XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 321 di martedì 9 luglio 2024
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FRANCESCO BATTISTONI , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 82, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Svolgimento di interrogazioni.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
(Elementi ed iniziative di competenza in relazione ad esternazioni di carattere estremista, diffuse anche sui social media, di un imam attivo presso un centro islamico di Bologna - n. 3-01259)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Kelany n. 3-01259 (Vedi l'allegato A). Il Sottosegretario di Stato per l'Interno, Nicola Molteni, ha facoltà di rispondere.
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Presidente, onorevoli deputati, va preliminarmente evidenziato che la Direzione centrale della Polizia di prevenzione del Dipartimento della pubblica sicurezza, per il tramite delle DIGOS diffuse sul territorio, avvalendosi del Comitato di analisi strategica antiterrorismo, è stabilmente impegnata nell'attività di prevenzione e contrasto dell'estremismo e del terrorismo di matrice internazionale.
La capillare attività info-investigativa condotta dalla citata Direzione e dalle predette DIGOS, tesa alla continua ricerca di elementi che possano essere sintomatici di un rischio per la sicurezza dello Stato, è stata ulteriormente incrementata a seguito degli attacchi terroristici del 7 ottobre 2023.
In tale contesto, si inseriscono gli approfondimenti condotti sul conto del cittadino pakistano Zulfiqar Khan, entrato in Italia nell'agosto del 1995 e attualmente titolare di un permesso di soggiorno di lungo periodo per motivi di lavoro autonomo. Il predetto risulta essere presidente dell'associazione culturale islamica “IQRAA” sita a Bologna e, nella veste di “esperto” dei precetti della religione islamica, partecipa a numerosi incontri, anche televisivi, dove non di rado ha esternato posizioni intransigenti riguardanti tematiche sull'Occidente, sull'omosessualità, sul ruolo della donna e, dopo gli attacchi del 7 ottobre, anche sul popolo palestinese e sul Governo israeliano, manifestando apprezzamento per le azioni condotte da Hamas.
Tali esternazioni, riportate anche sui profili social e web, hanno già formato oggetto di informativa all'autorità giudiziaria, volta a consentire a quest'ultima di effettuare le proprie valutazioni in ordine all'eventuale rilevanza penale dei contenuti espressi. Al di là del singolo caso di specie e per quanto specificatamente concerne la tutela dei possibili obiettivi israeliani presenti a Bologna, preciso che la sinagoga israelitica è soggetta a vigilanza fissa da parte del personale dell'Esercito, che ne attua altresì una dinamica dedicata nei confronti del Memoriale della Shoah, del Museo di cultura ebraica e del cimitero ebraico. L'attività in questione è integrata dalle pattuglie delle Forze di polizia durante il servizio di controllo del territorio e dalla locale DIGOS, che si occupano, altresì, del monitoraggio di tutti gli ulteriori obiettivi sensibili presenti in città.
Inoltre, più in generale, a livello nazionale, ricordo che, a partire dal 7 ottobre scorso, è stato immediatamente disposto un rafforzamento di tutti i dispositivi di osservazione e controllo riferiti agli obiettivi sensibili presenti sull'intero territorio nazionale. La situazione è costantemente monitorata dal CASA, Comitato analisi strategica antiterrorismo - cui ho fatto prima riferimento -, che costituisce il punto di raccordo e coordinamento delle migliori conoscenze investigative e di intelligence in materia, anche in un quadro di forte collaborazione operativa con gli apparati antiterrorismo dei Paesi europei ed extra UE. Le riunioni periodiche di tale consesso hanno reso possibile elaborare una puntuale ricognizione degli obiettivi sensibili in Italia, attualmente quantificati in oltre 28.000, dei quali 387 riconducibili a Israele, in prevalenza sedi diplomatiche o centri religiosi.
In questo contesto, massimo impulso è stato impresso all'attività tesa ad inibire o depotenziare possibili minacce per la sicurezza dello Stato e l'azione di contrasto di natura giudiziaria-investigativa è stata affiancata da una strategia preventiva tesa ad anticipare la soglia di intervento rispetto a processi tipicamente suscettibili di condurre alla radicalizzazione violenta e alla reale messa in pericolo di beni giuridici primari, valorizzando tutte le misure di contrasto e prevenzione previste dal nostro ordinamento.
Per dare un dato concreto circa l'attività investigativa della Polizia di Stato, ricordo che, dal 1° gennaio 2023 al 5 luglio scorso, sono state arrestate 22 persone contigue agli ambienti del terrorismo-estremismo di matrice religiosa e 9 soggetti riconducibili a formazioni terroristiche di matrice politico-nazionalista e si è proceduto all'allontanamento dal territorio nazionale di 123 persone, di cui 77 nel 2023 e 46 persone nell'anno in corso. Si assicura, pertanto, che ogni situazione o profilo di rischio è e continuerà ad essere oggetto di costante e attenta valutazione da parte delle Forze di polizia.
PRESIDENTE. La deputata Kelany ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
SARA KELANY (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Sottosegretario, per il suo tramite, Presidente, voglio ringraziare il Sottosegretario Molteni e il Ministro Piantedosi per questa risposta a questa interrogazione presentata da me qui, alla Camera, e, contestualmente, dal collega Marco Lisei al Senato. Mi dichiaro pienamente soddisfatta e questa soddisfazione poggia su molteplici ragioni. Una prima ragione, evidentemente, di merito, perché Zulfiqar Khan è attivo da diversi anni come imam in un centro islamico di Bologna. Nell'esercizio delle sue funzioni religiose - tra virgolette - di “guida spirituale”, nei suoi sermoni, troppo spesso, ha pronunciato frasi inaccettabili, violente, contro Israele, contro gli Stati Uniti, contro l'Occidente, parafrasando addirittura inni alla jihad per chiunque non aderisse acriticamente alla causa palestinese.
La pericolosità di queste dichiarazioni, Sottosegretario, è evidente; esse sono in grado di sobillare sentimenti di odio antisemita, che abbiamo il dovere di estirpare senza tentennamenti. Dunque, siamo lieti di avere la conferma del fatto che questo soggetto sia attenzionato anche dall'autorità giudiziaria e anche sotto il profilo di eventuali rischi per la sicurezza dello Stato, però, mi corre l'obbligo di aggiungere che questo soggetto, dopo il 7 ottobre, ha innalzato, e di molto, il livello di aggressività verbale, proprio dopo i tragici fatti del 7 ottobre.
Questo desta ulteriori motivi di preoccupazione, sì, perché dal 7 ottobre si sono susseguiti paurosamente numerosi episodi di antisemitismo e questi episodi spesso si iscrivono in contesti in cui, in nome dell'antisionismo, in nome della causa palestinese, si insinuano i germi dell'odio nei confronti del popolo ebraico, che noi abbiamo il dovere fermo e netto di arginare con tutte le nostre forze.
Questo, Sottosegretario, purtroppo, ormai, accade nel mondo delle università, con movimenti che hanno attraversato il mondo accademico statunitense e poi, come un'onda lunga, quello francese, fino ad arrivare al mondo accademico italiano.
È accaduto con i comitati pro-Palestina, di cui alcune sigle, all'alba del 7 ottobre, ben prima che si concretizzasse la reazione israeliana, già erano in strada a manifestare al grido di: Intifada! È successo anche in molte delle manifestazioni che si sono susseguite, nelle quali abbiamo dovuto assistere a scene orribili, in cui veniva bruciata la bandiera israeliana, scene in cui, purtroppo, si sono levati cori antisemiti. E ciò è accaduto nel mondo della cultura, in cui i professori universitari hanno usato espressioni irripetibili su Israele, definendolo un bubbone da estirpare, mondo della cultura in cui sedicenti scrittrici si sono sentite libere di affermare: “odio tutti gli ebrei”.
Ecco, in questo clima noi riteniamo che lasciare che predicatori accecati dalla furia antisemita possano instillare nei loro fedeli il germe dell'odio sia ancora più inaccettabile, sia ancora più pericoloso, perché il contesto in cui queste predicazioni, di cui abbiamo parlato finora, si stanno susseguendo sembra riposare, alla fine, su una sorta di giustificazionismo che, pericolosamente, potrebbe portare a ritenere accettabili, tanto socialmente, quanto culturalmente, queste folli posizioni, con il rischio poi anche di trascinare singoli individui in atti emulativi.
Chiudo, Presidente, ringraziando ancora una volta il Ministro, per il tramite del Sottosegretario oggi qui presente; lo ringrazio di cuore, non solo per l'attenzione riservata al caso singolo da noi portato, ma anche per l'attenzione su queste tematiche, per l'innalzamento dei livelli di attenzione sulle zone sensibili e per il gran numero di espulsioni che il Ministero sta riuscendo a mettere in esecuzione.
Chiudo, davvero, dicendo che Fratelli d'Italia su questo tema, su questi temi, non smetterà mai di tenere alta la guardia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
(Iniziative urgenti per risolvere le criticità degli istituti penitenziari di Grosseto e Massa Marittima, con particolare riferimento alla dotazione del personale di Polizia penitenziaria e agli spazi per i detenuti - n. 3-01318)
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per la Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Simiani n. 3-01318 (Vedi l'allegato A).
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Con l'atto di sindacato ispettivo in oggetto, l'interrogante ha avanzato quesiti in ordine alle iniziative che si intendono adottare per la soluzione delle problematiche indicate riguardo le case circondariali di Grosseto e Massa Marittima. Vado a precisare, immediatamente, che il Governo Meloni è fortemente impegnato nella risoluzione delle problematiche e delle criticità concernenti l'amministrazione penitenziaria: una catastrofale eredità dei passati Governi, come traluce, peraltro, dalla medesima interrogazione dell'onorevole interrogante.
Il cambio di passo di questo Governo rispetto al passato è ben noto a uomini e donne della Polizia penitenziaria, in passato costretti a fare le nozze con i fichi secchi e a cui vanno ancora oggi formalmente i più vivi ringraziamenti per l'attività svolta, da parte del Governo. È ben visibile il cambio di passo per il tramite dell'adozione di specifici provvedimenti finalizzati a mettere in sicurezza tanto le carceri quanto chi vi lavora, presupposto essenziale per dare una corretta attuazione ai precetti costituzionali di cui all'articolo 27 della Costituzione, ovverosia la finalità rieducativa della pena, che non può avvenire se non in un contesto, in una cornice di sicurezza.
A tal proposito, ancora recentemente e, segnatamente la scorsa settimana, è stato varato un decreto-legge in materia carceraria che introduce importantissime novità, sia sotto il profilo del potenziamento dell'organico sia sotto il profilo del trattamento dei detenuti, segnatamente quelli con problemi psichiatrici o detenuti per motivi legati alla tossicodipendenza. Nel decreto, infatti, sono state previste, nuove, 1.000 extra-assunzioni di Polizia penitenziaria, finalizzate a ridurre la carenza di organico espressamente oggetto dell'interrogazione dell'onorevole interrogante, seppure limitatamente alle carceri di Grosseto e Massa Marittima. Queste 1.000 extra-assunzioni si sommano ad altre 1.000 extra-assunzioni - e, quindi, sempre oltre il turnover - messe in campo dal Governo con la prima finanziaria realizzata - lo ricordo a me stesso, non certamente all'onorevole interrogante - in 60 giorni, in una condizione evidentemente non facile, perché si può definire una finanziaria di sangue e di guerra, nel vero senso della parola, attesa la guerra alle porte d'Europa, che rendeva meno agevoli le manovre economiche. A ciò si aggiungono, per la prima volta nella storia, oltre a queste 2.000 extra-assunzioni, le assunzioni ordinarie, che hanno garantito il 100 per cento del turnover. Si tratta di uno sforzo economico grandissimo, di un passo in avanti che ci avvicina all'obiettivo dell'effettivo completamento dell'organico della Polizia penitenziaria dopo - ce lo dobbiamo dire con estrema franchezza - anni di tagli e di disinvestimenti, dopo anni in cui, onestamente, non veniva neanche garantito il turnover per i pensionamenti, dopo anni in cui la Polizia penitenziaria è stata - io ritengo improvvidamente - messa in ginocchio e non in condizioni di operare con la serenità che meritano tutte le nostre divise.
Sempre nel summenzionato decreto, abbiamo ulteriormente aumentato di 20 unità la pianta organica dei dirigenti penitenziari; abbiamo approvato lo scorrimento della graduatoria per 22 vicecommissari e 48 nuovi ispettori. Queste misure consentiranno di traguardare un altro risultato epocale, che i precedenti Governi credo neanche abbiano immaginato, cioè conferire a ogni istituto penitenziario d'Italia un direttore e un comandante titolari, non più condivisi con altri istituti - nelle carceri più complesse, evidentemente anche il vicedirettore e il vicecomandante -, perché si possa avere, soprattutto nei momenti di criticità, una catena del comando chiara, con indicazioni chiare, con interventi chiari, con interventi chirurgici che, proprio perché tempestivi, molto spesso riescono a scongiurare che la situazione precipiti ulteriormente.
Importante, sempre nel decreto cui facevo cenno, è anche l'intervento volto a prevedere un trattamento più adeguato alla riabilitazione dei detenuti tossicodipendenti e dei detenuti con disagio psichico. Attraverso l'invio in comunità idonee alla loro accoglienza, metteremo in sicurezza gli istituti penitenziari, perché, peraltro, oltre al primo obiettivo del trattamento del detenuto, della riabilitazione e della disintossicazione, di un trattamento equo nei confronti di detenuti psichiatrici, ridurremo anche, indirettamente, il sovraffollamento carcerario e, quindi, interverremo anche su un altro fattore di criticità.
A titolo informativo, posso aggiungere un breve riepilogo: nel ruolo dei funzionari, abbiamo assunto 132 allievi commissari; nel ruolo degli ispettori, abbiamo assunto 691 unità ed è partito, lo scorso 6 maggio, un ulteriore corso per 411 unità; nel ruolo dei sovrintendenti abbiamo immesso in servizio 1.852 unità; nel ruolo agenti/assistenti, abbiamo immesso in servizio 3.300 unità, comprese le assegnazioni di ieri nei singoli istituti, dove sono entrati 498 donne e 1.210 uomini del 183° corso; il 22 luglio partirà un ulteriore corso di formazione per allievi agenti, per 1.713 unità e abbiamo già firmato un bando per l'assunzione di 2.568 unità di allievi agenti.
In totale, in questi 20 mesi, oltre alle extra-assunzioni, sono state assunte 5.589 unità nei vari ruoli e 2.500 hanno beneficiato di progressioni interne di carriera, intervenendo, quindi - lo devo dire con onestà -, sul sinistro trend inaugurato con la infausta stagione della legge Madia, i cui effetti esiziali credo siano noti a tutti coloro che fanno politica in quest'Aula.
Sono numeri che ci rendono, onestamente, orgogliosi; sono numeri che non ci possono, però, che spingere a far sempre meglio e a fare di più, con il rammarico che, se anche i Governi precedenti avessero proceduto con queste medesime tipologie di assunzioni, oggi non staremmo parlando di carenza di organico, ma il sovraffollamento sarebbe quello degli agenti, degli uomini e delle donne di Polizia penitenziaria.
Venendo ai dati più specificatamente oggetto dell'interrogazione dell'onorevole interrogante, quindi quelli relativi agli istituti di pena di Grosseto e di Massa Marittima, possiamo dire che nella casa circondariale di Grosseto, a fronte di un organico previsto di 35 unità, ne risultano presenti concretamente 30, quindi mancano 5 unità rispetto a quelle previste. Viceversa, per Massa Marittima, rispetto a 30 unità, ne sono presenti 28, quindi mancano 2 unità.
È però pur vero che, nell'ambito dell'assegnazione del personale a seguito della conclusione del 183° corso di formazione allievi agenti, è stato incrementato l'organico della casa circondariale di Grosseto di 2 unità maschili e di 1 femminile, quindi il gap è solo di 2 ad oggi. Per quanto riguarda la casa circondariale di Massa Marittima, è stato incrementato di 1 unità maschile con il 183° corso - quindi, ai ragazzi e alle ragazze della Polizia penitenziaria che sono entrati questa settimana negli istituti penitenziari vanno, credo, i nostri corali auguri di buon lavoro - e di 1 unità con il vecchio 181° corso.
Per quanto riguarda, invece, il dato dei detenuti, nella casa circondariale di Grosseto risultano presenti 30 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 15 detenuti. A tale esubero si sta facendo fronte con gli imponenti interventi di edilizia penitenziaria, di cui dirò successivamente.
Invece, nella casa circondariale di Massa Marittima, fortunatamente, a fronte di una capienza regolamentare di 48 posti letto effettivi, sono presenti 40 detenuti, e, quindi, assolutamente non si può parlare di sovraffollamento. Per quanto riguarda anche l'edilizia penitenziaria, il Governo Meloni ha intrapreso una stagione di grande rinnovamento delle strutture penitenziarie attraverso la creazione di nuovi istituti penitenziari, di nuovi padiglioni all'interno di vecchi istituti penitenziari, attraverso l'ampliamento e l'ammodernamento delle strutture attuali, anche e, soprattutto, sotto il profilo dell'efficientamento energetico.
Sono particolarmente orgoglioso di poter dire che sono stati sbloccati, in 20 mesi, oltre 250 milioni di euro, a valere non solo sui fondi del PNRR, che consentiranno, secondo una prima, approssimativa stima del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, di recuperare 7.000 dei 10.000 posti detentivi mancanti oggi, che determinano il sovraffollamento. Mi piace dire anche in questo caso - perché è una realtà autoevidente, che si commenta da sola - che, se analogo sforzo fosse stato fatto dai Governi passati, oggi non staremmo a discutere di sovraffollamento carcerario, atteso che abbiamo investito 250 milioni per recuperare, in soli 20 mesi, 7.000 dei 10.000 posti detentivi mancanti.
Nello specifico della casa circondariale di Grosseto, in ordine all'edilizia penitenziaria, vi è da dire che, sin dal 2003, l'istituto è stato compreso tra quelli per cui risultava opportuna un'eventuale dismissione, tanto è vero che nel Programma d'azione dell'anno 2013 era stato previsto fra quelli da dismettere. La dismissione, tuttavia, non è avvenuta perché, non essendoci stati analoghi interventi imponenti in termini di edilizia penitenziaria, come quelli che mi fregio avere fatto il Governo Meloni in soli 20 mesi, non si poteva dismettere il carcere di Grosseto, non essendoci alternative. A ciò va aggiunto, peraltro, che l'istituto soggiace alla normativa in materia di tutela monumentale, che non consente, di fatto, interventi che non siano quelli di ordinaria manutenzione.
Vi è però da dire che, per far fronte proprio alle carenze strutturali dell'immobile, il Ministero della Giustizia ha deciso di avviare il progetto di recupero e rifunzionalizzazione all'uso detentivo della, a lei ben nota, ex caserma militare Barbetti di Grosseto, che, il 18 gennaio del 2024, è stata acquisita nel patrimonio dell'Amministrazione penitenziaria, come richiamato, peraltro, in premessa dall'onorevole interrogante. Ciò a significare, evidentemente, ben altro oltre a un libro dei sogni, ma l'avvio significativo di un progetto volto a dare finalmente una risposta concreta al problema dell'istituto penitenziario di Grosseto.
Diversamente, però, da quanto riferito nel testo dell'interrogazione, l'intervento relativo alla caserma Barbetti di Grosseto non è compreso tra le opere finanziate con il PNRR, ma - credo che vi sia un misunderstanding - è inserito negli interventi complementari al Piano nazionale di ripresa e di resilienza, in cui sono stati previsti finanziamenti per la costruzione di 8 nuovi padiglioni detentivi, per un valore complessivo di 84 milioni di euro, uno degli asset fondamentali per recuperare i predetti 7.000 posti detentivi, sui 10.000 mancanti, che abbiamo messo in campo in soli 20 mesi.
Attualmente, sulla caserma Barbetti sono in corso opere di rilievo, di analisi strutturale e ambientale dell'intero compendio ed è in fase di redazione il capitolato tecnico prestazionale per l'affidamento dei servizi riguardanti tanto l'architettura, quanto l'ingegneria. Le suddette attività si presentano, peraltro, particolarmente complesse, perché, come lei ben sa forse meglio di me, per motivi geografici, l'estensione dell'area - 154.000 metri quadri - e la presenza di decine di edifici - 32 edifici - comportano un intervento rispetto al quale i servizi di ingegneria e di architettura devono essere chirurgicamente tarati rispetto all'entità dello stabile. Per dare un orizzonte temporale alle domande dell'onorevole interrogante, nell'arco di un quinquennio si potrà realizzare il primo, grande lotto funzionale all'interno della caserma Barbetti.
Venendo, infine, all'istituto penitenziario di Massa Marittima, per dare una risposta, anche qui, concreta e puntuale all'onorevole interrogante e, per il suo tramite, a tutti i cittadini di Massa Marittima, e, me lo consenta, in particolar modo agli uomini e alle donne della Polizia penitenziaria - a cui va sempre il mio più deferente omaggio per l'attività svolta, nonostante siano stati costretti, soprattutto in passato, a fare le nozze con i fichi secchi -, è bene dire che il Ministero della Giustizia ha già inserito, nell'ambito del Programma 2024 di edilizia penitenziaria, trovando un'opportuna copertura finanziaria, l'intervento di “ristrutturazione dell'ex palestra detenuti”, per un importo di 1.500.000 euro.
Quindi, credo di avere risposto nel dettaglio a tutte le richieste dell'onorevole interrogante e credo di poter dire che il Governo è particolarmente orgoglioso e fiero del cammino fin qui percorso per risolvere l'annosa e catastrofale eredità della carenza di organico di Polizia penitenziaria e per interventi di edilizia penitenziaria che affrontino, non solo più retoricamente, ma anche concretamente, il problema del sovraffollamento carcerario, avendo trovato e finanziato risorse per oltre 250 milioni per recuperare 7.000 dei 10.000 posti detentivi in soli 20 mesi.
PRESIDENTE. Il deputato Simiani ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio il Sottosegretario della risposta, devo dire che l'essere soddisfatti o non essere soddisfatti è legato alla verifica delle cose che ha detto il Sottosegretario qui presente. Voglio dire questo, Sottosegretario; oggi noi abbiamo alcune certezze, che non riguardano i Governi che si sono succeduti, perché molte cose che lei ha detto non sono vere. Detto questo - perché vi potrei raccontare tutto il lavoro fatto anche dagli altri Governi -, vorrei discutere degli aspetti oggettivi che riguardano le carceri, soprattutto quelle italiane. Oggi siamo ad oltre 61.000 persone presenti all'interno delle carceri, con detenuti, di cui oltre il 4 per cento sono donne, sui 192 istituti penitenziari.
Come sa benissimo, i posti attualmente presenti, che in questo caso sono anche dichiarati in maniera dettagliata nelle varie interrogazioni, sono circa 51.178: ne mancano molti, in questo caso, ancora da recuperare, sicché la questione dell'edilizia penitenziaria è un tema che dobbiamo risolvere e che credo vada risolto insieme.
Io apprezzo un aspetto: sicuramente, la sua passione nell'esprimere anche le forme di questo nuovo decreto, che noi pensiamo che sia parziale, ma ne vedremo poi anche le forme, nel momento in cui ne dibatteremo in Aula. Tuttavia, l'aspetto che ci preoccupa particolarmente, oggi, delle carceri italiane, non è solo l'aumento dei detenuti, perché ci sono molti più reati di prima, quanto, soprattutto, il fatto che oggi si verifichino spiacevoli situazioni per cui siamo oltre i 50 suicidi, nei vari plessi e nelle varie carceri. Questo è un tema che noi mettiamo di fronte, perché crediamo anche che, in molte carceri, ci sia una difficoltà oggettiva, che vada subito presa in mano. Mi è dispiaciuto che lei non abbia citato questa difficoltà e questa situazione, perché questo è uno dei temi fondamentali della giustizia, che fa vedere anche qual è la postura di un Governo, la postura di un Paese, visto che quelli devono essere luoghi in cui le persone si devono rieducare e non suicidare.
L'altro aspetto che noi conosciamo benissimo è la questione del personale penitenziario. Lei dice chiaramente che sono stati fatti sforzi, e noi ne prendiamo atto, ma sicuramente dobbiamo fare di più, perché oggi manca ancora circa il 15 per cento del personale penitenziario. Io credo che nel passato alcuni sforzi siano stati fatti; se questo Governo ne farà con questo decreto ne prendiamo atto con grande soddisfazione, tuttavia, dobbiamo fare assolutamente di più, anche perché il tema che abbiamo di fronte è che oggi il rapporto detenuti per ogni agente dovrebbe essere 1,5, invece, è 1,8 e questo, anche nella futura legge finanziaria, dovrebbe essere un tema da tutti noi osservato e risolto.
Altra questione secondo me importante, prima di scendere sulle questioni in merito all'interrogazione, è quella legata all'immigrazione. Sappiamo benissimo che oggi i detenuti sono, per oltre il 30 per cento, stranieri e questo pone un problema reale nel Paese. È un aspetto che non riguarda le carceri, riguarda quello che succede fuori dalle carceri e credo che l'atteggiamento che, in questo momento, questo Governo ha nell'ambito anche del diverso e dello straniero sia sbagliato. Noi dobbiamo capire come poter riuscire a investire in tale ambito, nel momento in cui si devono accogliere gli stranieri che vengono, perché sono un'opportunità per il Paese e non devono essere un problema, anche perché il costo è doppio.
L'altra questione che voglio affrontare riguarda quello che diceva su Grosseto. Io voglio ringraziare le direttrici del carcere di Grosseto e del carcere di Massa Marittima, perché lei dovrebbe venire a vederli, soprattutto il carcere di Grosseto, che è un mini-carcere, molto piccolo, in cui c'è tutto. Addirittura, la cosa più bella che lei potrebbe osservare è il fatto che i due spazi di lettura, in cui ci sono molti libri, entreranno nel sistema delle biblioteche provinciali, perché quello è un luogo in cui tutte le persone che sono all'interno possano, in questo caso, essere rieducate a fare altro rispetto a quello che hanno fatto fuori.
Noi prendiamo atto dell'investimento sul carcere di Grosseto, perché è legato a una programmazione fatta negli scorsi anni. Sul carcere di Massa Marittima posso dire che la invito, anche in questo caso, a vederlo, perché c'è un bellissimo percorso legato al recupero dei detenuti nell'ambito dell'agricoltura. Loro cucinano le cose che producono all'interno del carcere. Come vede, ci sono aspetti fondamentali e positivi che, secondo me, andrebbero valorizzati, cosa che lei, oggi, non ha fatto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14.
La seduta, sospesa alle 10,05, è ripresa alle 14,05.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 82, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,06).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Cessazione dal mandato parlamentare di deputati.
PRESIDENTE. Comunico che i deputati Flavio Tosi, Alessandro Zan e Nicola Zingaretti, eletti parlamentari europei, hanno dichiarato alla Presidenza, con distinte lettere, di optare per tale carica, dimettendosi, quindi, dal mandato parlamentare nazionale.
Trattandosi di un caso di incompatibilità, ai sensi dell'articolo 5-bis della legge 24 gennaio 1979, n. 18, la Camera prende atto dell'opzione espressa da questi deputati per la carica di parlamentare europeo e della conseguente loro cessazione dal mandato parlamentare nazionale, a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento.
Ritengo di interpretare un sentimento comune nel formulare ai colleghi i migliori auguri per il mandato europeo che stanno per assumere e nel rivolgere loro un vivo ringraziamento per l'impegno che hanno profuso nello svolgimento dell'attività parlamentare (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Flavio Tosi. Ne ha facoltà.
FLAVIO TOSI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Un brevissimo intervento per ringraziare lei, Presidente, il Presidente Fontana, i Vice Presidenti, tutti i colleghi e le colleghe con i quali abbiamo condiviso i lavori d'Aula in questi quasi due anni di mia presenza. Ringrazio per la presenza al mio fianco il presidente della mia Commissione: lo ringrazio per tutto quello che abbiamo fatto assieme, perché abbiamo lavorato bene con spirito di amicizia, lealtà e nell'interesse dei lavori della Commissione e del Parlamento. Ringrazio anche, mi permetta, il Presidente Berlusconi e il segretario Tajani, perché se sono entrato in quest'Aula lo devo a loro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE); è stata una loro decisione, una loro scelta, quindi, li ringrazio per avermi dato questa opportunità, come ringrazio il mio partito per avermi candidato alle elezioni europee e gli elettori che, poi, hanno fatto questa scelta.
È con un po' di rammarico, ovviamente, che lascio il Parlamento nazionale per approdare al Parlamento europeo; ringrazio davvero di cuore tutti i colleghi e le colleghe per quello che abbiamo fatto assieme in questo periodo e auguro a tutti loro un buon proseguimento dei lavori, perché so che saranno mesi e settimane impegnativi.
Sono sereno nel lasciare l'Aula, pensando che mi subentra Maria Paola Boscaini, una collega veronese, persona di grande esperienza, perché dirigente d'azienda di lungo corso di grandi aziende, già sindaco di Bussolengo, persona che ha grandi qualità, competenza e passione. Quindi, ho la serenità d'animo di lasciare il posto a una collega brava e preparata che saprà lavorare al vostro fianco, al servizio del popolo italiano (Applausi).
Proclamazione di deputate subentranti.
PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione dei subentranti ai deputati Flavio Tosi, Alessandro Zan e Nicola Zingaretti, che hanno optato per il Parlamento europeo, comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta del 9 luglio 2024, ha accertato, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati, che:
nella lista n. 12 - Forza Italia nella VIII Circoscrizione Veneto 2, nell'ambito del collegio plurinominale 03, la candidata che segue immediatamente l'ultimo degli eletti nell'ordine progressivo di lista risulta essere Maria Paola Boscaini;
nella lista n. 3 - Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, nella VIII Circoscrizione Veneto 2, nell'ambito del collegio plurinominale 01, la candidata che segue immediatamente l'ultimo degli eletti nell'ordine progressivo di lista risulta essere Nadia Romeo;
nella lista n. 7 - Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, nella XV Circoscrizione Lazio 1, nell'ambito del collegio plurinominale 01, la candidata che segue immediatamente l'ultimo degli eletti nell'ordine progressivo di lista risulta essere Patrizia Prestipino.
Do atto alla Giunta di questi accertamenti e proclamo deputate, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento:
per la VIII Circoscrizione Veneto 2, nell'ambito del collegio plurinominale 03, Maria Paola Boscaini;
per la VIII Circoscrizione Veneto 2, nell'ambito del collegio plurinominale 01, Nadia Romeo;
per la XV Circoscrizione Lazio 1, nell'ambito del collegio plurinominale 01, Patrizia Prestipino (Applausi).
Si intende che da oggi decorre il termine di 20 giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Anthony Emanuele Barbagallo. Ne ha facoltà.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiediamo un'informativa urgente al Ministro Musumeci per l'emergenza che in questi giorni stiamo affrontando in Sicilia. Alla situazione già difficile e insostenibile per le difficoltà dovute allo smaltimento dei rifiuti e alla crisi idrica - per cui, fino adesso, il governo regionale e la Protezione civile regionale sono riusciti ad approntare solo l'acquisto di 8 nuove autobotti e a ripararne un'ottantina - si è aggiunta, di recente, quella gravissima generata a seguito delle eruzioni in contemporanea dell'Etna e dello Stromboli.
Sull'Etna l'eruzione sta stravolgendo la parte sommitale del vulcano. È sparita completamente la cosiddetta bocca nuova, uno dei 4 crateri attivi che, insieme al nord-est, al sud-est e al cratere centrale, ha caratterizzato l'assetto del vulcano negli ultimi quarant'anni. L'attività esplosiva ed effusiva ha dato luogo a folte nubi di cenere che, in una quindicina di comuni, hanno reso l'aria irrespirabile e hanno ricoperto il suolo di un paio di centimetri. Ahimè, gli esperti ritengono che il fenomeno non sia cessato e rischia di ripetersi anche nei prossimi giorni.
In queste ore, i sindaci dei paesi etnei sono operosi e, con proprie ordinanze, stanno provando a rimuovere la cenere dalle strade e dalle piazze principali. Noi riteniamo che, a fronte di questa situazione imprevedibile, i comuni non possano essere lasciati soli e vada garantito un pronto e adeguato ristoro per tutte le spese che hanno sostenuto non solo gli enti locali, ma anche i privati. Il tema non investe soltanto i profili igienico-sanitari, come è evidente, ma anche quello della sicurezza e della sicurezza stradale.
Per quanto riguarda Stromboli, invece, la concomitanza con l'alta stagione sta generando notevoli danni sia per gli operatori turistici che per le strutture ricettive, nel silenzio, anche in questo caso, del governo regionale.
Chiediamo al Ministro Musumeci di intervenire prontamente in Aula e, soprattutto, di approntare tutto ciò che è necessario e tutti gli strumenti idonei a porre rimedio a questa gravissima situazione di crisi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, su un altro argomento, l'onorevole Antonino Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Noi chiediamo un'informativa urgente al Ministro Salvini per quanto riguarda la scelta di intitolare l'aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi. Chiaramente, non dobbiamo dirlo noi che questa scelta è controversa e divisiva. Non dobbiamo dirlo noi che questa scelta riguarda un uomo che è stato condannato per frode fiscale e che aveva tra i suoi dipendenti un mafioso, Mangano. Non dobbiamo dirlo noi che il Ministro Salvini, tanti anni fa, lo chiamava ‘il condannato di Arcore' e criticava chiunque facesse un Governo con Silvio Berlusconi.
Io capisco che avete questa voglia di revisionismo storico: l'avete per quanto riguarda il fascismo, l'avete per quanto riguarda il ventennio, per i saluti dei camerati, per la Xa MAS, però adesso avere anche la voglia di riabilitare e creare quasi una santificazione di Silvio Berlusconi, intitolandogli un aeroporto, che è un aeroporto internazionale e quindi chi viene in Italia saprà che noi abbiamo dedicato un aeroporto a Silvio Berlusconi, con tutte le cose - vere! - che sono notoriamente attribuite a lui, e sapendo che poi, a Torino, abbiamo un aeroporto intitolato a Sandro Pertini, capite che c'è una bella differenza tra queste due persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
Non possiamo intitolare gli aeroporti più importanti d'Italia a persone con queste diverse visioni. Parliamo di aeroporti; non chiedo né voglio che il Ministro Salvini venga a riferire in Aula - perché avremo altre occasioni - su tutte le cose che non sta facendo, ma perché il Ministro Salvini, invece di parlare di questa cosa, che distrae l'opinione pubblica, non ha affrontato adeguatamente la situazione dei lavoratori dell'Alitalia, degli esuberi dell'Alitalia, lasciando a casa 6.500 persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Perché non ha affrontato la svendita di ITA Airways a Lufthansa? La svendita di ITA Airways a Lufthansa ci farà perdere circa 558 milioni di euro! Ma queste cose non si dicono. Si deve parlare dell'intitolazione a Silvio Berlusconi! Non ha parlato dell'assenza di un Piano nazionale degli aeroporti. È dall'inizio della legislatura che stiamo richiedendo, in Commissione, questo Piano nazionale degli aeroporti. È quasi pronto. È un piano strategico per le nostre infrastrutture. Invece, abbiamo l'intitolazione dell'aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi come argomento di cui far parlare le persone. Ma basta, per favore, basta! Fate qualcosa per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
Chiaramente, non solo il Ministro Salvini dovrebbe venire a parlare in Aula, ma tutti i Ministri, perché stanno facendo questo discorso di distrazione di massa. A un certo punto, queste cose devono finire. Basta con il revisionismo storico, basta con la beatificazione di Silvio Berlusconi, basta far pensare che ci sia un aeroporto in Italia che, in maniera ambigua, possa essere considerato un crocevia che favorisce la fuga di persone che hanno fatto reati fiscali all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Roggiani. Ne ha facoltà.
SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi associo alla richiesta di informativa, anche perché mi corre l'obbligo di segnalare in quest'Aula che il Ministro Salvini, ma anche l'ENAC, ancora una volta, ci hanno dimostrato l'assenza totale di comportamenti che abbiano a che vedere con il minimo rispetto delle istituzioni. SEA, società che gestisce l'aeroporto di Milano Malpensa, insieme all'aeroporto di Milano Linate, non è neanche stata consultata. E non dico consultata, ma neanche informata. C'è chi rischia, ogni giorno, con i propri fondi e le proprie risorse. E qua non parlo solo dell'amministrazione del comune di Milano, che per ora metto in secondo piano, ma parlo della società che tutti i giorni si occupa dell'aeroporto. Neanche una PEC per informare di questa decisione, che francamente è stata fatta da Salvini e da ENAC con tempi barbari e con un modo che non ha nulla a che vedere con i comportamenti minimi istituzionali che un Ministro dovrebbe tenere.
Entrando nel merito, credo che la scelta di una figura così divisiva, come quella di Silvio Berlusconi, dovrebbe farci riflettere. In questi giorni, dal territorio milanese, lombardo e del varesotto stanno arrivando mobilitazioni molto forti, con proposte di nomi che hanno sicuramente un'altra caratura e, soprattutto, non sono nomi divisivi, ma sono patrimonio di tutte e di tutti.
Credo che dovremmo partire proprio da questi nomi e, quindi, come Partito Democratico, ci associamo a questa richiesta di informativa, augurandoci che il Ministro Salvini possa recuperare - anche se non ci speriamo più - un minimo di istituzionalità, che ormai gli manca da anni e anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Sì, grazie, Presidente. Anche noi ci associamo a questa richiesta di informativa urgente. Stiamo aspettando in Commissione trasporti, da mesi, l'arrivo del Piano nazionale degli aeroporti, un documento strategico fondamentale. Noi, tra l'altro, in Sardegna, abbiamo un tema aperto rispetto alla privatizzazione dei 3 aeroporti principali dell'isola, che è un nodo che andrebbe sciolto. Stiamo aspettando l'esito del monitoraggio che era stato annunciato dal Sottosegretario Ferrante e dal Vice Ministro Rixi, rispetto agli esiti delle disposizioni che sono state introdotte con il decreto Asset, di cui non è stato riferito nulla, nonostante le interrogazioni che abbiamo presentato.
Ci scandalizza che, in questo contesto, in cui non c'è nessuna presa di posizione rispetto al tema dei trasporti, sia stato fatto il nome di Silvio Berlusconi per l'intitolazione dell'aeroporto di Malpensa. Noi ci troviamo in uno scenario in cui abbiamo gli aeroporti intitolati a grandi figure della storia del nostro Paese, come Leonardo da Vinci a Roma, Marco Polo a Venezia, Cristoforo Colombo a Genova, Sandro Pertini a Torino, Catullo a Verona, Marconi a Bologna, Galileo a Pisa e Falcone e Borsellino a Palermo. Sarà veramente scandaloso, per chi prenderà un volo da Palermo a Malpensa, trovarsi a volare in due aeroporti con diciture (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), intitolazioni così contrastanti tra loro. Per Malpensa ci sarebbe stato un sacco di opportunità, figure di spiccato rilievo per il nostro Paese e questa scelta è davvero criminale. Presidente, speriamo che il Ministro venga qui a riferire, che ci sia una presa di posizione rispetto a questa richiesta di intitolazione che ha indignato il nostro Paese e indigna tutte e tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione… Pittalis? Sul medesimo argomento?
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Su un altro argomento, ma sempre sull'ordine dei lavori, perché anche noi chiediamo una…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Pittalis, una richiesta d'informativa?
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Sì, una richiesta di informativa e direi anche urgente, da parte del Ministro competente - che penso che sia sempre quello delle Infrastrutture -, per capire esattamente a quanto ammonta l'importo dei canoni evasi dall'onorevole Ilaria Salis (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier). Siccome parliamo di un patrimonio pubblico, sono fondi pubblici e, quindi, mi pare che il Ministro possa e debba venire in Aula per una corretta informativa sui canoni evasi dall'onorevole Ilaria Salis (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle questioni pregiudiziali (Commenti)… Sull'ordine dei lavori? Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Non ho compreso bene il collegamento che ha fatto l'onorevole Pittalis, ma anche noi vorremmo un'informativa urgente, soprattutto sull'emergenza abitativa, visto che l'unico atteggiamento che ha avuto questo Governo è quello di aver cancellato, come primo atto, la morosità incolpevole e i fondi che servivano esattamente per gli affitti.
E voglio dirle di più, che su questa vicenda i primi indignati siamo proprio noi e a chiamare in causa è proprio l'ALER (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), gestito dalla regione Lombardia! Vogliamo sapere come sia possibile che, da più di dieci anni, ci siano più di 20.000 appartamenti sfitti e, soprattutto, inutilizzati, non assegnati e perché non ragioniamo tutti insieme su come sia possibile, davanti alla grande occasione che questo Paese ha col PNRR, non utilizzare i fondi per mettere in sicurezza quei luoghi.
Lo chiediamo all'onorevole Pittalis, ma soprattutto lo vogliamo sapere dal Governo: quali sono le politiche pubbliche? E lo diciamo apertamente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), noi siamo per un grande piano per la casa, siamo per mettere in sicurezza quei luoghi e assegnarli a chi sta nelle liste d'attesa, perché ricordiamo all'onorevole Pittalis e al Governo che sono più di 600.000 gli italiani che sono in lista d'attesa e sono più di un milione e duecento gli abitanti italiani che ne avrebbero diritto. Di questi non si parla mai, si parla solo di Ilaria Salis, che fino a prova contraria non ha commesso nessun reato (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e finché non è diventata eurodeputata nessuno le ha chiesto niente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! Allora lo diciamo, lo diciamo con forza: se dobbiamo scegliere fra i movimenti per la casa e chi specula in quelle abitazioni e fa le politiche che abbiamo visto in questi mesi, sappiamo con chi stare e di certo non stiamo con questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 29 giugno 2024, n. 89, recante disposizioni urgenti per le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico, per il processo penale e in materia di sport (A.C. 1937).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali Santillo ed altri n. 1, Simiani ed altri n. 2 e Bonelli ed altri n. 3 (Vedi l'allegato A), presentate al disegno di legge n. 1937: Conversione in legge del decreto-legge 29 giugno 2024, n. 89, recante disposizioni urgenti per le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico, per il processo penale e in materia di sport.
A norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati, per non più di dieci minuti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi non firmatari, per non più di cinque minuti.
Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.
La deputata Morfino ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Santillo ed altri n. 1, di cui è cofirmataria.
DANIELA MORFINO (M5S). Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, dopo oltre 20 mesi di legislatura, appare sempre più evidente che questo Governo stia portando all'estremo la malattia di cui la politica italiana soffre oggi in maniera cronica: la “decretite acuta” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non è che prima del Governo Meloni non ci fosse un ricorso al decreto-legge, ma in questo 2024 stiamo davvero polverizzando ogni record storico. Presidente, il caotico ingorgo che ci attende da qui allo stop festivo ad agosto è qualcosa di empio e scellerato, ed è la cartina di tornasole della mortificazione sistematica della potestà legislativa del Parlamento da parte di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), per il quale, ogni giorno di più, diventa urgente e improcrastinabile ciò che urgente e improcrastinabile non lo è affatto.
Tradotto in termini più basici, il ricorso perpetuo alla decretazione d'urgenza è la spia rossa che ci dice che questo Governo Meloni e il suo team vogliono andare avanti a testa bassa, lasciando al Parlamento il ruolo di spettatore non pagante. Ormai non servono più a nulla nemmeno i richiami del Capo dello Stato e neanche le specifiche pronunce della Corte costituzionale, che in più di un'occasione hanno sollecitato il ripristino di un corretto percorso costituzionale dei provvedimenti legislativi. Ma questo Governo non ascolta e, in modo arrogante, si procede dritti dritti senza un metodo, senza una visione e bypassando ogni ruolo costituzionale previsto nero su bianco dalla nostra amata Carta costituzionale.
Pertanto, come base di partenza c'è già il mancato rispetto dell'articolo 77 della Costituzione, che, in riferimento al legiferare governativo, utilizza un termine chiarissimo: straordinarietà. Signor Presidente, qui di straordinarietà non se ne vede neanche l'ombra; fanno finta di non capire o non hanno capito realmente l'articolo 77, non lo hanno letto e recepito. Quindi, dire che questo decreto-legge è eterogeneo, significa utilizzare il più grande degli eufemismi. Nel menù abbiamo concessioni autostradali, infrastrutture strategiche, riorganizzazione della disciplina normativa relativa ai commissari straordinari, personale dell'Autorità della laguna di Venezia, e fin qui tutto okay.
Poi, però, ci sono anche il finanziamento della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli, le misure in materia di trasporto pubblico locale, la bonifica del sito di interesse nazionale Cogoleto-Stoppani, il polo universitario di ingegneria presso il Parco Scientifico Tecnologico di Genova Erzelli, le misure a favore delle imprese italiane operanti all'estero e, come ciliegina sulla torta, ecco le modifiche al codice di procedura penale e persino misure in materia di sport.
Una maionese impazzita, un miscuglio impazzito, di cui è difficile comprendere la ratio. Avete inserito in questo decreto un pastrocchio davvero incomprensibile, come dei dilettanti allo sbaraglio. Allora, Presidente, la relazione illustrativa del provvedimento in esame non contiene alcuna indicazione sulle ragioni del presunto carattere di straordinarietà necessaria e urgente del decreto-legge, ma soltanto nella premessa dell'atto la straordinaria necessità e urgenza viene assunta in modo assiomatico in riferimento agli articoli 2, 3, 4, 5, 6, 9, 10 e 11 del provvedimento. Presidente, ricordo a voi e a me stessa che, con la sentenza n. 22 del 2012, la Consulta ha chiarito che il decreto-legge, adottato per far fronte a casi straordinari di necessità e urgenza, deve per ciò stesso presentare un fondamentale requisito di omogeneità, consistente nell'essere le disposizioni del decreto - seppure diversificate tra loro - tutte riconducibili a un medesimo e singolo caso di necessità e di urgenza; un atto normativo unitario, dunque, anche se articolato e differenziato al suo interno, e non una serie di norme assemblate sulla base di una mera casualità temporale.
Ma andiamo più nello specifico, Presidente: questa assenza del requisito di straordinarietà e urgenza è oltremodo lampante in riferimento all'articolo 2 del presente decreto. Quando si parla di ponte sullo Stretto, non va dimenticato che il vero e proprio ingresso nell'ordinamento giuridico italiano dell'opera infrastrutturale in questione è avvenuto agli albori degli anni Settanta, con la legge n. 1158 del 1971, al fine di realizzare un collegamento stabile, mediante la costruzione di un ponte sospeso sullo Stretto di Messina, allorché si affidò la concessione dello studio, della progettazione e della costruzione a una società a totale capitale pubblico, società che nacque soltanto un decennio dopo.
Ci sfugge, quindi, dove sia il requisito di urgenza relativamente a questa infrastruttura, che, da oltre 50 anni, non è mai stata ritenuta urgente, e da siciliana credo di saperne qualcosa. Senza ripercorrere tutte le vicissitudini normative dell'ultimo mezzo secolo, la ricostruzione dell'iter normativo e amministrativo che ha caratterizzato l'opera - a partire dalla recente riesumazione della famosa società Stretto di Messina Spa - rappresenta un dato fattuale e sufficiente a destituire di fondamento l'ipotizzata sussistenza dei presupposti necessari a ricondurre l'attività legislativa in esame nell'alveo del legittimo esercizio della decretazione d'urgenza, di cui all'articolo 77 della nostra Costituzione.
Poi, in merito alla forzatura del Governo sul ponte sullo Stretto, ulteriori profili di incostituzionalità sono riferiti anche al combinato disposto degli articoli 9 e 41 della Costituzione, considerate anche le recenti modifiche apportate dalla legge costituzionale n. 1 del 2022, che non si limita a conferire rilievo costituzionale alla tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni, ma soprattutto stabilisce che l'iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute e all'ambiente.
Presidente, proprio in questi giorni dagli esperti arriva l'ennesimo allarme sulle conseguenze che il cantiere, una volta aperto, avrebbe, dal punto di vista delle infrastrutture idriche, su tutta l'area metropolitana di Messina. Quindi che tutta l'operazione cozzi con la dignità di chi sullo Stretto ci vive pare a tutti evidente, ma non lo vogliono capire né il Ministro Salvini, né questo Governo.
Andando oltre, nell'articolo 3, ci sembra priva dei requisiti di urgenza la disposizione che contiene 2 rinvii ad altri atti normativi, finalizzati all'adozione di un piano di razionalizzazione dei compiti e delle funzioni attribuite ai commissari straordinari nominati per la realizzazione degli interventi infrastrutturali prioritari e all'individuazione delle opere relative ai progetti di cui al decreto legislativo n. 101 del 2023, in materia di rete transeuropea dei trasporti. In sostanza, si dà vita a una sorta di disposizione-delega, in re ipsa priva dei requisiti di urgenza che dovrebbero caratterizzare una disposizione inserita in un decreto-legge.
L'incompatibilità del decreto in esame con gli articoli - già citati - 9, 41 e 77 è facilmente riscontrabile anche all'articolo 5 dello stesso, dove si spazia di palo in frasca: dal Corridoio intermodale Roma-Latina alla sede dei reparti di eccellenza dell'Arma dei Carabinieri nella tenuta di Coltano, quasi quasi a voler ostentare quelle eterogeneità di cui si è detto.
Pertanto, signor Presidente, per tutte le ragioni citate, ravviso che non ci siano proprio i presupposti, per noi, per procedere all'esame di questo decreto: le incongruenze, rispetto alla nostra Costituzione, sono molto evidenti, anzi sono troppo evidenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. La deputata Sara Ferrari ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Simiani ed altri n. 2, di cui è cofirmataria.
SARA FERRARI (PD-IDP). Egregio Presidente, colleghe e colleghi. Il Partito Democratico ha presentato una questione pregiudiziale di costituzionalità, perché riteniamo che il provvedimento in esame non abbia i requisiti essenziali di necessità e urgenza che giustifichino il ricorso allo strumento normativo del decreto-legge. Riteniamo che non sia sufficiente scrivere “disposizioni urgenti” nel titolo del provvedimento perché queste lo siano davvero: quelle ivi contenute sono, in realtà, misure che possono stare benissimo all'interno di un provvedimento legislativo ordinario o una pluralità di provvedimenti legislativi ordinari, giacché non rispettano la caratteristica della straordinarietà dell'intervento governativo ai sensi della Costituzione.
La giurisprudenza costituzionale ha stabilito che l'esistenza dei presupposti di costituzionalità di cui all'articolo 76 della Carta non può certo basarsi su una valutazione di urgenza in relazione all'attuazione del programma di Governo, ma deve fondarsi su riscontri oggettivi. Qui, neppure nella relazione illustrativa, ritroviamo il chiarimento sul dichiarato carattere di straordinaria necessità e urgenza: la miscellanea di materie, del tutto eterogenea, di cui tratta questo provvedimento, lo fa essere davvero inadeguato allo status del decreto-legge, mancando il nesso oggettivo o funzionale, richiesto dalla Corte costituzionale, dentro questa pluralità di ambiti.
Il provvedimento al nostro esame - composto da 13 articoli, per un totale di 51 commi - appare riconducibile, anche sulla base del preambolo, a ben 6 distinte finalità che, invero, avrebbero appunto potuto formare oggetto di provvedimenti diversi e che, peraltro, coinvolgono la competenza di 3 diversi Ministri: il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, quello della Giustizia e il Ministro per lo Sport e i giovani. Si interviene infatti, con questo provvedimento, sulle concessioni autostradali, sulle infrastrutture strategiche - in particolare sulla società Stretto di Messina - e sul ponte, sulla riorganizzazione della disciplina normativa sui compiti e le funzioni dei commissari straordinari delle opere pubbliche, sul personale dell'autorità della laguna di Venezia, sul finanziamento della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli. Ci sono poi misure in materia di trasporto pubblico locale; la bonifica del sito di interesse nazionale Cogoleto Stoppani; la cattura e lo stoccaggio geologico dell'anidride carbonica; il polo universitario di ingegneria presso il Parco scientifico tecnologico di Genova Erzelli, e, ancora, misure a favore dell'internazionalizzazione delle imprese italiane, per sostenerne la presenza nel continente africano; ma anche modifiche al codice di procedura penale, in materia di giudizio in Cassazione, finalizzate a una revisione dei tempi e delle modalità previste per le richieste di trattazione orale del ricorso; infine, per non farsi mancare niente, anche le misure in materia di sport per differire, dal 1° luglio 2024 al 1° luglio 2025, il termine di decorrenza dell'abolizione del vincolo sportivo degli atleti, costituito dalle limitazioni alla libertà contrattuale per i tesseramenti già in atto al 30 giugno 2023 e operanti, dopo quest'ultima data, senza soluzione di continuità anche mediante rinnovo.
Sono, con evidenza, tutte materie che non hanno attinenza e coerenza interna tra loro e, quindi, mancano del requisito costituzionale. Infatti, questo non risulta un atto normativo unitario, che potrebbe pure essere, ipoteticamente, anche se articolato e differenziato al suo interno, ma si tratta - davvero - di una serie di previsioni assemblate sulla base di una mera casualità temporale.
Certamente, tra le materie che potevano essere gestite in maniera diversa, c'è la questione del ponte sullo Stretto di Messina. Il carattere di urgenza delle modifiche non si ravvisa, ma, soprattutto, il fatto che ne venga prevista una progettazione per fasi costruttive e non per lotti funzionali, censurata anche da Anac nelle audizioni in Commissione, porta con sé anche il rischio di una costruzione priva di connessioni, che crea situazioni diversificate e compromette l'unicità del progetto, rischiando di produrre eco-mostri, iniziati e non finiti, e costi pubblici non prevedibili. Così come l'istituzione di un'ulteriore cabina di regia per le opere pubbliche prioritarie porta con sé ulteriori costi per nuovi commissari e potrebbe mettere in discussione anche percorsi positivi in essere, molti dei quali hanno già prodotto passi avanti nella progettazione e realizzazione delle opere, che ora però rischiano di vedersi frenate per eventuali avvicendamenti, magari per motivi politici, dei responsabili, per spoils system.
E che dire del Piano Mattei, che è talmente urgente da non essersi ancora visto? Non abbiamo, infatti, in mano alcuna relazione. Abbiamo qui, però, dentro questo provvedimento, un sostegno generico al business imprenditoriale italiano in Africa, attraverso il gioco delle tre carte, con i soldi di Cassa depositi e prestiti, che non sono nuovi, ma sono quelli dormienti. Sottolineo poi come qui non vi sia traccia del supporto allo sviluppo delle comunità locali africane secondo le linee guida della cooperazione internazionale, perché non vediamo attenzione alle ricadute sociali, lavorative, ambientali delle popolazioni africane, come dato prioritario o obiettivo, se non altro equiparabile, in uno schema win-win, che qui ancora non si vede, soprattutto rispetto alla produzione di energia green.
Anche la disposizione che riguarda il Corridoio intermodale Roma-Latina e la bretella autostradale di collegamento tra Cisterna e Valmontone, prevedendo uno spostamento di risorse dall'opera principale a quella di collegamento, manca di coerenza infrastrutturale e logistica e lascia forti dubbi sulla copertura dei maggiori oneri previsti dagli aumenti di prezzi dei materiali da costruzione.
All'articolo 6, sul trasporto pubblico locale, si prevede il potenziamento delle infrastrutture, ma - anche in questo caso - perdete l'occasione di qualcosa che, sì davvero, poteva essere urgente, cioè rimpinguare il Fondo del trasporto pubblico locale e rinnovare i contratti degli autoferrotranvieri.
Anche sullo stoccaggio della CO2 prevedete un osservatorio, che viene imposto dall'Europa, ma ignorate la presenza - secondo noi, invece, necessaria - dell'Istituto superiore di sanità.
Ebbene, dopo questa rapida sintesi a volo d'uccello sulla straordinaria quantità di interventi disomogenei previsti in questo decreto-legge, ricordo che la giurisprudenza della Corte costituzionale, in materia di decreti-legge, ha legittimato nel tempo solo due categorie di essi a contenuto plurimo: quelli riguardanti la materia finanziaria e quelli relativi alla proroga, al rinvio dei termini legislativi. È evidente che quello in esame non rientri in nessuna delle categorie riconosciute come legittime dalla Corte. Continua, pertanto, da parte del Governo, un abnorme e inappropriato uso della decretazione d'urgenza. Qui ci troviamo, signore e signori, di fronte al decreto-legge n. 66 in meno di due anni e altri sono in arrivo nei prossimi giorni in Parlamento, spesso in carenza di presupposti che li legittimino.
Si assiste, quindi, alla radicale e inaccettabile alterazione del rapporto con il Parlamento, quello eletto direttamente dal popolo, che determina - a nostro avviso - un'evidente lesione delle prerogative parlamentari nell'esercizio della funzione legislativa, con il reiterato ricorso a decreti omnibus.
Per questo, chiediamo di non procedere all'esame del disegno di legge “Disposizioni urgenti per le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico, per il processo penale e in materia di sport” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Illustra la questione pregiudiziale Bonelli ed altri n. 3 l'onorevole Devis Dori.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. La legge costituzionale n. 1 del 2022 ha inserito, nell'articolo 9 della Costituzione, un esplicito riferimento alla tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, la cui protezione rientra ora tra i principi fondamentali del nostro ordinamento. Tale tutela viene assicurata anche nell'interesse delle future generazioni. Le scelte pubbliche, politiche ed economiche devono, dunque, essere ispirate a un principio di solidarietà e responsabilità intergenerazionale, applicabile anche in mancanza di norme specifiche. Un diritto fondamentale che non può essere oggetto di interventi arbitrari da parte delle istituzioni.
Basterebbe fermarsi qui, a questa semplice constatazione, per comprendere la palese incostituzionalità di questo provvedimento, in particolare con riferimento all'articolo 2, dove vengono inserite disposizioni relative alle attività propedeutiche alla realizzazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria, il cosiddetto ponte sullo Stretto.
Il presunto carattere di straordinaria necessità e urgenza risiederebbe in una asserita urgente necessità di riattivare la società Stretto di Messina e risolvere il contenzioso penale. La riattivazione della società Stretto di Messina, in realtà, disattende le stesse raccomandazioni della Corte dei conti, che, in merito alla problematica chiusura della liquidazione di Stretto di Messina nel 2017, concludeva la propria relazione rilevando che: “La rapida chiusura della società si impone come necessaria anche per l'estinzione del contenzioso, avanzato dalla società nei confronti delle amministrazioni statali, contrario ai principi di proporzionalità, razionalità e buon andamento dell'agire amministrativo” - questo, ribadisco, lo diceva la Corte dei conti - “e per porre fine ai gravosi oneri finanziari per il mantenimento della struttura, considerata l'assenza di attività, se non quella di resistenza in giudizio, affidata, peraltro, ad avvocati esterni”.
Il ponte sullo Stretto ha effetti devastanti sul delicato insieme degli ecosistemi presenti nell'area dello Stretto di Messina, ricompresa in due importantissime zone di protezione speciale e da un sistema di ben 11 zone speciali di conservazione, ai sensi della direttiva Habitat. A conferma della fragilità di quel quadro ambientale, il 15 aprile scorso la commissione tecnica VIA e VAS, del MASE, a seguito dell'attività di analisi e valutazione della documentazione pervenuta ai fini dell'aggiornamento e completamento della procedura di valutazione di impatto ambientale, ha formulato e indirizzato, alla proponente Stretto di Messina, 239 integrazioni documentali e istruttorie, ai fini della prosecuzione della procedura di valutazione.
La parte marina dello Stretto di Messina è un unicum nel Mediterraneo, con caratteristiche peculiari dal punto di vista oceanografico e della biocenosi dei fondali, testimoniata dal passaggio dei cetacei, dalle migrazioni del tonno rosso, dei pesci spada, dalle specie abissali, oltre che dalle ampie praterie di posidonia oceanica. Lo stretto di Messina risulta un importantissimo luogo, dove si rileva una delle più alte concentrazioni di biodiversità al mondo.
Ecco, l'articolo 117 della Costituzione, come modificato in occasione della riforma costituzionale del 2001, pone in rilievo i rapporti dello Stato con gli altri ordinamenti, come quello comunitario; costituzionalizza quindi il rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali, ponendo senz'altro la questione dell'illegittimità di provvedimenti legislativi statali (come questo) in contrasto con i principi e le norme sovranazionali. Illegittimità che espone lo Stato, nello specifico caso di violazione degli obblighi europei, a procedure di infrazione.
Inoltre, come già rilevato per numerosi altri decreti-legge qui in Aula, anche qui, quei presupposti di necessità e urgenza, indispensabili per il legittimo utilizzo dello strumento della decretazione d'urgenza, sono assenti. La relazione illustrativa, addirittura, non contiene alcuna indicazione sulle ragioni del presunto carattere di straordinaria necessità e urgenza del decreto-legge in esame.
La giurisprudenza costituzionale in materia, invece, con le sentenze della Corte n. 171 del 2007 e n. 128 del 2008, ha stabilito che l'esistenza dei presupposti di costituzionalità, di cui all'articolo 77 della Costituzione, non possa evincersi “dall'apodittica enunciazione dell'esistenza delle ragioni di necessità e urgenza”. In altre parole, non è sufficiente che sia il Governo, sostanzialmente, ad autodichiarare lo stato di straordinaria necessità e urgenza, sottolineando che la valutazione della sussistenza di questi presupposti non può essere meramente soggettiva, ma deve fondarsi invece su riscontri oggettivi.
Questo decreto-legge non può nemmeno sfuggire alla critica, già elevata in altre occasioni, dell'eterogeneità riguardante materie molto diverse fra loro: dalle concessioni autostradali alle infrastrutture strategiche, dalla riorganizzazione della disciplina normativa relativa ai commissari straordinari al personale dell'Autorità per la laguna di Venezia, dalle misure in materia di trasporto locale alle modifiche al codice di procedura penale, misure in materia di sport, e via di seguito. Appare, quindi, evidente che il provvedimento in esame interviene nel disciplinare una pluralità di ambiti materiali, che sono difficilmente avvinti da quel nesso oggettivo o funzionale richiesto dalla Corte costituzionale in varie sentenze, tra cui la n. 22 del 2012, affinché il contenuto di un provvedimento d'urgenza possa ragionevolmente considerarsi unitario.
Il rilievo del criterio di omogeneità del contenuto costituisce uno dei perni fondamentali sui quali la Corte costituzionale ha proprio fondato i percorsi argomentativi, legati alla verifica del rispetto degli indispensabili requisiti di straordinaria necessità e urgenza, richiesti, come dicevo poco fa, dall'articolo 77 della Costituzione.
Tutto ciò rappresenta, quindi, una vera e propria alterazione degli equilibri istituzionali riconducibili al rapporto fra Governo e Parlamento e determina un'evidente lesione delle prerogative parlamentari nell'esercizio della sua funzione legislativa. Peraltro, l'eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza è stato, più volte, censurato dai richiami del Capo dello Stato e da numerose sentenze della Corte costituzionale, che hanno sollecitato il ripristino di un corretto percorso costituzionale dei provvedimenti legislativi.
A tal proposito, vorrei citare le parole del Presidente Mattarella che ha pronunciato proprio pochi giorni fa a Trieste. Il Presidente Mattarella ha affermato: “Una democrazia della maggioranza sarebbe, per definizione, una insanabile contraddizione, per la confusione tra strumenti di governo e tutela della effettiva condizione di diritti e di libertà”. E poi aggiunge: “La democrazia non è mai conquistata per sempre. Anzi, il succedersi delle diverse condizioni storiche e delle loro mutevoli caratteristiche ne richiede un attento, costante inveramento”. Queste parole del Presidente Mattarella alludono anche alla necessità di un vero equilibrio di rapporti fra Governo e Parlamento, i quali vengono minati anche con questo decreto-legge. Ecco, questo è un rapporto che ormai è sbilanciato completamente a favore dell'Esecutivo, rendendo sostanzialmente il Parlamento un vero e proprio passacarte del Governo.
Alla luce di tutto quanto esposto, appare evidente la totale incompatibilità di questo decreto-legge in esame, almeno con gli articoli 9, 41, 77, 97 e 117 della Costituzione. Per questi motivi, come Alleanza Verdi e Sinistra, chiediamo di non procedere all'esame del presente disegno di legge (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Isabella De Monte. Ne ha facoltà.
ISABELLA DE MONTE (IV-C-RE). Presidente, ormai ogni decreto ha un suo rituale. Questo rituale consiste nel fatto di fare le pregiudiziali che, ormai, abbiamo trasformato in uno strumento dilatorio, come abbiamo sentito, anche per contestare il merito. Bisogna dire che avremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane un sistema di interventi fotocopia. Forse bisognerebbe aprire un altro tipo di ragionamento sul Regolamento.
Infatti, Presidente, dobbiamo dirci che, in realtà, forse se avessimo come riferimento Parlamenti che funzionano, allora avremmo anche regolamenti diversi che ci porterebbero, a valorizzare di più non solo l'attività legislativa, ma anche - perché no? - le iniziative dei singoli deputati, sia della maggioranza, sia dell'opposizione.
In effetti, nelle prossime settimane, abbiamo qualcosa come dieci decreti-legge, una cosa assolutamente straordinaria che sta snaturando completamente il ruolo del Parlamento. Questo è un vero peccato. Difatti - questo è un ulteriore problema -, avevamo un calendario di luglio che è stato completamente stravolto e ci ritroveremo, a settembre, con tante cose che sono state accantonate e che dovranno essere riprese, naturalmente alla luce di una nuova serie di decreti-legge che, immagino, sfornerà il Governo.
A proposito, però, di un elemento che è stato evidenziato, qualcosa voglio dirlo, perché abbiamo, indubbiamente, un elemento di disomogeneità. Faccio riferimento ai temi che sono trattati da questo decreto, che vanno dalle concessioni autostradali alle infrastrutture strategiche e alla riorganizzazione della disciplina normativa dei commissari straordinari. In più, abbiamo l'autorità della laguna di Venezia, abbiamo la Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli, abbiamo il tema del trasporto pubblico locale, e potrei continuare. Quindi, sicuramente questo è un elemento di debolezza di questo decreto.
Un altro elemento di debolezza, che è stato evidenziato nelle pregiudiziali, è quello della necessità ed urgenza, perché non ci possiamo limitare a denunciarle, ma ovviamente devono essere motivate. Perché questo è un elemento negativo? Perché il Presidente della Repubblica ha sottolineato questa esigenza, ossia che ci sia un ricorso ai decreti-legge quando c'è davvero la necessità ed urgenza, perché è semplicemente quello che ci viene imposto dalla nostra Costituzione.
Bene, molto rapidamente, davvero per punti, la prima pregiudiziale, come detto, fa riferimento agli articoli 9, 41, 77 e 117, la seconda, che è quella del PD, fa una ricostruzione dei contenuti: è vero che gran parte riguarda i temi dei trasporti e delle infrastrutture, ma, a mio avviso, evidenzia meglio il tema della disomogeneità. La terza fa riferimento molto di più, come abbiamo appena sentito, ai temi ambientali, cioè ai temi della ZPS, della ZSC e, in modo particolare, ai rapporti tra Stato italiano e Unione europea. Ed è qui il vero punto, perché, nella sostanza, al di là della forma, la contestazione avviene nel merito, perché quello che viene contestato, attraverso queste pregiudiziali, è - lo sappiamo bene - il ponte sullo Stretto di Messina.
Allora, a questo proposito, vorrei dire una cosa specifica, perché, in maniera, secondo me, inopportuna e inappropriata, viene così richiamata la normativa europea. Ebbene, il ponte sullo Stretto è nella normativa europea, è nel regolamento sulle reti TEN-T, era presente non solo nel regolamento che è stato di recente approvato, ma anche in quello precedente (stiamo parlando del 2013).
Vorrei dire anche che, nell'approvazione che ha fatto il Parlamento europeo recentemente, nell'aprile di quest'anno, vi è stata l'approvazione da parte della stragrande parte degli eurodeputati. Questo perché? Perché, evidentemente, una rete dei corridoi europei è molto importante perché è una connessione strategica che ha a che fare con la geopolitica, ha a che fare con l'unione di territori che, nel caso di specie, riguardano il corridoio scandinavo-mediterraneo. Quindi, è sicuramente una rete molto importante che ha effetti benefici - e qui concludo, Presidente - anche sull'ambiente. Quindi, sono richiamate normative ambientali europee, ma evidentemente avere un impatto che sollevi il trasporto su strada ha evidenti conseguenze, in termini di benefici anche sull'ambiente. Quindi, penso che questo richiamo sia un po' fuori luogo. Mi rendo conto che il richiamo, in questo caso, dovrebbe essere quello della Costituzione, però, per l'appunto, è un elemento che non c'entra con quello che noi oggi dovremmo trattare.
Per questa ragione, per un bilanciamento degli elementi che ho evidenziato, il voto del gruppo sarà di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ci asterremo anche noi. Ovviamente, stigmatizziamo, come gruppo, per l'ennesima volta, l'incedere del Governo che abusa della decretazione di urgenza. Lo stiamo dicendo dall'inizio della legislatura, perché altera i rapporti tra Governo e Parlamento, perché crea squilibri nell'assetto istituzionale e perché effettivamente c'è un abuso dello strumento che è stato richiamato più volte anche dal Capo dello Stato.
Tuttavia, ci facciamo la stessa solita domanda che proponiamo a noi stessi ogni volta che c'è una questione di pregiudizialità costituzionale: quella di oggi è una valutazione sul contrasto con le norme costituzionali o esprimiamo, invece, doglianze di merito, che vanno fatte nella sede propria?
Nella gran parte dei casi, nella quasi totalità dei casi che abbiamo esaminato man mano, a nostro giudizio, si è trattato del secondo caso. Non riusciamo - lo dico anche a tutti noi, anche a noi stessi, non vogliamo lanciare accuse contro nessuno - a uscire da una giostra. La necessità di sottoporre all'attenzione dell'Aula la questione di pregiudizialità costituzionale viene vissuta come la necessità di sfruttare uno spazio consentito dal Regolamento, quasi come un'occasione eventualmente perduta, laddove non si proponga la questione di pregiudizialità costituzionale.
Sostanzialmente, si tratta di quello che io ho definito un mini pre-dibattito di cinque, dieci minuti, prima di entrare nel vaglio del merito del provvedimento.
Questo concetto di automaticità della proposta della pregiudizialità di costituzionalità a noi non piace e noi dissentiamo da questo modo di procedere anche automatico delle opposizioni. Anche perché ce lo diciamo - lo ribadiamo - per l'ennesima volta che dobbiamo rendere funzionale il dibattito, dobbiamo rendere più effettivo il confronto, dobbiamo rendere questo uno spazio reale di contrapposizione e di dialogo: poi scatta, invece, l'abitudine.
Quindi, anche in questo caso, al di là delle stereotipate eccezioni e dei ripetitivi rilievi, alla fine si manifesta una posizione di contrarietà al merito del provvedimento, invece le pregiudiziali di costituzionalità dovrebbero essere ben altre.
Noi, l'ultima volta, sull'autonomia differenziata ci siamo espressi a favore, perché abbiamo valutato un impatto reale sulla Costituzione, sull'assetto costituzionale e c'era realmente, secondo noi, una fondatezza piena della questione di incostituzionalità, così come, in altre circostanze, abbiamo rilevato una macroscopica mancanza di omogeneità del provvedimento, cosa che oggi sinceramente non rileviamo o quantomeno rileviamo in una forma molto più debole.
Se le questioni di incostituzionalità, quindi le pregiudiziali di costituzionalità - anche l'altra volta ho fatto questa considerazione - fossero state dall'inizio della legislatura 2 o 3, probabilmente l'attenzione dell'Aula sarebbe stata diversa. Invece, che cosa facciamo? La viviamo come uno stanco cerimoniale: ognuno si fa il calcolo che tra 5-10 minuti si vota, si preme il bottone verde o rosso, senza prestare minimamente attenzione a quella che, invece, dovrebbe essere una questione importante, ossia verificare se questa norma cozzi o meno con i principi costituzionali.
Alla fine, spostiamo ogni considerazione di merito nella sede propria, cioè nella valutazione del provvedimento che seguirà, e ribadiamo che siamo contro l'abuso della decretazione d'urgenza, ma secondo noi non possiamo contrapporre un abuso dello strumento delle pregiudiziali all'abuso della decretazione d'urgenza. Con questo voto di astensione, vorremmo segnalare per l'ennesima volta il problema e lanciare un piccolo messaggio di riflessione. Ci asterremo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pulciani. Ne ha facoltà.
PAOLO PULCIANI (FDI). Grazie, Presidente. Affronterò in modo univoco le tre pregiudiziali che sono state presentate, perché sostanzialmente, pur in modo diverso, presentano le stesse eccezioni di carattere costituzionale.
Intanto, noto - devo fare un'osservazione - che, in quest'Aula, molti gruppi politici, in particolare, che presentano pregiudiziali e che sono all'opposizione, scoprono improvvisamente l'utilizzo dello strumento del decreto-legge, come invece hanno fatto per decenni interi.
C'è stato un lungo uso e forse a volte abuso del decreto-legge, fatto dalle stesse forze che oggi propongono le questioni pregiudiziali in questa sede. Si dice “sì, ma il vostro Governo in questa fase sta utilizzando lo strumento più di altri”. Probabilmente perché le emergenze, le necessità e le urgenze che il Governo di Giorgia Meloni ha dovuto affrontare e deve tuttora affrontare sono quelle stesse emergenze non risolte da 10 anni, da 20 anni, da 50 anni in quest'Aula, alcune delle quali contenute all'interno dei provvedimenti che poi andremo ad approvare all'interno dello stesso decreto.
Si scomoda la Costituzione non tanto per tutelare qualche principio o qualche diritto fondamentale dei cittadini, quanto per contestare sostanzialmente due elementi: quello della necessità e dell'urgenza, a dire dei presentatori non esplicitati in modo chiaro e nemmeno evidenti dal tenore e dal contenuto degli stessi provvedimenti oggetto del decreto, e quello della disomogeneità, sostanzialmente, del contenuto del decreto, degli interventi e, quindi, delle materie sui quali questo avviene.
Noi, in realtà, pensiamo invece che non sia affatto così: la necessità e urgenza, oltre a essere dichiarata dal Governo, è a volte in re ipsa proprio dalla lettura stessa del decreto, dalle opere e dagli interventi sui quali il decreto interviene. Quando parliamo del ponte di Messina, ma anche quando parliamo della Roma-Latina e delle altre opere strategico-funzionali, sono opere che probabilmente avremmo dovuto non solo realizzare, ma già rendere fruibili da decenni. Ci troviamo costretti, invece, a intervenire per cercare di non perdere altri decenni, non perdere altri anni, non attuare strumenti che possono essere puramente dilatori. Il Governo deve in qualche modo, invece, porre rimedio alle emergenze, facendo sì che queste opere vengano realizzate.
D'altronde, nello stesso contenuto delle questioni di pregiudizialità, troviamo altresì che si scende nel merito delle questioni, non solo quindi sotto il profilo giuridico della legittimità costituzionale, ma sotto il profilo dell'opportunità dell'opera. Addirittura, in alcune di queste ancora si parla della valutazione in merito alla tutela della posidonia oceanica o della migrazione di particolari tipi di pesce. Ecco perché anche questo ci fa capire qual è stato per molto tempo e per decenni il problema di questa Nazione rispetto alle opere strategiche.
Poi si inseriscono certamente altri elementi e altri provvedimenti che possono, solo in apparenza, sembrare difformi e disomogenei rispetto a quello delle infrastrutture e delle opere, che riguardano il processo penale per quanto riguarda la Cassazione, che riguardano alcuni elementi dei contratti legati allo sport, il Piano Mattei, le aziende che investono all'estero, in particolare in Africa, i fondi della Cassa depositi e prestiti.
Ebbene, noi riteniamo che questi siano legati da un unico elemento, che comprendiamo bene perché la sinistra non riesce a percepire, che è lo sviluppo del Paese, delle imprese, e che fa capo a un unicum sostanzialmente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Imprese, infrastrutture strategiche: questo è quello che noi dobbiamo e vogliamo riconoscere come forza in questo decreto. Quindi, non mi allungo ulteriormente, per questo noi voteremo contro le pregiudiziali presentate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pizzimenti. Ne ha facoltà.
GRAZIANO PIZZIMENTI (LEGA). Grazie, Presidente. Il gruppo Lega-Salvini Premier voterà contro le pregiudiziali presentate dall'opposizione al decreto-legge n. 89 del 2024. Il provvedimento soddisfa tutti i presupposti per essere applicato, in quanto è importantissimo, indifferibile e urgente. Le disposizioni contenute sono rilevanti e di estrema importanza per le infrastrutture strategiche e per gli investimenti nel nostro Paese, nonché per l'efficienza del procedimento penale e per la tutela delle associazioni e delle società sportive.
In particolare, in tema di infrastrutture, dopo la disciplina di aggiornamento dei piani economico-finanziari relativi alle società concessionarie con periodo regolatorio quinquennale scaduto il 31 dicembre 2023, con l'articolo 8 del decreto-legge 30 dicembre 2023, n. 215, è diventato indispensabile e urgente introdurre una specifica disposizione volta a regolare la disciplina di aggiornamento dei piani economico-finanziari delle società concessionarie con periodo regolatorio quinquennale in scadenza nel corso dell'anno 2024, prevedendo che il relativo iter debba essere perfezionato entro il 31 dicembre 2024.
La riduzione dei tempi di realizzazione dell'intervento viario Tarquinia-San Pietro in Palazzi e il tempestivo avvio dei lavori sono indispensabili.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, anche in risposta a un'interrogazione del PD in Commissione ambiente, ha ribadito l'impegno del Governo per la protezione ed esecuzione dell'intervento sulla Tirrenica, un intervento a lungo atteso, molto importante per lo sviluppo infrastrutturale dell'alto Lazio e della Toscana, in grado di coniugare lo sviluppo economico e maggiore sicurezza della viabilità, visto che per molti chilometri, tra Pescia Romana, nel Lazio, e Orbetello-Fonteblanda, la strada in alcuni tratti è addirittura a una sola corsia per senso di marcia e vi si affacciano passi carrabili, abitazioni e aziende con un tasso di incidenti elevatissimo. Poi che dire dell'importanza della realizzazione del ponte di collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria?
È un'opera essenziale non solo per l'Italia, ma per tutta l'Europa, per completare il corridoio europeo Scandinavo-Mediterraneo, sia stradale che ferroviario, già inserito nella rete TEN-T da oltre 20 anni. Si tratta di un'opera rilevante per garantire la libera circolazione delle merci e delle persone, e rafforza la crescita, l'occupazione e la competitività del nostro Paese nell'ambito dell'Unione europea. La possibilità di realizzare il collegamento per fasi costruttive è indispensabile per rispettare i tempi di realizzazione, anche in considerazione del grande lavoro che si sta facendo per l'adeguamento del progetto ai nuovi standard ambientali e di sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
La revisione dei compiti e delle funzioni attribuite ai commissari straordinari, definendo i criteri da rispettare per la predisposizione di un piano di realizzazione, è indispensabile e urgente per l'efficientamento dell'operato degli stessi e per l'utilizzo delle risorse disponibili, soprattutto con riguardo all'elevato numero di commissari, all'importanza delle opere loro assegnate e, purtroppo, anche per la necessità di semplificare l'apparato normativo del Paese in tema di opere pubbliche, che negli ultimi decenni è stato rilevante, tema che questo Governo ha affrontato, risolvendolo egregiamente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Altri temi contenuti nel decreto-legge, come il rafforzamento della capacità tecnica e amministrativa dell'Autorità per la laguna di Venezia, il collegamento autostradale Cisterna-Valmontone, il potenziamento delle ferrovie regionali, lo sviluppo rapido del trasporto di massa, passano anche attraverso la possibilità di ottenere l'erogazione di somme residue per il completamento delle opere, e altrettanto improcrastinabili sono le misure del Piano Mattei per l'internalizzazione delle imprese italiane, volte a sostenere la presenza nel continente africano, tenuto conto dell'esigenza di costruire partenariati stabili di lungo periodo, nonché le misure in materia ambientale per l'accelerazione e l'attuazione di interventi di bonifica del sito di interesse nazionale Cogoleto-Stoppani, per la nomina di un commissario straordinario e l'istituzione di due nuovi organi all'interno del MASE.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
GRAZIANO PIZZIMENTI (LEGA). Per tutti questi motivi, il nostro gruppo voterà responsabilmente contro le pregiudiziali, perché siamo convinti dell'importanza del decreto-legge, che occorre convertire in legge il prima possibile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Santillo ed altri n. 1, Simiani ed altri n. 2 e Bonelli ed altri n. 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Antonio Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere alla Ministra Bernini un'informativa urgente, affinché venga a riferire in Aula, perché in queste ore il mondo delle università è nel caos. Intervengo proprio qui per portare il grido di allarme di migliaia di ricercatori terrorizzati, giustamente, dopo aver letto le vergognose bozze che stanno circolando sulla riforma del preruolo e della ricerca universitaria. Che questo Governo sia ormai abituato a mortificare i lavoratori non fa neanche più notizia, però che lo inizi a fare anche in un settore strategico e già martoriato - ricordiamolo, già martoriato -, come quello della ricerca universitaria, è intollerabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Ricorderete tutti che ci si è mossi un po' tutti insieme, nel precedente Governo, per provare a superare questa precarietà nel mondo della ricerca, per superare i cosiddetti assegni di ricerca - che ricordo essere senza diritti, senza ferie, senza malattie e così via -, portando avanti l'idea del contratto di ricerca che superava l'assegno proprio in tutele.
Abbiamo assistito, dall'inizio di questo Governo, a proroghe su proroghe, l'ultima ora in discussione nel decreto che arriverà in quest'Aula presto, in cui la Ministra Bernini stabilisce che si arriverà massimo fino al 2025 e poi non si andrà avanti con le proroghe. Quindi, tutto bene? Siamo tutti contenti? In realtà “no”, perché, a quanto pare, da quanto stiamo ascoltando, da quanto ha anche ammesso la stessa Ministra in Commissione durante un'audizione, si sta lavorando per proporre addirittura sei tipologie di contratto, ovviamente tutte all'insegna della precarietà più totale.
Allora, voglio ricordare e rendere nota una cosa: per partorire tutto questo, quella genialità dietro a tutto questo sta in questa commissione che ha istituito la Ministra. È curioso, tra altro, far notare - come hanno giustamente evidenziato alcuni giovani ricercatori precari - che chi oggi siede in questa commissione e sta immaginando questo futuro della ricerca ancora più precario è proprio chi, già quando aveva trent'anni, invece, aveva un contratto a tempo indeterminato.
Insomma, è inutile girarci intorno, lo sappiamo tutti, ce lo siamo detti più volte: per portare dignità al mondo della ricerca e rendere il nostro Paese uguale agli altri Paesi europei, in un settore strategico che determinerà il futuro della nostra società, servono soldi. Non dobbiamo nasconderlo, servono soldi per finanziare i nuovi contratti, per finanziare la stabilità, per finanziare il diritto di avere una vita dignitosa servono soldi. Allora bisogna metterli, però a chi critica e a chi ha più volte ricordato che si è portata avanti una riforma non immaginando i costi superiori, voglio dire una cosa ben precisa e rinfrescare le memorie su una cosa che già più volte ho ricordato in quest'Aula: ricordiamoci sempre che la madre di tutti i tagli, così come nella scuola anche nell'università, è stata la riforma Gelmini portata avanti dai Governi di centrodestra, dai Governi Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ricordiamoci quel miliardo e mezzo di tagli ai finanziamenti ordinari dell'università che poi hanno distrutto il mondo universitario.
Allora, chiediamo, a nome di tutto il mondo della ricerca precario, che la Ministra venga qui, prima di andare avanti faccia chiarezza e, soprattutto, coinvolga veramente il mondo accademico, il mondo delle associazioni studentesche, il mondo dei ricercatori, dei dottorati, dei dottorandi, perché le decisioni così fondamentali per il futuro del nostro Paese non si prendono nelle segrete stanze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori e sul medesimo argomento, la deputata Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Vorrei unirmi alle parole del collega Caso con cui, devo dire, ho condiviso, tra l'altro, anche in queste settimane all'interno della VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione), le questioni che lui stesso poneva rispetto alla riforma del preruolo universitario, a lungo annunciata. Per ora, devo dire, come sempre da parte di questo Governo, solo a mezzo stampa e non all'interno delle Aule parlamentari o delle aule delle Commissioni, come dovrebbe essere.
Noi chiediamo che la Ministra venga quanto prima a riferire. Tra l'altro, è notizia di stampa di pochi giorni fa che sarebbe stata costituita dalla Ministra Bernini - come gruppo del Partito Democratico nella VII Commissione abbiamo depositato, in queste ore, anche un'interrogazione per avere maggiori chiarimenti al riguardo -, una commissione presieduta dal professor Ernesto Galli della Loggia che dovrebbe rivedere tutta la legislazione in materia di inquadramento universitario, nonché tutta la normativa vigente. Anche qui, come sempre, senza alcun coinvolgimento preventivo del mondo accademico, del mondo universitario e delle Aule parlamentari.
Riteniamo che questo non sia un comportamento accettabile in alcun modo. Abbiamo accolto, all'interno del nostro lavoro in Commissione proprio sul decreto-legge n. 71 del 2024, le proteste del mondo della ricerca, dei giovani dottorandi italiani dell'ADI e delle altre associazioni che hanno richiesto di non rinviare ulteriormente l'entrata in vigore di quella riforma votata da un'amplissima maggioranza solo due anni fa, nel 2022. Hanno richiesto non solo di non rinviarla, ma anche di assegnare quelle risorse. Colleghi, dobbiamo tutti ricordare che il patto comune che era stato raggiunto dalle forze che sostenevano il Governo di allora sarebbe stato quello di inserire le risorse nel primo provvedimento utile. Poi il Governo cadde e non fu più possibile, ma è abbastanza facile e semplicistico nascondersi semplicemente dietro quello che la norma recita e non dietro il lavoro parlamentare che fu fatto in quelle ore, dietro una riforma che voleva dare stabilità, certezze e garanzie ai ricercatori e al mondo della ricerca universitaria.
Noi pensiamo che questo sia il momento di intervenire e di chiarire, per cui ci uniamo alla richiesta del collega del MoVimento 5 Stelle affinché la Ministra venga quanto prima a riferire, senza dover ricorrere sempre alla lettura della rassegna stampa del mattino per sapere cosa sta avvenendo in quel Ministero, bensì confrontandoci nelle sedi opportune, come è dovere di ogni Governo fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori e sul medesimo argomento, l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Anche noi di Alleanza Verdi e Sinistra ci uniamo alla richiesta che la Ministra venga a riferire qui in Aula su quello che sta decidendo presso il Ministero, per quanto riguarda la riforma del preruolo e del sistema universitario. Lo diciamo perché siamo molto preoccupati dalle bozze che circolano, dalle indiscrezioni e, soprattutto, dall'assenza totale di qualsiasi forma di confronto con le organizzazioni sindacali, con le organizzazioni dei ricercatori e, in generale, con tutto il mondo dell'università.
È scandaloso che si pensi di mettere in campo elementi di riforma che, invece di migliorare la condizione contrattuale dei ricercatori italiani, di fatto riducono tutele e diritti e rendono precario ancora di più chi oggi è già vergognosamente precario. La CGIL, in queste ore, ha definito le bozze che circolano come una precarizzazione tombale, come la definitiva apposizione di un sigillo alla precarietà dei ricercatori italiani, e questo suona molto stridente e fa molto male proprio perché la Ministra, nell'annunciare la riforma del preruolo senza illustrarne tutti i dettagli, ha parlato, invece, di una riforma che potrebbe attrarre le eccellenze.
Quali eccellenze si possono attrarre, se non si danno diritti e tutele e se non si pagano adeguatamente i lavoratori che dovrebbero venire ad arricchire le nostre università? È chiaro che la ratio è completamente un'altra, ed è una ratio che fa il paio con il taglio delle risorse, con la riduzione dei finanziamenti alle università e per questo settore, e, purtroppo, ci tocca dire che 2 anni fa già avevamo avvertito la Ministra che per l'università sarebbe stato un momento molto duro quello che ci avvicinava alla fine dei fondi del PNRR e che sarebbe stato necessario lavorare con largo anticipo per fare in modo che le risorse fossero sufficienti per continuare i progetti, per garantire i posti da ricercatore, per garantire continuità e fine della precarietà.
Tutto questo non solo non è stato fatto, ma, nell'ombra, si prepara una demolizione sia dal punto di vista delle risorse investite che dal punto di vista dei diritti e delle tutele contenuti nei contratti. Quindi è bene che la Ministra venga ad illustrare le sue intenzioni, che esca dall'ombra, che esca dagli uffici dei Ministeri, e, se non vuole parlare con le organizzazioni sindacali e le organizzazioni di categoria, che venga almeno a parlare con il Parlamento, perché questo è davvero un atto dovuto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 808 - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all'ordinamento giudiziario e al codice dell'ordinamento militare (Approvato dal Senato) (A.C. 1718).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1718: Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all'ordinamento giudiziario e al codice dell'ordinamento militare.
Ricordo che nella seduta del 4 luglio è stato da ultimo respinto l'emendamento 2.8 Gianassi.
(Ripresa esame dell'articolo 2 - A.C. 1718)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 2.
Passiamo agli identici emendamenti 2.9 Dori e 2.10 Gianassi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.
MARCO LACARRA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Come detto già da altri colleghi, questo provvedimento non fa assolutamente nulla di buono per rendere la nostra giustizia migliore, più efficace o più efficiente. Anzi, molti dei punti chiave di questo disegno di legge sembrano quasi un escamotage perché la maggioranza si tolga qualche sassolino dalla scarpa e per gettare un'ombra sull'operato della magistratura, anche in vista del provvedimento sulla separazione delle carriere.
Abbiamo già parlato della pessima decisione di abolire il reato di abuso d'ufficio, ma ci sono altre questioni che lasciano più di un interrogativo in questo testo, ad esempio la parte che riguarda le intercettazioni. Ancora all'inizio di quest'anno, in quest'Aula, in occasione della relazione sull'amministrazione della giustizia per il 2022, il Ministro Nordio ha parlato delle intercettazioni, giudicandole sproporzionate nel numero e nei costi, inutili e dannose nella maggior parte, colpevoli di coinvolgere persone ignare e innocenti.
Poi, però, andiamo a leggere i dati pubblicati dal suo stesso Ministero e scopriamo qualcosa di completamente diverso. Si legge, infatti, che nel 2022 il numero delle intercettazioni ha toccato il minimo storico, ossia poco più di 82.000; un numero che non si riferisce, ovviamente, alle persone intercettate, ma al numero di intercettazioni che possono riguardare anche la stessa persona. Sono state quasi 13.000 in meno rispetto al 2021 e quasi 70.000 in meno rispetto al 2012. Questi dati, che sono forniti dal Ministro, non ci raccontano di un abuso dello strumento, ma, anzi, l'opposto, ossia che c'è sempre maggiore attenzione, da parte delle procure, nell'utilizzare le intercettazioni.
Anche sulle spese, che il Ministro ha definito sproporzionate, ci sarebbe da rettificare. Infatti, rispetto a 10 anni fa, i costi sono diminuiti di un terzo, passando da 300 milioni a 200 milioni nel 2021, e basterebbe chiedersi il motivo di questo trend per fermarsi qui, invece di andare ostinatamente avanti. Il collega Orlando, da Ministro della Giustizia, aveva già correttamente messo mano alla disciplina delle intercettazioni. In quell'occasione furono corrette tante storture della normativa, e questi dati, che abbiamo ricordato, oggi premiano proprio quel lavoro fatto, insieme agli interventi successivi fatti nella legislatura scorsa con la Ministra Cartabia.
Anche in tema di pubblicazione, la riforma Orlando aveva dimostrato la sua efficacia nel limitare e circoscrivere la pubblicazione solo alle intercettazioni rilevanti. Allora è chiaro che ci troviamo, anche qui, di fronte a una mistificazione, che serve a coprire la vera intenzione di questo Governo, cioè fare in modo che i cittadini restino all'oscuro di fatti rilevanti di pubblico interesse. Sul punto non ha mancato di intervenire l'Associazione nazionale magistrati, che ha sottolineato un altro aspetto importante: se uno degli obiettivi costanti del legislatore è quello di snellire i procedimenti giudiziari e accelerare i tempi della giustizia, questo provvedimento va nella direzione contraria.
Infatti, proprio i magistrati hanno avvertito che imporre alla pubblica accusa di “omissare” tutti i nominativi di terzi estranei al procedimento comporterà un aggravio di tempo e di carico, visto che sono frequentissimi i riferimenti a terzi estranei. Basti pensare, ad esempio, ai processi per associazioni per delinquere finalizzate al traffico di stupefacenti. Nei nostri emendamenti abbiamo cercato di proporre soluzioni di compromesso, che aiutassero a non gettare tutto il bambino con l'acqua sporca. Questo emendamento, per esempio, interviene sul comma 1, lettera b), dell'articolo 2, che prevede un ampliamento del divieto di pubblicazione del contenuto delle intercettazioni, consentendone la pubblicazione solo se il contenuto è riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o è utilizzato nel corso del dibattimento.
Si tratta di una modifica che, come tanti hanno detto, metterà un bel bavaglio agli organi di stampa e, dunque, alla libertà di informazione e al diritto di essere informati. Con la nostra proposta, invece, chiediamo che venga preso in considerazione un aspetto importante, ossia che la pubblicazione sia resa possibile anche nel caso in cui ricorra un rilevante e palese interesse pubblico, semplicemente perché ci auguriamo che in questo Paese i cittadini possano ancora avere accesso alle informazioni che riguardano tutti loro e la cosa pubblica, perché è puramente un fatto di democrazia, e l'informazione ne è una componente insostituibile, che piaccia o meno alla maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. L'articolo 2 di questo disegno di legge interviene anche sull'articolo 114, comma 2-bis, del codice di procedura penale, che si occupa, nel caso specifico, della pubblicabilità delle intercettazioni (il tema è quello delle intercettazioni). L'obiettivo di questo emendamento, che già avevamo presentato in Commissione ed era già stato lì bocciato, è quello, invece, di limitare e di contenere la portata dell'intervento normativo della previsione dell'articolo 2 del disegno di legge e almeno limitarlo a quei casi in cui c'è un rilevante interesse pubblico.
Se si vuole limitare la pubblicazione delle intercettazioni, deve almeno esserci un rilevante interesse pubblico, un'esigenza pubblica. Ad oggi, invece, vige la regola secondo la quale la pubblicazione del contenuto delle intercettazioni è vietata finché queste non siano state sottoposte a un filtro che separi le parti processualmente rilevanti da quelle che non lo sono, e successivamente a tale momento è consentita soltanto limitatamente alle parti così acquisite al processo, mentre quelle ritenute irrilevanti o inutilizzabili sono destinate a restare segrete, conservate proprio nell'archivio.
Lo scopo della disciplina tuttora vigente, prima della modifica che intendete apportare, è quello di evitare il rischio di divulgare informazioni rimaste incastrate nella rete delle intercettazioni, ma che risultino, comunque, oggettivamente inutilmente lesive della riservatezza dell'indagato o di terzi. A nostro parere, quindi, la norma, come è attualmente, è già sufficiente. L'assetto che invece voi state dando mette in discussione, con questo disegno di legge, proprio il bilanciamento dei valori in gioco. Da un lato ci sono, infatti, l'informazione pubblica, anche la riservatezza delle persone e le esigenze processuali.
Quindi, si vieta la pubblicazione del contenuto delle intercettazioni - testualmente - “se non è riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento”. Quindi, c'è davvero un restringimento notevole.
La pubblicabilità delle intercettazioni viene, quindi, collegata non più all'avvenuta ripulitura delle parti irrilevanti o lesive, in sostanza alla loro astratta utilizzabilità all'interno del processo, ma alla circostanza che di quelle intercettazioni sia stato fatto un concreto impiego processuale che ne abbia provocato una seppure limitata divulgazione.
Quindi, la regola proposta dal disegno di legge, per come incide sulla disciplina della pubblicazione delle intercettazioni, opera un bilanciamento di interessi in gioco che, a nostro parere, è assolutamente discutibile e non condivisibile. Se la pubblicazione di atti di un'indagine penale nell'esercizio del diritto di cronaca giudiziaria, che è fondato sugli articoli 21 e 101 della Costituzione, è funzionale all'informazione della collettività su notizie di interesse pubblico e anche al controllo democratico della giustizia da parte del popolo, nel cui nome viene amministrata, appunto, la giustizia, sembra lecito affermare che questa modifica - questa regola proposta - sottrae alla possibilità di informazione e di controllo degli atti processuali le intercettazioni che hanno superato, appunto, le procedure selettive già oggi elencate dal comma 2-bis dell'articolo 114 del codice di procedura penale.
In sintesi, la nostra proposta è quella di circoscrivere la portata di questo intervento normativo, altrimenti con questa misura, introdotta dall'articolo 2 del disegno di legge, ci troviamo di fronte a un nuovo bavaglio, a un nuovo “bavaglietto” alla stampa e, a nostro parere, questo è estremamente pericoloso (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.9 Dori e 2.10 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.11 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.101 Bonifazi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.12 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.13 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Passiamo agli identici emendamenti 2.14 Dori e 2.15 Gianassi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi, con questo emendamento, aggiungiamo all'articolo 2, comma 1, lettera c), in cui si stabilisce il divieto di rilascio di copia delle intercettazioni, l'eccezione per il caso in cui ricorra un rilevante interesse pubblico. Vogliamo, quindi, temperare la rigidità della norma proposta dal Governo con la locuzione “di rilevante interesse pubblico” proprio nell'ottica di bilanciamento tra due interessi contrapposti: quello del cittadino di vedere tutelato l'interesse della collettività di fronte a una lesione, anche solo potenziale, dello stesso e la rigidità della norma in esame sul divieto di copia di intercettazioni.
Si potrebbe argomentare che la locuzione “di rilevante interesse pubblico” lasci troppi margini di interpretazione e di arbitrarietà, ma io penso che possiamo argomentare nel senso che, ormai, sia la giurisprudenza, sia diversi contributi della dottrina, sia casi circostanziati di diritto positivo hanno stabilito e circoscritto quello che è, concretamente, il rilevante interesse pubblico. Quindi, anche in un'ottica di ragionamento di sistema per cui l'ordinamento giuridico vuole tutelare la collettività attorno a cui è costruito e, quindi, farne l'interesse, pensiamo che questa formulazione, questa proposta di riequilibrio, di bilanciamento contenuta nell'emendamento sia opportuna e meriti un ripensamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.14 Dori e 2.15 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.16 D'Orso e 2.17 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Passiamo all'emendamento 2.18 D'Orso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. In questo emendamento vorremmo che fosse recuperata una parte già presente nell'articolo 270 del codice di procedura penale, laddove si diceva che i risultati delle intercettazioni non possono essere utilizzati in procedimenti diversi, salvo siano indispensabili per reati per i quali è obbligatorio l'arresto in flagranza ovvero per quelli per i quali sussistono i presupposti di cui all'articolo 266, ossia uno dei procedimenti per i quali era ammissibile l'intercettazione.
Con il decreto-legge 10 agosto 2023, n. 105, poi convertito in legge, il Governo ha eliminato questa seconda parte, per cui i risultati delle intercettazioni che riguardino fatti diversi, qualunque sia la loro rilevanza, qualunque sia il loro contenuto, salvo che si tratti di reati per i quali è obbligatorio l'arresto in flagranza, non possono essere utilizzati. Ne deriva che, per i reati di corruzione, il risultato dell'intercettazione in altro procedimento non può essere più utilizzato. Quindi, laddove taluno dovesse dire “ho avuto soldi per assegnare l'appalto”, quel pubblico ufficiale non sarebbe sostanzialmente indagabile né, tanto meno, potrebbe essere utilizzata quell'intercettazione.
Allora, noi cosa chiediamo qui? Che venga inserita una parte ulteriore. Non chiediamo che vengano inseriti tutti i reati per i quali è ammissibile l'intercettazione ai sensi dell'articolo 266, ma almeno i reati che sono collegati a quelli per i quali si procede. Questo è ciò che chiediamo nell'emendamento 2.18 D'Orso, mentre nell'emendamento 2.19 D'Orso diciamo i reati che sono connessi con il reato per cui si procede. Esiste, quindi, uno stretto legame fra il reato per il quale è stata autorizzata l'intercettazione e il reato che emerge dall'intercettazione stessa. Non ritenere utilizzabile quella parte credo che sia veramente contro il senso di giustizia, contro il senso di buona amministrazione. Per cui, poter recuperare quella conversazione, quella comunicazione, nell'ambito di un'intercettazione legalmente autorizzata e che si riferisce ad un reato connesso o collegato, rientra, fondamentalmente, nei principi generali del nostro codice di procedura penale, laddove, per i reati connessi e collegati, si utilizzano gli stessi parametri, gli stessi meccanismi che sono previsti per il reato al quale essi si riferiscono.
Ammettere che ci possa essere un'estensione e, quindi, che sia utilizzabile quell'intercettazione per i reati connessi o per i reati che sono collegati sembra che consenta di recuperare quella parte che, a nostro avviso, erroneamente e contro il senso di giustizia, venne, nell'ambito di quel decreto-legge, abolita. Oggi recuperiamola, con la limitazione della connessione o del collegamento di reati che si ha, peraltro, quando il reato è stato commesso per commetterne o per eseguirne un altro, quando il reato deriva dalla stessa fonte, quando, cioè, vi sono elementi che rendono strettamente connesso o collegabile il reato a quello per cui si procede (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.18 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.19 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.20 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
( Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.21 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Passiamo all'emendamento 2.22 Gianassi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con l'articolo 2 del disegno di legge Nordio, abbiamo visto come si stia intervenendo sul codice di procedura penale, con alcune previsioni che introducono dei principi su cui noi avremmo anche potuto condividere alcune previsioni, tuttavia, come abbiamo detto più volte durante la discussione dei nostri emendamenti e come abbiamo detto più volte in discussione in Commissione, riteniamo che su tali principi si sarebbe dovuto intervenire in tutt'altro modo, a partire, e lo ricordiamo anche qui, da un confronto che, purtroppo, lo dobbiamo registrare, è assolutamente venuto meno.
Detto questo, su questo emendamento in particolare, che riguarda l'interrogatorio di garanzia, in linea di principio, come dicevo prima, noi potremmo anche dirci favorevoli ad un interrogatorio di garanzia che preceda l'applicazione della misura della custodia cautelare in carcere; è un principio corretto, questo, che però, come al solito, avete declinato nel modo sbagliato. Ecco, la nostra principale preoccupazione, che ci ha poi spinti a presentare questo emendamento, viene proprio dalle audizioni, dalle parole che abbiamo ascoltato durante le audizioni in Commissione. La più grande preoccupazione è stata fatta notare dal Procuratore nazionale antimafia, Melillo, e riguarda, in particolare, “le ipotesi nelle quali, nell'ambito di uno stesso procedimento, ricorrano sia ipotesi di reato per le quali è necessario l'interrogatorio di garanzia anticipato, sia ipotesi per le quali non è necessario”, come, “per esempio, se ad alcuni associati sono contestate l'importazione e la vendita di sostanze stupefacenti e ad altri il riciclaggio dei profitti dell'associazione”. Da queste parole, che ho tratto dal corposo intervento del Procuratore, si capisce bene come, in una situazione come questa, in teoria, gli accusati di riciclaggio, ma non quelli, ad esempio, di traffico di droga, dovrebbero essere avvisati dell'intenzione di arrestarli almeno 5 giorni prima dell'interrogatorio di garanzia, mettendo in questo modo a loro disposizione le carte dell'accusa che, però, contengono anche tutte le indagini svolte sui presunti trafficanti. Manca, infatti, in questa norma, una specifica disposizione che sia volta a chiarire che, nei casi di reati connessi, la disciplina derogatoria al principio generale dell'interrogatorio di garanzia anticipato si applichi anche ai reati esclusi dal perimetro delle deroghe. Oltre a questo, e lo abbiamo visto anche con gli altri emendamenti che già abbiamo presentato, c'è il problema del campo di applicazione di questa norma.
Per tentare di scongiurare gli evidenti pericoli di fuga, il disegno di legge prevede che la nuova norma non si applichi alle indagini per i reati più gravi, come mafia, terrorismo, violenza sessuale e stalking, o commessi con l'uso di armi o con altri mezzi di violenza personale, ma il catalogo delle esclusioni - e, anche qui, siamo stati avvertiti - è gravemente manchevole dal punto di vista delle esigenze di contrasto alla mafia, perché non sono esclusi, ad esempio, i delitti di riciclaggio che, come tutti noi abbiamo contezza, sono l'in-sé del crimine organizzato.
Quindi, naturalmente, proponiamo questo emendamento e ci auguriamo che tutta l'Assemblea voglia votare a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Intervengo perché ritengo che questa norma sia tra le più qualificanti del provvedimento. Faccio riferimento a una proposta di legge che avevamo presentato ancor prima del disegno di legge Nordio e che sancisce il principio che una persona può essere ristretta nella sua libertà personale dopo essere stata interrogata. Gli interrogatori di garanzia per legge devono essere tenuti entro 4 o 5 giorni e, in moltissime circostanze, la persona arrestata, viene interrogata nei 5 giorni successivi e viene, poi, rilasciata perché ha chiarito, perché ha confessato, perché ha puntualizzato, perché ha dimostrato di avere un alibi.
Penso che anche solo un giorno di custodia cautelare, un giorno in carcere, rappresenti un cambiamento di vita per una persona. Credo che l'ordinamento debba semplicemente consentire al magistrato di interrogarla prima di arrivare alla soglia del carcere. Io penso che sia un diritto anche costituzionale. Aggiungo una cosa in più, che sarà oggetto di un ordine del giorno che presenterò a quest'Aula: in quanti casi noi abbiamo ordinanze di custodia cautelare emesse dopo mesi, mesi e mesi dalla richiesta del pubblico ministero? Allora, se il magistrato, il giudice, si prende mesi e mesi, talvolta anche più di un anno, per rispondere al pubblico ministero e per emettere un'ordinanza di custodia cautelare, è ben possibile che la persona destinataria di questa ordinanza chieda e ottenga di essere interrogata prima di varcare la soglia del carcere?
Penso che questo sia un elemento significativo e ritengo anche che la norma, per come è stata dettagliata, vada a cancellare passaggi, mettendo ulteriori ostacoli a questo interrogatorio. Ritengo che già fin troppo il Governo abbia fatto nel suo disegno di legge, che cioè abbia fatto troppe esclusioni dalla norma dell'interrogatorio, perché penso che l'interrogatorio che non si possa negare a nessuno, che possa essere posto in essere in condizioni di massima sicurezza e, comunque, l'esigenza cautelare di scongiurare il pericolo di fuga può essere tranquillamente assicurata attraverso misure idonee.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.22 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.23 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.24 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Passiamo all'emendamento 2.25 D'Orso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento è relativo all'istituto di nuova introduzione dell'interrogatorio preventivo di garanzia, che sarebbe disposto allorquando il giudice debba procedere all'adozione di una qualsiasi misura cautelare che sia sorretta - badate bene - dall'esigenza cautelare solamente quando si palesi l'esigenza del pericolo di reiterazione del reato, mentre questo istituto sarebbe escluso - e, quindi, precluso - tutte le volte che le esigenze cautelari che giustificano l'adozione della misura siano quelle del pericolo di fuga o del pericolo di inquinamento probatorio.
Allora, cerchiamo di capire un po' a chi è dedicata, in realtà, questa norma che introduce l'interrogatorio preventivo. Stiamo un po' perimetrando l'applicabilità di questa norma, che si applica solo quando l'esigenza cautelare sia quella del pericolo di reiterazione del reato. Poi abbiamo tutta una serie di esclusioni, a cui faceva cenno anche il collega Costa. Sono esclusi tantissimi reati. In effetti, c'è tutto un elenco di reati per i quali questo istituto non verrà applicato. Però, guarda caso, nel novero delle esclusioni, non ritroviamo nessuno dei reati contro la pubblica amministrazione. Al che, cos'è che faccio io? Cos'è che vi propongo a questo punto? Vi propongo, in qualche modo, di smentire una narrazione che può venir fuori da questa formulazione della norma nel testo che ci avete portato all'esame. Infatti, chi legge questo testo può dire: non vorrei che questo istituto sia dedicato esclusivamente ai reati dei colletti bianchi, i quali avranno la possibilità di sapere almeno 5 giorni prima, ricevendo un invito a comparire per rendere l'interrogatorio, che ci sono accuse a loro carico e, perché no, potranno essere messi, in quel momento, nelle condizioni di organizzarsi una fuga, oppure di andare a cancellare le prove della loro colpevolezza.
Quindi, cosa vi dico io? Smentite questa possibile narrazione, questa probabile, se non evidente, narrazione di un istituto che viene introdotto esclusivamente per favorire sacche di impunità per i colletti bianchi e votate a favore di questo emendamento, che porta la mia prima firma e che vuole proporvi di inserire, nel novero delle esclusioni rispetto a questo istituto, tutti i reati contro la pubblica amministrazione. Anche perché, ripeto, lo abbiamo già dibattuto in Commissione e a me viene un po' da sorridere: nel momento in cui c'è la necessità dell'adozione della misura cautelare, è vero che, magari, si prospetta solo un pericolo di reiterazione del reato, però, il minuto dopo in cui verrà ricevuto l'invito a comparire da parte dell'indagato, potrebbe sorgere una delle altre due esigenze cautelari, se non tutte e due insieme, vale a dire il pericolo di fuga e il pericolo di inquinamento probatorio. Per cui noi riteniamo che, in realtà, sia una norma che abbia molte più criticità che benefici, e che, ripeto, sia una di quelle norme che certificano quello che diciamo fin dall'inizio, ossia che l'unico filo conduttore che, in qualche modo, può mettere insieme, l'unico comun denominatore di tutto il coacervo di norme che sono state inserite in questo disegno di legge, è soltanto quello di garantire sacche di impunità ai colletti bianchi. Non c'è nulla che accomuna, del resto, tutte queste norme. Solo questo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.25 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.26 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.27 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Passiamo all'emendamento 2.28 Gianassi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo emendamento intendiamo escludere l'interrogatorio preventivo di garanzia nel caso si proceda per i reati connessi al terrorismo, al riciclaggio, alle forme aggravate di associazione mafiosa e per finalità terroristica. Questo anche in coerenza con una peculiarità dell'ordinamento giuridico italiano, che prevede una specialità di questo tipo di reati, che viene dalla nostra storia e dai profondi segni che ha lasciato anche nel nostro ordinamento giuridico. Quindi, questa nostra proposta si inserisce all'interno di una specificità italiana e di un sistema di norme che già configura, per i reati di associazione mafiosa e terroristica, una sorta di peculiarità. Questo a livello formale.
A livello più politico, noto come ci sia una tendenza più che marcata all'intransigenza da parte di questo Governo quando si parla di reati. Si è intransigenti con i rave, si è intransigenti con i minorenni, si è intransigenti rispetto - lo abbiamo votato oggi in Commissioni riunite giustizia e affari costituzionali - ai reati commessi nelle stazioni, piuttosto che a quelli commessi negli aeroporti. Quindi, diciamo che si è di maglia larga da questo punto di vista. Noi, come Partito Democratico, siamo intransigenti quando si tratta dei veri mali dell'Italia, l'associazione mafiosa e il terrorismo. Quindi, ci sembra anche il minimo, di fronte a questo, non includere la possibilità dell'interrogatorio preventivo quando si tratta di questi reati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.28 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
In morte dell'onorevole Ferdinando Russo.
PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Ferdinando Russo, già membro della Camera dei deputati dalla V alla X legislatura. La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 2 - A.C. 1718)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.29 Gianassi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo articolo, il Governo decide di disporre l'interrogatorio preventivo all'emissione della misura cautelare da parte del giudice. Il collega Costa ha evidenziato alcuni elementi positivi, che riguardano la tutela e la garanzia dell'individuo prima che venga emessa una misura cautelare, tuttavia vi sono sicuramente anche altri elementi che meritano valutazione. Innanzitutto, quali sono le condizioni, che il Governo stesso ha inserito in questo articolo, che consentano l'applicazione di questa misura, e quali sono anche i rischi che si collegano a questa misura, perché, evidentemente, come tutte le scelte che stanno dentro l'ambito della materia penalistica e del codice di procedura, si perseguono interessi positivi, ma occorre trovare un bilanciamento.
Si è ottenuto questo bilanciamento tra interessi diversi e meritevoli di tutela? Evidenzio questa problematicità, rispetto alla quale credo che il Governo dovrebbe fare delle valutazioni. Innanzitutto, si dice che il giudice emetterà la misura cautelare successivamente all'interrogatorio; tuttavia, si dice anche che valuterà se disporre l'interrogatorio, perché può non ricorrere all'interrogatorio preventivo qualora ricorrano i rischi di inquinamento della prova, di pericolo di fuga e, per certi reati, di reiterazione del reato.
Però noi sappiamo che la misura cautelare può essere emessa soltanto se ricorrono questi requisiti, quindi voi non state dicendo che il giudice deve effettuare l'interrogatorio prima dell'arresto, ma che può effettuarlo qualora ritenga che non vi siano rischi di inquinamento della prova, pericolo di fuga e reiterazione del reato, che sono gli stessi rischi che deve valutare sussistenti se emette la misura cautelare.
Quindi, credo che questa formulazione - che pure risponde all'esigenza di tutelare la persona indagata prima che sia emessa la misura cautelare - di fatto poi, nella vita reale, quella dei tribunali, difficilmente potrà trovare applicazione, a meno che il giudice non si assuma il rischio di convocare a interrogatorio una persona per la quale si ritiene possa essere emessa una misura - e dunque perché ricorrono inquinamento della prova, pericolo di fuga e reiterazione del reato -, ma decide comunque, malgrado ricorrano quelle circostanze, di sentirla prima dell'interrogatorio.
Con il rischio, evidentemente, che, se davvero vi sono questi pericoli di inquinamento della prova, di reiterazione del reato o pericolo di fuga, questo possa avvenire allorquando la persona è informata che è chiamata a un interrogatorio per valutare l'emissione della misura cautelare. È già successo che questo Governo abbia stigmatizzato il comportamento dei giudici, quando si è verificato il caso di alcune persone che, libere di circolare, si erano allontanate dal territorio nazionale.
Allora, se questo è il contesto, il Governo può dire che con questa misura siamo in presenza non di uno spot, di uno slogan, ma di una misura che troverà applicazione, oppure, come penso, si è deciso, con questo intervento, di scaricare un'alta responsabilità sui giudici, che saranno chiamati a una scelta difficile: se chiamare la persona all'interrogatorio prima, con il rischio che si realizzino quelle circostanze che determinano l'emissione della misura cautelare, e, dunque, finire nell'occhio del ciclone, certamente non difesi dal Governo, oppure scrivere una norma sul foglio di carta che diventa legge e che poi non sarà applicata nei tribunali, perché i giudici non correranno il rischio, a fronte di queste circostanze, di chiamare la persona a interrogatorio.
Penso che ci siano queste due possibilità, ma, per come è scritta la norma, ritengo che la scelta che il Governo ha fatto è una scelta pilatesca. Saranno i fatti a dimostrarci se ho ragione io o se avete ragione voi, ma penso che non mi smentiranno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.29 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.30 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.31 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Passiamo agli identici emendamenti 2.32 Gianassi e 2.36 D'Orso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento mira alla soppressione della previsione del giudice per le indagini preliminari collegiale, quindi il GIP collegiale, a cui questa proposta di legge vuole affidare l'adozione della misura della custodia cautelare in carcere.
Ora, chiariamo: non c'è una preclusione ideologica rispetto a questa soluzione, ma c'è una considerazione circa l'assoluta impraticabilità di questa soluzione, nel momento in cui mancano all'appello - si direbbe - 1.591 unità di magistrati ordinari.
Cosa voglio dire? Voglio dire che, così come ha ben spiegato, ad esempio, il dottor Claudio Castelli durante le audizioni in Commissione giustizia, almeno 69 uffici giudiziari, di piccole e medie dimensioni, saranno paralizzati nell'adozione della misura della custodia cautelare in carcere, perché sarà loro impossibile andare a formare un GIP collegiale, quindi un collegio di tre giudici. Questo perché? Perché dovremmo sapere tutti bene, in quest'Aula, che c'è il meccanismo delle incompatibilità, per cui chi siede a fare il GIP non può più sedere a fare, chiaramente, il giudice del dibattimento, il giudice d'appello e quant'altro. E, ripeto, c'è stata un'illustrazione molto dettagliata da parte di alcuni auditi, magistrati in servizio, che hanno fatto anche alcuni esempi concreti di tribunali che non possono affrontare questa soluzione e non la possono affrontare neanche con questa esigua e veramente quasi risibile iniezione di unità di personale fatta con questo provvedimento, perché riguarda solamente 250 magistrati in più.
Ecco, 250 magistrati, a fronte di una scopertura di 1.591 unità, a fronte dei pensionamenti che ci saranno nell'arco dei prossimi due anni - perché, vedete, prevedete l'entrata in vigore di questa soluzione tra due anni, ma sappiamo benissimo che neanche il concorso che dovrà assumere questi 250 nuovi magistrati potrà effettivamente celebrarsi ed esaurirsi in questi due anni -, state facendo assolutamente un pasticcio, oppure state scientemente, consapevolmente e colpevolmente cercando di paralizzare l'adozione della misura della custodia cautelare in carcere. Forse dovete essere un po' più intellettualmente onesti e dire che volete proprio sbarazzarmi di questa previsione della misura della custodia cautelare in carcere, sareste, appunto, più onesti, invece di creare questo meccanismo impraticabile, che metterà in assoluto subbuglio, così come già sta avvenendo negli uffici giudiziari, scaricherà ancora una volta - come abbiamo ripetuto più volte in quest'Aula, in questi giorni - tutta la responsabilità sui magistrati, perché di questo si tratta. Tra l'altro, vi dico pure un'altra cosa: probabilmente otterrete anche una sorta di eterogenesi dei fini, perché molto probabilmente sarà previsto che i giudici civili andranno a comporre il collegio, quindi il GIP collegiale, perché, in moltissimi uffici giudiziari, saranno gli unici giudici disponibili per contrastare il problema delle incompatibilità.
Allora vi chiedo: siete sicuri che sia più garantista un meccanismo che prevede che a giudicare, in questa fase molto delicata, sia un collegio composto non già da giudici specializzati nella materia penale, bensì da giudici che di solito fanno altro? Quindi, davvero, non vorrei che stiate praticamente mettendo su una norma che è pure contro gli stessi interessi che volete in realtà tutelare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.32 Gianassi e 2.36 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.33 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.34 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.35 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.41 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
Passiamo all'emendamento 2.44 D'Orso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Allora voi prevedete nel testo l'inappellabilità, da parte del pubblico ministero, delle sentenze di proscioglimento per tutta una serie di reati, che sono quelli di cui all'elenco della citazione diretta. Ora come risposta, a questo punto, rilancio e vi dico - a titolo compensativo, potrebbe dirsi così - di prendere l'occasione per fare un'altra operazione, in aggiunta: andiamo ad abrogare il divieto di reformatio in peius. Qual è questo divieto? Il divieto per cui, al giudice d'appello, è preclusa la possibilità di condannare a una pena più severa l'imputato. Chiaramente si prevede anche una disciplina transitoria, perché non deve essere pregiudizievole per coloro che già sono sottoposti a giudizio. Vi dico che questa norma avrebbe 2 effetti, sicuramente: un effetto deflattivo dei giudizi d'appello, perché sicuramente spazzerebbe via tutte quelle impugnazioni che sono solo strumentali, proposte a fini dilatori, magari proprio per andare a maturare la prescrizione sostanziale, a voi tanto cara; l'altro effetto sarebbe quello di incentivare il ricorso ai riti alternativi, quindi di far definire prima e in diverso modo - con diversa modalità - il giudizio. Questa potrebbe essere una proposta che va veramente nella direzione di deflazionare il carico degli uffici giudiziari, per cui io la rilancio. So che per molti sarà una sorta di provocazione, però vi dico: siccome state introducendo comunque qualcosa che crea una disparità tra pubblico ministero e l'altra parte del processo penale - che appunto è l'imputato -, allora, per compensare, rilancio questo tipo di soluzione, grazie.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.44 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.104 Bonifazi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
Passiamo all'emendamento 2.42 D'Orso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Con questo emendamento chiediamo siano esclusi, dall'applicazione del concordato preventivo in appello, i procedimenti per i delitti di prostituzione minorile, pornografia minorile, violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo, nonché quelli contro coloro che siano stati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza. Ovviamente questo è un emendamento di buon senso, anche perché non si comprende come si faccia a fare sconti di pena tout court e, soprattutto, del tutto ingiustificati per questo tipo di reati, dal momento che non c'è proporzione, visto l'allarme sociale che destano. Questo lo dicono soprattutto le convenzioni internazionali - penso a Lanzarote - e le direttive dell'Unione europea, che parlano espressamente di tolleranza zero per fatti di reato che possono degenerare, purtroppo, in casi ben noti di femminicidio.
Si vuole dire che quest'ottica di risparmio, di sconto continuo, anche per i più gravi reati - in questo caso di violenza di genere -, comporta in realtà un abbassamento dell'attenzione rispetto alla gravità di questi fatti e, sicuramente, una risposta non adeguata dello Stato; le conseguenze sono davanti agli occhi di tutti, alla luce di un femminicidio ogni 3 giorni.
Per questo ancora oggi non si prevedono misure adeguate: se si interviene solo dal punto di vista legislativo - sono oltre 40 anni che si scrivono norme - e non si interviene, parallelamente, al livello di rivoluzione culturale e, soprattutto, di insegnamento delle emozioni, anche quelle più negative, come la rabbia, la gelosia, anche sotto il profilo di come fare a contenerle, difficilmente, purtroppo, si potranno avere adulti responsabili e continueremo - mi dispiace dirlo - ad essere ancora, ogni giorno, una di meno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.42 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 31).
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1718)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).
Poiché all'articolo 3 è riferito soltanto l'emendamento 3.1 D'Orso, integralmente soppressivo dell'articolo medesimo, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, porrò in votazione il mantenimento dell'articolo.
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PIETRO PITTALIS, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Esprimo parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Grazie ad entrambi.
Ricordo - è meglio chiarire questo passaggio - che i pareri del relatore e del Governo sono contrari alla soppressione dell'articolo 3 e che chi intende sopprimerlo deve votare contro il mantenimento; chi invece intende mantenerlo deve votare a favore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 32).
Invito adesso il relatore a dare il parere sugli articoli aggiuntivi 3.01 e 3.02 D'Orso.
PIETRO PITTALIS, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.01 D'Orso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Con questo emendamento si vuole, in qualche modo, recuperare ciò che era stato tolto con il decreto-legge 31 ottobre 2022, n. 162, in relazione all'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario, laddove sono stati esclusi, dai reati che incidevano ai fini del divieto di concessione dei benefici, i reati di corruzione, peculato, concussione e gli altri reati contro la pubblica amministrazione.
Ebbene, con questo emendamento si chiede che vengano nuovamente reintegrati, perché già questa legge prevede l'abrogazione dell'abuso d'ufficio, il ridimensionamento del traffico di influenze illecite e prevede sostanzialmente un indebolimento del sistema di contrasto alla corruzione.
Tutti coloro che abbiamo audito nel corso dell'indagine, che è stata fatta dalla Commissione giustizia, hanno evidenziato come l'abuso d'ufficio sia fondamentale perché è un reato spia per contrastare il sistema della corruzione e il sistema delle mafie. Noi lo andiamo ad eliminare.
Allora, diamo almeno il segnale che vogliamo effettivamente contrastare il sistema della corruzione. Reimmettiamo ciò che era stato tolto. Inseriamo nuovamente, come reati ostativi, quei reati di corruzione, concussione, peculato, che costituiscono l'ossatura del sistema della corruzione. D'altro canto siamo tutti d'accordo che la corruzione determina uno squilibrio nell'ambito dell'attività delle imprese, nell'ambito dell'affidamento degli appalti; determina cioè un forte sbandamento di quelli che sono i principi fondamentali della nostra democrazia. Correttezza e trasparenza, nell'ambito dell'attività pubblica, sono fondamentali. Bisogna, però, anche dare segnali che non si vuole che vengano violate le regole.
Ecco, l'emendamento vuole, appunto, questo: reinserire questi reati per dare il senso di una Camera che sia convinta che il reato di corruzione sia da contrastare efficacemente, utilizzando quegli stessi metodi che si utilizzano per i reati più gravi, che non sono solo quelli di mafia, nell'ambito dell'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario. Ecco, chiediamo un segnale - un segnale di questa Camera - contro la corruzione, contro il sistema dell'illegalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.01 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.02 D'Orso.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.02 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo… Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie Presidente. Il tema è strettamente legato a quello precedente, perché qui si vorrebbe reintegrare, nell'articolo 4-bis, e cioè fra i reati ostativi, non il peculato, la concussione, la corruzione, ma l'associazione per delinquere finalizzata a questi reati. Si vuole cioè proprio un contrasto effettivo del sistema della corruzione, al quale ho fatto prima riferimento, ma, mentre prima ci riferivamo ai singoli reati, ora parliamo invece del vero e proprio sistema della corruzione. Parliamo di un'associazione per delinquere finalizzata a questi reati.
Ecco, per coloro che vengono condannati per questi reati, sarebbe opportuno ripristinare quello stesso sistema che era stato abolito con il decreto-legge del 2022, cioè pretendere che l'associato che ha commesso reati contro la pubblica amministrazione, in particolare reati di corruzione, concussione, peculato, per essere ammesso ai benefici, dimostri, non solo di aver effettuato il percorso rieducativo, ma anche di essersi totalmente sganciato da quel sistema, da quella organizzazione alla quale prima aveva aderito. È quel che si chiede per i mafiosi e che bisognerebbe chiedere anche per gli associati con la finalità dei reati di corruzione e altro.
Ancora una volta fate una distinzione - voi della maggioranza - fra sistema della corruzione e sistema della mafia, ma il sistema è unico. Un'illegalità che ci porta comunque a vedere un grande quadro in cui, insieme, mafiosi, corrotti e corruttori operano per l'acquisizione di appalti. Oggi il sistema è quello della corruzione, che viene utilizzato sia dagli uni che dagli altri, in un unico grande sistema delle illegalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ecco perché reinserire nell'articolo 4 questa disposizione sarebbe utile, io direi necessario. Pretendere che gli associati, che sono stati condannati per reati di corruzione, debbano, non solo effettuare il percorso rieducativo, ma dimostrare di esserne venuti fuori, dare elementi concreti, diano la prova chiara ed evidente di non far più parte di quel sistema, di essersene allontanati e che non esistano più elementi di collegamento con quel sistema. È ciò che richiede l'articolo 4-bis per i mafiosi, ma anche per gli associati che operano a fini di contrabbando, a fini di traffico di stupefacenti e io non capisco perché vi è differenza fra questi e quelli che operano con la finalità della corruzione. Ancora una volta vengono protetti i colletti bianchi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), coloro che fanno parte di una certa categoria di soggetti, ma questo non lo possiamo consentire, non diamo un buon esempio, non diamo dei simboli da seguire, dei modelli a cui i nostri ragazzi devono guardare come modelli da seguire, se noi stessi pensiamo che la corruzione è un reatucolo, non è un vero e proprio reato grave. È evidente che nella società si fa avanti sempre più con forza il concetto che l'abuso d'ufficio, e quindi violare le regole, abusare della propria autorità, muoversi con finalità patrimoniali, economiche, non è un reato - o addirittura non è un reato grave - e invece noi lo riteniamo un reato grave (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ecco perché crediamo che sia indispensabile reinserire l'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione fra i reati che impediscono i benefici penitenziari, a meno che non sia stato compiuto quel percorso, non siano stati dati gli elementi che dimostrano chiaramente che non si fa più parte di quel sistema criminale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.02 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1718)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PIETRO PITTALIS , Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 36).
Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo, rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1718)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A). Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Stefania Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Le condizioni nelle carceri italiane sono disumane: dall'inizio dell'anno si sono verificati 47 suicidi. Condizioni di sovraffollamento, carceri vetuste in cui i detenuti comuni convivono, anche in otto, in camere di pernottamento in cui c'è pochissima areazione; luoghi dove c'è poca luce, bagni attaccati al cucinotto, soprattutto assenza di spazi di socialità e inadeguatezza per quanto riguarda la mancanza di accesso alle cure mediche e ai percorsi di lavoro. Quello che è emerso in modo brutale è che ci sono detenuti psichiatrici e detenuti tossicodipendenti che vengono uniti ai detenuti comuni. In tutto questo quadro sconfortante, la recidiva è quasi al 70 per cento. Vuol dire che chi esce dal carcere ci ritorna.
Un esempio viene dal mio territorio, dal carcere minorile del Pratello di Bologna, con un detenuto minorenne evaso a seguito di un incendio nelle celle e un tentativo di aggressione ai danni del comandante del reparto. Tutto questo è stato segnalato al Ministro della Giustizia che ancora oggi non è intervenuto e non ha dato alcuna risposta. E, sempre all'interno del carcere del Pratello, sono stati costretti a sospendere le attività per i detenuti, anche scolastiche, per la mancanza di personale.
In questo modo, si rendono ancora più vulnerabili le persone vulnerabili. Ovviamente, è impossibile lavorare in queste precarie condizioni che pregiudicano la missione della giustizia minorile e le esigenze dei detenuti e del personale. Per questo, all'interno dell'articolo 5, abbiamo chiesto che venissero previste delle risorse per investire nell'edilizia e nella messa in sicurezza delle carceri, per garantire una vita dignitosa per chi ci vive e anche per chi ci lavora. Quindi, garantire iniziative educative, culturali, ricreative, assumendo funzionari giuridico-pedagogici e mediatori culturali, prevedere nuove REMS, aumentare i posti disponibili nelle stesse, garantendo la presenza di personale medico specialistico che fornisca un adeguato servizio psichiatrico di diagnosi e cura. E, invece di mettere all'interno delle carceri i bambini, vediamo di farci restare i mafiosi, soprattutto mettendo a norma i regimi di 41-bis, poiché oggi non ce n'è neanche uno a norma sui 12 presenti, se non quello di Bancali a Sassari, garantendo finalmente una separazione tra i detenuti, al fine di impedire qualsiasi comunicazione, sia all'interno sia all'esterno del carcere, in modo che le carceri non siano più luoghi dimenticati, ma luoghi del rispetto della Costituzione, ai sensi dell'articolo 27 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti 5.1 Giuliano e 5.2 Gianassi, nonché sugli articoli aggiuntivi.
PIETRO PITTALIS, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario su tutti, anche sugli articoli aggiuntivi.
PRESIDENTE. Il Governo?
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.1 Giuliano.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1 Giuliano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.2 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 39).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.01 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.02 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 5.03 Gianassi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.
MARCO LACARRA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Meno di due mesi fa, il nostro Paese è stato scosso da un'inchiesta della procura di Milano che ha fatto emergere un sistema consolidato di violenze reiterate, vessazioni, punizioni corporali, umiliazioni e spedizioni punitive, messe in piedi da 13 agenti della Polizia penitenziaria del carcere minorile Beccaria, ovviamente nei confronti degli ospiti della struttura. Quella inchiesta ha portato all'arresto e alla sospensione degli agenti, ma, ancor di più, ha puntato un faro, non il primo, sullo stato degli istituti penitenziari minorili del nostro Paese.
Con questo non intendo certo dire che quelle violenze siano la norma nelle nostre carceri, eppure questi fatti esistono e sono il sintomo di una situazione che, evidentemente, è sfuggita di mano. Partiamo dai numeri, dal preziosissimo lavoro per cui non smetteremo mai di ringraziare l'associazione Antigone. Alla fine del 2022, le 17 carceri minorili italiane ospitavano 381 ragazzi, alla fine del 2023 erano 496, mentre al 29 febbraio di quest'anno erano 532 i giovani reclusi. Numeri in crescita, insomma, negli ultimi 2 anni.
Qualcuno potrebbe pensare a un caso, purtroppo non lo è.
Questo incremento è frutto di una decisione del legislatore, il quale un anno fa ha deciso che, tra la propaganda e i diritti dei minori stranieri, doveva vincere la propaganda. Il sistema della giustizia penale minorile nel nostro Paese è stato, per lungo tempo, un modello per l'Europa intera, perché stabiliva un principio: favorire l'educazione del minore e rendere residuale la risposta carceraria. Con il decreto Caivano avete stravolto l'approccio del codice di procedura penale minorile e aumentato a dismisura le possibilità di ricorso al carcere in fase cautelare, introducendo norme che vanno nella direzione opposta allo spirito di presa in carico educativa che era proprio del nostro ordinamento minorile.
Oggi questo approccio punitivo, direi sadico, ha portato soltanto all'incarcerazione di decine e decine di giovani stranieri. Un numero su tutti ci racconta l'assurdità di quella legge: nel 2023, l'80 per cento degli ingressi in carcere minorile è avvenuto per custodia cautelare e non per l'esecuzione di una pena. Infatti, gli altri dati che ci riporta Antigone confermano che il carcere non rappresenta più l'estrema ratio, perché in carcere non si entra più soltanto per i reati più gravi, anzi: meno di un minore su quattro detenuti sconta la reclusione per reati contro la persona.
Vi è di più, cito testualmente il rapporto: “a prescindere dalla gravità del reato commesso, chi ha legami più solidi sul territorio e più opportunità di partenza ha anche maggiori possibilità di evitare la carcerazione”. In cosa si traduce questo? Più la misura è contenitiva, più i minori stranieri sono rappresentati. Nel 2023 un minore su due entrato in carcere è straniero e, per paradosso, la maggior parte di loro si trova in un istituto penitenziario per reati contro il patrimonio oppure perché accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
Questo è tutto merito vostro: trasformare un ragazzino vittima della tratta di essere umani in uno scafista. Invece di individuare percorsi alternativi, invece di dare attuazione al dettato costituzionale, invece di offrire a un minorenne una possibilità di reinserirsi nella società e partecipare allo sviluppo del Paese, si preferisce quotidianamente sbatterlo in carcere e buttare la chiave. Poche settimane fa mi sono recato in visita al carcere minorile di Bari.
Come in tanti altri istituti per minori, si ha l'impressione, malgrado gli enormi sforzi delle strutture e del personale presente, che lo Stato abbia tristemente fallito, perché, se la reclusione deve essere rieducazione sempre, deve esserlo a maggiore ragione per chi, spesso nato in contesti difficili, sbaglia in giovane età.
Se lo Stato non ha cura di questi giovani, come può pretendere che trovino una via nella legalità?
Con questo emendamento e con tanti altri che abbiamo presentato vi chiediamo di fare ciò che purtroppo non avete fatto nel primo anno e mezzo di Governo Meloni: fare un investimento serio nel sistema penitenziario italiano, per assumere nuovo personale, innanzitutto, e consentire che nelle carceri minorili ci sia sicurezza, da un lato, ma anche opportunità di cambiare, imparando un mestiere, conoscendo l'arte, il cinema, il teatro, attraverso i valori dello sport e della solidarietà, per esempio.
Noi crediamo che tante volte crescere in una famiglia difficile, subire violenze o vessazioni tra le mura domestiche sia già la pena più grande che si possa infliggere a un minore. Crediamo che di certi errori non siano per forza colpevoli coloro che li commettono, anzi, e soprattutto crediamo che, se lo Stato ha un senso e un compito, quel senso e quel compito sia aiutare chi ha la sfortuna di nascere e crescere dove nessuno vorrebbe nascere e crescere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Fino a pochi mesi fa il sistema penitenziario minorile e gli Istituti penali minorili erano certamente considerati, anche a livello internazionale, un modello. Sicuramente, con gli interventi anche di natura educativa che vengono svolti quotidianamente all'interno degli istituti penali minorili, si ha anche un efficace contenimento della recidiva. Eppure, a seguito degli interventi attuati in questi mesi da questa maggioranza e dal Governo, a partire dal citato decreto Caivano, oggi ci troviamo in una situazione di sovraffollamento anche negli IPM, laddove non c'era mai stato un sovraffollamento.
Quindi, questa è la dimostrazione, la dimostrazione concreta, di quanto gli interventi normativi a spot politico del Governo poi hanno un effetto deleterio anche in merito alla questione minorile. Noi condividiamo, anzi, chiediamo come AVS di poter sottoscrivere questo emendamento, perché ne condividiamo la ratio, questo aumento di dotazione organica del Dipartimento per la giustizia minorile. Noi dobbiamo puntare sugli istituti penali minorili non sulla quantità, ma sulla qualità.
Noi dobbiamo fare in modo che gli episodi, anche gravi, che si sono svolti e che sono stati resi noti nell'Istituto penale minorile Beccaria non avvengano mai più. Auspichiamo la massima chiarezza rispetto a quanto lì è avvenuto e ricordiamo, però, sempre anche l'utilizzo corretto delle espressioni da un punto di vista terminologico.
Una cosa sono le rivolte - perché, nel disegno di legge Sicurezza che stiamo trattando nelle Commissioni congiunte giustizia e affari costituzionali, c'è una stretta rispetto alle cosiddette rivolte -, un'altra è, invece, la protesta, che è legittima nel momento in cui, chiaramente, è portata senza violenza.
Quindi, da questo punto di vista, anche la protesta avvenuta poche settimane fa all'interno dell'istituto penale Beccaria è l'evidenza di un malessere che si sta sempre più evidenziando. Da questo punto di vista, quindi, chiediamo davvero un cambio di passo al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.03 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.04 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.021 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.05 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.06 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.07 D'Orso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.019 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 5.09 Gianassi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.
MARCO LACARRA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Tra le misure riguardanti il sistema giustizia, previste dal PNRR, c'è l'investimento in materia di procedure di assunzione per i tribunali civili e penali, con l'obiettivo di agire a breve termine sui fattori organizzativi in modo che la riforma in fase di sviluppo produca risultati più rapidamente, massimizzando le sinergie e realizzando un cambiamento epocale grazie alle risorse straordinarie previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Lo strumento organizzativo, il cosiddetto Ufficio per il processo, consiste nell'istituire e rafforzare le risorse a supporto di giudici, al fine di ridurre l'arretrato e i tempi di esaurimento dei procedimenti nel nostro Paese. Questa misura, sorta già nel 2012, ma rafforzata con le risorse del PNRR, ha dimostrato di essere in grado di migliorare la qualità dell'azione giudiziaria, sostenendo i giudici nelle normali attività di studio, di ricerca, preparazione di bozze dei provvedimenti, organizzazione dei fascicoli e consente ai giudici di concentrarsi su compiti più complessi. Tra gli obiettivi vi è la riduzione dei tempi di trattazione dei procedimenti civili e penali entro il giugno 2026. Con questo emendamento, non facciamo altro che attuare le promesse ripetute anche in quest'Aula, fatte dal Ministro Nordio, sulla stabilizzazione di quelle risorse umane, cioè dei dipendenti dell'Ufficio del processo, che sono per la gran parte giovani e che sono assunti a tempo determinato. Con le risorse stanziate, rendiamo strutturale questo supporto ai giudici che così grande risultato ha ottenuto in questi anni, riducendo, di fatto, concretamente, il carico dei procedimenti trattati e, ovviamente, rendendo più efficiente ed efficace la macchina del nostro sistema giudiziario. Anche questa promessa del Ministro Nordio però è rimasta una promessa non mantenuta. Speriamo che, almeno votando questo emendamento, possiate dar corso a quello che, secondo me, è uno strumento assolutamente indispensabile per proseguire in quel percorso di snellimento dei procedimenti civili e penali.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.09 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).
Avverto che il gruppo Partito Democratico ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.
Passiamo all'articolo aggiuntivo 5.010 Gianassi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Presidente, questo articolo per noi riveste un'importanza particolare, perché affrontiamo uno dei temi che ci sta più a cuore, ossia quello della condizione in cui si trovano le madri con i bambini in carcere.
Cosa chiediamo noi con questo nostro emendamento? Noi, con questo nostro emendamento, chiediamo di aumentare i fondi per la creazione, per la costruzione, per la realizzazione e, naturalmente, per l'efficientamento delle case famiglia protette. Le case famiglia protette sono state istituite dalla legge n. 62 del 2011 e noi riteniamo che, all'interno delle misure alternative alla detenzione, queste sicuramente abbiano un ruolo molto importante. Ciò perché l'obiettivo principale, per quello che ci riguarda, è quello di garantire l'interesse superiore e supremo del minore.
Non posso prescindere da questa discussione e non ricordare qual è lo stato dell'arte che noi stiamo vivendo, dove, invece, questa destra ci vuole ricacciare: un balzo indietro rispetto ai progressi importanti che si erano fatti.
Ricordo che, la scorsa legislatura, questo era un Parlamento pronto a votare una legge che garantiva le donne e i bambini e garantiva l'interesse superiore del minore a non entrare in carcere.
Oggi noi, purtroppo, stiamo assistendo a un salto carpiato all'indietro rispetto a quelle che erano, invece, delle norme di buonsenso a cui eravamo arrivati grazie a una discussione tra le varie forze politiche. Ora siamo davanti a un furore ideologico, perché in nessun altro modo si può descrivere l'atteggiamento che avete nei confronti delle madri e dei bambini con esse detenuti.
Qui la verità che facciamo finta di non conoscere è che noi mandiamo gli innocenti in carcere e gli innocenti sono i minori. Allora, qualcuno ce lo dovrà pur spiegare com'è possibile che questo Parlamento si assuma una responsabilità del genere. Qualcuno ci dovrà spiegare come potete accettarlo - lo dico a quelle forze politiche che la scorsa legislatura invece diedero un segnale importante rispetto a questi temi - e come sia possibile fare un balzo all'indietro di tale natura.
Con questo nostro emendamento, stante la fotografia che ho appena illustrato, chiediamo di incrementare il fondo per le famiglie protette. Ricordiamo che in Italia sono solamente due: una a Milano e una a Roma. Quindi, parliamo di una rete che ha necessità di essere creata. Parliamo di residenze dove le madri possano scontare la loro pena con misure alternative alla detenzione; quindi, non parliamo di ICAM, parliamo senz'altro di un luogo che è adatto a un bambino, che è sicuramente migliore (poiché adatto naturalmente non lo è mai), e che è preferibile rispetto a dei luoghi così come li abbiamo visitati. Ancora una volta ricordo le visite in carcere che ha fatto il Partito Democratico con l'iniziativa “Bisogna aver visto”: ecco, noi abbiamo visto e abbiamo visto che quelle sbarre, quelle carceri, i regimi detentivi di certo non sono adatti ai bambini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Devis Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Purtroppo non ho molta speranza che questo articolo aggiuntivo possa essere approvato perché, già stamattina nelle Commissioni congiunte giustizia e affari costituzionali sul DDL Sicurezza, è stato bocciato sostanzialmente un emendamento che andava praticamente nella stessa direzione. Tuttavia, mi aspetto invece che, per coerenza, il gruppo di Forza Italia, così come sul DDL Sicurezza non ha partecipato in questi giorni al voto su questo specifico tema, in questo momento su questo articolo aggiuntivo non partecipi al voto.
Devo dire che sarebbe importante questo articolo aggiuntivo, che prevede un aumento di fondi sulle case famiglia protette, a maggior ragione, considerato l'intendimento della maggioranza di modificare nel DDL Sicurezza - quindi, parallelamente a questo, ma dobbiamo, chiaramente, vederli e leggerli in maniera congiunta - gli articoli 146 e 147 del codice penale, con cui si passa dall'obbligatorietà alla facoltatività del differimento dell'esecuzione della pena nei confronti delle donne incinte e con figli sostanzialmente neonati.
Considerate che, in tutta Italia, abbiamo solo due case famiglia protette: una a Roma e una a Milano. A Roma, ad esempio, vi è la “Casa di Leda”. In tutta Italia la disponibilità dei posti è davvero limitata, limitatissima: 8 bimbi e 6 adulti per ognuna di queste due strutture.
Quindi davvero, sosteniamo fortemente questo articolo aggiuntivo che va nella giusta direzione, un investimento verso le case famiglia protette che rendono, davvero, più adatto il momento, chiaramente, così delicato per una donna e per dei bimbi innocenti che, contrariamente, si troverebbero, invece, a vivere i loro primi mesi di vita dietro le sbarre.
Quindi, ribadisco e auspico che, anche con riferimento a questo voto, ci sia la coerenza rispetto a quanto già sta avvenendo sul DDL Sicurezza, anche da tutti i gruppi parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e del deputato Casu).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU (PD-IDP). Intervengo per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo a nome di tutto il gruppo del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.010 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.011 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 5.012 Ascari e 5.013 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 5.014 Gianassi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Io davvero, su questo, spero voi vogliate rivedere il vostro parere e votare a favore, perché parliamo di una norma di buon senso su cui, tra l'altro - lo ricordo a chi, magari, è distratto nel parlare di queste materie - questo Parlamento già si è espresso proprio con riferimento al trattamento accessorio del personale in servizio presso le REMS.
Durante la discussione sul bilancio, il Governo ha accolto un mio ordine del giorno che chiedeva di stanziare più risorse per il personale all'interno delle REMS. Allora, siccome ormai sono passati un po' di mesi, vorremmo anche capire che fine hanno fatto quelle buone intenzioni che voi avete dichiarato durante la sessione di bilancio, perché se quest'Aula si deve ridurre a noi, costretti a fare emendamenti per correggere delle impostazioni su cui, tra l'altro, già vi siete espressi, francamente diventa anche abbastanza frustrante fare questa discussione nel disinteresse generale.
Qui stiamo parlando delle condizioni lavorative dei medici che sono chiamati ad operare all'interno degli istituti penitenziari.
Abbiamo, anche qui più volte, denunciato qual è lo stato dell'arte, lo stato che c'è all'interno delle carceri italiane, qual è la condizione in cui questi operatori sanitari sono costretti ad operare con grandissime difficoltà, perché abbiamo visto come i dati che riguardano la salute mentale, purtroppo, abbiano registrato, in questi ultimi anni, un peggioramento. Naturalmente, a questo si uniscono altre questioni, come quella della dipendenza. Proprio per far fronte a quella difficoltà di natura neuropsichiatrica che, purtroppo, è presente all'interno delle nostre carceri, e perché conosciamo qual è la difficoltà in cui versano i nostri operatori sanitari, noi chiediamo che si possa provvedere a un trattamento accessorio in più rispetto a quello che guadagnano oggi.
L'ho già ricordato in quest'Aula: all'interno del carcere di Rebibbia a Roma esiste un reparto - siamo arrivati ai cori - che non può essere aperto, sebbene abbia dei posti disponibili e sia già pronto, perché il personale sanitario non partecipa al bando, nessuno partecipa al bando. Noi ci troviamo nel paradosso che quel reparto, oggi, non è vissuto, e quindi le donne sono stipate in infermeria in condizioni sanitarie drammatiche. Io invito tutti ad andare a vedere quali sono le condizioni delle donne nel repartino di Rebibbia. Poi ci scandalizziamo quando assistiamo ai suicidi in carcere, questa è la verità, dovremmo scandalizzarci nel momento in cui invece non votiamo a favore di un emendamento di questa natura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.014 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.015 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 5.016 Ascari e 5.017 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 5.018 Gianassi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi abbiamo contestato che - in questo provvedimento che l'Aula si accinge, con il voto favorevole della maggioranza, a votare - il Governo utilizzi in modo strumentale e ideologico la giustizia. In particolare, ci riferiamo alle scelte sull'abuso d'ufficio, ma anche in altre circostanze abbiamo contestato al Governo che lavora con furore ideologico sui temi della giustizia. Quello che invece servirebbe è un piano economico di investimenti per dare risposte ai tanti problemi che ci sono. Eppure, con la prima manovra di bilancio del Governo Meloni sono state tagliate le risorse al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, un settore strategico ma estremamente precario. Con la scelta - anche quella ideologica - di cancellare l'improcedibilità della riforma Cartabia per ritornare alla prescrizione sostanziale - deliberata qui alla Camera, e in attesa di approvazione al Senato - la maggioranza e il Governo mettono a repentaglio i 3 miliardi del PNRR sul comparto della giustizia, che sono associati alle riforme già fatte.
Con la manovra di bilancio 2024-2026 è previsto nel 2026 un taglio di un miliardo sul comparto della giustizia, cioè a fronte degli slogan e delle battaglie ideologiche di questa maggioranza, che spesso riportano sui temi della giustizia il Paese indietro di 20 anni, si affianca una scelta di disinvestimento in materia di risorse economiche e finanziarie. Questo vale anche per il carcere, un settore delicatissimo rispetto al quale il Governo è dovuto correre ai ripari con un decreto d'urgenza che non risolve i problemi che erano sul tavolo.
In questi giorni la situazione carceraria italiana sta nuovamente esplodendo. Io sono stato al carcere di Sollicciano, dove un detenuto di 20 anni si è suicidato; c'è stata una rivolta. Le condizioni di quel carcere sono terribili: è un carcere terribilmente freddo d'inverno e irrespirabile, per il caldo, durante l'estate. Anche quelle poche risorse che sono state investite dal Governo precedente sul carcere sono ferme, perché il Governo Meloni non è in grado di riavviare i lavori fermi da febbraio 2023.
Con questo articolo aggiuntivo noi chiediamo di abbandonare la politica degli slogan e di iniziare a fare quello che il Governo, la maggioranza e il Parlamento devono fare, cioè mettere le risorse se ritengono che un settore sia strategico nel Paese. Quindi, chiediamo di approvare questo articolo aggiuntivo che stanzia 100 milioni di euro per l'edilizia carceraria. D'altronde, questi sono un Governo e una maggioranza che hanno una cultura “carcerocentrica”: sfornano reati su reati e la popolazione carceraria sta aumentando. Il direttore del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria nelle Commissioni giustizia ha fornito i dati che già le associazioni avevano dato: nell'ultimo anno c'è stato un incremento della popolazione carceraria di 4.800 unità; ogni mese cresce di 400 unità; abbiamo superato le 60.000 unità, a fronte non di 51.000 posti, previsti teoricamente, ma di 47.000, effettivamente disponibili. C'è, quindi, un dato di sovraffollamento pazzesco, che continua a crescere e che il provvedimento adottato non risolve. Almeno si stanzino le risorse per adeguare le carceri italiane, perché coloro che ci vivono perché detenuti e coloro che ci lavorano, la Polizia penitenziaria, il personale sanitario, gli psicologi e i mediatori culturali, sono in una situazione ormai insostenibile. Se si passa dalle parole ai fatti si approvi questo articolo aggiuntivo, altrimenti le vostre sono solo chiacchiere vuote mentre un problema continua a incancrenirsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Quando qualche giorno fa abbiamo appreso che il Consiglio dei ministri aveva approvato un nuovo decreto-legge, addirittura definito decreto-legge Carceri, ci aspettavamo una serie di misure e di iniziative volte davvero al contenimento del gravissimo fenomeno, ad esempio, del sovraffollamento. Invece, una volta letto il contenuto di quel decreto-legge c'è stata una totale delusione, perché è completamente vuoto, privo di una visione complessiva rispetto al tema carcere e non vorrei che fosse il tentativo, in un certo senso, anche di minare il lavoro parlamentare già iniziato sulla proposta di legge Giachetti, che sappiamo essere arrivata in discussione generale qui in Aula ma senza il mandato al relatore e senza aver votato degli emendamenti in Commissione. Questo già fa intendere una certa volontà generale da parte della maggioranza, almeno di una parte della maggioranza. Almeno quello sarebbe un tentativo - tampone e non risolutivo - per cercare, almeno per l'immediato, di contenere il grave problema del sovraffollamento, che ha come effetto quello dei suicidi, che sono davvero sempre in aumento, oltretutto in una situazione come questa, che dovremo affrontare, di estati molto calde e con una situazione davvero insostenibile all'interno delle strutture carcerarie.
Noi dovremmo invece - ed è questa la direzione data da questo articolo aggiuntivo - mettere dei fondi. Sono inutili tante belle parole, tanti bei progetti e tante belle volontà espresse, perché finché non si mettono soldi non si riescono a ottenere questi risultati.
I fondi non vanno solo a ristrutturare le carceri esistenti o ad ampliarle ma - e lo vedremo nell'articolo aggiuntivo successivo, che non fa altro, che cercare di introdurre in questo provvedimento, tramite un articolo aggiuntivo, la proposta di legge del collega Magi - vanno anche sulle case territoriali di reinserimento sociale, ad esempio, che hanno come merito quello di pensare che la struttura carceraria debba essere più a misura del detenuto, con strutture piccole e con una capienza minima di 5-15 persone per coloro che devono espiare una pena detentiva non superiore a 12 mesi.
Infatti, attraverso queste case territoriali di reinserimento sociale c'è una maggiore cura del singolo, un maggiore controllo, una verifica anche quotidiana da parte di tutti i soggetti. Infatti, non c'è solo la Polizia penitenziaria, che giustamente va sostenuta laddove svolge davvero un lavoro estremamente delicato e complesso, ma ci sono tutte le altre figure, la cosiddetta équipe multidisciplinare, che prevede, quindi, l'impiego anche di educatori. Poi, va sottolineata l'importanza di tutte le attività culturali e sportive. Lo dicono tutti i direttori, quando ciascuno di noi effettua visite e ispezioni nelle carceri, tutti ci indicano l'importanza di tenere impegnati i detenuti, anche perché, ad esempio, attraverso le attività sportive quella conflittualità, che normalmente emerge, viene meno o, comunque sia, viene decisamente contenuta.
Quindi, davvero dubito, purtroppo, che il Governo approverà questo emendamento, ma spero che questo possa essere effettivamente approvato in quel decreto-legge Carceri che in questo momento di carcere ha davvero poco (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.018 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 5.020 Gianassi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Con questo emendamento proponiamo di investire risorse per la realizzazione delle case territoriali di reinserimento sociale. È un tema che dovrebbe raccogliere il consenso anche di un pezzo della maggioranza. Il Sottosegretario Ostellari della Lega ha sempre dichiarato che bisogna investire nelle case territoriali di reinserimento. Il capo del DAP, quando è venuto in Commissione in audizione, ha detto che il Ministero della Giustizia sta lavorando per potenziare le case territoriali di reinserimento sociale e nel decreto-legge sulle carceri, che avete approvato nei giorni scorsi, è previsto, all'articolo 8, l'impegno del Governo a lavorare per l'implementazione delle case di reinserimento sociale.
In realtà, in quell'articolo si parla di un obiettivo di costituzione di un elenco per l'individuazione dei luoghi, e questo è veramente poco, ma comunque sul principio per cui occorra investire nelle case territoriali di reinserimento sociale anche la maggioranza si è sempre espressa in modo favorevole. Il problema è che, se non mettete le risorse, non le farete mai, non le faremo mai, e quelle sono, invece, un'occasione importante per alleggerire la popolazione detenuta, per favorire l'ingresso nelle strutture delle persone che devono scontare ancora un termine di pena piuttosto basso - può essere 6 mesi, 1 anno o 18 mesi - e che, quindi, da lì a poco rientrerebbero in società, in comunità, e attraverso il lavoro presso le case di reinserimento sociale verrebbero preparate al reinserimento sociale.
Quindi, è un'iniziativa che favorisce la riduzione della popolazione carceraria e le esigenze di sicurezza collettiva, garantendo un minore tasso di recidiva per le persone che escono dal carcere passando prima per le case di reinserimento sociale. Non c'è una buona ragione per votare contro. È chiaro che queste iniziative hanno un senso e non sono parole vuote se vengono accompagnate da investimenti. Ad oggi, però, gli investimenti sono zero. Pertanto, noi proponiamo di iniziare a investire sulle case territoriali di reinserimento sociale e, quindi, proponiamo, con questo emendamento, di allocare alcune risorse.
Se vi ostinate a non mettere un euro sul tema del carcere, sul tema del recupero delle persone detenute, sul tema delle persone che lavorano in carcere, la situazione continuerà ad aggravarsi e sarete costretti a correre ai ripari quando, tra poco, l'Europa ci condannerà nuovamente per la condizione inumana che si sta verificando ancora una volta nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.020 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.022 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.0100 Bonifazi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).
(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1718)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 60).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per rettificare il voto del gruppo del Partito Democratico: è un voto favorevole.
PRESIDENTE. Ne prendiamo atto.
(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1718)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 61).
Invito il relatore ad esprimere il parere sull'articolo aggiuntivo 7.01 D'Orso.
PIETRO PITTALIS, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.01 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).
(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1718)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 63).
(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1718)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 64).
Si è così concluso l'esame degli emendamenti.
Ha chiesto di parlare il Vice Ministro della Giustizia, senatore Francesco Paolo Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Visto il gran numero di ordini del giorno presentati e la necessità di una valutazione che possa essere almeno accurata, chiedo 30 minuti di sospensione dell'Aula.
PRESIDENTE. Sospendiamo, quindi, l'esame del provvedimento per 30 minuti.
Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Prima di procedere alla sospensione della seduta, ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Come sa, in Commissione di vigilanza CDP attendevamo ormai da tempo di poter iniziare gli incontri dopo la riunione di insediamento di un paio di mesi fa, e, per farlo, attendevamo la nomina del nuovo consiglio di amministrazione, che doveva avvenire prima il 24 maggio, poi è stata spostata al 20 giugno, poi al 2 luglio, adesso al 15 luglio.
Pensavamo che questo ritardo fosse parte delle solite prove di forza fra i partiti per i nominativi da indicare nei consigli di amministrazione, ma oggi scopriamo una realtà ancora più pesante: sembrerebbe, leggendo l'articolo odierno de la Repubblica, che il ritardo sia dovuto al fatto che questa maggioranza di Governo stia proponendo solo nominativi di uomini, e questo viola l'articolo 15, comma 1, dello statuto di CDP (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che impone una proporzione di genere pari ai due quinti, cioè il 40 per cento. Presidente, CDP non è quotata, ma ha nello statuto questa logica migliorativa dei due quinti dedicata alle quotate, rispetto a quella di un terzo che avrebbe dovuto avere nello statuto.
La cosa che ci pare assurda ed inaccettabile è che lunedì prossimo non solo si dovrà fare un passo indietro, con un voto sulla modifica dello statuto che abbasserà a un terzo la quota di genere, ma si estenderà, addirittura, la proporzione al CdA della gestione separata, formato da 5 membri, con un'ulteriore diluizione.
Presidente, è inconcepibile che questa maggioranza di Governo, la prima guidata da una donna, sia incapace di identificare 6 donne in totale da inserire nei due CdA (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e debba cercare di ridurre le figure a quattro figure femminili, e anche questo sembra difficile, visto che, allo stato attuale, c'è un solo nominativo proposto dalle fondazioni. Ed è altrettanto ovvio che questa modifica di statuto non sia una decisione di CDP, che fa quello che dicono gli azionisti e, in questo caso, l'azionista di riferimento è il Ministro Giorgetti che, con il MEF, ha l'82,7 per cento delle azioni.
Io non so, sinceramente, se il presidente della Commissione di vigilanza intenda convocare a brevissimo - e, comunque, prima del 15 luglio - il Ministro Giorgetti per chiedergli di questa situazione né se abbia il potere di farlo, nel qual caso apprezzerei e sarei al suo fianco in questa richiesta, perché la parità di genere non deve essere un problema politico di questo o quel partito, ma dell'intera collettività e, come tale, dovremmo tendere sempre più ad avere azioni positive che possano portare più donne nella vita economica e politica del Paese (ricordo il secondo comma dell'articolo 3 della Costituzione). Ma, in mancanza o impossibilità, Presidente, con questo intervento, richiedo che il Ministro Giorgetti venga urgentemente a riferire in Aula per farci sapere cosa intenda fare in merito alla paventata e, ormai, direi certa modifica dello statuto di CDP, perché, se lui vuole, non si fa nessuna modifica, perché la responsabilità è tutta sua e di chi nel Governo lo sta spingendo verso questa decisione, e dovrebbe intervenire nei prossimi giorni.
Chiudo, Presidente, dicendo che, domani, a quanto pare, avremo una fiducia, quindi, c'è tutto il tempo perché il Ministro Giorgetti possa venire a riferire qui, in Aula, e tranquillizzare il Paese sul fatto che, anche su questo punto, questo Governo non stia facendo fare altri passi indietro nel passato o, peggio, confermare che non è in grado di identificare tre - dico tre - nomi di donna in grado di sedere nei CdA di CDP (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul medesimo argomento la deputata Roggiani. Ne ha facoltà.
SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi associo al collega, perché, francamente, devo intervenire in quest'Aula - l'Aula che per la prima volta ha una Presidente del Consiglio donna - e verificare che si stanno facendo passi indietro. Ricordo che, sempre in quest'Aula, è stata approvata una legge bipartisan, la legge Golfo-Mosca, che ha portato molte più donne nei CdA e l'ha fatto anche perché è un vantaggio dal punto di vista economico. Ci sono molti studi che dimostrano che avere più donne nei CdA, più donne nelle posizioni di vertice aumenta la produttività e aumenta la competitività.
Oggi sapere che un'istituzione come Cassa depositi e prestiti, che ha un ruolo fondamentale nello sviluppo del nostro Paese, non solo nello sviluppo infrastrutturale, ma anche nello sviluppo dei nostri territori - penso, ad esempio, al Piano casa, a tante cose che potrebbe contribuire a fare Cassa depositi e prestiti - è in ostaggio di un Governo di destra che non si mette d'accordo e che, addirittura, i partiti di destra vogliono farci fare passi indietro sulla rappresentanza femminile all'interno dei luoghi di rappresentanza e apicali è davvero vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe). Lo ripeto, è anche vergognoso che a farlo sia la prima donna Presidente, che, poi, qui ci racconta che non solo è a difesa delle donne, è a difesa delle mamme. Io vorrei che si mettesse a difesa del Paese ed essere a difesa del Paese vuol dire rappresentare anche quella metà del Paese che è di genere femminile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Lo dico in un giorno in cui, tra l'altro, al Senato, sono stati presentati alcuni dati, i dati del Period Think Tank, che ci raccontano di un PNRR davvero arretratissimo dal punto di vista del centrare gli obiettivi della parità, ne cito due. In primo luogo, l'Obiettivo 5 sulla parità è quello più arretrato: neanche un miliardo di spesa, neanche un miliardo sui nostri 196. Cito la seconda cosa: quasi il 70 per cento dei bandi, anzi, forse di più, è in deroga rispetto ai criteri di dover assumere donne e giovani nei bandi. Io non credo che un Governo guidato da una donna, Giorgia come ama definirsi, madre e cristiana, possa dimenticare così più della metà del Paese, le donne del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Per unirsi alla richiesta, anche a nome di Italia Viva, di un'informativa urgente del Ministro Giorgetti, proprio perché non può passare sotto silenzio il rischio che addirittura una controllata importante dello Stato, come Cassa depositi e prestiti, modifichi il proprio statuto pur di non prevedere, nell'ambito del CdA, una presenza adeguata di donne, andando contro quello che per anni abbiamo fatto in questo Parlamento, devo dire, anche in modo trasversale in tante occasioni, a cominciare dalla legge Golfo-Mosca, per arrivare ad avere norme che non sono tese a tutelare le donne, le quote rosa, come spesso sono definite per semplificare in termini giornalistici, ma sono vere e proprie norme anti discriminatorie, che servono, cioè, ad eliminare una situazione di partenza di discriminazione.
Allora, non trovo possibile che in tutto il nostro Paese non si siano individuate donne con le competenze e le capacità necessarie per sedere nel CdA di Cassa depositi e prestiti. Siccome questo è impossibile, oggettivamente, vuol dire che c'è una scelta deliberata e, per me, scellerata della maggioranza e, quindi, del Governo - perché formalmente è il Governo, ma sappiamo benissimo che al tavolo delle nomine siede la maggioranza, si stanno spartendo i posti, come spesso accade - di non trovare donne che possano sedere nel CdA di Cassa depositi e prestiti. Tutto ciò va anche contro quello che da anni abbiamo fatto, cercando di dare il buon esempio, partendo dal pubblico e non soltanto dalle quotate nel privato. Ricordo che con il Governo Renzi, l'unico ad avere metà ministri donne e metà ministri uomini, i ruoli di vertice nelle partecipate, ma anche nella pubblica amministrazione, sono sempre stati affidati a donne, donne di valore, donne capaci, donne che hanno dimostrato che meritavano di sedere in quei ruoli.
Ecco, che la prima Presidente del Consiglio dei ministri donna, Giorgia Meloni, si intesti una battaglia per tornare indietro sulla parità di genere lo trovo particolarmente grave, non soltanto, perché va nella direzione opposta a quello che sta facendo l'Europa, che invece va nella direzione giusta, ma perché fa quello che nessun uomo avrebbe mai osato fare: ricostruisce il tetto di cristallo - proprio Giorgia Meloni - quel tetto di cristallo che abbiamo impiegato anni per provare a infrangere.
Allora, il mio appello non è soltanto a Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, e al Governo, ma è anche ai colleghi di maggioranza, soprattutto alle colleghe di maggioranza che siedono nelle Camere. In passato, i risultati più importanti per i diritti delle donne li abbiamo raggiunti con battaglie trasversali: facciano sentire la propria voce anche le colleghe donne nei rispettivi partiti, nel loro ruolo di rappresentanti delle istituzioni e convincano il Governo a non compiere un atto scellerato, che diventerà un pessimo esempio anche per il resto del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.
ELENA BONETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Anche il nostro gruppo si associa alla richiesta fatta dai colleghi di far venire in Aula il Ministro Giorgetti a dare conto di quanto è accaduto e a rassicurare il Parlamento che quello che è uscito come un'apparente indiscrezione sui giornali non corrisponda a verità. Sarebbe estremamente grave che una realtà come CDP nel nostro Paese modificasse lo statuto, forzando l'assenza di fatto di donne, e sarebbe grave, intanto, come scempio a una volontà legislativa che comunque questo Parlamento, come è stato ricordato, porta avanti da più di dieci anni in modo del tutto trasversale. La legge Golfo-Mosca è del 2011 e nasce come una legge, tra l'altro, in se stessa, con due firme di due schieramenti diversi, quello del centrodestra e quello del centrosinistra, che ha permesso al nostro Paese di passare da poco meno del 5 per cento della presenza di donne nei consigli di amministrazione a più del 40 per cento attuale. Questo è uno dei pochi dati in cui l'Italia rimane un'eccellenza nell'ambito della parità di genere.
Il paradosso ancora più ampio è il tipo di argomentazione: questa forzatura di nomine tutte al maschile va contro quel riconoscimento effettivo dei talenti e dei meriti che le donne hanno nel nostro Paese. Essere in un Paese nel quale non si riescono a trovare donne competenti per entrare nel CdA di una realtà importante come Cassa depositi e prestiti significa essere un Paese che mette le bende agli occhi di fronte, non solo, alle giovani, che oggi, con grande qualità ed eccellenza, studiano nelle nostre università, ma alle straordinarie professioniste che siedono in tutti i contesti sociali. Le donne ci sono e sono particolarmente brave e, spesso, anche più brave degli uomini e questo lo dicono le statistiche.
Non cercare il merito e il meglio, proprio per escludere il tema del femminile, è qualcosa che non rappresenta solo un atto di discriminazione, non basta la parola “discriminazione”, è un atto stupido, scusatemi l'utilizzo di questa parola in quest'Aula, ma è stupido, perché vuol dire che non mettiamo in campo il meglio di cui può disporre l'Italia in un momento nel quale, invece, il talento femminile è chiamato a entrare pienamente a regime.
Questo lo ha più volte detto la Presidente del Consiglio, però, poi non corrisponde ai fatti di quanto il Governo fa. Paradosso su paradosso - e poi chiudo - è che CDP ottiene la certificazione per la parità di genere, ai sensi della certificazione UNI/PdR 125:2022, proprio a dicembre dello scorso anno. Si tratta di una certificazione che rappresenta uno strumento rivoluzionario, che certifica la volontà e l'attuazione di politiche di promozione di leadership femminile nel contesto delle aziende. Quindi, CDP ottiene la certificazione, ha i vantaggi che, grazie al Governo Draghi che ha introdotto la certificazione, si possono ottenere - quindi, riduzione dei contributi per i dipendenti, vantaggi nell'ambito del codice degli appalti pubblici - e, poi, subito dopo, modifica lo statuto, ovviamente non rispondendo più a quelli che sono i criteri della certificazione che ha ottenuto.
Il Ministro Giorgetti sedeva nei banchi di quel Governo e non aveva un compito distante da questi temi, perché era il Ministro che si occupava, in particolare, delle imprese. L'abbiamo fatta insieme quella certificazione e, oggi, lui, da Ministro dell'Economia e delle finanze, permette che CDP faccia un passo indietro così enorme da creare un vulnus pazzesco nelle nostre istituzioni e nella prassi del nostro Paese. Questo non è oggettivamente accettabile, quindi, ci aspettiamo forti e chiare parole di smentita (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deborah Bergamini. Ne ha facoltà.
DEBORAH BERGAMINI (FI-PPE). Presidente, non mi associo alla richiesta di convocazione del Ministro Giorgetti per questa vicenda; anzi, penso che stiamo un po' abusando di queste richieste di avere Ministri, qui, a parlare di ogni argomento possibile. Però, ritengo che questo dibattito che si è creato spontaneamente - spesso in quest'Aula sono i dibattiti che si creano spontaneamente quelli più qualitativi, è interessante da notare - meriti tutto il rispetto e anche l'attenzione di questa Camera dei deputati. Infatti, io condivido molto le ragioni di alcune colleghe che si sono qui espresse. Mi dispiace che siano colleghe donne, perché gli uomini spesso perdono la parola quando si tratta di affrontare questioni di genere, e forse è giusto che rimanga una questione di cui dibattiamo noi donne. Però, è una questione importante e urgente.
Anche io credo che questo Governo debba fare una riflessione, non solo, sull'episodio specifico che riguarda i vertici di CDP, ma in generale, e che debba essere fatta una riflessione di buonsenso. Infatti, troppe volte i temi di genere sono stati piegati alle esigenze di una parte o dell'altra, in un senso o nell'altro; in altre occasioni, invece, siamo riusciti, sempre attraverso parlamentari donne, a lavorare in maniera trasversale, spesso anche contro gli uomini, e ad ottenere risultati storici. Mi riferisco a due in particolare: la già citata legge Golfo-Mosca, che secondo me è stata un passaggio di civiltà straordinario, non solo da un punto di vista pratico, ma anche da un punto di vista simbolico; è una legge che è stata copiata letteralmente da altri Paesi più in ritardo rispetto al nostro e che, secondo me, ha segnato il raggiungimento veramente di una grandissima civiltà. Poi, vi è la firma da parte dell'Italia della Convenzione di Istanbul del Consiglio d'Europa contro la violenza domestica. Si tratta di due passaggi che ci hanno viste lavorare assieme, di tutte le forze politiche, e ciò ha fatto la differenza.
Allora, quando ci riempiamo la bocca di politiche di genere, poi, dobbiamo essere consecutivi nei nostri comportamenti. Chiedo un po' di attenzione, Presidente, perché non possiamo più tollerare discriminazioni, non le possiamo più tollerare e, siccome le politiche di genere si fanno anche con scelte simboliche, siamo razionali e siamo di buonsenso: lasciamo perdere le appartenenze. È dimostrato da tutte le statistiche che, laddove nei consigli di amministrazione le donne sono in rappresentanze forti, i bilanci di quelle aziende e in generale la governance di quelle aziende, il management di quelle aziende, risultano essere più efficaci, funzionano meglio. Quindi, è un fattore oggettivo quello che stiamo sottolineando qui. Non si tratta di fare del pietismo o del vittimismo, ma stiamo sottolineando un fattore oggettivo che dovrebbe essere interesse di tutti perseguire.
Aggiungo un'altra cosa: l'istinto di emulazione è uno degli istinti principali e più immediati dell'essere umano. Se noi, in questo Paese, non insistiamo nel formare e costruire dei modelli di successo femminile, di valorizzazione dei talenti e delle capacità femminili, che colpiscano l'attenzione delle generazioni più giovani, delle ragazze e delle bambine, le quali possano legittimamente ambire ed aspirare a diventare, anche loro, un modello di successo femminile, noi non andremo da nessuna parte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Continueremo a trattare le politiche di genere come un fastidioso addendum alle politiche serie. Ed è sbagliato. Noi abbiamo la responsabilità di costruire dei modelli che le ragazze possano emulare. Giorgia Meloni è un modello. È la prima Presidente del Consiglio donna in questo Paese, purtroppo arrivata nel 2022, e basta.
Dobbiamo costruire altri modelli. Ma se non diamo la possibilità alle donne di questo Paese, che studiano, si impegnano e sono anche più capaci degli uomini nel percorso di studi, di diventare dei modelli per le altre, noi continueremo a parlare di politiche di genere con straordinaria retorica, ma con ben scarsa efficacia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Sul medesimo argomento?
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). No, Presidente. Per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Vorrei che fosse chiaro: io, qualche settimana fa, volevo intervenire a proposito di una richiesta di informativa di un Ministro e, a un certo punto, fui interrotto dal Presidente - riprenderò lo stenografico e glielo farò vedere -, che mi disse che non avrei potuto parlare, se non per unirmi alla richiesta di informativa.
Ovviamente, nulla contro la collega Bergamini, ma con la sua decisione di oggi - è un precedente e fa legge, per quanto mi riguarda - io potrò intervenire in qualunque occasione ci sarà una richiesta di informativa… Presidente, non mi interessano i precedenti che mi cita. Le cito il mio precedente, che le riporterò e lo fornirò anche ai funzionari.
Mi è stato detto che potevo intervenire se mi fossi associato alla richiesta di informativa. Apprendiamo oggi - in base alla sua decisione, che avrà sicuramente dei precedenti - che si può intervenire anche per dichiararsi contrari all'informativa che è stata richiesta. Il che comporta che questo non accada solo, ovviamente, per la collega Bergamini; ma, siccome ci sono 10 richieste a ogni seduta, ogni volta che ci sarà una richiesta di informativa, ciascuno di noi si potrà alzare e parlare per dichiarare, per 5 o 10 minuti o per il tempo a disposizione, il motivo per cui è contrario alla richiesta di informativa. Questo abbiamo stabilito oggi in Aula.
PRESIDENTE. Ovviamente, io non posso che fare riferimento a un precedente del 20 marzo 2024, quindi recente e di questa legislatura, dove è stato consentito quanto oggi io ho consentito. Non posso rispondere per il collega che non ha consentito a lei di intervenire.
Altro non posso risponderle, ovviamente, perché non posso sapere altro (Commenti del deputato Giachetti)... Onorevole Giachetti, la prego, le ho chiarito l'elemento di riferimento.
La seduta è sospesa e riprenderà alle 18,05, come detto poc'anzi.
La seduta, sospesa alle 17,55, è ripresa alle 18,10.
Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1718.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1718)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo, Vice Ministro della Giustizia, senatore Francesco Paolo Sisto, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Mi consenta, Presidente, una piccola premessa per giustificare la ratio dei pareri, per come vengono espressi, in modo che ognuno sappia.
PRESIDENTE. Prego.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Volevo informare l'Aula che i pareri sugli ordini del giorno risentono di alcune costanti motivazionali: il parere è contrario se si tratta di provvedimenti, che vengono sollecitati, già in corso da parte del Governo, come anche quegli ordini del giorno che sollecitano l'impiego di risorse finanziarie, per l'ovvia ragione che non è nella disponibilità del Governo, oggi, poter dare il via libera a risorse finanziarie; il parere è anche contrario su quegli ordini del giorno che vogliono affermare princìpi contrari al provvedimento che è in votazione. Detto questo, possiamo cominciare. Sugli ordini del giorno n. 9/1718/1 Grimaldi e n. 9/1718/2 Bonelli il parere è contrario.
Ordine del giorno n. 9/1718/3 Ghirra: accolto come raccomandazione se riformulato. Preciso che, per tutti gli ordini del giorno su cui vi è un parere favorevole con riformulazione o un accoglimento come raccomandazione previa riformulazione, le premesse si devono intendere sempre espunte. Come dicevo, l'ordine del giorno n. 9/1718/3 Ghirra è accolto come raccomandazione se riformulato nel senso di espungere le premesse e riformulare l'impegno nel modo seguente: “impegna il Governo a valutare la possibilità di assumere ogni ulteriore iniziativa tesa a intervenire sugli organi del personale amministrativo della giustizia”.
Sugli ordini del giorno n. 9/1718/4 Iaria, n. 9/1718/5 Dori, n. 9/1718/6 Caso, n. 9/1718/7 Scutella', n. 9/1718/8 Cafiero De Raho, n. 9/1718/9 Torto, n. 9/1718/10 Ilaria Fontana e n. 9/1718/11 Fenu, il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/1718/12 Quartini è accolto come raccomandazione se riformulato nel senso di espungere le premesse e riformulare l'impegno nel modo seguente: “impegna il Governo a valutare ogni ulteriore iniziativa tesa a favorire le funzioni terapeutico-riabilitative e socio-riabilitative in favore di soggetti internati affetti da patologie psichiatriche”.
Sugli ordini del giorno n. 9/1718/13 Baldino, n. 9/1718/14 Auriemma, n. 9/1718/15 Riccardo Ricciardi, n. 9/1718/16 Pavanelli, n. 9/1718/17 Caramiello, n. 9/1718/18 D'Orso, n. 9/1718/19 Barzotti, n. 9/1718/20 Pellegrini, n. 9/1718/21 Alfonso Colucci, n. 9/1718/22 Santillo, n. 9/1718/23 Cappelletti, n. 9/1718/24 Francesco Silvestri, n. 9/1718/25 Ascari e n. 9/1718/26 Gianassi, il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/1718/27 Serracchiani è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere le premesse e riformulare l'impegno nel modo seguente: “impegna il Governo a valutare la possibilità di riesaminare la disciplina degli articoli 7 e 8 del DL n. 235 del 2012”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1718/28 Scarpa il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1718/29 De Luca il parere è favorevole con la seguente riformulazione: La Camera, in sede di esame del disegno di legge recante modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all'ordinamento giudiziario e al codice dell'ordinamento militare (A.C. 1718), premesso che: l'atto in esame, che si compone di 9 articoli e di un allegato, interviene sul codice penale, sul codice di rito e sugli ordinamenti giudiziario e militare; l'articolo 1, comma 1, lettera e), in particolare interviene sul 346-bis del codice penale, modificando il reato di traffico di influenze illecite al fine di ridefinirne l'alveo applicativo; appare opportuno verificare il costante allineamento della nuova previsione con gli impegni sovranazionali dell'Italia in sede europea. Tanto premesso, impegna il Governo a verificare l'eventuale esigenza di interventi legislativi, al fine di adeguare la normativa interna a futuri strumenti europei.
L'ordine del giorno n. 9/1718/30 Forattini è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere le premesse - questo vale, come detto, per tutti gli ordini del giorno con riformulazione e parere favorevole - e riformulare l'impegno nel modo seguente: “impegna il Governo a valutare ogni ulteriore iniziativa tesa a favorire la funzionalità e l'organizzazione degli uffici e delle strutture di esecuzione penale esterna e per la messa alla prova”.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, Vice Ministro, quindi, accolto come raccomandazione se accettata la riformulazione.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Sì.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1718/29 De Luca, invece, è: parere favorevole se accolta la riformulazione.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Ha parere favorevole con la riformulazione che ho testé enunciato.
PRESIDENTE. Perfetto.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. L'ordine del giorno n. 9/1718/31 Malavasi è accolto come raccomandazione, con la seguente riformulazione: “Impegna il Governo ad assumere ogni ulteriore iniziativa utile, tesa ad assicurare la migliore operatività degli uffici territoriali del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del Ministero della Giustizia”.
Sugli ordini del giorno n. 9/1718/32 Lacarra, n. 9/1718/33 Simiani, n. 9/1718/34 Di Biase, n. 9/1718/35 Ciani, n. 9/1718/36 Manzi e n. 9/1718/37 Ghio il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/1718/38 Girelli è accolto come raccomandazione, con la seguente riformulazione: “Impegna il Governo a valutare la possibilità di prevedere ulteriori interventi, tesi a migliorare la situazione delle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza di cui al decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, convertito, in legge, con modificazioni, dalla legge 30 maggio 2014, n. 81”. Sugli ordini del giorno n. 9/1718/39 Bakkali e n. 9/1718/40 Ferrari il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/1718/41 Enrico Costa chiedo che sia accantonato, per il momento.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/1 Grimaldi, su cui vi è un parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Come sappiamo, con questo disegno di legge, l'obiettivo del Governo, che è stato raggiunto, è quello dell'abrogazione del reato di abuso d'ufficio. Eppure, la cosiddetta “paura della firma” poteva essere anche raggiunta, perseguita attraverso altre soluzioni legislative, che non fossero quella di un'abrogazione del reato di abuso d'ufficio, che invece, a nostro parere, doveva rimanere come presidio di legalità e di tutela dei cittadini di fronte agli abusi della pubblica amministrazione.
A nostro parere, sarebbe stato più coerente intervenire in materia di responsabilità politica e amministrativa degli amministratori locali, intervenendo direttamente sull'articolo 50 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, in materie di competenze del sindaco e del presidente della provincia, ridisegnando le responsabilità politiche e amministrative di questi soggetti.
A nostro parere, sarebbe stato più opportuno prevedere, parallelamente, anche una modifica, un intervento sul comma 2 dell'articolo 50 del TUEL. Questo è stato richiesto e sollecitato al Parlamento più volte anche da ANCI, ossia ridefinire con chiarezza i compiti del sindaco nel sovrintendere al funzionamento dei servizi e degli uffici e all'esecuzione degli atti.
Con quest'ordine del giorno, chiediamo al Governo un impegno a intervenire in materia di responsabilità politica e amministrativa di sindaci e di presidenti delle province, con la modifica del comma 2 dell'articolo 50 del TUEL. Il parere così netto e contrario del Governo dimostra come in realtà l'unico vero scopo del Governo sia quello di procedere, di arrivare a una abolitio criminis, all'abrogazione dell'abuso d'ufficio e non quello di risolvere complessivamente il problema della paura della firma (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1718/1 Grimaldi. Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare distintamente i due capoversi del dispositivo e, in caso di approvazione del dispositivo, in tutto o in parte le premesse.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/1718/1 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 2° capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/1718/1 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).
Essendo stati respinti sia il primo che il secondo capoverso del dispositivo, non sarà posta in votazione la premessa.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/2 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. La lotta alla corruzione dovrebbe essere il tratto distintivo di un Governo che vuole perseguire l'interesse pubblico e la difesa dei conti pubblici. Nonostante l'Italia disponga dell'Autorità nazionale anticorruzione - un'autorità amministrativa indipendente che svolge una funzione estremamente importante - sembra, no, più che sembra, ne abbiamo ormai una certezza che l'Anac, per questo Governo, sia diventata qualcosa di estremamente pesante, fastidiosa, nel momento in cui esprime deliberazioni che ricordano al Governo che sta andando in una direzione completamente opposta a quella con cui ho fatto la premessa all'inizio del mio intervento.
Il Ministro Nordio, circa un anno fa, meno anzi di un anno fa, tra l'11 e il 15 dicembre 2023, alla Conferenza dell'ONU per la lotta alla corruzione, mentre tutti i Paesi portavano le proprie autorità nazionali anticorruzione, ha lasciato a casa l'Autorità nazionale anticorruzione italiana, a differenza di quello che accadeva nel passato. L'Anac si è espressa in maniera molto chiara su alcuni provvedimenti, penso alla diga foranea di Genova, dove ha detto in maniera molto chiara che alcune procedure non erano state rispettate, segnalando al Governo la necessità di correggerle. Ciò non è accaduto. È accaduto anche con riferimento al ponte sullo Stretto di Messina e in tante altre circostanze. Il punto è che c'è una costruzione, ormai sempre più accelerata da parte di questo Governo, che diventa sempre più refrattario ai controlli: penso all'esautorazione della Corte dei conti sui controlli del Piano nazionale di ripresa e resilienza e all'eliminazione del parere del Consiglio di Stato che sta nel decreto Infrastrutture, per quanto attiene alla questione del ponte sullo Stretto di Messina.
Con quest'ordine del giorno, su cui il Governo ha dato parere contrario, chiediamo semplicemente che siano potenziate le funzioni e anche il personale dell'Anac, per garantirgli di svolgere al meglio quello che è necessario che svolga, proprio per ciò che ho detto inizialmente. Infatti, la lotta alla corruzione deve essere un tratto distintivo di un Governo, che vuole tutelare l'interesse pubblico e i conti dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/2 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/3 Ghirra, accolto come raccomandazione, ove riformulato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Presidente, non possiamo accogliere assolutamente la trasformazione in raccomandazione né la riformulazione, perché in quest'ordine del giorno abbiamo indicato numeri reali, non proposti da noi, ma desunti dal Piano triennale dei fabbisogni del personale, che è stato elaborato dal Ministero della Difesa, da cui emerge una preoccupante carenza dell'organico sia dei magistrati sia del personale amministrativo, nonché un'irrazionale distribuzione sul territorio nazionale, l'inadeguatezza dei sistemi telematici e la fatiscenza delle strutture, che sono le vere ragioni della dilatazione dei tempi del processo.
È del tutto evidente che le misure previste dal decreto di 250 unità aggiuntive sono del tutto inadeguate a colmare la carenza di personale, che, invece, è certificata dai documenti del Ministero. Peraltro, abbiamo anche siglato un accordo con l'Unione europea per la riduzione dell'arretrato dei processi civili dal 55 al 65 per cento entro la fine di quest'anno e del 90 per cento entro il 2026, che sono previsioni del tutto irrealistiche e irrealizzabili a parità di risorse, di mezzi e di personale, soprattutto perché il Governo non stanzia risorse per assumere magistrati e personale amministrativo, però continua a introdurre nuove pene e delitti. Contiamo, a oggi, ben 15 nuovi reati di natura repressiva, che stanno chiaramente andando a gravare sui nostri tribunali, oltre che sulle nostre carceri, com'è stato evidenziato anche oggi. La carenza di magistrati nel settore civile è pari al 30 per cento. Mentre in quello penale è, addirittura, del 50. Il personale amministrativo si aggira intorno al 25 per cento in meno di quello che dovrebbe essere. Contiamo circa 10.000 risorse umane mancanti tra gli uffici per il processo e i tecnici amministrativi.
Credo che il Governo debba ripensare al parere su quest'ordine del giorno. Io chiedo di rivalutarlo, di accantonarlo, perché questa è un'emergenza reale del nostro Paese, a cui occorre finalmente dare risposte (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Cosa dice il Governo rispetto alla richiesta di accantonamento?
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. È contrario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/3 Ghirra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).
Avverto che il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo, rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/4 Iaria, con parere contrario del Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/4 Iaria, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/5 Dori, con parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno ho cercato di testare la coerenza del Governo fra gli intendimenti proclamati e le azioni concrete di natura normativa. A che cosa mi riferisco? Il Governo nella relazione introduttiva di questo disegno di legge, che comporta poi l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio, ha giustificato tale abrogazione in questo modo, è proprio scritto nella relazione illustrativa: lo giustifica sulla base dello squilibrio tra le iscrizioni delle notizie di reato e le decisioni di merito; e quindi, sostanzialmente, sulla base di questo dice che il reato è inutile perché c'è una differenza notevole tra procedimenti iniziati e condanne.
Però, se dovessimo seguire il Governo nel suo ragionamento, allora dovremmo cercare di applicarlo, per coerenza, a 360 gradi, anche rispetto ad altre fattispecie di reato; chissà come mai, invece, qui ci si è concentrati sul reato di abuso d'ufficio, salvo che - magari con un disegno di legge governativo - si intenda a breve attuare anche tutta una serie di cataloghi di fattispecie penali che, sulla base della stessa motivazione, vengano abrogate.
Allora, mi sono chiesto questo, considerata la risposta che è arrivata dal Governo a una mia interrogazione parlamentare in cui chiedevo dei dati relativi al reato introdotto - come sappiamo - all'inizio di questa legislatura, il 633-bis, quindi il reato - per intenderci e per semplificare - di rave party. La risposta del Ministro della Giustizia ha riportato sostanzialmente i dati e ha dimostrato come, a oggi, non solo non ci sono condanne, ma anche il numero degli imputati, nonostante le indagini in corso e i procedimenti avviati, è pari a 8; 0 condanne ma 8 imputati, poi vedremo chiaramente l'esito di quelle imputazioni.
Ecco, la questione allora è questa: se davvero il Governo è coerente sulla questione dell'abuso d'ufficio in base a quella motivazione, allora noi chiediamo al Governo - anche se ha già dato parere contrario - di essere coerente anche con riferimento ad altre fattispecie, a partire da quella di rave party e, quindi, procedere - così come è avvenuto per l'abuso d'ufficio - all'abrogazione anche del 633-bis (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/5 Dori, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/6 Caso, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno chiediamo una cosa semplice al Governo, una sola: evitare di continuare a perdere posizioni nella classifica della libertà di stampa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché - se non ce lo ricordiamo, lo ricordo a tutti - siamo arrivati al 46° posto. Per questo siamo molto preoccupati per le modifiche operate da questo provvedimento agli articoli 114 e 116 del codice penale, proprio in merito alla pubblicazione delle intercettazioni rilevanti.
Sappiamo tutti, ovviamente, che quando si parla di intercettazioni il terreno è scivoloso, chiaramente, e per noi è sempre corretto mettere in campo tutte le tutele per evitare gogne mediatiche. Ci permettiamo, però - per suo tramite, ovviamente, Presidente - di ricordare al Ministro Nordio che la libertà di stampa - in un Paese normale, sia chiaro - dovrebbe essere un valore fondante di ogni democrazia e non un fastidio, come è palese che sia per voi.
Qui appare abbastanza chiaro che le modifiche del Ministro non vogliono davvero tutelare gli imputati, ma più che altro fare un favore - quello sì - agli imputati eccellenti, ai soliti colletti bianchi, evitando che circolino di fatto poi le notizie di interesse pubblico, che per loro ovviamente sono fastidiose. Un colpo, quindi, l'ennesimo colpo di questo Governo alla libertà di stampa e al diritto di cronaca.
Dico io, ma non vi è bastata l'occupazione totale della Rai, la censura ai giornalisti, gli attacchi a Report, la cacciata di Saviano? Ci stiamo ancora chiedendo poi che fine hanno fatto i fischi al Ministro Sangiuliano oppure dove sono le immagini della vittoria del campo progressista in Francia. È questa l'informazione che sta vivendo la nostra Nazione.
Quindi, siamo seri: veramente vogliamo accettare i continui attacchi e colpi alla libertà di stampa? Veramente non ci siamo accorti che questo è il disegno di questo Governo?
Allora, Presidente, siccome la situazione è purtroppo questa, con quest'ordine del giorno non possiamo fare altro che chiedere al Governo di impegnarsi, quantomeno a monitorare gli effetti delle disposizioni presenti all'articolo 2 di questo provvedimento, per verificare se le stesse non determinano di fatto un ingiustificato ed eccessivo - eccessivo - sacrificio rispetto alla libertà di stampa e al diritto di cronaca, che già se la vede male in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/6 Caso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/7 Scutella' con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scutella'. Ne ha facoltà.
ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. Allora, qui stiamo parlando nuovamente dell'abrogazione dell'abuso d'ufficio. Ora, siccome io credo che voi non vi stiate rendendo conto di quello che state votando e di quello che state facendo, abrogando il reato d'abuso d'ufficio, proverò a spiegarvelo con parole semplici, anche perché, in 26 Paesi dell'Unione europea, questo reato esiste. Un motivo ci sarà, vuol dire che funziona; e in Italia, che è un Paese con un alto tasso di corruzione, questo Governo decide di eliminare il reato d'abuso d'ufficio, quindi con una coerenza senza precedenti.
Ora, il centrodestra che cosa sta facendo? Il centrodestra, abrogando il reato d'abuso d'ufficio, sta autorizzando per qualsiasi motivo - quindi, per un'antipatia, per una concorrenza politica, una concorrenza sentimentale - un funzionario pubblico (sto facendo un esempio in campo edilizio) a rinnegare il permesso di costruire a un imprenditore che ha i requisiti.
Con l'abrogazione dell'abuso d'ufficio, il centrodestra sta autorizzando un medico che fa una visita in una struttura pubblica a dire al paziente che ha visitato di rivolgersi nella sua struttura privata.
Con l'abrogazione dell'abuso d'ufficio, il centrodestra sta dicendo che un magistrato, al di là dei casi di corruzione, può avvantaggiare o meno un imputato.
Il centrodestra, con l'abrogazione dell'abuso d'ufficio, sta dicendo che, durante un concorso in un'università, un professore universitario può avvantaggiare uno studente piuttosto che un altro, senza una motivazione. Questo è il Paese che state consegnando.
Ora, voi vi siete già nascosti dietro falsità e scuse, del tipo “ma noi lo stiamo facendo per accelerare la giustizia” e vi ho già dimostrato, la volta scorsa, che non è così. Anche la scusa che utilizzate sempre, e cioè quella di andare in favore dei sindaci, ve la posso smentire in tre secondi: con questo sistema voi state facendo passare il messaggio che chiunque si sentirà autorizzato a rivolgersi a un sindaco per avere dei piaceri e dei favoritismi, tanto queste condotte non verranno punite. Allora, i sindaci vivranno una giungla, perché vedranno delle persone alla loro porta continuare a bussare e chiedere piaceri.
Questo è il sistema che state consegnando al Paese, perché questo siete voi, perché voi andate a punire i ragazzi e non i colletti bianchi.
Siete andati al Governo per fare questo, per lasciare impunite alcune condotte, le condotte di imputati di eccellenza. Se voi volete fare tutto questo, lo potete fare, ma sicuramente non con l'appoggio del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/7 Scutella', con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/8 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. In quest'ordine del giorno si parte naturalmente dall'esigenza di monitorare gli effetti di alcune disposizioni. In particolare, ricordiamo che, proprio nel decreto-legge che aveva modificato l'articolo 4-bis, era previsto il monitoraggio degli effetti derivanti dall'eliminazione di alcune disposizioni, in particolare di quella che prevedeva il divieto di benefici penitenziari per i corrotti e i corruttori, per gli autori di reati di peculato, di concussione, per gli associati per delinquere, con finalità di consumazione dei reati di corruzione, peculato, concussione. Era previsto un monitoraggio.
Noi cosa chiediamo con quest'ordine del giorno? Che il monitoraggio effettivamente venga sviluppato, con riferimento specifico agli effetti che derivano dall'eliminazione di queste parti che noi riteniamo particolarmente importanti, perché via via rileviamo che si sta smantellando tutto quanto il sistema di contrasto alla corruzione. Oggi parliamo del decreto Nordio, che vuole abrogare l'abuso d'ufficio. L'abuso d'ufficio non è soltanto una norma che prevede le violazioni che provengono dal pubblico ufficiale, con finalità anche patrimoniali, di vantaggio, in relazione a determinati soggetti diversi, ma è una norma che è stata indicata, da tutti gli auditi nel corso dell'indagine che abbiamo sviluppato in sede di Commissione giustizia, come un reato spia fondamentale, sia per il sistema della corruzione, sia per il sistema delle mafie.
Noi aboliamo questo reato, ma già avevamo abolito quella parte - importante, come dicevo - riguardante i benefici penitenziari. Nel momento in cui abbiamo eliminato i reati di concussione, corruzione, associazione per delinquere finalizzata a questi stessi reati, dall'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario, abbiamo sostanzialmente dato una protezione a coloro che sono autori e sono stati condannati per questi reati. Ancora, diamo protezione ai pubblici ufficiali che violano le norme e che lo fanno allo scopo di avvantaggiare altri, recando ad essi un vantaggio patrimoniale.
Lo facciamo, ancora, nel momento in cui eliminiamo, dall'articolo 270 del codice di procedura penale, quella parte che consentiva l'utilizzazione dei risultati delle intercettazioni anche per reati diversi da quelli per i quali è obbligatorio l'arresto in flagranza, laddove, tra i reati di cui all'articolo 266 del codice di procedura penale, è proprio il reato di corruzione quello che specificamente viene a integrare un momento fondamentale nel contrasto a questo sistema, il sistema di illegalità della corruzione. Via via verifichiamo che vi è, nei confronti di coloro che sono autori di questi reati, una visione particolarmente benevola, una posizione che tende, di volta in volta, ad escluderli dal sistema sanzionatorio.
Questo è molto grave, Presidente, ed è molto grave perché ci troviamo in un momento in cui il PNRR sta attuando i propri effetti: le gare di appalto - o, meglio, le assegnazioni degli appalti - devono osservare determinate regole. Queste regole finivano per poter integrare, nel momento della loro violazione, il reato di abuso d'ufficio, ma questo è escluso, verrà abrogato e, nello stesso momento, vi è una discrezionalità amministrativa assoluta nell'assegnazione di appalti fino a 150.000 euro. Guardate quali difficoltà, allora, vi saranno nel poter tutelare la parte dell'imprenditoria sana, quella corretta, che osserva le regole, di fronte a chi, invece, viene favorito perché entra in un meccanismo clientelare.
Un meccanismo in cui molto spesso l'amico, il parente, ma soprattutto chi è inserito nei centri di potere finisce per essere avvantaggiato rispetto agli altri. Qui si tratta di tutelare l'impresa sana, si tratta di tutelare il cittadino che deve difendere i propri diritti, e mi sembra che, via via, noi smantelliamo il sistema che, in qualche modo, garantisce queste difese. Ecco perché l'ordine del giorno tendeva semplicemente a sollecitare quel monitoraggio, che la legge prevede, proprio degli effetti dell'applicazione della modifica dell'articolo 4-bis, come il decreto-legge del 2022 prevedeva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/8 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/9 Torto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/10 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/11 Fenu.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Presidente, intervengo per sottoscriverlo e per fare una breve dichiarazione di voto. L'articolo 5 di questo disegno di legge prevede l'aumento di 250 unità del personale della magistratura per ovviare alle ovvie difficoltà che si porranno, visto che si prevede la competenza collegiale, in alcune fasi, del giudice per le indagini preliminari. Si rammenta, ancora, che i numeri dell'avvocatura sono intorno alle 240.000 unità, anche se c'è stata qualche piccola flessione negli ultimi anni, giusto come spia della crisi che attraversa questo settore. Dunque, un aumento, seppure moderato, del personale della magistratura e numeri ancora esorbitanti dell'avvocatura.
Allo stesso tempo, l'articolo 8 di questo disegno di legge prevede l'invarianza finanziaria, fatta eccezione per l'aumento dell'organico previsto per i magistrati. Quindi, a essere sacrificati chi saranno? Saranno gli amministrativi del Ministero della Giustizia, ma mi chiedo e vi chiedo come può funzionare la macchina della giustizia, se non si prevede un aumento del numero dei funzionari? Come si potranno abbattere gli arretrati? Come si potrà velocizzare il processo civile e il processo penale, se non c'è, al contempo, anche un aumento del numero dei funzionari del Ministero della Giustizia?
Ovviamente, ci sono due alternative: caricare di lavoro gli amministrativi oppure determinare delle strozzature nella definizione dei processi. Quindi, con quest'ordine del giorno, che cosa si chiede? Si chiede, per l'appunto, di reclutare, in misura anche rispondente alle esigenze, nuovo personale amministrativo. Quest'ordine del giorno, però, affronta anche un'altra questione, quella delle carceri, di cui si è parlato tanto in questo dibattito.
I numeri, sappiamo, sono veramente impietosi, ma conviene sempre ripeterli, perché se ne abbia contezza.
Al 31 dicembre 2023, in Italia ci sono 189 istituti penitenziari, la capienza è di 51.179 persone, il totale dei detenuti presenti ammonta a 60.166 unità, l'indice di sovraffollamento è il 130,5 per cento. Dall'inizio del 2024 fino a due giorni fa - il dato è recentissimo -, ci sono stati 50 suicidi, l'età media di coloro che si sono tolti la vita è di 39 anni.
Noi sappiamo che il carcere è criminogeno. Ce lo dicono le statistiche, ce lo dicono gli studi del settore, dobbiamo pensare, sempre nell'ottica del rispetto di quanto è scritto in Costituzione, a un processo di rieducazione del condannato e di reinserimento dello stesso nel tessuto sociale. Occorre abbattere la recidiva che si aggira, in molti casi, intorno al 70 per cento per coloro che scontano la pena internamente agli istituti penitenziari. Occorre incrementare l'istituto della messa alla prova. Tutti pilastri che dovrebbero reggere il sistema penale e che bisogna perseguire. Ma come bisogna fare ciò? Bisogna assumere nuovo personale della Polizia penitenziaria, aumentare le dotazioni degli uffici dell'esecuzione penale esterna, attraverso il reclutamento di personale giuridico-pedagogico di assistenti sociali e di amministrativi.
Con quest'ordine del giorno, Presidente, si chiede anche questo e si spera che ci sia un ripensamento, se vogliamo che effettivamente la macchina della giustizia possa andare avanti, che effettivamente ci sia la possibilità per i condannati di avere il reinserimento sociale, per evitare il fenomeno tristissimo della recidiva e per avere una società migliore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/11 Fenu, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/12 Quartini. Onorevole Quartini, accolto come raccomandazione, ove riformulato: accetta?
ANDREA QUARTINI (M5S). No, Presidente, non possiamo accettarla di fronte alle evidenze del collasso degli istituti penitenziari e dell'incapacità dei REMS, cioè delle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, che sono assolutamente insufficienti nel nostro Paese.
Voglio ricordare che, solo a fine mese di giugno, a Volterra, sede di un REMS, due infermiere sono finite nel pronto soccorso ed è stata distrutta un'intera ala di quel REMS, dove non ci sono garanzie, dove non ci sono sicurezze, dove non c'è personale adeguato né per la cura né per la sicurezza.
Con quest'ordine del giorno, chiedevamo sostanzialmente di pensare a ulteriori risorse per implementare la capienza dei REMS e aumentare il numero di personale all'interno dei REMS per garantire una condizione di vivibilità assolutamente migliore per soggetti sofferenti, affetti da patologie psichiatriche. I REMS, voglio ricordare, sono stati istituiti dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, dove venivano trattate le persone con questi problemi in maniera assolutamente inumana, molto spesso.
Quello che avevamo sollevato nelle premesse, espunto nella riformulazione del Vice Ministro, era che mancavano previsioni di offerte trattamentali in esecuzione penale esterna, che il PNRR prevede che si abroghino le norme per affrontare in maniera adeguata l'emergenza carceraria. Ad oggi, nell'anno 2024, registriamo 60 suicidi, di cui 54 fra i detenuti e 6 fra gli agenti di custodia, che hanno anche problematiche molto importanti. Sappiamo benissimo che sia le REMS, sia le carceri, sia gli istituti di detenzione sono sofferenti in termini di psichiatri e di psicologi. Sappiamo benissimo che i detenuti psichiatrici, non potendo le REMS accogliere il 15 per cento dei detenuti psichiatrici che abbiamo nelle nostre carceri, rimangono nelle nostre carceri.
La scorsa settimana, sono andata a Sollicciano: è una situazione assolutamente al collasso, ingestibile. In quel carcere, d'inverno si soffre il freddo, d'estate si muore di caldo. Un ragazzo di vent'anni si era tolto la vita in quei giorni. È assolutamente inaccettabile che uno Stato, che dovrebbe prendersi cura, all'interno degli istituti penitenziari, delle persone in sofferenza, non le protegga e non faccia niente per proteggerle! Noi siamo a questo, purtroppo, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
Allora, ridurre il nostro ordine del giorno a un semplice intento con cui si riesce a far bella figura non spendendo niente - perché tutti i progetti di questa maggioranza sono a invarianza finanziaria, il che vuol dire che non state facendo niente, fondamentalmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), è inaccettabile! Per questo, non accettiamo la riformulazione proposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/12 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/13 Baldino.
L'onorevole Baldino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.
VITTORIA BALDINO (M5S). La ringrazio, signor Presidente. Con quest'ordine del giorno, vi chiediamo di astenervi da qualunque iniziativa prossima volta a depotenziare lo strumento del trojan. Devo dire che il vostro parere contrario è alquanto scontato, visto che già in passato avete dichiarato la vostra volontà, invece, di intervenire per depotenziare il trojan, sconfessando e lasciando, di fatto, inascoltate tutte le voci di quegli addetti ai lavori - avvocati, procuratori, magistratura - che vi dicono che il trojan, o captatore informatico, è uno strumento fondamentale per contrastare le più gravi manifestazioni criminose, compresa la corruzione, che poi si annida, ovviamente, nei reati di criminalità organizzata.
Questo è una dichiarazione d'intenti che si inserisce in un quadro che, andiamo con ordine, prevede e ha visto, da quando vi siete insediati, l'abolizione dei reati di corruzione tra quelli ostativi per la concessione dei benefici penitenziari, l'abolizione dell'abuso d'ufficio, l'indebolimento del reato di traffico di influenze illecite, l'indebolimento dello strumento delle intercettazioni. Nell'ordine, questo è tutto quello che avete fatto, ma la cosa grave è che vi trincerate dietro il fatto che volete tutelare i pubblici amministratori, che volete tutelare i sindaci, che volete togliere la famosa paura della firma, ma è una bugia. Perché non dite la verità? Perché se aveste voluto fare questo, avreste dato parere favorevole e avreste accolto l'ordine del giorno del collega Grimaldi, che sì vi chiedeva e vi dava l'opportunità di aiutare veramente i sindaci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Invece no, perché la vostra volontà non è quella, la vostra volontà è di arretrare di fronte alle indagini della corruzione. Badate bene, perché non fate un favore ai Sindaci, cari colleghi e care colleghe, perché gli addetti ai lavori vi stanno dicendo che abolendo l'abuso d'ufficio dilagheranno le indagini per corruzione nei confronti dei pubblici amministratori.
Allora che cos'è peggio, cari colleghi e care colleghe, e qual è il vostro obiettivo? Il vostro obiettivo è quello di facilitare il crimine nei confronti dei soldi di tutti, perché la corruzione è questo: spreco di soldi pubblici, perdita di opportunità, perdita di chance, opere pubbliche fatte male, opere pubbliche non complete, opere pubbliche mai fatte. Questa è la corruzione, altro che lotta agli sprechi che voi dite di voler fare.
Allora, signore colleghe e signori colleghi, vi dico questo, che ogni vostra mossa in ambito penale è orientata a una giustizia a doppio binario: guanti di velluto per i colletti bianchi, pugno di ferro per i comuni cittadini, istituendo nuovi reati, aumentando pene per chi non ha la capacità di difendersi, come hanno invece i colletti bianchi. Questa non è una legge sulla giustizia, questa è una legge sull'ingiustizia, perché non c'è niente di giusto in questa legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/13 Baldino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/14 Auriemma, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/15 Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/16 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/17 Caramiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/18 D'Orso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/19 Barzotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/20 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/21 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/22 Santillo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/23 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/24 Francesco Silvestri.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Che la destra fosse contraria a una norma sulla trasparenza non lo mettevo in dubbio; che il collega Sisto fosse contrario a una legge sul lobbismo, a un ordine del giorno sul lobbismo, su quello, invece, avevo qualche dubbio, soprattutto perché nella scorsa legislatura abbiamo avuto occasione di partecipare a dei convegni sul lobbismo insieme. In quelle occasioni diceva che invece la legge sul lobbismo era un'ottima cosa. Il punto è questo: noi siamo davanti all'applicazione dei fondi del PNRR, in qualsiasi parte del mondo sanno benissimo che la legge sulla trasparenza sui rapporti tra decisore pubblico e lobby è un qualcosa che migliora la qualità degli interventi.
Ma la cosa assurda, collega Sisto - lo dico suo tramite, Presidente - è che, se lei vede tutte le audizioni che abbiamo fatto nella scorsa legislatura, dove, per la prima volta in 40 anni, la legge sul lobbismo è riuscita a fare un passaggio parlamentare proprio grazie al MoVimento 5 Stelle, per la prima volta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), in tutte le audizioni i lobbisti stessi chiedevano una legge sul lobbismo, perché il loro interesse era separare la narrazione comune tra il faccendiere, che è quello che viene e dà le soluzioni facili al politico, e chi fa questo di professione.
Quindi, non state facendo un torto a noi, state facendo un torto a chi, per professione, chiede il riconoscimento su questa legge. Come possiamo pensare di riuscire a fare una legge a livello parlamentare se finanche un ordine del giorno non viene accettato? Quindi, collega Sisto, sempre per il tramite della Presidenza, ci sono 200 miliardi che stanno cadendo sugli enti locali, tante cose cambieranno. Questo era un segnale che l'attuale Governo poteva dare: non mi stupisce affatto che il segnale che date sia negativo perché, come si vede, ogni organo di controllo, dalla Corte dei conti alla stampa, tutto quello che vi mette un faro addosso per voi è un impedimento.
Allora, qui sì, la trasparenza: non arrivate nemmeno più a mascherarlo, ma ce lo dite in Aula, pubblicamente, rifiutando un ordine del giorno come questo. Complimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/24 Francesco Silvestri, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/25 Ascari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/26 Gianassi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il Ministro Nordio ha più volte detto che l'abrogazione dell'abuso d'ufficio rispondeva all'esigenza di tutelare i sindaci. Prima ancora di farne legge, è già intervenuto in Consiglio dei ministri, approvando un nuovo reato, l'abuso d'ufficio-bis, che colpisce i sindaci. Non solo, con quest'ordine del giorno che riceve il parere contrario del Governo, noi chiedevamo di adottare un'iniziativa, da molto tempo, questa sì, caldeggiata dai sindaci, che distingua in modo definitivo le funzioni politiche, che sono in capo al sindaco e alla giunta, da quelle tecniche che sono in capo ai dirigenti. Già da molti decenni nel nostro Paese ai sindaci è stata sottratta la potestà gestionale e rispondono delle azioni tecniche i dirigenti che ne hanno competenza in via esclusiva. Tuttavia, per l'interpretazione che nelle aule di tribunale viene fatta dei tre articoli del testo unico degli enti locali, gli articoli 50, 54 e 107, i sindaci e gli amministratori locali continuano a rispondere in solido con i dirigenti. Una bambina si ferisce in un asilo perché le rimane un dito schiacciato in una finestra? Viene avviato un procedimento penale per lesioni colpose a carico del sindaco. Un cittadino cade in una buca e si ferisce? Viene attivato un procedimento penale per lesioni colpose nei confronti del sindaco. E così via: per tutto ciò che succede in una città il sindaco finisce per risponderne per il fatto non che abbia omesso di agire o abbia agito violando la legge, ma perché ne risponde in quanto sindaco. È, di fatto, una forma di responsabilità oggettiva. È questo il problema che riguarda gli amministratori locali e basterebbe modificare tre norme del testo unico degli enti locali, come chiede l'ANCI. Tuttavia, su questo, il Governo fa orecchie da mercante.
Sull'abuso d'ufficio ha strumentalizzato non la richiesta di abrogazione dell'ANCI ma la richiesta di tipizzazione che l'ANCI aveva fatto. Su questo tema, che riguarda tutti i sindaci e non solo un reato ma potenzialmente tutti i reati, perché ne rispondono anche per omissione, il Governo non ha attivato un'iniziativa governativa, né la maggioranza ha attivato un'iniziativa parlamentare, il Ministero dell'Interno continua a essere radicalmente ostile e oggi anche il Ministero della Giustizia, qui presente in rappresentanza del Governo, esprime un parere contrario, al contrario di altri pareri, espressi in passato, in relazione agli ordini del giorno sul quale almeno aveva manifestato un'apertura.
La verità è che a voi non stanno a cuore i sindaci, a voi non sta a cuore definire il sistema delle responsabilità, a voi interessava abrogare l'abuso d'ufficio non per i sindaci ma per altre categorie di funzionari pubblici. Avete ottenuto il risultato e a questo punto i sindaci possono continuare ad essere gravati di un sistema di responsabilità immenso e immane. Continueremo noi, con il Partito Democratico, a fare battaglie nell'interesse dei sindaci senza demagogia, con pragmatismo e con serietà e vi continueremo a incalzare perché, quando tornerete a parlare con i sindaci, non potrete più sventolare la bandiera dell'abuso d'ufficio, perché lo avete già reinserito nel decreto-legge sulle carceri a carico dei sindaci. In più dovrete spiegare perché ancora rifiutate di modificare il testo unico degli enti locali per affermare quello che da 30 anni la legge dice. Se c'è una violazione di legge tecnica ne risponde il dirigente che ne ha competenza in via esclusiva e non anche il sindaco che non ha una responsabilità tecnica, ma esclusivamente politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA (M5S). Se il collega consente, vorrei sottoscrivere quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/26 Gianassi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/27 Serracchiani, accolto come raccomandazione ove riformulato. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). No, non accettiamo. Intervengo io per l'onorevole Serracchiani, che non è presente. Non accettiamo la riformulazione del Governo. La nostra richiesta è molto specifica, e riguarda una discriminazione che i sindaci subiscono rispetto ad altre figure politiche: se un parlamentare viene condannato con sentenza di primo grado non subisce sospensioni; se un Ministro viene condannato in tribunale con sentenza di primo grado non subisce sanzioni; mentre c'è una discriminazione, ancora una volta, verso i sindaci, che sono l'anello debole delle categorie della politica nel sistema istituzionale. Abbiamo più volte chiesto di lavorare per superare questa stortura, è un ordine del giorno, non si trasforma in una raccomandazione. Se siete favorevoli votate a favore, altrimenti votate contro e spiegherete, anche su questo, che in realtà, al di là delle parole, non lo volete modificare questo aspetto.
PRESIDENTE. Il Governo vuole intervenire, ha la priorità ovviamente.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Se il proponente fosse d'accordo, eliminerei l'accoglimento come raccomandazione, lasciando inalterata la formula, che rileggo: “valutare la possibilità di riesaminare la disciplina degli articoli 7 e 8 del decreto legislativo n. 235 del 2012”, che sono proprio le norme che riguardano, esattamente, quello a cui faceva riferimento l'onorevole Gianassi.
PRESIDENTE. Quindi, in sostanza, diventerebbe un parere favorevole previa riformulazione. Onorevole Gianassi, cosa ne pensa? Non accetta, va bene. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA (AZ-PER-RE). Grazie Presidente. Non mi trovo molto spesso d'accordo con l'onorevole Gianassi, ma questo è un ordine del giorno sacrosanto. Noi abbiamo una valanga di amministratori locali condannati in primo grado per abuso d'ufficio o per altri reati, che vengono sospesi e poi assolti. Cosa dice quest'ordine del giorno? Evitiamo di dare la sanzione della sospensione collegata ad una sentenza non definitiva. Mi sembra che sia il coronamento della presunzione di innocenza, che molto spesso affermiamo in quest'Aula, e penso che sia un concetto molto spesso espresso da questo Governo.
Quindi, tutte queste sfumature, tutti questi accorgimenti, come ad esempio “valutare l'opportunità” e così via, non mi sembrano sensati. Io chiedo di poter aggiungere la firma a quest'ordine del giorno, ma invito il Vice Ministro ad un accoglimento pieno, e penso che sia anche intenzione del Governo andare proprio in questa direzione.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, Vice Ministro, ha alzato la mano per intervenire oppure ho visto male? Ha alzato la mano. Prego, ha facoltà di intervenire.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Poiché abbiamo ancora degli ordini del giorno da votare, chiedo che sia accantonato.
PRESIDENTE. Va bene. L'ordine del giorno n. 9/1718/27 Serracchiani è accantonato, pertanto, non può intervenire nessun altro.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/28 Scarpa, su cui vi è un parere contrario. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/28 Scarpa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/29 De Luca, su cui vi è un parere favorevole del Governo previa riformulazione. Accetta? Perfetto, andiamo avanti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/30 Forattini, accolto dal Governo come raccomandazione previa riformulazione. Onorevole, accetta?
ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione e chiedo che venga messo in votazione, anche perché con quest'ordine del giorno parliamo di giustizia riparativa e di come implementarne la funzionalità e l'organizzazione degli uffici. Al 30 aprile, i soggetti in carico agli UEPE erano 138.627, un dato impressionante quanto quello dei detenuti che sovraffollano le carceri.
L'organico è ridotto all'osso, i concorsi stanno finendo, le graduatorie dovrebbero uscire a giorni, ma ci sono molti pensionamenti, per cui la situazione difficilmente migliorerà. Oggi ogni funzionario del servizio ha in carico dai 170 ai 200 casi, per cui non si riesce nemmeno a garantire la qualità del servizio, e il rischio è il collasso, ovvero la mancata possibilità di fare percorsi di esecuzione della pena esterna ed evitare che queste persone tornino nei circuiti penali. Ecco perché occorre, appunto, implementare l'organico e fare percorsi di responsabilizzazione, per aiutare le persone a cambiare, ovvero a dare loro un senso all'esecuzione della pena non detentiva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/30 Forattini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 93).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/31 Malavasi, accolto dal Governo come raccomandazione previa riformulazione. Onorevole Malavasi, accetta?
ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non posso accogliere la riformulazione e, quindi, accogliere la proposta di raccomandazione così come riformulata dal Vice Ministro, che ringrazio per l'apertura. Capisco molto bene che non sia possibile valutare le premesse e, quindi, era prevedibile, comunque, un'eliminazione delle stesse, in cui diamo un giudizio sul provvedimento, che riteniamo sia un provvedimento disorganico, fatto a spot, che non prevede, comunque, una riforma di cui, probabilmente, la giustizia ha bisogno per affrontare i problemi strutturali e reali del comparto giustizia, e rischi, invece, probabilmente di aggravarli. Anche perché abbiamo parlato spesso, in quest'Aula, di carceri sovraffollate, del numero di suicidi in costante aumento, di problemi strutturali, della lentezza dei processi e della carenza di personale ma, anche in questo caso, vediamo una contrazione delle risorse, tant'è vero che c'è un taglio del 10 per cento (da 11 a 10 miliardi), e questo rischia di portare al collasso tutto il sistema.
È evidente che, nel dispositivo, mi stupisco di come venga tolta una parte importante non tanto per le parole diverse che ha proposto il Vice Ministro, che vanno assolutamente bene, ma perché viene tolta tutta la seconda parte del dispositivo, in cui chiediamo di aumentare la dotazione organica, di potenziare gli organici dei funzionari della professionalità giuridico-pedagogica, del servizio sociale, degli psicologi e dei mediatori culturali e stiamo parlando, in questo caso, degli uffici territoriali del Dipartimento per la giustizia minorile di comunità del Ministero della Giustizia.
Non ci sono scadenze, quindi il dispositivo era un impegno, un indirizzo, ovviamente politico, senza scadenze vincolanti, senza indicare risorse, quindi credevo che potesse essere apprezzato, anche perché penso che condividiamo tutti che il problema riguarda comunque gli organici. In realtà, anche in questo caso ci ritroviamo con un dispositivo riformulato che rimane, comunque, un proclama vuoto, senza sostanza, che è una caratteristica che spesso abbiamo visto all'interno di quest'Aula nelle azioni che hanno caratterizzato questo Governo che troppo spesso parla molto, fa molti proclami, ma poi alla prova dei fatti non c'è quella concretezza che serve per affrontare i problemi del nostro Paese.
Quindi, non possiamo accogliere questa riformulazione, perché così perde la sua sostanza rispetto al potenziamento degli organici, e chiediamo che venga messa ai voti, con il parere contrario del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/31 Malavasi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 94).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/32 Lacarra, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.
MARCO LACARRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo disegno di legge - lo abbiamo detto in tutti i modi - non apporta alcun contributo positivo agli obiettivi di miglioramento del sistema giustizia. Benché si parli da tempo di riforma della giustizia, ciò che emerge dal testo sono 3-4 modifiche del nostro ordinamento: bandiere più che modifiche necessarie e sostanziali.
Abbiamo dibattuto da mesi dell'abrogazione dell'abuso d'ufficio che viene cancellato con questa norma ma, allo stesso tempo, il Governo e il Ministro Nordio con un decreto introducono nuovamente una fattispecie che, di fatto, penalizza gli amministratori, che è quella del peculato per distrazione. Poi, abbiamo parlato delle intercettazioni e di come l'unico intento degli interventi effettuati sia limitare la possibilità della stampa e, di conseguenza, dei cittadini di accedere a informazioni che hanno un rilevante interesse pubblico. Soprattutto, però, non abbiamo potuto parlare di nuovi investimenti, delle assunzioni e degli interventi pubblici, che servirebbero, invece, come il pane per migliorare la macchina della giustizia. Non ne abbiamo parlato semplicemente perché in questo provvedimento non ve n'è traccia, perché invece che investire nella giustizia questo Governo sta togliendo risorse al sistema e la prova di questo fatto è scritta, nero su bianco, nell'ultima legge di bilancio, in cui le risorse assegnate al comparto segnano un meno 10 per cento.
Allora, è naturale chiedersi come si possano raggiungere gli ambiziosi obiettivi che ci eravamo posti col Piano nazionale di ripresa e resilienza se le premesse sono queste, cioè se al posto di scommettere sulla giustizia non si fa altro che minarne le fondamenta.
Il caso dell'ufficio per il processo è emblematico. Parliamo di un modello introdotto nel 2012 ma solo di recente, proprio grazie al PNRR, è entrato effettivamente in funzione. È entrato in funzione con un obiettivo ambizioso: snellire l'arretrato e garantire la ragionevole durata del processo. Ebbene, i dati parlano chiaro: proprio un mese fa una ricerca, condotta congiuntamente fra Banca d'Italia e Ministero della Giustizia, ha certificato che l'assunzione degli addetti dell'ufficio ha avuto un impatto molto positivo sulla definizione dei processi, soprattutto su quelli più complessi, con riflessi positivi anche sull'abbattimento dell'arretrato e sulla riduzione dei tempi. Secondo la ricerca, dall'immissione del primo gruppo di addetti dell'ufficio per il processo, nel primo trimestre 2022 sino alla fine del 2023, i tribunali che hanno ricevuto un numero maggiore di addetti hanno registrato una variazione nel numero dei procedimenti definiti di circa 4 punti percentuali più elevata; per i procedimenti più complessi la variazione è di circa 10 punti percentuali. L'incremento complessivo di definizioni è valutabile in circa 100.000 procedimenti civili all'anno, pari a circa un terzo dell'arretrato del 2019.
A questi dati si è aggiunto un coro di sostegno che si levato, lo scorso giovedì, in un convegno organizzato dall'Associazione nazionale magistrati proprio sul tema dell'ufficio per il processo. Il presidente Santalucia ha ribadito che lo stesso è una risorsa preziosa quando non indispensabile e che è assolutamente da scongiurare l'ipotesi che dal 1° luglio 2026 sia smantellato quasi tutto e che migliaia di risorse valide, capaci, utili e, soprattutto, giovani e formate vengano rispedite a casa. Insomma, non si può tornare indietro. Le strutture che hanno toccato con mano l'apporto che questo personale ha saputo dare non vogliono tornare indietro.
È da parecchio tempo che denunciamo due criticità principali. Lo ripetiamo senza mezzi termini, anche perché è senza mezzi termini che tanti assunti decidono di andare via poco dopo l'assunzione (parliamo di tantissimi giovani). Poi, ci sono gli stipendi bassissimi, un tema che, peraltro, deve essere affrontato per tutti i dipendenti pubblici e, in secondo luogo, l'assoluta precarietà.
Allora concludo, signor Presidente. Ma è possibile che, ogni volta che qui un Ministro ci viene a promettere la soluzione a questioni che poniamo, quelle promesse restano sempre senza alcun seguito? Il Ministro Nordio ha risposto a numerose nostre interrogazioni sui dipendenti dell'ufficio per il processo e ha sempre detto che tutti sarebbero stati stabilizzati, però ad oggi questo non è accaduto.
Ci auguriamo - e speriamo, tra l'altro - che con questo ordine del giorno si dia davvero seguito a un impegno serio e, siccome ancora noi riteniamo che il nostro lavoro in quest'Aula meriti rispetto, ci aspettiamo che il Ministro Nordio mantenga gli impegni assunti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/32 Lacarra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 95).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/33 Simiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 96).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/34 Di Biase, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 97).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/35 Ciani, su cui il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.
PAOLO CIANI (PD-IDP). Presidente, colleghi e rappresentanti del Governo, siamo molto preoccupati della situazione delle carceri in Italia e siamo dispiaciuti che qualunque proposta in questo senso venga rifiutata. Siamo abituati al fatto che sul carcere spesso si facciano discorsi ideologici, in questi anni abbiamo sentito cose che c'entrano poco con l'idea costituzionale delle pene, del carcere e della detenzione. Abbiamo sentito e assistito alla narrazione del “buttiamo le chiavi”, ma oggi siamo arrivati a una situazione dell'universo carcere particolarmente grave, innanzitutto perché le carceri sono diventate luoghi dove si viola la dignità della persona e dove sicuramente non si applica l'articolo 27 della Costituzione, lì dove prevede la funzione rieducativa della pena.
Guardate quello che accade in questi giorni: nell'ultima settimana abbiamo registrato il cinquantaquattresimo suicidio tra i detenuti, un detenuto di 20 anni a Sollicciano, e il sesto suicidio tra gli agenti della Polizia penitenziaria, un giovane di 36 anni a Roma. Il fatto che tra la Polizia penitenziaria il tasso di suicidio sia il doppio di quello che è tra la popolazione comune dovrebbe farvi riflettere profondamente sulla situazione di disagio che vivono la Polizia penitenziaria e tutto l'universo carcerario, perché chi ha pensato per anni di poter distinguere e prendere le parti degli uni o degli altri ha dimenticato che il carcere è un universo unico, è un microcosmo dove, se qualcuno sta male, stanno male tutti-
E in questo momento stanno male tutti per un diffuso sovraffollamento, per un'inadeguatezza strutturale, perché si vive male, perché c'è poco personale e quei luoghi non hanno più la funzione che dovrebbero avere. Vi do alcuni dati. Il carcere di Regina Coeli: 1.150 detenuti e il 180 per cento di sovraffollamento. Poi 555 i detenuti minori in Italia, un numero spropositato. Cosa volete fare di fronte a questa situazione? Cosa volete fare di fronte alla situazione della salute mentale e della detenzione?
Delle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, che non hanno personale sanitario, dove c'è un grande turnover e con i medici e gli infermieri che non vogliono rimanere in quei luoghi? Cosa vuole fare il Governo di fronte al dramma del carcere, di chi ci lavora, di chi ci è detenuto, del personale sanitario e dei volontari, di un pezzo di Italia che è stata dimenticata da questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Presidente, delle proposte semplici e concrete anche questa volta sono state rifiutate, così come l'ultimo decreto del Governo, pubblicizzato come lo “Svuota carceri”, non è stato altro che un pannicello caldo che non cambierà la situazione di nessuno. Siamo molto preoccupati e vi testimoniamo tutta la nostra indignazione per avere dimenticato il mondo del carcere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/35 Ciani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 98).
Avverto che il gruppo Partito Democratico ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza consentirà a ciascun deputato appartenente a tale gruppo, ove richiesto, lo svolgimento di un breve intervento di un minuto per dichiarare il proprio voto sull'ordine del giorno in discussione, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale. Resta fermo il limite regolamentare di massimo due interventi per ciascun deputato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/36 Manzi, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/36 Manzi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 99).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/37 Ghio, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghio. Ne ha facoltà, per un minuto.
VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Brevemente, soltanto per dire che ritengo che ignorare questo impegno, che prevede di dotare le tante carceri italiane, che da tanti anni e da tanto tempo ne sono sprovviste, della figura di un direttore sia un'assunzione di una grave responsabilità, proprio per tutte le cose che sono state dette oggi e che sono note. Si pensi ai tanti suicidi in carcere, è di queste ore l'ultima triste notizia di una persona morta a seguito di sciopero della fame ad Augusta. E quindi questo decreto, che si propone, con grandi proclami roboanti, di intervenire sulla giustizia, in realtà fa poco o nulla. Come spesso accade, senza la figura di un direttore o di una direttrice, da cui dipende quasi tutto, spesso la gestione del carcere assume la logica del mantenimento.
Quindi davvero chiediamo di ripensarci e di assumere a breve decisioni diverse. Infatti, mentre il tasso delle detenzioni raggiunge numeri insostenibili, il Governo, respingendo con nettezza tutti gli ordini del giorno, dimostra non soltanto di non riconsiderare minimamente il valore rieducativo della pena, ma di non avere neanche i rudimenti minimi del senso di umanità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/37 Ghio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 100).
L'ordine del giorno n. 9/1718/38 Girelli è accolto come raccomandazione, previa riformulazione. Onorevole Girelli, la accetta? Ha un minuto.
GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Sarò brevissimo. No, Presidente. Volevo proprio rivolgermi al Vice Ministro Sisto, che, nella sua richiesta, praticamente, oltre ad accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione, prevede il miglioramento delle REMS esistenti, invece che aumentarne il numero.
Vorrei ricordare che è una necessità assoluta e ha a che fare anche con quello che è stato detto in più interventi. Quando si parla di autolesionismo all'interno del carcere, di suicidi, di situazioni insostenibili, molto ha a che fare col fatto che persone che non dovrebbero rimanere in quelle strutture, ma essere accolte nelle REMS per la loro situazione psichiatrica, di fatto non lo sono, con conseguenze drammatiche, come quelle che tutti abbiamo sentito raccontare anche oggi. Perciò, davvero, invito il Vice Ministro a rivedere questa posizione, a permettere e richiamare l'aumento del numero di queste strutture (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo, Vice Ministro Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Volevo soltanto rileggere la riformulazione, per tranquillizzare, dal punto di vista dell'incremento, il proponente: “Impegna il Governo a valutare la possibilità di prevedere ulteriori interventi, al fine di migliorare la situazione delle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza”. Cioè, voglio dire, non è escluso, ovviamente, l'incremento delle misure REMS. Comunque, in virtù anche del tema trattato, il Governo si dichiara disponibile a lasciare la natura di ordine del giorno e di dare parere favorevole con questa riformulazione.
PRESIDENTE. Quindi, passiamo a “favorevole, previa riformulazione”. L'onorevole Girelli accetta e lo vuole porre in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/38 Girelli, come riformulato dal Governo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 101).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/39 Bakkali, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 102).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/40 Sara Ferrari, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Sara Ferrari. Ne ha facoltà.
SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo solo per chiedere al Governo di rivedere il proprio parere anche su questo ordine del giorno, perché l'impegno non vincola in modo stringente, ma è un impegno generico a stanziare adeguate risorse finanziarie e organizzative per contribuire alla tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori, ma anche per incrementare l'accoglienza in case famiglia di genitori detenuti con bambini al seguito. È un tema che abbiamo trattato in questi giorni, sinceramente, è un tema di umanità che qui viene affrontato in termini generali e non così stringenti per il Governo da giustificare, a nostro avviso, un parere negativo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718/40 Sara Ferrari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 103).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/41 Enrico Costa, accantonato. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo, Vice Ministro Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. C'è un parere favorevole con riformulazione, che mi accingo a leggere per la parte dispositiva, ferma restando la parte di premessa: “Impegna il Governo a favorire le opportune modifiche normative, al fine di stabilire per il giudice un termine perentorio, idoneo ad evitare l'irragionevole ritardo per la decisione, da parte dello stesso giudice, sulla richiesta cautelare del pubblico ministero”.
PRESIDENTE. Onorevole Enrico Costa, accetta?
ENRICO COSTA (AZ-PER-RE). Accetto.
PRESIDENTE. Perfetto, quindi possiamo procedere. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718/27 Serracchiani. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo, Vice Ministro Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Presidente, la particolare sensibilità del tema, si tratta di una realtà che è patrimonio di numerose proposte di legge che sono all'interno del Parlamento, presentate sia da parte della maggioranza, sia da parte delle opposizioni, induce il Governo a mutare il parere e a rimettersi all'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Grazie, Presidente. Intervengo per preannunciare il voto favorevole sull'impegno, che riflette, peraltro, una iniziativa già assunta dal gruppo di Forza Italia, attraverso il deposito di una proposta di legge, proprio per cercare di emendare la legge Severino, nella parte in cui espone pubblici amministratori, sindaci, consiglieri regionali. Abbiamo avuto davvero esperienze numerose, anche casi di condannati in primo grado e poi assolti con formula piena in secondo grado; questo però ha determinato, proprio per questo effetto distorsivo della legge Severino sul punto, che consiglieri regionali, sindaci e amministratori venissero sospesi dalle loro funzioni per effetto di una sentenza non definitiva. Quindi, non si vede quale possa essere la ragione per non equipararli ai parlamentari - senatori e deputati -, che devono attendere il giudizio davanti alla Corte di cassazione e, dunque, la sentenza definitiva. Mi pare che questa sia davvero una norma di civiltà, anzi approfitto proprio perché c'è la convergenza di una parte importante dell'opposizione, affinché la proposta di legge di Forza Italia ed eventuali altre proposte di legge sull'argomento vengano messe in calendario quanto prima all'ordine del giorno della Commissione competente.
Presidente, concludo, facendo una richiesta: chiedo che l'ordine del giorno sia votato per parti separate, la premessa distinta dall'impegno, quindi 2 distinte votazioni.
PRESIDENTE. Governo, qual è la sua posizione su questa istanza?
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Intervengo semplicemente per segnalare - come del resto abbiamo detto all'inizio dell'attività di rilascio dei pareri - che il parere del Governo deve intendersi contrario sulle premesse e, ovviamente, mi rimetto all'Aula per quanto riguarda il dispositivo. Questo per coerenza con quanto ho detto - ripeto - all'inizio dell'attività di espressione dei pareri.
PRESIDENTE. Quindi, contrario alle premesse e si rimette all'Aula per il dispositivo. Perfetto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Colosimo. Ne ha facoltà.
CHIARA COLOSIMO (FDI). Intervengo per proporre all'Aula una sensata modifica del dispositivo e che credo dovrebbe trovare l'accoglimento di tutti noi. Non stiamo parlando…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Colosimo, se la interrompo, però la può proporre solo il Governo.
CHIARA COLOSIMO (FDI). Allora, parlo sull'ordine del giorno, se preferisce. Io credo che non possiamo permetterci, in questo specifico momento, di non fare una specifica. La specifica è quella che prevede l'esclusione, da quello che stiamo chiedendo di fare, di tutti i reati che riguardino la criminalità organizzata e i reati spia della criminalità organizzata, perché altrimenti è meglio che smettiamo di parlare di mafia. Noi sappiamo perfettamente che oggi la criminalità organizzata si muove a seconda di dove si muove il denaro e sappiamo anche che le infiltrazioni nei comuni sono sempre molto presenti. Dunquie, fermo restando che il tema è condivisibile, nulla osta anche al Governo nello specificare quali siano i reati per cui questa fattispecie non può essere modificata, altrimenti facciamo un danno veramente serio in questa fase così delicata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Colosimo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà, per un minuto e mezzo.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Mi basta anche meno, per dire due cose. Una è che il MoVimento 5 Stelle chiaramente voterà contro, perché per noi la legge Severino non si tocca, non nei termini con cui state rappresentando la cosa. Poi per dire “ben svegliata” alla Presidente Colosimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché noi lo diciamo da due giorni quello che lei ha detto, ovvero che i reati della pubblica amministrazione sono reati spia della criminalità organizzata. Allora, vi abbiamo convinto, però rivedete anche il voto finale, perché - a questo punto - dovete bocciarlo il DDL Nordio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Governo? Aspetti, dove va, Governo? Ha abdicato. Abbiate pazienza un attimo, forse ne usciamo.
Intanto ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà. Un attimo, Governo. Onorevole Borrelli…
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Presidente, di seguito al…
PRESIDENTE. No, un attimo, però. Chiedo scusa, Governo, la parola la do io. Quindi, si segga e diamo la parola a Borrelli, al quale avevo già dato la parola, solo che c'è un problema tecnico. Vorrei capire il tecnico dove sia, per dare la parola a Borrelli. Ci siamo.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Ovviamente, se lo ritiene, non ho alcun problema a fare intervenire prima il Governo rispetto al mio intervento, sia chiaro. (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Grazie. Governo, prego.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Di seguito all'intervento appena ascoltato, propongo ai proponenti dell'ordine del giorno la seguente integrazione (leggo tutto il testo dall'inizio, perché sia chiaro all'Aula): “ad effettuare, nell'ambito delle proprie prerogative, un nuovo bilanciamento che rispetti parimenti le esigenze di legalità e il principio di cui all'articolo 27 della Costituzione, con particolare riferimento alle disposizioni di cui agli articoli 8 e 11 del decreto legislativo n. 235 del 2012, prevedendo l'esclusione dalla sospensione per gli amministratori regionali e locali a seguito di sentenze non definitive e dunque suscettibili di cambiamento nel corso dell'iter processuale, ovviamente laddove non riguardino delitti di particolare allarme sociale, quali i reati di criminalità organizzata e i reati spia di detta criminalità”.
ENRICO COSTA (AZ-PER-RE). Quali sono quelli spia?
PRESIDENTE. No, per cortesia. L'onorevole Gianassi era iscritto a parlare. No, anzi, deve dire se accetta o meno. Onorevole Gianassi accetta la riformulazione o no?
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Vorrei intervenire, perché, rispetto a quanto ha segnalato la collega Colosimo, credo sia un punto molto importante, che merita attenzione.
È coerente con la proposta che abbiamo avanzato, perché - come voi sapete - ci sono proposte anche diverse in questa materia. Il nostro punto è che non possa continuare a sussistere una discriminazione nei confronti degli amministratori locali, perché non è spiegabile a nessuno che la legge nazionale distingua, per i medesimi fatti di reato, per le medesime sentenze, un trattamento diverso, per i parlamentari più vantaggioso, per i Ministri più vantaggioso, e per i sindaci più svantaggioso. Quindi, questa è una stortura del sistema che merita di essere sanata.
Nella nostra proposta, però, noi - e lo trova nell'ordine del giorno, che penso avrete letto - sosteniamo che questa stortura debba essere superata, ovviamente, laddove le sentenze di condanna non riguardino i delitti di particolare allarme sociale, che, per l'appunto, per noi e nelle nostre proposte, sono i delitti di mafia, di terrorismo e di criminalità organizzata.
Quindi, non abbiamo alcun problema. A nostro giudizio, è compreso - evidentemente -, perché non c'è un delitto di particolare allarme sociale, che non sia quello mafioso, terroristico o di criminalità organizzata, ma possiamo precisare “riguardino i delitti di particolare allarme sociale, tra i quali i delitti di mafia, terrorismo e criminalità organizzata”.
PRESIDENTE. Quindi, accetta?
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). No. L'ho riformulato io.
PRESIDENTE. No, forse non ci siamo capiti. Non lo può riformulare lei, lo riformula il Governo: o accetta o non accetta. Onorevole Gianassi, lei mi deve dire se accetta o non accetta.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Io le ho spiegato che nella nostra proposta…
PRESIDENTE. Ho capito, ho capito. Posso proporre? Scusi, onorevole Gianassi, no, mi perdoni. Se voi siete d'accordo, propongo cinque minuti di sospensione (Commenti)… Va bene, allora l'onorevole Gianassi non ha accettato. Nessun problema. Non ha accettato o ha accettato?
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Signor Presidente, ribadisco che, non potendo io modificare il testo con una formulazione che è coerente con quanto è previsto, le ribadisco che abbiamo già previsto, come chiede la collega Colosimo, che i reati di particolare allarme sociale (mafia, terrorismo e criminalità organizzata) non siano inclusi. Restiamo a questa formulazione che è coerente con le nostre proposte di legge, però, condividendo il principio che è stato sollevato. Quindi noi siamo sicuramente in linea su questo punto.
PRESIDENTE. Quindi, non accetta la riformulazione del Governo. Quella del Governo si discute, perché solo quella del Governo è quella che vale.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Allora, vorrei sottolineare due cose. La prima: credo che il presidente della Commissione antimafia abbia detto parole di buonsenso. Aggiungo io che stiamo andando su un terreno estremamente scivoloso, perché aprire un dibattito così complesso - lo dico da persona che è stata nelle attività degli enti locali - sulla vicenda della Severino in un ordine del giorno, apre un universo su cui bisogna fare attente riflessioni, pur condividendo il principio che il proponente dell'ordine del giorno ha messo al centro, ossia che esiste una palese sperequazione per cui, se vieni condannato in primo grado da parlamentare, hai un trattamento diverso, rispetto al fatto di venire condannato in primo grado da consigliere regionale, da presidente della regione, da assessore regionale, da Sindaco o da assessore di un comune o da consigliere comunale.
Detto ciò, però, è molto rischioso andare adesso su un ordine del giorno a fare un distinguo preciso o addirittura a rimettere totalmente in discussione la legge Severino. Io consiglierei maggiore prudenza e di metterlo su un altro binario, perché il tema della legge Severino, e soprattutto quello dei gravissimi reati che ci possono essere e che potrebbero entrare in un calderone, sono un tema sul quale dobbiamo stare attenti, in quanto Parlamento. Ovviamente, stiamo parlando di un terreno estremamente minato, dal punto di vista sia legislativo, sia pubblico. Rischiamo di apparire come coloro che vogliono, in qualche modo, fare trattamenti diversi tra gli eletti, i rappresentanti istituzionali e i cittadini. Se quella legge è stata realizzata, è perché c'era un gravissimo modus operandi da parte di alcuni rappresentanti.
Certo, è anche giusto quello che dicono alcuni: ci sono molti rappresentanti istituzionali che, col passare dei giudizi, sono stati assolti. Ma discuterne adesso e metterlo al centro di una vicenda legata a un ordine del giorno, dal mio punto di vista, è estremamente scivoloso. Concludo dicendo che non ritengo che la sintesi che ha fatto il Governo sia una sintesi totalmente accettabile. Quindi, credo che bisogna cercare di mettere questa discussione su un altro binario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Noi voteremo l'ordine del giorno, così come è stato presentato, perché ascoltare il Governo proporre una riformulazione che fa riferimento all'esclusione dei reati spia è un qualcosa che non si può ascoltare in chiave giuridica. Perché oggi sono pieni i giornali di interviste di magistrati che qualificano l'abuso d'ufficio come reato spia. Allora, se noi andiamo ad abolire l'abuso d'ufficio, riteniamo che il concetto di reato spia attribuito all'abuso d'ufficio non sia assolutamente sussistente. Quindi, ascoltare oggi il Governo avere una contraddizione di questo genere non ci convince. Così come non ci convincono le parole della presidente della Commissione antimafia, che, peraltro, stimiamo, che, prima di venire a dare effetti giuridici a una sentenza di condanna in primo grado, quindi non definitiva, forse dovrebbe sciogliere un altro nodo e gliel'ho detto anche personalmente, non è farina del suo sacco: è il nodo per cui ad ogni elezione persone presunte innocenti vengono qualificate come impresentabili.
Penso che questo sarebbe un altro tema da affrontare, ma il nocciolo è uno: la sentenza non definitiva deve avere degli effetti giuridici, considerato che il 48 per cento degli appelli la ribalta? Oppure noi cominciamo a ritenere non più la sentenza della Cassazione il terzo grado di giudizio? Perché, se andiamo avanti così, dopodomani avremo l'avviso di garanzia con effetti giuridici o l'iscrizione nel registro degli indagati. Ragion per cui voteremo l'ordine del giorno esattamente come è stato presentato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Il Governo vuole chiarire i termini del proprio parere: è stata proposta una riformulazione che, però, non è stata accolta. Quindi, ribadisco il parere del Governo: contrario per quanto riguarda le premesse, si rimette all'Aula per quanto riguarda il dispositivo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1718/27 Serracchiani. Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare distintamente il dispositivo e, in caso di approvazione, le premesse.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/1718/27 Serracchiani, su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 104).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle premesse dell'ordine del giorno n. 9/1718/27 Serracchiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 105).
Il deputato Bicchielli sottoscrive l'ordine del giorno n. 9/1718/41 Enrico Costa, prima era sfuggito. Tutto il gruppo dell'onorevole Enrico Costa lo sottoscrive.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Secondo le intese intercorse fra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella giornata di domani, mercoledì 10 luglio, a partire dalle ore 9, con lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale. Seguirà l'esame del decreto-legge recante disposizioni urgenti per le imprese agricole della pesca e dell'acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale, con votazioni non prima di 2 ore e 30 minuti dall'inizio della discussione.
Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. Comunico che le deputate Patrizia Prestipino e Nadia Romeo, proclamate il 9 luglio 2024, hanno dichiarato con distinte lettere pervenute il 9 luglio 2024, di aderire al gruppo parlamentare Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista. La presidenza di tale gruppo, con lettere pervenute in data 9 luglio 2024, ha comunicato di aver accolto le richieste.
Comunico altresì che la deputata Maria Paola Boscaini, proclamata il 9 luglio 2024, ha dichiarato, con lettera pervenuta il 9 luglio 2024, di aderire al gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE.
La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in data 9 luglio 2024, ha comunicato di aver accolto la richiesta.
Assegnazione alla V Commissione (Bilancio) dei disegni di legge relativi al rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2023 e all'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2024.
PRESIDENTE. A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti disegni di legge sono assegnati alla V Commissione (Bilancio), in sede referente, con il parere di tutte le altre Commissioni permanenti e della Commissione parlamentare per le questioni regionali:
“Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2023” (1951);
“Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2024” (1952).
Ricordo che il calendario dei lavori dell'Assemblea prevede che la discussione sulle linee generali di tali disegni di legge abbia inizio nella seduta di lunedì 22 luglio 2024. Le Commissioni dovranno pertanto concluderne l'esame in sede consultiva e in sede referente compatibilmente con i tempi previsti dal calendario per l'esame da parte dell'Assemblea.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare la deputata Maria Stefania Marino. Ne ha facoltà.
MARIA STEFANIA MARINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Prendo atto che finalmente, dopo anni a parlare di cambiamento climatico e di necessità di affrontare il problema - anzi in alcuni momenti ci avete preso per folli -, oggi finalmente vi rendete conto che il cambiamento climatico esiste e tutto ciò che consegue sta diventando un problema che non solo ci trova impreparati ma sta arrecando grande difficoltà ai nostri territori, all'agricoltura, alla zootecnia e alla società civile.
Sicilia e Sardegna soffrono più del resto del Sud, che pure soffre moltissimo, tormentate da razionamenti d'acqua dovuti al prosciugamento delle dighe e alla sofferenza, che non è solo sociale, è anche economica.
Presidente, l'acqua è il bene primario per eccellenza e la sua mancanza pone in grande difficoltà tutto il sistema. Soffrono pure i centri per la dialisi, soffrono a livello naturalistico riserve naturali speciali come il lago di Pergusa: è completamente prosciugato, creando catastrofi naturali a catena. Infatti, questo lago, cuore pulsante della mia terra e unico lago naturale siciliano, rappresenta un punto di approdo essenziale per una miriade di specie volatili, che lo utilizzano come un luogo transitorio, essenziale prima della ripresa della tratta migratoria verso l'Africa.
Il Sud è in ginocchio da anni, a causa di una desertificazione ormai difficile da gestire. La siccità, Presidente, è davvero un'emergenza. Voi non vi rendete conto: ci sono comuni dove l'acqua viene erogata ogni quattro giorni, gli agricoltori e gli allevatori sono allo stremo. Il risultato è che oggi, dopo che la crisi vi ha costretto a destarvi da questo lunghissimo sonno, intervenite in modo assolutamente inadeguato, attraverso interventi infrastrutturali di poco conto, la predisposizione di una cabina di regia, la nomina di un commissario straordinario e poche altre norme del tutto eterogenee e per nulla risolutive. D'altra parte, siete da anni avvezzi ai commissariamenti e alla creazione di queste fantomatiche cabine di regia che puntualmente sorgono dopo l'aggravamento estremo dei problemi e vi rifiutate perennemente di affrontarle, quando effettivamente sorgono. Questo vi rende puntualmente intempestivi e non all'altezza.
La situazione è ormai ingestibile e, oltre ai disagi e agli enormi problemi economici, sociali e ambientali, porta con sé enormi rischi in fatto di malattie infettive e problemi igienico-sanitari. Questo mette in ginocchio tutti i settori produttivi primordiali, fra tutti, quello agricolo che ha già subito, solo in Sicilia, danni per 2,7 miliardi di euro. Peraltro, mi sento di ricordare, in via preventiva, al Governo che non è ancora iniziata la stagione degli incendi e che è necessario iniziare a prevenire una crisi annunciata che, se si sviluppasse come ogni anno ma questa volta in carenza d'acqua, rischierebbe di distruggere il territorio del Sud per come lo conosciamo.
Adesso, colleghi di maggioranza, vi chiedo un intervento serio, strutturale e coordinato con i territori che, ancora una volta, sembra mancare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Candiani. Ne ha facoltà.
STEFANO CANDIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Nel fine settimana, mi sono recato a Macugnaga a verificare direttamente con i miei occhi le condizioni seguenti all'alluvione del 29 giugno. Ho trovato una situazione di grande dignità nelle persone che si sono impegnate - soprattutto con i volontari e con lo spirito che caratterizza le popolazioni di montagna - per ripristinare velocemente i servizi e l'agibilità dei luoghi. Tuttavia, quelle che ho verificato, sono condizioni di estrema difficoltà e il comune non può sollevarsi con le proprie gambe da solo, perché sono dimensioni troppo grosse.
Sono stati fatti interventi di somma urgenza di cui, ovviamente, siamo soddisfatti, come ad esempio l'intervento della Protezione civile, dei Vigili del fuoco e dei tanti volontari, l'antincendio boschivo. Però ci sono dimensioni che, veramente, non esito a definire catastrofiche, anche con rischi di cedimento ulteriore della montagna per la grande quantità di distacco di massi di enormi, ciclopiche dimensioni che si sono spostati con lo straripamento del fiume Anza.
Ecco, su questo ho chiesto già l'intervento del Ministro Musumeci e intendo, con questo mio ulteriore intervento, sollecitare ulteriormente l'attenzione del Governo e una presenza in loco. Ci sono aspetti di solidarietà che vengono dati alle popolazioni colpite da una calamità naturale, che assumono maggiore significato se sono dati nell'imminenza dei fatti accaduti.
Si aspetta troppo ad andare nel luogo, e se passeranno ancora giorni prima di andare nel luogo, temo che l'effetto possa essere quello, invece, di chi risulta distratto rispetto alle difficoltà che un territorio e una terra stanno vivendo.
Quindi sollecito, ancora una volta, il Ministro Musumeci, nella sua funzione di Ministro della Protezione civile, ad andare in loco a verificare lo stato dei fatti e, certamente, il Governo a provvedere - come a Macugnaga -, anche nelle altre realtà colpite dall'alluvione del 29 giugno, a tutte le necessarie risorse per consentire non solo lo stabilimento dei luoghi, ma anche, certamente, a quelle comunità - che vedono ormai pregiudicata la stagione estiva e, temo, anche quella prossima invernale - di potersi rialzare economicamente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Oggi volevo porre l'attenzione su una questione che riguarda una parte della nostra Puglia. Noi abbiamo avuto il G7, quindi con il G7, sicuramente, è stato posto un certo riguardo nella viabilità, nelle strade, nel far vedere quello che ha la Puglia. Però ho dovuto depositare un'interrogazione, perché c'è la Provinciale Castellana Grotte-Polignano a Mare, soprattutto nel tratto di una frazione che si chiama Triggianello, in cui vengono sistematicamente abbandonati rifiuti, soprattutto urbani. Non stiamo parlando di piccole cose ogni tanto, parliamo di tutto il tratto che è pieno di rifiuti. Quindi, non c'è solo un problema di decoro urbano, c'è un problema anche di dispersione della plastica nell'ambiente, perché, se continuiamo a eliminare i rifiuti urbani con i loro involucri ai lati della strada, nei tratturi, avremo anche plastica che girerà in tutti i campi. È l'immagine che diamo della nostra Puglia.
Quindi, con questa interrogazione, chiedo - chiaramente lo chiedo al Ministro dell'Ambiente - che si possa garantire che l'ente preposto operi con un'azione di bonifica delle suddette aree e, soprattutto - perché non basta eliminare l'esistente - che attivi circuiti di vigilanza per sanzionare chi continua ad abbandonare i rifiuti. Sembra un qualcosa che in quest'epoca di economia circolare dovrebbe farci sorridere, ma, purtroppo, ancora non abbiamo educato i nostri cittadini ad eliminare quello che per loro diventa un rifiuto sui lati della strada, creando veramente un danno ecologico - un danno, proprio, dal punto di vista estetico -, ma anche alla nostra economia, perché il turista in Puglia non vuol vedere cose di questo tipo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Per suo tramite, interpello sempre il Ministro competente, il Ministro dell'Interno. Nelle ultime 24 ore, anzi nelle ultime 12 ore, a Napoli hanno ucciso una persona, un pregiudicato, nella zona di Ponticelli, poi ci sono stati altri due feriti tra Porta Capuana e Materdei, ieri con una mitragliatrice, a Caivano, per rapinare un distributore di benzina.
Adesso la domanda sorge spontanea: noi continuiamo a dire al Ministro, che annuncia sempre l'arrivo di nuovi uomini delle Forze dell'ordine, che non deve annunciarci quelli che vanno a sostituire i pensionati, ma servono uomini e donne in più. Faccio presente, per suo tramite, al Ministro che siamo talmente messi male, talmente poco presenti nel sostegno alle Forze dell'ordine che addirittura ci arrivano segnali che le caserme - ne dico una su tutte: la caserma dei Carabinieri di Rione Traiano, che è una delle zone e delle piazze di spaccio più complicate di Napoli - non hanno l'aria condizionata. Adesso uno potrebbe dire: devono avere tutto? Però, è una fornace. Gli uomini dell'Arma dei Carabinieri devono lavorare senza l'aria condizionata e senza che intervenga nessuno da circa un mese. Non credo che questo sia un modo corretto per aiutarli a svolgere la loro funzione.
PRESIDENTE. Sono così terminati gli interventi di fine seduta.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Mercoledì 10 luglio 2024 - Ore 9:
(ore 9 e ore 16,15)
1. Seguito della discussione del disegno di legge (per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e per la votazione finale):
S. 808 - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all'ordinamento giudiziario e al codice dell'ordinamento militare (Approvato dal Senato). (C. 1718)
Relatori: PITTALIS E VARCHI.
2. Discussione del disegno di legge:
S. 1138 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63, recante disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale (Approvato dal Senato). (C. 1946)
Relatore: CARLONI.
(ore 15)
3. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .
La seduta termina alle 20,20.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nelle votazioni dalla n. 2 alla n. 4 i deputati presenti del gruppo Italia Viva-il Centro- Renew Europe hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 2 e 15 il deputato Gnassi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 22 il deputato Pizzimenti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 28 la deputata L'Abbate ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 28 il deputato Fede ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 29 i deputati Fede e Alfonso Colucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 35 i deputati De Corato e Amorese hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 36 e 61 la deputata Matone ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 37 la deputata Bordonali ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nella votazione n. 39 i deputati Matera e Rubano hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 40 il deputato Gnassi ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 44 la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 54 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 60 la deputata Kelany ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 61 il deputato Trancassini ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 63 la deputata Ambrosi ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 73 il deputato Furfaro ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;
nelle votazioni dalla n. 76 alla n. 83 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 84 la deputata Matone ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 87 il deputato Maiorano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 92 la deputata Boldrini ha segnalato che ha erroneamente espresso contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | DDL 1937 - QUEST PREG 1, 2 E 3 | 278 | 263 | 15 | 132 | 99 | 164 | 56 | Resp. |
2 | Nominale | DDL 1718 - EM 2.9, 2.10 | 276 | 275 | 1 | 138 | 104 | 171 | 53 | Resp. |
3 | Nominale | EM 2.11 | 278 | 278 | 0 | 140 | 103 | 175 | 53 | Resp. |
4 | Nominale | EM 2.101 | 277 | 274 | 3 | 138 | 72 | 202 | 52 | Resp. |
5 | Nominale | EM 2.12 | 280 | 245 | 35 | 123 | 71 | 174 | 52 | Resp. |
6 | Nominale | EM 2.13 | 284 | 284 | 0 | 143 | 103 | 181 | 52 | Resp. |
7 | Nominale | EM 2.14, 2.15 | 279 | 279 | 0 | 140 | 106 | 173 | 52 | Resp. |
8 | Nominale | EM 2.16, 2.17 | 278 | 277 | 1 | 139 | 105 | 172 | 52 | Resp. |
9 | Nominale | EM 2.18 | 288 | 288 | 0 | 145 | 106 | 182 | 52 | Resp. |
10 | Nominale | EM 2.19 | 280 | 280 | 0 | 141 | 101 | 179 | 52 | Resp. |
11 | Nominale | EM 2.20 | 284 | 284 | 0 | 143 | 105 | 179 | 52 | Resp. |
12 | Nominale | EM 2.21 | 287 | 287 | 0 | 144 | 105 | 182 | 52 | Resp. |
13 | Nominale | EM 2.22 | 290 | 290 | 0 | 146 | 101 | 189 | 51 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | EM 2.23 | 289 | 289 | 0 | 145 | 99 | 190 | 51 | Resp. |
15 | Nominale | EM 2.24 | 293 | 293 | 0 | 147 | 99 | 194 | 51 | Resp. |
16 | Nominale | EM 2.25 | 288 | 288 | 0 | 145 | 102 | 186 | 51 | Resp. |
17 | Nominale | EM 2.26 | 291 | 291 | 0 | 146 | 102 | 189 | 50 | Resp. |
18 | Nominale | EM 2.27 | 292 | 292 | 0 | 147 | 102 | 190 | 50 | Resp. |
19 | Nominale | EM 2.28 | 293 | 293 | 0 | 147 | 102 | 191 | 50 | Resp. |
20 | Nominale | EM 2.29 | 298 | 298 | 0 | 150 | 103 | 195 | 49 | Resp. |
21 | Nominale | EM 2.30 | 293 | 293 | 0 | 147 | 102 | 191 | 49 | Resp. |
22 | Nominale | EM 2.31 | 296 | 296 | 0 | 149 | 102 | 194 | 49 | Resp. |
23 | Nominale | EM 2.32, 2.36 | 301 | 301 | 0 | 151 | 104 | 197 | 49 | Resp. |
24 | Nominale | EM 2.33 | 302 | 302 | 0 | 152 | 106 | 196 | 49 | Resp. |
25 | Nominale | EM 2.34 | 300 | 300 | 0 | 151 | 106 | 194 | 49 | Resp. |
26 | Nominale | EM 2.35 | 304 | 304 | 0 | 153 | 107 | 197 | 49 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | EM 2.41 | 301 | 301 | 0 | 151 | 104 | 197 | 49 | Resp. |
28 | Nominale | EM 2.44 | 290 | 290 | 0 | 146 | 39 | 251 | 49 | Resp. |
29 | Nominale | EM 2.104 | 290 | 290 | 0 | 146 | 7 | 283 | 49 | Resp. |
30 | Nominale | EM 2.42 | 293 | 293 | 0 | 147 | 103 | 190 | 49 | Resp. |
31 | Nominale | ARTICOLO 2 | 293 | 292 | 1 | 147 | 191 | 101 | 49 | Appr. |
32 | Nominale | MANTENIMENTO ARTICOLO 3 | 299 | 299 | 0 | 150 | 194 | 105 | 49 | Appr. |
33 | Nominale | ART AGG 3.01 | 294 | 229 | 65 | 115 | 37 | 192 | 49 | Resp. |
34 | Nominale | ART AGG 3.02 | 297 | 297 | 0 | 149 | 106 | 191 | 48 | Resp. |
35 | Nominale | EM 4.1 | 295 | 295 | 0 | 148 | 106 | 189 | 48 | Resp. |
36 | Nominale | ARTICOLO 4 | 298 | 298 | 0 | 150 | 189 | 109 | 48 | Appr. |
37 | Nominale | EM 5.1 | 288 | 288 | 0 | 145 | 99 | 189 | 48 | Resp. |
38 | Nominale | EM 5.2 | 290 | 290 | 0 | 146 | 100 | 190 | 48 | Resp. |
39 | Nominale | ARTICOLO 5 | 292 | 194 | 98 | 98 | 190 | 4 | 48 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nominale | ART AGG 5.01 | 293 | 290 | 3 | 146 | 102 | 188 | 48 | Resp. |
41 | Nominale | ART AGG 5.02 | 297 | 297 | 0 | 149 | 102 | 195 | 47 | Resp. |
42 | Nominale | ART AGG 5.03 | 295 | 295 | 0 | 148 | 106 | 189 | 47 | Resp. |
43 | Nominale | ART AGG 5.04 | 286 | 286 | 0 | 144 | 106 | 180 | 47 | Resp. |
44 | Nominale | ART AGG 5.021 | 295 | 295 | 0 | 148 | 105 | 190 | 47 | Resp. |
45 | Nominale | ART AGG 5.05 | 297 | 297 | 0 | 149 | 105 | 192 | 47 | Resp. |
46 | Nominale | ART AGG 5.06 | 300 | 300 | 0 | 151 | 106 | 194 | 47 | Resp. |
47 | Nominale | ART AGG 5.07 | 298 | 298 | 0 | 150 | 106 | 192 | 47 | Resp. |
48 | Nominale | ART AGG 5.019 | 299 | 299 | 0 | 150 | 107 | 192 | 47 | Resp. |
49 | Nominale | ART AGG 5.09 | 290 | 290 | 0 | 146 | 105 | 185 | 46 | Resp. |
50 | Nominale | ART AGG 5.010 | 287 | 277 | 10 | 139 | 112 | 165 | 46 | Resp. |
51 | Nominale | ART AGG 5.011 | 288 | 288 | 0 | 145 | 112 | 176 | 46 | Resp. |
52 | Nominale | ART AGG 5.012, 5.013 | 288 | 288 | 0 | 145 | 107 | 181 | 46 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nominale | ART AGG 5.014 | 286 | 286 | 0 | 144 | 112 | 174 | 46 | Resp. |
54 | Nominale | ART AGG 5.015 | 292 | 292 | 0 | 147 | 116 | 176 | 46 | Resp. |
55 | Nominale | ART AGG 5.016, 5.017 | 293 | 293 | 0 | 147 | 116 | 177 | 46 | Resp. |
56 | Nominale | ART AGG 5.018 | 278 | 278 | 0 | 140 | 99 | 179 | 45 | Resp. |
57 | Nominale | ART AGG 5.020 | 277 | 275 | 2 | 138 | 108 | 167 | 45 | Resp. |
58 | Nominale | ART AGG 5.022 | 273 | 273 | 0 | 137 | 109 | 164 | 45 | Resp. |
59 | Nominale | ART AGG 5.0100 | 287 | 280 | 7 | 141 | 5 | 275 | 45 | Resp. |
60 | Nominale | ARTICOLO 6 | 283 | 243 | 40 | 122 | 189 | 54 | 45 | Appr. |
61 | Nominale | ARTICOLO 7 | 285 | 222 | 63 | 112 | 183 | 39 | 45 | Appr. |
62 | Nominale | ART AGG 7.01 | 290 | 289 | 1 | 145 | 42 | 247 | 45 | Resp. |
63 | Nominale | ARTICOLO 8 | 283 | 180 | 103 | 91 | 174 | 6 | 45 | Appr. |
64 | Nominale | ARTICOLO 9 | 287 | 247 | 40 | 124 | 183 | 64 | 45 | Appr. |
65 | Nominale | ODG 9/1718/1 CPV 1 DISP | 268 | 264 | 4 | 133 | 107 | 157 | 45 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 6 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
66 | Nominale | ODG 9/1718/1 CPV 2 DISP | 269 | 267 | 2 | 134 | 73 | 194 | 45 | Resp. |
67 | Nominale | ODG 9/1718/2 | 270 | 267 | 3 | 134 | 109 | 158 | 45 | Resp. |
68 | Nominale | ODG 9/1718/3 | 277 | 274 | 3 | 138 | 112 | 162 | 45 | Resp. |
69 | Nominale | ODG 9/1718/4 | 279 | 276 | 3 | 139 | 111 | 165 | 45 | Resp. |
70 | Nominale | ODG 9/1718/5 | 283 | 283 | 0 | 142 | 120 | 163 | 45 | Resp. |
71 | Nominale | ODG 9/1718/6 | 289 | 286 | 3 | 144 | 104 | 182 | 45 | Resp. |
72 | Nominale | ODG 9/1718/7 | 286 | 283 | 3 | 142 | 113 | 170 | 45 | Resp. |
73 | Nominale | ODG 9/1718/8 | 284 | 222 | 62 | 112 | 40 | 182 | 45 | Resp. |
74 | Nominale | ODG 9/1718/9 | 285 | 283 | 2 | 142 | 117 | 166 | 45 | Resp. |
75 | Nominale | ODG 9/1718/10 | 285 | 283 | 2 | 142 | 117 | 166 | 45 | Resp. |
76 | Nominale | ODG 9/1718/11 | 277 | 274 | 3 | 138 | 113 | 161 | 45 | Resp. |
77 | Nominale | ODG 9/1718/12 | 275 | 272 | 3 | 137 | 109 | 163 | 45 | Resp. |
78 | Nominale | ODG 9/1718/13 | 272 | 272 | 0 | 137 | 92 | 180 | 45 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 7 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
79 | Nominale | ODG 9/1718/14 | 273 | 273 | 0 | 137 | 94 | 179 | 45 | Resp. |
80 | Nominale | ODG 9/1718/15 | 273 | 273 | 0 | 137 | 95 | 178 | 45 | Resp. |
81 | Nominale | ODG 9/1718/16 | 273 | 273 | 0 | 137 | 96 | 177 | 45 | Resp. |
82 | Nominale | ODG 9/1718/17 | 275 | 275 | 0 | 138 | 96 | 179 | 45 | Resp. |
83 | Nominale | ODG 9/1718/18 | 277 | 277 | 0 | 139 | 98 | 179 | 45 | Resp. |
84 | Nominale | ODG 9/1718/19 | 273 | 273 | 0 | 137 | 105 | 168 | 45 | Resp. |
85 | Nominale | ODG 9/1718/20 | 281 | 281 | 0 | 141 | 97 | 184 | 45 | Resp. |
86 | Nominale | ODG 9/1718/21 | 280 | 221 | 59 | 111 | 40 | 181 | 45 | Resp. |
87 | Nominale | ODG 9/1718/22 | 282 | 282 | 0 | 142 | 98 | 184 | 45 | Resp. |
88 | Nominale | ODG 9/1718/23 | 280 | 280 | 0 | 141 | 97 | 183 | 45 | Resp. |
89 | Nominale | ODG 9/1718/24 | 275 | 275 | 0 | 138 | 103 | 172 | 45 | Resp. |
90 | Nominale | ODG 9/1718/25 | 271 | 271 | 0 | 136 | 38 | 233 | 45 | Resp. |
91 | Nominale | ODG 9/1718/26 | 278 | 275 | 3 | 138 | 110 | 165 | 45 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 8 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
92 | Nominale | ODG 9/1718/28 | 278 | 278 | 0 | 140 | 93 | 185 | 45 | Resp. |
93 | Nominale | ODG 9/1718/30 | 274 | 273 | 1 | 137 | 111 | 162 | 45 | Resp. |
94 | Nominale | ODG 9/1718/31 | 270 | 268 | 2 | 135 | 107 | 161 | 45 | Resp. |
95 | Nominale | ODG 9/1718/32 | 262 | 259 | 3 | 130 | 102 | 157 | 45 | Resp. |
96 | Nominale | ODG 9/1718/33 | 264 | 263 | 1 | 132 | 108 | 155 | 45 | Resp. |
97 | Nominale | ODG 9/1718/34 | 265 | 264 | 1 | 133 | 107 | 157 | 45 | Resp. |
98 | Nominale | ODG 9/1718/35 | 261 | 260 | 1 | 131 | 101 | 159 | 45 | Resp. |
99 | Nominale | ODG 9/1718/36 | 259 | 258 | 1 | 130 | 102 | 156 | 45 | Resp. |
100 | Nominale | ODG 9/1718/37 | 263 | 262 | 1 | 132 | 104 | 158 | 45 | Resp. |
101 | Nominale | ODG 9/1718/38 RIF | 259 | 257 | 2 | 129 | 256 | 1 | 45 | Appr. |
102 | Nominale | ODG 9/1718/39 | 260 | 257 | 3 | 129 | 105 | 152 | 45 | Resp. |
103 | Nominale | ODG 9/1718/40 | 260 | 259 | 1 | 130 | 104 | 155 | 45 | Resp. |
104 | Nominale | ODG 9/1718/27 DISP | 169 | 167 | 2 | 84 | 134 | 33 | 45 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 9 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 105) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
105 | Nominale | ODG 9/1718/27 PREM | 166 | 165 | 1 | 83 | 59 | 106 | 45 | Resp. |