituzionalità (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'onorevole Sannicandro ha chiuso dicendo che questa proposta di legge rappresenta un esempio della mentalità che porterebbe a mercificare tutto, a commercializzare tutto, a ridurre la presenza dello Stato. È abbastanza singolare perché la proposta di legge dice in realtà che per l'affidamento del servizio idrico si parte in via preferenziale da società in house pubbliche, cosa alla quale politicamente, come gruppo, Scelta Civica è sicuramente contraria, perché noi vorremmo avere sicuramente meno Stato; il problema è che questa legge in realtà non lo fa, però dal punto di vista della pregiudiziale – qui quello conta – la contestazione è sostanzialmente quella che questa proposta di legge sarebbe in contrasto con il referendum. Noi, in questo caso, abbiamo un vantaggio però, cioè che cosa ha detto quel referendum ce l'ha già detto la Corte costituzionale che, quando ha dichiarato incostituzionale l'articolo 4 del decreto-legge n. 138 del 2011, che aveva riproposto in realtà un pezzo della disciplina precedente proprio sugli affidamenti in gestione dei servizi pubblici locali, ha definito chiaramente l'intenzione referendaria e i limiti imposti dal referendum. Con il referendum erano state eliminate delle norme che riducevano drasticamente la possibilità dell'utilizzo dell’in house per l'affidamento dei servizi pubblici locali, oltre quello che aveva stabilito la disciplina europea. Questa riduzione drastica era l'oggetto del referendum. Si tornava, quindi, a lasciare una libertà allo Stato, alla pubblica amministrazione, di affidare questi servizi pubblici locali in conformità alla disciplina dell'Unione europea, che prevede la possibilità di ricorrere sia al pubblico che al privato, ovviamente. Il referendum non prevedeva, né avrebbe potuto prevedere, un vincolo di gestione pubblica, semplicemente perché sarebbe stata una norma positiva quella del vincolo di gestione pubblica che per referendum non si poteva introdurre.
  La realtà è che il referendum ha semplicemente detto che non era intenzione dei cittadini consentire l'introduzione di limitazioni al ricorso alla gestione pubblica maggiori di quelle previste dall'Unione europea. Questa legge – io aggiungo, purtroppo – non si limita a questo, ma dice anzi che, in via preferenziale, si deve guardare all’in house.
  Io penso che sia sbagliato, perché noi siamo per una concezione liberale e preferiremmo una gestione affidata anche al privato e senza discriminazioni, ma qui siamo su una pregiudiziale di costituzionalità.
  La Corte Costituzionale ce l'ha detto chiaramente quello che non può fare il legislatore, non può limitare la possibilità per lo Stato di ricorrere alla gestione in house perché questo è quello che i cittadini hanno bocciato, solo questo. Definire la conseguenza del referendum un vincolo di gestione pubblica è semplicemente distorcere l'uso del referendum, attribuirgli una valenza che questo referendum non ha. E mi vengono in mente valenze attribuite Pag. 26a referendum molto recenti che gli stessi non avevano, perché si era trasformato in un referendum su trivellazioni sì, trivellazioni no, un referendum che non aveva niente a che vedere con quello, e questa è la stessa cosa.
  Il referendum che si è tenuto nel 2011 non riguardava l'acqua pubblica, riguardava le limitazioni all’in house per i servizi pubblici locali.
  Poi la propaganda gli ha dato una valenza diversa, ma questo era l'effetto. Questa legge è totalmente rispettosa del dettato del referendum e anzi va oltre, perché stabilisce una preferenza per le in house. Quindi, definirla incostituzionale in relazione a quel referendum è totalmente sbagliato e per questo Scelta Civica voterà contro (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, colleghi, il gruppo parlamentare Area Popolare voterà contro le pregiudiziali presentate al progetto di legge: Princìpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico, nonché delega al Governo per l'adozione di tributi destinati al suo finanziamento. Noi riteniamo la pregiudiziale inesistente in quanto l'articolo 1 enuncia la finalità della proposta di legge in esame, che consiste nel dettare i princìpi con cui deve essere utilizzato, gestito e governato il patrimonio idrico nazionale, nonché, nel favorire la definizione di un governo pubblico e partecipativo del ciclo integrato dell'acqua, in grado di garantire un uso sostenibile e solidale. La proposta di legge pertanto reca norme in materia di gestione dell'acqua, di pianificazione, gestione e finanziamento del servizio idrico integrato, nonché ulteriori disposizioni concernenti la bolletta del servizio idrico integrato e i meccanismi di partecipazione alla gestione di tale servizio. Le pregiudiziali presentate riguardano il contrasto della proposta di legge all'esame con quanto scaturito dal referendum abrogativo del giugno del 2011, laddove è emersa la volontà dei cittadini di tornare ad una gestione pubblica del servizio idrico e la sua esclusione dalle regole del mercato.
  È importante sottolineare innanzitutto come all'articolo 4 della proposta di legge viene prevista la qualificazione del servizio idrico integrato che, a differenza del testo iniziale, è considerato un servizio pubblico locale di interesse economico generale, assicurato alla collettività. Pertanto sembrano rispettati i principi fondamentali in tema di referendum, come posti dalle pregiudiziali presentate. Inoltre i commi 2 e 3 dello stesso articolo 4 privilegiano l'affidamento diretto a favore di società interamente pubbliche, in possesso dei requisiti prescritti dall'ordinamento europeo, per la gestione in house, comunque partecipate da tutti gli enti locali ricadenti nell'ATO. Anche in questo caso la normativa in corso di approvazione rispetta i principi referendari. La Commissione europea, sull'applicazione delle norme dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato e compensazione concessa per la prestazione di servizi di interesse economico generale, ha posto in evidenza come la nozione di servizio di interesse economico generale sia un concetto in evoluzione, che dipende tra l'altro dalle esigenze dei cittadini, dagli sviluppi tecnologici e del mercato e dalle preferenze sociali e politiche dello Stato membro interessato. La Commissione europea ha inoltre sottolineato come i servizi qualificati come servizi di interesse economico generale debbono essere destinati ai cittadini o essere nell'interesse dell'intera società. Sotto tale profilo pertanto viene lasciata la possibilità allo Stato membro di soddisfare le esigenze dei cittadini e la normativa che stiamo per approvare è la conseguenza di tale indicazione della Commissione, perché soddisfa ampiamente la collettività del nostro Paese. Pertanto la normativa che sta per essere approvata obbedisce in toto alla normativa comunitaria e alle indicazioni della Commissione europea.Pag. 27
  Da ultimo, la Corte costituzionale, con la sentenza n. 325 del 2010, ha rilevato, tra l'altro, che, secondo le indicazioni fornite dalla giurisprudenza europea e dalla Commissione europea, per interesse economico generale si intende un interesse che attiene a prestazioni dirette a soddisfare i bisogni di una indifferenziata generalità di utenti e, al tempo stesso, si riferisce a prestazioni da rendere nell'esercizio di un'attività economica, cioè di una qualsiasi attività che consiste nell'offrire beni e servizi su un determinato mercato, quindi secondo un metodo economico finalizzato a raggiungere entro un determinato lasso di tempo quantomeno la copertura dei costi, e la proposta di legge al nostro esame contiene disposizioni normative che obbediscono a tale sentenza.
  Nel ribadire il voto contrario del gruppo parlamentare di Area Popolare alle pregiudiziali presentate, sottolineo la corrispondenza della proposta di legge in esame ai principi costituzionali.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Intervengo per illustrare brevemente i motivi del nostro voto favorevole a questa pregiudiziale, in quanto, come chiarito nella sentenza della Corte Costituzionale del 26 gennaio 2011, la n. 24, che ha dichiarato la legittimità del quesito referendario sull'acqua del 2011, tale referendum si riferiva all'abrogazione di tutta la disciplina nazionale in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica, perché non era possibile limitare l'abrogazione dell'articolo 23-bis del decreto-legge n. 112 del 2008 ai soli servizi dell'acqua, visto che la disciplina era unica.
  Tuttavia, le motivazioni del referendum facevano chiaro riferimento ai soli servizi idrici, avvalorando il principio che quello che rileva nei quesiti referendari è esclusivamente la finalità incorporata nel quesito, ossia la finalità obiettivamente ricavabile dalla formulazione del quesito stesso; e, chiaramente, la finalità era quella di definire la natura di bene pubblico dell'acqua. Tuttavia, occorre ricordare che dalla sentenza della Corte costituzionale n. 26 del 2011, relativa al secondo quesito referendario, si evince che il risultato del referendum non ha privato di natura economica la gestione del servizio idrico integrato, in quanto l'abrogazione della possibilità di remunerazione del capitale investito non ha inciso né sul principio della gara né sull'eventualità della gestione del servizio idrico da parte di un soggetto privato né sulla copertura degli investimenti realizzati attraverso la tariffa.
  Bisogna ricordare che, allora, l'articolo 23-bis permetteva la gestione dei servizi pubblici locali in house solo in casi eccezionali, introducendo norme concorrenziali rigorosissime, molto più restrittive rispetto a quelle minime richieste dal diritto dell'Unione europea. La posizione storica della Lega è sempre stata quella di lasciare liberi gli enti locali di scegliere la forma di gestione più conveniente per i propri servizi, secondo la realtà territoriale e locale, nelle tre forme di affidamento in house, con gara o partenariato pubblico-privato con scelta del socio privato con gara, ferma restando la proprietà delle reti e delle infrastrutture, che deve restare pubblica.
  Importante è la garanzia dell'efficienza della gestione, della trasparenza e della possibilità del controllo da parte dei cittadini. Il nostro movimento ha sempre creduto che occorra stimolare la competitività, per così dire, interna al mercato stesso proprio attraverso la valorizzazione delle realtà pubbliche di eccellenza nel settore dei servizi pubblici locali, che potranno fungere da riferimento al sistema in evoluzione, evitando di mettere sullo stesso piano le nostre società sane e quelle deficitarie e mal governate. Attraverso un obbligo indistinto alla privatizzazione a tutti i costi, che va contro le normative comunitarie e contro l'esito del referendum popolare, il Paese dell'efficienza, delle competenze e dei servizi di qualità, delle gestioni finanziarie oculate e trasparenti, sta rischiando di essere accomunato, senza distinzione alcuna, ai carrozzoni Pag. 28pubblici che generano disservizi, assistenzialismo, sprechi e bilanci fuori controllo, perché non è matematicamente scontato che la gestione pubblica funzioni sempre e comunque. Tuttavia, la salvaguardia delle migliori realtà pubbliche nazionali può dare valore e regolazione allo stesso mercato libero che si intende adottare nei servizi pubblici locali.
  Valorizzare le gestioni pubbliche di qualità significa mantenere il loro ruolo e la loro funzione di riferimento gestionale e tariffario del mercato, costituendo esse stesse un sistema di regolazione e uno stimolo per un mercato purtroppo intaccato da vaste aree di distorsione e trasgressione, in ambito sia pubblico sia privato. Chiaramente, rispetto agli altri servizi pubblici locali, nessuno può negare la caratteristica pubblica dell'acqua e la particolarità dei servizi idrici. In tale contesto, la posizione della Lega Nord è stata diretta a confermare che l'acqua è un bene pubblico, che le reti sono patrimonio pubblico, appartenente ai comuni, che le gestioni efficienti e virtuose vanno garantite e tutelate, in particolare le gestioni in house.
  Il testo della presente proposta di legge, che la maggioranza ha portato in Aula, è stato svuotato dei suoi contenuti innovativi ed è diventato perlopiù un testo quasi inutile, che ripete concetti e norme già presenti nell'ordinamento, con poche novità, del tutto insignificanti nella portata. Infatti, il testo non prevede nuovi finanziamenti per le reti e gli impianti, ma ripete quelli previsti dalle leggi vigenti, e non modifica l'assetto degli organi di gestione dei servizi idrici, assegnando una mera priorità alle gestioni in house. Anche la previsione, tanto enfatizzata, dell'assegnazione gratuita di un quantitativo minimo vitale di 50 litri al giorno per individuo rappresenta una mera propaganda, priva di contenuti effettivi, sia perché la soglia pro capite di 50 litri al giorno è talmente bassa – si tratta, in effetti, di quella al di sotto della quale si può già parlare di sofferenza per mancanza di acqua – sia perché i cittadini vedranno ricadere sull'aumento della tariffa gli ulteriori consumi loro necessari per avere uno stile di vita decoroso. Per tutti questi motivi, quindi, annunciamo il nostro voto favorevole a questa pregiudiziale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Massa. Ne ha facoltà.

  FEDERICO MASSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la questione pregiudiziale che siamo chiamati a discutere contesta una pretesa incostituzionalità del disegno di legge, perché lo stesso – così vanificando l'esito referendario, e quindi, si sostiene, eludendo le conseguenze che ne scaturiscono ai sensi dell'articolo 75 della Costituzione – non rispetterebbe la volontà dei cittadini di tornare a una gestione pubblica del servizio idrico e la sua esclusione dalle leggi di mercato. Sul piano formale è facile rispondere che quel referendum, come tutti sanno, ha riguardato l'abrogazione dell'obbligo di privatizzazione dei servizi pubblici locali; non solo, in verità, del servizio idrico.
  E, quindi, è sufficiente considerare che la proposta di legge di cui stiamo discutendo non incide affatto, ed anzi, valorizza la libera determinazione degli enti locali e dei comuni per l'affidamento del servizio idrico in gestione pubblica, per concludere nel senso dell'assoluta infondatezza, già sul piano formale, della tesi della incostituzionalità. L'evidente forzatura contenuta per tale profilo nella formulazione della pregiudiziale si coglie a piene mani proprio considerando il richiamo alla sentenza della Corte costituzionale n. 199 del 2012. In quella circostanza, la Corte costituzionale abrogò la normativa con la quale, in quel caso sì, si era tentato di vanificare l'esito referendario, rilevando che quella normativa non solo era contraddistinta dalla medesima ratio di quella abrogata, ma, addirittura, ne riproponeva integralmente alcune parti.
  La situazione della quale stiamo discutendo è esattamente opposta. Vorrei tranquillizzare i colleghi dell'opposizione: è esattamente opposta a quella che fu valutata Pag. 29dalla Corte. Questa legge, se solo si avesse la disponibilità di leggerla, superando aprioristiche volontà di segnare comunque un punto in più e di elevare steccati ideologici, recepisce la volontà del corpo elettorale, andando ben al di là del mero superamento dell'obbligo della privatizzazione.
  Questa legge – nessuno lo ha detto, qualcuno ha cercato di negarlo – afferma espressamente il carattere universale e quindi inderogabile del diritto all'acqua, e non come mera petizione di principio; traduce l'affermazione del principio in disposizioni puntuali, assolutamente innovative, che garantiscono a tutti e gratuitamente il consumo del quantitativo minimo vitale. Il tentativo sin troppo evidente di oscurare la portata innovativa e profondamente riformatrice di questa proposta di legge – questa è l'opinione del Partito Democratico – non rende un buon servigio alla causa che in quel referendum mobilitò milioni di persone. Anche al di là del dato formale, che come si è visto, di per sé, supera la questione proposta, ciò che ritengo comunque di dover richiamare, anche in questa circostanza, è la portata politica di una legge che, proprio perché frutto della più alta considerazione e anche del significato politico di quel referendum, riconosce e realizza per una materia così sensibile la doverosità di una disciplina speciale, rifuggendo però dalla tentazione di far prevalere una visione astratta e puramente ideologica, che pretende di attribuire al corpo elettorale quella che è un'opinione, rispettabilissima ma un'opinione, e cioè che la tutela della risorsa ed il riconoscimento del suo valore debba necessariamente concretizzarsi nella qualificazione soggettiva del soggetto gestore.
   Noi riteniamo che non sia così, riteniamo che una efficiente tutela pubblica della risorsa idrica possa attuarsi con una presenza articolata di soggetti anche diversi, ma che tutti siano vincolati al rispetto di regole e princìpi che assumono la sostanza del valore del bene acqua come bene comune, che è quello che questa legge realizza.
   Per il rispetto dovuto alla necessità di tutela e valorizzazione della risorsa abbiamo previsto in questa legge la destinazione di ingenti risorse pubbliche per la realizzazione degli interventi necessari. Ci siamo opposti con altrettanta convinzione e ci opponiamo alla pretesa di mantenere una norma, quella sulla costituzione di un fondo per la ripubblicizzazione, che avrebbe significato destinare ingentissime risorse al riacquisto delle partecipazioni private, attualmente presenti in alcuni soggetti gestori del servizio pubblico. Così investendo...

  PRESIDENTE. Collega Massa, la invito a concludere.

  FEDERICO MASSA. ... in un'operazione assolutamente ininfluente per la tutela della risorsa idrica ingentissime somme e prevedendo la loro destinazione in favore dei soggetti privati interessati. Un regalo a prescindere – avrebbe detto il grande Totò – ed è eccessivo il tentativo di farlo passare come attuazione della volontà dei cittadini italiani che votarono «sì». Restiamo convinti di avere pienamente recepito quella volontà ed è per questa ragione che il gruppo del Partito Democratico voterà contro la pregiudiziale di costituzionalità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Prego i colleghi di attenersi ai tempi. Onorevole Massa, lei è andato oltre un minuto al di là del tempo che aveva a disposizione. La prossima volta interrompo.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà. Prego i colleghi di abbassare il tono della voce e permettere al collega Gallo di poter intervenire in una condizione decente.

  LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. Un Governo che ha cancellato il diritto al voto alle province, senza eliminare le province e ha cancellato il voto al Senato, senza eliminare il Senato e con un Presidente del Consiglio legittimato forse – se i numeri indicati dal Partito Democratico sono attendibili Pag. 30– da un milione di voti, quelli del suo partito, con un Presidente del Consiglio che è contento quando la gente non vota al referendum, gli elettori del PD hanno bisogno di altri indizi per capire che questo partito non ha nulla a che vedere con la democrazia, che osteggia, beffeggia e cancella ? È palese da tutti gli atti e le dichiarazioni messe in fila, dalle impostazioni culturali che sta producendo questo Governo che odia il voto dei cittadini. Ma non basta: per il segretario del PD bisogna cancellare anche i risultati referendari precedenti e quindi uno straordinario successo referendario, ottenuto nel 2011 con due quesiti sull'acqua, il «sì» di 27 milioni di cittadini per togliere i profitti dall'acqua sono spazzati via da un singolo «no», quello del Presidente del Consiglio.
  Se andiamo a vedere le pagine Facebook di Matteo Renzi, nel giorno delle votazioni del referendum, scopriamo che lui ha votato «no» sul secondo quesito referendario, che eliminava i profitti dell'acqua, ed oggi lui impone il suo «no» a 27 milioni di cittadini italiani che misero una X sul «sì» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ma questo – lo sappiamo bene – non è solo un Governo autoritario che si beffa della democrazia; questo è un Governo schiavo delle lobby, non solo le lobby dell'oro nero, ma anche le lobby dell'oro blu. È un Governo che è dentro le lobby, dentro le aziende-partito, che difende con la privatizzazione dell'acqua.
  Nulla di nuovo raccontiamo ai cittadini, su ogni territorio i cittadini sanno bene chi è stato piazzato nelle partecipate che gestiscono l'acqua. Conosciamo bene il processo che questo Governo sta portando avanti: toglie i soldi ai comuni e poi li incentiva con un premio, se vendono le loro quote delle partecipate ai privati; il bastone e la carota. La punizione: ti tolgo diritti e servizi, e la mancetta: ti premio se obbedisci al Governo e fai il bravo.
  Ricordo che nei primi giorni che siamo entrati in Parlamento c'era ancora speranza da parte dei cittadini che questo Parlamento potesse andare nella direzione della volontà del popolo; il Forum dell'acqua consegnava a noi parlamentari scatoloni pieni di firme che portavamo in questo palazzo: era la legge di iniziativa popolare proposta dallo stesso Forum dell'acqua che ha condotto una campagna referendaria difficile, ma vincente, sull'acqua pubblica; era una bellissima giornata di sole, piena di bandiere blu, simbolo dell'acqua pubblica, simbolo del «sì» al referendum. Io ho incontrato Padre Alex Zanotelli, un Padre comboniano, che da sempre si spende per l'acqua pubblica, un Padre comboniano che è stato per lunghi anni in Kenya e ha visto con i suoi occhi gli effetti della privatizzazione dell'acqua in Paesi come l'Africa ed oggi in Italia avanza la privatizzazione sotto gli occhi di tutti e gli effetti devastanti sono ben noti ai cittadini, che pagano bollette salate e disservizi.
   Questa proposta di legge per l'acqua pubblica è partita con cinque impegni precisi nei confronti dei cittadini: tutti cancellati dal Partito Democratico. La ripubblicizzazione dell'acqua doveva essere un processo automatico per un Governo che considera il popolo sovrano; tutte le gestioni devono diventare società di diritto pubblico e partecipate nelle decisioni da cittadini e lavoratori.
  Invece, voi fate il solito giochetto ipocrita: scrivete nella legge «acqua, bene comune» parlate dei diritti di 50 litri al giorno e poi inserite la parolina magica, la solita truffa semantica. Il PD vuole «prioritariamente» una gestione pubblica e poi scopriamo che «pubblico» per voi significa Spa, società per azioni. Che cosa significa «prioritariamente» ? Se i comuni e le regioni privatizzano, che cosa succede ? Vengono sanzionati ? Ci sono dei criteri stabiliti per dire quando è prioritario privatizzare e quando non lo è ?
  Ormai anche le leggi per voi sono diventate delle slide con l'inganno. «Prioritariamente» non significa nulla, visto che il «decreto Madia» reintroduce il profitto sulla vendita dell'acqua, visto che non c’è alcun paletto contro le Spa, che devono rispondere agli interessi degli azionisti e non dei cittadini. Pag. 31
  Ormai siamo al «Governo Spa», solo che i vostri azionisti sono nelle fondazioni politiche, nella Fondazione Open o nelle cene a 1.000 euro con Buzzi per Matteo Renzi, in VeDrò per l'ex Presidente del Consiglio Letta. I vostri azionisti emergono dalle intercettazioni che raccontano di combriccole, clan, quartierini, con l'ex Ministro Guidi che dice: «Padoan è lì per loro».
  Voteremo «sì» sulle pregiudiziali di costituzionalità: questa legge è contro la volontà di 27 milioni di cittadini che hanno partecipato e votato al referendum, lo strumento di democrazia diretta previsto dalla nostra Costituzione. Questo è un Governo che non risponde al popolo e non risponde alla Costituzione. Deve andare a casa perché è per le lobby dell'acqua e non per i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà. Prego i colleghi intorno all'onorevole Sisto di metterlo in condizione di intervenire.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Con la Costituzione non si scherza – e lo dimostreremo a ottobre – e credo che in qualche modo una pregiudiziale di costituzionalità non sia una sorta di palestra in cui si possa liberamente invocare una violazione di carattere così rilevante e, quindi, sulla spinta di una ideologia o comunque di un'idea politica, ipotizzare la paralisi del provvedimento.
  Si ignora che, invece, la pregiudiziale ha delle regole che non sono né soggettive, né sostanziali, ma che devono essere chiaramente individuate.
  Forza Italia per questo motivo voterà contro questa pregiudiziale, perché ritiene che, da un punto di vista di ortodossia costituzionale, non ci sia una violazione sensibile che possa essere in qualche maniera percepita come chiaramente violativa di un parametro che possa essere individuato e individuabile.
  Proprio su questo punto, Presidente, per pochi istanti voglio intrattenere l'Aula, perché non si può, come noi riteniamo, ipotizzare una pregiudiziale sostanziale o, peggio, una pregiudiziale a soggetto. Perché sostanziale ? Perché si tratta di un argomento che sostanzialmente – quello del referendum del 2011 – ha a che fare con questo provvedimento, ma che in realtà lo richiama soltanto per temi, ma non certamente per contenuti. Cioè, quell'articolo 75, così ben valorizzato dalla sentenza n. 199 del 2012, in qualche modo qui non trova motivo di essere o di sentirsi debilitato dal punto di vista della sua tenuta, perché si tratta di due situazioni sostanzialmente e assolutamente diverse. Quindi, richiamare una sorta di contenitore, quello del referendum del 2011, che rende incompatibile questo provvedimento mi sembra un fuor d'opera.
  Come pure mi sembra un po’ un fuor d'opera – ed è questo l'orientamento di Forza Italia – ritenere che si possa a soggetto utilizzare la Costituzione come parametro di paralisi dei provvedimenti legislativi. Sostanzialmente, a leggere attentamente la questione di pregiudizialità, si ha l'idea più di una scelta economica, cioè quella di evitare la libera concorrenza, evitare tutto quello che è privato, rispettare una sorta di magma anziché una volontà precisa rinveniente dal referendum che darebbe un indirizzo politico. Ma è noto che le questioni pregiudiziali non possono derivare da un indirizzo politico non condiviso e reperire affannosamente dalla Costituzione una legittimazione che in qualche modo possa avallare la pretesa nei confronti dell'Aula.
  Quindi, credo che da questo punto di vista Forza Italia valuterà questo provvedimento a seconda di come si snoderà all'interno dell'Aula, attenta ovviamente a garantire quei principi di libertà economica, come l'attuazione dell'articolo 41, nell'equilibrio fra pubblico e privato, che costituisce, come posso dire, il volano, perché l'economia pubblica e l'economia privata possano essere finalizzate a tutelare gli interessi della collettività. In questo convincimento, Presidente, il nostro voto sarà contrario, ma all'interno del provvedimento faremo sentire la nostra voce per far balenare quelle situazioni che a noi Pag. 32sembrano, queste sì, in linea con l'articolo 41 della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale di costituzionalità Pellegrino ed altri n. 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nel frattempo che i colleghi prendono posto e riescono a votare tutti, saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo statale «Assisi 2» di Santa Maria degli Angeli, in provincia di Perugia, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).
  Direi che hanno votato quasi tutti. Mancano gli onorevoli D'Incà, Gregori, Pili, Ginoble, Paolo Russo, Cariello, Piccolo, Giancarlo Giorgetti. Cariello non è riuscito ? Provi a votare con le dita, onorevole Cariello. L'onorevole Giorgetti ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  410   
   Votanti  409   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  116    
    Hanno votato no  293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Essendo stata respinta la questione pregiudiziale di costituzionalità riferita alla proposta di legge n. 2212-A, passiamo al seguito della discussione.
  Avverto che alla componente politica del gruppo Misto FARE !-Pri, costituitasi dopo la pubblicazione del contingentamento del provvedimento in esame, sarà attribuito per il seguito della discussione un tempo pari complessivamente a 2 minuti.

(Esame degli articoli – A.C. 2212-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 2212-A), che sono in distribuzione. In particolare, il parere della V Commissione (Bilancio) – colleghi, per favore ! – reca quattro condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione. Sono in distribuzione e saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  Avverto altresì che è in distribuzione il subemendamento Caparini 0.3.64.1.
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo, in particolare, a votazione per principi e riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine il gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 2212-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2212-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1.

  MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Sarro 1.51 e Pellegrino 1.50.

Pag. 33

  PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza, onorevole Rondini ?

  MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento Sarro 1.51 e mi rimetto all'Aula sull'emendamento Pellegrino 1.50.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarro 1.51.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

  CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Questo emendamento, sul quale il relatore esprime parere contrario, in realtà, come altri emendamenti che successivamente verranno all'esame dell'Aula, ha l'obiettivo semplicemente di rendere non solo il testo più intellegibile, ma anche di depurarlo da una serie non solo di ripetizioni ma spesso anche di espressioni piuttosto controverse, almeno sul piano interpretativo, proprio al fine di favorire una più agevole applicazione della norma, in considerazione del fatto che la stessa detta principi di portata generale e, quindi, come da buona tecnica legislativa, quanto si è più chiari e quanto si è più puntuali, tanto più agevolmente è possibile assicurare un'applicazione corretta della norma.
  Questo emendamento mira proprio a rendere evidente come, tra le finalità perseguite dal provvedimento, anziché utilizzare un'espressione piuttosto contorta e destinata sicuramente a generare confusione, si possa sostituirla con un'espressione molto più semplice, che tra l'altro non incide sulla portata dei principi enunciati.
  Per cui, francamente, l'apporto migliorativo al testo sarebbe evidente e senza alcun pregiudizio per quelle che sono le finalità della norma, il che rende incomprensibile il parere negativo espresso sull'emendamento.
  Chiedo comunque all'Aula di votare favorevolmente su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarro 1.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi, Cariello, Binetti, Boccuzzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  400   
   Votanti  396   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
  60    
    Hanno votato
no  336).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 1.50, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), mentre si rimette all'Aula il relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Massa, Tancredi, Patriarca, Simoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  404   
   Votanti  390   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 105    
    Hanno votato
no  285).    

Pag. 34

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  295   
   Astenuti  114   
   Maggioranza  148   
    Hanno votato
 293    
    Hanno votato
no    2).    

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 2212-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2212-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Sull'emendamento Segoni 2.50 è intervenuta anche la Commissione bilancio e il parere è contrario. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Caparini 2.51, Sarro 2.59, Daga 2.4, Pellegrino 2.53, Rondini 2.54 e 2.55 e Sarro 2.60, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Rondini 2.56. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Sarro 2.61, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Rondini 2.57. Infine, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Rondini 2.58.

  PRESIDENTE. Il relatore di minoranza Rondini ?

  MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Segoni 2.50 e Caparini 2.51, mentre ci rimettiamo all'Aula sull'emendamento Sarro 2.59. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Daga 2.4, Pellegrino 2.53, Rondini 2.54 e 2.55, Sarro 2.60 e Rondini 2.56, mentre ci rimettiamo all'Aula sull'emendamento Sarro 2.61. Infine, esprimo parere favorevole sugli emendamenti Rondini 2.57 e 2.58.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Parere conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Segoni 2.50.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Grazie, Presidente. Volevo spendere due parole per questo emendamento, visto che è molto esemplificativo di come sia stata stravolta questa proposta di legge. Tra l'altro, in Comitato dei nove c'era un parere favorevole a questo emendamento, raggiunto a seguito della concertazione di una riformulazione. È intervenuta la Commissione bilancio, che si è messa di mezzo, e adesso apprendo che il parere è negativo.
  Io comprenderei se la valenza dell'emendamento fosse prettamente economica, ma sostanzialmente io non capisco il parere negativo della Commissione bilancio. L'emendamento sosteneva soltanto che è responsabilità dello Stato garantire il diritto all'acqua potabile. È inconcepibile che la Commissione bilancio si metta nel mezzo per impedire un principio generale come questo. È la chiara esemplificazione che la pubblicità dell'acqua, la pubblicità del servizio, la concezione dell'acqua come un bene comune vengono assolutamente a decadere con questa proposta di legge e viene a valere soltanto la valenza economica.
  In altre parole, il fatto che la Commissione bilancio si sia permessa di mettersi di mezzo a una questione di principio è assolutamente esemplificativo di quello che è diventata questa proposta di legge Pag. 35per la maggioranza e per il Governo: acqua uguale mercificazione e profitto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile).

  PRESIDENTE. Ovviamente, la Commissione bilancio esercita le proprie prerogative che le dà il Regolamento. Devo dedurre, chiedendo conforto al relatore per la maggioranza, che il parere contrario che lei mi ha dato è il parere del Comitato dei nove su questo emendamento.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 2.50, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Petraroli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  410   
   Votanti  380   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
  36    
    Hanno votato
no  344).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Caparini 2.51.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi chiediamo semplicemente di aggiungere una frase che magari vale la pena leggere anche ai colleghi: «La responsabilità primaria dello Stato di garantire la piena realizzazione di tutti i diritti umani resta ferma anche in caso di affidamento in favore di società interamente pubbliche, in possesso dei requisiti prescritti dall'ordinamento europeo per la gestione in house».
  In sostanza, noi chiediamo con questo emendamento che il diritto all'acqua venga garantito sempre e anche in caso di affidamento a società in house.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 2.51, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vaccaro, Caso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  417   
   Votanti  322   
   Astenuti   95   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato
  52    
    Hanno votato
no  270).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarro 2.59.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

  CARLO SARRO. Presidente, anche qui siamo in presenza di un periodo che francamente ha innanzitutto un senso piuttosto oscuro e comunque rischia di essere semplicemente ripetitivo dell'enunciazione dei principi che sono riferiti molto più chiaramente, puntualmente e anche correttamente nei due periodi precedenti, penultimo e terzultimo.
  Oltretutto, non si comprende l'inizio del periodo: «elemento fondativo indispensabile deve essere». Non si comprende se questo elemento fondativo sia riferito all'uso, sia riferito all'enunciazione del principio generale e, comunque, francamente, appare un inutile appesantimento.

Pag. 36

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, solo per esternare la mia impressione che in questo provvedimento si indulga troppo facilmente a delle espressioni un po’ retoriche, come se parlare di acqua autorizzasse a scrivere nella legge delle situazioni di principio assolutamente non conformi allo stile di una norma.
  Ora, questa frase che il collega Sarro chiede di eliminare mi sembra che ne costituisca una preoccupante anticipazione. Che vuol dire: «Elemento fondativo indispensabile deve pertanto essere la conoscenza della risorsa idrica» ? In una legge a me sembra veramente una superfetazione, un dato assolutamente inutile.
  Invito il Governo e il relatore a fare una riflessione sul punto e ad evitare che nelle leggi si inseriscano delle frasi, delle scelte, che hanno veramente poco a che vedere con lo sforzo che dobbiamo produrre.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarro 2.59, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Patriarca, Speranza...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  421   
   Votanti  408   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
  55    
    Hanno votato
no  353).    

  (Il deputato Senaldi ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 2.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Simoni, Di Lello, Paolo Russo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  416   
   Votanti  415   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
 119    
    Hanno votato
no  296).    

  (La deputata Gagnarli ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole e la deputata Fabbri ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pellegrino 2.53.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Questo è un emendamento che è stato bocciato in Commissione ed è stato bocciato in Commissione con questa motivazione: aveva nell'originaria versione l'inserimento delle parole: «la tutela della risorsa ed approvare provvedimenti ambientali che possono avere impatto sulle risorse idriche, come fracking, la costruzione di dighe, water grabbing». Tant’è vero che appunto, anche oggi, l'onorevole Daga con questa formulazione, ha avuto parere contrario da parte del relatore e da parte del Governo.
  In quella sede io dissi «bene, se il problema è questa parte qua, io lo ripresenterò soltanto parlando di liberalizzazione». Pag. 37Questo, ci tengo proprio a dirlo in questa sede, perché sancisce la volontà chiara da parte del partito di maggioranza di non voler ripubblicizzare.
  In questo emendamento si afferma che «non è possibile sottoscrivere accordi di liberalizzazione nel settore dei servizi idrici – inserendo questa parte all'interno dell'emendamento – che inibiscano la piena realizzazione di tale diritto e della sua tutela». Questo che cosa vuol dire ? Che è evidente che il Partito Democratico non ha nessuna intenzione di chiudere le porte all'investitore privato.
  Allora, con la parola «prioritariamente» all'interno della legge, con il fatto di non voler accettare questo emendamento, quando in Commissione si era detto che non era questa la parte di obiezione, ma era la seconda, credo veramente venga completamente voltata pagina sull'indicazione così come voluta dal referendum e dall'esito referendario. Si aprono le porte alle società per azioni, si dà la possibilità di liberalizzare, nemmeno dando il minimo di sopravvivenza ai cittadini.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 2.53, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cassano, Chaouki, Carella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  422   
   Votanti  418   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  296).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 2.54.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Noi con questo emendamento chiediamo semplicemente di inserire il riferimento alla gratuità dell'acqua, perché, se si vuole arrivare ad una riforma seria e dare sostanza a questo testo di legge, tutta l'acqua potabile per i servizi igienico-sanitari deve o dovrebbe essere gratuita, altrimenti il presente testo diventa completamente inutile, pieno di belle parole, magari animato da buoni propositi, che ripetono però concetti già previsti anche in altre leggi e in altre norme.
  Quindi, chiediamo all'Aula di poter convergere su questa nostra proposta emendativa, che ci sembra andare incontro a un principio elementare, che è quello di garantire la gratuità dell'acqua, sia per l'acqua potabile, sia quella per i servizi igienico-sanitari.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 2.54, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Alberti, Grassi, Cozzolino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  360   
   Astenuti   60   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato
  54    
    Hanno votato
no  306).    

  (Il deputato Piccoli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 38

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 2.55.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi vogliamo ribadire un concetto che più volte è stato affermato in quest'Aula, ovvero il principio per cui chi abita un territorio, chi vive un territorio e su quel territorio poi custodisce un bene che è prezioso per la collettività, deve essere in qualche modo risarcito. È un principio che abbiamo affermato più volte, a differenti livelli. Cito, tra le tante occasioni in cui lo abbiamo fatto, quella della coltivazione degli idrocarburi in Sicilia, per cui abbiamo, a suo tempo, addirittura, stornato tutti i proventi delle accise a favore delle genti di quei territori, a compensazione delle innumerevoli e, purtroppo, gravi conseguenze che sia il territorio, sia le genti che vivono in quei territori, sono costretti a subire a causa dello sfruttamento di una materia primaria.
  Ora, la stessa cosa vorremmo ribadirla per quanto riguarda lo sfruttamento della risorsa idrica. Infatti, sapete bene che la captazione, la regimentazione nonché tutte le opere primarie che sono necessarie ai fini dello sfruttamento dell'energia della risorsa idrica, che in alcuni casi diventa anche energia idroelettrica e quindi materia che abbiamo già più volte affrontato e sulla quale, purtroppo, ci siamo più volte anche confrontati, qui trovano i medesimi requisiti per quanto riguarda la regimentazione e la regolamentazione.
  Sottolineo, inoltre, il fatto che soprattutto nelle aree di montagna le genti di montagna sono tutrici di un bene primario e, per tale ragione, con questo emendamento vogliamo affermare il principio per il quale non devono essere svantaggiate, già pagando il fatto di essere comunque soggetto di una continua attenzione da parte del pubblico che le depriva di un bene primario.
  Allora, in questo senso, con questo emendamento, sottolineiamo un principio che per noi è fondamentale, ovvero la tutela del territorio, la tutela dell'ambiente e la tutela delle persone che in questo territorio e in questo ambiente vivono e lavorano (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 2.55, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza e il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giancarlo Giordano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  413   
   Votanti  411   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
  53    
    Hanno votato
no  358).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarro 2.60.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

  CARLO SARRO. Presidente, anche in questo caso avvertiamo l'esigenza di una semplificazione del testo e di un chiarimento, perché nel comma in esame viene giustamente affermato il principio della priorità dell'uso dell'acqua per il consumo umano e vengono anche fissati i criteri attraverso i quali questo diritto deve essere garantito.
  L'avere poi prescritto, nel periodo del quale si chiede la soppressione, che «Gli altri usi sono consentiti nei limiti nei quali le risorse idriche siano sufficienti e a condizione che non ne pregiudichino la qualità per il consumo umano», è evidentemente superfluo, perché, avendo fissato Pag. 39il principio della priorità assoluta, è evidente che il consumo umano deve essere soddisfatto completamente e, solo successivamente, è possibile l'impiego della risorsa idrica per altro tipo di destinazione.
  Inoltre, avere poi introdotto altri parametri valutativi, come, ad esempio, quello del pregiudizio per la qualità del consumo umano, che è un'affermazione estremamente generica ed estremamente duttile dal punto di vista interpretativo, può generare difficoltà applicative e confusioni se solo immaginiamo, ad esempio, l'impiego della risorsa idrica da parte dei consorzi di bonifica per l'uso irriguo e quindi per l'impiego in agricoltura della risorsa acqua o se immaginiamo il contenzioso che in passato, proprio in ragione di principi analoghi, si era sviluppato a proposito dei bacini imbriferi montani.
  Quindi, il nostro emendamento rappresenta un contributo alla chiarezza e soprattutto il tentativo di prevenire possibili conflitti, che oltretutto sicuramente pregiudicano attività economiche importanti proprio come quelle del settore dell'agricoltura, senza la necessità di pregiudicare o di mettere a rischio e in pericolo il consumo umano che, grazie alla sua priorità e alle garanzie che riceve, è assolutamente tutelato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Per supportare questa saggia opera di drafting del collega Sarro, ritengo che le ovvietà, le autoreferenzialità, i dati inutili debbano veramente essere espunti da una normativa che certamente non ha il compito delle tautologie.
  Per dirla con un famoso esponente delle ovvietà, non c’è affatto bisogno di segnalare che «Gli altri usi sono consentiti nei limiti nei quali le risorse idriche siano sufficienti e a condizione che non ne pregiudichino la qualità per il consumo umano». Si tratta di dati ovvi e mi sembra in qualche maniera che ve ne siano un altro paio nel corpo di questo testo: chiederemo che anche queste parti siano espunte perché la proposta di legge non diventi, per così dire, un modo surrettizio di esprimere principi vuoti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarro 2.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  408   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
  63    
    Hanno votato
no  345).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 2.56, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni... Palmieri... Marti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  413   
   Votanti  327   
   Astenuti   86   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato
 325    
    Hanno votato
no    2).    

  (La deputata Narduolo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarro 2.61.Pag. 40
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

  CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Qui nella graduazione dell'uso della risorsa acqua si esamina l'uso nel settore agricolo e si afferma, nell'inciso del quale noi chiediamo la soppressione, che l'obiettivo della efficienza e quindi dell'utilizzo efficiente deve essere perseguito tramite l'adozione di tutte le migliori tecniche e dei metodi disponibili. Ora, a parte la genericità dell'enunciato, raccordando il periodo con la frase conclusiva «al fine di limitare il più possibile gli sprechi a parità di risultato atteso», non solo si scrive una norma più chiara ma soprattutto si evita che queste espressioni che dovrebbero avere una funzione rafforzativa di garanzia possano tradursi paradossalmente in un limite proprio perché il perseguimento dell'efficienza deve essere inteso nella sua latitudine più ampia, quindi sicuramente e ovviamente (per cui è inutile scriverlo nella norma) con l'utilizzo delle migliori tecniche ma anche rispetto ad un efficientamento gestionale che non richiede necessariamente supporti tecnici o tecnologie di altro tipo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarro 2.61, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre il relatore della Lega Nord si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saluto gli studenti dell'Istituto comprensivo statale «Don Milani» di Sommacampagna (Verona), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Palmieri... onorevole Rondini, per cortesia, ci sono anche gli studenti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  408   
   Votanti  393   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
  57    
    Hanno votato
no  336).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 2.57, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sgambato... Carella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  320   
   Astenuti   91   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato
 318    
    Hanno votato
no   2).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 2.58.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Presidente, con questo emendamento noi chiediamo che i comuni, che di fatto sono sottoposti alle misure per garantire un uso reciproco e solidale delle risorse idriche tra bacini idrografici con disparità di disponibilità della risorsa, siano in qualche modo avvantaggiati; o comunque, che si vada incontro a questi comuni che subirebbero dei disagi a causa del fatto che devono intervenire a favore di chi magari questa disponibilità della risorsa non l'ha. Che è una cosa corretta, ma noi riteniamo che sia giusto garantire delle agevolazioni tariffarie per le utenze ricadenti nei comuni con abbondante disponibilità della risorsa idrica, che assecondano e che intervengono per garantire la solidale disponibilità Pag. 41della risorsa anche a chi magari vive in una situazione di carenza di disponibilità.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, questo emendamento è nel solco di tante proposte che la Lega Nord in questi anni ha avanzato, e che hanno costituito la base del suo intervento emendativo in provvedimenti che hanno sempre avuto come oggetto lo sfruttamento del territorio e delle sue risorse: noi ci mettiamo sempre dalla parte di coloro che questo sfruttamento purtroppo sono costretti a subire, e quindi per questo sfruttamento debbono essere dalla collettività compensati. La risorsa idrica rientra in questa tipologia, in quanto, come quella che abbiamo visto in passato riguardante lo sfruttamento degli idrocarburi o comunque risorse naturali di differente tipo, comporta una ricaduta negativa per il territorio, che in passato era compensata dall'occupazione, e che oggi invece questo tipo di compensazione non ha più. Noi quindi, stando sempre dalla parte di coloro che sono purtroppo soggetti passivi, devono subire questo tipo di sfruttamento, cerchiamo delle forme di compensazione: proponiamo qui quella tariffaria, che è quella più immediata, quella più diretta, e crediamo anche quella più efficace.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 2.58, con il parere contrario di Commissione e del Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario, e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Lorenzis, Oliverio, Battelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  408   
   Votanti  407   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
  67    
    Hanno votato
no  340).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Villecco, Grassi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  330   
   Astenuti   81   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato
 288    
    Hanno votato
no   42).    

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 2212-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2212-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Sull'emendamento Segoni 3.51, parere contrario. Sull'emendamento Daga 3.50, parere contrario. Sull'emendamento Pellegrino 3.52, parere contrario. Sull'emendamento Rondini 3.54, parere contrario. Sull'emendamento Schullian 3.53, parere favorevole. Sull'emendamento Daga 3.56, parere contrario. Sull'emendamento Pellegrino 3.70, parere contrario. Sull'emendamento Daga 3.13, Pag. 42parere contrario. Sull'emendamento Rondini 3.57, parere contrario. Sull'emendamento Daga 3.55, parere contrario. Sull'emendamento Daga 3.12, parere contrario. Sull'emendamento Caparini 3.58, parere contrario. Sull'emendamento Caparini 3.59, parere contrario. Sull'emendamento Caparini 3.60, parere contrario. Sull'emendamento Caparini 3.61, parere contrario. L'emendamento Piccone 3.81 è accantonato. Sull'emendamento Daga 3.62, parere contrario. Sull'emendamento Zaratti 3.63, parere contrario. Sul subemendamento Caparini 0.3.64.1, parere contrario. Sull'emendamento Segoni 3.64, parere favorevole. Sull'emendamento Caparini 3.80, parere contrario. Sull'emendamento Caparini 3.65, parere contrario. Sull'emendamento Sarro 3.82, parere contrario. Sull'emendamento Caparini 3.66, parere contrario. Sull'emendamento Caparini 3.67...

  PRESIDENTE. Non è segnalato.

  MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore. Sì, presumo sia precluso...

  PRESIDENTE. No, non è segnalato.

  MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Non è segnalato, va bene. Sull'emendamento Daga 3.68, parere contrario. Sull'emendamento Pellegrino 3.69, parere favorevole. Sull'emendamento Zaratti 3.74, parere contrario. Sull'emendamento Gallo 3.72, parere contrario. Sull'emendamento Gallo 3.71, parere contrario. Sull'emendamento Gallo 3.73, parere contrario.

  PRESIDENTE. Invito ora il relatore di minoranza ad esprimere il parere.

  MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Sull'emendamento Segoni 3.51, ci rimettiamo all'Aula. Sull'emendamento Daga 3.50, ci rimettiamo all'Aula. Sull'emendamento Pellegrino 3.52, parere favorevole. Sull'emendamento Rondini 3.54, parere favorevole. Sull'emendamento Schullian 3.53, ci rimettiamo all'Aula. Sull'emendamento Daga 3.56, parere favorevole. Sull'emendamento Pellegrino 3.70, parere favorevole. Sull'emendamento Daga 3.13, parere favorevole. Sull'emendamento Rondini 3.57, parere favorevole. Sull'emendamento Daga 3.55, parere favorevole. Sull'emendamento Daga 3.12, parere favorevole. Sull'emendamento Caparini 3.58, parere favorevole. Sull'emendamento Caparini 3.59, parere favorevole. Sull'emendamento Caparini 3.60, parere favorevole. Sull'emendamento Caparini 3.61, parere favorevole. Sull'emendamento Daga 3.62, ci rimettiamo all'Aula. Sull'emendamento Zaratti 3.63, parere contrario. Sull'emendamento Segoni 3.64, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Mi deve dare anche – immagino che sia favorevole – il parere sul subemendamento Caparini 0.3.64.1.

  MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Sì, certo, il parere è favorevole. Sull'emendamento Caparini 3.80, parere favorevole. Sull'emendamento Caparini 3.65, parere favorevole. Sull'emendamento Sarro 3.82, ci rimettiamo all'Aula.
  Sull'emendamento Caparini 3.66 il parere è favorevole. Sull'emendamento Daga 3.68 ci rimettiamo all'Aula, sull'emendamento Pellegrino 3.69 il parere è favorevole. Sull'emendamento Zaratti 3.74 ci rimettiamo all'Aula, sugli emendamenti Luigi Gallo 3.72, 3.71 e 3.73 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore Manfredi.

  PRESIDENTE. Deduco che questo significasse: conforme al relatore di maggioranza, non si è capito bene perché il microfono è partito prima fortissimo e poi non si è sentito più niente. Comunque, benissimo.
  Passiamo ai voti.Pag. 43
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 3.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ragosta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  391   
   Votanti  373   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no  277).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 3.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pizzolante, Giancarlo Giordano, Fabbri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  395   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  295).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pellegrino 3.52.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Noi, con questo emendamento, vogliamo chiedere all'Aula – ma veramente io chiedo anche al relatore di rivederlo – che venga mantenuta l'unitarietà della gestione del medesimo servizio. Che cosa si intende per l'unitarietà, che non è sicuramente l'unicità della gestione del servizio ? Per unitarietà noi andiamo a salvaguardare tutte quelle piccole realtà che sono, in questo momento, virtuose e, quindi, quei piccoli gestori che attualmente hanno già un'attività positiva dei bacini idrografici. In questo modo, noi andiamo a nobilitarli e, quindi, andiamo a dare la possibilità, a questi piccoli consorzi, di poter essere ancora vivi. In realtà, invece, con lo «sblocca Italia» noi sappiamo che abbiamo portato avanti il principio dell'unicità e, quindi, il principio di mettere insieme più consorzi di più bacini idrografici, in maniera tale che si possano vendere con più facilità alle società per azioni, che noi conosciamo bene e non serve neanche enunciarle in questa sede. Quindi, davvero, io chiedo ai nostri colleghi, ai miei colleghi di rivedere la salvaguardia del concetto di unitarietà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Ringrazio la collega Daga per l'esaustiva spiegazione al suo emendamento...

  PRESIDENTE. L'onorevole Pellegrino...

  DAVIDE CAPARINI. ... che coglie appieno il punto del problema, ovvero il fatto che, per fare un favore alle multinazionali, per fare un favore a coloro che l'acqua la vogliono sfruttare per avere un tornaconto prettamente economico, quindi, nell'acqua vedono un bene – posizione assolutamente legittima, ci mancherebbe, ma assolutamente contraria all'espressione referendaria Pag. 44e anche all'idem sentire del Paese – da sfruttare economicamente, con questo emendamento si riporta la risorsa idrica nell'ambito in cui dovrebbe essere, ovvero nell'ambito della corretta, efficace gestione di un bene pubblico, che, evidentemente, proprio perché è prezioso, deve essere al meglio conservato e sfruttato.
  È per questo che il concetto di unicità coglie appieno la necessità di una gestione efficace ed efficiente ed è quello che abbiamo appena votato e ribadito, solennemente, con l'approvazione dell'articolo 2.
  Il fatto di introdurre, invece, il concetto di unicità di gestione, credo che, addirittura, vada in contrapposizione al principio che abbiamo appena affermato, ovvero unicità non sempre corrisponde a una migliore gestione del servizio. Con la prova dei fatti, con l'esperienza maturata in tanti anni di cambiamento anche delle gestioni dettate da diverse normative che hanno, quindi, dato modo anche di verificare diversi modelli di gestione del servizio idrico, abbiamo visto che ci sono delle best practice, degli esempi di ottima gestione della risorsa idrica in sub-ambiti, in realtà che, vuoi per tradizione, vuoi per cultura, vuoi per capacità, hanno fatto del migliore utilizzo della risorsa idrica un esempio e, quindi, a queste realtà noi facciamo riferimento. E non capiamo perché tutte queste esperienze debbano essere smantellate per legge, sacrificandole sull'altare di un principio, che è quello della mercificazione di un bene che, contrariamente a quanto è stato sancito anche dai referendum, noi continuiamo a ribadire che debba essere pubblico; anche questa norma ribadisce che debba essere pubblico, ai primi articoli, per, poi, però, in modo molto subdolo, questo è il termine adatto, introdurre degli elementi che, in qualche modo, minano questo principio alla fonte.
  Allora, con questo emendamento della collega che noi voteremo, ma anche col prossimo che, in questo modo, do per illustrato, noi intendiamo ribadire il concetto che l'unicità, ovvero il fatto di affermare dei princìpi comuni per quanto riguarda la gestione della risorsa idrica per tutto il territorio nazionale, è in linea con la gestione efficace ed efficiente della risorsa idrica; il fatto di imporre, invece, l'unicità, vuole, in modo subdolo, imporre un modello di sfruttamento che è contrario a quello che è il principio stesso della norma che voi in questo momento volete approvare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 3.52, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  400   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 114    
    Hanno votato
no  286).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 3.54.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Presidente, con questo emendamento cerchiamo di tornare al testo precedente al decreto «sblocca Italia», per permettere anche gestioni di ambiti minori qualora siano efficienti e diano garanzia di efficienza. Con il decreto cosiddetto «sblocca Italia» si è cambiato da «unitarietà della gestione» a «unicità della gestione» – si è introdotto questo nuovo principio –, quindi noi chiediamo di poter tornare a ciò che era previsto prima di questo decreto. In questo modo, con quel decreto è stato secondo noi modificato il senso della norma, in quanto con «unitarietà» della gestione si intende che la gestione delle Pag. 45reti e l'erogazione dei servizi idrici non possano essere separate e debbano essere affidate allo stesso soggetto, mentre con «unicità» si intende l'affidamento ad un gestore unico, nel senso di non suddividere gli ambiti.
  Vale la pena poi ricordare che, secondo le norme vigenti, sono le regioni che possono modificare le delimitazioni degli ambiti territoriali ottimali, per migliorare la gestione del servizio idrico integrato, assicurandone comunque lo svolgimento secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità.
  Quindi, l'intervento che facciamo con questo emendamento è per garantire intanto le prerogative delle regioni e poi per garantire la salvaguardia di quegli ambiti che oggi sono ritenuti minori e che, invece, vengono penalizzati a causa della modifica che avete introdotto e che noi chiediamo naturalmente di modificare con il nostro emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 3.54, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baroni, Fratoianni, Giorgis.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  408   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  287).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Schullian 3.53, con il parere favorevole della Commissione e del Governo, mentre si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tinagli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  407   
   Votanti  391   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 390    
    Hanno votato
no    1).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Daga 3.56, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Frusone. Ne ha facoltà.

  LUCA FRUSONE. Presidente, questo emendamento è molto simile a quelli precedenti, su questa distinzione di due parole che sembrano apparentemente simili: «unicità» e «unitarietà» della gestione.
  Sono delle parole che, a un occhio poco allenato, possono sembrare simili, ma in realtà, quando si parla di acqua, cambia moltissimo, tant’è che potremmo parlare della truffa dell'unicità. Io ci vedo un po’ del dolo in tutto questo, perché, approfittando di una posizione della Corte costituzionale sul tema, quando parlò a suo tempo di unitarietà riferendosi al superamento della frammentazione delle gestioni, quindi riferendosi alla gestione delle reti e all'erogazione del servizio idrico integrato, quindi un discorso che effettivamente portava un miglioramento della gestione idrica – ed è anche per questo che sia al servizio idrico integrato –, abbiamo assistito, con lo «sblocca Italia», appunto a un colpo di mano, a una rivisitazione lessicale di quello che c'era prima, inserendo questo aspetto dell'unicità. Se prima «unitarietà» era sinonimo di efficienza, «unicità» è invece sinonimo di gestore unico, di grande gestore, di Pag. 46monopolio, quindi ACEA, Iren, A2A, e via dicendo.
  Abbiamo assistito quindi ad un grande regalo del Governo Renzi a questi gestori, che ora non dovranno fare altro che aspettare, perché, a questo punto, grazie a questa modifica che è stata fatta, dovranno semplicemente aspettare di ricevere la gestione del servizio idrico. Infatti, così facendo, il Governo Renzi non ha detto che la gestione idrica deve essere per forza privata: ha semplicemente detto che la gestione idrica pubblica non è possibile, quindi l'alternativa è solamente privata, l'alternativa è solo il gestore unico. Lo stiamo vedendo in tutta Italia e nel Lazio, dove ACEA inizia a fondersi tra le sue varie società (ACEA ATO 2 con ACEA ATO 5) e intanto prova a mettere le mani in Talete, per non parlare di Acqualatina e via dicendo. Quindi, si può dire tranquillamente che il Lazio è già in mano di ACEA; si sposterà poi in tutto il resto dell'Italia centrale, perché ha delle azioni anche nelle società della Campania, della Toscana e via dicendo.
  Semplicemente avete messo nero su bianco questa cosa: oggi l'acqua deve essere gestita da un privato e possibilmente da meno privati possibili, in modo che ci saranno queste grandi multiutility contro cui i cittadini perderanno naturalmente, solamente per una questione di forza, di forza contrattuale, di Davide contro Golia.
  Quindi, di nuovo vediamo i cittadini che passeranno da uno status di cittadini a quello di sudditi, perché purtroppo si ritroveranno di nuovo a combattere contro questi grandi gestori, che immediatamente toglieranno i contatori.
  Siccome questo Stato non vuole combattere, per esempio, le grandi piaghe che affliggono questo Paese, come l'evasione fiscale, considerando che la grande evasione fiscale viene proprio da queste grandi aziende e non dai piccoli, cosa fa per far cassa ? Invece di prendersela con l'evasione e quindi con le tasse, se la prende con le tariffe, ed usa le tariffe come cavallo di Troia per arrivare alle tasche dei cittadini. Infatti, con la tassa diventa più difficile arrivare fino alle tasche dei cittadini, mentre con le tariffe basta staccare il contatore, si porta il cittadino a non avere nemmeno più l'acqua dentro casa. A quel punto, il cittadino disperato si prostrerà di fronte a questi grandi player dell'acqua privata.
  Per questo, chiediamo semplicemente di reintrodurre il concetto di unitarietà e abbandonare quello di unicità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, questo è uno dei concetti un po’ più tecnici, ma fondamentali, perché con «unitarietà» si intendeva una gestione delle reti e un'erogazione del servizio che non doveva essere separata, ma coordinata, mentre con «unicità» portiamo appunto a una privatizzazione del sistema.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 16,55)

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Infatti, solamente una grande multiutility, un grande gestore ha degli utili e può cercare di prendersi tutto il mercato di una certa zona; non sarà certamente un'azienda a totale capitale pubblico o comunque controllata dal pubblico che può mettersi sul mercato a competere con queste multiutility e quindi tutto andrà in mano ai privati, perché il mercato passa sopra a tutto.
  Quindi, voi con la solita tecnica di non dire le cose come le pensate, ma nasconderle dietro alle norme, con una norma siffatta chiedete di passare alla privatizzazione del servizio idrico. Allora, come al solito, parliamo di questa legge come di una legge che ha calpestato ancora una volta la volontà dei cittadini, di milioni di cittadini italiani che si sono espressi. Come al solito il PD fa il contrario di quello che promuove.

Pag. 47

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Stiamo cercando di spiegare la truffa semantica che si nasconde dietro al fatto di voler stabilire l'unitarietà rispetto all'unicità che invece vuole il Governo, perché l'unicità è stata prevista dallo «sblocca Italia» appunto con l'intento di agevolare un processo aggregativo tra gestori, ridurne il numero e favorire un consolidamento del settore. Ma in realtà si configura come una vera e propria forzatura, alla luce proprio della posizione espressa dalla Corte costituzionale sul tema, la quale ha affermato che il principio del superamento della frammentazione delle gestioni, colleghi, è da riferirsi alla circostanza che le due gestioni, la gestione delle reti e l'erogazione del servizio idrico integrato, non possano essere separate, principio che è già puntualmente richiamato dall'articolo 6 della proposta di legge in esame, ma ben possono essere affidate entrambe a più soggetti coordinati e collegati fra loro.
  Quindi sostanzialmente si vuole creare un monopolio di fatto, gestito totalmente e unicamente nel privato; c’è un regalo grande come a Natale dato dal Governo. Questo è il regalo che si configura ai privati: un monopolio unico di fatto gestito totalmente dai privati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Noi vediamo già da anni questo processo volto a creare un monopolio dove delle multiutility riescono a gestire un bacino di milioni di milioni di utenze, poi con multiutility che sono quotate in borsa, delle società per azioni che speculano su quello che è un diritto universale, come l'ha dichiarato l'ONU, non so se mi spiego, e questo lo vediamo anche attraverso le politiche dei molti amministratori, purtroppo, anche a causa di tutte le normative che questo Parlamento ha ratificato, che il Governo ha portato avanti con la legge di stabilità, ma non solo, questa è l'ultima, con lo «sblocca Italia» soprattutto.
  Quindi noi dobbiamo dire fortemente: via le logiche del privato, via le logiche di queste multiutility che diventano dei poltronifici per i politici trombati. È una vergogna, rispettate i referendum, anche se forse questa parola a voi dà un poco fastidio, vero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 3.56, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Zan, Morani, Frusone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  389   
   Votanti  388   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no  276.

  (Il deputato Parentela ha segnalato di avere erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Pellegrino 3.70, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole del relatore della Lega Nord.
  Ha chiesto di parlare la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi vogliamo ribadire un concetto sostanziale, Pag. 48ossia che i perimetri dei bacini idrografici dove ci deve essere il gestore dell'acqua pubblica non devono essere dei confini politici, diciamo pure così, ma devono essere confini geografici, tant’è vero che, l'emendamento, come voluto in Commissione dal Partito Democratico, dice «comunque definiti sulla base dei criteri di cui al comma 2» e parla sostanzialmente delle ex province e delle attuali città metropolitane.
  Nello «sblocca Italia», infatti, si evince proprio questo: nell'articolo 7 dello «sblocca Italia» si parla proprio di questi ambiti, di come devono essere inseriti e gestiti gli ambiti. Per cui anche in questo provvedimento si parla di unicità e non di unitarietà.
  Ma la sostanza che noi vogliamo mettere in campo è proprio questa: di non generare e di non creare degli ambiti così grandi che possano acquistarli solo ed esclusivamente le grandi multiutilities. Io parlo proprio di acquisto perché sembra che qui si stia costruendo proprio l'autostrada, la strada principale, facendo questi grandi consorzi e queste grandi unicità, in maniera tale che Acea, ERA, o chi per loro siano gli unici possibili acquirenti e, a quel punto, i piccoli consorzi debbano necessariamente defungere.
  Quindi, noi chiediamo proprio la soppressione dell'articolo 7 dello «sblocca Italia» che prevede questo e anche dell'articolo 3-bis, comma 1, del decreto-legge del 13 agosto 2011, n. 138.

  PRESIDENTE. La ringrazio, deputata.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente. Credo che la collega Pellegrino abbia fatto bene a sottolineare l'importanza di questo emendamento relativo al fatto che i bacini devono essere corrispondenti alle caratteristiche naturali di quel territorio e non sovrapposti, invece, alla perimetrazione politica che viene fatta del territorio stesso. Stiamo parlando di acqua e credo che questo sia un elemento che possa aiutare un'equa gestione e un'equa distribuzione della risorsa.
  Ora, io voglio ricordare qui, signora Presidente, che forse dovremmo cercare di capire un po’ meglio l'importanza del dibattito che stiamo mettendo in atto in queste ore, perché insomma un paio di giorni fa c’è stato un referendum importante che non ha raggiunto il quorum; forse, i cittadini si sono ricordati del referendum sull'acqua che ha raggiunto il quorum, ma i cui esiti vengono vanificati da questa legge e sono totalmente contrari allo spirito di chi ha votato quel referendum (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Zaratti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Sì, bene hanno fatto i colleghi di SEL e la collega Pellegrino a sottolineare il pericolo che è sempre più incombente, ovvero quello che lo sfruttamento della risorsa idrica diventi un motivo prettamente economico, facendo passare in secondo piano la gestione efficiente ed efficace, e soprattutto facendo passare in secondo piano l'utilità pubblica.
  Noi non capiamo come vogliate perseverare in una direzione assolutamente contraria a quelli che sono i dettati dei risultati referendari per quanto riguarda l'acqua pubblica, ma soprattutto anche a quelle che sono le tantissime esperienze maturate in questi anni di «subambiti» che hanno visto una gestione – lì sì – efficace, efficiente ed economica della risorsa idrica e che voi volete spazzare via in un sol colpo.
  Noi siamo, invece, convinti che queste esperienze debbano essere quanto meno valorizzate, se non esaltate, perché danno la cifra di come chi ha a cuore il bene pubblico e il bene pubblico lo sa gestire nelle dovute forme debba essere valorizzato e non umiliato come voi state facendo con questa norma. Quindi, il nostro voto sarà assolutamente a favore dalla proposta di SEL.

Pag. 49

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Frusone. Ne ha facoltà.

  LUCA FRUSONE. Grazie, Presidente. Anche questo emendamento si collega perfettamente con quello di prima quando parlavamo di unicità, perché se si continuano a stabilire gli ATO, gli ambiti territoriali ottimali, con confini politici (addirittura qui si mette la dimensione minima provinciale), è ovvio che non si vuole aiutare invece quelle realtà dove anche pochi comuni, che non vanno al di là della provincia, possono in realtà gestire l'acqua in maniera ottimale. Questo sempre per il discorso di prima, dell'unicità della gestione, cioè si deve togliere, si deve rendere impossibile a queste realtà la possibilità di gestire pubblicamente l'acqua, per dare tutto in mano al privato. Carta canta, è cosa palese, quindi è inutile che qui stiamo continuando a parlare di chi ha detto che il referendum viene rispettato comunque e via dicendo.
  Le cose sono logiche, in base a quello che è scritto in questo articolo, che questo emendamento fortunatamente vuole modificare, è palese la volontà di aiutare i grandi player dell'acqua privata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. È sempre difficile da parte di un Governo riuscire a mettere d'accordo le opposizioni, ma vedo che nel momento in cui si parla di privati, di grandi gruppi privati, ci riesce ogni santa volta. Il MoVimento 5 Stelle è favorevole a questo emendamento, perché è un emendamento che semplicemente ripristina il buonsenso nella gestione degli ambiti. Noi stiamo dicendo che se non passa questo emendamento (e non passerà perché il PD, nonostante fosse favorevole nel 2011 al referendum sull'acqua pubblica, adesso è di nuovo il grande asfaltatore della privatizzazione dei servizi essenziali) avremo l'ennesima cessione di sovranità a soggetti che perseguono unicamente il profitto; questo è il punto, questo è sostanzialmente il punto. Per cui big is beautiful. Voi siete per questo tipo di politica e ve ne assolutamente fregate di qualsiasi di tipo di gestione anche localistica, in contatto coi territori, con le problematiche dei comitati. Preferite dare tutto in mano eventualmente a un gestore dell'acqua pubblica che fra vent'anni vi assicurerà la gestione dell'acqua tramite degli elicotteri che andranno a prendere quel poco di ghiaccio che sarà rimasto in Antartide.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 3.70, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ribaudo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  394   
   Votanti  392   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  142    
    Hanno votato no  250.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 3.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Montroni, Agostini, Giordano, Ravetto, Moscatt, Giuliani, Lauricella, Colletti...Pag. 50
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  407   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no  256.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 3.57, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e favorevole del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Con il nostro emendamento intendiamo estendere dei concetti che vengono garantiti con il comma 3. Il comma 3 interviene nell'organizzazione territoriale del servizio idrico integrato da parte delle regioni, ed in particolare nella delimitazione degli ambiti, sostituendo l'obbligo di non definire ambiti territoriali inferiori agli ambiti territoriali corrispondenti alle province o alle città metropolitane, con l'obbligo per le regioni di seguire i criteri di cui al comma 2, dell'articolo 147 del decreto legislativo n. 152 del 2006, che sarebbero l'unità del bacino idrografico e del sub bacino e dei bacini idrografici contigui, tenuto conto dei piani di bacino, nonché della localizzazione delle risorse e dei loro vincoli di destinazione, anche derivanti da consuetudini in favore dei centri abitati interessati. Ed ancora: unicità della gestione, là dove interviene l'emendamento nostro precedente che riportava l'unitarietà invece che l'unicità, adeguatezza delle dimensioni gestionali, definita sulla base di parametri fisici, demografici e tecnici. Tali criteri sono basati su parametri concreti di morfologia territoriale e di adeguatezza della gestione, che nulla hanno a che vedere con i confini politici del territorio provinciale, perciò si ritengono per noi più appropriati.
  Con il nostro emendamento, lo ripeto, intendiamo estendere tali concetti anche ai casi in cui l'ambito territoriale ottimale non coincida con l'intero territorio regionale, per poter dare maggiore libertà alle regioni nel definire questi ambiti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 3.57, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Covello, Romanini, Guidesi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  308   
   Astenuti   90   
   Maggioranza  155   
    Hanno votato   65    
    Hanno votato no  243.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Daga 3.55, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie, Presidente. Diciamo che come l'acqua non può stare sul mercato perché è un monopolio naturale, e quindi dà dei profitti garantiti, allo stesso modo, quando parliamo degli ambiti su cui rifarci, non possiamo parlare di ambiti localizzati in base alla politica, a un disegno politico, ma dobbiamo basarci su ambiti che sono i bacini e i sub bacini idrografici. Quindi, chiediamo anche perché non si voglia accettare questa visione, che è la più coerente con la struttura naturale, con la natura sostanzialmente, di come si distribuisce l'acqua sul nostro territorio e di Pag. 51come poi deve essere gestita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Braga. Ne ha facoltà.

  CHIARA BRAGA. Grazie, Presidente. Intervengo in discussione su questo emendamento perché mi dà l'occasione per provare a portare all'attenzione dei colleghi una inesattezza che ritorna nei ragionamenti che abbiamo sentito negli interventi precedenti. Si confonde – non so se per mancanza di elementi di conoscenza o per un approccio ideologico, per dire così – il tema della pianificazione della gestione della risorsa idrica, che è regolamentata dall'articolo 54 del codice dell'ambiente dove si parla di distretti idrografici, di bacini e subacini relativamente al tema della programmazione e della pianificazione della risorsa idrica, con la questione che riguarda invece l'ambito di gestione del servizio idrico integrato regolamentato dall'articolo 147. Sono due temi diversi che abbiamo regolamentato peraltro recentemente nel collegato ambientale dove abbiamo dato corso finalmente alla procedura di definizione delle autorità di bacino dei distretti idrografici con tutto quello che ne consegue in termini di pianificazione. Sul tema, invece, della gestione del servizio idrico, su cui poi discuteremo anche negli articoli successivi, l'ordinamento previsto dallo sblocca-Italia prevede l'unicità e l'unitarietà del bacino facendo salvi quei criteri di individuazione di ambiti subregionali definiti sulla base, come prevede l'articolo 147, comma 2, di parametri di natura fisica, demografica e socioeconomica. L'individuazione di questi ambiti è prevista ed è delegata alle regioni per l'organizzazione ed erogazione del servizio idrico. Ritengo che non sia utile fare confusione tra questi due settori, questi due ambiti visto che stiamo parlando, da un lato, del tema della pianificazione, della gestione della risorsa idrica in materia di difesa del suolo, dall'altro di erogazione di un servizio, che è quello idrico integrato, rispetto a cui sia la disciplina europea sia quella italiana ci danno indicazioni molto chiare che hanno consentito in questi anni – lo dimostrano i dati – di riavviare gli investimenti in questo settore, aumentando la qualità dell'erogazione del servizio ai cittadini. Penso che sia utile avere chiara questa distinzione e proseguire il nostro ragionamento con questa impostazione corretta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signora Presidente. Ho apprezzato l'intervento della collega Braga che ha cercato di fare chiarezza sul punto di vista dei relatori e di coloro che sostengono questa proposta di legge. Vorrei ricordare che questa discussione che stiamo affrontando ora è una discussione che ha informato il dibattito sul bacino idrografico e sul bacino di gestione da molti anni e non soltanto nella presente discussione. È una discussione che è stata fatta nelle regioni, che è stata fatta moltissime volte all'interno del Ministero dell'ambiente cioè è una discussione che viene da lontano: se la gestione del bacino deve essere sovrapposta al bacino idrografico o se, invece, le due cose possono essere separate. È vero e mi rendo conto che sullo sblocca-Italia e su altri provvedimenti la maggioranza si è orientata in un'altra direzione cioè il fatto che il bacino idrografico e il bacino di gestione possono anche essere difformi. Ma io ritengo che sia sbagliato, ritengo invece che le due cose devono essere sovrapposte, devono essere la stessa cosa perché noi dobbiamo fare in modo che il nostro modo di gestire l'acqua sia conforme a quello che è il naturale decorso e deflusso dell'acqua stessa. Nel momento nel quale decidiamo di avere una gestione diversa da quella del bacino idrografico naturale, scegliamo di favorire determinati interessi. Per questo penso che voi state sbagliando in quest'occasione e che proprio su questo punto sarebbe necessaria un'ulteriore riflessione più approfondita.

Pag. 52

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. L'onorevole Braga fa riferimento alla norma europea e alla norma italiana, questo l'ha detto più volte.
  Ma allora vorrei sapere in quale maniera, visto che anche Parigi si trova in Europa, come mai Parigi non è sottoposta alla norma europea e forse lei per norma italiana intende il decreto-legge n. 133, esattamente chiamato «sblocca Italia», ma è proprio quella la madre di tutte le leggi che hanno sovvertito completamente la volontà e l'esito referendario. Pertanto dico all'onorevole Braga, tramite lei, Presidente, che non è certo la norma italiana che deve essere così messa in regola perché quello «sblocca Italia» sappiamo benissimo che porta nella direzione delle grandi multiutilities.

  PRESIDENTE. Deputato Baroni, questa volta vuole parlare ? Bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Mi scuso ma è proprio la discussione che stiamo cercando di riattivare all'interno della Camera perché quello che non ci dice l'onorevole Braga con il suo intervento e il suo distinguo è il cui prodest ed è su questo il nostro attacco ed è qui il nostro momento di difficoltà di fronte a questa disonestà intellettuale, a questo sottaciuto, al fatto che si vuole continuare a sottacere in maniera assordante chi guadagna relativamente a questo tipo di legge. Allora i ricchi diventeranno sempre più ricchi, Caltagirone ringrazia, i grandi gruppi ringraziano, chi magari era in un altro ambito proprio – mai parola fu più corretta di questa – si ritroverà ovviamente a dover arretrare relativamente alla possibilità di concorrere alla gestione all'interno di questi ambiti e questo il PD non lo vuole dire, perché non vuole dire di essere grande favoritore dei grandi gruppi: a casa mia si chiama lobbismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Intervengo semplicemente per far notare all'Aula che, in base all'articolo 147 del codice ambientale, l'unitarietà è afferente il bacino idrico non l'ATO. È importante notare e sottolineare questa differenza in quanto dalle parole della collega Braga non è stata colta e credo che invece sia sostanziale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 3.55, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sberna... Giordano... Paglia... Colaninno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  404   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  148    
    Hanno votato no  256.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 3.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 53

  Occhiuto... D'Ambrosio... Murer... Lauricella... Iori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  405   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no  280.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Bossa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Caparini 3.58.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Presidente, il collegato ambientale ha modificato i parametri di aggregazione degli ambiti ai fini dalla gestione unica e ha fatto salve quelle che sono le gestioni autonome già esistenti sotto i mille abitanti per quanto riguarda i comuni montani. Comuni montani di cui sento spesso parlare in quest'Aula, come del resto dei piccoli comuni e dei loro problemi: ecco, questo è un momento, è il momento in cui farsene carico.
  Noi proponiamo con diversi emendamenti alcune cose. In questo emendamento proponiamo prima di tutto di aumentare questo limite da mille a 3 mila abitanti, perché crediamo che una gestione al di sotto dei mille abitanti sia sicuramente congrua ma non sufficiente: in base all'analisi che abbiamo fatto del territorio e delle esperienze maturate in questi anni, siamo sicuri che, sempre ai fini – lo ribadisco – dell'efficienza, dell'efficacia e dell'economicità della gestione, imporre, laddove queste efficienza ed efficacia ed economicità siano già state raggiunte, altri modelli gestionali, sia quantomeno controproducente, se non addirittura deleterio; e porto ad esempio i tanti comuni dove, nel corso di questi anni, le gestioni in autonomia, in house hanno dato dei grandissimi risultati. Dopodiché noi alla lettera b), dove vengono previsti determinati requisiti ambientali, chiediamo che ci sia una gestione autonoma, comunque e sempre, lo ricordo: questo è un punto fondamentale di tutte le nostre proposte emendative, e non ci sottraiamo quindi al dibattito e all'ambizione, che credo sia comune, di arrivare al migliore sfruttamento possibile della risorsa idrica, ma sottolineiamo come sia sufficiente per queste piccole realtà, soprattutto le realtà montane, ribadire che ci sia comunque un ambito territoriale che dà dei parametri, che quindi esercita delle funzioni di controllo e di programmazione, e che andare oltre a queste sia assolutamente inutile, quando in alcuni casi addirittura deleterio.
  Ribadiamo quindi la necessità in questo emendamento di aumentare il numero degli abitanti, di passare da mille a 3 mila. Nei prossimi emendamenti chiederemo anche di rivedere le situazioni in cui ci sono dei comuni che hanno prima aderito: rendendosi conto poi del fatto che il nuovo modello di gestione è assolutamente inappropriato e non raggiunge gli obiettivi e non porta benefici dal punto di vista economico, di servizio alla popolazione, abbiano la possibilità di ritornare indietro, di ritornare sui loro passi, e quindi di scegliere una gestione in autonomia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

  ENRICO BORGHI. Signora Presidente, vorrei ringraziare il collega Caparini per avere presentato questo emendamento, che ci consente di entrare nel merito rispetto ad una questione che evidentemente non è stata sufficientemente trattata in quest'Aula in occasione dell'approvazione del collegato ambientale; anche in considerazione dell'esigenza in quel contesto, ricordo, di chiudere i lavori in tempi ragionevolmente brevi.
  Noi riteniamo che questa proposta sia da un lato pleonastica, e dall'altra rischi di andare a scapito dei beneficiari per i quali questo emendamento viene proposto, ovvero per i comuni montani. Pleonastica, perché la questione sollevata in ispecie è Pag. 54già stata approfondita, discussa, trattata e deliberata all'interno del collegato ambientale, che disciplina già le modalità attraverso le quali questo genere di comuni, stante la loro peculiarità e la disponibilità del bene, possono ottenere delle condizioni di gestione autonoma del ciclo, a condizione che il ciclo integrato venga erogato nella sua complessità e nella sua completezza.
  Questo perché è di tutta evidenza il bisogno e il diritto di un residente in un comune con queste caratteristiche, assolutamente analogo e uguale a quello del residente in un altro comune.
  Entra quindi in questione la seconda osservazione: estendere la platea a tutti i comuni montani fino a 3 mila abitanti significherebbe de facto interrompere in radice il presupposto sulla base del quale vi è l'erogazione del servizio idrico integrato; e siccome il servizio idrico integrato non è solo l'operazione di distribuzione dell'acqua potabile, ma è un'operazione molto più complessa, all'interno della quale vi sono l'adduzione, la depurazione, la distribuzione e la potabilizzazione, molto spesso i comuni che hanno un grande territorio e una scarsa popolazione non sono in grado, per l'onerosità degli investimenti e per la complessità della loro situazione, di garantire la copertura degli oneri, soprattutto in materia di depurazione. In questo senso, l'inserimento all'interno di una realtà più vasta è la condizione per loro e per quei cittadini di avere i requisiti previsti dalla normativa. Va quindi in questo senso, in questa direzione la nostra posizione in quest'Aula – che non è evidentemente contro gli interessi di quei territori, ma nella direzione di salvaguardare l'autonomia per chi ha determinate caratteristiche –, di assicurare in ogni caso la copertura degli oneri, che, come è noto, non possono essere posti a carico della finanza pubblica, ma devono essere trasferiti sul piano dalla copertura tariffa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 3.58, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Frusone, Cominardi, Gadda...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  390   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  139    
    Hanno votato no  251.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 3.59, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Marzano, Cassano, Ravetto, Andrea Romano,
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  384   
   Votanti  359   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no  240.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Caparini 3.60.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Presidente, volevo semplicemente far presente all'Aula, per dovere di informazione ed onestà intellettuale, che all'articolo 148, comma 5, del codice ambientale comunque già si permetteva Pag. 55l'uscita dall'ambito per i piccoli comuni di montagna al di sotto dei mille abitanti; e che poi, una volta inserito in esso, è stato stralciato, o meglio soppresso, con la riforma del codice attuata nel 2011.
  Quindi, stiamo parlando di una norma che il legislatore, in una fase diversa, aveva già preso in considerazione ed aveva ritenuto opportuna e valida. Per quanto riguarda l'innalzamento del limite dai 1000 ai 3000 abitanti, io ricordo anche numerose proposte di legge da parte anche di illustri esponenti del centrosinistra, oggi in maggioranza, che andavano in questa direzione; ora, noto con dispiacere che molti di loro si sono ricreduti, mi auguro che il dibattito in Aula possa consentire loro un ulteriore approfondimento e, magari, un ulteriore ravvedimento per farli tornare sulle – secondo noi – più logiche posizioni iniziali.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 3.60.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baroni, Pastorino, Paglia, Magorno, Matarrelli, Piras...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  380   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no  258.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Caparini 3.61, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Ricordo che questo emendamento serve per consentire ai comuni al di sotto dei mille abitanti, ai comuni montani, che avevano in passato già optato per la gestione unica, di ritornare sui loro passi, una volta verificata l'inadeguatezza della loro scelta, e di poter scegliere una gestione in autonomia come i comuni che – questa norma consente – in precedenza non hanno optato e che, quindi, possono continuare a farlo in autonomia.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 3.61, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Covello, Tartaglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  384   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  132    
    Hanno votato no  252.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Busto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  L'emendamento successivo, Piccone 3.81, è stato accantonato, quindi, passiamo all'emendamento Daga 3.62.

  MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Signora Presidente, volevo approfittarne, tramite lei, per informare l'Aula che arrivati all'articolo 4, Pag. 56essendo arrivato il parere della Commissione Bilancio, avrò la necessità di chiedere la convocazione del Comitato dei nove. Quindi, volevo chiederle se c'era la possibilità di continuare a lavorare sugli emendamenti all'articolo 3 e poi alla ripresa darò il parere sull'emendamento accantonato e procederemo, poi, al voto dell'articolo, se logicamente l'Aula e la Presidenza sono d'accordo.

  PRESIDENTE. Sì, va bene, come sempre. Passiamo oltre.
  Passiamo all'emendamento Daga 3.62, con il parere contrario di Commissione e Governo e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 3.62.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  351   
   Astenuti   56   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  243.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 3.63, con tutti i pareri contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Caso, L'Abbate...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  414   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione del subemendamento Caparini 0.3.64.1, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Ahimè, non mi stupisce il parere contrario ad un emendamento che, però, prende spunto dall'articolo 44, secondo comma, della Costituzione e trasforma in legge quella che è un'esperienza virtuosa nel nostro Paese, ovvero l'esperienza maturata in Valtellina, laddove, in termini di compensazione ambientale, risanamento e ricaduta dello sfruttamento di una risorsa naturale, abbiamo ottenuto, e possiamo verificarlo, toccarlo con mano, i migliori risultati possibili. La proposta che qui facciamo, proprio maturandola da questa esperienza, è quella della costituzione di una società pubblica a cui vengono afferite tutte le infrastrutture oggetto di concessione per le grandi derivazioni d'acqua di uso idroelettrico, per poi farla partecipare a gara, ovviamente, pubblica, trasparente, nelle migliori condizioni possibili e immaginabili, per l'attribuzione dai venti ai trent'anni della concessione di questi beni, con il fine di attuare un'immediata ricaduta dal punto di vista del risarcimento territoriale, del ristorno territoriale, della compensazione, così come viene più volte sancito dall'articolo 44 della Costituzione e come più volte noi in quest'Aula abbiamo fatto, anche per altri territori, anche per altri beni primari. Ecco, quello che noi chiediamo è di attuare questa esperienza e trasformarla in una best practice, per poterla poi riproporre anche in altri territori e lo facciamo con uno strumento molto semplice e trasparente e che mette il pubblico al centro. Usciamo da un'esperienza referendaria molto chiara, non lascia assolutamente alcun adito a dubbi e, Pag. 57quindi, noi, proprio forti di questa esperienza territoriale da una parte e forti della decisione referendaria dall'altra, vi proponiamo uno strumento che è assolutamente inattaccabile e che darebbe modo, finalmente, di far ricadere sul territorio quelli che sono benefici che, oggi, purtroppo, vanno altrove, vanno distanti dal territorio, ma, soprattutto, ahimè, ahinoi, vanno nelle tasche dei privati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

  ENRICO BORGHI. Grazie, Presidente. Si dice spesso che il diavolo si nasconde nei particolari e, quindi, c’è un rischio qualora accettassimo un'impostazione di questo genere.
  Peraltro, l'aspetto della compensazione ci vede evidentemente concordi – quindi in questo senso siamo assolutamente nella direzione dell'applicazione dell'articolo 44 dalla Costituzione – nell'attribuire la possibilità di impiegare, investire, le risorse derivanti dall'impiego della risorsa acqua non già in una finalità di sviluppo sostenibile in una logica di salvaguardia e di tutela ambientale quanto, invece, all'interno di una più generica logica di compensazione territoriale, di realizzare degli investimenti che potrebbero paradossalmente andare nella direzione opposta rispetto alla finalità sulla quale noi costruiamo questa legge; cioè una legge che va innanzitutto – lo ricordo per gli articoli che abbiamo già votato – a premiare la tutela, la salvaguardia e la riproducibilità di un bene come l'acqua, che viene definito un bene finito e un bene comune.
  Quindi, siamo dell'opinione che introdurre la concezione di compensazione ambientale sta esattamente nel senso di legare una finalizzazione specifica di un impiego della risorsa acqua ad una corretta utilizzazione di tale risorsa, che va nella direzione di salvaguardare la sua riproducibilità. Peraltro, questo è un aspetto che abbiamo già introdotto all'interno del «collegato ambientale», assegnando una delega specifica al Governo per l'introduzione del pagamento dei servizi ecosistemici ambientali, nei quali il tema dell'acqua è sicuramente uno degli elementi rilevanti; per questa natura, riteniamo di dover mantenere l'impostazione originaria di compensazione ambientale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Caparini 0.3.64.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzano, Piepoli, Quintarelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  413   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   47    
    Hanno votato no  366.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Segoni 3.64, sul quale tutti i pareri sono favorevoli.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Presidente, il comma 4 contiene una delega al Governo per un decreto legislativo, quindi, se proprio delega deve essere, ci sembrava opportuno andare ad inserire qualche paletto in più per confinare l'azione del Governo, innanzitutto, nella prima parte dell'emendamento, specificando alcune questioni di principio, come il fatto che non possono essere snaturate le priorità stabilite all'articolo 2, e, alla fine, inserendo prioritariamente l'obbligo di valutare gli interventi che offrono un miglioramento Pag. 58e un risanamento ambientale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 3.64, sul quale tutti i pareri sono favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Cominardi, Fregolent, Baldelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  350   
   Astenuti   56   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato  344    
    Hanno votato no  6.

  (La deputata Oliaro ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Quindi, i due successivi emendamenti, Caparini 3.80 e 3.65, sono preclusi.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarro 3.82, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza della Lega Nord.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sarro. Ne ha facoltà.

  CARLO SARRO. Presidente, vi è il tentativo, con questo emendamento, di contribuire alla scrittura di una norma più chiara, anche in considerazione del fatto che questo intervento legislativo ha l'ambizione dichiarata di essere legge di principio, quindi di enunciare quelli che sono i criteri fondamentali che dovrebbero ispirare il riordino del settore, pur con i limiti e le criticità che non mancheremo di indicare anche successivamente. Se, soprattutto rispetto al periodo del quale chiediamo una sostanziale riformulazione, un sostanziale alleggerimento, ci cimentiamo nella lettura di questa norma, ci rendiamo conto di quante ambiguità questo testo contenga e soprattutto quanti rischi ci siano nella sua applicazione, non senza rilevare poi un appesantimento a proposito di quelli che sono i parametri e i principi evocati per l'affidamento delle concessioni, in considerazione del fatto che, proprio da poche ore, è entrato in vigore il nuovo codice degli appalti.
  Per cui, francamente non si coglie l'esigenza e la necessità, in una legge di principio, di enunciare una serie di criteri che sono propri di una fonte normativa secondaria e che comunque resterebbero, in ogni caso, desumibili ampiamente dal codice degli appalti, di recente emanazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarro 3.82.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Latronico, Donati, Pilozzi, Sannicandro.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  392   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato   51    
    Hanno votato no  341.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Caparini 3.66, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

Pag. 59

  DAVIDE CAPARINI. Presidente, questo è ciò che è sopravvissuto dopo le modifiche volute dalla maggioranza e dal Governo, che però rimangono sostanziali, nel senso che le nostre proposte comunque sempre vertono sulla tutela dei territori, delle genti che quei territori abitano e che soprattutto subiscono i danni dello sfruttamento del bene di quel territorio. Allora, abbiamo pensato, come forma risarcitoria, alla costituzione di partenariati pubblico-privati, in modo tale che il partner pubblico locale possa, con il partner privato, trovare delle forme concrete di compensazione, perché quello che ho sentito fino ad ora dal relatore e dagli esponenti della maggioranza sono buoni propositi, enunciazioni di principio, ma nulla di realmente concreto.
  E l'esperienza, invece, ci ha portato a valutare favorevolmente quelle forme che concretamente portano poi alle compensazioni ambientali, così come sono previste dall'articolo 44, secondo comma, della Costituzione. E in che modo attuare queste compensazioni ? Non è che ci siano tanti modi, quindi in questo caso il legislatore non si deve sbizzarrire, deve semplicemente fare ricorso alla esperienza e, soprattutto, valutare le modalità che in passato hanno avuto maggiore successo.
  E in questo senso quindi noi riteniamo che quella da noi proposta, ovvero un pertenariato tra il pubblico e il privato, possa consentire lo storno diretto di quelli che sono i vantaggi che il privato acquisisce nel momento in cui sfrutta un bene pubblico. E allora noi abbiamo pensato a questa forma, che evidentemente prima era articolata, ma, a fronte della mannaia della maggioranza, è stata impossibile da affrontare e da dibattere come avremmo voluto e come avremmo sperato di fare. Ora proponiamo quella che è una formula entro cui poi ovviamente il legislatore, in fase di decretazione, potrà muoversi, in cui l'ente locale, attraverso una sua società, e quindi riconoscendo il principio di gestione economica, quindi riconoscendo la necessità di economicità nella gestione della risorsa, possa però poi fare ricadere sui propri amministrati e sulle genti di quel territorio lo storno, il riconoscimento dello sfruttamento di un bene che a quel territorio appartiene.
  Quindi, invito la maggioranza, che so essere a parole – fino ad ora a parole, vorrei vedere anche i fatti – sensibile a questa materia (e soprattutto non vedo come possa essere differentemente) rispetto all'attuazione di un articolo della nostra Costituzione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

  ENRICO BORGHI. Grazie, signora Presidente. Più che con parole noi stiamo facendo dei fatti, anche dei fatti estremamente rilevanti, perché vorrei richiamare la sua attenzione, l'attenzione di chi mi ha preceduto, rispetto al fatto che con questo provvedimento noi stiamo ripristinando una procedura che si sarebbe dovuta svolgere nel nostro Paese non da oggi. Infatti, a seguito di un provvedimento che risale addirittura al 1999, le grandi concessioni di derivazione idroelettrica si sarebbero dovute attribuire attraverso procedure ad evidenza pubblica o, se si preferisce dirlo in maniera più esplicita, attraverso delle gare, con delle condizioni che portavano a dei ritorni nei confronti dei territori sui quali insistono le opere di presa, le opere di captazione, che determinano anche dei potenziali rischi idrogeologici.
  Purtroppo, dal 1999 ad oggi noi abbiamo assistito ad un florilegio di legislazione, che non è andato nella direzione della concorrenza, del mercato o della gara, ma è andato nella direzione del protezionismo, con il risultato di trovarci nella condizione che, da un lato, abbiamo numerose concessioni idroelettriche di grande derivazione scadute e che vanno avanti in regime di proroga, e rispetto a questo tema l'Italia deve intervenire, altrimenti verrà presto sanzionata dalla Commissione europea; e, dall'altro lato, questa situazione ha determinato una sorta di rendita che viene attribuita a soggetti che hanno già da tempo lungamente ammortizzato gli impianti.Pag. 60
  Noi riteniamo, quindi, che sia giusto andare nella direzione di procedere a delle gare ad evidenza pubblica, introducendo una serie di parametri e una serie di requisiti che assicurino il coinvolgimento delle comunità locali, ed è per questo che noi abbiamo scritto una delega dettagliata, non per fare una cosa fumosa e generica, che rischia poi di non essere applicata; in questa direzione, noi crediamo che l'elemento che è stato colto dalla sensibilità del collega che mi ha preceduto possa tranquillamente essere già ricompreso all'interno dell'attuale legislazione, perché l'attuale legislazione non esclude, anzi assicura, la possibilità di partecipare a questo tipo di gare ad evidenza pubblica anche nelle forme di partenariato pubblico e privato.
  In questo senso l'elemento dell'emendamento è pleonastico mentre, in realtà, l'elemento di sostanza, che noi poniamo, è in grado di assicurare, davvero e per la prima volta, un forte e robusto cambiamento in un settore così importante come è quello del rapporto tra le grandi concessioni di derivazione idroelettrica e i territori interessati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 3.66, parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Misuraca.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  400   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato   62    
    Hanno votato no  338.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Daga 3.68.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Presidente, ritengo questo emendamento molto importante. È necessario insomma che si apra un dibattito e che, se è possibile, si acquisisca anche il parere dei colleghi della maggioranza.
  Questo emendamento prevede che, per quanto riguarda le derivazioni e le concessioni, sia obbligatoria la preventiva partecipazione delle comunità locali al processo decisionale.
  Questo è un elemento importante, che dovrebbe informare tutta la vita amministrativa del nostro Paese; vale a dire che, per quanto riguarda le decisioni che riguardano la vita dei cittadini, è importante questo livello di partecipazione. Nell'emendamento va specificato che deve essere fatto salvo, per quanto riguarda qualunque tipo di concessione dell'uso delle acque, il diritto al soddisfacimento dei bisogni umani.
  Questo è un elemento che deve essere sottolineato. In questo emendamento, tra l'altro, è precisato il principio che chi inquina paga, che è previsto dall'articolo 9 della direttiva 60/2000/CE.
  Noi lo vogliamo inserire questo tipo di concerto all'interno della legge che stiamo discutendo. Penso che le concessioni debbano necessariamente fare i conti con la realtà ambientale dei territori che vengono coinvolti. Andrebbe inserito un elemento fondamentale in ordine ai corsi d'acqua; si tratta del diritto al deflusso minimo vitale di questi corsi d'acqua, altrimenti corriamo il rischio che i concessionari utilizzino l'acqua per la produzione di energia e lascino queste situazioni in uno stato di crisi ambientale significativo.
  Per queste ragioni quello presentato dalla collega Daga è un emendamento importante e fondamentale che può dare qualità a questa legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

Pag. 61

  ENRICO BORGHI. Signora Presidente, ringrazio il collega Zaratti per avere introdotto questo argomento che ci consente di rassicurarlo per quanto riguarda l'esigenza del coinvolgimento delle collettività locali. Si tratta di un punto assolutamente centrale anche per noi; è uno degli elementi qualificanti che abbiamo introdotto all'interno del codice degli appalti con l'introduzione nel regime giuridico nazionale del concetto di dibattito pubblico preventivo rispetto alla realizzazione di investimenti di grande portata, come quelli di cui stiamo discutendo. Quindi, sotto questo profilo, verrebbe da dire che è già stato acquisito questo principio all'interno della legislazione corrente.
  Vi è poi un altro tema, se volete più di discussione filosofico-semantica, che però rimanda anche alla concezione di cosa per noi è la democrazia, perché prevedere con una legge che sia obbligatoria la preventiva partecipazione dei cittadini e delle comunità locali interessate alle realizzazione di infrastrutture di questo genere, significherebbe dover definire quali siano i cittadini che hanno titolo giuridico per poter entrare nel merito. Noi riteniamo che sia molto più corretto applicare la Costituzione della Repubblica che sancisce, all'articolo 5 e all'articolo 118, che siano i comuni le realtà esponenziali, in base al principio della sussidiarietà, a essere rappresentativi di quelle collettività locali, anche per assicurare un principio di trasparenza e di democraticità che attribuisce il livello della rappresentanza a chi effettivamente è stato eletto dai cittadini e non a chi alza di più la voce o a chi ha maggiori risorse finanziarie per potersi fare sentire.
  Quindi, in questa direzione, tenuto conto del fatto che la legislazione vigente è assolutamente garantista sotto questo punto di vista, riteniamo di dover assicurare l'attuale situazione giuridica e per questo motivo sosteniamo la proposta del relatore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. Noi vorremmo che i concessionari che gestiscono le nostre acque, qualora inquinassero i bacini, gli ambienti intorno alla gestione dell'acqua, dovessero pagare nei confronti dei cittadini per le loro malefatte, invece che cosa accade in Italia ? Accade che chi inquina viene prescritto. Nel territorio della mia regione, in Campania, vi è stata un'inchiesta proprio sul gestore del servizio idrico privato che coinvolge ACEA, Caltagirone, la multinazionale Suez, ovvero la società Gori spa...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, si può abbassare il tono della voce ? Grazie, perché altrimenti non si riesce a seguire.

  LUIGI GALLO. ... che con i suoi amministratori era coinvolta in un processo grazie alle denunce del WWF per l'inquinamento della costiera amalfitana e della costiera sorrentina. Che cosa è successo ? È arrivata la prescrizione per Alberto Irace che oggi è amministratore delegato di ACEA. Quindi, con una proposta del genere, se approvata da questo Parlamento, noi avremmo potuto togliere la concessione a un gestore che ha provocato dei danni, anche se poi la giustizia non ha potuto fare effettivamente giustizia, perché sono arrivati i termini della prescrizione. Invece che cosa abbiamo ? Il signor Alberto Irace addirittura è stato premiato, è diventato amministratore delegato di ACEA, difeso dal Partito Democratico e dai giornali di Caltagirone, Il Messaggero e Il Mattino. Adesso noi ci troviamo che i cittadini non solo pagano bollette salate, ma si trovano anche le loro acque inquinate, i loro mari inquinati, perché non si provvede alla depurazione, ci sono continuamente infrazioni, ma l'ente gestore, guarda caso, fa sempre pagare la depurazione nelle bollette. Cosa deve fare il cittadino ? Deve ricorrere nuovamente alla giustizia, deve pagare un avvocato per ottenere il dovuto.
  Cerchiamo di mettere finalmente un punto per dire che non devono essere a pagare sempre i cittadini e a guadagnare sempre i partiti e le aziende, ma quando Pag. 62c’è del dolo, quando c’è un problema ambientale certificato, deve essere possibile anche eliminare la concessione al gestore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, qui abbiamo l'esempio che i cittadini ci chiedono maggiore partecipazione, perché è dai cittadini che arriva questa proposta nella sua formulazione originaria, mentre adesso viene cancellata la possibilità di partecipare realmente.
  Conosciamo i processi partecipativi a cui si riferiva l'onorevole Borghi, e sono sostanzialmente delle ratifiche, delle riunioni, in cui ai cittadini viene detto quello che è già stato deciso dalle amministrazioni. Allora non è questo che volevano i cittadini. Volevano poter essere messi al corrente, poter decidere del loro territorio e delle risorse che sono sul proprio territorio e, oltre a decidere delle risorse, che fosse applicato un criterio che si basi sul «chi inquina, paga», ma sostanzialmente vada a rispettare anche i costi che abbiamo per le risorse che vengono sottratte al territorio da chi ha queste concessioni e tutto quanto ciò concerne comunque la concessione, che sottrae qualcosa che è della collettività e va in uso a un singolo. Allora o rispettiamo la volontà dei cittadini altrimenti rientriamo nelle norme che già avevamo che consentono una partecipazione minima dei cittadini e che sono probabilmente la formula preferita da questa maggioranza ovvero minima partecipazione, solo ratifica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 3.68, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Stella Bianchi, Iori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  393   
   Votanti  388   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  277).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 3.69, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Iannuzzi, Capelli, Zan..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  394   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  387    
    Hanno votato no   7.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaratti 3.74, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signora Presidente. Questo emendamento sottolinea il fatto che le concessioni al prelievo e le autorizzazioni allo scarico possono essere revocate dall'autorità competente quando sia verificata l'esistenza di gravi problemi qualitativi e quantitativi del corpo idrico interessato. Il principio che Pag. 63viene stabilito in questo emendamento è che in questo caso non sono dovuti rimborsi di alcun genere, perché evidentemente il concessionario si è macchiato di una gravissima responsabilità. Quindi, non solo viene revocata la concessione, ma gli eventuali danni devono essere in qualche modo risarciti e quindi non va pagato in nessun modo un risarcimento al concessionario per la rottura – diciamo così – di questo contratto.
  Mi permetta, signora Presidente, di approfittare anche di questa discussione per dire che è fondamentale e importante che ci sia una valutazione rispetto a quella che è la volontà popolare, quando si discute di un tema così delicato come quello dell'acqua.
  Dicevo in uno dei miei interventi precedenti che due giorni fa c’è stato il referendum sulle trivelle che ha visto una partecipazione dei cittadini intorno al 32 per cento. Vorrei ricordare che da moltissimi anni non accadeva che un referendum raggiungesse il quorum: questo è accaduto con il referendum sull'acqua. Ora, per dir così, alcuni di noi, quelli che hanno più a cuore le istituzioni di questo Paese, pensano che l'astensionismo sia un elemento negativo: non lo pensano tutti perché anche importanti cariche dello Stato ritengono che invece l'astensione sia un elemento positivo come è stato appurato dalle dichiarazioni del Presidente del Consiglio delle ultime settimane. Io continuo a pensare che l'astensionismo è sbagliato. Per incentivare i cittadini a partecipare, le istituzioni, gli organi importanti dello Stato come questo Parlamento e questa Camera dovrebbero rispettare la volontà dei cittadini che si esprime attraverso il referendum perché non possiamo fare il referendum che coinvolge 27 milioni di cittadini e poi fare finta di niente e poi fare una legge che contraddice totalmente quella volontà. Abbiamo fatto un referendum, i cittadini volevano la ripubblicizzazione dell'acqua e, invece, qui stiamo discutendo una proposta di legge che permetterà la gestione privata degli ATO stessi, che permetterà la gestione privata dell'acqua. È una palese contraddizione della Costituzione che non incentiva le persone a partecipare perché fa sentire quel loro voto inutile. Invece noi dobbiamo fare in modo che ci sia corrispondenza tra quella volontà e quello che accade in quest'Aula. Quello che sta accadendo intorno alla proposta di legge sull'acqua è una gravissima responsabilità: chi voterà questa proposta di legge se ne assume completamente la responsabilità di fronte al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 3.74.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Bargero... Fabbri... Turco... Speranza...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  384   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  281.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Luigi Gallo 3.72, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Presidente, siamo arrivati alla delega al Governo per le concessioni dell'affidamento di fonti e delle acque dei nostri territori e al MoVimento 5 Stelle sembra normale che in pratica in queste concessioni valgano alcuni principi. Uno di questi principi è che siano attribuiti a carico del concessionario tutti i Pag. 64costi per il riciclo e lo smaltimento dei contenitori utilizzati per l'imbottigliamento, se noi vogliamo in qualche modo procedere verso una società a rifiuti zero. Il MoVimento 5 Stelle già si è proposto in diverse sedute a intervenire per incentivare il vuoto a rendere. Ma qui si stabilisce una norma su un settore particolare dove il consumatore è solo indotto dalla pubblicità ad acquistare determinati prodotti che sono le acque mineralizzate o le acque naturali oppure lo fa per particolari motivi di salute.
  Ma in genere è un bisogno indotto attraverso il fenomeno pubblicitario che produce come affetto di avere una enorme quantità di rifiuti prodotti dalle bottiglie dei concessionari di acqua minerale o acqua naturale. Crediamo che questo costo debba essere posto a carico del concessionario perché in questo modo magari si sviluppano anche misure virtuose da parte delle aziende che scelgono anche una strategia differente di imbottigliamento, una strategia che assicura la salvaguardia dell'ambiente e quindi vogliamo introdurre alcuni paletti. Questo è uno dei primi emendamenti che invitiamo l'Aula a votare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Stiamo parlando un poco di responsabilità estesa del produttore ma sostanzialmente anche della volontà di andare verso un sistema diverso. Ricordiamo che l'Italia effettivamente è uno dei Paesi che utilizza di più le acque in bottiglia. La possibilità di questo prodotto di rimanere sul mercato è data dai bassi costi delle concessioni ma anche dal fatto che la materia prima con cui si producono i contenitori, quindi le bottiglie di plastica, non contengono al loro interno i costi che ricadono su tutta la società e sono i costi ambientali, dovuti comunque all'estrazione delle materie prime per produrre le plastiche, ma anche i costi a valle che ricadono sempre sulla società e che sono i costi di riciclo e recupero, comunque i costi di inquinamento e i costi che ricadono sul servizio sanitario nazionale per le malattie che ne derivano dovute all'usuale incenerimento di queste bottiglie di plastica. La teoria adesso del nostro Ministro dell'ambiente è di costruire altri inceneritori. Capisco che questa sia la scelta del Governo per un futuro più fossile, diciamo, però...

  PRESIDENTE. Concluda, deputato.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Noi la vediamo in modo diverso e quindi iniziare a internalizzare questi costi all'interno del contenitore in plastica può portare a una riduzione di questi sprechi e di questi prodotti inquinanti e dannosi per la nostra salute (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Noi tutti dobbiamo capire la portata di quello di cui stiamo parlando. Si tratta di milioni e milioni di bottigliette di plastica che ogni giorno circolano in tutta Italia e, come diceva il collega poc'anzi, sono le stesse bottigliette di plastica che spesso, anziché essere riciclate, vengono messe nell'inceneritore, bruciate nell'inceneritore proprio per l'alto potere calorifico e questa è un'assurdità che ci sta facendo ammalare tutti. Quindi serve senso di responsabilità: chi produce il rifiuto se ne deve occupare e bisogna puntare sempre di più – la strategia «rifiuti zero» insegna – verso una riduzione alla fonte del rifiuto. Questo è un po’ il modo attraverso il quale stabilire un principio di responsabilità perché dovrebbero pagare loro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Parentela. Ne ha facoltà.

Pag. 65

  PAOLO PARENTELA. Grazie, Presidente. Volevo sottoscrivere l'emendamento Luigi Gallo 3.72. È un emendamento di buonsenso e serve anche per dare la possibilità di ridurre a monte i rifiuti. Dobbiamo considerare che la maggior parte dei rifiuti che produciamo sono imballaggi, quindi questo è un ottimo incentivo a produrne di meno e bisogna subito che le istituzioni si facciano carico di questa proposta. Infatti, ad esempio, vorrei citare un caso in Calabria: abbiamo una nota azienda che produce acqua in bottiglia, la produce in una fonte che proviene dalla Sila e addirittura nell'etichetta viene promosso proprio il Parco nazionale della Sila cioè invece di promuovere la riduzione dei rifiuti a monte addirittura si promuove l'acqua in bottiglia con il timbro del Parco nazionale della Sila. Questo è proprio vergognoso, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 3.72, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favore del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  396   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  278.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Luigi Gallo 3.71.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Presidente, il tema è quello precedente: quando si attribuisce una concessione, si valuta l'insussistenza di un prevalente interesse pubblico a un diverso uso delle acque, è fatto obbligo di prescrivere sin dal bando della gara ad evidenza pubblica che nell'attribuzione a titolo oneroso delle concessioni ci siano dei criteri di individuazione del concessionario che tendono al conseguimento del principio «rifiuti zero». Cioè, in pratica, si agevolano le aziende che fanno già di per sé una politica ambientale attenta nella gestione aziendale; anche per il tramite – e qui si aggiunge il criterio introdotto nell'emendamento precedente appena bocciato – di sistemi di vuoto a rendere su cauzione per gli imballaggi delle acque emunte.
  Qui ci sono allora tre elementi: particolare attenzione del gestore all'ambiente; una tariffa che agevola chi riesce a produrre il vuoto a rendere all'interno della propria azienda; ma poi anche una misura che in pratica fa pagare di più alle aziende che emungono maggiori litri di acqua. Perché oggi che cosa accade ? Nelle regioni dove vengono attribuite le concessioni si paga veramente una cifra ridicola, senza legarla nemmeno ai litri emunti. Questo credo non sia rispettoso né per i cittadini, né per le risorse dell'acqua che sono limitate, e né per un criterio o per una visione di un Paese che vuole tendere verso una riduzione degli sprechi, verso una politica ambientale sostenibile. Non capisco perché il Partito Democratico si ostina a dare parere contrario a questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, se vogliamo andare verso «rifiuti zero» sono queste le iniziative che dobbiamo prendere: già stiamo attribuendo una delega al Governo sulla questione delle concessioni, però almeno in questo caso mettiamo dei paletti. Se vogliamo far Pag. 66vedere che ha un senso avere incardinato in Commissione ambiente la legge cosiddetta rifiuti zero, iniziamo adesso indirettamente con la legge per l'acqua: altrimenti abbiamo fatto solo un incardinamento che è di forma, e, come per la legge sull'acqua, una volta arrivati in Aula, si arriverà con una legge vuota dei principi che ci avevano chiesto i cittadini.
  Vi ricordo anche che il vuoto a rendere era stato già proposto da noi nel collegato ambientale; poi è stato svuotato completamente, è rimasta una norma abbastanza di principio, molto debole rispetto alle nostre richieste iniziali. Ma dobbiamo allora sapere dal Governo, dalla maggioranza, se l'intenzione è di andare verso una società diversa, futura, oppure vogliamo rimanere ancorati agli interessi di pochi; e guarda caso, chi sono quelli che producono questi contenitori, le plastiche ? Sono sempre i petrolieri ! E arriviamo sempre al problema fondamentale di questo Governo, di avere le mani in pasta con i petrolieri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Presidente, dopo aver sentito anche le argomentazioni dei colleghi, mi piacerebbe quantomeno a questo punto sentire cos'hanno da dire o il relatore o la rappresentante del Governo. Si tratta di una proposta di buonsenso, che in qualche modo era già stata trattata nel collegato ambientale, per quanto riguarda il vuoto a rendere: vorrei capire perché ogni volta vi prendete degli impegni, e vi rimangiate tutto ! Abbiate almeno il coraggio in quest'Aula di dire come la pensate: veramente, però, non come raccontate ai cittadini, come la pensate veramente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 3.71, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pannarale, Nicchi, Bonafede...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  394   
   Votanti  392   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no  273.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Luigi Gallo 3.73.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Presidente, abbiamo capito che il Governo del fossile non ha nessun interesse a mettere delle salvaguardie ambientali, di riduzione della produzione di petrolio, di plastica; ma almeno sulle risorse idriche vogliamo mettere un paletto ? Perché in questo emendamento noi chiediamo che almeno gli oneri delle concessioni siano proporzionali agli effettivi litri emunti dalla concessione: mi sembra il minimo ! Invece che cosa accade ? Accade che oggi, senza principi generali provenienti dallo Stato – in questa norma lo Stato si attribuisce una delega per dettare dei principi anche alle regioni e agli enti locali –, nelle regioni si attribuiscano delle concessioni per 10, 15, 20 anni, a volte anche con delle proroghe, senza alcun bando, senza alcun intervento di gara pubblica; una concessione che costa un tot, indipendentemente da quello che fa il gestore, cioè indipendentemente dai litri emunti dalla fonte del territorio ! A noi sembra assurdo, perché non rispetta tra l'altro gli stessi principi che cita la legge nei primi articoli: di avere attenzione Pag. 67verso la risorsa idrica, che scarseggia e che non è, come sappiamo, infinita, ma è molto limitata e facile a deteriorarsi, e rischiamo, rischiano già tanti Paesi dei problemi idrici seri. Noi vorremmo evitare di arrivare ad un uso assurdo di queste risorse, e vorremmo mettere almeno dei piccoli paletti: non avete accettato quelli sui temi ambientali, accettate almeno quelli sugli sprechi delle risorse idriche.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, proprio nell'anno in cui abbiamo parlato di cambiamenti climatici a Parigi e abbiamo definito l'acqua come una risorsa che sarà sempre più scarsa a causa della desertificazione e dei problemi a cui andremo incontro nei prossimi 15, 20 anni, non accettare questo emendamento mi sembra veramente folle, perché non possiamo continuare a dare in mano un bene pubblico a dei privati senza neanche porre loro un limite, un costo a ettolitro, a litro. Perché il cittadino deve pagare l'acqua in base al consumo, e queste persone no ? No, possono fare quello che vogliono: possono pagare in base agli anni, o possono pagare in base a qualche criterio definito in modo diverso in base alle varie regioni d'Italia. Ci spaventa allora il fatto che non si è accettato questo emendamento, perché vuol dire che nella delega che stiamo dando al Governo, quest'ultimo non ha intenzione di porre tali vincoli; e se non ha intenzione di porre un vincolo così banale come la quantità emunta rispetto alla tariffa che viene posta a chi ha la concessione, veramente siamo all'assurdo ! Io credo che non sia accettabile come posizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signora Presidente, credo anch'io che questo sia un emendamento importante, perché stabilisce, deve stabilire un principio fondamentale.
  Ora, io capisco che quando si parla di risorse, alla fine ci sono diversi punti di vista: lo abbiamo verificato proprio nei giorni passati quando, su una questione fondamentale che riguarda la possibilità di sfruttare quel poco petrolio che in Italia c’è o il gas e via dicendo, c’è stata nel Paese, comunque, una contrapposizione netta tra sedici milioni di italiani che dicevano che non bisogna procedere in quella strada e il resto, in parte indifferente – purtroppo, quella parte che non va a votare storicamente – e il Partito Democratico che, invece, ci diceva che era necessario sfruttare quelle risorse. Ecco, io ritengo che quella sia stata una scelta sbagliata fatta da questo Governo e fatta dal Partito Democratico, però, noi non possiamo paragonare quella risorsa all'acqua. L'acqua è un bene prezioso, è fondamentale per quanto riguarda la possibilità della sopravvivenza degli esseri umani... e come tale deve essere considerata..., scusate, magari, intervengo dopo perché ho un momento di difficoltà, avrei bisogno di un po’ d'acqua (Applausi)...

  PRESIDENTE. Sta arrivando l'acqua, deputato, che non si nega a nessuno, notoriamente.

  FILIBERTO ZARATTI. Non si dovrebbe negare a nessuno...

  PRESIDENTE. Allora, aspetti un secondo. Vediamo se riusciamo a farle avere un po’ d'acqua, così finisce il suo intervento, ecco.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente, è stata molto gentile. Dicevo, appunto, che le altre risorse non possono essere paragonate all'acqua; l'acqua è un bene fondamentale per la vita degli esseri umani e come tale deve essere considerato; è una delle risorse che è più limitata nel pianeta, tant’è che, come dicono tutti – insomma, è oggetto di tutti i dibattiti, di tutte le discussioni anche nelle grandi Pag. 68conferenze internazionali, è stato citato a Parigi – le prossime guerre non saranno combattute per il controllo delle risorse energetiche, del petrolio o del gas, ma saranno combattute per il controllo delle sorgenti di acqua. Allora, se questo è vero, è evidente che questa risorsa deve essere usata con oculatezza, con prudenza, deve essere gestita intelligentemente. Questa è una delle ragioni per cui l'acqua dovrebbe sempre essere gestita dal pubblico, perché è un bene fondamentale che riguarda la vita di ognuno di noi. Su questo non possiamo avere opinioni divergenti; sul petrolio, sì, sul gas, sì, ma sull'acqua, no; per questo io credo che sia un aspetto fondamentale il fatto che la maggioranza di questo Parlamento faccia un passo indietro e ritorni alla volontà popolare e referendaria che è quella che l'acqua deve essere gestita dal pubblico. Io voglio ricordare che l'acqua è un bene indisponibile dello Stato, che le concessioni sono, appunto, date perché l'acqua è un bene di tutti, è di proprietà pubblica; quindi, la volontà dei cittadini nel referendum diceva che l'acqua doveva essere, anche, gestita dal pubblico, perché questo è nell'interesse collettivo. Io, per questo, ritengo che noi dobbiamo fare lo sforzo, insieme, tutti i deputati di questa Camera, insieme, perché effettivamente sia rispettata la volontà popolare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

  ENRICO BORGHI. Signora Presidente, si ha certe volte l'impressione, verrebbe da dire la presunzione, che il mondo sia iniziato quando siamo entrati all'interno di quest'Aula. In realtà, non è così e ritenere di poter immaginare una produzione legislativa come se le questioni di cui stiamo parlando non fossero mai state affrontate, mai state normate, mai state discusse in passato è una cosa che sta a metà strada tra la non conoscenza e la presunzione. Ora verrebbe da dire che basterebbe una rapida scorsa non solo agli annali parlamentari ma agli iPad e agli smartphone dei quali tutti quanti in quest'Aula siamo, credo, congruamente forniti, per poter scoprire che i contenuti che sono alla base dell'emendamento di cui stiamo discutendo e che, giustamente, il relatore ha posto in una logica di contrarietà, sono già tutti stabiliti dalle leggi vigenti. E rimando al famoso, mitico – per chi conosce le questioni – Testo unico sulle acque del 1933, n. 1775, che introduceva, udite, udite, il concetto di proporzionalità tra il rilascio e l'utilizzo dell'acqua ai fini produttivi e il pagamento del canone.
  Dopodiché, evidentemente, da allora, il legislatore si è, giustamente, uniformato alla trasformazione della società e il codice dell'ambiente – decreto legislativo n. 152 del 2006 – ha introdotto un ulteriore elemento di specificazione dal punto di vista della concezione giuridica, introducendo anche degli elementi che consentono delle garanzie e che vanno esattamente nel senso di quanto propone il collega che ha presentato l'emendamento. Pensate che già nel 1933 si stabiliva che a parità di condizioni si dovesse garantire il rilascio di una concessione pubblica a chi dava una maggiore capacità di rilascio della risorsa idrica. Quindi, di che cosa stiamo parlando ? Qui non c'entra nulla il referendum, non c'entrano nulla le questioni di superfetazione giuridica, serve soltanto fare una norma che possa essere realmente applicabile, perché altrimenti se noi approvassimo un emendamento di questo genere dovremmo fare un'operazione di coordinamento formale e cioè abrogare tutte le norme precedenti che hanno già normato questo settore. Quindi, è di tutta evidenza che questa è un'operazione che dal punto di vista della correttezza giuridica non appare corretta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 3.73, con il parere Pag. 69contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Placido, Tidei, Palese, Galgano, Burtone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  378   
   Votanti  377   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  267.

  (Il deputato Romanini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario. Il deputato Gianluca Pini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole. Il deputato Gutgeld ha segnalato di non essere riuscito a votare).

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Colleghi, avverto che l'emendamento che avevamo accantonato prima, Piccone 3.81, è stato ritirato dal presentatore.
  Quindi, a questo punto, metto in votazione l'articolo, avendo noi votato tutti gli emendamenti.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giammanco, Scuvera, Micillo, Giorgis, Mucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  377   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  245    
    Hanno votato no  132.

  (Il deputato Gianluca Pini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario. Il deputato Gutgeld ha segnalato di non essere riuscito a votare).

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Presidente, come le dicevo prima sia l'articolo 4 che l'articolo 6 sono condizionati dal parere che è arrivato dalla Commissione Bilancio e quindi noi avremmo bisogno di un Comitato dei nove, prevedo anche non proprio brevissimo. Quindi, se l'Aula è d'accordo, potremmo accantonare gli articoli 4 e 6 e procedere con gli articoli 5 e 7, che non sono vincolati dalle condizioni della Commissione bilancio e dai suoi pareri. Naturalmente esprimerei i pareri sugli emendamenti riferiti a tali articoli, se l'Aula è d'accordo.

  PRESIDENTE. Va bene. Se non ci sono obiezioni, per me va bene continuare, così ci portiamo avanti con il lavoro. Non mi pare ci siano obiezioni.

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 2212-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2212-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Presidente, sugli emendamenti Daga 5.50, Pellegrino 5.53, Zaratti 5.52, Pellegrino 5.56 e 5.54, Zaratti 5.55 e Sarro 5.60 il parere è contrario. Sull'emendamento Segoni 5.51 vi è un invito al ritiro, magari anche invitando il presentatore Pag. 70a trasformare l'emendamento in un ordine del giorno, in quanto quello che lui propone, cioè l'aggiornamento semestrale, può essere attuato soltanto quando la norma va «in rodaggio»; dalle verifiche che abbiamo fatto, non si può fare prima, infatti, nella prima versione della norma, quella del relatore, era addirittura bimestrale. In questa maniera, lo potremmo recuperare dopo, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Vi è anche un articolo aggiuntivo sul quale esprimere il parere, l'articolo aggiuntivo Daga 5.050.

  MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Presidente, chiedo scusa, l'ho dimenticato. Sull'articolo aggiuntivo Daga 5.050 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Deputato Rondini, i pareri ?

  MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Presidente, sugli emendamenti Daga 5.50, Pellegrino 5.53 e Zaratti 5.52 il parere è contrario. Sull'emendamento Pellegrino 5.56 il parere è favorevole. Sull'emendamento Pellegrino 5.54 il parere è contrario. Sull'emendamento Zaratti 5.55 il parere è favorevole. Sull'emendamento Sarro 5.60 il parere è contrario. Sull'emendamento Segoni 5.51 il parere è favorevole, mentre sull'articolo aggiuntivo Daga 5.050 ci rimettiamo all'Assemblea.

  PRESIDENTE. La rappresentante del Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'emendamento Daga 5.50, sul quale i pareri sono tutti contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Frusone. Ne ha facoltà.

  LUCA FRUSONE. Presidente, questo emendamento semplicemente reintroduce l'articolo 5 originario. Infatti, ricordiamo che questa è una proposta di legge d'iniziativa popolare, in realtà, quindi ci pare logico tenere dritta la barra quando si parla appunto di cittadini, di volontà popolare, ed è per questo che molti dei nostri emendamenti, come quelli anche delle altre opposizioni, vanno a ripristinare il testo originale. È inutile avere delle leggi di iniziativa popolare, se poi vengono distrutte, amputate e modificate persino in peggio in questo Parlamento.
  Questo emendamento, poi, tratta un aspetto specifico: cerca di riportare in capo al Ministero dell'ambiente la regolazione del servizio, togliendolo all'Autorità, un'Autorità che negli anni, in realtà, si è dimostrata non proprio vicina al cittadino, basterebbe leggere alcune delibere dove si producono, si esplicitano dei principi anche molto interessanti, come quello del divieto del distacco, più che altro il diritto ad avere un minimo vitale, un flusso idrico minimo e quindi il divieto al distacco sic et simpliciter del contatore.
  Peccato, poi, però, che quando uno chiede a questa Autorità di far rispettare questo diritto non trova mai risposta, ed è per questo che i gestori sul territorio possono fare quello che vogliono senza curarsi di un ente superiore che possa intervenire e possa dir loro qualcosa. Noi riteniamo che sia invece più utile ricondurre queste funzioni di regolazione e controllo in capo al Ministero, un apposito ufficio presso il Ministero dell'ambiente al quale sono attribuite le competenze e le funzioni attualmente assegnata all'Autorità,
  Quindi, chi ha scritto questa legge, cioè i comitati, i cittadini, avendo visto questa gestione dell'Autorità hanno provato a porre rimedio attraverso proprio quest'articolo, l'articolo 5, che è stato completamente distrutto in Commissione ambiente. È per questo che chiediamo semplicemente di reinserire, di rendere di nuovo Pag. 71questo articolo vicino al pensiero, alla volontà dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 5.50, sul quale tutti i pareri sono contrari, anche quello della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Zardini, Calabrò,
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  348   
   Votanti  347   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato   79    
    Hanno votato no  268.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Falcone, Boccuzzi, Bonomo e Gutgeld hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 5.53, sul quale tutti i pareri sono contrari, anche quello della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Cancelleri.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  359   
   Votanti  357   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato   83    
    Hanno votato no  274.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Manfredi Boccuzzi, Bonomo e Gutgeld hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaratti 5.52, sul quale tutti i pareri sono contrari, compreso quello della V Commissione (Bilancio).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Longo. Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Signora Presidente, io mi asterrò dal votare questo emendamento, perché si parla di garantire il diritto all'acqua degli esseri umani – e questo va bene –, il diritto all'esistenza delle altre specie viventi – e anche questo va bene –, ma qui si parla anche del diritto della natura.
  Ora, io confesso la mia ignoranza, ma il concetto di diritto della natura ancora non sono riuscito a metabolizzarlo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Allora, nessun altro chiede di intervenire su questo emendamento.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 5.52.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Sandra Savino. Chi altro ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  376   
   Votanti  374   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato   95    
    Hanno votato no  279.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 72

  (I deputati Bonomo e Gutgeld hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 5.56, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Malisani, D'Agostino, Nicchi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  380   
   Votanti  378   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no  269.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. I deputati Bonomo e Gutgeld hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 5.54, con il parere contrario della Commissione, del Governo, della V Commissione (Bilancio) e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Fragomeli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  383   
   Votanti  381   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   95    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Bonomo e Gutgeld hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 5.55, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Tidei, Palma, Rabino, Baldassarre, Pagano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  380   
   Votanti  378   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  270.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Bonomo e Gutgeld hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarro 5.60, su cui i pareri sono tutti contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  320   
   Astenuti   67   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato   30    
    Hanno votato no  290.    

Pag. 73

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  La Camera respinge (Vedi votazioni).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Segoni 5.51.
  Chiedo al deputato Segoni se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento.

  SAMUELE SEGONI. Lo ritiro.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Segoni, Causi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  364   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato  242    
    Hanno votato no  122.

  (Il deputato Massa ha segnalato che non è riuscito a votare a favore).

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Daga 5.050, su cui vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), mentre il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. Per capire il modello di gestione del Partito Democratico dell'acqua pubblica è forse il caso di andare ad analizzare una storia vera, cioè quello che è accaduto nella prima privatizzazione in regione Campania: c'era un vice sindaco di una città, Castellammare di Stabia, e anche assessore ai lavori pubblici, che ha voluto avviare l'affidamento ai privati nei 76 comuni sotto al Parco Nazionale del Vesuvio e quelli vicino al fiume Sarno. Questi 76 comuni sono stati affidati ad un unico gestore che si chiama GORI Spa. La GORI Spa è partecipata da ACEA (quindi, l'ACEA di Roma Spa), dove dentro abbiamo Caltagirone, abbiamo la multinazionale Suez, una delle multinazionali che ha maggior controllo delle risorse idriche nel territorio mondiale e globale, e questa persona che ha avviato la privatizzazione, guarda caso, dopo pochi anni è diventato addirittura amministratore delegato, quindi presidente della stessa società a cui è stato affidato il servizio, cioè la GORI Spa. Dopodiché, questa persona, chiamata Alberto Irace, viene portata in Toscana a gestire le risorse idriche della Toscana e diventa amministratore delegato di Publiacqua. Publiacqua è il soggetto che gestisce l'acqua nel comune di Firenze, quindi nel comune di Matteo Renzi, quello che ha governato Matteo Renzi, per cui Alberto Irace era un fiduciario di Matteo Renzi. Se andiamo ad aprire il sito di Publiacqua vediamo una immagine bellissima, paradisiaca: vi è uno sfondo celeste, immagini di bambini. E anche il nome trae in inganno: Publiacqua, sembra che sia gestita naturalmente da una società pubblica. In realtà, è una Spa, e chi ci sta dentro ? Sempre ACEA, sempre la multinazionale Suez e sempre Caltagirone. Ma la carriera di Alberto Irace non è finita qui. Alberto Irace, fidatissimo uomo di Renzi (se andate su Google e digitate «Alberto Irace e Renzi» trovate una bella foto a braccetto), va a gestire ACEA nel 2014. Quindi ha fatto tutta la scalata fino ad andare addirittura a gestire, da amministratore delegato, la società madre, ACEA, mentre tutte le società satelliti, nella Toscana, nella Campania e in altre regioni, sono state privatizzate nello stesso modo. Allora questo è il modello che spinge il Partito Democratico, un modello dove gli stessi rappresentanti pubblici, prima vicesindaci, prima assessori, poi si Pag. 74riciclano all'interno delle aziende private che gestiscono le risorse idriche. D'altronde dobbiamo anche raccontare che sempre sulla società Gori Spa è aperta oggi nel tribunale di Torre Annunziata un'inchiesta che si chiama «acqua pulita», che vuole dimostrare che ci siano delle assunzioni clientelari all'interno della Gori Spa perché la Guardia di Finanza ha trovato una tabella dove a sinistra c'erano i nomi dei politici, a destra le persone assunte.
  Questo modello noi lo rigettiamo perché è un modello finto pubblico, al 51 per cento pubblico, e sostanzialmente controllato dai privati, controllato da un'azienda partito e non è il modello che garantisce equità e giustizia ai cittadini che poi devono bere l'acqua. Ricordiamo che sono società che hanno accumulato milioni di debiti (solo la Gori Spa ha 300 milioni di debiti verso la regione Campania), la Cassa depositi e prestiti ha prestato alle società private mezzo miliardo, ma voi dite che un miliardo per ripubblicizzare l'acqua che vogliamo inserire all'interno di questo articolo è uno spreco, non si può fare, non ci sono i soldi. Quando, invece, i soldi ve li chiedono le lobby del petrolio blu, i soldi sono sempre pronti, perché sono le lobby che poi vi garantiscono le elezioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Con questo emendamento vogliamo reintrodurre due articoli che vi ricordo, per l'ennesima volta, vi sono stati chiesti dai cittadini italiani. Due articoli che vertevano proprio sulla ripubblicizzazione del servizio idrico integrato della gestione dell'acqua, perché continuare a raccontarci che l'acqua è pubblica, l'acqua è un bene comune di tutti noi, ma noi vogliamo, e i cittadini vogliono, la gestione pubblica dell'acqua, che anche la proprietà delle reti sia pubblica. Questo ve lo avevano chiesto con una proposta di legge, peccato che voi arrivati alla conclusione dell’iter, dopo tante belle parole, e senza alcuna vergogna minima, siete anzi infastiditi probabilmente che oggi dobbiamo discuterne, avete stralciato l'articolo 6 e modificato completamente l'articolo 7. L’ex articolo 6, appunto, che voleva che la proprietà della rete idrica fosse pubblica con una natura demaniale delle infrastrutture. Volevamo un Fondo nazionale per la ripubblicizzazione del servizio idrico che si appoggiasse su Cassa depositi e prestiti. Tutto questo l'avete cancellato in barba ai cittadini italiani e i cittadini italiani se lo ricorderanno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie Presidente. Credo che questo sia un momento importante della nostra discussione perché grazie a questo emendamento, a questo articolo 5-bis, abbiamo l'occasione di discutere in modo chiaro di quelle che dovevano essere le finalità di questa legge. Questa legge nasce come una legge di iniziativa popolare sottoscritta da 400 mila cittadini che chiedevano al Parlamento di legiferare per ripubblicizzare l'acqua nel nostro Paese. Questa è la legge che è stata sottoscritta da tantissimi deputati e deputate di questa Camera, di tutti i gruppi, del MoVimento 5 Stelle, di Sinistra Italiana, moltissimi deputati e deputate del Partito Democratico. C’è un piccolo problema: in corso d'opera, questa legge è stata totalmente stravolta. Questa legge non è più la legge per ripubblicizzare l'acqua nel nostro Paese, ma è diventata una legge che regolamenta meglio come si deve dare al privato la gestione dell'acqua pubblica. Questo è il paradosso della nostra discussione, che noi partiamo da un'iniziativa di legge popolare che voleva ripubblicizzare l'acqua e oggi questa stessa proposta serve semplicemente a regolamentare un po’ meglio come si può dare la gestione dell'acqua ai privati.
  Io penso che sia un grave errore. Penso che sia un grave errore perché l'acqua è Pag. 75una risorsa strategica e dovrebbe sempre essere gestita dal pubblico. Oltretutto, le infrastrutture, gli acquedotti le fognature, gli impianti di depurazione, sono stati realizzati con i soldi nostri, con i soldi dei cittadini e delle cittadine, non con i soldi dei privati, non con i soldi dei grandi monopolisti dell'acqua, non con i soldi delle grandi società; sono stati fatti con i soldi nostri.
  Su questo articolo aggiuntivo ho un piccolo dubbio che è quello del Fondo nazionale per la ripubblicizzazione. Prima di arrivare al Fondo nazionale per la ripubblicizzazione, lo dico al collega Manfredi, relatore, che io stimo molto e che apprezzo nel suo operato, ma che in questa occasione mi trova veramente in disaccordo profondo, bisogna sapere che in tutti gli ATO del nostro Paese, i gestori si sono impegnati al momento della firma della concessione a fare un Piano degli investimenti e che questo Piano degli investimenti viene pagato con la tariffa dei cittadini naturalmente. Lei sa meglio di me che circa il 90 per cento dei gestori nel nostro Paese sono inadempienti rispetto al Piano degli investimenti. Questi signori si sono presi i soldi nostri, gestiscono le reti con le infrastrutture fatte coi soldi nostri, e gli investimenti che si sono impegnati a fare non li fanno. Le nostre reti sono un colabrodo, la dispersione di acqua che ci sta nelle nostre reti è spaventosa, addirittura in alcuni casi arriva all'80 per cento, come nel caso di Acqualatina, senza che questi signori tirino fuori una lira, non tirano fuori una lira ! Allora, essendo i gestori tutti inadempienti, caro collega, relatore Manfredi, ci sono i termini per la rottura contrattuale di quelle gestioni. Li possiamo mandare tutti a casa, senza spendere una lira, altro che Fondo per la ripubblicizzazione ! Non serve, li possiamo mandare a casa senza spendere una lira e ridare ai cittadini quello che è dei cittadini ovvero l'acqua pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie Presidente. Intendevo riportare l'attenzione dell'Aula sul concetto di ripubblicizzazione. Nella campagna referendaria del 2011 c'erano due concetti che sono stati portati dall'opinione pubblica come temi importantissimi ovvero che l'acqua dovesse rimanere fuori dalle logiche di mercato e che soprattutto i profitti stessero fuori dalla gestione dell'acqua. Questo lo dico perché spesso si parla di ripubblicizzazione pensando che un soggetto di diritto privato, ma interamente controllato da un ente pubblico, sia un ente che in qualche modo può gestire in maniera pubblica e partecipata il servizio idrico integrato. Invece, come proponiamo noi, esattamente al comma 2, la gestione e l'erogazione del servizio idrico integrato non possono essere separate e possono essere affidate esclusivamente ad enti di diritto pubblico. Presidente, quando la gestione viene data a una Spa, cioè a una società che deve fare profitto e spartire dividendi, che sia a partecipazione pubblica o sia partecipazione privata, poco cambia per gli interessi dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Busto. Ne ha facoltà.

  MIRKO BUSTO. Questo è il cardine, il nodo di questa di questa proposta, il fatto che sia decaduto il perno ovvero la proprietà pubblica e la natura demaniale delle infrastrutture afferenti al servizio idrico e quindi l'inalienabilità e la destinazione perpetua all'uso pubblico. Tutto ciò è gravissimo e che cosa comporta ? Lo diceva il collega Gallo, comporta sul territorio situazioni indecorose come quella che succede a Vercelli, dove io sono residente, dove Atena sta per essere, con delibera di giunta, privatizzata e sostanzialmente consegnata a Iren.
  Già oggi la situazione è che ci sono molte persone che per l'indigenza, che Pag. 76purtroppo sempre di più serpeggia nella popolazione anche grazie all'azione di questo Governo, si trovano a non poter pagare le bollette, quindi a non avere l'acqua. Allora un soggetto pubblico come Iren, che deve fare profitto e vuole fare profitto, certamente non è la risposta quando si parla di una risorsa essenziale fondamentale come l'acqua sulla quale è impossibile non avere un monopolio perché è condannato a monopolio naturale dato il fatto che tutti ne abbiamo necessità per la sopravvivenza. Quindi sapete cosa dovete fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Concluda per favore. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massa. Ne ha facoltà.

  FEDERICO MASSA. Un poco, poco, poco di chiarezza sulle questioni che stiamo affrontando. Il collega del Cinquestelle ha detto le reti, le strutture, le infrastrutture idriche devono essere pubbliche e io vorrei tranquillizzare il collega dei Cinquestelle spiegando che le reti, le infrastrutture appartengono al demanio comunale indisponibile, sono pubbliche, restano pubbliche. Questa discussione non ha nulla ma proprio nulla a che vedere con la proposta di legge di cui stiamo discutendo. Voglio dire al collega di SEL-Sinistra italiana, ripubblicizzazione: c’è in questa proposta di legge una proposta di ripubblicizzazione, diciamo così, anticipata ed è previsto negli emendamenti che noi proponiamo di respingere la costituzione di un Fondo pari a oltre un miliardo di euro l'anno per il riacquisto delle quote da parte dei privati che gestiscono l'acqua. Si dice: noi non siamo d'accordo perché ci sono le inadempienze. Dicono dalle mie parti: dove vai ? Porto cipolle. La questione non è quello di stabilire in una legge chi è adempiente e chi è inadempiente. La legge deve disciplinare un settore guardando non alla patologia ma al funzionamento normale di quel settore. Con questa proposta di legge noi stabiliamo il principio per il quale i comuni, gli enti locali cioè coloro i quali hanno la potestà amministrativa di gestire questo settore scelgono, possono scegliere, sono liberi di scegliere, hanno l'autonomia per scegliere – noi diciamo – dobbiamo essere aiutati a scegliere anche la gestione pubblica ma non è la gestione pubblica l'elemento discriminante rispetto alla corretta gestione dell'acqua e al rispetto dei principi.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 19,20).

  FEDERICO MASSA. Noi abbiamo in questa proposta di legge previsto ingentissimi finanziamenti destinati non già a recuperare le gestioni dai privati ma a implementare le reti, a garantire investimenti che non abbiano un peso in tariffa perché vengono coperti dagli investimenti pubblici e abbiamo previsto in questa proposta di legge che le società private che staccano l'acqua agli indigenti – mi rivolgo in particolare attraverso lei, Presidente, al collega dei Cinquestelle – bene con questa proposta di legge la società può essere pubblica, può essere privata, può essere privata e pubblica ma nessuno potrà privare i cittadini italiani dell'acqua come diritto universale, bene comune (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quando voi nascondete questo dato, che non riguarda il soggetto che gestisce ma riguarda la garanzia di un diritto, voi fate un danno al referendum che pretendete di difendere perché oscurate una conquista di cui noi, il gruppo del Partito Democratico, in questa sede siamo orgogliosi. Ed è bene che fuori da quest'Aula si sappia che noi non diamo 2 miliardi ai privati e non siamo il partito delle lobby: noi mettiamo 2 miliardi sulle reti, garantiamo a tutti l'acqua come diritto universale nel quantitativo minimo vitale che verrà individuato. Questo è il riformismo del PD, agli altri lasciamo la demagogia e le parole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

Pag. 77

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Noi dobbiamo partire dalla genesi: nel 2007 oltre 400.000 cittadini hanno firmato per una legge di iniziativa popolare che chiedeva acqua pubblica. Nel 2011 ce l'hanno chiesto in massa con dei referendum oltre 26 milioni di cittadini. A distanza di anni, un intergruppo interparlamentare, quindi che riguarda forze politiche afferenti a vari partiti, firma questa legge. Ma sapete qual è il paradosso ? Che i firmatari di questa proposta di legge, ovvero Bratti, Cominelli, De Menech, Gadda, Mazzoli, Giovanna Sanna e Zardini, cosa fanno ? Firmano la legge e contestualmente, in Commissione, firmano un emendamento che prevede la soppressione dell'articolo 6, che prevede la ripubblicizzazione del servizio idrico.
  Io voglio capire questi fenomeni ! Per quale ragione firmano una legge e se la smontano da soli ! Allora, se è un caso di amnesia collettiva, di servilismo nei confronti del padrone o cos'altro, perché anche a Brescia avete privatizzato l'acqua e qua non ci sono scuse ! Non ci sono assolutamente scuse, Presidente, e qui concludo, perché in questa proposta di legge sono previsti i finanziamenti pubblici, oltre 3 miliardi di euro della fiscalità generale all'anno, la tassa di scopo, la tassa sulle bottigliette di plastica, e quindi la ripubblicizzazione si poteva fare e voi ve la siete rimangiata. Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Manfredi. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO MANFREDI. Allora, riprendendo lo spunto del collega Zaratti, a cui ricambio sinceramente la stima e l'apprezzamento personale, io ritengo che lui ponga un tema centrale, che è quello della qualità e del controllo degli investimenti, che è un tema – che sia ben chiaro – che riguarda nello stato attuale tutte le tipologie di gestione, tutte le tipologie di gestione, quelle totalmente private, quelle miste, quelle totalmente pubbliche.
  Questo provvedimento – ed è il motivo del mio intervento, oltre al ricambio della stima al collega – va in quella direzione intanto sotto il profilo del controllo. È bene ricordarsi che in passato ci sono stati più casi in Italia dove gli investimenti sono stati approvati dai consigli d'amministrazione e scaricati sulla bolletta, perché la tariffa deve tener conto di tutto l'investimento, e poi non sono stati realizzati, sono stati in parte realizzati o mal realizzati. Poi intervenne l'Authority.
  Noi con questa legge – e concludo – affrontiamo il tema del controllo, perché introduciamo un meccanismo annuale di controllo anche nei consigli comunali, perché talvolta anche gli enti pubblici sono lassivi sul controllo degli investimenti, benché facciano parte anche loro della gestione.
  Secondo punto: introduciamo la tariffa intelligente, dove il cittadino può capire se e cosa paga in termini di investimento. Terzo, cosa più importante – e concludo –, valorizziamo gli investimenti, perché per la prima volta introduciamo l'utilizzo della Cassa depositi e prestiti per gli investimenti idrici e questi sono tre punti in avanti fondamentali.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Frusone. Ne ha facoltà.

  LUCA FRUSONE. Grazie, Presidente. Io rivolgo a lei questa domanda. Vorrei capire. In poche parole si è distrutta questa legge per sancire un diritto che in realtà era già sancito, quello appunto del minimo vitale, perché ci ha pensato l'ONU e la stessa Autorità, come ho detto prima, lo riprende nelle proprie delibere, però poi non va a sanzionare i gestori che non aderiscono alle delibere, in particolare quella del minimo vitale, per far cosa ?
  Scusatemi, ma resto sconvolto. Si viene qui a parlare, veramente questa è demagogia; quando si parla di queste cose, è demagogia, perché noi lo vediamo benissimo che i distacchi avvengono, nonostante sia già sancito dall'ONU, sia sancito da tutto quanto questo diritto all'acqua. Però Pag. 78continuate ancora qui a dire che si farà, si farà, si farà...
  Avete distrutto una legge, una legge dei cittadini, per dire che «farete», quando sui territori non vengono fatti gli investimenti, quando, i vostri sindaci del PD non chiedono nemmeno i canoni concessori ai gestori, gli regalate milioni e milioni di euro e venite qui a parlare ancora (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.

  ENRICO BORGHI. Grazie, signor Presidente, ma, col suo permesso, io vorrei rileggere quello che quest'Aula ha già votato, perché ho l'impressione che qualcuno si sia distratto. All'articolo 2 noi abbiamo sancito che l'acqua è un bene comune, una risorsa rinnovabile, indispensabile per la vita dell'ecosistema di tutti gli esseri viventi, e abbiamo specificato che tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche, e non mercificabili. Lo abbiamo appena votato ! Allora, signor Presidente, vorrei capire se abbiamo appena votato una legge che ripristina il concetto di pubblicità, che era già stato sancito dalla legge Galli del 1994 e cancellato dal codice ambientale del 2006 approvato da un Governo di destra: lo ripristiniamo. Il collega Massa ha chiarito che tutte le infrastrutture e le reti sono pubbliche e rimarranno pubbliche; aggiungo: la funzione è pubblica in quanto funzione fondamentale degli enti locali. Mi chiedo: di cosa stiamo parlando se non di una grande mistificazione di carattere ideologico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Micillo. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MICILLO. Presidente...

  PRESIDENTE. Onorevole Micillo, devo chiederle la cortesia di cambiare microfono, perché questo dà evidentemente dei problemi tecnici. Grazie.

  SALVATORE MICILLO. Presidente, è proprio dai 27 milioni di cittadini di quel referendum del 2011, che si è iniziato a consolidare ed attualizzare un principio nuovo e fondamentale: la necessità di porre una contrapposizione tra il bene pubblico e il bene privato, e iniziare a parlare di bene pubblico soprattutto quando si parla di governo dell'acqua. Ecco, occorreva ed occorre ancora tutt'oggi fare riferimento ad una nuova categoria, vale a dire la categoria dei beni comuni: in questa nuova categoria rientravano e rientrano tutti quei beni che sono di appartenenza collettiva, e che sono finalizzati a soddisfare dei diritti fondamentali. Oggi purtroppo quel referendum di 27 milioni di cittadini viene messo letteralmente nei rifiuti. Quello che sta succedendo è veramente qualcosa di assurdo: prima un Governo accetta di non far partecipare i cittadini alla vita pubblica, e in questo momento stanno buttando i 27 milioni di voti che furono espressi in quel referendum (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Presidente, prima di domenica, del referendum – chiamiamolo così – sulle trivelle, parlando con i cittadini, in tanti dicevano che non era importante andare a votare, che era inutile, perché tanto poi il Parlamento fa come vuole, tanto poi i partiti vanno avanti per la loro strada. È da vent'anni che i cittadini ogni volta esprimono la loro voce attraverso un referendum, e poi ci sono delle chiacchiere come quelle che sto ascoltando oggi qui, alla Camera dei deputati, che servono solo ad una cosa: a dire ai cittadini che devono allontanarsi dalla politica, che devono pensare che c’è sempre un partito che è disposto a prenderli in giro, anche con i tweet il giorno in cui loro stanno esprimendo una loro volontà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi siamo qui per difenderla, quella volontà, e per dire ai Pag. 79cittadini che finché c’è il MoVimento 5 Stelle la loro volontà è sacra all'interno del Parlamento italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Daga 5.050, con il parere contrario di Commissione e Governo, mentre il relatore della Lega si rimette all'Aula, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Monchiero, Marzano, Tripiedi, Giorgetti, Palmieri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  367   
   Votanti  354   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
  90    
    Hanno votato
no  264).    

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 2212-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2212-A), perché l'articolo 6 è accantonato.
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, sull'emendamento Rondini 7.50, parere contrario. Sull'emendamento Rondini 7.51, parere contrario. Sull'emendamento Rondini 7.52, parere contrario. Sull'emendamento Rondini 7.53, parere contrario.

  PRESIDENTE. Non è segnalato.

  MASSIMILIANO MANFREDI, Relatore per la maggioranza. Per quanto riguarda l'emendamento Sarro 7.60, sarei per un invito al ritiro al proponente, perché di fatto il meccanismo che propone è lo stesso che è presente nella legge. Sull'emendamento Segoni 7.54, parere contrario. Anche per quanto riguarda l'emendamento Sarro 7 61, chiederei al proponente la disponibilità per un invito al ritiro con conseguente ordine del giorno, perché quando egli parla di situazioni eccezionali è un termine troppo generico, in quanto se riguardano le calamità c’è l'ordinamento a parte: magari con un ordine del giorno si potrebbe entrare nel merito di questa proposta, altrimenti parere contrario. Sull'emendamento Zaratti 7.56, parere contrario. Sull'emendamento Rondini 7.55, parere contrario. Sull'articolo aggiuntivo Caparini 7.050, parere contrario.

  PRESIDENTE. Invito a questo punto il relatore di minoranza ad esprimere il parere.

  MARCO RONDINI, Relatore di minoranza. Presidente, sull'emendamento Rondini 7.50, parere favorevole. Sull'emendamento Rondini 7.51, parere favorevole. Sull'emendamento Rondini 7.52, parere favorevole. Sull'emendamento Sarro 7.60, ci rimettiamo all'Aula. Sull'emendamento Segoni 7.54, parere favorevole. Sull'emendamento Sarro 7 61, parere favorevole. Sull'emendamento Zaratti 7.56, ci rimettiamo all'Aula. Sull'emendamento Rondini 7.55, parere favorevole. Sull'articolo aggiuntivo Caparini 7.050, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 7.50, con il parere contrario Pag. 80di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza, su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  362   
   Votanti  309   
   Astenuti   53   
   Maggioranza  155   
    Hanno votato
  36    
    Hanno votato
no  273).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 7.51, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza, su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giammanco, Sandra Savino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  367   
   Votanti  365   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
  87    
    Hanno votato
no  278).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 7.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo, su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario, mentre il relatore della Lega Nord è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambrosio, Marguerettaz, Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  363   
   Votanti  307   
   Astenuti   56   
   Maggioranza  154   
    Hanno votato
  42    
    Hanno votato
no  265).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarro 7.60. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda il mio emendamento 7.60 e anche per il successivo 7.61, nell'accogliere l'invito al ritiro e, quindi, a tradurre i due emendamenti in ordini del giorno, desideravo anche puntualizzare che...

  PRESIDENTE. Credo che l'invito per l'ordine del giorno fosse sul successivo, sull'emendamento Sarro 7.61, specificamente.

  CARLO SARRO. Io, comunque, lo presenterò anche per l'emendamento 7.60, ritirandolo, chiaramente, e precisando che il rischio che si voleva scongiurare attraverso queste puntualizzazioni contenute in entrambi gli emendamenti è che tutta la complessa tematica della inesigibilità venga ribaltata puramente e semplicemente sulla tariffa, senza la fissazione né di limiti, per quanto riguarda il riconoscimento delle posizioni di inesigibilità meritevoli di copertura, né per quanto riguarda i criteri attraverso i quali spalmare questo onere sulla platea complessiva degli utenti.

  PRESIDENTE. A questo punto, quindi, si intendono ritirati gli emendamenti Sarro 7.60 e 7.61.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Segoni 7.54.
  Passiamo ai voti.Pag. 81
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 7.54, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore della Lega Nord e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giancarlo Giordano, Donati, Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  370   
   Votanti  315   
   Astenuti   55   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato
  74    
    Hanno votato
no  241).    

  (Il deputato Bonomo ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 7.56, con il parere contrario di Commissione e Governo, sul quale si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza della Lega Nord e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  366   
   Votanti  351   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato
 104    
    Hanno votato
no  247).    

  (Il deputato Bonomo ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 7.55, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Caso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  370   
   Votanti  306   
   Astenuti   64   
   Maggioranza  154   
    Hanno votato
  40    
    Hanno votato
no  266).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Stefano, Ravetto, Giuliani, Bonafede...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  375   
   Votanti  337   
   Astenuti   38   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato
 270    
    Hanno votato
no   67).    

  (Il deputato Bonomo ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  A questo punto interrompiamo l'esame del provvedimento che riprenderà... ah no, chiedo scusa, votiamo l'ultima proposta emendativa, l'articolo aggiuntivo Caparini 7.050.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Caparini 7.050, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole Pag. 82del relatore di minoranza e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cominardi, Fraccaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  370   
   Votanti  347   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato
 109    
    Hanno votato
no  238).    

  A questo punto, davvero, interrompiamo l'esame del provvedimento che riprenderemo domattina, a partire dalle 9,30.

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge.

  PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani – colleghi, magari a qualcuno può interessare – l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione permanente, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera, a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:
   Alla IX Commissione permanente (Trasporti):
    QUINTARELLI ed altri: «Disposizioni in materia di fornitura dei servizi della rete internet per la tutela della concorrenza e della libertà di accesso degli utenti» (2520) (La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 19,40).

  LAURA COCCIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. E pregherei i colleghi, intanto, di abbassare la voce e, potendo, di evitare di passarle davanti, se proprio non riescono a trattenersi, colleghi...
  Prego, onorevole Coccia. Colleghi, evitiamo di passare davanti all'onorevole Coccia mentre interviene... Onorevole Boccadutri e gli altri, grazie, se liberiamo l'emiciclo, grazie, grazie, colleghi... Niente... Sembra inutile questa cosa... Colleghi, per favore, riusciamo a evitare di passare davanti all'onorevole Coccia che sta intervenendo e possiamo, se è possibile, liberare l'emiciclo e chi deve uscire può farlo in silenzio ? Grazie.

  LAURA COCCIA. Grazie, signor Presidente, anche per il riguardo che mi ha dimostrato. Intervengo perché negli ultimi giorni la cronaca ci ha raccontato di ragazzi disabili esclusi dalle gite scolastiche. Penso ai casi di Legnano, di Livorno, di Isernia e a quello delle ultime ore di Corigliano Calabro. È un fatto straordinario che se ne parli, perché l'esclusione dalle gite scolastiche è qualcosa che ognuno di noi o, almeno, ognuno di noi disabile, almeno una volta nella vita, purtroppo, ha passato; spesso, ci trovavamo da soli, la sera, a piangere il nostro dolore, pensando che fosse qualcosa di nostro che non interessasse agli altri, non interessasse a tutti coloro che ci avevano lasciati soli, in primis i nostri compagni di banco, i nostri compagni di scuola che, spesso, non hanno avuto la sensibilità di comprendere quello che vuol dire avere una disabilità. Ecco, io credo che sia importantissimo che adesso si sia fatto un passo in avanti importante, quello di rompere il muro del silenzio e che ci sia stato qualcuno, sia esso un genitore o altri membri del consiglio di classe, che si è ribellato a questo modo di fare, che ha detto «no», noi non Pag. 83ci stiamo, e ha interessato la stampa e tutti i mezzi di comunicazione. Ecco io voglio ringraziare, in questa sede, anche i giornali che hanno sollevato il caso, perché spesso è quello l'elemento importante: parlarne e farne parlare, farci conoscere per dire che noi non siamo soli e, soprattutto, sono contenta dell'impegno immediato della Ministra Giannini, perché per la prima volta si dice: voi non siete da soli e troverete sempre le istituzioni al vostro fianco, perché combattere contro le ingiustizie è un dovere morale di ognuno di noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ANDREA MAESTRI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAESTRI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, desidero richiamare l'attenzione dell'Aula su due interrogazioni che abbiamo presentato il 3 dicembre del 2015 e il 30 marzo del 2016 inerenti al Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Come è noto, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco svolge un'attività da tutti riconosciuta, meritoria, per il soccorso pubblico, con grande professionalità, con spirito di sacrificio, umanità e abnegazione. Le carenze in organico all'interno del Corpo nazionale dei vigili del fuoco sono di 3.500 unità, eppure il Ministero dell'interno continua a non assumere gli idonei dei concorsi del 2008, a 814 posti, e i 184 idonei del concorso del 1998, con ciò, peraltro, violando precise disposizioni di legge – mi riferisco alla legge n. 125 del 2013, per cui le amministrazioni dello Stato possono essere autorizzate a bandire nuovi concorsi solo se siano stati immessi in servizio tutti i vincitori per assunzioni a tempo indeterminato per qualsiasi qualifica – e venendo in contrasto anche con la giurisprudenza consolidata del Consiglio di Stato, che ha affermato che lo scorrimento delle graduatorie preesistenti e vigenti deve rappresentare la regola, mentre l'indizione di un nuovo concorso deve costituire un'eccezione.
  Bene, noi abbiamo presentato queste interrogazioni: le risposte del Governo sono evasive, generiche, inconcludenti. Chiedo al Governo, invito il Governo, attraverso la Presidenza, a prendere sul serio gli atti di sindacato ispettivo, perché gli atti di sindacato ispettivo che noi presentiamo li formuliamo nell'interesse dei cittadini e, in questo caso, cerchiamo di dare delle risposte puntuali, tempestive e concrete a persone che ogni giorno, con il loro lavoro, svolgono un servizio per la nostra comunità.

  LUISELLA ALBANELLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUISELLA ALBANELLA. Presidente, intervengo, come fatto da altri colleghi prima di me, per esprimere grande preoccupazione per quello che sta accadendo nel settore dei call center. Infatti, a fronte di un'occupazione complessiva di 80 mila persone, c’è il rischio di avere 8 mila esuberi da oggi a fine anno: AlmavivA, Gepin e Uptime hanno già avviato le procedure di licenziamento. Per eliminare le cause di tale situazione, chiediamo al Governo alcuni interventi: far rispettare l'articolo 24-bis della legge n. 83 del 2012, ad oggi disattesa, a cominciare dall'obbligo per l'operatore di comunicare, in apertura di telefonata, da quale Stato parta la conversazione, anche l'Italia, consentendo in ogni caso al cittadino il diritto di farsi gestire la chiamata da un operatore collocato sul territorio nazionale, come previsto dalla legge anche per salvaguardare la privacy; la piena applicazione della clausola di salvaguardia occupazionale per le aziende che vincono gli appalti; il Governo deve intervenire nei confronti delle aziende pubbliche quotate in Borsa, per evitare forme di massimo ribasso mascherato che provocano disoccupazione e un peggioramento dei servizi; considerare i call center, che occupano migliaia di lavoratori, per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, alla pari delle grandi industrie; bisogna estendere al settore la Pag. 84cassa integrazione straordinaria, come previsto nel comparto industria e nei settori della logistica e della grande distribuzione; bisogna lavorare per un contratto unico di settore, cancellare i contratti pirata, migliorare la strategia di sviluppo, per consolidare il settore e permettere l'avvio di investimenti in innovazione e ricerca.
  Presidente, noi siamo con i lavoratori e con le organizzazioni sindacali che stanno lottando a difesa del lavoro e della sua dignità, ci auguriamo che al più presto si arrivi ad una soluzione positiva delle vertenze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ALESSANDRO PAGANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Presidente, il sottoscritto è stato promotore di un'interrogazione a risposta scritta, datata 25 febbraio 2016, rivolta al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ma non solo, anche al Ministero all'ambiente e altri; il senso voleva essere quello di sapere se il Governo fosse a conoscenza di alcuni fatti molto gravi che si stanno realizzando nel centro Sicilia.
  In questa zona, infatti, si sta costruendo un'opera imponente, l'ammodernamento della strada statale n. 640 Agrigento-Caltanissetta, che diventerà poi anche autostrada; un tratto di 31 chilometri, il primo lotto, e un altro di 28, il secondo lotto. È un'opera straordinaria per volume di lavoro, con sbancamenti impressionanti, si pensi che soltanto da alcune gallerie ci sarà qualcosa come un milione di metri cubi di detriti asportati. Questo progetto esecutivo, che è già a buon punto, si comprende bene che deve essere portato avanti anche nella logica del rispetto delle leggi in materia ambientale. Questi sbancamenti originariamente dovevano essere appostati in un paio di siti che erano stati identificati ed approvati proprio per questo, il risultato finale, invece, è stato che – ed è visibile ad occhio umano – terreni agricoli si stanno per riempire di questi detriti, con danni che si possono facilmente immaginare, non soltanto da un punto di vista agricolo ma anche ambientale, perché è chiaro che cambierà tutto: le piogge scivoleranno, la temperatura si modificherà.
  Dal 25 febbraio sono passati due mesi circa; avevamo immaginato una interrogazione a risposta scritta proprio per venire incontro a certe esigenze, ma il Governo, a tutt'oggi, evidentemente non riceve informazioni.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ALESSANDRO PAGANO. Presidente, sono sicuro che, dopo questo incontro – la ringrazio anche per qualche secondo in più che mi ha dato e che ho molto apprezzato –, arriveranno – almeno questo è l'auspicio –, in tempi rapidissimi, le risposte che meritano una comunità e un'intera regione.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 20 aprile 2016, alle 9,30:

  (ore 9,30 e ore 16,15)

  1. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   MARIANI ed altri: Princìpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque (C. 2212-A).
  — Relatori: Manfredi, per la maggioranza; Daga e Rondini, di minoranza.

  2. – Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2520.

Pag. 85

  3. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   PES ed altri: Dichiarazione di monumento nazionale della Casa Museo Gramsci in Ghilarza (C. 3450).
  — Relatrice: Carocci.

  4. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   MOLTENI ed altri*: Modifica all'articolo 59 del codice penale in materia di difesa legittima (C. 2892-A).
  — Relatori: Ermini, per la maggioranza; Molteni e La Russa, di minoranza.
*Tutti i deputati firmatari della proposta di legge hanno ritirato la propria sottoscrizione dopo la conclusione dell'esame in sede referente.

  5. – Seguito della discussione del disegno di legge e del documento:
   Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2015 (C. 3540-A).
  — Relatore: Michele Bordo.

   Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2015 (Doc. LXXXVII, n. 4).
  — Relatore: Bergonzi.

  6. – Seguito della discussione delle mozioni Lupi ed altri n. 1-01195, Carfagna ed altri n. 1-01187, Roccella ed altri n. 1-01218, Spadoni ed altri n. 1-01223, Dellai ed altri n. 1-01225, Rondini ed altri n. 1-01226, Vezzali e Monchiero n. 1-01227 e Rampelli ed altri n. 1-01228 concernenti iniziative, in ambito nazionale e sovranazionale, per il contrasto di tutte le forme di surrogazione di maternità.

  (ore 15)

  7. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PROPOSTA DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA

  alla IX Commissione (Trasporti):
   QUINTARELLI ed altri: «Disposizioni in materia di fornitura dei servizi della rete internet per la tutela della concorrenza e della libertà di accesso degli utenti» (2520).
  (La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

  La seduta termina alle 19,55.

ERRATA CORRIGE

  Nel resoconto stenografico della seduta dell'8 aprile 2016:
   a pagina 2, prima colonna, le righe dalla quattordicesima alla ventesima si intendono sostituite dalle seguenti: «CARLO GIULIO LORENZETTI SETTIMANNI, da Bologna, chiede norme volte a consentire all'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione di articolare in più quesiti omogenei i referendum confermativi previsti dall'articolo 138 della Costituzione, quando essi abbiano ad oggetto leggi di revisione costituzionale concernenti una pluralità di materie (1095) – alla I Commissione (Affari costituzionali);».

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Pdl 2212-A - quest. preg. cost. 1 410 409 1 205 116 293 106 Resp.
2 Nom. Pdl 2212-A - em. 1.51 400 396 4 199 60 336 106 Resp.
3 Nom. em. 1.50 404 390 14 196 105 285 106 Resp.
4 Nom. articolo 1 409 295 114 148 293 2 106 Appr.
5 Nom. em. 2.50 410 380 30 191 36 344 104 Resp.
6 Nom. em. 2.51 417 322 95 162 52 270 104 Resp.
7 Nom. em. 2.59 421 408 13 205 55 353 104 Resp.
8 Nom. em. 2.4 416 415 1 208 119 296 104 Resp.
9 Nom. em. 2.53 422 418 4 210 122 296 103 Resp.
10 Nom. em. 2.54 420 360 60 181 54 306 103 Resp.
11 Nom. em. 2.55 413 411 2 206 53 358 103 Resp.
12 Nom. em. 2.60 409 408 1 205 63 345 102 Resp.
13 Nom. em. 2.56 413 327 86 164 325 2 102 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 2.61 408 393 15 197 57 336 102 Resp.
15 Nom. em. 2.57 411 320 91 161 318 2 102 Appr.
16 Nom. em. 2.58 408 407 1 204 67 340 102 Resp.
17 Nom. articolo 2 411 330 81 166 288 42 102 Appr.
18 Nom. em. 3.51 391 373 18 187 96 277 102 Resp.
19 Nom. em. 3.50 411 395 16 198 100 295 102 Resp.
20 Nom. em. 3.52 400 400 201 114 286 102 Resp.
21 Nom. em. 3.54 409 408 1 205 121 287 102 Resp.
22 Nom. em. 3.53 407 391 16 196 390 1 102 Appr.
23 Nom. em. 3.56 389 388 1 195 112 276 102 Resp.
24 Nom. em. 3.70 394 392 2 197 142 250 100 Resp.
25 Nom. em. 3.13 407 407 204 151 256 100 Resp.
26 Nom. em. 3.57 398 308 90 155 65 243 100 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 3.55 406 404 2 203 148 256 99 Resp.
28 Nom. em. 3.12 405 405 203 125 280 99 Resp.
29 Nom. em. 3.58 390 390 196 139 251 98 Resp.
30 Nom. em. 3.59 384 359 25 180 119 240 98 Resp.
31 Nom. em. 3.60 407 380 27 191 122 258 98 Resp.
32 Nom. em. 3.61 413 384 29 193 132 252 98 Resp.
33 Nom. em. 3.62 407 351 56 176 108 243 98 Resp.
34 Nom. em. 3.63 418 414 4 208 106 308 98 Resp.
35 Nom. subem. 0.3.64.1 414 413 1 207 47 366 99 Resp.
36 Nom. em. 3.64 406 350 56 176 344 6 98 Appr.
37 Nom. em. 3.82 409 392 17 197 51 341 98 Resp.
38 Nom. em. 3.66 400 400 201 62 338 98 Resp.
39 Nom. em. 3.68 393 388 5 195 111 277 98 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 3.69 395 394 1 198 387 7 98 Appr.
41 Nom. em. 3.74 404 384 20 193 103 281 97 Resp.
42 Nom. em. 3.72 398 396 2 199 118 278 97 Resp.
43 Nom. em. 3.71 394 392 2 197 119 273 96 Resp.
44 Nom. em. 3.73 378 377 1 189 110 267 96 Resp.
45 Nom. articolo 3 386 377 9 189 245 132 96 Appr.
46 Nom. em. 5.50 348 347 1 174 79 268 96 Resp.
47 Nom. em. 5.53 359 357 2 179 83 274 96 Resp.
48 Nom. em. 5.52 376 374 2 188 95 279 96 Resp.
49 Nom. em. 5.56 380 378 2 190 109 269 96 Resp.
50 Nom. em. 5.54 383 381 2 191 95 286 96 Resp.
51 Nom. em. 5.55 380 378 2 190 108 270 96 Resp.
52 Nom. em. 5.60 387 320 67 161 30 290 96 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 62)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articolo 5 392 364 28 183 242 122 95 Appr.
54 Nom. articolo agg. 5.050 367 354 13 178 90 264 94 Resp.
55 Nom. em. 7.50 362 309 53 155 36 273 94 Resp.
56 Nom. em. 7.51 367 365 2 183 87 278 94 Resp.
57 Nom. em. 7.52 363 307 56 154 42 265 94 Resp.
58 Nom. em. 7.54 370 315 55 158 74 241 94 Resp.
59 Nom. em. 7.56 366 351 15 176 104 247 94 Resp.
60 Nom. em. 7.55 370 306 64 154 40 266 94 Resp.
61 Nom. articolo 7 375 337 38 169 270 67 94 Appr.
62 Nom. articolo agg. 7.050 370 347 23 174 109 238 94 Resp.