Una delle principali novità introdotte dal Trattato di Lisbona nell'ambito della politica estera e di sicurezza comune (PESC) è rappresentata dalla creazione di un Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (AR), che unifica i precedenti ruoli di Alto rappresentante e Commissario per le relazioni esterne. L'Alto rappresentante guida la politica estera e di sicurezza comune dell'Unione, contribuisce con proposte alla sua elaborazione e la attua in qualità di mandatario del Consiglio; assicura la coerenza dell'azione esterna dell'Unione; presiede il Consiglio "Affari esteri" ed è uno dei Vicepresidenti della Commissione. L'AR rappresenta l'Unione per le materie che rientrano nella politica estera e di sicurezza comune. Conduce, a nome dell'Unione, il dialogo politico con i terzi ed esprime la posizione dell'Unione nelle organizzazioni internazionali e in seno alle conferenze internazionali. Il Consiglio europeo del 1° dicembre 2009 ha nominato la britannica Catherine Ashton Alto rappresentante. La nomina ha una durata di cinque anni ed è rinnovabile.
L'AR è assistito dal "Servizio europeo per l'azione esterna" (SEAE), che rappresenta un'altra importante novità nel quadro della PESC.
Il Trattato prevede che tale Servizio lavori in collaborazione con i servizi diplomatici degli Stati membri e sia composto da funzionari dei servizi competenti del Segretariato generale del Consiglio, della Commissione europea e da personale distaccato dai servizi diplomatici nazionali.
Come previsto dal Trattato, l'organizzazione e il funzionamento del servizio sono stati fissati dalla decisione 2010/427/UE del Consiglio, del 26 luglio 2010, su proposta dell'Alto rappresentante, previa approvazione della Commissione e consultazione del Parlamento europeo. Il Servizio è stato avviato formalmente il 1° dicembre 2010; la sua sede è Bruxelles. Hanno integrato la decisione istitutiva le modifiche al regolamento finanziario applicabile al bilancio generale dell'Unione e allo statuto dei funzionari dell'Unione. Si segnala che nel corso del 2013 è prevista una revisione dell'organizzazione e del funzionamento del SEAE e che nel mese di aprile il Parlamento europeo dovrebbe approvare una risoluzione di iniziativa sull'argomento, contenente raccomandazioni al SEAE e al Consiglio.
Si riportano di seguito gli elementi principali della decisione istitutiva in tredici articoli che ha fissato l'attuale organizzazione e il funzionamento del SEAE:
Come risulta dal bilancio generale dell'UE per il 2013 al SEAE è assegnato un finanziamento di oltre 514 milioni di euro.
Per quanto concerne le ricadute dell'istituzione del SEAE sulle amministrazioni italiane, si ricorda che come stabilito dall'articolo 4 del decreto-legge n. 1 del 2010 (convertito dalla legge n. 30 del 2010) per l'istituzione del Servizio europeo per l'azione esterna il Ministero degli affari esteri può mettere a disposizione delle istituzioni dell'Unione europea fino a 50 funzionari della carriera diplomatica, destinati a prestare servizio presso le predette istituzioni, le loro delegazioni ed uffici nei paesi terzi o presso organizzazioni internazionali o regionali, nonché presso strutture di direzione e gestione di specifiche iniziative o operazioni nell'ambito della PESC. A tal fine il Ministero degli affari esteri è autorizzato, in deroga alle vigenti disposizioni sul blocco delle assunzioni del pubblico impiego, negli anni 2010-2014 a bandire annualmente un concorso di accesso alla carriera diplomatica e ad assumere un contingente annuo non superiore a 35 segretari di legazione in prova.
Delle 141 delegazioni del SEAE, 8 sono quelle dirette da funzionari di nazionalità italiana: Albania (Ettore Sequi), Giamaica (Paoloa Amadei), Liberia (Attilio Pacifici), Mauritius (Alessandro Mariani), Tanzania (Filiberto Ceriani Sebregondi ), Uganda (Roberto Ridolfi), presso Unesco e Ocse a Parigi (Maria Francesca Spatolisano), presso le Nazioni Unite a Ginevra (Mariangelea Zappia).
Per quanto riguarda le posizioni apicali sono stati nominati: Ugo Astuto alla carica di direttore per l'Asia meridionale e sud-orientale, Fernando Gentilini, alla carica di direttore per l'Europa Occidentale, i Balcani Occidentali e la Turchia e Agostino Miozzo alla carica di direttore dell'unità di risposta alle crisi.