Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconti delle Giunte e Commissioni

Vai all'elenco delle sedute >>

CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 13 giugno 2013
37.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00328 Corda: Sul trasferimento in Sicilia di una task force di marines.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alla questione affrontata con l'atto in discussione, osservo, preliminarmente, che sulla base degli accordi bilaterali vigenti e di quanto convenuto in relazione all'attentato all'ambasciatore americano a Tripoli, il Governo Monti aveva autorizzato, a seguito di richiesta da parte delle Autorità statunitensi, il rischieramento e l'utilizzo di nostre basi aeree per operazioni di evacuazione, recupero di ostaggi e di protezione di personale diplomatico americano presente nella sede di Tripoli.
  Il rischieramento viene modulato in funzione dei livelli di allarme e di rischio, e in caso di variazioni viene autorizzato, previa richiesta, di volta in volta, dallo Stato Maggiore della Difesa.
  In un primo momento è stato temporaneamente autorizzato il rischieramento a Sigonella di un'aliquota di aerei «Osprey» e da rifornimento KC-130, più un nucleo di «marines».
  In un secondo momento, le Autorità statunitensi, rilevando un peggioramento delle condizioni di sicurezza nell'area nordafricana, hanno avanzato un'ulteriore richiesta, poi accolta, per rischierare, sempre a Sigonella un secondo analogo dispositivo composto da un'altra aliquota di aerei «Osprey» e KC-130 e un altro nucleo di «marines».
  Successivamente, le autorità USA hanno avanzato la richiesta di estendere il rischieramento temporaneo su Sigonella di ulteriori 60 giorni e di aggiungere a quelli già presenti un ulteriore assetto aereo con relativo personale di supporto.
  Si precisa che il numero complessivo dei «marines» rischierato è nettamente inferiore rispetto alle 500 unità erroneamente riportate dalle richiamate fonti di stampa e rientrano nei limiti massimi previsti dagli accordi e non sono resi noti per la natura classificata degli accordi stessi.
  Sempre secondo quando previsto dagli accordi bilaterali in vigore in caso di avvio di attività operative le autorità militari statunitensi sono tenute ad informare preventivamente le autorità militari italiane, ivi compreso il nostro Comando delle Operazioni aeree per le necessarie autorizzazioni.
  Si tratta di procedure consolidate e rispettate.
  Infine, sottolineo che, nel concedere l'autorizzazione in parola sono stati imposti precisi vincoli finalizzati ad evitare eventuali interferenze al traffico aereo civile nell'area catanese e, soprattutto, qualsiasi impatto negativo sulla popolazione locale.

Pag. 50

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00329 Duranti: Sulle dotazioni di sicurezza dei veicoli VTLM Lince impiegati in Afghanistan.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Prima di entrare nel merito dello specifico quesito posto, mi sia consentito innanzitutto assicurare, come, peraltro, già ribadito dal Ministro Mauro, che l'Amministrazione della Difesa, in linea di continuità con i precedenti Governi, proseguirà la propria azione ai fini del tempestivo aggiornamento dei mezzi e degli equipaggiamenti impiegati, mediante lo studio e la realizzazione delle soluzioni più avanzate per tutelare al meglio la sicurezza del personale, contribuendo alla prevenzione e al contrasto delle minacce attualmente esistenti e di quelle ragionevolmente prevedibili.
  Rammento, inoltre, che, attualmente, nell'ambito delle capacità produttive industriali a livello mondiale non è disponibile un'alternativa più valida in grado di garantire almeno lo stesso livello di protezione del «Lince» che, peraltro, viene utilizzato anche da altre Nazioni.
  Ciò premesso, sottolineo che la ratio di natura operativa per la quale, nell'ambito di un dispositivo tattico solo una percentuale di mezzi fosse dotata di torrette, era quella di consentire una più elevata discriminazione degli obiettivi a lunga distanza.
  Gli altri veicoli (due su tre) dovevano restare con le ralle operate dal personale al fine di avere una corretta percezione della situazione esterna ed una migliore capacità di reagire in termini di intero dispositivo.
  Il suddetto criterio continua ad essere ritenuto valido dai competenti organi tecnico-operativi dell'Esercito, pur nella prospettiva di un aumento del numero totale di VTLM dotati di tale apparato.
  Al momento, sono presenti nel teatro operativo afgano n. 10 HITROLE-L, torrette che consentono l'impiego dell'arma dall'interno del veicolo attraverso un pannello di controllo e joystick, limitando comunque la visuale del mitragliere a quella acquisibile attraverso le ottiche del sistema d'arma.
  Altre 10 torrette sono in arrivo, a seguito di attività già pianificate. L'invio è strettamente commisurato con le consegne da parte dell'industria, tenuto conto della necessità di addestrare il personale di previsto impiego al fine di minimizzare gli eventuali effetti collaterali.
  In tale quadro, tuttavia, si deve rilevare che i tempi approvvigionativi si sono dilatati, rispetto alle prime stime, a causa della necessità di sviluppare un prodotto – come detto – che sia adattato alle specifiche caratteristiche ambientali dell'Afghanistan, che si contraddistinguono per spazi ampi e terreno desertico fortemente accidentato e che sia in grado di garantire, in altre situazioni, la necessaria accuratezza di mira per evitare danni collaterali.
  A suo tempo, pur avendo analizzato i prodotti esistenti sul mercato, si ritenne necessario «customizzare» il sistema d'arma al fine di ricercare le soluzioni più adatte al mezzo in dotazione e più efficaci sul piano operativo.Pag. 51
  Circa l'adozione di torrette remotizzate su veicoli MRAP Statunitensi, occorre precisare che una percentuale elevatissima di tali mezzi è dotata di ralla normale, per le stesse ragioni operative appena illustrate. Anche l'Esercito Italiano usa tali piattaforme per taluni compiti/missioni in teatro operativo senza l'uso di tali torrette.
  L'esigenza è quindi guidata, a fattor comune per i Paesi NATO, da considerazioni di carattere operativo e non già di carattere economico o industriale.

Pag. 52

ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-00175 Piras: Sul mantenimento della servitù militare sull'isola di Santo Stefano (La Maddalena).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il deposito munizioni di «Guardia del Moro» situato sull'isola di Santo Stefano è, per la Marina militare, di rilevante valore strategico, operativo e logistico, in quanto è l'unico che risponde ai seguenti requisiti complessivi:
   è in sede protetta e, quindi, rappresenta un obiettivo meno vulnerabile dei depositi all'aperto;
   è sito in un comprensorio militare, con banchina di accesso al mare che consente l'ormeggio di unità navali per il rifornimento diretto;
   è dotato di piazzola per operazioni di elicotteri per la movimentazione del munizionamento;
   ha elevate capacità di stoccaggio;
   è dotato di una moderna struttura di check-out, per la manutenzione/verifica delle mine navali ivi depositate.

  Il predetto deposito, è attualmente utilizzato per lo stoccaggio di:
   mine navali;
   armi portatili e munizioni dei Comandi/Enti appartenenti al Comando Militare Marittimo Autonomo della Sardegna;
   materiale esplosivo, munizionamento di piccolo calibro e d'artiglieria;
   materiale inerte, armamento e munizioni sottoposti a sequestro giudiziario.

  Con riferimento, invece, alle ragioni in base alle quali la Difesa ha inteso imporre una nuova servitù militare a tutela del deposito di munizioni in Caverna «Guardia del Moro», devo ribadire che il sito in questione è per la Marina militare di rilevante valore strategico, operativo e logistico, essendo l'unico, in Italia, a possedere determinati requisiti, rispondenti a rigorosi criteri di sicurezza e di funzionalità.
  Per l'insieme di tali requisiti, il deposito non ha rilocalizzazione alternativa sul territorio nazionale nel medio termine, anche in relazione agli ingenti oneri connessi alla realizzazione ex novo di una struttura analoga.
  La situazione infrastrutturale dei depositi di terra delle basi maggiori della Marina militare (Taranto e La Spezia) è, tuttora, estremamente carente ed anche con un ambizioso piano di risanamento degli stessi (che potrebbe durare anche dieci anni) sembra necessario il mantenimento in uso del deposito munizioni in parola, quale principale capacità di back-up (essenziale in caso di eventi eccezionali che precludano l'impiego dei principali depositi di superficie) e sito di immagazzinamento di materiali destinati ad alienazione.
  Tali considerazioni inducono, quindi, a ritenere che la decisione di ricostituire la servitù militare sia stata oggettivamente presa sulla base di ogni necessaria valutazione, anche in riferimento alla specifica situazione locale.Pag. 53
  Al riguardo, desidero precisare che non è stato il Comitato Misto paritetico (CO.MI.PA.), ma la sola componente regionale del Comitato che, nell'accogliere le motivazioni espresse dal sindaco di La Maddalena, ha formulato parere non favorevole al rinnovo della servitù militare a tutela del deposito di munizioni in parola.
  In merito, poi, al «rispetto solo meramente formale dell'obbligo di relazione con il CO.MI.PA.», non risulta sia mai mancata una leale collaborazione istituzionale, volta a cercare di superare o contemperare le inevitabili divergenze.
  Al proposito, ricordo che in data 16 maggio ultimo scorso si è svolto un sopralluogo congiunto nelle aree interessate dalla servitù militare in questione, allo scopo di far prendere visione ai membri regionali del Comitato ed al sindaco di La Maddalena dello stato dei luoghi, dell'estensione territoriale della servitù stessa e dell'impatto che tale imposizione può avere sulle aree adiacenti.
  In esito a detto sopralluogo, la componente regionale ha espresso alla Presidenza del Comitato piena soddisfazione per l'accoglienza e le informazioni acquisite nel corso della visita.
  Con riferimento, invece, al contenzioso attualmente in atto, in questa sede posso solo ricordare che il comune di La Maddalena ha impugnato dinanzi al TAR Sardegna il provvedimento di riesame del Governo, impositivo di nuova servitù militare, e che il giudice amministrativo ha accolto il ricorso.
  Il Consiglio di Stato, tuttavia, in sede cautelare, riconoscendo il fumus boni iuris del ricorso dell'Amministrazione, ha sospeso la sentenza di annullamento di primo grado.
  Sulle ipotesi, infine, di «rischio ambientale nel territorio limitrofo alle gallerie della caverna di Guardia del Moro», preciso che l'immagazzinamento di manufatti e sostanze esplosive all'interno del deposito è circoscritto, come in tutti gli altri depositi della Marina militare, a munizionamento convenzionale, la cui interazione con l'ambiente in fase di conservazione è sostanzialmente nulla.
  Si ritiene, pertanto, che non vi sia alcun motivo di ipotizzare un rischio ambientale.