In generale, nel confronto europeo, la tassazione energetica italiana risulta tra le più elevate.
Un ruolo rilevante in tale tassazione è svolto dagli incentivi alla produzione rinnovabile elettrica in Italia, storicamente i più elevati d'Europa, i quali hanno un forte impatto sul costo dell'energia: circa il 20% circa della bolletta elettrica italiana è destinato a incentivi alla produzione tramite fonti rinnovabili (ex componente A3 della bolletta ra componente Asos).
Come evidenzia la Relazione del MISE sulla situazione energetica del Paese, nel 2016 il gettito delle imposte sull'energia ammonta a 47,6 miliardi di euro, in aumento del 5% rispetto al 2015 e pressoché in linea con il livello del 2014, pari a 47,8 miliardi.Oltre la metà del gettito delle imposte energetiche è generata dall'imposta sugli oli minerali e derivati (56% del gettito complessivo nel 2015 e 54% nel 2014) e più del 40% deriva dall'imposta sull'energia elettrica (comprensiva per l'87,4% degli oneri di sistema sulle fonti rinnovabili) e dall'imposta sul gas metano.
Negli ultimi anni, comunque, in coerenza con la Strategia energetica nazionale, sono stati approvati alcuni provvedimenti mirati a ridurre i costi dell'energia, e in particolare le cosiddette norme "spalma-incentivi", che puntano a diminuire l'onere annuo dell'incentivazione delle fonti rinnovabili che si scarica sulla componente ex A3 ora componente Asos.