MENU DI NAVIGAZIONE DELLA SEZIONE

Salta il menu

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Fine contenuto

MENU DI NAVIGAZIONE DEL DOMINIO PARLAMENTO

INIZIO CONTENUTO

MENU DI NAVIGAZIONE DELLA SEZIONE

Salta il menu

Temi dell'attività parlamentare

Il semestre europeo
informazioni aggiornate a lunedì, 19 marzo 2018

La procedura del semestre europeo per il coordinamento ex ante delle politiche economiche è volta a garantire la coerenza delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri, da approvare nella seconda metà dell'anno, con le raccomandazioni approvate dalle istituzioni dell'UE nella prima metà dell'anno.

Articolazione del semestre europeo

Il semestre europeo prevede le seguenti fasi:

  • novembre: presentazione da parte della Commissione dell'Analisi annuale della crescita, della Relazione sul meccanismo di allerta per la prevenzione degli squilibri macroeconomici. Il Consiglio europeo elabora le Linee guida di politica economica e di bilancio a livello UE e a livello di Stati membri;
  • febbraio: la Commissione pubblica le Relazioni per Paese integrate, per i paesi selezionati nella relazione sul meccanismo di allerta che presentano squilibri macroeconomici, dall'esame approfondito.
  • dalla metà alla fine di aprile: gli Stati membri presentano alla Commissione e al Consiglio i Piani nazionali di riforma (PNR, elaborati nell'ambito della nuova Strategia per la crescita e l'occupazione UE 2020) ed i Piani di stabilità e convergenza (PSC, elaborati nell'ambito del Patto di stabilità e crescita), tenendo conto delle linee guida dettate dal Consiglio europeo;
  • maggio: sulla base dei PNR e dei PSC, la Commissione europea elabora le raccomandazioni di politica economica e di bilancio rivolte ai singoli Stati membri;
  • giugno/luglio: il Consiglio ECOFIN e, per la parte che gli compete, il Consiglio Occupazione e affari sociali, approvano le raccomandazioni della Commissione europea, anche sulla base degli orientamenti espressi dal Consiglio europeo di giugno;
  • seconda metà dell'anno: gli Stati membri approvano le rispettive leggi di bilancio, tenendo conto delle raccomandazioni ricevute. In base alla disciplina del regolamento (UE) n. 473/2013 (uno dei due atti che compongono il c.d. Two-pack), la Commissione europea opera, di norma entro il mese di novembre, una valutazione del documento programmatico di bilancio di ciascuno Stato membro.

La Strategia Europa 2020, definita dal Consiglio europeo nelle riunioni di marzo e giugno 2010, delinea gli obiettivi e gli strumenti dell'Unione europea e degli Stati membri in materia di crescita e occupazione per il decennio 2011-2020.

In particolare, gli Stati membri dovranno stabilire le misure per il conseguimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020 nell'ambito dei programmi nazionali di riforma da presentare nell'ambito della procedura del semestre europeo.

Gli obiettivi della strategia UE 2020

La Strategia 2020 si articola intorno a cinque obiettivi principali:

  • portare al 75% il tasso di occupazione per la popolazione di età compresa tra 20 e 64 anni, anche mediante una maggiore partecipazione dei giovani, dei lavoratori più anziani e di quelli poco qualificati e una migliore integrazione dei migranti nella popolazione attiva. Il Governo italiano ha fissato nel Documento di economia e finanza 2017 l'obiettivo del 67-69% nel 2020.

Secondo gli ultimi dati Eurostat, riferiti al 2016, il tasso di occupazione ha raggiunto il 71,1% nell'UE a 28; i Paesi con le migliori performances risultano essere la Svezia (81,2%), la Germania (77,9%), la Danimarca (77,4%), i Paesi Bassi (77,1%); tra i Paesi di maggiori dimensioni economiche e demografiche, in Francia si è registrato un tasso di occupati del 70%, in Spagna il 63,9 e in Italia il 61,6% (soltanto Grecia e Croazia registrano una percentuale più bassa);

  • migliorare le condizioni per la ricerca e lo sviluppo, in particolare allo scopo di portare al 3% del PIL la spesa per investimenti pubblici e privati combinati in tale settore.  Il Governo italiano ha fissato nel Documento di economia e finanza 2017 l'obiettivo dell'1,53% nel 2020.

Il 22 novembre 2017 Eurostat ha reso noti i dati relativi alla quota di PIL investita  nel settore ricerca e sviluppo tecnologico, a livello dell'UE e dei singoli Stati membri, nel 2016: nell'UE a 28 tale quota è pari al 2,03% del PIL. In Italia la quota in termini percentuali del PIL risulta pari all'1,29%. Gli investimenti più consistenti in R&S in percentuale del PIL sono stati registrati in Svezia (3,25% del PIL) Austria (3,09%), e Germania (2,94%). Si segnalano inoltre i dati di Francia (2,22%) e Spagna (1,19%);

  • ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 20% - rispetto ai livelli del 1990 - o del 30%, se sussistono le necessarie condizioni, ovvero nel quadro di un accordo globale e completo per il periodo successivo al 2012, a condizione che altri Paesi si impegnino ad analoghe riduzioni delle emissioni; contestualmente, si intende portare al 20% la quota delle fonti di energia rinnovabile e migliorare del 20% l'efficienza energetica (obiettivo già previsto nel pacchetto clima-energia approvato nel 2009). Il Governo italiano ha fissato nel Documento di economia e finanza 2017 l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 13% nel 2020, e di portare la quota di energie rinnovabili al 17% nel 2020.

Secondo i dati Eurostat, l'UE nel 2015 avrebbe ridotto del 22,12% le emissioni rispetto al 1990; l'Italia ha conseguito una diminuzione del 15,52%; la Francia ha ridotto del 14,6%; la Germania -26,64%; la Spagna ha registrato un aumento del 19,41%. Per quanto concerne la quota di energie rinnovabili sul totale del fabbisogno, l'Italia nel 2016 ha registrato una percentuale del 17,4%, a fronte del dato complessivo dell'UE-28 pari al 17% (Germania: 14,8%; Francia: 16%; Spagna: 17,3%);

  • migliorare i livelli d'istruzione, in particolare riducendo i tassi di dispersione scolastica al di sotto del 10% e aumentando la percentuale delle persone tra i 30 e i 34 anni che hanno completato l'istruzione terziaria o equivalente almeno al 40%. Il Governo italiano ha fissato nel Documento di economia e finanza 2017 l'obiettivo di ridurre la dispersione scolastica al 16% nel 2020 e di incrementare al 26-27% nel 2020 la percentuale delle persone tra i 30 e i 34 anni che hanno completato l'istruzione terziaria o equivalente.

Secondo i dati diffusi da Eurostat, il tasso di dispersione scolastica dei ragazzi di età compresa tra i 18 e i 24 anni è stato, nel 2016, pari al 10,7% nell'UE-28; al 13,8% in Italia, all'8,8% in Francia, al 10,3% in Germania, al 19% in Spagna. Sempre secondo dati Eurostat, nel 2016 la percentuale delle persone tra i 30 e i 34 anni che hanno completato l'istruzione terziaria o equivalente risulta invece pari al 9,1% nell'UE a-28; al 26,2% in Italia; 43,6% in Francia; 33,2% in Germania; 40,1% in Spagna;

  • promuovere l'inclusione sociale, in particolare attraverso la riduzione della povertà,mirando a liberare almeno 20 milioni di persone dal rischio di povertà e di esclusione. Il Governo italiano ha fissato nel Documento di economia e finanza 2017 l'obiettivo di ridurre entro il 2020 di 2,2 milioni il numero di persone a rischio povertà.

Secondo i dati Eurostat disponibili, riferiti al 2016, rispetto al 2010 (anno di avvio della Strategia) la quota di popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale nell'UE-28 è aumentata di 358.000 unità; in Italia di 3,2 milioni; in Germania, di 73mila unità;  in Spagna, di 798mila unità; la Francia è l'unico tra i Paesi considerati che ha registrato un trend positivo, riducendo il numero di persone a rischio povertà di 249mila unità. 

 

La procedura del semestre europeo per il coordinamento ex ante delle politiche economiche è volta a garantire la coerenza delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri, da approvare nella seconda metà dell'anno, con le raccomandazioni approvate dalle istituzioni dell'UE nella prima metà dell'anno.

Articolazione del semestre europeo

Il semestre europeo prevede le seguenti fasi:

  • novembre: presentazione da parte della Commissione dell'Analisi annuale della crescita, della Relazione sul meccanismo di allerta per la prevenzione degli squilibri macroeconomici. Il Consiglio europeo elabora le Linee guida di politica economica e di bilancio a livello UE e a livello di Stati membri;
  • febbraio: la Commissione pubblica le Relazioni per Paese integrate, per i paesi selezionati nella relazione sul meccanismo di allerta che presentano squilibri macroeconomici, dall'esame approfondito.
  • dalla metà alla fine di aprile: gli Stati membri presentano alla Commissione e al Consiglio i Piani nazionali di riforma (PNR, elaborati nell'ambito della nuova Strategia per la crescita e l'occupazione UE 2020) ed i Piani di stabilità e convergenza (PSC, elaborati nell'ambito del Patto di stabilità e crescita), tenendo conto delle linee guida dettate dal Consiglio europeo;
  • maggio: sulla base dei PNR e dei PSC, la Commissione europea elabora le raccomandazioni di politica economica e di bilancio rivolte ai singoli Stati membri;
  • giugno/luglio: il Consiglio ECOFIN e, per la parte che gli compete, il Consiglio Occupazione e affari sociali, approvano le raccomandazioni della Commissione europea, anche sulla base degli orientamenti espressi dal Consiglio europeo di giugno;
  • seconda metà dell'anno: gli Stati membri approvano le rispettive leggi di bilancio, tenendo conto delle raccomandazioni ricevute. In base alla disciplina del regolamento (UE) n. 473/2013 (uno dei due atti che compongono il c.d. Two-pack), la Commissione europea opera, di norma entro il mese di novembre, una valutazione del documento programmatico di bilancio di ciascuno Stato membro.

La Strategia Europa 2020, definita dal Consiglio europeo nelle riunioni di marzo e giugno 2010, delinea gli obiettivi e gli strumenti dell'Unione europea e degli Stati membri in materia di crescita e occupazione per il decennio 2011-2020.

In particolare, gli Stati membri dovranno stabilire le misure per il conseguimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020 nell'ambito dei programmi nazionali di riforma da presentare nell'ambito della procedura del semestre europeo.

Gli obiettivi della strategia UE 2020

La Strategia 2020 si articola intorno a cinque obiettivi principali:

  • portare al 75% il tasso di occupazione per la popolazione di età compresa tra 20 e 64 anni, anche mediante una maggiore partecipazione dei giovani, dei lavoratori più anziani e di quelli poco qualificati e una migliore integrazione dei migranti nella popolazione attiva. Il Governo italiano ha fissato nel Documento di economia e finanza 2017 l'obiettivo del 67-69% nel 2020.

Secondo gli ultimi dati Eurostat, riferiti al 2016, il tasso di occupazione ha raggiunto il 71,1% nell'UE a 28; i Paesi con le migliori performances risultano essere la Svezia (81,2%), la Germania (77,9%), la Danimarca (77,4%), i Paesi Bassi (77,1%); tra i Paesi di maggiori dimensioni economiche e demografiche, in Francia si è registrato un tasso di occupati del 70%, in Spagna il 63,9 e in Italia il 61,6% (soltanto Grecia e Croazia registrano una percentuale più bassa);

  • migliorare le condizioni per la ricerca e lo sviluppo, in particolare allo scopo di portare al 3% del PIL la spesa per investimenti pubblici e privati combinati in tale settore.  Il Governo italiano ha fissato nel Documento di economia e finanza 2017 l'obiettivo dell'1,53% nel 2020.

Il 22 novembre 2017 Eurostat ha reso noti i dati relativi alla quota di PIL investita  nel settore ricerca e sviluppo tecnologico, a livello dell'UE e dei singoli Stati membri, nel 2016: nell'UE a 28 tale quota è pari al 2,03% del PIL. In Italia la quota in termini percentuali del PIL risulta pari all'1,29%. Gli investimenti più consistenti in R&S in percentuale del PIL sono stati registrati in Svezia (3,25% del PIL) Austria (3,09%), e Germania (2,94%). Si segnalano inoltre i dati di Francia (2,22%) e Spagna (1,19%);

  • ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 20% - rispetto ai livelli del 1990 - o del 30%, se sussistono le necessarie condizioni, ovvero nel quadro di un accordo globale e completo per il periodo successivo al 2012, a condizione che altri Paesi si impegnino ad analoghe riduzioni delle emissioni; contestualmente, si intende portare al 20% la quota delle fonti di energia rinnovabile e migliorare del 20% l'efficienza energetica (obiettivo già previsto nel pacchetto clima-energia approvato nel 2009). Il Governo italiano ha fissato nel Documento di economia e finanza 2017 l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 13% nel 2020, e di portare la quota di energie rinnovabili al 17% nel 2020.

Secondo i dati Eurostat, l'UE nel 2015 avrebbe ridotto del 22,12% le emissioni rispetto al 1990; l'Italia ha conseguito una diminuzione del 15,52%; la Francia ha ridotto del 14,6%; la Germania -26,64%; la Spagna ha registrato un aumento del 19,41%. Per quanto concerne la quota di energie rinnovabili sul totale del fabbisogno, l'Italia nel 2016 ha registrato una percentuale del 17,4%, a fronte del dato complessivo dell'UE-28 pari al 17% (Germania: 14,8%; Francia: 16%; Spagna: 17,3%);

  • migliorare i livelli d'istruzione, in particolare riducendo i tassi di dispersione scolastica al di sotto del 10% e aumentando la percentuale delle persone tra i 30 e i 34 anni che hanno completato l'istruzione terziaria o equivalente almeno al 40%. Il Governo italiano ha fissato nel Documento di economia e finanza 2017 l'obiettivo di ridurre la dispersione scolastica al 16% nel 2020 e di incrementare al 26-27% nel 2020 la percentuale delle persone tra i 30 e i 34 anni che hanno completato l'istruzione terziaria o equivalente.

Secondo i dati diffusi da Eurostat, il tasso di dispersione scolastica dei ragazzi di età compresa tra i 18 e i 24 anni è stato, nel 2016, pari al 10,7% nell'UE-28; al 13,8% in Italia, all'8,8% in Francia, al 10,3% in Germania, al 19% in Spagna. Sempre secondo dati Eurostat, nel 2016 la percentuale delle persone tra i 30 e i 34 anni che hanno completato l'istruzione terziaria o equivalente risulta invece pari al 9,1% nell'UE a-28; al 26,2% in Italia; 43,6% in Francia; 33,2% in Germania; 40,1% in Spagna;

  • promuovere l'inclusione sociale, in particolare attraverso la riduzione della povertà,mirando a liberare almeno 20 milioni di persone dal rischio di povertà e di esclusione. Il Governo italiano ha fissato nel Documento di economia e finanza 2017 l'obiettivo di ridurre entro il 2020 di 2,2 milioni il numero di persone a rischio povertà.

Secondo i dati Eurostat disponibili, riferiti al 2016, rispetto al 2010 (anno di avvio della Strategia) la quota di popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale nell'UE-28 è aumentata di 358.000 unità; in Italia di 3,2 milioni; in Germania, di 73mila unità;  in Spagna, di 798mila unità; la Francia è l'unico tra i Paesi considerati che ha registrato un trend positivo, riducendo il numero di persone a rischio povertà di 249mila unità.