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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 3 dicembre 2015
552.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Sulla missione svolta a Caserta il 9 novembre 2015 per visitare il Comando della Brigata dell'Esercito «Garibaldi» e la Scuola specialisti dell'Aeronautica militare.

RELAZIONE DELLA VICEPRESIDENTE ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI

  Una delegazione della Commissione Difesa – formata da me, dal vicepresidente Massimo Artini e dai colleghi Tatiana Basilio, Giovanna Petrenga e Salvatore Piccolo – si è recata in missione il 9 novembre scorso a Caserta per incontrare i comandanti e visitare le sedi della Brigata Bersaglieri Garibaldi e della Scuola specialisti dell'Aeronautica militare.
  1. La delegazione si è recata dapprima nella sede del Comando della Brigata Garibaldi, presso la Caserma «Federico Ferrari Orsi» di Caserta, dove ha incontrato il Comandante della brigata, Generale di brigata Claudio Minghetti, e gli ufficiali del suo staff.
  Nell'ambito di un apposito briefing, il generale Minghetti ha delineato alla delegazione un breve profilo storico della Brigata, ne ha illustrato l'articolazione interna e ha descritto la dislocazione delle diverse sue unità sul territorio. Quanto alla dislocazione territoriale della Brigata, il generale ha chiarito che la maggior parte delle unità si trova in Campania (a Caserta, dove ha sede anche il comando, a Salerno e a Persano) e che il resto si trova in Calabria (a Cosenza). Per la precisione, ha sede a Cosenza il 10o Reggimento, che è stato il primo reggimento della Brigata e che è il più decorato.
  Il generale Minghetti ha quindi illustrato la missione della Brigata, che è attualmente chiamata a operare in alcune missioni all'estero, oltre che a mantenere la capacità operativa piena per eventuali ulteriori dispiegamenti all'estero, e a partecipare alle attività delle Forze armate per assicurare la sicurezza sul territorio interno dello Stato.
  Per quanto riguarda le attività all'estero e finalizzate al mantenimento della capacità operativa, la Brigata ha partecipato con il suo 8o Reggimento alla recente esercitazione Trident Juncture della NATO e nel 2016 sarà impegnata nell'ambito della NATO Response Force. Inoltre, unità della Brigata sono impiegate nelle missioni cui l'Italia partecipa in Somalia, in Kossovo, in Kurdistan e, con la propria componente medico-sanitaria, in Afghanistan. In passato la Brigata ha partecipato inoltre alle missioni in Bosnia, nei Balcani, in Medioriente, in Libano e in Afghanistan (da cui la componente operativa è rientrata a marzo del 2015).
  Per quanto riguarda la sicurezza del territorio nazionale, la Brigata partecipa all'operazione «Strade sicure» con 700 unità dislocate soprattutto nelle province di Caserta e di Salerno. Alla Brigata è assegnata inoltre, come zona di intervento immediato in caso di necessità per esigenze di protezione civile, dietro richiesta delle autorità civili competenti, l'area corrispondente alle province della Campania e a quelle di Cosenza, Crotone, Potenza e Campobasso; fermo restando che, se necessario, la Brigata è pronta a intervenire, su ordine dei comandi superiori, anche in altre aree. Tra l'altro, il generale Minghetti ha ricordato che, a riprova del suo tradizionale impegno nelle attività di protezione civile, la Brigata è stata decorata con la medaglia d'argento al valore civile Pag. 54per le attività di assistenza alle popolazioni nel territorio friulano, e soprattutto nella zona di Osoppo (Udine), dopo il terremoto del 1976.
  Tra le attività che la Brigata svolge sul territorio nazionale, si annoverano anche la bonifica da ordigni esplosivi (154 interventi solo nel 2015 e 17.800 dal 2002); la demolizione di manufatti edilizi abusivi, su richiesta delle autorità amministrative e giudiziarie competenti; l'intervento per attività di soccorso alle popolazioni in caso di calamità (anche di natura meteorologica); la consulenza sulla realizzabilità di opere di edilizia civile (in due occasioni la Brigata ha fornito uno studio di fattibilità per la realizzazione di due ponti civili, a Circello e a Baselice, nel Beneventano).
  Quanto alla composizione, circa 2.100 unità di personale si trovano a Caserta (e sono per l'80 per cento residenti nel territorio). L'integrazione della Brigata con il territorio casertano è molto stretta. Il comando della Brigata stima che questa generi un indotto per il tessuto economico della provincia di decine di milioni di euro, tenuto conto sia degli stipendi dei militari di stanza sul territorio, sia degli acquisti di beni e servizi della Brigata. Il legame della Brigata con il territorio è testimoniato anche dalle iniziative che la stessa ha organizzato, anche con il coinvolgimento delle scuole, per il centenario della I guerra mondiale (tra cui una mostra di quadri dedicati a casertani caduti nella Grande guerra, che nel complesso sono circa 6.000).
  Successivamente la delegazione ha visitato la raccolta di cimeli e di testimonianze storiche della Brigata (che comprende alcune lettere di Giuseppe Garibaldi).
  A conclusione della visita, ho salutato, a nome della delegazione, il personale della Brigata di stanza a Caserta schierato sul piazzale della caserma «Federico Ferrari Orsi», esprimendo l'apprezzamento del Parlamento per l'impegno di tutto il personale della Brigata sia sul territorio nazionale sia nelle missioni all'estero in cui la stessa è impiegata.
  2. La delegazione si è successivamente recata nella sede della Scuola specialisti dell'Aeronautica militare, presso la Reggia di Caserta, dove ha incontrato il Comandante della scuola, Colonnello Veniero Santoro, e gli ufficiali del suo staff (all'incontro ha preso parte anche il nuovo Direttore della Reggia di Caserta, dottor Mauro Felicori).
  Nell'ambito di un apposito briefing, il colonnello Santoro ha delineato alla delegazione un breve profilo storico della Scuola specialisti dell'Aeronautica militare e ne ha illustrato i compiti istituzionali. Rispondendo quindi a domande della delegazione, il colonnello Santoro ha fornito ragguagli sui tempi e sulle modalità del previsto trasferimento della Scuola specialisti in altra sede, chiarendo che questo procede, con la piena intesa tra le parti coinvolte, nel rispetto del protocollo di intesa stipulato tra il Ministero della difesa e il Ministero per i beni e le attività culturali, in base al quale, al verificarsi delle condizioni previste, la Scuola completerà il rilascio dei locali della Reggia ancora occupati nel 2020. Le amministrazioni competenti stanno valutando quale debba essere la destinazione degli spazi lasciati liberi dalla Scuola: in particolare, si sta ragionando della possibilità di sfruttare gli spazi per realizzare centri per convegni.
  Il colonnello Santoro ha ricordato che presupposto per il rilascio è l'attivazione di una sede alternativa per la Scuola (che al momento è stata individuata nel vicino sedime dell'ospedale militare) e ha spiegato che la Scuola occupa attualmente poco meno del 70 per cento degli spazi (si tratta in ogni caso degli spazi di minor pregio della Reggia), fermo restando che, già entro la fine del 2015, con il completamento del rilascio dell'area del sottotetto, questa percentuale si ridurrà significativamente.
  In particolare, va ricordato che il 17 dicembre 2014 è stato sottoscritto (e il 21 maggio 2015 approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri) il «Progetto di riassegnazione e restituzione degli spazi del complesso della Reggia di Pag. 55Caserta alla loro destinazione culturale, educativa e museale», che prevede, tra l'altro, il graduale rilascio dei locali attualmente occupati non solo dalla Scuola specialisti dell'Aeronautica militare, ma anche dall'Esercito (Centro Documentale, sito nell'emiciclo occidentale). Nel quadro di tale progetto sono state avviate le procedure per la ricollocazione (che avverrà in più fasi) della Scuola specialisti presso aree o infrastrutture alternative a disposizione dell'amministrazione della difesa e il conseguente rilascio degli spazi previsti dal progetto. In particolare, il 2o Campalgenio dell'Aeronautica militare ha approntato, di concerto con la Scuola specialisti, una «Scheda Progetto» che prevede interventi finalizzati a rendere disponibili alcune aree della Reggia già al 31 dicembre 2015 e un correlato Piano operativo di trasferimento delle funzioni della Scuola specialisti, che prevede entro il 31 dicembre 2015 la restituzione di vari spazi. La Scuola ha già provveduto a liberare alcuni di questi spazi e sta procedendo al rilascio degli altri nel rispetto delle date previste.
  Successivamente la delegazione ha visitato le strutture della Scuola site nella Reggia di Caserta, constatando l'impegno profuso dall'amministrazione della Scuola e dal personale della stessa per la conservazione e manutenzione degli spazi occupati.
  La delegazione ha preso infine atto con soddisfazione del fatto che il trasferimento della medesima Scuola dalla Reggia di Caserta procede – secondo quanto stabilito dal Parlamento in sede di conversione del decreto legge n. 83 del 2014 – nel rispetto del protocollo d'intesa tra il Ministero della difesa e il Ministero per i beni e le attività culturali, con la piena collaborazione di tutte le istituzioni coinvolte e nell'interesse del Paese e del territorio.

Pag. 56

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-05566 Frusone: Sul trasferimento del 32o Reggimento Genio guastatori alpino.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Desidero, a premessa, rappresentare che sono attualmente in corso interventi di adeguamento infrastrutturale della caserma «Carlo Alberto Dalla Chiesa», citata dall'interrogante nell'atto in discussione, per attagliare il complesso alle esigenze abitative e operative del reggimento.
  Ciò detto, l'impiego delle risorse umane costituisce, nelle Forze armate, la funzione forse più importante e la ragione di tale affermazione è da ricercare essenzialmente nella centralità attribuita alla risorsa umana.
  In tale contesto, l'impiego del personale è attribuito ai Capi di Stato maggiore di ciascuna Forza armata nonché al Comandante generale dell'Arma dei carabinieri e rappresenta l'elemento chiave attraverso il quale ricercare costantemente l'integrazione tra le esigenze dell'organizzazione e le capacità/aspettative professionali dell'individuo e non può, di conseguenza, rientrare sempre in rigidi schematismi regolamentari.
  Nello specifico, si rappresenta che, dinnanzi al trasferimento di un'unità, l'Esercito, attraverso il suo organo tecnico competente (il DIPE, Dipartimento impiego del personale dell'esercito), avvia azioni diversificate in relazione a diversi aspetti:
   tipologia di provvedimento da adottare, (soppressione, riconfigurazione, rilocazione in altra sede);
   risorse finanziarie disponibili;
   tipologia e sede dell'unità oggetto del provvedimento,
  di conseguenza, la decisione ultima è presa considerando tutte le variabili citate.
  Nel caso del trasferimento del 32o reggimento genio si sta utilizzando un modus operandi che prevede l'interessamento del comandante di reggimento, senza l'invio di alcuna commissione esterna, perché il comandante è colui che meglio di ogni altro conosce la situazione del personale dipendente e che, pertanto, rappresenta il miglior punto di riferimento istituzionale per segnalare, in osservanza alle vigenti direttive di settore, i singoli casi particolari che riguardano il personale.
  Una prassi ormai consolidata in casi simili e che, in realtà, si è dimostrata, nel tempo, la miglior soluzione, perché garante sia della flessibilità necessaria a soddisfare, di volta in volta, esigenze operative e funzionali non sempre prevedibili, sia dell'obiettivo di collocare la persona giusta al posto giusto nell'ottica di incentivarne la spinta motivazionale.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-06530 Rizzo: Sulla produzione dell'antidoto FAV Afrique da parte dell'Istituto farmaceutico militare.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze – unità produttiva dell'Agenzia industrie difesa –
è attivo nella produzione di medicinali, di presidi medico-chirurgici e di cosmetici, negli allestimenti sanitari e nel confezionamento di alimenti dietetici; la sua missione è quella di offrire una risposta immediata e sicura alle esigenze delle Forze armate e del Paese, secondo criteri di qualità, di efficienza e di efficacia.
  I medicinali attualmente prodotti sono farmaci carenti o per malattie rare, oltre che antidoti e prodotti per malattie particolarmente gravi, come la malaria.
  Circa lo specifico quesito posto, nel 2013 è stato effettuato uno studio preliminare per la realizzazione di un reparto Produzioni Biotech (vaccini).
  Per un reparto di questa tipologia è stata stimata, in prima approssimazione, la necessità di un investimento pari ad almeno 20 milioni di euro.
  A tale impegno si deve aggiungere l'assunzione di personale con titoli e livello di specializzazione idonei alla tipologia di lavorazione che, a oggi, non è disponibile nell'organico dello stabilimento; in particolare, biologi con esperienza professionale nello specifico settore.
  Sarà, comunque, esaminata la possibilità d'intraprendere l'iniziativa richiesta, in relazione alle future disponibilità delle necessarie risorse umane e finanziarie.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-06761 Piras: Sulle problematiche connesse alla presenza del poligono di Monte Romano (VT).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il poligono di Monte Romano costituisce una risorsa indispensabile per le attività di addestramento e preparazione delle unità delle Forze armate, al fine di garantire la massima efficacia e sicurezza nelle operazioni condotte dentro e fuori il territorio nazionale.
  L'area su cui insiste il poligono è stata inserita unilateralmente, da parte della regione Lazio, tra i «siti di interesse comunitario – SIC» e la Difesa, pertanto, ha individuato, dallo scorso mese di marzo con i rappresentanti dell'Agenzia regionale parchi della regione Lazio, le misure di conservazione finalizzate alla designazione delle zone speciali di conservazione del sito. Tali misure regolano le modalità di effettuazione delle attività addestrative, coerentemente con gli obiettivi di conservazione degli habitat floro-faunistici previsti dalla normativa comunitaria.
  Per individuare eventuali misure integrative rispetto a quelle già concordate con la regione Lazio, è anche intendimento della difesa predisporre la Valutazione di incidenza ambientale (V.INC.A.) che rappresenta uno strumento di prevenzione utile a individuare e a valutare gli effetti delle attività addestrative sulla matrice ambientale.
  Riguardo, invece, al lamentato «aumento repentino degli oneri di concessione», la loro determinazione risale all'agenzia del demanio.
  È previsto, invece, per le giornate di interdizione del poligono per attività maggiori (15 giorni annui), un indennizzo a tutto il personale concessionario di pascolo all'interno del poligono o possessore di terreni agricoli per attività agropastorali nelle zone attigue all'area demaniale. Inoltre, la Commissione accertamento e liquidazione danni della difesa eroga indennizzi all'Università agraria di Monte Romano per la manutenzione del manto stradale percorso dai mezzi militari.
  Relativamente, poi, alla «mancata perimetrazione», la recinzione dell'area demaniale, a eccezione delle zone morfologicamente non accessibili, è costituita da pali e filo zincato che sono oggetto di periodica manutenzione e viene segnalata con apposite tabelle.
  Si fa presente, inoltre, che l'ente gestore del poligono (Reparto comando supporti logistici di Monte Romano) svolge periodicamente attività di bonifica ambientale e tutte le unità che si alternano in addestramento effettuano, al termine dell'esercitazione, la bonifica.
  Per quanto concerne, infine, le iniziative da «porre in essere, al fine della tutela della salute degli abitanti della zona», oltre a quelle già intraprese dalla difesa, si segnala che è stato siglato, il 18 giugno scorso, anche un Protocollo d'intesa per la «Tutela ambientale e attività esercitative militari» che impegna i Dicasteri della difesa e dell'ambiente ad una reciproca collaborazione per la redazione e l'implementazione dei «protocolli ambientali» connessi alle attività esercitative.
  La firma del Protocollo – e la relativa apertura del tavolo tecnico – rappresenta un ulteriore passo importante per la tutela della flora e della fauna, nonché della salute delle comunità locali e dei militari durante le esercitazioni.
  In particolare, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del Pag. 59mare, tramite il citato tavolo tecnico, metterà a disposizione la propria competenza nel settore fornendo supporto tecnico-giuridico circa gli aspetti di tutela dell'ambiente durante le attività esercitativo-militari, condividerà metodologie per effettuare i rilievi e le misurazioni nei siti militari e, infine, fornirà il supporto di competenza in materia di bonifica e ripristino ambientale, laddove necessario, delle aree interessate dalle attività militari esercitative.
  La Difesa curerà la trasmissione di relazioni annuali sul monitoraggio ambientale dei siti interessati dalle esercitazioni militari che riguardano anche l'individuazione, il recupero, la gestione, la tracciabilità e lo smaltimento dei rifiuti connessi alle citate attività, oltre a comunicare al Ministero dell'ambiente i dati relativi ai controlli in materia di radioattività ambientale effettuati dai competenti organi tecnici della difesa.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-06841 Duranti: Sulla manutenzione delle aree verdi delle basi della Marina militare di Venezia e Grottaglie.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Presso alcune basi della Marina militare comprendenti superfici erbose, tra cui quelle dell'Arsenale di Venezia e della stazione aeromobili della Marina militare di Grottaglie, sono presenti alcune capre di tipo alpino o misto tibetano oggetto di donazione nonché alcuni daini prelevati dalla tenuta di San Rossore.
  In virtù delle loro abitudini alimentari, esse si nutrono di erba contribuendo in tal modo a tenere sotto controllo la crescita della vegetazione, anche in funzione antincendio.
  Possono essere considerati, a buon titolo, delle vere e proprie «mascotte», secondo una consolidata tradizione di molti reparti italiani ed esteri. Poiché nell'atto traspare un particolare interesse in merito alla «gestione» degli animali, si rende noto che sono ospitati in ampie, dedicate e circoscritte aree verdi all'interno delle quali sono garantite adeguate coperture e ricoveri per preservarli dalle intemperie, dalle piogge e dai rigori termici.
  Gli animali, infine, sono stati regolarmente vaccinati ed è stato richiesto il rilascio del codice di identificazione, come previsto dalla normativa vigente in materia. In particolare e per quanto riguarda l'Arsenale di Venezia, gli animali sono stati visitati anche da un veterinario del comune che ha costatato sia il loro buono stato di salute sia l'idoneità del sito di ricovero.
  Le caprette, infine, sono seguite, senza oneri a carico della difesa, da personale volontario della base.
  Nel merito della questione disciplinare citata dall'interrogante, si rende noto che lo Stato maggiore della marina ha comunicato che all'interessato sono stati forniti tutti gli strumenti ed offerte tutte le garanzie per consentire di poter esercitare una difesa efficace delle proprie ragioni a dimostrazione del rispetto dei principi generali a presidio del diritto di difesa.
  In particolare, si rende noto che l'interessato ha proposto ricorso gerarchico all'Autorità gerarchica sovraordinata, il comandante delle Scuole marina militare con sede in Ancona, il quale, nel rispetto dei termini di legge previsti, esaminerà sotto il profilo del merito e della legittimità tutto l’iter procedimentale.