Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconti delle Giunte e Commissioni

Vai all'elenco delle sedute >>

CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 11 giugno 2015
461.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-05755 Vito: Sulla sistemazione degli alpini dell'Ottavo Reggimento di Cividale e Venzone reclutati per la sicurezza dell'Expo di Milano

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'articolo 5, comma 3, del decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, convertito, con modificazioni, in legge 17 aprile 2015, n. 43, ha autorizzato l'impiego, limitatamente alle esigenze di sicurezza del sito dove si svolge l'evento Expo 2015, di un contingente di 600 unità delle Forze armate dal 15 aprile scorso al 1o novembre 2015, oltre alle 600 unità già impegnate per l'operazione Strade Sicure a Milano.
  Successivamente, il Consiglio dei Ministri, con delibera adottata nella riunione del 29 aprile 2015, ha autorizzato il Commissario Unico delegato del Governo per Expo 2015 a mettere a disposizione del Prefetto di Milano una ulteriore Task Force pari a 1.255 unità, già dallo scorso 1o maggio fino al 1o novembre 2015.
  Considerato il rilevante incremento di personale, la disponibilità alloggiativa insufficiente presso le infrastrutture militari nell'area di Milano e nelle zone limitrofe, nonché i tempi estremamente brevi per il dispiegamento del personale (3 giorni dalla decisione), è stata individuata, quale soluzione contingente e con carattere di assoluta provvisorietà, la possibilità di alloggiare una parte del personale in tende presso le caserme «Montello» di Milano e «Babini» di Bellinzago Novarese. Tutti gli attendamenti sono dotati di bagni e docce.
  Il fenomeno meteorologico di carattere eccezionale e particolarmente intenso che ha colpito l'area di Malpensa/Bellinzago Novarese il 14 maggio 2015, cui fa riferimento l'atto di sindacato ispettivo, ha procurato numerosi danni nella zona, senza risparmiare alcune tende a uso generale e alloggiativo installate presso la caserma Babini di Bellinzago Novarese.
  L'emergenza è stata affrontata dal personale dell'Esercito con immediatezza, ripristinando le iniziali condizioni, prevedendo la sostituzione delle tende resesi inefficienti, con priorità a quelle destinate alla componente alloggiativa.
  Per completezza di informazione si rappresenta infine che, allo scopo di dare migliore sistemazione ai militari impegnati in compiti di sorveglianza, sono in corso le opportune predisposizioni per ospitare:
   110 militari presso la caserma «Annibaldi» di Milano, previa effettuazione di interventi essenziali di ripristino e messa in sicurezza degli spazi disponibili, la cui ultimazione è prevista entro la prima meta di giugno;
   350 militari presso la caserma «Magenta» di Milano, previa esecuzione dei necessari interventi di ripristino e di messa in sicurezza di una palazzina a tre piani che sarà disponibile entro la 1a decade di luglio.
  Ulteriori disponibilità alloggiative (200 posti) saranno ricavate dalla rimodulazione del dispositivo Strade Sicure.
  Alla data del 3 giugno, una parte del personale alloggiato alla caserma Babini di Bellinzago Novarese, anche per ridurre i tempi verso il sito di «EXPO 2015», è stato riallocato in tendopoli realizzate a Milano presso la caserma Montello e presso la caserma Santa Barbara.

Pag. 64

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-05624 Frusone: Sulle parti di aerei da combattimento F-16 che il Governo italiano intende fornire alla Repubblica araba d'Egitto

TESTO DELLA RISPOSTA

  Nell'ambito della cooperazione tecnico militare tra i Ministri della Difesa italiano ed egiziano, è stata sottoscritta a Roma, in data 20 dicembre 2014, una dichiarazione congiunta con cui i sottoscrittori si sono impegnati, nel pieno rispetto della Carta delle nazioni Unite, a riaffermare lo sforzo nel consolidare la cooperazione per promuovere la pace e la sicurezza negli scenari internazionali, a confermare l'importanza delle azioni della comunità internazionale finalizzate alla lotta contro il terrorismo, a riaffermare la comune determinazione ad intensificare il dialogo sulla sicurezza e la difesa a livello politico.
  A tal riguardo, il Ministero della Difesa italiano continuerà a fornire la sua cooperazione al collaterale dicastero della Repubblica araba d'Egitto, per sviluppare progetti di cooperazione in determinati settori quali, tra gli altri, la politica di sicurezza e di difesa, la lotta al terrorismo internazionale, la sorveglianza dei confini, l'addestramento delle Forze armate, l'acquisizione di prodotti e servizi per la difesa e relativo supporto logistico.
  In tale ambito, pertanto, vanno necessariamente ricondotte le dichiarazioni del Ministro della Difesa dello scorso 14 maggio, dinanzi alle Commissioni riunite 3a e 4a del Senato, relative alla cessione all'Egitto di parti di ricambio per gli F-16.
  Allo stato, il Dicastero sta espletando le previste procedure per rendere esecutiva la fornitura di tali materiali che, come comunicato dall'Ambasciata Egiziana in Italia con nota del 20 maggio 2015, è finalizzata ad attività addestrative.
  Peraltro, alla luce dei vigenti accordi in materia, l’«end user certificate» e la «letter of assurance» prodotti dal Dipartimento degli Armamenti Egiziano (documenti attraverso i quali si richiede agli Stati Uniti, paese produttore dei materiali, l'autorizzazione alla riesportazione) sottolineano i vincoli e i limiti di impiego dei pezzi di ricambio per sicurezza interna, per autodifesa o per attività o misure riconducibili alla Carta delle Nazioni Unite.
  Va sottolineato che il Governo egiziano, al fine della validità giuridica della cessione, dovrà comunicare la propria ratifica del «Memorandum d'intesa tra il Ministero della Difesa della Repubblica italiana ed il Ministero della Repubblica araba d'Egitto sulla Cooperazione nel settore della Difesa», ancora non in vigore.
  Nel merito dei quesiti posti nell'atto di sindacato ispettivo, faccio presente che è stata depositata, per una più agevole consultazione, presso gli uffici della Commissione Difesa, una scheda (riportata di seguito) contenente quantità e tipologia dei materiali oggetto della cessione in argomento e che, in aderenza alle previsioni della legge n. 185 del 1990, recante «Nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento», è stata chiesta l'autorizzazione all'esportazione alla competente Autorità nazionale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Pag. 65

Pag. 66

Pag. 67

ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-04890 Marcon: Sull'attività delle navi militari italiane impiegate al largo delle coste libiche

TESTO DELLA RISPOSTA

  «Mare Aperto» e stata, come già in passato, unicamente un'attività di addestramento condotta dalla Marina Militare Italiana, iniziata lo scorso 27 febbraio e conclusasi il successivo 13 marzo; del resto, «Mare Aperto» è un evento periodico, sospeso solo nel 2013 e nel 2014, essendo la Forza armata impegnata nella missione umanitaria di salvataggio dei migranti nel Canale di Sicilia.
  Le Unità Navali hanno svolto uno specifico programma di esercitazioni, tra le quali manovre cinematiche ravvicinate, difesa aerea e antisommergibile, gestione delle emergenze di bordo, contrasto delle attività illegali in mare e sono state anche impegnate a testare l'efficienza delle comunicazioni e della capacità di trasmettere dati tra le varie Unità Navali, ovvero a verificarne la capacità di sinergia.
  Fermo restando che l'esercitazione non era in alcun modo correlabile alla situazione in atto dal punto di vista geopolitico, è prioritario, comunque, garantire l'efficienza delle Forze armate che, in ogni momento, devono essere in grado di fronteggiare qualsiasi tipo di rischio con la massima tempestività e operatività.
  In particolare, è importante acquisire la capacita d'intervenire in modo coordinato con le componenti diplomatica, umanitaria, economica e di intelligence, in quanto la risposta alle attuali crisi internazionali non può essere conseguita se non agendo in una dimensione multilaterale.
  Nell'ambito dell'esercitazione «Mare Aperto» sono state impegnate da tre a cinque Unità, a seconda della tipologia dell'addestramento e, nello specifico, il dispiegamento degli assetti ha interessato l'area che si estende dal mar Tirreno allo Ionio, attraverso il Canale di Sicilia.
  Tra i compiti assegnati alle Unità Navali in mare non sono contemplati il blocco di imbarcazioni di migranti e il loro rimpatrio nei porti libici.
  Con riferimento all'ultimo quesito posto dall'interrogante, nel ribadire che «Mare Aperto» è stata un'attività addestrativa, si evidenzia che rientrano nelle competenze della Marina Militare le funzioni di sicurezza, deterrenza, dissuasione e protezione degli interessi nazionali.
  Inoltre, la Forza armata esercita le funzioni di polizia dell'alto mare negli spazi marittimi internazionali (demandate alle navi da guerra dal Codice della navigazione e dalla legge n. 689/1994), nonché quelle concernenti la tutela degli spazi marittimi internazionali dalle minacce, compreso il contrasto alla pirateria.