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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 20 marzo 2014
202.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-02402 Marcolin: Sul mancato recepimento di una condizione apposta al parere della Commissione Difesa in fase di emanazione del decreto legislativo 28 gennaio 2014, n. 7 recante disposizioni in materia di revisione in senso riduttivo dell'assetto strutturale e organizzativo delle Forze armate.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In primo luogo, va opportunamente chiarito che sul piano formale la condizione cui si fa riferimento nell'atto non è stata inserita dalla Commissione di merito all'interno del parere, «obbligatorio ma non vincolante» riferito all'Atto Governo n. 32 (oggi decreto legislativo 28 gennaio 2014, n. 7), concernente la «revisione in senso riduttivo dell'assetto strutturale e organizzativo delle Forze armate», ove era ed è rimasta inclusa la disposizione in questione.
  Tale condizione, invece, è stata inserita nell'ambito del parere riferito all'Atto Governo n. 33 (oggi decreto legislativo 28 gennaio 2014, n. 8), che essendo afferente a tutt'altra materia rispetto a quella di pertinenza non avrebbe potuto consentire il compiuto accoglimento della stessa.
  Tuttavia, il Governo pro-tempore ha inteso comunque dare conto delle motivazioni giuridiche che ne hanno determinato l'irricevibilità e, di conseguenza, il mancato accoglimento.
  Quest'opera doverosa volta, nel massimo rispetto dei ruoli istituzionali, a dare compiuta attuazione al generale principio della motivazione, si è realizzata attraverso le relazioni illustrative ai citati decreti delegati n. 7 e 8, all'uopo integrate all'esito della formulazione dei pareri parlamentari e prima della deliberazione definitiva da parte del Consiglio dei Ministri il 10 gennaio 2014, con l'indicazione puntuale, non solo di tutte le condizioni e le osservazioni di parte parlamentare risultanti dai pareri espressi, ma anche delle modifiche al testo dei provvedimenti di essi attuative, ovvero delle ragioni connesse al loro eventuale mancato accoglimento.
  Ciò posto, come già evidenziato nella citata relazione illustrativa, non solo la disposizione in questione risulta del tutto coerente con i principi della delega, ma non è possibile rilevare nella delega, altro principio, ovvero criterio direttivo, che possa costituire fondamento logico o giuridico, per le modifiche di merito sollecitate con la condizione de qua.
  Non va trascurato, inoltre, sul piano del merito, che le prerogative in materia di definizione dell'ordinamento, di determinazione delle attribuzioni nonché di dislocazione dei Reparti delle Forze armate, sono per legge riservate ai vertici dell'Area tecnico-operativa del Dicastero della difesa e formalizzate con provvedimento del Ministro della difesa, ai sensi dell'articolo 10 del codice dell'ordinamento militare e dunque intangibili da parte di soggetti diversi, anche per evidenti ragioni connesse con il supremo interesse della Difesa nazionale.
  Ulteriori previsioni di rango primario, che dispongono la citata riserva delle prerogative ordinative a favore dei vertici operativi del Dicastero, sono gli articoli 33, comma 1, lettera d), 101 commi 1 e 3, 102 comma 3, 103 comma 3, 105 comma 2, 107 comma 2, 112 comma 2, 113 comma Pag. 525, 142 comma 2, 144 comma 2, 145 comma 2, 146 comma 3 e 151 comma 3.
  In tale quadro, tuttavia, atteso che la decorrenza per la riconfigurazione del comando di interesse è fissata al 31 dicembre 2018 non è escluso che, medio tempore, possano intervenire valutazioni tecnico-operative, che il Governo assicura di tenere sotto costante controllo, che inducano ad una rimodulazione delle attuali scelte, anche attraverso i successivi decreti integrativi e correttivi (ex articolo 1, comma 5 della legge n. 244 del 2012).

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-02403 Frusone: Sulla chiusura della 132o Brigata Corazzata «Ariete».

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'evoluzione della situazione internazionale ha reso necessario, ormai da tempo, delineare un modello di difesa sensibilmente ridotto dal punto di vista quantitativo, flessibile e adattabile alle variazioni del quadro geo-strategico di riferimento, richiedendo alle Forze armate un crescente impegno di razionalizzazione e di snellimento delle proprie strutture.
  In questo quadro, il profondo processo di ristrutturazione, revisione e semplificazione dell'organizzazione militare, avviato da anni, impostato in conformità dei dettami di una serie di provvedimenti normativi, ha trovato ulteriore impulso nella legge di delega 31 dicembre 2012, n. 244.
  Gli interventi previsti dalla legge hanno l'obiettivo di attuare una revisione in senso incisivamente riduttivo delle dimensioni strutturali e organiche dello strumento militare nazionale, resa indispensabile dalla congiuntura di finanza pubblica.
  La necessità d'intervenire affinché le strutture organizzative delle Forze armate siano ricondotte entro limiti compatibili con le risorse disponibili, ha portato l'Esercito italiano a delineare un'organizzazione di supporto logistico che prevede, tra l'altro, la «re-internalizzazione» degli interventi di manutenzione e, di conseguenza, la necessità di conferire autonomia logistica a ciascuna Brigata di Manovra, anche quelle di stanza in Sicilia e in Sardegna, attualmente sprovviste di tale tipologia di unità, prevedendo una ridistribuzione delle risorse logistiche attraverso un recupero di quelle dislocate nelle aree dove vi è una loro maggiore concentrazione.
  In particolare, il trasferimento, dal battaglione logistico all'8o reggimento logistico di Orzano di Remanzacco, delle funzioni di supporto logistico alla Brigata «Ariete» e alle sue unità, non ha ripercussioni sulla distanza delle unità da supportare, in quanto il nuovo concetto di supporto logistico dell'Esercito prevede il conferimento di:
   maggiori capacità d'intervento manutentivo in autonomia ai singoli reggimenti;
   ulteriori capacità d'intervento ai reggimenti logistici di Brigata, da attuare con l'invio di squadre di reggimenti logistici al domicilio dell'utenza e non con la movimentazione dei mezzi inefficienti dai reggimenti di manovra.

  Il trasferimento soddisfa, tra l'altro, anche l'esigenza di razionalizzare le infrastrutture di Maniago – che ospita attualmente il 132o reggimento artiglieria e il battaglione logistico – e di Orzano di Remanzacco, dove ha sede l'8o reggimento logistico.
  In particolare, la caserma «Baldassarre» di Maniago, grazie ai lavori effettuati negli ultimi anni, è più rispondente alle esigenze del 132o reggimento artiglieria (che, per carenza di spazi è costretto ad avvalersi, oggi, di un'ulteriore infrastruttura in Sequals – a 13 chilometri da Maniago – per allocarvi parte dei mezzi in dotazione) e più funzionale, pertanto, all'accentramento dell'unità nella stessa caserma.
  La caserma «Lesa» di Orzano di Remanzacco già dispone, invece, di infrastrutture Pag. 54adeguate all'esigenza di ospitare un'unità più grande di un battaglione.
  Per garantire la continuità di supporto logistico alle unità della Brigata «Ariete», il passaggio delle competenze dal battaglione logistico all'8o reggimento di Orzano di Remanzacco, sarà attuato con gradualità, prevedendo, comunque, la permanenza nella sede di Maniago della compagnia mantenimento durante il periodo transitorio.
  In merito agli aspetti ordinativi relativi alla tempistica del provvedimento in questione, nella considerazione che è ancora in corso lo studio teso a delineare nel dettaglio l'organizzazione deputata al supporto logistico dell'Esercito e i tempi per conseguirla, è probabile che la soppressione del battaglione logistico «Ariete» avverrà con gradualità e in sistema con il più generale processo di riordino in atto.
  Per quando concerne gli aspetti relativi al personale, si rappresenta che sono state già richieste al Comandante di Corpo del battaglione Logistico «Ariete» tutte le eventuali esigenze particolari di carattere personale/familiare, per le quali sia stato manifestato il gradimento ad essere trasferito con immediatezza.
  A seguito della segnalazione delle istanze prodotte dal personale, avallate dalla rispettiva catena gerarchica, si è provveduto a movimentare, da dicembre 2013, gli interessati.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-02404 Duranti: Sul distacco della Direzione del supporto diretto (DSD) dell'Arsenale militare di Taranto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La riorganizzazione degli arsenali è stata calendarizzata entro la fine dell'anno 2015 dal decreto legislativo 28 gennaio 2014, n. 7, discendente dalla legge n. 244 del 2012.
  Per gli Arsenali è stato elaborato un piano di efficientamento con il fine di associare un razionale accorpamento delle lavorazioni con l'adeguamento delle infrastrutture e degli impianti sotto il profilo tecnologico e della sicurezza. Tanto allo scopo di ottenere minori costi di gestione e perseguire la concentrazione delle attività sul core-business delle manutenzioni navali, secondo il concetto del raggruppamento delle attività omogenee in officine polifunzionali.
  Il progetto è incentrato su 1) dimensionamento della manodopera mirato al progressivo recupero delle capacità di in-sourcing attraverso la scelta di soluzioni produttive individuate secondo i criteri di convenienza economica, (make or buy); 2) auspicato aumento della produttività, 3) mantenimento dei livelli occupazionali.
  Comunque, in tale ottica, era già stato predisposto un piano emergenziale di assunzioni di personale tecnico a favore degli arsenali da svilupparsi nel triennio 2012-2014, che ancora non ha trovato concreta attuazione, per effetto della spending review.
  Inoltre, il decreto-legge n. 212 del 29 dicembre 2011 sulle missioni internazionali prevede che «al fine di consentire l'attuazione dei processi di ristrutturazione e di incremento dell'efficienza degli Arsenali M.M., in ciascun degli anni 2014-2016, il Ministero della Difesa riserva alle assunzioni del personale appartenente ai profili tecnici il 60 per cento delle assunzioni». Tali disposizioni sono state prorogate fino al 2019 con i decreti legislativi discendenti dalla legge n. 244 del 2012.
  In tale quadro, le due nuove realtà organizzative che nasceranno (MARISTANAV DSD e Arsenale (parte restante) potranno specializzarsi in una missione ben definita ed univoca: per l'Arsenale l'esecuzione di manutenzioni programmate di un certo livello su unità «non pronte» all'impiego operativo, mentre per la MARISTANAV la risoluzione avarie tese a ripristinare l'efficienza delle «unità pronte» per missione.
  Le due missioni, apparentemente affini, impongono in realtà organizzazioni differenti e strumenti amministrativi opportunamente calibrati, obiettivi che la riorganizzazione in atto consentirà di conseguire.
  Non verrà meno, inoltre, ogni forma di collaborazione e sinergia già esistente tra DSD e l'Arsenale.
  La percentuale delle manutenzioni esternalizzate non subirà alcun incremento a seguito della riorganizzazione in atto. Continueranno quindi ad essere esternalizzate le sole attività manutentive di 3 e 4 livello solo su base di necessità. Anzi, in applicazione dell'articolo 2259-sexies introdotto dal decreto legislativo n. 7 del 2014 viene avviato un processo di progressiva internalizzazione dei servizi e dei lavori.
  Le tabelle ordinative relative agli arsenali sono ancora in corso di aggiornamento, Pag. 56essendo tuttora in corso di finalizzazione il decreto ministeriale che dovrà ripartire l'organico assegnato per Regioni e per profilo professionale.
  In relazione all'intero processo di ristrutturazione/riorganizzazione in corso, discendente dalla legge n. 244 del 2012, la Marina, in sede di riunione tecnica, ha provveduto ad informare puntualmente e compiutamente le organizzazioni sindacali nazionali.
  Successivamente sono state impartite agli Alti Comandi Periferici le disposizioni per convocare le organizzazioni sindacali territoriali ai fini del loro coinvolgimento negli adempimenti conseguenti.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-02405 Cicu: Sul pagamento degli indennizzi ai pescatori dell'area marina di Capo Teulada.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Riguardo alla situazione finanziaria connessa al soddisfacimento delle esigenze dei pescatori della Sardegna, in conseguenza delle esercitazioni che si svolgono presso i poligoni di Capo Teulada e Capo San Lorenzo, premesso che al pagamento delle stesse si provvede con le risorse economiche allocate sul pertinente capitolo di bilancio, mediante ordini di accreditamento emessi a favore del sindaco del Comune interessato, si precisa che:
   gli indennizzi dovuti agli operatori economici della pesca, con riferimento agli sgomberi degli specchi d'acqua del 2011, risultano essere stati corrisposti sino all'esercizio finanziario 2012, per un importo di euro 7.107.575,09, salvo le integrazioni richieste dal Comando Militare della Sardegna per un importo di euro 22.017,58, per le quali si è provveduto ad assumere apposito impegno nell'esercizio 2012. A quest'ultima esigenza, sarà dato seguito nel corso del corrente esercizio finanziario;
   le esigenze correlate alle esercitazioni effettuate nell'anno 2012, pari ad euro 6.483.230,49, da soddisfare nell'esercizio finanziario 2013, le stesse non hanno trovato la necessaria copertura finanziaria a capitolo, per cui si è provveduto ad inoltrare apposita richiesta integrativa che, proposta in sede di predisposizione della manovra di assestamento del 2013 non è stata, tuttavia, recepita dal Ministero dell'economia e delle finanze;
   nel corrente esercizio, tenuto conto sia delle esigenze dei pescatori relative al 2012 sia degli indennizzi per servitù militari pregresse sul territorio nazionale, quantificate complessivamente in euro 15.736.993,35, a fronte di uno stanziamento disponibile di euro 7.237.378,51, si rende necessaria un'integrazione pari ad euro 8.499.614,84, esigenza, questa, che la Difesa ha prontamente palesato al MEF.

  Si rende noto, in ultimo, che nell'ambito di una regolare gestione contabile – potendo disporre della citata somma di 7.237.378,51 – si sta provvedendo all'erogazione dei fondi sul pertinente capitolo per l'importo di euro 3.318.960,04, quale indennizzi pregressi per servitù militari sul territorio nazionale relative all'ultimo quinquennio, nonché all'erogazione dell'importo di euro 3.371.279,85 che corrisponde al 52 per cento delle esigenze indennizzi dei pescatori per il 2012.
  Rimane, dunque, una disponibilità residua, al momento cautelativamente destinata a coprire eventuali spese di contenzioso in essere corrispondenti ad euro 547.138,62.
  Prima di concludere, preme sottolineare come la Difesa abbia posto sempre la massima attenzione alla problematica generale delle marinerie, con lo scopo di contemperare le attività di natura addestrativa svolte presso il poligono di Capo Teulada con le esigenze connesse all'esercizio della pesca nelle aree interdette.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-02406 Villecco Calipari: Sull'attuazione dell'articolo 306 del Codice dell'ordinamento militare in tema di alloggi di servizio.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In attuazione dell'articolo 306, comma 2, del decreto legislativo 15 maggio 2010, n. 66, recante il codice dell'ordinamento militare, con decreto del Ministro della difesa in data 11 giugno 2012, è stato predisposto, per ultimo, il «Piano di gestione del patrimonio abitativo in dotazione al Ministero della difesa per gli anni 2010 e 2011» ed è in corso di approvazione lo schema di decreto riferito agli anni 2012 e 2013, per il successivo inoltro alle Commissioni parlamentari per il prescritto parere.
  Si assicura, pertanto, la particolare attenzione del Dicastero affinché lo schema di decreto in questione possa essere inviato, con ogni consentita sollecitudine, alle Commissioni parlamentari per l'acquisizione dei previsti pareri.
  Nel merito delle dibattute questioni, si rende noto che, in accoglimento dei pareri favorevoli delle Commissioni Difesa di Camera e Senato, sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di revisione in senso riduttivo dell'assetto strutturale ed organizzativo delle Forze armate, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettere a), b) e d) della legge 31 dicembre 2012, n. 244, il citato schema di decreto contiene, tra l'altro, delle disposizioni in favore di alcune categorie di persone, individuate attraverso soglie reddituali di salvaguardia e/o caratterizzate da particolari situazioni familiari ritenute meritevoli di tutela, come ad esempio nuclei familiari nei quali vi sia un portatore di handicap e coniugi superstiti, o altro familiare convivente, del personale dipendente deceduto in servizio o per causa di servizio.

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ALLEGATO 6

Interrogazione n. 5-00698 Piras: Sulla gestione dell'area del dismesso aeroporto militare di Elmas.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'atto in discussione ha ad oggetto la richiesta del Sindaco di Elmas di acquisire alcune aree dell'aeroporto di Cagliari Elmas.
  Al riguardo, è opportuno precisare che con decreto interministeriale sottoscritto dai Ministri della difesa, delle infrastrutture e dei trasporti e dell'economia e delle finanze, datato 14 febbraio 2008, l'Aeroporto di Cagliari Elmas ha subito il passaggio di status dal Demanio militare aeronautico al Demanio civile aeronautico.
  Successivamente con analogo decreto interministeriale, datato 21 febbraio 2013, sono stati dismessi e trasferiti ulteriori beni del demanio militare aeronautico, sempre annessi dell'aeroporto di Cagliari Elmas, dal dicastero Difesa al dicastero dei Trasporti e delle Infrastrutture, ivi compresi quelli oggetto di richiesta da parte del Comune di Elmas.
  In ragione delle suesposte circostanze, trattandosi di beni che non sono più nella disponibilità dell'amministrazione militare, il Dicastero non è in grado di poter «valutare la fattibilità della proposta del comune», come richiesto nell'atto.

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ALLEGATO 7

Interrogazione n. 5-01015 Grande: Sulla realizzazione di un impianto ossidatore termico presso il Centro tecnico logistico interforze NBC di Civitavecchia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con la ratifica della Convenzione di Parigi sulla proibizione delle armi chimiche (entrata in vigore il 29 aprile 1997) gli Stati Parte si sono impegnati a distruggere tutte le armi chimiche esistenti nei loro territori, a non detenere o fabbricare altre armi chimiche e a non farvi ricorso per alcun motivo.
  Per poter rispettare la Convenzione, sul territorio nazionale è prevista, da parte dell'Amministrazione Difesa, l'acquisizione e l'installazione di un «ossidatore termico» dove verranno bruciate le armi chimiche residuate della 2a Guerra Mondiale.
  L'impianto non si configura quale «inceneritore», in quanto i proietti detonano per effetto del calore generato elettricamente (fino a temperature di circa 500o C) all'interno di apposite camere e gli aggressivi sono decomposti per azione del calore stesso (ossidazione termica) e non di una fiamma libera alimentata da carburante esterno, come avviene, invece, negli inceneritori a temperature di oltre 1.000o C.
  L'utilizzo di un ossidatore termico risulta preferibile ad altri sistemi per la demilitarizzazione di munizionamento a caricamento speciale, poiché consente di:
   ridurre l'impatto ambientale connesso con l'accumulo dei prodotti di reazione derivanti dall'attuale processo di demilitarizzazione di munizionamento contenente iprite e miscele derivate; le emissioni in atmosfera saranno ampiamente contenute entro i limiti imposti dalla vigente normativa e i relativi valori saranno costantemente monitorati in tempo reale;
   avviare lo smaltimento di altri aggressivi chimici non eliminabili con la tecnologia in uso presso l'attuale impianto di demilitarizzazione del Centro tecnico logistico interforze (Ce.T.L.I.) Nucleare Batteriologico Chimico (NBC) di Civitavecchia;
   finalizzare lo smaltimento degli ordigni a caricamento speciale presenti presso il Ce.T.L.I. NBC;
   limitare le operazioni di movimentazione e manipolazione dei proietti al fine d'incrementare la sicurezza dell'infrastruttura e del personale addetto alle lavorazioni.

  Il termo ossidatore, nella configurazione da realizzare, è dunque assimilabile ad un forno industriale di piccola capacità e, pertanto, non inserito nella tipologie di impianti che necessitino, ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006, della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) o dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA).
  L'ossidatore in acquisizione sostituirà completamente tutti gli impianti che vengono ad oggi utilizzati per la distruzione del munizionamento chimico.
  Riguardo alle «motivazioni che hanno originato l'eventuale acquisizione», si fa presente che gli impianti attualmente in funzione, progettati negli anni ’80-’90, ancorché affidabili in tema di sicurezza delle operazioni, non sono tecnologicamente all'avanguardia, poiché non consentono la distruzione di tutte le tipologie e di adeguati quantitativi di munizionamento chimico stoccato, impedendo di ottemperare Pag. 61pienamente agli impegni assunti con la Convenzione di Parigi.
  Il nuovo ossidatore termico consentirà, invece, di superare tale limitazione e di portare a termine le attività di demilitarizzazione previste dalla richiamata Convenzione.
  Sulla base delle caratteristiche del munizionamento chimico ancora stoccato presso l'Ente, la tecnologia scelta può senz'altro ritenersi la più idonea e avanzata tra quelle disponibili. Gli effluenti gassosi verranno costantemente monitorati con rilevatori/analizzatori che permettono lo screening in tempo reale delle caratteristiche chimico/fisiche del flusso emissivo, allo scopo di assicurare la salubrità dei luoghi di lavoro, tutelando il personale adibito alla gestione dell'impianto e prevenendo, nel contempo, ogni possibile contaminazione ambientale.
  Attualmente sono in funzione i seguenti impianti, simili a quello previsto nella sede di Civitavecchia:
   NKK Giappone – mod. SDC 1200;
   GEKA Munster Germania – mod. SDC 2000;
   UXB International, USA – mod. SDC 1200 e 2000.

  In merito ad eventuali «rischi» per i lavoratori e per i residenti delle aree interessate, l'impianto in questione garantirà un impatto ambientale minimo, grazie ad emissioni in atmosfera ampiamente entro i limiti imposti dalla vigente normativa; i valori delle emissioni saranno costantemente monitorati in tempo reale da una centrale remotizzata (a distanza).
  Gli effluenti in uscita dalla camera di ossidazione termica saranno convogliati in un sistema completo per il trattamento dei gas, i cui componenti (filtri anti particolato, torri di abbattimento, filtri per ossidi di azoto, filtri a carbone attivo), assicureranno l'abbattimento di tutte le sostanze inquinanti.
  Inoltre, la composizione qualitativa dei gas in uscita dai camini sarà controllata in tempo reale da appositi analizzatori.
  Quanto alla redazione di «un'analisi dei rischi ed un piano delle emergenze», si assicura che come previsto dalla vigente normativa di riferimento, appena sarà realizzato lo specifico impianto e saranno state elaborate le relative procedure di lavoro, sarà predisposta la valutazione dei rischi e il relativo piano delle emergenze.
  Riguardo ad un eventuale «programma di smaltimento degli attuali impianti», sono previste le operazioni di bonifica e di messa in stand-by degli impianti attualmente esistenti; tali attività saranno avviate non appena il nuovo impianto sarà completamente operativo.
  Per quanto attiene, poi, «ai costi che verranno sostenuti dalla pubblica amministrazione» per l'acquisizione dell'ossidatore termico, ai relativi impegni si farà fronte con i fondi già assegnati sui pertinenti capitoli di spesa della Difesa e non graveranno sul budget di altri dicasteri.
  Peraltro, la realizzazione del nuovo impianto deriva, come già detto, dagli obblighi imposti dalla richiamata Convenzione di Parigi in materia di demilitarizzazione delle armi chimiche.
  Il Consiglio Esecutivo dell'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC) considera la distruzione di tutte le armi chimiche in possesso dell'Italia obiettivo imprescindibile e monitora regolarmente i progressi conseguiti nel settore attraverso ispezioni e richieste di aggiornamenti.
  Qualora non si procedesse all'acquisizione e, di conseguenza, non si potesse procedere alla distruzione di tutte le armi chimiche ancora stoccate, l'Italia risulterebbe non ottemperante ad una Convenzione internazionale alla quale ha deliberatamente aderito.
  L'entità dell'impegno economico per la realizzazione dell'impianto trova giustificazione nella necessità di acquisire un impianto che risulti tecnologicamente avanzato e in linea con gli attuali standard industriali richiesti per garantire la sicurezza dei lavoratori e degli abitanti delle aree circostanti, nonché la tutela dell'ambiente.

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ALLEGATO 8

Interrogazione n. 5-01288 Corda: Sulla missione in corso della nave portaerei Cavour.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La missione della Nave Cavour ha come scopo primario quello di promuovere le eccellenze imprenditoriali del made in Italy, rappresentare il trailer itinerante di EXPO 2015, nonché effettuare missioni umanitarie e di supporto sanitario nei 18 Paesi di previsto scalo.
  In tale ottica, in analogia a quanto già fanno altre nazioni, come la Francia che invia regolarmente – anche questo anno – il proprio gruppo Portaerei nel Golfo Persico e in Oceano indiano o come la Turchia che farà svolgere ad un proprio gruppo navale un analogo periplo dell'Africa, è stato pertanto deciso d'inviarla in aree di particolare interesse per il Paese.
  A bordo della nave, a fianco dei Ministeri degli affari esteri, dello sviluppo economico, dei beni e delle attività culturali e del turismo e dell'ICE – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, partecipano le eccellenze imprenditoriali italiane non soltanto della Difesa, quali PIRELLI, FEDERLEGNARREDO, PIAGGIO AERO, TELESPAZIO, GRAZIELLA GROUP SPA, AVS GROUP, BLACKSHAPE, SITAEL, MERMEC GROUP, GIUSTI DEL COL SOCIETÀ AGRICOLA SRL, eccetera.
  Nave Cavour sta svolgendo inoltre compiti di sicurezza marittima, sia attraverso operazioni di protezione del traffico mercantile nazionale e contrasto del fenomeno della pirateria e del traffico di esseri umani, sia di capacity building, ossia di sostegno alle Marine dei Paesi litorali africani.
  In considerazione della positiva esperienza del 2010, quando la nave trasportò aiuti umanitari ad Haiti, durante la missione si stanno svolgendo anche attività in tal senso nei confronti delle popolazioni interessate, soprattutto africane, avvalendosi delle ONLUS «Operation Smile», «Francesca Rava» e dei medici e delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana (CRI).
  Si evidenzia, in proposito, che finora sono 140 i bambini sottoposti a trattamento chirurgico maxillo-facciale ed ortodontico nell'ospedale di Nave Cavour, mentre sono circa 2.100 i pazienti che sono stati sottoposti a visita oculistica nell'ospedale di Nave Etna, finalizzata alla prevenzione della cecità infantile, e ai quali sono stati distribuiti gratuitamente circa 570 paia di occhiali pre-graduati; oltre ad un'intensa opera di aiuto sul territorio da parte degli equipaggi, del personale sanitario della Marina e della CRI.
  Preme opportuno evidenziare che in questa particolare missione il costo del Cavour non grava sul bilancio dello Stato, ma viene sostenuto da aziende civili, partner dell'impresa.
  Infine questa missione consente di rafforzare il dialogo e i rapporti di cooperazione con Paesi delle due sponde dell'Africa, quella atlantica e quella dell'Oceano indiano, ove l'Italia può svolgere un importante ruolo non solo sotto il profilo assistenziale, ma anche sul piano dello sviluppo, della modernizzazione e della cooperazione.