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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 18 settembre 2014
299.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00723 Burtone: Sulla soppressione del 2o gruppo rifornimenti area Sicilia di Vizzini.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La questione affrontata con l'atto in discussione rientra nel più ampio quadro della razionalizzazione dello strumento militare nazionale, avviata più di un decennio fa e che, recentemente, è stata ulteriormente implementata, per effetto sia della cosiddetta spending review (decreto-legge 6 luglio 2012, n.95 convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 135), sia dell'introduzione della legge 31 dicembre 2012, n. 244 e dei discendenti decreti legislativi n. 7 e n. 8 del 28 gennaio 2014.
  Infatti, come è noto, in esito alla spending review che ha disposto, tra l'altro, una riduzione delle dotazioni organiche complessive non inferiore al 10 per cento, si deve conseguire, entro il 1o gennaio 2016, la riduzione degli organici del personale militare da 190.000 a 170.000 unità e del personale civile da 30.000 a 27.800 unità.
  In linea di continuità con le disposizioni della spending review già in fase di attuazione, la successiva legge n. 244 del 2012 ha previsto un'ulteriore riduzione degli organici del personale militare da 170.000 a 150.000 unità e del personale civile da 27.800 a 20.000 unità da conseguire entro il 31 dicembre 2024, nonché una contrazione strutturale non inferiore al trenta per cento, entro sei anni dalla data di entrata in vigore del relativo decreto attuativo.
  È del tutto evidente, quindi, che ad una simile revisione in chiave riduttiva degli organici delle Forze armate debba corrispondere coerentemente un armonico e adeguato ridimensionamento delle strutture, secondo i criteri individuati dalla citata normativa sulla revisione dello strumento militare.
  In tale quadro, si rammenta che precedentemente alla legge n. 244 del 2012, l'Aeronautica Militare aveva già avviato una profonda riorganizzazione strutturale, sia attraverso la puntuale e completa adozione dei provvedimenti di riorganizzazione/soppressione di cui al decreto legislativo n. 464 del 1997 e successive modifiche ed integrazioni (decreto legislativo n. 253 del 2005), sia tramite l'attività di razionalizzazione di specifiche aree e settori contemplata in appositi documenti di pianificazione.
  Ora, la Forza armata, nell'ottica di raggiungere i risultati prefissati, sta perseguendo l'obiettivo di concentrare i propri Reparti Operativi/Enti/Distaccamenti territoriali sui principali aeroporti militari.
  A tal fine, quindi, l'Aeronautica, in esito ad una scrupolosa disamina delle capacità operative ritenute irrinunciabili, ha definito il relativo supporto, la tipologia, la consistenza degli assetti, il numero dei Reparti e le ore di volo necessarie a sostenere l'obiettivo capacitivo prefissato, anche al fine di adempiere agli impegni assunti in ambito Unione Europea e NATO, garantendo un'imprescindibile sostenibilità finanziaria e salvaguardando, al tempo stesso, il più possibile il proprio personale.
  Pertanto, nell'ambito di tale profonda revisione organizzativa, la Forza armata, allo scopo di soddisfare le attuali esigenze, garantendo la contestuale sostenibilità finanziaria, ha pianificato, tra l'altro, la razionalizzazione dei Gruppi di Supporto Logistico. Pag. 100
  Tale razionalizzazione evidentemente ha coinvolto anche e non solo il 2o Gruppo Rifornimenti Area Sicilia di Vizzini, il quale è stato soppresso, in ottemperanza ai decreti legislativi discendenti dalla legge n.  244 del 2012, con apposita Circolare Ordinativa in data 25 giugno 2013.
  In tale contesto, le capacità operative sostenute dal citato Gruppo Rifornimenti vengono ottimizzate con la sua rilocazione presso il deposito off-base di Sigonella, coerentemente con la necessaria policy di accorpamento degli enti logistici di Forza armata.
  Come è ormai una consuetudine consolidata la Forza armata, in relazione a qualsiasi provvedimento di natura ordinativa, pone in essere tutte le azioni possibili per tutelare il personale coinvolto, mitigandone il più possibile gli eventuali disagi conseguenti.
  In proposito, il personale militare è stato reimpiegato in ragione delle esigenze di Forza armata, tenendo in debita considerazione le preferenze espresse dagli interessati, mentre per la componente civile erano state ultimate sin dal 2007 tutte le previste fasi sindacali ai fini del relativo reimpiego.
  Peraltro, la dipendenza del Centro dal Deposito centrale di Orte dall'aprile del 2008 testimonia la sensibilità dell'Aeronautica rispetto alle esigenze del personale interessato, avendo inteso sviluppare il relativo processo di «anemizzazione» in un arco temporale di ampio respiro, e non di attuazione immediata.
  In tale quadro, non è stata, altresì, trascurata una preventiva e attenta analisi dei costi connessi con il trasferimento del personale e dei materiali interessati, prevedendo in proposito una policy mirata all'equità e al risparmio per pervenire ad un punto di pareggio delle spese nel breve termine.
  Per quanto concerne infine la paventata perdita di posti di lavoro, si fa notare che, negli ultimi cinque anni, l'apporto economico fornito alle realtà locali è stato minimale, anche in considerazione che la maggioranza dei rapporti commerciali esistenti non insisteva sul territorio di Vizzini.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-02550 Grillo: Sulla gestione del patrimonio immobiliare della Difesa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Al fine di assolvere alla funzione informativa richiesta con il presente atto di sindacato ispettivo, con cui gli Onorevoli interroganti pongono una serie di quesiti in merito al patrimonio immobiliare della Difesa, allo scopo di fornire una risposta più chiara ed esaustiva, si mettono a disposizione della Commissione alcune schede e tabelle riepilogative delle singole situazioni.
  Pertanto, con riferimento al primo quesito relativo all'acquisizione dell'elenco degli enti vigilati e finanziati dal Dicastero, si mette a disposizione una scheda contenente le informazioni richieste.
  Con riferimento al secondo quesito, invece, con cui si chiede: «quali e quanti siano i palazzi di proprietà del ministero e a quale utilizzo questi siano adibiti, ovvero se siano vuoti», si partecipa che il Ministero dell'economia e finanze (MEF) «proprietario» di tutti i beni dello Stato, concede in uso gratuito ai vari dicasteri, inclusa la Difesa, immobili dello Stato per l'espletamento di propri compiti istituzionali (4.000 circa quelli in uso al Dicastero).
  Ciò premesso, in esito a provvedimenti di razionalizzazione e accorpamento della propria struttura organica, la Difesa ha nel tempo resi liberi da funzioni molti immobili, nelle more della retrocessione al citato MEF (in particolare, all'Agenzia del Demanio), quale titolare di tutti i beni dello Stato e responsabile per il loro utilizzo.
  In tale quadro, la Difesa – con riferimento alle più recenti disposizioni normative volte ad accelerare l'alienazione/valorizzazione di tali strutture – ha segnalato alla citata Agenzia del Demanio, quali beni non più utilizzati per finalità istituzionali:
   n. 405 immobili ai sensi della legge n. 296/06 (finanziaria 2007) e della legge n. 244/07 (finanziaria 2008) per un controvalore di circa 2 miliardi di euro, per finalità di riduzione del debito pubblico;
   n. 1558 ulteriori compendi per l'eventuale:
    conferimento ai fondi comuni di investimento immobiliare ai sensi della legge n. 135/12 ovvero vendita da parte del MEF;
    riutilizzo da parte delle altre amministrazioni statali per il contenimento dei canoni di locazione passiva;
    trasferimento gratuito ai Comuni, Città Metropolitane, Province e Regioni, ai sensi dell'articolo 56-bis della legge n. 98/13.

  Per completezza di informazione, si evidenzia che – nel corso del corrente anno – è stata:
   introdotta la cosiddetta procedura della «valorizzazione d'onore» (articolo 9 del decreto legislativo n. 7/14), che prevede la possibilità di concedere in uso per un periodo massimo di 10 anni i beni non oggetto di specifiche istanze da parte degli Enti Territoriali, ai sensi del citato articolo 56-bis, a chiunque presenti formale domanda e dimostri di essere in possesso di idonei requisiti economici e imprenditoriali per la loro valorizzazione;Pag. 102
   costituita una specifica task force, quale punto di riferimento certo e immediato per Enti e Istituzioni interessati al patrimonio immobiliare del Dicastero, alle dirette dipendenze dell'Autorità Politica.

  Con riferimento al terzo quesito, con cui si chiede: «quali siano i costi sostenuti per le ristrutturazioni e il mantenimento di tali strutture oggi vuote», si sottolinea che le risorse economiche destinate al settore infrastrutturale della Difesa per interventi di mantenimento/ristrutturazione hanno subito, nel corso degli anni, un notevole decremento, tale da consentire esclusivamente interventi urgenti e/o limitati al soddisfacimento di specifici obblighi di legge per le infrastrutture con presenza di funzioni militari.
  Tale policy si riflette con maggiore intensità sulle cosiddette infrastrutture non attive (cioè vuote), dove gli interventi vengono circoscritti all'eliminazione di situazioni di potenziale pericolo per la pubblica incolumità, mantenimento dei requisiti di sicurezza, per un importo abbastanza contenuto, quantificabile in alcune migliaia di euro/anno.
  Con riferimento al quarto quesito, con cui viene chiesto al Dicastero: «se possa fornire, nel rispetto della trasparenza dei dati ministeriali [...], i dati riguardanti i contratti di affitto stipulati dal ministero [...], ovvero, i nomi dei locatori, i costi di affitto, la durata e le spese di gestione, dal 2005 ad oggi», nonché al quinto quesito: «se non sia, dunque, il caso di rimuovere tali strutture utilizzando gli edifici esistenti di proprietà statale», si precisa, relativamente ad entrambi, che la Difesa ha significativamente ridotto il numero degli immobili condotti in regime di locazione passiva, per i quali viene messa a disposizione della Commissione una tabella sinottica riepilogativa della situazione attuale.
  È una situazione provvisoria destinata ad una drastica ulteriore riduzione e all'azzeramento, secondo le stringenti direttive del Ministro della difesa, Senatrice Pinotti, al riguardo.
  Si sottolinea, infine, per completezza di informazione, che la Difesa ha contribuito in maniera significativa alla riduzione delle spese di locazione anche a favore di altri organi, amministrazioni ed enti pubblici quali, ad esempio, la Camera dei deputati, il Senato della Repubblica, la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell'Interno, il Ministero per i Beni e gli Affari Culturali, il Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione e il Ministero della Giustizia, avendo già retrocesso molte infrastrutture all'Agenzia del Demanio per tali finalità.

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ENTI VIGILATI E FINANZIATI DAL MINISTERO DELLA DIFESA

   AGENZIA INDUSTRIE DIFESA;
   DIFESA SERVIZI S.p.A.;
   CASSA DI PREVIDENZA DELLE FORZE ARMATE;
   OPERA NAZIONALE PER I FIGLI DEGLI AVIATORI;
   UNIONE ITALIANA TIRO A SEGNO (con il concerto del CONI);
   LEGA NAVALE ITALIANA (con il concerto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti);
   ASSOCIAZIONE ITALIANA DELLA CROCE ROSSA, per le componenti ausiliarie delle Forze Armate (vigilata dal Ministero della Salute, con il concerto della Difesa);
   AERO CLUB d'ITALIA (vigilato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con il concerto della Difesa);

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-02284 Prodani: Sulla riapertura del Faro della Vittoria di Trieste nell'ambito delle celebrazioni per il centenario della prima guerra mondiale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La problematica sollevata dall'Onorevole interrogante con l'atto di sindacato ispettivo in argomento ha trovato opportuna definizione con la stipula della convenzione tra la Provincia di Trieste e il Comando Zona Fari di Venezia, delegato dal Comando in Capo del Dipartimento della Marina Militare di La Spezia.
  La Convenzione disciplina l'utilizzo della parte monumentale del «Faro della Vittoria» di Trieste, per l'attività di valorizzazione storica e territoriale promossa dalla Provincia di Trieste.
  L'accordo in argomento, firmato il 26 marzo 2014, ha autorizzato l'accesso del pubblico al «Faro della Vittoria», dal 1o aprile 2014, compatibilmente con l'agibilità e lo stato di manutenzione e conservazione dello stesso.
  Esso prevede, inoltre, che la struttura monumentale venga inserita, a cura della Provincia di Trieste nell'ambito dei progetti di valorizzazione del patrimonio storico, artistico e architettonico connessi con le celebrazioni collegate al Centenario della Grande Guerra.