XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 281 di mercoledì 17 aprile 2024
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FABRIZIO CECCHETTI , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 108, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,36).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, recante ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) (A.C. 1752-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1752-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, recante ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Ricordo che nella seduta di ieri si sono conclusi gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.
(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1752-A)
PRESIDENTE. Invito la Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento, onorevole Matilde Siracusano, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. L'ordine del giorno n. 9/1752-A/1 Del Barba è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/2 Cavandoli il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/3 Zinzi il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di evitare l'obbligo della patente per le piccole e medie imprese qualificate SOA in classifica inferiore alla III”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/4 Marattin il parere è favorevole con la seguente riformulazione: sostituire le parole “ad adottare” con le parole “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, (…)”.
L'ordine del giorno n. 9/1752-A/5 Grippo è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/6 Centemero il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/7 Frassini il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare in sede di attuazione, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, (…)”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/8 Comaroli il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/9 Carfagna il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/10 Loizzo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare di prevedere, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, l'istituzione presso il Ministero della Salute di un Osservatorio permanente sulle terapie digitali, con un componente designato dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, deputato allo svolgimento di attività di monitoraggio degli sviluppi scientifici e tecnologici delle medesime terapie”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/11 Matone il parere è favorevole con la seguente riformulazione: dopo le parole “impegna il Governo” aggiungere le parole “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica:”; al primo impegno, sostituire le parole “alla costituzione” con le parole “a valutare l'opportunità di costituire”; al secondo impegno, sostituire le parole “ad avviare” con le parole “a valutare l'opportunità di avviare”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/12 Ciocchetti il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/13 Testa c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/14 Matera il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/15 De Bertoldi il parere è favorevole con la seguente riformulazione:
“a valutare l'opportunità, in sede di attuazione, di prevedere l'introduzione di una norma ad hoc, volta a includere anche i tecnici abilitati alla progettazione di edifici o impianti, iscritti nei rispettivi ordini e collegi professionali, che certifichino di avere le competenze necessarie per le verifiche in argomento, tra quelli abilitati al rilascio delle certificazioni individuati dall'articolo 38, comma 11, lettere a) e b)”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/16 Soumahoro il parere è contrario.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, Sottosegretaria, prima di andare oltre, saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto tecnico economico “Lucio Lombardo Radice” di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Grazie di essere qui (Applausi). Riprendiamo con i pareri.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/17 Trancassini il Governo esprime parere favorevole, mentre esprime parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/1752-A/18 Benzoni e n. 9/1752-A/19 D'Alessio.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/20 Lazzarini si esprime parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare le opportune iniziative volte a chiarire, con un'interpretazione univoca, la definizione di alloggi sociali e alloggi regolarmente assegnati, precisando che trattasi di alloggi pubblici rivolti a un target di popolazione impossibilitata a sostenere i costi del libero mercato”.
Il parere è contrario sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/21 Bonetti, mentre è favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/22 Battilocchio.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/23 Mule' c'è un parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1752-A/24 Pella e n. 9/1752-A/25 Sala. Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/26 Ciancitto il Governo esprime parere favorevole con riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/27 Romano, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/28 Francesco Silvestri. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1752-A/29 Scutella' e n. 9/1752-A/30 Scerra.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/31 Iaria c'è un parere favorevole con riformulazione; occorre espungere l'ultima premessa e la riformulazione dell'impegno è la seguente: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere iniziative volte allo sviluppo delle infrastrutture ferroviarie”.
Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1752-A/32 Bruno, n. 9/1752-A/33 Cantone, n. 9/1752-A/34 Carotenuto, n. 9/1752-A/35 Aiello, n. 9/1752-A/36 Fenu e n. 9/1752-A/37 Raffa. L'odine del giorno n. 9/1752-A/38 Gubitosa è accolto come raccomandazione.
Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/39 Lovecchio. Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/40 Tucci il Governo esprime parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/41 Traversi c'è un parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di incrementare la formazione professionale dei giovani che intraprendono la carriera nell'esercizio ferroviario delle merci”. L'ordine del giorno n. 9/1752-A/42 Barzotti è accolto come raccomandazione se riformulato, espungendo la quarta premessa.
Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/1752-A/43 Dell'Olio, n. 9/1752-A/44 Donno, n. 9/1752-A/45 Pellegrini, n. 9/1752-A/46 Quartini, n. 9/1752-A/47 Di Lauro, n. 9/1752-A/48 Marianna Ricciardi, n. 9/1752-A/49 Lomuti, n. 9/1752-A/50 Baldino, n. 9/1752-A/51 Pavanelli, n. 9/1752-A/52 Morfino, n. 9/1752-A/53 Auriemma, n. 9/1752-A/54 Santillo, n. 9/1752-A/55 Alfonso Colucci, n. 9/1752-A/56 Penza, n. 9/1752-A/57 Giuliano, n. 9/1752-A/58 Cafiero De Raho e n. 9/1752-A/59 Ascari.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/60 D'Orso c'è una riformulazione. Il parere è favorevole ma si chiede di espungere la sesta, la decima e l'undicesima premessa e l'impegno riformulato in questo senso: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, valutare iniziative, tenuto conto della necessità di una programmazione complessiva e generale degli interventi del Ministero della Giustizia in materia penitenziaria, nel rispetto altresì dei vincoli di finanza pubblica volti alla promozione ed al sostegno di tutte le attività trattamentali, con particolare riguardo alle attività teatrali negli istituti penitenziari finalizzate al recupero e al reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti attraverso la promozione di percorsi formativi e culturali, nonché l'opportunità di prevedere la destinazione di ulteriori risorse finalizzate alla stipula di protocolli e convenzioni con soggetti privati per favorire il lavoro con i soggetti detenuti, sia durante l'esecuzione della pena, che una volta tornati in libertà”.
Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/1752-A/61 Caso, n. 9/1752-A/62 Orrico, n. 9/1752-A/63 Amato, n. 9/1752-A/64 Alifano, n. 9/1752-A/65 Riccardo Ricciardi, n. 9/1752-A/66 Carmina, n. 9/1752-A/67 Sportiello, n. 9/1752-A/68 Torto, n. 9/1752-A/69 L'Abbate, n. 9/1752-A/70 Cherchi e n. 9/1752-A/71 Caramiello.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/72 Ilaria Fontana c'è un parere favorevole con riformulazione. Previa espunzione della terza e dell'ultima premessa, l'impegno si riformula in questo senso: “a valutare l'opportunità di adottare opportune iniziative, anche di carattere normativo, volte a contemperare l'esigenza di incrementare l'offerta di alloggi e residenze universitarie per studenti con una più ampia strategia di riqualificazione urbana e territoriale, in chiave sostenibile, coerente con i principi dell'European Green Deal”.
Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1752-A/73 Appendino e n. 9/1752-A/74 Ruffino. Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/75 Molinari il Governo esprime favorevole con la seguente riformulazione della decima premessa: “La finalità dell'articolo 20 non può comportare, ad avviso dei firmatari del presente atto, la realizzazione di grandi impianti fotovoltaici a ridosso dei quartieri residenziali”. Viene riformulata anche l'ultima premessa nei seguenti termini: “Ad avviso dei firmatari del presente atto, occorre adottare, con ogni consentita sollecitudine, iniziative finalizzate ad evitare l'insorgere di contenziosi”. Viene altresì riformulato l'impegno nei seguenti termini: “a valutare l'opportunità di chiarire l'ambito di applicazione del comma 8 dell'articolo 20 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, per la realizzazione di grandi impianti a fonti rinnovabili nelle vicinanze del perimetro delle aree idonee ubicate in prossimità delle zone a destinazione residenziale del PRG e delle zone di pregio turistico, specialmente in aree collinari”. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/76 Evi, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/1752-A/77 Ghirra. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/1752-A/78 Mari, n. 9/1752-A/79 Zanella, n. 9/1752-A/80 Grimaldi, n. 9/1752-A/81 Piccolotti, n. 9/1752-A/82 Borrelli, n. 9/1752-A/83 Zaratti e n. 9/1752-A/84 Dori.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/ 85 Osnato il Governo esprime parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/86 Forattini il Governo esprime parere favorevole con riformulazione: “a valutare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di rafforzare i servizi ispettivi e garantire maggior tutela e protezione sociale dei lavoratori vittime di sfruttamento, oltre alla piena applicazione della legge n. 199 del 2016”. L'ordine del giorno n. 9/1752-A/87 Vaccari viene accolto come raccomandazione se riformulato espungendo le ultime due premesse.
Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/1752-A/88 Morassut, n. 9/1752-A/89 Madia, n. 9/1752-A/90 Mancini, n. 9/1752-A/91 Quartapelle Procopio, n. 9/1752-A/92 De Micheli, n. 9/1752-A/93 Zan, n. 9/1752-A/94 Braga, n. 9/1752-A/95 Amendola, n. 9/1752-A/96 Casu, n. 9/1752-A/97 Mauri, n. 9/1752-A/98 Fassino, n. 9/1752-A/99 Lacarra, n. 9/1752-A/100 Lai, n. 9/1752-A/101 Provenzano, n. 9/1752-A/102 Ferrari, n. 9/1752-A/103 Scarpa, n. 9/1752-A/104 De Maria, n. 9/1752-A/105 Bakkali, n. 9/1752-A/106 Stefanazzi, n. 9/1752-A/107 Merola, n. 9/1752-A/108 Roggiani, n. 9/1752-A/109 Di Sanzo, n. 9/1752-A/110 Graziano, n. 9/1752-A/111 Peluffo e n. 9/1752-A/112 De Luca. Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/113 Serracchiani c'è un parere favorevole con la seguente riformulazione, che è abbastanza ampia e che leggerò piano per farla comprendere alla presentatrice: “Nell'ambito delle sue proprie prerogative, al fine del conseguimento degli obiettivi stabiliti dal PNRR, nonché al fine di supportare la celere definizione dei procedimenti giudiziari per l'attuazione delle riforme per l'abbattimento della recidiva e per la piena attuazione dei princìpi costituzionali, quale quello di cui all'articolo 27 della Costituzione, a garantire e implementare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, la funzionalità e l'organizzazione degli uffici e delle strutture di esecuzione penale esterna e per la messa alla prova, aumentando il personale e portando a termine i concorsi già banditi, ad agire assicurando la piena operatività degli uffici territoriali del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del Ministero della Giustizia, aumentandone la dotazione organica e potenziando gli organici dei funzionari della professionalità giuridico-pedagogica di servizio sociale, psicologi e di mediatore culturale, nonché degli altri profili professionali chiamati per rafforzare l'attività ordinaria dell'amministrazione della giustizia”.
Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1752-A/114 D'Alfonso, n. 9/1752-A/115 Di Biase, n. 9/1752-A/116 Laus, n. 9/1752-A/117 Scotto, n. 9/1752-A/118 Gribaudo, n. 9/1752-A/119 Iacono, n. 9/1752-A/120 Fornaro e n. 9/1752-A/121 Cuperlo.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/122 Guerra, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di intervenire sulla disciplina in materia di appalto di manodopera”.
Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1752-A/123 Andrea Rossi, n. 9/1752-A/124 Boldrini, n. 9/1752-A/125 Ghio, n. 9/1752-A/126 Barbagallo, n. 9/1752-A/127 Manzi e n. 9/1752-A/128 Zingaretti.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/129 Orfini, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “al fine di sostenere gli studenti fuorisede iscritti alle università statali, a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, in fase di approvazione del primo provvedimento utile, l'incremento del fondo di cui all'articolo 1, comma 526, della legge 30 dicembre 2020, n. 178”.
Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1752-A/130 Berruto, n. 9/1752-A/131 Marino, n. 9/1752-A/132 Bonafe', n. 9/1752-A/133 Ascani e n. 9/1752-A/134 Simiani.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/135 Fossi, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare le opportune iniziative per contrastare concretamente gli incidenti sul lavoro”.
Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1752-A/136 Gianassi, n. 9/1752-A/137 Curti, n. 9/1752-A/138 Stumpo, n. 9/1752-A/139 Malavasi e n. 9/1752-A/140 Girelli.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/141 Furfaro, il parere è favorevole con riformulazione, nel senso di sostituire le parole “ad adottare quanto prima”, con le seguenti: “a valutare l'opportunità di adottare quanto prima e compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Infine, il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1752-A/142 Ciani, n. 9/1752-A/143 Toni Ricciardi, n. 9/1752-A/144 Sarracino, n. 9/1752-A/145 Ubaldo Pagano, n. 9/1752-A/146 Tabacci e n. 9/1752-A/147 Gnassi.
PRESIDENTE. Poiché nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri si è convenuto che la fase delle dichiarazioni di voto e della votazione degli ordini del giorno abbia luogo a partire dalle ore 10,15, sospendo la seduta fino a tale ora.
La seduta, sospesa alle 9,52, è ripresa alle 10,17.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1752-A.
Ha chiesto di intervenire la Sottosegretaria per i Rapporti con il Parlamento, onorevole Matilde Siracusano, per alcune precisazioni sui pareri espressi.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente, devo correggere alcuni pareri che, nel frattempo, sono stati modificati. Con riferimento all'ordine del giorno n. 9/1752-A/15 De Bertoldi, il parere diventa favorevole con riformulazione per cui dopo “l'opportunità di” si inseriscono le parole “includere in sede di attuazione anche i tecnici abilitati alla progettazione di edifici o impianti, iscritti nei rispettivi ordini e collegi professionali, che certifichino di avere le competenze necessarie per le verifiche in argomento, tra quelli abilitati al rilascio delle certificazioni individuate dall'articolo 38, comma 11, lettere a) e b).
Inoltre, il parere è contrario sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/31 Iaria …
PRESIDENTE. Mi scusi. Pertanto, il parere sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/31 Iaria, da favorevole previa riformulazione, diventa contrario?
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Sì, signor Presidente. Il parere diventa contrario anche sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/60 D'Orso. Inoltre, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/120 Fornaro il parere è contrario sulle premesse mentre è favorevole con riformulazione sull'impegno …
PRESIDENTE. Chiedo scusa, il parere sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/120 Fornaro era contrario inizialmente, adesso è favorevole previa riformulazione?
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Sì, Presidente, espungendo le premesse e con riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere la presentazione alle Camere, entro un anno dalla data di entrata in vigore della nuova disciplina, di una relazione sulle condizioni in materia di sicurezza e salute nei settori di applicazione della patente”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/121 Cuperlo il parere è favorevole, espungendo le premesse, con riformulazione dell'impegno in questi termini: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di assicurare l'omogeneità della disciplina in materia di sicurezza sul lavoro”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/133 Ascani il parere è favorevole, espungendo le ultime due premesse, con riformulazione dell'impegno in questi termini: “ad adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, le misure necessarie al fine di garantire alle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno interessato il territorio della regione Umbria nel marzo del 2023, lo stanziamento delle risorse necessarie alla ricostruzione”.
Anche sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/137 Curti c'è una modifica, per cui il parere è diventa favorevole, espungendo le ultime tre premesse, con riformulazione dell'impegno in questi termini: “ad adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, le misure necessarie al fine di garantire alle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno interessato il territorio della regione Marche il 9 novembre 2022, lo stanziamento delle risorse necessarie alla ricostruzione”.
Infine, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/141 Furfaro il parere è favorevole con riformulazione, espungendo la penultima premessa e l'impegno viene riformulato in questi termini: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare opportune iniziative volte a consentire” e poi il resto dell'impegno rimane esattamente com'è presentato.
PRESIDENTE. Avverto che l'ordine del giorno n. 9/1752-A/13 Testa è stato ritirato dal presentatore.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1752-A/1 Del Barba, su cui c'è una proposta di accoglimento come raccomandazione, che è accettata.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/2 Cavandoli il Governo ha espresso parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/3 Zinzi il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione, che viene accettata.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/4 Marattin: il parere è favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.
LUIGI MARATTIN (IV-C-RE). Grazie, Presidente. No, non accetto la riformulazione e faccio un intervento in cui chiedo l'attenzione dei colleghi e del Governo, domandando un'ulteriore riflessione. Che vicenda è questa? Una decina d'anni fa si decise di potenziare la fusione dei comuni, immaginando che un Paese con - che so? - 5.000 comuni funzioni meglio di un Paese con 8.106 comuni, com'era all'epoca. Poi, nel frattempo è arrivato il PNRR e abbiamo visto in maniera plastica come sia difficile andare avanti con comuni da, a volte, 100, 200, 300 o 500 abitanti. Questi incentivi fondamentalmente dicono: se due o più comuni si fondono per 10 anni, poi diventati 15, grazie a un emendamento presentato l'anno scorso dalla collega Bonafe', se non ricordo male, hanno diritto, appunto per 15 anni, a un contributo straordinario. I comuni, come sapete, hanno vinto un referendum - alcuni l'hanno perso - e quelli che hanno vinto il referendum l'hanno fatto sulla promessa dello Stato di ricevere per 10 e poi per 15 anni un contributo straordinario con cui migliorare i servizi, eccetera.
Cosa succede? Che, man mano che i comuni fusi aumentano - pensate che, in qualche anno, siamo passati da 8.106 comuni a meno di 7.900; qualcuno potrebbe considerarlo non un grande risultato, ma con l'iter complesso che riguarda le fusioni, le regioni, eccetera per noi è un buon risultato -, il budget del Ministero dell'Interno è rimasto fisso ed è facile capire che se la torta rimane la stessa e ci sono più fette da fare la singola fetta si riduce, e questo l'hanno capito tutti. Quindi, vuol dire che un singolo comune, che aveva la promessa dallo Stato di ricevere 100 per 10 o 15 anni dopo la fusione, per il semplice fatto che la misura funziona, si trova tagliato il contributo. Allora, siamo andati al Ministero dell'Interno a chiedere di quanto servirebbe aumentare il budget per far sì non che i comuni abbiano più soldi, ma che abbiano esattamente gli stessi soldi che lo Stato gli aveva promesso e che hanno preso finora. Ebbene, servono 5 milioni di euro, cioè lo 0,000014 per cento della spesa pubblica. L'emendamento è stato bocciato dicendo che erano troppi soldi. Violentando la mia natura, perché non credo nello strumento dell'ordine del giorno, ho presentato allora un ordine del giorno, chiedendo: almeno si impegna, il Governo, a farlo nel prossimo provvedimento? Mi viene detto: no, intanto valutiamo e, in secondo luogo, c'è un problema di finanza pubblica per 5 milioni di euro.
Quindi, chiedo ai colleghi che dovranno votarlo fra un attimo, anche di maggioranza, di opposizione e al Governo di avere un sussulto di razionalità, perché sono comuni in cui penso ci sia un sindaco d'Italia Viva, mentre gli altri sono di centrodestra, di centrosinistra e del MoVimento 5 Stelle. Questa non è una battaglia per dare più soldi a qualcuno; questa è una battaglia di credibilità dello Stato. Se lo Stato ha promesso di incentivare le fusioni come strumento di efficienza, poi il contributo non può essere ridotto in conseguenza del semplice successo della misura, perché questa è una conseguenza del fatto che i comuni si stanno fondendo e quindi se non si adegua il budget ovviamente il contributo diminuisce. Quindi, chiedo ai colleghi di votare, se dovranno votare, con coscienza e al Governo se è possibile un ulteriore momento di riflessione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ringrazio il collega Marattin per quest'ordine del giorno. Lo ritengo importante e strategico. Sappiamo quanta sia la fatica da parte dei nostri sindaci nel percorso di fusione. Con grande senso di responsabilità, molti enti locali lo stanno portando avanti. È fondamentale che ci sia, da parte del Governo, lo stesso senso di responsabilità e chiedo al collega Marattin di poter sottoscrivere l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.
TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intanto chiedo al collega Marattin di poter sottoscrivere il suo ordine del giorno, non fosse altro perché ogni tanto anche il collega Marattin si rende conto che gli strumenti della democrazia, come gli ordini del giorno, funzionano e servono.
Detto questo, Presidente, io credo che l'appello del collega Marattin sia un appello di buonsenso, sia una necessità e urgenza di molti, se non di tutti i partiti in questo consesso, perché anche su altri provvedimenti abbiamo discusso, ad esempio su come retrodatare di un anno rispetto ad alcune fattispecie. Guardate, se il provvedimento al quale viene agganciato quest'ordine del giorno è esattamente quello del PNRR è fondamentale poter sbloccare le condizioni anche operative di molti comuni, che, fondendosi, hanno probabilmente anche la capacità tecnico-pratica per poter affrontare le crescenti sfide dell'amministrazione pubblica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pella. Ne ha facoltà.
ROBERTO PELLA, Relatore. Grazie, Presidente. Innanzitutto mi permetto di collegarmi a quanto detto dai colleghi dell'opposizione per rassicurare che la maggioranza su questo punto è fortemente favorevole. Mi permetto, peraltro, in qualità di relatore, di ringraziare di cuore l'impegno del Ministro Fitto e, in modo particolare, del Sottosegretario Siracusano, che hanno sempre manifestato, nel corso del dibattito, una grande attenzione nei confronti delle istituzioni periferiche, intendo tutti gli emendamenti che arrivavano da comuni, province e regioni e in modo particolare su questo.
Quindi, posso garantire che su questo c'è un impegno forte sul Governo e per questa ragione, nel ringraziare il Sottosegretario Siracusano, anch'io invito il Governo a una revisione di questo parere, passando a un parere eventualmente favorevole. So che su questo chiederà di intervenire il Sottosegretario, ma voglio, ancora una volta, ribadire che su questo punto il centrodestra non solo è favorevole, ma ha sempre manifestato, in qualsiasi atto e in qualsiasi discussione, particolare attenzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO (M5S). Signor Presidente, intervengo soltanto per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Marattin.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonafe'. Ne ha facoltà.
SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anch'io voglio ringraziare il collega Marattin, per aver presentato quest'ordine del giorno e, se il collega Marattin è favorevole, vorremmo sottoscriverlo, a nome di tutto il gruppo del Partito Democratico. Lo ringrazio, perché effettivamente l'ordine del giorno fa seguito a un emendamento che noi stessi avevamo presentato, a mia prima firma, che era stato accolto da parte di tutta la maggioranza ed era un emendamento che andava nella direzione di incentivare e sostenere le fusioni. Per cui, anch'io mi auguro, come ha già fatto il collega Pella, che il Governo possa rivedere il parere su quest'ordine del giorno, che possa prendere un impegno importante, perché oggi, se vogliamo incentivare queste fusioni e renderle più efficienti, anche per la gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, dobbiamo garantire incentivi economici. Si tratta di una cifra che credo lo Stato possa benissimo sostenere e, quindi, ci auguriamo che la Sottosegretaria Siracusano, che è attenta alle questioni che riguardano i comuni e i piccoli comuni, possa cambiare il parere e dare parere favorevole.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'istituto comprensivo Dante Alighieri, di Leonforte, in provincia di Enna, e gli studenti e i docenti del collegio San Giuseppe - Istituto De Merode, di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Prendo atto che l'onorevole Mari intende sottoscrivere l'ordine del giorno a nome di tutto il suo gruppo. Ho capito bene?
FRANCESCO MARI (AVS). Sì.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA (M5S). Se il collega Marattin lo consente, voglio sottoscrivere anch'io.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Intervengo per confermare il massimo impegno del Governo nella direzione auspicata dai colleghi intervenuti e per questo decido di accogliere favorevolmente le sollecitazioni dei colleghi e di cambiare il parere sull'ordine del giorno in favorevole secco. Voglio, appunto, fare una precisazione, con riferimento all'esame in Commissione degli emendamenti, all'onorevole Marattin, che naturalmente la contrarietà non era nel merito, ma soltanto si è vista una criticità nella fase finale dell'istruttoria. Quindi, per questo il parere non è stato già favorevole in sede di Commissione. Accolgo favorevolmente, con formula piena, quest'ordine del giorno, confermando il massimo impegno del Governo nella direzione auspicata dall'onorevole Marattin (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Italia Viva-Il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Onorevole Marattin, accetta?
LUIGI MARATTIN (IV-C-RE). Accetto e ringrazio i colleghi e il Governo per il parere.
PRESIDENTE. Quindi, è accettato.
Viene sottoscritto da tutto il gruppo di Fratelli d'Italia. Anche i gruppi di Forza Italia e della Lega lo sottoscrivono. L'onorevole Marattin insiste per la votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/4 Marattin, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 1).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/5 Grippo, accolto come raccomandazione. Onorevole Grippo, accetta la raccomandazione? Se lo accetta come raccomandazione, non può essere votato. Viene accettata.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/6 Centemero il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/7 Frassini il parere è favorevole, previa riformulazione: va bene, accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/8 Comaroli il parere è favorevole, previa riformulazione: va bene, accettata.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/9 Carfagna il parere è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/9 Carfagna, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/10 Loizzo il parere è favorevole, previa riformulazione: va bene, accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/11 Matone il parere è favorevole, previa riformulazione: va bene, accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/12 Ciocchetti il parere è favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/1752-A/13 Testa è stato ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/14 Matera il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/15 De Bertoldi il parere è favorevole, previa riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole De Bertoldi. Ne ha facoltà.
ANDREA DE BERTOLDI (FDI). Grazie, Presidente. Volevo chiedere al Sottosegretario se può verificare di cassare la locuzione “a valutare l'opportunità di”, in quanto trattasi di un argomento davvero molto importante, per il quale ritengo ci sia stato un errore di valutazione da parte del Ministero. Riguarda migliaia di professionisti appartenenti alla rete delle professioni tecniche, i quali sarebbero stati esclusi, ritengo per un errore, e quindi volevo chiedere se si può prevedere una parola più stringente, un impegno più deciso per mettere mano al più presto a questa situazione, che ha escluso i professionisti ordinistici rispetto a coloro che non sono iscritti agli ordini professionali. Ecco perché lo ritengo davvero un errore, che dovremmo cercare di recuperare al più presto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria Siracusano. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Presidente, chiedo di accantonare quest'ordine del giorno, per un'ulteriore riflessione sulla richiesta dell'onorevole De Bertoldi.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/16 Soumahoro, su cui il parere è contrario.
Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/16 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/17 Trancassini il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/18 Benzoni il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Molto brevemente, per chiedere una valutazione da parte del Governo, perché apprendiamo con soddisfazione l'inserimento di Transizione 5.0, però con alcuni criteri molto stringenti del 3 e del 5 per cento per la riduzione del consumo e degli impatti ambientali per accedere al credito d'imposta. Già abbiamo lamentato il fatto che siano richieste le certificazioni ex ante rispetto a questa riduzione dei consumi, che è abbastanza singolare.
Semplicemente, con quest'ordine del giorno chiediamo di valutare gli effetti applicativi e rivedere al ribasso la soglia minima, che non capiamo come sia stata scelta, ma, soprattutto, che potrebbe escludere alcuni importanti interventi di riqualificazione ambientale. Quindi, chiediamo semplicemente che possa essere rivalutato questo parere.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/18 Benzoni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/19 D'Alessio, su cui il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Siamo sempre su Transizione 5.0, dove è previsto che il credito d'imposta sia cumulabile con gli altri incentivi, a condizione che questo non porti al superamento del costo sostenuto. Questo beneficio viene però escluso per gli investimenti della ZES unica nel Mezzogiorno. Ovviamente, siamo sempre in una condizione di proiezione verso la coesione territoriale, e, invece, questa limitazione vincola gli imprenditori che vogliono investire al Sud. In questo senso, avremmo chiesto che il Governo si impegnasse a verificare gli effetti applicativi della disposizione per dare la possibilità di una cumulabilità anche per gli investimenti della ZES nel Mezzogiorno. Chiediamo quindi un supplemento di riflessione.
PRESIDENTE. Rappresentante del Governo, andiamo avanti? Perfetto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/19 D'Alessio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/20 Lazzarini, su cui il parere è favorevole, previa riformulazione: accettata.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/21 Bonetti il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Questo è un ordine del giorno abbastanza singolare, singolare nel parere contrario, perché con la legge n. 234 del 2021 è stata istituita la Fondazione Biotecnopolo di Siena. È un importante istituto, che doveva nascere per promuovere attività di studio e di ricerca per il contrasto delle pandemie e essere un hub anti-pandemico. Sono state messe alla guida di questo centro figure di tutto rilievo del panorama scientifico e la Fondazione è stata dotata di risorse per 440 milioni di euro. Era il 2021, siamo nel 2024 e ancora oggi la Fondazione non può intervenire e non può lavorare sia perché non è stata, da parte del Governo, approvata la parte statutario-burocratica sia perché sono state ridotte di oltre il 40 per cento le risorse finanziarie.
Chiediamo semplicemente che, nel primo provvedimento utile, possa essere ristabilita la dotazione finanziaria per questo importante centro di ricerca.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria Siracusano. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Accogliendo l'invito dell'onorevole Benzoni, posso cambiare il parere in raccomandazione, se vengono espunte le ultime tre premesse.
PRESIDENTE. Va bene, accetta. L'onorevole Bonafe' lo sottoscrive.
Ordine del giorno n. 9/1752-A/22 Battilocchio, parere favorevole, andiamo oltre. Ordine del giorno n. 9/1752-A/23 Mule', parere favorevole, previa riformulazione. È accolta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/24 Pella, il parere è favorevole.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pella. Ne ha facoltà. Lo vuole mettere ai voti?
ROBERTO PELLA (FI-PPE). Sì, Presidente, vorrei solo fare una brevissima dichiarazione. Vorrei richiamare l'attenzione, da parte di tutti i colleghi, su quest'ordine del giorno, che è estremamente importante e fondamentale, soprattutto perché dà risposte concrete ai problemi e ai temi che riguardano i 5.700 comuni con meno di 5.000 abitanti. È un impegno forte, un impegno importante, un impegno significativo e per questo mi sento in dovere di ringraziare, in primis, il Ministro Fitto e il Sottosegretario Siracusano, perché pone il tema dei piccoli comuni e, innanzitutto, della possibilità dell'utilizzo pieno dei fondi legati al PNRR, dell'opportunità di inserire - e, in modo particolare, di utilizzare - tutti gli strumenti importanti e fondamentali del tema delle aree interne e, soprattutto, dà risposte alle domande che oggi stanno arrivando da parte dei territori.
Credo che quest'ordine del giorno si tramuterà sicuramente in atti importanti e credo che sia una risposta chiara, forte e decisa alla richiesta che arriva da parte dei colleghi amministratori e sindaci di tutto il territorio e, in modo particolare, come ho detto, dei piccoli comuni. Quindi, richiamo, ancora una volta, l'attenzione del Parlamento sul fatto che questa maggioranza, non solo sa dare le giuste risposte, ma sa ascoltare in modo concreto ed efficace la voce che arriva dagli amministratori locali, e per questo chiedo di metterlo al voto.
PRESIDENTE. L'onorevole Candiani chiede di sottoscriverlo, così come gli onorevoli Gribaudo, Toni Ricciardi, Rosato, Manes e Steger.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/24 Pella, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 6).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/25 Sala il parere è favorevole; andiamo oltre.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/26 Ciancitto il parere è favorevole, previa riformulazione. Accettata.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/27 Romano il parere è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/28 Francesco Silvestri: il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.
DAVIDE AIELLO (M5S). Presidente, in quest'ordine del giorno chiedo di garantire a 4 milioni di persone che vivono con salari da fame almeno il centosettantesimo di quello che garantite all'attuale Presidente del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Parlo di Brunetta, il vostro sodale, al quale avete affidato il compito di affossare il salario minimo e di sbattere la porta in faccia a chi vive con poco, a volte con quasi nulla.
Siamo in un contesto economico difficile, Presidente, reso tale dalle scelte sciagurate di questo Governo, scelte che fa ogni giorno, questo Governo. Avete stabilito il record di persone in povertà assoluta: 5,7 milioni di cittadini. Siamo al dodicesimo mese consecutivo del calo della produzione industriale, un record mai visto prima; il costo della benzina è alle stelle e, a proposito, che fine ha fatto la vostra promessa di tagliare le accise sulla benzina? Ancora, i risparmi degli italiani sono ai livelli più bassi dal 1995; abbiamo il record di aumento dei tassi dei mutui sulla casa e il finanziamento della sanità pubblica è al livello più basso dal 2007. In questo quadro sconcertante, come fate a dire “no” a tutte quelle persone che vivono tra emergenza e disperazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Come fate a regalare prebende, con i soldi degli italiani, a un Brunetta che dice “no” al salario minimo? Tra l'altro, non avrebbe diritto a questa prebenda, e anche questa è una questione morale, Presidente, nella quale dimostrate la vostra decenza: il vostro disonore.
Avete istituito il salario di casta, ma avete bocciato il salario minimo, che serviva agli italiani per arrivare alla fine del mese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e che servirebbe a dare dignità a chi si spacca la schiena ogni giorno. A darmi fastidio, però, non è il vostro disonore, quello lo conosciamo, è la mancanza di umanità per quei milioni di persone che avete ingannato, preso in giro e defraudato.
Visto che amate citare Paolo Borsellino a sproposito, permettetemi che vi ricordi una sua frase: “A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l'esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato”. Fatelo anche voi e, quando lo fate, pensate a quei 4 milioni di persone che state lasciando nella paura di non avere un futuro, per se stessi e per le proprie famiglie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/28 Francesco Silvestri, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/29 Scutella': il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scutellà. Ne ha facoltà.
ELISA SCUTELLA' (M5S). Presidente, oggi, parliamo, per l'ennesima volta, del PNRR, però, bisogna precisare una cosa, perché magari, da casa, i cittadini possono pensare che questo Governo stia effettivamente lavorando sul PNRR, visto che ci ritorna sempre, ma è bene fare un chiarimento: il Governo è costretto a ritornare sempre sul PNRR perché non rispetta le scadenze e questo non rispettare le scadenze porta a una perdita di soldi di milioni di euro per il nostro Paese e porta a una perdita di realizzazione di progetti, quindi, a un fallimento della vostra gestione. Per questo, siete costretti a fare PNRR-ter, quater, una sorta di saga di questo PNRR.
Ebbene, su una cosa, però, voi siete coerenti, io questo ve lo riconosco sempre, siete dei campioni, campioni di tagli, tagliate, per un miliardo, la sanità, togliete un miliardo di euro alla sanità, togliete 500 milioni al rinnovamento di treni e bus; vi farei prendere, ogni tanto, una di quelle “littorine” che si prendono nel Sud Italia, ad esempio, in Calabria o in Sicilia, per vedere se c'è bisogno di un rinnovamento dei treni.
Poi, cosa decidete di fare, sempre con questo decreto PNRR? Tagli a destra e a sinistra, però, con una sorta di lotteria all'italiana, decidete di regalare 240.000 euro al nonno d'Italia, al pensionato d'Italia Renato Brunetta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che, dall'alto dei suoi 240.000 euro dice: beh, il salario minimo a 9 euro l'ora non va bene. Ci credo che non ti vanno bene 9 euro l'ora, visto che ti hanno regalato 240.000 euro l'anno. Ci credo bene.
Poi, cosa fate, ulteriormente? Togliete i soldi anche ai comuni. Ora, Presidente, a parte che io gradirei un po' di silenzio e vi ringrazio, vorrei sottolineare che siamo in campagna elettorale, ci sono molte amministrative in vari comuni e in varie città del nostro Paese, ma il centrodestra, quando sale sui palchi, al fianco dei propri candidati sindaci, che magari sono sindaci uscenti, glielo dice a quei sindaci che sta togliendo soldi ai loro comuni per gestire i progetti del PNRR? Glielo dice questo? Lo dice sui palchi, lo dice in campagna elettorale? Credo proprio di no.
Poi, arriviamo all'ultimo punto, il fatto che questo Governo, pur avendo una prima Premier donna, sia contro le donne. Lo so, sembra incoerente, sembra assurdo, però, in Italia, succede anche questo, con questo Governo succede anche questo: la prima Premier donna di un Governo che è contro le donne. Perché, cosa fa? All'inizio, in uno dei primi provvedimenti c'è l'aumento dell'IVA sugli assorbenti, sui pannolini, sul latte in polvere, e poi creano il cosiddetto bonus mamme, che discrimina le donne e crea un'ulteriore discriminazione tra le donne: che tipo di donna sei per poter ricevere questo bonus mamme? Perché, se hai un figlio, mi dispiace, ma non fa per te; se hai 3 figli, lo puoi ricevere; se hai un contratto a tempo indeterminato, poi ricevere il bonus mamme; se, invece, hai un contratto a tempo determinato, non lo puoi ricevere, quindi, un'ulteriore discriminazione. Però, questo non basta e nel decreto PNRR il Governo pensa: ma perché non aggiungere un ulteriore attacco alle donne, perché non farlo? E, nottetempo, inserisce un emendamento che prevede che nei consultori possano entrare le associazioni pro life. Questo, sapete cosa comporta? Comporta la compromissione del diritto di ogni donna di scegliere. Presidente, cosa ci sta dicendo questo Governo? Nel 2024, nella nostra Nazione, nel nostro Paese, una donna non può decidere se abortire o partorire! Non lo può decidere, perché lo deve decidere questo Governo, e vi dovreste vergognare per questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ieri c'è stata una manifestazione, a cui, ovviamente, noi abbiamo partecipato - voi non avete partecipato -, dove moltissime persone vi chiedevano di rivedere questo emendamento. E lo sapete perché? Perché queste donne gridavano, all'unisono, una cosa che oggi voglio riportare (e concludo il mio intervento): sul mio corpo decido io (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/29 Scutella', con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/30 Scerra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/31 Iaria.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Chiaramente non siamo sorpresi del parere contrario, però, devo dire, siamo un po' sconcertati. Avevamo, come Paese, un'occasione pazzesca. Il PNRR ci dava fondi per proporre uno sviluppo dell'Italia in moltissimi campi. In questo caso, parliamo della rete ferroviaria del Sud Italia e voi avete mandato tutto in vacca, permettetemi.
Siete riusciti a rovinare una delle più grandi occasioni italiane e portare questo tema in una situazione di stallo: perdere i finanziamenti. In questo caso, per l'Italia avete definanziato i progetti del PNRR sul materiale rotabile, sull'adeguamento delle ferrovie, del 50 per cento. Non so come facciano ad andare nel Sud i rappresentanti della Lega, che sono stati eletti al Sud; voi, rappresentanti di Forza Italia e di Fratelli d'Italia, andate al Sud e potete dire che avete definanziato del 50 per cento la possibilità di rinnovare le ferrovie del Sud Italia. E per cosa lo fate? Per un progetto fantasmagorico, che non andrà avanti, che è quello del ponte sullo Stretto, che è un progetto che sta sfumando via grazie alla VIA che - permettetemi il gioco di parole - non avete considerato? Non avete considerato che, nel fare un progetto del genere, ci sono alcune problematiche dal punto di vista strutturale, di adeguamento alla situazione attuale, ambientale, idrogeologica, e di tutto e di più. Questo non l'avete calcolato. Stiamo andando a fare questo tipo di lavoro di riduzione di finanziamenti sulle opere importanti e voi non approvate nemmeno un ordine del giorno che chiedeva un cronoprogramma, che deve assicurare questi fondi. È chiaro che questi fondi voi non li avete, perché ve li state giocando su cose che non servono al Paese, ve li state giocando su temi che servono solo alle vostre campagne elettorali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), anzi nemmeno, ai vostri equilibri interni, all'interno della maggioranza. Ognuno ha il suo giocattolino e deve accaparrare soldi degli italiani per fare il suo gioco di Monopoli sulle spalle dei cittadini italiani. E questo, per noi, non è accettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/31 Iaria, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo Leonardo da Vinci, di Ispica, in provincia di Ragusa, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/32 Bruno.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bruno. Ne ha facoltà.
RAFFAELE BRUNO (M5S). Grazie, Presidente. Credo sia davvero importante accogliere quest'ordine del giorno a mia prima firma, perché affronta un tema di cui si parla poco nel dibattito pubblico, ma che è fondamentale, ossia quello dei decreti attuativi, la cui adozione è indispensabile per rendere pienamente operative le misure contenute nel provvedimento, scongiurando così il rischio di una mancata o ritardata erogazione delle risorse che sono già state stanziate. Questo è un errore imperdonabile. Infatti, si parla di ben 27 provvedimenti attuativi da varare, che vanno ad aggiungersi agli oltre 300, ancora da varare, riferiti a tutte le altre leggi già approvate da questo Governo. Ne cito qualcuno particolarmente significativo: il rinvio al decreto che riguarda la patente a crediti per il contrasto al lavoro sommerso e la vigilanza in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e la misura che riguarda il decreto che deve adeguare i cronoprogrammi, contenenti obiettivi iniziali, intermedi e finali, degli interventi del Piano nazionale complementare al PNRR.
Questi atti rivestono un'importanza fondamentale per la realizzazione del Piano non solo per dare effettiva attuazione alle riforme, ma anche per rendere più efficienti le procedure contenute. La pubblicazione di questi atti è indispensabile per il completamento delle scadenze legate alle riforme, ma anche perché la loro mancata emanazione ostacola l'assegnazione e l'erogazione di risorse già stanziate, impedendo così, di fatto, l'avvio dei lavori legati agli investimenti del Piano. Quindi, è davvero incomprensibile questo parere contrario sull'ordine del giorno e spero in un ripensamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/32 Bruno, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/33 Cantone.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cantone. Ne ha facoltà.
LUCIANO CANTONE (M5S). Grazie, Presidente. Stamattina, sentendo gli interventi dei colleghi in merito alle problematiche di questo decreto del PNRR, ho notato che la risposta del Governo è sempre la stessa: che problema c'è? Tanto si farà il ponte sullo Stretto. In Sicilia c'è la siccità, gli invasi sono vuoti, ma che problema c'è? Ci sarà il ponte sullo Stretto.
Vedete, in Sicilia mancano risorse molto importanti per la viabilità primaria e secondaria; sono stati tagliati 1,2 miliardi tra Sicilia e Calabria, sono state tagliate le risorse per la sanità pubblica, ma che problema c'è, tanto si farà il ponte sullo Stretto che sopperirà a tutte le mancanze, a tutte le carenze infrastrutturali che questo Paese, che il Sud si porta dietro da parecchi decenni.
Con quest'ordine del giorno, chiedevo un impegno abbastanza semplice, quanto efficace, ossia di rivedere gli impegni finanziari per il ponte sullo Stretto a favore delle infrastrutture inserite nel PNRR, questo perché il PNRR è in ritardo con la realizzazione delle opere infrastrutturali. Ci sono carenze importanti sulla rete ferroviaria e il ponte sullo Stretto non risolverà tutti i problemi del Sud perché, il vostro racconto, secondo il quale arriveranno i flussi di traffico di passeggeri e merci e tutte le navi container che arrivano nel Mediterraneo, grazie al ponte sullo Stretto, attaccheranno al porto di Augusta, non è la verità. Infatti, ci sono in Italia porti molto più convenienti, ben strutturati e organizzati, come, d'altronde, nel resto dell'Europa e dell'Africa.
Quindi, state concentrando una quantità di risorse impressionante - 15 miliardi di euro - in un progetto che ha molte carenze, soprattutto dal lato ambientale, visto che non avete preso in considerazione nemmeno i pareri del Ministero dell'Ambiente; e ieri avete scoperto che ha rilevato delle carenze, con un documento di 239 segnalazioni.
Ecco, tutta questa forza con cui propagandate da anni il ponte sullo Stretto produrrà semplicemente la più grande opera incompiuta di questo Paese. Quindi, fermatevi in tempo ed evitate questo disastro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Onorevole Aiello? Lo sottoscrive, va bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/33 Cantone, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/34 Carotenuto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/35 Aiello c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.
DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Ero già intervenuto ieri per illustrare quest'ordine del giorno che riguarda il nuovo strumento della patente a crediti, che dovrebbe garantire condizioni migliori in termini di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Non è uno strumento totalmente nuovo, in quanto questa normativa non fa altro che modificare una normativa già esistente, quella della patente aziendale che serve alle imprese edili per operare all'interno degli appalti dei cantieri edili.
Quindi, state modificando una normativa già esistente, non è assolutamente uno strumento nuovo. Ieri ho elencato varie motivazioni che ci spingono a non condividere questa nuova impostazione, ma voglio concentrarmi sul fatto che questo parere contrario del Governo al mio ordine del giorno è totalmente inaccettabile. Infatti, con il mio ordine del giorno chiedevo semplicemente che fosse istituito un tavolo di confronto con le parti sociali e con i sindacati maggiormente rappresentativi del Paese, proprio per confrontarsi sulle nuove norme che state introducendo.
Il parere contrario del Governo, quindi, ancora una volta, non fa altro che rappresentare il fatto che quest'ultimo non ascolta le parti sociali, non ascolta i sindacati e non si vuole confrontare con i rappresentanti dei lavoratori. Questo fa sì che il Governo, ancora una volta, perda un'occasione importante di confronto e di dialogo costruttivo con i rappresentanti dei lavoratori, e ciò non fa altro che far emergere, ancora una volta, il carattere autoritario di questo Governo, che è sordo rispetto alle esigenze del mondo del lavoro e dei lavoratori.
Quindi, non mi aspettavo il parere contrario del Governo: ne prendo atto. Tra l'altro, era un ordine del giorno non oneroso, che non comportava alcun impegno di spesa, ma questo fa emergere, ancora una volta, la chiusura totale del Governo nei confronti delle esigenze reali del mondo del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/35 Aiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/36 Fenu c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.
EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno riguarda l'articolo 38 del provvedimento, che istituisce e disciplina il Piano transizione 5.0. Si tratta di una riedizione del Piano transizione 4.0, che ha avuto degli effetti molto importanti per le nostre imprese, perché ha consentito in questi anni di innovarsi e ha contribuito alla crescita del PIL negli ultimi anni, prima che arrivasse questo Governo. Qui il Piano si lega al finanziamento del PNRR, che è previsto in 6 miliardi.
In quest'ordine del giorno noi rileviamo che si cerchi, in qualche modo, di rendere più complesso l'accesso alle risorse del Piano Transizione 4.0. Innanzitutto si lega - ma questo lo capiamo - l'aspetto degli investimenti innovativi al risparmio energetico, perché questo chiede il Piano, e va bene. Però, nel procedimento si prevedono più fasi, un po' troppe fasi. Si prevede la partecipazione di vari attori, tra cui il Ministero delle Imprese e del made in Italy, i gestori di servizi, l'Agenzia delle entrate, e così via. Il problema principale è che nel procedimento che porta poi al riconoscimento e all'utilizzo del credito d'imposta sono previsti oltre 10 passaggi applicativi, con adempimenti tutti a carico delle imprese, con risorse che saranno “a rubinetto”. Quindi, questo cosa comporterà, molto probabilmente? Comporterà un procedimento per cui le imprese prenoteranno questi crediti, con adempimenti che dureranno fino a un anno, nella speranza di non commettere errori, perché, altrimenti, avranno fatto investimenti che saranno interamente a carico loro, con quello che ne consegue in termini di incapacità di programmare gli investimenti stessi.
Ma la cosa che potrebbe avere un effetto più problematico e di cui parliamo nell'ordine del giorno è il fatto che questo procedimento a prenotazione bloccherà da subito, probabilmente con un click-day, tutte le risorse almeno per un anno. E l'aspetto ancora più problematico è: chi accederà a questi contributi e a queste risorse? Vi accederanno le imprese più strutturate.
Quindi, noi chiediamo - e ci dispiace che il Governo abbia dato parere contrario - che vengano previste regole certe, che consentano l'accesso anche alle imprese minori, che voi dite sempre di difendere e che costituiscono oltre il 90 per cento del nostro sistema produttivo. Quindi, noi chiediamo di scongiurare questo rischio e chiediamo anche che le risorse che poi non verranno impiegate e non verranno utilizzate dalle imprese che avranno prenotato questi progetti, in qualche modo vengano riallocate. Infatti, il problema principale che intravediamo in questo tipo di procedimento è che, come al solito, si cerchi di puntare e di scommettere tutto sul mancato tiraggio delle misure, per risparmiare e cercare di non mettere a terra le misure stesse. Questo è il problema.
Voi avete avversato tanto, in quest'ultimo anno, i crediti di imposta, che peraltro sono previsti anche in questo provvedimento, però sappiate - anzi, dovreste saperlo - che i crediti di imposta sono stati gli unici che vi hanno consentito di spendere le risorse del PNRR, le uniche risorse. In questo modo, voi le state snaturando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché state prevedendo tutta una serie di adempimenti, che, come succedeva spesso, soprattutto prima, impediranno alle imprese, soprattutto a quelle di minori dimensioni, di accedere alle misure che servono per rendere il nostro Paese più competitivo e per aumentare la produttività che ci dovrebbe consentire di crescere nel medio-lungo periodo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. L'onorevole Pavanelli lo sottoscrive.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/36 Fenu, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/37 Raffa c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raffa. Ne ha facoltà.
ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, oggi discutiamo un provvedimento di fondamentale importanza, con il quale si sta cercando di rimediare ai ritardi accumulati sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, ritardi dovuti in parte alla scelta del Governo Meloni di voler smontare le precedenti cabine di regia. E ricordiamo anche il disastro iniziale sull'accavallamento di competenze tra i Ministri Fitto e Musumeci, originariamente Coesione e Sud, a cui si è dovuto mettere una pezza. E per carità, ci sono anche i ritardi dovuti a una non sempre efficiente macchina dello Stato e alle disfunzioni negli enti periferici e locali. Però, se non si riesce a spendere i soldi per realizzare i progetti previsti, il Governo ha pensato che è molto più semplice spenderli per fare shopping o regali e così ha dato il via ad acquisti di beni e servizi, da un lato, e a finanziamenti a fondo perduto dall'altro, quindi appunto shopping e regali. E qui veniamo a quest'ordine del giorno, che tratta di Transizione 5.0: chiedo al Governo, gentilmente, di modificare il parere e di esprimere parere favorevole piuttosto che contrario, perché non c'è battaglia politica in questo impegno al Governo. Se dobbiamo rimodulare il PNRR, proviamo a farlo in modo utile al Paese e anche sano, dal punto di vista gestionale e dell'efficienza delle scelte.
Il PNRR doveva anche servire a colmare il distacco tra Nord e Sud, in termini di ricchezza e di sviluppo, in modo da avere anche una migliore distribuzione delle risorse in tutto il Paese e nel territorio nazionale, così al Sud doveva andare il 40 per cento delle risorse, a fronte di un 34 per cento della popolazione. Però, ci stiamo spostando verso il dare soldi alle imprese, a fondo perduto e sappiamo tutti che la stragrande maggioranza di imprese si trova al Nord.
Quindi, con quest'ordine del giorno, chiedo al Governo di mettere anche le imprese di minori dimensioni, che al Sud sono la netta maggioranza, nelle condizioni di competere con le grandi per l'assegnazione di questi fondi che - ricordo - ammontano a oltre 6 miliardi di euro. E qui chiedo semplicemente di impegnare il Governo, quando emanerà il decreto attuativo di questo di provvedimento - con cui stabilirà in dettaglio la procedura, le modalità e i controlli con cui saranno dati questi soldi - di indicare anche tempi certi per la chiusura dell'istruttoria e per la trasmissione delle comunicazioni tra le varie amministrazioni interessate, così anche una piccola impresa potrà valutare se impegnare le risorse necessarie per partecipare a questo bando o meno, cosa molto più difficile se, invece, un'impresa con personale e risorse limitate si trova davanti a un salto nel buio, non sapendo nemmeno tra quanto tempo - e se eventualmente - riceverà una risposta e quali saranno poi le tempistiche per procedere, che potrebbero essere anche troppo ristrette, e quindi l'impresa potrebbe non avere le capacità di stargli dietro. E non è certo la prima volta che in un bando pubblico prima si lasciano le imprese ad aspettare mesi e poi, all'improvviso, vengono loro imposte tempistiche strettissime, che spesso le costringono a rivolgersi a costosi consulenti esterni per poter far fronte a questi tempi così stretti.
Approvando quest'ordine del giorno, ci sono tre vantaggi: il primo è che dovrebbe essere la normalità, per il principio di efficacia e di efficienza, che anche lo Stato, come impone a chi partecipa a questi bandi il rispetto di determinati tempi, imponga anche limiti temporali a se stesso, perché la pubblica amministrazione non è il Re Sole e cittadini e imprese non sono i suoi poveri sudditi, ma, al contrario, dovrebbe essere proprio la pubblica amministrazione al servizio dei cittadini e delle imprese.
Infine, ricordo che si tratta di risorse cosiddette “a rubinetto”: chi arriva prima prende e, quando finiscono, invece si chiude. Avere tempi certi permetterebbe a noi parlamentari di poter programmare in anticipo anche alcune tempistiche per, eventualmente, dirottare su altro le risorse, qualora i fondi dovessero risultare superiori alle richieste, ed evitare così di perderli e alle imprese, ai richiedenti, di avere la certezza di una risposta e di non restare in sospeso, a tempo indefinito, senza nemmeno sapere se stanno solo perdendo tempo perché le risorse sono terminate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/37 Raffa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
L'ordine del giorno n. 9/1752-A/38 Gubitosa è accolto come raccomandazione. Onorevole Gubitosa accetta la raccomandazione?
MICHELE GUBITOSA (M5S). Non accetto e chiedo che venga posto in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/38 Gubitosa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/39 Lovecchio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/40 Tucci, c'è un parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Tucci o chi per lui? Non accettate la riformulazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/40 Tucci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/41 Traversi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
L'ordine del giorno n. 9/1752-A/42 Barzotti è accettato come raccomandazione, previa riformulazione. Va bene? No.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/42 Barzotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/43 Dell'Olio c'è il parere contrario del Governo. Onorevole Dell'Olio?
GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno riguarda la questione Pago PA. In questo decreto-legge, è stata inserita la cessione di Pago PA, in parte, per il 51 per cento, all'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - e già questo non si comprende, visto che non è un soggetto abituato a gestire i dati dei pagamenti - e, per il 49 per cento, a Poste.
In audizione, sia l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, sia l'ABI, si sono espressi in maniera molto critica su questa cessione, perché si rileva un doppio problema: in precedenza, era stato tolto il monopolio nella gestione del servizio a Poste, che appunto viene chiamata fornitore universale, ma, in questa maniera, in pratica lo si riconsegna a Poste che, nei fatti, a questo punto, diventa sia proprietaria di quella piattaforma di pagamenti, che serve proprio per gestire, sia soggetto utente, perché, attraverso altri soggetti di cui Poste è proprietaria, va addirittura in concorrenza.
Questa cosa non va bene. Tra l'altro, c'è un altro problema (mi rivolgo al Governo): con quest'ordine del giorno si viola l'articolo 10, comma 2, del testo unico sulle società a partecipazione pubblica, perché si cede una partecipazione pubblica senza effettuare un'asta, una procedura aperta, tra l'altro ipotizzando anche una riduzione degli introiti, perché, sulla base di una valutazione fatta da esperti, si va a cedere.
Ciò detto, rendendomi conto che ovviamente il Governo non può tornare indietro su una questione che è stata già accettata all'interno del testo, rilevo due o tre problematiche. Innanzitutto, le problematiche concorrenziali, che sono state già evidenziate, perché, di fatto, l'emendamento approvato ha inserito una parità di trattamento, ma una parità di trattamento di accesso, non anche di fornitura: chiaramente, chiedevamo anche di predisporre l'asta competitiva, ma mi rendo conto che il Governo, su questo, difficilmente potrà mai fare passi indietro. Soprattutto sull'ultimo punto, quello di adottare ogni iniziativa utile volta ad escludere che, dalla cessione, derivi un disimpegno pubblico sul fronte dello sviluppo, semplificazione, qualità e sicurezza dei servizi di pagamento in via digitale, di fatto, così come è formulato il testo, non lo accetta, non lo garantisce. Se è vero che il Governo ha necessità di fare cassa, non deve farla a detrimento di un servizio pubblico o per lo meno che serve a tutti gli italiani. Pertanto, vorrei invitare il Governo per lo meno a rivedere la questione degli impegni e a salvarne almeno quest'ultimo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/43 Dell'Olio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Salutiamo le ragazze e i ragazzi dell'Istituto comprensivo Iva Pacetti, di Prato. Grazie ragazze e ragazzi di essere qui (Applausi).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/44 Donno, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Torto. Ne ha facoltà.
DANIELA TORTO (M5S). Grazie Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno. Ancora una volta, chiediamo a questo Governo di sollecitare la capacità di inclusione. Mi rivolgo ai sottosegretari presenti, perché, ancora una volta, abbiamo chiesto in Commissione di includere le parti sociali e ci avete risposto “no”, perché fa paura che il percorso di monitoraggio sia esposto ai giudizi e alle osservazioni del mondo dei lavoratori e dei datori di lavoro. E fa paura oggi, con il parere contrario su quest'ordine del giorno, includere gli enti locali del Mezzogiorno. Allora, mi chiedo: come mai? Che problema avete con la capacità di inclusione? Perché ancora non lo capiamo. Tra l'altro, ci sono molti piccoli comuni, soprattutto quelli per cui il partito della Lega si spende e si straccia le vesti, che faranno difficoltà ad anticipare le risorse per pagare i lavori legati alla progettazione del PNRR. Ve lo stanno dicendo, stanno ricorrendo al Ministro Fitto, ma è chiaro che c'è una diatriba in corso tra Fitto e Giorgetti. Quindi, questo rende le cose più difficili. Peccato che le vostre diatribe tra partiti ricadano sulla pelle dei cittadini e anche su quella degli amministratori locali a cui stringete la mano, ma poi con l'altra magari li schiaffeggiate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/44 Donno, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/45 Pellegrini, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Il PNRR non era e non è solo un piano che destina fondi colossali, ingentissimi al nostro Paese. Era anche il sogno di un'Europa diversa, un'Europa finalmente solidaristica, che ponesse al centro del suo operato i cittadini e i loro bisogni. Quindi, finalmente era un rinnegare quella che era stata l'Europa fino a prima del 2020, cioè un insieme di egoismi, di cecità e di austerity che aveva fatto sì che milioni e milioni di europei vivessero peggio.
Quindi, è stato un grandissimo successo del presidente Conte e del Governo “Conte 2” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che, con la sua forza diplomatica di far convergere le volontà degli altri Paesi su un unico obiettivo, riuscì a raggiungere questo risultato clamoroso. Questo successo fu rivoluzionario. Gli obiettivi che si poneva il PNRR di creare lavoro, fare investimenti, realizzare infrastrutture necessarie in tutta Europa e, in particolare, in Italia, erano così rivoluzionari che i giornali di area di destra (di proprietà di un nostro collega deputato), nei giorni di quel famoso Consiglio europeo - che rimarrà nei libri di storia e non saranno scritti dai nostri contemporanei, ma da chi vedrà la storia con occhi un po' più sinceri - e in quelli immediatamente precedenti sfottevano il nostro presidente Conte definendolo come una specie di stalker che parlava con gli altri leader chiedendo soldi per l'Italia. Poi, ovviamente, a successo clamoroso avvenuto, dovettero dire “no, ma è stata opera di un algoritmo”, così definirono la questione, perché la vergogna non è mai abbastanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Ora, per l'ennesima volta il Governo ci obbliga a occuparci di PNRR perché non è capace di mettere a terra e di spendere i soldi che erano stati ottenuti dal nostro presidente Conte; lo voglio ricordare ancora una volta: 209 miliardi. Non ne sono capaci, fanno un passo avanti e 10 indietro e, periodicamente, vengono qui in Parlamento a cambiare le carte in tavola. In particolare, in questo provvedimento sono contenute delle norme che smantellano tutte le strutture di governance all'interno dei Ministeri e si torna indietro. Voglio soltanto ricordare che quando il presidente Conte aveva proposto di costituire un'unica governance sotto la Presidenza del Consiglio, perché indicava quella come unica via per spendere bene e presto tutti i soldi che ci venivano dall'Europa, fu attaccato a reti ed edicole unificate. Questa, purtroppo, è la situazione. L'Italia ha speso soltanto il 6 per cento dei fondi, mentre, per esempio, la Spagna, un Paese molto simile a noi, ha speso il 30 per cento. Questo Governo di incapaci totali non fa altro che dare la colpa ai suoi predecessori. Io voglio dare un dato che sicuramente è importante e cioè che solo l'11 per cento dei progetti del PNRR è stato progettato e messo in campo dal Governo “Conte 2”. Il restante 89 per cento è stato progettato e doveva essere messo a terra dai Governi successivi, dai cosiddetti autodefiniti “migliori” di Draghi per il 63 per cento del totale e, per la parte restante, dal Governo Meloni. Solo che il Governo Conte ha portato a un più 12 per cento di incremento del PIL in 2 anni e 1 milione di posti di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Vengo rapidamente all'oggetto del mio ordine del giorno, perché l'articolo 32, comma 2, di questo decreto-legge, affida al Ministero della Difesa la realizzazione delle strutture di accoglienza dei migranti in Albania, che è un altro colossale spreco. Io rimarco nel mio ordine del giorno che il provvedimento che ha autorizzato il Governo alla ratifica del Protocollo d'intesa con l'Albania è stato approvato dal Parlamento in via definitiva il 15 febbraio 2024 e solo 15 giorni dopo - 15 giorni dopo! - il Governo ha inteso aumentare di quasi 26 milioni la dotazione per sprecare risorse anche del PNRR. Allora, visto che non c'è alcuna ragione al mondo perché nel giro di 15 giorni aumenti uno spreco di risorse di questa entità, l'ordine del giorno che ho presentato impegna il Governo a desistere dalla strada che sta seguendo e a cercare di utilizzare al meglio le risorse del PNRR che non sono di questo Governo, sono di tutti gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/45 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/46 Quartini c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. L'impressione è che la pandemia non abbia insegnato niente a questo Governo, non abbia insegnato niente a questo centrodestra. In effetti possiamo verificare dall'articolo 43, emendato dal Governo, che fondamentalmente l'agenda rispetto al contrasto alle malattie infettive e all'antimicrobico resistenza viene dettata dai no-vax. Questo è il dato di fatto. Perché dico questo? Perché di fatto viene in qualche modo rimodulato il PNRR in ostilità nei confronti dell'idea di un'interoperatività delle certificazioni sanitarie, che servirebbe, questa interoperatività delle certificazioni sanitarie, come strumento fondamentale per far fronte a eventuali altre emergenze sanitarie. Dunque, una sorta di fascicolo sanitario elettronico suggerito dall'Organizzazione mondiale della sanità, che vorrebbe realizzare una rete paneuropea che coinvolga sia i Paesi UE che l'Asia centrale per realizzare una cooperazione e uno scambio volti a prevenire e a rispondere a eventuali altre emergenze. Evidentemente questa capacità questa maggioranza non ce l'ha e, quindi, vede il green pass esclusivamente come un sistema di controllo delle persone invece che di controllo delle malattie.
È una posizione pretestuosa e antiscientifica e in quest'ordine del giorno noi chiediamo che si riesca a cooperare e a scambiare informazioni a livello internazionale per proteggere i cittadini dal rischio di eventuali altre pandemie.
Voglio ricordare che abbiamo pagato con numerose perdite di vite e con blocchi senza precedenti da un punto di vista economico e sociale praticamente in tutto il mondo. Credo che il suggerimento dell'Organizzazione mondiale della sanità andrebbe assolutamente accolto, ma come al solito conta la propaganda, conta esclusivamente la demagogia ed è veramente preoccupante che siate manovrati dai no-vax (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/46 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/47 Di Lauro c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà per due minuti.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Sottoscrivo naturalmente quest'ordine del giorno. Secondo il Sole 24 Ore per avere lo stesso finanziamento del 2022 si sarebbero dovuti investire 9 miliardi per difendere il Servizio sanitario nazionale. Non bastano e addirittura servivano solo per mantenerlo com'è, precario peraltro.
In realtà, questo Governo, che, come dicevo prima, non ha imparato niente dalla lezione della pandemia, ha tagliato 400 case di comunità, 100 ospedali di comunità, 800 posti in terapia intensiva e 1.800 posti, fra terapia intensiva e subintensiva. Adesso, con questa manovra del PNRR, si tolgono 1,2 miliardi dal Piano di investimenti complementare al PNRR, facendo un danno al programma “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”, cioè la messa in sicurezza antisismica delle strutture sanitarie. Tutte le regioni si sono opposte e si sono preoccupate per questa operazione inaccettabile, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Si chiede, con quest'ordine del giorno, di rimodulare questo importante e necessario finanziamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Solo per sottoscrivere, a nome del gruppo, l'ordine del giorno della collega Di Lauro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/47 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/48 Marianna Ricciardi c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.
MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Ho sentito più volte, dai banchi della maggioranza e dai banchi dell'opposizione, interventi in favore della ricerca scientifica, di quanto sia bella la ricerca scientifica, e non ho mai sentito nessuno dire di essere contrario alla ricerca e credo che siamo tutti d'accordo sul fatto che in Italia vi sia il minore investimento in ricerca scientifica rispetto a tutti gli altri Paesi europei, e non solo. Il problema, però, è che la carenza di fondi in ricerca scientifica continua a trascinarci sempre più in basso, così, come Paese, siamo poco competitivi e anche poco produttivi. Non è un caso, infatti, che, negli ultimi 30 anni, anche la nostra ricchezza è diminuita e comunque gli stipendi delle persone continuano a diminuire. Questo dipende chiaramente, in gran parte, dal fatto che c'è stata un'incapacità a investire in innovazione e, soprattutto, una scarsità di risorse che sono state destinate all'innovazione.
Oggi noi abbiamo una grande opportunità, quella che ci è data dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, per provare a rilanciare il nostro Paese, e quelle risorse da investire in ricerca finalmente le abbiamo. Però, qual è il problema? Voi cosa fate? Decidete di rimodulare le risorse per gli investimenti in sanità e di spostare l'autorizzazione di spesa di 30 milioni di euro, da quest'anno al 2027. Noi abbiamo l'opportunità di utilizzare 30 milioni per offrire alle nostre giovani menti contratti di ricerca, dottorati e post-dottorati per permettere a queste giovani menti di poter fare ricerca in Italia, di restare in Italia e di contribuire alla crescita del nostro Paese e, grazie a Giuseppe Conte, avevamo l'opportunità di investire proprio oggi nei nostri giovani e nel nostro sviluppo.
Voi cosa proponete, quindi? Di posticipare di 3 anni l'utilizzo di queste risorse, perché non siete capaci di investire e spendere oggi le risorse che vi ha portato qualcun altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Intanto, i nostri migliori talenti non staranno certo qui ad aspettare i tempi della politica, ma, in questi 3 anni, decideranno bene di andare fuori, all'estero, dove chi veramente sa come valorizzare le proprie opportunità deciderà di trattenere questi giovani con sé e loro, a quel punto, in questi 3 anni, non decideranno poi certo di tornare qui in Italia, il Paese che li ha formati, che poi li ha abbandonati e che li fa restare all'estero.
Per questo chiedo al Governo di rivedere il parere dato all'ordine del giorno e di valutare di poter riutilizzare queste risorse oggi e non posticiparle a 3 anni, così come invito anche i colleghi della maggioranza a votare a favore di quest'ordine del giorno, per utilizzare oggi queste risorse e per far sì che i giovani finalmente si sentano valorizzati, possano restare a fare ricerca in Italia e dare un contributo alla crescita del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. La rappresentante del Governo chiede di intervenire. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. A fronte dei contenuti esposti dalla collega Marianna Ricciardi, cambio il parere in favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di reperire, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ulteriori risorse per l'investimento e iniziative di ricerca per tecnologie e percorsi innovativi in ambito sanitario-assistenziale del MUR”.
PRESIDENTE. Onorevole Marianna Ricciardi, accetta?
MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio per la riformulazione, accetto e chiedo di metterlo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/48 Marianna Ricciardi, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 27).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/49 Lomuti, su cui il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fede. Ne ha facoltà.
GIORGIO FEDE (M5S). Grazie, Presidente, aggiungo la mia firma e intervengo in dichiarazione di voto. In questo provvedimento che stiamo esaminando oggi, il quarto sul PNRR, lo abbiamo detto, ma è bene ricordarlo, quella opportunità incredibile che l'Italia ha avuto grazie all'impegno del Governo Conte, di 209 miliardi, stiamo provvedendo all'ennesima rimodulazione, con una serie di attività e di supporti che vengono da tutte le forze parlamentari, soprattutto quelle di opposizione, che vengono costantemente ignorati. Noi, in quest'ordine del giorno, cosa chiediamo? La sacrosanta azione di sostenere la capacità amministrativa dei comuni e degli enti locali, che sono stati fra i principali artefici dei progetti presentati, con l'opportunità di rinnovare quelle opere che erano attese da 40 o 50 anni nelle nostre città, e vedono oggi tanti amministratori di destra, di sinistra, di tutti i colori, che tagliano nastri. Le persone, quando vedono quel nastro tagliato, devono pensare ai soldi che Conte ha portato dall'Europa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vi è questo tipo di impegno, quando noi vediamo questa sacrosanta attività; veramente, questo è un ordine del giorno ovvio, perché sono i comuni quelli che fanno le attività di progettazione, con quelle capacità che spesso non riusciamo a cogliere nei fondi europei.
E allora noi, a opera dei Governi in carica da 37 mesi, dal Governo Draghi al Governo Meloni, con una continuità anche di attiva partecipazione della destra a questa attività, abbiamo visto che questi fondi vengono sempre ad avere ostacoli, i 16 miliardi tagliati dal Ministro Fitto, i tanti che hanno avuto decurtazioni anche negli enti locali, le truffe che hanno visto la Guardia di finanza e la Corte dei conti darci le indicazioni sui 600 milioni oggetto di indagine. Quindi, vi sono tante attività che mettono ostacoli e blocchi, tant'è vero che siamo solamente al 6 per cento dei fondi impiegati.
Abbiamo visto che si sta distogliendo la capacità di utilizzare queste risorse verso i fondi di sviluppo e coesione, quindi tante problematiche, e sono queste quelle che hanno fatto abortire il PNRR, o, perlomeno, non sfruttare appieno quella spinta e quel boost che doveva venire. Oltretutto, ci indigna anche vedere, giocando sulla parola aborto, che è un argomento di cui bisogna avere rispetto, soprattutto per le donne, che l'ultima azione fatta in Commissione bilancio è stata quella di far passare un emendamento all'articolo 44-quinquies, che va ad inserire, con la spinta delle associazioni pro vita, nei consultori un'azione di dissuasione o, perlomeno, di non consentire quell'azione libera che le donne, per il rispetto che devono avere, per la scelta difficile che vanno a fare, devono avere.
Quindi, vedere che proposte concrete vengono bocciate e sono approvati questi emendamenti è veramente un aspetto che ci indigna e che ha portato anche molte persone fuori, in piazza del Parlamento, ieri, a protestare. Noi siamo veramente sgomenti per questa azione, per cui possiamo votare tranquillamente in maniera contraria al provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/49 Lomuti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/50 Baldino, su cui c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, signor Presidente. Colleghi, quando avete vinto le elezioni e siete andati al Governo, non mi iscrivevo tra quelli che temevano che ci sarebbe stata una deriva autoritaria, anche se mi state un po' smentendo in questo periodo, ma tra quelli che, invece, temevano che voi foste incapaci di governare, temevano per la tenuta dello Stato sociale del nostro Paese, temevano per la tutela della sanità pubblica, temevano per la tutela delle persone che sono indietro, per gli ultimi, per i penultimi, che voi invece avete penalizzato e colpevolizzato.
Avevo probabilmente ragione, perché, non solo questo provvedimento, ma tutta la parabola del PNRR da quando siete al Governo - ho avuto occasione di dirlo già ieri - rappresenta il vostro manifesto politico. Voi state utilizzando quella che poteva essere e che potrebbe essere la più grande stagione di investimenti pubblici per definanziare i progetti dei comuni, per definanziare i progetti per la sanità pubblica e per la messa in sicurezza dei nostri ospedali - addirittura state tagliando posti letto, come diceva il collega Quartini poc'anzi -, per definanziare i progetti sulla rete ferroviaria, soprattutto al Sud, il 50 per cento dei progetti al Sud, mentre utilizzate i vostri soldi, i nostri soldi, per fare un progetto tutt'altro che utile per le regioni del Sud, che è un ponte sullo Stretto che ieri i Ministeri vi hanno detto che non si può fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Voi state usando il PNRR per complicare il diritto delle donne all'interruzione volontaria della gravidanza, è sconcertante questa cosa. State usando il PNRR per regalare 240.000 euro annui a Brunetta, che avete utilizzato per affossare il nostro progetto di salario minimo, colui che aveva detto che in Italia il salario minimo non serve, perché probabilmente serviva a lui il salario massimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). State utilizzando il PNRR per eliminare le tutele occupazionali che avevamo previsto per giovani, donne e persone con disabilità.
Il tutto quando l'Anac e gli osservatori ci dicono che c'è un allarme, c'è un allarme in deroga. La maggiore parte dei bandi vanno in deroga alla norma che prevedeva la tutela occupazionale di giovani, donne e persone con disabilità. Allora voi che cosa fate, invece di modificare la norma per migliorarla, per integrarla, per andare nella direzione che noi avevamo previsto? Perché, guardate un po', avevamo questa ambizione con il PNRR, quella di colmare i divari, di colmare i divari generazionali, di colmare i divari territoriali, di colmare i divari di genere. Avevamo questa pazza, folle ambizione, quando abbiamo scritto il PNRR (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Voi state andando nella direzione totalmente opposta, proprio quando i dati sull'occupazione, che voi tanto sbandierate, in confronto con la media europea ci dicono che l'occupazione femminile è 14 punti percentuali sotto la media europea e l'occupazione giovanile è di 9 punti percentuali sotto la media europea, soprattutto l'occupazione giovanile nelle regioni del Sud. E voi che cosa fate? Utilizzate il PNRR per fare i vostri porci comodi (Proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), PNRR che non sapete neanche spendere…
SALVATORE DEIDDA (FDI). Parla italiano! Presidente, deve parlare in italiano!
ROSSANO SASSO (LEGA). Ci sono gli studenti, è una vergogna!
PRESIDENTE. Colleghi! La prego, onorevole Baldino.
VITTORIA BALDINO (M5S). …perché, anche se i colleghi si allarmano, signor Presidente, dobbiamo dire a quest'Aula…
PRESIDENTE. Onorevole Baldino, la prego, la prego. Colleghi, fate intervenire il Presidente. Per cortesia, per cortesia. Per favore, state zitti, glielo dico io. Onorevole Baldino, la prego, utilizziamo i termini corretti in Aula, la prego!
VITTORIA BALDINO (M5S). Signor Presidente. I colleghi si allarmano per una parola (Proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier). Io mi allarmo perché…
PRESIDENTE. Per favore.
VITTORIA BALDINO (M5S). …la Procura europea ci sta dicendo che in Italia ci sono 600 milioni di euro truffati del PNRR (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier). La Procura europea ci sta dicendo che, mentre voi eliminate i controlli sul PNRR, liberalizzate gli appalti, abolite l'abuso d'ufficio, eliminate i controlli della Corte dei conti con questo provvedimento, quei soldi se li stanno mangiando i vostri amici (Vive proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier)! Vi dovete vergognare! Vi dovete vergognare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! State trasformando la più grande stagione di investimenti pubblici…
PRESIDENTE. Grazie.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/50 Baldino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/51 Pavanelli, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Oggi stiamo discutendo il Piano nazionale di ritardi e rinvii; sì, colleghi, ritardi e rinvii, e questo non lo dice la sottoscritta e nemmeno il MoVimento 5 Stelle, ma lo conferma l'Ufficio parlamentare di bilancio nell'ambito dell'atto n. 182. In questo atto si percepisce qual è la situazione: dopo una grande… mi scusi, Presidente, ma io non riesco nemmeno a sentire la mia voce, ormai…
PRESIDENTE. Per favore, colleghi…
EMMA PAVANELLI (M5S). Come stavo dicendo, Presidente, l'Ufficio parlamentare di bilancio ha certificato che nei primi anni di lavorazione del PNRR i lavori andavano abbastanza spediti e avevamo una percentuale abbastanza alta di lavori eseguiti sui territori; ebbene, nell'anno 2023, che è il primo anno in cui questo Governo ha lavorato su questo grandissimo fondo, su questa grandissima e importante opportunità per l'Italia, sono stati spesi solo 2,5 miliardi, cioè il 7,4 per cento del totale. Tali risorse sono poche se pensiamo che l'anno precedente sono stati spesi 28 miliardi di euro.
Allora, mi ricordo, nella scorsa legislatura, quando tutti noi abbiamo constatato che uno dei problemi che potevano emergere era soprattutto la mancanza di una struttura all'interno dei comuni e che i comuni avevano assolutamente bisogno di avere più funzionari e più tecnici per portare avanti tali progetti. Ciò è stato fatto, è stato fatto nella scorsa legislatura, ma oggi vedendo questi ritardi ci stiamo domandando se, forse, non fosse sufficiente. Eppure, nella scorsa legislatura, ricordo che i colleghi di Fratelli d'Italia non mancavano mai di urlare all'interno delle Aule parlamentari, dove chiedevano che ci fossero sempre più funzionari e sempre più tecnici nei comuni.
Presidente, noi abbiamo quasi 8.000 comuni nel nostro Paese, ma quasi 6.000 di questi sono comuni piccoli, comuni sotto i 5.000 abitanti. Pertanto, capiamo bene che il problema sussiste e che, se vogliamo dare pari opportunità a tutto il nostro territorio italiano, dalle aree interne ai comuni più piccoli e anche piccolissimi, dobbiamo dargli un aiuto concreto, perché è evidente che, se non riescono ad avere i tecnici necessari alle progettualità previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, non riusciranno ad accedere ai bandi. Allora, questo mio ordine del giorno chiede esattamente questo per tutti i territori che hanno bisogno di accedere a questi fondi. Io penso alla mia regione, una regione che ha 850.000 abitanti e 92 comuni, di cui 61 comuni piccoli. Questa è la fotografia dell'Umbria, ma potrei fare una carrellata di tutte le nostre regioni e di tutti i comuni del nostro Paese. Aiutiamoli, dando un aiuto concreto con l'assunzione di nuovi funzionari e di nuovi tecnici, necessari proprio per poter accedere ai bandi del PNRR (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/51 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/52 Morfino, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Morfino. Ne ha facoltà.
DANIELA MORFINO (M5S). Grazie, Presidente. La contrarietà a quest'ordine del giorno non la comprendiamo, perché, ancora una volta, vi offriamo la possibilità di intervenire nel Mezzogiorno e nelle Isole per interventi strutturali sulle strade e, in particolar modo, sulle strade comunali. Quanto proposto con quest'ordine del giorno ha una doppia valenza, una duplice valenza, Presidente: da una parte, la manutenzione delle strade comunali contribuisce fattivamente a integrare tutti gli interventi necessari contro il dissesto idrogeologico e contro eventi franosi legati ai fenomeni alluvionali, che continuamente provocano drammatici danni territoriali, in termini di isolamenti territoriali, collassi aziendali e, anche e soprattutto, spesso, in termini di perdite di vita; dall'altra parte, tale proposta evidenzia la giusta direzione verso la quale dovrebbe andare l'azione infrastrutturale del Governo, e cioè garantire e mettere in sicurezza tutto il corredo stradale dei comuni, quindi, avere risorse da destinare alla messa in sicurezza e alla manutenzione straordinaria delle strade comunali. Ciò significa valorizzare proprio gli asset infrastrutturali esistenti, e come? Attraverso una logica non orientata all'intervento in episodi emergenziali o episodici, bensì, orientata a una programmazione volta a prevenire le criticità della sicurezza, la funzionalità di tutta la rete stradale e, soprattutto, comunale.
Ora, lo ripetiamo ogniqualvolta ne abbiamo l'opportunità, Presidente: che senso ha, ad esempio, costruire il ponte sullo Stretto e buttare 15 miliardi di euro così, a mare, se poi il corredo stradale del Mezzogiorno e delle Isole è impraticabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Ciò non ha alcun senso, per noi. Questa è solo propaganda di una parte politica, ancor di più oggi, che sappiamo che questo ponte non è realizzabile, perché sono state rilevate, colleghi, non una o due criticità, ma 280 criticità sulla realizzazione e 239 integrazioni e non lo diciamo noi, lo dicono i vostri esperti del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Praticamente si tratta di una sonora bocciatura e, più che una pietra, mi sa tanto che sia una pietra tombale, questa, sul ponte sullo Stretto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Quindi, tutto il Paese ci chiede, nelle condizioni in cui siamo, con 2 miliardi di nuove tasse e un PIL che nel 2024 crescerà dello “zero virgola”, se è davvero questo l'investimento che serve per il Paese. Badate bene che sono anche e soprattutto i cittadini del Nord, i vostri elettori, che se lo chiedono, non solo i cittadini del Mezzogiorno, della Sicilia e della Calabria. Tutto questo non serve, serve ristrutturare le scuole, servono ferrovie, servono autostrade, servono treni moderni nel Sud (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e serve sistemare le strade comunali, perché la maggior parte sono dissestate, franate e impraticabili.
Allora, colleghi, occupiamoci delle strade del nostro Paese, delle strade del Mezzogiorno e delle Isole e non di soluzioni fantascientifiche, platoniche e irrealizzabili.
Quindi, Sottosegretaria Siracusano, mi rivolgo a lei, che è del Sud ed è siciliana, la invito ad accantonare quest'ordine del giorno, che è di buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria Siracusano. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Non posso non intervenire, essendo stata richiamata dall'onorevole Morfino, che è mia conterranea, e capisco il senso di quest'ordine del giorno, pur non condividendo le opinioni espresse dall'onorevole Morfino, dove ci sono molte inesattezze. Permettetemi, in ultimo, di precisare quanto detto in riferimento al ponte sullo Stretto di Messina. Ciò che è avvenuto ieri, non è una sonora bocciatura, ma si tratta di richieste di integrazioni da parte di una commissione VIA-VAS su un progetto di 8.000 elaborati. È normale che vi sia una richiesta di molti documenti in relazione a un progetto di 8.000 elaborati, un progetto così vasto; è direttamente proporzionale alla vastità del progetto. Quindi, non si tratta di una sonora bocciatura, ma di integrazioni, che verranno inviate e trasmesse nei tempi previsti. Questa è una precisazione su un argomento che nulla ha a che vedere con l'ordine del giorno, come nulla hanno a che vedere le risorse impiegate per le infrastrutture, le risorse impiegate per il ponte sullo Stretto di Messina con i servizi. Questa comunicazione che trasmettete all'esterno è molto errata, perché non hanno nulla a che vedere le risorse per le infrastrutture con le risorse per i servizi dei cittadini. Ciò premesso, per valutare una riformulazione del testo dell'ordine del giorno dell'onorevole Morfino, lo accantono.
Vorrei fare una precisazione con riferimento all'ordine del giorno successivo, a firma dell'onorevole Auriemma e motivare la contrarietà. La possibilità di procedere alla stabilizzazione, in effetti, è già prevista dall'articolo 3 del decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, che è il decreto-legge sulla PA, concernente disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni. Quindi, in realtà, il parere contrario è dovuto al fatto che la misura che lei richiede in quest'ordine del giorno già esiste nel decreto che abbiamo approvato.
PRESIDENTE. Se ho compreso bene, l'ordine del giorno n. 9/1752-A/52 Morfino è accantonato.
Passiamo dunque all'ordine del giorno n. 9/1752-A/53 Auriemma, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà. Mi sembra che la Sottosegretaria sia già intervenuta in merito.
CARMELA AURIEMMA (M5S). Sì, però, a maggior ragione, non si spiega il parere contrario. Se c'è già questa previsione, andrebbe a rafforzare; quindi, in realtà, dovrebbe essere un parere favorevole e si dovrebbe farlo votare a tutti. Il parere è contrario solo perché l'ordine del giorno l'ha presentato l'opposizione? Non ha senso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Prego, Sottosegretaria.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Non perché l'ha presentato l'opposizione, ma perché è una norma già esistente, per cui non avrebbe senso impegnare il Governo a fare una cosa che già ha fatto. Soltanto per questo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA (M5S). Al massimo, ci doveva essere un invito al ritiro, invece il parere è contrario. Noi chiediamo che venga messo ai voti e vediamo se votate contro una norma che già esiste.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/53 Auriemma, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/54 Santillo, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Con questo provvedimento, con riferimento allo spostamento di una serie di progetti all'esterno del PNRR - qui, poi, sono stati identificati anche gli importi -, si lasciano tutte le facilitazioni della disciplina acceleratoria e semplificata prevista per i progetti del PNRR. Quindi, applicandole, sappiamo che per il PNRR sono state adottate procedure semplificate; il problema, come ha rilevato anche il presidente dell'Anac, Busia, in audizione, è che non è corretto, non è giusto lasciare tali facilitazioni a progetti che non fanno più parte di uno specifico ambito - che, grazie alle procedure semplificate, dovevano andare avanti facilmente, mentre stiamo vedendo che non è così -, perché si va a violare la previsione di discipline differenziate. Dice l'Anac che è disfunzionale, perché può generare rallentamenti e ritardi da parte di amministrazioni committenti che si trovino a gestire contemporaneamente più regimi normativi.
Noi, con quest'ordine del giorno, vi chiedevamo, perlomeno, di limitare la gestione, di far rimanere nell'ambito della disciplina semplificata del PNRR solo quei progetti che erano a un livello tale da non consentire l'applicazione del regime ordinario senza pregiudizio per gli interessi dei terzi.
Siccome, sappiamo che buona parte di questi progetti non è per niente partita, è una facilitazione che indubbiamente non è corretta ed è lesiva della concorrenza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/54 Santillo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).
Ordine del giorno n. 9/1752-A/55 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei illustrare quest'ordine del giorno e mi rivolgo, per suo tramite, alla maggioranza. Ma davvero vi siete trasformati da Fratelli d'Italia in “nemici d'Italia” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Perché solo i nemici dell'Italia e degli italiani possono pensare di presentare al Parlamento un decreto PNRR che contenga tagli così pesanti alla sanità, tagli che, signor Presidente, danneggiano gravemente il diritto alla salute, soprattutto per le persone meno ricche. Un diritto che la Costituzione definisce come fondamentale dell'individuo e interesse della collettività, da garantire gratuitamente agli indigenti. E, invece, no, nel 2023 avete portato la spesa al 6,3 per cento in rapporto al PIL: è il livello più basso dal 2007 ed è, soprattutto, il livello minimo di sostenibilità del sistema sanitario nazionale.
E ora cosa fate? Cancellate dal Piano nazionale complementare gli 1,2 miliardi destinati alla sicurezza antisismica e antincendio degli ospedali italiani. Il Ministro Fitto ha dichiarato che si provvederà mediante il fondo ordinario - per intenderci, signor Presidente, quello dell'articolo 20 -, ma, e qui ve lo diciamo, in quel fondo i soldi non ci sono, l'ha detto la Corte dei conti! La Corte ha detto che quelle risorse sono solo stanziate, non sono finanziate. Quindi, è la solita presa in giro a spese degli italiani e ciò è gravissimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché, inevitabilmente, gli ospedali dovranno reperire quelle risorse, abbassando la quantità e la qualità dei servizi sanitari e delle cure mediche e diagnostiche.
Qui parliamo della salute degli italiani! È gravissimo! Definanziate anche l'investimento “Salute, ambiente, biodiversità e clima”, compromettendo il modello sanitario One Health, modello che valorizza lo stretto collegamento tra la salute della persona e un ambiente sano e pulito. E tutto questo avviene, mentre vi incaponite su un progetto - quello del ponte sullo Stretto di Messina -, che sperpera, che butta al vento almeno 15 miliardi, un progetto rispetto al quale il vostro Ministero dell'Ambiente ha presentato alla società Ponte sullo Stretto ben 239 richieste di integrazione quanto ai vincoli ambientali, alla gestione della terra, al rischio sismico, e all'impatto sull'aria, sul clima, sulla flora, sulla fauna e sui campi magnetici. Insomma, 239 rilievi! È il primo caso al mondo, signor Presidente, di un Ponte che crolla prima ancora che sia costruito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
E qui, tutti, signor Presidente, abbiamo una domanda da porci: perché non tornate indietro? Correggete la vostra rotta per evitare che, assieme a voi, affondino anche il Paese e i cittadini italiani. Vi invito, quindi, a votare un ordine del giorno che promuove un programma di prevenzione collettiva e di valorizzazione della sanità pubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/55 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/56 Penza, c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Penza. Ne ha facoltà.
PASQUALINO PENZA (M5S). Grazie, Presidente. In questo quarto provvedimento sul PNRR, non possiamo non notare il comma 4 dell'articolo 10, che, di fatto, consente una cosa assai anomala per la pubblica amministrazione o, comunque, eccezionale. Di fatto, si consente al presidente del CNEL e ai suoi componenti la possibilità di non applicare la norma che viene applicata, di fatto, a tutta la pubblica amministrazione, ossia quella di non dare incarichi, ruoli direttivi o di consulenza al personale della pubblica amministrazione che sia in quiescenza, o, qualora sia consentito, almeno soltanto per un anno. In questo caso, con questo articolo 10, si invita Brunetta a “porsi comodo”. Mentre Brunetta fa il suo “porsi comodo”, la pubblica amministrazione, di fatto, va al collasso, perché ci sono problematiche di personale e assunzioni concorsuali che non consentono alla pubblica amministrazione di sopperire alle carenze di personale.
Con quest'ordine del giorno, si chiede al Governo null'altro che assumere un impegno, ossia consentire, con i dovuti strumenti normativi, di assumere, scorrendo dalle graduatorie, quelle esistenti o, comunque, qualora non ci siano, da graduatorie di altre pubbliche amministrazioni. Insomma, serve per velocizzare l'assunzione del personale della pubblica amministrazione, ma comunque con un concetto di buon senso: quando una graduatoria c'è, è opportuno utilizzarla per sopperire alle carenze del personale e non aggirare norme per dare spazio a personaggi di un certo livello (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Madia. Ne ha facoltà.
MARIA ANNA MADIA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Vorrei solo aggiungere che è veramente spiacevole e triste il fatto che Renato Brunetta, dopo l'introduzione della norma oggi in vigore, fatta dai Governi di cui facevo parte e che impone il divieto di incarichi retribuiti a chi è in quiescenza, abbia fatto il Ministro della Pubblica amministrazione. Quindi, avrebbe potuto, com'è legittimo, se non condivideva la norma, cambiare la norma per tutti. Invece, cos'è molto triste, che vorrei stigmatizzare e lasciare agli atti? Il fatto che Renato Brunetta, da Ministro, non ha pensato di cambiare quella norma, ma, non appena è divenuto presidente del CNEL, ha pensato bene di far approvare una deroga per se stesso a quella norma che lui non ha avuto il coraggio di cambiare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
Io credo che ciò, in quest'Aula, vada stigmatizzato e che debba arrivare alle orecchie di tutti i Ministri, di tutto il Governo e della Presidente del Consiglio, che sempre si riempiono la bocca di parole come meritocrazia e giustizia. Allora, la prima cosa è che le leggi devono essere per tutti e non per uno solo, a maggior ragione - ripeto e mi taccio - se quell'uno ha anche avuto il potere di fare quella legge per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/56 Penza, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/57 Giuliano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/58 Cafiero De Raho c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno che abbiamo presentato con la mia prima firma sottopone al Governo soltanto l'esigenza che ci si impegni per l'aumento dell'organico della magistratura. Questa è un'esigenza effettiva, affinché la giustizia possa effettivamente affrontare, con la doverosa professionalità, attenzione e pacatezza, ciascun affare, sia di giustizia civile che di giustizia penale.
Già la Commissione per l'efficienza della giustizia nei Paesi europei ha evidenziato come la giustizia, in Italia, riesca a produrre un numero di sentenze di gran lunga superiore a quello di qualunque altro Paese europeo. E questo è già un dato molto significativo per evidenziare che, laddove ci siano dei ritardi, questi ritardi sono dovuti, molto spesso, alla farraginosità delle procedure, ma, ancor più, Presidente, al numero dei magistrati. Infatti, il numero dei magistrati è carente, e questo è evidenziato anche dalla comparazione che si può fare con il numero dei magistrati negli altri Paesi. Come tutti sappiamo, nei Paesi europei, il numero di magistrati per 100.000 abitanti è, attualmente, dall'ultima verifica, addirittura 18; precedentemente ci avevano detto 22, ora, dall'ultima verifica, sembra che siano 18. In Italia, invece, il numero è di 10,6, cioè abbiamo quasi un numero di magistrati ogni 100.000 abitanti, che è la metà rispetto a qualunque altro Paese.
Ma, mentre valutiamo qual è il numero dei magistrati, andiamo a verificare, di volta in volta, che la giustizia penale cambia, e cambia per la prescrizione, che non è un dato irrilevante sotto il profilo delle sopravvenienze che avremo. Infatti, anche quella sospensione dei 2 anni, che è prevista nel giudizio di Corte d'appello di 1 anno per il giudizio di legittimità, troverà sicuramente un buco nel fatto che si tenterà di superare quei 2 anni. Quindi, mentre prima, con la sospensione, tutto ciò non avveniva, oggi avverrà. E non parlo di una previsione senza fondamento, è ciò che avveniva in passato. Quindi, l'esperienza ci insegna questo.
Ma non è solo una previsione sulla prescrizione. Pensiamo alle ulteriori norme introdotte e che sono in procinto di essere introdotte. Per la misura cautelare, non avremo più un magistrato, ne avremo tre, quindi un collegio. Ogniqualvolta il magistrato si occupa di un affare, poi diventa incompatibile per affari che sono connessi o collegati con quell'affare e quindi aumenta la difficoltà di creare i collegi e di individuare i soggetti che devono occuparsene. Ecco, pensiamo anche che, in materia di intercettazioni, quella autonoma valutazione che deve fare il magistrato è sicuramente un'ulteriore attività importante - qui non si nega l'importanza che, di volta in volta, viene assunta da interventi normativi -, ma è certo che è un lavoro in più. Il fatto che la Polizia giudiziaria ometta di trascrivere, perché ritiene un fatto personale, obbliga comunque il giudice o il pubblico ministero a effettuare ulteriori verifiche. Ebbene, tutto questo è lavoro in più e, in un panorama come questo, noi ci troviamo di fronte a una giustizia il cui organico manca di 1.619 unità, però il numero è già di per sé carente. Ecco perché si era chiesto che, nell'ambito delle prospettive che pure la normativa prevede in materia di ufficio del processo, si potesse guardare anche a un aumento dell'organico, che appare fondamentale per consentire alla giustizia di fare il suo corso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/58 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/59 Ascari c'è un parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Io non comprendo davvero il parere contrario su questo, che è un ordine del giorno veramente di buonsenso. Noi abbiamo, giustamente e fortemente, condannato il trattamento che viene riservato alla nostra concittadina Ilaria Salis nel carcere di Budapest. Siamo tutti indignati per come i suoi diritti siano, da 14 mesi, violati. Io stessa ho assistito all'ultima udienza che si è tenuta nel tribunale di Budapest, dove Ilaria è stata nuovamente condotta in Aula con catene ai piedi e al guinzaglio, in violazione dello Stato di diritto, garantito dai regolamenti europei.
All'indignazione per ciò che accade nelle carceri ungheresi, però, deve seguire il massimo impegno, oltre che per riportare Ilaria a casa, anche per migliorare le condizioni delle carceri italiane. I 30 suicidi dall'inizio dell'anno sono un segno drammatico, gravissimo, così come lo sono le aggressioni continue contro la Polizia penitenziaria e il personale, sotto organico, che lavora nelle carceri, il fatto che abbiamo il tasso di sovraffollamento carcerario tra i più alti nell'Unione europea e gli sconcertanti dati sulla recidiva: quasi il 70 per cento di chi esce dal carcere ci ritorna.
Abbiamo carceri vetuste, in cui convivono detenuti comuni, psichiatrici e tossicodipendenti. Il sistema delle REMS, per cui si chiede parere favorevole su quest'ordine del giorno e un ripensamento di buonsenso, dovrebbe rappresentare una soluzione a questa falla e a questo problema, ma, nella pratica, le criticità sono ancora troppe: in primis, la carenza di posti, soltanto 600 sul territorio nazionale, con liste d'attesa lunghissime. È un cortocircuito che può portare a conseguenze tragiche, perché rischia di lasciare a piede libero individui potenzialmente pericolosi, ma, soprattutto, pericolosi per se stessi, purtroppo con atti di autolesionismo.
Io ho avuto modo - e lo ribadisco in quest'Aula del Parlamento - di entrare negli istituti di pena. Invito i colleghi e le colleghe della maggioranza e il Governo a entrare negli istituti di pena, nelle carceri italiane per vedere e toccare veramente con mano le condizioni non dignitose in cui scontano la pena i detenuti: vi sono camere di pernottamento con 8 detenuti, i materassi sono marci, le condizioni igieniche non sono decorose, con i cucinotti che sono collegati ai bagni; vi sono persone sofferenti, psichiatriche in condizioni di emarginazione e isolamento insieme ai detenuti comuni. Invito a sentire, ad ascoltare quello che chiedono i detenuti, le richieste e le suppliche di aiuto per essere ascoltati, per avere dei progetti di recupero, di rieducazione, di lavoro, di supporto psicologico e psichiatrico, di cure, per avere un contenimento nella sofferenza e nella malattia. Così non è ed è veramente un dispiacere vedere un parere contrario a tutto questo perché medici, educatori e psicologi sono troppo pochi, quindi inevitabilmente le attività e i progetti educativi per i detenuti non sono sufficienti. Un contesto del tutto inadeguato, tanto per chi sconta la pena, ma soprattutto per chi vi lavora perché gli operatori sono messi a dura prova, non potendo svolgere al meglio il proprio lavoro e i detenuti non vivono in condizioni - lo ripeto - dignitose, rendendo ancora più fragili le persone vulnerabili e in difficoltà. La recidiva si può contenere solo creando i supporti e le condizioni materiali e psicologiche affinché le persone detenute, una volta libere, abbiano la possibilità di effettuare scelte di vita diverse da quelle che le hanno portate a scontare la pena in carcere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Le carceri oggi appaiono come luoghi dimenticati e fragili, in cui avviare percorsi di recupero è difficilissimo, se non impossibile, ed è per questo che quest'ordine del giorno chiede delle risorse economiche, umane e strumentali che possano permettere a chi vive il carcere e a chi lo subisce di farlo nel miglior modo possibile e soprattutto chiede di far diventare le carceri luoghi di umanità e soprattutto rispettose dei diritti umani della nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto di istruzione superiore “Guglielmo Marconi” di Civitavecchia, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Grazie ragazzi (Applausi). Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo, Matilde Siracusano. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie Presidente. Proporrei all'onorevole Ascari una riformulazione. L'impegno viene riformulato nei seguenti termini: “Premessa la necessità di assicurare una disponibilità di posti nelle REMS adeguata ad accogliere i soggetti autori di reato affetti da patologie psichiatriche e socialmente pericolosi destinatari di misure di sicurezza, impegna il Governo a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere lo stanziamento di risorse per accrescere la capienza e il numero delle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza”. Chiederei però di sopprimere la terza, la settima e l'ottava premessa.
PRESIDENTE. Onorevole Ascari?
STEFANIA ASCARI (M5S). No, non è abbastanza. Ci sono stati 30 suicidi dall'inizio dell'anno nelle carceri e, nelle premesse, si mette in evidenza un quadro aberrante, ma soprattutto un quadro di sofferenza. Invito veramente il Governo e questa maggioranza a fare di più e a mettere piede nelle carceri italiane per rendersi conto di quello che avviene (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. L'onorevole Auriemma chiede di sottoscrivere quest'ordine del giorno a nome di tutto il gruppo. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/59 Ascari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/60 D'Orso, su cui c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie Presidente, sono sinceramente sbigottita dal parere contrario del Governo su quest'ordine del giorno. Probabilmente, non è stato letto, me lo spiego solo così, perché cosa chiediamo con quest'ordine del giorno? In primo luogo, un impegno ad assumere iniziative volte a garantire, attraverso adeguate e strutturali forme di finanziamento, la promozione e il sostegno di tutte le attività trattamentali negli istituti penitenziari. Noi siamo profondamente convinti che il perseguimento, in concreto, della finalità rieducativa della pena, sancita dall'articolo 27 della Costituzione, dipenda dalla partecipazione del detenuto alle attività trattamentali, ma questo presuppone che in tutti gli istituti penitenziari venga garantita un'offerta di attività trattamentali reale, non solo sulla carta, diversificata, in grado di intercettare inclinazioni, competenze e bisogni dei detenuti. Ad esempio, penso a laboratori teatrali, ad attività culturali e ad attività sportive. Siamo profondamente convinti che sia necessario riempire di contenuti e di opportunità il tempo altrimenti vuoto della detenzione. Vedete, i detenuti non possono stare intere giornate a fissare quattro mura, un tetto: si rischia di impazzire così ed, infatti, il disagio e il malessere psichico è diffusissimo. Ma i detenuti non dovrebbero neppure stare a gironzolare senza far nulla negli ambienti comuni, perché è chiaro che così si moltiplicano le occasioni di tensione con altri detenuti o con gli agenti di Polizia penitenziaria. Forse non è un caso che, purtroppo, assistiamo a un trend in crescita degli episodi di aggressione. Per evitare tutto questo, la risposta sta nell'offerta di attività trattamentale che, purtroppo, come ha ammesso però il capo del DAP in occasione dell'audizione, non è garantita in tutti gli istituti e non è garantita con i medesimi standard di qualità dovunque. Soprattutto, è quasi del tutto assente nelle case circondariali, forse perché destinate prevalentemente, se non esclusivamente, ai detenuti cosiddetti non definitivi, ma se andiamo a verificare dove avvengono i suicidi vediamo che 26 eventi su 31 nel 2024 sono accaduti proprio nelle case circondariali. Allora, forse non è un caso, possiamo spingerci a sostenere che vi sia una correlazione tra l'assenza di attività trattamentale e l'insorgere di un malessere che diventa disperazione. E ancora dalla fotografia dei profili dei detenuti che si sono tolti la vita che ci è stata fornita dal DAP è emerso che l'incidenza degli episodi è molto più alta nella popolazione detenuta di origine straniera, forse perché all'isolamento della detenzione si aggiunge un isolamento addirittura linguistico, culturale e per far fronte a questo c'è solo una risposta: assumere mediatori culturali nelle carceri. Noi presentiamo continuamente emendamenti in questo senso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), in tutti i provvedimenti utili, ma voi sistematicamente li bocciate. A quell'isolamento si aggiunge, magari, anche l'isolamento affettivo, l'assenza di affetti fuori ad attenderli.
In quest'ordine del giorno ci poniamo anche il tema dell'accompagnamento dei detenuti alla libertà, chiedendo al Governo due cose. La prima, ulteriori risorse finalizzate alla stipula di protocolli e convenzioni con soggetti, anche privati, per favorire il lavoro con i soggetti detenuti durante l'esecuzione della pena e una volta tornati in libertà. Poi chiediamo di garantire la piena attuazione delle norme che prevedono l'istituzione dei Consigli di aiuto sociale in ogni circondario. Ebbene, il reinserimento lavorativo è fondamentale perché se non si garantisce un futuro, una prospettiva a chi viene rimesso in libertà si finisce per consegnare gli ex detenuti di nuovo nelle mani della criminalità. Questo non lo diciamo noi, ma lo dicono i dati impietosi forniti da Antigone: il 60 per cento degli attuali ristretti sono recidivi ovvero sono stati già in carcere in precedenza e sono tornati a delinquere. È una fotografia sconfortante perché certifica il fallimento dello Stato nell'opera di rieducazione e reinserimento sociale. Occorre fare di più, molto di più. Quanto ai Consigli di aiuto sociale sono degli organismi che, sebbene previsti dal 1975, non sono mai stati praticamente attuati e sarebbero fondamentali per far fare rete a tutte le istituzioni che possono creare una sinergia tra il mondo dentro le mura del carcere e il mondo fuori dal carcere. Noi riteniamo che rivitalizzare in modo capillare questi organismi sia fondamentale per sostenere sia le attività trattamentali all'interno, sia per il reinserimento sociale successivo alla detenzione, perché quello che non sento dire mai è che i suicidi colpiscono anche i detenuti che possono toccare già con mano la libertà: 4 detenuti che si sono tolti la vita nel 2024 avrebbero riacquistato la libertà entro pochi mesi. Di questi, uno sarebbe ritornato libero il mese successivo.
Esiste quindi anche la paura del dopo, quando non si hanno affetti fuori ad attenderti, non si ha un lavoro, quando a volte non si ha neanche un tetto, una casa dove andare. Allora davvero non comprendo il parere contrario del Governo a tutto questo. Mi pare soltanto una manifestazione, forse l'ennesima, di insensibilità e di disumanità e non ho altre parole da aggiungere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bruno per tre minuti. Ne ha facoltà.
RAFFAELE BRUNO (M5S). Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma e fare un intervento. “Non posso dimenticare di essere stato un camorrista. Oggi guardandomi indietro vorrei prendere quel ragazzo che ero e digli di fermarsi. Ma non posso e oggi è giusto che conviva con il rimorso delle mie azioni”. Queste le parole di Cosimo Rega che ci ha lasciato il 30 agosto 2022. Ex camorrista, ex detenuto, ex ergastolano, marito, padre e attore. “Ho studiato, scritto e tradotto in napoletano Shakespeare e recitato. Ho portato sulle tavole del palcoscenico Eduardo De Filippo, Dante e tanti altri. Ho avuto l'onore di far parte del cast di Cesare deve morire dei fratelli Taviani (…). L'arte, la cultura, l'amore dei miei, il dialogo con le istituzioni hanno completamente cambiato e schiarito i miei orizzonti. Ho la consapevolezza di cosa è il male e di quello che ho inflitto”.
Care colleghe e cari colleghi, la chiave è tutta qui. Il compito primario nostro e dei nostri istituti penitenziari non è niente altro che questo. Accompagnare le persone recluse in un percorso di riappropriazione del sé. Solo se si fa questo, ci sarà salvezza per le detenute e i detenuti, per le loro famiglie e aggiungo per tutte e tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA (AZ-PER-RE). Grazie Presidente, noi voteremo - vi sorprenderà - quest'ordine del giorno, ma a sorprendere è la conversione del Movimento 5 Stelle sull'articolo 27 della Costituzione (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Colleghi, ascoltiamo il collega Enrico Costa.
ENRICO COSTA (AZ-PER-RE). Non capisco. Devo dire, io apprezzo il fatto che oggi abbiano citato l'articolo 27 della Costituzione, però ricordo che l'articolo 27 della Costituzione richiama sia il principio di rieducazione della pena, ma anche la presunzione di non colpevolezza (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Un tema e un principio che mi pare che in quest'Aula, proprio da quella parte, siano stati un po' trascurati, non dico messo sotto i piedi, ma dico un po' trascurati.
Mi piacerebbe che, oltre a quest'ordine del giorno, si tenesse conto di un fatto: che un terzo della popolazione detenuta è in assenza di una sentenza definitiva (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e di deputati Italia Viva-il Centro-Renew Europe) e abbiamo tantissimi detenuti in attesa di una prima sentenza. Quindi, questi profili sono molto significativi. Penso che anche una differenziazione nel trattamento tra coloro che non hanno una condanna definitiva e coloro che invece hanno una condanna definitiva e un percorso carcerario diverso vada tenuta in considerazione. Comunque noi apprezziamo questo sforzo e voteremo a favore di quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Signor Presidente, intervengo per ricordare al collega Enrico Costa che probabilmente è lui che si è svegliato questa mattina perché la proposta di legge l'abbiamo fatta 5 anni fa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, basta andare sul sito della Camera dei deputati e leggere: è uno sforzo che possono fare tutti. Comunque, l'intervento del collega ha avuto il merito di convincervi a sottoscrivere, a nome di tutto il gruppo, l'ordine del giorno in questione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA (M5S). Presidente, giusto per sottolineare, è intervenuto il collega Bruno che da anni si distingue per la sua vicinanza alle carceri, sostenendole e aprendo tutto un dibattito politico su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e non è un caso che l'abbiamo candidato noi del Movimento 5 Stelle, ed è un nostro collega, e non Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, intervengo solo per accantonare l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Lo accantoniamo e lo riprendiamo dopo. Anche gli interventi prenotati sono rinviati per Regolamento successivamente.
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/61 Caso c'è parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Sono abituato in genere ad avere pareri contrari quasi su tutti gli ordini del giorno che presentiamo, ma mai come questa volta sono rimasto basito. Oddio, forse è la giusta conclusione a una spirale di assurdità che ha portato avanti questa maggioranza relativamente a questo argomento.
Faccio un passo indietro per far capire un po' a tutti di cosa stiamo parlando. Stiamo parlando di 6.000 lavoratori, i collaboratori scolastici, che ieri hanno terminato il proprio contratto e sono stati buttati fuori dalla scuola. Quindi, 6.000 collaboratori scolastici, 6.000 persone e, ovviamente, 6.000 famiglie. C'è da dire che - non ricordo bene se sabato o domenica - il Ministro Valditara, consapevole dell'assurdità a cui si stava andando incontro - ripeto, ieri, 6.000 lavoratori a casa -, domenica o sabato annuncia improvvisamente di aver trovato 14 milioni per prorogare questi contratti.
Quindi, noi qui dovremmo dire tutti: bene, evviva il Ministro Valditara che ha risolto il problema. Però, non è così. Non è così e invito tutti i colleghi a leggere le riviste di settore relative alla scuola di oggi, perché le scuole sono nel totale caos e tutti i sindacati l'hanno manifestato. È un caos totale perché innanzitutto parliamo di lavoratori che alle scuole servono; 6.000 lavoratori che alle scuole servono! Sono lavoratori cui questa maggioranza, in campagna elettorale, abbondantemente ha promesso di portarli a tempo indeterminato, di lasciarli stabili nella scuola e, invece, improvvisamente ieri tutti a casa. E torno a dire: domenica il Ministro Valditara ha risolto il problema? No, non ha risolto il problema, perché intanto le scuole non sanno cosa fare. È arrivata una circolare e non si capisce: quindi, questi lavoratori devono stare ancora con noi? Gli stiamo rinnovando il contratto? Dobbiamo riassumerli da capo? Non si capisce, è nel pieno stile di quello che sta facendo questa maggioranza con costanza almeno nel mondo della scuola. Una disorganizzazione totale!
E perché è assurdo tutto questo? Perché la data del 15 aprile era nota, lo sapevamo tutti che questa data sarebbe arrivata. Lo sapevamo tutti che queste 6.000 persone se non si fosse fatto qualcosa sarebbero andate a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo sapevamo noi e lo sapevate voi, perché noi abbiamo presentato, fin dalla vecchia legge di bilancio, poi anche nel Milleproroghe e in questo atto, emendamenti e ordini del giorno, abbiamo fatto più volte interventi e abbiamo interrogato il Sottosegretario. Questo non l'abbiamo fatto solo noi, ma l'hanno fatto anche i colleghi della maggioranza, che, però, sistematicamente hanno dovuto ritirare i propri emendamenti.
Quindi, ora che succede? È tutto a posto? No, perché Valditara ha detto: rimedieremo nel primo provvedimento utile. Stiamo parlando di altri due mesi di scuola, colleghi! Stiamo parlando di altri due mesi. Quindi, voglio capire per questo provvedimento utile quanto tempo ci vorrà, perché mentre stiamo qui a parlare il provvedimento utile era questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Era questo! Dovevate approvare gli emendamenti che avevamo presentato, perché qui stiamo giocando con la vita delle persone - io lo voglio ricordare - e questo tira e molla significa precarietà per le famiglie, perché ora tutti si stanno chiedendo: ma io cosa devo fare? Io, che sono anche fuori sede, la casa la devo mantenere o non la devo mantenere? Quanto tempo ci vorrà? Che fine farà e che fine farò? Non lo sappiamo, non sappiamo dare risposta. È questo quello che avete creato, è questo quello che avete portato a 6.000 persone, a 6.000 lavoratori a cui avevate fatto grandi promesse, a 6.000 famiglie. Questa è la totale rappresentazione della vostra incapacità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Chiudo, Presidente, con una domanda al Sottosegretario: perché quest'ordine del giorno, che dice semplicemente quello che ha detto Valditara, ha un parere contrario? Non vale quello che ha detto precedentemente ai colleghi, perché già esiste una norma e, quindi, è inutile quest'ordine del giorno. No, perché, ad oggi, non esiste un bel niente, non esiste un bel niente! Esiste la promessa del Ministro. Quindi, questo parere è contrario per quale motivo?
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Vorrei precisare all'onorevole Caso che naturalmente l'individuazione di 14 milioni di euro all'interno del bilancio del Ministero non è un pensiero in libertà ma è la premessa per la risoluzione di un problema. Quindi, sono qui per assicurare (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…
PRESIDENTE. Silenzio, colleghi. Ascoltiamo…
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Vorrei rassicurare il Parlamento - questo tema è stato sollevato da molti colleghi, sia di opposizione che di maggioranza - in ordine al prossimo provvedimento d'urgenza (Commenti del deputato Caso). Cosa significa nel prossimo provvedimento d'urgenza, onorevole Caso? Significa che se una norma entra in un decreto-legge è immediatamente vigente e, quindi, non occorrono mesi possibilmente.
Quindi, io ritengo che il Governo e il Ministro Valditara, da questo punto di vista, saranno coerenti con l'impegno assunto nei confronti dei lavoratori e per questo anche alcuni dettagli saranno esplicitati nella circolare trasmessa poche ore fa dal Ministro Valditara. Per cui, le propongo una modifica del parere con una riformulazione che prevede, comunque, la formula: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Chiaramente, però, c'è la contrarietà rispetto alla quarta e all'ultima premessa.
A tal punto, però, vorrei anche proporre per alcuni ordini del giorno successivi che trattano il medesimo argomento, cioè gli ordini del giorno n. 9/1752-A/81 Piccolotti, n. 9/1752-A/82 Borrelli e n. 9/1752-A/127 Manzi, la medesima riformulazione proposta per l'ordine del giorno dell'onorevole Caso.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, rappresentante del Governo. Può ripetere i successivi ordini del giorno? Ne dobbiamo prendere nota.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Sono gli ordini del giorno n. 9/1752-A/81 Piccolotti, n. 9/1752-A/82 Borrelli e n. 9/1752-A/127 Manzi.
PRESIDENTE. Quindi, ha cambiato il parere che abbiamo, in questo momento, su questi ordini del giorno con un parere favorevole previa riformulazione, invece che contrario. Ho capito bene?
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Sì, con la riformulazione. Propongo la stessa riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1752-A/61 Caso nell'impegno degli ordini del giorno degli onorevoli Piccolotti, Manzi e Borrelli.
PRESIDENTE. È chiaro. Ne abbiamo preso nota.
Onorevole Caso, va bene la proposta del Governo?
ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Forse sono io che non capisco qui, perché secondo me si continua a reiterare l'assurdo. Qui stiamo parlando di un annuncio già fatto e di una cosa che si vuole fare. Non abbiamo ancora un atto, quindi è ancora indefinito dove e quando si andranno a mettere questi soldi annunciati dal Ministro Valditara. Però, la riformulazione che fa? Dice: “a valutare l'opportunità di (…) nei limiti di bilancio”. Quindi, che significa? O che i soldi che ha promesso Valditara sono insufficienti o che, improvvisamente, potranno diminuire. Perché aggiungiamo “nei limiti di bilancio”? Oppure “a valutare”? A valutare che cosa? Se il Ministro l'ha già detto, cosa dobbiamo valutare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?
Poi, si aveva da ridire anche sull'ultima premessa: ma per nascondere la verità dei fatti? Nell'ultima premessa si parla di una disparità di trattamento che c'è stata nel personale ATA. È un fatto, è un fatto che c'è stato! Così come si evidenzia che si è andati avanti con step temporali limitati, ma è quello che è successo. Quindi, che vogliamo cancellare?
Faccio un invito al Sottosegretario a una nuova riformulazione, che troverà eventualmente il mio parere favorevole: lasciare un po' tutto così com'è e aggiungere alla fine: “chiediamo scusa alle 6.000 famiglie e ai 6.000 lavoratori” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/61 Caso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/62 Orrico c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. In quest'Aula voglio recitare il requiem della cultura italiana, da quando il Governo Meloni si è insediato. Ecco l'elenco dei tagli: 51,8 milioni tagliati nella prima legge di bilancio al Fondo unico per lo spettacolo, adesso diventato Fondo nazionale e chissà che cos'altro; 50 milioni tagliati al Fondo per il cinema e l'audiovisivo, che è una delle industrie che cresce a maggiore velocità e ha tassi di disoccupazione pari a zero, nel nostro Paese; 3 milioni tagliati al Fondo per la tutela e la promozione dell'arte e dell'architettura contemporanea e per la rigenerazione urbana; un taglio di 63 milioni di euro di spending review al Ministero della Cultura, salvo, per il Ministro Sangiuliano, istituire 32 dirigenti di alta fascia in più al Ministero della Cultura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Quindi, tagliamo i fondi per la cultura, mettiamo i fondi per le poltrone, benissimo. Un taglio di 100 milioni destinati alla tutela dei beni culturali e del paesaggio. Infine, nel rapporto sulla quarta relazione al Parlamento del PNRR, ben il 78 per cento dei fondi destinato alla cultura deve essere ancora speso. E allora, con quest'ordine del giorno chiediamo semplicemente di non concretizzare l'ennesimo taglio, questa volta e ancora una volta, ai fondi che riguardano la tutela dei beni culturali, al Fondo che prevede i piani di intervento di rigenerazione urbana, processi di riqualificazione culturale, interventi di restauro e recupero del patrimonio culturale in aree che richiedono interventi rilevanti, nonché gli interventi a tutela del nostro straordinario paesaggio, per un totale di altri 200 milioni che volete sottrarre al patrimonio culturale italiano.
E hai voglia di riconoscere i teatri del nostro Paese come monumento nazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), se poi tagliamo i fondi alla cultura. Senza scomodare grandi personalità della storia mondiale, come Martin Luther King, che diceva “Io ho un sogno”, Presidente, ho un sogno: Ministro Sangiuliano, si dimetta e tolga il disturbo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/62 Orrico, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/63 Amato, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Non sono sorpresa, ovviamente, del parere contrario a quest'ordine del giorno, però vorrei approfittare di questi 2 minuti per raccontare ai cittadini italiani che questo Governo, con il PNRR, sta facendo il gioco delle tre carte. Tolgo soldi dal PNRR destinati, in questo caso, all'edilizia scolastica, alle infrastrutture scolastiche dei piccoli comuni, delle aree interne disagiate, li sposto sul Fondo di sviluppo e coesione, quindi sottraggo soldi al Fondo di sviluppo e coesione che dovrebbero essere aggiuntivi. Alla fine, il risultato è invariato: tagli su tagli su tagli. Ho capito che per voi il diritto all'istruzione è il diritto all'istruzione privata, all'ingresso delle aziende al posto dei docenti nell'insegnare ai nostri studenti e alle nostre studentesse.
Abbiamo capito che per voi la scuola pubblica non esiste, però sappiate che le scuole, in alcune aree del nostro Paese, sono gli unici presidi di socialità, di legalità e di cultura. Fermatevi prima che sia troppo tardi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/63 Amato, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/64 Alifano, su cui c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. Di che cosa parliamo in quest'ordine del giorno? Parliamo di valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Un intervento che era previsto dal PNRR, che destinava una dotazione di 300 milioni di euro, e che, invece, adesso risulta definanziato, cioè esce fuori dall'ambito di azione del PNRR, cosa che per il vero ha creato non pochi imbarazzi negli enti locali, e lo ricordava ieri nell'illustrazione il collega Devis Dori, perché molti comuni avevano comunque avviato dei progetti di riqualificazione dei beni sottratti alla criminalità organizzata, beni che dovevano essere poi destinati a utilità sociale, quindi ad aiutare le fasce più emarginate della popolazione, quelle che incontrano maggiori difficoltà, ovvero anche destinati a progetti, in ogni caso, di utilità sociale, come ad esempio la creazione di asili nido. Questo intervento viene definanziato e viene scritta una nuova normativa. Viene istituito un commissario straordinario, che ha pieni poteri, che si può avvalere degli uffici della pubblica amministrazione, può agire addirittura in sostituzione degli stessi, e che, soprattutto, può agire in deroga alla normativa prevista in materia ambientale, in materia di sicurezza e incolumità pubblica, e in spregio anche delle norme stabilite dal codice dei beni culturali. Quindi ha una facoltà piena di agire. Tra l'altro, questo commissario dovrebbe durare in carica per oltre 5 anni e il mandato dovrebbe poi scadere a fine dicembre 2029. Noi con quest'ordine del giorno che cosa chiediamo? Chiediamo, innanzitutto, che la sua azione non sia in conflitto con la normativa in materia ambientale, in primo luogo. Noi dobbiamo pensare che la valorizzazione anche di questi beni confiscati alla criminalità organizzata sia volta a un obiettivo specifico, alla transizione ecologica, che tra l'altro è uno dei pilastri del PNRR, è una delle motivazioni che ci ha portato, per l'appunto, la dotazione dello stesso. Noi dobbiamo a ogni provvedimento rammentarlo a questa maggioranza, perché penso che solo questa maggioranza non si renda conto del cambiamento climatico che è in atto e che avrà conseguenze devastanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Ma noi non dovremo aspettare due generazioni o la prossima generazione, le conseguenze sono pressoché immediate. L'aumento di CO2 nell'atmosfera determinato dall'utilizzo delle fonti fossili è ormai accertato da tutta la letteratura scientifica ed è oramai, credo, sotto gli occhi di tutti, però è una cosa della quale la maggioranza e il Governo non tengono assolutamente conto nell'emanazione dei loro provvedimenti, ma noi glielo rammentiamo, glielo rammentiamo e vogliamo che resti agli atti, per non avere nessuno scrupolo nei confronti di questa generazione e delle generazioni che verranno.
Chiedevamo anche un'altra cosa con quest'ordine del giorno, chiedevamo che l'azione del commissario straordinario sia poi valutata di anno in anno e che lo stesso sia confermato a scadenza annuale, per vedere quali sono i risultati del suo operato, se il suo operato sia volto a canoni di efficienza e di efficacia. Perché il pericolo qual è? Il pericolo è che questi beni confiscati con grande sforzo dalla magistratura, dalle Forze di polizia possano poi giacere nell'abbandono più totale, possano poi essere soggetti a degrado, cosa che ovviamente partorirebbe due dannosità: innanzitutto, la frustrazione degli obiettivi, perché, poi, non ci sarebbe la valorizzazione degli stessi, ma c'è un altro danno, quello di dire: quello che avete fatto, quello che la magistratura ha fatto, quello che le Forze di polizia hanno fatto, la riaffermazione della legalità, ebbene, non c'è, non c'è più. Quindi, si chiede che ci sia un ripensamento su quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/64 Alifano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/65 Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Non ci stupisce per niente il parere contrario del Governo, quando si parla di armi. Dal febbraio del 2022, dopo l'invasione di Putin in Ucraina, in questo Paese e non solo si è creato un certo clima: sembra quasi che i produttori di armi e i politici al loro servizio non aspettassero altro, perché, vedendo aziende, come la tedesca Rheinmetall o la norvegese Kongsberg, produttrici di munizioni, che hanno aumentato del 40 per cento il valore delle loro azioni, o come Leonardo del 30 per cento, abbiamo capito dove stavamo andando fin da subito, da quando, immediatamente, in questo Paese, tutte le forze politiche, tranne la nostra e poche altre, non hanno fermato la folle corsa al raggiungimento del 2 per cento del PIL in difesa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), tutte, fin da subito.
In questo continente abbiamo visto, fin da subito, la Germania investire 100 miliardi in difesa, va tutto bene? Lo ripeto, va tutto bene? È chiaro che se si arma la Germania, poi, si arma anche la Francia, che ha aumentato del 40 per cento le proprie spese militari. La Polonia sta mobilitando un esercito di leva di proporzioni mai viste, va tutto bene? Va tutto bene in questo continente? Va tutto bene quando Crosetto arriva l'altra sera alle audizioni sull'attacco dell'Iran, sottolineando con forza quanto è costata la difesa di Israele, come a dirci: guardate che in difesa bisogna investire. Va tutto bene se nei giornali che hanno questa meravigliosa narrazione della democrazia, il giorno dopo si scrive che le difese di tutti i Paesi europei sono sguarnite se l'Iran ci attaccasse, per creare questo clima mediatico del terrore, di paura continua (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), rispetto al fatto che abbiamo bisogno di armarci? Va tutto bene se dal 7 ottobre abbiamo dato armi, per un valore di 3,5 milioni di euro, a Israele che sta compiendo un crimine a Gaza? E il Sottosegretario viene in Commissione dicendo: le armi le diamo, ma distinguiamo, distinguiamo che non le usino contro i civili. Notizia: Israele le sta utilizzando contro i civili, 30.000 morti e non sono tutti guerriglieri di Hamas (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Hanno sparato alla gente in fila per gli aiuti alimentari e alle associazioni umanitarie, ma il nostro Governo fa un distinguo, gli manda una “pistolettina” e gli dice: mi raccomando, eh, non usatela, magari, fatene altro uso. Chissà quale uso ne faranno in questo momento. Nel frattempo, ci sono le modifiche alla legge n. 185 del 1990 per reintrodurre il segreto bancario per le esportazioni di armi. Quelle banche, le 15 maggiori banche europee, hanno investito 87 miliardi di euro in armi e, nel frattempo, non erogano un mutuo a una famiglia che vuole una casa e chiudono gli sportelli bancari.
E noi con la modifica che voi fate alla legge n. 185 del 1990 reintroduciamo il segreto bancario.
Allora, noi non ci stiamo a una narrazione per cui chi tira fuori una bandiera della pace o si dichiara pacifista è antisemita e amico di Putin (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non è più possibile una cosa del genere, perché nessuno dei contemporanei delle due guerre mondiali pensava che, poi, sarebbero scoppiate, signori. Io non voglio essere contemporaneo, di quelli che dicono: no, la Terza guerra mondiale non scoppierà mai e poi vedremo, perché nella storia dell'umanità, quando il mondo ha investito in armi, quelle armi sono state usate. Non è mai esistito il principio per cui: se vuoi la pace preparati alla guerra, perché se ti prepari alla guerra la guerra arriva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, Presidente. Se l'onorevole Ricciardi è d'accordo, vorrei sottoscrivere quest'ordine del giorno e fare un intervento per motivare questa scelta. Quest'ordine del giorno pone una questione molto semplice al Governo: impegna lo stesso a fare di tutto perché si eviti che risorse del PNRR vengano utilizzate per il cofinanziamento alla difesa e, in particolare, per la spesa in armamenti. Per la verità, signor Presidente, quest'ordine del giorno, mi rivolgo anche al Governo, avrebbe dovuto ricevere un parere favorevole e lo avrebbe dovuto ricevere perché, se non ricordo male, quando sciaguratamente il Parlamento europeo approvò un documento che consentiva ai suoi Paesi membri di utilizzare una parte dei fondi del PNRR esattamente a questo scopo, la nostra Presidente del Consiglio e il Governo intervennero rapidamente per dire: state tranquilli - a chi sollevava problemi -, in Italia, questo non accadrà, non ci pensiamo nemmeno a usare una parte del PNRR per questo scopo.
Dunque, il Governo avrebbe dovuto dire: siamo d'accordo, onorevole Ricciardi, lo approviamo. Ci avreste rassicurato. Il parere negativo, invece, segnala un'altra cosa, segnala quello che l'onorevole Ricciardi ha descritto precisamente e che fa il paio, anzi fa il tris, e andiamo avanti, con un'altra serie di cose che stanno accadendo: l'intervento durissimo sulla legge n. 185 del 1990, una legge all'avanguardia nel mondo per la trasparenza e il controllo del commercio delle armi. Perché si interviene, oggi, per reintrodurre il segreto bancario? A che cosa serve, se non a facilitare, liberalizzare, rompere vincoli, di fronte a una legge che aveva fatto del nostro Paese un Paese all'avanguardia? Quella legge, non solo, imponeva trasparenza, ma indicava una serie di vincoli nel commercio delle armi, legati non solo al rispetto dei diritti umani, ma alla volontà determinata di porre fuori il nostro Paese dalla guerra come strumento di risoluzione dei conflitti, come peraltro sancisce la nostra straordinaria Carta costituzionale.
Fa il paio, il tris, con quello che ci ha ricordato Crosetto l'altra sera. Ha fatto bene il collega Ricciardi a ricordarlo, l'ho detto anch'io durante quell'audizione: l'attenzione al costo della difesa di Israele era più che un invito, era un invito caloroso ad aumentare la nostra spesa militare, alla corsa agli armamenti. Ed è una posizione condivisa da un pezzo di questo Parlamento; bisognerebbe rivendicarla, in chiaro, bisognerebbe dire: sì, la nostra soluzione è aumentare la spesa militare, rincorrere chi corre più di noi. Con un solo esito possibile, però, questo è il punto: il baratro della guerra.
L'escalation chiama escalation e i fatti di queste ore ce lo ricordano. Che cos'è successo in queste ore? L'attacco iraniano ad Israele è la risposta all'attacco israeliano a una struttura consolare, una violazione clamorosa del diritto internazionale, di fronte alla quale la comunità internazionale, il nostro Paese è inerme. Ma non è inerme, come mi ha risposto il Ministro della Difesa candidamente. Mi ha detto: sa, onorevole Fratoianni, noi non siamo una grande Nazione, non abbiamo un grande esercito. Questo lo sappiamo tutti. Il punto è che stiamo lì ad osservare quel che accade, fatalisti di fronte all'esito drammatico che si pone di fronte ai nostri occhi, perché ormai siamo parte belligerante di un mondo in guerra e consideriamo come unica nostra possibilità quella di rafforzare la nostra parte contro un'altra parte, di andare inevitabilmente verso un conflitto che non può che allargarsi, a partire da quello che sta drammaticamente accadendo in Medio Oriente, a cominciare dalla mattanza dei civili palestinesi, sotto assedio, sotto i bombardamenti ormai da mesi, con 33.000 morti civili, innocenti. E noi lì a guardare e ad auspicare che la reazione sia proporzionata. Non c'è proporzione nella strage dei civili. Siamo lì, cobelligeranti in un mondo in guerra.
Uscire da questa logica non è la scelta di una parte, è l'unica scelta possibile per la sopravvivenza non solo nostra, ma del mondo intero (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. L'onorevole Auriemma ha chiesto di sottoscrivere a nome di tutto il gruppo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenzano. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarazione di voto. Noi voteremo a favore di quest'ordine del giorno, ma con argomentazioni, motivazioni, preoccupazioni anche in larga parte diverse da quelle dell'onorevole Ricciardi che lo ha illustrato. Voteremo a favore di quest'ordine del giorno e chiediamo al Governo di accantonarlo e riconsiderare il parere, perché, su questo punto specifico, sull'utilizzo delle risorse del PNRR per la difesa e gli armamenti, in questo Parlamento, come ha ricordato l'onorevole Fratoianni, avevamo raggiunto un consenso unanime. Se questo parere negativo del Governo a quest'ordine del giorno significa un cambiamento dell'indirizzo politico del Governo sull'utilizzo del PNRR per armamenti e produzioni belliche, questo va detto con chiarezza a tutta l'Aula e non può essere fatto passare attraverso una votazione su un ordine del giorno.
Aggiungo alcune considerazioni di carattere generale che ci spingono a questo. Negli scorsi giorni, dopo l'attacco iraniano a Israele, il Segretario generale delle Nazioni Unite ha usato parole molto gravi e preoccupanti, ha parlato di un Medio Oriente, di un mondo potremmo dire, sull'orlo del baratro. Nelle settimane precedenti, il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, a quest'angoscia e preoccupazione, che dovrebbero unirci tutti, ha dato risposte sbagliate, dicendo che l'Europa deve muoversi a tappe verso un'economia di guerra. L'Europa non deve muoversi verso un'economia di guerra che, voglio ricordare a tutti in questo Parlamento, significa l'utilizzo di spese civili e sociali per finanziare, invece, le spese belliche; una sostituzione di spese significa ricorrere ai razionamenti. Quelle stesse leadership politiche, che non sono state in grado in Europa di realizzare un Patto di stabilità e crescita all'altezza dei bisogni e delle sfide che il nostro continente deve affrontare nel mondo, vengono a parlare di economia di guerra e l'utilizzo del PNRR risponde a questa logica di sostituzione di spese civili e sociali per spese belliche.
Allora, chiedo che il Governo accantoni quest'ordine del giorno, riveda il parere, perché, se, invece, si vuole cambiare linea su questo punto, è bene farlo con una discussione ampia, trasparente in questo Parlamento, all'altezza delle questioni che siamo chiamati ad affrontare oggi nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.
LUIGI MARATTIN (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Intervengo brevemente, stiamo per chiudere, però gli interventi del collega Ricciardi e del collega Fratoianni da una parte e del collega Provenzano ora ci impongono una riflessione di natura diversa. Parto dal collega Provenzano, poi il Governo parlerà.
Se si dice che il PNRR non deve essere usato per comprare i missili e le bombe, siamo d'accordo. Il problema è che nessuno ci ha mai pensato.
Se, invece, si dice che il PNRR - com'è scritto nell'ordine del giorno - non deve essere usato nel settore difesa, non siamo più d'accordo, perché, se voi leggete il PNRR, quando si parla di applicazione dell'intelligenza artificiale alla cybersicurezza o di una riqualificazione green di una caserma, si sta utilizzando il PNRR per la difesa, e si fa bene dal nostro punto di vista (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Scusate, è scritto così. Poi, vediamo il Governo… no, in particolare negli armamenti, l'ordine del giorno dice: non lo usate nel settore difesa (Commenti del deputato De Luca). “In particolare” è diverso da “generale”, Piero, abbi pazienza. Quindi, questo è il discorso.
Con riferimento al collega Fratoianni e al collega Ricciardi, è un discorso lungo, ma voi mi dovete spiegare, secondo la vostra romantica concezione del mondo, che deve succedere a un Paese quando qualcuno ti entra dentro con missili, carri armati e bombe (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché siamo buoni tutti ad evocare la pace perpetua (Commenti del deputato Provenzano) - non sto parlando con te, Provenzano -, siamo bravi tutti a fare i kantiani per la pace perpetua, ma noi stiamo affrontando un mondo in cui, la mattina, c'è uno che si sveglia e con 300.000 uomini entra in un altro Paese. Allora, non è che per 50 anni la nostra difesa non l'abbiamo utilizzata, la nostra difesa ce l'ha fornita l'ombrello protettivo occidentale. Voi pensavate di non pagarla, in realtà la stava pagando qualcun altro. Ora questo qualcun altro, per ragioni diverse, dice: vi dovete arrangiare da soli. Siamo nelle condizioni, noi, di dire che non abbiamo intenzione di provvedere alla difesa dei nostri concittadini, in un mondo in cui c'è qualcuno che la guerra la porta indipendentemente dalle aspirazioni di pace perpetua che abbiamo? È questo il punto su cui riflettere e fare un dibattito un po' meno ideologico di quello che ogni tanto noi tutti facciamo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Presidente Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Presidente, a titolo personale, vorrei sottoscrivere quest'ordine del giorno proprio per quello che dice l'impegno al Governo. In particolare, si chiede al Governo di non produrre armamenti, quindi è molto chiaro, collega, quello che si deve non fare con quest'ordine del giorno, anche perché, vede, fa il paio con la riforma della legge n. 185 del 1990, la legge sul commercio delle armi. Il Governo tenta di depotenziare questa legge, che è stata una legge all'avanguardia, sulla quale si è ispirato anche il Trattato internazionale sul commercio delle armi, facendo cosa? Impedendo la trasparenza, esautorando il mondo del volontariato, delle associazioni, delle ONG, mettendo all'angolo il principio di sussidiarietà. Tutto questo fa preoccupare, perché sembra un attacco concentrico rispetto alla tutela della pace, che è un concetto che deve essere prioritario, come dice la nostra Costituzione. Quindi, Presidente, io vorrei sottoscrivere quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Premetto che, nel merito del dibattito, anch'io ritengo che le spese per la difesa non vadano demonizzate, ma che, per perseguire la pace e rafforzare la difesa di uno Stato, è il primo passo. Ciò detto, volevo fare una riflessione di carattere generale e metodologica sui pareri che vengono dati ad alcuni ordini del giorno, che nel dibattito vengono un po' strumentalizzati per questa ragione.
La rimodulazione del PNRR è un'operazione di enorme trasparenza ed è stata frutto di un grandissimo lavoro svolto dal Premier Meloni e dal Ministro Fitto. Non è che, un giorno, il Ministro Fitto si è svegliato e, con un colpo di penna, ha definanziato alcuni progetti di sua iniziativa, tutto questo è un lavoro complesso. Quindi, la rimodulazione dei progetti non è un'iniziativa individuale di un Ministro, ma è un lavoro complesso, condiviso con la Commissione europea. Dall'articolo 1 vedete, infatti, che molti progetti definanziati, poi, sono stati finanziati con altre coperture, coperti con altre linee di finanziamento.
Questo per dire che non è che quest'ordine del giorno abbia molto senso: se il PNRR non prevede la spesa per armi, non è che, domani, il Governo si sveglia e cambia la destinazione di alcune risorse del PNRR. Questa, ripeto, è una riflessione che faccio perché è relativa non solo a quest'ordine del giorno, ma a tanti altri, perché, quando spiego che alcuni ordini del giorno non vengono accolti perché il Governo ha già fatto alcune cose o, comunque, non è previsto che le faccia, intervenire in modo strumentale per dire che c'è una dietrologia rispetto a questi pareri, lo trovo veramente assurdo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Premesso che da parte mia, rispetto ad alcune questioni, c'è una grande apertura, auspicherei che ci fosse anche la condivisione da parte di alcuni componenti dell'opposizione, per trovare soluzioni e non per fare polemiche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Ma che polemiche!
PRESIDENTE. Per cortesia. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Presidente, mi scusi, suo tramite, vorrei dire al Governo che non è il Governo che deve dire il senso o il non senso di un ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi presentiamo un ordine del giorno e chiedo rispetto per i contenuti presentati dal collega Riccardo Ricciardi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il Governo deve venire qui dentro e dirci se è d'accordo o non d'accordo. Ma sul fatto che si dica “non ha senso”, non è che un Ministro si sveglia e cambia i progetti del PNRR. A parte che è discutibile anche questo punto di vista, ma, detto questo, lei, a maggior ragione, ha fatto un intervento che preclude un parere positivo da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi lei ci dice “no”, motivandocelo con il “sì”. Allora, se è così, dia parere favorevole. Se ha senso o non ha senso lo lasci stabilire all'Aula, non entri nel senso, lei entri nel giudizio da parte del Governo, e, rispetto a quello che ci ha detto, noi lo prendiamo come un “sì”.
E poi, rispetto ai temi che riguardano gli armamenti e la Difesa, non date del discorso ideologico, quando una persona fa un intervento come quelli del collega Ricciardi o del collega Fratoianni, perché anche alzarsi e dire che qualcuno si è svegliato e ha invaso con 300.000 uomini, mi sembra un approccio piuttosto ideologico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Infatti, chiunque legge la realtà, sa che è un po' diversa da come è stata rappresentata. Allora, vanno bene i punti di vista, ma etichettare le opinioni altrui è un elemento di debolezza politica. Se si hanno punti di vista, si affermano senza dare dell'ideologico a un pensiero, che legittimamente non si condivide (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e va benissimo, ma dire “voi siete ideologici” perché uno si alza la mattina e invade (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)… Ragazzi, non va bene così. È un punto di vista, non lo condividiamo, basta, fine.
E per quanto riguarda il Governo, per favore, se lei ha quel punto di vista che ha espresso, ci dia parere favorevole, perché lei ha detto che è d'accordo, fondamentalmente, con l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il Governo?
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Ci tengo a fare questa precisazione, perché credo che mi si debba riconoscere il grandissimo rispetto che ho nei confronti dell'opinione di tutti. Infatti, io non sono entrata nel merito delle opinioni espresse da ciascuno, che io rispetto, anche se sono lontane dalle mie. Sto dicendo che, come metodo, negli ordini del giorno, non si può chiedere al Governo di valutare un ordine del giorno sulle ipotetiche intenzioni che non sono espresse. Cioè, gli ordini del giorno si basano su atti che il Governo assume o non assume. Questo è un ordine del giorno che va sugli eventuali pensieri che stanno dietro a un qualcosa di già espresso (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…
PRESIDENTE. Colleghi, ascoltiamo il Governo.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Le risorse del PNRR sono investite su alcuni progetti. Le modifiche e le rimodulazioni sono state, in maniera trasparente, discusse prima del decreto con i gruppi parlamentari, e sono nel decreto. Quindi non ci sono pensieri dietrologici. Questo è il tema. Sto dicendo che il metodo, negli ordini del giorno, rispetto ai pareri contrari, è questo. Io non sto mancando di rispetto alle opinioni di ciascuno di voi, che sono assolutamente rispettabili. Non stavo parlando di quello, onorevole Francesco Silvestri, ma del metodo e dei pareri sugli ordini del giorno. Tutto qui.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellicini. Ne ha facoltà.
ANDREA PELLICINI (FDI). Una cosa sola, Presidente, molto brevemente. Ho sentito che, nel dibattito e negli interventi che si sono registrati prima del mio, è stato quasi stigmatizzato che una grande industria della Difesa, come Leonardo, abbia aumentato la produzione e i risultati del 30 per cento. Io arrivo da una provincia, la provincia di Varese, in cui Leonardo ha stabilimenti di prim'ordine, come quello di Sesto Calende, di Vergiate o di Venegono. C'è la storia dell'industria della Difesa italiana. I risultati di questi stabilimenti dipendono in gran parte della professionalità dei tecnici, dei dirigenti e dei lavoratori. Quindi non si possono sminuire questi risultati come se fossimo al servizio della guerra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Bisogna dare il giusto valore all'industria italiana della Difesa e sostenerla, da questo punto di vista.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà, per un minuto.
ALFONSO COLUCCI (M5S). In un minuto, è evidente che un ordine del giorno è un atto che impegna il Governo, esattamente com'è scritto, a intraprendere le azioni necessarie.
Per il resto, è evidente che la politica bellicista, che è stata fin qui seguita, non ha prodotto risultati, anzi ha aggravato la situazione e ha provocato un'escalation che potrebbe addirittura peggiorare. Il resto è tutto populismo, è tutta propaganda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/65 Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).
Secondo le intese intercorse fra i gruppi, sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella parte pomeridiana della seduta, a partire dalle ore 16,15.
Sospendo, pertanto, la seduta che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata alle quali risponderanno il Ministro delle Imprese e del made in Italy, il Ministro della Giustizia, il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, il Ministro per la Pubblica amministrazione e il Ministro dell'Istruzione e del merito.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
(Iniziative in materia di compensazione dei crediti di imposta per gli investimenti "Transizione 4.0" - n. 3-01145)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Marattin ed altri n. 3-01145. Ne ha facoltà per un minuto (Vedi l'allegato A).
LUIGI MARATTIN (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Buon pomeriggio, signor Ministro, lei lo sa, credo condivida, che l'unica misura di politica industriale che ha veramente funzionato in Italia negli ultimi anni è Industria 4.0, tant'è vero che ha cambiato nome, perché ogni partito cercava di accaparrarsi il merito. C'è un problema contingente. L'Agenzia delle entrate ha bloccato l'utilizzo dei modelli F24 anche per gli investimenti fatti prima del 2023. Quindi, un imprenditore che ha fatto investimenti negli anni passati ora non può portarsi il credito in detrazione quando va a pagare le tasse. È un problema di attesa di un atto amministrativo del suo Ministero. Quindi, le chiediamo: possiamo risolvere urgentemente il problema? Perché gli imprenditori che hanno fatto investimenti sull'unico strumento che ha veramente funzionato si trovano ora nell'impossibilità di poterlo utilizzare.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Signor Presidente, ringrazio per l'interrogazione che mi consente di chiarire un aspetto importante per le nostre imprese affinché non si fermino, ma anzi si accelerino gli investimenti in innovazione. La nuova disposizione normativa è frutto di una decisione del Ministero dell'Economia e delle finanze volta a monitorare il flusso di cassa generato dal credito d'imposta 4.0, come sollecitato dalla Ragioneria dello Stato, al fine di evitare sforamenti incontrollati rispetto alla spesa programmata, come è avvenuto purtroppo per il superbonus 110.
Preciso che non si interviene sul diritto a compensare i crediti maturati, che rimane assolutamente integro, ma si prescrive solamente un obbligo di comunicazione circa l'ammontare complessivo degli investimenti che si intendono effettuare e la presunta ripartizione negli anni del credito in compensazione. La risoluzione dell'Agenzia delle entrate dello scorso 12 aprile ha destato però un comprensibile allarme, poiché ha sospeso le compensazioni per gli investimenti effettuati nel 2023 e 2024, nelle more dell'adozione di un decreto direttoriale MIMIT, del nostro Ministero, che dovrà definire il contenuto, le modalità e i termini di invio delle comunicazioni anzidette.
Posso, quindi, in questa sede tranquillizzare gli imprenditori. Il decreto direttoriale sarà emanato nella prossima settimana e detterà le regole per adempiere all'obbligo di legge, anche nelle more dell'apertura di una piattaforma informatica creata ad hoc per la gestione delle comunicazioni, sulla quale siamo già al lavoro. Questo determinerà la ripresa delle compensazioni tramite F24 per gli investimenti effettuati nel 2023 e nel 2024. Per gli investimenti effettuati negli anni precedenti al 2023 la giusta preoccupazione degli interroganti è stata affrontata e risolta da una FAQ pubblicata proprio ieri sul sito dell'Agenzia delle entrate. La FAQ ha chiarito che per gli investimenti effettuati entro il 2022 non vige l'obbligo di comunicazione preventiva ed è possibile utilizzare il relativo credito in compensazione tramite modello F24, indicando il codice tributo 6936 e l'anno di avvio dell'investimento, a prescindere dall'anno in cui questo si è concluso o dall'anno di interconnessione del bene strumentale.
Spero che questi chiarimenti e l'impegno del Ministero ad attuare subito il decreto ministeriale possano servire a tranquillizzare le nostre imprese e consentire loro di programmare, al meglio, i prossimi imminenti investimenti, anche sulla base del nuovo piano Transizione 5.0.
PRESIDENTE. Il deputato Marattin ha facoltà di replicare, per due minuti.
LUIGI MARATTIN (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Quindi, signor Ministro, per gli investimenti del 2023 e del 2024 la settimana prossima emanate il decreto con la modulistica necessaria, così lei ci ha detto; acquisiamo questo impegno, la ringraziamo e speriamo sia verificato. Per quelli del 2022 e precedenti, evidentemente, ci facciamo bastare la FAQ dell'Agenzia delle entrate. Io spero sia così perché è lastricata la via del cimitero di FAQ dell'Agenzia delle Entrate che poi non hanno prodotto gli effetti desiderati per problemi di interpretazione, di legittimità, eccetera. Quindi, magari, su quello ci permettiamo di consigliare, in uno dei tanti decreti che fate tutti i mesi, una norma che possa, in qualche modo, certificare quel tipo di orientamento.
Per il resto, signor Ministro, ringraziandola per il chiarimento, per il futuro cerchiamo di evitare anche solo brevi momenti di incertezza come questi, perché un imprenditore, se c'è una cosa che non può sopportare, è l'incertezza. In Italia, l'imprenditore sopporta di tutto: le tasse, la burocrazia, la politica. L'incertezza è il nemico più grande dell'economia, della programmazione e degli investimenti. Cerchiamo di fare il possibile, se si può, per dare certezze, ma almeno per non alimentare incertezze (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
(Iniziative di competenza, anche di carattere ispettivo, in relazione ai tempi di adozione di un decreto di confisca relativo a reati ambientali compiuti nella cosiddetta Terra dei fuochi - n. 3-01146)
PRESIDENTE. Il deputato Sergio Costa ha facoltà di illustrare l'interrogazione Auriemma ed altri n. 3-01146 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
SERGIO COSTA (M5S). Grazie, Presidente. Buon pomeriggio, signor Ministro, siamo ad Acerra, in provincia di Napoli. Tre fratelli, i fratelli Pellini, nel 2017 vengono condannati in via definitiva per disastro ambientale da traffico illecito dei rifiuti. In buona sostanza, questi rifiuti speciali e pericolosi venivano seppelliti nelle campagne di Acerra, piuttosto che sparsi in mezzo alle campagne, facendo finta che fossero fertilizzanti o ammendanti. Ebbene, questi fratelli, condannati in via definitiva, ribadisco, hanno avuto anche il sequestro ai fini di confisca di ben 222 milioni di euro che erano il frutto di questo illecito arricchimento.
Ebbene, la Corte di Cassazione, a marzo del 2024, restituisce questi 222 milioni, che ben servivano invece per le bonifiche, perché sembrerebbe che la Corte di Appello di Napoli si sia attivata con 18 mesi di ritardo rispetto al termine perentorio della legge. Le vengo a chiedere, per senso di giustizia e per rispondere a quei cittadini che hanno perso i loro familiari o sono entrati nel tunnel della malattia, se intenda attivarsi con una procedura di ispezione presso gli uffici giudiziari di Napoli per capire cosa sia successo. Le vengo a chiedere se intenda attivarsi per poter procedere a riacquisire i 222 milioni e destinarli alla bonifica. Le vengo a chiedere di stringersi al nostro grido di dolore, che è quello della popolazione di Acerra, e di far sì che non sia una battaglia solo del Movimento 5 Stelle, ma che sia la battaglia di tutti noi e anche la sua (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.
CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Grazie collega, buon pomeriggio anche a lei e agli altri colleghi. Condivido il suo grido di dolore e di quasi imbarazzo di fronte a episodi di questo tipo. Come voi sapete, il Ministero non ha alcun potere nei confronti della giurisdizione sovrana, questo è quasi banale ricordarlo, però è anche utile, perché qualche volta si può anche essere indotti in errore su queste eventuali responsabilità.
Posso dire che, subito, noi - e questo è il mio Ministero - appena saputo, attraverso la stampa, che oggi è il modo più immediato per avere notizie comunque ufficiose e ipotetiche, abbiamo disposto accertamenti per il tramite dell'Ispettorato generale presso le autorità coinvolte.
Per quanto abbiamo appreso dai medesimi articoli, è stato lo stesso procuratore generale della Cassazione che ha chiesto l'annullamento e quindi la restituzione.
Tuttavia, non sappiamo ancora quali siano i motivi di questa restituzione perché non abbiamo ancora ricevuto il deposito del provvedimento della Corte di cassazione.
Certo, condivido con voi l'apprensione per una vicenda che non solo non lascia indifferenti, ma che anche noi riteniamo di estrema gravità sotto tutti i profili, sotto quello economico, sotto quello dell'immagine e sotto quello, addirittura, vorrei dire etico, oltre che giudiziario. Come ho detto, abbiamo subito investito l'organo deputato, cioè il nostro ispettorato, e questa istruttoria appurerà, quindi, se la restituzione di un patrimonio così ingente sia addebitabile a ingiustificati ritardi o ad altre ragioni. Comunque, posso assicurare che non solo abbiamo già attivato l'ispettorato ma che abbiamo l'intenzione di andare fino in fondo, senza se e senza ma, per chiarire questa situazione che anche noi condividiamo, come voi, essere di estrema gravità.
PRESIDENTE. La deputata Auriemma ha facoltà di replicare, per due minuti.
CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, mi permetta di dire che, però, non è abbastanza. La sua risposta non ci basta e forse non dovrebbe bastare neanche a lei, non soltanto in qualità di Ministro ma soprattutto di magistrato. I 222 milioni di euro sono stati restituiti a condannati con sentenza definitiva per un vizio procedurale e su questo punto vogliamo la massima chiarezza.
Non ci può bastare, signor Ministro, perché è evidente che lo Stato non può perdere così davanti agli eco-delinquenti. Non può bastare, perché noi rappresentanti, noi parlamentari che siamo nati, cresciuti ed eletti in quelle terre vogliamo che lo Stato sia forte e non ci siano ombre nella lotta contro le ecomafie e soprattutto che sia, come abbiamo detto, una lotta senza distinzioni di partito.
Non ci può bastare, signor Ministro, perché le famiglie che soffrono a causa di quell'inquinamento sono davvero ancora tantissime. Molte mamme e molti padri piangono la perdita di figli, avvenuta ancora troppo presto, dovuta a malattie causate dall'inquinamento.
Non ci può bastare, signor Ministro, perché lo Stato che vogliamo e lo Stato che lei deve costruire deve tutelare il lavoro di 15 anni di ben tre procure e di uomini e donne liberi dello Stato che hanno lavorato per 15 anni con un'intuizione avvenuta 20 anni fa, cioè che le ecomafie e le organizzazioni criminali guardavano il ciclo dei rifiuti con attenzione e con interesse proprio in quei luoghi che venivano descritti dai poeti e dagli artisti come Campania Felix. Per questo, Ministro, noi continueremo a chiedere chiarezza fino a quando non si farà chiarezza e pretendiamo anche che lei porti un solo termine su questa vicenda: giustizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Iniziative per una revisione delle limitazioni relative all'utilizzo del palangaro per la pesca sportiva - n. 3-01148)
PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-01148 (Vedi l'allegato A).
LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente, e buongiorno, signor Ministro. La questione è relativa al suo decreto del 29 febbraio che di fatto, appunto, taglia la possibilità ai pescatori sportivi di utilizzare il palamito e ha acceso una fortissima contestazione nella popolazione in Italia, dato che esistono circa 2 milioni di pescatori ricreativi. Queste disposizioni impediscono di fatto la pratica di una tecnica di pesca di antichissima tradizione, diffusa da secoli su tutte le coste italiane e che entra a pieno nel titolo del patrimonio culturale delle nostre comunità marinare. Tra l'altro, il decreto non ha un supporto scientifico, anzi non sono citati dati a supporto, quando la letteratura scientifica esistente suggerisce, invece, la perfetta coerenza del numero precedente di 200 ami per imbarcazione, con il limite di 5 chili a persona.
Quindi, il quesito è se intenda revocare la limitazione dei 50 ami per palangaro, di cui all'articolo 2 del citato decreto, predisponendo l'apertura di un tavolo congiunto con le associazioni e le federazioni di pesca sportiva al fine di giungere a una soluzione che permetta di mantenere in vita l'ormai radicata tradizione della pesca ricreativa con il palangaro e, al contempo, individuare misure puntuali ed efficaci necessarie per il contrasto alla pesca illegale.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Ringrazio il collega Pastorino che mi ha posto questo quesito, perché mi consente di fare chiarezza sulle ragioni del provvedimento. Si tratta di una misura che è stata condivisa, preventivamente dal punto di vista tecnico, con il Comando generale della Capitaneria di porto e il Consiglio nazionale delle ricerche, che da quel punto di vista viene considerato un punto di riferimento in termini scientifici.
La misura tecnica, che limita a 50 ami che un pescatore sportivo può armare usando il palangaro, è una misura che consideriamo ragionevole, poiché diretta a contrastare la pesca illegale.
Lei, nella sua interrogazione, fa riferimento a due ambiti di pesca, quello sportivo e quello professionale. Riteniamo il primo prevalente sul secondo. Si tratta di enti, quelli che prima ho citato, che hanno più volte evidenziato come, nonostante vigesse il limite per i pescatori sportivi dei 5 chilogrammi di cattura, l'utilizzo del sistema del palangaro con 200 ami determinasse troppo spesso il superamento dei predetti limiti. La limitazione all'utilizzo di 50 ami garantisce, pertanto, catture ragionevoli in un contesto di pesca sportiva (non professionale, quindi).
Voglio poi precisare che con l'uscita del decreto sia stata prodotta, in ambito di comunicazione formale dalle associazioni nazionali di categoria dei pescatori, dalle organizzazioni sindacali del settore oltre che dalle associazioni ambientaliste e da molte associazioni della pesca, un'ampia condivisione dell'indirizzo. Ciononostante, non ci ritrarremo rispetto a un tavolo per verificare quelli che saranno gli esiti del provvedimento, che va incontro anche alle richieste dei pescatori professionali dotati di regolare licenza che nel corso degli anni sono stati sottoposti a continue restrizioni spazio-temporali sull'utilizzo di sistemi di pesca, imposte in modo pressante in particolare dall'Unione europea.
Al riguardo è utile ricordare che il prodotto catturato dai pescatori sportivi non può e non deve essere destinato alla commercializzazione. Su questo punto è bene soffermarci, perché il collega fa riferimento all'indotto. Non può trattarsi di indotto dalla commercializzazione e ricordo il parere delle associazioni, anche dei rappresentanti del mondo della pesca che non si sono detti contrari. Ovviamente, c'è un dibattito aperto, su questo non si sfugge; tutt'altro che manifestazioni così forti di protesta, come viene citato.
Però, voglio spendere davvero una parola per quanto riguarda il mondo della pesca. Il mondo della pesca è un centro delle strategie del nostro Ministero, oltre che per dovere istituzionale. In questi anni non ci si è accorti che mentre i Governi precedenti tutelavano la pesca noi abbiamo perso il nostro 40 per cento delle marinerie, delle nostre tradizioni di pesca e delle nostre produzioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, il nostro obiettivo è tutelare i posti di lavoro che sono collegati a questo settore in tutti gli ambiti, però avendo un criterio di priorità: chi vive mangiando di pesca deve avere, ovviamente a nostro avviso, una priorità rispetto a chi ha oggi la possibilità di utilizzare la pesca per difendere una sua attività ricreativa del tutto lecita e legittima e che va incentivata, per quanto è possibile, in questo ordine (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di replicare per due minuti.
LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Io ringrazio il signor Ministro. Facciamo così: dato che io non ho la pretesa di farle cambiare idea, ma soltanto l'obiettivo di fornire spunti di riflessione, le replico in questo modo. Lei è Ministro dell'Agricoltura e della pesca? Lei deve tutelare i pescatori professionisti. Lo deve fare, perché è un suo compito e una sua missione. Lei, come Ministro anche della pesca, deve contrastare l'illegalità e lo deve fare nella maniera più assoluta. L'indotto, a cui facevo riferimento, non è certo quello relativo al pescato, ma alle attrezzature che i pescatori come me vanno a comprare nei negozi dedicati e, quindi, questo è un grande colpo.
Dopodiché, fatte queste doverose premesse, che sgombrano il campo anche dall'oggetto della discussione, qui c'è una grande discriminazione di fondo, perché a me piace pensare di parlare oggi a nome di quelli che coltivano la legalità anche nella pesca, persone che vanno la domenica a pescare, magari con il figlio. Sono tanti e sono stati tutti trattati - sono 2 milioni - come gente illegale che fa cose che non deve fare. Questo è il vero punto.
Lei apra questo tavolo con la FIPSAS, che non è stata convocata (so che gli è stata rivolta una richiesta non ancora evasa). Faccia questi passi e faccia una riflessione anche su questo mondo che, comunque, conta più o meno 2 milioni di persone che banalmente non vanno trattate come delinquenti, perché questo è l'obiettivo che abbiamo sia io che lei.
Poi, non so se lo sa ma i palangari professionisti hanno dai 5.000 ai 7.000 ami e non li usano, perché è una pesca talmente selettiva che non è producente e, quindi, preferiscono usare altri metodi. Questo è un altro elemento di valutazione che evidentemente il CNR o altri non hanno posto in una giusta considerazione, essendoci veramente poca base scientifica su questa argomentazione a supporto del suo decreto. Quindi, il mio obiettivo - mio e delle persone che oggi mi sento di poter dire che rappresento - è questo e, quindi, la invito veramente a fare una discussione laica che tenga conto di tutte le sensibilità.
(Elementi e iniziative in relazione al Piano nazionale di utilizzo sostenibile dei pesticidi - n. 3-01149)
PRESIDENTE. La deputata Evi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01149 (Vedi l'allegato A).
ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Buonasera, signor Ministro. Con questa interrogazione vorrei chiedere notizie rispetto al PAN, il Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, perché quello attuale risale al 2014, ha oltre 10 anni, e avremmo dovuto rivederlo e aggiornarlo, secondo la normativa, almeno ogni 5 anni. L'ultima notizia che abbiamo in questo momento è della bozza che riporta il sito del Ministero ed è datata 3 maggio 2022.
Quindi, le chiediamo quali iniziative siano state avviate per mettere in campo questo Piano di azione per l'uso sostenibile dei pesticidi e, soprattutto, se le regioni hanno provveduto, in base alla normativa, a relazionare rispetto all'uso dei fitosanitari.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Grazie, collega, per il quesito. In materia di utilizzo dei prodotti fitosanitari in agricoltura l'obiettivo del Governo è quello di pervenire a una graduale riduzione del loro utilizzo, senza tuttavia pregiudicare le produzioni nazionali, già colpite dalle conseguenze di eventi eccezionali, come il conflitto in Ucraina e ora in Medio Oriente, e dal perdurare di situazioni climatiche avverse. Per questo sosteniamo tutte le azioni che contribuiscono alla riduzione delle sostanze chimiche valutate come pericolose dal mondo scientifico, ma alla condizione anche di garantire alle aziende europee di rimanere competitive sul mercato.
Occorre, infatti, ricordare che le imprese agricole italiane ed europee competono nei mercati con imprese di Stati che adottano protocolli molto più blandi circa l'uso dei fitosanitari in agricoltura. Per questo motivo, nei recenti documenti di posizionamento strategico condivisi dall'Italia in sede di Consiglio agricoltura e pesca, abbiamo rappresentato la necessità di un rafforzamento del principio di reciprocità che tuteli i nostri prodotti dalla concorrenza sleale di quelli importati da Stati dove la normativa sull'utilizzo degli agrofarmaci è meno restrittiva e permette l'utilizzo di principi attivi da noi vietati ormai da anni.
In questo quadro, il Piano d'azione nazionale, il PAN da lei richiamato, per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, è destinato a svolgere un ruolo centrale. Nel Piano, infatti, sono stabiliti gli obiettivi, le misure, i tempi e gli indicatori di riduzione dei rischi. La procedura è in corso di completamento e lei stessa ha ricordato che è stato pubblicato, a maggio 2022, l'aggiornamento della bozza del decreto che sostituirà il provvedimento del 22 gennaio del 2014.
In una prima fase, è stata avviata una consultazione pubblica, successivamente le osservazioni e le proposte pervenute dai portatori di interessi sono state vagliate con il supporto del consiglio tecnico-scientifico istituito presso il Ministero dell'Agricoltura, del quale fanno parte rappresentanti delle amministrazioni centrali e delle regioni.
Il 2023 è stato caratterizzato da un intenso lavoro dei Ministeri competenti: 7 riunioni interministeriali e 2 incontri plenari del consiglio tecnico-scientifico sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Il Piano sarà, quindi, inviato alla Conferenza Stato-regioni. Le tempistiche hanno scontato dei ritardi, in gran parte dovuti al passato rispetto al nostro Governo e a discussioni protrattesi per molto tempo, influenzando la stesura del documento.
La redazione del nuovo Piano, che sostituirà integralmente quello attualmente in vigore, è stata dunque l'esito di un processo inclusivo, che ha visto una significativa partecipazione da parte di varie istituzioni. Il Piano mira a una diminuzione dei residui e agli altri obiettivi che abbiamo già sottolineato. Non tutte le regioni hanno trasmesso il documento a cui lei faceva riferimento, ma solo 17; le altre sono state sollecitate dal Ministero a farlo.
Riteniamo di dover sottolineare solo un aspetto. Ovviamente, la salute pubblica è prioritaria ed è evidente che nella salute complessiva c'è anche il dato economico che rileva, perché significa lavoro ed equità sociale.
Le TEA, le tecnologie evolutive avanzate, a nostro avviso, ci permetteranno di arrivare a colture resistenti, che prescinderanno dai fitofarmaci. Purtroppo, oggi, gli agrofarmaci servono a salvaguardare le produzioni, che, se non dovessero mantenersi con queste modalità, porterebbero non a diminuire i consumi, ma ad avere i medesimi consumi e a dover comprare da Nazioni che impattano, in termini di diritti dei lavoratori e dell'ambiente, molto più dei nostri produttori, che sono i più attenti a un utilizzo ragionevole di queste sostanze (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. La deputata Evi ha facoltà di replicare, per 2 minuti.
ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Ministro. Intanto è un po' una novità il fatto di poter sentire in maniera piuttosto chiara che ci sia un impegno verso una riduzione dell'uso di questi fitosanitari in agricoltura. Certo, chiaramente con tutte le condizionalità che lei ha posto: la competitività e anche il tema della reciprocità, che è sicuramente un tema importante. Va da sé, però, che non bisogna neanche nascondersi dietro un dito: ad oggi l'Europa stessa, alcune aziende europee producono quegli stessi pesticidi che qui da noi sono illegali, li vendono ad altre parti del mondo e poi noi riacquistiamo quei prodotti che sono stati irrorati da quei pesticidi. Quindi, diciamo che abbiamo anche a monte una responsabilità nel consentire comunque di commercializzare questo tipo di prodotti sul continente europeo.
Rispetto alle soluzioni che mette in campo, richiamando le TEA e quindi i cosiddetti nuovi OGM, mi auguro che lei valuti attentamente il rischio che queste nuove tecnologie possano, invece, portare un danno non solo potenzialmente ambientale, ma anche sociale e occupazionale rispetto a tutte quelle imprese che invece oggi portano avanti un'agricoltura biologica, che potrebbero vedere delle contaminazioni, e rispetto ai nostri famosi prodotti DOP e a denominazione di origine controllata, che potrebbero vedere contaminazioni.
La stessa filiera delle sementi, di cui siamo leader in Europa, potrebbe vedere contaminazioni, dato che anche qui vi è il tema della purezza e della varietà del seme che viene protetto, che potrebbe quindi vedere delle contaminazioni.
Il rischio è che queste nuove tecnologie, peraltro non tracciate, senza un'etichettatura, possano comportare una contaminazione e, quindi, di fatto, indebolire e minare le nostre stesse produzioni di cui siamo leader. Spero che tutto questo verrà tenuto in considerazione facendo questi passi che credo siano molto sbagliati (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
(Iniziative per la tutela del comparto suinicolo italiano in relazione alla diffusione della peste suina africana – n. 3-01150)
PRESIDENTE. Il deputato Benzoni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01150 (Vedi l'allegato A).
FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per rispondere a un'interrogazione su un tema molto importante come quello della peste suina africana, che pare non debellata nel nostro Paese, viste le notizie degli ultimi giorni di nuovi contagi in tante regioni del Nord Italia.
Visto che colpisce una filiera molto importante, 10 miliardi di euro secondo Il Sole 24 Ore, visto che ci sono le prime ripercussioni internazionali, con la Cina che blocca le importazioni di carne di suino italiano e il Canada che minaccia di farlo, visto che altri Paesi, come il Belgio, il Lussemburgo e la Francia, sono riusciti a debellarla seguendo protocolli molto rigidi, le chiediamo quali siano i suoi intendimenti in merito a questo rispetto a recinzioni, rispetto ad abbattimenti selettivi e rispetto alle misure di biosicurezza.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Grazie, collega. Questa interrogazione ci permette ulteriormente di parlare della peste suina africana, una vera e propria pandemia, che non riguarda evidentemente solo l'Italia, ma riguarda gran parte del nostro continente e riguarda gran parte del continente asiatico, al quale lei faceva riferimento.
Finora siamo riusciti in alcune Nazioni a spiegare ancora meglio perché si dovesse riaprire l'export almeno di alcuni prodotti di derivazione suina - parlo del Giappone, per esempio, con riferimento al prosciutto cotto - ma ci sono resistenze rispetto ad altro. Va proprio cambiata l'impostazione.
Riassumendo, però, quello che è accaduto in questi anni, abbiamo avuto la verifica di casi presenti non sul territorio nazionale, perché, come sapete, la Sardegna è stata sottoposta a chiusura per ben 40 anni, e solo nel 2023 si è riusciti a riaprire l'export da quella importante regione.
È stato nominato, nel 2022, un primo commissario. Purtroppo, nonostante le strategie allora messe in campo dal Ministro della Salute Roberto Speranza - non è necessario sottolineare che la competenza sulle azioni di salvaguardia della salute pubblica, sia umana che animale, spetta al Ministero della Salute, e anche in quel caso si nominò un commissario - i provvedimenti adottati non furono sufficienti ad eradicare la zoonosi, e, alla fine del suo mandato, come Governo, nominammo il dottor Caputo, che ha operato su due fronti.
Ha imposto elevati standard di biosicurezza alle imprese e ha attuato procedure di controllo sanitario a salvaguardia del patrimonio suinicolo nazionale e dei relativi trasformati. Dal punto di vista dell'impegno, invece, della gestione del primo vettore della peste suina africana, cioè dei cinghiali, fin dall'inizio, dalla prima legge di stabilità, scegliemmo, diciamo, di impattare rispetto a una visione iper ambientalista, che impediva di constatare su base scientifica che la presenza di cinghiali in Italia supera di 7 volte la media europea e che, quindi, era insostenibile dal punto di vista della gestione ordinaria all'interno di un ecosistema complesso.
Oggi abbiamo aperto un tavolo di carattere internazionale con la Francia, di scambio di informazioni e abbiamo chiesto all'Unione europea di non considerare la peste suina un problema di una o dell'altra Nazione, magari anche per avvantaggiare l'export di qualcuna delle Nazioni europee, a danno di altre, ma di lavorare in termini di solidarietà generale nell'affrontare questo tema, così come è avvenuto durante la pandemia di COVID.
Come Ministero abbiamo, comunque, avuto l'occasione e la possibilità di rafforzare la struttura ministeriale con 3,5 milioni di euro di dotazione per sostenere l'azione delle regioni che fanno la gran parte, anzi, quasi tutto quello che diventa azione sia di de-popolamento, sia di sostegno per la biosicurezza. Abbiamo stanziato fondi per aiutare le regioni, non le vogliamo lasciare sole, anzi, vogliamo lavorare in termini corali, come abbiamo fatto fino adesso. Ci sono 15 milioni per questi interventi e 25 milioni in favore delle aziende suinicole danneggiate, perché ovviamente desertificare il sistema non avrebbe per noi alcun senso.
Abbiamo nominato tre subcommissari; uno a coordinare le forze militari, perché abbiamo chiesto l'intervento dell'Esercito per coadiuvare le regioni nell'azione di abbattimento; abbiamo incaricato come vice commissario il dottor Filippini, che è stato il responsabile dell'eradicazione dalla Sardegna della peste suina africana e, quindi, lo consideriamo un esperto di carattere indiscusso; e il dottor Chiari, che è il direttore dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna.
Abbiamo avuto la possibilità, insieme a loro, di implementare non solo le risorse, ma un'azione che, però, e chiudo su questo, per quello che ci interessa e che lei ha sottolineato, garantisca di evitare il blocco dell'export, un danno inimmaginabile in termini economici.
Abbiamo aperto un tavolo con la DG SANTE in Europa, perché va cambiato proprio l'approccio. Noi dobbiamo - a nostro avviso, è quello che stiamo proponendo - ragionare sulla biosicurezza degli impianti, non su interventi generalizzati che in alcune aree, solo per la presenza di un animale infetto, chiudono all'export o addirittura costringono all'abbattimento di migliaia e migliaia di suini.
PRESIDENTE. Ministro, devo chiederle di concludere.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Quindi il lavoro che stiamo provando a fare è convincere l'Europa a permettere regolamenti che diano garanzia dei prodotti esportati rispetto alla sicurezza animale, perché come sapete la PSA non tocca gli esseri umani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Benzoni ha facoltà di replicare, per due minuti.
FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Ministro. Ovviamente, si tratta di una materia che è interdisciplinare, perché interessa da una parte la sanità e, quindi, il Ministero della Salute, ma dall'altra sicuramente anche il suo Ministero per la tutela di una filiera e per gli investimenti che vanno in quella direzione. Quindi, spero che lei su questo sia protagonista.
Non possiamo essere soddisfatti, perché è evidente che le azioni che abbiamo messo in campo fino ad oggi, indipendentemente da chi le ha messe in campo, non hanno funzionato e non stanno funzionando, perché i numeri aumentano, e non stanno funzionando perché, proprio nell'ottica che lei diceva di non bloccare l'export, la peste suina si sta avvicinando molto pericolosamente a Langhirano e sappiamo che se arrivasse lì sarebbe davvero un pericolo per la nostra economia, per il nostro export.
I tre subcommissari, insieme al commissario, sono senza portafoglio. Le azioni vere, di intervento, quelle che lei demanda alle regioni, che sono arrivate palesemente in ritardo (parlo della mia, la regione Lombardia, che è arrivata palesemente in ritardo), sono pericolose se non hanno il portafoglio per poter incentivare questi interventi. Oggi, tante aziende hanno fatto interventi di biodiversità e di recinzioni, ma li hanno fatti a proprie spese e a propria tutela; il Governo non ha aiutato nemmeno le aziende che sono entrate nella zona di restrizione, bloccando i mutui a queste aziende, dando aiuti economici in questa direzione, e le zone di restrizione si stanno allargando pericolosamente con quelli che lei chiama “interventi”, che contrasta rispetto alla visione dell'Europa, ma che oggi mettono in difficoltà tutto questo settore.
Allora, se noi riteniamo che questo settore sia fondamentale per il nostro export e per il made in Italy, dobbiamo agire in maniera più corposa e agire in maniera più decisa. Oggi, tutto quello che abbiamo messo in campo non è sufficiente e, soprattutto, non possiamo abbandonare le aziende ad investimenti che debbono fare da sole senza l'aiuto dello Stato e delle regioni e senza l'aiuto del sistema sanitario regionale, che non ha veterinari e non ha le forze per procedere agli abbattimenti, così come meriterebbe. Quindi, speriamo di non doverla reinterrogare nelle prossime settimane per una situazione che, invece che migliorare, andrà a peggiorare.
(Iniziative per il contrasto alla contraffazione ai danni del comparto agricolo – n. 3-01151)
PRESIDENTE. Il deputato La Salandra ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-01151 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.
GIANDONATO LA SALANDRA (FDI). Grazie, Presidente. Credo sia pressoché noto, oramai, che l'impegno del Governo Meloni è sostanzialmente diretto alla tutela del vero made in Italy, soprattutto, nel settore primario, dove l'Italia ha assunto ormai un ruolo di guida anche nel contesto europeo. Negli ultimi tempi, hanno avuto particolare rilievo alcune manifestazioni che si sono realizzate in area di frontiera, fondamentalmente dirette ad arrestare l'invasione di cibo straniero surrettiziamente tracciato come italiano, mettendo a rischio anche la stessa Unione europea sul tema dell'etichettatura.
Allo stesso tempo, è anche particolarmente importante quanto è emerso dal report 2023 delle attività del Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari e ancora quanto è stato fatto nel settore vitivinicolo, in particolar modo, durante l'ultima conferenza internazionale del vino in Franciacorta, in cui il Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, unitamente alle altre 30 delegazioni presenti e con l'Organizzazione internazionale della vigna e del vino, ha tracciato le linee guida.
Per quanto di competenza, le chiederei quali siano le ulteriori iniziative che intende assumere sui temi esposti in premessa, a tutela della riconoscibilità dei prodotti del settore primario italiano, per il contrasto alla contraffazione e all'italian sounding (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Ringrazio il collega La Salandra, ma solo dopo aver ringraziato l'onorevole Foti, che ha sottoscritto questo testo, che ci permette di chiarire come teniamo ai nostri prodotti, come proviamo a difenderli, ovviamente non da soli, ma con un'azione coordinata con chi lo fa quotidianamente, cioè, con le nostre Forze dell'ordine. L'enorme varietà dei prodotti agroalimentari italiani, valorizzata dalla nostra dieta mediterranea, patrimonio dell'UNESCO, e riconosciuta dai cittadini di tutto il mondo, ha reso l'Italia una superpotenza della qualità; è oggettivo. Per fortuna non lo siamo in altri comparti, ma lo siamo dal punto di vista della produzione.
I nostri prodotti di eccellenza devono essere tutelati sia nel mercato tradizionale, sia nel mercato online. Proprio su questo, domani, insieme al collega Urso, sottoscriverò con Amazon, come abbiamo fatto con altre piattaforme informatiche, un protocollo che rafforza i controlli in rete sulla base di algoritmi e con la verifica anche delle nostre istituzioni, in particolare, dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, che lavorano proprio per garantire che non ci siano prodotti contraffatti, venduti in queste reti.
Il nostro modello di controllo, peraltro, e ringrazio le nostre Forze dell'ordine tutte, è invidiato dal punto di vista operativo in tutto il mondo, tant'è vero che ci chiedono di inviare i nostri ispettori a tenere vere e proprie lezioni per comprendere come si possa controllare la filiera.
Stanno arrivando i dati dell'operatività dei nostri garanti della sicurezza, anche alimentare: il Comando dei Carabinieri per la tutela agroalimentare, i NAS, la Guardia di finanza, la Capitaneria di porto, l'Agea e l'Agenzia delle dogane e dei Monopoli, l'Agea per quanto riguarda gli ispettori, ovviamente riuniti in una cabina di regia, che ha permesso di efficientare i controlli. Quando parlo di efficientamento dico che permettere alle nostre Forze dell'ordine di riunirsi e ragionare su che cosa fare con una strategia permette di non controllare 5 volte la singola azienda, ma di controllarle un po' tutte, cosa che qualche volta era avvenuta in maniera distorta.
La cabina di regia ha permesso, oggi, di effettuare 1.000 controlli in più, rispetto al passato, 150 presso i porti, 50 verso i valichi di frontiera, per un totale di oltre 164.000 tonnellate di merce controllata.
Abbiamo anche elevato molte sanzioni a chi utilizza materiale contraffatto o di qualità scadente. In Europa, però, abbiamo chiesto una cosa che è indispensabile. L'azione del Governo, l'azione delle nostre Forze dell'ordine si ferma nell'ambito dei confini nazionali. Noi controlliamo i nostri porti, evitiamo la concorrenza sleale, evitiamo che ci siano filiere che manchino della necessaria trasparenza nei confronti dei cittadini che comprano e consumano, ma, se questo non si fa in tutta Europa ed entrano da altri porti merci che, durante il percorso, vengono sofisticate e contraffatte, il controllo diventa molto più difficile e alcune volte impossibile.
Per questo abbiamo colto l'occasione del 21 marzo - giornata nella quale la Presidente Meloni è riuscita a far sì che l'Europa tornasse a parlare di agricoltura - affinché uno dei temi fosse quello del contrasto alla concorrenza sleale e di una pari condizione di mercato con riferimento ai prodotti realizzati all'interno dell'Unione europea, ma, soprattutto, a quelli che arrivano dai Paesi terzi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. La deputata Ciaburro ha facoltà di replicare, per due minuti.
MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, non solo per la risposta che ci vede pienamente soddisfatti, ma per il grande lavoro che lei e tutto il suo Ministero state mettendo in campo per la nostra agricoltura.
Questo Governo da subito ha dimostrato una nuova visione per la nostra straordinaria Italia e determinato conseguentemente una rotta nuova, orgogliosa, determinata e di prospettiva. E lei, Ministro, sta scrivendo una nuova pagina per la nostra agricoltura, una pagina che ha riacceso i fari su un pilastro della nostra economia, conferendo nuova e rinnovata dignità al settore primario.
In pochi mesi ha realizzato cambiamenti che molti Governi passati non sono riusciti a fare anche in più di 10 anni: con la rivoluzione di Agea, i pagamenti della PAC per gli agricoltori sono ora cadenzati e programmati, il personale addetto ai controlli è stato rinforzato, con la legge sul cibo sintetico l'Italia è diventata la prima Nazione al mondo, modello per molte altre, a tutelare i cittadini dalle incognite della carne sintetica.
Con lei e con questo Governo l'Italia è tornata a contare in Europa e nel mondo. La rivoluzione della PAC che si sta portando avanti in Unione europea nasce da un'istanza portata dall'Italia ed è esempio lampante di questo fondamentale cambio di passo. I prodotti agroalimentari made in Italy sono un'eccellenza di cui tutta la Nazione può e deve andare fiera da Nord a Sud. Il cibo tricolore è il nostro tesoro, con una filiera agroalimentare allargata con un valore di oltre 600 miliardi di euro, in cui tutte le regioni, con le loro specificità - penso al mio Piemonte - giocano un ruolo di primo piano nel promuovere l'italianità, la storia, la cultura e i valori dei nostri prodotti.
Signor Ministro, l'attenzione riservata per i controlli in quantità e qualità indica la cifra istituzionale con cui questo Governo intende fare scudo attorno al gioiello che ormai è il nostro settore primario. Un'attenzione superiore a quella dei nostri omologhi europei o, persino, dell'Unione europea, come lei ha ben detto, che, su alcune materie, non si esime dal vessare con condizionalità e burocrazia ogni attore di filiera. Siamo arrivati al punto - lo ha ricordato nel corso dell'AgriFish di marzo - in cui non possiamo più transigere sulla disparità di trattamento che colpisce l'agricoltura italiana. Ogni giorno, infatti, i nostri agricoltori e produttori devono seguire e rispettare rigidi criteri di produzione di qualità sia del lavoro che di tutela dei lavoratori. È, però, inaccettabile che attori virtuosi delle nostre filiere debbano vedere il proprio reddito eroso, le attività cancellate e danneggiate dalle importazioni provenienti da Paesi dove tutti questi diritti, regole e regolamenti non esistono.
Le importazioni di prodotti di bassa qualità, dal basso costo del lavoro e con scarsi criteri di qualità costituiscono un vero e proprio dumping a scapito degli agricoltori italiani.
PRESIDENTE. Le devo chiedere di concludere.
MONICA CIABURRO (FDI). Quando leggiamo dei TIR fermati al Brennero, del falso pane di Altamura, del pesce, eccetera, comprendiamo come la sicurezza alimentare diventi anche un problema se non si tutelano con dei controlli.
Ministro, io e tutto il gruppo di Fratelli d'Italia la ringraziamo per l'impegno a tutela dei nostri prodotti, perché si garantisca che chi acquista italiano acquista qualità, la migliore, e per aver dato nuove speranze e futuro a tutto il comparto e alla nostra bella e straordinaria Italia, che torna ad essere orgogliosa e consapevole di ciò che rappresenta qui e nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Colleghe e colleghi, ribadisco l'invito al rispetto dei tempi, data anche la diretta televisiva in corso.
(Iniziative in materia di semplificazione amministrativa, al fine di rendere più efficiente il rapporto tra pubblica amministrazione e utenti – n. 3-01147)
PRESIDENTE. Il deputato Paolo Emilio Russo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01147 (Vedi l'allegato A), per un minuto.
PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Grazie, signora Presidente. Onorevole Ministro Paolo Zangrillo, il rapporto tra pubblica amministrazione e utenti, cittadini e imprese rappresenta un aspetto cruciale per lo sviluppo e la crescita del nostro Paese. Per sostenere il tessuto produttivo ed erogare servizi sempre più efficienti è fondamentale eliminare le lungaggini burocratiche e tutte quelle fasi procedimentali che frenano l'attività amministrativa e, quindi, lo sviluppo dell'Italia.
A questo proposito, dietro sua iniziativa, il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo pacchetto di semplificazioni volto a migliorare meccanismi e procedure che disciplinano il rapporto con gli utenti nel solco tracciato dal PNRR.
A nostro avviso, la semplificazione delle procedure amministrative, oltre a rappresentare uno strumento di tutela e rispetto dei diritti del cittadino nel rapporto con lo Stato, costituisce una misura di fondamentale importanza, anche sotto il profilo economico.
Dunque, signor Ministro, vorremmo chiederle e vorremmo che ci spiegasse gli ultimi interventi di semplificazione finalizzati a rendere più efficiente il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini.
PRESIDENTE. Il Ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
PAOLO ZANGRILLO, Ministro per la Pubblica amministrazione. Grazie, Presidente. Grazie all'onorevole interrogante perché mi dà l'opportunità di fornirvi un aggiornamento sul lavoro che questo Governo sta facendo su un tema che - lo ricordava l'onorevole interrogante - è di fondamentale importanza per gestire in modo corretto il rapporto tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, attraverso gli interventi che sono previsti nella riforma 1.9, in due milestone, alla M1C1-60, M1C1-61 e la M1C1-63, ci affida il compito di reingegnerizzare e di digitalizzare 600 procedure entro il 30 giugno 2026, le prime 200 entro la fine di quest'anno.
Volendo sintetizzare i risultati che abbiamo raggiunto fino ad oggi, noi abbiamo semplificato circa 185 procedure amministrative; di queste, il 95 per cento è stato ritenuto contabilizzabile nell'ambito delle verifiche che sono in corso tuttora con la Commissione europea, verifiche che sono svolte con le competenti strutture del nostro Dipartimento della funzione pubblica e del Ministero per il PNRR.
Passando brevemente in rassegna le misure più significative, vi voglio ricordare che, con il decreto-legge del febbraio 2023, n. 13, convertito, con modificazioni, nella legge 21 aprile 2023, n. 41, abbiamo introdotto una serie di provvedimenti di semplificazione in settori strategici e prioritari per le imprese e per il sistema produttivo del Paese, come le comunicazioni elettroniche, l'ambiente e l'edilizia scolastica. È incardinato in Parlamento l'atto Camera n. 1640, che reca delega per la semplificazione dei procedimenti amministrativi e misure in materia farmaceutica e sanitaria e di autorizzazione di polizia. Oltre a misure di delega in diversi settori, questo provvedimento contiene disposizioni in materia farmaceutica finalizzate a introdurre misure di semplificazione nell'accesso e nella gestione dei medicinali e altre misure volte a fronteggiare taluni effetti derivanti dal problema crescente di carenza di medici di medicina generale.
Con il decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, attualmente in conversione in Parlamento, abbiamo previsto 45 misure di semplificazione per le imprese artigiane, alle quali andranno aggiunte, poi, ulteriori misure che risultano all'esito della conversione in legge di questo decreto. Nello specifico, questo provvedimento si prefigge l'obiettivo di razionalizzare le pratiche necessarie ad avviare, sospendere o a chiudere attività artigiane.
Arriva, poi, da ultimo, il disegno di legge approvato recentemente in Consiglio dei ministri nella seduta del 26 marzo scorso, che reca disposizioni per la semplificazione e la digitalizzazione dei procedimenti in materia di attività economiche e di servizi a favore di cittadini e imprese. È in fase di bollinatura presso la Ragioneria generale dello Stato. Si tratta di un disegno di legge che interviene in diversi settori, tra i quali attività economiche, navigazione, rifiuti, istruzione, università e pubblica sicurezza.
Concludendo, a questo aggiungo le misure volte ad ampliare in modo particolare la gamma dei servizi offerti da parte delle farmacie nell'ambito del Servizio sanitario nazionale, rendendo in modo più semplice l'accesso ai servizi da parte dei cittadini per la medicina di prossimità.
Le misure che ho brevemente descritto sono adottate attraverso un metodo di lavoro condiviso con tutti gli attori coinvolti: amministrazioni centrali e territoriali, associazioni di categoria, stakeholder di riferimento. Il mio impegno sarà quello di continuare a lavorare in questa direzione, con un approccio di piena condivisione con il Parlamento sulle ulteriori misure che sono in cantiere.
PRESIDENTE. Il deputato Paolo Emilio Russo ha facoltà di replicare, per due minuti.
PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Viviamo in un Paese nel quale, forse, per mascherare il poco coraggio o la mancanza di una visione si è normato tutto. Il risultato è che oggi i cittadini non sono più liberi di fare ciò che non è espressamente vietato, ma sono costretti a pattinare tra i divieti, trovando nei pochi spazi rimasti la libertà. Tra queste libertà c'è, ovviamente, forse innanzitutto, quella di lavorare e fare impresa.
Dunque, semplificazione e digitalizzazione diventano strumenti per liberare idee ed energie, sostenere creatività e crescita; 200 procedure semplificate in un anno e 600 entro il 2026 rappresentano un lavoro titanico, importante; 45 semplificazioni, che citava poco fa, per le attività artigiane non sono soltanto un numero, ma si traducono in ore lavorate e recuperate, in produttività in un Paese dove, per aprire una gelateria, ci sono 72 adempimenti che fanno riferimento a 21 enti diversi.
Libertà significa anche scegliere come e dove curarsi, offrire in farmacia prestazioni del Servizio sanitario nazionale. Laddove molti di noi si sono vaccinati contro il COVID, si potranno somministrare tutti i vaccini e offrire maggiori servizi, in un'ottica di medicina di prossimità. E, ancora, turismo e beni oggetto di donazione che tornano liberi, vengono alleggeriti dai vincoli.
Siamo soddisfatti della sua risposta, signor Ministro, e che finalmente un Governo abbia imboccato la strada giusta. Non più cavilli, ma regole più semplici, che non siano un ostacolo, ma sostengano la crescita e, dunque, il benessere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
(Chiarimenti in merito a dichiarazioni del Ministro dell'istruzione e del merito relative all'adozione di un provvedimento in materia di articolazione del calendario scolastico – n. 3-01152)
PRESIDENTE. La deputata Bakkali ha facoltà di illustrare l'interrogazione Manzi ed altri n. 3-01152 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria, per un minuto.
OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Buon pomeriggio ai signori Ministri. Giungo direttamente al quesito che è il cuore della nostra discussione ovvero come il signor Ministro intenda avviare un provvedimento normativo che disciplini il calendario scolastico. Mi riferisco a un provvedimento che dovrebbe rendere non più possibile chiudere le scuole in occasione di festività non riconosciute dallo Stato, senza limitare o ledere il principio costituzionale dell'autonomia scolastica.
Il contesto è chiaro: siamo a Pioltello. È la decisione unanime di sospendere la lezione il 10 aprile in occasione dell'Eid al-Fitr, è il susseguirsi delle dichiarazioni dello stesso Ministro, in aperto conflitto con la scuola, con il decreto legislativo n. 297 del 1994, con il decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999, contro l'autonomia dei consigli di istituto, l'autonomia scolastica, che si sostanzia proprio nella progettazione pedagogica e culturale, contro le competenze delle stesse regioni, contro una realtà, quella scolastica, che è già plurale, che è già abitata da tanti bambini con background italiano, con background migratorio, non certamente da chiamare stranieri. Ed è contro tutto questo, in nome di una propaganda politica, che arriva a dire che andremmo addirittura contro un principio costituzionale, come quello dell'autonomia scolastica.
Quindi, signor Ministro, le chiediamo di spiegarci in cosa consiste questo provvedimento, come si concilierà con il principio costituzionale dell'autonomia scolastica e quando tutto questo avverrà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Signor Presidente, gentili onorevoli, ritengo l'autonomia un valore molto importante della scuola italiana, ma, deve essere chiaro, autonomia non significa fare ciò che si vuole, deve sempre esplicarsi nel rispetto delle leggi dello Stato. L'autonomia delle scuole è, infatti, funzionale all'inveramento degli obiettivi definiti dallo Stato.
Iniziamo da Pioltello. Sono intervenuto per far rispettare regole non banali. Capisco che a qualcuno le regole possano non interessare, ma una democrazia vive del rispetto della legge.
La scuola, modificando la sua precedente delibera, ha riconosciuto che le regole erano state violate. Trovo grave che qualcuno abbia cercato di far passare un intervento, volto semplicemente a ripristinare la legalità, come un intervento addirittura razzista.
Veniamo a quanto più in generale ho annunciato nei giorni scorsi. Ricordo che il calendario è di competenza regionale, tant'è vero che il DPR sull'autonomia scolastica prevede la possibilità per le scuole di apportare adattamenti per esigenze rigorosamente legate alla didattica. Si deroga a ciò di cui non si è titolari. E qui veniamo al dunque. Solitamente le regioni concedono alle scuole un margine di adattamento del calendario scolastico di pochissimi giorni. Nel caso della Lombardia, tre giorni. L'intervento che ho anticipato, peraltro previo l'assenso dell'intero Governo, vuole innanzitutto evitare che la scuola precipiti nel caos o nella discriminazione. Abbiamo detto: solo 3 giorni di deroga sono consentiti.
Calcolando che normalmente questi giorni vengono usati nell'interesse delle famiglie, degli studenti e degli stessi docenti per organizzare i cosiddetti ponti a cavallo di due festività, il rischio è che si crei una competizione a rivendicare festività a seconda delle religioni, ma magari addirittura delle festività nazionali di ciascuna comunità, per accaparrarsi un giorno a scapito del tradizionale ponte.
Ogni comunità potrebbe, a quel punto, a buon diritto, rivendicare un giorno di chiusura della scuola. Ma attenzione, chiudere una scuola significa privare del diritto costituzionale allo studio quasi sempre la maggioranza degli studenti che non si riconoscono in quella religione o in quella festa di una Nazione straniera.
Qui entra in gioco un altro elemento: definire le festività religiose è compito dello Stato, mentre definire il calendario scolastico, il suo avvio, la sua fine e le eventuali chiusure è compito delle regioni. Riconoscere le festività religiose discende, fra l'altro, normalmente dall'attuazione di una norma costituzionale, l'articolo 8, che, al comma 3, prevede apposite intese fra lo Stato e le confessioni religiose. Risulta, dunque, illegittimo consentire a una scuola di sostituirsi allo Stato e alle regioni, riconoscendo di fatto festività religiose non riconosciute dall'ordinamento italiano, precludendo il diritto costituzionale allo studio di studenti di altra o di nessuna religione.
Deve essere ben chiaro che la futura normativa che stiamo studiando non sarà contro questa o contro quella religione, ma sarà concepita per garantire la difesa della legalità, per favorire una scuola ordinata che sappia assolvere ai propri compiti istituzionali in una società sempre più complessa e per assicurare il principio di non discriminazione fra le religioni e le nazionalità.
Infine, una considerazione: siamo fermamente convinti che l'integrazione si fa tenendo le scuole aperte, discutendo di valori e di principi, non chiudendo gli istituti che sono i luoghi privilegiati per capire e per capirsi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. La deputata Manzi ha facoltà di replicare, per due minuti.
IRENE MANZI (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Grazie, Ministro. Con estremo rispetto istituzionale dovuto al suo ruolo, lo dico a lei e al Governo per cui ha riferito: esca dalla propaganda, per favore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Lo faccia per il bene della scuola innanzitutto e per il bene di quei valori di autonomia scolastica che, in questa sede, non vogliono dire contraddire il dettato costituzionale o contraddire la legge, ma che vogliono dire ben altro; vogliono dire innanzitutto garantire - e cito proprio la legge, quindi non esco dalla norma - il pluralismo culturale che si concretizza nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione rivolti agli studenti e rivolti alle famiglie, quell'autonomia che ha un principio importante e un valore importante del non lasciare indietro nessuno, del progettare la scuola per ognuno, per ogni studente e ogni studentessa.
Badi, signor Ministro, finge di ignorare una cosa, purtroppo: che la chiusura di quell'istituto non è stata determinata da motivi religiosi, ma da motivi didattici, com'è stato ribadito anche nella successiva delibera adottata dal consiglio di istituto, ancora una volta all'unanimità, come ha ricordato il Presidente della Repubblica Mattarella, come ha ricordato il corpo docente di quell'istituto.
Non si fa propaganda politica a carico delle scuole. Le scuole vanno ascoltate, vanno sostenute, vanno aiutate nel percorso quotidiano difficile, mettendosi a fianco dei docenti, degli studenti, dei dirigenti scolastici e delle famiglie in particolar modo.
Uscite dalla propaganda elettorale che vi accompagnerà e che purtroppo ci accompagnerà da qui alle elezioni europee, perché c'è in gioco un bene molto più prezioso, quello della serenità della comunità scolastica e del valore di una scuola aperta, inclusiva e multiculturale, che è l'articolo 34 della nostra Costituzione a consegnare non solo a noi come parlamentari, ma a lei, Ministro, come membro e componente di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Chiarimenti in ordine all'annunciato provvedimento sull'articolazione del calendario scolastico e iniziative per favorire l'integrazione, con particolare riferimento al "Piano estate" – n. 3-01153)
PRESIDENTE. Il deputato Sasso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01153 (Vedi l'allegato A), per un minuto.
ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, il caso della scuola di Pioltello - ci torno anch'io -, scuola che ha sospeso le lezioni per il giorno di fine Ramadan, per rispetto agli studenti musulmani, ha suscitato molte polemiche, è inutile negarlo, cari colleghi delle sinistre; questa decisione è stata viziata da irregolarità che hanno richiesto un suo intervento, Ministro, al fine di ripristinare la legittimità dell'azione amministrativa. Nei giorni scorsi, lei ha annunciato che non sarà più possibile chiudere una scuola in occasione di una festività non riconosciuta dallo Stato. Le sinistre l'hanno accusata di ledere il principio dell'autonomia scolastica e di compromettere il processo di integrazione in cui è impegnata la scuola. Sono accuse surreali che, tra l'altro, non considerano le iniziative intraprese al fine di ridurre i divari che si registrano nella popolazione scolastica, che lei ha già trovato, non che lei ha creato. Per le sinistre, il politicamente corretto dell'inclusione a tutti i costi dev'essere rispettato con ossequio e guai a non allinearsi. Le chiedo, pertanto, Ministro Valditara, di conoscere i contenuti del provvedimento annunciato e quali iniziative intenda adottare per favorire una reale integrazione nel nostro Paese grazie alla nostra scuola (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere, per 3 minuti.
GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Caro Presidente, cari onorevoli, innanzitutto voglio ricordare a chi è intervenuto prima, nell'interrogazione proposta dal Partito Democratico, di rileggersi meglio l'articolo 34 della Costituzione e, magari, di rileggersi meglio anche la legge Bassanini (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Io non sto…
PRESIDENTE. Colleghi… colleghi…
GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Mi è stata fatta una domanda che coinvolge il caso di Pioltello (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi!
GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Mi è stata fatta una domanda che coinvolge il caso di Pioltello.
PRESIDENTE. Colleghi, dobbiamo consentire al Ministro Valditara di rispondere all'interrogazione del deputato Sasso che riguarda l'articolazione del calendario scolastico, come avete sentito. Prego, Ministro, prosegua.
GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Mi è stata fatta una domanda che coinvolge un problema ampio e, siccome sono stato accusato di non conoscere l'articolo 34 e la legge Bassanini, rispondevo che, invece, conosco (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)…
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP). Non può rispondere a Manzi, deve rispondere a Sasso!
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi… così non è possibile svolgere, in queste sedute, un'interrogazione al Governo. Facciamo proseguire il Ministro, pregando il Ministro naturalmente di rispondere all'interrogazione del deputato Sasso. Prego, Ministro.
GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Per quanto riguarda - più che la vicenda di Pioltello, che si è già chiusa - la questione sollevata dall'onorevole Sasso, cioè evitare che si creino festività religiose o nazionali non riconosciute dall'ordinamento dello Stato italiano, ritengo che quanto ho poc'anzi esposto dia già una risposta esauriente, cioè la finalità è quella di evitare delle discriminazioni e di evitare che si crei una situazione caotica.
Abbiamo visto come i giorni a disposizione siano pochi, normalmente tre, e vengono utilizzati per consentire alle famiglie, ai docenti e agli studenti di fare un ponte fra due festività. Bene, siccome le religioni non riconosciute, con cui lo Stato italiano non ha concluso delle intese, sono numerose, ma ci possono essere anche nazionalità che vogliono o vorrebbero festeggiare le loro festività nazionali, e sono ovviamente anche queste numerosissime, il rischio è che ci possa essere, come dire, una discriminazione - dico “sì” all'una e dico “no” all'altra - oppure, addirittura, che le scuole siano tentate, in qualche modo surrettizio, magari mascherando sotto il profilo di una didattica più attenta alle minoranze, di estendere ulteriormente le festività.
E allora, la norma che noi stiamo studiando è molto semplice: non consentire la chiusura delle scuole in occasione di festività religiose o nazionali non riconosciute dallo Stato italiano, ovviamente senza alcuna discriminazione nei confronti dei ragazzi che vogliano, invece, festeggiare quelle determinate ricorrenze, e che saranno giustificati se rimarranno a casa. Quindi, una norma che si inserisce pienamente nel dettato costituzionale, che è pienamente rispettosa dell'autonomia e che è pienamente, anzi, ancor più rispettosa delle competenze regionali, a cui spetta la definizione del calendario (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Sasso ha facoltà di replicare, per due minuti.
ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per questo processo di reale integrazione degli studenti stranieri in Italia, e non viceversa, come vorrebbe qualcuno (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Perché vede, Presidente, in principio tolsero i crocifissi dalle aule: è poco inclusivo, ci dissero da sinistra. Subito dopo, vietarono i presepi e i canti di Natale, perché irrispettosi delle famiglie musulmane, ribadirono a sinistra (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). In seguito, ed è notizia di questi giorni, qualcuno ha fatto dei corsi a scuola per insegnare alle ragazze italiane ad indossare il velo - è successo in provincia di Milano, proprio qualche giorno fa - perché per qualche insegnante ideologizzato pare che in Italia debbano essere gli studenti italiani a integrarsi con i musulmani e non viceversa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). L'hanno definita una positiva contaminazione culturale, come nel caso di Pioltello, chiusa per Ramadan.
E invece no, Presidente. Passo dopo passo, contaminazione dopo contaminazione, è in atto l'inizio di quella che in molti hanno definito come l'islamizzazione della società. Come nella Francia di trent'anni fa, dove, con la complicità delle forze globaliste di sinistra, ha avuto inizio la sottomissione all'Islam, sottomissione a un mondo che, per intenderci, Presidente, anche qui da noi, in Italia, discrimina la donna, le impone il velo fin da ragazza, le impone il matrimonio combinato, la mette in un recinto anche nel momento sacro della preghiera, com'è successo a Roma qualche giorno fa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E se per caso dovesse desiderare una vita libera all'occidentale, può capitare che mamma e papà ti ammazzano, come è successo alla povera Saman (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Per cui è ora di dire basta - e concludo, Presidente - con l'ipocrisia della sinistra, per cui, se, per esempio, un cattolico dovesse dire che un bimbo nasce da un uomo e una donna, subito l'accusa di Medioevo, subito l'accusa di omofobia…
PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza.
ROSSANO SASSO (LEGA). Mentre, se un islamico riduce in schiavitù la propria donna, va rispettato perché quella è la sua cultura. Alla faccia del patriarcato, verrebbe da dire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!
La Lega - e concludo - è la forza politica che più di tutti sta portando avanti una battaglia identitaria, che non è solo una battaglia culturale, è una battaglia per la libertà. E il Ministro Valditara è giusto che parta dalla scuola, perché noi dobbiamo insegnare alle nostre bambine e ai nostri bambini a essere liberi. Sì all'integrazione, no alla sottomissione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
(Iniziative per una campagna di informazione a favore degli studenti in tema di transizione energetica - n. 3-01154)
PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01154 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Ministro, gli obiettivi di sviluppo sostenibile e di transizione energetica, che il nostro Paese si è impegnato a perseguire, richiedono un importante sforzo economico, sicuramente tecnologico, ma anche culturale. Sono note le difficoltà dei cittadini di accettare la realizzazione di infrastrutture strategiche, quali gli impianti di produzione da fonti rinnovabili e da fonti di energia nucleare, le strutture per lo smaltimento dei rifiuti, i termovalorizzatori. Sto facendo, evidentemente, soltanto alcuni esempi.
Le linee guida per l'insegnamento dell'educazione civica, rifacendosi all'Agenda 2030 dell'ONU, si riferiscono all'importanza che gli studenti conoscano le fonti energetiche e promuovano un atteggiamento critico e razionale nel loro utilizzo. Siamo a chiederle quali iniziative intenda realizzare per promuovere percorsi finalizzati ad accrescere la consapevolezza degli studenti sulla transizione energetica e gli obiettivi Net Zero, nonché sull'importanza di saper analizzare criticamente le implicazioni sociali, economiche e ambientali delle diverse opzioni tecnologiche.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Grazie, Presidente. Gentili onorevoli, siamo consapevoli che per creare un mondo più sostenibile e rispettoso dell'ecosistema, le nuove generazioni debbano essere educate affinché diventino agenti del cambiamento. L'educazione allo sviluppo ecosostenibile, esplicitamente riconosciuta nel Target 4.7 dell'Agenda 2030, è fondamentale per rendere i nostri giovani capaci di agire responsabilmente per l'integrità ambientale, la sostenibilità economica e una società più giusta. Per tali ragioni, nella legge n. 92 del 2019 sull'insegnamento trasversale dell'educazione civica, tra i nuclei tematici fondamentali rientrano anche quelli dello sviluppo ecosostenibile, dell'educazione ambientale e della tutela del patrimonio e del territorio.
Al riguardo, voglio assicurare che le linee guida sull'educazione civica, di prossima adozione, terranno in grande considerazione questo tema, che intendiamo orientare proprio al rafforzamento nei nostri giovani della consapevolezza dell'impatto dei loro comportamenti sulla complessiva tenuta del nostro ecosistema.
Desidero, inoltre, ricordare che, in coerenza con tale obiettivo, ho anche ritenuto di promuovere un nuovo protocollo d'intesa con l'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile volto a diffondere, attraverso il sistema educativo, la cultura dello sviluppo sostenibile quale ulteriore strumento di attuazione dell'Agenda 2030. Il protocollo indica come prioritario, infatti, l'obiettivo del progressivo inserimento dell'educazione allo sviluppo sostenibile nei curricoli scolastici del primo e del secondo ciclo, valorizzando, tra l'altro, i Percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento (PCTO), nonché lo studio delle discipline STEM anche in un'ottica di sostenibilità.
Aggiungo che dal 7 al 23 maggio 2024 si terrà l'VIII edizione del festival dello sviluppo sostenibile. Il festival intende sensibilizzare sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale e l'Agenda 2030, attraverso il coinvolgimento di centinaia di organizzazioni in tutta Italia, tra le quali, in primis, l'università e le scuole. Ogni anno, infatti, la manifestazione è animata dalla preziosa adesione delle scuole, attrici fondamentali in grado di stimolare l'impegno per la sostenibilità e arrivare alle giovani generazioni con il contributo di tutta la comunità educante.
Infine, ricordo che nell'ambito delle misure del PNRR stiamo investendo nell'obiettivo di realizzare nuove scuole sicure, inclusive, innovative e altamente sostenibili, abbassando del 20 per cento i parametri energetici nazionali, nella consapevolezza che la qualità degli ambienti scolastici è fondamentale per garantire una didattica di valore e innovativa, sia per trasmettere agli studenti in concreto un messaggio di piena consapevolezza della straordinaria importanza dell'impatto dei loro comportamenti sul destino complessivo del Pianeta.
PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Colucci ha facoltà di replicare, per due minuti.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie Presidente, signor Ministro, siamo soddisfatti della sua risposta sul tema delle linee guida per l'educazione civica e sugli strumenti aggiuntivi che ha menzionato, quindi, è andato anche oltre le nostre aspettative, perché il gruppo di Noi moderati è convinto che per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile e transizione energetica sia necessario non avere un approccio ideologico. La politica dei no, che respingiamo, non ci ha portato da nessuna parte. La politica del no-TAV, no-gassificatori, no-TAP, no idrogeno, no nucleare, no termovalorizzatori, no a tutto, ci ha lasciati indietro e, tra l'altro, non ha garantito qualità della vita. La cosa più importante è fare informazione corretta, come ha ben detto lei, e quindi essere consapevoli delle scelte.
Le posizioni ideologiche ci hanno resi dipendenti, ad esempio, dai fossili. Il mix energetico è quello che ci permette di essere indipendenti, la possibilità di produrre energia da fonti rinnovabili e da nucleare. Solo l'informazione e la formazione ci permettono di decidere con consapevolezza, comprendendo che il mondo è cambiato, si è evoluto e che ci sono tecnologie compatibili con l'ambiente e sicure, che ci permettono di essere al passo coi tempi e indipendenti. In aggiunta, in Italia abbiamo professionalità e di imprese di eccellenza, che lavorano nel mondo, ma non nel nostro Paese. Avvalendoci di quella competenza, potremmo essere anche in questo ambito leader e raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.
Avanti così, Ministro, noi siamo per la responsabilità, per la concretezza. Se tutto andrà nella direzione che ci siamo detti su questo tema, noi saremo a sostegno del Governo e faremo la nostra parte (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
A questo punto, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,20.
La seduta, sospesa alle 16,15, è ripresa alle 16,23.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 112, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Morassut. Ne ha facoltà.
ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). Grazie, Presidente, abbiamo chiesto un intervento sull'ordine dei lavori per ricordare in quest'Aula la ricorrenza dell'ottantesimo anniversario del rastrellamento del Quadraro, quartiere popolare di Roma, dove il 17 aprile 1944, attraverso un'operazione militare e criminale, gli occupanti nazisti, le SS e i militari della Repubblica Sociale portarono a compimento un rastrellamento di 2.000 persone nel quartiere del Quadraro, che furono ammassate dentro gli stabilimenti di Cinecittà. In seguito circa 700 di queste persone - non è mai stato chiaro il conto, che fu tenuto dal parroco del quartiere, Don Gioacchino Rey, anch'egli portato e tradotto nei campi di concentramento tedeschi - furono portate, appunto, nei campi di concentramento tedeschi, trasformati in schiavi di Hitler e divennero, quindi, una ferita profonda, insieme a tutto il resto della popolazione colpita dal rastrellamento, della storia dell'occupazione nazista a Roma.
Fu questo il secondo crimine compiuto a Roma in quei mesi, pochi mesi prima c'erano state le Fosse Ardeatine. L'autore dell'evento fu lo stesso delle Fosse Ardeatine, cioè il tenente colonnello Kappler, perfetto interprete della banalità del male, ricordata da Hannah Arendt, in occasione del processo ad Eichmann, svoltosi a Gerusalemme, nel 1961.
Quella ferita è rimasta profonda, per generazioni, nei quartieri di Roma, in quei quartieri della periferia popolare della Roma di allora, che ancora oggi è una periferia popolare e operaia, quartieri del Quadraro, di Centocelle …
PRESIDENTE. Collega Morassut, mi perdoni, ma devo interromperla perché è assurdo fare questo intervento, in questo tipo di contesto. Colleghi, vi prego di ripristinare il silenzio dell'Aula. prego collega Morassut.
ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). I quartieri del Quadraro, di Centocelle, del Quarticciolo, che erano stati dei quartieri ostili al fascismo, il quale aveva avuto bisogno di anni per entrare in questi quartieri. Il Quadraro, in particolare, era ricordato come il nido di vespe, era un luogo, si diceva, nella popolazione ostile alle truppe occupanti e antifascista, simile al Vaticano, ossia uno dei posti dove si poteva andare per restare sicuri ed essere coperti dall'occupazione nazista e fascista. Un nido di vespe, un luogo anche fisicamente caratterizzato da cunicoli e da grotte sotterranee, dove era possibile nascondersi.
L'Operazione balena, come dice la parola stessa, fu un accerchiamento del quartiere, di 2.000 soldati che poi mangiarono tutto e, stringendo il quartiere, portarono via tutto. La ferita è ancora presente e ogni anno c'è una cerimonia di ricordo - anche questa mattina si è svolta con il sindaco Gualtieri - che ricorda quella storia, ma non - ho concluso, Presidente - per consegnare a una memoria ingiallita questi eventi e queste ferite profonde, che ancora operano nella coscienza popolare, nella coscienza dei cittadini e nella coscienza nazionale, quanto perché dobbiamo sempre ricordare che le stragi, gli eccidi, la pulizia etnica, la guerra che porta tutto questo noi non l'abbiamo più conosciuta per 70 anni e forse le generazioni più recenti hanno dimenticato che cosa essa sia. Ma tutto questo continua a esistere e si sta avvicinando, sta tornando alle frontiere d'Europa, nella guerra in Ucraina, nella guerra israelo-palestinese, negli eccidi di Gaza e in tutto quello che accade in tanti focolai nel mondo intero, dove possiamo dire soltanto una piccola minoranza del mondo ha dimenticato il significato della guerra e delle sue conseguenze.
Quindi, il ricordo di oggi del Quadraro, non è soltanto il ricordo di un fatto nazionale, di una ferita nazionale profonda nel cuore della capitale, ma anche un monito e un segnale a ciò che il mondo ci sta consegnando e a come noi dobbiamo guardarlo nei prossimi mesi e nei prossimi anni (Applausi).
Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1752-A.
PRESIDENTE. Riprendiamo a questo punto il seguito della discussione del disegno di legge n. 1752-A.
(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1752-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/66 Carmina, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Governo, mi stupisco del parere negativo rispetto alla richiesta contenuta in quest'ordine del giorno, atteso che si tratta di richieste di impegno al Governo utili proprio all'attivazione del PNRR, visto che il provvedimento in esame reca disposizioni urgenti per l'attuazione del PNRR.
Si richiede, in particolare, al Governo di impegnarsi ad adottare ogni iniziativa utile ai fini del superamento del precariato nelle pubbliche amministrazioni centrali e locali, piaga, questa, sia per i lavoratori ma anche per la pubblica amministrazione, perché la precarietà non consente lo sviluppo di adeguate professionalità in modo anche ordinato e in modo consapevole per valorizzare le professionalità acquisite. Si chiede poi l'impegno a prorogare i termini di cui all'articolo 20 della legge n. 75 del 2017, cioè consentire le stabilizzazioni in tutte le amministrazioni fuori da quelle eccessive tipicizzazioni che lasciano sempre insoluta la questione per qualcuno. Si parla di comuni in dissesto, di comuni col piano del riequilibrio, in questa ipotesi sì e nell'altra no. Consentiamo a tutti finalmente questa stabilizzazione, anche perché c'è una situazione drammatica di carenza di personale proprio per far fronte alle eccezionali esigenze di potenziamento della PA in vista della messa a terra del PNRR.
Invero, il PNRR è un'occasione unica e irripetibile per l'Italia tutta, per renderla efficiente, inclusiva, aperta alla modernità e all'innovazione. Dunque, occorre rilanciarne uno sviluppo che sia anche sostenibile e soprattutto che recuperi quel gap che scontano le regioni economicamente più fragili, in modo da eliminare finalmente i divari. Infatti, è questa la finalizzazione ultima del PNRR, cioè eliminare i divari generazionali, quindi con l'attenzione ai giovani, i divari fondati sul genere, quindi le donne, e i divari per il Sud, per cui c'è la finalizzazione al 40 per cento delle risorse destinate proprio al Sud.
Come mai questi ritardi e questi rinvii? Ci sono 209 miliardi da spendere senza ritardo e con rispetto del cronoprogramma, perché la scadenza del 31 dicembre 2026 è dietro l'angolo, e in ogni caso la richiesta di rinvio alla scadenza preannunciata da membri del Governo non risolve assolutamente il problema, perché ogni ritardo o rinvio pesa comunque sull'Italia come mancato sviluppo, come mancate ricadute di possibilità di crescita del PIL e come rapporto debito-PIL, tanto che si preannuncia che ci sarà un incremento del rapporto debito-PIL finora inferiore al 140 per cento e che, invece, sarà al 140 per cento il prossimo anno.
Ma al di là dei proclami sull'ottenimento delle rate, ciò che conta è la messa a terra del PNRR e da questo punto di vista la situazione è drammatica. Si pensi, ad esempio, che nel 2023 su 40 miliardi che dovevano essere spesi in quell'anno ne sono stati spesi 21, quindi, ne mancano all'appello 19. Pensate cosa significa in termini di mancato sviluppo, di mancato incremento del PIL, di mancata occupazione al Sud! Ebbene, il rimedio c'è ed è intervenire immediatamente sul personale in modo da accrescerne il numero e poi sulla professionalità, in modo da consentire che questa professionalità si dispieghi nella messa a terra del PNRR.
Per questo insisto su quest'ordine del giorno. Chiedo che, se non cambia il parere e viene dato parere favorevole, sia quantomeno accantonato per un ripensamento da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Il Governo accoglie quest'ordine del giorno come raccomandazione, previa espunzione delle ultime due premesse.
PRESIDENTE. Quindi, ha cambiato il parere, Sottosegretaria?
LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, intendo cambiare parere in questo senso.
PRESIDENTE. Collega Carmina, accetta il parere del Governo?
IDA CARMINA (M5S). La ringrazio, Sottosegretaria, però già altre volte è stato accettato come raccomandazione. Quindi, una volta per tutte, date un parere positivo, in modo da dare una speranza rispetto a situazioni di precariato che non hanno più ragione d'essere in Italia e superiamo finalmente questa piaga. Ci sono 209 miliardi, pensateci.
PRESIDENTE. Quindi, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/66 Carmina resta il parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/66 Carmina, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/67 Sportiello il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Sportiello. Ne ha facoltà.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Sono due giorni che parliamo del vergognoso emendamento con cui questo Governo ha deciso di aprire le porte dei consultori laici e pubblici - e lo ricordo ogni volta che nomino i consultori, così magari qualcosa rimane - e sono due giorni che assistiamo attoniti alle giustificazioni e ai tentativi di arrampicarsi sugli specchi di questa maggioranza che ci dice: non capiamo tutto questo stupore e tutto questo clamore; stiamo solo applicando la legge n. 194.
Allora, oggi avete definitivamente calato la maschera con la contrarietà a quest'atto che vi ho presentato e vi spiego il perché (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Innanzitutto, se la legge n. 194 già prevedeva la presenza delle associazioni antiabortiste nei consultori, mi spiegate perché dovevate fare un emendamento per ricordarlo? Lo capirebbe anche un bambino che, evidentemente, ciò non era assolutamente previsto. In secondo luogo, non c'è scritto da nessuna parte nella legge n. 194 del 1978 che bisogna convincere le donne a non abortire, perché questo è il vostro obiettivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Sapete perché avete calato la maschera? Perché vi chiedevo delle cose semplici con quest'ordine del giorno, non delle concessioni ma dei diritti di cui già vi dovreste occupare, primo su tutti potenziare la rete dei consultori su tutto il territorio nazionale, garantendo il rapporto già previsto per legge. Voi ci avete detto “no”. Vi abbiamo chiesto di aumentare il personale, garantendo la presenza di personale non obiettore per poter espletare tutti i servizi che i consultori devono rendere e voi ci avete detto “no” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vi avevo chiesto, con quest'ordine del giorno, di provvedere a un'assistenza post partum, anche a domicilio, per le donne che partoriscono, per tutte le famiglie, ma anche là voi ci avete detto “no”.
Infine, a far cadere la maschera c'è il fatto che vi avevo chiesto un semplice impegno che vi voglio leggere, perché questa vostra contrarietà, permettetemi di dirlo, è davvero meschina. Vi avevo chiesto di introdurre “misure che impediscano l'accesso nelle strutture consultoriali di quegli enti del Terzo settore che, ideologicamente orientati, tentino di negare le tutele sottese ai servizi che i consultori sono tenuti a garantire per avviare la procedura relativa all'interruzione di gravidanza”. Voi ci avete detto “no”, perché non sono le associazioni a tutela della maternità che voi volete nei consultori; sono gli antiabortisti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
E, allora, invece di arrampicarvi sugli specchi da due giorni, dicendo che la legge n. 194 non la toccate, abbiate almeno il coraggio e la dignità, che non avete, di ammettere quali sono i vostri reali obiettivi.
Lo avete fatto in una maniera davvero terribile, con una violenza inaudita. Lo avete fatto in un decreto sul PNRR. Allora ci si aspetta che, quando si parla di risorse, si mettano lì dove servono.
Di fronte a 800 posti in terapia intensiva tagliati, 100 ospedali di comunità tagliati, 1.800 posti in terapia subintensiva tagliati, 1 miliardo e 200 milioni per la messa in sicurezza degli ospedali eliminati, 400 case della comunità tagliate e più di 100.000 posti negli asili nido tagliati, l'ultima cosa che ci aspettavamo è che voi nel decreto PNRR quei fondi li deste alle associazioni antiabortiste (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Deciderà un uomo con questo emendamento, lo avete fatto presentare a un uomo che deve decidere cosa dobbiamo fare noi donne sui nostri corpi.
Ma ci rendiamo conto? E non solo, avete fatto difendere questa scelta ieri a un uomo, alla Camera, che ha dichiarato: “noi diamo alle donne l'opportunità della vita”. Ma di cosa stiamo parlando? Siamo noi donne che scegliamo cosa vogliamo nella nostra vita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), se essere madri o se non essere madri, nessuno ce lo concede o ci dà l'opportunità. Vi dovreste solo vergognare!
E le dico di più: oggi, mentre in Francia, in Germania e in Spagna - poco fa la Ministra delle Pari opportunità spagnola ce lo ha ricordato - si mettono divieti a quelle che sono delle vere e proprie molestie organizzate dalle manifestazioni antiabortiste nei luoghi dove le donne dovrebbero essere libere di scegliere, noi andiamo in direzione contraria, smentendo anche l'Europa che ci ricordava che nel nostro Paese il diritto all'aborto è sotto attacco.
Le dico una cosa: sono madre, ho scelto di essere madre. Quattordici anni fa ho scelto di abortire, e sa perché lo dico qui, nel luogo più alto della rappresentanza democratica di questo Paese, in cui ancora oggi qualcuno fa fatica a dire la parola “aborto” o gli tremano le gambe quando si parla di aborto? Lo dico qui perché non vorrei che nessuna donna che in questo momento volesse abortire si sentisse attaccata da questo Stato (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Alleanza Verdi e Sinistra e del deputato Pastorino), perché una donna che oggi sceglie di ricorrere all'interruzione volontaria di gravidanza possa sapere che c'è uno Stato amico, e non è questo Governo, perché, quando mi guardo allo specchio, non mi sento né colpevole né mi vergogno.
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Quelli che si devono vergognare siete voi e la squallida propaganda che fate sui corpi delle persone, in continuazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere. Colleghi, colleghi, colleghi! Colleghi, ho invitato la deputata a concludere quando era arrivata poco oltre il tempo (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
SALVATORE DEIDDA (FDI). Le provocazioni non le accettiamo più!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà (Proteste della deputata Sportiello). Collega Sportiello, collega Sportiello, la richiamo all'ordine! Colleghi Amich, Deidda e Sportiello, non è un dibattito di questo genere. Colleghi, chi vuole prendere la parola in quest'Aula la chiede. La collega Sportiello ha esaurito il suo intervento e i suoi tempi. Ora ha chiesto la parola l'onorevole Ghirra. Non ha più tempo, collega. Collega, non ha più tempo. Adesso andiamo avanti. Onorevole Ghirra, prego.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere alla collega se ci consente, come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, di sottoscrivere quest'ordine del giorno, e vorrei anche fare un intervento in dichiarazione di voto.
Sarei stata molto favorevole se l'emendamento con cui il decreto-legge PNRR è stato modificato dal collega di Fratelli d'Italia fosse orientato a proporre quanto è contenuto in quest'ordine del giorno, e quindi se avessimo deciso di stanziare risorse per potenziare la rete dei consultori, per aumentare e formare il personale, per adeguare le strutture.
Sappiamo che la rete dei consultori è in enorme sofferenza, infatti anche ricorrere all'interruzione volontaria di gravidanza è un percorso a ostacoli, non solo perché in ben 11 regioni il 100 per cento delle strutture ospedaliere ha obiettori di coscienza, e quindi le donne sono costrette a recarsi in altre regioni, ma anche perché le percentuali degli obiettori in tutte le regioni d'Italia sono altissime. Al Nord parliamo del 54,7 per cento, al Centro del 63 per cento, al Sud del 78,5 per cento, con picchi in Sicilia dove si raggiunge addirittura l'85 per cento.
Invece questa scelta per noi non è assolutamente condivisibile, e ci associamo alle denunce della collega, perché il tema che ci preoccupa è il fatto che venga ulteriormente inibito e precluso l'accesso ai diritti consentiti alle donne dalla legge n. 194 con interventi come questo, che non stanziano nuove risorse, ma introducono le associazioni pro vita nella gestione dei percorsi di IVG, coinvolgendo soggetti del Terzo settore con qualificata esperienza nel sostegno alla maternità. La sensazione è quella che vogliate limitare le possibilità delle donne di accedere all'interruzione volontaria di gravidanza. Allora invito le associazioni pro vita, ma anche tutte e tutti noi a tutelare la vita dove già c'è, ma è in pericolo, e penso ad esempio ai bambini che muoiono in mare, ai lavoratori che muoiono nei cantieri (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), ai detenuti e ai trattenuti che si suicidano nelle nostre carceri o nei CPR.
Se veramente vogliamo garantire il diritto alla vita e alla maternità, investiamo nei servizi all'infanzia, potenziamo gli asili, aumentiamo gli stipendi, perché non possiamo negare ancora una volta che le donne in questo Paese guadagnino meno degli uomini. Solo così possiamo far sì che la maternità davvero diventi un valore e una ricchezza e che tutte le donne possano accedervi, e non certo impedendo di accedere a servizi che dovrebbero essere garantiti nel nostro Paese. Quindi il mio invito è a potenziare i consultori, a investire sulla salute delle donne e a votare a favore di quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Messina. Ne ha facoltà.
MANLIO MESSINA (FDI). Grazie, Presidente. Intanto le chiedo se sia possibile, prima di fare entrare i deputati in Aula, un giro di camomilla sarebbe opportuno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti).
PRESIDENTE. Collega, stia all'ordine del giorno, la prego.
MANLIO MESSINA (FDI). Sì, assolutamente. Per suo tramite, sarebbe opportuno ricordare a qualche parlamentare che è appena intervenuto in quest'Aula che, prima di intervenire, sarebbe bene studiare le cose e cominciare a studiare la legge n. 194. La legge n. 194, all'articolo 1, prevede che lo Stato deve garantire la vita (Commenti). Nell'articolo 2, lettera c), è la legge n. 194 che lo dice, si prevede che lo Stato e i consultori devono provare a rimuovere tutte quelle condizioni per cui la donna è portata a interrompere la gravidanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E per condizioni si intende non un deputato che sceglie, perché guadagna 10.000 euro al mese, e può scegliere se fare un figlio o no, ma quelle donne che sono costrette ad abortire perché non hanno lo Stato accanto, non hanno le condizioni economiche, perché le condizioni economiche sono uno dei motivi per cui si può accedere all'interruzione di gravidanza.
Quello che sta facendo il Governo Meloni, Presidente, non è altro - lo riferisca, sempre per suo tramite, alla deputata che parla per conto e per nome degli italiani - che applicare la legge n. 194 che tutela la vita. Ecco perché noi non vogliamo toccare la legge n. 194, perché, insieme al diritto all'interruzione di gravidanza, c'è il diritto a metterlo al mondo quel figlio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e quel figlio lo deve garantire (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi! Collega, sta svolgendo il suo intervento il collega Messina, non è che interrompo il collega per far parlare lei. Collega Messina, un attimo. Dovete far svolgere l'intervento, esattamente come è stato per voi, al collega Messina, punto. Prego, collega.
MANLIO MESSINA (FDI). Diritto che prevede non il Governo Meloni, ma è la legge n. 194, che la collega, sempre per suo tramite, evidentemente non ha studiato, che parla di rimuovere tutti gli ostacoli.
Prima di concedere il via all'interruzione di gravidanza il percorso e la legge prevedono che bisogna provare a rimuovere tutte quelle condizioni che portano la donna a questa scelta. Ribadisco, Presidente, che lo dice la legge n. 194 del 1978; noi non vogliamo togliere alcun diritto, si può essere d'accordo o a favore, noi personalmente siamo convinti, Presidente, che l'interruzione della gravidanza sia un diritto per le donne, è un diritto acquisito e non lo togliamo, ma nessuno ci può impedire di garantire alle donne, sì, di scegliere e, lo ribadisco, di scegliere se abortire o tenere un figlio, mettendole in condizioni egualitarie, anche della nostra parlamentare, di scegliere liberamente cosa fare e non di essere costrette all'interruzione di gravidanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi… collega Boldrini…
Ha chiesto di parlare, per un richiamo al Regolamento, la deputata Sportiello.
Rispetto a cosa, collega? Devo chiederle di indicarmi gli articoli.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Sull'articolo 59, poiché dai banchi della maggioranza mi è stato detto: e vieni qui a raccontarci queste cose? Poiché l'articolo 59 recita che nessuno può limitare la libertà delle discussioni, io ritengo che questo sia stato fatto e concludo dicendo che la libertà si garantisce con lavoro, casa, sicurezza, asili nido, tutte politiche che voi non avete fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti)…
PRESIDENTE. Grazie, collega. Ho ripreso il collega. Non avevo sentito la frase specifica, naturalmente lei ha tutto il diritto di dire le cose che ha detto riguardo alla sua vicenda, in quest'Aula, ci mancherebbe.
Ha chiesto di parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà, per un minuto.
EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei far capire a questa maggioranza che oggi le donne non sono quelle chiuse dentro le case, che non sanno cosa significhi partorire o non sanno cosa significhi abortire. Io credo che nel 2024 noi donne siamo assolutamente consapevoli delle nostre scelte, per il nostro futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Io sono una donna, io sono madre di tre figlie e vorrei che le mie tre figlie, qualora avessero necessità o desiderio di abortire, ne avessero tutto il diritto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quest'ordine del giorno lo prevede e prevede tutto quello che ha detto il collega prima di me, cioè di assistere le donne in gravidanza, fuori dalla gravidanza e sempre nei consultori italiani che stanno chiudendo ovunque (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Io sono molto colpita dall'intervento dell'onorevole Messina, perché l'onorevole Messina, con rara ipocrisia, sostiene che quest'ordine del giorno sia necessario per rimuovere gli ostacoli che impediscono alle donne di avere la possibilità di portare avanti una gravidanza, ma questo non è assolutamente vero…
MANLIO MESSINA (FDI). Ma io sto parlando della legge n. 194!
PRESIDENTE. Collega Messina… collega Messina, lei ha già parlato…
ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). E non è vero, perché gli ostacoli che possono impedire a una donna di portare avanti una gravidanza sono, molto spesso, di natura economica: non avere un lavoro, non avere una casa, non avere una famiglia che magari sostiene la donna nell'esperienza della gravidanza o avere problemi di natura psicologica. Allora, per rispondere a questi bisogni, sarebbe necessario e sarebbe stato forse utile mettere a disposizione personale pubblico, che già opera nei consultori, psicologhe, assistenti sociali e ginecologhe, strumenti per sostenere queste donne (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) e, quindi, sarebbe stato necessario prevedere anche un impegno finanziario. Invece, l'impegno finanziario in quest'ordine del giorno non c'è, anzi, si dice che bisogna agire a invarianza di risorse, ovvero state dicendo che non mettete nemmeno un euro per quelle donne in difficoltà (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle) e, contemporaneamente, fate entrare il cosiddetto Terzo settore, cioè fate entrare associazioni private, che non daranno alcun supporto se non cercare di condizionare le scelte delle donne con discorsi antiabortisti, con discorsi che colpevolizzano chi è già in una situazione di difficoltà.
E colpevolizzare chi è già in una situazione difficile, chi deve fare una scelta pesante, è quanto di più terribile possa fare la politica: lasciare le donne in balìa di attiviste e attivisti che magari hanno una visione confessionale o hanno una visione lontana anni luce da quella della donna che deve essere accolta, significa respingere, significa tentare di minare la libertà di scelta di quelle donne, con un condizionamento anche psicologico. Ecco, allora, io spero che la destra abbia almeno il coraggio delle proprie idee. Siete per limitare la libertà di interrompere una gravidanza? Ditelo apertamente, non fate finta di voler aiutare chi invece vuole avere un bambino, per favore (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghio. Ne ha facoltà.
VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Direi che il parere contrario del Governo a quest'ordine del giorno, così come ad altri simili, svela il vostro intento che è contrario rispetto a quello annunciato adesso, che è quello del sostegno alla legge n. 194 del 1978. La legge n. 194 del 1978, si sostiene, se si finanziano i consultori, dove le donne possono essere accudite e dove possono avere gli strumenti per potere mettere in campo la loro autodeterminazione. I consultori, oggi, sono 1 ogni 35.000 abitanti, non 1 ogni 20.000 come prevede la legge. Se, davvero, questa maggioranza fosse interessata realmente a potenziare la legge n. 194 del 1978 cercherebbe di mettere in campo misure di prevenzione delle gravidanze indesiderate, quindi, ad esempio, facendo sì che la contraccezione sia gratuita e, invece, avete respinto questa nostra richiesta, anche contro il parere dell'Aifa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Quindi, cosa possiamo pensare se respingete un ordine del giorno che chiede di potenziare e riqualificare l'attività dei consultori familiari, che richiede di garantire…
PRESIDENTE. Collega Ghio, un attimo. Colleghi, liberate i banchi del Governo, per cortesia… colleghi… collega Vinci, collega Pella, dovete liberare i banchi del Governo… Prego, collega Ghio.
VALENTINA GHIO (PD-IDP). Se pensate di fare ogni azione a zero risorse, ad invarianza di risorse, queste associazioni, come potrebbero supportare, anche andando dietro al vostro ragionamento, un cambio di decisione della donna? Tutto questo ha un'unica ragione: limitare, come sempre, la libertà e l'autodeterminazione delle donne e mettere in discussione diritti che sono acquisiti, senza i quali tutto questo viene pagato sulla pelle delle donne. Pensate a finanziare le strutture pubbliche, gli ospedali, i consultori, invece che, ancora una volta, a prendervela sulla pelle delle donne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Presidente, debbo dire che - sarà la mia cultura politica - rimango abbastanza colpita dal fatto che a parlare della legge n. 194 del 1978 si alzi un maschio dai banchi della maggioranza (Commenti). Io lo trovo abbastanza inusuale e le dico perché lo trovo inusuale, Presidente…
MANLIO MESSINA (FDI). Gli uomini non possono parlare?
PRESIDENTE. Colleghi, lasciate svolgere il suo intervento alla collega Di Biase.
MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Lo trovo inusuale, Presidente, perché le motivazioni che si stanno ponendo oggi in quest'Aula sono assolutamente pretestuose. Da quando la legge n. 194 del 1978 è stata attuata, l'interruzione volontaria di gravidanza nel nostro Paese ha avuto un crollo vertiginoso ed è diminuita del 76 per cento. Questa è una legge che negli anni ha garantito alle donne di vivere. Io voglio dire a questa maggioranza, che forse se lo dimentica, che gli aborti esistevano anche prima del 1978, solo che li effettuavano le mammane e i cucchiai d'oro, è questo il problema, medici ben pagati che le donne le facevano abortire ugualmente. Allora, quella è una legge che è servita a salvare la vita delle donne e, oggi, è una legge che tutela la maternità.
Noi l'abbiamo capito che per questa maggioranza i diritti delle donne marciano sul posto, invece che marciare in avanti, e non è la prima volta che ci troviamo a dover difendere la legge n. 194. La Presidente del Consiglio, Meloni, ha detto chiaramente, un anno e mezzo fa - ma, naturalmente, ci siamo resi conto che non corrispondeva al vero quella dichiarazione -, che non si intendeva in nessun modo toccare la legge, semmai incentivare le necessità delle donne indigenti, in modo tale da garantire i servizi. Invece, facendo entrare e provando a fare entrare i movimenti per la vita all'interno dei consultori, voi non state prestando un servizio alle donne italiane. È un diritto, pensate ad attuare la legge n. 194, pensate agli obiettori di coscienza, che in Italia sono il 70 per cento dei medici, questo è il problema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Io su questo, naturalmente, sono a favore di quanto detto dalle colleghe precedentemente e sosterremo l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. È stato chiesto di sottoscrivere l'ordine del giorno a firma Sportiello da parte di tutto il gruppo del Partito Democratico. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raffa. Ne ha facoltà.
ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo soltanto per denunciare che in Italia, ad oggi…
PRESIDENTE. Scusi, collega, ha 40 secondi.
ANGELA RAFFA (M5S). …sei ginecologi su dieci che operano nelle strutture pubbliche sono obiettori di coscienza. Allora, se veramente in Italia vige il diritto per una donna di poter praticare l'aborto, scelta, questa, che non è mai facile quando si arriva a una decisione del genere, che può dipendere sia da situazioni economiche che da situazioni personali, perché, per esempio, se io dovessi subire uno stupro e rimanere incinta posso avere il diritto di abortire, ho tutto il diritto di abortire. Se fate entrare associazioni private che mi devono convincere a non farlo, a non abortire, in più con le difficoltà per cui nelle strutture pubbliche, spesso e volentieri, non si riesce a trovare neanche un ginecologo non obiettore di coscienza, questo non è uno Stato di diritto, questa è una dittatura, dove mi devono costringere a non abortire perché loro pensano che sia giusto così e la mia libertà viene messa in seconda posizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Invece io sono una donna e devo essere libera di poter scegliere cosa fare del mio corpo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Solo per dire che io sono a favore dell'ordine del giorno per un'altra ragione, perché, a mio avviso, il sistema ibrido pubblico-privato non va realizzato, cioè lo stesso mondo cattolico, all'epoca del dibattito sulla legge n. 194, ha sempre voluto vincolare gli interventi di interruzione della gravidanza al sistema pubblico e non privato. Cioè, a mio avviso, il nostro sistema sanitario deve essere protetto da movimenti e gruppi privati che lavorano legittimamente per la propria idea, ma lo devono fare fuori dal sistema pubblico e, quindi, non va inserito il discorso (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sottosegretaria, vuole parlare? No? Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/67… Sottosegretaria, vuole parlare o no? Revoco l'indizione della votazione. Prego.
LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo scusa, vorrei parlare. Il Governo ha riformulato e chiede di ascoltare tale riformulazione: la riformulazione espunge le ultime due premesse e riformula la terzultima come segue: “occorre altresì garantire un'adeguata dotazione organica dei consultori familiari, assicurando la presenza di un equilibrio fra operatori sanitari e obiettori di coscienza e non obiettori in grado di garantire la giusta multidisciplinarietà, l'applicazione della legge n. 194 in tutte le sue parti e il sostegno della donna successivamente al parto”.
Poi riformula il primo e il terzo impegno, premettendo le parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica” e riformula il secondo e il quarto impegno come segue: “a garantire, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, una adeguata dotazione organica dei consultori familiari, assicurando un equilibrio tra operatori sanitari e non obiettori in grado di garantire la giusta multidisciplinarità e l'applicazione della legge n. 194 in tutte le sue parti”; “a introdurre misure che impediscano l'accesso nelle strutture consultoriali di quegli enti del Terzo settore, ovvero soggetti del volontariato e privato sociale, che ideologicamente orientati, tentino di negare le tutele sottese ai servizi che i consultori sono tenuti a garantire per l'applicazione della legge n. 194 in tutte le sue parti”.
PRESIDENTE. Collega Sportiello, devo chiederle se accoglie o meno la riformulazione.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Mi scusi, è così difficile parlare di interruzione volontaria di gravidanza? Mi ha espunto proprio quelle parole? Stiamo parlando di quello. Mi perdoni. Mi sembra incredibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non solo non accettiamo la riformulazione, ma annuncio che abbiamo presentato una proposta di legge a mia firma per inserire l'aborto in Costituzione (Commenti) e vediamo se volete garantire un diritto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/67 Sportiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).
Ordine del giorno n. 9/1752-A/68 Torto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Torto. Ne ha facoltà, per 3 minuti e 15 secondi.
DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. All'articolo 12 di questo provvedimento il Governo interviene in un'altra materia, una materia che apre però una finestra al mondo delle donne: parliamo dell'affidamento dei contratti pubblici PNRR. In particolare, al comma 8, si affronta il tema dei criteri da soddisfare in un'ottica di riconoscimenti in partecipazione a bandi di gara in particolari settori del codice dei contratti pubblici. Questo perché? Perché si vuole favorire con il PNRR l'imprenditoria femminile, quella giovanile, la parità di genere e l'assunzione sia di donne sia di giovani.
Con quest'ordine del giorno ricordiamo alla Premier Meloni, che tanto si era professata vicino alle donne, ma che di fatto si sta rivelando ostile alle donne, che tra le missioni del PNRR ha un ruolo importante il principio di pari opportunità, e questo nell'ottica di percorso di inclusione lavorativa.
Mi piacerebbe capire qual è il problema, l'ostacolo insormontabile che questo Governo trova nell'accettare una richiesta che invita queste destre a rafforzare l'efficacia dell'azione della parità di genere. Chiediamo di inserire dati e informazioni che le stazioni appaltanti dovrebbero trasmettere alla banca dati nazionale dei contratti pubblici, in modo da individuare meglio i criteri premiali in fase di bando di gara.
Io chiedo perché tutta questa resistenza e mi appello a un Sottosegretario donna e a tutte le donne della maggioranza: perché negare la possibilità di fruire semplicemente di dati per vedere quanto dell'imprenditoria venga dedicato alle donne? Perché un parere contrario? Sottosegretaria, ascolti. Collega Lucaselli, la prego, inviti la Sottosegretaria a ravvedersi e a dare un parere diverso.
PRESIDENTE. Ovviamente bisognava liberare i banchi del Governo, però si rivolga alla Presidenza.
Ha chiesto di parlare la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.
CHIARA GRIBAUDO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiedo, intanto, alla collega Torto se posso sottoscrivere quest'ordine del giorno. È un ordine del giorno che dovrebbe soprattutto sensibilizzare le donne di questo Parlamento, ma io credo tutto il Paese. Guardate, non lo dice l'opposizione, ce lo ricorda, ogni volta, la Banca d'Italia che, se in questo Paese lavorano più donne, cresce anche il PIL. Allora, è evidente che qualunque strumento venga utilizzato per favorire una maggiore inclusione nel mercato del lavoro delle donne, sia un elemento positivo.
Sappiamo bene che, rispetto alle clausole del PNRR, c'è stata una deroga del 30 per cento, ma sappiamo altrettanto bene che quelle deroghe devono essere gestite. In questo momento non abbiamo i dati che ci consentono di normare più e meglio su un tema, come quello della parità di genere, su cui abbiamo un ritardo strutturale e lo abbiamo ancora di più per quel che riguarda le donne e la presenza delle donne nel mercato del lavoro.
Ecco perché penso sia molto importante - lo dico alla Sottosegretaria che so essere sensibile al riguardo - prendersi un tempo e riformularlo, perché credo che questo elemento sia un valore aggiunto. Lo dico al primo Governo che vede una donna a capo del Governo medesimo.
Credo sia una sensibilità da costruire, da farlo insieme, anche in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dell'Olio. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Volevo dichiarare di sottoscrivere, a nome di tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ottimo, grazie, collega. Allora tutto il gruppo, non solo il collega Dall'Olio.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/68 Torto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/69 L'Abbate.
Ha chiesto di parlare la deputata L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente, volevo iniziare con una frase che mi sembra sia diventata un po' lo slogan di questo Governo, quando parla di Piano nazionale di riprese e resilienza anche sui media. L'ha già detto il collega Ricciardi, eppure non ci siamo messi d'accordo, ma abbiamo avuti tutti e due la stessa impressione. Va tutto bene. Voi ripetete sempre va tutto bene, forse volete tenere un po' tutto sotto controllo. Qui devo dire grazie alla Sottosegretaria, perché ha cercato di venire incontro, ma mi è molto dispiaciuto vedere, invece, colleghi della maggioranza, che cercavano di intimidirla e di dirle di non andare avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Questo è successo, e non va bene, non va bene.
Quando vediamo queste cose, ci dispiace che non le vedano da casa i cittadini, perché il Governo dovrebbe essere libero di decidere e di portare avanti un proprio giudizio su quello che qui dentro stiamo cercando di portare avanti con gli emendamenti. Quindi non va bene per nulla!
Come fate a dire che va tutto bene, se lo stato di avanzamento della spesa del Piano nazionale di ripresa e resilienza è in clamoroso ritardo. Sappiamo benissimo che è stato speso solo l'8 per cento delle risorse messe a disposizione. Guardiamo cosa fanno gli altri Stati in Europa: non stanno a questi livelli. Perché noi solo l'8 per cento? Chiederei al Governo: perché tutto il resto non è stato speso? Come possiamo continuare a dire che le cose vanno bene? Peccato che la maggior parte degli investimenti è stata anche rinviata al biennio 2025-2026 e che, intanto, il Ministro Giorgetti ha chiesto il rinvio del Piano nazionale di ripresa e resilienza oltre il 2026!
Mi dispiace, ma a quanto pare, questo Governo non è stato in grado di gestire i soldi che ha portato il nostro presidente Giuseppe Conte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! È questo che dovevano fare, è questo che i cittadini, secondo me, hanno chiesto quando hanno votato i loro rappresentanti, che sono qui, in questo Governo. Che cosa vogliono i cittadini? Che i loro problemi siano risolti, che siano ascoltati! E il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ricordiamolo, che cosa dovrebbe fare?
Dovrebbe muovere l'economia, che è in stagnazione. Questo non lo diciamo noi del MoVimento 5 Stelle. Guardate i giornali, parlate con Confindustria, parlate con le piccole e medie imprese, che, ogni volta che andiamo ad ascoltarli, sono un po' increduli e dicono: ma questi, un piano industriale, quando lo fanno? Quando lo fanno che siamo fermi? Siamo fermi, non si muove nulla e noi continuiamo a dire che tutto va bene.
E, pure con riferimento a questi fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ho sentito qualcuno intervenire, prima, quando abbiamo detto che non dobbiamo favorire il cofinanziamento della produzione di armamenti: perché l'abbiamo detto? Perché i fondi sono quelli. Come dire: abbiamo una coperta, e quella è la coperta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se metto fondi da una parte, li sto togliendo alla decarbonizzazione, li sto togliendo a tutto quello che stiamo dicendo da un sacco di tempo, all'economia circolare, alla sanità, li avete tolti anche alla rigenerazione urbana! Non vi è bastato bloccare il superbonus! Avete deciso che quel settore lo dobbiamo proprio distruggere! Niente rigenerazione urbana.
Quindi, continuo a non capire perché continuate a dire che va tutto bene. Volete dirlo anche ai sindaci, se va tutto bene? Perché mi sa che gli avete tolto anche una parte di soldi che potevano gestire. Volete dirlo anche ai sindaci e ai comuni del Sud? Con emendamenti abbiamo cercato di trovare una soluzione per vedere se quel 40 per cento, che dovrebbe andare a Sud, ci andrà veramente, perché abbiamo visto che così non è. Già stiamo vedendo cose assurde, come la ZES unica. Ma quando mai? Da economista, se dite a un economista che la ZES unica è metà dell'Italia, vi chiede: ma avete capito che cos'è, la ZES? È una cosa assurda, perché? Perché dobbiamo cercare di portare tutto a Roma che deve gestire e decidere a chi dare i soldi! Mi fermo qui, perché abbiamo già capito dove voglio arrivare. Quindi, decidere a chi dare i soldi.
Chiudo - perché la Presidente mi guarda - con questa frase, comunque diciamolo: va tutto bene. Cittadini, ringraziate questo Governo, perché un grande ponte ci unirà, nella buia e nella cattiva sorte, nella siccità e nella malattia e, aggiungo, nella stagnazione economica e nel danno ambientale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti,
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/69 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/70 Cherchi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cherchi. Ne ha facoltà.
SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie, Presidente. Si apprende come questo PNRR sia quasi un decreto omnibus, perché vi è un po' di tutto.
L'articolo 8 propone di istituire, a decorrere dal 1° luglio 2024, un ennesimo posto di funzione dirigenziale di livello generale nell'ambito dell'ufficio di gabinetto del Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, in aggiunta all'attuale dotazione organica e in deroga alle percentuali previste dalla normativa vigente. Da questo capisco che il personale c'è già, quindi è una poltrona in più, da quello che capisco. Vede un incremento di spesa, per il 2024, di 141.233 euro e, a partire dal 2025, di 282.000 euro.
Ma, alla luce del fatto che il personale esperto dovrebbe essere già in attivo, non si capisce perché si debba istituire un'altra figura dirigenziale, con ulteriori oneri a carico dello Stato e in un momento dove le risorse del PNRR dovrebbero avere priorità differenti. Non ci sembra essenziale la creazione di questa posizione dirigenziale in relazione alle esigenze dell'ufficio di gabinetto del Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Allora, mi è venuta una proposta che vorrei fare: mi piacerebbe, per esempio, che le persone che verranno nominate (in più rispetto a quello che dovrebbe essere il gruppo dirigenziale del Ministero dell'Ambiente), siccome sono certa della vostra magnanimità e del vostro altruismo nei confronti dei più bisognosi, dei più poveri e dei più deboli, potessero devolvere volontariamente gli emolumenti. Infatti, io non penso che si tratti di un poltronificio: può darsi che serva soltanto un aiuto in più, ma non credo che sia un poltronificio. Quindi, siccome non penso che sia un poltronificio, perché non devolvere volontariamente tali emolumenti alla collettività, alla scuola, alla sanità, alle infrastrutture scolastiche, alla famiglia, all'università, alle politiche sociali, agli asili nido, alle case per anziani, alla tutela dei diritti delle donne, dei disabili e dei malati, all'educazione al cibo, all'abbattimento delle barriere architettoniche (dato che non ci vogliono grandi risorse), ai centri vacanze per bambini disabili?
Sarebbe una goccia nel mare, ovviamente, però che bel messaggio potreste dare da parte vostra. Perché voi non siete un poltronificio, voi volete cambiare, volete aiutare gli italiani con la vostra magnanimità e il vostro altruismo per i più bisognosi, i più poveri e i più deboli. Così nessuno vi dirà: ah, ma voi volete poltrone in più! “No, noi non vogliamo poltrone in più, noi vogliamo un aiuto, ma i soldi di queste persone verranno volontariamente devoluti ai più poveri e ai più bisognosi”.
Ecco, questo mi piacerebbe e sarebbe veramente un bel messaggio da parte vostra, e l'Italia ve ne sarebbe veramente grata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/70 Cherchi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/71 del collega Caramiello, che ha chiesto di parlare. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Non avevo dubbi sul parere contrario a quest'ordine del giorno, anche perché l'articolo 38 del disegno di legge in esame prevederebbe disposizioni per istituire un contributo, sotto forma di credito d'imposta, per tutte le imprese residenti nel territorio italiano che, negli anni 2024 e 2025, effettuino nuovi investimenti in strutture produttive, nell'ambito di progetti di innovazione che conseguono una riduzione dei consumi energetici.
Sappiamo che questo Governo non è animalista e non è ambientalista, tant'è che è stato bocciato dalla Commissione europea anche il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC).
Presidente, considerato che esistono potenziali vantaggi ambientali, economici e sociali dalla rottamazione e dal riciclaggio delle macchine agricole obsolete e desuete, sarebbe opportuna una promozione per la rottamazione delle stesse, definendo dei criteri ben specifici.
Presidente, è da considerare, purtroppo, che il tasso di infortunio nel comparto agricolo coincide con oltre 120 decessi, in media, l'anno, legati alla mancanza dei più basilari sistemi di sicurezza.
E bisogna ricordare che, sin dal 1992, visto e letto l'articolo 111 del codice della strada, questo prevede sanzioni amministrative per la mancata revisione dei mezzi agricoli. Tuttavia, Presidente, nonostante un decreto interministeriale del 20 maggio 2015, tra il Ministero delle Infrastrutture dei trasporti e il Ministero dell'Agricoltura, la revisione dei suddetti mezzi non è ancora attiva. Questo perché, ad oggi, mancano ancora le norme attuative che devono essere redatte in collaborazione tra il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, il Ministero dell'Agricoltura e l'INAIL. Quindi, che cosa chiede quest'ordine del giorno? Impegna il Governo a promuovere misure agevolative, anche quindi il credito d'imposta previsto dall'articolo 32, per le imprese agricole che rottamano macchine ancora in uso, immatricolate però prima del 1997. Ciò al fine, oltre che di garantire innovazione nel settore, anche di assicurare una maggiore sicurezza sul lavoro e sulla strada ed evitare i continui incidenti, che portano, purtroppo, ancora oggi, al decesso dei lavoratori del comparto agricolo. Quindi, quest'ordine del giorno andava in questa direzione. Mi dispiace del parere contrario e chiedo al Governo di rivedere il proprio parere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/71 Caramiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/72 Ilaria Fontana il parere è favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione, collega?
ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Posso chiedere alla Sottosegretaria di rileggermela?
PRESIDENTE. Certo. Sottosegretaria, prego. Parliamo dell'ordine del giorno n. 9/1752-A/72 Ilaria Fontana, il cui parere è favorevole con riformulazione.
LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Espunte le premesse terza e quinta, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare opportune iniziative anche di carattere normativo volte a contemperare l'esigenza di incrementare l'offerta di alloggi e residenze universitarie per studenti con una più ampia strategia di riqualificazione urbana e territoriale in chiave sostenibile e coerente con i princìpi dello European Green Deal”.
PRESIDENTE. Onorevole Ilaria Fontana?
ILARIA FONTANA (M5S). Pur ringraziando la Sottosegretaria, non posso accettare e quindi andrei in dichiarazione di voto, anche perché, io non so se stia diventando quasi una prassi, ma che si tocchino le premesse di un ordine del giorno è inconcepibile. Addirittura, a volte, si accolgono degli impegni che si riformulano, della serie: ve li scrivete voi del Governo, gli ordini del giorno, ce li date a noi parlamentari e li depositiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché forse così possiamo ottenere un impegno favorevole.
Detto questo, noi stiamo parlando dell'articolo 17 del decreto PNRR. Nessuno qui, a partire dal MoVimento 5 Stelle, mette in discussione l'esigenza di incrementare l'offerta di alloggi e residenze per studenti. Abbiamo fatto una lotta, insieme ai colleghi Caso, Orrico, Gaetano Amato, tutta la Commissione cultura, su questo tema. Quindi, assolutamente, è un'emergenza, è una priorità. Quello, però, che chiediamo e che mi viene riformulato è proprio di farlo in una chiave che sia il più sostenibile possibile. Ma dato che la sostenibilità è assolutamente una parola che voi non avete nel vostro alfabeto - si parla di alfabeti ecologici, di alfabeti ambientali - voi siete penso allergici a tutto ciò che riguarda l'ambiente. Anche perché qui ci troviamo di fronte - e chiedo ai colleghi anche di leggere con attenzione l'articolo 17 - effettivamente a un nuovo Piano casa, sempre in attesa del Piano Salva casa di Salvini, che già si dà per cosa fatta per legge, ma ancora deve andare in Consiglio dei ministri, si stanno dilatando i tempi, forse a metà maggio, sempre in vista delle europee, perché gli ultimi provvedimenti che state portando nelle Commissioni e in Aula è pura propaganda becera per le elezioni europee (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Si sta solo parlando di questo.
Ritornando nel merito dell'ordine del giorno e dell'articolo 17 si va a prevedere che ci sia un aumento di volumetria fino al 35 per cento, che è tantissimo veramente (lo prevede un Piano Casa), d'interventi di ristrutturazione edilizia, il tutto però in più, con ulteriori deroghe rispetto agli obblighi di reperimento delle aree per servizi di interesse generale. Qual è l'unico contrappeso che si mette? Il mantenimento del vincolo di destinazione d'uso, quindi, del vincolo di destinazione funzionale dell'immobile, per una durata non inferiore a 12 anni. Ricordo, però, che passati i 12 anni può essere ovviamente impressa all'immobile una nuova destinazione d'uso. Quindi, forse farò la Cassandra nel presagire l'involuzione dell'offerta degli alloggi per gli studenti. Io chiedo perché già immagino poi fra 12 anni cosa succederà. Ancora una volta, purtroppo, ordine del giorno dopo ordine del giorno e, purtroppo, provvedimento dopo provvedimento, dimostrate una vostra incapacità di visione, di programmazione, ma soprattutto di risoluzione dei problemi emergenziali, come questo degli affitti per gli studenti, perché c'è stata tutta una lotta, che noi continueremo a fare, vivendo però con i piedi ben piantati per terra nella concretezza e ascoltando chi, lì fuori, ci chiede aiuto, perché forse qui dentro non avete più orecchie e più occhi neanche per chi sta qui fuori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/72 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/73 Appendino.
Ha chiesto di parlare la deputata Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie Presidente, se c'è una cosa alla quale ormai mi sono tristemente abituata in questi mesi è vedere la Presidente del Consiglio mentire. Io mi sento di poter dire, serenamente, dopo 18 mesi di questo Governo, che Meloni è una mentitrice compulsiva (Commenti). Bravissima! Bravissima, impeccabile, una maestra a farlo e adesso vi spiego anche perché. Vediamole alcune di queste bugie, colleghi e colleghe. Giorgia Meloni va nei salotti televisivi a dire che la povertà è diminuita grazie a questo Governo. È una menzogna, è una bugia perché, purtroppo, con questo Governo i numeri di poveri assoluti sono aumentati, toccando il record storico negativo. Lo sapete questo? E sapete perché succede? Succede perché avete tolto i presidi sociali, i pochi che esistevano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Andiamo avanti. Giorgia Meloni afferma, ovunque, che l'Italia cresce più del resto d'Europa. Bugia. Il Fondo monetario internazionale dice che avremo una crescita di uno striminzito 0,7, meno della media dell'Eurozona. Nel 2025 saremo il fanalino di coda e anche questo non è un caso. State togliendo, anzi avete tolto tutte le misure espansive che avevamo fatto e le sostituite con nulla per una mera furia ideologica ed è questo l'effetto che raccogliete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma andiamo avanti.
Giorgia Meloni si vanta di essere il primo Governo ad avere il coraggio di tassare le banche. Falso. Falsissimo. Non c'è una banca che ha pagato un euro in più - dico, un euro in più - sugli extraprofitti miliardari che ha fatto e sapete perché è successo, colleghi e colleghe? Perché voi, quando le banche si sono lamentate, avete chinato la testa e quella tassa sugli extraprofitti l'avete resa semplicemente volontaria ed è l'effetto delle vostre scelte. Le dico di più, Presidente. C'è un'altra falsità e si dice poco su questo. Avete detto che l'avreste fatto per permettere alle aziende di avere maggiore accesso al credito. Nel DEF scrivete, nero su bianco, che l'accesso al credito è diminuito, quindi, altra bugia su bugia. Ma non finisce qui. Meloni dice che gli stipendi degli italiani sono aumentati di 3 o 4 volte rispetto a quando c'erano gli altri Governi. Menzogna. Sono calati gli stipendi, è calato il potere d'acquisto, d'altra parte dite no al salario minimo, ma come possono salire gli stipendi degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Giorgia Meloni dice che avete fatto grandi investimenti sulla sanità, portandola al 6,8 per cento sul PIL. Bugia, l'avete definanziata, l'avete portata al 6,3, il minimo storico dal 2007. La gente in questo Paese non si può curare e voi avete il coraggio di mentire sulla sanità? È una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
E guardate che l'elenco non è finito! Non è finito, ma voglio arrivare alla menzogna, forse quella su cui Giorgia Meloni ha dato il meglio di sé, che è l'oggetto di quest'ordine del giorno: il caro carburanti. Ce la ricordiamo Giorgia Meloni in campagna elettorale coi suoi video: toglieremo le accise. Va al Governo, toglie lo sconto sull'accisa, una tassa occulta sugli italiani e poi, siccome forse un po' di vergogna ce l'ha, cosa fa? Dice che è colpa dei benzinai, perché non se ne assume la responsabilità: brutti e cattivi!
Cosa succede oggi? Abbiamo, di nuovo, il carburante alle stelle, ma questo non è l'unico aumento in corso, colleghi e colleghe. Il caro mutui pesa sulle tasche degli italiani, il caro carrello della spesa pesa sulle tasche degli italiani, così come pesano i 2 miliardi di tasse nuove che voi avete introdotto sugli italiani. Allora sapete cos'altro incide, purtroppo, sul prezzo del latte e sul prezzo del pane? Proprio questo caro carburanti, su cui voi non volete fare nulla!
Presidente, vado a chiudere. Vedete, per un attimo, ho anche pensato che forse non intervengono sul caro carburanti perché c'è una piccola spinta ecologista che dice, magari, ci possiamo pensare, ma ovviamente è durata pochissimo, perché anche sulla transizione ecologica sappiamo bene che fate il contrario di quello che si dovrebbe fare. Quindi, da un lato, non fate nulla sul caro benzina e sul caro carburanti, per cui chi deve usare l'auto non ce la fa e, dall'altra parte, sbagliate tutto, ma dico tutto, sulla transizione ecologica.
Sapete chi ne paga le conseguenze? Sono le famiglie, sono gli italiani che sono al collasso! Però, Presidente, queste bugie - l'elenco, ripeto, è ancora lungo - sono molto lontane dalla realtà e i cittadini italiani lo capiscono. Guardate che una bugia la potete dire 10, 100, 1000 volte ma non è che diventa una verità. L'unica verità che rimane, l'unica, e che c'è una Presidente del Consiglio che sta mentendo per nascondere i fallimenti e ogni qualvolta un Presidente del Consiglio mente sta insultando i cittadini italiani e questo è indegno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Presidente, non mi stupisce il parere contrario di questo Governo. È evidente che anziché fare gli interessi italiani, questo Governo va contro gli interessi degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie Presidente, in realtà, vorremmo chiedere dei chiarimenti proprio su quest'ordine del giorno per quanto riguarda la parte dispositiva. Abbiamo ascoltato la lunga esposizione, ma siamo nell'imbarazzo sul decidere come votare, perché delle due l'una. O si ritiene di voler impegnare il Governo ad abbassare le accise e il prezzo dei carburanti e, quindi, sostanzialmente a fare un sussidio ambientalmente dannoso, oppure si ritiene di dover invitare il Governo a seguire delle politiche coerenti con il Green Deal. Quindi, noi siamo in imbarazzo, chiediamo spiegazioni, lumi, altrimenti saremo costretti ad astenerci (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti … non posso darle la parola, Marattin, ha già parlato due volte.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/73 Appendino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/74 Ruffino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).
Ordine del giorno n. 9/1752-A/75 Molinari: c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accolta dal presentatore.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/76 Evi.
Ha chiesto di parlare la collega Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI (AVS). Grazie Presidente, allo scoppio della pandemia uno dei ragionamenti e degli appelli era non tornare alla normalità, perché la normalità era il problema. Con il Piano di ripresa e resilienza si doveva fare proprio questo, si doveva cercare di cambiare quei modelli economici, sociali, di sviluppo, che ci hanno portato ad avere una situazione drammatica come la pandemia. Quella era un'occasione incredibile che oggi, però, con ritardi, modifiche e revisioni rischiamo di perdere e di farla sgretolare, miseramente. Ovviamente, qui il richiamo è ai tagli previsti da questo decreto, oltre un miliardo sulla sanità, con tutto quello che comporta, ma anche le riduzioni delle risorse e penso alle infrastrutture ferroviarie, in particolar modo per il Sud Italia, e le risorse che mancheranno per la rigenerazione urbana.
La sensazione qui è che si voglia fare di tutto per tornare a prima, tornare a quello che facevamo prima e, quindi, continuare a fare quello che abbiamo sempre fatto. Faccio un esempio: in questo decreto c'è, all'articolo 8, comma 23, un piccolo regalo a una società, la società Autostrada Pedemontana Lombarda che di fatto introduce una deroga al divieto di ricorrere all'indebitamento. Questo cosa significa? Significa che, qualora le cose vadano male, a coprire le perdite di quest'autostrada saranno sempre i cittadini e potrà essere fatto con aumenti di capitale, quindi in deroga. Si tratta di un'autostrada che noi sappiamo già oggi essere devastante per il territorio lombardo, in particolar modo l'ultima variante, questa modifica del tracciato che andrà a stralciare e a devastare una delle poche aree verdi rimaste nella provincia di Monza e Brianza, un territorio, quindi, già piagato da un consumo di suolo forsennato, che non accenna a diminuire, e con un inquinamento atmosferico alle stelle.
Noi continuiamo, quindi, a fare quello che facevamo prima o forse peggio, perché con questo decreto, come abbiamo discusso anche fino adesso, forse si riuscirà anche a tornare a peggio di prima, con il fatto che possono entrare nei consultori anche le associazioni antiabortiste e, quindi, operare un vero e proprio attacco ai diritti e alle libertà delle donne.
Torno all'ordine del giorno che abbiamo presentato, perché riguarda, appunto, le riduzioni di investimenti e di risorse che andranno su un capitolo fondamentale per il nostro Paese, quello del miglioramento della qualità dell'aria. Solo un mese fa la Commissione europea ci ha spedito l'ennesima lettera di costituzione in mora per i superamenti delle polveri sottili. Ebbene, se da un lato riceviamo l'ennesimo campanello di allarme da parte dell'Europa, perché non riusciamo ad avere aria respirabile nel nostro Paese, in particolare in alcune zone, dall'altro, con questo decreto, noi andiamo proprio a togliere e a tagliare quelle risorse che dovrebbero servire per migliorare la qualità dell'aria, peraltro andando a cancellare investimenti già previsti e già approvati anche dal CIPESS, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. Quindi, risorse che potevano, dovevano e dovrebbero essere utilizzate in questo modo. Invece, con questo ennesimo taglio stiamo facendo l'ennesimo grave errore e sacrifichiamo come sempre la salute delle persone e dei cittadini sull'altare di un modello di sviluppo sempre uguale e sempre sbagliato, che ci porterà, speriamo non nel prossimo futuro, a dover fronteggiare continuamente nuove crisi come quella climatica e quella dell'inquinamento, che non possiamo continuare a negare e che nel nostro Paese dovrebbe essere, anche da parte di questo Governo, priorità da fronteggiare e non, invece, da tagliare con continui tagli anche a uno strumento importante come il Piano di ripresa e resilienza (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/76 Evi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).
L'ordine del giorno n. 9/1752-A/77 Ghirra è accolto come raccomandazione. Collega Ghirra, mi dice se va bene?
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Io chiedo al Governo di fare uno sforzo maggiore e trasformare la raccomandazione in un parere favorevole su quest'ordine del giorno, che impegna il Governo ad attuare adeguate iniziative normative per consentire l'installazione di comunità energetiche all'interno dei porti, altrimenti chiedo di metterlo ai voti.
PRESIDENTE. Non vedo reazioni da parte del Governo.
Non ha accettato la raccomandazione, dunque, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/77 Ghirra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/78 Mari il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare il collega Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie. Questo è davvero un semplice ordine del giorno, un atto di indirizzo blando e poi con un'efficacia tutta da verificare. E davvero stupisce, quindi, il parere negativo del Governo. Infatti, noi, in fondo, di fronte alla cosiddetta (anzi non cosiddetta, perché viene chiamata proprio così nel provvedimento) patente a crediti, abbiamo ritenuto di dover dare un suggerimento al Governo per provare a mettere almeno qualche toppa a un sistema - quello della patente a crediti - che invece rischia di non funzionare affatto; poi, in altra sede, proveremo anche a spiegare meglio il perché.
Sicuramente, uno dei difetti del meccanismo sta nella probabilità che le ispezioni nei luoghi di lavoro continuino a essere rarissime. Per quanto riguarda il lavoro degli ispettori delle ASL, è calcolato che la possibilità di ispezione, sulle circa 1.700.000 imprese italiane, sia in realtà quella di 1 circa ogni 14 anni. Quindi, comprenderete che anche la patente a crediti, da questo punto di vista, ha pochissime possibilità di funzionare per quanto riguarda i crediti che possono essere decurtati a seguito delle ispezioni del personale e dei soggetti addetti.
Allora, cosa diciamo noi nell'ordine del giorno? Semplicemente che va rafforzato il servizio ispettivo presso le ASL, il cosiddetto servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro. Invece, c'è una risposta negativa da parte del Governo che ci fa, da questo punto di vista, davvero preoccupare. Infatti, se, come prevediamo, ci saranno sovrapposizioni nel sistema che renderanno molto difficili e soprattutto molto poco efficaci le ispezioni di tutti i soggetti preposti, dall'altro lato non si conoscono l'esito dello scorrimento della graduatoria rispetto agli ispettori del lavoro, quelli del Ministero del Lavoro, e i tempi del nuovo concorso.
Sostanzialmente, con la risposta a quest'ordine del giorno, in cui si dice che non c'è la necessità di intervenire per quanto riguarda la dotazione organica degli ispettori presso le ASL, si comprende benissimo che il sistema in questo modo non regge e che l'introduzione della patente a crediti in realtà è poco più di un palliativo; anzi, probabilmente è una scusa per dire che si è intervenuti dal punto di vista della sicurezza sul lavoro ma, in realtà, non avremo nessun effetto concreto anche rispetto al PNRR, che, come si sa, è un'occasione di cantieri, sebbene “cantieri” - lo abbiamo visto nelle ultime settimane - stia diventando una brutta parola. E ogni volta che accade qualcosa di terribile - come è accaduto a Brandizzo, a Firenze o a Suviana - ci accorgiamo, invece, che, se fossero state più efficaci le azioni di prevenzione e l'azione dei vari ispettorati, forse queste tragedie si sarebbero potute evitare.
Quindi, davvero, siamo amareggiati per il diniego che viene dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/78 Mari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/79 Zanella, su cui il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare la collega Zanella.
LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Lo scopo di quest'ordine del giorno è la garanzia, la tutela degli investimenti già previsti e programmati per il settore sanità, investimenti che sono cruciali per il Servizio sanitario nazionale. Infatti, cosa succede con questa rimodulazione? Andiamo a vedere cosa dice l'articolo 1, comma 13. Questo articolo prevede un po' il gioco delle tre carte, cioè per la realizzazione delle strutture e degli interventi che non sono più finanziati con i fondi PNRR, cosa si fa? Per la loro realizzazione si prevede che si debba ricorrere alle risorse delle regioni ex articolo 20 della legge n. 67 del 1988 sull'edilizia sanitaria, quella appunto che prevede interventi e opere, tra cui per esempio quelle in relazione alla sicurezza sismica, che sono già previsti nei piani delle regioni, anche se non sono stati ancora impegnati formalmente per tutta una serie di ragioni che non starò qui a chiedere.
È chiaro che anche la commissione salute della Conferenza Stato-regioni abbia sollevato più di qualche perplessità, fino addirittura a chiedere lo stralcio dell'articolo stesso, perché non soltanto gli interventi previsti dalle singole regioni per la sicurezza sanitaria non possono essere realizzati, non potendo più evidentemente contare sugli investimenti previsti per quello scopo, ma sarebbe di ben 1,2 miliardi l'ammontare dei fondi PNRR e complementari che non sono più a disposizione, per quanto riguarda in particolare l'investimento “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”, cioè l'Investimento 1.2, Missione 6, e le case di comunità, gli ospedali di comunità, sempre di cui alla Missione 6, componente 2, del PNRR.
Con il nostro ordine del giorno, che tra l'altro riprende quanto è stato messo in evidenza nel corso del dibattito nella Commissione e anche nel corso delle varie audizioni, noi cerchiamo di chiedere semplicemente al Governo di garantire queste risorse. Non riusciamo assolutamente a capire perché questo non venga garantito quanto meno con un impegno, perché altrimenti queste opere che erano state previste dalle regioni, che erano state programmate in sede di PNRR e declamate in varie situazioni, semplicemente non saranno realizzate (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/79 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/80 Grimaldi, su cui c'è parere contrario.
Ha chiesto di parlare il collega Grimaldi.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Ma, checché ne dica Giorgia Meloni, abbiamo l'impressione che purtroppo studenti e studentesse non le siano così simpatici, ma, che piaccia o no, il PNRR esiste anche per rispondere alle loro esigenze. Perché - lo dico con una battuta - lo Stato dovrebbe garantire loro un tetto sulla testa, altro che manganelli (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), e lo dico per gli studenti di Pisa, di Torino, de La Sapienza di Roma, ancora malmenati ieri, perché ci sono 2 bandi da 287 milioni di euro, però solo 77 sono assegnati alle università che gestiscono le residenze pubbliche.
E il resto? 210 milioni a enti e gestori privati, anzi, per i privati anche altri 660 milioni per l'housing universitario. E sapete qual è il punto? Che le strutture realizzate dai privati non sono riservate solo agli studenti, perché possono anche accogliere turisti. Adesso vi raccontiamo una frode di Stato e non sappiamo davvero quanti e quali posti di questi studentati privati siano effettivamente riservati a chi studia, altro che commissario, perché l'unico obbligo è di destinare il 20 per cento dei posti letto al diritto allo studio per un periodo di 3 anni.
Non so se ci rendiamo conto, abbiamo circa 824.000 studenti fuori sede. A loro gli studentati privati offrono prezzi superiori alla media di mercato degli affitti, ce lo dicono l'UDU e Link-Studenti Indipendenti, quella cricca di disturbatori che, secondo la Presidente Meloni, cerca di bloccare il Piano. Per una camera singola, Presidente, i privati possono arrivare a chiedere 1.700 euro al mese, per una doppia 790 euro. Provate per credere, andate anche voi su quei siti. Ma, nonostante queste evidenti speculazioni, permettiamo a questi operatori di riservare una parte dei propri alloggi proprio ai turisti.
Già, in sostanza li copriamo di milioni del PNRR per fare speculazioni e lauti guadagni. Un esempio? Andate a vedere, per esempio, la residenza ibrida Belfiore di Torino, 10 milioni di euro, 9,88 per la cronaca, 247 posti, di cui solo 49 riservati al diritto allo studio, mentre tutti gli altri, andate a vedere anche stanotte, costano 140 euro a notte per tutti i turisti. Lo stesso avviene in altri studentati privati, CX Campus, a Ferrara, Torino, Mestre e Firenze.
L'obiettivo dei 7.500 posti letto nel 2022 è stato raggiunto soltanto al 58 per cento perché il Governo ha truccato i numeri, conteggiando alloggi già esistenti, alloggi a volte addirittura già convenzionati con gli enti per il diritto allo studio, come il Camplus Darsena di Ferrara, o posti già in costruzione e previsti senza il contributo pubblico, come quelli di Hines a Milano, locati all'Università statale per 9 anni, con 11 milioni di euro del PNRR.
Ho quasi concluso. E mentre si compie questo danno erariale, ritenuto inammissibile anche dalla Commissione europea, a essere negato è proprio il diritto allo studio, e a farne le spese sono proprio i capaci e i meritevoli privi di mezzi, che non riescono a sostenere i costi degli affitti, dei trasporti, delle spese, e sono costretti ad abbandonare l'università. L'obiettivo era semplice: tutti gli studenti idonei hanno diritto a un posto in una residenza universitaria. A tutti deve essere assegnato un posto, non uno di meno. Il vostro tentativo, come sempre, è chiaro: farvi beffe di un diritto per foraggiare qualche privilegio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/80 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/81 Piccolotti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Collega, mi deve dire se accetta la riformulazione del Governo.
ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). No, Presidente, non l'accetto e vorrei intervenire perché la riformulazione del Governo, non solo, è un po' offensiva nei confronti dei 6.000 lavoratori che proprio ieri hanno perso il proprio contratto di lavoro, 6.000 lavoratori, personale ATA, che lavoravano nelle scuole a supporto dei progetti del PNRR e dentro il contesto di Agenda Sud, lo ripeto, non solo è offensiva nei confronti di questi lavoratori, ma purtroppo ci fa anche sorgere qualche dubbio. Lo dico perché il Governo avrebbe, in queste ore, rassicurato tutti sul fatto che siano disponibili 14 milioni di euro di finanziamenti ordinari per rinnovare da capo, perché sono di fatto interrotti, i contratti di questi lavoratori. Poi, avrebbe anche mandato dal Ministero una lettera a tutte le scuole, dicendo che questo verrà fatto nel primo provvedimento utile.
Allora, a fronte di queste rassicurazioni che forse sono solo rassicurazioni di carta, non si comprende per quale ragione, oggi, in Aula, di fronte a ordini del giorno che chiedono impegni netti e chiari, il Governo propone riformulazioni che comprendono l'espressione: “a valutare di”, oppure, mette dei vincoli che riguardano le risorse disponibili a bilancio. Che cosa vuol dire? Vuol dire che state forse mentendo quando rassicurate questi lavoratori? Vuol dire che non avete ancora valutato se devono essere rinnovati questi contratti? Vuol dire che forse le risorse non ci sono davvero e sono solo dichiarazioni di propaganda per superare queste ore complicate? Ce lo dica qualcuno dal Governo, perché, se così non fosse, il nostro ordine del giorno andrebbe approvato senza alcuna riformulazione.
Sottosegretaria, lo dico anche perché la figura che il Governo sta facendo con questi lavoratori è davvero pessima. Che i contratti sarebbero scaduti il 15 aprile si sapeva da tempo, le opposizioni hanno presentato emendamenti, hanno presentato ordini del giorno, hanno segnalato la questione…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Allora, concludo, dicendo che colpisce quanto siate distratti con le cose che riguardano i lavoratori del mondo della scuola, mentre siete molto efficaci quando si tratta di approvare norme ideologiche che colpiscono le persone o norme che interessano qualcuno seduto sui banchi di questo Parlamento. Per questo rifiutiamo la riformulazione e chiediamo di mettere ai voti l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/81 Piccolotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/82 Borrelli: parere favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, non accettiamo la riformulazione per un motivo molto semplice: quest'ordine del giorno arriva dopo un altro ordine del giorno votato nella scorsa finanziaria e proposto dalla maggioranza, col parere positivo del Governo. Da dicembre ad aprile è surreale che si debba ancora ragionare su quello che era stato già deciso o, meglio, su cui ci eravamo impegnati, su cui si era impegnata la maggioranza, si era impegnata la minoranza e si era impegnato il Governo, mi riferisco cioè - lo voglio ripetere, l'ho detto ieri, pure nell'illustrazione degli ordini del giorno - ai 3.170 contratti del personale ATA, assunto nell'ambito dell'organico aggiuntivo del PNRR, scaduti il 31 dicembre 2023.
Sono scaduti a dicembre, è un po' come il discorso che faceva prima la collega Piccolotti. Abbiamo 6.000 lavoratori del personale ATA, collaboratori scolastici aggiuntivi, i cui contratti scadono adesso e per i quali sono stati stanziati almeno 14 milioni di euro, che non bastano, e corrono il rischio di non essere prorogati tutti, e altri 3.170 contratti - quindi stiamo parlando di 10.000 persone - che scadevano a dicembre. Nel bilancio che abbiamo approvato a dicembre c'è stato un impegno del Governo, su proposta non della minoranza, ma della maggioranza, votato in modo ovviamente consapevole dalla minoranza, perché se una cosa è giusta la votiamo, che è stato approvato. Stiamo aspettando da mesi, con promesse, mezze parole, mezze disponibilità, con Ministri che parlano e poi ritirano quanto detto e così via, e il risultato finale è che, ad oggi, questi 3.170 contratti di personale ATA non hanno avuto il rinnovo.
Per di più, i presidi delle scuole, i direttori scolastici non sono stati neanche in grado di occuparsene, perché non sono arrivati i fondi. Indi per cui, noi chiedevamo semplicemente che ci fosse un impegno formale; anzi, noi ci aspettavamo che il Governo fosse venuto qui a dirci: guardate che tra 10 giorni questa vertenza sarà chiusa, li prenderemo tutti.
Per suo tramite, Presidente, mi rivolgo al collega Cangiano che ieri amichevolmente era venuto da me a sottolineare che il Ministro stava risolvendo la questione. In realtà, il Ministro, purtroppo, ad oggi, si starebbe impegnando per risolvere la questione dei 6.000 collaboratori di cui parlava poc'anzi la collega Piccolotti, per i quali non bastano le risorse, ma non ha ancora risolto il problema dei 3.170 contratti.
Io lo voglio ricordare a tutti: stiamo parlando di 10.000 persone. Con tutto il rispetto, se si fosse trattato di un extraprofitto di una multinazionale, questo provvedimento sarebbe stato approvato in un'ora (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). E, invece, qui ci troviamo con 10.000 persone che vedono un futuro incerto. Tra l'altro, parliamo di figure fondamentali.
Diciamo continuamente che la scuola, il personale didattico, il corpo docente, il personale che si deve occupare della gestione della pulizia delle scuole sono fondamentali, che gli studenti sono fondamentali, giustamente, che le scuole sono fondamentali per la lotta alla criminalità, per la formazione dei nostri giovani, delle nostre famiglie e per il futuro del nostro Paese e, poi, tutto ciò, davanti a delle figure così importanti (parliamo di migliaia di persone) viene oggettivamente messo in secondo piano.
Per di più, noi continuiamo a chiederci per quale ragione sia stato approvato a dicembre e ad oggi non sia stata risolta la vertenza. Credo che anche altri colleghi, sia della minoranza, sia della maggioranza, abbiano avuto delle sollecitazioni e io trovo molto poco onorevole per noi tutti approvare - e concludo - degli ordini del giorno, degli atti anche di indirizzo da parte del Parlamento che poi non hanno nessun effetto. Oggi vale per noi, ma, sia chiaro, domani a parti invertite, anche per i colleghi della maggioranza che hanno votato a dicembre: è poco rispettoso nei confronti di questo Parlamento, di quest'Aula eletta democraticamente. Se si prende un impegno, bisogna mantenerlo e in questo caso non è stato così (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/82 Borrelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/83 Zaratti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Presidente, noi non accettiamo una riformulazione rispetto a quest'ordine del giorno, perché sappiamo quanto sia…
PRESIDENTE. Il parere era contrario, collega…
DEVIS DORI (AVS). Ecco, a maggior ragione, non comprendiamo la contrarietà del Governo rispetto a un ordine del giorno che parla di rigenerazione urbana. Sappiamo quanto sia forte il rapporto, la correlazione tra il degrado urbano e l'illegalità, in generale, che sia microcriminalità, che sia criminalità organizzata. Una città pulita, una città curata non necessariamente è immune da illegalità, ma certamente ha in sé quegli anticorpi per contenere la diffusione dell'illegalità.
Sono vari gli strumenti che possiamo mettere in campo per prevenire l'illegalità. Certamente lo strumento penalistico è uno di questi, però agisce nell'ambito della deterrenza, mentre sappiamo molto bene quanto servano investimenti in misure preventive, per creare una cultura della legalità.
Per questo motivo, rimaniamo davvero basiti di fronte ai tagli che anche in questo provvedimento sono previsti, con riferimento ai 14 miliardi di tagli di risorse destinati a interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana delle periferie, delle grandi metropoli, parliamo non solo di Roma e di Napoli, laddove si prevedeva la realizzazione di alloggi, asili nido, scuole materne, centri polifunzionali, botteghe e laboratori artigianali.
Ecco, tutto questo va ad eludere e a frustrare anche le aspettative dei residenti di questi quartieri, delle periferie che vedevano in questi progetti la possibilità di un riscatto dalla marginalità, per emanciparsi dalla criminalità organizzata.
Certo è più facile agire, aumentando le pene all'interno del codice penale, piuttosto che agire in prospettiva, con misure lungimiranti, Da questo punto di vista, riteniamo che sia un grosso errore prevedere tagli, laddove invece era possibile puntare molto sulla rigenerazione urbana, perché, è vero che si può risparmiare qualcosa oggi, ma, in prospettiva, sappiamo che avremmo risparmiato molto di più, anche da un punto di vista sociale. In prospettiva futura (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/83 Zaratti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/84 Dori.
Ha chiesto di parlare il collega Dori. Ne ha facoltà, per due minuti residui.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno abbiamo posto il tema dei beni confiscati alle mafie, con questo definanziamento, previsto nel provvedimento in oggetto, un totale di 300 milioni di euro in meno, che erano invece previsti e stanziati da un precedente Governo, nel novembre del 2021. Questo rischia davvero di mettere in grande difficoltà gli enti locali, che invece avevano già cominciato a progettare le opere da realizzare e anche ad assegnare i lavori.
Questo è un grave errore, perché stiamo parlando di riutilizzo di un grande investimento rispetto ai beni sottratti alle mafie, che si possono davvero trasformare in asili nido, in centri antiviolenza, in presidi di legalità, in particolare, in territori colpiti dalla violenza mafiosa.
Riteniamo che sia un grave errore e davvero non comprendiamo il parere contrario su quest'ordine del giorno. Rischiamo di sprecare un tesoretto, quello che si può sfruttare, riutilizzare, per trasformare il tesoro dei boss in beni pubblici utili per la comunità.
Quindi, da questo punto di vista, lo riteniamo un grave errore (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/84 Dori, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).
Ordine del giorno n. 9/1752-A/85 Osnato: parere favorevole con riformulazione. Mi dite se è accettato? Sì.
Ordine del giorno n. 9/1752-A/86 Forattini, parere favorevole con riformulazione: collega Forattini, mi dice se accoglie?
ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accolgo la riformulazione, ma vorrei fare una dichiarazione di voto, anche perché quello dei lavoratori impiegati in agricoltura è un tema serio e, soprattutto, è seria la questione dello sfruttamento in agricoltura dei lavoratori migranti. Quindi è un tema che resta all'ordine del giorno del nostro Paese, nonostante siano stati compiuti notevoli passi in avanti da quando è stata approvata la norma sul contrasto al caporalato.
Sui quotidiani capita ancora troppo spesso di imbattersi in notizie di inchieste della magistratura e delle Forze dell'ordine che smascherano bande di intermediari e di datori privi di scrupoli i quali lucrano sulla fragilità dei braccianti stranieri. Quasi la metà dei provvedimenti giudiziari e delle inchieste condotte tra il 2017 e il 2021 hanno riguardato il lavoro nei campi. Nel 2017, i procedimenti erano 14, nel 2021 sono saliti a 49.
Nei giorni scorsi, nella sede del CNEL, è stata presentata la ricerca “Made in Immigritaly. Terre, colture, culture”, primo rapporto sui lavoratori immigrati nell'agroalimentare italiano, commissionata dalla FAI-CISL. Dallo studio emerge in maniera inequivocabile come in ogni filiera del made in Italy, nell'agroalimentare, il lavoro migrante assuma un ruolo rilevante o insostituibile, rappresentando il 50 per cento della manodopera attiva del comparto. Sono 362.000 gli immigrati occupati nel settore a cui fa capo il 31,7 per cento delle giornate di lavoro. Si tratta di stime ufficiali che però non quantificano il sommerso. I numeri reali pertanto sono da considerarsi molto più rilevanti.
Il rapporto della FAI evidenzia, inoltre, la diffusione di nuove forme di caporalato sottoforma di appalto e subappalto illecito, attraverso società di copertura intestate a prestanome o a false cooperative.
A proposito degli esiti della ricerca, il Presidente del CNEL, Renato Brunetta, che oggi è stato evocato ripetutamente, ha dichiarato che, dietro l'eccellenza del made in Italy, c'è la cattiva coscienza sul ruolo degli immigrati; una forza lavoro invisibile non è un fattore di crescita, né civile né economica, l'opacità non serve a nessuno. Ecco speriamo che il presidente Brunetta, quando sarà stipendiato, porterà un contributo aggiuntivo a questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Il problema di base evidenziato dai ricercatori riguarda infatti lo spettro dell'invisibilità che vivono molti immigrati e l'impedimento a passare da una cittadinanza economica a una cittadinanza sociale.
A proposito di flussi, nel click day di un anno fa, il 26 marzo 2023, sono giunti al Viminale più di 240.000 richieste di ingresso di lavoratori stranieri da parte delle imprese, il triplo rispetto alla quota di 82.705 fissata dall'ultimo decreto Flussi. Nel 2024, 151.000 le quote previste su 690.000 istanze presentate.
Le principali organizzazioni agricole affermano che, con l'arrivo della primavera, c'è bisogno di almeno 100.000 lavoratori in più per colmare la mancanza di manodopera, che ha duramente colpito le campagne lo scorso anno, con la perdita rilevante dei raccolti.
Il paradosso è che, mentre una platea molto grande di aziende agricole fatica a reclutare manodopera dall'estero, attraverso i canali ufficiali, vi sono 519.000 stranieri presenti irregolarmente in Italia, una moltitudine di donne e di uomini extracomunitari che vivono nella quasi totale assenza di tutele e spesso finiscono per lavorare nei campi agricoli, soggiogati da mediatori e datori di lavoro pronti a speculare sulla loro debolezza, che spesso rappresentano l'unico meccanismo organizzativo in grado di colmare il vuoto tra domanda e offerta di lavoro.
Per contrastare la crescita del lavoro irregolare in agricoltura, vanno poste le basi per una politica seria di prevenzione. Ecco perché la richiesta con quest'ordine del giorno di incrementare il numero degli ispettori. Ricordo che le assunzioni più recenti all'Ispettorato del lavoro sono frutto dell'attività del Governo Draghi e del Ministro del Lavoro Orlando. A oggi, mancano 600 ispettori tecnici, 490 ispettori del lavoro e 2.632 funzionari e assistenti amministrativi in grado di organizzare con efficacia le attività ispettive nei nostri territori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/86 Forattini, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 61).
L'ordine del giorno n. 9/1752-A/87 Vaccari è accolto come raccomandazione, se riformulato. Collega Vaccari?
STEFANO VACCARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. No, non possiamo accettare la proposta di trasformare l'ordine del giorno in una raccomandazione. Tra l'altro, la proposta ci chiedeva anche di eliminare le due premesse principali, sottolineando il fatto che il Governo, in questo modo, nega il problema che abbiamo sollevato, come se questo problema non esistesse. Stiamo parlando dell'esclusione dalla proroga del superbonus per i soli comuni dell'Emilia-Romagna, del Veneto e della Lombardia, coinvolti nel cratere del terremoto del 2012. E mi rivolgo, per suo tramite, signora Presidente, anche ai colleghi emiliano-romagnoli della maggioranza: se sono d'accordo anche con questa ulteriore discriminazione a cui è stata sottoposta l'Emilia-Romagna. Infatti, è evidente ormai una questione: il Governo vuole colpire l'Emilia-Romagna anche di fronte ad emergenze e necessità che richiederebbero, di contro, un atteggiamento scevro da condizioni opportunistiche o di strumentalizzazione politica. Diciamola tutta: per il Governo, l'Emilia-Romagna è sempre stata un'ossessione, fin dalla nomina eventuale di Bonaccini commissario dopo l'alluvione, passando dalla vicenda dei soldi che c'erano, e poi non c'erano, e poi che sono stati messi soltanto in parte, e poi dall'esclusione dall'IMU per gli inagibili sempre per il cratere sismico, fino ad arrivare a questa ulteriore discriminazione vergognosa, stigmatizzata anche dal presidente Bonaccini, perché è stata prevista per i comuni terremotati di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, ma non per i comuni del cratere sismico del 2012 dell'Emilia-Romagna, della Lombardia e del Veneto. Una discriminazione che colpisce anche comuni la cui amministrazione è dello stesso segno politico del Governo Meloni. In realtà, lo scopo è quello di poter comunicare che i dati e riscontri oggettivi evidenzino una presunta inadeguatezza degli amministratori regionali nella ricostruzione post sisma. E su questo, lo voglio dire in maniera molto chiara, se è rimasto soltanto il 5 per cento dei fabbricati ancora da ricostruire, vuol dire che il 95 per cento è stato completato 11 anni dopo quel tragico evento: 18.000 abitazioni ripristinate, 28.000 persone rientrate, 570 scuole ricostruite o ripristinate, 353 chiese riaperte, per non parlare di tutto il settore produttivo. Stiamo parlando di questo e per un bieco intendimento propagandistico si rinuncia a sostenere lo sforzo di sindaci, cittadine e cittadini, che stanno finendo di completare la ricostruzione dei loro immobili e che hanno ancora bisogno di contare sullo sconto in fattura e sulla cessione del credito. I numeri parlano chiaro: per il 5 per cento sono già finanziati e autorizzati e ora rischiano di rimanere in mezzo al guado. E quindi non è stato possibile fare il completamento, non certo per mancanza di volontà - e lo dimostra l'operatività degli altri cantieri -, ma per una serie di congetture, tra le quali il forte rincaro dei materiali nel tempo, la crisi energetica e anche la prolungata fase pandemica. I conti complessivi per un intervento di sostegno sono stati fatti: ci dovrebbero impegnare circa 50 milioni, una cifra modesta rispetto agli 11 miliardi di danni provocati dal sisma. E quindi è uno schiaffo ulteriore e ingeneroso verso la comunità emiliano-romagnola. Però, i soldi, quando si vuole, si trovano, ad esempio, come i 2 milioni di euro regalati al Ministro Lollobrigida per allargare spudoratamente i suoi faraonici staff.
E allora, purtroppo, il Governo non sta facendo la sua parte nemmeno per l'alluvione di 10 mesi fa. Grandi passerelle, indossando stivali d'ordinanza, grandi parole sul fatto che sarebbero stati rimborsati tutti i danni, ma poi, alla fine, le cifre totali stanziate sono circa la metà del fabbisogno. E quindi tante mancate risposte che cadono ancora sulle teste di famiglie ed imprese che non possono attendere i balletti e i rimpalli del Governo.
Non ci si deve ormai meravigliare di nulla quando si parla delle decisioni del Governo. Ma avevamo una seppur flebile speranza che gli interessi generali, soprattutto di quella parte del territorio del Paese, potessero essere frutto di scelte condivise. Così non è stato e anche questa scelta accrescerà il palmarès delle vergogne, che segna la storia speriamo breve di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/87 Vaccari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/88 Morassut, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/89 Madia, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/90 Mancini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/91 della collega Quartapelle Procopio, che ha chiesto di parlare. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP). Presidente, sono molto stupita del parere espresso dal Governo, un parere contrario a questo ordine del giorno, che chiede la disponibilità del Governo a valutare e ad assicurare l'effettivo e integrale rifinanziamento delle misure che hanno a che fare con i progetti di rigenerazione urbana.
Ora, questo ordine del giorno, al netto del fatto che è pensato per i comuni e per gli enti esecutori di questi progetti, doveva servire al Governo. Il Governo ha rivisto il PNRR, ha definanziato alcuni progetti del PNRR, ha annunciato che troverà le risorse per i progetti definanziati nella revisione e, nel momento in cui dall'opposizione arriva un sostegno all'iniziativa del Governo dicendo: “impegniamoci tutti in un provvedimento successivo a trovare il miliardo e 300 milioni di euro che servono per questi progetti su cui il Governo si è impegnato a parole”, il Governo dice “no”.
Ora, non è che mi aspettassi chissà cosa, che la Sottosegretaria qui presente o che anche la Sottosegretaria Siracusano, che è stata qui fino a poche ore fa, tirassero fuori dalla loro borsa il miliardo e 300 milioni di euro, ma che si espresse un parere favorevole, magari con la riformulazione a “valutare l'opportunità di”. Invece, il Governo dice di “no” alla possibilità di trovare i soldi per assicurare l'effettivo e integrale rifinanziamento di questa misura. Francamente, sono davvero stupita. Sono davvero stupita e lo è, credo, tutto il nostro gruppo, perché questo Governo sta sostanzialmente togliendo fondi a progetti già previsti, già autorizzati e, in alcuni casi, in fase di esecuzione.
Ora, la Sottosegretaria, oltre a dare una risposta negativa sul parere a questo ordine del giorno, dovrebbe spiegare come quei comuni andranno avanti a mettere in atto quegli investimenti previsti e quel patto previsto con il Governo. Mi sembra ci sia davvero una scarsa assunzione di responsabilità rispetto ad obiettivi che non sono dell'opposizione ma sono obiettivi del Paese.
Ricordo a me stessa, al mio gruppo e poi magari anche ai partiti di maggioranza, che il PNRR non è una cosa voluta dalle sinistre, è una cosa che fa bene all'Italia e credo che ci debba essere l'impegno di tutti, a partire da chi ha l'onere e l'onore in questo momento di guidare il nostro Paese, di farlo accadere nel modo migliore possibile. Di fronte ad un ordine del giorno - che è totalmente innocuo su obiettivi che sono, credo, comuni tra maggioranza e opposizione, ossia favorire progetti di rigenerazione urbana con l'obiettivo di ridurre emarginazione e degrado sociale - il Governo dice no: “quei soldi noi non vogliamo assolutamente trovarli, perché quei progetti non ci interessano”. Francamente sono delusa e preoccupata e chiederei alla Sottosegretaria di rivedere il parere, magari riformulandolo in una forma più blanda, ma un parere secco negativo mi sembra di pessimo auspicio per tutti quegli enti locali che sono impegnati in questa importante missione di riduzione dell'emarginazione sociale e con l'obiettivo di favorire la rigenerazione urbana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Non vedo reazioni da parte del Governo e nessun altro chiede d'intervenire e pertanto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/91 Quartapelle Procopio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/92 De Micheli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/93 Zan.
Ha chiesto di parlare il deputato Zan. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sapete tutti o forse quasi tutti che la transizione ecologica e la transizione energetica sono uno dei pilastri del PNRR. Assicurare poi, tra l'altro (quello che chiede l'ordine del giorno), l'effettiva e l'integrale rifinanziamento di questa misura per una rete di trasporto a basso impatto ambientale è assolutamente necessario per aiutare a collegare questo Paese, che ha ancora enormi gap dal punto di vista infrastrutturale.
Il PNRR è una grande occasione, con il Next Generation EU, non dimentichiamolo, che guarda anche al futuro di questo Paese e alle nuove generazioni. Il problema è che voi state dicendo “no” - e al riguardo chiedo al Sottosegretario di rivedere il parere contrario - all'investimento della prima, della seconda e della terza linea di collegamento ad alta velocità con l'Europa del Nord, quella Verona-Brennero, più le opere di adduzione. Evidentemente, anche i colleghi della Lega, che probabilmente non sono così più affezionati al futuro del Nord, potrebbero intervenire nel darci una mano per sostenere questo ordine del giorno. E poi state dicendo “no” alla realizzazione di 15 chilometri di infrastruttura ferroviaria ad alta velocità per passeggeri e merci lungo la circonvallazione di Trento nella linea Verona-Brennero e a tutte le opere di adduzione.
Capite bene che, oltre a perdere i soldi del PNRR per le infrastrutture sociali e gli asili nido, state sistematicamente perdendo i soldi per le infrastrutture importanti e strategiche del nostro Paese, quelle che collegano il Nord del nostro Paese all'Europa, quelle che si affacciano sull'Europa, e la possibilità di consentire al nostro Paese di avere un futuro anche di scambio di merci a basso impatto ambientale, non su gomma, ma su rotaia: è un'occasione che veramente rischiamo di perdere per sempre. Allora, io chiedo un supplemento di riflessione su questa contrarietà assoluta ad un rifinanziamento che stato è previsto dalla Commissione europea.
Questo consentirebbe veramente di far fare un salto di qualità al nostro Paese, anche per quanto riguarda l'infrastrutturazione del nord Italia rispetto al resto dell'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/93 Zan, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/94 Braga.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA (PD-IDP). Grazie Presidente, devo dire che ho preso atto, con rammarico ma anche con un certo stupore, del parere contrario del Governo su questo ordine del giorno, che affronta uno dei punti più dannosi di questo decreto-legge, su cui si è discusso di più in Commissione, su cui le voci di contrarietà non sono venute solo dal dibattito parlamentare, dalle opposizioni, ma anche dalle istituzioni regionali, dalle regioni, e anche da governatori che appartengono alla maggioranza di questo Governo. Qui stiamo parlando di una misura che denota l'atteggiamento della destra e di questo Governo nel trattare il PNRR. Si è deciso di definanziare, di effettuare, tra i tanti tagli contenuti in questo decreto, un taglio significativo, importante di 1.200.000.000 euro che riguarda l'investimento sulle strutture sanitarie e, in particolare, sul finanziamento previsto dal PNRR per l'attuazione di quel programma “Ospedali sicuri”, che era un punto qualificante degli interventi contenuti nel PNRR.
Dicevo che su questa scelta, incomprensibile e decisa senza nessun confronto con le regioni, si sono pronunciati in maniera molto critica tutte le regioni. La Conferenza delle regioni, il presidente Fedriga ha scritto e inviato una lettera alla Presidenza del Consiglio e al Governo per chiedere la soppressione di questo comma 13 dell'articolo 1, non solo perché lesivo del principio di leale collaborazione tra lo Stato e le regioni, a proposito di autonomia differenziata, lo ricordo sempre: questo è l'approccio di questo Governo nel rapporto con le regioni, anche su materie che oggi sono già oggetto di intervento da parte delle regioni. Ma anche per altri motivi, ancora più consistenti e ancora più importanti, perché questo taglio va a compromettere una serie di programmazioni e di investimenti fatti sulla messa in sicurezza delle strutture sanitarie, che è fondamentale per tanti territori della nostra nazione. La proposta, la soluzione che è stata prospettata dal Governo è stata quello di raccontare che questo non è un taglio - ma basta guardare le tabelle dove questa somma viene di fatto spostata e cancellata dal finanziamento del Piano nazionale complementare - e dire che gli stessi investimenti verranno coperti con le risorse di un'altra legge, l'articolo 20 della legge n. 67 del 1988. Peccato che, come hanno fatto presente le regioni, le risorse previste e stanziate da questo articolo 20 sono già oggi oggetto di una programmazione anche abbastanza complessa e articolata, che coinvolge il rapporto tra le regioni e lo Stato, e quindi mettono in discussione, fanno saltare a cascata, altri investimenti altrettanto rilevanti e importanti.
Quindi, c'è un effetto sostitutivo che viene in qualche modo raccontato, che è inesistente, perché hanno già sviluppato su tante di queste risorse previste dall'articolo 20 progetti e programmazioni che vengono completamente interrotte e anche perché si depotenzia, in maniera evidente, uno degli obiettivi fondamentali. Garantire l'investimento nella sanità pubblica, nella messa in sicurezza delle strutture sanitarie. Lo voglio ricordare a tutti noi. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza si chiama così perché aveva un obiettivo fondamentale: rendere più solido e più pronto il nostro sistema Paese, anche il sistema sanitario, per fronteggiare e riprendersi dopo la prova terribile della pandemia. Invece voi, nella più grande operazione di rimozione storica, avete deciso di definanziare e di interrompere dei finanziamenti fondamentali, indebolendo ancora di più, ancora una volta, il nostro sistema sanitario nazionale, indebolendo proprio l'investimento sulla sanità territoriale, quella su cui ci sarebbe enormemente bisogno. Allora noi su questo stiamo facendo una battaglia come Partito Democratico e stiamo chiedendo da settimane di calendarizzare la nostra proposta di legge, a prima firma della nostra segretaria, per finanziare e potenziare il Servizio sanitario nazionale, per portare le risorse fino al 7,5 per cento del PIL, per cancellare il tetto di spesa del personale e intervenire sulle liste d'attesa, ma mai ci saremmo aspettati che nel riformulare e rimodulare le risorse del PNRR andavate a tagliare proprio quelle risorse fondamentali per sostenere e sviluppare la sanità. Allora, io vi chiedo - lo chiedo anche alla Sottosegretaria - di rivedere il parere, anche perché tutti noi - lo dico ai colleghi di maggioranza - abbiamo sentito le parole del Ministro Fitto, che ci è venuto a dire che il Governo aveva un'interlocuzione con le regioni per prevedere risorse che garantivano lo sviluppo di questi progetti.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
CHIARA BRAGA (PD-IDP). Il nostro ordine del giorno chiede questo. Il vostro voto contrario significa smentire le promesse false del Ministro Fitto e, ancora una volta, dare un colpo ai cittadini che chiedono semplicemente di potersi curare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/94 Braga, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/95 Amendola, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/96 Casu c'è parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo sullo stesso tema su cui abbiamo sentito pochi istanti fa la presidente del gruppo del Partito Democratico Chiara Braga. È un argomento, a nostro avviso, su cui è necessario qui in Aula che si faccia un confronto, ma un confronto deve avere due voci. Ci sono le nostre posizioni, le opposizioni che rappresentano una questione, ma noi vorremmo sentire la risposta del Governo, perché abbiamo ascoltato il Ministro Fitto replicare in conclusione della discussione generale e dire, con grande forza e con grande nettezza, che quei tagli che noi abbiamo individuato in questo decreto non sono tagli, che i tagli ai comuni in realtà saranno coperti in altra maniera e che i tagli a progetti come al progetto “Verso un ospedale sicuro e sostenibile” saranno coperti in altro modo con le regioni.
Allora, leggiamo l'impegnativa di questi ordini del giorno. Noi chiediamo di “intraprendere un confronto, coinvolgendo il Parlamento, finalizzato a ripristinare le risorse per tutti gli investimenti del programma denominato ‘Verso un ospedale sicuro e sostenibile' che l'applicazione delle disposizioni del decreto potrebbe far venir meno”. Io, da parlamentare eletto a Roma, l'ho presentato per il Lazio, il collega Amendola l'ha presentato per la Basilicata e altri colleghi l'hanno fatto per la loro regione.
Ma se è vero quello che ci è stato detto in Aula, se è vero che questo confronto può avere un unico esito, quello di dimostrare che 1,2 miliardi di euro di tagli alla sanità territoriale non ci sono ma sono coperti in altro modo, allora perché negarci l'opportunità di questo confronto? Perché negare la possibilità di mettere nero su bianco che i timori delle opposizioni, i timori delle regioni, anche guidate da rappresentanti delle destre, i timori dei comuni anche guidati da rappresentanti delle destre, i timori delle cittadine e dei cittadini sono timori mal riposti? Negare addirittura il confronto e di fronte ai nostri interventi per chiedere una risposta nemmeno rispondere a noi spaventa. A noi spaventa perché dà l'idea di aver perso il contatto con la realtà, perché basta mettere piede in una struttura sanitaria per capire che l'obiettivo di andare verso strutture sicure e sostenibili - ma io penso che valga per tutte le strutture della medicina territoriale - sia un'urgenza e un'emergenza nazionale e di fronte a questa emergenza ed emergenza nazionale non si può far finta che il tema non ci sia.
Tra l'altro, aggiungo che una delle critiche che ho sentito in quest'Aula rivolgere al Piano nazionale di ripresa e resilienza è stata: ma voi sulla sanità non avete messo abbastanza. Ma come? E allora quello che c'è sulla sanità, se veramente si doveva mettere di più, se forse è necessario mettere di più, noi, invece, andiamo a tagliare quello che c'è? Mi chiedo, poi, come fanno gli stessi esponenti di Governo a criticare chi - e invece di criticarlo lo dovrebbero ringraziare - era al Governo che ci ha consentito di ottenere le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, perché se non ci fossero state quella stagione di Governo, quelle istituzioni europee e quella risposta solidale adesso non parleremmo di tagli e proprio non parleremmo di nulla in quest'Aula. Da questo punto di vista se c'è una critica, se servono più risorse sulla sanità ben vengano, ma andare a tagliarle è veramente assurdo.
In conclusione di questo mio intervento temo che non ci sarà risposta nemmeno a questo appello, come ai nostri appelli, perché in realtà il modo migliore per negare la realtà è fare finta che non ci sia. Io voglio spendere alcune parole su questo tema, che si collega alla sanità e alla sanità territoriale così importante: “È tempo che la sanità pubblica torni a occuparsi del benessere del cittadino nella sua totalità, offrendo soluzioni di prossimità, in tempi ragionevoli, e di qualità. Bisogna superare l'emergenza pandemica avendo ben chiara l'importanza della sanità per la nostra Nazione, attraverso una nuova visione di benessere che derivi dalla prevenzione e da un efficiente sistema di cura territoriale e dall'attenzione a tutte le malattie”. Vedete, il voto contro i nostri ordini del giorno è un voto anche contro queste parole, ma queste parole non sono mie perché sono parole del programma “Pronti a risollevare l'Italia”, il programma con cui vi siete presentati agli elettori chiedendo una sanità al servizio della persona. Oggi di fronte alla nostra richiesta di essere voi coerenti con quegli impegni, che sono anche i nostri impegni e che dovrebbero essere gli impegni di tutti, voi non solo votate contro ma ci negate perfino la possibilità di avere un confronto…
PRESIDENTE. Concluda.
ANDREA CASU (PD-IDP). …che metta in chiaro come si intende garantire che questi progetti non vengano cancellati e che questi tagli non rendano ancora più insostenibile e insicura la sanità territoriale delle nostre città e delle nostre regioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/96 Casu, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1752-A/97 Mauri. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mauri. Ne ha facoltà.
MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io spendo solo qualche parola senza entrare nel merito, perché in realtà la mia capogruppo, l'onorevole Braga, e l'onorevole Casu hanno fatto molto bene nel raccontare le finalità degli ordini del giorno, al netto della declinazione territoriale che abbiamo voluto dare. Io, però, intervengo perché mi rendo conto che a volte alcuni ordini del giorno sembrano essere costruiti per avere un parere contrario, per farsi dire di no. Solo che questo non credo che ricada in questa tipologia, perché al contrario io non mi sarei stupito - diciamo così - se il Governo avesse dato un parere favorevole o magari anche una riformulazione - cosa che ci sta -, perché io faccio sinceramente fatica a capire quali sono i termini del cuore della questione che non sono condivisi dal Governo. Qui si dice: «(…) ripristinare le risorse per tutti gli investimenti del programma denominato “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”». Che cos'è che non viene compreso e condiviso? Verso? Ospedale? Sicuro o sostenibile? Perché se “verso” è un po' troppo - non lo so - potreste riformularlo con “il più in là possibile”. Io mi rendo conto che in termini di comprensione, visti anche alcuni interventi di prima dall'italiano un po' malfermo, possano non essere fino in fondo compresi, ma questo mi sembra particolarmente semplice.
Allora, io mi chiedo per quale ragione il Governo non debba magari riformulandolo, sto dicendo, o portando degli argomenti al limite - posso anche non aver compreso io fino in fondo la materia di cui trattiamo - darci, però, la disponibilità a ragionarne accantonandolo o spiegarci la ragione, altrimenti è difficile parlare di confronto parlamentare. Anche qui non so se non si comprende bene “confronto” o magari “parlamentare” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/97 Mauri, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/98 Fassino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/99 Lacarra. Ha chiesto di parlare il collega Lacarra. Ne ha facoltà.
MARCO LACARRA (PD-IDP). Signora Presidente, onorevoli colleghi, tra i tanti temi cui questo Governo non presta la minima attenzione quello che genera più preoccupazione e timori tra i cittadini è senza dubbio la sanità pubblica. Dopo i grandi progressi fatti durante e dopo la pandemia in termini di finanziamento pubblico per le strutture sanitarie e l'assunzione di nuovo personale, stiamo assistendo, ormai da un anno e mezzo, a una clamorosa marcia indietro su questi fronti. La legge di bilancio che avete presentato quest'anno ne è un esempio piuttosto eclatante. Al netto delle roboanti parole di soddisfazione del Ministro Schillaci, il comparto della sanità risulta fortemente definanziato. Le risorse previste per il sistema sanitario nazionale, infatti, sono sempre meno nei prossimi anni in rapporto al prodotto interno lordo. Una riduzione che riporta il nostro Paese agli ultimi posti in Europa per spesa pubblica dedicata alla sanità, come ha ricordato di recente anche la Corte dei conti, e che incrementa ancora di più il divario, già enorme, con i principali termini di raffronto, Germania e Francia.
Nel DEF appena presentato poi il quadro peggiora ulteriormente, come abbiamo denunciato nelle scorse settimane il passo indietro è evidente. Nel Documento, infatti, si certifica che per l'anno 2023 il rapporto spesa-prodotto interno lordo è sceso al 6,3 per cento, con 3,6 miliardi di euro in meno rispetto a quanto previsto dalla NADEF nel 2023. Una riduzione grave, signor Presidente, che ci ricorda di una promessa tradita, quella del mancato perfezionamento del rinnovo dei contratti del personale. Ed è un dato ancora più preoccupante se si paragona all'annualità 2022, quando la spesa sanitaria era fissata al 6,7 per cento del prodotto interno lordo.
Insomma, parliamo, checché ne dica il Ministro Schillaci, di un definanziamento netto della sanità pubblica, anche senza guardare all'inflazione e al minore potere d'acquisto degli italiani. Nel 2024 in rapporto con il prodotto interno lordo sembra risalire, seppur di un solo decimale, al 6,4 per cento, ma è un incremento assolutamente illusorio, perché grossa parte degli oltre 7 miliardi in più sono gli stessi soldi previsti per i citati rinnovi contrattuali. Insomma, nessun aumento della spesa effettiva, solo l'ennesimo gioco di prestigio.
Nel prossimo triennio, invece, le cose riescono addirittura a peggiorare. A fronte di una crescita media annua del prodotto interno lordo nominale del 3,1 per cento, il DEF 2024 stima al 2 per cento la crescita media annua della spesa sanitaria. Quindi il rapporto spesa sanitaria-prodotto interno lordo si riduce dal 6,4 per cento del 2024 al 6,3 nel 2025 e nel 2026, al 6,2 nel 2027, tornando pericolosamente al di sotto dei livelli pre-COVID. E a rincarare la dose rispetto a questa situazione c'è il taglio alla sanità che osserviamo in questo provvedimento, un taglio di 1,2 miliardi, che non è un'invenzione delle opposizioni, signora Presidente, ma che vi è stato rimproverato persino dai vostri stessi presidenti di regione. Risorse importanti che sarebbero dovute servire per tanti investimenti in sanità, tra cui il rinnovamento delle strutture, l'adeguamento sismico, la modernizzazione tecnologica dei nostri ospedali. Questa indifferenza rispetto alla sanità pubblica lascia onestamente basiti, soprattutto perché, come dimostrano gli ultimi report in tema, sempre più italiani rinunciano alle cure. Addirittura il 42 per cento delle persone con i redditi bassi è costretto a rimandare o a rinunciare all'assistenza perché non se la può permettere.
Un fatto assolutamente scandaloso per un Paese in cui quello alla salute è un diritto informato, secondo la Costituzione, ai principi di universalità, uguaglianza ed equità. Principi che state tradendo, evidentemente, come dimostrano ogni giorno i lunghissimi tempi di attesa per le visite, l'inaccettabile affollamento dei pronto soccorso, le perduranti disuguaglianze regionali e locali nell'offerta di prestazioni sanitarie, le continue migrazioni dal Sud al Nord, l'aumento costante del ricorso alla sanità privata.
Con quest'ordine del giorno, signora Presidente, chiediamo che il Governo smetta di fare scaricabarile e ascolti finalmente le regioni che materialmente sono chiamate ad affrontare i problemi della sanità e a doverne rispondere poi davanti ai cittadini.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA (ore 18,54)
MARCO LACARRA (PD-IDP). Per questo chiediamo di intraprendere un confronto con la regione Puglia e, al pari, con tutte le altre regioni affinché si provveda al ripristino delle risorse per tutti gli investimenti del programma “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”, che questo decreto sta facendo venire meno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/99 Lacarra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/100 Lai, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, lo sottoscrivo e vorrei fare la dichiarazione di voto. Questi ordini del giorno che abbiamo presentato, a cominciare da quello della nostra capogruppo, hanno poi una declinazione sulle diverse regioni. Ovviamente non è solo un intento banalmente ostruzionistico, ma c'è proprio l'idea che noi ci troviamo di fronte a una situazione fortemente diversificata del livello della quantità e della qualità dell'erogazione del Servizio sanitario nelle diverse regioni, fino al punto che qualcuno parla di 20 sistemi sanitari regionali, cosa che, come tutti noi ricordiamo, si era manifestata in maniera molto critica nella fase pandemica.
Quindi, in questo caso, il tema è quello di un confronto con la regione Sardegna, coinvolgendo il Parlamento, finalizzato a ripristinare le risorse per tutti gli investimenti del programma denominato “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”. Perché chiediamo questo? Intanto, vorrei sottolinearlo, non è una richiesta soltanto nostra, ma è una richiesta che arriva dalla Conferenza delle regioni. Le nostre preoccupazioni rispetto a questo, che è a tutti gli effetti un taglio netto, sono state condivise e formulate anche dalla Conferenza delle regioni.
La risposta è stata tranquillizzante. Peccato che, come ha rilevato la Corte dei conti, le fonti di finanziamento alternative non siano indicate, e stiamo parlando di una cifra assai significativa di 1,2 miliardi. Quindi, è una questione che necessiterebbe di maggiore attenzione da parte del Governo, ma soprattutto necessiterebbe di avere maggiori certezze sulle fonti di finanziamento alternative a quelle del PNRR che verrebbero definite dal Governo.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI (ore 18,57)
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Da questo punto di vista, quindi, il tema del rapporto con il sistema sanitario regionale, nel caso specifico con la regione Sardegna, per noi è assolutamente fondamentale.
Ricordo in chiusura, signora Presidente, che il lavoro che venne compiuto nella fase di elaborazione della prima stesura del PNRR aveva visto uno sforzo eccezionale, in qualche modo anche una forzatura, tra virgolette, rispetto alle indicazioni che arrivavano da Bruxelles e sul rapporto tra i diversi investimenti, e si era riusciti a ritagliare sulla sanità nazionale (quindi, interventi sulla salute, medicina territoriale e rinnovamento delle attrezzature) qualcosa come 16,5 miliardi. Una cifra che sta, viceversa, andando a diminuire.
Questo taglio di 1,2 miliardi va in questa direzione e l'altro, anche in relazione all'aumento dei costi, riguarda la diminuzione del numero delle case di comunità e degli ospedali di comunità che si andranno a realizzare, facendo venir meno quella rete di medicina territoriale che, a nostro giudizio, era e deve continuare a essere l'elemento di forte innovazione.
Insomma, crediamo che, da questo punto di vista, il Governo debba dare risposte più chiare e nette, lo ripeto, non solo a noi come opposizione, ma a cominciare proprio dalle regioni, indipendentemente dal colore politico di chi, in questo momento, le sta governando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/100 Lai, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/101 Provenzano: il parere del Governo è contrario. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/101 Provenzano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/102 Ferrari.
Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere di accantonare quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Bene, l'ordine del giorno n. 9/1752-A/102 Ferrari è accantonato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/103 Scarpa.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA (PD-IDP). Presidente, anche quest'ordine del giorno fa parte dei numerosi che abbiamo presentato per chiedere un coinvolgimento delle regioni nel capire come effettivamente recuperare e non rendere effettivo il taglio da 1,2 miliardi sul capitolo della salute all'interno del PNRR. Insomma, a proposito delle 145 misure che hanno subito modifiche, delle 10 misure che sono state definanziate, si è sempre detto, nella retorica del Ministro Fitto e del Governo Meloni, che questi soldi non sarebbero spariti, non si sarebbero persi, ma che all'interno di un apposito decreto, il decreto PNRR, si sarebbero reperite le risorse che sarebbero servite a garantirne la continuità attuativa. Ebbene, ora arriviamo a votare il decreto PNRR e, semplicemente, queste risorse dovranno essere pescate dal PNC e dall'FSC. Quindi, non da risorse stanziate appositamente per questo dall'Unione europea.
Ricordiamo, come hanno fatto tanti colleghi, che il PNRR nasce come strumento di mutualismo, di solidarietà europea per far fronte a una grande crisi, alla crisi della pandemia che ci ha messi tutti quanti in ginocchio di fronte a una grave situazione di crisi economica e che ha esposto tutte le fragilità del nostro Servizio sanitario nazionale, che si è rivelato nelle sue strutture vecchio e inadeguato, dove sono emerse le grandi carenze di personale, dove è emersa la situazione di estrema fatica che si vive tutti i giorni nei pronto soccorso.
Di fronte a questo, con in mano un fondo che serve proprio a colmare queste mancanze, la scelta del Governo è di utilizzare fondi che dovrebbero servire a tutt'altro per rifinanziare le missioni che taglia all'interno di questo Piano. Quindi, è sostanzialmente un taglio.
Io mi chiedo che messaggio sia questo rispetto ai cittadini italiani. Infatti, basta andare per strada, nei mercati e chiedere loro qual è il problema più forte nella quotidianità, perché tutti quanti rispondano la sanità, tutti quanti rispondano le liste d'attesa, tutti quanti rispondano la difficoltà che hanno a curarsi, magari, con delle prestazioni specifiche, perché devono ricorrere al privato e di conseguenza pagarle di tasca propria. Tutti quanti fanno riferimento alle grandi attese in pronto soccorso, alle difficoltà a mettersi in contatto con il proprio medico di medicina generale.
Di fronte a questa situazione, il Governo, da un lato, dice di aver fatto il più grande investimento di sempre in sanità, dicendo una verità a metà, perché si calcola non il valore assoluto dell'investimento, ma il rapporto con il PIL, e stiamo andando in diminuzione rispetto al periodo precedente alla pandemia, dall'altro, nel decreto PNRR si prevede un bel taglio nella sanità pubblica, in particolare nell'edilizia sanitaria e non mi sembra che nel nostro Paese brilliamo per sicurezza e sostenibilità delle strutture ospedaliere. È inspiegabile questa modalità di agire del Governo.
Questi ordini del giorno sono molto blandi, perché chiedono semplicemente che siano coinvolte le regioni, che nella Conferenza Stato-regioni hanno tutte segnalato forti difficoltà nel garantire la piena accessibilità e l'universalità delle cure nel nostro Paese. Quindi, ci sembra assurdo che tutti questi ordini del giorno vengano bocciati. Non troviamo un motivo per dire di no a un confronto che è evidente che sia necessario, perché rischiamo di andare a prendere queste risorse dai fondi che dovrebbero garantire la coesione.
In una cornice in cui stiamo accelerando sull'autonomia differenziata, probabilmente andando ad aggravare ancora di più la profonda situazione di divisione e disuguaglianza all'interno del nostro Paese, ci chiediamo onestamente quale sia il motivo. Chiediamo che il Governo torni indietro e dia alle regioni e al Parlamento la possibilità di confrontarsi sul tema della sanità, smettendola con i tagli, smettendola con le mezze verità e, quindi, con le mezze bugie, e cominciando ad affrontare seriamente i problemi degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/103 Scarpa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/104 De Maria.
Ha chiesto di parlare il collega De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo è uno degli ordini del giorno che abbiamo presentato in materia di sanità e, in particolare, rispetto al taglio di 1,2 miliardi dal programma che “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”. Ne hanno già parlato, in modo molto preciso, i colleghi che mi hanno preceduto, proprio ora il collega Fornaro e la collega Scarpa; alle considerazioni - che condivido - che hanno messo in campo, vorrei aggiungere e soprattutto sottolineare alcuni temi. Il primo è il seguente. Tra le tante priorità del Next Generation EU e del PNRR, inevitabilmente, c'è la sanità, anche perché il PNRR e, prima, il Next Generation EU nascono per contrastare le conseguenze della pandemia e nascono sull'esperienza della pandemia. Quindi, non a caso, pongono al centro l'obiettivo della sanità territoriale, della sanità di prossimità e la priorità di una sanità pubblica che garantisca a tutti il diritto alla salute, nella consapevolezza che il diritto alla salute del singolo rappresenta un elemento fondamentale anche del diritto alla salute di tutti, della collettività.
È stato detto che nel PNRR, non a caso, erano stanziati 16,5 miliardi di euro e queste risorse si cominciano a perdere; qui, parliamo di 1,2 miliardi del programma “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”, ma ci sono stati tagli anche alle case di comunità e agli ospedali di prossimità.
Accanto a questo, c'è un taglio reale alle risorse dedicate al Fondo sanitario nazionale, denunciato dall'insieme delle regioni. È noto che noi, come Partito Democratico, stiamo proponendo che il 7,5 per cento del PIL venga stabilmente destinato al Fondo sanitario nazionale, nella consapevolezza che il nostro Servizio sanitario nazionale è a una svolta.
Nessuno ufficialmente propone di superare il meccanismo, che esiste dal 1978, da quando era Ministra Tina Anselmi, che prevede la sanità universalistica garantita a tutti i cittadini, a prescindere dal censo. Ma è evidente che, se i servizi non arrivano dal Servizio sanitario nazionale, poi quella che è in atto, sostanzialmente, è una privatizzazione strisciante. Quindi, mettere in discussione anche queste risorse del PNRR è un grave errore, danneggia il Paese, danneggia i diritti dei cittadini, un diritto fondamentale di libertà, di democrazia e di coesione sociale, che è il diritto alla salute. Quindi, stiamo discutendo di una cosa di grande rilievo.
Il secondo punto che vorrei sottolineare - lo hanno fatto i colleghi, lo accennavo anche poco fa - è che, su questi temi, c'è un parere unanime della Conferenza Stato-regioni, regioni che, in grande maggioranza, sono governate da giunte di centrodestra, e il presidente della Conferenza è un presidente di centrodestra.
Le regioni hanno preso una posizione molto chiara non solo su questi elementi del PNRR, ma anche sul tema generale del finanziamento alla sanità. Quindi, a maggior ragione, trovo più grave che il Governo non intervenga.
Infine, anche per quest'ordine del giorno, vale un ragionamento che ho sentito prima dalla collega Quartapelle, visto che il parere è contrario. In quest'ordine del giorno - in questo caso, è riferito all'Emilia-Romagna, in altre occasioni lo abbiamo riferito ad altre regioni -, chiediamo che il Governo concerti con le regioni meccanismi certi di finanziamento degli 1,2 miliardi di euro che sono sottratti a interventi molto importanti che erano finanziati con il Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Il Governo ha parlato delle risorse nazionali per l'edilizia sanitaria, ma non c'è certezza di come quelle risorse saranno ripristinate. Quindi, chiediamo che si concerti, con i riferimenti naturali, che sono le regioni, anche per quella che è la normativa italiana in materia di governo della sanità, il modo in cui a quelle risorse sia data certezza.
Il parere negativo, sinceramente, impressiona molto, perché, se non si vuole neanche fare questo, si rende evidente che, in realtà, non c'è alcuna volontà di recuperare quelle risorse. Credo che questo sia particolarmente grave, però questa è una battaglia che continueremo, perché per noi difendere il diritto alla salute dei cittadini è, forse, la prima priorità per questo Paese, va messa in campo con la massima determinazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/104 De Maria, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/105 Bakkali.
Ha chiesto di parlare la collega Bakkali. Ne ha facoltà.
OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo è l'ordine del giorno n. 9/1752-A/105, lo possiamo chiamare “appello all'ascolto 105”, perché, di fatto, anche quest'ordine del giorno si aggiunge a quelli presentati, votati e bocciati presentati dai colleghi sul tema sanità.
Proprio mentre stiamo facendo questa discussione, è uscito, proprio in queste ore, il Rapporto sul benessere equo e sostenibile di Istat e ci dà alcuni dati, sempre in tema sanità: nel 2023, 4,5 milioni di cittadini e cittadine italiani hanno rinunciato a curarsi. Questo numero corrisponde al 7,6 per cento della popolazione e sta crescendo: era il 7 per cento nel 2022, era il 6,3 nel 2019.
Allora, guardando questi numeri, guardando questo trend e guardando il desolante dibattito, il non dibattito che stiamo avendo in quest'Aula questo pomeriggio, non si comprende quale sia la traiettoria, perché i numeri ci stanno dicendo che, per gli italiani e le italiane - vi invito ad approfondire i numeri, perché ci sono approfondimenti interessanti -, la prima ragione è rappresentata, ovviamente, dalle liste d'attesa, poi seguono le ragioni economiche, tutte ragioni che spingono le persone a non curarsi, a non fare prevenzione, a rimandare magari una visita, un consulto.
Quindi stiamo affermando, state affermando, che è normale così, che una parte importante della popolazione italiana non acceda a un diritto fondamentale sancito dalla nostra Costituzione, che è il diritto alla salute. Questo è il centocinquesimo ordine del giorno, ne abbiamo presentati a decine per rivolgervi un appello, per unire le nostre voci a quelle dei governatori, a quelle dei sindaci, degli amministratori, che vi chiedono un confronto, perché il taglio chiaro e lineare, che avete fatto sul fondo che serve per l'edilizia ospedaliera, per l'avanzamento tecnologico degli ospedali, ovviamente ridurrà ancora di più il divario sanitario, con l'impossibilità di accedere a questo diritto.
Quindi continuate su questa via, perché in questo provvedimento non avete raggiunto l'obiettivo, che era di colmare le risorse che avete definanziato, quindi quelle necessarie per dare continuità attuativa ai progetti che erano già stati pensati, avviati, che ci ponevano in quella traiettoria di crescita, di ripresa e di resilienza. E lo avete fatto toccando due strumenti fondamentali - l'FSC e il Fondo complementare nazionale - che dovevano accompagnare il Piano nazionale di ripresa e resilienza e dovevano farlo in due ambiti importanti: quello dell'accompagnamento, della complementarietà, cioè il PNC, e quello che serviva per colmare i divari, e parlo del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Divari territoriali che vediamo - lo diceva il collega Fornaro - affrontare, regione per regione, le questioni sanitarie di impossibilità di accesso al servizio, di capillarità dei servizi territoriali. Ogni territorio ha bisogni diversi e, per intercettare questi bisogni e anche per costruire proposte e soluzioni, come sempre, chi vuole fare buon governo deve confrontarsi con chi quei territori li amministra, con chi quei territori li governa. Non approvando questo ordine del giorno, che è l'ultimo della serie che riguarda questo specifico Fondo, dite di “no” al confronto con tutte le regioni, con tutti i territori sull'ambito più delicato - vi ripeto, il rapporto dà numeri preoccupanti -, che è quello sanitario e del diritto alla salute di italiani e di italiane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/105/Bakkali, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).
Ordine del giorno n. 9/1752-A/106 Stefanazzi.
Ha chiesto di parlare il collega Stefanazzi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. I dati sui divari Nord-Sud, che molte agenzie stanno analizzando in queste settimane, danno il senso di una pericolosa tendenza ad accentuare le differenze fra le due aree del Paese. Tutte le volte che l'economia del Paese rallenta o frena, l'effetto su una parte di questo Paese è evidentemente più che proporzionale. Siamo in una fase storica in cui l'economia del nostro Paese è in forte rallentamento o, addirittura, in frenata. Ci sono certamente motivazioni congiunturali, ma è anche vero che, dall'insediamento del Governo Meloni, questo Governo ha semplicemente deciso di smettere di spendere cifre consistenti, in un momento storico in cui, per un accidente della storia, si sono sommate varie fonti di finanziamento che, se spese, se utilizzate correttamente, potrebbero, invece, determinare un significativo aumento della capacità di crescita e di ripresa del nostro Paese.
Il Governo ha iniziato impegnandosi in questa caotica e confusa attività di riorganizzazione del PNRR di fatto determinando un rallentamento della spesa - i dati sono impietosi e sono sotto gli occhi di tutti - poi ha proseguito con il Fondo per lo sviluppo e la coesione. Per la maggior parte di questi fondi le regioni che devono ottenerli sono chiaramente al palo, in attesa di negoziare gli accordi di coesione.
Il Governo ha poi ha proseguito con la ZES. Il Governo Meloni è passato con la ruspa su un sistema che finalmente aveva iniziato a dare i suoi frutti, a funzionare, e ha deciso di creare un sistema che, come è noto a qualunque imprenditore meridionale, non sta funzionando; è tutto bloccato, non ci sono provvedimenti autorizzativi e, quindi, incentivi di alcun tipo che vengono adottati dalla struttura di missione creata a Roma,
Nel muoversi in questa direzione, è evidente che il Governo abbia un sottinteso, un programma molto chiaro che è quello di determinare un commissariamento del Mezzogiorno, sul presupposto che evidentemente il Mezzogiorno non è in grado di autodeterminarsi sotto il profilo della programmazione della spesa.
In particolare, con riguardo alla ZES, il Ministro Fitto ci ha detto in Aula che quel modello, quella struttura di funzionamento non aveva ragione d'essere e non avrebbe prodotto risultati. Peccato che lo stesso Ministro Fitto abbia dato vita alle Zone logistiche semplificate, che sono l'omologo delle ZES, ma valgono per le regioni del Nord; come è noto, sono zone che servono a sostenere in ambiti molto limitati, con una logistica portuale, lo sviluppo di alcune aree, esattamente quello che era il progetto originario delle ZES; con l'unica differenza che, mentre per le ZES meridionali il Ministro e il Governo Meloni hanno ritenuto opportuno operare un generale commissariamento e creare a Roma una struttura di missione che sovrintenda le ZES meridionali, nel caso delle ZLS, come era per le ZES prima versione, sono le regioni ad autodeterminarsi e a definire in che modo e attraverso quali strumenti governarle.
Quindi delle due, l'una: o il Ministro Fitto si è sbagliato e si è confuso rispetto al processo che l'ha portato a dare vita alle ZLS oppure ha semplicemente reso chiaro, ha conclamato un concetto, un principio in virtù del quale una parte di questo Paese viene considerata libera di potersi autodeterminare e di correre, e rispetto a ciò probabilmente verrà fatto un regalo dell'autonomia, mentre un'altra invece disperatamente e inesorabilmente è destinata a non svilupparsi e quelle poche chance di sviluppo ha sono rimesse alla bontà del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/106 Stefanazzi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/107 Merola.
Ha chiesto di parlare il collega Merola. Ne ha facoltà.
VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Come sappiamo, il Governo prevede che i diritti di opzione per l'acquisto dell'intera partecipazione azionaria detenuta dallo Stato nella società in house PagoPA, piattaforma digitale importantissima, siano attribuiti in modo maggioritario all'Istituto poligrafico dello Stato e, in misura minoritaria, a Poste Italiane. Questa volontà si inserisce in un contesto, che il Governo prevede, di attuazione di un'ampia privatizzazione di Poste italiane attraverso l'alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal Ministero dell'Economia.
Il gruppo del Partito Democratico si è già opposto con nettezza a questa proposta del Governo e in particolare alle sue modalità.
Infatti, dismettere quote azionarie dal Ministero dell'Economia e, insieme, prevedere l'acquisizione da parte di Poste Italiane del 49 per cento della quota capitale di PagoPA significa utilizzare le più importanti aziende di servizio come fonte di finanziamento senza strategia, compromettendo il ruolo pubblico di queste partecipate.
Questo giudizio è stato confermato, purtroppo, in sede di audizione, in particolare, per i rilievi avanzati dall'Antitrust. Nello specifico, infatti, il Governo vuole procedere, senza procedure concorsuali, senza un'asta, senza una selezione pubblica, ma assegnando direttamente partecipazioni azionarie, con effetti negativi ovviamente in termini di concorrenza e discriminatori rispetto ad altri soggetti privati, quindi, senza verificare maggiori possibili risultati positivi di questa operazione, senza il rispetto sostanziale delle regole di mercato, e senza un'adeguata valutazione della necessità di protezione dei dati sensibili - questo è un tema importante -, oggi assicurata dalla neutralità di PagoPA, rispetto all'utilizzo di questi dati.
Infatti, PagoPA si è dimostrata in questo senso una garanzia per i cittadini, nonché un modello per la transizione digitale del settore pubblico. È per questo che, in considerazione dei danni possibili per il Paese da questa privatizzazione delle Poste e da questa cessione di PagoPA senza paracadute, ai fini solo della liquidità, senza prospettive, che, con quest'ordine del giorno, impegniamo a scongiurare la cessione prevista con queste modalità, nel rispetto, una volta tanto, da parte di un Governo statalista, delle regole del mercato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/107 Merola, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/108 Roggiani.
Ha chiesto di parlare la deputata Roggiani. Ne ha facoltà.
SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Quest'ordine del giorno riguarda Pago PA su cui è già intervenuto precedentemente il mio collega Merola. Però, credo sia opportuno, qui, con la presenza del Governo, provare a dare un quadro. Infatti, credo che non possiamo parlare di PagoPA, che pure, anche da solo, sarebbe un problema per come è affrontato nel decreto PNRR, senza parlare di Poste. Oggi, la compresenza di due scelte del Governo - che tra l'altro sono unite da una stessa linea rossa, che è quella di dismettere le grandi partecipazioni statali, anche quelle che sono di valore, che sono importanti, come Poste e PagoPA, sostanzialmente per fare cassa, senza ridurre davvero il nostro debito e questo è emerso con chiarezza nel corso delle audizioni che abbiamo fatto con il Ministro Giorgetti - credo ci dia il metro di quanto questo Governo abbia deciso di procedere un po' per tentativi ed errori (peccato che poi questi errori non siano facilmente rientrabili), dismettendo alcune partecipazioni importanti.
Parlo prima di Poste, perché, come dicevo, le due cose sono molto unite. Da che la Premier Meloni diceva “mai noi toccheremo e dismetteremo Poste Italiane, non potrà mai succedere”, siamo arrivati, prima, al Ministro Urso che ci dice che non scenderemo mai sotto il 51 per cento e poi alla verità dei fatti; la verità dei fatti è che andrete a dismettere Poste, tra l'altro, senza neanche averne un ricavo. Non siamo riusciti ad ottenere nemmeno una relazione tecnica che ci desse dati precisi, numerici ed economici che, in qualche modo, ci dicessero che questa è una scelta giusta, per quanto non la condividiamo politicamente; nemmeno quello. E non solo. A questa scelta di Poste, si unisce la scelta su PagoPA, che, ad oggi, è totalmente pubblica. Ma non è solo una questione di essere pubblica: PagoPA è uno strumento che oggi detiene moltissimi dati sensibili.
Voi andate a fare due cose: da un lato, cedete al Poligrafico, alla Zecca, che non ha alcuna competenza in merito alla gestione dei dati, in merito alla gestione di transazioni e, quindi, decidete di togliere un pezzo di transizione digitale, rispetto a cui questo Stato, l'Italia, dovrebbe essere protagonista; e il PNRR questo ci chiede, di essere protagonisti, non solo nella transizione ecologica, ma anche nella transizione digitale. Voi questa transizione digitale decidete, attraverso PagoPA che oggi è un fiore all'occhiello, di cederla, di darla a qualcun altro, e come? Neanche facendo una gara.
Sinceramente, in un Paese che vuole essere europeo, io credo che l'idea di non fare neanche una gara e di cederla un po'alla Zecca, che non si capisce quali competenze abbia, e un po' a Poste, nel momento in cui andate a privatizzare Poste, non mi sembra una scelta né lungimirante, né che garantisce le italiane e gli italiani, che hanno imparato a utilizzare questo strumento e lo stanno utilizzando sempre di più. È uno strumento che contiene tantissimi dati sensibili e oggi noi ci domandiamo: esattamente questi dati dove finiranno, come verranno trattati?
Questa cosa non ve la dice solo il Partito Democratico, basta guardare e ascoltare le audizioni che facciamo qui, le audizioni che abbiamo fatto su Poste, ma anche le audizioni che abbiamo fatto su PagoPA. L'Antitrust ha evidenziato come le procedure che voi avete scelto rispetto a PagoPA non siano adatte e creino dei problemi. Allora, se non volete ascoltare il Partito Democratico, almeno ascoltate l'Antitrust. Invece, no, continuate a fare due scelte che, come dicevo, purtroppo si saldano verso una visione del Paese che non vuole essere protagonista delle grandi transizioni, ma che vuole fare cassa senza alcuna visione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/108 Roggiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/109 Di Sanzo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/110 Graziano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1752-A/111 Peluffo.
Ha chiesto di intervenire l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Grazie, Presidente, mi può ricordare il parere che ha dato il Governo?
PRESIDENTE. Il parere è contrario.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Devo dire che non mi stupisce, anche perché l'ordine del giorno riguarda il rinnovo delle concessioni idroelettriche, che è stato oggetto di emendamenti che abbiamo presentato a questo provvedimento, così come di altri provvedimenti, a partire dal decreto-legge Sicurezza energetica, così definito.
Presidente, voglio ricordare che del tema così delicato e attuale si è occupata l'Aula, anche durante il question time dove è venuto a rispondere il Ministro Pichetto Fratin. Voglio ricordare all'Aula che l'idroelettrico è la principale delle fonti rinnovabili, visto che concorre con il 41 per cento della produzione da energie rinnovabili, con quasi 4.300 impianti, che ogni anno producono 46 terawatt/ora. Una risorsa energetica che impiega quasi 15.300 addetti e che – questo è il punto - necessita di costante manutenzione e investimenti. Del resto, sono state più volte segnalate anche le capacità non sfruttate del comparto.
Se guardiamo alla potenza lorda degli impianti idroelettrici operativi questa, dal 1963 a oggi, è più che raddoppiata. Eppure, la produzione idroelettrica si è mantenuta sostanzialmente costante, quindi, questo è un segno evidente della carenza degli investimenti nel settore, che ne penalizza la produzione. Del resto, le 532 dighe maggiori, tra cui 309 a prevalente uso idroelettrico, che sono gestite da un complesso di concessionari (sono 28 i concessionari), hanno, in media, addirittura 80 anni: questo è l'arco di vita di questi impianti. Per rimetterle a nuovo, per dotarle delle tecnologie evolute necessarie, non solo per la manutenzione ordinaria e straordinaria, ma anche per far fronte agli effetti dei cambiamenti climatici, pensiamo anche solo agli eventi siccitosi delle ultime due estati, che hanno riguardato una regione come la Lombardia, questo studio di Ambrosetti e A2A indica come servano 48 miliardi di investimenti, in 10 anni, nel settore.
Per quanto riguarda il quadro normativo, Presidente, è utile ricordare che nel 2021 c'è stata l'archiviazione della procedura di infrazione, che era stata avviata dalla Commissione nei riguardi del nostro Paese, così come di altri Paesi membri, in relazione alle modalità di affidamento, senza gara, delle grandi concessioni idroelettriche e veniva contestato il meccanismo del rinnovo automatico. Tra le ragioni dell'archiviazione, la Commissione ha preso atto, attraverso il lavoro analitico svolto, che sostanzialmente rileva la mancanza di un interesse economico realizzare nuovi impianti, anche in ragione degli investimenti necessari per adempiere agli obblighi ambientali …Ho già esaurito il mio tempo, Presidente?
PRESIDENTE. Ha un minuto, collega.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Non sono 10 minuti?
PRESIDENTE. Ha un minuto.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Ho un minuto soltanto. Posso intervenire su un altro …
PRESIDENTE. No, ha 5 minuti proprio in tutto.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Presidente, visto che mi è rimasto soltanto un minuto, spero di aver messo a sufficienza in evidenza che il tema riguarda la necessità degli investimenti che invece rischiano di essere paralizzati. Quindi, l'urgenza è questa, non solo bisogna valorizzare le potenzialità dell'idroelettrico, ma bisogna soprattutto sbloccare gli investimenti.
Allora, per questo l'ordine del giorno impegna il Governo, con il primo provvedimento utile, visto che non l'ha fatto con questo provvedimento e con il decreto Sicurezza energetica, a prevedere che, per quanto riguarda questa disciplina, venga data la possibilità alle regioni di aggiungere alla normativa prevista anche la possibilità di assegnare le concessioni, a fronte di un piano di investimenti da parte del concessionario, che possa essere valutato anche da enti certificatori terzi, con il coinvolgimento dei territori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/111 Peluffo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1752-A/112 De Luca.
Ha chiesto di intervenire il deputato De Luca. Ne ha facoltà.
PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie Presidente, io chiedo di intervenire su questo ordine del giorno perché continuiamo a essere molto preoccupati per l'atteggiamento che il Governo ha, ormai, da quando si è insediato, quindi da più di un anno e mezzo, nei confronti di questo grande Piano, che doveva essere di rilancio e dovrebbe essere di resilienza, di ricostruzione del Paese. Innanzitutto, non possiamo non rilevare l'assenza del Ministro Fitto e sarebbe stato utile averlo qui, durante questo dibattito. È vero che avete deciso di comprimere il dibattito con la fiducia, ma gli ordini del giorno hanno un peso e un significato e il Ministro Fitto aveva il dovere di essere qui, ad ascoltare la discussione e il dibattito parlamentare, che è stato compresso dalla decisione di mettere, ancora una volta, la fiducia invece di discutere con il Parlamento e di confrontarsi con il Parlamento, perché stiamo facendo proposte, richieste e valutazioni, anche critiche, di merito, concrete e realistiche, alle quali voi avete il dovere di dare risposte; non al Partito Democratico, ma al Paese intero, che le aspetta e che si sente tradito e abbandonato da questo Governo, per come sta affrontando il tema della implementazione dell'attuazione del PNRR.
Voi avete votato, sin dal 15 luglio 2020, tutto il centrodestra unito, contro questo Piano nazionale, contro il mandato, allora al Governo Conte, a negoziare in Europa il Next Generation EU e un grande Piano di rilancio del Paese e questa vostra insofferenza nei confronti di un Piano messo in campo attraverso risorse europee, attraverso eurobond e titoli di debito comune trova riscontro nell'atteggiamento che avete assunto nei confronti degli investimenti di questo stesso Piano. Il Piano era volto innanzitutto a recuperare i divari e le diseguaglianze che esistono tra il Nord e il Sud del Paese, e il 40 per cento delle risorse è destinato a progetti territorializzabili da realizzare nel Mezzogiorno. Era rivolto, poi, a eliminare le diseguaglianze, i divari di genere e generazionali. Di tutto questo non c'è l'ombra di un provvedimento e di una misura che vada in questa direzione nel decreto in esame. Avete inserito di tutto in un ennesimo decreto omnibus, da norme completamente eterogenee quali l'accordo con l'Albania, norme pro-Brunetta, norme volte ad aumentare la dotazione del Ministero della Salute, del Ministero dell'Agricoltura e nulla per attuare e rafforzare l'implementazione dei progetti destinati a rafforzare i servizi ai cittadini e a recuperare i divari e le distanze nel Paese. Nulla di tutto questo!
Avete perso mesi a riformare la governance, ritardando l'attuazione dei programmi di investimento. Avete perso mesi a rimodulare il progetto, avete cambiato ben 144 progetti sui 349 esistenti e cosa è successo dopo la rimodulazione? Ci rendiamo conto oggi, finalmente, di qualche dato che emerge, nonostante il vostro tentativo, continuo, di camuffare e di nascondere i dati reali al Parlamento e, quindi, al Paese, dati che ancora oggi vi chiediamo di fornire in modo chiaro e netto, una volta per tutte. Sono stati tagliati 1,2 miliardi di investimenti per la sanità, mancano all'appello 500 progetti di case e ospedali di comunità, già finanziati, che voi avete fatto saltare, mancano all'appello 100.000 posti in asili nido, che avete cancellato e avete fatto saltare, mancano all'appello miliardi di euro di progetti destinati alla riqualificazione delle periferie, che avete spalmato in anni su fondi di bilancio, togliendoli ad altri progetti che erano già destinati a riqualificare i nostri territori.
Insomma, state cancellando il futuro dell'intero Paese - questa è la realtà - e i dati che emergono, quei pochi che emergono da questo provvedimento, lo confermano, purtroppo, ancora una volta, e non riuscite a smentirli.
Poi, cancellate le risorse del Fondo sviluppo e coesione, che continuate a non erogare a tutte le regioni che già sono pronte per sottoscrivere quell'accordo di coesione che avete chiesto e avete inserito nel decreto Sud, e state rallentando e danneggiando l'attuazione di questo Piano, che è diventato, come stiamo ricordando e sto ricordando da qualche giorno, il Piano nazionale non più di ripresa e resilienza, ma dei ritardi e dei rinvii. Per colpa vostra state negando al Paese una grande opportunità di futuro. Questo è il tema vero che noi vi poniamo e su cui vi chiediamo risposte.
Allora, con questo ordine del giorno noi chiediamo una cosa semplice: recuperare le risorse che avete tagliato a investimenti già programmati in scuole, asili, sanità, istruzione, servizi essenziali decisivi per il nostro Paese e per i nostri cittadini, essenziali in tutta Italia ed essenziali ancora di più nel Mezzogiorno, area del Paese che lei conosce molto bene e che ha bisogno dell'attuazione del Piano nazionale per gli investimenti e del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che voi state rallentando. Vi ricordo solo un dato: l'ultima rata, la quinta, è stata proposta alla Commissione europea, con un taglio di 7,5 miliardi di euro. Questo è quello che state portando avanti: tagli drammatici, sulla pelle degli italiani. Almeno risparmiateci i vostri toni di entusiasmo e di euforia quando parlate di questo Piano, perché anche le tensioni di questi giorni…
PRESIDENTE. Concluda.
PIERO DE LUCA (PD-IDP). …fra il Ministro Giorgetti e il Ministro Fitto evidenziano la grande tensione e le grandi criticità all'interno del Governo e che stanno pesando sul futuro del Paese come un macigno, per colpa vostra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/112 De Luca, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/113 Serracchiani il parere è favorevole con riformulazione. L'accoglie, collega Serracchiani?
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Vorrei chiedere alla Sottosegretaria se gentilmente può rileggere la riformulazione, perché era un po' complessa.
PRESIDENTE. Sottosegretaria, siamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/113 Serracchiani.
GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Rileggo la riformulazione: “nell'ambito delle sue proprie prerogative al fine del conseguimento degli obiettivi stabiliti dal PNRR nonché al fine di supportare la celere definizione dei procedimenti giudiziari per l'attuazione delle riforme, per l'abbattimento della recidiva e per la piena attuazione dei princìpi costituzionali, quale quello di cui all'articolo 27 della Costituzione, a garantire e implementare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, la funzionalità e l'organizzazione degli uffici e delle strutture di esecuzione penale esterna e per la messa alla prova, aumentando il personale e portando a termine i concorsi già banditi, ad agire assicurando la piena operatività degli uffici territoriali del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del Ministero della Giustizia aumentandone la dotazione organica, potenziando gli organici dei funzionari della professionalità giuridico-pedagogica, di servizio sociale, psicologi e di mediatore culturale, nonché degli altri profili professionali chiamati per rafforzare l'attività ordinaria dell'amministrazione della giustizia”.
PRESIDENTE. Onorevole Serracchiani, accetta la riformulazione?
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione per i motivi che vorrei spiegare. Intanto Sottosegretaria - e lo dico ovviamente per suo tramite al Governo e, in particolare, al Ministro della Giustizia - vorrei ricordare che proprio il Piano nazionale di ripresa e resilienza vedeva la giustizia come il secondo pilastro e oltre 3 miliardi di euro erano destinati al tema della giustizia per superare la lentezza dei processi e arrivare a una ragionevole durata, ridurre, quindi, la durata dei processi e ovviamente anche abbattere l'arretrato.
Ora si stanno riformando le riforme che avevano decisamente portato a un abbattimento dell'arretrato e anche a un'accelerazione dei processi; e questo non lo dice il Partito Democratico, ma basta entrare nel sito del Ministero della Giustizia per vedere il monitoraggio che, appunto, ci dice che in tutte le corti d'appello italiane questo abbattimento e questa accelerazione sono presenti. Non solo, quindi, state riformando le riforme, ma state facendo anche passi indietro importanti. Penso, ad esempio, all'entrata in vigore della prescrizione, di cui, in realtà, si sono perse le tracce, però qualora dovesse entrare in vigore scopriremmo che questo porterebbe, già essa stessa, al rallentamento dell'accelerazione che invece era stata ottenuta attraverso la riorganizzazione degli uffici.
Il Governo, quindi, mi chiede di accettare una riformulazione nella quale non si mettono risorse, nonostante siano state liberate risorse proprio dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per rimpolpare gli uffici giudiziari, non soltanto dei magistrati ma di quel personale amministrativo, ahimè, mancante. Vorrei ricordare a questo proposito che, ad esempio, solo dei dirigenti della giustizia ne manca il 52 per cento, ben sopra la metà, e che quando mancano i dirigenti della giustizia spesso si nominano dei magistrati, togliendoli alle funzioni primarie che dovrebbero assolvere, proprio per consentire loro di organizzare gli uffici.
Sottosegretaria, la parte che manca - lo dico, quindi, al Governo e in particolare al Ministro della Giustizia, dato che è una parte lunga quella che viene tolta dalla sua riformulazione - è la parte che, ad esempio, chiede di poter avere certezza sulla posizione dei lavoratori e delle lavoratrici dell'ufficio per il processo, sui quali, purtroppo, questo Governo ha speso tante parole, evidentemente a vuoto, promettendo la stabilizzazione, promettendo a queste persone, estremamente formate, di continuare ad aiutare gli uffici giudiziari, cosa che stanno facendo a tutti i livelli, per consentire e aiutare questa accelerazione e anche sostituire, per certi versi, proprio quel personale amministrativo mancante, e non solo.
Ebbene, si tratta proprio di quella parte, rispetto alla quale chiediamo, una volta per tutte, di sapere che fine faranno queste persone, questi lavoratori e queste lavoratrici, non solo quelli che sono già stati immessi all'interno degli uffici, ma anche quelle migliaia che mancano all'appello perché, poi, alla fine, non si è andati avanti con le assunzioni per l'ufficio per il processo. Gli si è promesso di essere comunque tenuti, diciamo così, in considerazione fino al termine del Piano nazionale di ripresa resilienza, cioè nel 2026. Non si è dato loro certezze, né si è stabilito in quale forma garantire loro una stabilizzazione. Sottosegretario, e lo dico in particolare al Ministro della Giustizia, si tratta di lavoratori e lavoratrici che in questo momento stanno tenendo in piedi, insieme ai magistrati, insieme ai lavoratori e alle lavoratrici dell'amministrazione giudiziaria, insieme a tutti gli operatori del sistema penale, la giustizia italiana. Vorrei anche ricordare, però, che con la nostra richiesta si chiedeva di poter aumentare il personale, non solo i magistrati, ma i magistrati e il personale dell'esecuzione penale esterna, perché, purtroppo, in questo momento l'unico strumento che abbiamo per superare il sovraffollamento delle carceri è di intervenire, rispetto ad una situazione devastante delle carceri italiane, accelerando i processi legati alle azioni e alle decisioni che devono essere prese dalla magistratura di sorveglianza. Ebbene, neppure questo volete farlo, per questi motivi e per tutti i motivi che ho ricordato non accettiamo questa riformulazione, insistiamo, invece, perché tutto questo possa essere realizzato e, mi permetta Sottosegretaria, non ad invarianza della spesa per il bilancio dello Stato, ma mettendoci quelle risorse che sono necessarie perché questo pilastro, il secondo pilastro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sia una grande opportunità per la giustizia e il Paese e non invece una terribile occasione persa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/113 Serracchiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/114 D'Alfonso. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Semplicemente per chiedere la cortesia alla Sottosegretaria di valutare un accantonamento, perché quella posta dal collega D'Alfonso mi sembra una questione assolutamente scevra da posizioni ideologiche, ed è quella di prevedere la possibilità per gli enti locali di adottare procedure semplificate e rapide di assegnazione di incarichi di responsabile unico del procedimento. Il RUP è uno di quei nodi che ha provocato molti rallentamenti, perché c'è una difficoltà, che è da tutti conosciuta, rispetto all'andata in pensione negli ultimi anni di buona parte del personale tecnico degli uffici comunali e la difficoltà della loro sostituzione. Quindi, chiedevo se era possibile un accantonamento per una riflessione ulteriore.
PRESIDENTE. Va bene l'accantonamento, Sottosegretaria? Mi fa cenno di sì, quindi l'ordine del giorno n. 9/1752-A/114 D'Alfonso è accantonato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/115 Di Biase sul quale il parere del Governo è contrario. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/115 Di Biase, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/116 Laus sul quale il parere del Governo è contrario. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/116 Laus, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/117 Scotto. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente, Meraviglia il parere contrario a questo ordine del giorno perché, praticamente, è in sintonia con quello che ci ha promesso la Ministra Calderone durante la discussione in Commissione per quanto riguarda la patente a punti.
Noi abbiamo lamentato due cose: in primo luogo, che la patente che abbiamo votato è una delega in bianco al Governo, perché gli elementi essenziali di come funzionerà il meccanismo dei crediti non sono definiti in questo decreto-legge, ma verranno definiti in seguito; in secondo luogo, che l'estensione dell'applicazione della patente non è prevista per tutti gli altri settori diversi dall'edilizia. La Ministra ci ha detto che questi processi verranno fatti con un confronto costante con le parti sociali e anche con il Parlamento.
Vi chiediamo soltanto questo: che si apra un confronto con le parti sociali per decidere dei tempi, che possono essere brevi o lunghi, e prevedere un monitoraggio, che so, per estendere progressivamente - sulla base, magari, di indici di sinistrosità - questo meccanismo che è stato introdotto, anche agli altri settori. È esattamente quello che la Ministra ha detto che farà. Quindi non so se la Sottosegretaria vuole prendersi una pausa per riproporre questo tema, altrimenti prenderemo la bocciatura senza capirla.
PRESIDENTE. Non vedo reazioni da parte del Governo, dunque passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/117 Scotto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).
Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/118 Gribaudo il parere è contrario. Ha chiesto di parlare la collega Gribaudo. Ne ha facoltà.
CHIARA GRIBAUDO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Volevo proprio chiederle questo: il parere è contrario da parte del Governo. Io vorrei partire dall'impegno, non solo per chiedere l'attenzione dei colleghi in Aula, ma del Governo e, magari, come dire, far capire a chi ci segue, eventualmente, pazientemente da casa di che cosa stiamo parlando, di che cosa parla questo ordine del giorno e qual è l'impegno che, con quest'ordine del giorno, chiedevamo al Governo.
Lo leggo testualmente: “a prevedere, sin dai prossimi provvedimenti utili, le opportune misure per assicurare un significativo incremento del personale ispettivo dell'INL, in linea con le raccomandazioni dell'Unione europea”. Il Governo boccia questo ordine del giorno. In un Paese in cui ogni giorno ci sono 3 morti sul lavoro. Questo è il Piano integrato di attività e organizzazione 2024-2026 dell'Ispettorato nazionale del lavoro (INL), un'agenzia vidimata e controllata dal Ministero del Lavoro: a pagina 129 emerge chiaramente, come sappiamo, che - sia sul fronte della prevenzione dei morti sul lavoro e della formazione sulla sicurezza, sia in fase di verifica delle situazioni che riguardano le fragilità, per non dire le cose scorrette, che accadono in questo Paese tutti i giorni, sui luoghi di lavoro - il personale è totalmente scoperto. E questo rapporto ci ricorda anche - sottolineo - come invece siano assolutamente confermati, anzi, aumentati, i dirigenti di prima fascia, mentre invece non abbiamo dei posti per quel che riguarda l'aumento degli ispettori del lavoro, degli ispettori tecnici, dei funzionari, di elevate professionalità, statistici, informatici, amministrativi, anche del personale della giustizia, del personale ASL, assistenti, operatori. I gap riguardano tutte queste mansioni utili al controllo e alla verifica del territorio, per accompagnare gli investimenti, per accompagnare un lavoro di qualità e per evitare che in questo Paese aumentino gli infortuni. Gli elementi che questo documento ci consegna, invece, ci dicono che il personale non solo non aumenta, ma diminuisce. Ci sono dei gap che vanno dal 17 al 54 per cento di scopertura di organico. Allora, francamente, io non capisco come faccia il Governo - di fronte ai morti sul lavoro che crescono, di fronte agli infortuni che aumentano e alle tragedie che come sempre poi commemoriamo in quest'Aula, di fronte a tutto questo - a non voler nemmeno accogliere questo ordine del giorno, un ordine del giorno che ci dice tanto anche di come state impostando anche questo decreto. Avete inserito delle norme sulla sicurezza senza il dialogo con le parti sociali e senza affrontare un tema davvero importante e cruciale per i lavoratori e le lavoratrici di questo Paese.
Lo dico proprio perché oggi abbiamo avuto un'altra notizia, che la RAI chiude Il posto giusto, l'unico programma che, guarda un po', parlava di sicurezza sul lavoro. Siamo il Paese - ripeto - dei 3 morti al giorno sul lavoro, eppure, in questo Paese, non solo non si vogliono fare le norme a tutela del lavoro, dei lavoratori e delle lavoratrici, ma addirittura non si può parlare di questi argomenti. TeleMeloni è indegna e voi non meritate di governare questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista – Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) perché i morti sul lavoro devono essere non solo commemorati, ma onorati con investimenti in prevenzione, sicurezza e in controlli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente, per sottoscrivere questo ordine del giorno della collega Gribaudo, che parla di un tema molto importante, che dovrebbe tornare al centro del dibattito politico: quello della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Purtroppo questo Governo, e in particolare la Ministra Calderone, ha ben pensato di inserire una norma totalmente spot all'interno di questo PNRR, introducendo una patente a crediti che sarà totalmente inefficace, perché espressione di mera burocrazia, senza andare ad incidere in alcun modo sulla prevenzione nei luoghi di lavoro e la repressione degli illeciti.
Dico questo perché, Presidente, ogni provvedimento che è stato fatto da questa maggioranza dall'inizio di questa legislatura è un provvedimento che è avvenuto ad horas, quindi sempre e soltanto dopo una tragedia. Quando si è andati a ragionare su una normativa di prevenzione, come quella dell'insegnamento della cultura della sicurezza sul lavoro all'interno delle scuole, purtroppo non è stata messa una linea di finanziamento, non c'è stata una materia autonoma, bensì inserita all'interno dell'educazione civica, e questo è soltanto uno dei motivi per cui questo Governo non ragiona in modo concreto e vicino al mondo che produce e che lavora.
Un'altra questione: in questo ordine del giorno si parla di aumentare gli ispettori sul lavoro. Noi, quando eravamo al Governo, abbiamo predisposto il piano sulla base del quale poi sono state fatte le assunzioni, e evidentemente non sono comunque abbastanza. Ci chiede l'Europa un ispettore ogni 10.000 imprese, purtroppo in Italia abbiamo un ispettore ogni 38.000 imprese, quindi evidentemente serve maggiore controllo, per cui chiedo anche io al Governo di cambiare parere.
Un'altra questione da considerare è quella che, inserendo misure spot, come quella della patente a crediti all'interno del nostro ordinamento, senza avere una procura speciale contro gli infortuni sul lavoro che abbia pool di magistrati specializzati che possano andare velocemente a svolgere e chiudere le indagini, a predisporre i capi di imputazione, evidentemente spesso accade che i reati si prescrivano in questo Paese, lasciando le vittime e le loro famiglie senza giustizia.
Per cui inutili sono questi interventi, il Governo deve cambiare rotta rispetto agli infortuni sul lavoro, perché ciò che sta facendo non cambierà nulla. Tant'è vero che gli infortuni e le malattie professionali sono in aumento. Serve un cambio radicale di cultura nella concezione della salute e sicurezza sul lavoro e del lavoro in generale, perché, finché precarizzate e sottopagate i lavoratori, di certo non cambierà nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. L'onorevole Boldrini sottoscrive.
Ha chiesto di parlare il collega Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente, per sottoscrivere, a nome di tutto il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, e per dire che questo ordine del giorno della collega Gribaudo in realtà fa il paio con il nostro ordine del giorno che chiedeva un incremento del personale ispettivo delle ASL, questo invece del personale ispettivo dell'INL. È del tutto evidente che il parere contrario espresso dal Governo a questi due ordini del giorno disvela una volontà, che è quella di non intervenire nel rafforzamento degli strumenti di prevenzione che abbiamo in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, perché il primo strumento che abbiamo dal punto di vista della prevenzione, oltre, ovviamente, a intervenire sulle cause strutturali, come i tempi, i ritmi, gli orari di lavoro, l'anzianità dei lavoratori, è quello di rafforzare la prevenzione.
PRESIDENTE. L'onorevole Fornaro sottoscrive, a nome di tutto il gruppo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/118 Gribaudo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/119 Iacono.
Ha chiesto di parlare la collega Iacono. Ne ha facoltà.
GIOVANNA IACONO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Prendiamo atto del parere contrario a questo ordine del giorno, anche a questo ordine del giorno, ormai consapevoli del fatto che questo Governo sul tema della sicurezza sul lavoro la pensa diversamente da noi, su una di quelle questioni sociali che devono essere affrontate o dovrebbero essere affrontate in maniera incisiva. Un tema, questo, che sta assumendo connotati sempre più drammaticamente urgenti, soprattutto dopo le stragi più recenti, quella di Brandizzo, quella di Firenze e di Suviana, e alla luce anche dei dati che l'INAIL ha diffuso sui primi 2 mesi del 2024, nei quali si è registrato un aumento del 19 per cento delle morti rispetto all'analogo periodo dello scorso anno.
Un andamento allarmante che ci fa comprendere che c'è molto di preoccupante e anche di inaccettabile nella nostra organizzazione del lavoro, e che serve un'attività costante e rigorosa volta a individuare ogni soluzione che possa arginare questo fenomeno. Evidenziamo ancora una volta la necessità di uno straordinario investimento sul tema della sicurezza sul lavoro e per il potenziamento delle attività di prevenzione e di vigilanza su tutto il territorio nazionale che assicurino irrinunciabili effetti positivi sulla condizione di lavoro per migliaia di lavoratrici e di lavoratori.
Per questi motivi, con questo ordine del giorno abbiamo chiesto un impegno al Governo al fine di prevedere opportune misure volte ad assicurare un incremento del personale impegnato nelle attività di vigilanza e di prevenzione e nei servizi erogati per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro dai Dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie.
Bisogna procedere, dal nostro punto di vista, al potenziamento di queste attività e rafforzare i servizi erogati, derogando anche agli ordinari limiti assunzionali per il reclutamento straordinario e a tempo indeterminato di dirigenti medici, dirigenti delle professioni sanitarie, dirigenti ingegneri, psicologi, assistenti sanitari, ma soprattutto dei tecnici della prevenzione negli ambienti e nei luoghi di lavoro.
Un efficiente e efficace sistema di prevenzione e di controllo è elemento essenziale anche ai fini della diffusione della cultura della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro. Per questo riteniamo che siano necessari ormai interventi concreti per fermare la strage di lavoratori e di lavoratrici nel nostro Paese, ed è necessario affrontare strutturalmente la questione. Purtroppo, oggi, per l'ennesima volta, abbiamo perso un'altra occasione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/119 Iacono, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/120 Fornaro, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione: accoglie e chiede di votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/120 Fornaro, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 93).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/121 Cuperlo, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione: la accoglie, collega Cuperlo?
GIANNI CUPERLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. No, sinceramente non mi sembra una riformulazione accettabile, a parte che vengono espunte tutte le premesse. Per dare motivazione del non accoglimento di questa riformulazione, vorrei chiedere alla Sottosegretaria se ha la disponibilità di ascoltare una brevissima vicenda. Possiamo chiudere l'audio di quel telefonino, ti dispiace? Grazie. È la storia di un palazzo di otto piani, Sottosegretaria, si chiamava Plaza, stava a Dacca, la capitale del Bangladesh. I primi due piani di questo edificio ospitavano una banca e alcuni negozi, mentre dal terzo all'ottavo piano erano collocate fabbriche tessili, dove lavoravano quasi 5.000 operai. Il 23 aprile del 2013, il capo del servizio antincendio segnalò delle crepe con il pericolo di un cedimento dell'edificio. La banca e i negozi furono immediatamente evacuati, ma non la fabbrica, perché la proprietà minacciò gli operai che si fossero assentati di trattenere loro un mese di stipendio, uno stipendio mensile pari a 38 dollari, e così il giorno dopo, il 24 aprile, una maggioranza di quegli operai si ripresentò al lavoro, alcune ore prima che l'intero palazzo collassasse, seppellendoli.
Le operazioni di soccorso durarono più di 10 giorni e, alla fine, le vittime furono 1.134 e 2.515 i feriti. È stata, seppure misconosciuta, la più enorme strage di morti sul lavoro della storia umana ed è stata compiuta in nome del profitto e dell'assenza di controlli.
Tra pochi giorni sarà il 1° maggio e quest'ordine del giorno altro non faceva che impegnare il Governo a garantire norme certe, una disciplina unitaria, Sottosegretaria, in materia di sicurezza del lavoro. Nello specifico voleva dire e vuole dire scongiurare quella pratica disarticolata di controlli e prevenzione che la legge sull'autonomia differenziata potrebbe introdurre.
Ora, di fronte al numero delle vittime, che è stato appena ricordato dalla collega Gribaudo, le ultime omaggiate da quest'Aula soltanto pochi giorni fa, dinanzi alla carenza di personale qualificato, di ispettori in grado di sanzionare il mancato rispetto delle condizioni di sicurezza in migliaia di cantieri, capannoni e impianti, alimentare nuove disparità di regole e di principi a noi appare una scelta di totale - totale! - irresponsabilità.
Quel “valutare l'opportunità”, così la riformulazione del Governo di stamane, anziché l'impegno “ad adottare ogni misura”, come era scritto nella formula iniziale, somiglia molto, troppo, ad una giustificazione preventiva, me lo consenta, di una politica colpevole.
Per garantire la sicurezza e difendere la vita sui posti di lavoro non serve un minuto di silenzio dentro quest'Aula, la sola cosa che serve è quella volontà, quella coerenza, che purtroppo non state dimostrando, e questo, signora Sottosegretaria, per citare quel signore lì, è peggio di un crimine, è un errore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. L'onorevole Boldrini intende sottoscrivere l'ordine del giorno, così come l'onorevole Sarracino.
Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/121 Cuperlo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 94).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/122 Guerra: parere favorevole con riformulazione. Collega, accetta la riformulazione?
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Accetto e farei una dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Le dico subito quanto tempo ha, collega, scusi. Tecnicamente, qui dobbiamo recuperare… Intanto lei inizi… ha tre minuti e mezzo.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Pronti e via. Allora, accetto la riformulazione, perché il tema che affrontiamo in questo ordine del giorno è cruciale e ce lo dicono anche i fatti degli ultimi giorni, in particolare il sequestro disposto dal tribunale di Milano di 64 milioni a carico del marchio Carrefour. Gli stessi provvedimenti sono stati adottati in passato per analoghe fattispecie su molti dei colossi della logistica e su altri grandi player della grande distribuzione organizzata, ma varrebbe per tantissimi altri settori della nostra economia.
L'ordine del giorno affronta, di fatto, il tema del caporalato all'interno delle fabbriche e nei cantieri. Cosa succede?
Che la grande impresa, invece che assumere persone, affida l'assunzione delle persone non solo a false cooperative, ma anche a false imprese, e queste false imprese e false cooperative fanno intermediazione di manodopera, cioè, semplicemente, portano la gente dentro la fabbrica, dentro i cantieri e organizzano questo lavoro con metodi di caporalato. L'impresa grande ci guadagna perché li paga meno, ci guadagna perché non gli dà le tutele che dovrebbe dargli, ci guadagna fiscalmente perché acquista manodopera e, quindi, paga un servizio, fa finta di pagare l'IVA, l'impresa che dovrebbe riceverla, che è una falsa impresa, non la riceve, ma neppure la versa e, quando arriverà, come arriverà, la Guardia di finanza, non ci sarà già più, perché sono imprese, queste false imprese e false cooperative, che restano in vita pochi mesi, giusto per fare questo sporco servizio. E cosa fanno in più? Prelevano le ritenute e i contributi sulle paghe, scarse, che danno ai lavoratori, molto spesso immigrati, e non versano neppure quelle. È per questo che la Guardia di finanza - benedetta Guardia di finanza, che ringrazio - trova queste cose e continuamente si va in tribunale con queste vicende.
Vogliamo mettere fine, da subito, a questo problema, dicendo che quel tipo di appalto è finto perché, in realtà, è interposizione illecita di manodopera? Così come scriveva la legge Pastore del 1960 e così come, invece, è stata purtroppo modificata dal decreto di attuazione della legge Biagi, che permette di considerare vero appalto, e non appunto falsa interposizione di manodopera, semplicemente un'impresa che esercita il potere di organizzare e di dirigere i lavoratori per un'altra. È schiavismo, è schiavismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Quindi, ha accolto la riformulazione e ha chiesto di votare.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/122 Guerra, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 95).
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, giovedì 18 aprile, a partire dalle ore 9,30.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare il deputato Benzoni. Ne ha facoltà. Collega, compatibilmente con l'uscita di massa. Colleghi riuscite ad uscire in silenzio, così consentiamo al collega Benzoni fare il suo intervento? Prego, collega, proviamoci.
FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. A un mese dalle parole del Presidente Mattarella, che rivolgeva un appello anche alle forze politiche e a quest'Aula per intervenire rispetto all'emergenza carceri, i Garanti dei detenuti in tutta Italia stanno svolgendo un flash mob davanti ai tribunali delle città italiane per ricordare i morti suicidi in carcere. Non sforerò il tempo e spero di non farlo, nonostante siano tanti, ma mi allego al loro appello e al loro flash mob, leggendo tutti morti in carcere dal 1° di gennaio ad oggi: Matteo, 23 anni, morto il 6 gennaio ad Ancona Montacuto; Stefano, 26 anni, morto l'8 gennaio nella casa di reclusione di Padova; Alam, 40 anni, morto il 10 gennaio a Cuneo; Fabrizio, 59 anni, morto il 12 gennaio ad Agrigento; Mohmoud, 38 anni, morto il 15 gennaio a Napoli Poggioreale; Andrea, 33 anni, morto il 15 gennaio a Napoli Poggioreale; Luciano, 34 anni, morto il 22 gennaio a Napoli Poggioreale; Antonio, 57 anni, morto il 23 gennaio a Verona; Jeton, 34 anni, morto il 24 gennaio a Teramo; Ivano, 35 anni, morto il 25 gennaio a Foggia; Ahmed Adel, 34 anni, morto il 25 gennaio a Rossano Calabro; Michele, 66 anni, morto il 28 gennaio a Imperia; Sasha, 38 anni, morto il 3 febbraio a Verona; Carmine, 58 anni, morto il 3 febbraio a Carinola; Sylla, 22 anni, morto il 4 febbraio al CPR di Roma Ponte Galeria; Amiso, 28 anni morto, l'8 febbraio a Genova Marassi; Parwinder, 36 anni, morto il 10 febbraio a Latina; un altro di 46 anni, morto l'11 febbraio a Terni; Rocco, 64 anni, morto il 13 febbraio a Pisa; Matteo, 49 anni, morto il 14 febbraio a Lecce; un altro, di 45 anni, è morto l'11 febbraio a Terni; Matteo, 49 anni, è morto il 14 febbraio a Lecce; un altro, di 45 anni, è morto il 26 febbraio a Prato; Jordan, 27 anni, è morto il 12 marzo a Pavia; Patrick, 20 anni, è morto il 13 marzo a Teramo; Andrea, 31 anni, è morto il 13 marzo a Napoli Secondigliano; Amin, 28 anni, è morto il 14 marzo a Parma; Alika, 55 anni, è morta il 21 marzo a Bologna; Alvaro Fabrizio, 31 anni, è morto il 24 marzo a Parma; un altro a 52 anni, è morto il 27 marzo a Sassari; Massimiliano, 32 anni, è morto il 1° aprile a Cagliari; Karim, 37 anni ,è morto il 7 aprile a Vibo Valentia e Ahmed Fathy, 42 anni, è morto il 10 aprile a Pavia.
A loro si aggiungono - e ho chiuso - il poliziotto in servizio nel carcere di Bollate, che si è tolto la vita il 22 gennaio, il poliziotto di 57 anni che è morto a Cosenza il 27 febbraio, il poliziotto di 55 anni che è morto ad Ariano Irpino il 4 marzo e, per ultimo, il poliziotto di 58 anni scomparso da mesi e trovato suicida a Milano (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 18 aprile 2024 - Ore 9,30:
1. Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, recante ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). (C. 1752-A)
Relatori: OTTAVIANI, PELLA e TRANCASSINI.
La seduta termina alle 20,20.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 32 il deputato Cecchetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 33 il deputato Pellicini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 53 il deputato Furfaro ha segnalato che si è erroneamente astenuto, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nelle votazioni nn. 59, 60 e 92 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 61 e 93 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 61 il deputato Maschio ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 85 il deputato Deidda ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 95 il deputato Giordano ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | DDL 1752-A - ODG N. 4 | 232 | 232 | 0 | 117 | 231 | 1 | 91 | Appr. |
2 | Nominale | ODG 9/1752-A/9 | 236 | 236 | 0 | 119 | 100 | 136 | 89 | Resp. |
3 | Nominale | ODG 9/1752-A/16 | 242 | 241 | 1 | 121 | 98 | 143 | 86 | Resp. |
4 | Nominale | ODG 9/1752-A/18 | 241 | 240 | 1 | 121 | 12 | 228 | 86 | Resp. |
5 | Nominale | ODG 9/1752-A/19 | 244 | 242 | 2 | 122 | 99 | 143 | 86 | Resp. |
6 | Nominale | ODG 9/1752-A/24 | 246 | 245 | 1 | 123 | 245 | 0 | 86 | Appr. |
7 | Nominale | ODG 9/1752-A/28 | 251 | 251 | 0 | 126 | 106 | 145 | 85 | Resp. |
8 | Nominale | ODG 9/1752-A/29 | 248 | 247 | 1 | 124 | 105 | 142 | 85 | Resp. |
9 | Nominale | ODG 9/1752-A/30 | 246 | 244 | 2 | 123 | 104 | 140 | 85 | Resp. |
10 | Nominale | ODG 9/1752-A/31 | 250 | 248 | 2 | 125 | 105 | 143 | 85 | Resp. |
11 | Nominale | ODG 9/1752-A/32 | 250 | 249 | 1 | 125 | 103 | 146 | 84 | Resp. |
12 | Nominale | ODG 9/1752-A/33 | 252 | 246 | 6 | 124 | 94 | 152 | 84 | Resp. |
13 | Nominale | ODG 9/1752-A/34 | 250 | 248 | 2 | 125 | 104 | 144 | 84 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | ODG 9/1752-A/35 | 247 | 239 | 8 | 120 | 97 | 142 | 84 | Resp. |
15 | Nominale | ODG 9/1752-A/36 | 252 | 252 | 0 | 127 | 108 | 144 | 84 | Resp. |
16 | Nominale | ODG 9/1752-A/37 | 255 | 255 | 0 | 128 | 108 | 147 | 84 | Resp. |
17 | Nominale | ODG 9/1752-A/38 | 254 | 254 | 0 | 128 | 107 | 147 | 84 | Resp. |
18 | Nominale | ODG 9/1752-A/39 | 252 | 248 | 4 | 125 | 101 | 147 | 84 | Resp. |
19 | Nominale | ODG 9/1752-A/40 | 258 | 256 | 2 | 129 | 105 | 151 | 84 | Resp. |
20 | Nominale | ODG 9/1752-A/41 | 257 | 255 | 2 | 128 | 105 | 150 | 84 | Resp. |
21 | Nominale | ODG 9/1752-A/42 | 260 | 250 | 10 | 126 | 97 | 153 | 84 | Resp. |
22 | Nominale | ODG 9/1752-A/43 | 252 | 252 | 0 | 127 | 105 | 147 | 84 | Resp. |
23 | Nominale | ODG 9/1752-A/44 | 260 | 260 | 0 | 131 | 108 | 152 | 83 | Resp. |
24 | Nominale | ODG 9/1752-A/45 | 262 | 259 | 3 | 130 | 106 | 153 | 83 | Resp. |
25 | Nominale | ODG 9/1752-A/46 | 261 | 261 | 0 | 131 | 108 | 153 | 83 | Resp. |
26 | Nominale | ODG 9/1752-A/47 | 257 | 257 | 0 | 129 | 110 | 147 | 83 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | ODG 9/1752-A/48 RIF | 261 | 261 | 0 | 131 | 259 | 2 | 83 | Appr. |
28 | Nominale | ODG 9/1752-A/49 | 257 | 257 | 0 | 129 | 110 | 147 | 83 | Resp. |
29 | Nominale | ODG 9/1752-A/50 | 261 | 260 | 1 | 131 | 111 | 149 | 83 | Resp. |
30 | Nominale | ODG 9/1752-A/51 | 255 | 247 | 8 | 124 | 103 | 144 | 82 | Resp. |
31 | Nominale | ODG 9/1752-A/53 | 261 | 259 | 2 | 130 | 110 | 149 | 82 | Resp. |
32 | Nominale | ODG 9/1752-A/54 | 249 | 193 | 56 | 97 | 51 | 142 | 82 | Resp. |
33 | Nominale | ODG 9/1752-A/55 | 257 | 254 | 3 | 128 | 106 | 148 | 82 | Resp. |
34 | Nominale | ODG 9/1752-A/56 | 257 | 255 | 2 | 128 | 108 | 147 | 82 | Resp. |
35 | Nominale | ODG 9/1752-A/57 | 253 | 249 | 4 | 125 | 102 | 147 | 82 | Resp. |
36 | Nominale | ODG 9/1752-A/58 | 257 | 254 | 3 | 128 | 108 | 146 | 81 | Resp. |
37 | Nominale | ODG 9/1752-A/59 | 265 | 260 | 5 | 131 | 113 | 147 | 81 | Resp. |
38 | Nominale | ODG 9/1752-A/61 | 264 | 261 | 3 | 131 | 112 | 149 | 81 | Resp. |
39 | Nominale | ODG 9/1752-A/62 | 247 | 245 | 2 | 123 | 102 | 143 | 80 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nominale | ODG 9/1752-A/63 | 255 | 252 | 3 | 127 | 107 | 145 | 80 | Resp. |
41 | Nominale | ODG 9/1752-A/64 | 255 | 255 | 0 | 128 | 108 | 147 | 80 | Resp. |
42 | Nominale | ODG 9/1752-A/65 | 252 | 252 | 0 | 127 | 87 | 165 | 80 | Resp. |
43 | Nominale | ODG 9/1752-A/66 | 229 | 223 | 6 | 112 | 97 | 126 | 93 | Resp. |
44 | Nominale | ODG 9/1752-A/67 | 249 | 243 | 6 | 122 | 109 | 134 | 89 | Resp. |
45 | Nominale | ODG 9/1752-A/68 | 253 | 253 | 0 | 127 | 113 | 140 | 89 | Resp. |
46 | Nominale | ODG 9/1752-A/69 | 251 | 242 | 9 | 122 | 105 | 137 | 88 | Resp. |
47 | Nominale | ODG 9/1752-A/70 | 250 | 248 | 2 | 125 | 110 | 138 | 87 | Resp. |
48 | Nominale | ODG 9/1752-A/71 | 249 | 249 | 0 | 125 | 112 | 137 | 87 | Resp. |
49 | Nominale | ODG 9/1752-A/72 | 250 | 249 | 1 | 125 | 111 | 138 | 87 | Resp. |
50 | Nominale | ODG 9/1752-A/73 | 248 | 238 | 10 | 120 | 101 | 137 | 87 | Resp. |
51 | Nominale | ODG 9/1752-A/74 | 248 | 247 | 1 | 124 | 112 | 135 | 87 | Resp. |
52 | Nominale | ODG 9/1752-A/76 | 251 | 247 | 4 | 124 | 101 | 146 | 87 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nominale | ODG 9/1752-A/77 | 246 | 240 | 6 | 121 | 101 | 139 | 87 | Resp. |
54 | Nominale | ODG 9/1752-A/78 | 249 | 244 | 5 | 123 | 102 | 142 | 87 | Resp. |
55 | Nominale | ODG 9/1752-A/79 | 243 | 243 | 0 | 122 | 106 | 137 | 87 | Resp. |
56 | Nominale | ODG 9/1752-A/80 | 239 | 230 | 9 | 116 | 98 | 132 | 87 | Resp. |
57 | Nominale | ODG 9/1752-A/81 | 238 | 235 | 3 | 118 | 102 | 133 | 86 | Resp. |
58 | Nominale | ODG 9/1752-A/82 | 237 | 230 | 7 | 116 | 97 | 133 | 86 | Resp. |
59 | Nominale | ODG 9/1752-A/83 | 238 | 237 | 1 | 119 | 103 | 134 | 85 | Resp. |
60 | Nominale | ODG 9/1752-A/84 | 237 | 237 | 0 | 119 | 104 | 133 | 85 | Resp. |
61 | Nominale | ODG 9/1752-A/86 RIF | 243 | 242 | 1 | 122 | 233 | 9 | 85 | Appr. |
62 | Nominale | ODG 9/1752-A/87 | 240 | 237 | 3 | 119 | 103 | 134 | 85 | Resp. |
63 | Nominale | ODG 9/1752-A/88 | 241 | 238 | 3 | 120 | 103 | 135 | 85 | Resp. |
64 | Nominale | ODG 9/1752-A/89 | 240 | 237 | 3 | 119 | 102 | 135 | 85 | Resp. |
65 | Nominale | ODG 9/1752-A/90 | 239 | 237 | 2 | 119 | 101 | 136 | 85 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
66 | Nominale | ODG 9/1752-A/91 | 244 | 240 | 4 | 121 | 100 | 140 | 85 | Resp. |
67 | Nominale | ODG 9/1752-A/92 | 238 | 235 | 3 | 118 | 99 | 136 | 85 | Resp. |
68 | Nominale | ODG 9/1752-A/93 | 237 | 228 | 9 | 115 | 92 | 136 | 85 | Resp. |
69 | Nominale | ODG 9/1752-A/94 | 236 | 236 | 0 | 119 | 100 | 136 | 85 | Resp. |
70 | Nominale | ODG 9/1752-A/95 | 239 | 237 | 2 | 119 | 96 | 141 | 85 | Resp. |
71 | Nominale | ODG 9/1752-A/96 | 241 | 238 | 3 | 120 | 97 | 141 | 85 | Resp. |
72 | Nominale | ODG 9/1752-A/97 | 235 | 233 | 2 | 117 | 93 | 140 | 85 | Resp. |
73 | Nominale | ODG 9/1752-A/98 | 237 | 234 | 3 | 118 | 95 | 139 | 85 | Resp. |
74 | Nominale | ODG 9/1752-A/99 | 242 | 239 | 3 | 120 | 95 | 144 | 84 | Resp. |
75 | Nominale | ODG 9/1752-A/100 | 232 | 229 | 3 | 115 | 93 | 136 | 84 | Resp. |
76 | Nominale | ODG 9/1752-A/101 | 228 | 226 | 2 | 114 | 91 | 135 | 84 | Resp. |
77 | Nominale | ODG 9/1752-A/103 | 232 | 230 | 2 | 116 | 91 | 139 | 84 | Resp. |
78 | Nominale | ODG 9/1752-A/104 | 236 | 233 | 3 | 117 | 93 | 140 | 84 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
79 | Nominale | ODG 9/1752-A/105 | 224 | 220 | 4 | 111 | 85 | 135 | 84 | Resp. |
80 | Nominale | ODG 9/1752-A/106 | 226 | 223 | 3 | 112 | 89 | 134 | 83 | Resp. |
81 | Nominale | ODG 9/1752-A/107 | 225 | 222 | 3 | 112 | 90 | 132 | 83 | Resp. |
82 | Nominale | ODG 9/1752-A/108 | 225 | 222 | 3 | 112 | 89 | 133 | 83 | Resp. |
83 | Nominale | ODG 9/1752-A/109 | 226 | 226 | 0 | 114 | 95 | 131 | 83 | Resp. |
84 | Nominale | ODG 9/1752-A/110 | 223 | 220 | 3 | 111 | 91 | 129 | 83 | Resp. |
85 | Nominale | ODG 9/1752-A/111 | 232 | 222 | 10 | 112 | 52 | 170 | 83 | Resp. |
86 | Nominale | ODG 9/1752-A/112 | 234 | 231 | 3 | 116 | 90 | 141 | 83 | Resp. |
87 | Nominale | ODG 9/1752-A/113 | 232 | 231 | 1 | 116 | 91 | 140 | 83 | Resp. |
88 | Nominale | ODG 9/1752-A/115 | 228 | 225 | 3 | 113 | 87 | 138 | 83 | Resp. |
89 | Nominale | ODG 9/1752-A/116 | 227 | 224 | 3 | 113 | 87 | 137 | 83 | Resp. |
90 | Nominale | ODG 9/1752-A/117 | 231 | 229 | 2 | 115 | 89 | 140 | 83 | Resp. |
91 | Nominale | ODG 9/1752-A/118 | 221 | 218 | 3 | 110 | 83 | 135 | 83 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 95) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
92 | Nominale | ODG 9/1752-A/119 | 218 | 216 | 2 | 109 | 82 | 134 | 83 | Resp. |
93 | Nominale | ODG 9/1752-A/120 RIF | 220 | 219 | 1 | 110 | 215 | 4 | 83 | Appr. |
94 | Nominale | ODG 9/1752-A/121 | 216 | 216 | 0 | 109 | 83 | 133 | 83 | Resp. |
95 | Nominale | ODG 9/1752-A/122 RIF | 221 | 220 | 1 | 111 | 213 | 7 | 83 | Appr. |