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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 12 gennaio 2017
747.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-10242 Basilio: Sulla realizzazione di un ossidatore chimico nella città di Civitavecchia da utilizzare per lo smaltimento e la distruzione di armi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Rispondo all'interrogazione dell'On. Basilio ed altri ed anticipo alcuni elementi informativi che riguardano anche l'interrogazione dell'On. Moscatt ed altri.
  Con la ratifica della «Convenzione di Parigi sulla proibizione delle armi chimiche», entrata in vigore il 29 aprile 1997, gli Stati parte si sono impegnati a distruggere tutte le armi chimiche esistenti nei loro territori, a non detenere o fabbricarne altre e a non farvi ricorso per alcun motivo. Il Consiglio Esecutivo dell'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC) considera la distruzione di tutte le armi chimiche obiettivo imprescindibile e monitora regolarmente i progressi conseguiti nel settore attraverso ispezioni e richieste di aggiornamenti. L'Italia, al pari degli altri Paesi sottoscrittori, deve rispettare gli impegni presi con l'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC) che prevedono, appunto, la distruzione in sicurezza del materiale chimico ancora presente sul territorio nazionale. La quasi totalità di questo munizionamento speciale non proviene dalle dotazioni delle Forze armate italiane, ma da interventi di bonifica che sono stati nel tempo eseguiti sul territorio nazionale. Gli adempimenti di competenza dei Ministeri coinvolti (tra cui oltre alla Difesa, anche Esteri e Interno) sono regolamentati dal decreto del Presidente della Repubblica n. 289 del 1997.
  Per quanto riguarda il Dicastero della Difesa, il Centro Tecnico Logistico Interforze (CeTLI) Nucleare Batteriologico Chimico di Civitavecchia è l'unico impianto nazionale abilitato a questo scopo dall'OPAC e dispone del personale tecnico specializzato nel settore.
  Il CETLI NBC ha provveduto nel corso degli anni alla demilitarizzazione in sicurezza di circa 27.000 ordigni da cui sono derivati i monoliti dei quali parlerò successivamente, rispondendo all'interrogazione dell'On.le Moscatt.
  L'immagazzinamento, la custodia e la demilitarizzazione del munizionamento chimico sono effettuati nel rispetto di elevatissimi standard di sicurezza a tutela degli abitanti delle aree circostanti e dei lavoratori, utilizzando professionalità peculiari, specificamente formate e addestrate. La parte residuale del munizionamento stoccato al CETLI non può essere trattata con gli impianti attualmente disponibili.
  Ricapitolando, considerati gli impegni presi con l'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC) derivanti dalla sottoscrizione della Convenzione, le competenze del CETLI, la presenza di munizionamento speciale e l'esigenza di procedere allo smaltimento del munizionamento ancora giacente utilizzando adeguata tecnologia, è necessario, come appare evidente, approfondire tale materia.
  Attualmente, la Difesa sta portando avanti tutti i necessari approfondimenti, al fine d'individuare la migliore soluzione per il trattamento del materiale in parola con un impianto smontabile e trasportabile. Per tale motivo, sono state effettuate visite mirate presso analoghi siti in altri Paesi europei (Germania, Francia, Belgio) e incontri con le loro istituzioni locali.Pag. 20
  Come giustamente osservato dagli interroganti, il Ministero della Difesa ha promosso l'incontro dello scorso 9 giugno con le Autorità locali e comitati cittadini territoriali e, con ciò, ha inteso confrontarsi con i soggetti interessati sulle problematiche in esame. L'incontro ha segnato solo l'inizio di un percorso aperto al dialogo, alla trasparenza e al confronto.
  La Difesa ha avviato un ulteriore approfondimento sulla materia e attende i risultati che, una volta acquisiti, saranno necessariamente oggetto di un incontro con i rappresentanti delle istituzioni locali e il confronto potrà proseguire sulla base di comprovati dati scientifici.
  Ribadisco che nessuna decisione definitiva è stata ancora presa sulla realizzazione dell'impianto, ma è stato semplicemente commissionato uno studio esplorativo, denominato «Progetto preliminare» che, una volta ultimato, verrà portato all'attenzione dei rappresentanti istituzionali.
  Gli elementi tecnici – compresi quelli relativi agli aspetti ambientali e di sicurezza – risultanti dallo studio costituiranno la base per le valutazioni e le decisioni future in tutti gli appropriati consessi istituzionali, nel rispetto della massima trasparenza e in accordo alla normativa vigente e agli impegni internazionali assunti dal Paese.
  Di recente, infine, è stato affidato ad una Commissione di esperti il compito di un'ulteriore valutazione sulle possibili tecnologie alternative.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-10243 Duranti: Sulle misure da adottare per evitare il precariato tra i volontari in ferma prefissata.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il tema del «precariato militare» sollevato dagli onorevoli interroganti e 1'individuazione di una soluzione che compendi le esigenze della amministrazione Difesa con le legittime aspettative del personale ha rappresentato uno dei punti centrali nei lavori per la redazione del Libro Bianco della Difesa.
  Il processo di forte riduzione numerica delle Forze Armate, avviato con la legge 244 del 2012, da 190.000 unità a 150.000 da raggiungere entro il 2024 acuisce il problema di trovare nel breve termine una stabile collocazione per una parte del personale a ferma prefissata.
  Il Governo avviò quindi, da subito, un reclutamento di volontari in ferma prefissata rimodulato rispetto al passato rendendolo progressivamente adeguato ai futuri volumi dei volontari in servizio permanente. Su questo tema ha, a suo tempo, previsto anche di offrire la possibilità ai VFP4 due rafferme successive per concorrere al passaggio al servizio permanente più volte, delineando procedure per scegliere secondo criteri di merito che tengano conto del rendimento espresso in servizio.
  Tuttavia, una soluzione definitiva che preveda un equo bilanciamento tra le esigenze della Amministrazione e le aspettative del personale sarà possibile, a legislazione vigente, solo a conclusione del citato periodo transitorio (2024).
  Pertanto, la soluzione concettuale individuata nel Libro Bianco, prevede di:
   incrementare la percentuale di personale relativamente giovane all'interno delle Forze armate, al fine di assicurare una maggiore efficienza della componente più operativa, che è destinata a crescere in proporzione alla dimensione complessiva della struttura;
   compatibilmente con l'esigenza di valorizzare le professionalità e le esperienze maturate nei periodi di impiego, assicurare una rotazione più ampia del personale in servizio a tempo determinato;
   introdurre, proprio come auspicato dall'interrogante, specifiche norme per assicurare possibilità maggiori di quelle attuali per il reinserimento nel mondo del lavoro del personale che presterà servizio per un numero limitato di anni.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-10244 Moscatt: Sulla situazione relativa allo smaltimento degli ordigni a caricamento speciale presenti presso il Centro tecnico logistico interforze nucleare batteriologico e chimico di Civitavecchia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come già anticipato in risposta all'interrogazione dell'Onorevole Basilio sullo smaltimento degli ordigni a caricamento speciale presenti presso il Centro Tecnico Logistico Interforze (CeTLI) Nucleare Batteriologico Chimico di Civitavecchia, in merito allo specifico quesito riguardante il confronto avviato con le istituzioni regionali e locali per la rimozione dei monoliti cementizi, rendo noto che recentemente – in coerenza con gli impegni assunti in sede di riunione con le Autorità locali – è stata completata l'attività di valutazione e catalogazione dei monoliti.
  Allo stato, sono in corso gli studi per dare seguito alle decisioni di rendere operativo lo smaltimento degli stessi.
  In particolare, su specifico mandato della Difesa, l'Agenzia NATO Support and Procurement Agency (NSPA) ha effettuato uno studio di fattibilità sull'attività di smaltimento, sulla base del quale si provvederà ad elaborare, presumibilmente entro il prossimo mese di febbraio, un capitolato tecnico per avviare le azioni contrattuali per individuare il soggetto che si occuperà dell'eliminazione dei monoliti.
  Concludendo, considerata la necessità di avviare lo smaltimento e acquisita, altresì, la ferma volontà di procedere in tal senso, si provvederà a tenere costantemente informate le istituzioni locali in merito ai progressi delle discendenti attività.