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Le risorse per l'accoglienza nella XVII legislatura
informazioni aggiornate a venerdì, 23 febbraio 2018

Nel corso della XVII legislatura,il legislatore è ripetutamente intervenuto per far fronte agli oneri connessi all'aumento esponenziale del numero dei migranti giunti sul territorio italiano, in gran parte richiedenti protezione internazionale. 

Di seguito sono sintetizzati i principali interventi che hanno determinato dal 2013 al 2018 un complessivo aumento delle risorse del bilancio dello Stato destinate all'immigrazione e in particolare agli interventi per l'accoglienza dei migranti nel territorio.

All'interno dello stato di previsione del Ministero dell'interno, le risorse a disposizione della missione Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti sono aumentate dal 2 % nel 2013 al 10,5% nel 2018 degli stanziamenti complessivi.

In particolare, il D.L. 15 ottobre 2013, n. 120 ha incrementato di 20 milioni di euro per l'anno 2013 il Fondo nazionale per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati ed ha istituito un Fondo presso il Ministero dell'interno per far fronte ai problemi indotti dal fenomeno dell'immigrazione, con una dotazione di 190 milioni di euro per l'anno 2013. Parte della dotazione di quest'ultimo fondo, pari a 30 milioni, è stata assegnata al Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ad integrazione del Fondo nazionale per le politiche ed i servizi dell'asilo (decreto del Ministro dell'interno 3 giugno 2014).

Ulteriori risorse sono state stanziate dalla legge di stabilità 2014 (3 milioni per il Fondo nazionale per le politiche ed i servizi dell'asilo per l'anno 2014, L. 147/2013, art. 1, co. 204) e dal decreto-legge 119 del 2014. Quest'ultimo ha incrementato per il 2014 di 50,8 milioni di euro il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo (destinate ad ampliare le strutture Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati - SPRAR) e ha creato un nuovo fondo nello stato di previsione del Ministero dell'interno per fronteggiare l'eccezionale afflusso di stranieri sul territorio nazionale, destinandovi per il 2014 62,7 milioni di euro. E' stata altresì introdotta una disposizione di favore nei confronti dei comuni, come Lampedusa ed altri comuni siciliani, maggiormente interessati dalla pressione migratoria che esclude le spese connesse all'emergenza migratoria dal patto di stabilità interno.

A questi fondi disposti in via legislativa, si sono aggiunti, per il 2014, 60 milioni provenienti dal fondo di riserva per le spese impreviste, e 53 stanziati in sede di assestamento (si veda Camera dei deputati, Commissioni riunite I e II, Audizione informale del Capo Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno prefetto Morcone, 15 settembre 2014).

La legge di stabilità 2015 (L. 190/2014, art. 1, commi 179 e 180) ha incrementato di ulteriori 187,5 milioni di euro il Fondo per i richiedenti asilo e ha reso permanente lo stanziamento di 3 milioni previsto dalla legge di stabilità dell'anno precedente per il solo anno 2014. Inoltre, la medesima legge di stabilità 2015 ha previsto che i minori stranieri non accompagnati accedono ai servizi di accoglienza finanziati dal Fondo per l'asilo anche se non hanno presentato domanda di riconoscimento dello status di rifugiato (art. 1, co. 181-183).

Un nuovo finanziamento si è avuto con il decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193 (art. 12)  che ha incrementato, per il 2016, di 600 milioni le risorse per i centri di trattenimeno e di accoglienza per stranieri e destina 100 milioni per i comuni che accolgono i richiedenti protezione internazionale, istituendo nello stato di previsione del Ministero dell'interno, un apposito Fondo iscritto nella missione «Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti». Inoltre, il comma 2-bis è stato finalizzato ad accordare priorità ai comuni che accolgono richiedenti protezione internazionale in sede di distribuzione degli spazi finanziari ceduti dalle regioni di appartenenza (attraverso una modifica in tal senso dell'art. 1, comma 729, della legge n. 208 del 2015).

Con il decreto ministeriale 30 dicembre 2016 si è provveduto a definire le modaità di riparto dei 100 milioni destinati ai comuni che accolgono i migranti nell'ambito delle politche di accoglienza. Una nota del Ministero dell'interno del 10 febbraio 2017 ha precisato che le somme "non sono vincolate a specifica destinazione, in quanto la disposizione normativa è da intendersi quale misura solidaristica dello Stato nei confronti degli enti comunali che nel corso degli anni hanno accolto richiedenti protezione internazionale, offrendo loro i servizi indivisibili erogati sul territorio alla comunità. Le somme - prosegue la nota - potranno essere liberamente impegnate per progetti di miglioramento dei servizi o delle infrastrutture utili e attesi da tutta la comunità locale".

Il fondo per i i comuni che accolgono i richiedenti protezione internazionale istituito dal DL 193/2016 (art. 12) è stato incrementato di 150 milioni di euro per il 2018 ad opera del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91 (art. 16), che, inoltre, ha previsto la possibilità di istituire commissari straordinari nei comuni di Manfredonia (FG), San Ferdinando (RC) e Castel Volturno (CS) ad alta concentrazione di immigrati al fine di superare situazioni di particolare degrado.

La legge di bilancio 2017 (L. n. 232/2016) ha introdotto alcuni interventi in materia di immigrazione, tra cui l'introduzione della facoltà di destinare le risorse relative ai programmi operativi cofinanziati dai fondi strutturali e di investimento europei per il periodo 2014-2020, nel limite massimo di 280 milioni di euro, alle attività di trattenimento, accoglienza, inclusione e integrazione degli immigrati, oltre quelle già stanziate nella sezione II del bilancio (art. 1, co. 630). La sezione II della legge di bilancio ha operato, a sua volta, un rifinanziamento di 320 milioni di euro per il 2017 per le attività di trattenimento ed accoglienza degli immigrati (cap. 2351/2 dello stato di previsione del Ministero dell'interno – tabella 8).  Inoltre, con la finalità di rilanciare il dialogo e la cooperazione con i Paesi africani d'importanza prioritaria per le rotte migratorie è stata prevista  l'istituzione di un Fondo per l'Africa presso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con una dotazione di 200 milioni di euro per l'anno 2017 (art. 1, co. 621).

Successivamente, il decreto legge 17 febbraio 2017, n. 13,  che ha introdotto disposizioni urgenti per l'accelerazione delle procedure amministrative e giurisdizionali in materia di protezione internazionale, ha disposto lo stanziamento di risorse, per la copertura degli oneri del provvedimento, pari a 8.293.766 euro per l'anno 2017, a 25.990.691 euro per l'anno 2018, a 31.450.766 euro per l'anno 2019 e a 31.320.363 euro a decorrere dall'anno 2020.

Da ultimo, la legge di bilancio 2018  ha disposto, con interventi di sezione II, una riprogrammazione delle autorizzazioni di spesa per l'attivazione, la locazione e la gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza per stranieri, pari a 50 milioni di euro nel 2018 e di 100 milioni nel 2019. Inoltre, ha previsto uno stanziamento per la realizzazione sperimentale di un Piano nazionale per il ritorno volontario assistito di migranti. Lo stanziamento è pari a 500.000 euro per il 2018 e 1,5 milioni per ciascuno degli anni 2019 e 2020 (art. 1, co. 1122, L. n. 205/2017).

Il Ritorno Volontario Assistito è la possibilità di ritorno offerta ai migranti che non possano o non vogliano restare nel Paese ospitante e che desiderano, in modo volontario e spontaneo, ritornare nel proprio Paese d'origine. In base alle nuove disposizioni, il Piano consiste: a) nell'attivazione di massimo trenta sportelli comunali, che svolgano attività di informazione, di orientamento e di assistenza sociale e legale per gli stranieri che possono accedere ai programmi esistenti di ritorno volontario e assistito. Gli sportelli sono attivati in concorso con le associazioni maggiormente rappresentative degli enti locali e in accordo con prefetture, questure e con le organizzazioni internazionali; b) nella formazione specialistica di personale interno; c) nell'informazione sui progetti di reintegrazione nei Paesi di origine. Le linee guida e le modalità di attuazione del Piano sono rimesse ad un decreto del Ministro dell'interno da adottare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge.

Nel corso della XVII legislatura,il legislatore è ripetutamente intervenuto per far fronte agli oneri connessi all'aumento esponenziale del numero dei migranti giunti sul territorio italiano, in gran parte richiedenti protezione internazionale. 

Di seguito sono sintetizzati i principali interventi che hanno determinato dal 2013 al 2018 un complessivo aumento delle risorse del bilancio dello Stato destinate all'immigrazione e in particolare agli interventi per l'accoglienza dei migranti nel territorio.

All'interno dello stato di previsione del Ministero dell'interno, le risorse a disposizione della missione Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti sono aumentate dal 2 % nel 2013 al 10,5% nel 2018 degli stanziamenti complessivi.

In particolare, il D.L. 15 ottobre 2013, n. 120 ha incrementato di 20 milioni di euro per l'anno 2013 il Fondo nazionale per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati ed ha istituito un Fondo presso il Ministero dell'interno per far fronte ai problemi indotti dal fenomeno dell'immigrazione, con una dotazione di 190 milioni di euro per l'anno 2013. Parte della dotazione di quest'ultimo fondo, pari a 30 milioni, è stata assegnata al Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ad integrazione del Fondo nazionale per le politiche ed i servizi dell'asilo (decreto del Ministro dell'interno 3 giugno 2014).

Ulteriori risorse sono state stanziate dalla legge di stabilità 2014 (3 milioni per il Fondo nazionale per le politiche ed i servizi dell'asilo per l'anno 2014, L. 147/2013, art. 1, co. 204) e dal decreto-legge 119 del 2014. Quest'ultimo ha incrementato per il 2014 di 50,8 milioni di euro il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo (destinate ad ampliare le strutture Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati - SPRAR) e ha creato un nuovo fondo nello stato di previsione del Ministero dell'interno per fronteggiare l'eccezionale afflusso di stranieri sul territorio nazionale, destinandovi per il 2014 62,7 milioni di euro. E' stata altresì introdotta una disposizione di favore nei confronti dei comuni, come Lampedusa ed altri comuni siciliani, maggiormente interessati dalla pressione migratoria che esclude le spese connesse all'emergenza migratoria dal patto di stabilità interno.

A questi fondi disposti in via legislativa, si sono aggiunti, per il 2014, 60 milioni provenienti dal fondo di riserva per le spese impreviste, e 53 stanziati in sede di assestamento (si veda Camera dei deputati, Commissioni riunite I e II, Audizione informale del Capo Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno prefetto Morcone, 15 settembre 2014).

La legge di stabilità 2015 (L. 190/2014, art. 1, commi 179 e 180) ha incrementato di ulteriori 187,5 milioni di euro il Fondo per i richiedenti asilo e ha reso permanente lo stanziamento di 3 milioni previsto dalla legge di stabilità dell'anno precedente per il solo anno 2014. Inoltre, la medesima legge di stabilità 2015 ha previsto che i minori stranieri non accompagnati accedono ai servizi di accoglienza finanziati dal Fondo per l'asilo anche se non hanno presentato domanda di riconoscimento dello status di rifugiato (art. 1, co. 181-183).

Un nuovo finanziamento si è avuto con il decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193 (art. 12)  che ha incrementato, per il 2016, di 600 milioni le risorse per i centri di trattenimeno e di accoglienza per stranieri e destina 100 milioni per i comuni che accolgono i richiedenti protezione internazionale, istituendo nello stato di previsione del Ministero dell'interno, un apposito Fondo iscritto nella missione «Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti». Inoltre, il comma 2-bis è stato finalizzato ad accordare priorità ai comuni che accolgono richiedenti protezione internazionale in sede di distribuzione degli spazi finanziari ceduti dalle regioni di appartenenza (attraverso una modifica in tal senso dell'art. 1, comma 729, della legge n. 208 del 2015).

Con il decreto ministeriale 30 dicembre 2016 si è provveduto a definire le modaità di riparto dei 100 milioni destinati ai comuni che accolgono i migranti nell'ambito delle politche di accoglienza. Una nota del Ministero dell'interno del 10 febbraio 2017 ha precisato che le somme "non sono vincolate a specifica destinazione, in quanto la disposizione normativa è da intendersi quale misura solidaristica dello Stato nei confronti degli enti comunali che nel corso degli anni hanno accolto richiedenti protezione internazionale, offrendo loro i servizi indivisibili erogati sul territorio alla comunità. Le somme - prosegue la nota - potranno essere liberamente impegnate per progetti di miglioramento dei servizi o delle infrastrutture utili e attesi da tutta la comunità locale".

Il fondo per i i comuni che accolgono i richiedenti protezione internazionale istituito dal DL 193/2016 (art. 12) è stato incrementato di 150 milioni di euro per il 2018 ad opera del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91 (art. 16), che, inoltre, ha previsto la possibilità di istituire commissari straordinari nei comuni di Manfredonia (FG), San Ferdinando (RC) e Castel Volturno (CS) ad alta concentrazione di immigrati al fine di superare situazioni di particolare degrado.

La legge di bilancio 2017 (L. n. 232/2016) ha introdotto alcuni interventi in materia di immigrazione, tra cui l'introduzione della facoltà di destinare le risorse relative ai programmi operativi cofinanziati dai fondi strutturali e di investimento europei per il periodo 2014-2020, nel limite massimo di 280 milioni di euro, alle attività di trattenimento, accoglienza, inclusione e integrazione degli immigrati, oltre quelle già stanziate nella sezione II del bilancio (art. 1, co. 630). La sezione II della legge di bilancio ha operato, a sua volta, un rifinanziamento di 320 milioni di euro per il 2017 per le attività di trattenimento ed accoglienza degli immigrati (cap. 2351/2 dello stato di previsione del Ministero dell'interno – tabella 8).  Inoltre, con la finalità di rilanciare il dialogo e la cooperazione con i Paesi africani d'importanza prioritaria per le rotte migratorie è stata prevista  l'istituzione di un Fondo per l'Africa presso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con una dotazione di 200 milioni di euro per l'anno 2017 (art. 1, co. 621).

Successivamente, il decreto legge 17 febbraio 2017, n. 13,  che ha introdotto disposizioni urgenti per l'accelerazione delle procedure amministrative e giurisdizionali in materia di protezione internazionale, ha disposto lo stanziamento di risorse, per la copertura degli oneri del provvedimento, pari a 8.293.766 euro per l'anno 2017, a 25.990.691 euro per l'anno 2018, a 31.450.766 euro per l'anno 2019 e a 31.320.363 euro a decorrere dall'anno 2020.

Da ultimo, la legge di bilancio 2018  ha disposto, con interventi di sezione II, una riprogrammazione delle autorizzazioni di spesa per l'attivazione, la locazione e la gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza per stranieri, pari a 50 milioni di euro nel 2018 e di 100 milioni nel 2019. Inoltre, ha previsto uno stanziamento per la realizzazione sperimentale di un Piano nazionale per il ritorno volontario assistito di migranti. Lo stanziamento è pari a 500.000 euro per il 2018 e 1,5 milioni per ciascuno degli anni 2019 e 2020 (art. 1, co. 1122, L. n. 205/2017).

Il Ritorno Volontario Assistito è la possibilità di ritorno offerta ai migranti che non possano o non vogliano restare nel Paese ospitante e che desiderano, in modo volontario e spontaneo, ritornare nel proprio Paese d'origine. In base alle nuove disposizioni, il Piano consiste: a) nell'attivazione di massimo trenta sportelli comunali, che svolgano attività di informazione, di orientamento e di assistenza sociale e legale per gli stranieri che possono accedere ai programmi esistenti di ritorno volontario e assistito. Gli sportelli sono attivati in concorso con le associazioni maggiormente rappresentative degli enti locali e in accordo con prefetture, questure e con le organizzazioni internazionali; b) nella formazione specialistica di personale interno; c) nell'informazione sui progetti di reintegrazione nei Paesi di origine. Le linee guida e le modalità di attuazione del Piano sono rimesse ad un decreto del Ministro dell'interno da adottare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge.