Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconti delle Giunte e Commissioni

Vai all'elenco delle sedute >>

CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 12 aprile 2017
802.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Conferimento della medaglia d'oro al valore militare per la Resistenza alla Brigata ebraica (C. 3187 Quartapelle Procopio).

EMENDAMENTI

ART. 1.

  Al comma 1, sostituire le parole: «, formazione militare alleata, inquadrata nell'esercito britannico, che operò durante la seconda guerra mondiale e offrì» con le seguenti: «e al 28o Battaglione maori, formazioni militari alleate, inquadrate nell'esercito britannico, che operarono durante la seconda guerra mondiale e offrirono».

  Conseguentemente, alla fine del titolo, aggiungere le seguenti parole: «e al 28o Battaglione maori».
1. 1. Frusone, Basilio, Corda, Rizzo, Tofalo, Paolo Bernini.

  Al comma 1, dopo le parole: «formazione militare alleata,» aggiungere le seguenti: «composta da volontari di cittadinanza italiana o straniera,».
1. 2. Quartapelle Procopio.

(Approvato)

Pag. 58

ALLEGATO 2

Sulla missione svolta il 3 aprile 2017 a Taranto per visitare la portaerei della Marina militare «G. Garibaldi» e per incontrare l'Ammiraglio di Divisione Enrico Credendino, Comandante dell'operazione EUNAVFOR MED Sophia.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Lunedì 3 aprile 2017 una delegazione della Commissione Difesa – composta, oltre che da me, dal vicepresidente Massimo Artini e dai colleghi Tatiana Basilio, Donatella Duranti e Antonino Moscatt – si è recata in missione sull'incrociatore portaeromobili della Marina militare italiana «G. Garibaldi», ormeggiato nel porto militare di Taranto, che dal 1o maggio 2016 al 4 aprile 2017 è stato nave ammiraglia dell'operazione navale dell'Unione europea nel Mediterraneo EUNAVFOR MED Sophia, per poi passare le consegne, dal 5 aprile scorso, alla nave italiana «San Giusto». A bordo della Garibaldi la delegazione ha incontrato l'Ammiraglio di Divisione Enrico Credendino, Comandante dell'operazione, dal quale è stata ragguagliata sull'andamento e sulle prospettive di Sophia (cui, come noto, partecipano 25 nazioni europee con l'Italia in posizione di leader).
  La missione a Taranto costituisce la naturale prosecuzione di quella svolta dalla Commissione nell'ottobre 2015 per visitare la portaerei Cavour, precedente nave bandiera dell'operazione Sophia, della quale ho riferito nella seduta del 4 novembre 2015. Anche allora la delegazione incontrò a bordo l'Ammiraglio Credendino, venendone informata sui primi risultati della missione. Come noto, l'Ammiraglio ha in seguito riferito sulla missione in più occasioni agli organi parlamentari in apposite audizioni.
  A ricevere la delegazione a bordo della nave c'erano, oltre all'Ammiraglio Credendino, il Contrammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto (fino al 4 aprile 2017 Comandante della forza aeronavale impiegata nell'operazione) e il Capitano di Vascello Antonio Galiuto (Comandante di nave Garibaldi). Erano altresì presenti il Contrammiraglio Andrea Romani (dal 4 aprile nuovo Comandante della forza) e due ufficiali della riserva selezionata che forniscono consulenza in ambito giuridico internazionalistico per l'attività della missione: il Maggiore dell'Aeronautica militare avvocato Federica Mondani, esperta di questioni di genere e analista del fenomeno del traffico di esseri umani, e il Capitano dell'Esercito avvocato Valeria Eboli, esperta di diritto internazionale umanitario, dei diritti umani e dei rifugiati.
  Dopo aver rimarcato come l'operazione navale non sia da sola sufficiente a conseguire gli obiettivi politici che l'hanno motivata e che per questo essa è parte di una più globale strategia dell'Unione europea per la gestione delle migrazioni dall'Africa, l'Ammiraglio Credendino si è soffermato sulle attività svolte dal dispositivo, con particolare attenzione a quelle attuative dei due nuovi compiti inclusi dalle autorità europee nel mandato dell'operazione nel 2016, vale a dire l'addestramento della Guardia costiera e della Marina libiche e il contributo alle operazioni di controllo sul rispetto dell'embargo sulle armi ordinato dalle Nazioni unite.
  L'Ammiraglio ha chiarito che la prima delle due attività anzidette si prefigge di rendere i libici autonomi nel presidio militare e di polizia del proprio mare Pag. 59territoriale, fornendo loro le competenze teorico-pratiche necessarie per contrastare in prima persona scafisti e trafficanti di migranti. Dalla fine del 2016 a oggi sono stati addestrati 93 libici, tra cui i tre equipaggi delle motovedette che a breve saranno consegnate dall'Italia alla Libia (due di questi equipaggi stanno ora completando l'addestramento a bordo di natanti della Guardia di finanza a Gaeta). Rendere i libici autonomi è essenziale – ha sottolineato l'Ammiraglio Credendino – anche perché al momento mancano le condizioni giuridico-politiche perché le navi di Sophia possano passare alle fasi successive della missione, entrando nelle acque territoriali libiche. Per questo occorrono infatti sia la richiesta del Governo libico, che al momento difficilmente potrebbe essere avanzata, sia l'autorizzazione delle Nazioni unite. A parte ciò – ha osservato l'Ammiraglio Credendino – è necessario che sia prima definita una cornice normativa di diritto internazionale tale da rendere profittevole l'azione di Sophia nello spazio sovrano libico. Al momento, in mancanza di tale cornice, scafisti e trafficanti arrestati nello spazio sottoposto alla giurisdizione libica dovrebbero essere consegnati alle autorità libiche per essere processati ed eventualmente detenuti nel Paese. Ma – data l'instabilità libica – si tratta di una strada al momento per più ragioni non percorribile, anche perché le carceri e le strutture di detenzione in Libia non garantiscono oggi il rispetto dei diritti umani. Servirebbe quindi un accordo di trasferimento tra l'Unione europea e la Libia, ovvero tra questa e uno o più Stati europei, per sottoporre scafisti e trafficanti alle autorità giudiziarie di Paesi dell'Unione europea (come accade oggi per quelli arrestati nelle acque internazionali, i quali vengono rimessi alla magistratura italiana). Per un accordo del genere serve tuttavia una risoluta volontà politica dell'Unione europea o di singoli Stati e un Governo libico forte e stabile che possa accettare questa parziale limitazione della sovranità nazionale. A parte questo, servirebbe una diversa qualificazione del traffico di esseri umani sotto il profilo del diritto penale internazionale: al momento è un crimine transnazionale, che ogni Stato combatte autonomamente nella propria sfera di competenza, laddove sarebbe invece utile configurarlo come crimine contro l'umanità, la qual cosa permetterebbe a ciascun Paese di contrastarlo senza limiti di giurisdizione. Perciò occorrerebbe un'iniziativa politica forte per indurre le Nazioni unite ad un passo in questa direzione.
  Quanto alla seconda attività (il contributo ai controlli sul rispetto dell'embargo sulle armi), l'Ammiraglio Credendino ha riferito che l'insufficienza di informazioni di intelligence non ha permesso ad oggi interventi significativi in quest'ambito da parte del dispositivo di Sophia, che tuttavia con la sua presenza funge da deterrente, oltre a vigilare costantemente l'area delle operazioni, raccogliendo preziose informazioni.
  L'Ammiraglio ha quindi respinto l'accusa secondo cui l'operazione Sophia, per il fatto di raccogliere migranti in mare per salvarli dal naufragio, incentiverebbe le migrazioni, evidenziando come le navi del dispositivo abbiano tratto in salvo una quota relativamente modesta dei migranti trasferiti in Italia (l'11 per cento circa), mentre il grosso dei salvataggi è effettuato da altre navi, con il coordinamento della Guardia costiera, istituzionalmente responsabile delle attività di ricerca e soccorso in mare (SAR). In particolare l'Ammiraglio Credendino ha confermato che da alcuni mesi sono particolarmente attive nell'area pure navi di una decina di organizzazioni non governative, alcune delle quali di stazza tale da poter affrontare anche condizioni di mare avverso. A tali navi si devono circa il 30 per cento dei salvataggi. Quanto all'accusa da alcuni formulata secondo cui alcune organizzazioni non governative coopererebbero di fatto con i trafficanti favorendo il flusso migratorio verso l'Italia, l'Ammiraglio Credendino ha preferito non commentarla, spettando all'autorità giudiziaria accertarne la fondatezza, e si è limitato a riferire alla delegazione di alcuni fatti osservati nei mesi precedenti. Pag. 60
  Da ultimo, l'Ammiraglio Credendino ha riferito dell'attività di incontro e confronto da lui svolta nell'ambito del suo mandato con i rappresentanti dei molti Paesi e organizzazioni internazionali coinvolti dai fenomeni migratori, nonché delle questioni connesse al finanziamento della missione, la cui scadenza è prevista al momento il 27 luglio 2017.
  La delegazione ha quindi visitato prima la sala operativa della nave, dove il Contrammiraglio Berutti Bergotto ha illustrato le attività di monitoraggio svolte dal dispositivo per la vigilanza dell'ampia zona di rispetto dell'operazione; e poi la plancia, dove il Capitano di Vascello Galiuto ha parlato alla delegazione della nave Garibaldi, delle sue caratteristiche e della sua storia.
  La missione si è conclusa con un discorso di saluto all'equipaggio schierato, al quale ho portato le attestazioni di stima di tutta la Commissione, ricordando come i militari italiani impegnati nei teatri di missione all'estero abbiano meritato dappertutto rispetto per la professionalità e l'umanità con cui operano. Il discorso è stato anche l'occasione per mettere in evidenza come l'operazione Sophia – cui partecipa in sinergia diretta personale di tantissimi Paesi europei – mostri emblematicamente che l'unità europea esiste ed è necessaria.