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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Giovedì 20 marzo 2025

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli
nella seduta del 20 marzo 2025.

  Albano, Ascani, Bagnai, Barbagallo, Barelli, Battistoni, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Bonetti, Boschi, Braga, Brambilla, Caiata, Calderone, Cappellacci, Carloni, Casasco, Cavandoli, Cecchetti, Centemero, Cesa, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Sergio Costa, D'Alessio, Deidda, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferrante, Ferro, Foti, Frassinetti, Freni, Gardini, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gribaudo, Guerini, Gusmeroli, Lacarra, Leo, Lollobrigida, Lupi, Maccari, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Michelotti, Minardo, Molinari, Mollicone, Molteni, Morrone, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Patriarca, Pichetto Fratin, Polidori, Prisco, Rampelli, Marianna Ricciardi, Riccardo Ricciardi, Richetti, Rixi, Rizzetto, Roccella, Romano, Rotelli, Scerra, Schullian, Semenzato, Siracusano, Stefani, Tajani, Trancassini, Tremonti, Vaccari, Varchi, Vinci, Zaratti, Zoffili, Zucconi.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI FARAONE, BRAGA, RICHETTI, ZANELLA, MAGI E GIACHETTI N. 1-00406, D'ORSO ED ALTRI N. 1-00407 E VARCHI, MORRONE, CALDERONE, ROMANO ED ALTRI N. 1-00418 CONCERNENTI INIZIATIVE IN MERITO ALLA SITUAZIONE NELLE CARCERI

Mozioni

   La Camera,

   premesso che:

    1) il numero elevato ed in costante crescita della popolazione detenuta, che al 31 dicembre 2024 contava 61.861 presenze – a fronte di una capienza regolamentare di 51.312 posti, che, sottratti i 4.475 posti inagibili e quindi inutilizzabili, arriva a 46.837 posti – produce un sovraffollamento insostenibile con 15.024 detenuti in più delle possibilità ricettive degli istituti. Dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2024 i detenuti presenti nei 189 istituti penitenziari sono passati da 56.196 a 61.861, con un aumento in due anni di 5.665 unità, mentre la capienza regolamentare è rimasta la medesima passando da 51.328 a 51.312. L'attuale sovraffollamento, pari al 132 per cento nazionale (in 100 posti, 132 detenuti), determina una sostanziale condizione di illegalità diffusa alla quale è fatto obbligo da parte dello Stato porre rimedio;

    2) secondo l'ultimo rapporto di Antigone, dal 2018 al 2023, cioè in sei anni, a causa del sovraffollamento, 24.301 persone si sono viste riconoscere dai magistrati di sorveglianza la violazione del loro diritto a non essere sottoposti a «trattamenti disumani e degradanti» (articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo);

    3) secondo uno studio di «Nessuno tocchi Caino» risulta una forte carenza degli organici della polizia penitenziaria e dei funzionari giuridico-pedagogici (educatori). Secondo il «decreto Nordio» del 12 luglio del 2023, la dotazione organica del personale di polizia penitenziaria stabilita per i 189 istituti penitenziari è di 37.389 unità, mentre nella realtà gli agenti effettivamente assegnati sono 31.091, con un deficit di 6.298 unità fra l'organico previsto e le unità effettivamente assegnate;

    4) quanto agli educatori, questi sono decisamente troppo pochi, anche se la situazione è leggermente migliorata con le immissioni in servizio dei vincitori e degli idonei degli ultimi concorsi. Ne sono previsti 1.000 dalla pianta organica, mentre quelli effettivamente assegnati sono 983, con una media effettiva nazionale di un educatore ogni 63 detenuti. Come per gli agenti, la distribuzione degli educatori nei vari istituti è disomogenea: se a Regina Coeli, Verona e Bergamo ogni educatore deve seguire circa 150 detenuti, a Sanremo ne deve seguire 45, a Trieste 39, ad Arezzo 13 e a Sciacca 11. Altrettanto preoccupante e del tutto inadeguata è la pianta organica dei magistrati di sorveglianza: 236 in tutta Italia con i compiti che sono aumentati a dismisura negli ultimi anni e con almeno 100.000 «liberi sospesi», cioè condannati a pene sotto i 4 anni, che a volte attendono anni prima che il magistrato di sorveglianza decida se mandarli in carcere o in misura alternativa;

    5) il sovraffollamento, combinato con la carenza del personale che lavora in carcere, determina una condizione di precaria erogazione di servizi essenziali – come quello sanitario – e di mancata vigilanza, che nel 2024 ha portato a registrare il più alto numero di morti nelle carceri italiane: 246, di cui 89 suicidi. Al 25 febbraio 2025, già 14 detenuti si sono tolti la vita e altri 31 sono morti per altre cause. Inoltre, si registra il suicidio di un operatore penitenziario e un suicidio in una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza (rems);

    6) la sentenza n. 279 del 2013 della Corte costituzionale, pubblicata a pochi mesi di distanza dalla sentenza Torreggiani con la quale, a causa del sovraffollamento, la Corte europea dei diritti dell'uomo condannava l'Italia per violazione sistematica dell'articolo 3 della Convenzione (trattamenti inumani e degradanti), si concludeva con queste precise parole «non sarebbe tollerabile l'eccessivo protrarsi dell'inerzia legislativa in ordine al grave problema individuato nella presente pronuncia»;

    7) ad osservare l'andamento della popolazione detenuta dal 2013 ad oggi, il sovraffollamento è stata una costante del sistema penitenziario italiano. Ci sono state invero tre significative riduzioni delle presenze in carcere: nel 2014-2015 con la liberazione anticipata speciale e con la dichiarazione di incostituzionalità della «legge Fini-Giovanardi» sugli stupefacenti (quando è scesa a 52.700 detenuti dai 66.000 del 2013) e negli anni 2020/2021 con il Covid (quando si è ridotta a 53.500 detenuti dopo essere arrivata a 60.500 detenuti nel 2019);

    8) il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha più volte richiamato le istituzioni ad intervenire sulla drammatica situazione penitenziaria. In particolare, lo ha fatto nel messaggio di fine anno quando ha affermato: «Rispetto della dignità di ogni persona, dei suoi diritti. Anche per chi si trova in carcere. L'alto numero di suicidi è indice di condizioni inammissibili. Abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere. Il sovraffollamento vi contrasta e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario»;

    9) Papa Francesco, il 26 dicembre 2024, ha voluto aprire una delle porte sante del Giubileo in corso nel carcere romano di Rebibbia e, nella bolla di indizione, ha richiesto espressamente «forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società; percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell'osservanza delle leggi»;

    10) anche il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa nel 2024 ha espresso forte preoccupazione per l'alto numero di suicidi nelle carceri italiane e per la condizione dei detenuti che soffrono di disturbi psichici in attesa di trasferimento dal carcere alle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, chiedendo all'Italia interventi urgenti che garantiscano un miglioramento di questa drammatica situazione;

    11) secondo i dati forniti dal collegio del Garante nazionale delle persone private della libertà, aggiornati al 23 settembre 2024, 3.815 detenuti devono scontare una pena residua da 1 giorno a 6 mesi; 4.137 da sei mesi a 1 anno; 8.409 da 1 a 2 anni; 7.100 da 2 a tre anni. Secondo il Garante nazionale delle persone private della libertà «dall'analisi si evince che i condannati con pena residua da 0 a 3 anni ammontano complessivamente a 23.461; escludendo i 3.869 detenuti per reati di cui all'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario, potrebbero essere 19.592 i possibili fruitori di misure alternative alla detenzione»;

    12) interessanti sono anche i dati forniti dal collegio del Garante nazionale delle persone private della libertà relativi alle presenze in carcere per durata della pena inflitta: al 10 gennaio 2025 1.355 detenuti si trovano in carcere per scontare una condanna inferiore all'anno, mentre 2.997 per una condanna tra uno e due anni. In tutto 4.985 persone che pesano molto sull'amministrazione penitenziaria, sulle quali è difficilissimo fare un programma individualizzato di trattamento finalizzato al reinserimento sociale;

    13) in una nota riportata nell'ultimo rapporto del 2024 (datato 20 dicembre 2024), il collegio del Garante nazionale delle persone private della libertà afferma: «Secondo l'analisi comparativa relativa agli eventi critici di maggiore rilievo, è ipotizzabile che all'aumentare del sovraffollamento si possa associare un incremento degli stessi, in particolare di quegli eventi critici che, più di altri, sono espressione del disagio detentivo, quali atti di aggressione, autolesionismo, suicidi, tentativi di suicidio, omicidio, manifestazione di protesta collettiva, aggressioni fisiche al personale di polizia penitenziaria e al personale amministrativo»;

    14) le persone in attesa di giudizio costituiscono (dati del Garante nazionale delle persone private della libertà, al 10 gennaio 2025) il 24,7 per cento della popolazione detenuta. Pur essendo diminuita (era del 33 per cento alla fine del 2019), la custodia cautelare continua ad essere molto alta. I detenuti in attesa di primo giudizio sono 9.473, gli appellanti 3.247, i ricorrenti 1.863, con posizione mista senza definitivo 720, per un totale di 15.303. Secondo errorigiudiziari.com, dal 1992 al 2022 i casi registrati di ingiusta detenzione sono stati oltre 30 mila, mediamente per 985 persone ogni anno e con indennizzi costati oltre 846 milioni di euro, mediamente 27,3 milioni di euro l'anno;

    15) a oltre 15 anni dal trasferimento dell'assistenza sanitaria penitenziaria al Servizio sanitario nazionale, c'è una diffusa delusione tra detenuti, operatori sanitari, amministrazione penitenziaria e magistratura. Nel corso degli anni, si è sviluppata una rete di assistenza sanitaria e sociosanitaria frammentata e disorganizzata, con competenze suddivise in tante aree. Questo scenario scoraggia i professionisti della salute a scegliere questo specifico campo. Di conseguenza, mancano dati certi e verificati sulla prevalenza e sull'incidenza delle patologie dei detenuti, sulla tipologia e sulla quantità di farmaci utilizzati, sulle prestazioni fornite, sul personale sanitario impiegato, sulla tipologia delle prestazioni erogate e sui costi complessivi. Ogni regione e ogni azienda sanitaria ha la propria organizzazione specifica, spesso con livelli organizzativi, gestionali e decisionali così frammentati da non riuscire a offrire una risposta immediata e complessiva alle necessità dei detenuti, della magistratura e dell'amministrazione penitenziaria;

    16) a un anno di distanza dalla sentenza della Corte costituzionale n. 10 del 2024, che ha dichiarato illegittimo il divieto di colloqui intimi in carcere tra i detenuti e le persone a loro legate da una relazione affettiva, ancora nessun detenuto ha potuto usufruire di questo diritto umano che secondo la Corte costituzionale, in assenza di obiettive ragioni di pericolosità, è una vessazione gratuita, «esageratamente afflittiva»;

    17) aumentano in modo allarmante i ragazzi e le ragazze detenuti negli istituti per minori. Al 31 dicembre 2024 (dati del Garante nazionale delle persone private della libertà) sono risultati 543 i ristretti (519 maschi e 24 femmine). Da sottolineare che i detenuti negli istituti per minori erano 278 alla fine del 2020, 318 alla fine del 2021, 381 alla fine del 2022, 495 alla fine del 2023 e 543 alla fine del 2024. Il fenomeno del sovraffollamento comincia a divenire preoccupante anche in alcuni istituti per minori: nell'istituto per minori di Treviso si registra un indice superiore al 200 per cento, in quello di Milano si è al 146 per cento, a Firenze al 141 per cento;

    18) il professor Mario Serio, dell'ufficio del Garante nazionale delle persone private della libertà, in visita il 18 gennaio 2025 all'istituto per minori di Torino dove i ragazzi detenuti dormivano per terra, riferendosi al sovraffollamento ha dichiarato al quotidiano La Stampa che «non si può immaginare che la situazione attuale si protragga ancora». E, in merito ai provvedimenti da adottare immediatamente, ha dichiarato che riprendere l'esame della legge sulla liberazione anticipata speciale «consentirebbe di riaprire la discussione per trovare risposte non più rinviabili, tra cui i provvedimenti di clemenza come amnistia e indulto. Ovviamente non si tratterebbe di una misura di carattere generale e indiscriminato, ma ragionata per non turbare la sicurezza sociale, né per dare la falsa impressione che lo Stato non sia in grado di assicurare l'effettività della pena»;

    19) al 10 gennaio 2025, 12 bambini risultano ancora rinchiusi in carcere con le madri detenute, una barbarie che continua ad accadere nonostante risulti ampiamente dimostrato quanto lo stato di reclusione possa esporre questi soggetti a seri rischi per la loro salute; barbarie, a parere dei firmatari del presente atto, destinata ad accentuarsi con l'articolo 15 del disegno di legge «sicurezza» che, se approvato definitivamente dal Parlamento, renderà facoltativo e non più obbligatorio il rinvio della pena per le donne in gravidanza e le madri con figli sotto l'anno,

impegna il Governo:

1) ad assumere iniziative, anche di carattere normativo, volte all'abbattimento del sovraffollamento fino a riportarlo a parametri coerenti con la dignità della persona, nonché, nell'immediato, ad adottare iniziative, per quanto di competenza, volte a favorire il più rapido iter parlamentare della proposta di legge Giachetti sulla liberazione anticipata speciale e ordinamentale, attualmente all'esame della Commissione giustizia della Camera dei deputati;

2) ad assumere iniziative per aumentare gli agenti di polizia penitenziaria assegnati agli istituti penitenziari, fino a colmare il deficit di oltre 6.000 unità rispetto a quanto previsto dal «decreto Nordio» del 12 luglio 2023 in merito alla ripartizione della dotazione organica del personale del Corpo di polizia penitenziaria appartenente ai ruoli degli agenti-assistenti, sovrintendenti e ispettori;

3) a implementare in modo significativo gli organici dei funzionari giuridico-pedagogici, degli assistenti sociali, degli psicologi, dei mediatori culturali, degli amministrativi che prestano la loro opera presso gli istituti penitenziari;

4) ad adottare iniziative di competenza volte a rivedere per implementarle in modo significativo le dotazioni organiche della magistratura di sorveglianza e del personale amministrativo che opera presso gli uffici o i tribunali di sorveglianza;

5) ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte a destinare ulteriori risorse atte a garantire la piena attuazione della legge 8 agosto 2024, n. 112, relativa all'esecuzione della pena in strutture residenziali dedicate all'accoglienza e al reinserimento sociale dei detenuti, in particolare di coloro che hanno problematiche derivanti dalla dipendenza, dal disagio psichico o da estrema povertà;

6) a istituire una cabina di regia nazionale condivisa tra Ministero della salute e Ministero della giustizia sulla sanità penitenziaria, con l'intento di sviluppare un modello organizzativo assistenziale unico ed omogeneo su tutto il territorio nazionale, che dovrà svolgere, necessariamente, il ruolo di interfaccia unica con l'amministrazione penitenziaria ed i rapporti con l'autorità giudiziaria, che permetta una complessiva visione della problematica inerente all'assistenza sanitaria ed il reinserimento sociale e lavorativo delle persone private della libertà e che permetta di avere dati certi in merito alle condizioni di salute della popolazione detenuta e alle prestazioni erogate;

7) a sviluppare programmi congiunti tra il Servizio sanitario nazionale, l'amministrazione penitenziaria e giudiziaria ed il welfare, potenziando le reti per la tutela intra ed extramuraria per la salute mentale e le dipendenze, adottando altresì iniziative di carattere normativo volte a una revisione dei relativi istituti giuridici e creando, inoltre, percorsi formativi specifici per gli operatori del Servizio sanitario nazionale che vogliano lavorare nei servizi di sanità penitenziaria;

8) a intervenire, anche attraverso apposite iniziative normative, per assicurare la completa attuazione degli articoli 74-77 della legge sull'ordinamento penitenziario che, fin dal 1975, ha istituito i mai realizzati consigli di aiuto sociale, al fine di promuovere concretamente il recupero e il reinserimento sociale dei detenuti, come stabilito dalla Costituzione;

9) ad adottare le opportune iniziative di competenza volte a dare piena attuazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 10 del 2024 sui colloqui intimi in carcere tra i detenuti e le persone a loro legate da una relazione affettiva;

10) ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, per escludere dal circuito carcerario le donne con i loro bambini;

11) ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, per limitare al massimo le presenze negli istituti penitenziari minorili.
(1-00406) «Faraone, Braga, Richetti, Zanella, Magi, Giachetti».


   La Camera,

   premesso che:

    1) nel XVIII secolo il filosofo francese Voltaire affermava che «La civiltà di un Paese è data dalle condizioni delle sue carceri»: frase quanto mai attuale nel nostro Paese, ove – specie nel più recente presente – non possono non registrarsi numerose violazioni di regole sul piano civile, nonché di regole universali di normale convivenza;

    2) i suicidi e, più in generale, le morti in carcere sono un fenomeno che mette in luce il livello di degrado inaccettabile a cui è arrivato il sistema penitenziario in Italia. Una riflessione e un intervento concreto sulle cause di tale degrado e sulle possibili soluzioni non sono più rimandabili;

    3) è incontrovertibile che il nostro Paese stia attraversando una gravissima crisi del sistema penitenziario, esasperata dalle critiche condizioni delle strutture e dal sovraffollamento degli istituti penitenziari, con un drammatico record di suicidi registrato nel 2024 di 85 persone, che hanno deciso di togliersi la vita sotto la custodia dello Stato; a questo tragico bilancio si debbono aggiungere 7 agenti di polizia penitenziaria e, dall'inizio del 2025, si registrano già 14 suicidi;

    4) il personale è insufficiente e lasciato solo a gestire un sistema che di fatto non funziona: c'è poca offerta di attività lavorative per i detenuti, ci sono pochi corsi professionalizzanti, poca istruzione e poche altre attività trattamentali. A queste ultime possono accedere solo un limitato numero di detenuti. Per gli altri, la gran parte, il tempo della detenzione è tempo vuoto di mera sottrazione al tempo di vita. Mancano gli spazi e le opportunità nei territori che possano accogliere le persone che potrebbero uscire beneficiando di misure alternative;

    5) gli interventi promossi dal Governo in carica e dalla maggioranza che lo rappresenta non hanno certamente individuato strumenti adeguati per invertire la tendenza dei suicidi negli istituti penitenziari e migliorare le condizioni di vita all'interno degli istituti penitenziari italiani, sia con riguardo al cosiddetto decreto-legge «carceri» n. 92 del 2024, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 112 del 2024, sia alla più recente legge di bilancio, che contiene le misure che rientrano tra le principali politiche pubbliche del Governo per conseguire gli obiettivi programmatici della finanza pubblica;

    6) segnatamente, la legge di bilancio si è limitata a prevedere all'articolo 1, comma 343, l'autorizzazione di spesa di 3 milioni di euro annui a decorrere dal 2025 per l'implementazione della presenza negli istituti penitenziari di professionalità psicologiche esperte per la prevenzione e il contrasto di specifici reati, quali reati sessuali, maltrattamenti su familiari e conviventi e atti persecutori, nonché per il trattamento intensificato cognitivo-comportamentale nei confronti degli autori di reati contro le donne;

    7) solo grazie ad un emendamento al disegno di legge di bilancio a firma del gruppo MoVimento 5 Stelle, approvato in corso di esame in Commissione in sede referente, nello stato di previsione del Ministero della giustizia, con l'articolo 1, comma 612, si è istituito un fondo per la promozione e il sostegno delle attività teatrali negli istituti penitenziari, con una dotazione pari a 0,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027, da destinare, attraverso l'acquisizione di competenze nell'ambito dei diversi mestieri del teatro e della produzione di contenuti audio-visivi, al recupero e al reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti, finalizzato al loro reingresso nella società civile;

    8) mancano, tuttavia, nei provvedimenti in parola adeguate risorse a favore dell'implementazione delle condizioni carcerarie, nonché del rafforzamento adeguato del personale della polizia penitenziaria, sia in un'ottica di miglioramento delle condizioni di lavoro di quest'ultima, che di prevenzione di episodi di suicidi;

    9) ciò che più desta preoccupazione è la circostanza che non solo il Governo in carica appare indifferente alla gravissima problematica del settore penitenziario, ma, al contrario, nonostante quelle che ai firmatari del presente atto d'indirizzo appaiono come dichiarazioni roboanti del Ministro della giustizia in occasione delle comunicazioni sulle linee programmatiche alle Camere del gennaio 2025, si registrano provvedimenti che, in direzione opposta, hanno sottratto risorse destinate alla gestione delle emergenze carcerarie;

    10) ci si riferisce in particolare al decreto cosiddetto PNRR (decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, recante «ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza», convertito, con modificazioni, dalla legge n. 56 del 2024), che ha disposto – incomprensibilmente – l'abrogazione di alcune disposizioni legislative di spesa che prevedevano l'utilizzo delle risorse del fondo per lo sviluppo e la coesione della programmazione 2021-2027 (di cui all'articolo 2, comma 1-bis, del decreto-legge n. 59 del 2021), per il finanziamento di investimenti in diversi settori, tra cui interventi infrastrutturali per evitare il sovraffollamento carcerario;

    11) del pari, da quanto emerge dallo stato di previsione del Ministero della giustizia (tabella n. 5) contenuto nella legge di bilancio per il 2025, il programma amministrazione penitenziaria presenta un decremento della dotazione di 50,9 milioni di euro, che si concentra soprattutto nell'azione «Realizzazione di nuove infrastrutture, potenziamento e ristrutturazione nell'ambito dell'edilizia carceraria». Si segnala, inoltre, che l'azione «Accoglienza, trattamento penitenziario e politiche di reinserimento delle persone sottoposte a misure giudiziarie» è interessata da un definanziamento di 2,8 milioni di euro nell'ambito della sezione II;

    12) occorre, al contrario di quanto fino ad ora realizzato dal Governo in carica, prevedere misure concrete ed adeguate anche per l'aumento di figure-chiave all'interno delle carceri come educatori, mediatori, operatori sociali e personale sanitario;

    13) è bene ricordare che i funzionari giuridico-pedagogici svolgono il ruolo di educatori all'interno degli istituti penitenziari e sono un numero considerevolmente inferiore rispetto a quello previsto, nonostante a tale categoria di lavoratori l'ordinamento riconosca un ruolo fondamentale, in quanto è il loro contributo che consente di dare piena attuazione al principio costituzionale della funzione rieducativa della pena, di cui all'articolo 27 della Costituzione. I funzionari giuridico-pedagogici, infatti, svolgono attività imprescindibili ai fini del reinserimento in società del detenuto, sia sotto il profilo della «osservazione scientifica della personalità» e dell'accesso alle misure alternative dei condannati definitivi, che in termini di progettazione delle attività dell'istituto, scolastiche, formative, sportive e ricreative, cercando di dare seguito ai molti bisogni dei ristretti. Infine, la circolare ministeriale che ne ha modificato la denominazione in funzionari giuridico-pedagogici, ha attribuito a questi ultimi anche il compito di coordinare la rete interna ed esterna al carcere in modo da garantire una relazione con il territorio;

    14) il XIX rapporto Antigone sulle condizioni di detenzione fotografa una situazione all'interno delle carceri che desta notevole preoccupazione e impone di intervenire per far fronte alle evidenti carenze di personale educatore;

    15) il numero totale degli educatori effettivi, invero, secondo quanto si evince dalle schede trasparenza aggiornate a maggio 2023, è pari a 803 unità, a fronte delle 923 previste in pianta organica. La media nazionale di persone detenute in carico a ciascun funzionario è di 71;

    16) tuttavia, sono 100 su 191 gli istituti che presentano un rapporto persone detenute/educatori più elevato rispetto alla media e ben distante da quello fissato dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, pari a 65;

    17) in relazione ai dati emersi nelle 97 visite effettuate nel 2022 dall'osservatorio di Antigone, il rapporto medio tra persone detenute ed educatori appare più elevato ed è pari a 87,2: peggiore rispetto a quello riscontrato nel 2021, ove erano 83 i detenuti per ciascun educatore. In alcuni istituti gli educatori che effettivamente garantiscono la loro presenza quotidiana sono un numero inferiore. Tale circostanza comporta indubbiamente una discrepanza tra quanto effettivamente garantito all'utenza e quanto riportato nelle statistiche;

    18) nel 2022 è stato indetto un concorso che ha riguardato il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, da cui deriverà l'assunzione di 204 funzionari giuridico-pedagogici (indetto per 104 figure è stato poi innalzato a 204). Tuttavia, secondo quanto ha reso noto il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, con circolare 3 febbraio 2022 – incremento pianta organica funzionario giuridico-pedagogico, l'obiettivo è quello di fissare il rapporto di un funzionario ogni 65 detenuti (attualmente di 71 in media nazionale);

    19) del pari, occorre destinare adeguate risorse per far fronte alla situazione del personale di polizia penitenziaria, che presenta gravissime carenze, a cui occorre fare fronte con investimenti massivi, considerando, altresì, le gravi ripercussioni da ciò derivanti, sia in termini di condizioni di impiego dei lavoratori e di situazioni di stress correlato, che in termini di sicurezza all'interno degli istituti penitenziari. Secondo i dati riportati nelle schede trasparenza del Ministero aggiornate al 2024, manca il 16 per cento delle unità previste in pianta organica. Il rapporto detenuti/agente attuale è pari ad 1,96 detenuti per ogni agente, a fronte di una previsione di 1,5. Tra le regioni italiane questo rapporto varia fra l'1,2 e il 2,5 detenuti per ogni agente e suggerisce una distribuzione disomogenea del personale. Le regioni che hanno in media un rapporto più elevato di detenuti per agente sono la Lombardia, il Lazio e la Puglia, con rispettivamente 2,5, 2,4 e 2,2 detenuti; presentano la situazione contraria il Molise e il Friuli, con un numero di detenuti per agente pari a 1,3 e 1,4;

    20) in questi ultimi due anni, la popolazione carceraria è progressivamente aumentata da 54.000 a oltre 61.861 detenuti (alla fine del 2024), facendo esplodere l'indice di sovraffollamento dei penitenziari italiani che hanno una capienza regolamentare di 48.000 posti;

    21) al riguardo, si consideri, altresì, che la legge 27 settembre 2021, n. 134, recante delega al Governo per l'efficienza del processo penale, nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari, all'articolo 1, comma 17, lettera g), contempla, tra i tanti, anche il coinvolgimento degli uffici per l'esecuzione penale esterna, al fine di consentire l'applicazione delle sanzioni sostitutive delle pene detentive brevi nel giudizio di cognizione;

    22) occorre, dunque, incrementare l'efficienza degli istituti penitenziari, al fine di incidere positivamente sui livelli di sicurezza, operatività e di efficienza degli istituti penitenziari e di incrementare le attività di controllo dell'esecuzione penale esterna;

    23) a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, l'attuale situazione delle carceri italiane subisce ineludibilmente l'effetto delle politiche criminogene adottate dal Governo in carica, che appaiono infatti ispirate prioritariamente ad una logica repressiva e securitaria e che rischiano, invece, di portare al collasso dello Stato di diritto, – da un lato – per effetto del ricorso alla minaccia penale come primaria, in attuazione di una sorta di «pan-penalismo» e «pan-carcerizzazione» – dall'altro – a causa della mancanza di politiche sociali essenziali per prevenire e depotenziare la criminalità urbana di sussistenza: un quadro che è certamente destinato ad incrementare il sovraffollamento carcerario, facendo aumentare la popolazione detenuta, creando ulteriore sofferenza,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative volte a destinare, con il primo provvedimento utile, risorse finanziarie, organizzative e di personale al fine di fronteggiare il sovraffollamento carcerario, garantendo la realizzazione di nuove strutture e la riqualificazione di strutture già esistenti, da progettare e realizzare con criteri innovativi che includano anche interventi di efficientamento energetico e antisismici, l'implementazione di strumenti e impianti tecnologici per la sicurezza, l'introduzione di impianti di videosorveglianza, di schermatura dei cellulari, nonché impianti per il compostaggio di comunità, la destinazione di spazi alle attività trattamentali, ivi incluse le attività sportive e quelle teatrali;

2) ad intervenire, anche con procedure concorsuali straordinarie, per immissioni di personale medico e sanitario che consentano maggiore attenzione alle condizioni di salute, allo stato di gravidanza, all'età, alla presenza di patologie psichiatriche e ad altre forme di fragilità, garantendo al contempo un ambiente consono sotto il profilo delle minime condizioni di lavoro del personale e detentive, ricorrendo a forme di maggiore incentivazione per il personale medico e sanitario in virtù delle eccezionali condizioni di lavoro;

3) ad adottare iniziative per colmare la gravissima scopertura di organico riguardante la polizia penitenziaria, pari a circa il 16 per cento attraverso un piano massiccio di assunzioni, al fine di rendere maggiormente efficienti gli istituti penitenziari, assicurare costantemente e capillarmente il servizio traduzioni funzionale anche all'espletamento di visite mediche specialistiche ed una completa assistenza sanitaria, nonché al fine di garantire migliori condizioni di lavoro al personale addetto alla sicurezza all'interno delle carceri;

4) ad adottare iniziative, con il primo provvedimento utile, per destinare specifiche risorse all'introduzione in via strutturale del servizio di supporto psicologico per gli agenti di polizia penitenziaria;

5) ad adottare iniziative anche di carattere normativo, stanziando ulteriori risorse, per il rafforzamento del personale educatore all'interno delle carceri, indicendo procedure concorsuali pubbliche, in aggiunta a quelle già previste a legislazione vigente, al fine di procedere all'assunzione straordinaria di personale nei ruoli di funzionario giuridico-pedagogico e di funzionario mediatore-culturale, per rafforzare il personale nell'ambito degli istituti penitenziari, alla luce della rilevante scopertura di organico e dell'ambizioso obiettivo di ridurre il rapporto educatori/persone detenute a 65, considerando, altresì, il ruolo fondamentale che questi ultimi rivestono all'interno dell'ordinamento ai fini del reinserimento in società dei ristretti;

6) ad adottare iniziative di competenza, con il primo provvedimento utile, per destinare specifiche risorse all'ampliamento della dotazione organica della magistratura di sorveglianza e provvedere all'istituzione dell'ufficio per il processo anche presso i tribunali di sorveglianza, al fine di consentire un celere smaltimento delle istanze per la concessione della libertà anticipata e dei permessi premio, in favore di coloro che abbiano maturato i requisiti di legge;

7) ad assumere iniziative, anche di carattere normativo, volte a garantire l'attuazione in modo strutturale e continuativo della misura introdotta con la legge di bilancio per il 2025, attraverso la destinazione immediata di risorse al fondo per la promozione e il sostegno delle attività teatrali negli istituti penitenziari, con una dotazione pari a 0,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027, garantendo altresì la realizzazione dei locali a ciò adibiti, al fine del recupero e reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti, per il loro reingresso nella società civile, favorendo l'acquisizione di nuove competenze nell'ambito dei diversi mestieri del teatro, con particolare riguardo alla realizzazione di attività teatrali, alla produzione e alla diffusione anche all'esterno di spettacoli teatrali e di opere audio-visive;

8) a dare seguito e piena attuazione all'attività avviata dall'ex Ministro Bonafede riguardante la realizzazione di accordi tra il Ministero della giustizia e imprese volte a promuovere l'inserimento lavorativo dei detenuti, considerando il lavoro come occasione di riscatto e di reinserimento nella società, valorizzando l'inclusione sociale;

9) ad adottare iniziative di competenza volte a recepire le indicazioni fornite dalla Corte costituzionale nella recente pronuncia n. 10 del 2024, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 18 della legge sull'ordinamento penitenziario, nella parte in cui non prevede che la persona detenuta possa essere ammessa a svolgere i colloqui con il coniuge, la parte dell'unione civile o la persona con lei stabilmente convivente, senza il controllo a vista del personale di custodia, realizzando e mettendo a disposizione ambienti idonei all'interno delle strutture carcerarie che consentano il concreto esercizio del suddetto diritto all'affettività, in modo da rendere più efficace la funzione rieducativa della pena e garantire la tutela del diritto alla salute, la preservazione dei legami tra genitori e figli, anche attraverso il ricorso alle più avanzate innovazioni tecnologiche;

10) ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, per garantire la piena attuazione degli articoli 74-77 della legge sull'ordinamento penitenziario che ha istituito il cosiddetto «consiglio di aiuto sociale», al fine di creare in concreto una sinergia tra tutte le istituzioni territoriali che possano, a vario titolo, concorrere alla pianificazione di strategie per il recupero e il reinserimento sociale dei detenuti, nel pieno rispetto del principio di rieducazione della pena sancito dalla Costituzione;

11) ad adottare iniziative volte a destinare specifiche risorse a favore della istituzione di vere e proprie case di comunità di reinserimento sociale da dedicare, prioritariamente, alla collocazione di coloro che, pur avendo i requisiti di legge per l'accesso alle misure alternative alla detenzione, ne vengano esclusi perché sprovvisti di un domicilio idoneo o, in subordine, a dare piena attuazione a quanto previsto dalla legge 8 agosto 2024, n. 112, cosiddetta «carceri», in materia di esecuzione della pena presso strutture residenziali per l'accoglienza e il reinserimento sociale dei detenuti, prevedendo, con il primo provvedimento utile, l'esatta descrizione della platea di detenuti che sarà possibile destinare alle strutture residenziali;

12) ad adottare iniziative volte a destinare specifiche risorse per implementare il numero di strutture con finalità terapeutiche presso cui collocare i detenuti affetti da tossicodipendenza che vogliano intraprendere un percorso di disintossicazione;

13) ad adottare iniziative volte a destinare specifiche ed adeguate risorse per la stipula di protocolli e convenzioni con soggetti pubblici e privati per favorire, nell'ambito delle attività trattamentali, le attività sportive, come strumenti volti al recupero e al reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti, nel pieno rispetto del principio di rieducazione della pena sancito dalla Costituzione;

14) ad adottare iniziative volte a salvaguardare e rafforzare il regime speciale di cui all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario, adeguando le 12 strutture detentive in modo da garantire realmente la separazione tra questi detenuti, al fine di impedire qualsiasi comunicazione sia all'interno dell'istituto che verso l'esterno, e a potenziare il gruppo operativo mobile mettendolo in condizione di svolgere il proprio lavoro in sicurezza attraverso la copertura della pianta organica, la formazione e l'aggiornamento professionale, l'addestramento e l'equipaggiamento;

15) in materia di giustizia riparativa, ad adottare iniziative volte a destinare specifiche risorse alla predisposizione di progetti specifici, che favoriscano la mediazione tra vittime e autori dei reati, oppure i lavori di pubblica utilità;

16) al fine di rafforzare le funzioni terapeutico-riabilitative e socio-riabilitative in favore di soggetti affetti da patologie psichiatriche, ad adottare iniziative volte a prevedere, con il primo provvedimento utile, lo stanziamento di ulteriori risorse per implementare la capienza e il numero delle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, così da scongiurare il rischio che i soggetti, che, necessitando di supporto psichiatrico, siano invece destinati a scontare la pena all'interno di non idonei istituti penitenziari, compiano gesti estremi, mettendo in pericolo altresì l'incolumità del personale penitenziario, nonché a realizzare un protocollo nazionale per la salute mentale in carcere, con formazione specifica per il personale e interventi personalizzati per detenuti a rischio suicidario;

17) ad adoperarsi affinché possa subire un cambio di rotta l'evidente torsione securitaria e repressiva rappresentata dalla scelta del Governo e della maggioranza di ricorrere ripetutamente all'inasprimento delle pene al fine di ottenere un presunto effetto di deterrenza rispetto alla commissione delle condotte di reato anche da parte di soggetti minori d'età, come espresso nel cosiddetto decreto-legge «Caivano», che, lungi dal risolvere i problemi legati alla delinquenza minorile, non ha fatto altro a parere dei firmatari del presente atto che incrementare le presenze negli istituti penali minorili anche in ragione di un ampliamento del ricorso alla custodia cautelare in carcere, nonché ad incentivare il ricorso a percorsi riabilitativi all'esterno per i minorenni, al fine di ridurre il sovraffollamento e favorire la reintegrazione.
(1-00407) «D'Orso, Ascari, Cafiero De Raho, Giuliano, Quartini, Alifano».


   La Camera,

   premesso che:

    1) la condizione degli istituti penitenziari italiani raccolta dal Governo Meloni ad ottobre del 2022, data del suo insediamento, è profondamente segnata dalle conseguenze di lunghi di anni di disinvestimento e dalle conseguenze delle rivolte carcerarie esplose a marzo 2020 durante la pandemia da Covid, che hanno lasciato profonde ferite sia nelle strutture che nel morale di chi vive e lavora in carcere;

    2) per capire la dimensione e la complessità del mondo carcerario occorre dare uno sguardo attento ai numeri;

    3) alla data del 18 marzo 2025, sono presenti 62.142 detenuti, 59.435 uomini e 2.707 donne;

    4) di questi, 42.639 hanno una condanna definitiva mentre 9.291 sono in regime di custodia cautelare in carcere e in attesa di primo giudizio. La restante popolazione detenuta è suddivisa in 3.164 appellanti, 1.889 ricorrenti e 5.159 con posizione mista con e senza definitivo;

    5) l'esigenza cautelare maggiormente invocata a sostegno dell'applicazione delle misure cautelari è quella di cui all'articolo 274, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale prevede una prognosi di reiterazione del reato che solo la misura del carcere o dei domiciliari può scongiurare. Occorre un puntuale bilanciamento tra presunzione di innocenza e garanzie di sicurezza che consentano il sacrificio della libertà personale con custodia cautelare per pericolo di reiterazione il cui punto di ricaduta può individuarsi nella maggiore specificazione dell'esigenza cautelare di cui al richiamato articolo 274, comma 1, lettera c) codice di procedura penale con la conseguente riduzione del margine di discrezionalità di tali decisioni;

    6) un detenuto su tre in Italia è straniero: 19.621 persone, il 33 per cento del totale;

    7) nel 2024, il 34 per cento dei detenuti è stato impiegato in attività lavorative di tipo continuativo, circa 21.000 unità;

    8) la capienza regolamentare degli istituti penitenziari è di 51.323 posti, di cui 46.839 disponibili, rapportati alla popolazione detenuta presente, registriamo un indice di affollamento pari al 132,56 per cento;

    9) tutti i detenuti, tuttavia, fruiscono nelle camere di pernottamento di una superficie media di almeno 3 metri quadrati come da standard fissato dalla Cedu;

    10) la distribuzione territoriale del sovraffollamento carcerario non è uniforme. A fronte di territori come la Puglia, la Lombardia e il Veneto che si collocano sopra la media nazionale, i restanti provveditorati regionali registrano dati sotto la media e uno, la Sardegna, registra addirittura 325 posti detentivi liberi, il 12,43 per cento del totale regionale;

    11) è da escludersi che il sovraffollamento penitenziario si combatta con provvedimenti clemenziali, poiché la sanzione penale deve comunque essere proporzionata e non dare l'idea di uno Stato che non persegue i propri obiettivi di legalità e sicurezza per meri limiti organizzativi;

    12) tra i soggetti istituzionali coinvolti nell'esecuzione della pena, in tutte le sue sfaccettature, dalle misure alternative alla detenzione e la concessione dei benefici penitenziari, alla tutela dei diritti della popolazione detenuta, si deve segnalare il crescente ruolo della magistratura di sorveglianza sempre più utilmente coinvolta nel percorso carcerario;

    13) il sovraffollamento carcerario si combatte con la creazione di nuovi posti detentivi mediante la costruzione di nuovi istituti e di nuovi padiglioni per far fronte ai 10.000 posti attualmente mancanti;

    14) attraverso il recupero dei 4.484 posti detentivi attualmente indisponibili attraverso la creazione di nuovi percorsi detentivi specificamente dedicati a categorie particolari come i detenuti con problemi di tossicodipendenza o disagio psichico o attraverso percorsi di cooperazione internazionale che favoriscano l'esecuzione all'estero della pena comminata dai giudici italiani;

    15) in particolare, sul fronte delle strutture custodiali minorili è in atto un piano strategico di ampio respiro che prevede plurimi interventi: sono infatti previste entro la fine della prossima estate le aperture del nuovo Istituto penale per minorenni di Rovigo e di quelli di Lecce e de L'Aquila, cui si aggiungerà il Centro polifunzionale di Santa Maria Capua Vetere, la ristrutturazione del Cpa di Mestre, adiacente al Palazzo di giustizia minorile, la ristrutturazione di una intera palazzina detentiva presso l'Istituto penale per minorenni di Roma destinata nel passato a deposito per materiale di risulta, interventi già finanziati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in esito a deliberazioni assunte dal Comipa, nel quadro di una strategia condivisa con il Ministero della giustizia;

    16) l'apertura di tre nuovi Istituti penali per minorenni entro la fine dell'estate 2025, per un totale di circa 90 posti, non mira di certo a favorire la «carcerizzazione» di soggetti minorenni e giovani adulti, opzione giurisdizionale peraltro rimessa all'A.g. minorile, ma ad implementare gli spazi di agibilità detentiva ed i percorsi trattamentali, in uno con la sicurezza ed il benessere degli utenti e degli operatori;

    17) il Dgmc ha inoltre provveduto, con risorse proprie, al ripristino di numerose stanze di pernottamento danneggiate mediante incendio da detenuti, con un notevole impegno di spesa. Va da sé che la inutilizzabilità delle stanze di pernottamento incendiate da detenuti, ha diminuito la capienza del comparto detentivo, sia pur provvisoriamente, aumentando il sovraffollamento,

    18) l'apertura di nuovi istituti, dunque, consentirà un cospicuo decongestionamento delle strutture custodiali attualmente disponibili, con recupero di spazi di agibilità detentiva, maggiore sicurezza ed ulteriore implementazione delle attività trattamentali, vera priorità strategica per questo Governo;

    19) sono state altresì potenziate delle fondamentali figure educative di riferimento con l'assunzione di cospicui contingenti di nuovi funzionari della professionalità pedagogica e sociale, che proseguirà anche nel 2025, nonché con il significativo incremento della presenza degli esperti psicologi ex articolo 80 ordinamento penitenziario, chiamati a coadiuvare gli operatori nell'osservazione e nel trattamento del condannato, oltre all'implementazione del nucleo addetto alla sicurezza interna. Si consideri che i funzionari della professionalità di servizio sociale in servizio nel 2022 erano 1.551 mentre ad oggi ne risultano 1.885, con un incremento dunque di 334 unità: i funzionari pedagogici in servizio nel 2022 erano 225 mentre oggi sono 502, dunque con un incremento di 227 unità;

    20) inoltre, a favore di tutto il personale operante, con particolare attenzione rivolta al contingente di polizia penitenziaria, è stato definito un percorso di inserimento ed accompagnamento formativo, che si pone l'obiettivo di una maggiore specializzazione minorilista;

    21) inoltre, si è intervenuti anche sotto il profilo della cronica e risalente insufficienza, sul territorio nazionale, di idonee strutture socio-sanitarie;

    22) situazione cui si sta concretamente ponendo rimedio, attraverso la stipula di importanti protocolli con le regioni, in attuazione dell'accordo sancito il 14 settembre 2022 in Conferenza unificata-Stato Regioni, volti a creare nuove strutture destinate ad accogliere un'utenza sempre più caratterizzata da condotte ascrivibili a disagi psichici o a dipendenze da sostanze;

    23) ultimate le procedure di accreditamento e le conseguenti formalità, a breve saranno operative in Lombardia le prime 3 di queste nuove comunità sperimentali gestite in stretta collaborazione con le Asl competenti, mentre altre, dislocate nel centro Italia e nelle isole, entreranno in funzione presumibilmente nella seconda metà del 2025. Interlocuzioni sono in atto con la Regione del Veneto, Sardegna, Lazio e con altre regioni;

    24) la priorità strategica della giustizia minorile è quella di potenziare il comparto comunitario, con l'apertura di nuove comunità ad alta integrazione sanitaria, idonee a fronteggiare le peculiarità delle nuove devianze, spesso realizzate da soggetti minorenni, di cui in grande numero stranieri, affetti da poli-dipendenze e disturbi comportamentali. Un approccio multi-disciplinare che sappia coniugare sicurezza e trattamento;

    25) per quanto riguarda l'edilizia penitenziaria relativa agli istituti per adulti, notevole è stato lo sforzo profuso dal Governo Meloni per invertire la rotta dopo lunghi anni di abbandono delle strutture penitenziarie;

    26) a novembre 2023, il Governo ha stanziato risorse economiche pari a 166 milioni per sbloccare 21 interventi di edilizia penitenziaria fermi da anni. Tra questi, di particolarmente rilevanti sono la costruzione di un nuovo carcere da 300 posti a San Vito al Tagliamento – i cui lavori sono iniziati lo scorso febbraio e termineranno entro il 2026 – e la costruzione di un nuovo carcere da 250 posti a Forlì, oltre a massicci interventi sugli istituti di Milano Opera, Milano Bollate, Brescia Verziano e Napoli Poggioreale;

    27) a questi stanziamenti vanno aggiunti ulteriori 84 milioni di euro per la costruzione di 8 nuovi padiglioni detentivi (Civitavecchia, Rovigo, Perugia, Vigevano, Reggio Calabria, Ferrara, Santa Maria Capua Vetere, Viterbo) provenienti dal fondo complementare al Pnrr;

    28) completano il quadro i numerosi interventi finanziati con risorse proprie dell'amministrazione penitenziaria, tra cui vedranno a breve la luce il nuovo padiglione da 92 posti per il regime ex articolo «41-bis» presso l'Istituto penitenziario di Cagliari – Uta, il nuovo padiglione da 200 posti presso la Casa di Reclusione di Sulmona – la cui apertura è iniziata in maniera graduale proprio in questi giorni – e il nuovo padiglione da 400 posti presso la casa circondariale Roma Rebibbia – Nuovo Complesso;

    29) il Governo stima, così, di recuperare circa 7.000 nuovi posti detentivi dei 10.000 mancanti. Un forte e decisivo impulso sarà anche dato dal commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria, nominato il 23 settembre 2024 con il compito di accelerare le procedure di realizzazione delle nuove strutture penitenziarie e di riqualificazione e ristrutturazione delle strutture esistenti;

    30) importanti sono anche gli sforzi profusi dal Governo per garantire un effettivo turnover del personale dei vari comparti presenti all'interno dell'amministrazione penitenziaria;

    31) per quanto riguarda il corpo di polizia penitenziaria, la dotazione organica complessiva è pari a 42.850 unità, di cui 42.150 unità appartenenti ai ruoli non direttivi e 700 unità della carriera dei funzionari;

    32) alla data odierna, risultano operative 36.303 unità, con una carenza organica è di 6.547 nei diversi ruoli del Corpo;

    33) come è noto, il corpo di polizia penitenziaria ha subito una stagione di forte ridimensionamento in quanto le scelte politiche dei governi precedenti hanno rimodulato al ribasso la dotazione complessiva del corpo, portando un blocco delle procedure di assunzione, la dismissione di asset importanti come scuole di formazione, caserme e istituti penitenziari, nonché a mancati investimenti in termini di ammodernamento delle dotazioni individuali e di reparto;

    34) questo Governo, invece, è fortemente impegnato nel segnare un'inversione di tendenza. Sin dalla prima legge di Bilancio, sono state varate 1.000 nuove extra assunzioni di polizia penitenziaria, con aumento anche della pianta organica. A queste si sono successivamente aggiunte ulteriori 1.000 extra assunzioni con il decreto-legge n. 92 del 2024 (cosiddetto «Decreto Carceri»), portando ad un totale di 2.000 assunzioni di nuovo personale in aggiunta alle facoltà assunzionali vigenti;

    35) l'inversione di tendenza è dimostrata anche dalle procedure di assunzione e di approvvigionamento di equipaggiamenti e mezzi attivate nel corso di questi due anni;

    36) per quanto riguarda il ruolo della carriera di funzionari del Corpo, è stato bandito il concorso pubblico per 120 allievi commissari (elevati a 143), che entreranno servizio a maggio 2025, A questi si aggiungono ulteriori 22 unità in formazione, assunte tramite scorrimento della graduatoria previsto dal decreto-legge n. 92 del 2024 (cosiddetto «Decreto Carceri»);

    37) per il ruolo di ispettori, la carenza di organico sarà notevolmente colmata grazie all'entrata in servizio di 405 allievi vice ispettori, che saranno assegnati alle sedi a maggio 2025. A questi si aggiungono ulteriori 48 unità in formazione, assunte tramite scorrimento della graduatoria previsto dal decreto-legge n. 92 del 2024 (cosiddetto «Decreto Carceri»);

    38) lo sforzo assunzionale del Governo è particolarmente evidente nel ruolo agenti. Dal gennaio 2023, infatti, si è proceduto all'assunzione di 10.729 unità di polizia penitenziaria. Di queste, 4.915 sono già in servizio (1.479 agenti del 181° corso, 244 agenti del 182° corso, 1.867 del 183° e 1.325 del 184°). A questi si aggiungeranno 2.568 nuovi allievi agenti che inizieranno il 185° corso di formazione a partire da maggio 2025. Inoltre, il 15 gennaio 2025 è stato bandito un nuovo concorso per l'assunzione di ulteriori 3.246 allievi agenti;

    39) per potenziare le capacità operative della polizia penitenziaria negli istituti sono state varate anche una serie di misure organizzative funzionali ad una migliore gestione del carcere. Tra queste vale la pena ricordare:

     a) l'introduzione dei protocolli operativi di intervento, con un manuale e un prontuario operativo per standardizzare le procedure di intervento nelle situazioni ricorrenti all'interno delle carceri;

     b) l'Istituzione del gruppo intervento operativo (G.I.O.), volto a fronteggiare in maniera più efficace ed efficiente le situazioni emergenziali, come rivolte o sommosse all'interno degli Istituti penitenziari, usando il gradiente minimo di forza legittima;

     c) l'istituzione della carriera dei medici del corpo di polizia penitenziaria, con la quale è stato colmato un atavico gap rispetto alle altre forze armate e di polizia. Grazie ai medici del Corpo, sarà possibile avere concorsi più veloci e commissioni mediche di verifica più efficienti;

     d) un nuovo modello organizzativo della specializzazione cinofila e la creazione di nuove specializzazioni del Corpo: pilota di droni, negoziatore e analista criminale;

     e) l'avvio della nuova architettura organizzativa del dipartimento di amministrazione penitenziaria e dei Provveditorati mediante l'istituzione di Divisioni dirette da Primi Dirigenti della Polizia Penitenziaria. Per la prima volta nella storia della Polizia Penitenziaria, sono gli uomini e le donne in divisa ad amministrare gli affari del Corpo;

    40) la valorizzazione del corpo di polizia penitenziaria è stata apprezzata anche nell'ambito del rinnovo del contratto del comparto sicurezza per il triennio 2022/24, con il quale è stato dato il giusto riconoscimento economico e professionale a personale che svolge compiti essenziali nell'ambito della sicurezza del Paese. In tal senso vanno alcune delle principali novità del contratto, in particolare: l'aumento di oltre 100 euro nette nella retribuzione mensile; l'aumento da euro 1,50 a 4,20 per turno della indennità destinata al personale che svolge i compiti di vigilanza e osservazione nelle sezioni detentive; l'istituzione dell'indennità di 100 euro mensili per i funzionari direttivi che svolgono il delicato ruolo di comandante di reparto; l'istituzione dell'Indennità di 50,00 euro destinata ai conduttori cinofili; l'istituzione dell'indennità destinata alla nuova figura dei negoziatori;

    41) particolare attenzione è stata data anche all'ammodernamento delle dotazioni strumentali, degli equipaggiamenti e dei mezzi;

    42) in relazione agli equipaggiamenti, l'amministrazione ha acquistato 18.700 scudi antisommossa; 2.400 kit di difesa passiva e da ordine pubblico; 2.400 nuovi sfollagente; 10.200 caschi antisommossa ed è in corso la produzione di ulteriori 8.500 caschi;

    43) per automezzi, equipaggiamento, vestiario, armamento e strumentazioni per le comunicazioni radio, body-cam, è in essere uno stanziamento di euro 290.336.542;

    44) per l'acquisto delle tecnologie di sicurezza – come droni – e apparati per il contrasto all'introduzione di oggetti non consentiti – del tipo metal detector, jammer, macchine controllo pacchi a raggi X, body scanner – sono previsti euro 15.261.198;

    45) relativamente all'implementazione degli impianti e dei presidi tecnologici in materia di sicurezza penitenziaria, vale la pena citare l'avvio di un programma di dotazione di sistemi anti-drone presso gli istituti penitenziari. Ad oggi, sono installati e funzionanti impianti in 37 istituti di pena; 20 istituti sono stati dotati di dispositivi jammer mobili anti-drone; sono stati acquisiti e distribuiti n. 5.996 dispositivi mobili e tecnologici per la prevenzione e repressione delle attività illecite all'interno degli istituti penitenziari; sono stati realizzati, nel 2024, 70 interventi di realizzazione, ampliamento e ammodernamento degli impianti di video sorveglianza, sia interni che esterni agli istituti penitenziari;

    46) sono state acquisite specifiche apparecchiature elettroniche finalizzate a impedire l'introduzione illegale di telefoni e altri dispositivi elettronici non consentiti all'interno degli istituti penitenziari. In particolare, sono stati acquistati: 560 metal e cell phone detector a portale; 1.194 metal e cell phone detector manuali; 506 metal cell phone detector portatili; 740 rilevatori di frequenza radio;

    47) tutte queste misure contribuiranno a fronteggiare efficacemente l'introduzione di droga, cellulari e altri oggetti non consentiti in carcere, rendendo gli istituti di pena più sicuri;

    48) per quanto riguarda la carriera della dirigenza penitenziaria, sono state portate a compimento diverse procedure assunzionali con le quali è stato possibile ampliare la pianta organica di 50 unità e coprire la quasi totalità degli istituti con la presenza stabile di un direttore – e con un vice direttore negli Istituti più complessi – traguardando il risultato storico di una catena di comando fissa e stabile per ogni istituto;

    49) 57 nuove unità sono state immesse in servizio a novembre 2023. Nel dicembre 2024 si è concluso il secondo corso di formazione per 48 consiglieri penitenziari, assegnati alle rispettive sedi a gennaio 2025. Nel mese di luglio 2024, ha avuto inizio il III corso di formazione di consigliere penitenziario per 18 unità. È stato inoltre bandito nuovo concorso per Dirigente Penitenziario in data 27 novembre 2024 per ulteriori 16 posti;

    50) al fine di garantire il merito, il Governo ha introdotto un'indennità di funzione per la direzione di tutti gli istituti, gratificando economicamente il maggior sforzo richiesto ai dirigenti in base alla complessità degli stessi istituti;

    51) importanti anche gli sforzi profusi per potenziare il comparto funzioni centrali, Grazie al lavoro del Governo, sono state saturate per la prima volta le piante organiche dei funzionari giuridico- pedagogici e dei funzionari di mediazione culturale, figure centrali e fondamentali per il trattamento del detenuto. Grazie al loro lavoro si realizza pienamente la funzione rieducativa della pena, nell'ambito della cornice di sicurezza garantita dalla polizia penitenziaria;

    52) inoltre, sono state potenziate anche le dotazioni organiche dei funzionari e degli assistenti contabili, nonché dei funzionari e degli assistenti tecnici, tutte figure fondamentali per la gestione amministrativa del carcere e per l'esecuzione dei lavori di manutenzione delle strutture;

    53) anche per il comparto funzioni centrali il Governo ha voluto gratificare economicamente gli sforzi e la dedizione profusi dal personale operante all'interno degli istituti penitenziari riconoscendo, a partire dal 1° gennaio 2025, un'indennità annua aggiuntiva finalizzata a compensare i carichi e le responsabilità organizzative e gestionali: 200 euro mensili per l'area dei funzionari; 150 euro mensili per l'area degli assistenti; 100 euro mensili per l'area degli operatori;

    54) il lavoro penitenziario è la miglior politica rieducativa e di reinserimento sociale ed è un elemento fondamentale del trattamento. Al 31 dicembre 2024, sono stati complessivamente impiegati in attività lavorative di tipo continuativo all'incirca 21.000 detenuti, circa al 34 per cento del totale;

    55) di questi, circa 17.800 detenuti hanno lavorato alle «dipendenze» dell'amministrazione penitenziaria (il 28,5 per cento dei presenti al 31 dicembre 2024 e l'84 per cento di tutti i ristretti lavoratori). Di questi, oltre 1.200 sono donne, circa il 50 per cento delle 2.698 ristrette presenti al 31 dicembre 2024, e circa 7.200 sono stranieri (circa il 37 per cento dei ristretti di nazionalità straniera in totale);

    56) circa 3.200 detenuti lavorano alle dipendenze di imprese e cooperative sociali (pari a circa il 5 per cento dei detenuti presenti e rappresentante circa il 16 per cento del totale dei ristretti lavoratori). Risultano, inoltre n. 360 spazi all'interno dei 190 istituti penitenziari, per varie lavorazioni e laboratori artigianali, per un totale di oltre 78.200 metri quadrati complessivi;

    57) proprio ed esclusivamente al fine di potenziare il lavoro penitenziario, con decreto ministeriale 10 dicembre 2023 è stato istituito – nell'ambito della direzione generale dei detenuti e del trattamento – l'Ufficio VI – Promozione e coordinamento del lavoro penitenziario, articolazione interna dedicata e strategica per perseguire l'obiettivo di strutturare sempre più il lavoro penitenziario con meccanismi stabili che incrociano domanda e offerta, che attraggano realtà imprenditoriali esterne. La ratio che anima la costituzione di questo ufficio è la necessità di creare una regia centrale per la ricerca e l'implementazione delle attività lavorative presso gli istituti;

    58) in particolare, sono state potenziate le azioni di promozione e informazione sulle agevolazioni fiscali alle aziende previste dalla legge n. 193 del 2000, cosiddetta «Smuraglia» finalizzata a favorire il reinserimento sociale;

    59) ciò anche attraverso importanti collaborazioni come quella con il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, previo specifico accordo interistituzionale siglato il 13 giugno 2023 tra il Ministero della giustizia e, per l'appunto, il Cnel, suggellata, il 16 aprile 2024, nel protocollo denominato «Recidiva Zero»;

    60) allo scopo di incentivare l'ingresso dell'imprenditoria all'interno degli istituti, un sostegno determinante è venuto dalla legge 22 giugno 2000, n. 193 (cosiddetto «legge Smuraglia»), la quale prevede incentivi economici significativi alle imprese che assumono detenuti. La norma in questione, infatti, offre sgravi fiscali e contributivi ai datori di lavoro che assumono detenuti, anche per il periodo della formazione, sia per lavorazioni all'interno degli istituti, sia per lavorazioni all'esterno, con qualche differenziazione a seconda se trattasi di società private oppure cooperative, o, ancora se trattasi di detenuti ammessi o non ammessi al lavoro all'esterno o a misura alternativa alla detenzione quale la semilibertà;

    61) le richieste di benefici contributivi sono in costante crescita, con una media del +11 per cento annuo: le agevolazioni fiscali richieste per il 2022 sono state di circa euro 9.195.682.99, per l'anno 2023 di circa euro 10.454.865,33. Per l'anno 2024 sono giunte richieste da circa 694 imprese e cooperative, per l'assunzione di 2.594 soggetti detenuti e un importo di sgravi fiscali di circa euro 11.596.460,40;

    62) il trend in crescita si è già confermato anche per il 2025. Il 16 dicembre 2024 è stato pubblicato il Provvedimento relativo alle imprese e cooperative autorizzate a fruire dei benefici per il 2025, e sono stati richiesti benefici per un importo superiore pari ad euro 12.180.865,87;

    63) la complessità del fenomeno delle devianze giovanili ha reso prioritaria per questo Governo l'esigenza di implementare ed elevare gli standard di azione in tale contesto, in modo da rendere la giustizia penale minorile «tempestiva ed efficace» mediante la creazione di «reti» interistituzionali strumentali al più efficace ed efficiente funzionamento della giustizia penale minorile. La situazione rinvenuta nell'ottobre 2022 era di una sostanziale carenza di iniziative e progetti volti a favorire l'integrazione socio-culturale e valoriale dei minori in carico ai competenti servizi. Pertanto, si è provveduto a dare impulso – anche mediante la predisposizione di regolamenti e progetti d'istituto che prevedano parti specificamente dedicate alla interrelazione etica e civica tra diritti, doveri e cittadinanza – alla sottoscrizione di numerosi protocolli con enti e associazioni per ampliare le opportunità educative e di crescita psico-fisica dei soggetti minori di età. Tra tutti, si richiama il protocollo «Liberi di scegliere», nato per costruire una rete di supporto intorno al minore nei contesti di criminalità organizzata, al fine di garantirgli concrete alternative di vita;

    64) dal mese di ottobre 2022 sono stati sottoscritti ventisette protocolli d'intesa tra i quali: «Protocollo d'intesa con il Ministero per lo sport e i giovani» per incentivare l'attività motoria, gli stili di vita attivi, «Protocollo d'intesa con Fondazione con il Sud e Con i bambini Impresa Sociale s.r.l.» per il contrasto alla povertà educativa e per incrementare percorsi di inserimento sociale, «Protocollo Liberi di scegliere»;

    65) grazie ai fondi europei, al Fami e ai contributi del dipartimento per lo sport sono state realizzate numerose iniziative progettuali relativamente alla formazione professionale e all'inserimento lavorativo nonché all'integrazione dei minori stranieri non accompagnati;

    66) i protocolli d'intesa sottoscritti con il Ministero per lo sport e i giovani e con Cassa Depositi e Prestiti e Fondazione Milan hanno consentito la realizzazione di importanti iniziative che avvicinano i giovani alla pratica sportiva e alla formazione professionale in ambito sportivo;

    67) è stata data attuazione all'accordo, stipulato il 19 aprile 2023 tra Governo, regioni, province autonome di Trento e di Bolzano ed enti locali, concernente l'«Aggiornamento ed integrazione delle Linee di indirizzo per l'assistenza sanitaria ai minori sottoposti a provvedimento dell'Autorità giudiziaria», nonché attraverso la costituzione di comunità ai sensi dell'accordo del 14 settembre 2022 recante le «Linee di indirizzo per la costituzione di Comunità sperimentali di tipo socio-sanitario, ad elevata integrazione sanitaria, per l'inserimento di minori e giovani adulti con disagio psichico e/o problematiche di dipendenza in carico ai servizi sanitari, sociali ed ai servizi della giustizia minorile». Al riguardo va precisato che sono in corso numerose procedure in collaborazione con le regioni e le Asl volte ad attivare comunità sperimentali ad alta integrazione socio-sanitaria, per l'inserimento di minori e giovani adulti con disagio psichico e/o problematiche di dipendenza;

    68) questa maggioranza ha sempre valorizzato il lavoro, unitamente allo studio e alla cultura, come principali forme di rieducazione e reinserimento sociale delle persone detenute. Questa idea di fondo ha costituito la spinta per incrementare le attività di istruzione, di formazione professionale, di avviamento al lavoro all'interno e all'esterno degli istituti penitenziari e di partecipazione a progetti trattamentali, anche con l'uso della tecnologia nel contesto di un modello di integrazione con le risorse del territorio. La alacre attività svolta in questo settore ha fatto sì che siano state effettivamente incrementate metodologie di lavoro per porre l'operato degli Uffici di esecuzione penale esterna (Uepe) a stretto contatto con le autorità giudiziarie nonché per progettare e realizzare nuovi percorsi rieducativi al fine di garantire la puntuale esecuzione delle misure penali. In tal senso, nel corso del 2023 e 2024 la cassa ammende ha finanziato i progetti «Construere», «Construere 2» e «Persevero», che hanno consentito di convenzionare complessivamente 406 esperti articolo 80 della legge n. 354 del 1975 per l'implementazione della probation giudiziaria, integrando professionalità diverse negli uffici, realizzando il lavoro d'équipe e migliorando i programmi di trattamento;

    69) è stato promosso il progetto «AMA ES», finanziato dal Pon inclusione e lotta alla povertà 2021-2027, a valere sui fondi strutturali europei. Con tale progetto si sono ampliate le opportunità di residenzialità temporanea (per misure alternative, pene sostitutive e detenuti prossimi alla scarcerazione per pene brevi o imminenza del fine pena);

    70) sono stati potenziati i presidi presso gli istituti penitenziari e presso gli uffici giudiziari, Ai fini del rafforzamento di tali attività il Ministero della giustizia ha previsto l'avvio di presidi Uepe all'interno degli Istituti, prima con una fase sperimentale, conclusasi nel 2023 e nell'arco temporale della programmazione 2024-2026 a regime, almeno in quelli di grandi dimensioni. Ad oggi i presidi Uepe avviati sono 21 e nel corrente anno è stato fissato un calendario mensile di riunioni con i direttori Uepe per monitorare e accompagnare il percorso di implementazione di dette unità organizzative;

    71) nel 2024 sono stati sottoscritti 32 protocolli d'intesa tra uffici di esecuzione penale esterna e istituti penitenziari per il miglioramento delle attività di collaborazione al trattamento penitenziario. Ad oggi risultano complessivamente sottoscritti 136 protocolli;

    72) con riguardo agli accordi con la magistratura di sorveglianza, gli stessi sono risultati efficaci a definire modalità operative condivise per la migliore gestione dei procedimenti in corso e, pertanto, l'adozione di tale strumento da parte degli uffici di esecuzione penale esterna si è consolidato dall'ottobre 2022 ad oggi. Infatti, solo nel corso del 2024 sono stati sottoscritti con la magistratura di sorveglianza 4 nuovi accordi. Ad oggi risultano complessivamente 15 accordi, di cui 10 sottoscritti congiuntamente tra tribunali ordinari e di sorveglianza per l'applicazione delle sanzioni sostitutive e 5 sottoscritti con tribunali di sorveglianza per la gestione delle misure alternative;

    73) al fine di potenziare la possibilità di accesso, tanto alla messa alla prova, quanto alle pene detentive brevi e alla sospensione condizionale della pena, articolo 165 comma 5 del codice penale, il dipartimento ha promosso la stipula e l'aggiornamento dei protocolli con tribunali ordinari, volti allo snellimento delle procedure istruttorie. Ad oggi, su 85 uffici territoriali, risultano essere stati stipulati 192 protocolli d'intesa con la magistratura ordinaria;

    74) è stato firmato il 21 gennaio 2025 il decreto del Ministro della giustizia e della Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, recante la «Disciplina dei criteri e delle modalità per il riconoscimento e l'accreditamento degli enti e delle associazioni abilitati ad organizzare percorsi di recupero destinati agli autori di reati di violenza contro le donne e di violenza domestica, in attuazione dell'articolo 18, comma 1, della legge 24 novembre 2023, n. 168»;

    75) con decreto ministeriale 4 ottobre 2023 è stata costituita la conferenza nazionale della giustizia riparativa, la cui prima sessione si è tenuta in data 25 ottobre 2023, mentre la prima riunione di tutte le conferenze locali ha avuto luogo in data 19 marzo 2024;

    76) a seguito dell'avvio dei lavori tecnici a livello locale è stata raggiunta l'intesa sui livelli essenziali delle prestazioni dei servizi per la giustizia riparativa ed è stata altresì avviata la ricognizione delle esperienze di giustizia riparativa in atto;

    77) è del mese di settembre 2024 la convocazione delle conferenze locali per l'avvio della fase di mappatura dei servizi di giustizia riparativa in materia penale;

    78) si è giunti ad una ricognizione dei servizi di giustizia riparativa avviata nell'ultimo trimestre del 2024 e all'organizzazione in funzione di segretariato della conferenza nazionale (febbraio 2025);

    79) in tale contesto, non può non segnalarsi la conseguenziale necessità di proseguire negli interventi e investimenti nell'ambito dell'esecuzione penale esterna e della giustizia riparativa, strumenti fondamentali per una politica carceraria conforme all'articolo 27 della Costituzione;

    80) alla luce di tutto quanto sopra esposto, che dimostra un'evidente inversione di tendenza rispetto al passato,

impegna il Governo:

1) a proseguire con le iniziative già intraprese contro il sovraffollamento carcerario, attraverso la costruzione di nuovi istituti penitenziari, di nuovi padiglioni nonché attraverso il recupero dei posti detentivi attualmente indisponibili;

2) ad adottare i necessari interventi normativi sulla custodia cautelare finalizzati a rideterminare in modo rigoroso i presupposti per la sua applicazione relativamente al rischio di reiterazione;

3) a valutare circoscritti e mirati rafforzamenti delle misure alternative al carcere con riguardo ai detenuti tossicodipendenti o in condizione di comprovata fragilità psico-fisica, escludendo generalizzati provvedimenti clemenziali;

4) a potenziare l'organico del personale amministrativo degli uffici di sorveglianza e ad adottare iniziative normative e organizzative per risolvere il grave problema dei «liberi sospesi» accorciando i tempi dei procedimenti che li riguardano; nonché a proseguire nella leale collaborazione con il Consiglio Superiore della Magistratura al fine di incrementare l'organico della Magistratura di sorveglianza;

5) a proseguire il potenziamento degli investimenti di edilizia penitenziaria e ad accelerare le procedure in essere che prevedono la costruzione di nuove strutture penitenziarie, di nuove caserme per il Corpo di Polizia Penitenziaria e la riqualificazione delle strutture esistenti, anche attraverso il miglioramento delle prestazioni energetiche delle stesse;

6) a proseguire con la riorganizzazione dei circuiti penitenziari, affinché si pervenga ad una gestione più efficace e più efficiente rispetto al passato degli spazi disponibili per detenzione, trattamento e alloggi di servizio;

7) ad adottare nuove iniziative assunzionali, proseguendo con l'attività già intrapresa di turnover del personale, anche allargando le piante organiche della Polizia penitenziaria, della Dirigenza Penitenziaria e del Comparto funzioni centrali, adottando altresì ogni iniziativa utile per giungere alla saturazione delle piante organiche, garantendo agli istituti penitenziari il personale necessario per il corretto funzionamento degli uffici e una guida stabile e ben definita a livello dirigenziale;

8) a proseguire con le iniziative già intraprese di valorizzazione del personale anche attraverso gratificazioni economiche tramite contrattazione decentrata, affinché chi lavora ed opera nelle carceri senta il riconoscimento dello Stato per il servizio reso in un contesto lavorativo unico e peculiare;

9) a continuare con le azioni intraprese di miglioramento organizzativo dell'Amministrazione penitenziaria, al fine di adeguare la gestione degli istituti e del Corpo di polizia penitenziaria alle sfide del futuro;

10) a continuare a potenziare le iniziative già intraprese di miglioramento della sicurezza nelle carceri, proseguendo con l'attività di acquisizione di dispositivi anti drone, anti cellulare, anti droga, nonché a potenziare le misure contro le rivolte penitenziarie, completando l'organizzazione del Gruppo di intervento operativo;

11) a continuare nelle attività già intraprese di acquisizione di nuovi equipaggiamenti operativi e dispositivi di protezione personale, migliorando le condizioni di lavoro del personale di Polizia penitenziaria ordinariamente impegnato nelle sezioni;

12) a proseguire con le iniziative già intraprese di promozione del lavoro penitenziario, sia promuovendo l'autoproduzione interna che favorendo il lavoro esterno tramite specifiche azioni di informazione e conoscenza dei benefici fiscali per le imprese previsti dalla cosiddetta «Legge Smuraglia» nonché a promuovere appositi protocolli di intesa con le associazioni datoriali al fine di favorire l'accesso delle aziende alle agevolazioni fiscali della medesima «Legge Smuraglia»;

13) a continuare a lavorare per contrastare e prevenire il grave fenomeno dei suicidi in carcere, proseguendo il cammino intrapreso di potenziamento della rete di assistenza psicologica e di reclutamento di adeguato personale specializzato sia per i detenuti che per il corpo di Polizia penitenziaria;

14) a rafforzare le iniziative di formazione e di occupazione in carcere, quali strumenti importanti per il reinserimento sociale e professionale dei detenuti;

15) ad adottare iniziative volte a rafforzare le misure volte al reinserimento sociale e professionale degli ex detenuti;

16) a proseguire con le iniziative già intraprese anche in ambito minorile, in particolare nella implementazione di nuovi spazi di agibilità detentiva e trattamentale, volti a garantire maggiore benessere per utenti ed operatori e più sicurezza, a potenziare al massimo il comparto comunitario mediante la costituzione di comunità socio-educative ad alta integrazione sanitaria, per fronteggiare le nuove devianze e le loro caratteristiche tipologiche, a strutturare una formazione specialistica dedicata alla Polizia penitenziaria assegnata al settore minorile;

17) ad implementare ogni iniziativa utile allo sviluppo dell'Esecuzione penale esterna e della Giustizia riparativa mediante investimenti su strutture e personale nonché modifiche normative;

18) a valutare ogni altra iniziativa finalizzata a migliorare le condizioni carcerarie mediante modifiche all'ordinamento Penitenziario.
(1-00418) «Varchi, Morrone, Calderone, Romano, Maschio, Bisa, Enrico Costa, Buonguerrieri, Bellomo, Patriarca, Dondi, Matone, Pittalis, La Salandra, Palombi, Pellicini, Pulciani, Vinci».