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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 183 di martedì 24 ottobre 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

STEFANO VACCARI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 89, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Iniziative per la messa in sicurezza del territorio dei comuni di Forino, Montoro e Contrada, in provincia di Avellino, e per la mitigazione del rischio idrogeologico - n. 3-00432)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Toni Ricciardi n. 3-00432 (Vedi l'allegato A).

Il Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, ha facoltà di rispondere.

NELLO MUSUMECI, Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare. Grazie, signor Presidente. Nel primo pomeriggio del 25 maggio scorso, il territorio del comune di Forino è stato interessato da un intenso fenomeno meteorologico, caratterizzato da abbondanti precipitazioni piovose e da una grandinata di particolare violenza. A seguito di tali accadimenti, già nelle prime ore pomeridiane, il comando provinciale dei Vigili del fuoco è stato interessato per interventi di soccorso che hanno riguardato persone bloccate nelle proprie abitazioni o nelle autovetture.

Il nubifragio ha interessato anche i comuni viciniori di Montoro e Contrada. In particolare, nella frazione Petruro di Montoro si sono registrati molti allagamenti e la strada di collegamento tra i suddetti comuni è stata temporaneamente chiusa al traffico.

Poco prima, un uomo di 45 anni è rimasto vittima di un incidente in un castagneto nel comune di Contrada, dove è stato travolto dalla propria vettura durante i lavori in un fondo agricolo; il decesso non pare riconducibile al fenomeno temporalesco che successivamente si è abbattuto sull'intera zona. La vicenda è, comunque, al vaglio dell'autorità giudiziaria.

La regione Campania, allo stato, non ha trasmesso la richiesta di deliberazione dello stato di emergenza in relazione agli eventi di cui stiamo parlando.

Le criticità idrogeologiche e idrauliche della frazione Celzi sono state da tempo attenzionate anche dalla prefettura di Avellino, che ha costantemente sensibilizzato l'amministrazione comunale a porre in essere, in ragione dei profili di rischio dell'area, tutte le iniziative necessarie per la soluzione della problematica. La stessa direzione generale della Protezione civile della regione Campania - che, già nel 2019 - ha stanziato notevoli risorse per interventi di somma urgenza nei versanti critici - ha ripetutamente sollecitato l'ente a definire i progetti, da inserire sulla piattaforma dedicata, Rendis, per risolvere la problematica, evitando così gli interventi tampone. Tuttavia, secondo la direzione regionale, la soluzione che consentirebbe di scongiurare definitivamente una criticità così acuta, in ragione della conformazione geomorfologica della frazione Celzi, che si ripresenta periodicamente, resterebbe la delocalizzazione della popolazione che ivi risiede.

Da ultimo, il comune di Forino ha inteso avvalersi dei fondi del PNRR, in particolare relativi alla Missione 2, Componente 4, per interventi volti a mitigare e prevenire il rischio connesso a tali eventi.

Per quanto riguarda, infine, il comune di Contrada, l'amministrazione ha informato che la provincia di Avellino ha provveduto ad approvare la fattibilità tecnico-economica del progetto di carattere complessivo di messa in sicurezza e regimentazione delle acque meteoriche sulla strada provinciale 88 per l'importo di circa 700.000 euro, che, ove finanziato, ad avviso dell'ente comunale potrebbe contribuire in modo significativo alla soluzione dei fenomeni di allagamento in quel comune e in quel territorio.

PRESIDENTE. Il deputato Toni Ricciardi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, io, in tutta onestà, pur comprendendo la gravità, e non a caso ci troviamo qui per questa ragione, non mi reputo soddisfatto. Non mi reputo soddisfatto perché ella stessa ha ricordato che le questioni del disagio territoriale in questo pezzo di territorio di una provincia interna della Campania costituiscono una storia arcinota ormai da decenni.

La fattispecie accaduta nel maggio di quest'anno era stata preceduta nel novembre 2022 e, purtroppo, anche in anni precedenti. In tutta onestà, signor Ministro, mi colpisce - pur comprendendo la difficoltà, sia chiaro - che l'unica soluzione che prevede sia lo spostamento coatto di persone, che tecnicamente potrebbe anche essere una soluzione, l'abbiamo già vissuta con i terremoti. Anzi, chi più della provincia di Avellino ha vissuto, con il tragico evento del 1980, uno spostamento di popolazione, com'è accaduto a Conza della Campania o com'è accaduto in provincia di Salerno, a Laviano? E potrei continuare. Tuttavia, signor Ministro, per fare questo servirebbero progetti, servirebbe l'assistenza e la vicinanza alle amministrazioni comunali, ma soprattutto risorse. E le risorse, paradossalmente, signor Ministro, ci sono. Noi abbiamo il PNRR. Io capisco che si faccia fatica, ed ella stessa ha tutta la mia e la nostra solidarietà rispetto alle difficoltà che, da meridionale - perché lei è un meridionale -, sta vivendo nel vedersi spostare ingenti risorse o, quantomeno, rispetto a una definizione poco chiara su come si voglia intervenire sul Mezzogiorno, a partire dalla definizione unica della ZES e quant'altro, ma andrei oltre il tema di oggi.

A me verrebbe da citare, signor Ministro, lei sicuramente avrà sentito e letto - e ne è anche profondo conoscitore - Giustino Fortunato, quando parlava di sfasciume pendulo di questi territori. Noi stiamo parlando di territori marginalizzati, territori delle aree interne, territori che morfologicamente soffrono da sempre di frane e di problemi di dissesto idrogeologico. Però, io credo che noi, di fondo, dovremmo affrontare una questione, Ministro. Ed ella, Ministro, per il ruolo che ricopre, dovrebbe esserne profondamente consapevole. La prima: noi non possiamo più continuare a trattare - questo vale per il Mezzogiorno, ma vale per tutte le aree interne del Paese da Nord a Sud - il problema del dissesto idrogeologico come mera emergenzialità, noi abbiamo la necessità di fare prevenzione. Noi siamo anche quel Paese che è uscito stancamente da quella narrazione kafkiana di qualche anno fa, quando d'emblée si decise di cancellare e azzerare le comunità montane. Lei se lo ricorderà, Ministro: un forestale per albero. Benissimo, un forestale per albero, ma vorrei capire chi cura la montagna e chi cura questi alberi. Noi ci saremmo attesi da lei delle risposte concrete. Il comune di Montoro ha progettato interventi per 10 milioni di euro, il comune di Forino interventi tra i 2 ed i 3 milioni di euro e altrettanto il comune di Contrada. Ora questi sindaci, che hanno anche affidato progetti esecutivi, necessitano del sostegno immediato. Io capisco la difficoltà - e lei ha introdotto un altro tema sul quale riflettere e mi affido anche a lei per questa riflessione -, ma non so se eventi del genere non ci diano poi la testimonianza che probabilmente il ricorso all'autonomia differenziata, che rischia di svuotare e smembrare la capacità di attenzione delle regioni meridionali, non sia un grave danno. Probabilmente, Ministro - visto anche il partito nel quale milita e vista l'esperienza storica che ha -, forse sarebbe il caso di ricostruire delle cabine centrali di gestione emergenziale e forse non sarebbe tanto sbagliato - e chiudo Presidente - immaginare di ripristinare la tanto vituperata e mal raccontata Cassa per il Mezzogiorno perché, se andiamo a rileggere la sua storia - le professionalità che c'erano, le opere di recupero, di riqualificazione e di prevenzione che almeno trent'anni di quella storia hanno messo a terra, soprattutto nelle aree interne del Mezzogiorno -, forse, con il passato, qualche risposta migliore a queste comunità saremmo in grado di darla.

(Misure a favore del territorio lucano interessato da intense precipitazioni verificatesi a giugno 2023, con particolare riguardo al comprensorio di Maratea - n. 3-00468)

PRESIDENTE. Il Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Amendola n. 3-00468 (Vedi l'allegato A).

NELLO MUSUMECI, Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare. La ringrazio, signor Presidente. Le abbondanti piogge verificatesi tra la fine di maggio e l'inizio di giugno sul territorio della Basilicata hanno determinato una serie di criticità soprattutto nei comuni di Garaguso e Pisticci - spero sia questa l'esatta pronuncia - ove si sono registrati diversi interventi da parte del personale del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco per i danni provocati dagli allagamenti, nonché per attività di soccorso a persone e di rimozione dei rischi connessi ad alberi pericolanti e cedimenti di alcune sedi stradali. In assenza di richiesta regionale riferita agli eventi di maggio e di giugno 2023, non si è in possesso di elementi necessari per la verifica della sussistenza, nella fattispecie, dei presupposti per la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale. In merito allo specifico quesito posto dall'interrogante sul tema delle risorse finanziarie, si rileva che il 23 febbraio 2023 il Consiglio dei ministri ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza per dodici mesi, in conseguenza dell'evento franoso verificatosi il 30 novembre 2022 in località Castrocucco, nel comune di Maratea, con un primo stanziamento di 1.030.000 euro per l'attuazione delle prime misure urgenti. Conseguentemente, il 23 marzo è stata emanata l'ordinanza di Protezione civile n. 977, con la quale è stata, tra l'altro, disposta la nomina del sindaco del comune di Maratea quale commissario delegato alla gestione dell'emergenza. Con l'articolo 1, comma 731, della legge di bilancio approvata lo scorso anno, è stata inoltre autorizzata la spesa di 1 milione di euro per il 2023 e di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 per gli interventi di messa in sicurezza del territorio e di ristoro delle attività economiche in relazione agli eventi calamitosi che hanno colpito il comune di Maratea nei mesi di ottobre e novembre del 2022. Al riguardo, il commissario ha comunicato che l'utilizzo di tali risorse avverrà per l'attuazione di misure adottate direttamente dall'amministrazione comunale in autonomia rispetto alle procedure di cui all'ordinanza n. 977 di cui si è parlato.

In ordine all'attivazione di un tavolo con la regione, le province e l'ANAS per interventi concernenti la viabilità, si rappresenta che, dopo il grave evento franoso che ha interrotto la strada statale 18 lo scorso novembre del 2022, è stato istituito un tavolo tecnico permanente, aperto, presso la regione Basilicata, nel quale l'ANAS ha garantito sin da subito la massima operatività per conseguire il ripristino della viabilità interrotta. ANAS ha prontamente reperito le necessità economiche per i primi interventi di ripristino e ha conferito gli incarichi di consulenza geotecnica all'Università di Napoli «Federico II» e ai progettisti, individuati con lo scopo di stabilire le modalità più idonee per gli interventi di ripristino. Per quanto riguarda gli interventi di ripristino definitivo della viabilità, è stata ipotizzata la realizzazione di una galleria naturale, che consentirà al tracciato della strada statale 18 di bypassare la zona in frana, ripristinando definitivamente il collegamento interrotto. Detto intervento, da una prima analisi, richiederebbe un investimento di circa 32 milioni di euro, con tempi di realizzazione stimati in 20-24 mesi. Rimane fermo naturalmente l'impegno di questo Governo, nell'ambito delle sue competenze, a monitorare costantemente l'evoluzione della situazione e a valutare tutti gli strumenti necessari ad assicurare la massima protezione della popolazione direttamente interessata.

PRESIDENTE. Il deputato Vincenzo Amendola ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io mi ritengo soddisfatto del comportamento del Ministro, che è già la seconda volta che mi risponde su un tema importantissimo che riguarda Maratea e tutta la Basilicata. Non sono soddisfatto però di quello che è l'andamento: non è un caso che il prossimo 27 ottobre ci sarà di nuovo una manifestazione di cittadini per chiedere certezza e chiarezza su tutto il percorso di rifacimento, non solo della statale 18, non solo degli effetti del dissesto idrogeologico occorso a Maratea, ma anche dei progetti. Lo stesso Ministro qui dice che, per quanto riguarda la costruzione di una galleria naturale, ci vogliono risorse, ma la certezza delle risorse non c'è. Noi partiamo - il caro Ministro lo sa bene - proprio da un emendamento presentato dal Partito Democratico nella legge di bilancio scorsa, che dà la possibilità al commissario delegato dal Governo, il sindaco di Maratea, di utilizzare le risorse di 5 milioni - fu un nostro emendamento e siamo contenti che quell'emendamento fu approvato -, che però non sono sufficienti. Perché dico questo, Ministro? Perché lei sa benissimo che quella di Maratea è la tipica storia italiana, di uno dei posti più belli - di una bellezza invidiata, non solo in Italia, ma nel mondo -, ma di una fragilità che deve essere curata e accompagnata anche in un patto tra Governo, regione e comune. Dato che il dissesto idrogeologico non è una questione ideologica, ma attiene alla natura ed al cambiamento climatico, noi vogliamo accompagnarlo, ma con una certezza. Infatti, lei, nella risposta che mi diede ad agosto, disse che purtroppo il commissario, che era il sindaco, era inadempiente nell'avanzamento dello stato dei lavori. Quello che noi diciamo, raccogliendo anche la sollecitazione dei cittadini è: cerchiamo di costruire questo patto e cerchiamo anche di ragionare sulle risorse. Il PNRR sul dissesto idrogeologico per il Sud non sappiamo che fine abbia fatto. I fondi FSC, che sono fondamentali, sono sequestrati oramai da un anno e le regioni non ne hanno contezza. Caro Ministro, Maratea è perla della Basilicata, del Mezzogiorno e dell'Italia ma, se allarghiamo lo spettro come ha fatto lei, i dati del Ministero dell'Ambiente ci dicono che 123 comuni di quella regione su 131 hanno un pericolo idrogeologico.

Di questi, 56 sono a rischio frana, 2 a rischio alluvione, 65 a rischio di entrambe. Rappresenta il 94 per cento dei nostri paesi; il 100 per cento della provincia di Matera. Lei ha citato Garaguso, Pisticci, Bernalda, cioè comuni che hanno già, nei mesi scorsi, subito rovesci che ci consentono di dire che questo patto tra Stato, regioni e comuni, deve essere realizzato non solo delegando, ma avendo una programmazione.

Caro Ministro, mi aspetterei da lei, non solo di prendere in mano questo processo, ma anche di comprendere che il dissesto idrogeologico non è un'emergenza, ma qualcosa di strutturale, che va affrontato, per le frane, per le alluvioni, anche per manutenere le strade provinciali, con un meccanismo certo. Me lo lasci dire, io e altri colleghi presenteremo una proposta di legge perché, così come c'è l'ANAS per la gestione, anche per il dissesto idrogeologico ci vorrebbe un'Authority nazionale che permettesse di sveltire le procedure e di avere un percorso comune nella gestione delle grandi emergenze, che, in realtà, non sono emergenze, ma dati strutturali.

In conclusione, le do atto della sua sollecitudine a rispondermi, ma proprio per quello che sta succedendo a Maratea e in tutti i comuni che hanno subito, in Basilicata, difficoltà, le dico che adesso è il tempo di costruire un sistema, che sia un patto istituzionale, che sia un sistema anche di gestione differente degli elementi del dissesto idrogeologico. Per fare questo ci vuole anche una riforma, perché le procedure sono insopportabili e per sindaci di piccoli comuni queste procedure, che devono arrivare e si devono ramificare in un percorso istituzionale è qualcosa di insopportabile, soprattutto quando parliamo di comuni che non hanno nemmeno uffici tecnici che possono rispondere. Ci vuole poi - e questo lo sa - certezza di risorse. PNRR e FSC non sono un tema di burocrazia di Palazzo Chigi: sono risorse necessarie per fare quello che è indicato anche nella sua missione istituzionale.

(Problematiche relative alla gestione della struttura commissariale incaricata della ricostruzione nei comuni della provincia di Catania colpiti da un evento sismico nel dicembre 2018 - n. 3-00751)

PRESIDENTE. Il Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Barbagallo n. 3-00751 (Vedi l'allegato A).

NELLO MUSUMECI, Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare. La ringrazio, signor Presidente. In relazione ai territori dei comuni della città metropolitana di Catania colpiti dagli eventi sismici del 26 dicembre 2018, siamo nelle condizioni di poter dire che nel corso della gestione commissariale sono stati finanziati ed erogati i contributi richiesti per danni a beni mobili di privati, per traslochi e depositi, per danni alle scorte e agli impianti delle imprese. Al tempo stesso, sono stati erogati i contributi per il rilancio economico delle imprese e quelli ai comuni per il mancato introito dalla Tari. Non spettava, invece, al Commissario per la ricostruzione la determinazione e la erogazione dei contributi di autonoma sistemazione per i quali, nel gennaio di quest'anno, il Dipartimento della protezione civile ha previsto un importo complessivo di 19.302.132 euro. Per la ricostruzione pubblica e degli edifici ecclesiastici è stato disposto il finanziamento - e, in taluni casi, sono state erogate le somme - per la ricostruzione del 100 per cento degli edifici e delle opere danneggiate dal sisma. Due opere sono state già completate; le altre sono in fase di gara o di progettazione esecutiva.

Per quanto attiene alla ricostruzione privata, è stata evasa la totalità delle istanze di delocalizzazione presentate nei termini: 51 per 107 unità immobiliari. Sono pendenti 3 istanze presentate a seguito dell'approfondimento dello studio di suscettibilità, in prossimità della faglia che attraversa quel territorio. Le istanze di ricostruzione dei muri di contenimento a secco sono state evase per circa il 50 per cento; il numero di istanze di ricostruzione complessivamente presentate è pari a 1.225. Al 30 settembre 2023, in particolare, risultavano evase tutte le istanze di contributo per danni di lieve entità - circa 700 riguardanti la prima casa -, mediante l'utilizzo dei fondi del Commissario delegato per l'emergenza e con l'impiego del personale comunale a tempo determinato, finanziato dal Commissario per la ricostruzione, il 64 per cento delle istanze di contributo riferite alla prima casa e agli insediamenti produttivi e la totalità delle istanze tempestive di delocalizzazione. Gran parte delle istanze non evase riguarda immobili che hanno in corso una procedura di sanatoria; le rimanenti pratiche, quasi tutte presentate nel corso dell'ultimo anno, sono in fase istruttoria.

Fermo quanto rappresentato, si deve riconoscere che l'emergenza sanitaria da COVID-19, la sospensione dei concorsi per l'assunzione del personale nei comuni, disposta ex lege a seguito della detta emergenza, l'elevato turnover del personale che ha lasciato l'impiego a tempo determinato presso i comuni per quello a tempo indeterminato presso lo Stato o altri enti, e il vertiginoso aumento dei prezzi delle materie prime, anche in conseguenza del conflitto in Ucraina, hanno impedito una ricostruzione maggiormente celere. Nell'area etnea si è anche verificata la difficoltà dei privati nel conferire incarichi di progettazione e direzione dei lavori o nel reperire imprese disponibili ad eseguire i lavori, preferendo gli operatori economici assumere incarichi relativi al sisma bonus risultati più remunerativi rispetto a quelli previsti per la ricostruzione post-sisma etnea.

Alla luce di quanto ho precisato, non si registrano ritardi imputabili a condotte inerti o non diligenti del Commissario straordinario. Non sussistevano e non sussistono motivi per modificare i poteri e le attribuzioni commissariali o per procedere alla sostituzione del Commissario, verso il quale, tuttavia, questo Governo ha esercitato la necessaria raccomandazione per accelerare ogni procedura legata alle sue competenze e alla sua attività.

PRESIDENTE. Il deputato Barbagallo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Signor Ministro, la ringrazio per il dettagliato riscontro. I dati che ci comunica oggi confermano però quello che pensiamo da tempo, e cioè l'evidente inadeguatezza della gestione commissariale. La percentuale delle pratiche evase rispetto a quelle presentate è un dato che nasconde la polvere sotto il tappeto e che mistifica il reale problema. Per non correre il rischio di guardare il dito e non la luna bisogna fare riferimento, invece, al numero di istanze presentate dai cittadini a fronte delle ordinanze di inagibilità. Infatti, per oltre 3.000 ordinanze di inagibilità causate dal sisma, le domande presentate - come testé è stato da lei affermato - sono 1.225, poco più del 35 per cento. Quindi, soltanto un cittadino su tre si è avvalso della possibilità di attivare la procedura di ricostruzione. Un altro dato che fa riflettere è che sono state esitate solo la metà tra le istanze nella categoria più diffusa, quella relativa alla ricostruzione e riparazione di immobili.

I suddetti dati non ammettono diverse interpretazioni, se non quella del sonoro fallimento. A distanza di quasi 5 anni dal sisma che ha messo in ginocchio Fleri e i comuni di Zafferana e Santa Venerina, Aci Sant'Antonio e Acireale e per porzioni meno significative Aci Catena, Trecastagni, Viagrande, Milo e Aci Bonaccorsi, il bilancio è magrissimo. Nel corso di questi anni il PD, anche per mezzo dei sindaci direttamente coinvolti, ha chiesto misure opportune, a partire da strumenti normativi chiari ed efficaci. Infatti, la legislazione vigente è inadeguata per affrontare la ricostruzione. In proposito, a gran voce, anche con specifici emendamenti, abbiamo chiesto l'equiparazione della normativa del sisma di Santo Stefano a quella di altri terremoti, anche per quanto concerne gli edifici senza la certificazione di idoneità statica. Chiediamo, in sostanza, signor Ministro, il recepimento della stessa legislazione utilizzata per il terremoto del 24 agosto 2016 che ha colpito i territori delle Marche, dell'Abruzzo, del Lazio e dell'Umbria. Parità di trattamento con quanto accaduto in altre regioni, con l'applicazione della medesima normativa in presenza di fatti, come il terremoto, uguali.

Fino ad ora, i tentativi di equiparazione sono falliti. Ci faremo carico di un'ulteriore proposta nella prossima manovra, sperando che possa trovare il sostegno, innanzitutto, del Governo ma anche di altre forze parlamentari.

Inoltre, a pesare sui ritardi della ricostruzione ci sono le ordinanze cervellotiche, a nostro giudizio, del Commissario, ben 79, accompagnate da 27 circolari e 92 comunicati, con evidenti e inutili appesantimenti burocratici che hanno scoraggiato cittadini, professionisti e imprese dal realizzare i lavori. Un altro aspetto negativo è che incomprensibilmente le risorse disponibili non sono mai state utilizzate per infrastrutture stradali danneggiatissime dal sisma.

Infine, sul sito Internet della struttura commissariale è pubblicato il decreto n. 669 del 21 aprile 2023. È probabilmente il contributo per casa singola più alto dell'intera gestione commissariale, per l'ammontare di quasi un milione di euro. Il beneficiario è Salvatore Scalia.

Signor Ministro, ci conosciamo da tanti anni e spesso l'abbiamo pensata diversamente ma so bene quando lei tenga alla rettitudine dei procedimenti amministrativi, specialmente di quelli che ricadono sotto il suo diretto controllo. La prego, quindi, di verificare se quel Salvatore Scalia è lo stesso Commissario straordinario che ha dichiarato di non trovarsi in condizione di conflitto di interessi, neppure potenziale. La preghiamo anche di verificare se la redazione dell'ordinanza, con i dettagli dei criteri di elargizione dei contributi, visto che l'ha firmata il Commissario stesso, non evochi un conflitto di interessi potenziale e, infine, se vi è stata corrispondenza tra l'istanza di contributo e la relativa erogazione, perché a noi risulta che vi siano stati cospicui abbattimenti.

In sostanza, concludendo, signor Presidente, chi ha controllato il controllore? A controllare il controllore mica sarà stata una persona di sua fiducia, un suo vice, nominato ad hoc? Insomma, è una situazione imbarazzante che non fa onore alle popolazioni colpite che meritano rispetto ma anche soluzioni, a partire da tempi certi per la ricostruzione, per un territorio, il nostro, quello delle genti dell'Etna, che è stato più volte colpito e si è sempre rialzato. Stavolta, però, speriamo che si rialzi con il concreto aiuto delle istituzioni.

(Iniziative di competenza volte a contrastare la commercializzazione di prodotti mediante marchi che si richiamano alla mafia - n. 3-00644)

PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy, Fausta Bergamotto, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Dalla Chiesa n. 3-00644 (Vedi l'allegato A).

FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie, Presidente. Si concorda con l'onorevole interrogante sulla necessità di contrastare il cosiddetto fenomeno del mafia marketing, ossia della commercializzazione di prodotti che si richiamano alla mafia. In particolare, con l'atto in parola, l'onorevole cita in premessa il recente episodio di messa in vendita di gadget e souvenir a bordo del traghetto che congiunge Reggio Calabria con Messina. A tal proposito, informo che è stato sentito il Ministero dell'Interno il quale ha comunicato che sulla vicenda sono intervenute le prefetture di Messina e Reggio Calabria ed è stata disposta la rescissione del contratto di locazione con l'esercente da parte della società locataria dell'esercizio commerciale.

In materia di registrazione dei marchi, di competenza del Ministero delle Imprese e del made in Italy, invece, è costante preoccupazione del Ministero evitare che vengano registrati marchi che facciano riferimento all'organizzazione criminale “mafia”. In forza dell'articolo 14 del codice di proprietà industriale, il decreto legislativo n. 30 del 2005, l'Ufficio italiano brevetti e marchi del Ministero considera, infatti, come impedimento assoluto alla registrazione tutti i marchi contrari all'ordine pubblico, alla legge e al buon costume e, come tali, tutti i marchi che contengano chiari riferimenti alle organizzazioni criminali. È inoltre espressamente previsto che non possano formare oggetto di registrazione parole, figure e segni lesivi dell'immagine e della reputazione dell'Italia.

Si precisa che la vigilanza del Ministero su tale tematica viene esercitata sia per i marchi oggetto di registrazione in Italia sia per i marchi nazionali estesi all'estero, trasmessi all'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale, con sede a Ginevra, nonché nei confronti dei marchi internazionali di provenienza estera, che designano l'Italia e che chiedono protezione nel nostro Paese e che, come tali, sono sottoposti all'esame dell'Ufficio italiano brevetti e marchi.

Pertanto, l'apparato normativo vigente e le verifiche effettuate hanno consentito in più occasioni al Ministero di rifiutare domande di marchio che si configuravano come esaltazioni del fenomeno mafioso o che potevano intendersi come celebrative dello stesso. Rispetto a tali tematiche, nel corso degli ultimi anni, sono state ammesse a registrazione solo domande il cui marchio dava evidenza di contenere messaggi di contrasto alla mafia e, ovviamente, non presentava criticità sotto il profilo dell'ordine pubblico.

In linea con le posizioni espresse dall'onorevole interrogante, inoltre, il Governo agisce per contrastare il fenomeno del mafia marketing anche contestando, presso le autorità dell'Unione europea, la registrazione di marchi di prodotti UE che evocano la mafia, in violazione del Regolamento (UE) 2017/1001 sul marchio dell'Unione europea, che esclude dalla registrazione i marchi contrari all'ordine pubblico e al buon costume.

Su tale scia, tengo a precisare che il Governo continuerà a portare avanti il suo impegno nel contrastare il fenomeno denunciato dall'onorevole interrogante, lesivo dell'immagine e della reputazione dell'Italia e della memoria delle vittime della criminalità organizzata.

PRESIDENTE. L'onorevole Dalla Chiesa ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo e mi ritengo piuttosto soddisfatta, perché su queste cose non si dovrebbe mai abbassare la guardia e tante volte le leggi non bastano a cercare di chiudere un'attività come quella dei gadget sulla mafia che, purtroppo, continua a esserci, perché noi colpiamo da una parte e ne aprono da altre parti, tanto è vero che la simbologia mafiosa inquina ancora oggi moltissimi posti, sia in Italia sia all'estero.

Lei ha ricordato, appunto, il traghetto di Messina. Per anni, su quel traghetto sono andati avanti portando simboli che inneggiavano alla mafia e nessuno aveva mai trovato nulla da ridire. Io andavo a Santa Rosalia, quando andavo a Palermo, andavo a trovare la santa, nella grotta, poi scendevo e c'erano le bancarelle con i grembiulini, con i set di piatti e con i giochi, tutti naturalmente inneggianti alla mafia. Questo io lo trovavo veramente uno schiaffo in faccia a tutte le persone che in quel momento, magari, erano andate a pregare dalla Santa, guardavano giù verso Palermo e si ricordavano che, proprio a Palermo, avevano avuto degli strappi affettivi molto, molto potenti, molto forti.

Una volta, scendendo da Santa Rosalia mi sono fermata a una di queste bancarelle e ho chiesto: “Chi vi compra queste cose?” “Eh, signora, sapesse, ce le comprano in tanti” “Sì, ma chi?” Allora, non hanno più risposto. Mi volevano offrire una granita di limone e ho detto: “No, grazie”. E me ne sono andata. Perché? Perché questi sono oggetti, gadget che vengono acquistati, quasi sempre, da persone che, in qualche modo, non trovano nulla di male nel simbolo della mafia ma anche dai turisti, perché noi siamo stati abituati, all'estero, a essere considerati come delle persone mafiose. Ci sono stati anche figli di ricercati mafiosi importanti che hanno aperto catene di ristoranti, soprattutto, in Spagna, con la parola “mafia” e tutto questo naturalmente deve finire, deve cessare.

Noi siamo un popolo di persone perbene, voglio ribadirlo, perbene. C'è una parte che ha a che fare con la mafia ma la maggior parte di noi non ha a che fare con la mafia. Quindi, non possiamo mandare nel mondo, come successe anni fa, il messaggio della pistola sugli spaghetti fumanti.

C'è un'altra cosa che vorrei dire - a prescindere dal fatto che tutto questo rappresenta un oltraggio per le vittime di mafia, per le loro famiglie e per chi è impegnato, soprattutto, sul fronte della lotta contro la criminalità - sul danno che tutto questo può arrecare al Paese. Quindi, per questi motivi ritenevo urgente porre questo problema e sono grata davvero al Governo per le misure che potrà prendere, per quelle che sta già prendendo. Personalmente continuerò a denunciare ogni volta che mi accorgo, che vedo in una libreria o su una bancarella qualcosa che può disturbare il senso morale ed etico delle persone.

Voglio sottolineare, in conclusione, che l'Unione europea si è già in parte espressa sulla questione, vietando a un marchio spagnolo - ritorniamo alla Spagna - di ristorazione di continuare a rimanere sul mercato con la denominazione La mafia se sienta a la mesa, cioè la mafia si siede a tavola. Questo è contrario all'ordine pubblico, banalizza un'attività criminosa e rischia di pubblicizzare positivamente ciò che è contrario ai valori dell'Unione europea. Ci saranno stati tanti turisti a passare ma nessuno lo aveva mai denunciato. Invece, lo ha denunciato un ragazzo dell'Università di Milano che, durante il suo progetto Erasmus in Spagna, notò la cosa e ne fece la sua tesi di laurea in sociologia della criminalità organizzata. Questo per dire quanto tanti giovani siano molto più maturi di persone della nostra generazione riguardo all'argomento mafia. Comunque vi volevo ringraziare. Grazie, Presidente, e grazie al rappresentante del Governo (Applausi del deputato Bof).

(Iniziative di competenza volte ad assicurare una corretta ricezione del segnale televisivo Rai in provincia di Treviso - n. 3-00750)

PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy, Fausta Bergamotto, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Bof ed altri n. 3-00750 (Vedi l'allegato A).

FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie, Presidente. L'atto in parola fa riferimento ad alcune disfunzioni relative alla rete del servizio pubblico radiotelevisivo in provincia di Treviso, già oggetto di un recente question time, come rammentato dall'onorevole interrogante. In quell'occasione si è evidenziato che, anche alla luce del vigente contratto di servizio con la Rai, garantire una migliore qualità del servizio radiotelevisivo su tutto il territorio nazionale costituisce senz'altro una priorità di questo Governo, posto che talvolta possono esserci problemi di ricezione del segnale televisivo legati a particolari condizioni climatiche, ambientali e locali.

Per far fronte a queste inefficienze, secondo quanto rappresentato in quell'occasione, vi è già stata l'immediata attivazione di un impianto suppletivo, operante in un'ampia area del Veneto, in deroga al Piano nazionale di assegnazione delle frequenze televisive PNAF19. Alla luce dei rischi di ricezione paventati dall'onorevole interrogante, si informa che il Ministero delle imprese e del made in Italy assicura un tempestivo intervento in caso di disservizi per il tramite degli ispettorati territoriali che svolgono su tutto il territorio nazionale la vigilanza e il controllo dell'uso dell'etere, anche mediante sopralluoghi tecnici, su richiesta oppure a campione, per verificare la copertura del segnale o l'esistenza di interferenze, e valutare - di volta in volta - l'eventuale necessità di ulteriori interventi sul territorio.

Inoltre, con riguardo a quelle zone del territorio nazionale non raggiunte completamente dal digitale terrestre, si ricorda che la Rai utilizza la piattaforma gratuita Tivùsat e fornisce una smart card senza costi aggiuntivi per gli utenti. Giova anche ricordare che, ai sensi della normativa vigente per consentire la copertura televisiva in zone non servite dagli operatori di rete anche gli enti locali possono procedere autonomamente alla ripetizione dei suddetti programmi, prestando la richiesta di autorizzazione all'attivazione di specifici ripetitori.

È importante inoltre segnalare che il passaggio alla tecnologia DVB-T2, che ha una capacità di propagazione maggiore del DVB-T e che è previsto per i primi mesi del 2024, risolverà gran parte di questi problemi di ricezione locale, di interferenza o disturbo del segnale televisivo. Ad ogni modo, resta ferma la disponibilità del Ministero ad adottare ulteriori misure idonee a garantire la migliore e più diffusa fruizione del servizio da parte dell'utenza.

PRESIDENTE. Il deputato Bof ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

GIANANGELO BOF (LEGA). Buongiorno, Presidente e Governo. Sì, sono soddisfatto della risposta. Vorrei precisare che la nostra richiesta, la mia richiesta avviene anche per un problema legato al fatto che, con riferimento a determinati territori della provincia citata, l'impianto di cui si parlava prima copre un'area che è quella di Jesolo, che è lontanissima e non dà sicuramente copertura a quelle aree che ho menzionato nella seconda richiesta, tant'è che l'interrogazione in Aula al Governo avviene dopo quella in question time in Commissione proprio perché c'era una parzialità nella risposta, nel senso che non teneva in considerazione territori della provincia di Treviso.

Qui non parliamo di zone che noi conosciamo bene, perché proveniamo da quei territori che parzialmente sono anche montani, quindi conosciamo le zone e i coni d'ombra che non sono raggiungibili, ai quali bisogna accedere tramite Tivùsat. Qui parliamo di intere aree pianeggianti, molto popolose, che, fino a qualche tempo fa, ricevevano il normale segnale del servizio pubblico e che oggi non lo ricevono, tant'è che vi sono stati numerosi comitati di protesta e via seguitando.

Sappiamo bene che c'è autonomia gestionale da parte della TV di Stato, la Rai, quindi il Governo, al riguardo, non può fare altro che chiedere informazioni e sollecitare e di questo ne siamo pienamente consapevoli; anzi, ringraziamo il Governo per essersi attivato per questo. Però il nostro ruolo è quello di ascoltare i cittadini, di dare loro risposte e di interrogare nel momento in cui i cittadini sollevano un problema. In questo caso c'era un problema sollevato dai cittadini che notavano una differenza nell'erogazione del servizio e, attraverso i comitati di protesta, chiedevano informazioni.

Speriamo che, con il passaggio alla nuova tecnologia, questo abbia a lenirsi o a sistemarsi, perché è chiaro che personalmente - e qui parlo a titolo personale - che vi sia un servizio pubblico o che non vi sia, stante i giorni nostri, non lo ritengo indispensabile per la mia sopravvivenza, né per avere una corretta informazione. Però è chiaro che noi chiediamo, direttamente o indirettamente, attraverso la fiscalità pubblica, ai nostri cittadini di finanziare un servizio pubblico e, pertanto, nel momento in cui questo servizio pubblico viene a mancare, possiamo, sì, dire che, oggi, non è più il canone Rai, ma è la tassa sugli apparati televisivi, ma, di fatto, c'è una finanza pubblica che contribuisce ai bilanci della Rai e questo penso sia un dato inconfutabile. Pertanto, finché ci sono denari pubblici che vanno a finanziare un servizio, considero quel servizio un servizio pubblico, un servizio del quale i cittadini hanno diritto e, nel momento in cui viene a degradare o a mancare, è giusto che ne chiediamo conto e che venga ripristinato. Quindi, ringrazio il Governo per la risposta, ringrazio il Governo per l'interessamento e speriamo che l'evoluzione tecnologica ci consenta di dare risposte ai nostri cittadini.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno. Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 14. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 10,20, è ripresa alle 14.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 92, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito la deputata segretaria a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

MARIA CAROLINA VARCHI, Segretaria, legge:

Moreno Sgarallino, da Roma, chiede:

iniziative delle Nazioni Unite e dell'Unione europea per migliorare le condizioni di vita nei Paesi più poveri (511) - alla III Commissione (Affari esteri);

misure per contrastare l'abbandono per strada di bottiglie di vetro nei pressi dei locali pubblici (512) - alla VIII Commissione (Ambiente);

che le ambasciate italiane nei Paesi africani promuovano iniziative per lo sviluppo dell'imprenditoria locale (513) - alla III Commissione (Affari esteri);

nuove norme in materia di interruzione volontaria di gravidanza (514) - alle Commissioni riunite II (Giustizia) e XII (Affari sociali);

Paolo Stella, da Conegliano (Treviso), chiede l'introduzione del divieto assoluto di uso del cellulare in ambito scolastico (515) - alla VII Commissione (Cultura);

Francesco Rainone, da Roma, chiede l'abolizione della ritenuta per malattia prevista per i dipendenti pubblici (516) - alla XI Commissione (Lavoro);

Francesco Romano, da Saviano (Napoli), chiede nuove disposizioni in materia di certificazione dei consumi in caso di passaggio da un operatore all'altro nei mercati dell'energia elettrica e del gas (517) - alla X Commissione (Attività produttive);

Roberto Scurti, da Spoltore (Pescara), chiede disposizioni in favore dei padri, con particolare riferimento ai congedi lavorativi, al disconoscimento di paternità, alle adozioni e ai diritti dei detenuti (518) - alle Commissioni riunite II (Giustizia) e XI (Lavoro);

Aniello Traino, da Neirone (Genova), chiede nuove norme in materia di bonus per l'acquisto di carburanti (519) - alla X Commissione (Attività produttive);

Antonio Sorrento, da Martano (Lecce), e altri cittadini chiedono iniziative concernenti i consorzi di bonifica di Ugento e Li Foggi e di Arneo-Nardò (520) - alla XIII Commissione (Agricoltura);

Fabio Aquilini, da Voghera (Pavia), e numerosi altri cittadini chiedono che sia assegnata un'autoscala al presidio del Corpo nazionale dei vigili del fuoco di Voghera (521) - alla I Commissione (Affari costituzionali).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,04).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 14,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle 14,30.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Arrivano segnalazioni, da diversi colleghi, di problematiche legate a disservizi dei treni, in particolare sulla linea Milano-Roma. Quindi, saremmo a chiederle un rinvio di mezz'ora dell'inizio della seduta.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, che non vedo palesarsi, si intende accolta la proposta del collega Fornaro e, dunque, la seduta è aggiornata alle ore 15. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 14,32, è ripresa alle 15.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 870 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2023, n. 121, recante misure urgenti in materia di pianificazione della qualità dell'aria e limitazioni della circolazione stradale (Approvato dal Senato) (A.C. 1492​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1492: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2023, n. 121, recante misure urgenti in materia di pianificazione della qualità dell'aria e limitazioni della circolazione stradale.

Ricordo che sono state presentate le questioni pregiudiziali Zanella ed altri n. 1, Ilaria Fontana ed altri n. 2 e Barbagallo ed altri n. 3.

(Esame di questioni pregiudiziali - A.C. 1492​)

PRESIDENTE. Passiamo, quindi, all'esame delle questioni pregiudiziali presentate (Vedi l'allegato A).

A norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi) per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di 10 minuti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di 5 minuti.

Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.

La deputata Francesca Ghirra ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Zanella ed altri n. 1, di cui è cofirmataria.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, le questioni pregiudiziali che illustriamo oggi riguardano un decreto-legge, l'ennesimo, che questa volta reca misure urgenti in materia di pianificazione della qualità dell'aria e limitazioni della circolazione stradale.

Ancora una volta il Parlamento deve rincorrere i tempi e le volontà del Governo, abdicando alla sue funzioni proprie, cioè quelle legislative. Ma questa volta si è davvero esagerato con la negazione delle prerogative parlamentari, con un'accelerazione ingiustificata e una compressione inaccettabile dei tempi di esame del provvedimento, visto anche che i 60 giorni scadranno l'11 novembre. Non riesco davvero a capire come la maggioranza possa continuare ad accettare supinamente queste modalità di lavoro, contribuendo a determinare una pericolosa deriva in senso monocamerale del nostro ordinamento.

Entrando nel merito, Presidente, vorrei sottolineare come ancora una volta il Governo utilizzi la decretazione d'urgenza per provvedimenti che disattendono completamente le disposizioni dell'articolo 77 della nostra Costituzione. Ho sentito in diverse circostanze colleghe e colleghi di maggioranza affermare che le opposizioni utilizzano le questioni pregiudiziali per contestare il merito dei provvedimenti, senza sottolineare, però, che la responsabilità non è nostra. Difatti, il problema reale è che gli oltre 40 decreti approvati in questa legislatura, quasi tutti, peraltro, con la posizione della questione di fiducia, non solo non rivestono carattere di necessità e di urgenza, ma, tantomeno, criteri di omogeneità.

Le disposizioni del provvedimento oggi al nostro esame, inizialmente composto da due articoli e per un totale di quattro commi, erano riconducibili alla materia della tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, attribuita alla competenza esclusiva dello Stato, ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione. È, però, evidente come il decreto all'esame dell'Aula dopo il passaggio al Senato faccia un utilizzo non coerente delle diverse fonti normative, con particolare riferimento alla decretazione d'urgenza, e operi una commistione e una sovrapposizione, nello stesso decreto-legge, di oggetti e finalità eterogenei, in netto contrasto con la giurisprudenza costituzionale in materia.

Il decreto nasce dall'esigenza unitaria di adottare disposizioni statali per far sì che le regioni provvedano all'aggiornamento dei rispettivi piani di qualità dell'aria a seguito delle sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea del 10 novembre 2020, nella causa C-644/2018 e del 12 maggio 2022 nella causa C-573/2019. Sono, infatti, pendenti nei confronti dell'Italia tre procedure d'infrazione avviate dalla Commissione europea per cattiva applicazione della direttiva sulla qualità dell'aria. In particolare, per la procedura di infrazione n. 2014/2147, il 10 novembre 2020 è già stata adottata la sentenza con la quale, ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha accertato che l'Italia ha violato la direttiva n. 2008/50/CE sulla qualità dell'aria e ciò in quanto per periodi di tempo differenti l'Italia ha superato, in maniera sistematica e continuata in alcune zone, i valori limite giornalieri e annuali applicabili alle concentrazioni di particelle PM10 e non ha adottato misure appropriate per garantire il rispetto dei valori limite fissati nelle zone interessate. Le regioni coinvolte dalla sentenza sono la Campania, l'Emilia-Romagna, il Lazio, la Lombardia, il Piemonte, la Puglia, la Sicilia, la Toscana, l'Umbria e il Veneto.

Anche nell'ambito della procedura di infrazione n. 2015/2043 la Corte di giustizia dell'Unione europea, con sentenza del 12 maggio 2022, ha riconosciuto l'inadempimento dell'Italia per violazione della medesima direttiva, con particolare riferimento al superamento, in questo caso, sistematico e continuato del valore limite del biossido di azoto, che avrebbe dovuto essere rispettato già dal 2010. In questo caso le regioni in cui tale valore è stato superato in modo sistematico e continuato sono Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Toscana.

Infine, il 30 ottobre 2020 la Commissione europea ha avviato la procedura di infrazione n. 2020/2299, invitando l'Italia a conformarsi alle prescrizioni della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa per quanto riguarda il materiale particolato PM2,5.

I dati disponibili per l'Italia dimostrano che dal 2015 il valore limite per il PM2,5 non è stato rispettato in diverse città della valle del Po. Inoltre, le misure previste dall'Italia non sono state ritenute sufficienti a mantenere il periodo di superamento il più breve tempo possibile.

L'intero decreto-legge fa, però, riferimento esclusivamente a Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, sebbene le sentenze della Corte di giustizia, che ho citato, si riferiscano anche ai superamenti dei valori limite in regioni diverse da queste, per cui appare immotivato il principio per cui il decreto debba essere applicato in via esclusiva alle regioni del bacino padano.

Per poter valutare l'impatto del decreto ai fini di assicurare l'esecuzione delle sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea sarà necessario attendere almeno un anno, termine entro il quale le regioni sono chiamate ad aggiornare i rispettivi piani della qualità dell'aria affinché, sulla base della nuova programmazione regionale, sia possibile elaborare degli scenari emissivi dai quali stimare, mediante l'uso di modelli, il mutato nuovo scenario.

Il decreto, inoltre, nelle more di approvazione dei piani regionali concede alle regioni la possibilità di adottare unicamente misure volte alla limitazione della circolazione stradale, sebbene il settore dei trasporti, pur essendo di cruciale importanza per la qualità dell'aria, non esaurisca la tipologia delle fonti emissive, che riguardano anche settori diversamente responsabili delle emissioni in atmosfera, come industrie di produzione energetica, agricoltura e riscaldamento domestico, che contribuiscono, in modo sostanziale, a determinare la qualità dell'aria. Purtroppo, peraltro, non è la prima volta che dimostrate il vostro menefreghismo rispetto alle questioni di carattere ambientale e questo nonostante le recenti modifiche all'articolo 9 della Costituzione sulla tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi e l'attenzione soprattutto all'interesse delle future generazioni.

Il provvedimento in esame non riveste i caratteri di urgenza in quanto non agevola in alcun modo la chiusura delle tre procedure d'infrazione avviate dalla Commissione europea per cattiva applicazione della direttiva sulla qualità dell'aria, contraddicendo apertamente l'articolo 23 della stessa direttiva che impone di rientrare nel più breve tempo possibile entro i termini violati. Rispetto alle modifiche apportate dal Senato, poi, gli articoli 1-bis e 1-ter contengono norme che non rispettano in alcun modo i criteri di omogeneità sanciti dalla nostra Carta costituzionale, così come non presentano alcun carattere di urgenza, richiesto dall'articolo 77. Si tratta di articoli che sarebbe stato sicuramente più opportuno collocare all'interno di un normale disegno di legge, seguendo l'ordinario iter parlamentare, e questo non solo per le forti perplessità riguardo all'evidente assenza dei presupposti costituzionali di necessità e di urgenza, ma anche riguardo alla natura delle norme stesse.

Lo stesso Comitato per la legislazione della Camera, nel suo parere, ha evidenziato come criticità - pur con la finalità di migliorare la qualità dell'aria attraverso la promozione del turismo di prossimità - l'istituzione di un Fondo per la riqualificazione di aree attrezzate di sosta temporanea ai fini turistici e per la valorizzazione del turismo all'aria aperta, introdotti con l'articolo 1-bis, così come l'implementazione del traffico merci dell'aeroporto di Milano-Malpensa come opera strategica di preminente interesse nazionale, prevista dall'articolo 1-ter.

L'estraneità di materia del citato articolo 1-bis è del tutto evidente. La malcelata principale finalità del medesimo articolo, molto probabilmente, non è quella di contribuire a migliorare la qualità dell'aria, come imporrebbe il decreto in esame, ma assegnare al Ministro del Turismo la considerevole cifra di 32.870.000 euro per il 2023, più ulteriori 17 milioni di euro, per favorire una fumosa transizione ecologica nel turismo.

L'articolo 1-ter, invece, è finalizzato ad accelerare i lavori di potenziamento del traffico merci nell'aeroporto di Milano Malpensa, riconoscendo detto intervento come opera strategica di preminente interesse nazionale con carattere d'indifferibilità, urgenza e pubblica utilità. Si introducono, inoltre, specifiche norme di semplificazione sul rilascio dell'autorizzazione alla realizzazione dell'intervento. In realtà, le norme riguardano il “Masterplan 2035” dell'aeroporto di Milano Malpensa approvato dalla giunta della regione Lombardia, che prevede un ampliamento dell'area cargo dell'aeroporto di Malpensa e la conseguente distruzione di circa 45 ettari della brughiera del Gaggio, a Varese, un'area di grande interesse naturalistico e storico che fa parte del Parco del Ticino, contrastando e non rispettando, anche in questo caso, la direttiva Habitat 92/43/CEE. Inoltre, si violano i princìpi introdotti con il nuovo codice dei contratti pubblici, all'articolo 49, per quanto riguarda le procedure amministrative della valutazione dell'impatto ambientale, oltre alle raccomandazioni del comitato, che chiedono di assicurare un utilizzo coerente delle diverse fonti normative, con particolare riferimento alla decretazione d'urgenza e all'esigenza di evitare alla Commissione la sovrapposizione, nello stesso decreto-legge, di oggetti e finalità eterogenei, in coerenza con la giurisprudenza costituzionale in materia. Per quanto esposto, quindi, ai sensi del Regolamento e a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, chiedo di non procedere all'esame del decreto in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il deputato Antonino Iaria ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Ilaria Fontana ed altri n. 2, di cui è cofirmatario.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Oggi è all'esame dell'Aula il disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2023, n. 121, recante misure urgenti in materia di pianificazione della qualità dell'aria e limitazione della circolazione stradale. Il provvedimento, originariamente composto di due articoli, a seguito dell'esame del Senato è stato integrato dagli articoli 1-bis e 1-ter, rispettivamente riferiti all'istituzione di un fondo per la riqualificazione di aree attrezzate di sosta temporanea a fini turistici e all'implementazione del traffico merci dell'aeroporto di Malpensa, quale opera strategica di preminente interesse nazionale. È molto importante sottolineare ciò, perché ritorneremo in seguito, durante la discussione, su questo argomento.

Queste ultime disposizioni sono rientrate nell'alveo della decretazione d'urgenza, pur non avendo alcuna diretta attinenza con la ratio, sottesa nell'articolo 1, motivata dall'esigenza di dare seguito alle sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea del 10 novembre 2020, nella causa C-644/2018, e del 12 maggio 2022, nella causa C-573/2019 e che, dunque, se non per la generica finalità di migliorare la qualità dell'aria, non trovano composizione nel perimetro dei presupposti di necessità e urgenza che hanno fondato l'adozione del decreto-legge.

Questa prima premessa in “legalese” è chiaramente il corpo fondamentale di questa pregiudiziale. Però, se vogliamo raccontarci la verità, questo decreto-legge nasce per aiutare il governatore Cirio della regione Piemonte, che un mese e mezzo fa è stato costretto a fare un'ordinanza per il blocco degli Euro 5. Chiaramente, il blocco degli Euro 5 porta a un problema di consenso elettorale, quindi cos'ha fatto il governatore Cirio? Ha chiesto al Governo l'aiuto da casa, in particolare al Ministro Salvini, il quale, prontamente, ha utilizzato, come al solito, la decretazione d'urgenza per andare ad aiutare un appartenente alla sua compagine politica.

Ciò è molto grave, anche perché il discorso è serio. Se vogliamo veramente aiutare gli enti locali a non avere problemi da questo punto di vista e riuscire a governare il problema dell'inquinamento da polveri sottili, che nella pianura Padana è molto importante e che fa tantissimi morti, non è questa la strada. La strada non è quella della decretazione d'urgenza. E su questo argomento il Governo non fa assolutamente nulla, anzi, la cosa grave è che, in questo decreto, hanno aggiunto altri due articoli. Come gli avvoltoi, si sono buttati su questo decreto per aggiungere altri due articoli, che non hanno necessità di urgenza; tra l'altro, un articolo è molto impattante dal punto di vista ambientale. Con la scusa di migliorare l'aria, portando il trasporto merci via aerea, di fatto, hanno riproposto un piano di consumo di suolo legato all'aeroporto di Milano Malpensa che andrebbe a impermeabilizzare 45 ettari di vegetazione di un'area con una complessa biodiversità che, tra l'altro, dal punto di vista ambientale, è molto più utile anche per combattere chiaramente l'inquinamento atmosferico.

Questo è un aspetto, tra l'altro, tra i più gravi. Questo, infatti, sicuramente, non è il modo di lavorare, con un decreto d'urgenza, per arrivare su un tema così complesso, ma sembra proprio un indirizzo, puramente politico, di qualcuno che ha colto l'occasione per infilare, in questo decreto sulla qualità dell'aria - su cui non si fa nulla di serio sulla qualità dell'aria -, un piano che distrugge gran parte dell'ambiente vicino all'aeroporto di Malpensa.

L'altro articolo - che, tra l'altro, ha anche una dotazione finanziaria - è anche più interessante. Si tratta di un articolo proposto dalla - la chiamo - lobby dei camperisti, volto a creare aree di sosta per i camper, cioè aree turistiche attrezzate, che, in un certo senso, dovrebbero aiutare a combattere l'inquinamento atmosferico. Anche da questo punto di vista, trovo che il Governo si stia comportando con una sciatteria e un'incompetenza veramente imbarazzanti.

Abbiamo tutta una serie di temi su cui il Governo dovrebbe fare il proprio lavoro e cominciare a finanziare. Si dovrebbe lavorare sulla transizione ecologica, sulla mobilità sostenibile vista in tutte le sue sfaccettature, creando reti di ricarica elettrica; si dovrebbe lavorare sulla transizione energetica ed ecologica, dal motore endotermico al motore elettrico, non solo per l'auto privata, ma anche per il trasporto merci su gomma. La quasi totalità dell'industria automobilistica si sta spingendo verso questo settore e noi facciamo un decreto d'urgenza per fare aree di sosta camper, che a me che sono camperista possono anche andare bene, però mi sembra veramente una roba ridicola, tra l'altro, anche per aiutare il turismo. Non so se è la Santanche' che, sotto l'ombrellone del Twiga, ha chiamato qualcuno e ha detto: senti, ho molti amici camperisti, mettiamo 38 milioni di euro per fare le aree attrezzate.

E torno sull'aspetto fondamentale: aiutiamo veramente le regioni, ma aiutiamo anche proprio la nostra Nazione ed essere, per la prima volta, i primi in Europa che investono sull'elettrico, creando reti di ricarica elettrica che possano funzionare. Il PNRR ha previsto già fondi in questo settore e le industrie automobilistiche, non gli ambientalisti integralisti, puntano sull'elettrico. Il trasporto merci su gomma è anche una delle altre cause di inquinamento della Pianura Padana, perché il crocevia di tutto il trasporto merci internazionale europeo passa dalla Pianura Padana.

Fate un decreto ridicolo, con pizzini che arrivano, per riuscire a infilare altre - chiamiamole così - marchette elettorali, che riguardano sia Malpensa ma, forse, in piccolo, anche i camperisti. Volete aiutare il governatore Cirio, ma non lo state aiutando. Dovete aiutare gli amministratori locali, come ho detto prima, facendo interventi seri per ridurre l'inquinamento atmosferico, specialmente in Pianura Padana.

Per tutti questi motivi, troviamo che sia ridicolo votare in quest'Aula - ed è questo anche il motivo della pregiudiziale - un decreto-legge del genere. Quindi, chiaramente, puntiamo al fatto che questo decreto non venga votato e che approviate la nostra pregiudiziale. So che non lo farete, so che questo argomento per voi non esiste, perché voi guardate solo il consenso elettorale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Anthony Barbagallo ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 3.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, in materie significative, come qualità dell'aria, ambiente, tutela della salute e mobilità sostenibile, ci saremmo aspettati un intervento normativo del Governo di ben altre proporzioni, e soprattutto con un metodo diverso fatto di concertazione, partecipazione e confronto.

Serviva alimentare l'iniziativa legislativa condividendola con le parti sociali, con le città, con le categorie produttive e le associazioni che, su scala diffusa, si mobilitano ogni giorno per l'ambiente e per la sostenibilità, e naturalmente con le regioni che, proprio in materia di tutela della salute, per venire alla pregiudiziale di oggi, hanno potestà legislativa concorrente.

L'articolo 117 della Costituzione avrebbe dovuto spingere il Governo, anche alla luce del principio di leale collaborazione, a ricercare l'intesa con le regioni ed invece nessuna condivisione degli obiettivi con le stesse. Addirittura sul testo è arrivato pure il parere contrario della Conferenza Stato-regioni che - lo ricordo alla maggioranza - in questo momento è caratterizzata da una maggioranza di centrodestra.

Per affrontare il problema dell'inquinamento ambientale nelle città, il Governo avrebbe dovuto garantire alle regioni risorse certe e avrebbe dovuto concertare e dettare una tempistica per sollecitare alle stesse provvedimenti urgenti. Anche in questo caso, con il testo in esame, si impedisce addirittura alle regioni di emanare provvedimenti indifferibili, dilazionando in avanti la data nella quale potranno adottare i provvedimenti del caso. Insomma, non si condividono nemmeno gli obiettivi con le regioni interessate: questo è uno dei temi che poniamo a fondamento della pregiudiziale.

Quella in esame non è altro che una “proroghetta” - così l'abbiamo definita nei giorni scorsi - che certamente non risolve il problema, anzi al contrario serve soprattutto a sostenere, per ragioni elettorali, alcune regioni inadempienti a non agire, ma - è stato detto anche prima di noi - superando le richieste europee con espedienti burocratici.

Ed ancora: nel testo della pregiudiziale, signor Presidente, abbiamo evidenziato come inusualmente nel corso della trattazione in Senato siano stati inseriti gli articoli 1-bis e 1-ter, che non hanno certamente i presupposti della necessità e dell'urgenza e, non avendo diretta attinenza con la motivazione del decreto-legge, non rispettano neanche i criteri dell'omogeneità di materia richiesti proprio dalla Costituzione. Questi rilievi, peraltro, sono stati evidenziati pure dal Comitato per la legislazione della Camera, con uno specifico intervento.

Signor Presidente, c'è un'altra questione che non possiamo sottacere in sede di trattazione della pregiudiziale ed è l'insopportabile violazione delle prerogative parlamentari in ordine alla trattazione del testo. Spiegateci qual è l'urgenza che spinge a comprimere così tanto l'esame in Commissione ed in Aula se il termine ultimo per la conversione scade l'11 novembre. E mi rivolgo anche ai colleghi di maggioranza: con questa condiscendenza ai desiderata del Governo, ci avete spinto, ogni giorno sempre di più, in un pericolosissimo piano inclinato, che scivola verso una delegittimazione del ruolo del Parlamento. Noi ci opporremo con ogni mezzo, dentro e fuori il Palazzo, per garantire l'esercizio delle nostre prerogative costituzionali.

Nel merito del testo, ahimè, sono stati bocciati tutti i nostri emendamenti in Commissione, da quelli sul trasporto pubblico locale a quelli per rafforzare il bonus trasporti. Nelle nostre proposte abbiamo reso evidente la ricerca di un nuovo modello di sviluppo perché solo con un nuovo modello di sviluppo compatibile con la qualità della vita, con la qualità dell'aria e con la qualità dell'ambiente possiamo avere un futuro sostenibile anche dal punto di vista economico per il nostro Paese.

Nel tempo in cui viviamo, in cui i dati sull'inquinamento sono inconfutabili, servirebbero scelte strategiche di politica industriale e risorse strutturali per il trasporto pubblico locale e per la mobilità pubblica, che già chiediamo da tempo. Servirebbe una cura del ferro e un nuovo piano di politica industriale, che guardi a quello di cui il Paese ha realmente bisogno.

A fronte di questa crescente domanda, invece, il Governo risponde con una inaccettabile melina sul ferro bonus. Solo lo scorso 7 ottobre, il Ministero dei Trasporti ha adottato il provvedimento attuativo della decisione della Commissione europea del 19 dicembre 2022: 10 mesi per prendere atto della compatibilità della misura del ferro bonus con il mercato interno UE; è inaccettabile.

Dobbiamo restituire al Paese un ambiente più sano, più moderno, capace di salvaguardare la salute dei cittadini e capace di essere competitivo nell'attrarre e nel conservare le competenze. È chiaro ormai che di questo non volete occuparvi. All'Italia serve una politica industriale che ci permetta di competere con le grandi economie occidentali, che punti su tecnologie digitali, sulla transizione ecologica e sulla centralità del benessere dei cittadini.

Con il decreto-legge odierno invece, con le vostre politiche, con il differimento delle scadenze del PNRR e con l'annunciata manovra di bilancio, avete lanciato un segnale chiaro, quello di voltarvi dall'altra parte rispetto a ciò che ci chiede l'Europa.

Ed ancora: sulla decarbonizzazione nessuna certezza, sembra un vocabolo uscito dall'agenda del Governo. I temi in questione fanno il paio con la circolarità dell'economia, la sostenibilità della circolazione delle merci e l'integrazione tra le diverse modalità di trasporto. Quella del decreto Qualità dell'aria è un'occasione persa anche per la sfida dell'automotive: servono al più presto nuove risorse per gli incentivi, al fine di sostenere la realizzazione di auto elettriche e di rendere il costo accessibile a un numero sempre maggiore di famiglie e di imprese; serve aumentare la presenza delle colonnine, che ad oggi in alcune aree del Paese, come nel Mezzogiorno, sono praticamente inesistenti. Insomma, serve un disegno, serve una visione che questo Governo non ha, serve la spinta verso il green che hanno i Paesi europei che producono di più, serve una risposta convincente per migliorare la qualità dell'aria, lontana anni luce dal testo che arriva in Aula oggi.

Per queste ragioni, signor Presidente, il PD insiste sulla questione pregiudiziale depositata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianluca Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Leggendo queste pregiudiziali e sentendo anche quello che i colleghi dell'opposizione hanno sostenuto poco fa su questo provvedimento, si capisce che da quei banchi si parla e si dice che la maggioranza non si parla. Ma magari l'opposizione dovrebbe iniziare a parlarsi perché ci sono tre pregiudiziali e, se si leggono con attenzione, ci si accorge che in esse, per contestare la maggioranza, viene detto tutto e il contrario di tutto. Viene detto che si viola l'articolo 117; ma per alcuni la violazione discende dal fatto che non si è parlato con le regioni; in un'altra pregiudiziale si contesta tale violazione perché lo Stato si spoglia di tutti i poteri per darli alle regioni, non trattenendo per sé il potere di salvaguardare l'ambiente che, a dire di qualcuno in questa sala, sarebbe soltanto un potere statale, come se le regioni potessero arrivare a violare il diritto all'ambiente, cosa assolutamente assurda, ma che risulta scritta in queste pregiudiziali.

Quindi, cosa c'è alla base di tutto? La volontà di contestare. Si arriva perfino a ricordare che il record negativo per le emissioni di polveri sottili sia in Pianura Padana, ma poi si contesta che questo decreto riguardi soltanto la Pianura Padana e non anche le altre regioni.

Allora, visto che da sempre l'opposizione contesta il fatto che i decreti non siano fondati sull'urgenza, se si scrive, si riporta e si chiarisce che è proprio la Pianura Padana il posto in Italia - e lo sanno tutti - in cui il problema dell'inquinamento da polveri sottili è più grave, non si può contestare nelle pregiudiziali che questo Governo con urgenza si occupi soltanto della Pianura Padana. Non potete contestare che un provvedimento d'urgenza cerchi di porre fine a diverse procedure aperte nei confronti dell'Italia, quando quelle procedure si riportano agli anni 2014, 2015 o 2020.

Questo Governo oggi cerca di porre rimedio a quelle situazioni che ormai sono diventate incancrenite, e non certo per colpa del Governo stesso, che c'è da un anno e che sta invece cercando di porre rimedio e chiudere quelle procedure avviate.

Nel merito non prendete neanche posizione e dite, semplicemente, senza che vi sia alcun tecnico a supporto, che queste misure non servono. Si arriva poi a dire che queste pregiudiziali dovrebbero impedire l'inserimento del maggiore e migliore utilizzo dell'aeroporto di Malpensa o di un fondo speciale per i comuni per il turismo per le aree attrezzate all'aperto, dicendo che si è utilizzata la decretazione d'urgenza, quando in realtà la decretazione d'urgenza è stata utilizzata per altro ed è già provvisoriamente in vigore, mentre queste altre modifiche apportate dal Senato lo saranno soltanto all'esito dell'approvazione di questa norma, se saranno confermate da questo ramo del Parlamento. Quindi, una gran confusione e una volontà di contraddire e di contestare la maggioranza, ma pregiudiziali, anche questa volta, prive di contenuto. Quindi, il nostro voto sarà assolutamente contrario a queste pregiudiziali (Applausi dei deputati del gruppo di Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali. Passiamo ai voti. Chiedo scusa. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio D'Alessio. Ne ha facoltà.

ANTONIO D'ALESSIO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Cercherò di essere rapido. L'esigenza di affrontare il tema nasce dalla necessità di dare esecuzione ad alcune sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea in materia di qualità dell'aria, a seguito delle procedure di infrazione di cui all'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Bisogna prendere atto dei cambiamenti climatici, della situazione e non rimbalzare responsabilità a Governi di ieri o dell'altro ieri. Occorrerebbe affrontare il tema con criterio e la situazione imporrebbe l'adozione di misure strutturali, dopo una discussione seria su principi costituzionali. Infatti, l'articolo 9 della Costituzione, come modificato dalla legge costituzionale n. 1 del 2022, introduce con rinnovata forza i temi della tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, tutela per le future generazioni, vincolo all'iniziativa economica privata, scelte politiche da adottarsi in funzione di principi e valutazioni, costituzionalmente, orientate. In altre parole, occorre solidarietà intergenerazionale e senso di responsabilità. Quel che è grave è che si adottano misure senza un minimo di confronto e collaborazione con le regioni. Non mi voglio, però, dilungare sul fronte teorico e tecnico, perché qui c'è un'impostazione di sistema che va contestata.

Dunque, rinviamo le valutazioni di merito, perché non è questa la sede. Siamo contro l'impostazione di questo decreto e voteremo contro il decreto nel merito, non nella pregiudiziale. Intanto, Presidente, questa decretazione di urgenza è abusata e - lo diciamo ancora una volta - prima o poi faremo, mi auguro, una riflessione seria, e non sarà mai troppo tardi, sul continuo abuso dello strumento della decretazione d'urgenza e, naturalmente, anche dello strumento della fiducia. Con numeri da record, a nulla - lo abbiamo detto più volte - è servito il monito del Presidente della Repubblica che, con maniera garbata, ma netta e decisa, ha stigmatizzato l'incedere del Governo. Tuttavia - e vengo alla dichiarazione di voto -, all'abuso della decretazione d'urgenza, agli errori, alle contestazioni e alle doglianze da muovere all'azione di Governo non si possono meccanicamente produrre questioni pregiudiziali di costituzionalità, vanificando la portata dello strumento e riducendolo a un automatismo delle dinamiche parlamentari.

Per queste ragioni, annuncio voto di astensione del gruppo di Azione-Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elena Maccanti. Ne ha facoltà

ELENA MACCANTI (LEGA). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, da piemontese, tengo innanzitutto a ringraziare il Governo e, in particolare, tengo a ringraziare il Ministro, Matteo Salvini, che per primo è intervenuto con forza, sollecitando questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e i Ministri Raffaele Fitto e Gilberto Pichetto Fratin, che hanno lavorato in grande sinergia. Infatti, con questo decreto, che ha anche recepito una mozione della Lega a prima firma di Riccardo Molinari, il Governo ha scongiurato una gravissima crisi sociale ed economica che avrebbe travolto imprese e famiglie nella mia regione, il Piemonte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Certo, non le famiglie che vivono all'interno delle agiate ZTL, colleghi, ma quelle famiglie che, soprattutto in questo difficile momento economico, non possono permettersi l'acquisto di una nuova auto per seguire le folli e ideologiche politiche green europee (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Voglio ricordare, signor Presidente, che questo intervento è stato richiesto a gran voce non solo dalle categorie produttive - in testa, commercianti e artigiani -, ma anche da sindaci e amministratori, molti dei quali appartenenti anche al Partito Democratico, che oggi, invece, qui, in quest'Aula, ha presentato la questione pregiudiziale. Tuonava così, per esempio, il 19 agosto scorso, dalle pagine de La Stampa il primo cittadino di Grugliasco, Emanuele Gaito, secondo cui: “Non si può colpire sempre e soltanto chi non ha risorse per poter cambiare l'auto che, spesso e volentieri, sono famiglie monoreddito”. E chiosava: “auspicavo un rinvio del blocco diesel euro 5, molti cittadini saranno spiazzati”. Così, un amministratore del Partito Democratico, signor Presidente; e il Governo è proprio intervenuto in tal senso, colleghi, valorizzando i risultati ottenuti per il miglioramento della qualità dell'aria nel bacino padano, dalle regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, firmatarie - lo ricordiamo - dell'accordo di programma con il Ministero dell'ambiente nel 2017. Infatti, è proprio nell'ambito di tale accordo che queste regioni hanno messo in campo interventi importanti, con misure che interessano tutti i settori, non soltanto quello dei trasporti.

Riesaminare i contenuti degli strumenti di pianificazione adottati e dei relativi provvedimenti attuativi consentirà così di quantificare l'effettivo contributo alla riduzione delle emissioni delle diverse misure adottate, grazie anche agli investimenti nazionali e alle risorse del PNRR. In particolare, le misure di efficientamento energetico, considerato che l'inquinamento in Pianura padana, diciamolo, non è generato unicamente dal traffico veicolare.

Contrariamente a quanto affermato nelle questioni pregiudiziali in discussione, il decreto-legge, al di là delle questioni politiche e ideologiche, rispetta, tecnicamente e pienamente, tutti i presupposti di costituzionalità. Innanzitutto, quello di necessità e urgenza, e la sua mancata adozione avrebbe causato l'entrata in vigore in Piemonte del blocco dei diesel Euro 5 già dallo scorso 15 settembre, provocando, come già detto, un grave danno economico e sociale nei confronti di cittadini e imprese. E qui davvero ringrazio il Governo, per il suo intervento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma vorrei anche sottolineare come il Governo, nel rispetto delle prerogative delle regioni, abbia il dovere di adottare, tempestivamente, misure che tutelino l'interesse generale, incluso il diritto alla mobilità dei cittadini e più, in generale, il principio di proporzionalità. Questo decreto-legge rappresenta, dunque, un approccio bilanciato e ponderato, che tiene conto sia dell'urgenza di ridurre l'inquinamento e tutelare l'ambiente, in piena conformità con l'articolo 9 della Costituzione, che delle esigenze di cittadini e imprese. Tutto risolto, quindi? Certo che no, Presidente. Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna chiedono, con forza, l'istituzione di un tavolo Stato-regioni che, in modo serrato e condiviso, aggiorni il programma nazionale di controllo dell'inquinamento atmosferico, per conseguire miglioramenti della qualità dell'aria in tutto il territorio e sono certa che il Governo presterà loro ascolto. Ma, con orgoglio, possiamo affermare che con questo provvedimento abbiamo davvero disinnescato una crisi economica e sociale che avrebbe avuto conseguenze devastanti, senza trascurare gli impegni assunti con l'Unione europea per la tutela della salute dei cittadini. Contrariamente a chi è accecato dall'ideologia, noi siamo da sempre favorevoli a perseguire, in modo pragmatico, una transizione ecologica che sia equa e socialmente sostenibile, mettendo al centro il principio della neutralità tecnologica, a beneficio di tutti i cittadini e delle imprese del nostro Paese.

Per tutti questi motivi, signor Presidente, ribadisco il voto contrario della Lega a tutte le pregiudiziali e dichiaro tutto il nostro sostegno e apprezzamento al decreto che ci accingiamo a convertire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Prima del prossimo intervento, salutiamo gli studenti e gli insegnanti del liceo Tommaso Stigliani, di Matera, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, è passato un anno e mezzo dal giorno in cui questo Parlamento ha voluto inserire la tutela dell'ambiente e dell'ecosistema tra i principi della nostra Costituzione. Lo ha fatto con un certo ritardo, rispetto alle altre democrazie avanzate, segnalando che questo dovere ha come scopo quello di tutelare l'interesse delle future generazioni, perché “ambiente” significa “futuro” e l'aria, a cui è dedicato il nome di questo decreto che esaminiamo oggi, è un elemento centrale per difendere la salute dei cittadini e la sua qualità ha un impatto diretto sulla durata delle loro, cioè delle nostre, vite.

Come sappiamo, l'Italia è stata sanzionata per due volte dalla Corte di giustizia dell'Unione europea perché ha superato i valori di inquinamento rispetto ai parametri fissati a livello europeo, specie in alcune regioni. Agli eco-ansiosi, ai catastrofisti abbiamo risposto, come Governo e come Paese, con nuove disposizioni che hanno un duplice scopo: rientrare da questi parametri e ripulire dunque l'atmosfera delle nostre città, ma senza che questo si debba tradurre in un freno alla nostra economia o, peggio, in un salasso per le incolpevoli famiglie. Abbiamo difeso i consumatori, rinviando di un anno le limitazioni alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5, quindi, al 1° ottobre 2025; abbiamo sollecitato le regioni a scrivere presto piani di qualità dell'aria che raggiungano lo scopo, senza però danneggiare il tessuto economico, con cambi improvvisi di regole da un giorno all'altro. Sappiamo bene - noi che siamo legislatori - che è proprio l'eccesso di norme e il loro continuo cambiamento una delle motivazioni per cui molte di esse finiscono per non essere rispettate e rimangono consegnate alla carta degli archivi.

Noi siamo fedeli alla nostra vecchia idea, secondo cui la necessaria difesa dell'ambiente non debba essere in alcun modo confusa o finire con il perseguire la decrescita; l'ambiente siamo noi, che scegliamo di venire al lavoro in monopattino o con la bici elettrica, l'ambiente è un sistema di raccolta e smistamento dei rifiuti che supporta i cittadini e non rappresenta, al contrario, un ostacolo.

Ebbene, le tre diverse pregiudiziali presentate dalle opposizioni non vanno oltre la critica, già vista, alla decretazione d'urgenza, ma, come sanno bene i colleghi, è lo stesso tema - l'aria e la sua qualità - che richiama un bouquet di interventi diversi e necessita, dunque, di un approccio multilivello: mobilità, sistema produttivo, consumatori.

L'altro richiamo dei colleghi delle opposizioni è una presunta eccessiva rapidità dell'iter in Commissione. Eppure, sono disponibili i resoconti delle audizioni in Commissione trasporti dei vertici delle diverse partecipate del trasporto locale di centri come Roma, Milano e Cagliari, che hanno fornito, anzi, spunti interessanti.

Il decreto interviene, infine, sull'aeroporto di Malpensa che diventa un'opera strategica di preminente interesse nazionale e sarà utilizzato in maniera più efficace per il traffico delle merci, allo scopo di ridurre l'impatto ambientale del trasporto su gomma. Bisogna avere la capacità di immaginarlo, il futuro: di qui a qualche anno, forse tra dieci, potremmo avere aeromobili capaci di muoversi a idrogeno. Insomma, disegniamo un futuro più sostenibile per l'Italia, in linea con il predicato della nostra Costituzione. Per tutti questi motivi, voteremo contro le tre questioni pregiudiziali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Zanella ed altri n. 1, Ilaria Fontana ed altri n. 2 e Barbagallo ed altri n. 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo unico - A.C. 1492​)

PRESIDENTE. Essendo state respinte le questioni pregiudiziali, passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Avverto che fuori della seduta gli emendamenti 1.12, 1.13 e 1.19 Bonelli e 1-ter.3 Roggiani sono stati ritirati dai presentatori.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative presentate.

STEFANO MARIA BENVENUTI GOSTOLI, Relatore per la VIII Commissione. Grazie, Presidente. Esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Parere conforme, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.1 Ilaria Fontana.

Ha chiesto di parlare la deputata Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Noi abbiamo depositato un emendamento soppressivo dell'articolo 1, innanzitutto perché ci troviamo di fronte a due problemi: uno di metodo e l'altro di merito. Un problema di metodo, perché ci troviamo di nuovo a discutere un decreto che comunque scade l'11 novembre; eppure, è arrivato alla Camera mercoledì alle 17 o alle 17,30, è stato incardinato in Commissione alle 18,30 ed è stato discusso nelle Commissioni congiunte della Camera trasporti e ambiente, tra le 12 e le 15 di giovedì; si tratta, quindi, di tempi schizofrenici che comunque vanno a ledere le prerogative parlamentari.

Poi, ci troviamo davanti ad un problema di merito, perché siamo di fronte a un decreto che resterà un pezzo di carta, purtroppo, carta straccia. Qual è l'obiettivo del decreto in esame? Si pone il proposito di assicurare l'esecuzione delle sentenze della Corte di giustizia del 2020 e del 2022 in particolare per quattro regioni. Queste regioni sono il Veneto, l'Emilia-Romagna, il Piemonte e la Lombardia. Peccato, però, che, nonostante i dati allarmanti che noi continuiamo a leggere, purtroppo, nei quotidiani e nelle riviste scientifiche, nonostante gli appelli anche dei nostri scienziati, degli ordini dei biologi, dei chimici e dei medici, questo decreto, di fatto, è privo di utilità. Perché, che cosa fa? Rinvia e proroga la soluzione di questo problema.

Quindi, nonostante il fatto che la maggioranza sia contenta di questo provvedimento, in realtà, se lo si legge, vi è un rinvio del problema. Ovviamente, per quanto riguarda i piani per la qualità dell'aria, c'è un articolato che ne parla e che dice che devono essere aggiornati, probabilmente si dà tempo alle regioni per farlo; peccato che le regioni sappiano che lo devono fare dal 2017. Alcune regioni lo hanno fatto, probabilmente altre no.

Stiamo discutendo un decreto sul quale le stesse regioni, purtroppo, in una lettera che hanno scritto al Ministro Pichetto Fratin, hanno dichiarato la loro insoddisfazione, anche perché la stessa era stata presentata durante la Conferenza unificata del 12 ottobre. Questo è gravissimo, perché non sono state ascoltate nemmeno le regioni oggetto del decreto-legge e non lo dice il MoVimento 5 Stelle, ma lo dicono tutti i firmatari della lettera, inviata a Pichetto Fratin, che rappresentano le regioni Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna. Purtroppo, oggi, c'è un'interconnessione tra ambiente e salute, tra l'articolo 32 e l'articolo 9 della Costituzione e, purtroppo, questo decreto non sopperisce assolutamente alle necessità relative alla tutela della salute e della salvaguardia dell'ambiente, ma rinvia il problema e, forse, ci troveremo, qui, fra un anno, a rinviarlo di altri 12 mesi.

È per questo che riteniamo che debba esserci un soppressivo dell'intero articolato, perché questo non risolve assolutamente alcun problema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Ilaria Fontana, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Bonelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).    

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).   

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 L'Abbate, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).    

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).   

Passiamo all'emendamento 1.4 Simiani. Ha chiesto di parlare il deputato Curti. Ne ha facoltà.

AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo perché, ovviamente, non avevamo dubbi sulla non approvazione di questo emendamento, perché questo è un Governo che sarà sicuramente ricordato come il Governo dei rinvii: si rinvia sul MES, si rinvia sul salario minimo. Ogni qual volta si presenta una problematica per il Paese, il Governo prende sempre la strada più semplice, quella del rinvio. E così fa anche in questo caso, su questo provvedimento, prorogando addirittura da 6 a 12 mesi i tempi per l'attuazione dei piani di qualità dell'aria. In quest'emendamento proponevamo, invece, di accorciare i tempi, a 4 mesi, proprio considerando che parliamo di una tematica ambientale. Ci sembra di capire che il Governo non sarà intenzionato a rivedere questo parere, ma questo è chiaro che fa capire la distanza che c'è tra noi e la maggioranza quando parliamo di tematiche ambientali.

PRESIDENTE. Ricordo che, per prenotarsi nella richiesta d'intervento, occorre farsi notare, alzare la mano, altrimenti non riusciamo a dare il giusto diritto. Anche quando non si riesce a votare, bisogna alzare la mano. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, sono sempre molto rispettoso, l'ho detto pure in altre occasioni. Stavo continuando a premere, non riuscivo a votare e appariva bianco. Lei mi dice pure di stare più attento. Più attento di così e premere! Sono venuto a segnalare la votazione, però onestamente non ho sbagliato io e non mi va di essere redarguito. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei. Purtroppo, non è stato visto lo stesso, altrimenti le avremmo dato la parola, non c'è nessuna ragione per cui avremmo dovuto negargliela. Voleva finire di votare? È la stessa cosa, ho fatto i due esempi apposta per questo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'emendamento 1.20 L'Abbate.

Ha chiesto di parlare la deputata L'Abbate. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento prevede l'inserimento delle parole: “con nuove iniziative aggiuntive”. Giustamente, anche per chi è a casa, vogliamo dire che questo provvedimento doveva risolvere una questione. Noi siamo in procedura di infrazione con l'Europa. Significa che l'Italia paga all'Europa, perché i valori di alcuni inquinanti sono stati superati in molte delle nostre città. Questo significa che i cittadini pagano di tasca loro questa infrazione, quindi pagano all'Europa e, dall'altro punto di vista, i cittadini pagano anche con la loro salute.

Questo emendamento, di vedute molto ampie, cercava semplicemente di farvi ragionare e di avere un approccio al problema un po' più ampio e sistemico, problema che non sarà risolto, perché qui non c'è nulla. Ci auguravamo che potessero essere inserite le piste ciclabili, un qualcosa di molto importante per migliorare la vivibilità delle nostre città. Oppure si è parlato e si continua a parlare di auto private, ma non poniamo attenzione a una parte della mobilità, ai mezzi pubblici, perché la cosa che dobbiamo fare è solo questa: dare ai cittadini un mezzo pubblico.

Deve esserci e deve essere anche a portata di mano. Possibilmente, potevano essere inseriti alcuni incentivi, magari, gli abbonamenti ai nostri studenti per utilizzare i mezzi pubblici, che dovrebbero essere green; cerchiamo di portare avanti autobus, tram o treni che possano essere riconvertiti. La riconversione è fattibile, brevetti italiani. Quindi dal diesel passiamo all'elettrico, una cosa che possiamo fare, ma tutto questo non l'ho visto. Un altro appunto è che c'era anche un altro emendamento, che proprio è stato reso inammissibile, che parlava di un'altra cosa, che significa fare prevenzione.

Se adesso stiamo pagando perché superiamo l'NOx e superiamo il PM10, che sono due inquinanti, particolato sottile e altro, a breve, il prossimo anno, non faccio la maga, ma vi dico che pagheremo anche per gli FGAS, perché in Europa stanno mettendo a punto questa normativa, e sta andando già avanti, sui gas fluorurati. Noi in Italia li utilizziamo, e tanti. Perché allora non dare un incentivo? Sono anni che parliamo di dare un credito di imposta a tutti i supermercati che hanno apparecchiature obsolete per cambiare questo gas.

Parliamo di un gas, quindi andremo in infrazione anche qui. Crea problemi alla qualità dell'aria, inoltre è un gas anche fortemente climalterante, perché un grammo di FGAS equivale a quello che mi fanno mille grammi di CO2 in atmosfera. Quindi, cambiamento climatico che mi sale a mille. Questo per dirvi poche delle azioni, ce ne sono altre, che avremmo avuto piacere che fossero inserite in questo provvedimento semplicemente per dare supporto a questo Governo, perché, nel momento in cui fa lavorare il Parlamento su un decreto, lo faccia almeno in modo che si possano risolvere i problemi, e non invece per continuare a fare passi indietro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 L'Abbate, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 L'Abbate, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 L'Abbate, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).  

Passiamo all'emendamento 1.8 Ilaria Fontana.

Ha chiesto di parlare la deputata Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Anche qui noi chiediamo di sopprimere il comma 2, perché rappresenta un po' il cuore di questo provvedimento. Parlare di “cuore” con due articoletti, forse, è eccessivo, però, comunque, rappresenta la parte un po' più sostanziale. Il comma 2 consente le limitazioni alla circolazione anche alle autovetture e ai veicoli Euro 5 a partire dal 2024. State facendo una lotta all'elettrico, state facendo una lotta alla direttiva sulle auto green: io non mi spiego veramente come, con tutta la volontà e con tutte le vostre scelte, stiate lasciando l'Italia al palo da questo punto di vista. Non si parla di mobilità sostenibile, non si parla di elettrico, avete abolito le parole “transizione ecologica” da tutti i vostri provvedimenti, dalla bozza della manovra, dalla legge di bilancio: penso che, se andiamo alla ricerca della parola “ambiente”, il risultato sia facile, perché è zero. Io mi chiedo dove volete portare l'Italia di questo passo.

Quindi, è ovvio che noi chiediamo di sopprimere questo comma, anche perché ci vuole responsabilità. Governare vuol dire scegliere e voi non lo state facendo dal punto di vista della transizione ecologica. Quindi, delle due, l'una: o si vuole affrontare in maniera seria e concreta il tema del percorso di transizione ecologica, che non è assolutamente semplice - e noi siamo i primi a dirlo - perché il nostro sistema produttivo va accompagnato; oppure, dall'altra parte, si vuole fare un greenwashing, e voi state facendo greenwashing, tra l'altro mal riuscito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Ilaria Fontana, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'emendamento 1.7 Ilaria Fontana.

Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Se veramente, come dite, volete affrontare il problema dell'inquinamento, questo emendamento vi aiuta almeno a elencare tutte le fonti che producono inquinamento. Noi le abbiamo indicate: il riscaldamento degli edifici, stufe a pellet e a legna, trasporto merci su gomma, auto private e allevamenti intensivi. Abbiamo inserito questo elenco per dire che, su ognuno di questi aspetti, c'è sicuramente molto da fare.

Abbiamo già detto prima che investire sul trasporto merci su gomma elettrico potrebbe essere un asset industriale importantissimo per il nostro Paese ma voi, chiaramente, da questo punto di vista non ci sentite. Dovete avere il coraggio di portare avanti una politica economica in questo senso e dovete anche pensare che lavorare sull'inquinamento prodotto dagli edifici è un aspetto importante. Tra l'altro, in Piemonte avete elogiato il superbonus, dicendo che, grazie al superbonus, avete ridotto l'inquinamento, mentre in Aula, in altre sessioni e in altre occasioni, denunciate il superbonus come il male assoluto. Quindi, da questo punto di vista, siete schizofrenici per quanto riguarda questo tema; lo siete proprio perché non siete in grado di avere una politica seria, andate a braccio, seguite un consenso elettorale che vi si ritorcerà contro, perché si dovrà andare, in futuro, verso la transizione ecologica, ci stiamo già andando, ci sono tantissimi argomenti a favore di questo tema. Siamo obbligati a farlo, non potete ragionare sempre nell'ottica della prossima elezione, ma è quello che fate.

Questo emendamento, semplicemente, vi riporta alla realtà e vi elenca tutti i fattori che possono provocare inquinamento. Almeno elencateli, almeno fate finta di provare a conoscere il problema o fate finta di conoscere il problema.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Ilaria Fontana, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Ricordo che gli emendamenti 1.12 e 1.13 Bonelli sono stati ritirati prima della seduta.

Passiamo all'emendamento 1.10 Ilaria Fontana.

Ha chiesto di parlare la deputata Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento diamo un termine massimo, perché aggiungiamo “entro e non oltre il 1° ottobre 2024”. Anche questo è un emendamento di buonsenso con riferimento al quale - in una logica che non condivido ma che facciamo nostra per forza di cose, visto che non siamo in maggioranza - posso capire la bocciatura, perché è un decreto bloccato, sul quale non possiamo lavorare; però, almeno si può discutere. Io mi chiedo: come mai, al Senato, avete bocciato un emendamento che dà un limite massimo, un termine massimo, quando già si parla di 2024? Qui si dice “esclusivamente a far data dal 1° ottobre 2024” e noi abbiamo inserito “entro e non oltre”.

Queste possono sembrare virgole ma, poi, nell'affrontare un tema così complesso quale quello dell'inquinamento atmosferico, fanno la differenza. Anche perché noi andiamo a sostituire due date: “entro e non oltre il 1° ottobre 2024”, che è il termine per disporre le limitazioni alla circolazione stradale; poi, vi è l'altra data, che posticipiamo di un anno, anche qui, entro e non oltre la quale disporre le limitazioni alla circolazione di autovetture diesel Euro 5.

Quindi, veramente, questo è un emendamento di buonsenso, la cui bocciatura ci fa rimanere perplessi e assolutamente non condividiamo questa scelta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Ilaria Fontana, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'emendamento 1.15 Ilaria Fontana.

Ha chiesto di parlare la deputata Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Su questo emendamento chiederei un po' più di attenzione da parte dell'Aula, nonostante capisca la difficoltà. Cosa chiediamo? Qui vorrei avere soprattutto l'attenzione della maggioranza perché, dopo la parola “PM10”, chiediamo di inserire un riferimento ai COV, ossia i composti organici volatili.

Leggendo il provvedimento, quest'ultimo sembra scritto negli anni Sessanta o negli anni Ottanta. Non so quale testo il Governo possa aver preso come fonte. Infatti, non si parla minimamente di altri composti, come ad esempio, le polveri PM2,5, che sappiamo essere più nocive, tanto che l'Organizzazione mondiale della sanità le descrive proprio come le più nocive, perché attraverso la trachea, purtroppo, arrivano fino agli alveoli polmonari e, quindi, danno dei problemi seri e sono dannose per la salute.

Eppure, in questo provvedimento, si fa il compitino, si legge la sentenza con cui la Corte condanna l'Italia, si parla di sforamento delle PM10 e ci si ferma lì.

Viene fatto il compitino, un compitino veloce che, però, anche qui, denota una totale, non dico neanche, in questo caso, miopia, ma ignoranza, nel senso di non conoscenza del tema che stiamo affrontando. Infatti, ormai, tutto il mondo scientifico parla di polveri sottili, tanto che questo tema è stato già posto in termini di comunicazione per i cittadini: ciò vuol dire che, nel nostro alfabeto culturale, abbiamo fatto un ulteriore passaggio, perché si parla non solo di PM10, ma anche di particelle. Come si parla di formaldeide, di benzene, di altri composti chimici, si parla di PM2,5; ormai in tutti gli studi si associano, eppure, in questo provvedimento sono state escluse, perché si è fatto un compitino veloce, con una sufficienza proprio risicata, come si dice.

Eppure, ritornando a quello che avevamo detto prima, cioè l'interconnessione tra la tutela dell'ambiente e quella della salute, bisogna affrontare la materia con serietà, con i dati scientifici e facendoci aiutare da fonti esterne. Noi rivestiamo il ruolo di legislatori, certo, ma dobbiamo anche ascoltare il mondo scientifico. Se il Governo avesse ascoltato o letto i report di ISPRA, del CNR o anche qualsiasi tesi universitaria pubblicata, associata all'inquinamento atmosferico o alle polveri sottili, è ovvio che avrebbe dovuto aggiungere tutti questi COV (noi li abbiamo inseriti per non escludere nessuno in realtà), composti chimici volatili che poi, purtroppo, vengono emessi nell'atmosfera e, quindi, contribuiscono ad aumentare l'inquinamento atmosferico. Quindi, veramente non capisco la bocciatura di questo emendamento - anche questo di buonsenso - nell'Aula del Senato e non la capisco qui, ovviamente, nel testo di questo provvedimento, nel quale, comunque, avete aggiunto alcuni articoli che poi sono diventati articoli estranei al decreto, ma comunque a questo ci avete abituato. Però, veramente su questo emendamento non possiamo far altro che dare un consiglio: almeno quando scrivete i decreti aggiornatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.15 Ilaria Fontana, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'emendamento 1.16 Bonelli.

Ha chiesto di parlare il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Mi rivolgo principalmente al Governo: il parere negativo che è stato dato è francamente incomprensibile, perché contrasta con le indicazioni delle direttive europee in materia di qualità dell'aria, che sono elementi prescrittivi per i comuni e per le regioni nel momento in cui devono definire il blocco della circolazione a tutela della salute pubblica.

Dire che tra gli inquinanti che non devono superare i livelli tabellari previsti dalla direttiva europea non ci debba essere il PM2,5 è un fatto grave.

Io capisco che non si voglia rimandare indietro al Senato questo testo, però non si può legiferare così, Sottosegretario Gava, perché il PM2,5, come lei ben sa, è un elemento prescrittivo previsto dalla direttiva sulla qualità dell'aria. Dunque, è incomprensibile il comportamento, il criterio sulla base del quale, oggi, decidete di non inserire questo inquinante fortemente dannoso per l'apparato cardiovascolare, perché sono polveri che entrano direttamente, essendo estremamente fini. Questo è un elemento che porterà al deferimento di questo provvedimento direttamente alla Commissione europea. Questo testo di legge, onorevole Benvenuti Gostoli, tende a dare una risposta alle procedure di infrazione, ma voi omettete di inserire un inquinante che è previsto nella direttiva sulla qualità dell'aria: fate cadere le braccia, oltre che non tutelate la salute delle persone, perché tutto potevate fare fuorché togliere un inquinante che è prettamente previsto dalla direttiva sulla qualità dell'aria (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.16 Bonelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.17 Bonelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Ricordo che l'emendamento 1.19 Bonelli è stato ritirato prima della seduta.

Passiamo all'emendamento 1.21 Ilaria Fontana.

Ha chiesto di parlare la collega Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Anche qui ci troviamo a chiedere non l'impossibile oppure emendamenti ideologici. Infatti, se ci si può accusare di ideologia, sicuramente non è per questi emendamenti. Vi sarà difficile anche dirci che siamo ideologici nell'approccio verso questo decreto, che è un decreto molto tecnico e con un tema molto complesso.

Anche in questo emendamento chiediamo di aggiungere le due direttive che servono - quindi, anche qui le abbiamo citate entrambe -, perché, quando parliamo di piani della qualità dell'aria, sappiamo che devono essere predisposti dalle regioni e sappiamo che le regioni sono in ritardo, dato che alcune hanno legiferato e altre no, ma non è un problema dello Stato. Le regioni non lo sanno da oggi ma dal 2017. Alcune hanno fatto un ottimo lavoro e hanno predisposto piani della qualità dell'aria che possono essere anche copiati da altre regioni; altre, forse, non hanno proprio intenzione di legiferare in materia e noi, con questo decreto, in realtà, diamo loro ancora più spago per non legiferare su una materia così importante, con riferimento alla quale conosciamo anche il ruolo fondamentale - che rispettiamo - delle regioni. Quindi, con questo emendamento, diciamo che i nostri piani della qualità dell'aria nelle regioni devono essere adottati nel rispetto delle direttive, che proprio l'Europa ci indirizza, con riferimento fondamentalmente alla riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici.

Noi pochi giorni fa - forse la settimana scorsa - abbiamo letto un rapporto ASviS che ci dice che l'Italia molto probabilmente non riuscirà a raggiungere tutti gli obiettivi, perché è in grave ritardo rispetto all'Agenda 2030. Il tutto avviene, però, nel silenzio, probabilmente, dell'opinione pubblica. Ci sono temi, come quello dell'ambiente, dei quali percepiamo l'importanza, eppure ne riscontriamo la totale assenza nelle agende politiche. Lo ripeto, in ogni provvedimento il più grande assente è l'ambiente - ogni decreto-legge, ogni proposta di legge, ogni disegno di legge, ogni emendamento, ogni proposta - e vengono bocciate tutte le proposte di buonsenso dell'opposizione, in questo caso del MoVimento 5 Stelle, che vanno, invece, proprio nella direzione di colmare una lacuna e un vuoto che questo decreto comunque lascia, perché è un decreto totalmente inutile, purtroppo.

Quindi, con amarezza esprimo una posizione favorevole sul nostro emendamento, però veramente non riusciamo a comprendere la volontà - oppure sì, forse la comprendiamo anche troppo bene - di questo Governo nei confronti dell'ambiente e, quindi, della salute delle persone, perché ambiente e salute delle persone sono collegati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Ilaria Fontana, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.22 Ilaria Fontana, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'emendamento 1.24 Casu.

Ha chiesto di parlare il deputato Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, il nostro emendamento, il primo di alcuni emendamenti che presenteremo su questo tema, chiede una cosa molto semplice, molto facile e molto spiegabile. Noi chiediamo di utilizzare le maggiori entrate dell'aumento dell'IVA per il caro carburante, le maggiori entrate automatiche che si sono verificate negli ultimi mesi, per potenziare il trasporto pubblico locale.

Lo chiediamo per alcune città quali Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Roma, Catania e per tutte le altre per cui l'Italia è stata sanzionata dalla Corte di giustizia europea per il superamento sistematico e continuato dei valori limite previsti dalla direttiva sulla qualità dell'aria. Si tratta di 200 milioni per il 2023 e di 700 milioni per il 2024. Ma si tratta di un principio giusto, corretto, vorrei dire sacrosanto. Nel momento in cui abbiamo una grande difficoltà a muoverci, una mobilità che sta diventando insostenibile nelle nostre città e aumenta il ricorso al traffico privato, utilizziamo almeno in parte le risorse che vengono generate per rendere più efficiente il trasporto pubblico.

Ora, di fronte a questo emendamento che abbiamo presentato in Commissione e ripresentiamo in Aula, rispetto agli altri emendamenti che presenteremo sugli altri temi, sul bonus trasporti e sulle altre questioni, rivolgo una domanda alla maggioranza: voi non dovete per forza essere d'accordo con le proposte dell'opposizione. Oggi governate e avete l'onore e l'onere di guidare alcuni processi. Ma la domanda che vi rivolgo, perché non c'è stata una risposta in Commissione e non c'è una risposta in Aula, è: perché siete contrari a farlo? Vorremmo che qualcuno ce lo spiegasse! Infatti, in questo momento, in Commissione, con il percorso delle risoluzioni che stiamo facendo, stiamo ascoltando il grido di dolore del trasporto pubblico locale nelle nostre città (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), dei costi che saranno dovuti alla necessità di rinnovare i contratti e all'aumento dei costi delle materie prime, delle conseguenze della crisi climatica, delle conseguenze del ritorno del boom turistico, e meno male, ma che incide sulle nostre reti. Di fronte a tutto questo, c'è una possibilità immediata di intervenire per dare più risorse e noi decidiamo di non farlo.

Oggi, il Ministro Salvini ci ha annunciato una proposta su cui sta lavorando al Governo. Non l'ha fatto qui in Aula, l'ha fatto attraverso altri canali, e ci ha detto che una soluzione a cui sta pensando è quella dei taxi volanti, perché non ci si riesce a muovere con i taxi camminanti, e probabilmente immagina che possa essere una soluzione. Abbiamo assistito, in questi mesi, sul trasporto pubblico non di linea, a uno scaricabarile sugli amministratori e sui sindaci: meno strumenti, meno risorse, meno opportunità, viene affibbiata loro solamente la responsabilità di risolvere un problema, senza fornire loro gli strumenti per intervenire, anzi, togliendo strumenti e risorse. Però, questo scaricabarile tecnologico risparmiamocelo. Non c'è solo un tema di consentire al trasporto pubblico non di linea di funzionare e di funzionare meglio. C'è un'enorme questione democratica che riguarda tutto il trasporto pubblico locale, perché la soluzione non deve riguardare solo chi può avere le risorse per accedere a un servizio di eccellenza, come potrà essere, un domani, quello dei taxi volanti. Ora, penso che, in molti conoscano, in quest'Aula, l'universo narrativo di Capitan Harlock e di Galaxy Express 999. Anche io sono cresciuto vedendo treni volanti e metro volanti. Taxi volanti non c'erano in quei cartoni animati, ma possono essere un'innovazione introdotta dal Ministro Salvini. Ma se noi vogliamo far muovere meglio le nostre città e garantire il diritto alla mobilità di tutte e di tutti, non pensiamo solamente alle punte di eccellenza tecnologica e mettiamo in campo strumenti concreti! Le risorse ci sono, stiamo parlando di centinaia di milioni di euro che potrebbero arrivare subito. Il percorso è indicato chiaramente: non siete d'accordo? Non lo volete fare? Almeno diteci in Aula perché (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento, come ho già fatto anche in Commissione, e anche per sottolineare un aspetto molto importante. Siamo a conoscenza - e chi amministra lo sa - della difficoltà di avviare progetti di mobilità sostenibile per quanto riguarda il trasporto pubblico locale. Parlo di nuove linee della metropolitana, parlo di nuove linee tranviarie. E anche quando abbiamo trovato, come amministratori, lo spazio, le risorse, la progettazione e la gara, non possiamo fermarci se ci sono difficoltà legate al caro materiale e all'aumento dei costi.

Quindi, da questo punto di vista, chiaramente sottoscrivo e condivido l'emendamento. Infatti, se volete veramente lavorare per quest'ottica della mobilità sostenibile e aiutare il trasporto pubblico locale, dovete farvi carico di sopportare gli extracosti dei progetti già approvati, che possono veramente ridurre nell'ambito urbano il traffico veicolare, che è la principale causa dell'inquinamento in ambito urbano. Se fermiamo queste fonti di finanziamento anche su progetti avviati, avremo sicuramente problemi che riguardano le opere infrastrutturali importanti, ma più che altro non andiamo nell'ottica e nella modalità di riuscire veramente a combattere l'inquinamento delle nostre città, specialmente nell'ambito padano e specialmente nell'ambito delle grandi città italiane (Applausi del deputato Casu).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.24 Casu, con parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'emendamento 1.23 Ghio.

Ha chiesto di parlare la deputata Ghio. Ne ha facoltà.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Faccio seguito a quanto detto prima dal collega Casu, delineandolo su un altro aspetto. Questo decreto, che si propone il miglioramento della qualità dell'aria, non centra alcuni aspetti fondamentali che sono necessari per questo processo urgente.

Per garantire la qualità dell'aria e per migliorare la salute dei cittadini occorrono provvedimenti diversificati, non misure tampone che prorogano i limiti esistenti, non invarianza di soluzioni economiche e di sostegni economici.

In particolare, occorre intervenire su un elemento fondante da questo punto di vista, ossia il sostegno e l'incentivo all'utilizzo del trasporto pubblico locale, oltre che la modernizzazione del sistema. In particolare, occorre far sì che il trasporto pubblico locale sia realmente accessibile, realmente utilizzabile, il mezzo che scelgono di utilizzare le famiglie, gli studenti e le persone che vanno al lavoro. E torniamo su una misura che ha dimostrato chiaramente la sua efficacia, vale a dire il bonus trasporti. Sono consapevole che anche il Governo si è accorto dell'efficacia di questa misura e della necessità di questa misura da diversi punti di vista: dal punto di vista del miglioramento della qualità ambientale, che è il tema prevalente su cui stiamo discutendo; dal punto di vista di fornire quello di cui vi riempite la bocca quotidianamente, cioè un supporto concreto alle esigenze delle famiglie; dal punto di vista della garanzia del diritto allo studio come realmente esigibile. Però, su questo provvedimento siamo arrivati un po' in ritardo. Siamo arrivati con i fondi quasi dimezzati: dai 190 milioni di euro del Governo precedente ai 100 attuali. L'inizio è partito quando ormai la stagione scolastica era iniziata e gli strumenti per prendere i mezzi venivano rincorsi. Vi è stato, poi, anche un ritardo di applicazione. Ricordiamo l'ultimo click day esaurito dopo poche ore, e anche la riduzione della platea dei beneficiari: prima ne avevano diritto le famiglie con un reddito fino a 35.000 euro l'anno, mentre nella nuova edizione quelle con un reddito fino a 20.000 euro l'anno.

Abbiamo visto che vi siete resi conto del fatto che non fosse una misura sufficiente, tant'è che, in modo un po' omeopatico, sono arrivati nuovi finanziamenti, i quali però non hanno assolutamente raggiunto la base iniziale. Ripeto, dobbiamo davvero ragionare e incidere insieme per far sì che questo sia uno strumento davvero utile per il miglioramento della qualità dell'aria, per consentire il diritto allo studio e un reale sostegno economico alle famiglie. Vi chiediamo, con questo emendamento, di ripensare e di integrare la dotazione presente nel 2022, di riportare a 35.000 euro la soglia reddituale annuale delle famiglie. Vi indichiamo anche quali coperture utilizzare per consentire l'espletamento di questo emendamento.

Davvero vi chiediamo di pensarci e di ragionarci. Vi siete resi conto, in queste settimane, che i cittadini e le famiglie avevano bisogno di questo strumento, ma non siamo ancora arrivati a dare loro quello che è necessario per le richieste, tant'è che - come dicevo in precedenza -, il click day si è esaurito in poche ore. Se vogliamo veramente dare una svolta al miglioramento della qualità della nostra aria, dobbiamo incentivare il trasporto pubblico locale e l'incentivazione del trasporto pubblico locale passa anche da una reale esigibilità del bonus trasporti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.23 Ghio, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.26 Simiani.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Gentili colleghi e gentili colleghe, questo è un emendamento molto importante anche perché il dibattito di quest'Aula di oggi, come quello che c'è stato in Commissione, è molto poco dialogante e la discussione è del tutto unilaterale. Credo che questo sia poco produttivo anche rispetto agli obiettivi che questo Paese si deve porre negli ambiti ambientali e, soprattutto, nelle questioni che riguardano il clima e l'aria delle città italiane.

Devo dire che in questi giorni, in cui abbiamo dibattuto questo provvedimento, abbiamo visto un atteggiamento del centrodestra poco incline alla discussione, che soprattutto non ci ha fatto neanche vedere effettivamente cosa c'è dietro la discussione all'interno della maggioranza. Giustamente, ciascuno deve guardare a casa sua, ma di fatto si deve guardare anche all'interesse dei cittadini e alla coerenza delle azioni. E questo emendamento va in questa direzione, anche perché si pone l'obiettivo di riuscire a intervenire nelle città nelle quali effettivamente i piani di qualità dell'aria non vengono portati avanti. Noi chiediamo che con questo provvedimento si possano acquistare, in base anche alle risorse stanziate nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 aprile 2022, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 113 del 16 maggio 2022, mezzi ecologici, perché noi abbiamo bisogno di svoltare, di dare sostanza e non di prorogare sine die i provvedimenti che servono a superare le difficoltà, soprattutto per quanto riguarda la qualità dell'aria. Queste difficoltà che ci sono nel centrodestra si vedono anche nel rapporto con i territori. C'è una lettera del 18 ottobre 2023, nella quale… Presidente, però diventa complicato parlare così…

PRESIDENTE. Per favore, colleghi.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). C'è una lettera del 18 ottobre 2023 dei presidenti delle regioni Emilia- Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte, che chiedono chiaramente di fermarsi, di attendere, di verificare, di concertare con le regioni quale tipo di provvedimento adottare in merito a una situazione così delicata per la città e, soprattutto, per i cittadini. Ecco perché non sono d'accordo con l'azione che state facendo, di prorogare per 12 mesi un provvedimento poco utile, non organico e poco significante nell'ambito di una sfida enorme, che serve proprio ad andare verso la transizione ecologica. Ed ecco perché vi chiedo di votare a favore di questo emendamento, perché è utile, dà sostanza e, soprattutto, dà concretezza a un'azione che i cittadini potrebbero vedere già da subito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.26 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.27 Simiani, 1.28 Bonelli e 1.30 Iaria.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Scarpa. Ne ha facoltà.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). Presidente, volevo spendere due parole riguardo all'emendamento 1.27 Simiani. In particolare, con questo emendamento chiediamo che le autorità competenti possano aggiornare, entro 6 mesi, il DPCM di approvazione del Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile, sostanzialmente andando a inserire la modalità elettrica per gli autobus elettrici tra le modalità di alimentazione finanziabili anche per il trasporto extraurbano, visto che al momento è finanziabile solo per il trasporto urbano. È una cosa piccola, ma che asseconda una logica piuttosto semplice. All'interno di un decreto che sembra avere come unica vera urgenza quella di mettere una pezza su tutta la questione del blocco dell'Euro 5 in Piemonte e con una maggioranza che, negli ultimi mesi, ci ha intasato le orecchie di giustificazioni per questo tipo di iniziativa, dicendo che il trasporto pubblico non funziona e non è sufficiente e che l'elettrico ancora in Italia non c'è e costa troppo, ecco che l'opposizione e noi del Partito Democratico abbiamo presentato una serie di emendamenti che vanno un po' a compensare e a cercare di dare a questo decreto, assolutamente disorganico e raffazzonato, quel minimo di visione che ci consente di dire che, se vogliamo rimandare il blocco dell'Euro 5, magari lo facciamo, anche contemporaneamente incentivando l'utilizzo dell'elettrico e il trasporto pubblico. Altrimenti, semplicemente rimandiamo una questione che comunque fra due anni verrà fuori ma, nel frattempo, non ci diamo neanche la possibilità di finanziare un'alternativa. Allora, sì, che a quel punto saranno i cittadini a pagare, o da un punto di vista prettamente economico o, comunque, in termini di salute, perché questo temporeggiare costante sull'elettrico e su forme che ci permettano di ridurre il livello di emissioni di CO2 ha un prezzo, l'inerzia ha un prezzo, checché ne voglia dire questa maggioranza, e lo stiamo già pagando tutti noi, in questo momento. Quindi, anche su questioni minime come questa, un parere contrario mi sembra assolutamente indicativo di come non ci sia assolutamente la volontà di costruire un dialogo reale su questi che dovrebbero essere temi di tutti quanti e non bandierine di parte e di come forse l'ideologia green, o meglio anti green, stia dalla parte della maggioranza e non dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Condivido chiaramente le parole che ha detto la collega Scarpa, anche perché gli emendamenti sono identici. Tra l'altro, un emendamento come questo non capisco perché voi non possiate approvarlo, anche perché ha una dotazione finanziaria, ha le risorse residue del Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile 2019- 2023, quindi - ripeto - ha anche le risorse. Il tema fondamentale è che si investe sul trasporto pubblico locale, su gomma ed elettrico.

Se aveste approfondito l'argomento avreste potuto tranquillamente capire che ormai la tecnologia permette di avere un'autonomia intorno ai 300-400 chilometri, sia per i TIR a motore elettrico, sia per gli autobus elettrici. Tra l'altro, è anche più facile per il trasporto pubblico locale, se adeguatamente finanziato, avere la possibilità di creare, all'interno dei depositi, ricariche per questi mezzi di trasporto con motore elettrico in maniera più facile rispetto all'operatore privato. Come abbiamo detto prima, si può andare verso questa direzione nell'aiutare in maniera diversa con gli incentivi per sviluppare questo settore delle ricariche ad alta potenza per gli operatori privati da inserire nei magazzini della logistica, nei porti, negli interporti, nei retroporti, nei parcheggi, anche nelle aree adibite a parcheggio misto, camper e TIR. Insomma, tutto questo tema voi non lo trattate e non so se lo ignoriate volutamente. Io non penso che lo ignoriate, perché voi siete una maggioranza di lotta e di Governo e, quando andate verso il pubblico e cercate il voto, fate uscire la vostra più becera identità populista nell'essere anti green combattendo quelli che voi chiamate ambientalisti talebani. Quando parlate, però, con gli operatori del settore ve ne fate promotori e apprezzate anche che ci sia un lavoro interessante, una tecnologia e uno sviluppo industriale che si stanno sviluppando su questo settore e tirate fuori, per fortuna, la vostra competenza. In questo caso, però, quando fate i decreti la vostra competenza rimane in un cassetto. Capisco che il vostro lavoro è semplicemente cercare più voti possibili, però in questo caso non avete le risorse, è un emendamento semplice che aiuterebbe il trasporto pubblico locale, perché potrebbe finanziare anche tratti a lunga percorrenza con autobus elettrici e andrebbe a eliminare quel numero di auto che tutti i giorni arrivano nelle grandi città dai comuni limitrofi, che è una delle cause più grandi di inquinamento ambientale nelle grandi città. Quindi, da questo punto di vista abbiamo già detto tutto e l'emendamento non vi creerebbe alcun problema e faccio una richiesta - che poi sicuramente accetterete - di accantonarlo e ripensarci. Chiedo, pertanto, al Vice Ministro di accantonarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il relatore dovrebbe dirci qual è la sua opinione in merito alla proposta di accantonamento. Mi rivolgo alla deputata Frjia o al deputato Benvenuti Gostoli.

MARIA GRAZIA FRIJIA, Relatrice per la IX Commissione. Signor Presidente, rimaniamo dello stesso giudizio, con parere contrario.

PRESIDENTE. Sta bene.

Pongo in votazione gli emendamenti identici …

Chiedo scusa, ha chiesto di intervenire, a titolo personale, la deputata Pavanelli.

EMMA PAVANELLI (M5S). Signor Presidente, volevo soltanto aggiungere alle parole del collega alcune considerazioni, oltre il fatto che questo emendamento non ha costi aggiuntivi per il Governo, perché si riprendono fondi che erano già stati stanziati; vorrei far presente a quest'Aula che in questo Paese abbiamo imprese che producono autobus elettrici e che si stanno facendo ingenti investimenti anche nel settore dell'idrogeno, proprio per partecipare a questa transizione ecologica ed energetica che tutti noi dovremmo fare.

Ora, mi pongo una domanda: questo Governo continua a negare, pubblicamente, come ha detto il collega prima di me, sulla questione dell'elettrico, poi però in questo momento ci sono due bandi da parte dei due Ministeri per poter mettere le colonnine per le ricariche delle auto elettriche. Allora, o si è contro e non si fa niente, altrimenti, mi sembra una questione che non è molto chiara all'interno di questa maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, degli identici emendamenti 1.27 Simiani, 1.28 Bonelli e 1.30 Iaria, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico dell'emendamento 1-bis.1 Bonelli, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico dell'emendamento 1-bis.4 Barbagallo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico dell'emendamento 1-bis.5 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'emendamento 1-bis.6 Simiani.

Ha chiesto di parlare il deputato Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento logicamente discute e ragiona su un articolo del decreto che riguarda proprio le aree sosta camper. Ciò che effettivamente non capiamo con riferimento a questo provvedimento e, soprattutto, a questa proposta della Ministra Santanchè è il fatto di inserire dentro questo decreto risorse importanti, perché si parla di 32,8 milioni e oltre 17 milioni di euro, per aree sosta camper e per i servizi per la transizione ecologica.

Ora, detto questo, niente contro i camperisti, perché credo sia una categoria che apprezzo e sicuramente nell'ambito del tempo libero c'è anche un'economia molto importante che va sostenuta; tuttavia, non capiamo - e ci piacerebbe capire anche da voi - quali sono le motivazioni di inserire nel dibattito e, soprattutto nel provvedimento, le aree sosta camper, anche perché c'è una legge di bilancio fra poco, il Governo poteva avanzare una proposta nella manovra; invece, poteva dare risorse importanti alle città e ai comuni, con riferimento, ad esempio, ai piani urbani di mobilità che sono stati un elemento di crescita per la gestione del traffico e della mobilità nelle varie città. Ecco perché credo che, in questo provvedimento, sia sbagliato inserire tale tema, ma c'è un altro aspetto: non dite dove vanno realizzate queste aree. Anzi, addirittura, non c'è scritto fuori dai centri storici: quindi, sostanzialmente, si potrebbero fare anche in una piazza del centro di una città. Ecco perché è importante, e noi vogliamo in questo caso affermarlo, la natura per poter decongestionare le città e inserire dentro questo provvedimento la possibilità, anzi, l'obbligo di farle fuori dai centri storici, attraverso parcheggi scambiatori, utilizzando il trasporto pubblico locale, per dare respiro alla città. Occorre quindi chiarire questo aspetto che forse è molto ambiguo nel provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico dell'emendamento 1-bis.6 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo, nonché della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1-bis.8 Ilaria Fontana.

Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Visto che dobbiamo discutere di questo articolo sulle aree di sosta ludiche per i camperisti, a questo punto è venuta fuori la nostra voglia di essere propositivi, anche perché questi argomenti noi li abbiamo affrontati. Se il Governo avesse un'idea di come si ragiona dal punto di vista delle reti, della transizione ecologica, della mobilità sostenibile, del creare delle possibilità di recupero di suolo vergine e di suolo impermeabilizzato per farlo ritornare permeabile, del lavorare con connessioni che riguardano, in ambito urbano, la mobilità ciclabile, i monopattini - non vi spaventate se cito questa parola che per voi adesso è diventata un tabù - e la rete tranviaria, la rete metropolitana o la rete ferroviaria, capirebbe che questo emendamento si pone in quell'ottica. In questo emendamento specifico parliamo del fatto che ognuno di questi nodi di questa rete per la nuova mobilità del futuro ha bisogno di ricarica per i veicoli elettrici. A questo punto, perché non prevedere, nelle aree di sosta camper, visto che sono anche finanziate con una dotazione economica, la possibilità di creare delle aree di ricarica che possano funzionare sia per le autovetture sia, in futuro, per i camper a trazione elettrica così come anche, per esempio, in aree miste dove ci sono aree di sosta per i TIR, per i veicoli di trasporto merci su gomma di grandi dimensioni. Si potrebbero creare dei punti di ricarica all'interno di queste aree attrezzate.

L'emendamento è semplicemente un suggerimento in più che vi può aiutare a rendere meno ridicolo questo articolo che avete aggiunto a questo decreto e che aveva un'urgenza per voi così impellente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.8 Ilaria Fontana, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.7 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.9 L'Abbate, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.10 Ilaria Fontana, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.11 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-ter.1 Bonelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1-ter.2 Evi.

Ha chiesto di parlare la deputata Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Quest'articolo è rubricato “Misure in materia di riduzione dell'impatto ambientale del trasporto merci su gomma tramite potenziamento del trasporto aereo”. Davvero, volete farci credere che volete ridurre l'inquinamento atmosferico ampliando un aeroporto, nella fattispecie prevedendo l'ampliamento dell'area cargo di Malpensa? Spostare il traffico da gomma ad aereo pensate che possa risolvere i problemi di smog? Peraltro, è tutto da vedere se così si elimineranno i TIR dalle strade, dato che le merci a Malpensa dovranno comunque arrivare e lo faranno con tutta probabilità su gomma ancora per molto tempo.

Se non fosse scritto così, nero su bianco, si faticherebbe a credere che questa sia una proposta reale e non una barzelletta. La domanda è: su quali dati, su quali valutazioni, su quali analisi si basa questa decisione? L'assurdità della proposta appare evidente perché, se ci fosse la reale intenzione di ridurre l'inquinamento, non si distruggerebbero 45 ettari di preziosa brughiera, consumando ancora suolo e puntando, quindi, ancora, tutto su più merci, più voli, più emissioni e, quindi, più inquinamento. Magari, si ragionerebbe per fare interventi per razionalizzare ed efficientare ciò che già esiste e, ad esempio, si sfrutterebbe meglio l'aeroporto di Brescia-Montichiari, che oggi è sottoutilizzato e disponibile per il cargo merci. Magari si farebbero anche studi e valutazioni attente sull'andamento degli interscambi commerciali e si farebbe, ad esempio, una valutazione ambientale strategica su tutto il bacino milanese relativamente al traffico aeroportuale, che tenga in considerazione la coesistenza di ben quattro diverse infrastrutture, ciascuna con le relative capacità di espansione e le relative valutazioni di impatto ambientale, e sui conseguenti studi epidemiologici e sulle ricadute sulla salute umana. Fare questo significherebbe anche ricordarsi, con tutta probabilità, che le previsioni iniziali del progetto Malpensa 2000 si erano dimostrate completamente errate e, dunque, non si capisce per quale ragione il progetto Malpensa 2035 debba oggi essere considerato un'opera strategica quando, nell'arco di 40 chilometri da Milano, sono presenti ben tre aeroporti.

Ciò che chiediamo con il successivo emendamento è una valutazione ambientale strategica. Avremmo voluto lo stralcio completo dell'articolo con l'emendamento precedente ma cerchiamo di tamponare i danni con l'emendamento che discutiamo adesso. Cercando, appunto, di tamponare i danni, noi vorremmo chiedere che non si calpestino continuamente, da un lato, la nostra Costituzione, in particolare l'articolo 9 sulla tutela della biodiversità, e, dall'altro lato, le regole europee. Mi riferisco, in particolar modo, alle direttiva VIA e al fatto che una commissione tecnica sulla valutazione di impatto ambientale abbia deliberato, tra l'altro, anche con un decreto del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, che l'ampliamento di questo aeroporto può essere fatto ma all'interno del sedime aeroportuale, quindi salvando quei 45 ettari di brughiera.

Chiediamo di valutare questo, di tenere fede a questa valutazione di impatto ambientale già presente e di evitare un'ulteriore devastazione di un territorio, che non ha sicuramente bisogno di ulteriore scempio, per portare avanti un'infrastruttura che, francamente, come ho spiegato prima, di necessità e urgenza e di interesse nazionale ha ben poco (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento e anche fare la dichiarazione di voto, chiaramente favorevole, su questo emendamento. C'è un aspetto interessante e anche preoccupante in questo decreto-legge, dove si è infilata una cementificazione di 45 ettari di terreno adesso vergine oppure con produzione di ossigeno. Quando parliamo di qualità dell'aria dobbiamo salvaguardare gli ambienti che producono ossigeno, prevedendo, quindi, riforestazione urbana, boschi e aree non urbanizzate e non impermeabilizzate.

In questo decreto che dovrebbe parlare di aiuto alle regioni per diminuire l'inquinamento provocato da fonti note, andiamo a legare come fattore vincente il trasporto merci su aereo. Tra l'altro, è anche ridicolo farlo con un piano che prevede un'ulteriore lottizzazione, come ho detto prima, di un'area adesso naturale, quando si è visto che eventualmente questo progetto (che anche secondo molti studi non ha tutta questa efficacia rispetto al fatto di lavorare verso altre metodologie di trasporto merci) si può realizzare all'interno di un'area già cementificata, già impermeabilizzata. Quindi, da questo punto di vista, sembra veramente un tentativo volto a dare nuovo valore a terreni che magari adesso non hanno un valore economico. Sembra il tentativo di porre in essere quelle vecchie e belle lottizzazioni che si facevano con i piani regolatori di tanti anni fa. Lo so, sto dicendo cose abbastanza pesanti, però è un'ottica e una pianificazione urbanistica del passato lottizzare, dare valore, dare una densità edificatoria a dei terreni consumando suolo. Questo era un modello di sviluppo che ormai è anacronistico e non funziona più.

Quindi, da questo punto di vista, state facendo un'operazione, in primo luogo, molto pericolosa e, in secondo luogo, che non ha senso; tra l'altro, la giustificate con il trasporto merci su aereo, che, tra tutte le possibilità che abbiamo - come ho detto prima, elettrificare, creare le colonnine di ricarica, interporti, anche aeroporti, magazzini di logistica, aree di logistica, lavorare sul trasporto merci su gomma elettrico, che è sicuramente un progetto vincente - rientra in un discorso veramente tirato per le orecchie. Avete trovato la modalità di inserirlo in un decreto che parla chiaramente di tutt'altro, e che parla tra l'altro di un argomento che dovrebbe essere trattato in maniera dignitosa. Voi quest'oggi non lo avete fatto.

Quindi, vi invito a ripensarci o ad approvare questo emendamento, almeno salvate la faccia. Volete fare il trasporto merci su aereo? Fatelo all'interno dell'aeroporto di Malpensa, ripensando magari lo spazio dell'aeroporto stesso, ma si può fare. Quindi, da questo punto di vista, non avete alcuna scusa, e devo dire che sono molto preoccupato di questa modalità che avete di entrare a gamba tesa con degli emendamenti che sembrano lanciati lì da suggeritori occulti, che poi vengono trattati senza che voi pensiate al danno che state facendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-ter.2 Evi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).  

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

L'emendamento 1-ter.3 Roggiani è stato ritirato prima della seduta.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-ter.4 Evi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).  

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1-ter.03 L'Abbate.

Ha chiesto di parlare la deputata L'Abbate. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per illustrare questo emendamento che avete bocciato. A parte che, in generale, c'è da capire con quale strategia decidete di bocciare gli emendamenti. Forse bisogna bocciarli tutti perché, non so, non volete mettere a fuoco quello che vi viene chiesto o vi viene suggerito da chi è all'opposizione, e che sicuramente sta facendo un'opposizione costruttiva per cercare di migliorare le cose.

Qui stiamo parlando di monitoraggio ambientale utilizzando dei droni. Ciò accade già in altri Stati; per esempio, anche l'Istituto di Cambridge, il MIT, ha già approvato delle linee guida sui droni, quindi in America li utilizzano per fare questo. Ciò che a noi spiace è che in Italia le nostre università e le nostre imprese sono sempre all'avanguardia, sono molto innovative, però noi restiamo indietro.

Perché non vogliamo utilizzare questi droni per il monitoraggio ambientale, soprattutto per la qualità dell'aria? Dobbiamo dire che questi droni montano dei rivelatori che possono monitorare una cittadina, quindi un ambiente urbano, e verificare anche quali sono le zone in cui praticamente vengono emesse determinate sostanze che possono essere NOx, PM10, PM2,5, i composti organici volatili che citava la collega: le abbiamo più o meno nominate tutte.

Basta mettere dei sensori che riescono a capire qual è l'origine del problema. In questo modo, si riescono a effettuare azioni anche più concordate e precise. Vanno bene sia nel breve periodo che nel medio e lungo periodo, perché nel breve e lungo periodo li utilizziamo per monitorare e capire se abbiamo risolto delle problematiche. Il tutto a cosa serve? Serve sempre a quello che c'era scritto in questo decreto, perché noi non possiamo continuare a far pagare ai cittadini questa infrazione europea; serve ad abbattere degli inquinanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1-ter.03 L'Abbate, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1-ter.04 Pavanelli.

Ha chiesto di parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Mi domando come mai oggi, che stiamo parlando non solo di qualità dell'aria ma anche di mobilità sostenibile, manchi una rappresentanza del Ministero delle Infrastrutture. Ovviamente ci domandiamo dove sono i Ministri che in quest'Aula raramente vengono quando stiamo parlando dei loro decreti.

Il mio emendamento chiede una cosa a costo zero, ossia di aggiungere una frase per far sì che i mezzi chiamati tram-treni siano omologati per circolare nel nostro Paese.

Abbiamo già alcuni tram-treni in questo Paese, ma vanno in deroga a una normativa. Allora, per quale motivo vogliamo continuare ad andare in deroga, invece che aggiungere una semplice frase? Al Governo non costa nulla, se non un po' di inchiostro su un pezzo di carta o un file in un computer. C'è un tram-treno a Pomezia, c'è il progetto di un tram-treno a Varese. Nel Nord Europa, nel resto d'Europa si va avanti ad ampliare le reti dei tram e dei tram-treni, recuperando reti ferroviarie in disuso, creando così una mobilità sostenibile e una mobilità per i cittadini che sia utile. E vanno talmente tanto bene, nel senso che gli utenti sono talmente tanti, che le linee si stanno raddoppiando di anno in anno. Non si capisce per quale motivo in Italia questo iter non si possa fare. Sembra che, quando si parla di mobilità di massa, ci sia un po' di prurito in questa maggioranza.

Allora, non volete le auto elettriche, non volete la mobilità sostenibile, non volete la mobilità di massa, non volete le biciclette, non volete i monopattini e non volete che andiamo a piedi, perché non mi sembra che abbiate mai fatto politiche per finanziare, tramite i nostri sindaci, marciapiedi. Allora, vorrei veramente capire come pensate di riuscire ad arrivare a una neutralità climatica, come da direttive europee, nonché da Agenda 2030 delle Nazioni Unite che, come Paese, abbiamo sottoscritto. I cittadini chiedono di poter andare al lavoro, fare la spesa, andare a scuola in maniera sostenibile. Non è vero che non lo vogliono fare, altrimenti i treni non sarebbero pieni, le metropolitane non sarebbero piene e gli autobus non sarebbero pieni. Si potrebbe fare molto di più aggiungendo questa frase, creando un modo perché in giro per il nostro Paese si possa avere anche un nuovo mezzo, un mezzo che, in realtà, già esiste, che si chiama tram-treno, senza andare in deroga alle nostre normative. Vi ho già detto che c'è un progetto a Varese - credo che i colleghi di destra ne siano pienamente a conoscenza -, ma ci sono anche altri progetti in altre parti d'Italia. Cerchiamo di fare un lavoro che non sia soltanto di andare sempre e comunque contro l'opposizione, ma cerchiamo una volta per tutte di lavorare per il bene dei cittadini e di questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie. Intervengo solo per chiedere alla relatrice e alla rappresentante del Governo se possono accantonare questo articolo aggiuntivo e, magari, ripensarci. Faccio questa richiesta.

PRESIDENTE. Relatori?

STEFANO MARIA BENVENUTI GOSTOLI, Relatore per la VIII Commissione. No, non possiamo accantonare.

PRESIDENTE. Il relatore non ha dato disponibilità. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1-ter.04 Pavanelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1-ter.05 Iaria. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Visto che in questo decreto tutti sono arrivati a mettere le loro proposte legislative - le vostre sono molto pericolose, come quella di prima di Malpensa -, ho pensato, abbiamo pensato, che potremmo mettere anche una nostra proposta che anticipa un discorso legato alle modifiche del codice della strada.

La nostra proposta è di dare finalmente un'indicazione a livello nazionale sulla possibilità di classificare la velocità delle strade in ambito urbano in maniera semplice, in modo che i comuni possano creare le “zone 30”, zone a bassa velocità, zone promiscue tra mobilità sostenibile, pedoni e auto, in maniera più facile, senza dover trovare motivazioni per diminuire la velocità in ambito urbano legate, giustamente, alla sicurezza stradale, che, tra l'altro, aumenta con questa proposta di articolo sulla riduzione della velocità. Noi abbiamo proposto questo tramite una proposta di legge a firma del mio collega Santillo e del sottoscritto, abbinata alla riforma del codice della strada, ma visto che stiamo discutendo sulla possibilità di ridurre l'inquinamento, il fatto di far utilizzare il meno possibile l'auto in ambito urbano, dove, magari, i tragitti fatti si aggirano intorno ad un raggio di 3 chilometri, la creazione di queste “zone 30” permette anche di poter fare a meno dell'auto proprio perché si va più in sicurezza soprattutto per l'utenza debole, cioè i bambini, le persone anziane e i disabili all'interno delle città, ciò detto abbiamo pensato che magari poteva essere un'idea forte, che poteva anche giustificare il fatto che siamo arrivati a discutere di un decreto sulla qualità dell'aria facendo un dibattito di pochi giorni su un argomento così importante. Rivolgo, infine, ai relatori e alla rappresentante del Governo la solita proposta di accantonare questo articolo aggiuntivo.

PRESIDENTE. Deputato Benvenuti Gostoli?

STEFANO MARIA BENVENUTI GOSTOLI (FDI), Relatore per la VIII Commissione. No, non possiamo accantonare.

PRESIDENTE. Il relatore dà parere negativo.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1-ter.05 Iaria, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1492​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati. Prego, Vice Ministro.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Presidente, chiedo una sospensione di venti minuti (Commenti).

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17,40.

La seduta, sospesa alle 17,15, è ripresa alle 17,55.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa con qualche minuto di ritardo. Ci sono stati problemi tecnici sulla stampante e, quindi, abbiamo dovuto recuperare un altro supporto.

Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno. Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. L'ordine del giorno n. 9/1492/1 Raimondo è accolto con la riformulazione “volte a sostenere le attività produttive” al posto di “strategiche”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1492/2 Vaccari, n. 9/1492/3 Scarpa, n. 9/1492/4 Simiani, n. 9/1492/5 Braga, n. 9/1492/6 Ferrari, n. 9/1492/7 Ubaldo Pagano e n. 9/1492/8 Toni Ricciardi.

Sull'ordine del giorno n. 9/1492/9 Bonafe' c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1492/10 Curti è accolto, con la riformulazione “a valutare l'opportunità di prevedere (…)”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1492/11 Ghio, n. 9/1492/12 Barbagallo, n. 9/1492/13 Morassut, n. 9/1492/14 Casu, n. 9/1492/15 Fede, n. 9/1492/16 Iaria, n. 9/1492/17 Quartini, n. 9/1492/18 Alfonso Colucci, n. 9/1492/19 Ilaria Fontana, n. 9/1492/20 L'Abbate, n. 9/1492/21 Morfino, n. 9/1492/22 Santillo, n. 9/1492/23 Fenu e n. 9/1492/24 Auriemma.

Il parere è favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1492/25 Pavanelli.

Sull'ordine del giorno n. 9/1492/26 Trancassini viene modificato l'impegno con “a verificare la possibile sospensione fino al 1° ottobre 2024 della limitazione della circolazione stradale delle autovetture e dei veicoli commerciali interessati nella regione Lazio”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1492/27 Bonelli, n. 9/1492/28 Ghirra, n. 9/1492/29 Evi, n. 9/1492/30 Grimaldi, n. 9/1492/31 Zanella e n. 9/1492/32 Dori.

Sull'ordine del giorno n. 9/1492/33 Zaratti il parere è favorevole con la riformulazione dell'impegno “a valutare l'opportunità di (…)” e alla fine “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1492/34 Zinzi il parere è favorevole con la riformulazione dell'impegno “a valutare l'opportunità di avviare le opportune interlocuzioni con le regioni per monitorare, nell'ambito dei piani regionali, degli interventi per la qualità dell'aria e il progressivo efficientamento degli impianti a biomassa consentiti per il riscaldamento in ambito domestico”.

Infine, sull'ordine del giorno n. 9/1492/35 Enrico Costa il parere è contrario.

PRESIDENTE. Prendo atto che la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1492/1 Raimondo è accolta dai presentatori.

Sull'ordine del giorno n. 9/1492/2 Vaccari il parere del Governo è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/2 Vaccari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Sull'ordine del giorno n. 9/1492/3 Scarpa c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Scarpa. Ne ha facoltà.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sulla scia dell'intervento che ho fatto su un emendamento in precedenza, questo ordine del giorno segue la semplice logica di dire che è un decreto assolutamente insufficiente e non fa altro che rimandare qualcosa che, comunque, dovremo fare in futuro. Sottolineo che ho ascoltato la discussione al Senato rispetto a questo provvedimento e diversi colleghi senatori, anche della maggioranza, premettevano sempre che condividevano gli obiettivi del pacchetto Fit for 55 dell'Unione europea. Quindi, condividevano gli obiettivi e la prospettiva e, dunque, possono dire di essere stati, almeno in dichiarazione di voto, dalla parte dell'ambiente. Poi, però, non si capisce che cosa si voglia mettere in campo per corrispondere effettivamente a quegli obiettivi.

Questo ordine del giorno parte da una considerazione semplice e cioè che possiamo magari ipotizzare, ad esempio, che sul passaggio all'elettrico, quindi sulla riduzione delle emissioni di CO2, il pubblico potrebbe anche fare da esempio ai cittadini. Visto che si dice sempre che la transizione non devono pagarla i singoli cittadini di tasca loro, qui si propone semplicemente che, a partire dal 31 dicembre 2026, quindi addirittura dopo il blocco dell'euro 5, previsto per il 1° ottobre 2025, nelle iniziative di competenza volte a garantire il rinnovo del parco veicoli delle utilities pubbliche si acquistino mezzi elettrici. Non è una cosa complicata, è una piccola cosa che si può fare, anche per dare il segnale di uno Stato che vuole investire su questo e che si prende la responsabilità di mettere qualche soldino per andare in questa direzione. Altrimenti, sì, sembra che chiediamo sacrifici alle persone senza poi muovere la macchina pubblica in una direzione di maggiore sostenibilità.

Invece, l'impressione, dato il parere contrario su questo ordine del giorno, è che ci sia una contrarietà a prescindere a qualsiasi cosa che abbia nel testo la parola “elettrico”. Questa per me è ideologia e chiedo a quest'Aula di tornare indietro, di cambiare idea e di dimostrarci, per una volta, che possiamo fare una discussione sui temi della sostenibilità ambientale senza barricarci nelle rispettive rigidità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/3 Scarpa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/4 Simiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Sull'ordine del giorno n. 9/1492/5 Braga il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare la collega Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Presidente, devo dire che sono abbastanza stupita dal parere contrario su tutto l'ordine del giorno da parte della Vice Ministra Gava, perché in questo ordine del giorno noi stiamo cercando di richiamare l'attenzione del Governo sulla necessità di implementare l'impegno che è stato assunto con questo decreto parziale e del tutto insufficiente per affrontare il tema della riduzione dell'inquinamento e della qualità dell'aria. Ma stiamo chiedendo anche delle cose, io credo, assolutamente di buonsenso, se non scontate, cioè di attuare delle disposizioni normative o di programmazione vigente, in particolare l'attuazione dell'accordo di programma per il miglioramento della qualità dell'aria del bacino padano del 2017. Il parere contrario del Governo rispetto all'obbligo di ottemperare a prescrizioni ancora vigenti, che riguardano specificamente l'ambito oggetto di questo decreto, è abbastanza incomprensibile, oltre al fatto che chiediamo semplicemente di prevedere un'adeguata dotazione finanziaria per l'attuazione dei piani nazionali e regionali. Ora, nel richiamare l'attenzione della Vice Ministra su quest'ordine del giorno, io vorrei capire se dobbiamo registrare questo decreto come il tentativo di dimostrare che, in qualche modo, il tema della qualità dell'aria e, quindi, anche della salute e delle condizioni di vita delle persone che vivono nel bacino padano possa essere risolto da un intervento così parziale, o se c'è la volontà del Governo di affrontare in maniera seria e completa una questione sostanziale che riguarda il modo di affrontare la sicurezza e la salute con l'abbattimento dell'inquinamento atmosferico. Credo che su questo ordine del giorno sarebbero quantomeno opportuni un supplemento di istruttoria e una valutazione successiva da parte del Governo, anche per dare una risposta alle istanze che, come sappiamo, le regioni del bacino padano e anche altre regioni del Paese hanno sollecitato e posto all'attenzione dell'Esecutivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/5 Braga, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Sull'ordine del giorno n. 9/1492/6 Ferrari il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare la deputata Sara Ferrari. Ne ha facoltà.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo per precisare che questo ordine del giorno chiede che, per l'anno 2024, le risorse assegnate con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 aprile 2022 siano destinate prioritariamente all'acquisto di veicoli non inquinanti nelle regioni che, entro il 31 dicembre di quest'anno, provvedano alla revisione dei propri piani di qualità dell'aria, ai fini del rispetto delle sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea in materia di qualità dell'aria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/6 Ferrari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Sull'ordine del giorno n. 9/1492/7 Ubaldo Pagano il parere del Governo è contrario. Il deputato Ubaldo Pagano ha chiesto di parlare. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per il suo tramite, vorrei invitare la Sottosegretaria Gava, che sta seguendo il provvedimento qui in Aula, a rivedere il parere che ha poc'anzi dato, ma per una ragione abbastanza banale. Vi assicuro che non intendo prendere le mosse sulle vostre dichiarazioni fatte sui temi dei bonus edilizi e, nello specifico, sul tema del superbonus, perché ormai sarebbe sin troppo semplice rammentare per quanto tempo, nella passata legislatura, avete ammorbato le nostre orecchie delle vostre invettive contro l'incapacità di dare continuità a una misura che aveva delle rimostranze salvifiche. Ma in questo ordine del giorno, personalmente e con i colleghi, non ci stiamo limitando a parlare degli effetti benefici su cui, prima o poi, occorrerà fare un'operazione verità, che vada un po' al di là della spicciola propaganda che da ciascuna delle parti si è voluta iniettare nel dibattito pubblico solo per giustificare delle scelte prioritarie di politica economica. In questo ordine del giorno noi ci limitiamo a chiedere, a partire dall'orizzonte temporale entro cui scadranno quasi tutti gli incentivi previsti per i bonus edilizi, che il Governo - nell'ambito di un problema che mi pare oggettivo, cioè che noi abbiamo circa 8 milioni di abitazioni su 12 milioni in classe energetica più bassa - si ponga il problema, anche per rispettare gli obiettivi previsti dall'agenda europea, di incentivare un sistema e, quindi, di non far ricadere sulla popolazione e, soprattutto, sui cittadini più indigenti i costi di un aumento dell'efficientamento energetico delle proprie abitazioni, senza dare degli obiettivi sfidanti che vadano a intercettare un impegno di spesa a condizioni economiche che sono, di per sé, già difficili.

Ma la cosa che più mi sconvolge, Vice Ministra, che spero vi sia passata sotto osservazione, oppure vi sia passata senza un'attenzione particolare, è che noi, proprio per evitare di dare un senso eccessivamente di parte a questa nostra richiesta, a questo nostro afflato emotivo verso una misura che, comunque, ha dimostrato degli effetti benefici e nella prospettiva sarà ancora più utile per dare sollievo a quelli che dovranno intervenire, cioè ai cittadini, abbiamo preso la relazione illustrativa di una proposta di legge sottoscritta da alcuni colleghi che compongono un gruppo importante della maggioranza. Ora, non vorrei che, avendo evitato di leggerla con accuratezza, questi colleghi finiscano per votare una proposta che, peraltro, non impegna alcunché da un punto di vista degli obiettivi economici e, quindi, degli impegni di spesa su un punto su cui loro stessi hanno depositato un disegno di legge attualmente presente in Parlamento, perché questo sfiorerebbe addirittura il ridicolo. Dopo le fesserie dette a pochi giorni dalle elezioni dello scorso 25 settembre, questo passaggio rappresenterebbe una tragedia che, in un mix tra la farsa e l'impudicizia, finisce addirittura per fare in modo che persone esimie, che si sono da sempre occupate di questi temi in questo Parlamento, finiscano addirittura per votare contro quanto loro stessi hanno scritto in disegni di legge che probabilmente potrebbero, di qui a qualche mese, arrivare alla nostra attenzione. Quindi, per cortesia, provate a leggervi gli ordini del giorno, perché, per quell'utilità che ritenete o riteniamo che essi abbiano, almeno proviamo a dare loro un senso che abbia una logica e pacifichi il cervello con le azioni che abbiamo compiuto soltanto qualche settimana fa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io invito il Sottosegretario, veramente, a verificare questo ordine del giorno, perché, nell'audizione che abbiamo avuto nell'indagine conoscitiva, insieme al Ministro Pichetto Fratin, c'è stata una bellissima discussione nella nostra Commissione, la Commissione ambiente. In questa Commissione, sulla questione dei bonus edilizi, è emersa una discussione seria su un'uscita ordinata del superbonus e di tutti i bonus edilizi. Ecco perché vi rivolgo un invito. Questa è una proposta di legge - come giustamente diceva l'onorevole Pagano - di un gruppo di maggioranza, che chiaramente ci indica una strada condivisa dal Partito Democratico e anche da altre forze politiche all'interno di questo emiciclo.

Ecco perché dovete fare attenzione: cerchiamo di guardare bene quest'ordine del giorno, magari ci prendiamo anche due minuti. Credo sia importante votarlo, perché ci dà un indirizzo politico per un'uscita ordinata rispetto ai bonus edilizi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Prego, ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Signor Presidente, vorrei chiedere, anzitutto, di sottoscrivere quest'ordine del giorno a nome del gruppo e ribadire che, effettivamente, non votandolo ed esprimendo un parere contrario, secondo me, fate anche un torto ai governatori della vostra area. Su questo tema chiaramente tutti stanno cercando di trovare una pezza per risolvere il problema dei crediti e del superbonus. Prima ho detto che, addirittura, la regione Piemonte ha citato il superbonus come una delle pratiche migliori per ridurre l'inquinamento, come a dire che la regione Piemonte ha fatto molto perché ha utilizzato il superbonus.

Quindi, ritengo veramente sbagliato andare verso un voto contrario su un ordine del giorno che non è un emendamento, ma è qualcosa che, come ha detto giustamente il collega, anche all'interno della vostra maggioranza è sentito come un impegno che bisogna portare avanti. Sinceramente, non capisco quale sia il problema nel votare quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Comunico che il deputato Vaccari ha sottoscritto l'ordine del giorno n. 9/1492/7 Ubaldo Pagano.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Signor Presidente, intervengo per chiedere l'accantonamento dell'ordine del giorno n. 9/1492/7 Ubaldo Pagano.

PRESIDENTE. Sta bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1492/8 Toni Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Toni Ricciardi.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Le rassegno il mio stupore, se posso, perché in Senato sul punto specifico è stata introdotta una disposizione aggiuntiva che prevedeva la promozione del turismo di prossimità; e, come maggioranza, avete previsto la promozione del turismo di prossimità attraverso l'istituzione di un fondo per la riqualificazione di aree attrezzate di sosta temporanea. E quanto ci avete messo? Trentasette milioni, all'incirca, sulle aree sosta camper, e oltre 17 milioni di euro sulle aree attrezzate.

Ora, noi cosa chiediamo? E mi rivolgo al sottosegretario, suo tramite, Presidente. In sede di applicazione, nella creazione di nuove aree di sosta, chiediamo di privilegiare in maniera prioritaria la riqualificazione di quelle già esistenti con il vincolo - che ci è sembrato ragionevole - di non prevederle nei centri storici.

Ora, Presidente, suo tramite, chiedo al Sottosegretario se gentilmente potesse, quanto meno, riflettere ulteriormente perché ci sembra di non fare altro che riprendere e rafforzare quella che è stata un'aggiunta introdotta in fase emendativa al Senato. Quindi, non credo che stiamo stravolgendo il provvedimento chiedendovi un parere favorevole su quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/8 Toni Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1492/9 Bonafe', su cui c'è una riformulazione, anzi un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Signor Presidente, infatti, mi sembrava che non ci fosse una riformulazione. Chiaramente, non intendo assolutamente ritirare quest'ordine del giorno, che peraltro segue un altro ordine del giorno che abbiamo discusso in quest'Aula il 5 ottobre scorso e con il quale abbiamo voluto mettere in guardia il Governo rispetto alla bozza che stava e che sta ancora, di fatto, circolando (perché ancora nulla è stato ufficializzato) del decreto Aree idonee, che individua le aree idonee per gli impianti di energia rinnovabile.

Il 5 ottobre abbiamo messo in guardia il Governo dicendo: occhio, perché la bozza che sta circolando prevede dei criteri talmente restrittivi che porteranno a non investire in energie rinnovabili. Addirittura, in quella bozza era stato eliminato l'automatismo dell'idoneità delle aree industriali, che sappiamo non essere tendenzialmente aree di pregio.

Siccome l'ordine del giorno del 5 ottobre è stato respinto, noi questa volta vi proponiamo un altro automatismo, e vediamo se questa volta siamo un po' più fortunati. In quella bozza - che peraltro non avete ancora concluso, come invece c'era stato detto - vi proponiamo di prevedere che le aree con qualificazione terreno edificabile (chiaramente in base agli strumenti urbanistici dei comuni) siano automaticamente considerate aree idonee. E non ci venite a dire, com'è già successo, che dopo un lungo iter siete arrivati alla conclusione del decreto Aree idonee perché così non è. Infatti, dal 5 ottobre ad oggi quel decreto non è ancora arrivato e, quindi, avete tutto il tempo per tenere in considerazione, sempre che lo vogliate, questo che a noi pare un criterio di buon senso, che va a incrementare le energie rinnovabili veramente e non a parole, come invece dimostrate di fare voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/9 Bonafe', con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1492/10 Curti, su cui c'è la proposta di riformulazione “a valutare l'opportunità di”.

AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Signor Presidente, accetto la riformulazione e chiedo che l'ordine del giorno possa essere messo al voto.

PRESIDENTE. Sta bene.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/10 Curti, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1492/11 Ghio, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Valentina Ghio.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Signor Presidente, intervengo brevemente perché ho già parlato prima durante l'esame dell'emendamento concernente questo tema. L'ordine del giorno in esame - con un impegno che traguarda anche un percorso non immediato e che quindi può essere considerato, com'è scritto, per l'anno a venire, per il 2024 - prevede non di fare di più rispetto a quanto stabilito in precedenza, ma di cercare di far sì che la dotazione del bonus trasporti sia capiente come nel 2022.

Come dicevo anche prima, mi sembra che ci sia questa consapevolezza perché a poco a poco ci sono state nuove risorse che non hanno finanziato completamente, ma hanno incrementato la dotazione.

Pertanto, nella volontà di far sì che il bonus trasporti sia uno strumento ancora in uso da parte delle famiglie, dei ragazzi, dei lavoratori, impegnarsi a finanziarlo per il 2024 nella stessa entità del 2022 mi sembra un'operazione lungimirante, di buonsenso, che dimostra la volontà di stare dalla parte della qualità dell'aria e delle famiglie italiane.

Pertanto, vi invito a ripensare questo parere contrario, a rifletterci ancora e a considerare questo strumento come un valido supporto per i cittadini e le cittadine che si recano a scuola e al lavoro con i mezzi pubblici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/11 Ghio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/12 Barbagallo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/13 Morassut, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1492/14 Casu, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Presidente, non ripeto le argomentazioni, perché l'ordine del giorno rinnova una domanda che abbiamo rivolto in Commissione, che abbiamo rivolto in Aula e che ripetiamo. Rileggiamolo insieme; noi vi chiediamo di intervenire rapidamente per aumentare la dotazione del Fondo per il trasporto pubblico locale, destinando prioritariamente a tal fine la quota parte delle maggiori entrate dell'IVA relative alle cessioni di benzina e gasolio impiegato per carburanti per autotrazione derivanti dalla variazione del prezzo del petrolio. È un'entrata netta che si è realizzata a causa dell'aumento del costo del carburante e dell'aumento del traffico dovuto proprio alle difficoltà, ai disservizi e ai problemi che si affrontano nel trasporto pubblico locale. È la principale domanda che ci rivolgono i cittadini, che ci rivolgono le amministrazioni, che ci rivolge qualunque donna e qualunque uomo trovino difficoltà a muoversi nelle nostre città. C'è una soluzione immediata, noi vi chiediamo di utilizzare queste risorse, che ci sono, per risolvere un problema comune a tantissime persone; non lo volete fare, lo abbiamo capito, perché avete bocciato tutti gli emendamenti e date parere contrario perfino su un ordine del giorno che contiene un impegno di indirizzo ad andare in questa direzione.

La domanda che vi rinnoviamo è che, almeno, si senta la voce di una persona, del Governo, di un rappresentante del Governo, di un rappresentante politico delle forze di maggioranza che ci dica perché siete contrari a finanziare e a sostenere il trasporto pubblico locale. Almeno vogliamo sapere perché (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, pertanto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/14 Casu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1492/15 Fede, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Fede. Ne ha facoltà.

GIORGIO FEDE (M5S). Presidente, chiedo che sia messo al voto, ma voglio illustrare un attimo la ragione di quest'ordine del giorno. In sintesi, nella dichiarazione, noi abbiamo chiesto di utilizzare le risorse individuate per il ponte sullo Stretto per altri target. Non è una proposta provocatoria e la voglio spiegare proprio per questo: noi sappiamo bene, parlando di decreto Aria e di sicurezza stradale, che il 25 per cento delle emissioni atmosferiche è dovuto ai mezzi circolanti, al parco mezzi e al trasporto pubblico, così come è attualmente strutturato. È doverosa una riflessione, Presidente. In Italia abbiamo un parco mezzi molto numeroso, 38,8 milioni di veicoli nel 2021; questi veicoli hanno una caratteristica specifica e particolare, ahimè, molto diffusa in Italia: sono vecchi, sono dotati di tecnologie non più attuali. Avevano un'età media di 7,9 anni nel 2009, di 12 anni nel 2021. L'obiettivo di questo nostro sforzo per migliorare l'aria non può non passare dal miglioramento dei mezzi circolanti e se gli obiettivi del 2050 ci dicono che il 90 per cento delle utenze dovrà essere elettrificato, questo chiaramente passa per i nostri mezzi, ma passa anche per i mezzi di trasporto pubblico locale, dove i bus hanno 12 anni di età. E quando i bus vanno giù - come abbiamo visto nella nostra triste cronaca di salti da un viadotto, che può essere crollato, o di un pullman che viene giù - questo non avviene perché il pullman è elettrico o diesel, ma perché le strutture su cui si muove non sono adeguate, sono fornite di guardrail arrugginiti, si tratta di strutture mai controllate, e questo noi lo avevamo messo in evidenza con l'azione del nostro Ministro Toninelli, che aveva rilanciato in maniera molto forte e vigorosa il controllo e i lavori di manutenzione. Basta muoversi oggi in Italia per vedere che questi lavori mai visti per cinquant'anni sono finalmente stati fatti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, da lì nasce la nostra richiesta: continuiamo quest'opera, non lasciamo i cittadini a rischio su opere prive di manutenzione e prive di controlli; potenziamo i nostri mezzi, rendiamo più sicuri i mezzi su cui si muovono i pendolari italiani e le famiglie. Allora, non buttiamo questi 5 miliardi che sono annunciati su questi documenti, non sapendo bene dove verranno presi gli altri, quando la cronaca ci ha visto spendere 135 miliardi di euro in progetti e lavori che non hanno portato mai a nulla. Per questo chiedo che sia votato il mio ordine del giorno. Noi, chiaramente, siamo favorevoli a un'attività innovativa e non alle solite vecchie ricette (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Barbagallo. Ne ha facoltà.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Presidente, a proposito dell'ordine del giorno n. 9/1492/15 Fede, noi non ne condividiamo le premesse. L'ordine del giorno parte dall'assunto che per il ponte sullo Stretto ci siano 5 miliardi di finanziamento; a noi non risulta, intanto, perché dagli atti in nostro possesso la copertura data dal Governo nazionale per noi è pari a zero, le uniche coperture sono date da una delibera di giunta della regione siciliana che ha stanziato 1,3 miliardi, che sono i fondi del Fondo per lo sviluppo e la coesione a valere sulle infrastrutture della rete secondaria viaria della regione siciliana. Quindi, siccome l'ordine del giorno prevede di destinare le risorse del ponte sullo Stretto al TPL sarebbe veramente un'ingiustizia, sarebbe un assurdo, destinare il Fondo per lo sviluppo e la coesione stanziato dalla regione siciliana per le infrastrutture secondarie proprio per il ponte sullo Stretto. Voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/15 Fede, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Passiamo all'ordine del giorno n, 9/1492/16 Iaria, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Presidente, noi abbiamo presentato un ordine del giorno di buonsenso, anche per fare comprendere una cosa che ai più, forse, non è chiara, così come all'opinione pubblica, e cioè che l'inquinamento non segue i confini amministrativi dei comuni e delle regioni, ma l'inquinamento, specialmente nella Pianura Padana, viaggia, gira e si sedimenta. Da questo punto di vista, prima, abbiamo fatto tutta una discussione anche leggermente polemica sul fatto che tutte le amministrazioni locali abbiano difficoltà ad assumere misure anche drastiche per ridurre l'inquinamento, per ridurre il numero di veicoli su strada, specialmente veicoli civili. A questo punto, con questo ordine del giorno, chiedo che il Governo si prenda le sue responsabilità, trovando la modalità di costituire un'autorità indipendente sovraregionale che si basi su dati certi scientifici e che indirizzi questi piani di qualità dell'aria. Ciò non per deresponsabilizzare le regioni, ma mi rivolgo ai colleghi, ex amministratori locali o amministratori locali attuali, per far capire che non è che si può combattere l'inquinamento trovando nell'amministratore locale il nemico con cui prendersela, perché capita, ci sono dei casi in cui, per esempio, un sindaco è accusato di violare questo tipo di parametri e viene magari anche indagato, mentre il sindaco vicino, che magari ha lo stesso problema di inquinamento – perché anche questo comune vicino provoca dell'inquinamento - non viene toccato da nulla.

Non sto facendo un discorso del tipo che bisogna deregolamentare e depenalizzare queste procedure. Il concetto fondamentale è che, se vogliamo fare un ragionamento di bacino padano, un'autorità indipendente con cui il Governo si prenda la responsabilità di indicare le linee guida dei piani dell'aria aiuterebbe anche le regioni e i comuni ad attuare queste misure in maniera più tranquilla. Quindi, chiedo di accantonare quest'ordine del giorno e magari di rivedere il parere contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/16 Iaria, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.  

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1492/17 Quartini, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Si sta parlando di qualità dell'aria e si sta parlando di rimediare ovviamente anche attraverso la limitazione della circolazione stradale. Perché lo stiamo facendo? Proviamo a rifare un po' il punto della situazione. Il motivo principale è che l'inquinamento atmosferico è la seconda causa più importante di cattiva salute (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è il dato di fatto e si dimentica questo, si dimentica che, a causa dell'inquinamento atmosferico, abbiamo in Italia - è un record negativo - almeno 90.000 decessi all'anno. Ma non abbiamo solo 90.000 decessi all'anno. Sappiamo, infatti, che nell'area metropolitana di Milano i residenti guadagnerebbero 1 anno e 6 mesi di vita se i livelli di inquinamento e di particolato fossero ridotti in modo da soddisfare le linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità. Sappiamo che nel mondo la minaccia da inquinamento atmosferico è addirittura pari a quella del tabacco ed è più grave, a livello mondiale, di quella da AIDS e HIV. Non solo. Sappiamo che l'inquinamento espone a rischio di morte precoce, in giovane età. Pensate che i bambini tendono a ottenere punteggi più bassi nei test di abilità cognitiva se sottoposti a esposizione da inquinamento ambientale e muoiono più precocemente nelle aree in cui c'è una peggiore qualità dell'aria, rispetto alle aree dove la qualità dell'aria è migliore. Per le donne aumenta il rischio di cancro ai polmoni, per gli uomini aumenta il rischio di malattie neurovegetative, di SLA e sclerosi multipla. Questo per dirvi che la stessa Società europea di oncologia medica chiede alle istituzioni una legislazione più restrittiva riguardo all'esposizione dei cittadini alle sostanze nocive nell'aria. Bocciando quest'ordine del giorno, in cui chiediamo di smetterla con le deroghe e con le proroghe e chiediamo di procedere senza indugio a migliorare la qualità dell'aria in tutti i nostri contesti, voi Governo e voi maggioranza dimostrate che non ve ne importa niente della salute dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Evidentemente non ne avevamo granché bisogno, perché avete già deciso di continuare nel definanziamento della sanità pubblica e abbiamo chiaro il motivo. Evidentemente è un business forte quello della sanità privata e della malattia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Chi è che guadagna con la malattia? Soltanto chi mercifica la salute, non uno Stato che davvero, invece, ritiene di voler proteggere i propri cittadini. Bocciando quest'ordine del giorno e con questo provvedimento voi dimostrate tutta la vostra ipocrisia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/17 Quartini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).  

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1492/18 Alfonso Colucci, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Faccio seguito a quanto appena dichiarato dall'onorevole Quartini circa la qualità dell'aria e la relazione dell'inquinamento con la salute. Il Green Deal europeo ha un approccio graduale al tema del miglioramento della qualità dell'aria. Si prevede, entro il 2030, la riduzione di oltre il 55 per cento dei danni causati alla salute dall'inquinamento atmosferico ed entro il 2050 il livello zero di inquinamento dannoso per la salute. Nonostante questo, nonostante che l'Agenda 2030 italiana preveda lo sviluppo sostenibile, la neutralità climatica, un'economia pulita e circolare e la valorizzazione della biodiversità, i dati forniti dal Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente segnalano nel 2022 la vistosa distanza dagli obiettivi proposti dalla Commissione europea. Addirittura, con riferimento al biossido di azoto, sono stati registrati superamenti del possibile futuro valore annuale in maniera cospicua.

In questo contesto, parlando della situazione di Malagrotta, il gassificatore autorizzato - mi riferisco al gassificatore già autorizzato dalla regione Lazio ma mai entrato in funzione per effetto dei danni causati da un incendio - non è stato attivato proprio per i danni ingenti derivanti dall'incendio. Da informazioni giornalistiche sembrerebbe che lo Stato stia valutando la possibilità di avviare un percorso di esproprio come risarcimento in danno per l'esecuzione dei lavori di chiusura, donando l'importo del risarcimento al comune di Roma, che così avrebbe risolto il problema del trattamento dei rifiuti. Orbene, in questo quadro, quest'ordine del giorno che abbiamo presentato e del quale inviterei la Sottosegretaria a considerare una rivalutazione, impegna il Governo ad evitare, per quanto di competenza, che nella città di Roma sia data l'autorizzazione all'apertura di impianti, quali il gassificatore di Malagrotta, che possano ulteriormente compromettere la qualità dell'aria, con particolare riguardo ad aree già fortemente compromesse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/18 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/19 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/20 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1492/21 Morfino, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Morfino. Ne ha facoltà.

DANIELA MORFINO (M5S). Grazie, Presidente. Dunque rimango davvero allibita dal parere contrario su quest'ordine del giorno perché vorrei informare il Governo che, da oltre 13 anni, il nostro ordinamento nazionale ha recepito la direttiva europea relativa alla qualità dell'aria; in tal modo, anche il nostro Paese ha introdotto un insieme di metodi, di criteri, di azioni indispensabili per proteggere la qualità dell'aria o correggerla ove necessario e si individua nella promozione della ciclabilità uno dei punti fondamentali della nuova mobilità locale sostenibile negli Stati appartenenti all'Unione europea. Inoltre, vi ricordo che il PNRR ha previsto fondi per 600 milioni di euro per il rafforzamento della mobilità ciclistica a scopo turistico o ricreativo, una visione ecologica e ambientale che conduce alla mobilità ciclistica, oggi considerata un fondamentale strumento di attuazione delle politiche sostenibili, ma questa visione l'abbiamo solo noi, il Governo non ce l'ha.

Avete anche voluto abolire la parola transizione ecologica e non sappiamo proprio dove volete andare a parare. Ci sembra che voi abbiate una personalità dissociata (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), da questo punto di vista, perché noi non stiamo chiedendo nulla di trascendentale, se non di rivedere il vostro parere e di programmare e adottare un'azione utile per la promozione della mobilità ciclistica quale alternativa virtuosa. Quindi, vi chiediamo di rivedere il parere e di votare a favore di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/21 Morfino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/22 Santillo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1492/23 Fenu, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Con l'articolo 1-bis, introdotto in sede di conversione al Senato, si istituisce un fondo di 32 milioni circa per valorizzare il turismo all'aria aperta, quindi per la riqualificazione di aree attrezzate e di sosta temporanea, però esiste, in realtà, già un fondo che ha finalità analoghe ed è stato istituito il 6 novembre 2021, con il decreto-legge n. 152, su iniziativa dell'allora Ministro Massimo Garavaglia, un fondo che noi abbiamo condiviso, sostenuto e votato perché assolutamente meritevole. Il punto è che, via via, chi ha provato ad accedere a questo fondo - come ripeto, istituito nel 2021 - si è ritrovato in una sorta di trappola. Questo fondo, questa agevolazione prevedeva un credito di imposta per la riqualificazione anche energetica delle strutture alberghiere ricettive, anche all'aria aperta, e un mutuo a tasso agevolato. Per quanto riguarda il credito d'imposta, l'Agenzia delle entrate non ha ancora approntato la piattaforma per poterlo cedere, noi abbiamo fatto un'interrogazione in proposito, e pare che lo si stia preparando; il problema è che il credito deve essere usato entro il 31 dicembre 2025 e quindi risulta meno appetibile, perché chi lo compra se poi, poco più di un anno, il credito scade? Abbiamo chiesto di poterlo utilizzare anche per parti, quindi ripartito; ci è stato risposto dal Ministero che si può utilizzare solo per intero, quindi di fatto il credito è inutilizzabile.

Per quanto riguarda il mutuo a tasso agevolato, si è chiesto a chi è riuscito a entrare in graduatoria una rimodulazione dell'investimento, quindi tutti hanno ridotto l'investimento, peccato che questa rimodulazione ha comportato una riduzione della percentuale del mutuo agevolato al di sotto della soglia prevista dalla legge. Quindi, il risultato è che quasi tutti quelli che hanno avuto accesso alla graduatoria non possono utilizzare questa agevolazione, una vera e propria trappola, questo è stato. Quindi, noi, alla fine, chiediamo nell'ordine del giorno, almeno per quanto riguarda il credito d'imposta, di eliminare il limite temporale per poterlo utilizzare, di approntare la piattaforma per poterlo cedere e di consentire a chi ha creduto in questa proposta, che è stata confezionata in casa del centrodestra ed è stata trasformata in una vera e propria truffa dallo stesso centrodestra, di poterne fruire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/23 Fenu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1492/24 Auriemma, su cui il Governo ha espresso parere contrario. Avverto che è stata chiesta dal gruppo Partito Democratico la votazione per parti separate, nel senso di votare distintamente le premesse dall'impegno. Avverto, altresì, che le premesse saranno poste in votazione solo nel caso di approvazione dell'impegno. Ha chiesto di parlare la deputata Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Con il parere contrario del Governo su questo ordine del giorno si girano le spalle a centinaia di migliaia di cittadini della provincia di Napoli che sono ormai da anni esposti a un inquinamento registrato dalla regione Campania oltre i limiti di legge, inquinamento su cui, però nonostante il trend negativo degli ultimi 10 anni, la regione Campania non è mai intervenuta per capirne il fenomeno e per capire cosa fare per tutelare i cittadini della regione Campania e della provincia di Napoli.

Faccio presente che i limiti normativi previsti per la qualità dell'aria relativamente alle PM10 e alle PM2,5 sono 35 l'anno e abbiamo, nella regione Campania e nella provincia di Napoli limiti superati - a settembre - anche per 70 sforamenti, in alcune città. Si tratta di dati registrati da centraline dell'ARPA poste a ridosso di scuole e di centri urbani. Quindi, non solo la regione Campania volta le spalle a centinaia di migliaia di cittadini, ma lo sta facendo anche il Governo. Pertanto è evidente che la salute, purtroppo, non è un bene da tutelare; ma non solo non proteggiamo i cittadini: tagliamo anche le risorse alla sanità e quindi succede che non solo ti ammali in provincia di Napoli, ma non ti puoi neanche più curare, perché dopo il 10 di ogni mese tutti i malati oncologici sono costretti a pagare dalle proprie tasche le analisi e tutti gli accertamenti che devono fare per contrastare il cancro. Quindi, io chiedo al Governo un supplemento di istruttoria e di ragionamento su questo ordine del giorno, che è necessario proprio perché riguarda un'emergenza ambientale che ormai è conclamata dai dati regionali e non si può far finta di niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la Vice Ministra Gava. Ne ha facoltà.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Sì, Presidente. Accantono l'ordine del giorno n. 9/1492/24 Auriemma e approfitto anche per accantonare l'ordine del giorno n. 9/1492/25 Pavanelli, per una riformulazione.

PRESIDENTE. Dunque gli ordini del giorno n. 9/1492/24 Auriemma e n. 9/1492/25 Pavanelli sono accantonati. Passiamo, quindi all'ordine del giorno n. 9/1492/26 Trancassini, su cui c'è una proposta di riformulazione, viene accolta? Prego, onorevole Trancassini.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Sì, grazie, Presidente. Accolgo la riformulazione, chiedo però alla rappresentante del Governo se può specificarmi soprattutto il passaggio delle autovetture e dei veicoli commerciali, perché questo non l'avevo colto. Quindi, vorrei avere conferma che è così. Bene, grazie, accolgo la riformulazione.

PRESIDENTE. Quindi, l'ordine del giorno n. 9/1492/26 Trancassini è accolto con la riformulazione del Governo.

Passiamo all' ordine del giorno n. 9/1492/27 Bonelli, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/27 Bonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1492/28 Ghirra, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Il parere del Governo su quest'ordine del giorno è davvero incomprensibile, perché si impegna il Governo a prevedere, fin dalla prossima legge di bilancio, opportune risorse finanziarie volte a potenziare la mobilità sostenibile attraverso l'incremento del trasporto pubblico collettivo e della mobilità condivisa, con l'obiettivo di aumentare le reti metropolitane e tramviarie cittadine quali alternativa alla mobilità privata in grado di ridurre sensibilmente il carico emissivo degli inquinanti. Probabilmente alla Vice Ministra non interessa quello che sto dicendo, Presidente…

PRESIDENTE. Prego, prosegua.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Credo che sia importante avere l'attenzione del Governo anche perché, magari, si potrebbe accettare come raccomandazione quest'ordine del giorno, visto che sappiamo bene che la maggior parte dei cittadini, ma anche delle merci, viaggia in Italia, attualmente, con il trasporto privato e solo il 7,6 per cento utilizza il trasporto pubblico locale e l'11 per cento il trasporto su ferro, quando l'obiettivo per il 2030 è del 30 per cento. Io mi chiedo come potremo raggiungerlo, così come mi chiedo come potremo raggiungere la neutralità climatica nel 2050, visto che allora il settore dei trasporti dovrà vedere abbattute le proprie emissioni del 90 per cento.

Bisognerebbe tenere conto anche che il livello di inquinamento dell'aria nel nostro Paese è estremamente alto rispetto agli altri Paesi dell'Unione europea - nel 2022, si sono registrate 52.000 morti premature a causa dell'inquinamento dell'aria - eppure abbiamo discusso oggi di questo decreto approdato in fretta e furia alla Camera, nonostante ci fossero tutti i tempi per ragionarci con maggiori approfondimenti.

È un decreto che, come abbiamo detto, non agevola la chiusura delle procedure d'infrazione che sono state avviate dalla Commissione europea per la disapplicazione della direttiva della qualità dell'aria, che esclude, ancora una volta, la partecipazione delle regioni dalle scelte strategiche, che sembra essere diventata un pretesto per assegnare un fondo da 50 milioni di euro al Ministero del Turismo per politiche di sostenibile sembrano avere ben poco e per ampliare l'aeroporto di Malpensa eludendo le procedure di VIA.

Vice Ministra, io confido che, se non con l'approvazione di quest'ordine del giorno, il Governo segni un cambio di rotta rispetto alle politiche sulla mobilità collettiva, perché gli interventi che ci sono stati finora sono del tutto insoddisfacenti e non garantiscono al nostro Paese una qualità dell'aria e della vita per le cittadine e i cittadini dignitosa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/28 Ghirra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Ordine del giorno n. 9/1492/29 Evi: parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/29 Evi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1492/30 Grimaldi, parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Sono sincero, non sono per nulla stupefatto, forse l'unica cosa che mi viene da aggiungere, alla fine di questa lunga discussione, è che, in un anno dall'inizio di questa legislatura, siamo riusciti a parlare di cambiamenti climatici e qualità dell'aria per sbloccare le trivelle e per fare delle deroghe ai diesel.

Io credo che qualsiasi studente, docente, ricercatore, analista che abbia ascoltato anche solo qualche minuto di questa discussione surreale potrebbe dirci: ma in che anno sono capitato? Com'è possibile che, davanti a tre procedure d'infrazione concluse e una in corso, l'Italia riesca a festeggiare un'ulteriore deroga? Siamo il Paese che più di tutti ha violato la direttiva sulla qualità dell'aria. La Corte UE dichiarato l'inadempimento dell'Italia sia per il mancato rispetto sistematico e continuativo del valore limite annuale fissato per il biossido d'azoto in varie zone concernente la qualità dell'aria, sia per la mancata adozione di misure atte a garantire il rispetto nelle zone, soprattutto, della Pianura padana. Oltretutto, i diesel Euro 5 sono la categoria più coinvolta nel “Dieselgate”, con le emissioni dichiarate più lontane da quelle effettive. Eppure, visto che parliamo della mia regione di appartenenza, tra l'altro, la regione Piemonte ha avuto due anni per accompagnare la decisione del blocco al 2023, presa non oggi, ma, appunto, due anni fa. Invece ha aspettato il 30 giugno del 2023 per rendere quella delibera attuativa, anzi, gioendo delle proroghe dell'Unione europea. Insomma, una scelta miope.

Noi che cosa chiediamo con quest'ordine del giorno? Chiediamo di fare quello che altri Governi europei fanno e, in particolare, sul tema del trasporto pubblico. I trasporti sono responsabili - e questo lo dicono tutte le analisi dell'Unione europea - del 25 per cento delle emissioni dei gas serra all'interno del vecchio continente e del consumo di quasi il 70 per cento di tutto il petrolio utilizzato nell'Unione europea. Per questo, per noi incentivare il treno e il trasporto pubblico non è solo fondamentale per ridurre le emissioni di gas serra, ma, soprattutto, per rispondere a tutte le vostre obiezioni.

Per questo, per esempio, in Germania, nei primi due mesi di sperimentazione del cosiddetto climate ticket, cioè un biglietto climatico, sono stati venduti 27 milioni di biglietti. Proprio oggi, il nuovo Governo spagnolo, quello che si sta insediando in queste ore, ha annunciato l'avvio di una strategia proprio sull'abbattimento e la gratuità del trasporto pubblico, a partire da un climate ticket (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Insomma, non c'è bisogno di andare tanto lontano: bisognerebbe smetterla di fare i “climafreghisti” e guardare quello che ci succede attorno, e non parliamo solo di morti premature, ma parliamo di un giudizio universale che è attorno a noi. Siete gli ultimi a volerlo vedere (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/30 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Ordine del giorno n. 9/1492/31 Zanella: parere contrario del Governo.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/31 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Ordine del giorno n. 9/1492/32 Dori: parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Secondo l'Agenzia europea dell'ambiente sulla qualità dell'aria, la Pianura padana risulta l'area europea dove si respira l'aria peggiore, con i più alti livelli di particolato PM10 e PM2,5… Scusi, Presidente, io non sento la mia voce.

PRESIDENTE. Aspettiamo che l'Aula si silenzi. Prego, prosegua.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Dall'ultimo report dell'Agenzia europea dell'ambiente di marzo 2023 una parte consistente della Lombardia risulta il fanalino di coda in Europa per la qualità dell'aria. Per l'Agenzia europea dell'ambiente l'inquinamento atmosferico è ancora il maggior pericolo ambientale per la salute in Europa. Di smog si muore! Dati alla mano, le principali cause di formazione del particolato fine sono: gli impianti di riscaldamento, per il 37 per cento; gli allevamenti intensivi, per i1 17 per cento; i trasporti, per il 14 per cento; il settore industriale, per il 10 per cento.

Nel novembre 2022 Greenpeace ha elaborato una mappa degli allevamenti intensivi in Italia sulla base dei dati inseriti nel registro europeo delle emissioni e di trasferimenti di sostanze inquinanti. L'ammoniaca è una sostanza rilasciata principalmente dalle attività agricole e concorre in maniera importante a formare lo smog che respiriamo. Una volta liberato in atmosfera questo gas si combina con altre componenti - ossidi di azoto e di zolfo - generando le pericolose polveri fini. Sul totale di 894 allevamenti intensivi presenti in Italia che nel 2020 hanno comunicato le loro emissioni di ammoniaca al registro europeo, in Lombardia sono presenti 462 allevamenti intensivi, quindi oltre la metà, con un'emissione di 11.600 tonnellate di ammoniaca sulle 20.757 tonnellate totali in Italia.

Con questo ordine del giorno, noi chiediamo una riflessione sugli allevamenti intensivi, chiediamo accordi e non decisioni di imperio, accordi di programma con soggetti pubblici e privati, incluse le associazioni di categoria del settore agricolo. Quindi, sostanzialmente prendiamo atto che non c'è una vera volontà da parte del Governo, al di là degli annunci, delle finalità annunciate di questo decreto, di andare davvero verso un miglioramento della qualità dell'aria. Ne prendiamo atto e chiedo che l'ordine del giorno venga messo ai voti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/32 Dori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1492/33 Zaratti proposta dal Governo e chiede che l'ordine del giorno sia posto in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/33 Zaratti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1492/34 Zinzi.

Sull'ordine del giorno n. 9/1492/35 Enrico Costa c'è un parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (A-IV-RE). Questo ordine del giorno vuole sollevare un tema molto significativo che è quello della responsabilità penale degli amministratori, che siano sindaci o presidenti di regione, per inquinamento. Si tratta di un reato cosiddetto omissivo e, cioè, in sostanza si considera che essi cagionino attraverso le loro omissioni degli inquinamenti.

In Piemonte, la procura della Repubblica di Torino ha indagato e ha mandato a giudizio, con la citazione diretta, l'ex governatore Sergio Chiamparino e gli ex sindaci Piero Fassino e Chiara Appendino; questo per il periodo fino all'anno 2019.

Ora, io mi chiedo: è giusto che ci sia una responsabilità da posizione, perché di fatto è una responsabilità da posizione, rispetto a fenomeni che molto spesso sono difficilmente controllabili e che la legge, invece, non definisca in modo puntuale quali debbano essere gli elementi e i protocolli da rispettare? Infatti, se c'è un protocollo e non viene rispettato è evidente che c'è una valutazione oggettiva. Invece, in questo caso c'è una valutazione soggetta a un forte livello di interpretazione da parte del magistrato.

Io non dimentico un dato: i reati con citazione diretta a giudizio hanno il 50 per cento di assoluzioni nel nostro Paese, ma noi sappiamo che per un amministratore, per un sindaco, un processo così lungo è già una pena ed è già un problema dal punto di vista dell'immagine e dal punto di vista del peso del proprio lavoro. Oggi è toccato e tocca amministratori dell'area del centrosinistra e del MoVimento 5 Stelle, ma può toccare tutti.

Io chiedo in quest'ordine del giorno che il Governo si impegni a valutare queste norme, a intervenire perché ci sia una delimitazione. Se ci sono delle responsabilità è giusto che vengano accertate e che vengano sanzionate, ma lasciare una libertà così ampia è impossibile. Prima ho parlato con la Vice Ministra. Il parere, ovviamente, non è suo specifico e state a sentire chi mi ha dato il parere: il parere è arrivato dal Ministero della Giustizia, dai magistrati dell'ufficio legislativo del Ministero della Giustizia che al 99 per cento sono magistrati e, ovviamente, non vanno a smentire i loro colleghi. Se noi vogliamo votare contro e andare con il Governo facciamolo pure, però ritengo che il Governo forse un accantonamento dovrebbe concederlo, perché è una situazione molto delicata (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno pone oggettivamente un problema e anche noi riteniamo che la questione debba essere meglio valutata, anche da parte del Governo. Per questa ragione sosteniamo la richiesta di accantonamento formulata dall'onorevole Enrico Costa.

PRESIDENTE. Abbiamo ascoltato, però se il Governo non accantona quest'ordine del giorno dobbiamo metterlo in votazione.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Accantono l'ordine del giorno n. 9/1492/35 Enrico Costa.

PRESIDENTE. Accantonato l'ordine del giorno n. 9/1492/35 Enrico Costa, dobbiamo tornare, comunque, agli altri ordini del giorno che sono stati accantonati.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1492/7 Ubaldo Pagano.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Presidente, il parere sull'ordine del giorno n. 9/1492/7 Ubaldo Pagano è sempre contrario sulle premesse. Per quanto riguarda gli impegni, invece, viene espunto “impegna il Governo”, anche alla luce dei dati riportati in premessa e diventa: nel primo impegno “impegna il Governo a valutare di prevedere (…)”; nel secondo impegno “a valutare a partire (…)”; nel terzo impegno “a valutare (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1492/24 Auriemma il parere è sempre contrario sulle premesse. Invece, l'impegno è riformulato con “a valutare l'opportunità (…)” ed espungendo “senza ulteriore ritardo” e, quindi, diventa “a valutare l'opportunità di aprire un tavolo con il Ministero”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1492/25 Pavanelli il parere è favorevole, a condizione che sia così riformulato: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, qualora ne ricorrano le condizioni e compatibilmente con i vincoli di equilibrio di finanza pubblica, di adottare misure volte a favorire il recupero e la valorizzazione di rami ferroviari di carattere locale, al fine di pervenire al potenziamento di soluzioni trasportistiche sostenibili”.

PRESIDENTE. Sta bene. Quindi, teniamo ancora in sospeso l'ordine del giorno n. 9/1492/35 Enrico Costa.

Sugli altri tre, gli ordini del giorno n. 9/1492/7 Ubaldo Pagano, n. 9/1492/24 Auriemma e n. 9/1492/25 Pavanelli c'è la proposta di riformulazione da parte del Governo. Dunque, ai primi firmatari o ai rispettivi gruppi il compito di dire se sono d'accordo o meno sulla proposta di riformulazione.

Deputato Ubaldo Pagano, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1492/7?

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non posso accettare questa riformulazione, anche perché, così come dicevo nell'intervento che avevo fatto, sinceramente senza la premessa e soprattutto senza un'indicazione di senso compiuto finisce per essere semplicemente un pannicello caldo.

A questo punto mi corre l'obbligo di verificare e valutare come intendano votare anche i colleghi, dalla cui relazione introduttiva della PDL è stato tratto in maniera pedissequa questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/7 Ubaldo Pagano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1492/24 Auriemma: accetta la riformulazione del Governo, deputata Auriemma?

CARMELA AURIEMMA (M5S). Presidente, accetto la riformulazione e chiedo che venga messo ai voti, così come riformulato.

PRESIDENTE. Vice Ministra, lei ha espunto la premessa e ha riformulato gli impegni, giusto?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Sull'ordine del giorno n. 9/1492/24 Auriemma, il parere è contrario sulla premessa, mentre sugli impegni c'è una riformulazione nel senso di inserire “valutare l'opportunità di” ed espungere le parole “senza ulteriore ritardo”.

PRESIDENTE. Prego, deputata Auriemma.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Mi scusi, Presidente. Non avevo sentito sulle premesse. Le premesse sono i dati accertati, non si possono eliminare. Cioè, ci sono dei dati accertati, pubblicati, pubblici. Perché questo Governo deve votare contro una cosa che non dice il MoVimento 5 Stelle, ma dice la regione Campania con i propri dati ufficiali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? A questo punto, non accetto la riformulazione e chiedo che sia messo ai voti così com'è.

PRESIDENTE. Non essendo accolta la proposta del Governo, possiamo votarlo per parti separate. Quindi, votiamo prima il dispositivo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/24 Auriemma, limitatamente al dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Essendo stato respinto l'impegno, non sarà posta in votazione la premessa.

Sull'ordine del giorno n. 9/1492/25 Pavanelli c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: la accetta?

EMMA PAVANELLI (M5S). No, Presidente. Non accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/25 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

A questo punto abbiamo in sospeso, cioè accantonato, soltanto l'ordine del giorno n. 9/1492/35 Enrico Costa. Vice Ministra Gava?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Sì, Presidente. Il Governo si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Signor Presidente, stiamo parlando di una questione delicata, che investe decenni di battaglie, una volta si diceva “in nome del popolo inquinato”. C'era un pretore che si chiamava e si chiama Gianfranco Amendola, che scrisse In nome del popolo inquinato e che portò avanti una serie di battaglie proprio sul tema dell'inquinamento dell'aria. Battaglie dal punto di vista giuridico, intendo: chiedo scusa, ho usato un termine improprio, che è dipeso da me, ovviamente. Ora, quando nel dispositivo di questo ordine del giorno leggo “alcuni effetti di inquinamento atmosferico e di cambiamento climatico, non direttamente prevedibili ed evitabili”, francamente io sono abbastanza stupito nel sentire che i fenomeni di inquinamento e di cambiamento climatico non siano direttamente prevedibili, perché oggi la misurazione dell'inquinamento delle nostre città non solo è prevedibile, ma è ampiamente monitorata dai dati di cui oggi stiamo discutendo e a cui si sta andando a derogare. Oggi, sul fatto di impedire che l'autorità giudiziaria eserciti una funzione importante in assenza di interventi da parte delle istituzioni, la domanda sorge spontanea: chi deve intervenire per impedire che l'inquinamento crei nocumento alla salute pubblica? Questo è un problema molto serio. Ecco perché io sono assolutamente contrario, da questo punto di vista, a questo ordine del giorno, perché non pone il problema di una responsabilità che esiste e pone, invece, un problema drammatico, per quanto mi riguarda e ci riguarda, di profonda deresponsabilizzazione nei confronti dell'inquinamento che produce vittime nelle nostre città (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Valentina D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Pur comprendendo che il tema su una sorta di responsabilità oggettiva imputabile ai sindaci per tutto lo scibile umano praticamente esiste, noi siamo del parere che si debba agire sul testo unico degli enti locali, per riperimetrare finalmente la responsabilità amministrativa rispetto alla responsabilità politica.

Inoltre, aggiungo un'ulteriore considerazione: noi non deleghiamo e non sollecitiamo a questo Governo alcun intervento in materia penale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché noi sappiamo che questo Governo fa solo danni in materia penale. Quindi noi voteremo contro qualsiasi ordine del giorno che impegni il Governo a intervenire in materia penale. Noi assolutamente non possiamo votare qualcosa del genere e quindi voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Per chiedere, se è d'accordo il primo firmatario, di sottoscrivere l'ordine del giorno, a nome di tutto il gruppo di Noi Moderati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Grazie, Presidente. Probabilmente, non è stato colto il senso di questo ordine del giorno, che va a tutelare gli amministratori locali per il solo fatto della loro responsabilità penale da mera posizione. E allora, oggi che si celebra anche il congresso dell'ANCI, noi vogliamo dare un segnale forte per gli amministratori locali (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Azione-Italia Viva-Renew Europe). Questo ordine del giorno proviene dai banchi dell'opposizione, ma quando un problema è oggettivamente giusto e fondato, il gruppo di Forza Italia lo sostiene e, a nome del gruppo, dichiaro che lo sottoscriviamo, tutti quanti i componenti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1492/35 Enrico Costa, su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1492​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Colleghi, abbiamo due possibilità che ci offre il calendario dei lavori. La prima è quella di proseguire senza sospendere anche oltre le ore 20, che era il termine stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo. La seconda è di sospendere la seduta e di riprenderla alle 21.

Per proseguire e oltrepassare l'orario stabilito abbiamo ovviamente bisogno di un mandato da parte dei gruppi. Se siamo tutti d'accordo, proseguiamo. Non ci sono obiezioni, quindi procediamo.

Ha facoltà di intervenire il deputato Franco Manes.

FRANCO MANES (MISTO-MIN.LING.). Signor Presidente, consegnerei il discorso, se siamo d'accordo, e annuncio l'astensione della componente Minoranze linguistiche del gruppo Misto (Applausi).

PRESIDENTE. Autorizzo la consegna della sua dichiarazione di voto.

Ha chiesto di intervenire sempre per dichiarazione di voto il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, noi come gruppo di Noi Moderati dall'inizio della legislatura siamo al lavoro per sostenere le ragioni del mercato e del sistema industriale coniugandole nell'ottica della transizione verso un'economia sostenibile. Per questo annunciamo il voto favorevole del gruppo Noi Moderati e chiedo di essere autorizzato a depositare il mio intervento (Applausi).

PRESIDENTE. Autorizzo la consegna del suo intervento.

Ha chiesto di parlare il deputato Angelo Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Colleghi!

ANGELO BONELLI (AVS). Signor Presidente, interverrò perché questo provvedimento non può esaurirsi nella voglia e nella velocità di concludere i lavori. Stiamo parlando di un decreto che attiene alla vita delle persone, alla salute e all'ambiente. Ed è un provvedimento questo, cari colleghe e colleghi e signora viceministra, e lo dico con il massimo rispetto, che è stato voluto dal ministro Salvini solo ed esclusivamente in chiave elettorale, perché siccome ci saranno le elezioni regionali in Piemonte e siccome il Presidente della regione Piemonte aveva adottato un provvedimento che stava creando problemi cosa si fa? Si fa una proroga di un anno… Signor Presidente, abbia pazienza, io con tutta la buona volontà non che il mio intervento entrerà negli annali della Camera dei deputati, però francamente...

PRESIDENTE. Ha ragione, ero già intervenuto prima e mi sembrava che si fosse creato il clima migliore. Aspettiamo un secondo e chiedo ai deputati di andare a parlottare fuori, se ritengono. Colleghi …

Intanto, non si danno le spalle alla Presidenza, ma, soprattutto, non si può disturbare chi sta svolgendo la propria dichiarazione di voto. Se avete bisogno di confrontarvi e parlare, potete tranquillamente farlo fuori dall'Aula.

Prego, deputato Bonelli, prosegua.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Dicevo che questo provvedimento non risponde alle contestazioni e alle sentenze della Corte di giustizia, ha solamente una chiave di lettura politica che è quella del ministro Salvini di dare una risposta, dal punto di vista elettorale, per consentire la proroga di un anno, ma non risolverà alcun tipo di problema.

Non ci sono provvedimenti strutturali, non c'è la previsione di un piano unico di qualità dell'aria nazionale che si coordini con i piani regionali di qualità dell'aria, ma la cosa principale è che non ci sono risorse sulle questioni che riguardano, ad esempio, il trasporto pubblico, la riduzione dell'inquinamento derivante anche dagli allevamenti intensivi, da settori residenziali dal punto di vista della dissipazione energetica e, quindi, delle emissioni. Non c'è nulla di tutto ciò e c'è una proroga che ha un sapore esclusivamente elettorale.

Questo decreto non dà alcuna risposta nemmeno a ben tre procedure di infrazione per tre inquinanti come le PM10, il PM2,5 e il biossido di azoto. Vedete, avete detto no a introdurre con un nostro emendamento, che determinerebbe anche una serie di misure restrittive dal punto di vista dell'inquinamento, a un inquinante che è già contestato dalle sentenze della Corte di giustizia.

Avete un modo di legiferare che, non solo è superficiale e approssimativo, ma è estremamente preoccupante, perché esponete il nostro Paese a un'analoga e un'ulteriore defezione davanti alla Corte di giustizia. Noi abbiamo territori che sono drammaticamente inquinati e si va dalla Valle del Sacco, al territorio ricadente tra Napoli e Caserta, alla zona della pianura ovest e pianura est in Emilia-Romagna, a Milano, a Bergamo, Brescia, Roma, Venezia, Treviso, Padova, Vicenza, Verona, Torino, Palermo, le zone di Prato-Pistoia, Valdarno pisano, Piana lucchese, Conca ternana, zona costiera collinare di Benevento e all'area industriale della Puglia. Sono zone dove già ci sono provvedimenti ben precisi di contestazione dell'Unione europea, ma anche relazioni precise dalle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente su cui voi non date alcun ascolto.

E poi veniamo a una serie di punti. Avete voluto inserire in questo decreto la vicenda di Malpensa, che non c'entra nulla con le motivazioni che, al fine di dare una risposta al tema della riduzione delle emissioni, si decide di ampliare l'aeroporto di Malpensa. Ma perché fate questo? Perché il Ministero dell'ambiente ha già dato un parere negativo tranchant dal punto di vista della valutazione d'impatto ambientale. Questo decreto ha detto in maniera molto chiara che quella è un'opera che impatta dal punto di vista ambientale e oggi voi avete avuto l'ardire di scrivere, nel dichiararla opera d'interesse strategico, che tra le motivazioni c'è il fatto che si ridurrebbero le emissioni, esattamente il contrario di quello che dice il suo ministero, viceministra Gava. Francamente questa schizofrenia, diciamo politica, perché non ha nulla a che vedere con il diritto è inaccettabile, perché se il Ministero dell'ambiente con proprio atto dice che la valutazione d'impatto ambientale è negativa, voi nelle motivazioni che cosa scrivete? Che si dichiara opera d'interesse strategico per rifare ulteriormente la valutazione d'impatto ambientale e arrivare a un parere a voi favorevole. Ma così si piegano le istituzioni a una volontà politica di organismi tecnici autonomi che devono agire nel nome dell'interesse pubblico. Distruggere 45 ettari del Parco del Ticino di foreste e di brughiere è per noi assolutamente inaccettabile e non c'entra nulla con il tema delle emissioni, anzi c'è un peggioramento delle emissioni, perché tutte le merci arriveranno con i TIR e altro e poi dovremmo preferire il tema del trasporto su ferro.

Avete inserito una norma voluta chiaramente dalla ministra Santanchè, che è sempre onnipresente, con 33 milioni per realizzare le aree sosta camper. Ecco qualcuno deve spiegare agli italiani, al cittadino di Roma che ogni giorno fa fatica a prendere i trasporti perché non ci sono le risorse, cosa c'entrano i 33 milioni per le aree soste camper.

Ora vi darò adesso alcuni dati da cui capirete la profonda vostra inadeguatezza ad affrontare un tema di questo genere e di come piegate le istituzioni ai vostri interessi elettorali e non per tutelare la salute delle persone. Sapete che nelle prime 13 posizioni globali noi abbiamo due città come quelle più congestionate dal punto di vista del traffico: la prima e Palermo e la seconda è Roma, poi seguono altre città.

A Palermo, i cittadini perdono, ogni anno, 121 ore nel traffico, a Roma 107. Sapete - vi do anche altri dati - quanti chilometri di metropolitane ha Roma? Sono 59 i chilometri di Roma, ma la sola città di Madrid ne ha 294, Parigi 227, Londra 406 chilometri. In tutta Italia abbiamo solo 248 chilometri di metropolitana, eppure, ancora oggi dobbiamo fare una battaglia per intervenire e investire sul trasporto pubblico.

Nemmeno i dati epidemiologici dell'Agenzia europea dell'ambiente, che escono ogni anno - tra poco uscirà il report relativo al 2022 -, vi fanno capire, vi portano verso una valutazione diversa che dovrebbe essere quella di avere maggiore attenzione rispetto alla questione della tutela dell'ambiente e della salute, in particolar modo, per quanto riguarda i decessi annui da PM 2,5, che sono determinati dall'Agenzia europea per l'ambiente in 52.000.

Il Governo dovrà adeguarsi alle direttive della qualità dell'aria che saranno molto più stringenti. I nuovi air quality goal impongono una notevole sfida per il nostro Governo, per il Paese, ma voi siete assolutamente fermi. Se dovessimo applicare, oggi, quei criteri che l'Unione europea e l'Organizzazione mondiale della sanità ci indicano, avremmo il 76 per cento delle città fuorilegge e, invece, dovremo adeguarci rapidamente. Quello che state facendo è un passo indietro.

Tocco un punto che per noi sarà fondamentale da qui ai prossimi mesi e ai prossimi anni e che riguarda il tema del ponte sullo Stretto di Messina, perché troviamo assolutamente intollerabile, nei confronti del Paese, che questo Governo, nel momento in cui ha il trasporto pubblico in ginocchio nelle maggiori città italiane, pensi, secondo il dato unico ufficiale che sta nella NADEF - hai voglia che Salvini ci venga a dire che costa 12 miliardi, una volta dice 7, un'altra 6, come se fossero numeri del lotto - a 14,6 miliardi di euro.

Signor Presidente, Vice Ministra, sapete cosa possiamo fare con 14,6 miliardi di euro? Sapete cosa potremmo realizzare con queste risorse? Potremmo realizzare 146 chilometri di metropolitane oppure 730 chilometri di tramvie, oppure acquistare 19.000 autobus elettrici, oppure realizzare un mix di queste cose e avere 90 chilometri di nuove metropolitane, 120 chilometri di tranvie e 4.500 nuovi autobus. Cambieremmo la vita delle nostre città, cambieremmo la vita e la salute delle nostre persone (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Ecco perché vi riteniamo irresponsabili! Siete degli irresponsabili nei confronti della vita dei cittadini italiani e non investite nel trasporto pubblico e volete investire in un capriccio di un Ministro della Repubblica…

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente!

PRESIDENTE. Concluda.

ANGELO BONELLI (AVS). …che vuole sperperare i soldi dello Stato italiano per farsi la campagna elettorale, mentre le città italiane affondano nello smog e affondano nel disastro del trasporto pubblico! Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, si deve rivolgere alla Presidenza! Non è che vale solo per noi!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Daniela Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Cercherò di condensare il mio intervento, però, certamente, alcuni aspetti li vogliamo rimarcare. Intanto, il primo tema è che, di fronte a una sfida decisiva che si gioca su scala globale, riteniamo che il Governo si sia limitato sostanzialmente a concedere 12 mesi alle regioni del bacino padano, perché aggiornino i rispettivi piani di qualità dell'aria, individuando le misure per il raggiungimento degli standard previsti dalla legge.

Inoltre, dite che non si possono mettere a rischio famiglie e imprese in nome dell'ambientalismo, benissimo, siamo d'accordo. Anche noi riteniamo che inseguire a tutti i costi l'ideologia verde senza considerare le inevitabili ricadute sul sistema produttivo sia un errore, ma è anche vero che chi governa deve trovare il modo di coniugare transizione ecologica ed esigenze del mondo produttivo.

Allora, pensiamo che ci sia bisogno di interventi a sostegno della mobilità sostenibile, soprattutto, su ferro, ci sia bisogno di incentivi all'uso del trasporto pubblico, ci sia bisogno di piani di riforestazione, ci sia bisogno di interventi a favore dell'industria, dell'agricoltura e della zootecnia, per l'adozione di tecniche produttive a basso impatto ambientale. Invece, al di là di ambiziose dichiarazioni d'intenti, in questo provvedimento di sostanziale non c'è praticamente nulla. Manca, soprattutto, una pianificazione strategica, una visione di sviluppo che coniughi sostenibilità ambientale ed esigenze delle imprese. Si prende tempo, rinviando la ricerca di una vera soluzione a data da destinarsi.

Quando si parla di territorio - sono un amministratore locale - rimango particolarmente toccata, perché è come se non ci si rendesse conto che c'è una parte molto importante, troppo importante, del nostro territorio che non è servita dal trasporto pubblico locale, che vive disagi enormi. Ebbene, non ho mai visto attenzione, non dico a risolvere, ma nemmeno ad affrontare questo problema. C'è stato un taglio dei chilometraggi, quindi, stiamo regredendo, piuttosto che avanzando, ed è vero che, se il trasporto pubblico locale è insufficiente, si utilizza l'auto e, ovviamente, si produce inquinamento.

Pensiamo che, invece della programmazione, si sia scelta la fuga dalle responsabilità, lasciando le regioni sole. È come se si fosse detto: va be', dai, vedetevela voi, come se si trattasse, tra l'altro, di un problema delle quattro regioni del bacino padano e non piuttosto di una questione nazionale e che andrebbe affrontata come tale.

Ecco, si è parlato di turismo, di risorse stanziate, ma, sempre per il motivo che sono una collega parlamentare, ma sono anche un amministratore locale, so benissimo che le somme che vengono stanziate oggi, che verranno trasferite alle regioni per i piani del turismo, eccetera, eccetera, ci vorranno anni prima che vengano utilizzate, prima che i progetti siano operativi.

Oggi, è stato ricordato un momento importante dell'ANCI; c'è una dichiarazione, della Presidente Giorgia Meloni, che, da un lato - mi fa piacere leggerla -, dice di lottare contro la desertificazione delle aree, dice ai sindaci: metteremo delle risorse; dall'altro lato, i sindaci sanno bene che queste risorse difficilmente arriveranno, perché sappiamo quanto sia sacrificata la legge di bilancio e sappiamo quanto, sempre di più, vengano desertificate queste aree.

Ebbene, signor Presidente, colleghi, concludo il mio intervento dicendo che questo è un modo di procedere che non ci appartiene e rispetto al quale siamo agli antipodi, perché per noi governare significa assumersi l'onere delle scelte, significa trovare le soluzioni e le risposte ai problemi dei cittadini, all'insegna della concretezza e della serietà. Ed è per queste ragioni, che, a nome del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe, annuncio il voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Erica Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ringrazio i colleghi presenti e consegnerò il mio intervento a nome del gruppo di Forza Italia (Applausi). Sicuramente, Forza Italia non ha necessità, in questo momento, di esprimere ulteriormente la propria posizione, ha già fatto un grande lavoro al Senato in fase di discussione e di approvazione del provvedimento, ma anche nei mesi precedenti, dando un impatto forte a questo provvedimento, sia qui sia in fase europea, grazie all'impatto forte del nostro Ministro all'Ambiente e della sicurezza energetica, Pichetto Fratin.

Ci sono alcuni temi importanti che abbiamo trattato, dal traffico interno alle aree urbane al fatto di non bloccare, come prevedevano molte città, l'Euro 5; ahimè, in molte, quasi tutte governate dalla sinistra, tipo Firenze, ciò non è stato possibile, e proprio per questo ho presentato un'interrogazione in Parlamento, ma ci sono tante altre situazioni.

Abbiamo dato un impulso importante sul tema dell'agricoltura, che non deve essere più un modo per consumare energia, ma per produrla, e abbiamo dato anche valorizzazione alla mobilità pubblica e privata, perché per noi la mobilità privata ha un peso importante, è una conquista che abbiamo avuto nel nostro Paese e non possiamo certo bloccarla.

Solo un dato voglio rammentare e poi consegno il mio intervento: il PIL europeo rappresenta il 25 per cento di quello mondiale. Per produrre questa ricchezza l'Unione europea emette in atmosfera sono il 6,4 per cento del gas mondiale. Questo è un dato su cui dobbiamo riflettere. Per tutto il resto da parte dell'opposizione ho sentito solamente demagogia. Questi sono i dati, l'Europa e l'Italia sono fra le parti del mondo che meno inquinano. Non abbiamo fatto tutto, certo, dobbiamo fare ancora molto, ma non possiamo fare una tragedia, come ho sentito fare fino ad oggi da parte dell'opposizione.

Sappiamo benissimo che le emissioni più gravi non sono tanto quelle del traffico e della mobilità, ma quelle del riscaldamento degli edifici, per cui qui dobbiamo agire come Parlamento e come maggioranza e sono certa che nei prossimi 4 anni lo faremo. C'è una proposta di legge, a mia prima firma, di Forza Italia che va proprio in questa direzione, per cui lavoriamo sulle cose necessarie, serie e concrete, senza penalizzare i cittadini, gli imprenditori, i professionisti, ma con il buonsenso procediamo in questa direzione. Per cui il nostro voto sarà favorevole e consegnerò il mio intervento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Denuncio l'assenza del Ministro Pichetto Fratin, pur ringraziando assolutamente la Vice Ministra che ci ha seguito nei lavori di Commissione e adesso ci ha seguito tutto il pomeriggio. Denuncio l'assenza del Ministro Pichetto Fratin che, ogni volta che si parla di ambiente, capisco che non metta la faccia neanche sui suoi provvedimenti, ma è sempre assente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Poi vorrei fare anche un'altra denuncia, perché trovo vergognoso che, in un decreto così, addirittura le dichiarazioni di voto vengano depositate, non si riesce ad ascoltare il parere che questa maggioranza ha su questo decreto, nemmeno in dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa cosa la trovo proprio vergognosa (Commenti del deputato Foti). Sfrutto il mio intervento…Adesso non avete più la possibilità di parlare, perché adesso tocca al MoVimento 5 Stelle. Potevate parlare prima (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sfrutto il mio intervento per iniziare da una domanda: quanti in quest'Aula sanno che in Italia ogni giorno muoiono 140 persone, che sono circa, purtroppo, 70.000 persone l'anno? Solo nella regione Lombardia i dati diventano veramente allarmanti, si parla di 13.000 persone all'anno.

Basta scorrere i titoli dei giornali anche per capire quanto sia tragica la situazione. Sanità24: “Di smog si muore, è tempo di agire”. L'allarme dell'Ordine dei biologi: in Italia 80.000 morti premature ogni anno. Open: “Inquinamento atmosferico, in Europa, è una crisi di salute pubblica. E in Italia è ancora peggio”. Quotidiano Sanità: “Cambiamento climatico e inquinamento atmosferico, due facce della stessa medaglia”.

Alla luce di questa fotografia inquietante per tutti e tutte noi, qual è la risposta del Governo? Quale strategia ha in programma? L'Indipendente: “Aria irrespirabile a causa dell'inquinamento, allarme in 58 province italiane”. E poi, dulcis in fundo, la ciliegina sulla torta, un'intervista del Ministro Pichetto Fratin: “Bisogna tenere i piedi per terra (…). Si pensi alla Pianura Padana, che è un luogo particolarmente inquinato per il PM10, per l'anidride carbonica, per gli ossidi di azoto e altro”.

In questa cornice di titoli e dati allarmanti abbiamo tutti capito che il Governo si gonfia il petto davanti ai cittadini, ma nella realtà partorisce un topolino.

Infatti, ci troviamo davanti ad un decreto che è totalmente cieco, inadeguato, completamente insufficiente. Un decreto in cui si riscontra il grande assente. Sapete qual è? L'ambiente! Potremmo scrivere un libro: “Le occasioni perdute del Ministro Fratin” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché questa rappresenta, purtroppo, l'ennesima occasione persa.

Sapete che la strategia ambientale del Green Deal europeo rappresenta uno dei pilastri della politica comunitaria, e quindi anche del nostro Paese, e che la stessa prevede un approccio verso la definizione di standard di qualità dell'aria europei nella prospettiva di favorire un pieno allineamento con le linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità. Parlare di inquinamento atmosferico oggi vuol dire parlare di temi come salute e ambiente, che sono temi interconnessi tra di loro.

Comprendo che sia difficile avere l'attenzione del Governo e della maggioranza quando parliamo di strategie ambientali. Voglio, però, ricordare a quest'Aula cosa ha fatto il MoVimento 5 Stelle per affrontare l'identico problema dello sforamento del particolato: buono mobilità, incentivi al trasporto scolastico ecologico, quindi gli scuolabus green, riforestazione urbana. Abbiamo fatto nascere le ZEA, cioè le zone economiche ambientali, che poi corrispondono alle nostre aree protette. Abbiamo dato incentivi per far partire i green corner, penso anche alle macchinette mangia plastica, a campagne serie di sensibilizzazione e di informazione.

Abbiamo trasformato il CIPE, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, in CIPESS, cioè abbiamo messo quella parte di sviluppo sostenibile che dava una linea guida per tutte le misure che poi si andavano ad attuare, e tantissime altre misure.

Certo, noi avevamo la consapevolezza di non poter risolvere il problema dell'inquinamento nell'immediatezza, ma avevamo programmato azioni a breve, medio e lungo periodo. Oggi le destre fanno le loro scelte, lontanissime da noi, lontanissime dalla realtà.

Scegliete di non decidere e scegliete di non prendervi responsabilità, scegliete di non scegliere. Lo fate per tutto, figuriamoci ora per il problema della qualità dell'aria, e magari farete un decreto fra 12 mesi che va a prorogare e rinviare il problema. In questo vi nascondete dietro la giustificazione di voler salvaguardare le imprese, quando invece, così facendo, fate loro proprio un danno enorme. E che non si parli di questo decreto come di una soluzione di buonsenso o di una scelta politica pragmatica, perché il problema questo decreto non lo risolve.

Lo avete scritto prendendo spunto dai manuali ante litteram probabilmente, perché, se solo penso che fate riferimento soltanto al PM10, mi viene da piangere. Che fine hanno fatto tutti gli altri composti organici volatili e il PM2,5, che sappiamo dall'Organizzazione mondiale della sanità essere tra le particelle più pericolose, che rappresento proprio per le polveri sottili, che riescono purtroppo ad intaccare gli alveoli polmonari. Per ridurre l'inquinamento atmosferico è fondamentale ridurre le emissioni di gas a effetto serra, promuovendo l'uso di energie rinnovabili e adottando pratiche sostenibili nell'industria e nell'agricoltura, e anche questo purtroppo non è stato fatto.

Sulla circolazione stradale è un approccio che lascia l'Italia al palo. Nel poco tempo che avete concesso alle Commissioni per esaminare il provvedimento comunque abbiamo provato a far presente le criticità, ma lo abbiamo fatto nell'interesse esclusivo del Paese e per la tutela della salute dei nostri cittadini e delle nostre cittadine. Avevamo provato a limitare la diffusione degli inceneritori, proponendo percorsi virtuosi di raccolta differenziata, ma anche qui ci propinate sempre la solita solfa.

Ma, mi chiedo: ci vuole tanto a capire che solo attraverso un approccio integrato e sostenibile possiamo garantire un futuro più pulito e salubre per le generazioni presenti e future? Oggi più che mai abbiamo bisogno di un nuovo alfabeto ambientale, un nuovo alfabeto che ci indirizzi nelle scelte personali e collettive. Ma come si fa se con questa maggioranza e questo Governo l'ambiente non viene mai preso come punto di partenza, compresa la manovra, che è l'operazione madre di chi governa, la quale però, peccato, non presenta alcun cenno sulla sostenibilità e sulla transizione ecologica.

Il Ministro Pichetto Fratin ci sta abituando ad una nuova moda, l'annuncite del “faremo”, “diremo”, “stanno per arrivare”, “ecco, arrivano domani”. Avete festeggiato in pompa magna i 12 mesi di Governo, 12 mesi di passi indietro dal punto di vista sociale, economico e soprattutto ambientale.

Il Governo, Presidente, sta bloccando le rinnovabili. I decreti attuativi sulle comunità energetiche stanno diventando una barzelletta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), per non parlare di quelli sulle aree idonee, e poi dei decreti per il SalvaMare non ne parliamo assolutamente.

La biodiversità viene vista come uno dei peggiori mali, per non parlare dell'efficientamento energetico e dei danni che state facendo in materia di superbonus.

Voi festeggiate 12 mesi di successi, noi invece facciamo il punto sui grandi assenti del vostro operato politico: il clima, la solidarietà, la transizione ecologica, gli strumenti per superare le disuguaglianze sociali, economiche ed ambientali.

Vi presentate al Parlamento con un decreto fatto di due articoletti, che rimangono carta straccia, purtroppo, e non fanno contente neanche le regioni, tra le quali ci sono anche le vostre regioni, dove voi governate. Tanto che tutte e quattro le regioni oggetto del decreto, che ricordo essere Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, hanno denunciato al Ministro le loro preoccupazioni, trovando inaccettabile che nella Conferenza unificata fatta il 12 ottobre le loro proposte siano state completamente ignorate; anziché decreto Qualità dell'aria, dovevate chiamarlo, per onestà intellettuale, decreto Aria fritta, forse era meglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sì, Presidente, perché questo Governo vive ogni tema che riguardi la transizione ecologica come un'evitabile seccatura, dalla sguaiata opposizione fatta al regolamento dell'Unione europea sulle auto green, all'opposizione che state facendo contro la direttiva sulle case green e ai boicottaggi immotivati all'auto elettrica, per non parlare poi della propaganda becera sul nucleare.

In tema di emissioni, c'è un altro enorme buco nero, che sono gli allevamenti intensivi in agricoltura, e con un Ministro che fa dietrofront dopo aver alzato polveroni; penso alla commercializzazione della carne coltivata, probabilmente ha fatto dietrofront perché si è reso conto che il mondo andava da un'altra parte.

Vede, Presidente così facendo, a causa di questa superficialità e mancanza di visione, sarà inevitabile che il nostro Paese rimanga fermo al palo su tante sfide su cui noi dovremmo, invece, essere dei leader e dovremmo condurre come tali. Così facendo, Presidente, il Paese arranca nella transizione ecologica, tra l'altro parola che il Governo ha censurato e quindi adesso non se ne parla più. Questo Governo, su un tema così importante, come quello della qualità dell'aria, ha fatto il compitino, ma, purtroppo, anche in questo caso non ha perso occasione per dimostrare la propria intolleranza verso il futuro e la sostenibilità. Però, devono andare a dirlo ai ragazzi che quotidianamente scendono in piazza e ci chiedono di agire: darete la colpa anche a loro? Devono andare a raccontarlo, perché siamo tanto curiosi, alla COP28, dopo un anno di continua marcia indietro sulle tematiche ambientali.

Concludo, Presidente. Per tutti questi motivi, non possiamo che prendere le distanze da un provvedimento che va in una direzione opposta e, quindi, come MoVimento 5 Stelle, voteremo contro questo provvedimento, insieme a tutti quei cittadini che vi ringraziano di un silenzio assordante, perché continuate a non dare risposte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Elisa Montemagni. Ne ha facoltà.

ELISA MONTEMAGNI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Vice Ministro Gava, vorrei, tramite lei, signor Presidente, rassicurare i colleghi dell'opposizione e dire che svolgerò il mio intervento, non perché non sia chiara la posizione della Lega, ma perché forse allora non è abbastanza chiara, se ci si preoccupa, dopo giorni di discussione, se i colleghi di maggioranza intervengano no, anche se fino ad ora ho visto intervenire tutti i partiti di maggioranza. Intervengo anche perché, se le posizioni sono chiare, non provo vergogna, come qualcuno ha provato a dire, sempre dall'opposizione, in precedenza.

Il decreto-legge che ci apprestiamo a votare ha lo scopo di assicurare l'esecuzione delle sentenze della Corte di giustizia in materia di qualità dell'aria. C'è da tenere conto che la Pianura padana è una delle aree più densamente abitate d'Europa; a fronte di una superficie occupata del 13 per cento rispetto al territorio nazionale, lì abita il 40 per cento della popolazione italiana ed è l'area più produttiva e maggiormente industrializzata del Paese: circa 26 milioni di persone che, complessivamente, producono più del 50 per cento del PIL nazionale, per quasi 950 miliardi.

L'inquinamento da polveri sottili è dovuto alle emissioni prodotte dalle attività umane. Il particolato viene emesso direttamente in atmosfera come tale, particolato primario, ma questa non è la parte preponderante. La maggior parte del particolato si crea a seguito delle emissioni di altri inquinanti, detti precursori, soprattutto ossidi di azoto e ammoniaca che, una volta in atmosfera, si trasformano chimicamente, dando origine al particolato secondario.

Purtroppo, come sappiamo, la configurazione del territorio non favorisce una veloce dispersione delle sostanze inquinanti. I trasporti sono una delle fonti principali di emissioni, ma non sono certo l'unica. È evidente che la questione della mobilità nelle nostre città non si risolve solo con il cambio a favore dell'auto elettrica, come spesso qualcuno vorrebbe sventolarci davanti, ma anche attraverso una pianificazione di nuove infrastrutture di trasporto collettivo, per dare alle città una mobilità pubblica più sostenibile. È il motivo per cui iniziamo ad applicare certi normative partendo dai centri urbani maggiormente dimensionati, che possano garantire ai cittadini una circolazione alternativa adeguata, con l'obiettivo di non interrompere la mobilità delle persone e, soprattutto, delle merci, visto che questo provvedimento riguarda anche i veicoli destinati al trasporto di merci, e non solo di persone.

Il Paese non può scontare oggi un indecoroso fenomeno del “no” ideologico alle ben sperimentate tecnologie che conosciamo, mi viene in mente che qui, in quest'Aula spesso abbiamo sentito parlare del “no” al termovalorizzatore, del “no” al nucleare. Ecco, sono queste le imposizioni ideologiche dell'opposizione che ci preoccupano, Presidente; non sono le idee; se le idee sono buone e se possono essere applicate, allora a quel punto, saremmo anche aperti a recepirle.

Ebbene, anche oggi si accusa la politica, si accusa questo Governo di non fare, ma io vorrei citare il fatto che lo scopo di questo provvedimento è proprio quello di valorizzare un percorso iniziato da quell'accordo di programma tra il Ministero dell'Ambiente e le regioni interessate che, nel 2017, ha messo in corsa queste regioni per andare verso un sistema di valutazione omogenea della qualità dell'aria e dell'ambiente, sulla base di metodi che possano consentire una risposta sinergica, e naturalmente questo provvedimento ha impresso un'azione per disciplinare e mantenere la qualità dell'aria e dell'ambiente laddove questa è buona e migliorarla negli altri casi. Dunque, vorrei sottolineare come auspichiamo ancora una volta lo sviluppo di una linea politica ecologica che sia ispirata a criteri liberali, rigorosamente laica, che assuma come base per le sue scelte la necessità di garantire uno sviluppo scientifico che consenta una rapida diffusione delle tecnologie più accreditate e verificate, naturalmente senza vincoli di utilizzo derivanti da obblighi normativi, ma consentendo ai criteri di mercato e dell'accessibilità economica di far sì che queste tecnologie vengano poi definite le migliori.

Il trasporto merci e persone su ferro va reso sempre più efficiente, nell'ottica di agevolare i cittadini e le imprese e garantire la sostenibilità ambientale. L'azione del Ministro Salvini per l'Italia del “sì” e non per l'Italia del “no” va proprio in questa direzione e quindi a vantaggio della qualità dell'ambiente e dell'aria.

C'è molto da fare, è vero, ma va fatto senza mettere in difficoltà cittadini, imprese e territori. A nessuno di noi sfugge che per risolvere un problema che non nasce certo oggi, come qui dentro si vuol dare a credere - anche qui, Presidente vorrei che ricordasse a chi ha parlato prima di me che al Governo c'è stato anche lui, che non è che il problema è nato nell'ultimo anno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e che quindi, se aveva le soluzioni, le poteva dare nel momento in cui era il Governo, senza criticare chi le soluzioni le sta cercando oggi - si devono mettere in campo più provvedimenti, perché non bastano tanti piccoli provvedimenti, ma ne servono anche di grandi, e ci vorrà anche un po' di tempo e c'è un lavoro da fare che va ben oltre il blocco degli Euro 5. C'è da fare presto, ma far presto e male non è il nostro scopo. Noi come scopo ci poniamo quello di fare bene e in modo serio, e questo Governo sappiamo che ha tracciato la strada giusta in questa direzione.

Ci riteniamo pienamente soddisfatti del contenuto del presente decreto e del comportamento del Governo e, come gruppo della Lega, dichiariamo voto favorevole (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rachele Scarpa. Ne ha facoltà.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, sperando di non fare un torto alla fame e alla voglia di andare a casa di quest'Aula, anch'io non rinuncerò al mio intervento. Penso che dobbiamo avere cura di questi momenti di confronto e di discussione e cercare di ascoltarci. Vedete, ci sono occasioni, qui in Parlamento, nella nostra azione in questa Camera, in cui ci muoviamo, secondo me, in uno spazio particolare, quello che sta tra l'atto dovuto e l'opportunità. Io penso che sia questo lo spazio in cui ci si muove quando parliamo di ambiente e penso che sia questo lo spazio in cui potenzialmente avremmo potuto muoverci con questo decreto, il DL Qualità dell'aria o, meglio, Misure urgenti in materia di pianificazione della qualità dell'aria e limitazione della circolazione stradale.

A questo proposito, cerco di prendere poco tempo per una piccola premessa, anche per riprendere ciò che era giustamente stato sottolineato durante la discussione sulle pregiudiziali. Non lo sentite anche voi, colleghi, lo stridore già nel titolo? Misure urgenti per la pianificazione? A me fa un po' di amarezza, onestamente, mi lascia l'impressione che, ancora una volta, stiamo rinunciando al ruolo e alla dignità del Parlamento, come giustamente sottolineava, la settimana scorsa, il collega Morassut e a qualsiasi nostra prerogativa di pianificazione e legiferazione vera, e non decretazione d'urgenza su temi appunto strutturali, come si diceva prima, quale l'ambiente.

Questo sicuramente volevo sottolinearlo. Poi, forse, è vero, qualche urgenza c'era: una era l'urgenza, squisitamente elettorale, di scongiurare il blocco dei veicoli Euro 5 in Piemonte previsto nel 2021 dall'aggiornamento del Piano della qualità dell'aria della giunta Cirio. L'ha detto anche esplicitamente in un comunicato il Ministero dell'Ambiente e non ne hanno fatto sicuramente mistero alcune forze della maggioranza che, negli ultimi mesi, non hanno mancato assolutamente di speculare sul tema, gridando alla dittatura green europea e chi più ne ha più ne metta, su un provvedimento attuato da giunte regionali, per la stragrande maggioranza, del loro stesso colore. Già questo dovrebbe farci un pochino riflettere.

L'altra urgenza era evitare l'ennesima procedura di infrazione per la cattiva applicazione della direttiva europea sulla qualità dell'aria, e anche su questo volevo spendere qualche parola. Ho ascoltato, in questi giorni e negli ultimi mesi, la discussione su questo tema, ho ascoltato la discussione al Senato e ho individuato alcune linee difensive tipiche della destra, un paio, in particolare, credo che necessitino di un minimo di attenzione in più.

La prima è quella che le altre procedure d'infrazione risalgono al 2014, 2015, 2020, quindi non è colpa di questo Governo. La magica forma autoassolutoria del “eh, ma governavate voi”. Mi chiedo, Presidente - lo chiedo a lei - quando questa maggioranza smetterà di usare questa formula e quando inizierà, finalmente, a prendersi la responsabilità di costruire qualcosa fuori da questa presunta urgenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), visto che ora al Governo ci sono loro e che dovevano essere pronti e lo sono solo un decreto alla volta.

La seconda linea difensiva è quella classica dell'Europa brutta e cattiva, che impone limiti irrealistici, in particolare per la Pianura padana che, si sa, è la locomotiva d'Italia e che, semplicemente, non può, secondo questa maggioranza, nemmeno avere l'ambizione distante di migliorare da un punto di vista di inquinamento dell'aria. Si utilizza, quindi, un presunto interesse dei cittadini della Pianura padana in funzione anti-europea, come se la direttiva dell'Unione sulla qualità dell'aria fosse contro di loro e non per il loro bene.

Presidente, l'inquinamento, a casa mia - perché io in Pianura padana ci sono nata e cresciuta -, rende diverso il freddo, rende diverso l'odore della prima boccata d'aria la mattina, rende diverso il colore del cielo alla notte. Quindi, sentire che una direttiva europea sulla qualità dell'aria va contro l'interesse dei cittadini veneti, per me, è semplicemente inaccettabile.

Voglio dirlo forte e chiaro: il problema del livello del PM10 nel Nord Italia è certamente un problema strutturale ed è certamente anche dovuto alla conformazione del territorio, all'orografia, ma non è per questo un tema irrisolvibile. E fare il bene di chi abita in Pianura padana, e non solo, vuol dire smetterla, una volta per tutte, di mettere in contrapposizione lo sviluppo economico di quella regione con la tutela della salubrità dell'ambiente, altrimenti, colleghi, non ne usciremo mai.

Posso chiederle di richiamare un pochino il silenzio, se è possibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

Quindi, lo spazio del dovuto, quello in cui, almeno in teoria, ci saremmo dovuti muovere, è quello dell'applicazione di una direttiva europea necessaria, perché, ogni anno, perdiamo prematuramente, nel silenzio, quasi 70.000 vite per malattie o complicazioni dovute alla cattiva qualità dell'aria. Non si tratta semplicemente di un adempimento burocratico, colleghi, non è perché ce lo impone l'Europa che vogliamo fare di tutto per applicare quella direttiva e per raggiungerne gli obiettivi, è perché ne va della nostra salute, della sopravvivenza della nostra meravigliosa terra e anche della trasformazione virtuosa della nostra economia.

Ovviamente, nessuna trasformazione avviene da un giorno all'altro, le trasformazioni vanno accompagnate, incentivate, sostenute: questo, in una salsa o nell'altra, ce lo siamo detto tutti quanti. Ed è qui, colleghi, che entriamo, almeno in teoria, nello spazio delle opportunità, quelle opportunità che con questo decreto ancora una volta evidentemente sprechiamo, rimandando un impegno senza mettere in campo le misure che lo renderebbero sostenibile. Lo spazio delle opportunità si ha soprattutto quando si dà una visione ai provvedimenti che si portano in quest'Aula. È lo spazio in cui avremmo potuto compiere delle scelte strategiche di politica industriale. Ad esempio, potevamo scegliere una vera incentivazione dell'elettrico - una delle soluzioni e non la soluzione per eccellenza - per cambiare le flotte dei mezzi di trasporto preposti alla logistica. Serve aiutare le imprese a passare ai veicoli elettrici, che ancora oggi effettivamente hanno elevati costi d'acquisto, e non usarle come scudo per ostacolare una transizione necessaria, visto che - lo ripetiamo e lo diceva anche il documento del centro studi allegato a questa proposta di legge - il traffico generato dal trasporto merci rappresenta tra il 20 e il 30 per cento dei chilometri percorsi dai veicoli nelle aree urbane e fra il 16 e il 50 per cento dell'inquinamento atmosferico derivante da tutti i tipi di trasporto.

Oppure potevamo scegliere la cura del ferro, cioè spostare il trasporto merci dalla gomma al ferro potenziando la linea ferroviaria e alleggerendo le tangenziali, che a volte sono anche realizzate vicino agli agglomerati urbani. Sarebbe stato altresì spazio dell'opportunità quello in cui, nel dotarci di strumenti per evitare le procedure d'infrazione, potevamo finalmente investire delle risorse strutturali nel trasporto pubblico locale e nella mobilità pubblica. Abbiamo provato anche nello spazio risicato di questo decreto a presentare degli emendamenti che difendevano e incentivavano il trasporto pubblico e che rafforzavano il bonus trasporti, ma questa maggioranza, Presidente, non ha voluto saperne.

Sarebbe anche spazio delle opportunità aprire a ragionamenti su come possiamo, ad esempio, utilizzare l'intermodalità come chiave di lettura della mobilità urbana. Sono tutte cose che ridurrebbero il tanto sbandierato famoso trauma del cittadino che da un giorno all'altro dovrebbe trovarsi sconvolto da questa fantomatica transizione green, ma anche su questo aspetto il decreto ancora una volta non dice niente. È incredibile, colleghi! Oggi evidentemente non discutiamo dello spazio delle opportunità; oggi rimaniamo semplicemente affacciati sulla soglia dello spazio del dovuto, sperando vivamente che gli elettori del centrodestra se ne dimentichino presto, rimandando tutto il lavoro vero che c'è da fare, quello pesante, a data da destinarsi, facendo un decreto compitino che oggettivamente mal cela un atteggiamento superficiale, quando non ostile, di questa maggioranza verso la transizione ecologica.

Ripetiamolo un'ultima volta perché sia chiaro: rimandare tra decreti e ritardi la transizione ecologica, senza nel frattempo muovere un dito, senza investire nessun euro…

PRESIDENTE. Concluda.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). …nel renderla economicamente sostenibile e vantaggiosa non vuol dire fare l'interesse dei poveri cittadini.

Ma come conclusione voglio dire di più: questo decreto è un capolavoro di cattiva politica. Sostanzialmente, per mettere una pezza su un provvedimento di una giunta di centrodestra…

PRESIDENTE. Deve chiudere.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). …stiamo votando un decreto con il parere negativo della Conferenza Stato-regioni. Sei giorni fa le 4 regioni interessate da questo decreto (Commenti dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. La ringrazio.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). …hanno scritto al Ministro dell'Ambiente per esprimersi contrariamente. Quindi, rifletteteci, chiedo solo questo, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Cristina Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Per l'economia dei lavori d'Aula, chiedo anch'io di poter depositare il mio intervento integrale.

PRESIDENTE. La ringrazio.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Mi permetta, Presidente, una rapida riflessione di carattere generale su cui poggia questo provvedimento fondamentale per il nostro ordinamento sotto il profilo ambientale, così come sotto il profilo legale, ma anche in piena armonia con un assetto sociale ed economico dell'Italia. Credo sia giusto fare chiarezza sul discorso delle emissioni.

Nel momento in cui la Cina è la Nazione che produce più gas serra di tutte le altre, con una quota del 33 per cento, che corrisponde a quanto fatto da India, Stati Uniti, Unione europea e Federazione Russa, nel momento in cui questa Nazione continua a investire in un sistema industriale inquinante, per competere ad armi totalmente impari, noi decidiamo, invece, di sposare una transizione verde incentrata su terre rare e materie prime di cui la Cina detiene il monopolio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e basata su una deindustrializzazione studiata a tavolino da chi non ha neanche la più pallida idea di come funziona un'azienda.

Noi stiamo assistendo a una follia. E di fronte a questa follia ci sono due approcci: quello - che finora è stato adottato - di massacrare, in uno stato di crisi, interi settori produttivi, con spese pubbliche insostenibili, spese alimentate - credo vada ricordato a chi sparava solo bonus - dalle tasse che i cittadini pagano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti); e c'è un altro approccio, un approccio pragmatico, che è in grado di portare un cambiamento vero, sostenibile e impattante, senza annunci e promesse non mantenibili.

Presidente, noi di Fratelli d'Italia, questo approccio, lo abbiamo sempre sposato, il Presidente Giorgia Meloni lo ha sempre incarnato, ed è per questo che annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale e approvazione - A.C. 1492​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1492: S. 870 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2023, n. 121, recante misure urgenti in materia di pianificazione della qualità dell'aria e limitazioni della circolazione stradale" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 68).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Gianni Cuperlo. Ne ha facoltà.

Mentre il deputato Cuperlo si appresta a prendere la parola, chiedo ai colleghi deputati di defluire ordinatamente e di parlare fuori dall'Aula, in modo tale che chi ha prenotato il suo intervento di fine seduta possa svolgerlo tranquillamente.

GIANNI CUPERLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. C'è un famoso racconto di Borges, Funes, el memorioso, dove il protagonista sa tutto del mondo, lui conosce le date, conosce i luoghi, ma non può e non sa pensare, e finisce così per isolarsi dagli altri. Qualche ora fa, oggi pomeriggio, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze, eravamo in tanti e in tante a ringraziare un uomo di lettere, un uomo di matita e di genialità, che per quasi mezzo secolo ha raccontato quella politica e quella sinistra che magari del mondo ignora molte cose, ma che di pensare non ha mai smesso (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra). Sergio Staino, che oggi abbiamo salutato, lo ha fatto. Lui ha creato un personaggio, molti anni fa, quarant'anni fa, Bobo, tanto somigliante a lui nell'aspetto, quanto unico nel penetrare il pensare di quel mondo che sentiva suo.

E allora, vede, Presidente, c'era Bobo, in piazza San Giovanni, a salutare Enrico Berlinguer, c'era lui a commentare i ragazzi di piazza Tienanmen e la caduta del muro di Berlino, e vittorie, sconfitte, svolte, primarie e cortei, in un viaggio dentro quella sinistra che non ha mai smesso di criticare per la semplice ragione che lui ne faceva parte. Sergio ne faceva parte, anche se con la leggerezza descritta da Italo Calvino, quella che i più di noi, i più tra noi non possiedono e che lui rendeva semplice combinare le passioni più intense e divoranti con il richiamo puntuale al realismo che la politica impone. Una volta - lo racconto perché c'è anche Andrea Orlando qui con noi - era il direttore di Tango, l'inserto satirico de l'Unità, si era cimentato su una lunga striscia che prendeva di mira, bonariamente, Giorgio Napolitano, il leader della cosiddetta ala migliorista del PCI. Il direttore del giornale era Emanuele Macaluso, uomo di grandissima intelligenza e rigore. Per nulla al mondo, Macaluso avrebbe mai censurato la satira creativa di Staino. E allora - Sergio lo raccontava ridendo - Macaluso chiamò Staino e gli propose una sostituzione: Sergio metti me al posto di Napolitano; in fondo ho posizioni anche più a destra delle sue. Insomma, lui si offrì in ostaggio, a salvaguardia dell'unità di quel partito e dell'integrità della satira e Sergio si oppose, rigoroso com'era nelle sue convinzioni, perché era dell'idea che solo uno spirito critico e la sincerità delle idee rendeva la politica è una cosa degna di essere vissuta.

Chiudo, Presidente. Anche questo è stato Sergio Bobo Staino, il diario quotidiano di un intellettuale che ha amato la città dove ha vissuto, Scandicci, che ha amato il suo Paese e al fondo quel vasto mondo che Funes, el memorioso conosceva meglio di chiunque altro, ma Bobo ha frequentato con la curiosità di capirlo e nella speranza un giorno, forse, di cambiarlo. Per tutto questo, oggi eravamo lì a salutarlo tra sguardi tristi e l'affetto per Bruno, Ilaria, Michele, amiche e amici di una vita lunga e bella. Qualche anno fa, Edoardo Sanguineti disse che “le parole sono le mani per le cose che non possiamo toccare”. Pensando oggi a Sergio io mi sento di aggiungere che le immagini sono gli occhi per le scene che non possiamo vedere. Lui ci ha fatto pensare, ci ha fatto vedere, ci ha fatto capire e l'ha fatto sempre con quel sorriso - dentro il disegno e dentro la matita - che ci rammenta, ogni giorno, anche in quest'Aula così solenne e, a volte, così complessa, e ci rammenta sempre, con Ennio Flaiano, che la situazione politica è grave, ma non è seria. Ciao, Sergio (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Signor Presidente, intervengo per celebrare il primo grande successo della favolosa norma degli extraprofitti che ha fatto questo Governo. Oggi UniCredit ci fa sapere di aver chiuso i primi 9 mesi del 2023 con un utile di 6,7 miliardi di euro e di avere anche deciso di contribuire con 1,1 miliardi della cosiddetta imposta straordinaria sulle banche, cioè quello che questo Governo ha fatto. E sapete come ha deciso di contribuire? Tenendoseli, ossia mettendoli nelle proprie riserve patrimoniali. Ma come biasimarli? Glielo avete permesso, quindi, è normale e tutte le persone che, in questo momento, hanno visto un aumento della rata dei mutui del 70 per cento non vedranno un euro, così come avevamo detto noi del MoVimento 5 Stelle, di quello che erano state le promesse della Meloni e di Salvini!

Allora, io qui voglio anche farvi una proposta. Visto che vi piace tantissimo aiutare questo principio delle banche per il quale uno si può tenere il 50 per cento delle tasse che deve dare, facciamolo anche per i cittadini e facciamo la stessa cosa per i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Facciamo una legge per il quale diciamo loro che il 50 per cento delle loro tasse possono rimanere nei loro conti correnti, per aumentare il loro patrimonio, così mettiamo in sicurezza le banche e mettiamo in sicurezza anche i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle)!

Aspetto una vostra risposta a questa nostra proposta anche se, a occhio, secondo me, non l'accetterete (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Susanna Cherchi. Ne ha facoltà, per due minuti.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Mi scusi, Presidente, non sentivo perché c'era chiasso.

PRESIDENTE. Erano gli applausi indirizzati al suo collega.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Applausi giusti, tra l'altro, meritatissimi.

Presidente, sarò telegrafica. Sono qui per chiedere nuovamente al Ministro della Cultura, Sangiuliano, quando avrà intenzione di portare in Consiglio dei ministri lo schema di decreto per eliminare l'utilizzo degli animali nei circhi, un decreto atteso dal 2022, ma che ancora non ha visto la luce, nonostante le numerose sollecitazioni derivanti sia dal mondo della politica sia dalla società.

Ricordo al Ministro che, da un'indagine condotta nel settembre del 2023 da parte della LAV, il 76 per cento degli italiani è contrario all'uso degli animali nei circhi e quasi 4 italiani su 5 sono favorevoli a destinare fondi pubblici solo a quei circhi che non li utilizzeranno più. A luglio il Sottosegretario Mazzi, rispondendo a una mia interrogazione sul tema, aveva promesso di convocare un tavolo subito dopo la pausa estiva, ma non l'ha fatto.

Perciò, chiedo nuovamente quand'è che si vorrà dare concreta attuazione a una delega ferma a luglio del 2022 e quando si darà lo stop definitivo all'utilizzo anacronistico di queste creature nei circhi, affinché ritrovino la loro dignità e la loro libertà, calpestate dagli esseri umani (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Michelotti. Ne ha facoltà, sempre per due minuti.

FRANCESCO MICHELOTTI (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, questa notte è venuto a mancare Agostino Milani e la destra e tutta la politica senese lo piangono. Ex consigliere comunale di Alleanza Nazionale e figura centrale nel panorama politico senese, è stato un autentico punto di riferimento politico e culturale per tutta una comunità politica, a Siena e non solo. È scomparso questa mattina all'ospedale di Santa Maria alle Scotte di Siena, all'età di 75 anni. È stato fautore di un dibattito politico molto vivace in città sull'urbanistica, sull'edilizia, sull'architettura.

Cresciuto fin da giovanissimo nel Movimento Sociale Italiano ha una militanza inenarrabile che, poi, è culminata nell'adesione alle tesi di Fiuggi, nella nascita di Alleanza nazionale, in un percorso politico, mai banale, fatto anche di rotture di alcuni schemi. Animatore del Circolo Federico II, è stato un pilastro della destra sociale e ha portato un contributo importantissimo alla destra senese e non solo.

Oggi, lo piange tutta la città, lo piange Siena, lo piange la sua comunità politica. Lo ricordo, qui, in quest'Aula, non solo come ex assessore del comune di Siena, come coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia di Siena, ma anche come uomo, come amico, che gli è stato accanto e che ha potuto avere il privilegio di condividere un pezzo della sua militanza politica, apprezzandone la passione, la lealtà, la genuinità, l'impegno sempre disinteressato. Ha fatto della militanza un punto nodale, focale della sua vita e rappresenta sicuramente un esempio, un esempio per noi, un esempio per questa comunità politica, un esempio per tutta la città.

Oggi, Siena, oggi, la nostra comunità politica e umana, è sicuramente più vuota. Ciao, Agostino (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà, sempre per due minuti.

MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, vorrei parlarvi di quei lavoratori che si svegliano all'alba, si svegliano a mezzanotte, perché magari fanno il notturno, o si svegliano di pomeriggio, perché hanno fatto, magari, la notte e hanno dormito di mattina, parlo di quei tantissimi lavoratori che sembrano invisibili dietro a tanti metal detector, davanti agli edifici pubblici, che si occupano di antitaccheggio; parlo di tutti quei lavoratori dei servizi fiduciari.

Come si ricorderà, Presidente, abbiamo festeggiato una sentenza storica qualche settimana fa che diceva che quel lavoro, retribuito da quel contratto collettivo nazionale, spesso ha un contratto miserabile, che non arriva alla decenza, che non è dignitoso. Ecco, come lei sa, la Servizi Fiduciari più volte è stata contestata e più volte ha avuto dei provvedimenti anche da parte della giustizia italiana. Adesso Sicuritalia Servizi di sicurezza Spa, di proprietà al 100 per cento di Sicuritalia Spa, ha acquisito appunto l'azienda gestita dalla Servizi Fiduciari, dopo l'imputazione della cooperativa per caporalato. Salari da fame, in violazione dell'articolo 36 della Costituzione, nonostante un contratto collettivo nazionale sottoscritto e da poco, tra l'altro, rinnovato anche dalle più grandi organizzazioni sindacali di questo Paese.

Ho concluso: ora che la Servizi Fiduciari, soccombente in tanti giudizi, trasferirà a Sicuritalia la propria azienda e tutti i dipendenti, mettendosi in liquidazione, che ne sarà delle condanne, delle cause in corso e degli appelli pendenti? Noi temiamo che questa sia solo una mossa per sottrarsi alle prossime sentenze e, ancora una volta, ai debiti verso i lavoratori e verso le lavoratrici, soprattutto quelli per i quali questi rapporti sono già cessati. Chiediamo al Governo di intervenire e di smetterla con questo silenzio (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Polo. Ne ha facoltà.

BARBARA POLO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, vorrei portare a conoscenza di quest'Aula il gravissimo episodio di ordine pubblico verificatosi nel centro storico della città di Sassari lo scorso giovedì 19 ottobre. Mi riferisco, in particolare, a una violenta rissa tra cittadini extracomunitari, culminata in una sparatoria che ha creato un grande allarme in tutta la cittadinanza. Quanto detto costituisce l'ennesimo episodio di violenza verificatosi nel centro storico del capoluogo sassarese, già teatro di analoghi accadimenti.

A nulla sono serviti i numerosi interventi delle Forze dell'ordine volti ad arginare il problema, e a questo proposito colgo l'occasione per ringraziare tutti i nostri uomini e le nostre donne in divisa che, nonostante le numerose difficoltà dettate dal difficile contesto sociale, si trovano ad operare con indefesso impegno. Vi è una forte preoccupazione che tale ultima grave vicenda aumenti una tensione sociale già altissima. Conoscendo la grande sensibilità del Ministro Piantedosi sul tema, sono fiduciosa che lo stesso sia fortemente sensibilizzato affinché si adottino tutte le opportune iniziative al fine di evitare che la sicurezza dei cittadini di Sassari possa essere messa ancora a repentaglio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. La follia della costruzione di una pista da bob a Cortina per i Giochi olimpici invernali del 2026 sembra o sembrava scongiurata. L'impatto economico e ambientale insostenibile sembra o sembrava avere convinto tutti che sarebbe stata appunto una follia. Oltre alle ipotesi esterofile, Innsbruck, Saint Moritz, è finalmente però riemersa una possibilità, quella del ripristino della pista di Cesana Pariol, usata nel 2006 per i Giochi olimpici di Torino, pista inutilizzata da 11 anni.

Uno studio fornito dalla Fondazione 20 Marzo, validato dal Politecnico di Torino e consegnato ieri al Governo, dimostra che il ripristino della pista sarebbe possibile in un anno solare e a un costo di circa 34 milioni di euro, cioè un terzo, forse anche meno, dei costi previsti per Cortina. Voglio però ricordare la cosa più importante, perché, oltre alla valutazione di ripristino enormemente più economica e senza consumare un centimetro di suolo, occorre ragionare da subito sul post-olimpico, perché quello è un film che abbiamo già visto.

Una pista, appunto, inutilizzata da 11 anni. Dunque tralascio le folcloristiche ipotesi di utilizzo post-olimpico proposte dalla regione Piemonte e dal suo presidente Cirio perché sono una persona seria. C'è però una terza via, che accontenterebbe tutti e che passa attraverso tre mosse: il ripristino della pista, l'utilizzo per i Giochi olimpici, la demolizione della pista e la conseguente riforestazione dell'area. Sarebbe felice chi vuole tenere i Giochi in Italia, anche perché, sia chiaro, andare a Innsbruck o a Saint Moritz è tutt'altro che gratis.

Sarebbero felici i territori, perché ospiterebbero di nuovo un grande evento sportivo con una ricaduta economica evidente. Sarebbero felici anche gli ecologisti, ma non solo, tutte le persone di buon senso, che sanno che è insostenibile una pista che servirebbe a poche decine di atleti e che sanno che il futuro ridisegnerà le discipline degli sport invernali. Insomma, lo abbiamo visto dopo il 2006, e 20 anni dopo sarebbe soltanto peggio.

Gli scenari restano tre: fare una pista a Cortina, più o meno grande, una follia, andare all'estero, spendendo un mare di denaro, anzi proprio buttandolo e tenendoci per l'eternità un ecomostro di un chilometro e mezzo di cemento, oppure - e ho concluso - ripristinare, utilizzare, smontare, riforestare. La città metropolitana di Torino è pronta a sostenere questa ipotesi, che è l'unica logica, razionale e da adulti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 25 ottobre 2023 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e al termine dei punti 3 e 5)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

D'INIZIATIVA DEL GOVERNO: Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica. (C. 1294-A​)

e delle abbinate proposte di legge: BONETTI ed altri; ASCARI ed altri; FERRARI ed altri; POLIDORI ed altri. (C. 439​-603​-1245​-1377​)

Relatore: MASCHIO.

2. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 571 - Delega al Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese e disposizioni di semplificazione delle relative procedure nonché in materia di termini di delega per la semplificazione dei controlli sulle attività economiche (Approvato dal Senato). (C. 1406​)

Relatrice: POLIDORI.

(ore 11)

3. Consegna del testo delle Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre 2023.

(ore 15)

4. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16)

5. Discussione sulle Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre 2023.

La seduta termina alle 20,40.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: FRANCO MANES, PINO BICCHIELLI, ERICA MAZZETTI E MARIA CRISTINA CARETTA (A.C. 1492​)

FRANCO MANES (MISTO-MIN.LING.). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1492​). Signor Presidente, gentili colleghi, membri del governo, Ci troviamo qui oggi per discutere della conversione in legge del decreto che affronta misure urgenti in materia di pianificazione della qualità dell'aria e limitazioni della circolazione stradale.

Un decreto importante per regioni come il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e l'Emilia Romagna che doveva di fatto, essere esteso a tutto il territorio nazionale in maniera esplicita e non solo conseguenziale.

Innanzitutto, è fondamentale comprendere il contesto in cui questo decreto è stato emanato. La qualità dell'aria è diventata una questione critica a livello globale, con impatti diretti sulla salute umana e sull'ecosistema. Il nostro paese, come molti altri, si trova di fronte a sfide sempre più pressanti legate all'inquinamento atmosferico, alle emissioni industriali e ai cambiamenti climatici.

Un provvedimento che ha come obbiettivo primario quello di dare seguito a diverse sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea, per l'appunto in materia di sostenibilità della qualità dell'aria.

Un passaggio questo necessario e richiesto dall'Europa dal punto di vista normativo, procedurale e del diritto in materia ambientale, proprio per evitare ulteriori procedure di condanna che potrebbero tramutarsi, tra l'altro, in ulteriori adempimenti anche pecuniari.

Come minoranze linguistiche del Gruppo misto, non vogliamo entrare nel merito di quando e di come il nostro paese si è trovato ad avere una procedura di infrazione sulla tematica in oggetto, crediamo invece che sia opportuno procedere in maniera coordinata e realistica a porre rimedio ad un problema che di fatto riguarda innanzitutto la salute pubblica dei nostri cittadini.

Appare comunque evidente che tutte le regioni devono procedere con celerità ed efficacia ad aggiornare i piani di qualità dell'aria e quindi individuare azioni territoriali puntuali atte a ridurre le emissioni degli inquinanti, ma è altrettanto vero che tali azioni non possono essere generalizzate, e fermo restando il raggiungimento degli obbiettivi che ci pone l'Europa, devono essere tarate puntualmente sui nostri territori, cercando di agire con gradualità senza mortificare nessuno.

È evidente che in alcune aree dell'Italia, come la Pianura Padana, la situazione appare più critica, ma non si può dimenticare che gli inquinanti che vengono immessi in atmosfera sono soggetti a fenomeni di trasporto, rimozione e trasformazione chimica e che tali fenomeni sono fortemente influenzati dalle condizioni meteorologiche.

Una corretta interpretazione quindi, delle concentrazioni misurate può essere fatta solo conoscendo la situazione meteorologica al momento della misura e pertanto non si può generalizzate il singolo dato soprattutto sul piano di una certa ideologia.

Indubbio che periodi estremamente lunghi e secchi con stabili alte pressioni, diventano un problema soprattutto per le regioni precedentemente individuate.

Situazioni estreme che oramai stanno diventando la normalità ed evidenziano come le condizioni meteorologiche ed i cambiamenti climatici, assumono sempre più valore primario nella definizione delle strategie programmatiche future della politica nazionale e locale.

E di questo dobbiamo, che ci piaccia o meno prenderne atto.

Prenderne atto però, senza estremismi, senza ideologie e soprattutto con grande onestà intellettuale, per evitare come sottolineato precedentemente, di rischiare di mettere in difficoltà importanti aree territoriali strategiche del nostro paese.

Questo Parlamento deve essere in grado di coniugare da una parte l'esigenza di affrontare con efficacia i cambiamenti climatici, la rigenerazione green, il miglioramento della qualità dell'aria e delle nostre acque senza però mettere in difficoltà l'economia di aree estremamente fragili dal punto di vista ambientale ma assolutamente strategiche sul piano produttivo e commerciale.

Pertanto, Signor Presidente, se vogliamo diminuire il livello degl'inquinanti nei territori più critici abbiamo bisogno che si attui in maniera graduale il processo di decarbonizzazione, attraverso scelte coraggiose a livello di infrastrutture e reti innovative, ma soprattutto immaginando una nuova visione di pianificazione territoriale in cui i nodi di interscambio e l'intermodalità diventino modelli urbanistici da perseguire, ad esempio per garantire in futuro sistemi di mobilità pubblica integrata a quella privata.

Ma attenzione essere coraggiosi e lungimiranti non vuol dire mettere in campo azioni ad ogni costo.

Lo sviluppo futuro, il miglioramento della nostra qualità della vita e della qualità del nostro ambiente può solo passare attraverso un'azione programmatica dove lo Stato, le Regioni e gli enti locali diventano soggetti propositivi e attuatore ai vari livelli di azioni concrete, effettivamente realizzabili senza diventare azioni che danneggiano interi settori produttivi e/o territori sensibili, o peggio ancora che creino gravi danni alla competitività del nostro sistema economico.

Che sia chiaro però, che il raggiungimento di questi obbiettivi passa attraverso la consapevolezza che il mondo sta cambiando e non attraverso l'ideologia estremista del tutto subito.

A livello complessivo del nostro Paese, certamente non sono colpite solo le Regioni che si affacciano sulla pianura padana, perché l'Italia ha anche altre particolarità e forse il ragionamento doveva essere esteso a l'intero territorio nazionale.

lo vengo da una Regione di montagna, la Valle d'Aosta, che a causa della sua conformazione morfologica e a condizioni meteorologiche particolari, spesso in passato si è trovata ad affrontare situazioni critiche.

Una Regione però che attraverso le azioni previste nei piani regionali per il risanamento, miglioramento e mantenimento della qualità dell'aria approvati a partire dal 2007, ha raggiunto risultati eccezionali.

È una delle poche regione del nord Italia che non sono oggetto di procedura di infrazione Europea.

Certo va considerato che la regione è una grande produttrice dì energia rinnovabile, in misura maggiore del fabbisogno interno, e immette energia rinnovabile nel sistema nazionale.

Questo, abbinato a una grande superficie forestale, e dunque ad un grande assorbimento di CO2 da servizi eco sistemici, rende il territorio sostanzialmente neutrale in termini di bilancio di emissioni climalteranti, e tenuto conto anche dell'assenza di importanti produzioni industriali e di un parco automobilistico relativamente recente, sta consentendo di mantenere i valori dei vari particolati, di biossido di azoto, di benzene e ossidi di azoto, al di sotto dei limiti previsti dalle normative e quindi una buona qualità dell'aria, seppur in un contesto condizionato nel periodo invernale di un intenso ricorso al riscaldamento domestico.

Un paese, però, il nostro variegato e con una capacità di azione differenziata purtroppo in maniera troppo evidente tra le diverse regioni. Ed i territori in queste materie devono essere ascoltati e supportati tenuto conto anche delle competenze statali.

Ci troviamo comunque di fronte a un decreto-legge sostanzialmente di buon senso ma che, come spesso succede da troppo tempo in questa assise, rincorre il singolo problema, la singola urgenza riducendo così per l'ennesima volta la valenza dell'attività parlamentare in termini programmatori su tematiche assolutamente prioritarie per il nostro paese che mirano a centrare obiettivi realizzabili senza stravolgere la vita dei cittadini e la situazione economica di ognuno di noi.

La transizione ecologica ed energetica appare evidentemente una priorità che va però governata, dando al Parlamento tempi, mezzi e modi adeguati per raggiungere gli obiettivi europei e che l'Italia si è data, e garantendo sempre il ruolo propositivo delle regioni e del sistema degli EELL.

Questo decreto doveva essere un'occasione per rendere più concreta e incisiva la definizione di scelte future più lungimiranti, anche se comprendiamo l'urgenza dello stesso e l'attenzione dello stesso nel centrare certi obiettivi senza stravolgere in maniera sensibile la situazione di alcune aree territoriali sensibili.

In conclusione, come UV e SVP, per le ragioni testé esplicitate ci asterremo sull'atto, sollecitando quindi, ancora una volta il Governo ad approcciarsi in futuro in maniera più decisa alla transizione green e alla sua sostenibilità, una transizione che deve essere per il futuro, un' opportunità per il nostro Paese, creare una stabilità ambientale, economica e sociale, senza subire ad ogni condizione le indicazioni dell'Unione europea, permettendo però al Parlamento di lavorare pienamente nel rispetto dei propri ruoli e recependo le istanze dei territori . Grazie.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1492​). Signor Presidente, Onorevoli colleghi, Signori del Governo, uno degli obiettivi centrali della transizione verso un sistema economico sostenibile è sicuramente la lotta all'inquinamento atmosferico.

Gas di scarico, combustioni di gas naturali o artificiali, sistemi di trattamento dei rifiuti, agenti chimici usati in ambito agricolo o industriale, emissioni di CO2 da impianti di aerazione e riscaldamento: tali emissioni di vapori e gas nocivi necessitano interventi fondamentali per favorire la sostenibilità ambientale.

Gli ultimi dati non fanno altro che confermare uno scenario già noto. Sono 58 i centri urbani dove la concentrazione media di Pm 2,5, rilevata tra gennaio e agosto 2023, ha superato il valore di riferimento, pari a 10 microgrammi per metro cubo. E in tali centri si condensa circa il 73% degli italiani.

La provincia più colpita in tale arco temporale è stata quella di Cremona. Seguono Monza e Brianza, Milano, Mantova e Padova.

Un trend che consegna il record negativo dei territori della Pianura Padana, che sono tra i più inquinati anche su scala europea.

L'inquinamento atmosferico delle città più grandi è divenuto un tema ineludibile.

Il provvedimento che ci accingiamo a votare intende affrontare proprio tale problematica. L'Italia è stata condannata per ben due volte perché, in maniera sistematica e continuata, in alcune aree del Paese, sono stati superati i valori limite di particelle PM10 e di biossido di azoto.

Pertanto, era doveroso intervenire per accelerare l'aggiornamento dei Piani di Qualità dell'Aria nelle regioni di Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna.

Infatti, l'articolo 1, comma 1, del disegno di legge di conversione, così modificato in Senato, prevede, al fine di eseguire le sentenze già emesse dalla Corte di Giustizia in materia di qualità dell'aria, che le regioni Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna provvedano, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto legge, ad aggiornare i rispettivi piani di qualità dell'aria, modificando ove necessario i relativi provvedimenti attuativi, alla luce delle iniziative già assunte per la riduzione delle emissioni inquinanti, nonché dello slittamento del blocco dei veicoli "euro 5" previsto dal comma 2.

Comma quest'ultimo che consente limitazioni strutturali alla circolazione anche delle autovetture e dei veicoli commerciali diesel "euro 5", da parte delle regioni, nel periodo compreso tra il 1° ottobre di ciascun anno e il 31 marzo dell'anno successivo, solo a partire dal 1° ottobre 2024, nelle more della predisposizione dell'aggiornamento dei piani sulla qualità dell'aria da parte delle Regioni stesse.

A decorrere dal 1° ottobre 2025, invece, la limitazione strutturale alla circolazione delle autovetture e dei veicoli commerciali di categoria N1, N2 e N3 ad alimentazione diesel, di categoria «Euro 5» deve essere inserita nei piani di qualità dell'aria delle Regioni.

Signor Presidente, il provvedimento che stiamo esaminando sicuramente si inserisce nel filone di atti adottati per cercare di affrontare il problema e contrastarlo.

È solo un ulteriore tassello per la risoluzione del problema, che si inserisce in un quadro di pianificazione nazionale per migliorare la qualità dell'aria.

Fare meglio sicuramente è possibile, non fare nulla sarebbe stato molto grave.

Negli ultimi anni, la pianura padana ha fatto registrare una riduzione progressiva dei livelli di concentrazione e un miglioramento della qualità dell'aria, come hanno certificato sia la Corte di Giustizia Europea che ARPA Lombardia e l'Istituto superiore di Sanità.

Tuttavia questo non è servito ad evitare la condanna.

È fondamentale che i livelli di PM10 e di biossido di azoto rimangano sotto i limiti.

In Italia, nel 2020, secondo l'Agenzia Europea dell'Ambiente, l'inquinamento dell'aria ha causato 50.033 morti premature e la maggior parte di esse si è concentrata nella zona di Milano, mentre Cremona è stata la provincia italiana con la più alta percentuale di decessi attribuiti al fattore inquinamento.

L'aumento dei tumori, delle malattie respiratorie, problemi di fertilità e malattie cardiovascolari dimostrano come sia necessario intervenire in modo strutturale.

Signor Presidente, con il provvedimento che ci accingiamo a votare, l'Italia assicura l'esecuzione delle sentenze che la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha emesso nel 2020 e nel 2022, evitando così penali importanti.

Tuttavia, ciò che è più rilevante è che, in tal modo, si intende preservare la salute dei cittadini tenendo, al contempo, ben presenti le esigenze del sistema industriale e le conseguenti dinamiche sociali.

Anche se oggi parlare di sostenibilità sembra andare molto di moda, in realtà il concetto di base da cui si origina e le premesse che ne richiedono la messa a terra sono estremamente concrete.

Il rapporto tra economia sostenibile e logiche del mercato è tutt'altro che problematico, a patto che tra le due realtà si formi quell'equilibrio perfetto che consenta all'una di essere d'aiuto all'altra.

Il Gruppo Noi Moderati è al lavoro sin dall'inizio per sostenere le ragioni del mercato e del sistema industriale coniugandole nell'ottica della transizione verso un'economia sostenibile.

Per tali ragioni, annunzio il voto favorevole del Gruppo Noi Moderati al provvedimento in esame. Grazie!

ERICA MAZZETTI (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1492​). Il Gruppo di Forza Italia voterà a favore di questo decreto, che porta la firma del Ministro dell'ambiente e reca misure in materia di pianificazione della qualità dell'aria e di limitazioni della circolazione stradale, valorizzando i risultati conseguiti, in materia di emissioni inquinanti, dalle regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

Occorre sottolineare che Forza Italia ha contribuito significativamente alla sua stesura, non solo per quanto riguarda l'esame svoltosi al Senato, ma anche con una costante azione nei mesi passati, tramite la presentazione di atti di sindacato ispettivo, volta a sottolineare le storture di un sistema di controllo della qualità dell'area nelle aree urbane, rivolto pressoché esclusivamente all'adozione di divieti sul parco auto circolante, senza tener conto delle altre fonti di emissioni, in primis i riscaldamenti.

L'articolo 1 prevede per le regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, l'obbligo di aggiornare, entro 12 mesi, i rispettivi piani di qualità dell'aria, alla luce dei risultati prodotti dalle iniziative già assunte per la riduzione delle emissioni inquinanti.

Si intende anche assicurare l'esecuzione di alcune sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea in materia di materiale particolato PM10 e di biossido di azoto NO2, che coinvolgono le medesime regioni.

Nelle more dell'aggiornamento dei piani si stabilisce che tali regioni possono disporre la limitazione della circolazione stradale, dei veicoli che rientrino nella categoria "Euro 5", esclusivamente a far data dal 1° ottobre 2024.

La limitazione si applica in via prioritaria alla circolazione nelle aree urbane dei comuni con popolazione superiore a 30.000 abitanti, presso i quali operi un adeguato servizio di trasporto pubblico locale e che ricadano in zone presso le quali risultino superati uno o più dei valori limite del materiale particolato PM10 o del biossido di azoto NO2.

A decorrere dal 1° ottobre 2025, la possibilità di limitazione alla circolazione delle autovetture e dei veicoli commerciali è inserita nei piani della qualità dell'aria delle regioni, e dunque in un quadro che comprenda tutte le fonti inquinanti.

Il Governo pone in evidenza, a motivazione della decisione, il tema della sostenibilità delle scelte, ossia la capacità di una norma di produrre effetti concreti sui territori, valutando le ricadute che questi possono comportare nel tessuto economico e sociale.

Ulteriori specificazioni sono state aggiunte in sede di esame al Senato. Due delle quali sono state fortemente volute da Forza Italia.

Nella prima si prevede che le Regioni possano esentare dai divieti di circolazione i veicoli euro 3 alimentanti con carburanti alternativi. Si riprendono qui i contenuti dell'azione Italiana in sede UE, grazie alla quale L'Unione Europea ha aperto ai biocarburanti per i motori a scoppio dopo il 2035, consentendo l'utilizzo dei motori a combustione interna se capaci di bruciare gli e-fuel.

Nella seconda si prevede che, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sia disciplinata la circolazione sul territorio nazionale dei veicoli storici, individuando in particolare adeguate percorrenze chilometriche, nonché le modalità di accesso di tali veicoli alle aree soggette alle limitazioni della circolazione. Questo per porre fine alla babele di norme locali che vanno dalla possibilità di accesso limitato di tali veicoli a Milano al divieto assoluto di circolazione a Roma, colpendo un settore che vale 2,5 miliardi di euro.

Peraltro va segnalato che una recente sentenza del TAR Lazio ha bocciato le delibere del comune di Roma che sostanzialmente equiparava le auto storiche (cioè quelle costruite da almeno 20 anni e iscritte in uno dei Registri elencati nell'art. 60 del codice della strada), agli euro zero, impedendone del tutto la circolazione nella Fascia Verde, che comprende la gran parte della città. Ciò in forza dell'esiguo numero di tali vetture (lo 0.022% del totale dei veicoli del Lazio) e del ridottissimo numero di chilometri che ognuno di questi veicoli percorre in un anno.

I provvedimenti di blocco alla circolazione nelle aree urbane sono giustificati con le norme UE sulla qualità dell'aria, recepite con decreto legislativo n. 155 del 2010. Inoltre l'articolo 7 del Codice della strada dà ai comuni il potere di regolazione della circolazione nei centri abitati.

Le diverse città italiane si stanno muovendo autonomamente e in forme così variegate che si pone il problema d'intervenire con norme centralizzate.

A Firenze dal 1° settembre 2023 è scattato un nuovo blocco dei diesel euro 5, con l'estensione del divieto di circolazione su parte dei viali di circonvallazione per i veicoli immatricolati tra il 2012 e il 2014. Divieto in vigore dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18.30. Il 1° giugno 2023 era entrato in vigore lo stop per i mezzi a gasolio immatricolati dal 2009 al 2011.

A Roma la nuova Fascia Verde (che comprende praticamente tutta la citta entro gli anelli ferroviari o entro le circonvallazioni), in vigore dal 1° novembre 2023, esclude dalla circolazione circa 600.000 veicoli euro 4. Solo il 46 per cento dell'1,7 milioni delle autovetture di Roma si colloca nelle classi di emissione Euro 5 o Euro 6 oggi classificate come meno inquinanti. Questa decisione è fortemente contestata dalla cittadinanza ed è stata oggetto di discussione in Senato. La Giunta Romana ha annunciato di sospendere la decisione sugli euro 4

Sulla questione è stato accolto al Senato un ordine del giorno di Forza Italia, nel quale si è ha ricordato che le sentenze di condanna sulla qualità dell'arta della Corte di Giustizia dell'Unione europea si riferiscono a superamenti che hanno interessato ben undici diverse Regioni: Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto e Liguria e, dunque, non solo le Regioni del Bacino Padano.

Dunque si chiede l'estensione anche alle altre regioni interessate dalle sentenze della Corte di giustizia dell'obbligo di aggiornamento dei Piani di qualità dell'aria al fine di ottemperare alle medesime sentenze.

Il decreto legislativo n. 155 del 2010 prevede (art.1, c.5​): che “Le funzioni amministrative alla gestione della qualità dell'aria competono allo Stato, alle regioni e agli enti locali, nei limiti previsti dal decreto stesso”. Quindi Forza Italia ritiene sia opportuno ricondurre i provvedimenti sulla mobilità privata urbana a una serie di principi generali, prevedendo:

- l'inapplicabilità di disposizioni locali che vietino la circolazione, se adottate in assenza di adeguate e contestuali misure volte a realizzare le infrastrutture necessarie a migliorare la mobilità cittadina e a garantire un trasporto pubblico efficiente e adeguato alle esigenze,

- la tutela del diritto alla mobilità privata dei meno abbienti e di coloro utilizzano il proprio veicolo per lavoro.

Concludo con alcune osservazioni sull'aggiornamento dei piani della qualità dell'aria. Questo perché le amministrazioni locali, in particolari quelle di sinistra, con i provvedimenti sulla limitazione alla circolazione stanno mettendo in discussione il diritto alla mobilità privata, che è stata una delle grandi conquiste degli italiani nel dopo guerra. Forza Italia, questo diritto invece intende tutelarlo.

La revisione dei Piani dovrà tener conto di tutte le fonti inquinanti, tra le quali il principale è riscaldamento delle abitazioni.

Secondo lo studio “Una strategia per la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento degli edifici in Italia” realizzato da Elemens per Legambiente e Kyoto Club, in Italia il riscaldamento degli edifici residenziali, commerciali e pubblici pesa sulle emissioni di CO2 per oltre il 17,7%, secondo i dati di Ispra. Particolarmente consistente il ruolo del riscaldamento residenziale nell'inquinamento atmosferico: da solo, infatti, è responsabile del 64% della quantità di PM2,5, del 53% di PM10 e del 60% di CO2 emessi nel 2018, contribuendo al peggioramento della qualità dell'aria, specie nelle grandi città del Centro-Nord.

Esiste già un fondo nazionale per l'attuazione di misure di miglioramento della qualità dell'aria del bacino padano, istituito col decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104. Il fondo stanzia risorse fino al 2034 per misure relative ai trasporti e alla mobilità sostenibile, alla combustione domestica della biomassa e all'efficienza energetica, interessa anche il settore agricolo ed è stato incrementato da questo Governo con 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025 dal decreto-legge n. 13 del 2023.

Giova ricordare anche l'azione di questo Governo sulle emissioni in agricoltura, al fine di renderla più sostenibile: il Ministero dell'agricoltura ha attivato risorse pari a 400 milioni di euro, previste nel PNRR, per lo sviluppo di macchinari agricoli a emissioni zero, cui si aggiungerà lo stanziamento di ulteriori 225 milioni a valere sul fondo per l'innovazione.

Ulteriori interventi riguardano le misure per rendere il comparto dell'allevamento più sostenibile, inserite nel piano strategico della PAC. Con le recenti norme sugli incentivi alla produzione di biometano e quelle sulla produzione energetica in agricoltura (mi riferisco ai bandi agrisolare e agrifotovoltaico), l'agricoltura italiana da consumatrice di energia può diventare generatrice di energia. E questo in un quadro in cui è già la più virtuosa d'Europa sotto il profilo ambientale.

Il PIL europeo rappresenta circa il 25 per cento di quello mondiale; cioè un quarto della ricchezza mondiale è prodotta in Europa. Per produrre questa ricchezza l'Europa immette nell'atmosfera il 6,4 per cento dei gas serra mondiali. L'Italia e l'Europa sono già virtuose rispetto al resto del mondo.

In questo quadro la posizione del Governo di Centro Destra è che c'è sicuramente molto lavoro da fare per ridurre le emissioni, ma che tuttavia i processi di trasformazione vanno accompagnati e non imposti.

Per tali motivi ribadiamo il nostro voto favorevole sul provvedimento in esame, che è un passo importante per ricondurre le misure per ridurre le emissioni e quelle per la transizione energetica a un modello che comprenda l'accettabilità sociale ed economica delle misure, mediante l'adozione di incentivi e sostegni a famiglie e imprese. Un modello che presto esporteremo in Europa.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1492​). Signor Presidente, Vice Ministro Gava, onorevoli colleghi, il provvedimento che ci troviamo a censire oggi, dopo il lavoro dei colleghi al Senato, è un provvedimento fondamentale per il nostro ordinamento, sotto il profilo ambientale così come sotto il profilo legale.

La decisione di adottare un decreto-legge, infatti, risponde a criteri di necessità ed urgenza, in quanto per molto tempo la normativa nazionale non si trovava al passo coi tempi e con gli altri Paesi membri dell'Unione europea, ponendoci quindi a rischio di incorrere in numerose ed inutili sanzioni pecuniarie a seguito dell'apertura di procedure d'infrazione in ambito ambientale da parte della Commissione europea.

Relativamente ai più recenti dati ed evidenze sulla qualità dell'aria e dell'ambiente, abbiamo assistito, negli ultimi dieci anni, ad un generico miglioramento dei valori su tutta la Penisola, con la permanenza di alcune criticità, oggetto di interesse di questo decreto-legge.

L'area di interesse sostanziale di questo provvedimento, come già fu previsto con la allora legge comunitaria del 2008, è il bacino padano, che ricomprende alcune delle regioni più produttive della nostra Nazione: Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, le quali dovranno aggiornare i propri piani di qualità dell'aria entro sei mesi dall'approvazione di questo testo.

È chiara la correlazione tra qualità dell'aria e industrializzazione di queste aree, motore produttivo dal punto di vista industriale della nostra Nazione.

Vero è che il mondo in questi anni è cambiato e le fabbriche così come gli impianti industriali si trovano ad inquinare sempre meno ma c'è anche un tema legato alla circolazione dei veicoli industriali, al traffico veicolare merci e servizi, con veicoli perlopiù alimentati a gasolio, e dunque maggiormente rilevanti ai fini delle emissioni di PM10 (particolato/polveri fini), così come di ossidi di azoto.

Il passaggio a veicoli sempre più performanti dal punto di vista delle emissioni andrà a contrastare questo fenomeno ma dobbiamo tenere a mente che gli obiettivi in questo senso devono essere, ancor prima che ambiziosi, realistici, perché la transizione verde non è un pranzo di gala e non può prevedere la sostenibilità economica e sociale del nostro sistema produttivo come pietanza sul menu.

A fronte di maggiori oneri ed impegni sul fronte comunitario il Governo ha comunque stanziato varie risorse che vanno a comporre un quadro di accompagnamento di questo scenario, penso ai 30 milioni di euro in più per gli anni 2024-2025 del Fondo per le misure relative ai trasporti, alla mobilità sostenibile, alla combustione domestica della biomassa, all'efficientamento energetico e alle misure disposte dal Ministro Lollobrigida in ambito agricolo per una produzione agricola sempre più moderna e, dunque, meno climalterante.

L'Italia sta facendo la sua parte con enorme senso di responsabilità e pragmatismo con un quadro comunque in miglioramento, al netto delle sibille e dei disfattismi dell'ideologia verde.

Questo perché, per tutelare il nostro ambiente e dare ai nostri figli una terra migliore, bisogna agire con capacità di pianificazione, responsabilità e senso della realtà….non imbrattando monumenti, bloccando le autostrade, impedendo alla gente di lavorare e ai soccorsi di fare il proprio lavoro, come alcuni degenerati stanno facendo in questi mesi forti del sostegno silenzioso della sinistra: Rassegnatevi, la cura dell'ambiente è un tema che appartiene e interessa a tutti noi, anche al centrodestra, non è vostra esclusiva proprietà.

Ad ultimo facciamo chiarezza una volta per tutte sulle emissioni: nel momento in cui la Cina è la Nazione che produce più gas serra di tutte le altre, con una quota del 33%, che corrisponde a quanto più fatto da India, Stati Uniti, Unione Europea e Federazione Russa; nel momento in cui questa Nazione continua ad investire in un sistema industriale inquinante per competere ad armi totalmente impari e noi decidiamo invece di sposare una transizione verde incentrata su terre rare e materie prime di cui la Cina detiene il monopolio, e basata su una deindustrializzazione studiata a tavolino da chi non ha neanche la più pallida idea di come funzioni un'azienda, noi stiamo assistendo ad una follia.

E di fronte a questa follia, ci sono due approcci, quello che finora è stato adottato di massacrare in uno stato di crisi interi settori produttivi con spese pubbliche insostenibili, spese alimentate, credo vada ricordato a chi sparava solo bonus, spese alimentate dalle tasse che i cittadini pagano; e c'è un altro approccio, pragmatico, che è in grado di portare un cambiamento vero, sostenibile e impattante senza annunci e promesse non mantenibili.

Noi di Fratelli d'Italia questo approccio lo abbiamo sempre sposato, il Presidente Giorgia Meloni lo ha sempre incarnato e per questo annuncio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia a questo provvedimento.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni dalla n. 3 alla n. 5 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 4 i deputati Borrelli e Bonelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 8 il deputato Coppo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 16 il deputato Loperfido ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 21 il deputato Mari ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 22 la deputata L'Abbate ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 24 i deputati Fassino e Simiani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 25 la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 30 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 36 il deputato Candiani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 50 il deputato Mari ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 56 il deputato Carra' ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 67 il deputato Congedo ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1492 - QUEST PREG 1, 2, 3 279 260 19 131 94 166 72 Resp.
2 Nominale DDL 1492 - EM 1.1 277 276 1 139 114 162 70 Resp.
3 Nominale EM 1.2 277 274 3 138 110 164 70 Resp.
4 Nominale EM 1.3 277 273 4 137 108 165 70 Resp.
5 Nominale EM 1.4 277 273 4 137 109 164 70 Resp.
6 Nominale EM 1.20 278 274 4 138 111 163 70 Resp.
7 Nominale EM 1.6 278 274 4 138 111 163 70 Resp.
8 Nominale EM 1.5 270 266 4 134 107 159 70 Resp.
9 Nominale EM 1.8 280 276 4 139 98 178 70 Resp.
10 Nominale EM 1.7 282 279 3 140 47 232 70 Resp.
11 Nominale EM 1.10 280 262 18 132 100 162 70 Resp.
12 Nominale EM 1.15 281 278 3 140 97 181 70 Resp.
13 Nominale EM 1.16 284 280 4 141 104 176 70 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale EM 1.17 276 266 10 134 102 164 70 Resp.
15 Nominale EM 1.21 285 281 4 141 115 166 70 Resp.
16 Nominale EM 1.22 285 281 4 141 101 180 70 Resp.
17 Nominale EM 1.24 289 269 20 135 101 168 70 Resp.
18 Nominale EM 1.23 286 267 19 134 101 166 70 Resp.
19 Nominale EM 1.26 282 282 0 142 117 165 69 Resp.
20 Nominale EM 1.27, 1.28, 1.30 288 284 4 143 114 170 69 Resp.
21 Nominale EM 1-BIS.1 286 282 4 142 97 185 69 Resp.
22 Nominale EM 1-BIS.4 281 277 4 139 106 171 69 Resp.
23 Nominale EM 1-BIS.5 283 280 3 141 114 166 69 Resp.
24 Nominale EM 1-BIS.6 278 278 0 140 111 167 69 Resp.
25 Nominale EM 1-BIS.8 280 280 0 141 116 164 69 Resp.
26 Nominale EM 1-BIS.7 284 283 1 142 116 167 69 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale EM 1-BIS.9 288 272 16 137 102 170 69 Resp.
28 Nominale EM 1-BIS.10 284 282 2 142 114 168 69 Resp.
29 Nominale EM 1-BIS.11 286 285 1 143 116 169 69 Resp.
30 Nominale EM 1-TER.1 286 285 1 143 101 184 69 Resp.
31 Nominale EM 1-TER.2 283 231 52 116 50 181 69 Resp.
32 Nominale EM 1-TER.4 283 280 3 141 98 182 69 Resp.
33 Nominale ART AGG 1-TER.03 279 261 18 131 98 163 69 Resp.
34 Nominale ART AGG 1-TER.04 282 280 2 141 116 164 69 Resp.
35 Nominale ART AGG 1-TER.05 278 264 14 133 100 164 69 Resp.
36 Nominale ODG 9/1492/2 262 260 2 131 102 158 68 Resp.
37 Nominale ODG 9/1492/3 270 255 15 128 90 165 68 Resp.
38 Nominale ODG 9/1492/4 266 265 1 133 103 162 68 Resp.
39 Nominale ODG 9/1492/5 269 266 3 134 104 162 68 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ODG 9/1492/6 273 273 0 137 106 167 68 Resp.
41 Nominale ODG 9/1492/8 273 271 2 136 108 163 68 Resp.
42 Nominale ODG 9/1492/9 274 274 0 138 112 162 68 Resp.
43 Nominale ODG 9/1492/10 RIF 273 271 2 136 270 1 68 Appr.
44 Nominale ODG 9/1492/11 277 275 2 138 114 161 68 Resp.
45 Nominale ODG 9/1492/12 275 273 2 137 112 161 68 Resp.
46 Nominale ODG 9/1492/13 276 260 16 131 98 162 68 Resp.
47 Nominale ODG 9/1492/14 277 277 0 139 113 164 68 Resp.
48 Nominale ODG 9/1492/15 279 278 1 140 49 229 68 Resp.
49 Nominale ODG 9/1492/16 276 261 15 131 99 162 68 Resp.
50 Nominale ODG 9/1492/17 272 256 16 129 95 161 68 Resp.
51 Nominale ODG 9/1492/18 275 272 3 137 48 224 68 Resp.
52 Nominale ODG 9/1492/19 272 269 3 135 108 161 68 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale ODG 9/1492/20 273 270 3 136 108 162 68 Resp.
54 Nominale ODG 9/1492/21 272 270 2 136 110 160 68 Resp.
55 Nominale ODG 9/1492/22 267 265 2 133 105 160 68 Resp.
56 Nominale ODG 9/1492/23 271 254 17 128 95 159 68 Resp.
57 Nominale ODG 9/1492/27 269 254 15 128 93 161 68 Resp.
58 Nominale ODG 9/1492/28 274 273 1 137 113 160 68 Resp.
59 Nominale ODG 9/1492/29 268 217 51 109 46 171 68 Resp.
60 Nominale ODG 9/1492/30 275 273 2 137 112 161 68 Resp.
61 Nominale ODG 9/1492/31 274 259 15 130 49 210 68 Resp.
62 Nominale ODG 9/1492/32 267 212 55 107 51 161 68 Resp.
63 Nominale ODG 9/1492/33 272 270 2 136 109 161 68 Resp.
64 Nominale ODG 9/1492/7 266 252 14 127 95 157 68 Resp.
65 Nominale ODG 9/1492/24 DISP 267 265 2 133 106 159 68 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 68)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale ODG 9/1492/25 271 269 2 135 108 161 68 Resp.
67 Nominale ODG 9/1492/35 250 203 47 102 158 45 67 Appr.
68 Nominale DDL 1492 - VOTO FINALE 236 233 3 117 151 82 65 Appr.