MENU DI NAVIGAZIONE DELLA SEZIONE

Salta il menu

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Fine contenuto

MENU DI NAVIGAZIONE DEL DOMINIO PARLAMENTO

INIZIO CONTENUTO

MENU DI NAVIGAZIONE DELLA SEZIONE

Salta il menu

Temi dell'attività parlamentare

Contrasto alla contraffazione dei prodotti alimentari e tutela della sicurezza agroalimentare
informazioni aggiornate a lunedì, 16 gennaio 2017

I prodotti italiani sono oggetti di numerosissimi casi di contraffazione, consistenti, prevalentemente nella commercializzazione di prodotti non italiani con l'utilizzo di nomi, parole, immagini che richiamano l'Italia inducendo quindi in maniera ingannevole a credere che si tratti di prodotti italiani.
In materia di lotta alla contraffazione nella scorsa Legislatura è stata approvata una norma (art. 15 della Legge n. 99 del 23 luglio 2009) che ha introdotto nel codice penale l'art. 517-quater, punendo con la reclusione fino a due anni e la multa fino a 20.000 euro chi contraffà o altera indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari ovvero introduce nel territorio dello Stato, detiene per la vendita o pone in vendita tali prodotti al fine di trarne profitto.

Si segnala in proposito che l'articolo 2 del Disegno di legge A.C. 3119 cd. DDL collegato agricolo modifica il codice penale e il codice di procedura penale proprio in relazione al delitto di contraffazione alimentare, previsto dal citato art. 517-quater del c.p.:

  • integrando la fattispecie di contraffazione alimentare, aggiungendo alle attuali condotte illecite l'imitazione, l'usurpazione e l'evocazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari;
  • inasprendo la pena pecuniaria (la multa, ora pari nel massimo a 20.000 euro, è compresa nel limite minimo di 20.000 euro e massimo di 100.000 euro).

Peraltro, si segnala che presso l'Ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, è stata istituita la Commissione di studio per l'elaborazione di proposte di intervento sulla riforma dei reati in materia agroalimentare. Il termine fissato per ultimare i lavori della Commissione è il 31 luglio 2015. La Commissione è presieduta dall'ex procuratore di Torino Giancarlo Caselli, che attualmente presiede il Comitato Scientifico dell'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare.

Inoltre, si ricorda che, proprio al fine di meglio tutelare la qualità dei prodotti italiani, contrastare il fenomeno delle contraffazioni e dell'illegalità nel settore agroalimentare, sono in corso una serie di iniziative parlamentari, ulteriori rispetto a quella già sopra indicata.

La XIII Commissione Agricoltura della Camera aveva iniziato l'esame di due proposte di legge volte a rafforzare il sistema di coordinamento tra le varie Forze di polizia ed i diversi organi allora deputati al controllo di legalità sui prodotti agroalimentari. Si trattava delle proposte di legge C. 367 e C. 1051, sulle quali si è svolta un'intensa attività conoscitiva esplicatasi con le audizioni informali del Capo del Corpo forestale dello Stato, del Capo del Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressioni frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, del Comandante dei Carabinieri politiche agricole ed alimentari e dei rappresentanti dell'Associazione italiana consorzio indicazioni geografiche (AICIG) e della Guardia di finanza.

Il decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177  ha poi disposto l'assorbimento, a partire dal 2017, del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei carabinieri, con la conseguente riallocazione di funzioni, risorse e personale dell'ex Corpo forestale nell'Arma stessa e, in misura limitata, in altre amministrazioni dello Stato.

L'esecuzione dei controlli ufficiali nel sistema nazionale vede invero coinvolti diversi organi.

Secondo l'ultimo Rapporto dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentaridel Mipaff sull'attività svolta nell'anno 2014, nel 2014 sono stati ottenuti risultati record contro frodi, usurpazioni, fenomeni di Italian sounding e contraffazioni a danno del made in Italy di qualità e dei consumatori, nonché nel contrasto alla criminalità agroalimentare.
Grazie allo strumento della protezione ex officio di cui al Reg. UE 1151/12 e al protocollo d'intesa firmato dal Ministero – ICQRF, l'Associazione italiana Consorzi indicazioni geografiche ed eBay, uno dei maggiori players mondiali dell'e-commerce, l'ICQRF ha potuto far cessare in tempi rapidi l'uso illegale di marchi DOP/IGP in molti Paesi dell'UE e rimuovere dal web offerte di vendita riferiti ai prodotti più emblematici del nostro patrimonio enogastronomico.
L'ICQRF è dal 2014 anche Organismo di contatto in sede UE per l'Italia nel settore vitivinicolo. Sfruttando come mai in passato le possibilità delle norme europee, l'ICQRF ha attivato procedure a tutela dei principali vini di qualità con grandi risultati: la tutela del Prosecco nel Regno Unito o in Germania ne è un esempio vincente. Complessivamente 287 sono state le segnalazioni alle Autorità europee ed internazionali competenti, di usurpazioni e evocazioni relative a prodotti che indebitamente facevano riferimento a denominazioni registrate italiane con un indice di successo del 75% .

Dal punto di vista sanzionatorio, a livello nazionale l'incidenza delle notizie di reato, delle contestazioni e delle diffide sui controlli ispettivi è stata, rispettivamente, dell'1%, dell'11,8% e del 2,4%.
Nel solo 2014 l'ICQRF ha svolto audit su 48 strutture di controllo (il 40% di quelle operanti) delle produzioni agroalimentari di qualità regolamentata (Bio, DOP/IGP/STG, etichettature facoltative ecc.) Delle strutture vigilate nel 2014, 34 operavano su produzioni a DO e IG (13 sul vino), 11 operavano nel settore bio e 3 sull'etichettatura facoltativa delle carni bovine e avicole.
L'ICQRF è stato impegnato in prima linea nell'attuazione del DL n. 91/2014 cd. Campolibero che ha introdotto semplificazioni di grande portata per il mondo agricolo, molte di immediata applicazione; per i produttori vitivinicoli, ad esempio, sono stati eliminati alcuni limiti, obblighi di comunicazioni, divieti, autorizzazioni all'esercizio di specifiche attività previste dalla normativa di settore.
Il D.L. Campolibero ha esteso l'istituto della diffida a tutte le violazioni alle norme che disciplinano la produzione e il commercio dei prodotti alimentari e dei mezzi tecnici di produzione agricola (sementi, mangimi, fertilizzanti e prodotti fitosanitari), prima previsto solo da specifiche norme del settore oleario, vitivinicolo e dei fertilizzanti, rendendo così il sistema punitivo più duttile e efficace. I primi risultati applicativi da luglio 2014 sono stati molto positivi.
Anche nel 2014 l'ICQRF ha riservato particolare attenzione all'attività di controllo sulla produzione trasformazione e commercializzazione di prodotti agroalimentari nella cosiddetta "Terra dei Fuochi", effettuando circa 400 controlli che hanno riguardato 645 prodotti, il 25% dei quali relativi ai settori ortofrutticolo e conserviero.

Impegnato nelle attività di controllo sulla "Terra dei fuochi" è stato anche il Corpo forestale dello Stato (D.L. n. 136/2013). L'attività del Corpo forestale dello Stato - che, come anticipato, è stato assorbito dal 2017 nell'Arma dei carabinieri, ai sensi del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177 - è stata infatti anche mirata al contrasto dei reati ambientali e si è svolta soprattutto nei seguenti ambiti:

  • tutela del territorio rurale e montano e delle sue componenti (bosco, suolo, risorse idriche, ecc.)
  • inquinamento, traffico illecito e smaltimento illegale di rifiuti
  • tutela del paesaggio e dei territori di particolare valore naturalistico
  • tutela dell'acqua e dell'aria
  • tutela della fauna e della flora (autoctona ed esotica)
  • prevenzione e repressione dei reati di maltrattamento degli animali
  • prevenzione e repressione dei reati connessi agli incendi boschivi
  • tutela della salute e sicurezza agroalimentare.

 Proprio per fronteggiare la problematica del traffico illecito dei rifiuti e delle sue pesanti ricadute dal punto di vista ambientale e della sicurezza agroalimentare, l'articolo 3 del suddetto D.L. n. 136/2013 prevede il delitto di combustione illecita di rifiuti, inserendo l'articolo 256-bis nel D.Lgs. n. 152/2006.

Il Corpo forestale aveva pubblicato sul suo sito istituzionale un opuscolo che illustrava le azioni di coordinamento interistituzionale per fronteggiare il fenomeno dell'abbandono incontrollato e dello smaltimento illecito dei rifiuti mediante l'accensione di roghi. La pubblicazione, in particolare, ha illustrato l'attivita' del Corpo forestale dello Stato nella Terra dei Fuochi e le indagini tecniche per la mappatura dei terreni della Regione Campania.

Le tipologie di reati in campo agroalimentare, come stato altresì appurato nel corso di un'indagine conoscitiva svolta dalla XI Commissione nella passata legislatura sui fenomeni di illegalità in agricoltura, sono molteplici: dai furti di mezzi agricoli alle macellazioni clandestine, dalle truffe a danno dell'Unione europea sino ad arrivare a fenomeni di estorsione nei confronti delle imprese agricole in difficoltà finanziarie. sussiste, poi, il problema dei controlli sui prodotti importati dai Paesi terzi che sovente sfuggono al sistema di controlli.

Si ricorda a questo proposito che misure di contrasto alla contraffazione di prodotti DOP, quali nello specifico la mozzarella di bufala campana, sono contenute nel D.L. n. 91/2014 (all'articolo 4, commi 1-7). In particolare, il D.L. dispone (modificando in tal senso la disciplina previgente) che la produzione di formaggi e preparati alimentari, realizzati con latte o derivati del latte diverso da quello bufalino proveniente da allevamenti dell'areale DOP, siano prodotti in un luogo differente rispetto a quello in cui avviene la produzione della Mozzarella di Bufala Campana DOP. Il D.L., inoltre, dispone in ordine alla tracciabilità del latte di bufala e dei prodotti trasformati derivanti dall'utilizzo di latte bufalino, introducendo sanzioni per chi viola i predetti obblighi.

I prodotti italiani sono oggetti di numerosissimi casi di contraffazione, consistenti, prevalentemente nella commercializzazione di prodotti non italiani con l'utilizzo di nomi, parole, immagini che richiamano l'Italia inducendo quindi in maniera ingannevole a credere che si tratti di prodotti italiani.
In materia di lotta alla contraffazione nella scorsa Legislatura è stata approvata una norma (art. 15 della Legge n. 99 del 23 luglio 2009) che ha introdotto nel codice penale l'art. 517-quater, punendo con la reclusione fino a due anni e la multa fino a 20.000 euro chi contraffà o altera indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari ovvero introduce nel territorio dello Stato, detiene per la vendita o pone in vendita tali prodotti al fine di trarne profitto.

Si segnala in proposito che l'articolo 2 del Disegno di legge A.C. 3119 cd. DDL collegato agricolo modifica il codice penale e il codice di procedura penale proprio in relazione al delitto di contraffazione alimentare, previsto dal citato art. 517-quater del c.p.:

  • integrando la fattispecie di contraffazione alimentare, aggiungendo alle attuali condotte illecite l'imitazione, l'usurpazione e l'evocazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari;
  • inasprendo la pena pecuniaria (la multa, ora pari nel massimo a 20.000 euro, è compresa nel limite minimo di 20.000 euro e massimo di 100.000 euro).

Peraltro, si segnala che presso l'Ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, è stata istituita la Commissione di studio per l'elaborazione di proposte di intervento sulla riforma dei reati in materia agroalimentare. Il termine fissato per ultimare i lavori della Commissione è il 31 luglio 2015. La Commissione è presieduta dall'ex procuratore di Torino Giancarlo Caselli, che attualmente presiede il Comitato Scientifico dell'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare.

Inoltre, si ricorda che, proprio al fine di meglio tutelare la qualità dei prodotti italiani, contrastare il fenomeno delle contraffazioni e dell'illegalità nel settore agroalimentare, sono in corso una serie di iniziative parlamentari, ulteriori rispetto a quella già sopra indicata.

La XIII Commissione Agricoltura della Camera aveva iniziato l'esame di due proposte di legge volte a rafforzare il sistema di coordinamento tra le varie Forze di polizia ed i diversi organi allora deputati al controllo di legalità sui prodotti agroalimentari. Si trattava delle proposte di legge C. 367 e C. 1051, sulle quali si è svolta un'intensa attività conoscitiva esplicatasi con le audizioni informali del Capo del Corpo forestale dello Stato, del Capo del Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressioni frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, del Comandante dei Carabinieri politiche agricole ed alimentari e dei rappresentanti dell'Associazione italiana consorzio indicazioni geografiche (AICIG) e della Guardia di finanza.

Il decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177  ha poi disposto l'assorbimento, a partire dal 2017, del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei carabinieri, con la conseguente riallocazione di funzioni, risorse e personale dell'ex Corpo forestale nell'Arma stessa e, in misura limitata, in altre amministrazioni dello Stato.

L'esecuzione dei controlli ufficiali nel sistema nazionale vede invero coinvolti diversi organi.

Secondo l'ultimo Rapporto dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentaridel Mipaff sull'attività svolta nell'anno 2014, nel 2014 sono stati ottenuti risultati record contro frodi, usurpazioni, fenomeni di Italian sounding e contraffazioni a danno del made in Italy di qualità e dei consumatori, nonché nel contrasto alla criminalità agroalimentare.
Grazie allo strumento della protezione ex officio di cui al Reg. UE 1151/12 e al protocollo d'intesa firmato dal Ministero – ICQRF, l'Associazione italiana Consorzi indicazioni geografiche ed eBay, uno dei maggiori players mondiali dell'e-commerce, l'ICQRF ha potuto far cessare in tempi rapidi l'uso illegale di marchi DOP/IGP in molti Paesi dell'UE e rimuovere dal web offerte di vendita riferiti ai prodotti più emblematici del nostro patrimonio enogastronomico.
L'ICQRF è dal 2014 anche Organismo di contatto in sede UE per l'Italia nel settore vitivinicolo. Sfruttando come mai in passato le possibilità delle norme europee, l'ICQRF ha attivato procedure a tutela dei principali vini di qualità con grandi risultati: la tutela del Prosecco nel Regno Unito o in Germania ne è un esempio vincente. Complessivamente 287 sono state le segnalazioni alle Autorità europee ed internazionali competenti, di usurpazioni e evocazioni relative a prodotti che indebitamente facevano riferimento a denominazioni registrate italiane con un indice di successo del 75% .

Dal punto di vista sanzionatorio, a livello nazionale l'incidenza delle notizie di reato, delle contestazioni e delle diffide sui controlli ispettivi è stata, rispettivamente, dell'1%, dell'11,8% e del 2,4%.
Nel solo 2014 l'ICQRF ha svolto audit su 48 strutture di controllo (il 40% di quelle operanti) delle produzioni agroalimentari di qualità regolamentata (Bio, DOP/IGP/STG, etichettature facoltative ecc.) Delle strutture vigilate nel 2014, 34 operavano su produzioni a DO e IG (13 sul vino), 11 operavano nel settore bio e 3 sull'etichettatura facoltativa delle carni bovine e avicole.
L'ICQRF è stato impegnato in prima linea nell'attuazione del DL n. 91/2014 cd. Campolibero che ha introdotto semplificazioni di grande portata per il mondo agricolo, molte di immediata applicazione; per i produttori vitivinicoli, ad esempio, sono stati eliminati alcuni limiti, obblighi di comunicazioni, divieti, autorizzazioni all'esercizio di specifiche attività previste dalla normativa di settore.
Il D.L. Campolibero ha esteso l'istituto della diffida a tutte le violazioni alle norme che disciplinano la produzione e il commercio dei prodotti alimentari e dei mezzi tecnici di produzione agricola (sementi, mangimi, fertilizzanti e prodotti fitosanitari), prima previsto solo da specifiche norme del settore oleario, vitivinicolo e dei fertilizzanti, rendendo così il sistema punitivo più duttile e efficace. I primi risultati applicativi da luglio 2014 sono stati molto positivi.
Anche nel 2014 l'ICQRF ha riservato particolare attenzione all'attività di controllo sulla produzione trasformazione e commercializzazione di prodotti agroalimentari nella cosiddetta "Terra dei Fuochi", effettuando circa 400 controlli che hanno riguardato 645 prodotti, il 25% dei quali relativi ai settori ortofrutticolo e conserviero.

Impegnato nelle attività di controllo sulla "Terra dei fuochi" è stato anche il Corpo forestale dello Stato (D.L. n. 136/2013). L'attività del Corpo forestale dello Stato - che, come anticipato, è stato assorbito dal 2017 nell'Arma dei carabinieri, ai sensi del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177 - è stata infatti anche mirata al contrasto dei reati ambientali e si è svolta soprattutto nei seguenti ambiti:

  • tutela del territorio rurale e montano e delle sue componenti (bosco, suolo, risorse idriche, ecc.)
  • inquinamento, traffico illecito e smaltimento illegale di rifiuti
  • tutela del paesaggio e dei territori di particolare valore naturalistico
  • tutela dell'acqua e dell'aria
  • tutela della fauna e della flora (autoctona ed esotica)
  • prevenzione e repressione dei reati di maltrattamento degli animali
  • prevenzione e repressione dei reati connessi agli incendi boschivi
  • tutela della salute e sicurezza agroalimentare.

 Proprio per fronteggiare la problematica del traffico illecito dei rifiuti e delle sue pesanti ricadute dal punto di vista ambientale e della sicurezza agroalimentare, l'articolo 3 del suddetto D.L. n. 136/2013 prevede il delitto di combustione illecita di rifiuti, inserendo l'articolo 256-bis nel D.Lgs. n. 152/2006.

Il Corpo forestale aveva pubblicato sul suo sito istituzionale un opuscolo che illustrava le azioni di coordinamento interistituzionale per fronteggiare il fenomeno dell'abbandono incontrollato e dello smaltimento illecito dei rifiuti mediante l'accensione di roghi. La pubblicazione, in particolare, ha illustrato l'attivita' del Corpo forestale dello Stato nella Terra dei Fuochi e le indagini tecniche per la mappatura dei terreni della Regione Campania.

Le tipologie di reati in campo agroalimentare, come stato altresì appurato nel corso di un'indagine conoscitiva svolta dalla XI Commissione nella passata legislatura sui fenomeni di illegalità in agricoltura, sono molteplici: dai furti di mezzi agricoli alle macellazioni clandestine, dalle truffe a danno dell'Unione europea sino ad arrivare a fenomeni di estorsione nei confronti delle imprese agricole in difficoltà finanziarie. sussiste, poi, il problema dei controlli sui prodotti importati dai Paesi terzi che sovente sfuggono al sistema di controlli.

Si ricorda a questo proposito che misure di contrasto alla contraffazione di prodotti DOP, quali nello specifico la mozzarella di bufala campana, sono contenute nel D.L. n. 91/2014 (all'articolo 4, commi 1-7). In particolare, il D.L. dispone (modificando in tal senso la disciplina previgente) che la produzione di formaggi e preparati alimentari, realizzati con latte o derivati del latte diverso da quello bufalino proveniente da allevamenti dell'areale DOP, siano prodotti in un luogo differente rispetto a quello in cui avviene la produzione della Mozzarella di Bufala Campana DOP. Il D.L., inoltre, dispone in ordine alla tracciabilità del latte di bufala e dei prodotti trasformati derivanti dall'utilizzo di latte bufalino, introducendo sanzioni per chi viola i predetti obblighi.