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CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 19 novembre 2014
339.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-02609 Tofalo: Sui responsabili della mobilità per gli enti del Ministero della difesa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  A premessa della risposta all'atto di sindacato ispettivo in argomento si precisa che il Dicastero, già da tempo, ha posto in essere le azioni necessarie per dare concreta attuazione al decreto ministeriale 27 marzo 1998 sulla «Mobilità sostenibile nelle aree urbane» e che non risulta esservi alcuna «limitazione all'applicazione della norma in oggetto per gli enti militari».
  Tanto premesso, si precisa che le Forze armate e l'Arma dei carabinieri, in linea con gli obiettivi fissati dal citato decreto ministeriale, hanno organizzato il relativo servizio in funzione della peculiarità dei compiti affidati e della articolazione sul territorio.
  In particolare, l'Esercito ha istituito la figura del «Mobility Manager» in alcune aree e in altre ha posto in essere soluzioni volte a venire incontro alle esigenze del personale, (trasporto collettivo con mezzi propri, convenzioni con ditte di trasporto private/aziende fornitrici di trasporto pubblico locale), che già perseguono concretamente gli obiettivi fissati dal citato decreto ministeriale sulla «Mobilità sostenibile nelle aree urbane».
  Analogamente, la Marina Militare, ha istituito la figura del Mobility Manager solo presso i comandi marittimi e per soddisfare le esigenze di mobilità del personale in servizio presso le principali sedi ha messo a disposizione del personale servizi di trasporto collettivo e accordi con aziende fornitrici del trasporto pubblico locale.
  L'Aeronautica militare, pur non avendo istituito la figura del Mobility Manager, dispone, nell'ambito di ciascuna articolazione, di un servizio autotrasporti strutturato in funzione delle esigenze istituzionali da soddisfare.
  In particolare, tra i vari servizi svolti, c’è quello di collegamento (tramite navetta) tra la sede di lavoro del personale ed i vari punti di raccolta/stazioni ferroviarie.
  Per quanto riguarda, invece, l'Arma dei carabinieri, presso il Comando generale è inserita un'unità organizzativa devoluta all'ottimizzazione degli spostamenti del personale dipendente, attraverso l'organizzazione di servizi navetta da/verso gli scali ferroviari della Capitale – con mezzi di trasporto collettivo – disincentivando così l'uso delle auto private per il raggiungimento della sede di servizio.
  La figura del responsabile della mobilità del personale è individuata può individuarsi nel Comandante del reparto comando, Ufficiale dal quale dipende l'unità organizzativa.
  A livello periferico, i reparti dell'Arma fanno ricorso al trasporto collettivo/multiplo dei militari e incentivano le convenzioni con società di trasporto locale per favorire la mobilità del personale.
  Si ricorda, inoltre, che il testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di Ordinamento militare (decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90) consente la libera circolazione sui mezzi di trasporto pubblico urbano al personale delle Forze di polizia, se in uniforme o munito di tessera di riconoscimento.
  Molte regioni amministrative, infine, hanno deliberato specifiche disposizioni per estendere anche al trasporto regionale Pag. 69la facoltà riconosciuta al personale delle Forze di polizia di circolare su mezzi pubblici.
  Un ultimo accenno, infine, concerne gli Organi centrali dell'area interforze, per i quali formalmente non è prevista la figura ad incarico esclusivo del Mobility Manager.
  È comunque operativa, presso lo Stato maggiore della Difesa, una sezione trasporti che, tra i vari compiti, coordina e controlla l'impiego degli automezzi adibiti al servizio di trasporto collettivo del personale effettivo presso gli enti direttamente dipendenti.
  Inoltre, al fine di ridurre il disagio del personale pendolare e concorrere alla riduzione dell'uso del mezzo privato, sono state stipulate apposite convenzioni (che prevedono sconti del 5-10 per cento sulle tariffe correnti) con le Società Trenitalia e Italo.
  In particolare, nell'ambito della regione Lazio, la difesa ha siglato un protocollo d'intesa con la società ATAC, in applicazione della legge regionale 16 giugno 2003, per consentire ai militari in uniforme di viaggiare gratuitamente nel tragitto casa - posto di lavoro.
  Con riferimento, in ultimo, al quesito relativo a «gli enti del Ministero della difesa con più di 300 dipendenti», si rappresenta che in considerazione del progetto di riconfigurazione e di riassetto della difesa, tuttora in corso, non è possibile definire la situazione contingente fornendo un mero dato numerico.
  Al fine però di soddisfare la richiesta di informazioni formulata con il quesito in argomento, si ribadisce quanto già esposto in precedenza e, cioè, che nelle realtà, sia centrali che periferiche, ove insistono più enti con un numero complessivo di dipendenti superiore alle trecento unità, sono operanti servizi di collegamento tra la sede di lavoro del personale e vari punti di raccolta, in particolare presso le stazioni ferroviarie.

Pag. 70

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-03658 Prodani: Sul Sacrario di Redipuglia (Gorizia) e annesso Museo storico militare.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Sacrario militare di Redipuglia dove sono custodite le spoglie dei Caduti, è permanentemente aperto.
  Il museo e l'area espositiva, invece, osservano l'orario, riportato anche sul sito web del Ministero della difesa,
   dal martedì al sabato:
    mattino: dalle 09.00 alle 12.00 (museo e sale espositive);
    pomeriggio: dalle 14.00 alle 17.00 (museo e sale espositive);
   festivi, nel periodo dal 1o aprile al 30 settembre: dalle 09.00 alle 13.00 (solo il museo);
   lunedì: chiuso.

  In occasione della Festa della Repubblica e della commemorazione dei defunti, e, comunque, ogni qualvolta richiesto da associazioni o scolaresche, è possibile visitare il sito anche in orari diversi.
  Tale orario è stato stabilito nel 2011 dal Commissariato generale per le onoranze ai caduti in guerra (Onorcaduti), tenendo conto dei flussi di visitatori, pari a circa 120.000 l'anno (non 400.000) e delle limitate risorse di personale disponibili.
  Nell'ambito delle azioni tese alla valorizzazione e alla fruibilità del complesso monumentale di Redipuglia, è attesa la finalizzazione di un accordo tra Onorcaduti e le Associazioni nazionale alpini e marinai d'Italia per un concorso alle attività di guardiania che consentirà di ampliare l'orario di apertura, così come auspicato dal Ministro della difesa.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-02933 Capozzolo: Sul blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In via preliminare, si rammenta che dal 2011, per effetto del decreto-legge n. 78 del 2010 (articolo 9 commi 1 e seguenti) emanato dal Governo Berlusconi, è stato introdotto il blocco degli effetti economici delle progressioni di carriera per tutti i dipendenti dello Stato. Inizialmente previsto per un triennio, è stato poi prorogato dal Governo Monti per tutto il 2014.
  Come è a tutti noto tale misura per il personale del Comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico ha interessato il blocco degli scatti biennali, la cosiddetta «omogeneizzazione stipendiale» dei dirigenti a 13 e 23 anni di servizio, l'assegno funzionale per i non direttivi, le indennità di posizione e perequativa dei dirigenti, la differenza stipendiale fra un grado ed il successivo in caso di promozione eccetera.
  A tale personale è stata attribuita per alcuni anni una «una tantum», compensativa, in tutto o in parte del danno economico subito, pari a: 100 per cento per il 2011, 46 per cento per il 2012 e 16 per cento per il 2013, mentre nulla è stato sin qui previsto per il 2014.
  Non sfugge, evidentemente, quanto questa norma sul blocco stipendiale sia particolarmente afflittiva per il comparto, in quanto si basa su un sistema gerarchico-funzionale nel quale la progressione di carriera e l'anzianità di servizio sono fattori essenziali.
  Un blocco di questo tipo penalizza il merito e chi ha più responsabilità e inserisce una disparità di trattamento tra chi ha lo stesso grado e svolge le stesse funzioni.
  Il Governo si è fatto interprete del disagio e quindi delle aspettative e della fortissima attesa del personale coinvolto per il ripristino del trattamento economico integrale, impegnandosi al massimo in tale prospettiva.
  La questione, infatti, è stata affrontata in diverse occasioni a livello interministeriale; occasioni promosse dai responsabili dei Dicasteri interessati, ed in particolare dal Ministro Pinotti, per la difesa che ricomprende quasi il 60 per cento del personale interessato.
  Già nel mese di luglio, si sono svolte specifiche riunioni, anche a livello tecnico, per esplorare la possibilità di individuare le risorse in grado di consentire un anticipo dello sblocco rispetto alla scadenza oggi prevista.
  Sebbene l'attuale congiuntura economica non fosse più facile delle precedenti, la tematica è stata ulteriormente approfondita anche successivamente, in altre circostanze, per ultimo, il 17 settembre scorso, nell'ambito di una riunione presso la Presidenza del Consiglio, allo scopo di individuare in maniera condivisa le risorse necessarie per raggiungere questo obiettivo tanto atteso dalle Forze armate e di Polizia.
  È così che, il 7 ottobre scorso, il Presidente Renzi ha assicurato, in occasione dell'incontro con i rappresentanti del COCER e dei sindacati delle forze del comparto, che le risorse necessarie sono state reperite e che pertanto è già stato previsto nell'articolato della legge di stabilità di accordare lo sblocco definitivo a partire dal 1o gennaio 2015.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-03089 Sani: Sul trasferimento del Centro militare veterinario (CeMiVet) da Grosseto a Montelibretti.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Nel quadro della razionalizzazione dello strumento militare nazionale per effetto sia della cosiddetta spending review (decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 135), sia dell'introduzione della legge 31 dicembre 2012, n. 244, e dei discendenti decreti legislativi n. 7 e n. 8 del 28 gennaio 2014, l'Esercito italiano ha, tra l'altro, avviato uno studio finalizzato alla riorganizzazione del settore equestre.
  In tale ottica, la Forza armata sta valutando la possibilità di trasferire l'attività di allevamento dei puledri dal Centro militare veterinario (CeMiVet) di Grosseto al Centro militare di equitazione di Montelibretti (Roma), mantenendo al CeMiVet la capacità cinofila ed il Centro ippico militare che potrebbe così continuare a svolgere le attuali attività, compresa l'ippoterapia.
  Tale studio dovrà inoltre consentire la valorizzazione delle professionalità del personale veterinario salvaguardando, al contempo, l'attuale livello occupazionale del personale civile in servizio nella sede di Grosseto.
  Il Centro militare veterinario, infatti, rappresenta una realtà efficiente e preziosa nelle attività di approvvigionamento, addestramento, ammansimento, socializzazione e cura di cani e cavalli (prevalentemente di razza «Persano») di interesse della Forza armata.
  Anche il Ministro Pinotti, in occasione della recente visita effettuata presso il CeMiVet il 29 settembre scorso, ha avuto modo di apprezzare l'alto livello di professionalità raggiunto dal personale militare e civile ivi operante e il valore positivo nel lavoro svolto con i quadrupedi, sottolineando il rapporto di stretta collaborazione tra il Centro veterinario e le istituzioni locali.