A seguito di un iter parlamentare particolarmente complesso il Parlamento ha approvato la legge n. 67 del 2014 che tratta i seguenti quattro temi:
L'articolo 1 della legge prevedeva che il Governo dovesse, entro gennaio 2015, riformare il sistema delle pene, eliminando l'attuale pena dell'arresto e introducendo nel codice penale, e nella normativa complementare, pene detentive non carcerarie (reclusione presso il domicilio e arresto presso il domicilio), di durata continuativa o per singoli giorni settimanali o fasce orarie, da scontare presso l'abitazione.
In sintesi, tra i principi e criteri direttivi della delega si prevedeva:
Pena attuale
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Pena prevista dalla legge delega
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Arresto
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Arresto domiciliare (automatico), con eventuale braccialetto elettronico
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Lavoro di pubblica utilità (eventuale)
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Reclusione fino a 3 anni
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Reclusione domiciliare (automatica) con eventuale braccialetto elettronico
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Lavoro di pubblica utilità (eventuale) |
Reclusione da 3 a 5 anni
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Reclusione domiciliare (discrezionalità del giudice) con eventuale braccialetto elettronico
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Lavoro di pubblica utilità (eventuale)
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La delega esclude in talune ipotesi l'applicabilità delle pene detentive non carcerarie; prevede che le stesse pene possano essere sostituite con la detenzione in carcere in assenza di un domicilio idoneo ovvero quando il comportamento del condannato risulti incompatibile con la pena domiciliare (es. per averne violato le prescrizioni, ovvero per aver commesso un nuovo reato).
Per i reati per i quali è prevista la detenzione domiciliare, il giudice può, sentito l'imputato e il PM, applicare in sede di condanna anche la sanzione del lavoro di pubblica utilità, per una durata minima di 10 giorni.
Il termine è scaduto, senza che il Governo abbia emanato il decreto legislativo di disciplina delle pene detentive non carcerarie.