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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 8 aprile 2016

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta dell'8 aprile 2016.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Amendola, Amici, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Calabria, Caparini, Capelli, Casero, Castiglione, Catania, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Cominelli, Costa, D'Alia, Dadone, Dambruoso, De Micheli, Del Basso De Caro, Dell'Orco, Dellai, Di Gioia, Luigi Di Maio, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Merlo, Migliore, Orlando, Palazzotto, Palma, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scotto, Sereni, Tabacci, Tacconi, Tidei, Valeria Valente, Velo, Zanetti, Zolezzi.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 6 aprile 2016 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   BASSO ed altri: «Disciplina dell'attività di ristorazione e ricettiva in abitazione privata » (3725);
   COPPOLA: «Modifiche all'articolo 49 del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, in materia di divieto di trasferimento del denaro contante e dei titoli al portatore» (3726);
   SANNICANDRO ed altri: «Interpretazione autentica del comma 5 dell'articolo 9 della legge 11 marzo 1988, n. 67» (3727);
   BORGHESE e MERLO: «Disposizioni per la prevenzione delle infezioni da papilloma virus umano» (3728).

  In data 7 aprile 2016 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   VACCARO: «Modifiche all'articolo 1 del decreto legislativo 12 aprile 1996, n. 197, in materia di diritto di elettorato nelle elezioni comunali e circoscrizionali per i cittadini di Stati dell'Unione europea residenti in Italia» (3729);
   MARAZZITI: «Disposizioni in materia di dichiarazioni anticipate di trattamento, di consenso informato e di pianificazione condivisa dei trattamenti sanitari» (3730);
   MAZZIOTTI DI CELSO: «Modifiche al testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e altre disposizioni in materia di presentazione dei contrassegni e degli statuti dei partiti e movimenti politici e al decreto-legge 28 dicembre 2013, n. 149, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 13, in materia di trasparenza e rendicontazione del finanziamento dei partiti e movimenti politici» (3731);
   TONINELLI ed altri: «Disposizioni in materia di trasparenza e controllo dei partiti e movimenti politici» (3732).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di proposte di inchiesta parlamentare.

  In data 6 aprile 2016 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di inchiesta parlamentare d'iniziativa della deputata:
   SANDRA SAVINO: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di tortura, morte e occultamento di cadaveri durante la seconda guerra mondiale e nel periodo successivo, nonché sull'esistenza di fosse comuni nelle province di Udine e Gorizia» (Doc. XXII, n. 66).

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge GIAMMANCO ed altri: «Norme in materia di videosorveglianza negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia nonché presso le strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in situazione di disagio» (1037) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Sandra Savino.

  La proposta di legge IORI ed altri: «Disciplina delle professioni di educatore e di pedagogista» (2656) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Cani.

  La proposta di legge CIRIELLI ed altri: «Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di sicurezza pubblica e di tutela delle vittime di reati» (3474) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Petrenga.

  La proposta di legge DAMBRUOSO ed altri: «Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo jihadista» (3558) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Francesco Sanna.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   I Commissione (Affari costituzionali):
  GIUSEPPE GUERINI ed altri: «Modifica all'articolo 6 della legge 8 marzo 1989, n. 95, in materia di scelta degli scrutatori dei seggi elettorali» (3675) Parere della V Commissione.

   II Commissione (Giustizia):
  MASSA ed altri: «Delega al Governo per la riforma degli illeciti disciplinari e del procedimento disciplinare concernenti i magistrati amministrativi e contabili» (3498) Parere delle Commissioni I, V e XI;
  ROSSOMANDO ed altri: «Istituzione dell'Agenzia italiana per le adozioni internazionali» (3635) Parere delle Commissioni I, III, V, XI, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   VI Commissione (Finanze):
  VARGIU ed altri: «Disposizioni concernenti la vigilanza sulle fondazioni di cui al decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153, e la composizione dei loro organi» (2959) Parere delle Commissioni I, II e V.

   VII Commissione (Cultura):
  MARZANO: «Modifica dell'articolo 2 della legge 23 marzo 1981, n. 91, in materia di parità tra i sessi nel riconoscimento della qualifica di sportivo professionista» (3704) Parere delle Commissioni I, V, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   VIII Commissione (Ambiente):
  DAMBRUOSO ed altri: «Modifica all'articolo 188 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, concernente l'autorizzazione richiesta per le attività di raccolta, gestione e recupero dei rifiuti svolte dall'impresa produttrice o responsabile dell'immissione in commercio» (3680) Parere delle Commissioni I, II, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  LUPI ed altri: «Disposizioni per accelerare la realizzazione del collegamento stabile viario e ferroviario tra la Sicilia e il continente» (3687) Parere delle Commissioni I, II, V, VI, IX (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   XII Commissione (Affari sociali):
  BENI ed altri: «Disciplina della comunicazione pubblica destinata alla promozione di iniziative di solidarietà» (3644) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), III, V, VIII, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  MARZANO: «Disposizioni in materia di consenso informato, di rifiuto dei trattamenti sanitari e di dichiarazioni anticipate di trattamento» (3723) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento) e V.

   XIII Commissione (Agricoltura):
  CASTIELLO ed altri: «Norme in materia di produzione biologica» (3674) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII, X, XI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio della pendenza di un procedimento penale ai fini di una deliberazione in materia d'insindacabilità.

  In data 7 aprile 2016 – ai sensi dell'articolo 3, comma 4, della legge n. 140 del 2003 – dal tribunale di Roma, Sezione V penale, è pervenuta, unitamente alla comunicazione che il procedimento è stato sospeso, copia degli atti relativi ad un procedimento penale (il n. 16867/14 RG DIB) nei confronti della deputata Ileana Argentin affinché la Camera deliberi se i fatti per i quali si procede concernano o meno opinioni espresse o voti dati da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione.

  Tali atti sono stati assegnati alla competente Giunta per le autorizzazioni. Copia dell'ordinanza di trasmissione da parte del tribunale di Roma sarà stampata e distribuita (Doc. IV-ter, n. 17).

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 5 aprile 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della fondazione Ente Ville vesuviane, per gli esercizi 2013 e 2014. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 375).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

  Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha trasmesso un decreto ministeriale recante variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, autorizzate, in data 21 marzo 2016, ai sensi dell'articolo 6, comma 14, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.

  Questo decreto è trasmesso alla V Commissione (Bilancio), alla XI Commissione (Lavoro) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione dal Ministero della difesa.

  Il Ministero della difesa ha trasmesso decreti ministeriali recanti variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, autorizzate, in data 15 e 23 marzo 2016, ai sensi dell'articolo 617, comma 2, del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, e dell'articolo 23, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289.

  Questi decreti sono trasmessi alla IV Commissione (Difesa) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal Ministero dell'economia e delle finanze.

  Il Ministero dell'economia e delle finanze ha trasmesso un decreto ministeriale recante variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, di pertinenza del centro di responsabilità «Guardia di finanza», autorizzate, in data 5 aprile 2016, ai sensi dell'articolo 3, comma 5, del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279.

  Questo decreto è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VI Commissione (Finanze).

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 6 aprile 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione in merito alla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica della direttiva 96/71/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 1996, relativa al distacco dei lavoratori nell'ambito di una prestazione di servizi (COM(2016) 128 final), accompagnata dalla tabella di corrispondenza tra le disposizioni della proposta e le norme nazionali vigenti.

  Questa relazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione di delibere del Comitato interministeriale per la programmazione economica.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, in data 7 aprile 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, le seguenti delibere CIPE, che sono trasmesse alle sottoindicate Commissioni:
   n. 102/2015 del 23 dicembre 2015, concernente «Fondo sviluppo e coesione - Ristrutturazione e riqualificazione del palazzo di giustizia di Lecco (articolo 1, comma 181, della legge n. 147 del 2013)» – alla II Commissione (Giustizia) e alla V Commissione (Bilancio);
   n. 110/2015 del 23 dicembre 2015, concernente «Convenzione unica tra ANAS Spa e SATAP Spa – Tronco A21 – Revisione del piano economico e finanziario e atto aggiuntivo» – alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 6 e 7 aprile 2016, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo su un piano d'azione sull'IVA – Verso uno spazio unico europeo dell'IVA – Il momento delle scelte (COM(2016) 148 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – 8a relazione finanziaria della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) – esercizio finanziario 2014 (COM(2016) 181 final), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio relativa all'influenza della selezione genetica sul benessere dei polli allevati per la produzione di carne (COM(2016) 182 final), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);
   Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (domanda EGF/2015/010 FR/MoryGlobal presentata dalla Francia) (COM(2016) 185 final), che è assegnata in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 7 aprile 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Con la predetta comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Valutazione REFIT della direttiva 2000/59/CE relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico (COM(2016) 168 final);
   Comunicazione della Commissione - Programma indicativo per il settore nucleare presentato, per parere, al Comitato economico e sociale europeo ai sensi dell'articolo 40 del Trattato Euratom (COM(2016) 177 final).

Trasmissione dal Garante del contribuente per la Campania.

  Il Garante del contribuente per la Campania, con lettera in data 23 marzo 2016, ha trasmesso la relazione sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale in Campania, per l'anno 2015, predisposta ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212.

  Questa relazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

  Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Elementi ed iniziative in merito all'attuazione del programma «Garanzia Giovani», con particolare riferimento ai mancati o ritardati pagamenti dei giovani impegnati in tale piano – 2-01326

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   in attuazione della raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea del 22 aprile 2013, il Governo ha approvato il piano nazionale «Garanzia Giovani» (di seguito: piano); l'iniziativa, che ha preso avvio il 1o maggio 2014 si pone l'obiettivo di fornire ai giovani dai 15 ai 29 anni, disoccupati o ai così detti Neet (not in education, employment or training), un'offerta qualitativamente valida di lavoro, un proseguimento degli studi, un apprendistato, un tirocinio, un inserimento nel servizio civile o altra misura di formazione;
   secondo i dati offerti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali (risposta scritta pubblicata il 16 dicembre 2015 nell'allegato B della seduta n.  537), ad oggi sono oltre 807 mila i giovani che si sono registrati, dei quali, al netto delle cancellazioni avvenute, 704 mila restano all'interno del programma e di questi circa 485 mila sono stati presi in carico dai centri per l'impiego e dai privati accreditati;
   tuttavia, nonostante l'operatività del piano, secondo i dati riportati dall'approfondimento de Il Sole 24 Ore del 2 marzo 2016, la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati) è pari al 39,3 per cento, in crescita di 0,7 punti percentuali. Questa performance sembrerebbe tra le peggiori dei Paesi dell'Unione europea: secondo i dati riportati dall'approfondimento de il Sole 24 Ore del 1o marzo 2016, infatti, a gennaio 2016 sarebbero 4,434 milioni i giovani di età inferiore a 25 anni senza lavoro, rispetto ai 3,037 milioni nella zona euro. Una percentuale superiore a quella italiana si riscontrerebbe unicamente in Grecia (48 per cento a novembre), in Spagna (45 per cento) e in Croazia (44,1 per cento nel quarto trimestre);
   a queste criticità che, se confermate rafforzerebbero le opinioni di chi ribadisce la sostanziale inutilità del piano, si aggiungono le perplessità già manifestate nell'interrogazione a risposta scritta n.  4-10746 a prima firma Ascani, presentata il 15 ottobre 2015, nel corso della seduta n.  503. Infatti, nonostante i chiarimenti resi dal Governo sembrerebbero ancora irrisolte le questioni a suo tempo manifestate circa i mancati o i ritardati pagamenti dei giovani impegnati nel piano;
   in tal senso, la circolare 32 del 2016 dell'Inps non ha fornito particolari indicazioni, concentrandosi piuttosto sulla disciplina del bonus occupazionale (a seguito delle novità disposte dal decreto direttoriale n.  385 del 24 novembre 2015). Un «super bonus per la trasformazione di tirocini», rivolto a quei datori di lavoro che assumono con un contratto a tempo indeterminato un giovane dai 16 ai 29 anni che abbia svolto, o stia svolgendo, un tirocinio extracurriculare nell'ambito della Garanzia. Contestualmente sono stati pubblicati anche i nuovi bandi regionali per la selezione di volontari da impiegare nei progetti di servizio civile nazionale per l'attuazione del programma «Garanzia Giovani»;
   in definitiva, seppur nella fumosità del quadro occupazionale, tale da mettere in discussione la stessa efficacia del Piano, e nonostante le questioni ancora aperte sui mancati corrispettivi ai giovani lavoratori, sembra chiara la scelta del Ministero del lavoro e delle politiche sociali di dare avvio alla fase II del piano. Invero, sembra condivisibile l'opinione per cui l'avvio di tale fase, maggiormente orientata al risultato occupazionale, e che dovrebbe comportare anche una revisione della disciplina delle indennità di tirocinio e della misura «Orientamento specialistico», intervenga in un quadro di minore incertezza. Per tale motivo sarebbe auspicabile un chiarimento, non solo sull'incidenza dei risultati del piano rispetto ai dati occupazionali, ma anche sui meccanismi di funzionamento attuali e futuri del piano medesimo –:
   se il Ministro interpellato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali siano le iniziative che intende adottare per porvi rimedio.
(2-01326) «Ascani, Albanella, Antezza, Amato, Arlotti, Beni, Paola Boldrini, Bonomo, Berlinghieri, Braga, Camani, Carloni, Censore, Marco Di Maio, Di Salvo, Donati, Gadda, Ghizzoni, Gribaudo, Gnecchi, Lattuca, Mauri, Mazzoli, Patrizia Maestri, Manzi, Minnucci, Narduolo, Salvatore Piccolo, Prina, Rampi, Rigoni, Rostellato, Sbrollini, Scuvera, Terrosi, Taricco, Tentori, Ventricelli».


Iniziative di competenza per la stabilizzazione degli operai assunti a tempo determinato e indeterminato dal Corpo forestale dello Stato – 2-01322

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, per sapere – premesso che:
   il Corpo forestale dello Stato è corpo di polizia a ordinamento civile e quindi composto da personale in divisa nonché da personale civile, con profili tecnici e amministrativi, che lavora e si occupa di svolgere mansioni e funzioni attribuite al Corpo stesso;
   tra il personale civile figurano anche gli operai, altra categoria spesso dimenticata e mai menzionata nelle norme che riguardano il Corpo forestale dello Stato;
   gli operai di cui sopra, sono lavoratori assunti ai sensi della legge 5 aprile 1985, n.  124, che svolgono attività istituzionale ai sensi della legge 6 febbraio 2004, n.  36, «Nuovo riordino del Corpo forestale dello Stato», articolo 5, comma 1;
   questo personale opera all'interno degli uffici dell'ispettorato generale, negli uffici del Gabinetto del Ministro, ovvero nella scuola di formazione del Corpo forestale dello Stato, nei comandi regionali e provinciali, nei comandi stazione, nei coordinamenti territoriali per l'ambiente e in tutti gli uffici territoriali per la biodiversità dislocati sul territorio nazionale, in sostituzione e/o affiancamento del personale dei ruoli che risulta sotto organico di circa 1639 unità;
   pur svolgendo attività istituzionale agli operai a tempo indeterminato e determinato si applica un contratto di diritto privato, il contratto collettivo nazionale di lavoro per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria, nonché un protocollo aggiuntivo al CCNL, che dovrebbe aggiungere tutele e diritti, ma in realtà risulta essere peggiorativo del contratto stesso;
   con la legge finanziaria del 2007 l'allora Governo decise di regolarizzare e regolamentare tutto il precariato della pubblica amministrazione «stabilizzando» tutto il personale che svolgeva attività istituzionale in deroga alla normativa vigente in materia di assunzioni nel pubblico impiego e in deroga anche alle piante organiche previste per legge;
   in quella circostanza la stabilizzazione operata su questo personale è stata un semplice passaggio da operaio a tempo determinato a operaio a tempo indeterminato, mantenendo intatto il contratto collettivo nazionale per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria, un contratto di diritto privato diversamente a quanto stabilito dalla legge finanziaria 2007, articolo 1, comma 519 e 521 e legge finanziaria 2006 articolo 1, comma 247; il comma 253, dell'articolo 1, della legge n.  266 del 2005, (legge finanziaria 2006) assegnava alla Presidenza del Consiglio dei ministri - dipartimento della funzione pubblica e al Ministero dell'economia e delle finanze il monitoraggio dell'attuazione delle disposizioni di stabilizzazione contenute nei commi da 247 a 252 della medesima legge;
   nella risposta alla richiesta di parere in merito alla stabilizzazione del personale che lavora presso la pubblica amministrazione senza esserne inserito contrattualmente, che la Presidenza del Consiglio dei ministri – dipartimento della funzione pubblica – U.P.P.A. – servizio programmazione assunzioni e reclutamento invia al Consiglio nazionale delle ricerche e per conoscenza anche al Ministero dell'economia e delle finanze – dipartimento della ragioneria generale dello Stato – IGOP, nota prot. n.  DFP-0016229-3 aprile 2008-1.2.3.4. parere UPPA 25/08, nella quale si chiariva senza alcun dubbio il senso della parola stabilizzazione e gli effetti che ci si attendeva da tale operazione, cioè l'eliminazione del precariato dalla pubblica amministrazione, si può leggere che: «Come è stato più volte ribadito, da ultimo con il parere dello Scrivente n.  20/2008, il termine stabilizzazione non ha una valenza giuridica in quanto, volendone cogliere l'aspetto lessicale, essa risulta incompatibile con le disposizioni previste in materia di costituzione di rapporto di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche. Basta richiamare, al riguardo, l'articolo 36, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 che, anche nel testo novellato, conferma il principio secondo cui “In ogni caso, la violazione di disposizioni imperative riguardanti l'assunzione o l'impiego di lavoratori, da parte delle pubbliche amministrazioni, non può comportare la costituzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato con le medesime pubbliche amministrazioni”»; «considerato che la costituzione di un rapporto di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche passa necessariamente attraverso una procedura concorsuale pubblica, ai sensi dell'articolo 97 della Costituzione e dell'articolo 35 del decreto legislativo 165/2001, l'elemento distintivo delle “norme sulla stabilizzazione” è dato dal fatto che le stesse si pongono in deroga rispetto alla predetta normativa. La relativa disciplina, infatti, fermo restando la necessità della procedura concorsuale, come ribadito anche dall'articolo 3, comma 90, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, consente di avviare un sistema di reclutamento speciale, per assunzioni a tempo indeterminato, destinato ad una platea riservata di persone, non individuata in ragione di requisiti fondati su criteri generali ed indifferenziati, ma in virtù del fatto che queste persone hanno avuto un precedente rapporto di lavoro svolto con l'amministrazione pubblica, per un periodo temporale definito, nel presupposto di dare valore all'esperienza maturata. La partecipazione al reclutamento speciale è, tra l'altro, subordinata alla presentazione di apposita domanda da parte degli interessati (Direttiva dello scrivente Dipartimento n. 7/2007)» –:
   quali iniziative intenda assumere il Governo per tutelare questi 1400 lavoratori dello Stato, anche in considerazione di quanto previsto dalla legge 7 agosto 2015, n. 124, recante «Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche», dai successivi decreti legislativi, e dalla legge n. 124 del 1985, recante «Disposizioni per l'assunzione di manodopera da parte del Ministero dell'agricoltura e delle foreste».
(2-01322) «Massimiliano Bernini, Gallinella, Gagnarli, L'Abbate, Benedetti, Lupo, Cozzolino».


Iniziative di competenza al fine dell'avvio delle procedure di revoca della nomina a Sottosegretario di Stato del dottor Vito De Filippo – 2-01331

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   con decreto del Presidente della Repubblica del 28 febbraio 2014 è stato nominato Sottosegretario di Stato alla Salute il dottor Vito De Filippo, già assessore regionale all'agricoltura, vice presidente della giunta regionale ed assessore regionale alla sanità nonché presidente del consiglio regionale della Basilicata;
   con decreto ministeriale 24 luglio 2014 il dottor Vito De Filippo ha ricevuto le deleghe dal Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, relativamente alla trattazione e alla firma degli atti relativi alle seguenti materie: termalismo, sanità pubblica veterinaria, sanità penitenziaria e salute mentale limitatamente agli ospedali psichiatrici giudiziari, rapporti con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta e le relative associazioni sindacali per le cure primarie, indennizzi a favore di soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati, competenze in materia di relazioni tra il Ministero della salute e le organizzazioni sindacali, malattie rare;
   con sentenza n.  11/2015 del 20 gennaio 2015 la Corte dei Conti, sezione giurisdizionale della Basilicata, ha condannato, il dottor Vito De Filippo a risarcire il danno prodotto alla regione Basilicata nella misura di euro 2.641,52, nell'ambito della nota inchiesta «Rimborsopoli», concernente «plurimi episodi di malversazione di denaro pubblico compiuti da alcuni componenti del Consiglio regionale della Basilicata, indicati come responsabili dell'utilizzo del denaro messo a loro disposizione per finalità estranee alle funzioni di «rappresentanza», per le sole quali esso era utilizzabile»;
   precedentemente, per gli stessi fatti, nel luglio 2013, i pm Francesco Basentini e Sergio Marotta, hanno chiesto il rinvio a giudizio per 40 indagati, fra questi c’è anche Vito De Filippo. Alla richiesta è seguito il processo tutt'ora in corso;
   nel mese di settembre 2015 diversi organi d'informazione hanno diffuso la notizia che, nell'ambito delle indagini condotte dalla guardia di finanza per un presunto danno erariale di due milioni di euro causato da «alcune irregolarità» nella progettazione dell'ospedale unico per acuti di Lagonegro (Potenza), sono state segnalate alla procura regionale della Basilicata della Corte dei Conti 18 persone, tra cui anche il dottor Vito De Filippo;
   nel medesimo mese di settembre 2015 alcuni organi d'informazione riportano altresì la notizia che la Corte dei Conti, sezione II giurisdizionale centrale di appello, avrebbe condannato il dottor Vito De Filippo a versare 29.653,69 euro nelle casse della regione Basilicata per due nomine considerate illegittime di due ex dirigenti nel nucleo regionale di valutazione e verifica degli investimenti (NRVVIP), quando lo stesso De Filippo, nel 2001, era assessore regionale e che il danno complessivo accertato dalla Sezione II centrale di appello della Corte dei Conti ammonta a 148.268,53 euro;
   infine, è di questi giorni la notizia che vede il nome del dottor Vito De Filippo emergere diffusamente dalle carte dell'inchiesta in relazione ai fatti gravissimi che hanno riguardato il dimissionario Ministro dello sviluppo economico Federica Guidi e che individuano il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, come persona informata sui fatti, riguardo il presunto «traffico illecito di influenze» che avrebbe condotto a far approvare un emendamento alla Legge di Stabilità 2015, in favore del colosso petrolifero Total, così da snellire l'iter amministrativo del progetto Tempa Rossa in Basilicata;
   il presunto e citato reato di «traffico illecito di influenze» si colloca nell'ambito di una più vasta indagine per reati che riguardano «attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti» e in particolar modo attività connesse allo smaltimento delle acque provenienti dalle lavorazioni petrolifere, con conseguenze drammatiche per la salute dei cittadini e la salubrità dell'ambiente, aree che il governo, e il Ministero della salute in particolar modo, anche tramite i propri sottosegretari, dovrebbero sovrintendere e garantire;
   infatti, dalle carte dell'inchiesta emergono gli stretti legami che il dottor Vito De Filippo intratteneva con Rosaria Vicino, ex sindaco del comune lucano di Corleto Perticara (il paese dove sta sorgendo il Centro oli Tempa Rossa), oggi agli arresti domiciliari e ritenuta dagli inquirenti figura centrale nell'ambito dell'inchiesta che ha coinvolto l'ex Ministro Federica Guidi;
   i diversi organi d'informazione riferiscono che dalle carte dell'indagine emergerebbe il ruolo del sottosegretario alla salute, dottor Vito De Filippo, attivamente impegnato nel controllo del territorio lucano e delle relazioni politico-istituzionali, per finalità di consenso elettorale e di potere, in totale sodalizio con la Vinicio, al punto d'intercedere per sistemare il figlio della medesima ex sindaca proprio presso una società dell'Eni;
   infatti, secondo notizie diffuse da numerosi organi di informazione, gli inquirenti scrivono che «l'attività politica svolta sul territorio dalla Vicino, in favore dei candidati del proprio capocorrente De Filippo Vito, ha quale precipuo scopo quello di «sfruttare» il consenso elettorale carpito attraverso la promessa di assunzioni (o nel caso delle imprese attraverso la promessa di lavori) per ricevere in cambio dal sottosegretario alcuni vantaggi personali»;
   dalle medesime intercettazioni dell'indagine, come riferiscono gli organi d'informazione, emergerebbe anche la spregiudicatezza della Vicino che sfruttava le relazioni istituzionali, ivi inclusa quella proprio con il dottor De Filippo, per attivare un intenso sistema di collocamento al lavoro di amici e conoscenti, senza riguardo alcuno anche alla sicurezza dei siti petroliferi tanto da sentirla affermare che «None, a noi la sicurezza non ce ne fotte niente...», in totale spregio della sicurezza e della salute dei cittadini;
   le gravi contingenze su richiamate e che già hanno portato alle dimissioni del Ministro dello sviluppo economico Federica Guidi e che vedono coinvolto anche il Sottosegretario alla salute dottor Vito De Filippo, a giudizio degli interpellanti inducono a ritenere non più accettabile, oltre che fortemente inopportuno, che lo stesso continui a ricoprire l'incarico istituzionale conferitogli con il necessario decoro e imparzialità che si confà all'altissimo impegno che lo stesso è stato chiamato ad adempiere;
   i fatti gravissimi di questi giorni aggiunti ai precedenti citati, quale appunto la condanna della Corte dei conti per episodi di malversazione di denaro pubblico, sono elementi che, a giudizio degli interpellanti, avrebbero già dovuto indurre il medesimo Sottosegretario ad una rinuncia spontanea a proseguire nel delicato incarico affidatogli –:
   alla luce dei fatti esposti in premessa che, ad avviso degli interpellanti, vedono la posizione del dottor Vito De Filippo fortemente compromessa e considerato il ruolo di Sottosegretario di Stato legato alla tutela della salute, anche nell'ambito della salubrità ambientale, se non si ritenga di assumere con urgenza le iniziative di competenza al fine di avviare le procedure di revoca della nomina a Sottosegretario di Stato del dottor Vito De Filippo.
(2-01331) «Di Vita, Grillo, Lorefice, Baroni, Colonnese, Mantero, Silvia Giordano, Dall'Osso, Vallascas, Cancelleri, Crippa, Da Villa, Della Valle, Fantinati, Liuzzi, De Lorenzis, Nicola Bianchi, Carinelli, Dell'Orco, Paolo Nicolò Romano, Spessotto, Terzoni, Busto, Daga, De Rosa, Mannino, Micillo, Zolezzi, Bonafede, Agostinelli».


Chiarimenti in ordine al ruolo svolto dal dottor Pastena presso il Ministero dello sviluppo economico, in relazione alla normativa vigente in materia di incarichi dirigenziali apicali e alla luce di recenti indagini giudiziarie – 2-01332

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, per sapere – premesso che:
   nell'ambito delle indagini condotte dalla procura della Repubblica di Potenza, inerenti all'operato dell'allora Ministro dello sviluppo economico Federica Guidi, oltre ai gravi fatti emersi in ordine all'impianto di Tempa Rossa, è altresì emerso un ulteriore filone d'indagine relativo al porto di Augusta – tra l'altro, punto di riferimento di diverse compagnie petrolifere;
   detto filone ha a sua volta condotto gli inquirenti ad indagare su un'altra vicenda non chiara relativa al progetto di ammodernamento dell'intera flotta italiana, del valore di 5,4 miliardi di euro; stando agli organi di stampa, tale progetto risulta fortemente voluto dal Capo di Stato maggiore della Marina italiana, Ammiraglio Giuseppe De Giorgi, che è attualmente indagato, insieme e nello stesso filone, con Gianluca Gemelli, compagno dell'ex Ministro Guidi;
   stando agli organi di stampa, la persona chiave di questa vicenda è soprattutto un funzionario statale da poco in pensione, Valter Pastena, consigliere del Ministro dello sviluppo economico, a titolo, sembrerebbe, gratuito;
   non è noto come svolgesse il ruolo di consigliere nell'ambito della struttura ministeriale, se in coordinamento con essa o «bypassandola», né come lo esercitasse dentro a fuori del Ministero, né come rispondesse all'interno della catena di comando logistica del Ministero;
   nomina, incarico e ruolo del Pastena non risultano riscontrabili nel sito istituzionale del Ministero dello sviluppo economico, in spregio alle norme in materia di trasparenza, in particolare con riguardo agli incarichi apicali di consulenza;
   a parere degli interpellanti il Pastena era in grado di influenzare l’iter di approvazione di norme in corso d'esame al Parlamento; si trattava di norme contenenti sblocco di rilevanti capitali di spesa pubblica; risulta altresì che, in occasione dell'esame parlamentare inerente all'emendamento di «sblocco» del progetto «Tempa Rossa», l'allora Viceministro dello sviluppo economico De Vincenti si presentò in Commissione ambiente subito dopo la dichiarazione di inammissibilità dell'emendamento, lamentandosi vivamente;
   in effetti, il Pastena era stato per molti dirigente della ragioneria generale dello Stato; i vertici del Ministero dell'economia e delle finanze e della ragioneria, per anni, hanno deciso di designarlo quale esperto in importanti commissioni di livello nazionale e quale revisore dei conti/sindaco in una miriade di aziende o enti, cumulando contemporaneamente gli incarichi;
   il Pastena, inoltre, nel periodo trascorso presso la ragioneria generale è stato presente con cariche sociali in aziende private, anche quotate in borsa come Reno De Medici, incarichi che si desumono da visure camerali della Camera di commercio e dal curriculum vitae presentato alla Fondazione Musica per Roma, in cui il Pastena, anche attualmente, è presente come revisore dei conti;
   il Pastena, attualmente, pur essendo cessato dal suo incarico presso la Ragioneria ed essendo in pensione, ricopre numerosi incarichi in enti e società pubbliche; il blog «La sberla» in data 5 aprile 2016, così riporta: «Pastena infatti risulta attualmente membro del collegio sindacale di Investimenti spa, la holding pubblica romana che ha in pancia il progetto del super polo fieristico capitolino voluto dall'allora sindaco democratico Walter Veltroni e poi avviato su un triste crinale fatto di debiti e speranze tradite. La stella di Pastena comunque sembra ancora brillare di luce propria. L'uomo infatti è attualmente presidente del collegio dei sindaci di Aeroporti di Puglia (una spa finita al centro del cosiddetto affare Di Paola), presidente del collegio dei sindaci della «Società per il polo tecnologico industriale romano», membro del collegio sindacale della Logesta Italia, la filiale nel Belpaese di una delle più importanti multinazionali per il trasporto del tabacco. E ancora l'ex dirigente è revisore legale della fondazione Musica per Roma, nonché presidente del collegio sindacale del consorzio “Sistema Camerale Servizi Roma”» –:
   se il ruolo svolto dal Pastena, conosciuto quale consigliere del Ministro, sia inquadrabile nella normativa vigente in materia di incarichi dirigenziali apicali, anche con riguardo alla funzione di pubblico ufficiale;
   se vi siano situazioni similari a quella del Pastena in altri Ministeri o all'interno degli organi di vertice dello Stato.
(2-01332) «Cecconi, Nuti, Cozzolino, Dadone, Dieni, D'Ambrosio, Toninelli, Frusone, Basilio, Paolo Bernini, Corda, Rizzo, Tofalo, Alberti, Battelli, Benedetti, Massimiliano Bernini, Brescia, Brugnerotto, Businarolo, Cariello, Caso, Castelli, Chimienti, Ciprini, Colletti, Cominardi, Del Grosso, Di Battista, Di Benedetto».


Iniziative di competenza in ordine alla mancanza di trasparenza e tempestività – da parte della gestione commissariale dell'Ilva di Taranto – nella comunicazione dell'aumento dei livelli di diossina agli enti preposti al monitoraggio dell'inquinamento – 2-01318

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:
   come si apprende anche da diversi organi di stampa i dati che emergono dalle analisi condotte tra il novembre del 2014 ed il febbraio del 2015 - raccolti attraverso i «deposimetri» installati fuori dallo stabilimento siderurgico dell'Ilva di Taranto ed inseriti in una relazione messa a punto dal Politecnico di Torino – evidenziano che la concentrazione di diossine ha raggiunto livelli straordinariamente elevati. I picchi più alti riguardano particolarmente il quartiere Tamburi della città capoluogo e sono assimilabili – secondo quanto espresso dal direttore dell'Arpa Puglia, Assennato – a quelli rilevati nella discarica di Giugliano, la peggiore della «Terra dei fuochi». La stessa «ARPA Puglia» ed il suo direttore generale individuano ed indicano la compatibilità dell'impronta di questo tipo di diossina con «materiali polverulenti contaminati in misura estremamente alta, quali le polveri di abbattimento dell'impianto di sinterizzazione dello stabilimento siderurgico»;
   a quanto si apprende, nello specifico, negli ultimi due anni al rischio della dispersione nell'aria della diossina si è aggiunto quello legato alla possibile ingestione della stessa (direttamente o indirettamente tramite catena alimentare). Le polveri in questione sono compatibili con quelle provenienti dai filtri dell'impianto di abbattimento delle diossine presente nel siderurgico tarantino, che devono essere smaltite in discariche per rifiuti pericolosi fuori dal territorio regionale della Puglia;
   i picchi di diossina – decine di volte superiori ai valori soglia – si erano riscontrati nel novembre del 2014 e nel febbraio del 2015, ma in base a quanto scritto dall'ingegner Maurizio Onofrio del Politecnico di Torino, incaricato per conto dell'Ilva della relazione in questione, i valori non sarebbero imputabili agli scarichi del siderurgico, «poiché le impronte digitali delle diossine non corrispondono a quelle dell'Ilva»;
   l'Arpa Puglia, nella persona del direttore Giorgio Assennato, con una nota inviata alla presidenza della regione, in data 2 marzo 2016, mette in discussione la ricostruzione, – le risultanze, – fatte dal Politecnico. Si sottolinea in particolare come «all'eccezionale aumento di diossine rilevato nel “deposimetro” è del quartiere Tamburi non ha corrisposto un aumento della quantità complessiva di polveri raccolta dal deposimetro (...)» che «la concentrazione delle diossine in tali polveri ha raggiunto limiti così elevati da essere confrontabile solo con materiali polverulenti contaminati in misura estremamente alta, quali le polveri di abbattimento delle emissioni dell'impianto di sinterizzazione dello stabilimento siderurgico» ed inoltre ha rilevato che il «confronto tra i profili dei congeneri delle diossine delle polveri raccolte dai deposimetri nei due mesi incriminati e quelli delle polveri di abbattimento dell'impianto di sinterizzazione dello stabilimento, porta a credere che le polveri abbiano la stessa matrice»;
   come denunciato sia dall'Arpa Puglia, che da associazioni come Legambiente Taranto, nella pubblicazione dei dati riguardanti l'incredibile aumento di diossina è mancato l'elemento della trasparenza – da parte della gestione commissariale dell'Ilva – e della tempestività. Anche a detta degli interpellanti infatti, la gravità della questione avrebbe richiesto immediata comunicazione alle autorità locali, alle Asl e agli enti preposti al monitoraggio e al controllo dell'inquinamento, a partire dalla stessa Arpa Puglia;
   la mancanza degli elementi di cui sopra (trasparenza e tempestività) rende quindi di difficile comprensione il «cosa» abbia provocato tali anomalie nelle emissioni oltre che la precisa individuazione delle eventuali responsabilità. Il tutto con l'aggravante della gestione commissariale del siderurgico, che nei fatti identifica una gestione riconducibile all'ambito statale –:
   se il Governo sia a conoscenza di quanto espresso in premessa e, in caso contrario, se intenda accertare quali siano i motivi per cui non sia stato informato dai commissari dell'Ilva;
   se il Governo non intenda appurare le motivazioni – oltre che le responsabilità – che hanno portato i commissari a non comunicare tempestivamente i valori riscontrati alle autorità locali, alle asl ed agli enti preposti al monitoraggio dell'inquinamento;
   quali iniziative si intendano intraprendere, per quanto di competenza, per appurare le ragioni e le responsabilità di quanto accaduto;
   quali iniziative di competenza il Governo intenda disporre per la salvaguardia della salute dei cittadini della provincia jonica.
(2-01318) «Duranti, Airaudo, Franco Bordo, Costantino, D'Attorre, Daniele Farina, Fassina, Fava, Ferrara, Folino, Fratoianni, Carlo Galli, Giancarlo Giordano, Gregori, Kronbichler, Marcon, Melilla, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piras, Placido, Quaranta, Ricciatti, Sannicandro, Scotto, Zaratti, Zaccagnini, Martelli».


Iniziative di competenza per tutelare i soci risparmiatori danneggiati dalla vicenda CoopCa, anche istituendo un fondo di solidarietà ed evitando che somme iscritte nei libretti di risparmio concorrano alla determinazione del reddito ai fini ISEE – 2-01323

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   la CoopCa (Cooperativa Carnica), nata nel 1906, è una cooperativa di consumo appartenente all'ampio mondo delle cooperative che copre un vasto territorio comprendente le valli della Carnia (provincia di Udine), parte del pordenonese e parte delle zona alpina del Veneto;
   la cooperativa in questione risulta aderente a tre associazioni del movimento cooperativo rispettivamente Confcooperative Unione regionale della cooperazione Friuli-Venezia Giulia, Lega delle cooperative del Friuli-Venezia Giulia, associazione regionale AGCI Friuli-Venezia Giulia;
   la cooperativa medesima è sempre stata sottoposta a revisione ordinaria da parte delle associazioni di appartenenza sopra menzionate, in ossequio alla normativa vigente, pertanto l'attività di vigilanza nei confronti di CoopCa così come disposto dall'articolo 14, comma 5, della legge regionale 3 dicembre 2007, n. 27, del Friuli-Venezia Giulia, è stata svolta alternativamente dalle predette associazioni;
   le revisioni effettuate dal 2011 al 2013 hanno evidenziato che negli ultimi anni la società ha chiuso il bilancio con perdite d'esercizio ascrivibili alla crisi economica globale in atto anche se, tutte le verifiche si sono concluse con il rilascio dell'attestazione di revisione;
   il collegio sindacale nella relazione di competenza ha espresso parere positivo sui bilanci medesimi, condividendo i criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento delle finalità mutualistiche ed invitando i soci ad approvare i bilanci così come redatti dagli amministratori;
   la società di certificazione ha redatto le relative relazioni, con alcuni richiami di informativa, ma senza rilievi ed osservazioni, confermando la conformità dei singoli bilanci alle norme che ne disciplinano i criteri di redazioni ed il fatto che tali documenti rappresentano in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria ed il risultato economico della società;
   nella comunicazione del 4 novembre 2014, il medesimo collegio sindacale che aveva firmato i bilanci gli anni prima ha evidenziato la presenza di una grave condizione patrimoniale che, collegata all'attuale crisi del settore dei consumi e la sottocapitalizzazione della società medesima, non permetteva di procedere al regolare puntuale pagamento dei fornitori. La segnalazione concludeva con la richiesta di effettuazione di una revisione straordinaria onde assumere le informazioni necessarie per l'urgente e improcrastinabile decisione del caso;
   la giunta regionale, con propria delibera del 7 novembre 2014 ha disposto l'effettuazione di una revisione straordinaria nei confronti della cooperativa prevedendo che l'attività revisionale dovesse essere svolta in maniera adeguatamente approfondita e articolata anche mediante l'affiancarsi di due diversi revisori, in relazione alla complessità della tempistica dell'analisi da effettuare nonché delle caratteristiche dimensionali ed organizzative da società oggetto di vigilanza. Il giorno stesso si è provveduto a conferire l'incarico;
   in data 16 novembre 2014 l'organo amministrativo della società ha deliberato di presentare ricorso contenente la domanda di concordato preventivo in bianco a norma dell'articolo 161, comma 6, della legge fallimentare delegando il presidente del consiglio d'amministrazione al compimento di tutti gli atti necessari;
   in data 20 gennaio 2015 il tribunale di Udine ha dichiarato ammissibile l'istanza presentata assegnando il termine di 60 giorni dalla pubblicazione del ricorso medesimo presso il registro imprese per il deposito di proposta concordataria del piano e della documentazione del caso;
   l'amministrazione regionale, a seguito della segnalazione inviata dal collegio sindacale, ha provveduto immediatamente attivando la revisione straordinaria sulla CoopCa, che si è conclusa con la relazione dei revisori che chiedevano l'adozione del provvedimento di liquidazione coatta amministrativa in presenza degli accertati presupposti di legge. Tale procedura di liquidazione non è stata adottata dall'amministrazione regionale in pendenza del presente concordato preventivo in bianco;
   l'autorità regionale di vigilanza non è rimasta inerte di fronte alla vicenda ivi descritta, assumendo anzi in tempi ristretti tutti i provvedimenti di competenza, compresa la revisione straordinaria nel rispetto dei limiti della vigente normativa per acclarare l'effettiva condizione patrimoniale di CoopCa;
   CoopCa aveva una importante funzione sociale ed economica all'interno del territorio sopracitato; la cooperazione e il reciproco aiuto sono valori da sempre radicati nel difficile territorio delle Alpi carniche e molti cittadini hanno investito negli anni i propri risparmi con la convinzione di un rapporto reciproco di prestiti e investimenti, basato essenzialmente sulla fiducia in una gestione oculata delle risorse. Il libretto CoopCa, per molti soci fungeva quasi da bancomat, e senza alcun preavviso queste persone si sono ritrovate senza più accesso alle proprie risorse per il mantenimento quotidiano;
   dalla lettura dello stato di attuazione del piano di concordato redatto, al 31 gennaio 2016, dal giudice delegato, Lorenzo Massarelli, e dal commissario giudiziale Fabiola Beltramini l'ipotesi di rimborso, stimato nel piano concordatario, dal 50 al 74 per cento dei 27 milioni versati dai soci prestatori appare alquanto improbabile. La cifra, infatti, sarà nettamente inferiore perché allo stato dei fatti le cessioni fin qui operate (immobili e rami d'azienda) non sono riuscite neppure a coprire quanto vantano i creditori privilegiati (dipendenti, fisco, banche per i debiti a lungo termine e coloro che sono intervenuti, dal punto di vista professionale, nella procedura). In totale, quindi, mancano 2,3 milioni di euro per poter soddisfare tutti i creditori privilegiati;
   tra immobili e partecipazioni, in base all'ultima valutazione, gli incassi ancora realizzabili ammontano a 10 milioni di euro. Tale valore però potrebbe scendere perché si tratta di negozi e immobili che sono già andati all'asta e non hanno ricevuto offerte e quindi l'eventuale vendita potrà essere solo al ribasso. Con tali cifre, le posizioni che potrebbero essere sanate sono quelle dei creditori privilegiati mentre i soci prestatori difficilmente incasseranno quanto spetta loro;
   la Coop Alleanza 3.0 ha ufficializzato una liberalità per la restituzione in tre tranche (la prima entro il mese di aprile 2016) di circa il 50 per cento (13,5 milioni di euro) della somma versata dai soci prestatori di CoopCa (27 milioni di euro), ma stando a quanto riferito dai rappresentanti dei soci prestatori non c’è stato, ad ora, ancora alcun contatto, creando una comprensibile agitazione tra gli stessi;
   le citate somme relative ai risparmi dei soci risultano ancora iscritte nei libretti CoopCa degli stessi, almeno fino a quando non si concluderà la procedura concordataria, ovvero, nella migliore delle ipotesi, nel 2018. Nonostante le limitate possibilità di riavere possesso di almeno una parte delle somme, come confermato dal commissario giudiziale, esse concorrono ugualmente, secondo la vigente normativa, al calcolo del parametro ISEE compromettendo in molti casi il diritto per i soggetti già danneggiati di accedere alle prestazioni assistenziali che in realtà spetterebbero loro vista la situazione attuale –:
   quali siano gli intendimenti del Governo e le iniziative che ritengano di intraprendere, per quanto di competenza, al fine di:
    a) tutelare i soci risparmiatori danneggiati dalla vicenda CoopCa richiamata in premessa anche prevedendo la possibilità di istituire, nel primo provvedimento utile, un fondo di solidarietà a garanzia dei citati soggetti coinvolti in episodi di accertata cattiva amministrazione finanziato anche con risorse messe a disposizioni dalle associazioni nazionali di rappresentanza del settore giuridicamente riconosciute (Legacoop, Confcooperative, A.G.C.I., U.N.C.I., Unicoop e Uecoop);
    b) evitare che somme come quelle ancora iscritte nei libretti di risparmio CoopCa concorrano alla determinazione del reddito ai fini ISEE, pregiudicando in tal modo l'accesso allo prestazioni assistenziali connesse, fino a quando non sarà definita la loro entità e sarà garantita la loro disponibilità.
(2-01323) «Coppola, Fanucci, Rosato».


Iniziative del Governo in ordine allo sviluppo del comparto dell'aerospazio in Campania, anche tramite l'avvio di un tavolo di confronto nazionale con Finmeccanica e con tutti i soggetti interessati – 2-01328

G)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   per rilanciare il settore industriale campano occorre investire sulle eccellenze produttive del territorio, sostenendo le imprese che hanno dimostrato capacità di innovazione e che si sono affermate anche durante la crisi economica. In questo quadro, le realtà del comparto dell'aerospazio sono di fondamentale importanza, poiché centri propulsori di ricerca avanzata e di interazione con il sistema di ricerca pubblica;
   a parere degli interpellanti quindi, per avviare una seria politica di reindustrializzazione nella regione Campania non si può prescindere dalla centralità del comparto dell'aerospazio;
   nei giorni scorsi, alla presentazione dei risultati finanziari agli analisti, l'amministratore delegato Moretti ha annunciato che Finmeccanica cambierà il suo nome in Leonardo e punterà a partecipare ai migliori progetti europei del futuro nei comparti difesa e aerospazio; lo stesso Moretti ha dichiarato, nella stessa sede, che l'azienda ha chiuso il bilancio con un utile netto di 527 milioni di euro e ricavi di 12,99 miliardi di euro, facendo segnare un +1,8 per cento rispetto al bilancio del 2014;
   tali risultati sono legati al risanamento aziendale, che ha incluso la vendita del settore trasporti (Ansaldo Breda e Ansaldo-Sts) ai giapponesi, e alla crescita del fatturato, spinto soprattutto dall'elettronica per difesa e sicurezza;
   le rassicurazioni sull'occupazione fornite dall'amministratore delegato di Finmeccanica al presidente della regione Campania De Luca, negli stabilimenti ex Finmeccanica del settore presenti sul territorio campano, rappresentano per gli interpellanti solo uno scarno risultato, visto che sull'aerospazio non si è lavorato per definire una strategia complessiva e proposte concrete per rilanciare il comparto regionale;
   il comparto regionale dell'aerospazio è in sofferenza per le difficoltà registrate già da qualche tempo dalle imprese del settore e per il vuoto di strategia da parte di Finmeccanica che non facilita gli investimenti e del Governo che, a parere degli interpellanti non ha un'idea definita di politica industriale;
   le ricadute negative, che già si palesano, andranno ad incidere sul già provato settore delle piccole e medie imprese del comparto aerospaziale sia Campania che in Puglia. Le quali, ad oggi, nell'indotto contano oltre 6.000 addetti e rappresentano il tessuto connettivo della fornitura di Finmeccanica e fino ad oggi, non messe a sistema, anzi vessate, dal nuovo corso dell'azienda di Stato;
   emblematico è il caso della campana Dema (Design Manufacturing Spa), attiva nel settore aerospaziale sin dal 1993 come azienda di progettazione e di ingegneria per il settore aeronautico;
   la Dema è l'azienda dell'indotto aeronautico più grande della regione, con 800 dipendenti dislocati tra i suoi vari stabilimenti e, a partire dal 2013, registra una riduzione del fatturato tra i 15 e i 20 milioni di euro per anno, un aggravarsi della dinamica finanziaria e soffre le difficili condizioni che il mercato aeronautico vive in questi anni;
   l'azienda, nel mese di febbraio, ha dichiarato cento esuberi sui 358 addetti dello stabilimento di Somma Vesuviana, al momento evitati facendo ricorso a strumenti alternativi come la cassa integrazione e percorsi di riqualificazione;
   l'accordo raggiunto per tentare di salvare la Dema, prevede l'ingresso di un privato e la riconversione di siti industriali per altre produzioni non aeronautiche;
   molti e sempre più allarmanti sono i segnali di allarme lanciati dalle piccole medie imprese. È dall'ultimo trimestre del 2014 che l'osservatorio sui distretti tecnologici di Intesa Sanpaolo segnala arretramenti significativi nelle esportazioni dell'industria aeronautica campana;
   la frenata nel corso del 2015 degli ordini mondiali nel settore civile (-38 per cento è consistente, anche se Iata, (l'Associazione internazionale del trasporto aereo) si aspetta una crescita del 3,8 per cento all'anno del traffico passeggero;
   la congiuntura economica ha esposto finanziariamente quei costruttori in ritardo per difficoltà tecniche con i nuovi programmi, quelli che si sono attardati nell'innovazione dei prodotti e quelli che soffrono di programmi come A380 che, come dichiara la stessa Airbus, «non sarà mai redditizio» e richiede immensi investimenti per sviluppare versioni più attrattive per il mercato;
   in questo scenario sono incastrate le attività degli stabilimenti aeronautici napoletani di Finmeccanica: il velivolo Airbus A380 riceve 1 o 2 ordini l'anno, ATR mantiene un portafoglio di circa 300 aerei, Pomigliano d'Arco si avvia a consegnare una decina di fusoliere per mese, ma nel 2015 ATR ha visto ridursi del 55 per cento le vendite rispetto all'anno precedente, quindi le previsioni di vita del programma formulate dallo stesso amministratore delegato di Finmeccanica Moretti andranno probabilmente riviste;
   sebbene il dato ATR fosse previsto dagli analisti per effetto della congiuntura e per l'assenza di un nuovo prodotto, si è di fronte ad un segnale inquietante;
   il progetto del nuovo turboelica, dopo i molti milioni di euro pubblici già spesi per investimenti e ricerca è ormai uno snodo anche politico e la decisione di lanciare il nuovo velivolo non può essere lasciata alla sola Finmeccanica;
   per anni si è affermato che un aereo più capiente, economico e moderno avrebbe rilanciato la domanda di ATR; si è ripetuto costantemente come il mercato di sostituzione di un velivolo che ha venduto circa 1600 aerei a oltre 200 operatori e che ha un solo concorrente molto meno attrattivo, siano tutte condizioni che rendono vincente in partenza un programma aeronautico. Una premessa avvalorata dalla considerazione che le caratteristiche green dei nuovi velivoli siano aspetti di crescente peso nell'offerta dei prodotti aeronautici e non compromessa dal costo attuale del carburante, giacché nessun esperto è in condizione di fare una previsione su scala almeno trentennale, che rappresenta la vita minima di un progetto aeronautico;
   da oltre tre anni giace immobile la proposta/progetto relativa al nuovo turboprop ATR: si vorrebbe sapere dalla nuova Finmeccanica se ciò sia dovuto ad un atteggiamento miope o se si stia progressivamente disinteressando dell'unico polo di eccellenza aereo spaziale del Sud;
   l'amministratore delegato Moretti, aveva annunciato almeno dieci anni di tranquillità, riferendosi, anche evidentemente alle attività post vendite che dureranno molti anni. Ma, come è noto, a Pomigliano si producono fusoliere, quindi cellule di nuovi velivoli;
   diversamente Airbus sarebbe poco interessata a rilanciare il programma del turboelica regionale con gli italiani, forse anche perché lo scenario dei velivoli jet e turboelica regionali potrebbe avere evoluzioni per le difficoltà dei programmi di Bombardier e di Embraer, che sono tra i protagonisti del mercato dei regionali, tali che Airbus potrebbe trovarsi, indipendentemente da ATR, riposizionata in questo segmento di mercato;
   l’ex Alenia Aermacchi spa occupa un totale di circa 10.500 lavoratori e lavoratrici dislocate in cinque regioni di cui 3.500 solo in Campania;
   Alenia Aermacchi e tutto il settore dell'aerospazio civile e militare in Campania è inserito nel territorio attraverso un proficuo rapporto con l'Accademia dell'Aeronautica militare, le facoltà di ingegneria, i centri di ricerca e le aziende dell'indotto; a Pomigliano d'Arco risiede il più grande stabilimento Alenia Aeronautica dell'Italia meridionale, dove lavorano circa 2.700 addetti, impegnati in lavorazioni e tecnologie dei maggiori costruttori aeronautici mondiali, da Airbus a Boeing, a Bombardier; a Nola lavorano circa 800 addetti nella produzione di parti lavorate a macchina, nella fabbricazione di lamiere metalliche e nell'assemblaggio di pannelli con un elevato livello di integrazione ed automazione industriale;
   occorre evidenziare che Finmeccanica non ha partecipato alla ricapitalizzazione di Superjet (Alenia-Sukhoi) e che il programma è in difficoltà. Qualora il dossier ATR non dovesse trovare una soluzione, l'industria aeronautica nazionale si troverebbe completamente fuori dal segmento dei velivoli regionali;
   per quanto riguarda Avio Aero, il Governo e le regioni hanno finanziato investimenti per 20 milioni di euro del gruppo e 80 per il sito di Pomigliano;
   nel corso del recente incontro bilaterale Italia-Francia, sono stati discussi i numerosi dossier aperti tra i due Paesi, molti dei quali riguardano la difesa e lo spazio, per Finmeccanica il vertice avrebbe rappresentato un'opportunità, perché la One Company di Moretti deve completare il riassetto dei gruppo e decidere se e come restare nell'aeronautica civile e come rimodulare le alleanze industriali;
   resta senza risposta la domanda se il nuovo turboelica è per Finmeccanica un tassello di questo riposizionamento;
   la regione Piemonte e la città di Torino hanno deciso di ripartire dall'aerospazio, tanto da aver convocato gli stati generali per le politiche del settore e propongono un confronto pubblico, aperto e trasparente tra gli esperti e i portatori d'interessi pubblici e privati per definire una strategia condivisa di rilancio dell'intero comparto, un percorso inclusivo che rappresenta un esempio anche per altre istituzioni;
   in Campania dopo l'accantonamento della delibera regionale sul distretto aerospaziale, n.  618 del 27 marzo 2009, che proponeva un soggetto pubblico di governance rappresentativo di tutti gli attori, opera un soggetto privato;
   il distretto tecnologico che ha beneficiato di risorse pubbliche per la ricerca, è largamente partecipato, ma non è un soggetto istituzionale, non è legittimato, attrezzato e non ha le competenze per monitorare e definire una strategia industriale;
   in assenza di progetti industriali validi, a parere degli interpellanti è inutile proporre altri accordi di programma, piuttosto sarebbe opportuno sbloccare i fondi assegnati e mai erogati alle aziende nei precedenti provvedimenti, approntare iniziative utili alle imprese del comparto nella ricerca di nuovi mercati riportando in casa le attività che da anni sono state affidate all'ICE/ITA, l'agenzia nazionale governativa che ormai finanzia molte delle sue iniziative con i fondi comunitari delle regioni di convergenza;
   nei mesi scorsi la Ministra dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha illustrato in Parlamento un complesso sistema di sostegno alle imprese e l'ultimo piano di finanziamento di poco meno di 2 miliardi di euro per lo sviluppo dei programmi aeronautici;
   il Governo, ha deciso di attrezzare un Comitato per lo sviluppo dell'industria aeronautica che rappresenta tutti i ministeri interessati ed esprime parere sui progetti presentati;
   il paradosso ravvisato dagli interroganti è che le imprese della Campania rischiano di non accedere nemmeno a questi fondi, fatta eccezione per quelle motoristiche e qualcuna dell'aviazione generale, perché non in condizione di presentare progetti e nuove attività industriali;
   di questo passo si intravede il rischio che la presenza del sistema delle imprese aeronautiche nazionali si ridistribuirà nel Paese a discapito della Campania dove non si riesce a vedere quale spazio potranno avere le aziende del territorio, salvo qualche rara eccezione;
   da questo punto di vista va notato come negli ultimi anni il management industriale di Finmeccanica non risponda più ad esigenze strategiche volte a dotare il gruppo di un'impostazione tale da renderlo pilastro fondamentale dello sviluppo industriale italiano;
   tale sviluppo dovrebbe partire proprio dalle aree più disagiate del Paese, ed invece l'assetto dato al gruppo dalla dirigenza aziendale sembra non venire incontro a questa esigenza e ciò ha portato ad una progressiva desertificazione industriale di zone del Paese già martoriate dalla crisi come il Mezzogiorno e, in particolar modo la Campania;
   è del tutto evidente come sia diventato indispensabile un intervento strutturale e programmatico che inverta una tendenza che già adesso ha assunto connotati drammatici;
   ad una presenza così importante nel territorio campano di aziende legate direttamente o indirettamente a Finmeccanica non sembra corrispondere, come nel settore dell'aerospazio, un adeguato piano di investimenti a sostegno delle realtà produttive presenti, ed anzi si può facilmente notare come le uniche politiche portate avanti in questi ultimi anni dai management che si sono succeduti siano quelle di dismissione e ridimensionamento di realtà presenti sul territorio campano –:
   se il Governo non intenda assumere come scelta prioritaria di politica industriale il comparto dell'aerospazio civile e militare, con investimenti straordinari e significativi nel campo delle attività produttive, della ricerca, dell'innovazione e dell'alta formazione al fine di rilanciare l'industria in Campania;
   se il Governo non intenda aprire un tavolo di confronto nazionale permanente con Finmeccanica e con tutti i soggetti pubblici e privati interessati, al fine di mettere in atto tutte quelle iniziative in grado di puntare allo sviluppo del comparto dell'aerospazio in Campania, attraverso la valorizzazione e il rilancio dei siti di alta specializzazione presenti nel territorio campano, a partire dalla messa in sicurezza e rilancio degli stabilimenti di Giugliano e Fusaro;
   se il Governo, in qualità di azionista di maggioranza di Finmeccanica, non intenda intervenire sull'attuale management del gruppo affinché la stessa si doti di una politica industriale che punti su sviluppo, rilancio, innovazione e crescita sia qualitativa che dimensionale delle aziende che fanno parte del più grande gruppo industriale italiano e non si limiti ad operazioni di sola razionalizzazione e ridimensionamento come sta accadendo in questi anni.
(2-01328) «Ferrara, Scotto, Giancarlo Giordano, Ricciatti».