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Resoconti delle Giunte e Commissioni

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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 febbraio 2015
396.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-03491 Ricciatti: Sulle missioni di addestramento aereo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  A premessa si fa presente che sulla dinamica del tragico incidente aereo del 19 agosto 2014 sono tuttora in corso le indagini da parte delle Autorità Giudiziarie ordinaria e militare competenti, a conclusione delle quali si potrà disporre di più dettagliati elementi d'informazione per ricostruire puntualmente quanto accaduto.
  Con riferimento ai quesiti posti dall'interrogante, si evidenzia che:
   le «aree geografiche del Paese interessate da missioni di addestramento aereo» comprendono una buona parte dello spazio aereo nazionale e sono definite in apposite direttive che regolamentano il traffico aereo generale e quello operativo in particolare, tenendo conto delle aree oggetto di restrizioni o di divieto di sorvolo e di quelle ad alta densità abitativa, mai considerate «scenario» per le attività addestrative;
   tutti i velivoli dell'Aeronautica Militare svolgono attività addestrativa finalizzata all'acquisizione o al mantenimento delle capacità operative dei mezzi e degli equipaggi;
   la «quota di volo minima consentita dai protocolli di addestramento aereo», viene decisa in considerazione del profilo di missione, degli obiettivi addestrativi, della tipologia dell'aeromobile (ad ala fissa o elicottero) e delle condizioni ambientali, in aderenza alle regole del traffico aereo operativo che si basano su quelle del traffico aereo generale, stabilite, in ambito nazionale, dall'ENAC (Ente Nazionale per l'Aviazione Civile). Nello specifico, di giorno e per i velivoli ad ala fissa, la quota si attesta a 1000 piedi (circa 350 metri) sopra il livello del terreno, mentre in zone cosiddette «tattiche», regolarmente pubblicate e caratterizzate da bassissima densità abitativa, la quota può scendere per i velivoli ad ala fissa fino a 500 piedi. In ogni caso, si deve evitare il sorvolo dei centri abitati segnalati sulle carte di navigazione in dotazione agli equipaggi, e, nel caso in cui ciò non sia possibile, il sorvolo deve avvenire a una quota non inferiore a 1500 piedi per i velivoli ad ala fissa e a 1000 piedi per gli elicotteri;
   quanto all'ultimo quesito posto, le regolamentazioni del traffico aereo generale si applicano anche a quello aereo militare e le misure di sicurezza adottate per ridurre al minimo la possibilità d'insorgenza di potenziali rischi per gli operatori e per la popolazione risiedono in un articolato sistema di norme e di procedure previste per gli equipaggi di volo.
  L'Aeronautica Militare prevede specifici percorsi formativi per il personale, nonché una costante verifica delle tattiche e della loro rispondenza alle procedure e alle regole vigenti. Ciò, allo scopo di garantire un'attività di prevenzione, in termini di sicurezza, del volo in tutte le sue fasi, senza soluzione di continuità.

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ALLEGATO 2

5-03760 Crimì: Sul rischio di diffusione del virus Ebola dalla caserma SETAF di Vicenza.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come noto, il 21 marzo 2014 la Guinea ha notificato alla Organizzazione mondiale della sanità una epidemia a rapida evoluzione causata dal virus ebola; l'Italia si è prontamente attivata ed è stata tra i primissimi Paesi al mondo a emanare una circolare per richiamare gli obblighi e le procedure da attuare per il trattamento e la prevenzione delle malattie emorragiche virali.
  Con specifico riguardo ai «militari appartenenti alla caserma SETAF» (Southern European Task Force, ora United States Army Africa), premesso che il personale statunitense di stanza in Liberia ha un bassissimo rischio di contrarre il virus da ebola, in quanto non viene in contatto con i malati, si fa presente che, ad oggi, i militari statunitensi ancora impegnati in Liberia non partono dalla base di Vicenza e, quindi, trascorrono, al rientro dalla missione, il periodo di osservazione negli Stati Uniti.
  Comunque, le misure di prevenzione a suo tempo programmate e messe in atto da parte delle autorità statunitensi sono risultate ampiamente adeguate per la salvaguardia della incolumità del personale e della salute pubblica.
  Tutti i militari statunitensi in missione per Operation United Assistance in Africa Occidentale rientrati a Vicenza, sono stati sottoposti ad attenti controlli sia prima che durante e dopo la missione e hanno operato in condizioni igieniche più che accurate.
  Le misure di prevenzione decise e adottate dal Comando statunitense a Vicenza per gestire i militari in rientro dalla Liberia, sono state, addirittura, più restrittive di quelle consigliate dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità.
  Più specificamente, il personale statunitense proveniente dalle aree a rischio, giunto a destinazione a Vicenza dove era di stanza il Reparto di appartenenza, è stato sottoposto a un ulteriore protocollo di sorveglianza definito dal Ministero della difesa statunitense che prevedeva un rigoroso monitoraggio clinico (effettuato 2 volte al giorno) per un periodo di osservazione di 21 giorni consecutivi, con l'obbligo, per gli interessati, di rispettare le limitazioni al loro movimento fuori dalle installazioni.
  I periodi di isolamento controllato si sono conclusi senza evidenza di alcun sintomo di malattia per tutti i militari statunitensi rientrati a Vicenza al termine della loro missione in Liberia.
  Si evidenzia, altresì, che:
   l'Aeronautica Militare ha stabilito misure precauzionali (soggette ad aggiornamento in funzione dell'evolversi della situazione e notificate all'Ambasciata americana in Italia) per i voli militari statunitensi provenienti dalle zone a rischio ebola identificate dal Ministero della salute;
   tutti i voli militari provenienti da queste aree, qualunque sia la destinazione finale, atterrano a Pratica di Mare, unico Entry Point militare notificato al Ministero della salute, con il quale sono state coordinate le pertinenti procedure di prevenzione eseguite dal personale sanitario dell'Aeronautica Militare, deputato ad operare in regime di biocontenimento;Pag. 33
   vengono applicati tutti i protocolli stabiliti dal Ministero della salute, contenuti nelle ordinanze emanate dagli uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera, oltre ai protocolli internazionali stabiliti dall'Organizzazione mondiale della sanità e dal Center for Disease Control and Prevention di Atlanta (USA).

  Nei controlli sanitari cui è stato sottoposto il personale statunitense in rientro dalla Liberia, non è stato coinvolto personale sanitario italiano, dal momento che tali controlli, in armonia con gli Accordi internazionali, rientravano nelle competenze degli Stati Uniti; solo in caso di soggetto contaminato, o sospetto tale, il personale sanitario italiano sarebbe stato interessato per attuare le previste operazioni, di concerto con l'Azienda sanitaria locale.
  Per completezza di informazione, si segnala che dall'ottobre 2014 allo scorso 31 gennaio, sono stati sottoposti a controlli, al momento dell'arrivo, 156 operatori rientrati in Italia da Paesi affetti da ebola, senza riscontrare alcun caso di positività.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-04145 Marcon: Sul volo addestrativo militare di un FALCON 50 sulla tratta Roma-Genova del 5 settembre 2014.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Comunico, a premessa, che la risposta all'interrogazione viene fornita ora, a conosciuto esito delle attente verifiche che sono state effettuate dagli uffici competenti e, soprattutto, ad avvenuta archiviazione «con formula piena» dei tre diversi procedimenti giurisdizionali istruiti presso le Magistrature ordinaria, militare e contabile attivati, peraltro, in modo eclatante e volutamente diffamatorio nei confronti del Ministro e della Forza armata.
  Infatti per ultimo, il Tribunale dei Ministri su conforme proposta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, ha archiviato la denuncia degli Onorevoli Di Battista e Frusone.
  Prima di esso, il 10 dicembre, aveva archiviato la Procura Regionale della Corte dei Conti, anch'essa direttamente adita dai due Parlamentari citati.
  La decisione era stata a sua volta, preceduta dall'archiviazione, avvenuta il 5 dicembre, del Tribunale militare di Roma, su conforme proposta del Pubblico Ministero, che aveva ritenuto di promuovere una autonoma indagine.
  Tutte le magistrature concordi hanno rilevato la piena regolarità dell'impiego del volo addestrativo (non volo di Stato come strumentalmente affermato dagli interroganti e da un organo di stampa poi ripreso da alcuni mezzi di informazione), escludendo qualsiasi violazione di legge, di regolamento o di disciplina interna.
  È stato, pertanto, confermato in modo incontrovertibile che il volo non ha comportato alcun costo indebito o improprio per l'amministrazione statale, ma, al contrario, un risparmio.
  Questo induce, per qualsiasi persona scevra da pregiudizi (o, peggio, da intenti propagandistici), a rilevare non solo l'atteggiamento corretto e irreprensibile del Ministro della Difesa che ha condotto a un vantaggio oggettivo per le casse erariali, ma anche l'adeguatezza dei comportamenti formali e sostanziali adottati nella fattispecie – come in tante analoghe del passato recente e remoto – dagli uffici competenti nei confronti dei miei predecessori.
  Viene così completamente vanificato di effetti il chiaro intento diffamatorio perseguito dagli autori della diffusione dei piani di volo dell'aeromobile.
  Con riferimento ai quesiti posti con l'atto in discussione, si rende noto che nel volo citato dall'interrogante l'equipaggio era composto da un Ufficiale pilota istruttore e da due Ufficiali piloti in addestramento. Il primo in «seconda fase» per il mantenimento della qualifica di «capo equipaggio di pronto impiego operativo» su Falcon 50 e il secondo in «prima fase» per il conseguimento della qualifica di «pilota di pronto impiego operativo», in linea con quanto prescritto dalle pubblicazioni «Manuale di addestramento per gli equipaggi del 31o Stormo» ed. gennaio 2013 e «Programma addestrativo di 2a Fase del 306o Gruppo volo» – Mantenimento della qualifica di Pronto Impiego Operativo ed. agosto 2011.
  Al 4 settembre 2014 il pilota in «seconda fase» aveva volato per 57 ore e 35 minuti per conseguire la qualifica di «capo equipaggio di pronto impiego operativo» su velivolo Falcon 50 e doveva Pag. 35compiere ulteriori 3 ore di volo per il mantenimento delle capacità di «seconda fase».
  Il pilota in «prima fase», invece, stava seguendo l’iter addestrativo completo per il conseguimento della qualifica di «pilota di pronto impiego operativo» su Falcon 50 e aveva effettuato sino a quel momento 6 ore e 30 minuti di volo sulle almeno 56 ore di volo addestrativo necessarie a svolgere la gamma completa di missioni, senza limiti e in tutte le condizioni operative possibili assegnate allo Stormo.
  Con riferimento, infine, a «quale sia l'autorità militare che ha disposto il differimento dell'orario di partenza del Falcon 50 da Ciampino» e «le ragioni del differimento dell'orario», premesso che esso è stato, come di norma e prassi, disposto dalla Sala Operativa del 31o Stormo dell'Aeronautica, in coordinamento con il capo equipaggio del velivolo, va precisato che in realtà si è trattato di modificazioni del tutto marginali rispetto alla pianificazione originaria che hanno comportato un anticipo al decollo di 8 minuti, all'evidenza assolutamente ininfluente sull'attività addestrativa notturna programmata.
  Vi è di più: il trasporto con volo militare del Ministro e della scorta ha determinato un risparmio per l'erario. Ciò in quanto è stata sostenuta la spesa del solo volo addestrativo pianificato (quindi, da effettuare comunque) ed effettuato nell'ambito delle ore assegnate all'inizio di ogni anno per l'intero periodo annuale al 31o Stormo, così come a tutti i reparti di volo dell'Aeronautica, necessarie per perfezionare e mantenere l'addestramento dei piloti. È stata, infatti, risparmiata la spesa dei biglietti dell'aereo di linea per tutti gli interessati (per il Ministro, a carico del Senato della Repubblica, e per il personale di scorta, a carico del Ministero della Difesa).

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-04577 Duranti: Sull'appalto di pulizie e sanificazione presso i siti della Marina militare di Taranto e provincia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La questione sollevata con l'interrogazione in discussione viene seguita con particolare e costante attenzione, alla luce dell'importanza che le attività di pulizie, sanificazione e manovalanza negli enti e reparti delle Forze armate rivestono per il buon funzionamento dello strumento militare, ma anche in chiave di continuità e di stabilità del rapporto di lavoro per il personale interessato.
  È bene specificare, tuttavia, che la problematica riguarda categorie di personale del tutto estraneo all'Amministrazione della Difesa e dipendente da ditte private che operano presso enti e basi militari sulla scorta di vincoli di appalto.
  L'argomento deve, comunque, essere affrontato nel più ampio quadro concernente le esigenze di contenimento della spesa pubblica imposte dalla complessa congiuntura economica. Occorre sottolineare, infatti, che in relazione alla diminuzione dei fondi allocati al bilancio della difesa registrata negli ultimi anni, il Dicastero ha sempre operato al fine di perseguire il sinergico bilanciamento delle tre dimensioni: quantitativa, qualitativa e capacitiva dello strumento militare.
  Ciò posto, con riferimento al quesito «se l'incremento di 500 mila euro... sia stato effettivamente finalizzato al finanziamento a favore dei lavori esternalizzati...», si osserva che durante l’iter parlamentare di approvazione del progetto di bilancio, il Ministero dell'economia e delle finanze ha effettivamente comunicato l'ulteriore disponibilità della somma di 500 mila euro da inserire nel programma 1.6 – «Pianificazione generale delle Forze armate e approvvigionamenti militari», senza tuttavia specificare eventuali vincoli di destinazione. Tali risorse, a seguito del perfezionamento degli atti prodromici all'avvio della fase di gestione del bilancio, saranno assegnate secondo le indicazioni emerse nel corso del dibattito parlamentare e ricordate dall'Onorevole interrogante, eventualmente anche utilizzando le misure di flessibilità previste dal vigente quadro normativo.
  Con riferimento, invece, a «come il Ministro interrogato intenda operare per recuperare le risorse tagliate nel corso degli anni al settore dei lavori esternalizzati...», si evidenzia, preliminarmente, che il settore esercizio della funzione Difesa, al quale afferisce la tipologia di spesa richiamata, è passato dai 2.663,2 milioni di euro dell'anno 2008 ai 1.149,7 milioni di euro del 2015.
  L'impatto complessivo delle decurtazioni, unitamente agli intervenuti provvedimenti di contenimento della spesa pubblica, conclama ed aggrava ulteriormente la situazione di forte criticità della Difesa.
  In tale quadro di riferimento, le limitate risorse finanziarie disponibili nel settore esercizio andranno necessariamente concentrate sul «core business» del Dicastero, identificabile nel mantenimento in efficienza dei mezzi e nell'addestramento del personale. Non si escludono pertanto, per il futuro, ulteriori iniziative volte a razionalizzare e contenere le spese non direttamente connesse all'efficienza dello strumento militare, tra cui, per il settore delle pulizie, l'ipotesi di «internalizzare» le attività afferenti il settore, quali quelle per gli alloggi di servizio militari e le aree comuni esterne dei comprensori militari.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-04612 Palmizio: Sulla eventuale chiusura dell'aeroporto militare di Piacenza-San Damiano.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il processo di trasformazione dell'Aeronautica militare si sta sviluppando sia attraverso la regolare e completa adozione dei provvedimenti di riorganizzazione o soppressione, di cui al decreto legislativo n. 464/1997 e successive modificazioni e integrazioni (quali, in particolare il decreto legislativo n. 253 del 2005), sia tramite l'attività di razionalizzazione di specifiche aree e settori.
  Tra i criteri su cui si basano i provvedimenti per raggiungere questo obiettivo, vi è la necessaria concentrazione di reparti operativi, enti e distaccamenti sul minor numero di sedimi, al fine di rendere sostenibile la struttura organizzativa di Forza Armata sull'intero territorio nazionale.
  In quest'ottica, il decreto legislativo 28 gennaio 2014, n. 7, attuativo della legge n. 244 del 2012, ha disposto la soppressione del 50o Stormo di Piacenza entro il 31 dicembre 2015. L'Aeronautica militare ha tuttavia recentemente proposto allo Stato Maggiore della Difesa di posticipare tale attività a settembre 2016 in quanto ciò permetterebbe di completare le opere infrastrutturali necessarie a soddisfare le esigenze del personale coinvolto nel processo riordinativo presso la nuova sede.
  La menzionata soppressione del 50o Stormo implicherà inoltre la riconfigurazione delle capacità espresse dalla flotta Tornado ma non la paventata chiusura dell'Aeroporto San Damiano di Piacenza.
  Tale processo di razionalizzazione non comporterà, tra l'altro, alcun provvedimento di esonero del personale, sarà condotto in stretta aderenza ai dettami della citata legge delega n. 244 del 2012 e non risulterà, pertanto, penalizzante sotto il profilo occupazionale.
  Per quanto riguarda il successivo impiego dell'aeroporto di Piacenza, è in corso un approfondito studio di Forza Armata che ha avviato contatti con le autorità locali interessate (Provincia e Comuni limitrofi) per esplorare congiuntamente possibili soluzioni per l'utilizzo dell'aeroporto stesso. Tale studio dovrà tener conto di fattori operativi, infrastrutturali, finanziari e di impatto sul territorio e sarà posto in relazione a parametri complessivi di costo-efficacia, in un'ottica di razionalizzazione complessiva dello strumento militare.
  Per tale ragione il 2 febbraio 2015 si è svolta una riunione presso la Prefettura di Piacenza, nel corso della quale i rappresentanti dell'Aeronautica militare hanno reso noto che lo spostamento del personale operativo del 50o Stormo sarà previsto a partire dalla fine dell'estate del 2016 mentre il restante personale continuerà a permanere a Piacenza per un periodo medio-lungo, al fine di assicurare il mantenimento dell'aeroporto come distaccamento logistico e aeroporto alternato in caso di avverse condizioni meteorologiche. In quell'occasione è stato altresì ribadito che verrà mantenuto dalla Forza Armata il patrimonio alloggiativo di San Giorgio e San Polo e, quindi, non vi è alcuna intenzione di dismettere gli alloggi.