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Temi dell'attività parlamentare

Il meccanismo transitorio
informazioni aggiornate a lunedì, 17 febbraio 2014

L'EFSF è stato istituito dal Consiglio ECOFIN del 9 maggio 2010 in seguito alla crisi finanziaria della Grecia e alla luce delle condizioni critiche di Irlanda,Portogallo e di altri Paesi dell'area euro.

L'EFSF consente di mobilizzare risorse di ammontare complessivo massimo pari a 500 miliardi di euro, mediante:

  • un fondo di stabilizzazione (European financial stabilisation mechanism,EFSM) – con una dotazione massima di 60 miliardi di euro – la cui attivazione è soggetta a termini e condizioni simili a quelle dell'assistenza finanziaria erogata dal Fondo monetario internazionale (FMI);
  • una Società veicolo speciale (special purpose vehicle), garantita dagli Stati dell'area euro sulla base delle quote nel capitale della BCE e in conformità ai rispettivi ordinamenti costituzionali. La società veicolo potrà mettere a disposizione fino a 440 miliardi di euro, ed è prevista la partecipazione del Fondo monetario internazionale (FMI) con una quota pari ad almeno la metà del contributo europeo (quindi intorno ai 220 miliardi di euro).

Ciascuno Stato membro dell'Eurozona contribuisce all'EFSF in base alla quota di sottoscrizione del capitale della BCE, modificata secondo una chiave di conversione fissata dall'accordo istitutivo dell'EFSF. I dati relativi sono riportati nella seguente tabella:

 

Paese

Quota capitale BCE

Chiave di conversione

Chiave di conversione emendata

Belgio

2,42%

3,47%

3,72%

Germania

18,9%

27,06%

29,07%

Estonia

0,17%

0,26%

0,27%

Irlanda

1,11%

1,59%

0 %

Grecia

1,96%

2,81%

0 %

Spagna

8,30%

11,87%

11,90%

Francia

14,22%

20,31%

21,83%

Italia

12,49%

17,86%

19,18%

Cipro

0,13%

0,2%

0,21%

Lussemburgo

0,17%

0,25%

0,27%

Malta

0,06%

0,09%

0,1%

Paesi Bassi

3,98%

5,7%

6,12%

Austria

1,94%

2,78%

2,99%

Portogallo

1,75%

2,5%

0 %

Slovenia

0,32%

0,47%

0,51%

Slovacchia

0,69%

0,99%

1,06%

Finlandia

1,25%

1,79%

1,92%

 Nella versione emendata Grecia, Irlanda e Portogallo hanno una chiave di conversione pari a 0 poiché, essendo beneficiari dei programmi di sostegno finanziario dell'EFSF, hanno chiesto – e ottenuto dagli altri partner – di sospendere il proprio impegno nell'EFSF.

Con una dichiarazione approvata il 9 dicembre 2011, i Capi di Stato e di Governo dell'area euro hanno disposto il potenziamento dell'EFSF mediante:

-     il ricorso a certificati di protezione parziale che forniscono una protezione dal 20 al 30 per cento del valore capitale di una nuova obbligazione emessa dagli Stati membri beneficiari;

-     la costituzione fondi di coinvestimento - con combinazione di finanziamenti pubblici e privati - per acquistare obbligazioni degli Stati membri beneficiari sui mercati primari e/o secondari;

-     l'attribuzione alla BCE della funzione di agente per l'EFSF nelle sue operazioni di mercato (non avendo, a causa dell'opposizione della Germania, l'EFSF licenza bancaria).

La medesima dichiarazione inoltre precisava che l'EFSF restasse attivo, anche dopo l'entrata in vigore dell'ESM, fino a metà 2013, per finanziare i programmi avviati (a beneficio di Grecia, Irlanda e Portogallo).

L'EFSF è stato istituito dal Consiglio ECOFIN del 9 maggio 2010 in seguito alla crisi finanziaria della Grecia e alla luce delle condizioni critiche di Irlanda,Portogallo e di altri Paesi dell'area euro.

L'EFSF consente di mobilizzare risorse di ammontare complessivo massimo pari a 500 miliardi di euro, mediante:

  • un fondo di stabilizzazione (European financial stabilisation mechanism,EFSM) – con una dotazione massima di 60 miliardi di euro – la cui attivazione è soggetta a termini e condizioni simili a quelle dell'assistenza finanziaria erogata dal Fondo monetario internazionale (FMI);
  • una Società veicolo speciale (special purpose vehicle), garantita dagli Stati dell'area euro sulla base delle quote nel capitale della BCE e in conformità ai rispettivi ordinamenti costituzionali. La società veicolo potrà mettere a disposizione fino a 440 miliardi di euro, ed è prevista la partecipazione del Fondo monetario internazionale (FMI) con una quota pari ad almeno la metà del contributo europeo (quindi intorno ai 220 miliardi di euro).

Ciascuno Stato membro dell'Eurozona contribuisce all'EFSF in base alla quota di sottoscrizione del capitale della BCE, modificata secondo una chiave di conversione fissata dall'accordo istitutivo dell'EFSF. I dati relativi sono riportati nella seguente tabella:

 

Paese

Quota capitale BCE

Chiave di conversione

Chiave di conversione emendata

Belgio

2,42%

3,47%

3,72%

Germania

18,9%

27,06%

29,07%

Estonia

0,17%

0,26%

0,27%

Irlanda

1,11%

1,59%

0 %

Grecia

1,96%

2,81%

0 %

Spagna

8,30%

11,87%

11,90%

Francia

14,22%

20,31%

21,83%

Italia

12,49%

17,86%

19,18%

Cipro

0,13%

0,2%

0,21%

Lussemburgo

0,17%

0,25%

0,27%

Malta

0,06%

0,09%

0,1%

Paesi Bassi

3,98%

5,7%

6,12%

Austria

1,94%

2,78%

2,99%

Portogallo

1,75%

2,5%

0 %

Slovenia

0,32%

0,47%

0,51%

Slovacchia

0,69%

0,99%

1,06%

Finlandia

1,25%

1,79%

1,92%

 Nella versione emendata Grecia, Irlanda e Portogallo hanno una chiave di conversione pari a 0 poiché, essendo beneficiari dei programmi di sostegno finanziario dell'EFSF, hanno chiesto – e ottenuto dagli altri partner – di sospendere il proprio impegno nell'EFSF.

Con una dichiarazione approvata il 9 dicembre 2011, i Capi di Stato e di Governo dell'area euro hanno disposto il potenziamento dell'EFSF mediante:

-     il ricorso a certificati di protezione parziale che forniscono una protezione dal 20 al 30 per cento del valore capitale di una nuova obbligazione emessa dagli Stati membri beneficiari;

-     la costituzione fondi di coinvestimento - con combinazione di finanziamenti pubblici e privati - per acquistare obbligazioni degli Stati membri beneficiari sui mercati primari e/o secondari;

-     l'attribuzione alla BCE della funzione di agente per l'EFSF nelle sue operazioni di mercato (non avendo, a causa dell'opposizione della Germania, l'EFSF licenza bancaria).

La medesima dichiarazione inoltre precisava che l'EFSF restasse attivo, anche dopo l'entrata in vigore dell'ESM, fino a metà 2013, per finanziare i programmi avviati (a beneficio di Grecia, Irlanda e Portogallo).