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Comunicati stampa

16/10/2013
Ricordo di Odoardo Focherini, Giusto tra le Nazioni, Medaglia d’oro al Merito civile, Beato - Intervento Vice Presidente Marina Sereni - (Sala Aldo Moro, Montecitorio)
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Care amiche e cari amici, autorità, colleghe e colleghi, nel darvi il benvenuto voglio innanzitutto dirvi che sono molto contenta di ospitare oggi questo incontro e voglio ringraziare l'On. Patriarca per aver riunito qui personalità che ci aiuteranno a ricordare come si deve la figura di Odoardo Focherini.

Proprio poco fa, in un'altra sala di questo palazzo, ho partecipato ad un evento molto importante in occasione dell'anniversario della deportazione degli ebrei romani. Un filo ideale lega queste due iniziative, entrambe nel segno della memoria. Memoria collettiva e memoria di singoli, uomini e donne che vissero un'epoca di orrore e di guerra, di violenza e di soprusi ma anche di solidarietà e di altruismo, di tensione per la libert à e di amore per la vita umana. Senza memoria non c'è futuro, non c'è civiltà. La memoria ha una forte dimensione etica. E' uno scudo contro la crudeltà, contro il male. E' capace di mettere in relazione il passato con il presente, l'esperienza degli anziani e degli adulti con quella dei giovani, con le loro aspettative, con il futuro. La memoria è in grado di ridare voce e vita. E' vita.

Quel male assoluto che furono il fascismo e il nazismo, le leggi razziali, la persecuzione degli ebrei devono essere stabilmente a fondamento della nostra comune coscienza di italiani e di europei. E mi piace pensare che anche con il finanziamento disposto dal recente Decreto "Valore Cultura" per il Museo dell'Ebraismo italiano a Roma e per quello della Shoah a Ferrara le istituzioni abbiano contribuito concretamente a far sì che quell'orrore non possa più ripetersi.

La vita di Odoardo Focherini è stata esemplare sotto molti profili: di credente, di militante nell'associazionismo cattolico, di giornalista, di marito, di padre, di uomo.

Ho letto molte riflessioni e testimonianze su di lui, alcune scritte dagli autorevoli relatori che ascolteremo tra poco. Ho letto alcune delle sue lettere alla moglie Maria, ai figli, all'amico Sacchetti. Ne ho ricavato il ritratto nitido di un uomo insieme normale ed eccezionale, di una persona forte e mite, di un eroe senza retorica, di un eroe della vita quotidiana.

Medaglia d'oro delle Comunità israelitiche italiane nel 1955, Giusto fra le Nazioni al Museo di Yad Va Shem nel 1969, Medaglia d'oro della Repubblica Italiana al Merito civile nel 2007, Beato nel giugno del 2013: i riconoscimenti attribuiti ad Odoardo Focherini descrivono perfettamente la peculiare esperienza di quest'uomo, la profondità e l'intreccio indissolubile delle sue motivazioni civili e religiose, l'impegno corale della sua comunità per ottenere che la sua memoria fosse adeguatamente onorata.

Voglio qui salutare il Sindaco di Carpi Enrico Campedelli che tanto si è adoperato negli anni passati - sostenuto da qui, dal Parlamento, dall'On. Ghizzoni - per far sì che la vita e il sacrificio di Odoardo Focherini diventassero patrimonio di tutta la nazione.

Nel Decreto del Presidente della Repubblica che lo ha insignito della Medaglia d'Oro al Merito Civile si legge questa motivazione: "Di elevatissime qualità umane e civili, nel corso dell'ultimo conflitto mondiale, con eroico coraggio e preclara virtù civica, promosse la costruzione di una struttura clandestina che diede ospitalità ed assistenza ad un gran numero di ebrei italiani e stranieri, riuscendo a salvarli dalla persecuzione nazista. Arrestato, veniva internato nel campo di concentramento di Fossoli e successivamente deportato nel campo di Hersbruck, dove moriva di stenti e di setticemia. Fulgido esempio di coerenza, di senso di abnegazione e di rigore morale fondato sui più alti valori cristiani e di umana solidarietà. 1942 - 1944 / Carpi (MO)" (Motivazione medaglia d'oro)

Così come credo sia stata determinante la Chiesa della sua terra, e l'impegno di Mons. Cavina in particolare, per portare a compimento in questo 2013 il processo di beatificazione iniziato nel 1996. Sua Eccellenza mi consentirà di leggere una sua frase su Focherini che ho trovato molto bella:

«… Si è sporcato le mani in ogni ambito di vita, anche correndo il rischio di non essere capito, ma ha accettato di essere profezia nel mondo, ed è questa la missione di ogni cristiano». Dopo aver assistito, nel gennaio '44, al bombardamento della sede dell'Avvenire d'Italia a Bologna, Odoardo disse: «Quando hai eretto pietra su pietra, con sacrificio e rinunce, la costruzione che pur deve servire a Dio, una raffica spezza ogni cosa. Ma bisogna non disperare ancora. Bisogna porsi pazientemente all'opera di ricostruzione. Dio vuol dimostrarci così quanto siano labili le nostre povere opere. Può apparire questa una delle tante contraddizioni del cristianesimo. E racchiude invece una grande verità. La fatica val più dell'opera agli occhi di Dio. L'opera può farci inorgoglire; la fatica rimane il solo titolo di merito davanti al Signore».

Voglio concludere con un riferimento alla sua famiglia, e in particolare alla moglie Maria.

Credo davvero che non si possa comprendere Odoardo Focherini senza la figura della moglie Maria Marchesi. «Non si tratta - scrive Francesco Manicardi - della "grande donna" che sta dietro ad un grande uomo ma piuttosto di una coppia che ha saputo condividere i valori, le scelte, la vita fino in fondo, "nella gioia e nel dolore"». E non è un caso allora che nell'eccezionale corpus di 166 lettere che Odoardo è riuscito a spedire dai vari carceri e campi di concentramento in cui si è trovato, la figura principale sia Maria. «Avevamo forse bisogno - scrive in una delle lettere più toccanti - che il dolore con i suoi aculei cerchiasse i nostri cuori per riunirli di più, per compenetrarli ancora di più, per saldarne la indissolubilità. »

Ecco con queste parole che ci rimandano ai sentimenti più intimi e profondi di Odoardo Focherini saluto i familiari presenti oggi qui.

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