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Temi dell'attività parlamentare

Il Consiglio europeo del 26-27 giugno 2014
informazioni aggiornate a lunedì, 30 giugno 2014
Il Consiglio europeo del 26-27 giugno ha discusso i seguenti temi: Agenda strategica dell'UE per i prossimi anni e designazione del Presidente della Commissione europea; Spazio di libertà, sicurezza e giustizia, con particolare riferimento alle politiche in materia di asilo, immigrazione, gestione delle frontiere, cooperazione di polizia e giudiziaria; crescita, competitività e occupazione, partendo dall'esame delle raccomandazioni in materia di politica economica indirizzate agli Stati membri nell'ambito del Semestre europeo; clima ed energia.

Il 24 giugno la Camera dei deputati, in esito alle comunicazioni del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno e sulle linee programmatiche del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea, ha approvato la risoluzione n. 6-00077 (Speranza e altri), su cui il Governo ha espresso parere favorevole. Sono state respinte le risoluzioni n. 6-00078 (Giancarlo Giorgetti e altri), n. 6-00079 (Carinelli ed altri) e n. 6-00080 (Scotto e altri), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Si riportano di seguito gli elementi essenziali delle conclusioni del Consiglio europeo.

Agenda strategica dell'UE per i prossimi anni

L'adozione da parte del Consiglio europeo di un'Agenda strategica, volta a definire le priorità dell'UE nel prossimo quinquennio, costituisce una novità concordata nella riunione informale del Consiglio europeo svoltasi il 27 maggio 2014 per valutare i risultati delle elezioni del Parlamento europeo.

Il documento, predisposto dal Presidente del Consiglio europeo, Van Rompuy, e allegato alle conclusioni del Consiglio medesimo, pone l'attenzione sul fatto che l'Unione europea sta uscendo da un lungo periodo di crisi economica e di disaffezione della pubblica opinione. Benché si registrino segnali di ripresa, peraltro ancora deboli, le maggiori preoccupazioni derivano da un elevato tasso di disoccupazione, soprattutto fra i giovani, e dalle persistenti disuguaglianze sociali. Tra gli altri elementi di fragilità, il documento segnala l'elevata dipendenza energetica dell'Europa, gli insufficienti investimenti pubblici e privati e gli squilibri all'interno dell'area euro, tutti elementi che rappresentano un ostacolo per la competitività dell'Europa. Il quadro di vulnerabilità è aggravato dalla diffusione di fenomeni di radicalismo ed estremismo che aumentano l'instabilità; a livello interno, d'altro canto, i cambiamenti demografici mettono sotto pressione il nostro sistema di welfare.

Per governare il cambiamento – nel quale tutti i paesi dell'UE sono impegnati - e venire incontro alle aspettative dei cittadini europei, secondo il documento occorre, in linea con i principi di sussidiarietà e proporzionalità, che l'UE eviti di intervenire quando gli Stati membri possono raggiungere i medesimi obiettivi più efficacemente e intrattenga un dialogo effettivo con i parlamenti nazionali.

In particolare, per affrontare le sfide economiche che tuttora permangono è necessario proseguire le riforme strutturali, partendo dai recenti sforzi di consolidamento, dalle regole del Patto per la stabilità e la crescita e da un pieno uso degli spazi di flessibilità in esso contenuti.

Su tali basi il documento pone l'accento su alcune priorità da affrontare nei prossimi cinque anni tra le quali si segnalano:

  • lavoro, crescita e competitività, attraverso il pieno sfruttamento delle potenzialità del mercato unico, gli investimenti infrastrutturali nei settori dei trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni, il consolidamento della governance dell'Unione economica e monetaria, rafforzando le misure di solidarietà e il coordinamento delle politiche economiche;
  • lotta alla disoccupazione giovanile;
  • unione energetica, attraverso il contenimento della domanda derivante dall'aumento dell'efficienza energetica e la piena integrazione del mercato europeo dell'energia;
  • libertà sicurezza e giustizia, attraverso una migliore gestione dell'emigrazione, la prevenzione e la lotta al crimine e al terrorismo, lo sviluppo della cooperazione giudiziaria tra gli Stati membri.
Designazione del Presidente della Commissione europea

 Il Consiglio europeo ha designato (con i voti contrari dei Capi di governo di Regno unito e Ungheria) come candidato Presidente della Commissione europea Jean-Claude Junker.

L'articolo 17, paragrafo 7, del Trattato sull'Unione europea (TUE) prevede che il Consiglio europeo, - tenuto conto delle elezioni del Parlamento europeo e dopo aver effettuato le consultazioni appropriate - deliberando a maggioranza qualificata, proponga al Parlamento europeo un candidato alla carica di Presidente della Commissione, che è eletto dal Parlamento europeo a maggioranza dei membri che lo compongono (376 voti). Il voto è a scrutinio segreto.

Se il candidato non ottiene la maggioranza, il Consiglio europeo, deliberando a maggioranza qualificata, propone entro un mese un nuovo candidato, che è eletto dal Parlamento europeo secondo la stessa procedura. Il mandato dell'attuale Commissione europea scade il 31 ottobre 2014.

Le ipotesi che allo stato attuale appaiono più probabili prevedono che il voto del Parlamento europeo sull'elezione del Presidente della Commissione europea potrebbe svolgersi in occasione di una delle sessioni plenarie del Parlamento europeo di luglio (1-3 luglio o 14 – 17 luglio).

Spazio di libertà, sicurezza e giustizia

Il Consiglio europeo ha definito gli orientamenti strategici della programmazione legislativa e operativa nello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia per gli anni a venire.

In particolare, è stata ribadita l'intenzione di intensificare la cooperazione operativa e rafforzare il ruolo delle varie Agenzie dell'Unione europea, ponendo l'accento su un uso strategico dei fondi UE.

Tra i temi essenziali dello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia nei prossimi anni, si ritiene essenziale garantire la protezione dei diritti fondamentali, compresa la protezione dei dati, affrontando al tempo stesso i problemi di sicurezza, anche nelle relazioni con i Paesi terzi.

In materia di tutela dei diritti fondamentali, si segnala che in data 11 marzo 2014 la Commissione europea ha adottato una comunicazione recante un nuovo quadro giuridico volto a fronteggiare le minacce sistemiche. La Commissione europea, in sintesi, prospetta un meccanismo di allarme precoce a livello di Unione europea volto a sanare situazioni non episodiche di violazione dei diritti fondamentali negli Stati membri, prima ancora che le fattispecie considerate possano comportare l'irrogazione di sanzioni previste dai Trattati.  

La comunicazione è attualmente all'esame delle Commissioni I (Affari costituzionali) e II (Giustizia) della Camera.

Asilo e immigrazione

Il Consiglio europeo ha posto l'attenzione sulla necessità di adottare un approccio globale volto contemporaneamente a:

  • ottimizzare i benefici della migrazione legale;
  • offrire protezione agli aventi bisogno;
  • affrontare con decisione la migrazione irregolare.

Circa le opportunità della migrazione legale, il Consiglio europeo ha sottolineato l'opportunità di razionalizzare le norme esistenti e promuovere il dialogo con la comunità imprenditoriale, nonché il sostegno alle iniziative degli Stati membri a favore di politiche attive dell'integrazione che rafforzino la coesione sociale e il dinamismo economico.

Per quanto riguarda la protezione internazionale sono considerati priorità assolute il pieno recepimento e l'attuazione efficace del sistema europeo comune di asilo (CEAS).

Il sistema è stato completato nel 2013. Si prevedono pertanto: procedure riconoscimento/revoca dello status di protezione internazionale; standard minimi per l'accoglienza dei richiedenti asilo; criteri di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda di protezione internazionale (sistema cosiddetto Dublino); il sistema Eurodac di confronto delle impronte digitali; disciplina uniforme dello status di beneficiario di protezione internazionale (compreso il contenuto della protezione riconosciuta).

Il Consiglio europeo ha posto altresì l'accento sulla necessità di potenziare il ruolo svolto dall'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO), nonché sulle pratiche convergenti tra Stati membri nella gestione delle domande di asilo, che potrebbero aprire la strada ad un sistema unico di asilo, comprensivo del riconoscimento reciproco delle decisioni in materia di protezione internazionale.

Con riguardo alla questione delle cause dei flussi migratori irregolari, si indica che l'impegno dell'UE per evitare ulteriori perdite di vite umane di migranti che intraprendono viaggi pericolosi dovrebbe esplicarsi anzitutto intensificando la cooperazione con i Paesi di origine e transito; le questioni migratorie dovrebbero pertanto costituire il profilo più importante delle politiche esterne e di sviluppo dell'Unione, in particolare mediante l'applicazione del principio "di più a chi fa di più" nei confronti degli Stati terzi.

Gestione delle frontiere esterne

In tema di gestione efficace delle frontiere esterne dell'UE il Consiglio europeo ha espresso in particolare l'intenzione di mobilitare le seguenti misure strategiche:

  • la modernizzazione della gestione integrata delle frontiere esterne in particolare mediante il sistema di ingresso/uscita e il programma per viaggiatori registrati (strumenti tuttora all'esame delle istituzioni UE), anche grazie all'assistenza della nuova agenzia per i sistemi IT su larga scala (EU-LISA);
  • il potenziamento del ruolo di Frontex, in particolare rafforzandone le attività in termini di assistenza operativa, e aumentandone la reattività ai rapidi sviluppi dei flussi migratori, grazie alla piena operatività del nuovo sistema europeo di sorveglianza delle frontiere Eurosur;
  • l'istituzione di un sistema europeo di guardie di frontiera per migliorare il controllo e le capacità di sorveglianza alle nostre frontiere esterne;
  • la modernizzazione della politica comune in materia di visti agevolando i viaggi legittimi, mantenendo nel contempo un elevato livello di sicurezza e attuando il nuovo sistema di governance Schengen.
Sicurezza

Il Consiglio europeo ha ribadito l'importanza della sicurezza dei cittadini europei, ponendo l'attenzione in particolare sulla prevenzione e la lotta alla criminalità organizzata, alla tratta degli esseri umani e alla corruzione, e su un'efficace politica antiterrorismo dell'UE, in cui tutti i pertinenti attori collaborino strettamente, e che integri gli aspetti interni ed esterni della lotta al terrorismo, riaffermando il ruolo del coordinatore antiterrorismo dell'UE.

Giustizia

Il Consiglio europeo ha riaffermato il ruolo vitale per l'UE di un autentico spazio europeo di giustizia nel rispetto dei diversi ordinamenti giuridici e delle diverse tradizioni giuridiche degli Stati membri, considerando necessario l'ulteriore rafforzamento della fiducia reciproca tra i rispettivi ordinamenti giuridici.

In tale ambito di intervento vengono indicati, in particolare, i seguenti obiettivi:

  • promuovere coerenza e chiarezza della legislazione dell'UE a beneficio di cittadini e imprese;
  • semplificare l'accesso alla giustizia, promuovere mezzi di ricorso efficaci e l'uso delle innovazioni tecnologiche tra cui la giustizia elettronica;
  • esaminare il rafforzamento dei diritti delle persone, segnatamente le persone vulnerabili, nei procedimenti civili per agevolare l'esecuzione delle sentenze nel diritto di famiglia e in materia civile e commerciale;
  • rafforzare il riconoscimento reciproco di decisioni e sentenze in materia civile e penale;
  • potenziare lo scambio di informazioni tra le autorità degli Stati membri;
  • lottare contro il comportamento fraudolento e i danni al bilancio dell'UE facendo avanzare i negoziati sulla Procura europea.
Crescita, competitività e occupazione

Il Consiglio europeo, in considerazione dei livelli persistentemente elevati di debito pubblico ha ribadito l'impegno a proseguire un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita, intensificando l'azione per ridurre il cuneo fiscale sul lavoro, riformare i mercati di prodotti e servizi e le pubbliche amministrazioni, migliorare il contesto imprenditoriale e della ricerca, facilitare l'accesso delle imprese ai finanziamenti, migliorare il funzionamento delle industrie di rete e riformare i sistemi d'istruzione.

Sulla scorta di queste valutazioni generali, il Consiglio europeo ha avallato le raccomandazioni specifiche per ciascun Paese dell'UE, sui rispettivi Piani nazionali di riforma e sui Programmi di stabilità nell'ambito della procedura del Semestre europeo.

Clima ed energia

Il Consiglio europeo ha avviato la discussione sulla strategia europea di sicurezza energetica, presentata recentemente dalla Commissione e strettamente connessa al quadro per le politiche dell'energia e del clima per il 2030.

In particolare, il dibattito si è incentrato sulla necessità di ridurre la dipendenza energetica dell'UE adottando specifiche misure in materia di:

  • rafforzamento dei meccanismi di emergenza e solidarietà esistenti;
  • pieno rispetto delle norme dell'UE in materia di concorrenza e mercato interno con riferimento agli investimenti nelle infrastrutture energetiche anche di Paesi terzi (è chiaro il riferimento al contenzioso attualmente in atto tra la Commissione europea e Gazprom per la costruzione del gasdotto South Stream);
  • avvio di un dialogo con i partner internazionali per ridurre il rischio di interruzione nella fornitura di gas naturale;
  • rafforzamento della Comunità dell'energia.

Il Consiglio europeo ha inoltre discusso sulla opportunità di realizzare una maggiore integrazione del mercato europeo dell'energia e il potenziamento dell'interconnettività.

Infine, il Consiglio ha ribadito l'impegno a prendere una decisione entro ottobre 2014  in merito al quadro clima ed energia al 2030, in particolare su:

  • i criteri per una ripartizione equa degli oneri tra gli Stati membri;
  • il meccanismo di lotta alla delocalizzazione delle emissioni (carbon leakage);
  • l'impatto delle misure proposte (una riduzione vincolante di almeno il 40% delle emissioni di CO2 nel 2030 e l'obiettivo europeo del 27% di rinnovabili) in ogni Stato membro.
Altri punti

Albania

Il Consiglio europeo ha approvato la decisione relativa alla concessione all'Albania dello status di Paese candidato all'adesione dell'UE, rinviata, in assenza della necessaria unanimità, nella riunione del 17 dicembre 2013. 

Ucraina

Il Consiglio europeo ha esaminato gli sviluppi della situazione in Ucraina, approvando delle conclusioni.

Il Consiglio europeo del 26-27 giugno ha discusso i seguenti temi: Agenda strategica dell'UE per i prossimi anni e designazione del Presidente della Commissione europea; Spazio di libertà, sicurezza e giustizia, con particolare riferimento alle politiche in materia di asilo, immigrazione, gestione delle frontiere, cooperazione di polizia e giudiziaria; crescita, competitività e occupazione, partendo dall'esame delle raccomandazioni in materia di politica economica indirizzate agli Stati membri nell'ambito del Semestre europeo; clima ed energia.

Il 24 giugno la Camera dei deputati, in esito alle comunicazioni del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno e sulle linee programmatiche del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea, ha approvato la risoluzione n. 6-00077 (Speranza e altri), su cui il Governo ha espresso parere favorevole. Sono state respinte le risoluzioni n. 6-00078 (Giancarlo Giorgetti e altri), n. 6-00079 (Carinelli ed altri) e n. 6-00080 (Scotto e altri), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Si riportano di seguito gli elementi essenziali delle conclusioni del Consiglio europeo.

Agenda strategica dell'UE per i prossimi anni

L'adozione da parte del Consiglio europeo di un'Agenda strategica, volta a definire le priorità dell'UE nel prossimo quinquennio, costituisce una novità concordata nella riunione informale del Consiglio europeo svoltasi il 27 maggio 2014 per valutare i risultati delle elezioni del Parlamento europeo.

Il documento, predisposto dal Presidente del Consiglio europeo, Van Rompuy, e allegato alle conclusioni del Consiglio medesimo, pone l'attenzione sul fatto che l'Unione europea sta uscendo da un lungo periodo di crisi economica e di disaffezione della pubblica opinione. Benché si registrino segnali di ripresa, peraltro ancora deboli, le maggiori preoccupazioni derivano da un elevato tasso di disoccupazione, soprattutto fra i giovani, e dalle persistenti disuguaglianze sociali. Tra gli altri elementi di fragilità, il documento segnala l'elevata dipendenza energetica dell'Europa, gli insufficienti investimenti pubblici e privati e gli squilibri all'interno dell'area euro, tutti elementi che rappresentano un ostacolo per la competitività dell'Europa. Il quadro di vulnerabilità è aggravato dalla diffusione di fenomeni di radicalismo ed estremismo che aumentano l'instabilità; a livello interno, d'altro canto, i cambiamenti demografici mettono sotto pressione il nostro sistema di welfare.

Per governare il cambiamento – nel quale tutti i paesi dell'UE sono impegnati - e venire incontro alle aspettative dei cittadini europei, secondo il documento occorre, in linea con i principi di sussidiarietà e proporzionalità, che l'UE eviti di intervenire quando gli Stati membri possono raggiungere i medesimi obiettivi più efficacemente e intrattenga un dialogo effettivo con i parlamenti nazionali.

In particolare, per affrontare le sfide economiche che tuttora permangono è necessario proseguire le riforme strutturali, partendo dai recenti sforzi di consolidamento, dalle regole del Patto per la stabilità e la crescita e da un pieno uso degli spazi di flessibilità in esso contenuti.

Su tali basi il documento pone l'accento su alcune priorità da affrontare nei prossimi cinque anni tra le quali si segnalano:

  • lavoro, crescita e competitività, attraverso il pieno sfruttamento delle potenzialità del mercato unico, gli investimenti infrastrutturali nei settori dei trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni, il consolidamento della governance dell'Unione economica e monetaria, rafforzando le misure di solidarietà e il coordinamento delle politiche economiche;
  • lotta alla disoccupazione giovanile;
  • unione energetica, attraverso il contenimento della domanda derivante dall'aumento dell'efficienza energetica e la piena integrazione del mercato europeo dell'energia;
  • libertà sicurezza e giustizia, attraverso una migliore gestione dell'emigrazione, la prevenzione e la lotta al crimine e al terrorismo, lo sviluppo della cooperazione giudiziaria tra gli Stati membri.
Designazione del Presidente della Commissione europea

 Il Consiglio europeo ha designato (con i voti contrari dei Capi di governo di Regno unito e Ungheria) come candidato Presidente della Commissione europea Jean-Claude Junker.

L'articolo 17, paragrafo 7, del Trattato sull'Unione europea (TUE) prevede che il Consiglio europeo, - tenuto conto delle elezioni del Parlamento europeo e dopo aver effettuato le consultazioni appropriate - deliberando a maggioranza qualificata, proponga al Parlamento europeo un candidato alla carica di Presidente della Commissione, che è eletto dal Parlamento europeo a maggioranza dei membri che lo compongono (376 voti). Il voto è a scrutinio segreto.

Se il candidato non ottiene la maggioranza, il Consiglio europeo, deliberando a maggioranza qualificata, propone entro un mese un nuovo candidato, che è eletto dal Parlamento europeo secondo la stessa procedura. Il mandato dell'attuale Commissione europea scade il 31 ottobre 2014.

Le ipotesi che allo stato attuale appaiono più probabili prevedono che il voto del Parlamento europeo sull'elezione del Presidente della Commissione europea potrebbe svolgersi in occasione di una delle sessioni plenarie del Parlamento europeo di luglio (1-3 luglio o 14 – 17 luglio).

Spazio di libertà, sicurezza e giustizia

Il Consiglio europeo ha definito gli orientamenti strategici della programmazione legislativa e operativa nello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia per gli anni a venire.

In particolare, è stata ribadita l'intenzione di intensificare la cooperazione operativa e rafforzare il ruolo delle varie Agenzie dell'Unione europea, ponendo l'accento su un uso strategico dei fondi UE.

Tra i temi essenziali dello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia nei prossimi anni, si ritiene essenziale garantire la protezione dei diritti fondamentali, compresa la protezione dei dati, affrontando al tempo stesso i problemi di sicurezza, anche nelle relazioni con i Paesi terzi.

In materia di tutela dei diritti fondamentali, si segnala che in data 11 marzo 2014 la Commissione europea ha adottato una comunicazione recante un nuovo quadro giuridico volto a fronteggiare le minacce sistemiche. La Commissione europea, in sintesi, prospetta un meccanismo di allarme precoce a livello di Unione europea volto a sanare situazioni non episodiche di violazione dei diritti fondamentali negli Stati membri, prima ancora che le fattispecie considerate possano comportare l'irrogazione di sanzioni previste dai Trattati.  

La comunicazione è attualmente all'esame delle Commissioni I (Affari costituzionali) e II (Giustizia) della Camera.

Asilo e immigrazione

Il Consiglio europeo ha posto l'attenzione sulla necessità di adottare un approccio globale volto contemporaneamente a:

  • ottimizzare i benefici della migrazione legale;
  • offrire protezione agli aventi bisogno;
  • affrontare con decisione la migrazione irregolare.

Circa le opportunità della migrazione legale, il Consiglio europeo ha sottolineato l'opportunità di razionalizzare le norme esistenti e promuovere il dialogo con la comunità imprenditoriale, nonché il sostegno alle iniziative degli Stati membri a favore di politiche attive dell'integrazione che rafforzino la coesione sociale e il dinamismo economico.

Per quanto riguarda la protezione internazionale sono considerati priorità assolute il pieno recepimento e l'attuazione efficace del sistema europeo comune di asilo (CEAS).

Il sistema è stato completato nel 2013. Si prevedono pertanto: procedure riconoscimento/revoca dello status di protezione internazionale; standard minimi per l'accoglienza dei richiedenti asilo; criteri di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda di protezione internazionale (sistema cosiddetto Dublino); il sistema Eurodac di confronto delle impronte digitali; disciplina uniforme dello status di beneficiario di protezione internazionale (compreso il contenuto della protezione riconosciuta).

Il Consiglio europeo ha posto altresì l'accento sulla necessità di potenziare il ruolo svolto dall'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO), nonché sulle pratiche convergenti tra Stati membri nella gestione delle domande di asilo, che potrebbero aprire la strada ad un sistema unico di asilo, comprensivo del riconoscimento reciproco delle decisioni in materia di protezione internazionale.

Con riguardo alla questione delle cause dei flussi migratori irregolari, si indica che l'impegno dell'UE per evitare ulteriori perdite di vite umane di migranti che intraprendono viaggi pericolosi dovrebbe esplicarsi anzitutto intensificando la cooperazione con i Paesi di origine e transito; le questioni migratorie dovrebbero pertanto costituire il profilo più importante delle politiche esterne e di sviluppo dell'Unione, in particolare mediante l'applicazione del principio "di più a chi fa di più" nei confronti degli Stati terzi.

Gestione delle frontiere esterne

In tema di gestione efficace delle frontiere esterne dell'UE il Consiglio europeo ha espresso in particolare l'intenzione di mobilitare le seguenti misure strategiche:

  • la modernizzazione della gestione integrata delle frontiere esterne in particolare mediante il sistema di ingresso/uscita e il programma per viaggiatori registrati (strumenti tuttora all'esame delle istituzioni UE), anche grazie all'assistenza della nuova agenzia per i sistemi IT su larga scala (EU-LISA);
  • il potenziamento del ruolo di Frontex, in particolare rafforzandone le attività in termini di assistenza operativa, e aumentandone la reattività ai rapidi sviluppi dei flussi migratori, grazie alla piena operatività del nuovo sistema europeo di sorveglianza delle frontiere Eurosur;
  • l'istituzione di un sistema europeo di guardie di frontiera per migliorare il controllo e le capacità di sorveglianza alle nostre frontiere esterne;
  • la modernizzazione della politica comune in materia di visti agevolando i viaggi legittimi, mantenendo nel contempo un elevato livello di sicurezza e attuando il nuovo sistema di governance Schengen.
Sicurezza

Il Consiglio europeo ha ribadito l'importanza della sicurezza dei cittadini europei, ponendo l'attenzione in particolare sulla prevenzione e la lotta alla criminalità organizzata, alla tratta degli esseri umani e alla corruzione, e su un'efficace politica antiterrorismo dell'UE, in cui tutti i pertinenti attori collaborino strettamente, e che integri gli aspetti interni ed esterni della lotta al terrorismo, riaffermando il ruolo del coordinatore antiterrorismo dell'UE.

Giustizia

Il Consiglio europeo ha riaffermato il ruolo vitale per l'UE di un autentico spazio europeo di giustizia nel rispetto dei diversi ordinamenti giuridici e delle diverse tradizioni giuridiche degli Stati membri, considerando necessario l'ulteriore rafforzamento della fiducia reciproca tra i rispettivi ordinamenti giuridici.

In tale ambito di intervento vengono indicati, in particolare, i seguenti obiettivi:

  • promuovere coerenza e chiarezza della legislazione dell'UE a beneficio di cittadini e imprese;
  • semplificare l'accesso alla giustizia, promuovere mezzi di ricorso efficaci e l'uso delle innovazioni tecnologiche tra cui la giustizia elettronica;
  • esaminare il rafforzamento dei diritti delle persone, segnatamente le persone vulnerabili, nei procedimenti civili per agevolare l'esecuzione delle sentenze nel diritto di famiglia e in materia civile e commerciale;
  • rafforzare il riconoscimento reciproco di decisioni e sentenze in materia civile e penale;
  • potenziare lo scambio di informazioni tra le autorità degli Stati membri;
  • lottare contro il comportamento fraudolento e i danni al bilancio dell'UE facendo avanzare i negoziati sulla Procura europea.
Crescita, competitività e occupazione

Il Consiglio europeo, in considerazione dei livelli persistentemente elevati di debito pubblico ha ribadito l'impegno a proseguire un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita, intensificando l'azione per ridurre il cuneo fiscale sul lavoro, riformare i mercati di prodotti e servizi e le pubbliche amministrazioni, migliorare il contesto imprenditoriale e della ricerca, facilitare l'accesso delle imprese ai finanziamenti, migliorare il funzionamento delle industrie di rete e riformare i sistemi d'istruzione.

Sulla scorta di queste valutazioni generali, il Consiglio europeo ha avallato le raccomandazioni specifiche per ciascun Paese dell'UE, sui rispettivi Piani nazionali di riforma e sui Programmi di stabilità nell'ambito della procedura del Semestre europeo.

Clima ed energia

Il Consiglio europeo ha avviato la discussione sulla strategia europea di sicurezza energetica, presentata recentemente dalla Commissione e strettamente connessa al quadro per le politiche dell'energia e del clima per il 2030.

In particolare, il dibattito si è incentrato sulla necessità di ridurre la dipendenza energetica dell'UE adottando specifiche misure in materia di:

  • rafforzamento dei meccanismi di emergenza e solidarietà esistenti;
  • pieno rispetto delle norme dell'UE in materia di concorrenza e mercato interno con riferimento agli investimenti nelle infrastrutture energetiche anche di Paesi terzi (è chiaro il riferimento al contenzioso attualmente in atto tra la Commissione europea e Gazprom per la costruzione del gasdotto South Stream);
  • avvio di un dialogo con i partner internazionali per ridurre il rischio di interruzione nella fornitura di gas naturale;
  • rafforzamento della Comunità dell'energia.

Il Consiglio europeo ha inoltre discusso sulla opportunità di realizzare una maggiore integrazione del mercato europeo dell'energia e il potenziamento dell'interconnettività.

Infine, il Consiglio ha ribadito l'impegno a prendere una decisione entro ottobre 2014  in merito al quadro clima ed energia al 2030, in particolare su:

  • i criteri per una ripartizione equa degli oneri tra gli Stati membri;
  • il meccanismo di lotta alla delocalizzazione delle emissioni (carbon leakage);
  • l'impatto delle misure proposte (una riduzione vincolante di almeno il 40% delle emissioni di CO2 nel 2030 e l'obiettivo europeo del 27% di rinnovabili) in ogni Stato membro.
Altri punti

Albania

Il Consiglio europeo ha approvato la decisione relativa alla concessione all'Albania dello status di Paese candidato all'adesione dell'UE, rinviata, in assenza della necessaria unanimità, nella riunione del 17 dicembre 2013. 

Ucraina

Il Consiglio europeo ha esaminato gli sviluppi della situazione in Ucraina, approvando delle conclusioni.