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La riorganizzazione delle frequenze televisive
informazioni aggiornate a venerdì, 2 marzo 2018

Nel passaggio dalle trasmissioni analogiche a quelle digitali si sono determinate alcune situazioni tecniche problematiche, in particolare legate ad interferenze con i Paesi confinanti. In relazione a queste sono state emanate alcune disposizioni legislative per il rilascio delle frequenze: con i commi 8, 9 e 9-bis dell'articolo 6 del decreto-legge n. 145/2013, come modificati  dai commi da 146 a 148 dell'articolo unico della legge di stabilità 2015 (L. n. 190/2014), si è prevista l'esclusione, da parte di AGCOM, dalla pianificazione e l'obbligo di rilascio, entro il 30 aprile 2015, di quelle frequenze del servizio digitale terrestre che causassero situazioni di interferenza con i Paesi confinanti (comma 8); si è previsto un indennizzo per gli operatori interessati (comma 9) con  l'obbligo dei titolari di diritti d'uso delle frequenze radio televisive locali di cedere almeno un programma agli operatori locali che avessero rilasciato le frequenze o a cui fosse stato revocato il diritto d'uso (comma 9-bis).

Successivamente, la legge di bilancio per il 2018 (n. 205 del 2017) ha introdotto le nuove norme per la riorganizzazione delle frequenze destinate alla diffusione radiotelevisiva, a seguito della destinazione delle frequenze della banda 700 MHz (694-790 MHz) allo sviluppo delle connessioni radiotelefoniche di quinta generazione (cosiddetto 5G, per il quale si veda il Tema "La gestione delle frequenze e lo spettro radio")

A differenza infatti del precedente cambio di tecnologia (lo switch off dalle frequenze analogiche a quelle digitali completato a luglio 2012), a seguito dell'intervento previsto dalla legge di bilancio si verificherà una riduzione delle frequenze disponibili, sulle quali andrà ripartita la precedente capacità trasmissiva. Anche in questo caso la nuova organizzazione delle bande di frequenza televisive verrà attuata per aree geografiche in un periodo di tempo compreso tra il 30 giugno 2019 al 30 giugno 2021. Il passaggio alle nuove frequenze comporterà che gli attuali impianti di ricezione televisiva dovranno in larga parte essere adeguati con  costi a carico degli utenti finali per l'acquisto di apparecchiature di ricezione televisiva ed i connessi costi di erogazione, a compensazione dei quali è stato previsto uno stanziamento di 100 milioni di euro.

L'intervento di adeguamento richiede peraltro una serie di adempimenti sia di carattere programmatorio che nella relativa fase attuativa. Si riportano di seguito i passaggi più importanti.

Fase preliminare e preparatoria

In relazione alla necessità di riorganizzare la banda di frequenza destinata alla radiotelevisione, entro il 31 maggio 2018 l'AGCOM deve adottare un nuovo Piano di assegnazione delle frequenze da destinare al servizio televisivo digitale terrestre: saranno oggetto di pianificazione le bande III VHF (174-230 mhz) e UHF (470-694 mhz), ossia le uniche bande di frequenza assegnate alle trasmissioni televisive, con esclusivo riferimento alle frequenze destinate all'Italia dagli accordi internazionali.

Le frequenze in banda III VHF (174-230 mhz) avranno una destinazione precisa: saranno pianificate per realizzare un multiplex regionale per la trasmissione di programmi televisivi in ambito locale e per massimizzare il numero di blocchi coordinati destinabili in ciascuna regione alla radiofonia digitale.

Inoltre l'AGCOM dovrà definire, entro il 30 settembre 2018, i criteri di conversione dei diritti d'uso delle frequenze di cui gli operatori di rete sono titolari sulle bande di frequenza citati in diritti d'uso di capacità trasmissiva in multiplex nazionali di nuova realizzazione.

Entro la medesima data l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni stabilisce i criteri per l'assegnazione in ambito nazionale dei diritti d'uso delle frequenze in banda 470-694 MHz UHF agli operatori di rete nazionali mentre il Ministero dello sviluppo economico avvia, entro il medesimo termine, le procedure di selezione per l'assegnazione dei diritti d'uso delle frequenze per il servizio televisivo digitale terrestre ad operatori di rete, ai fini della messa a disposizione di capacità trasmissiva ai fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito locale.

Al fine di valutare i soggetti che possono utilizzare la capacità trasmissiva, entro il 31 dicembre 2018,  il Ministero dello sviluppo economico avvia le procedure per predisporre, per ciascuna area tecnica, una graduatoria dei soggetti legittimamente abilitati quali fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito locale.
Sempre entro il 30 settembre 2018 sarà adeguato il Piano nazionale di ripartizione delle frequenze dal Ministero dello sviluppo economico.

Entro il 28 febbraio 2019, il Ministero dello sviluppo economico provvederà al rilascio dei diritti d'uso delle frequenze ad operatori di rete nazionali sulla base dei criteri definiti dall'Autorità di cui al medesimo periodo, e assegnerà i diritti d'uso delle frequenze in banda III VHF pianificate al concessionario del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale destinando la capacità trasmissiva al trasporto di fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito locale e riservando il 20 per cento della capacità trasmissiva alla trasmissione dei programmi di servizio pubblico contenente l'informazione a livello regionale.

Il calendario nazionale per l'attuazione del piano frequenze.

Entro il 30 giugno 2018 con un decreto del Ministero dello sviluppo economico viene fissato un calendario con le scadenze per gli adempimenti necessari alla riorganizzazione delle bande di frequenza. Tale calendario tiene conto della necessità di una fase transitoria dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2022.

Il calendario nazionale definirà:

  • l'individuazione delle aree geografiche in cui suddividere il territorio nazionale per il rilascio delle frequenze;
  • nel periodo transitorio dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2021, la sequenza di rilasci e contestuali attivazioni di frequenze, che sarà effettuato per aree geografiche, con particolare riferimento: a) ai diritti d'uso degli operatori di rete in ambito locale; b) al multiplex del servizio pubblico contenente l'informazione regionale e alle frequenze destinate alle trasmissioni regionali; c) alle frequenze che ricadono nella banda 702-734 MHz (corrispondenti ai canali dal 50 al 53) nonché alle frequenze che risultino diversamente pianificate dal PNAF 2018 e delle restanti frequenze; 

La fase attuativa

 Entro il 31 maggio 2019, e sempre coerentemente con il calendario di riassegnazione delle frequenze, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni aggiornerà il piano di numerazione automatica dei canali del servizio televisivo digitale terrestre e le modalità di attribuzione dei numeri ai diversi fornitori di servizi media audiovisivi.

Entro il 30 giugno 2019 si prevede la conclusione delle procedure per l'assegnazione dei diritti d'uso delle frequenze per il servizio televisivo digitale terrestre ad operatori di rete. Successivamente ha luogo la definizione delle modalità di fornitura della capacità trasmissiva, da parte degli operatori di rete in ambito locale ai fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito locale che rientrano in posizione utile nella graduatoria stabilita dal Ministero dello sviluppo economico, che avviene sulla base di una negoziazione commerciale fino al completo soddisfacimento della domanda. Le procedure per l'assegnazione della capacità trasmissiva si concludono nel periodo dal 30 giugno 2019 al 30 giugno 2021 in coerenza con la sequenza di rilasci e attivazioni di frequenze.

I contributi per l'attuazione della nuova normativa

la legge di bilancio per il 2017 ha previsto lo stanziamento di risorse significative per l'attuazione degli interventi sopra indicati pari a 747 milioni di euro per gli anni 2018-2022 (5 milioni di euro per l'esercizio finanziario 2018, 35,5 milioni di euro per l'esercizio finanziario 2019, 293,4 milioni di euro per l'esercizio finanziario 2020, 141 milioni di euro per l'esercizio finanziario 2021 e 272,1 milioni di euro per l'esercizio finanziario 2022).

Tali contributi saranno attribuiti per 276,8 milioni di euro agli operatori di rete per fare fronte ai costi di adeguamento degli impianti di trasmissione; 304,2 milioni di euro verranno assegnati, a titolo di indennizzo, agli operatori di rete in ambito locale che hanno rilasciato le frequenze per il servizio televisivo digitale terrestre oggetto di diritto d'uso; 66 milioni di euro per gli oneri finanziari e amministrativi relativi all'espletamento da parte del Ministero dello sviluppo economico e 100 milioni di euro a compensazione dei costi che i cittadini dovranno sopportare per l'adeguamento degli impianti di ricezione televisiva.

 

Nel passaggio dalle trasmissioni analogiche a quelle digitali si sono determinate alcune situazioni tecniche problematiche, in particolare legate ad interferenze con i Paesi confinanti. In relazione a queste sono state emanate alcune disposizioni legislative per il rilascio delle frequenze: con i commi 8, 9 e 9-bis dell'articolo 6 del decreto-legge n. 145/2013, come modificati  dai commi da 146 a 148 dell'articolo unico della legge di stabilità 2015 (L. n. 190/2014), si è prevista l'esclusione, da parte di AGCOM, dalla pianificazione e l'obbligo di rilascio, entro il 30 aprile 2015, di quelle frequenze del servizio digitale terrestre che causassero situazioni di interferenza con i Paesi confinanti (comma 8); si è previsto un indennizzo per gli operatori interessati (comma 9) con  l'obbligo dei titolari di diritti d'uso delle frequenze radio televisive locali di cedere almeno un programma agli operatori locali che avessero rilasciato le frequenze o a cui fosse stato revocato il diritto d'uso (comma 9-bis).

Successivamente, la legge di bilancio per il 2018 (n. 205 del 2017) ha introdotto le nuove norme per la riorganizzazione delle frequenze destinate alla diffusione radiotelevisiva, a seguito della destinazione delle frequenze della banda 700 MHz (694-790 MHz) allo sviluppo delle connessioni radiotelefoniche di quinta generazione (cosiddetto 5G, per il quale si veda il Tema "La gestione delle frequenze e lo spettro radio")

A differenza infatti del precedente cambio di tecnologia (lo switch off dalle frequenze analogiche a quelle digitali completato a luglio 2012), a seguito dell'intervento previsto dalla legge di bilancio si verificherà una riduzione delle frequenze disponibili, sulle quali andrà ripartita la precedente capacità trasmissiva. Anche in questo caso la nuova organizzazione delle bande di frequenza televisive verrà attuata per aree geografiche in un periodo di tempo compreso tra il 30 giugno 2019 al 30 giugno 2021. Il passaggio alle nuove frequenze comporterà che gli attuali impianti di ricezione televisiva dovranno in larga parte essere adeguati con  costi a carico degli utenti finali per l'acquisto di apparecchiature di ricezione televisiva ed i connessi costi di erogazione, a compensazione dei quali è stato previsto uno stanziamento di 100 milioni di euro.

L'intervento di adeguamento richiede peraltro una serie di adempimenti sia di carattere programmatorio che nella relativa fase attuativa. Si riportano di seguito i passaggi più importanti.

Fase preliminare e preparatoria

In relazione alla necessità di riorganizzare la banda di frequenza destinata alla radiotelevisione, entro il 31 maggio 2018 l'AGCOM deve adottare un nuovo Piano di assegnazione delle frequenze da destinare al servizio televisivo digitale terrestre: saranno oggetto di pianificazione le bande III VHF (174-230 mhz) e UHF (470-694 mhz), ossia le uniche bande di frequenza assegnate alle trasmissioni televisive, con esclusivo riferimento alle frequenze destinate all'Italia dagli accordi internazionali.

Le frequenze in banda III VHF (174-230 mhz) avranno una destinazione precisa: saranno pianificate per realizzare un multiplex regionale per la trasmissione di programmi televisivi in ambito locale e per massimizzare il numero di blocchi coordinati destinabili in ciascuna regione alla radiofonia digitale.

Inoltre l'AGCOM dovrà definire, entro il 30 settembre 2018, i criteri di conversione dei diritti d'uso delle frequenze di cui gli operatori di rete sono titolari sulle bande di frequenza citati in diritti d'uso di capacità trasmissiva in multiplex nazionali di nuova realizzazione.

Entro la medesima data l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni stabilisce i criteri per l'assegnazione in ambito nazionale dei diritti d'uso delle frequenze in banda 470-694 MHz UHF agli operatori di rete nazionali mentre il Ministero dello sviluppo economico avvia, entro il medesimo termine, le procedure di selezione per l'assegnazione dei diritti d'uso delle frequenze per il servizio televisivo digitale terrestre ad operatori di rete, ai fini della messa a disposizione di capacità trasmissiva ai fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito locale.

Al fine di valutare i soggetti che possono utilizzare la capacità trasmissiva, entro il 31 dicembre 2018,  il Ministero dello sviluppo economico avvia le procedure per predisporre, per ciascuna area tecnica, una graduatoria dei soggetti legittimamente abilitati quali fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito locale.
Sempre entro il 30 settembre 2018 sarà adeguato il Piano nazionale di ripartizione delle frequenze dal Ministero dello sviluppo economico.

Entro il 28 febbraio 2019, il Ministero dello sviluppo economico provvederà al rilascio dei diritti d'uso delle frequenze ad operatori di rete nazionali sulla base dei criteri definiti dall'Autorità di cui al medesimo periodo, e assegnerà i diritti d'uso delle frequenze in banda III VHF pianificate al concessionario del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale destinando la capacità trasmissiva al trasporto di fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito locale e riservando il 20 per cento della capacità trasmissiva alla trasmissione dei programmi di servizio pubblico contenente l'informazione a livello regionale.

Il calendario nazionale per l'attuazione del piano frequenze.

Entro il 30 giugno 2018 con un decreto del Ministero dello sviluppo economico viene fissato un calendario con le scadenze per gli adempimenti necessari alla riorganizzazione delle bande di frequenza. Tale calendario tiene conto della necessità di una fase transitoria dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2022.

Il calendario nazionale definirà:

  • l'individuazione delle aree geografiche in cui suddividere il territorio nazionale per il rilascio delle frequenze;
  • nel periodo transitorio dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2021, la sequenza di rilasci e contestuali attivazioni di frequenze, che sarà effettuato per aree geografiche, con particolare riferimento: a) ai diritti d'uso degli operatori di rete in ambito locale; b) al multiplex del servizio pubblico contenente l'informazione regionale e alle frequenze destinate alle trasmissioni regionali; c) alle frequenze che ricadono nella banda 702-734 MHz (corrispondenti ai canali dal 50 al 53) nonché alle frequenze che risultino diversamente pianificate dal PNAF 2018 e delle restanti frequenze; 

La fase attuativa

 Entro il 31 maggio 2019, e sempre coerentemente con il calendario di riassegnazione delle frequenze, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni aggiornerà il piano di numerazione automatica dei canali del servizio televisivo digitale terrestre e le modalità di attribuzione dei numeri ai diversi fornitori di servizi media audiovisivi.

Entro il 30 giugno 2019 si prevede la conclusione delle procedure per l'assegnazione dei diritti d'uso delle frequenze per il servizio televisivo digitale terrestre ad operatori di rete. Successivamente ha luogo la definizione delle modalità di fornitura della capacità trasmissiva, da parte degli operatori di rete in ambito locale ai fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito locale che rientrano in posizione utile nella graduatoria stabilita dal Ministero dello sviluppo economico, che avviene sulla base di una negoziazione commerciale fino al completo soddisfacimento della domanda. Le procedure per l'assegnazione della capacità trasmissiva si concludono nel periodo dal 30 giugno 2019 al 30 giugno 2021 in coerenza con la sequenza di rilasci e attivazioni di frequenze.

I contributi per l'attuazione della nuova normativa

la legge di bilancio per il 2017 ha previsto lo stanziamento di risorse significative per l'attuazione degli interventi sopra indicati pari a 747 milioni di euro per gli anni 2018-2022 (5 milioni di euro per l'esercizio finanziario 2018, 35,5 milioni di euro per l'esercizio finanziario 2019, 293,4 milioni di euro per l'esercizio finanziario 2020, 141 milioni di euro per l'esercizio finanziario 2021 e 272,1 milioni di euro per l'esercizio finanziario 2022).

Tali contributi saranno attribuiti per 276,8 milioni di euro agli operatori di rete per fare fronte ai costi di adeguamento degli impianti di trasmissione; 304,2 milioni di euro verranno assegnati, a titolo di indennizzo, agli operatori di rete in ambito locale che hanno rilasciato le frequenze per il servizio televisivo digitale terrestre oggetto di diritto d'uso; 66 milioni di euro per gli oneri finanziari e amministrativi relativi all'espletamento da parte del Ministero dello sviluppo economico e 100 milioni di euro a compensazione dei costi che i cittadini dovranno sopportare per l'adeguamento degli impianti di ricezione televisiva.