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Patto di stabilità interno
informazioni aggiornate a venerdì, 31 luglio 2015

Vengono resi meno stringenti gli obiettivi del patto di stabilità interno dei Comuni per gli anni 2015-2018, concedendo agli stessi maggiori spazi finanziari per circa 100 milioni di euro rispetto alle previsioni della legge di stabilità 2015. Tali spazi sono destinati a sostenere spese per eventi calamitosi e interventi di messa in sicurezza (10 milioni), per interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici e del territorio, (40 milioni), all'esercizio della funzione di ente capofila (30 milioni) ed a oneri derivanti da alcune tipologie di sentenze passate in giudicato (20 milioni). Vengono inoltre ridotte le sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità interno 2014, rapportandole non più all'intero ammontare dello sforamento del patto, bensì ad una quota parziale dello sforamento stesso. Per gli enti locali per i quali sia intervenuta la dichiarazione di dissesto finanziario le sanzioni in questione vengono invece del tutto escluse: in tale caso si fa riferimento alle sanzioni per mancato rispetto del patto per gli anni 2012 e precedenti, stante la finalità di evitare che decurtazioni di risorse relative ad annualità pregresse compromettano per tali enti il risanamento finanziario in corso (articolo 1).

Con una disposizione che incide sul patto di stabilità delle regioni, nel corso dell'esame presso il Senato si è disposto che ai fini del concorso regionale al risanamento dei conti pubblici, per l'anno 2015 nel calcolo del saldo in termini di competenza non si tiene conto degli impegni per investimenti diretti e per contributi in conto capitale: ciò per le sole Regioni che nell'anno 2014 abbiano registrato soddisfacenti indicatori annuali di tempestività dei pagamenti (articolo 1-bis). È stato altresì previsto (articolo 1-ter), in evidente riferimento al completamento del processo di riordino istituzionale in corso, che per l' esercizio 2015 le Province e le Città metropolitane predispongono il bilancio per la sola annualità 2015.

Vengono resi meno stringenti gli obiettivi del patto di stabilità interno dei Comuni per gli anni 2015-2018, concedendo agli stessi maggiori spazi finanziari per circa 100 milioni di euro rispetto alle previsioni della legge di stabilità 2015. Tali spazi sono destinati a sostenere spese per eventi calamitosi e interventi di messa in sicurezza (10 milioni), per interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici e del territorio, (40 milioni), all'esercizio della funzione di ente capofila (30 milioni) ed a oneri derivanti da alcune tipologie di sentenze passate in giudicato (20 milioni). Vengono inoltre ridotte le sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità interno 2014, rapportandole non più all'intero ammontare dello sforamento del patto, bensì ad una quota parziale dello sforamento stesso. Per gli enti locali per i quali sia intervenuta la dichiarazione di dissesto finanziario le sanzioni in questione vengono invece del tutto escluse: in tale caso si fa riferimento alle sanzioni per mancato rispetto del patto per gli anni 2012 e precedenti, stante la finalità di evitare che decurtazioni di risorse relative ad annualità pregresse compromettano per tali enti il risanamento finanziario in corso (articolo 1).

Con una disposizione che incide sul patto di stabilità delle regioni, nel corso dell'esame presso il Senato si è disposto che ai fini del concorso regionale al risanamento dei conti pubblici, per l'anno 2015 nel calcolo del saldo in termini di competenza non si tiene conto degli impegni per investimenti diretti e per contributi in conto capitale: ciò per le sole Regioni che nell'anno 2014 abbiano registrato soddisfacenti indicatori annuali di tempestività dei pagamenti (articolo 1-bis). È stato altresì previsto (articolo 1-ter), in evidente riferimento al completamento del processo di riordino istituzionale in corso, che per l' esercizio 2015 le Province e le Città metropolitane predispongono il bilancio per la sola annualità 2015.