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La spending review nella legge di stabilità per il 2016
informazioni aggiornate a giovedì, 17 marzo 2016

La legge di stabilità per il 2016 (legge n. 208/2015) contiene numerose disposizioni ascrivibili al controllo della spesa pubblica.

Il Governo  valuta in circa 7,2 miliardi nel 2016, circa 8,2 miliardi nel 2017 e 10 miliardi nel 2018 le risorse ottenute tramite la spending review nella legge 208/2015 .

In termini generali, le risorse reperite tramite la legge di Stabilità per il 2016 sono riassunte nella seguente tabella:

 

(milioni di euro)
2016
2017
2018
Risorse
16.767
15.385
17.010
Maggiori entrate
6.607
5.321
5.045
Minori spese
10.160
10.064
11.965
- spese correnti
6.888
8.075
9.848
- spese conto capitale
3.272
1.989
2.117

 

Le disposizioni mirate al reperimento di risorse sono state riclassificate dalla Ragioneria Generale dello Stato (RGS, La manovra di finanza pubblica per gli anni 2016-2018, febbraio 2016) per valutare quelle derivanti da misure di razionalizzazione della spesa. La tavola seguente riepiloga gli interventi inclusi dalla RGS nella spending review.

(milioni di euro)
2016
2017

2018

Ministeri
2.688
2.082

2.351

Pareggio di bilancio Regioni
1.850
1.022

660

Regioni e Province autonome (incluso rafforzamento acquisti centralizzati e settore sanitario)
0
3.980

5.480

Rideterminazione fabbisogno sanitario nazionale standard
1.783
0

0

Misure in materia di indicizzazione delle pensioni
0
335

747

Rafforzamento acquisti centralizzati (escluso Regioni)
216
217

217

Misure sul pubblico impiego
59
117

200

Altro
579
402

320

Totale

7.176

8.155

9.976

Le misure di spending review riguardano tutti i livelli di governo.

I risparmi previsti per lo Stato sono in larga parte basati su interventi selettivi di riduzione della spesa dei Ministeri per circa 2,7 miliardi nel 2016, 2,1 miliardi nel 2017 e 2,3 miliardi nel 2018, che in termini di saldo netto da finanziare ammontano a circa 3,3 miliardi nel 2016, 2,4 miliardi nel 2017 e 1,8 miliardi nel 2018 (Tav.8). Tra gli interventi più rilevanti vi è l'azzeramento del fondo per la riduzione della pressione fiscale, alimentato dai risparmi accertati a consuntivo derivanti dai processi di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica da parte delle Amministrazioni centrali, in relazione all'attuazione di manovre di finanza pubblica adottate in anni precedenti (circa 0,8 miliardi nel 2016 e circa 0,4 miliardi negli anni 2017 e 2018). Altre misure riduttive sono attuate attraverso la revisione dei trasferimenti e dei contributi destinati a imprese pubbliche e private. Rientrano tra questi la riduzione degli stanziamenti in favore di Ferrovie dello Stato (0,4 miliardi nel 2016), la rimodulazione del fondo per gli interventi agevolativi alle imprese (35 milioni nel 2016, 41 milioni nel 2017 e 60 milioni nel 2018), la riduzione dei contributi in conto interessi relativi ai finanziamenti a carico del fondo rotativo per il sostegno alle imprese (55 milioni nel 2016 e 50 milioni in ciascuno degli anni successivi). Ulteriori risparmi sono assicurati attraverso la riduzione dei compensi spettanti ai centri autorizzati di assistenza fiscale (40 milioni nel 2016 e 70 milioni per gli anni 2017 e 2018), dei finanziamenti agli istituti di patronato (15 milioni annui). Infine, si prevede la riprogrammazione delle risorse per l'edilizia sanitaria (0,3 miliardi nel 2016 e 0,6 miliardi in ciascuno degli anni 2017 e 2018), la dismissione degli immobili in uso al Ministero della difesa (0,2 miliardi nel 2016), la diminuzione, per un importo di 10 milioni a decorrere dal 2016, della quota dell'otto per mille del gettito Irpef destinato allo Stato e la riduzione delle somme corrisposte annualmente ai partiti politici in relazione alla destinazione del due per mille dell'Irpef da parte dei contribuenti (10 milioni per l'anno 2016 e 20 milioni per gli anni 2017 e 2018).

Per quanto riguarda le Regioni, un risparmio rilevante è atteso dal passaggio al nuovo saldo obiettivo di finanza pubblica (circa 1,8 miliardi nel 2016, circa 1 miliardo nel 2017 e 660 milioni nel 2018). Inoltre, alle Regioni e Provincie autonome è richiesto un contributo migliorativo per un importo di circa 4 miliardi nel 2017 e di circa 5,5 miliardi nel 2018 (comprensivi dei risparmi di spesa derivanti dal ricorso alle centrali di committenza degli acquisti di beni e servizi da parte delle Regioni pari a 480 milioni in ciascuno degli anni 2017 e 2018). La ripartizione di tale contributo tra i vari comparti, compresa la Sanità, viene definita annualmente con un accordo da recepire in Conferenza Stato-Regioni. In assenza di una Intesa, il Governo stabilisce la distribuzione del taglio tramite un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.

Per quanto concerne il Servizio sanitario nazionale (SSN) è prevista una riduzione del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard per il solo anno 2016, al livello di 111 miliardi di euro, con un conseguente effetto migliorativo dell'indebitamento netto di circa 1,8 miliardi. Una quota del finanziamento al Servizio sanitario nazionale pari a 0,8 miliardi è subordinata all'adozione dei nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA). Sempre nel settore sanitario, la legge di stabilità fornisce, altresì, diversi strumenti di efficientamento come il rafforzamento delle procedure di acquisizione centralizzata e l'introduzione di piani di rientro per le aziende ospedaliere, anche universitarie, per gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) e dal 2017 per le aziende sanitarie locali (ASL).

È prevista, inoltre, in via temporanea una proroga delle disposizioni già previste per il triennio 2014-2016 in materia di revisione del meccanismo di indicizzazione dei trattamenti pensionistici superiori a tre volte il minimo, con un risparmio di spesa che al netto degli effetti fiscali ammonta a circa 335 milioni nel 2017 e circa 750 milioni nel 2018.

Tra le misure di revisione della spesa che riguardano il settore del pubblico impiego rientra l'inasprimento del blocco del turn-over per il periodo 2016-2018, nella misura del 25 per cento dell'equivalente finanziario derivante dalle cessazioni di personale della medesima qualifica avvenute nell'anno (al netto degli effetti fiscali e contributivi pari a 23 milioni nel 2016, 81 milioni nel 2017 e 164 milioni nel 2018). Ulteriori risparmi derivano dalle disposizioni di limitazione e riduzione delle risorse per il trattamento economico accessorio degli addetti del pubblico impiego (36 milioni di euro annui).

Altri interventi di minore rilevanza finanziaria sono caratterizzati da una razionalizzazione di risorse per alcuni interventi di carattere previdenziale, anche attraverso la riconsiderazione della spesa effettivamente necessaria per soddisfare il relativo fabbisogno.

 

La legge di stabilità per il 2016 (legge n. 208/2015) contiene numerose disposizioni ascrivibili al controllo della spesa pubblica.

Il Governo  valuta in circa 7,2 miliardi nel 2016, circa 8,2 miliardi nel 2017 e 10 miliardi nel 2018 le risorse ottenute tramite la spending review nella legge 208/2015 .

In termini generali, le risorse reperite tramite la legge di Stabilità per il 2016 sono riassunte nella seguente tabella:

 

(milioni di euro)
2016
2017
2018
Risorse
16.767
15.385
17.010
Maggiori entrate
6.607
5.321
5.045
Minori spese
10.160
10.064
11.965
- spese correnti
6.888
8.075
9.848
- spese conto capitale
3.272
1.989
2.117

 

Le disposizioni mirate al reperimento di risorse sono state riclassificate dalla Ragioneria Generale dello Stato (RGS, La manovra di finanza pubblica per gli anni 2016-2018, febbraio 2016) per valutare quelle derivanti da misure di razionalizzazione della spesa. La tavola seguente riepiloga gli interventi inclusi dalla RGS nella spending review.

(milioni di euro)
2016
2017

2018

Ministeri
2.688
2.082

2.351

Pareggio di bilancio Regioni
1.850
1.022

660

Regioni e Province autonome (incluso rafforzamento acquisti centralizzati e settore sanitario)
0
3.980

5.480

Rideterminazione fabbisogno sanitario nazionale standard
1.783
0

0

Misure in materia di indicizzazione delle pensioni
0
335

747

Rafforzamento acquisti centralizzati (escluso Regioni)
216
217

217

Misure sul pubblico impiego
59
117

200

Altro
579
402

320

Totale

7.176

8.155

9.976

Le misure di spending review riguardano tutti i livelli di governo.

I risparmi previsti per lo Stato sono in larga parte basati su interventi selettivi di riduzione della spesa dei Ministeri per circa 2,7 miliardi nel 2016, 2,1 miliardi nel 2017 e 2,3 miliardi nel 2018, che in termini di saldo netto da finanziare ammontano a circa 3,3 miliardi nel 2016, 2,4 miliardi nel 2017 e 1,8 miliardi nel 2018 (Tav.8). Tra gli interventi più rilevanti vi è l'azzeramento del fondo per la riduzione della pressione fiscale, alimentato dai risparmi accertati a consuntivo derivanti dai processi di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica da parte delle Amministrazioni centrali, in relazione all'attuazione di manovre di finanza pubblica adottate in anni precedenti (circa 0,8 miliardi nel 2016 e circa 0,4 miliardi negli anni 2017 e 2018). Altre misure riduttive sono attuate attraverso la revisione dei trasferimenti e dei contributi destinati a imprese pubbliche e private. Rientrano tra questi la riduzione degli stanziamenti in favore di Ferrovie dello Stato (0,4 miliardi nel 2016), la rimodulazione del fondo per gli interventi agevolativi alle imprese (35 milioni nel 2016, 41 milioni nel 2017 e 60 milioni nel 2018), la riduzione dei contributi in conto interessi relativi ai finanziamenti a carico del fondo rotativo per il sostegno alle imprese (55 milioni nel 2016 e 50 milioni in ciascuno degli anni successivi). Ulteriori risparmi sono assicurati attraverso la riduzione dei compensi spettanti ai centri autorizzati di assistenza fiscale (40 milioni nel 2016 e 70 milioni per gli anni 2017 e 2018), dei finanziamenti agli istituti di patronato (15 milioni annui). Infine, si prevede la riprogrammazione delle risorse per l'edilizia sanitaria (0,3 miliardi nel 2016 e 0,6 miliardi in ciascuno degli anni 2017 e 2018), la dismissione degli immobili in uso al Ministero della difesa (0,2 miliardi nel 2016), la diminuzione, per un importo di 10 milioni a decorrere dal 2016, della quota dell'otto per mille del gettito Irpef destinato allo Stato e la riduzione delle somme corrisposte annualmente ai partiti politici in relazione alla destinazione del due per mille dell'Irpef da parte dei contribuenti (10 milioni per l'anno 2016 e 20 milioni per gli anni 2017 e 2018).

Per quanto riguarda le Regioni, un risparmio rilevante è atteso dal passaggio al nuovo saldo obiettivo di finanza pubblica (circa 1,8 miliardi nel 2016, circa 1 miliardo nel 2017 e 660 milioni nel 2018). Inoltre, alle Regioni e Provincie autonome è richiesto un contributo migliorativo per un importo di circa 4 miliardi nel 2017 e di circa 5,5 miliardi nel 2018 (comprensivi dei risparmi di spesa derivanti dal ricorso alle centrali di committenza degli acquisti di beni e servizi da parte delle Regioni pari a 480 milioni in ciascuno degli anni 2017 e 2018). La ripartizione di tale contributo tra i vari comparti, compresa la Sanità, viene definita annualmente con un accordo da recepire in Conferenza Stato-Regioni. In assenza di una Intesa, il Governo stabilisce la distribuzione del taglio tramite un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.

Per quanto concerne il Servizio sanitario nazionale (SSN) è prevista una riduzione del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard per il solo anno 2016, al livello di 111 miliardi di euro, con un conseguente effetto migliorativo dell'indebitamento netto di circa 1,8 miliardi. Una quota del finanziamento al Servizio sanitario nazionale pari a 0,8 miliardi è subordinata all'adozione dei nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA). Sempre nel settore sanitario, la legge di stabilità fornisce, altresì, diversi strumenti di efficientamento come il rafforzamento delle procedure di acquisizione centralizzata e l'introduzione di piani di rientro per le aziende ospedaliere, anche universitarie, per gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) e dal 2017 per le aziende sanitarie locali (ASL).

È prevista, inoltre, in via temporanea una proroga delle disposizioni già previste per il triennio 2014-2016 in materia di revisione del meccanismo di indicizzazione dei trattamenti pensionistici superiori a tre volte il minimo, con un risparmio di spesa che al netto degli effetti fiscali ammonta a circa 335 milioni nel 2017 e circa 750 milioni nel 2018.

Tra le misure di revisione della spesa che riguardano il settore del pubblico impiego rientra l'inasprimento del blocco del turn-over per il periodo 2016-2018, nella misura del 25 per cento dell'equivalente finanziario derivante dalle cessazioni di personale della medesima qualifica avvenute nell'anno (al netto degli effetti fiscali e contributivi pari a 23 milioni nel 2016, 81 milioni nel 2017 e 164 milioni nel 2018). Ulteriori risparmi derivano dalle disposizioni di limitazione e riduzione delle risorse per il trattamento economico accessorio degli addetti del pubblico impiego (36 milioni di euro annui).

Altri interventi di minore rilevanza finanziaria sono caratterizzati da una razionalizzazione di risorse per alcuni interventi di carattere previdenziale, anche attraverso la riconsiderazione della spesa effettivamente necessaria per soddisfare il relativo fabbisogno.

 

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