XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 455 di martedì 25 marzo 2025
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'
La seduta comincia alle 11.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNARITA PATRIARCA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 101, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Svolgimento di interrogazioni.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
(Chiarimenti ed iniziative in ordine alla fruibilità, da parte delle associazioni sportive locali, del centro sportivo "Pino Daniele", realizzato sulla base del cosiddetto decreto Caivano - n. 3-01734)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Sarracino e Di Biase n. 3-01734 (Vedi l'allegato A). Il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, ha facoltà di rispondere.
ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole interrogante che, con l'atto di sindacato ispettivo in oggetto, mi offre l'opportunità di dare ulteriori informazioni e puntualizzare rispetto a un tema che è di stretta attualità e va ben oltre l'esperienza che abbiamo vissuto e continueremo a vivere a Caivano, come sapete.
Nel testo dell'interrogazione si espone che, in data 28 maggio 2024, è stato inaugurato il centro sportivo intitolato alla memoria di Pino Daniele, realizzato mediante un investimento di 12,4 milioni di euro derivanti dalle risorse del cosiddetto decreto Caivano: un complesso in cui è possibile praticare ben 44 discipline sportive, la cui gestione è affidata, fino alla primavera del 2027, al gruppo sportivo Fiamme Oro. Si deduce, inoltre, che secondo quanto riportato dagli organi di stampa - che, comunque, ringrazio perché ci hanno consentito di entrare nuovamente sul tema - le associazioni sportive locali risulterebbero escluse dalla possibilità di usufruire degli impianti del centro in questione, e quindi costrette a rivolgersi alle palestre degli istituti scolastici, e che la motivazione di tale esclusione, pretesamente addotta da Sport e Salute Spa, società pubblica titolare della proprietà dell'impiantistica, sarebbe da ricondurre agli elevati costi di gestione.
Sulla base di queste premesse, l'onorevole interrogante ha chiesto di conoscere quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di consentire anche alle associazioni sportive locali di usufruire dei suddetti impianti sportivi, scongiurando una assurda e mortificante esclusione.
Innanzitutto, mi preme sgombrare immediatamente il campo da un equivoco: il 28 maggio non è stato inaugurato un nuovo impianto sportivo a Caivano, come riportato dall'interrogante, ma è stata riaperta un'infrastruttura dopo dodici anni di abbandono, durante i quali quell'area si era trasformata in una drammatica scenografia dell'orrore, in uno dei tanti simboli dell'abbandono, nel disinteresse di tutti, al di là delle parole di circostanza in occasione di fatti tragici perpetrati nei confronti di bambine e bambini. E questi sono i primi fatti.
Il Governo ha avvertito l'esigenza morale di passare dallo sdegno all'impegno, raccogliendo anche il grido di dolore di don Patriciello, che abbiamo interpretato con senso di responsabilità politica e sociale, trasformando quel non luogo in un'opportunità di vita in pochi mesi, coniugando visione e progettualità, coinvolgendo bambini, adolescenti e ragazzi delle scuole di Caivano per la scelta degli sport da praticare, ma anche dei colori da adottare nel centro sportivo, al quale abbiamo dato il nome di Pino Daniele, con tutti i significati e i contenuti che questo meraviglioso artista ci ha lasciato in eredità. Ma per allargare il ventaglio delle opportunità sportive in chiave educativa, sociale e di promozione del benessere psicofisico, esattamente come indica il settimo comma dell'articolo 33 della nostra Costituzione, abbiamo realizzato, sempre a Caivano, in tre mesi, anche un bellissimo playground multidisciplinare -skate, calcio a 5, basket e parco giochi - aperto a tutti, proprio sotto i balconi dai quali lanciarono due bambini, Fortuna e Antonio, ai quali è stato dedicato.
Proseguendo, abbiamo investito, e continueremo a farlo, anche nelle palestre scolastiche caivanesi, riqualificandole, proprio per consentirne l'utilizzo in piena sicurezza e funzionalità alle società e alle associazioni dopo l'orario scolastico, e stiamo realizzando un nuovo campo di calcio, con relativa pista di atletica, sempre per rispondere ad un'esigenza sportiva e sociale diffusa. Anche questi sono fatti.
Tornando al “Pino Daniele”, Sport e Salute non è proprietaria dell'impianto, che è del comune che ne ha affidato la gestione complessiva alla società pubblica che ha avuto il grande merito di gestire tutta la fase tecnico-amministrativa della ricostruzione. All'indomani della riapertura, l'affidamento della gestione sportiva della struttura alle Fiamme Oro è risultata una scelta corretta dal punto di vista di una compiuta programmazione organizzativa, nonché una soluzione perfettamente aderente al dettato normativo. Entrando nel dettaglio, a conferma dell'impegno del Governo e dell'attenzione alle esigenze delle associazioni sportive dilettantistiche operanti sul territorio - senza alcun intento di esclusione - rappresento che, come ho già sinteticamente esposto e parallelamente all'inaugurazione del centro sportivo “Pino Daniele”, a partire dal mese di settembre 2024, il commissario straordinario è intervenuto con un primo investimento di circa 150.000 euro per la riqualificazione di una palestra - quella della scuola don Milani - anch'essa di proprietà del comune di Caivano, già da tempo in uso ai club locali. Al termine dei lavori, l'utilizzo della palestra è stato confermato, in regime di convenzione, in favore dell'ASD Phoenix Caivano e della Pallacanestro Jirafa Caivano, associazioni che vantano sul territorio un ampio bacino di utenza, che oggi possono, dunque, praticare attività sportiva in un impianto completamente ammodernato e messo in sicurezza.
A ulteriore testimonianza degli intenti inclusivi e di ampio coinvolgimento nell'utilizzo del centro sportivo “Pino Daniele”, mi preme ricordare le tante iniziative che, nel corso di questi primi mesi di attività, lo hanno visto protagonista: gli “Illumina Caivano Camp” summer edition e winter edition, settimane dedicate allo sport per bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 e i 16 anni; la pista di pattinaggio sul ghiaccio “Neve al sole”, aperta alla cittadinanza e completamente gratuita; il “Torneo Illumina”, organizzato dal collettivo di giovani di Caivano “I Care” in collaborazione con il commissario straordinario di Governo e Sport e Salute, che ha coinvolto oltre 200 ragazzi; la “Playground Illumina”, con uno skatepark, uno spazio dove praticare parkour, un campo da volley e basket e uno da calcio a 3, come detto, aperto gratuitamente a tutti; il maxischermo installato per la visione delle partite degli Europei di calcio; il “Programma Alzati!”, che ha previsto, a beneficio dei giovani di età compresa tra gli 8 e i 15 anni, attività sportive gratuite con il supporto di tecnici e sportivi delle Fiamme Oro.
Tutte queste iniziative testimoniano che il centro sportivo “Pino Daniele” è aperto a tutti e conta oggi ben 1.500 iscritti: tra questi ve ne sono molti che non pagano le rette, perché hanno un ISEE familiare al di sotto della soglia minima. In ogni caso, il prezzo dell'abbonamento è al di sotto del target regionale: così, ad esempio, per le discipline degli sport di combattimento, i corsi hanno un costo “sociale” di 20 euro al mese, che li rende accessibili anche a chi non può usufruire dell'esenzione della retta. A ciò si aggiunga che tutte le scolaresche del territorio possono usufruire degli impianti per le ore di educazione fisica, oltre al fatto che una parte del centro è aperta per praticare gli sport di strada, a cominciare dallo skate, e vi è un campo di basket a uso libero.
Evidenzio, infine, che - grazie alla sinergia istituzionale tra il commissario straordinario di Governo, Sport e Salute, il gruppo sportivo Fiamme Oro e i competenti uffici regionali - è stata anche risolta la questione legata all'impossibilità della spendita dei voucher sportivi della regione Campania, che attualmente risultano utilizzabili anche per le attività sportive presso il centro “Pino Daniele”. Prima era previsto che potessero avere accesso soltanto negli impianti gestiti da società residenti in Campania. Evidentemente, Sport e Salute e le Fiamme Oro non lo erano.
Abbiamo interloquito con la regione, che prontamente è andata incontro a questa esigenza.
In conclusione, ritengo che la struttura assolva pienamente al ruolo sociale per cui è stata concepita, nell'ambito di una più ampia offerta sportiva che il Governo ha trasformato attraverso una serie di interventi di riqualificazione infrastrutturale: attrarre l'interesse dei giovani e degli adolescenti, incentivarli alla pratica sportiva e supportare le famiglie, a partire da quelle meno abbienti, nel prevenire fenomeni di devianza, disagio ed emarginazione. Inoltre, contribuisce al rilancio dell'intera area circostante il Parco Verde, un territorio che fino a poco tempo fa era noto principalmente, se non quasi esclusivamente, per episodi di cronaca negativa. Sono certo che su questi fatti e i relativi impatti troveremo un consenso unanime che lo sport sociale riesce quasi sempre a determinare.
PRESIDENTE. Il deputato Sarracino ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
MARCO SARRACINO (PD-IDP). La ringrazio, Presidente. Ringrazio il Ministro, però, Ministro, in tutta franchezza, non ci siamo. Vede, Ministro, Pino Daniele, nella sua vita, si è sempre battuto per l'inclusione, per l'integrazione, per la sua comunità. Voi, invece, avete un po' provato a strumentalizzare il nome, ritrovandovi con una propaganda che oggi fa acqua da tutte le parti e lei, Ministro, onestamente non ci ha risposto alla domanda precisa che noi le abbiamo posto.
Ministro, noi sappiamo bene che grazie alla regione Campania sono stati sbloccati i voucher per i minori, affinché possano accedere gratuitamente a quel centro. Lei l'ha detto e noi lo sappiamo, ma non era questa la domanda. Noi non le abbiamo chiesto questo. Noi le abbiamo chiesto: perché le associazioni sportive di quel territorio non possono usufruire di quel centro sportivo e devono continuare a fare attività in strutture assolutamente inadeguate, rispetto anche all'importante storia sportiva che c'è a Caivano? Perché viene negato questo, che è un diritto costituzionale? Allora, Ministro, quanti sono oggi i bambini di quel territorio, che fanno parte di quelle associazioni che noi vogliamo supportare, che fanno attività sportiva all'interno di quel centro? Lei anche su questo non ci ha risposto.
Presidente, vede, noi parliamo di una città, di un territorio tra i più difficili d'Europa. Meriterebbe strumenti straordinari e se voi li mettete in campo noi non possiamo che esserne contenti. Se quegli strumenti diventano, invece, una vera e propria presa in giro, allora no, perché, Ministro, non so come lei definisce quello che stiamo denunciando, ma per noi si tratta di una vera e propria discriminazione, una discriminazione alla quale ormai ci avete abituati. Lo vediamo sui Campi Flegrei, lo vediamo su Caivano, lo vediamo su tutto quello che oggi riguarda il Mezzogiorno. Per voi della destra, i cittadini del Mezzogiorno, in particolar modo quelli delle aree disagiate, sono veri e propri cittadini di serie B, cittadini che devono avere meno protezione sociale, meno opportunità, salari più bassi, meno investimenti pubblici, meno infrastrutture e oggi, ancora una volta, state confermando un messaggio orrendo nei confronti dei giovani del mio territorio. State dicendo loro: andate via, lasciate quel luogo in cui siete nati. E, Ministro, ci state anche riuscendo, perché se prima quei ragazzi si chiedevano perché andare via, oggi la domanda è un'altra: perché dobbiamo restare? Siamo dinanzi, insomma, alla solita ingiustizia, se pensiamo anche al fatto che - come denuncia, Ministro, Stefano Iannaccone in un articolo su Domani - la società pubblica Sport e Salute, da un lato, dice che le associazioni non possono partecipare a causa dei costi di gestione troppo elevati e, dall'altro, pare aver aumentato in un solo anno gli stipendi della pianta organica dirigenziale.
Ministro, di questo cosa pensa? Si può avviare anche un'operazione verità? Si può sapere se questo dato è vero oppure no? Ma, soprattutto, cosa pensa di un modello, quello di Caivano, che non produce risultati ma sta producendo soltanto illusioni? La stessa illusione, che oggi si è trasformata in presa in giro, che si sta verificando sulla Cittadella dello Sport - e dopo, se vuole, le faccio vedere le foto -, i cui lavori dovevano finire il 26 ottobre 2024, l'anno scorso, e invece non sono mai iniziati: il cantiere è ancora fermo.
Allora, Ministro, faccia un giro a Caivano, vada da quelle associazioni, vada da quei giovani sportivi, vada da quei cittadini e ci parli. Non si faccia raccontare le favole dai finti patrioti ma guardi con i suoi occhi quella che è la realtà. Noi crediamo che lo Stato non possa fallire in questa battaglia ma voi, Ministro, non state facendo tutto quello che, invece, andrebbe fatto a Caivano e nel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
(Chiarimenti in merito ai requisiti linguistici per l'accesso degli studenti extraeuropei all'Istituto Stradivari di Cremona - n. 3-01827)
PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito, Paola Frassinetti, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Forattini e Roggiani n. 3-01827 (Vedi l'allegato A).
Scusate, un attimo: Ministro, per favore. Ministro Abodi, la prego, ci mancherebbe. Prego, Sottosegretaria Frassinetti.
PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Presidente, colleghi. ringrazio l'onorevole che dà la possibilità di rispondere a questa interrogazione.
L'istituto di istruzione superiore “Antonio Stradivari” di Cremona è una realtà di assoluta eccellenza nel panorama formativo nazionale e internazionale per l'alto livello delle competenze trasmesse nel campo dell'artigianato liutaio e della lavorazione del legno. La presenza di un'utenza proveniente anche dall'estero conferma il prestigio e la rilevanza dell'offerta formativa dell'istituto, che nasce come scuola internazionale in liuteria.
In ragione della dimensione internazionale dell'istituto, è necessario richiamare l'attenzione sulla normativa in materia di ingresso e soggiorno in Italia per motivi di studio. In particolare, il decreto del Presidente della Repubblica n. 394 del 1999 stabilisce che, per il rilascio del permesso di soggiorno per studio, il percorso formativo prescelto dallo studente debba essere di livello superiore e coerente con il percorso formativo pregresso svolto nel Paese d'origine.
Inoltre, in base all'articolo 4 del decreto interministeriale n. 850 del 2011, le rappresentanze diplomatiche e consolari devono valutare il rischio migratorio, includendo, tra i criteri di verifica, anche la conoscenza della lingua nella quale si svolgerà il percorso formativo. A tal riguardo, considerato che si tratta di studi di livello superiore, anche il livello di conoscenza della lingua in cui tali corsi si terranno dovrà essere di livello superiore, al fine di garantire allo studente la piena capacità di comprensione e partecipazione al percorso formativo prescelto. Secondo il quadro comune europeo di riferimento per le lingue, per identificare una certificazione della lingua di livello superiore, come rappresentato dal Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, che ha competenza specifica su questo punto, è ragionevole fare riferimento al livello di certificazione B2, che viene definito “intermedio superiore”.
Tenuto conto che l'istituto “Antonio Stradivari”, per sua natura giuridica, è un istituto di istruzione secondaria superiore, gli studenti stranieri residenti stabilmente all'estero, per iscriversi ai corsi offerti dall'istituto, devono, pertanto, necessariamente soddisfare i requisiti previsti dalla normativa vigente, tra i quali anche quelli relativi al livello di padronanza linguistica.
Concludendo, si ritiene che, qualora si volesse consentire l'accesso a tali corsi anche a studenti stranieri in possesso di competenze linguistiche inferiori rispetto a quelle attualmente richieste, che sono fissate a livello B2, sarebbe necessario uno specifico intervento normativo di revisione dei criteri minimi di conoscenza della lingua, sulla cui percorribilità, tuttavia, si ritiene necessario un maggiore approfondimento, atteso che esso potrebbe porsi in contraddizione col profilo di eccellenza nel panorama formativo, anche a livello internazionale, di cui l'istituto “Stradivari” di Cremona gode.
PRESIDENTE. La deputata Forattini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non sono soddisfatta della risposta in quanto, di fatto, afferma quanto è contenuto nella nostra interrogazione. Siamo di fronte a un istituto, lo “Stradivari” di Cremona, che è un istituto professionale, un istituto tecnico e, quindi, una scuola superiore che, di fatto, deve rispettare quelli che sono i requisiti per l'iscrizione paragonati ad un'università. Quindi, noi chiediamo, ovviamente, di poter risolvere - come lei ha detto nella sua risposta - perché, di fatto, questo vincolo sta impedendo a molti ragazzi di poter ottenere il visto e, quindi, di iscriversi a questa scuola. Una scuola che, di fatto, forma liutai professionisti che portano la loro professionalità in tutta Europa ma anche in tutto il mondo e che oggi si trovano impediti nel poter frequentare un istituto di questo tipo. Quindi, considerato anche il numero elevato di richieste a questo istituto - che mi sento di dire essere unico nel suo genere -, chiediamo uno sforzo da parte del Governo perché venga incontro a questo che sta diventando veramente un limite all'iscrizione di molti ragazze e ragazzi.
(Chiarimenti in merito ai rimborsi per l'accoglienza dei minorenni ucraini non accompagnati nel comune di Rota d'Imagna, in provincia di Bergamo - n. 3-01070)
PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito, Paola Frassinetti, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Dori n. 3-01070 (Vedi l'allegato A).
PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Grazie, Presidente. Onorevole Dori, con l'interrogazione all'ordine del giorno si pone all'attenzione del Governo il caso di un gruppo di minori non accompagnati provenienti dall'Ucraina ospitato nel territorio della provincia di Bergamo, a partire dal mese di marzo del 2022, grazie alla disponibilità offerta dai sindaci dei comuni di Bedulita, Pontida e Rota d'Imagna. Per quanto riguarda, in particolare, il comune di Rota d'Imagna, che ha accolto il maggior numero di minori, l'onorevole interrogante chiede notizie in merito ai rimborsi dei costi sostenuti dall'amministrazione comunale, al fine di garantire la continuità dei servizi di assistenza e accoglienza.
Ciò premesso, va evidenziato che nel maggio 2023 la Ragioneria territoriale dello Stato di Roma ha chiesto una dettagliata relazione a supporto del rendiconto relativo alle spese riconosciute nel 2022, segnalando diverse inesattezze riscontrate nella documentazione prodotta da parte del comune di Rota d'Imagna. Alla luce di tali osservazioni, sono state avviate interlocuzioni con gli uffici dell'ente locale e sono stati richiesti elementi integrativi, tramite il sistema informatico predisposto dal Ministero dell'Interno per gestire le richieste di accesso ai fondi per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati provenienti dall'Ucraina.
Inoltre, sono stati avviati approfondimenti per definire i criteri necessari all'ammissibilità delle spese e alle conseguenti erogazioni dei rimborsi, nel rispetto della normativa vigente. In particolare, il 29 settembre del 2023 è stato richiesto un parere all'Avvocatura generale dello Stato sulla documentazione da presentare a corredo del rendiconto oggetto di rilievo, al fine di consentire al Ministero dell'Interno di provvedere correttamente ai necessari pagamenti.
Il successivo 5 ottobre 2023, l'Avvocatura generale ha fornito importanti elementi interpretativi delle linee guida relative alla rendicontazione del 2022 emanate dal Commissario delegato al coordinamento delle attività di assistenza dei minori non accompagnati provenienti dall'Ucraina, sulla scorta dei quali il Ministero dell'Interno ha profuso ogni sforzo per sostenere il comune di Rota d'Imagna nella predisposizione della documentazione necessaria a ottenere il contributo.
Il 7 dicembre 2023, il Dipartimento della Protezione civile ha comunicato al Ministero dell'Interno le nuove linee guida recanti le indicazioni operative aggiornate, con le relative tipologie di spese ammissibili, che sono state trasmesse, per opportuna conoscenza, anche all'amministrazione comunale interessata. A seguito degli approfondimenti svolti, il Ministero dell'Interno - nei limiti delle spese rendicontate ammissibili in relazione alle quali il comune ha presentato richiesta di rimborso o contributo - ha progressivamente provveduto a liquidare le somme per 3 trimestri del 2022, per l'intera annualità del 2023 e per il primo trimestre del 2024.
Per il secondo trimestre del 2024, è in corso di completamento, da parte del predetto comune, l'inserimento nella piattaforma dedicata delle richieste di rimborso o di contributo, corredata dalla relativa documentazione e, quindi, la relativa istruttoria è tuttora in via di definizione. I competenti uffici del Ministero dell'Interno continueranno a collaborare e fornire supporto al comune di Rota d'Imagna nel corso dell'istruttoria, al fine di assicurare la continuità dei servizi di accoglienza.
PRESIDENTE. Il deputato Dori ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Allora, anzitutto devo rilevare che il Governo risponde a questa interrogazione con un anno di ritardo, perché l'interrogazione è del 13 marzo del 2024, siamo alla fine di marzo 2025 e arriva ora questa risposta. Ricordo, tra l'altro, che sul punto avevo già depositato altre interrogazioni in precedenza, addirittura già nel 2022, nell'aprile 2022, perché il comune di Rota d'Imagna, in particolare, davvero si è adoperato in maniera lodevole nell'accoglienza dei bambini ucraini, in particolare di quelli che sono arrivati da questo orfanatrofio.
C'erano 100 bimbi accolti inizialmente; poi, nell'interrogazione dello scorso anno, erano 45. Mi dicono - perché ho sentito l'amministrazione comunale ieri - che ci sono 29 minori. A Bedulita ce ne sono 8. Invece, a Pontida non ce ne sono più perché sono stati tutti rimpatriati negli ultimi mesi, anche per motivi di età. Tra l'altro, do una notizia al Ministero dell'Interno: proprio ieri sarebbe stato versato anche il secondo trimestre del 2024, però siamo comunque in ritardo di quasi un anno. Il comune sta facendo davvero di tutto per riuscire a non andare in dissesto, perché dover anticipare tutte quelle spese per tutti quei minori capite che è una spesa notevole per un comune davvero così piccolo.
Se non ci fossero la solidarietà e le donazioni dei cittadini, il comune non sarebbe in grado. E questa è responsabilità di chi? Sicuramente delle tempistiche del Ministero dell'Interno, che invece, oggi, per il tramite della Sottosegretaria, ci viene a dire che di fatto è colpa del comune di Rota d'Imagna, che ha commesso degli errori nella rendicontazione a partire dal 2022. Anzi, addirittura, il Ministero dell'Interno è stato anche bravo, bravino, perché ha aiutato il comune di Rota d'Imagna a sistemare un po' tutti gli errori che ha commesso.
Invece, noi dovremmo davvero ringraziare l'amministrazione comunale di Rota d'Imagna sia per l'accoglienza sia per la gestione, sia per i tanti pagamenti, come quelli per i farmaci. Ecco, nel famoso elenco di spese ammesse del Ministero dell'Interno è incredibile che non vi siano alcune spese, che non siano rimborsabili, come ad esempio quelle per i farmaci. Davvero qui ci si chiede che cosa vuol dire accoglienza, perché poi davvero ci si riempie la bocca dell'accoglienza o del sostegno all'Ucraina.
Ma questo Governo, evidentemente, pensa soprattutto alla parte militare del sostegno all'Ucraina, quando invece abbiamo qui dei figli dell'Ucraina, addirittura orfani, e noi chiaramente facciamo pesare su una piccolissima amministrazione comunale tutto il peso dell'accoglienza. Quindi, davvero, chiedo al Ministero dell'Interno di poter essere più tempestivo nel rimborso delle spese, perché è arrivato ieri il pagamento al 30 giugno del 2024, ma siamo in ritardo di almeno altri 9 mesi.
Se facciamo un calcolo, sono decine di minori per 100 euro di rimborso al giorno. Capite che davvero il rischio è quello di mandare in dissesto un comune che invece noi, ribadisco, dovremmo tutti quanti davvero ringraziare.
(Iniziative in ordine alle condizioni di detenzione e alla prevenzione del rischio suicidario nel sistema carcerario, con particolare riferimento alle criticità emerse nella casa circondariale Regina Coeli di Roma - n. 3-01828 e n. 3-01434)
PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Casu e Madia n. 3-01828 e Di Biase ed altri n. 3-01434, che, vertendo sullo stesso argomento - tema quanto mai attuale -, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).
Il Sottosegretario di Stato, Giorgio Silli, ha facoltà di rispondere.
GIORGIO SILLI, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, l'emergenza del sovraffollamento e i problemi strutturali, trascinati da anni, che affliggono la casa circondariale di Roma Regina Coeli, sollevati nell'atto di sindacato ispettivo, purtroppo sono noti e comuni a diverse realtà carcerarie.
Quanto sta accadendo nelle carceri è drammatico sia per i detenuti che per gli operatori del Corpo di polizia penitenziaria. Con il decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, cosiddetto “Carcere sicuro”, il Governo Meloni ha potenziato e rafforzato il sistema carcerario, occupandosi, in modo organico ed incisivo, non solo dei detenuti, ma anche di chi opera quotidianamente per la loro sicurezza.
Sono state adottate imponenti politiche assunzionali, che hanno non solo l'obiettivo di colmare le vacanze organiche, ma soprattutto la finalità di migliorare le condizioni di lavoro del personale. È stato istituito il Commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria, con il compito di realizzare, nel più breve tempo possibile, un piano nazionale di interventi in grado di recuperare 7.000 dei 10.000 posti mancanti, riducendo drasticamente il sovraffollamento. Di queste misure si potrà presto giovare anche la casa circondariale di Roma Regina Coeli.
Invero, dalle notizie acquisite presso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, alla data del 5 marzo 2025, risulta che presso la casa circondariale di Regina Coeli sono presenti un totale di 1.045 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare pari a complessivi 628 posti disponibili, con un rapporto presenti/posti regolamentari disponibili pari al 183,33 per cento, purtroppo tra i più alti del distretto. Ciò nonostante, non si registrano violazioni dei parametri minimi stabiliti dalla Corte EDU, in quanto ogni detenuto risulta avere a disposizione uno spazio di vivibilità compreso fra i 3 e i 4 metri quadri.
In effetti, le precarie condizioni di detenzione dell'istituto Roma Regina Coeli derivano dall'antichità dell'edificio e dalla sua collocazione in pieno centro città, da cui deriva l'impossibilità di costruire nuovi spazi e apportare significative ristrutturazioni in alcune sezioni, anche a causa dei vincoli dettati dalla Soprintendenza. Ciononostante, a marzo 2024, a cura del provveditorato regionale di Roma, risultano essere stati ultimati e collaudati i lavori per l'adeguamento funzionale degli impianti termici e vengono regolarmente eseguiti interventi di tinteggiatura delle sezioni detentive, nonché quotidiane e straordinarie operazione di pulizia.
Il programma edilizio, che prevede il completo rinnovamento sia architettonico che impiantistico dell'VIII sezione, è in corso di esecuzione: il contratto, sottoscritto il 30 luglio del 2024 e approvato dall'Ufficio centrale del bilancio il 1° ottobre 2024, prevede 548 giorni per l'ultimazione dei lavori dal verbale di consegna delle opere.
Con particolare riguardo alla VII sezione, essa è articolata in due sezioni - sezione 1° accoglienza e sezione circondariale ex articolo 32 del DPR n. 230 del 2000 - con camere dislocate tra piano terra, primo e secondo piano: solo quelle ubicate al secondo piano sono dotate di doccia in camera, in vano separato, mentre quelle site sugli altri due piani, non ancora interessati da lavori di ristrutturazione e adeguamento alla normativa vigente, hanno i servizi igienici in camera e le docce comuni al piano.
La VII sezione, per la tipologia di detenuti che dovrebbero essere ivi ospitati molti dei quali con problemi di incompatibilità e divieti di incontro, è a regime chiuso: i detenuti escono dalle stanze solo per fruire delle ore di permanenza all'aperto e per le consentite attività trattamentali.
I detenuti ospitati nella sezione, in particolare quelli con fragilità e problematiche sanitarie, i giovani adulti e gli stranieri con difficoltà di integrazione vengono assiduamente monitorati dagli operatori dell'area trattamentale, dagli esperti psicologi, dai volontari e dai mediatori culturali, oltre che dai professionisti dell'area sanitaria per i casi di loro interesse.
Nonostante la carenza di spazi, le limitate dimensioni di quelli esistenti e il numero elevatissimo di detenuti presenti, presso l'Istituto si svolgono, grazie alla collaborazione di soggetti istituzionali e volontariato, numerose attività trattamentali rivolte a tutta la popolazione detenuta, con particolare riguardo a quelle di sostegno individuale nel delicato momento di passaggio in ingresso dalla libertà.
A tal fine, è stata potenziata la rete di assistenza psicologica e lo staff multidisciplinare al punto da essere stato istituito uno specifico gruppo di lavoro per lo studio e l'analisi degli eventi suicidari delle persone detenute, con il compito di definire protocolli operativi ed elaborare momenti di formazione per il personale penitenziario al fine di tutelare la salute psicofisica dei detenuti e prevenire i suicidi il cui numero, purtroppo, resta elevato: dal 1° gennaio 2020 al 4 marzo 2025, presso l'istituto di Roma Regina Coeli, si sono verificati 14 suicidi tra la popolazione detenuta.
Con lo stesso scopo è stata concepita l'imponente opera di reclutamento di adeguato personale specializzato e sono stati previsti nuovi percorsi di comunità per i detenuti con disagio psichico e con problemi di tossicodipendenza, in modo da garantire trattamenti idonei e differenziati, finalizzati concretamente al recupero della persona e valorizzando l'istruzione ed il lavoro in carcere che costituiscono componenti irrinunciabili del trattamento dei detenuti.
Con particolare riferimento al personale di Polizia penitenziaria impiegato presso la casa di Regina Coeli, a fronte di un organico previsto di 480 unità, la forza presente è pari allo stato a 359 unità, inferiore, dunque, rispetto a quella prevista di 480 unità, di complessive 121 unità. Le carenze maggiori si rilevano nei ruoli dei funzionari (1 unità in meno), degli ispettori (6 unità in meno) e dei sovrintendenti (5 unità in meno); di contro, il ruolo degli agenti/assistenti risulta in esubero di 10 unità.
Come ribadito in altre occasioni, il Ministero pone forte attenzione alle esigenze di garantire un forte ed efficace turnover del personale, come dimostrano le seguenti procedure attivate.
Quanto alla carriera dei funzionari del Corpo, si rappresenta che il 18 dicembre 2023 è stato avviato il VII corso per il conseguimento della qualifica di commissario, relativo al concorso pubblico per 132 posti di allievo commissario della carriera dei funzionari del Corpo, al cui esito si provvederà alla distribuzione delle risorse sul territorio nazionale, in ragione delle vacanze organiche previste. Inoltre, è stato indetto un concorso interno, per titoli di servizio ed esami, per la nomina di 60 vice commissari della carriera dei funzionari del Corpo di Polizia penitenziaria. Quanto al ruolo degli ispettori, si rappresenta che il 5 maggio 2024 ha preso avvio il corso di formazione per la qualifica iniziale di vice ispettore, relativo al concorso pubblico per 411 posti (378 uomini e 33 donne).
Per completezza, in ordine al ruolo “agenti e assistenti” si comunica che l'organico del reparto di Polizia penitenziaria dell'istituto in esame è stato incrementato di 22 unità (18 unità maschili e 4 femminili), in occasione della mobilità ordinaria collegata alle assegnazioni degli agenti del 183° corso (giugno 2024). Infine, nel mese di gennaio ultimo scorso, in occasione della mobilità ordinaria collegata alle assegnazioni degli agenti del 184° corso di formazione, il reparto di Polizia penitenziaria della Casa circondariale di Roma Regina Coeli è stato incrementato di 25 unità maschili e di 3 unità femminili. Quanto all'area trattamentale, si evidenzia che presso la Casa circondariale di Roma Regina Coeli la pianta organica relativa ai funzionari giuridici pedagogici risulta pienamente soddisfatta, con 11 presenze effettive su una previsione organica di 11 unità.
PRESIDENTE. Il deputato Casu ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non possiamo essere soddisfatti di questa risposta. La Polizia penitenziaria è chiamata quotidianamente a fronteggiare difficili situazioni di tensione e sofferenza, sempre più frequenti a causa del grave fenomeno di sovraffollamento in atto.
L'elevata professionalità e lo spirito di servizio degli appartenenti al Corpo arrecano un determinante contributo all'attuazione del principio costituzionale della funzione rieducativa della pena per il possibile reinserimento nella vita sociale dei detenuti, nonostante le assai critiche condizioni del sistema carcerario. E vi è l'appello che ancora una volta, oggi, viene rivolto da parte del Presidente Mattarella: aprire gli occhi sul grave fenomeno del sovraffollamento delle carceri. Ha espresso queste parole pochi minuti fa.
Io penso che non ci possano essere termini migliori per commentare quello che è appena successo oggi in Parlamento e chiedere veramente al Governo di rendersi conto di quello di cui stiamo parlando.
Noi abbiamo presentato questa interrogazione ad aprile del 2024, nell'ambito dell'iniziativa “Bisogna aver visto”; noi, come parlamentari del Partito Democratico, con i nostri rappresentanti in Commissione giustizia (interverrà poi l'onorevole Michela Di Biase), e non solo; ero lì con altri eletti a Roma, con Marianna Madia, con il senatore Sensi, con la senatrice D'Elia), abbiamo visitato Regina Coeli proprio nello stesso giorno in cui una persona si è tolta la vita. Il nostro dovere di parlamentari appena usciti da lì (stiamo parlando di dieci mesi fa) è stato quello di raccontare e di descrivere quello che avevamo visto e rivolgerci al Governo per chiedere quali erano le azioni che si intendevano fare.
La risposta arriva dopo dieci mesi e, al di là dell'elenco puntuale che è stato fatto dal Sottosegretario per gli Affari esteri, il punto grave, a mio avviso, su cui non si può continuare a far finta di non vedere, è che noi abbiamo denunciato un sovraffollamento - dieci mesi fa - al 182 per cento e oggi nella risposta si parla di un sovraffollamento al 183,3 per cento. Quindi, vuol dire che tutto quello che si sta facendo non sta riuscendo ad andare nella direzione di diminuire il sovraffollamento carcerario; e non è solo una questione edilizia o di numero di lavori, non è solo una questione di contabilità e di concorsi: è una questione che riguarda il valore che vogliamo attribuire alla dignità umana e alla funzione della pena.
È inutile avere più persone che si occupano delle attività trattamentali, se gli spazi per le attività trattamentali sono utilizzati per l'accoglienza e l'assistenza dei detenuti, dato che non c'è altro luogo dove metterli all'interno delle carceri.
Noi abbiamo posto l'esempio di Regina Coeli perché è il carcere dove è più evidente questo fenomeno, ma è un fenomeno che riguarda l'intero sistema carcerario italiano e, quindi, da questo punto di vista, il Governo non può continuare a pensare che possa andare avanti a compartimenti stagni, perché la politica di questo Governo sta mandando il rispetto dei valori fondamentali della Costituzione, il rispetto della dignità dei detenuti, della dignità delle persone che vivono e che lavorano nelle carceri, il rispetto di tutte quelle donne e quegli uomini che ogni giorno vivono dentro il mondo delle carceri nella direzione opposta ai valori della Costituzione, ma anche opposta al rispetto dei diritti umani. Ed è un insieme di azioni, non solo quello che fate nelle carceri, ma anche quello che fate quando andate a scrivere norme che hanno un'unica conseguenza, ossia quella di aumentare il numero di persone che si ritrovano a vivere all'interno del carcere.
Di fronte a questo, a distanza di dieci mesi dalla presentazione di questa interrogazione, di fronte al fatto che voi stessi in quest'Aula avete ammesso che la situazione non sta migliorando ma sta peggiorando, non si può continuare a fare finta di non vedere quello che sta accadendo e bisogna accogliere e fare nostro, anche in Parlamento, l'impegno costante - e dobbiamo ringraziarlo, ancora una volta, per la lucidità che ha sempre espresso in questo tema - del Presidente Mattarella e di tutte le donne e gli uomini che ogni giorno si battono per rendere più umane le nostre carceri.
PRESIDENTE. La deputata Di Biase ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non sono assolutamente soddisfatta, Sottosegretario. Io, tra l'altro, debbo registrare che, anche questa volta, il Governo ha scelto di mandare un Sottosegretario che si occupa di esteri, quando noi stiamo parlando di giustizia. Io trovo tutto questo, francamente, abbastanza assurdo e fuori luogo. Ciò a maggior ragione dopo la discussione che abbiamo avuto in quest'Aula. In quest'Aula che, purtroppo, era semivuota perché, anche in quella discussione, noi abbiamo visto la maggioranza disertare i lavori parlamentari e partecipare a quei lavori - che erano lavori fondamentali per una discussione richiesta da tutte le opposizioni - un Sottosegretario che non aveva la delega alle carceri. Ora, potremmo anche soprassedere rispetto a questo dato, ma almeno raccontateci le cose come stanno. Io non so, Sottosegretario, chi abbia redatto questa sua risposta, però la invito davvero a recarsi presso l'Istituto di Regina Coeli e verificare le condizioni reali che si vivono all'interno di quel carcere.
Noi parliamo sempre di emergenza carceraria, ma, mi creda, il tema non è più quello dell'emergenza, perché, per quello che riguarda il carcere di Regina Coeli, la situazione, che io e il collega Casu abbiamo evidenziato nelle nostre interrogazioni, è ormai un dato strutturale: noi parliamo di un sovraffollamento al 184,6 per cento. I dati che lei ha dato, Sottosegretario, rispetto all'organico, io temo - la prego di verificare - che siano riferiti alla capienza regolamentare.
Oggi, noi viviamo in una situazione in cui ci sono il doppio dei detenuti che dovrebbero essere presenti, questo pregiudica il trattamento a cui gli stessi detenuti sono sottoposti. Guardi, non la porto a discutere sul significato che la pena ha nel nostro Paese, sull'articolo 27 della Costituzione, ma qui noi siamo davanti a una violazione dei diritti umani dei detenuti: questo sta avvenendo all'interno del carcere di Regina Coeli. Non c'è bisogno che lei ci ricordi che ci sono i volontari, non c'è neanche bisogno che lei ci ricordi che ci sono gli operatori. Il fatto è che anche i volontari, gli operatori, il personale della Polizia penitenziaria non ce la fanno più perché i detenuti sono troppi. Quello di Regina Coeli nasce come un carcere dei “nuovi giunti”, ci sono persone all'interno di quel carcere che scontano una pena definitiva: questo è il tema. Oggi, per affrontare il tema dell'emergenza carceraria, voi dovete fare pace con questo. Del fantomatico Piano carceri, di cui ci ha parlato il Ministro Nordio, di questo, Sottosegretario, non c'è nulla: c'è solo la propaganda, non c'è un piano. Sono otto mesi che aspettiamo la lista dei luoghi, neanche la lista siete riusciti a fare. Sono passati otto mesi. È una roba che in un Paese normale ci vogliono venti giorni a farla. Quale Piano carceri? L'unica cosa che avete fatto è la nomina del commissario straordinario. Ma di che parliamo? Ma venite pure a raccontarlo? Ma, insomma, non c'è un atto concreto.
Qui l'unica cosa che è aumentata è la mancanza di posti disponibili, perché non avete fatto neanche le manutenzioni, le manutenzioni con i fondi stanziati da Governi precedenti. E venite, qui, a raccontarci che la situazione all'interno delle carceri italiane - mi perdoni, se allargo il campo -, all'interno di Regina Coeli, sta migliorando. Ma io dico: vi prego, andate nelle carceri e verificate.
In Italia, mentre noi siamo qui a parlare, Sottosegretario, muore un detenuto ogni quattro giorni, un detenuto che è sottoposto alla custodia dello Stato. Questa è la verità. Quindi, rispetto a questo, noi di questa fuffa ideologica, di questo furore ideologico - Nordio, ormai, non viene neanche più a dircelo lui, ma manda, per interposta persona, i Sottosegretari che si occupano di esteri, con tutto il rispetto e la ringrazio per essere venuto -, di questa roba qui, di questa fuffa non ne possiamo più perché il dato è che - ripeto - i detenuti all'interno delle carceri italiane, i detenuti sottoposti alla custodia dello Stato, si tolgono la vita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. È evidente che non è soddisfatta.
(Iniziative in ordine alla tutela del profilo professionale dei cancellieri esperti - n. 3-01829)
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato, Giorgio Silli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Gianassi ed altri n. 3-01829 (Vedi l'allegato A).
GIORGIO SILLI, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, Presidente, giusto per sottolineare il fatto che io mi occupo di detenuti italiani all'estero, tra le mie deleghe. Quindi, ho purtroppo una, come dire, triste contezza dello stato delle nostre carceri, oltre che di quelle all'estero.
Mi avvio a rispondere all'altra interrogazione, sottolineando che quello che risponde il Governo in Aula, al di là del battage e del cosiddetto gioco delle parti, sono dati effettivi, rispondendo a qualsiasi risposta. Il Governo ha detto chiaramente che le cose, probabilmente, non sono state sistemate con la bacchetta fatata, ma ha dato dei numeri di quello che è in procinto di fare per le carceri, così come per la prossima interrogazione, altrimenti esco dal seminato e non potrei (Commenti del deputato Casu)… ma è ben chiara la situazione, è ben chiara la situazione, è ben chiara la situazione…
PRESIDENTE. Che facciamo? Un attimo, poi replica…
GIORGIO SILLI, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Per le carceri, così come per i cancellieri, così come per i tribunali, così come per tutto, per quanto il Governo Meloni sia un Governo molto prolifico e sia un Governo dei fatti, non ha la bacchetta fatata per cancellare trent'anni di mancanze. Ci sono dei concorsi…
PRESIDENTE. Signor Sottosegretario, scusi, andiamo a questa interrogazione.
GIORGIO SILLI, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. No, ma sto parlando anche dei cancellieri, della prossima interrogazione. Questo è.
PRESIDENTE. Ecco, va bene. Perfetto. Andiamo però su questa, prego.
GIORGIO SILLI, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Allora, sulla questione specifica richiamata dagli interroganti tengo subito a precisare che, fin dall'insediamento dell'attuale Governo, questo Ministero ha rivolto una particolare attenzione alle esigenze del personale amministrativo ed al riconoscimento delle competenze professionali esistenti quale passaggio necessario per affrontare e dare soluzione al tema dell'efficienza dell'attività giurisdizionale.
In questo senso, il competente Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della Giustizia è costantemente impegnato anche attraverso la costruzione di percorsi di carriera mirati che riconoscano la competenza e l'esperienza maturata nel rispetto del quadro normativo di riferimento e secondo una corretta impostazione delle relazioni sindacali.
Venendo alla specifica questione prospettata sulla qualifica dei cancellieri esperti si rimarca che non è avvenuto alcun demansionamento professionale ed economico della categoria. La contrattazione integrativa, oggetto ancora di trattativa sindacale, non può discostarsi o porsi in contrasto con la contrattazione collettiva nazionale della quale deve rispettare i vincoli ed i limiti da quest'ultima stabiliti. Il contratto collettivo nazionale del lavoro, funzioni centrali 2019-2021, ha delineato un nuovo ordinamento di classificazione del personale, enucleando le quattro aree organizzative che corrispondono ad altrettanti differenti livelli di conoscenze e competenze professionali.
L'articolo 18 del medesimo contratto collettivo nazionale di lavoro, al comma 2, impone la trasposizione automatica delle figure professionali dell'area II nella nuova area assistenti.
La figura del cancelliere esperto ha trovato, sin dal precedente contratto integrativo, la sua collocazione nell'area II e quindi, così come previsto dal nuovo contratto collettivo nazionale del lavoro, nella nuova area assistenti. Tale collocazione si pone in linea con le più generali previsioni del comparto funzioni centrali, la cui seconda area ricomprende il profilo del cancelliere esperto, generalmente inteso. Ragionando diversamente, si determinerebbe un netto disallineamento con le previsioni del comparto funzioni centrali.
È lo stesso contratto collettivo nazionale del lavoro a prevedere, inoltre, che in sede di contrattazione integrativa vengano individuate all'interno di ciascuna area le apposite “famiglie professionali”, le quali delineano ambiti professionali omogenei corrispondenti alla fungibilità delle mansioni ed esigibilità delle stesse, in cui confluiranno necessariamente più profili professionali.
Evidenzio che i contenuti professionali elencati nella rimodulazione dei profili professionali descrivono, per il profilo del cancelliere esperto, competenze e capacità organizzative differenti e non completamente sovrapponibili con quelle proprie dell'area Funzionari o più semplicemente del profilo del funzionario giudiziario. Queste ultime, infatti, contemplano compiti di coordinamento e controllo, oltre che di presidio delle attività che la legge attribuisce alle competenze del cancelliere esperto e di direzione di una sezione o di un reparto nell'ambito degli uffici di cancelleria.
Allo stesso modo, le specifiche professionali previste per l'accesso all'area dei funzionari e/o i requisiti di base per l'accesso alla medesima (laurea triennale o magistrale) rendono necessario prevedere il superamento di una procedura comparativa, volta a selezionare i più meritevoli, sulla base di valutazioni, competenze ovvero titoli di studio ulteriori rispetto a quelli previsti per l'accesso all'area dall'esterno. Si segnala che, in sede di contrattazione integrativa, sono al vaglio ipotesi di accordo che, qualora dovessero incontrare il necessario quanto opportuno consenso delle parti sindacali, potrebbero condurre alla procedura comparativa dell'articolo 52, comma 1-bis, del decreto legislativo n. 165 del 2001: i dipendenti non in possesso del titolo di studio previsto per l'accesso all'area dall'esterno con almeno 10 anni di esperienza e i dipendenti con il titolo di studio previsto per l'accesso all'area funzionari con almeno 5 anni di esperienza maturata potrebbero beneficiare del passaggio di area.
In forza del nuovo contratto collettivo nazionale del lavoro, i termini per procedere alle richiamate progressioni tra le aree sono stati prorogati al 30 giugno 2026. Allo stato, i tavoli negoziali hanno portato alla predisposizione di 11 proposte di contratto integrativo, attraverso la presentazione di bozze ufficiali valutate in base alle indicazioni provenienti dalle organizzazioni sindacali, dagli orientamenti dell'Aran e dalle linee guida emanate dal Dipartimento della funzione pubblica.
Aggiungo che sarà possibile procedere con le progressioni in deroga solo all'esito della contrattazione integrativa per l'accordo sulle famiglie professionali, che verrà avviata nuovamente a stretto giro.
PRESIDENTE. Il deputato Casu ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interrogazione Gianassi ed altri n. 3-01829, di cui è cofirmatario.
ANDREA CASU (PD-IDP). Non sono soddisfatto della risposta. Tra l'altro, visto anche l'intervento che abbiamo sentito poc'anzi, mi chiedo se tra le deleghe del Sottosegretario per gli Affari esteri Silli ci sia anche quella dei cancellieri all'estero, oltre che quella dei detenuti all'estero; dato che ha voluto puntualizzare come fosse competente riguardo a un'interrogazione nata 10 mesi fa sulla situazione in Italia, volevo capire se vi sia anche la competenza sui cancellieri.
Direi di sciogliere un attimo un velo di ipocrisia. Le interrogazioni che noi presentiamo sono momenti di confronto tra l'opposizione e il Governo, sono strumenti di sindacato ispettivo, ci consentono di approfondire questioni che sono sentite, su cui c'è un'attenzione. Bisognerebbe guardare i dati, che spesso chiediamo; e spesso per noi l'interrogazione è l'unico modo per avere la voce del Governo, la voce della maggioranza, che manca sempre di più nel dibattito parlamentare, come un'occasione di confronto.
Non può esserci un'interpretazione sui dati e sui numeri: ci sono dei numeri che dicono la direzione che si sta prendendo. Anche su questo tema noi siamo fortemente preoccupati, perché ci sono forti preoccupazioni da parte dei cancellieri. Chiunque vive la realtà di un tribunale sa come i cancellieri esperti siano figure cardine, figure indispensabili. Ci chiediamo quale sia l'attenzione e il riconoscimento di queste figure da parte del Governo. Dopodiché, apprendiamo alcuni elementi nella risposta, li valuteremo, il nostro non è un atteggiamento ideologico.
Noi vogliamo che la giustizia italiana funzioni e funzioni meglio, vogliamo che tutte quelle figure che sono indispensabili per rendere più veloci i nostri processi siano messe nelle condizioni di poterlo fare, però vogliamo anche che non vengano umiliate e che non vengano disconosciute le professionalità che sono riuscite - e qui vanno ringraziate - a gestire situazioni spesso oltre il limite. Nel sistema giudiziario italiano si lavora spesso in condizioni difficilissime, complicatissime.
Si è costretti a fare di più di quello che si dovrebbe fare per riuscire comunque a garantire tempistiche che sono inferiori a quello di cui ci sarebbe bisogno, e questa difficoltà cade sulle braccia, sulle menti, sul lavoro, sulla professionalità di donne e uomini che svolgono varie funzioni, fra cui quella dei cancellieri, che deve essere riconosciuta e che deve essere giustamente valorizzata.
Da questo punto di vista, noi continueremo a tenere alta l'attenzione; non lo faremo contro nessuno, lo faremo per il bene del sistema e per il bene di quello che è l'interesse dei cittadini a far funzionare meglio questo processo. Quindi, da questo punto di vista, noi continueremo quest'azione e continueremo a pressare il Governo nella speranza di avere la prossima volta la possibilità di interloquire con un rappresentante del Ministero della Giustizia e non sempre con rappresentanti che si occupano di qualcos'altro.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare la deputata Di Biase. Su cosa, onorevole?
MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Per un richiamo al Regolamento, articolo 8.
PRESIDENTE. Prego.
MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Grazie, Presidente. Vorrei che venisse stigmatizzato, non me ne voglia il Sottosegretario, però questo non è un contraddittorio tra me e lei, questa è un'interrogazione a cui lei ha potuto rispondermi e in cui mi sono detta non soddisfatta della risposta che lei mi ha dato. Se qui lei pensa di poter venire e dirmi di nuovo la sua (Commenti)...
PRESIDENTE. Un attimo, un attimo, onorevole Di Biase. Scusi, Sottosegretario Silli, non facciamo un dibattito. Stiamo sull'articolo 8, si rivolga a me sull'articolo 8. Prego.
MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Stiamo sull'articolo 8. Vedo che il Sottosegretario è particolarmente solerte nell'evidenziare dove cade il mio sguardo e non abbastanza invece le sue mancanze. Il messaggio evangelico della trave e della pagliuzza andrebbe ricordato a chi oggi è venuto a rispondere alle interrogazioni.
Vorrei solamente che il Governo non si facesse prendere dal nervoso, perché rispetto alle nostre legittime affermazioni il Governo può ascoltare e porre in essere gli atti conseguenti per far sì che le persone vivano all'interno delle carceri italiane in situazioni più congrue.
PRESIDENTE. Dunque, giusto per ricostruire e provare a dire due parole in assoluta serenità, il Sottosegretario Silli ha iniziato la sua replica a una interrogazione diversa da quella che era inizialmente prevista, specificando il perché fosse presente lui rispetto alle competenze che ha e ha dichiarato ciò che ha dichiarato sui detenuti all'estero.
Successivamente, è tornato sull'interrogazione precedente e, a quel punto, sono intervenuto dicendogli di stare all'oggetto dell'interrogazione, che era quella dei cancellieri all'estero, perché è a tutti chiaro ciò che è disciplinato all'articolo 132 del Regolamento nel merito delle interrogazioni, in cui non è previsto che il Governo possa replicare. E, infatti, il Sottosegretario è stato richiamato a stare sull'interrogazione, non a tornare sull'argomento che era stato precedentemente concluso.
Poi, colleghi, sappiamo che nella dialettica d'Aula il Sottosegretario, in questo caso, è stato, come dire, preso dalla dialettica, per cui anche con un intervento è tornato su quella interrogazione. Ciò non poteva essere fatto e, infatti, è stato poi fermato. Con riferimento a questo, ovviamente, guardiamo avanti e faremo in modo che anche in futuro ciò non possa accadere, in quanto non è prevista, come sappiamo, replica da parte del Governo all'interrogazione.
Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 104, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,03).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, Presidente. Torno a chiedere un'informativa del Ministro degli Esteri, Antonio Tajani. L'ho già fatto qualche giorno fa. Mi dispiace davvero doverlo fare non perché mi trovo di nuovo a chiedere un'informativa che non è ancora arrivata, ma perché mi trovo a farlo di fronte alla prosecuzione, in Medio Oriente, di una guerra di aggressione, sempre più di una guerra di sterminio, segnata da crimini di guerra che si sommano gli uni agli altri. È arrivato il momento che la comunità internazionale batta un colpo e che il nostro Governo faccia la sua parte.
Io non credo sia possibile continuare ad assistere inermi a quello che, ormai da troppo tempo, avviene in Israele e in Palestina. Nelle scorse ore l'ennesimo atto criminale; questa volta ha coinvolto Hamdan Ballal, uno dei registi del documentario, premiato con l'Oscar, No Other Land. Prima aggredito, violentemente linciato da un gruppo di coloni che lo hanno ferito gravemente, poi caricato su un'ambulanza e poi, successivamente, preso da quell'ambulanza, dai soldati israeliani e fatto sparire. Che cosa deve succedere ancora? Perché, vede, mentre accadeva questo ennesimo crimine vergognoso che ha avuto la risonanza dei grandi media internazionali, anche perché ha coinvolto una personalità di questo tipo, continuano i bombardamenti su Gaza, continuano le distruzioni di ospedali, di infrastrutture civili, continua il massacro dei bambini. Mentre accade questo, continuano le violazioni sistematiche in Cisgiordania nei territori occupati, continua la pulizia etnica, continua quello che noi abbiamo, più volte, definito il genocidio del popolo palestinese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Allora, domando a questo Parlamento e al Governo della Repubblica italiana: cosa stiamo aspettando? Perché prima o poi arriverà il conto della storia per tutti e tutte. Qualcuno ci chiederà: dove eravate? Che cosa avete fatto per impedire quello scempio?
E non possiamo continuare a cavarcela con le parole di circostanza. Nei giorni scorsi, il giorno successivo alla mia richiesta di informativa, alla quale si sono unite anche molte delle altre opposizioni in questo Parlamento, abbiamo svolto il dibattito sulle comunicazioni della Presidente del Consiglio. E, in quell'occasione, per l'ennesima volta, abbiamo ascoltato le solite parole di circostanza: siamo molto preoccupati della violazione della tregua; chiediamo moderazione al Governo israeliano.
Allora, lo domando a lei, signor Presidente, visto che non abbiamo qui il Ministro degli Esteri. Lo domando al Governo, per il tramite del Sottosegretario: “moderazione”? “Siamo preoccupati”? Ma vi paiono parole adeguate? Di fronte a quello che accade, dovremmo chiamare l'ambasciatore, dovremmo richiamare il nostro ambasciatore, dovremmo proporre sanzioni nei confronti del Governo israeliano, dovremmo andare in Europa a sbattere i pugni sul tavolo, per dire che il Trattato di associazione UE-Israele deve essere sospeso, di fronte a quello che sta accadendo! Dovremmo riconoscere magari lo Stato palestinese; non basta, non risolve, ma sì, è un segnale politico (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! È il segno di una schiena dritta! Dovremmo fare qualcosa! L'unica cosa che non possiamo continuare a fare è stare zitti o, peggio, pronunciare parole di circostanza, perché così ci rendiamo anche complici del massacro inaccettabile che sta continuando davanti ai nostri occhi (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Colleghi, un po' di silenzio per cortesia. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Io condivido interamente, punto per punto, quello che ha detto il collega Fratoianni, a cui aggiungo solo una cosa. “Se state leggendo questo messaggio, significa che sono stato ucciso - molto probabilmente, bersagliato - dalle forze di occupazione israeliane. Quando tutto ciò ha avuto inizio, avevo solo 21 anni: ero uno studente con dei sogni, come chiunque altro. Negli scorsi 18 mesi, ho dedicato ogni momento della mia vita al mio popolo: ho documentato gli orrori inflitti a Gaza, minuto per minuto, determinato a mostrare al mondo quella verità che cercavano di seppellire. Ho dormito su pavimenti, nelle scuole, nelle tende - ovunque potessi. Ogni giorno è stata una battaglia per la sopravvivenza. Ho sopportato la fame per mesi, e ciononostante sono sempre rimasto a fianco del mio popolo. Per Dio, ho assolto al mio dovere come giornalista. Ho messo a rischio tutto per riportare e raccontare la verità, ed ora sono finalmente a riposo - qualcosa che non ho mai più conosciuto negli ultimi 18 mesi. Ho fatto tutto ciò poiché credo nella causa palestinese. Credo che questa terra sia nostra, e morire per difenderla e per servire la sua gente è stato il più grande onore della mia vita. Ora vi chiedo: non smettete di parlare di Gaza. Non lasciate che il mondo volga lo sguardo. Continuate a lottare, continuate a raccontare le nostre storie: finché la Palestina sarà libera”. Questo è l'ultimo messaggio di Hossam Shabat, giornalista (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Bakkali. Ne ha facoltà.
OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche il gruppo del Partito Democratico si associa alla richiesta di udire il Governo su quanto sta succedendo ormai da più di un anno nella Striscia, in Cisgiordania e in quel territorio, soprattutto alla ripresa, negli ultimi giorni, dei bombardamenti, che hanno avuto una violenza senza pari rispetto alle offensive dei mesi scorsi. Siamo a più di 800 vittime, per lo più donne e bambini sorpresi nel sonno. Le immagini ormai scorrono nei nostri telefonini, arrivano da giornalisti, come quello che abbiamo poc'anzi ricordato, e che ci chiedono di non togliere lo sguardo, di non smettere di guardare, di non smettere di denunciare quello che sta succedendo a Gaza e in Cisgiordania: la violenza ormai fuori controllo dei coloni, le parole che risultano deliranti, ma che rappresentano un piano chiaro, violento, di espulsione della popolazione, dei palestinesi e delle palestinesi, che sono rimasti e che resistono nella Striscia e in Cisgiordania, mentre vengono distrutte le loro case, mentre vengono agite le violenze.
Violenze come quella che ha subito Hamdan Ballal, che - notizia di poco fa - è stato rilasciato, ma che, ancora una volta, ha chiarito, credo, il regime di apartheid che vivono i palestinesi in Cisgiordania ormai da anni, dove non c'è più diritto, non c'è più regola che valga per il rispetto della loro vita, della loro dignità.
E quindi questo ormai è diventato intollerabile, ma lo è ancora di più il silenzio, lo sono ancora di più le parole leggere di fronte alla devastazione, di fronte all'abisso che ci sta dimostrando quanto il potere dei più forti, la prepotenza, il senso di impunità del Governo di Netanyahu stiano alzando, ora dopo ora, giorno dopo giorno, il livello di violenza.
Quindi è urgente e non più rimandabile che vengano dette parole chiare dall'Italia, dall'Europa, dalla comunità internazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per unirmi alla richiesta dei colleghi di un'informativa urgente, insomma di avere in Aula il Governo che ci spieghi esattamente qual è la posizione, quali sono le azioni.
Abbiamo visto, oltre ai massacri già descritti, ai bombardamenti, a tutto quello che sappiamo, anche una serie di azioni della comunità internazionale, non da ultimo il Segretario generale dell'ONU, che, a malincuore, ha dovuto ridurre la presenza proprio delle Nazioni Unite sul territorio. Come sappiamo, gli aiuti umanitari non riescono più ad entrare da inizio marzo.
La situazione è assolutamente insostenibile e riteniamo che il nostro Governo debba rendere conto qui, in Aula, della nostra posizione, di come intendiamo aiutare a ritornare alla situazione di tregua, che era un passo positivo verso una risoluzione del conflitto, perché questo massacro di civili, donne e bambini inermi e questo blocco degli aiuti umanitari, con addirittura, ripeto, le forze internazionali che si ritraggono, non possono andare avanti ed è vergognoso, umanamente assolutamente insopportabile. Attendiamo una risposta il prima possibile (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, su un altro argomento, sempre sull'ordine dei lavori, il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. I metalmeccanici e le metalmeccaniche italiani dicono una cosa molto semplice: senza contratto si sciopera. E lo faranno presto, in una grande mobilitazione nazionale. Ma guardate, non sono gli unici in Italia che hanno un contratto collettivo scaduto; ci sono tantissimi operatori, soprattutto pubblici, che chiedono le risorse necessarie per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali. Ma qui, Presidente, le chiediamo un'informativa urgente della Ministra Calderone, perché oggi su tutte le pagine, su tutte le testate dei principali giornali italiani, c'è un dato: i salari in Italia sono i più bassi di tutti i Paesi del G20. Negli ultimi 17 anni si è perso l'8,7 per cento del potere d'acquisto.
Parlate di ripresa, lo avete detto in quasi tutti i talk show, di solito senza contraddittorio, e vi assumete anche il merito della ripresa, ma di fatto è crollato del 6,5 per cento nell'ultimo biennio. L'inflazione ha bastonato la gran parte dei lavoratori e delle lavoratrici italiane, che spendono ormai più del 60 per cento del proprio stipendio fra alimentari, bollette e affitti. Lo dico qua al Ministro, anzi al Sottosegretario Durigon: ma davvero pensate che davanti a questa fotografia il cuneo fiscale sia la soluzione? E lo dico perché poi anche sul cuneo, prima o poi, dovrete venire in Aula a spiegarci i calcoli, visto che non siamo i soli a dire che a qualcuno non è convenuto.
E guardate che non lo diciamo solo noi: lo dice l'Organizzazione internazionale del lavoro che il cuneo non basta, non serve, soprattutto per affrontare una vicenda salariale che è lì, davanti a tutti. Servirebbe un salario minimo, ma su questo, come tutti sanno, siete scappati prima sotto gli ombrelloni e poi avete buttato la palla in tribuna. Non si risponde ai prezzi degli alimenti, saliti, ovviamente, del 13,2 per cento, con le vostre mozioni, con le vostre deleghe; non si risponde senza rinnovi contrattuali che colmino questo abisso.
E lo diciamo al Governo, che si è dimostrato vicino alla contrattazione collettiva nazionale solo per respingere il salario minimo legale, che non la metteva in discussione, anzi, l'avrebbe rafforzata. Il 50 per cento dei dipendenti aspettano un rinnovo. A fine dello scorso anno erano 28 i contratti collettivi nazionali scaduti, parliamo di più di 6,6 milioni di italiani. In troppi casi il nodo è uno, Presidente: non c'è la volontà di rinnovarli. Non c'è la volontà perché si mettono sempre meno risorse sul piatto, e sa qual è il punto?
Che negli ultimi 20 anni la gran parte delle risorse si sono spostate nei profitti, perché non è vero che davanti alla crisi siamo tutti uguali, non è così, e senza una scala mobile, senza un salario minimo legale, senza un'indicizzazione dei contratti, anche e soprattutto di quelli scaduti, la soluzione non arriverà. Certo, la lotta paga e auguriamo a tutte le lavoratrici e ai lavoratori italiani e ai sindacati di ottenere quello che è giusto nel campo delle vertenze, degli scioperi, davanti alle loro mobilitazioni. La lotta paga, ma non restituisce tutto il salario, non per tutte e tutti.
Per questo la domanda è semplice alla Ministra Calderone, di cui si sono perse le tracce. A noi della sua laurea non ce ne frega nulla, non ce ne frega nulla! Vogliamo sapere che punto di vista ha, cosa pensa di ottenere con la sua strategia, cosa ha in mente il Governo italiano per alzare i salari delle italiane e degli italiani. Ci dica qualcosa, venga qui in Aula, siamo pronti ad ascoltarla (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sì, mi unisco alla richiesta avanzata ora dall'onorevole Grimaldi di una informativa urgente della Ministra Calderone sul tema dei salari, anche alla luce dei dati che sono stati resi pubblici ieri, per questa ricerca e comparazione mondiale operata dall'Organizzazione internazionale del lavoro.
Non è che vengano fuori cose che purtroppo già non si sapessero, però vorrei sottolineare che c'è un punto che richiede un confronto collettivo, un confronto in questa che è la sede deputata, cioè il Parlamento, perché la questione salariale è ormai talmente macroscopica che va esaminata sotto il duplice profilo dell'equità e dell'efficienza, ed è necessario su questo un vero e proprio lavoro di approfondimento, che può partire solo da questo Parlamento. Il tema dell'equità è evidente… Presidente, però c'è veramente una confusione un po' intollerabile.
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, un po' di silenzio, perché faccio fatica ad ascoltare la collega Guerra. Chiedo, per cortesia, di abbassare un po' i toni. Colleghi! Prego.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Dicevo che vi è una questione macroscopica che ormai è rilevante sia sotto il profilo dell'equità che sotto il profilo dell'efficienza. Sotto il profilo dell'equità, i dati di ieri erano abbastanza sconvolgenti. Pensare che, a parità di lavoro, i lavoratori stranieri in Italia prendano uno stipendio più basso, un salario più basso del 26 per cento, ci fa capire che ci sono sacche di sfruttamento inguardabili; il fatto che le donne, a parità di lavoro, prendano il 10 per cento in meno degli uomini è un altro problema serissimo, che si accompagna a una diffusione patologica del part time, e quindi anche a un'insufficienza dei salari.
Sotto questo profilo, vi sono differenze rilevanti fra i giovani e gli anziani, che ci fanno capire che il nostro mercato del lavoro ormai prevede accessi precari, frammentati e mal pagati per la gioventù e quindi per i soggetti più istruiti. È un mercato del lavoro che non è in grado di remunerare adeguatamente i titoli di studio, a cui si accompagna inevitabilmente un profilo di efficienza. C'è un modello di sviluppo che effettivamente sembra fondarsi proprio sulla compressione dei salari - come ci rimandano anche i dati della Commissione europea usciti dieci giorni fa - e che, invece, non è in grado di puntare sull'innovazione, né di stare nella competizione internazionale proprio sotto questo profilo, ma solo su una riduzione del costo.
Di fronte a questi problemi, che sono enormi e che ovviamente richiedono un ripensamento delle nostre politiche industriali e fiscali, vorremmo sentire la Ministra del Lavoro perché ci sono elementi che hanno a che fare specificamente con il suo Dicastero e con le norme che, da questo Dicastero, dal Governo e dalla maggioranza, vengono sfornate con una certa produttività, questa sì elevata, più elevata dei salari. Si tratta, in particolare, della cosiddetta difesa della contrattazione, che, in realtà, si sta svolgendo come annientamento della contrattazione comparativamente più rappresentativa a favore dell'estensione dei contratti meno tutelanti sia dal punto di vista economico che normativo, e dell'opposizione ingiustificata e ingiustificabile nei confronti dell'introduzione, anche in Italia, di un salario minimo legale che negli altri Paesi - dove esiste - è stato aggiornato in presenza dell'inflazione e che, anche laddove non è stato in grado di conservare pienamente il potere reale dei salari (falcidiati da un'inflazione che ha raggiunto punte veramente straordinarie), è stato comunque in grado di frenarne la caduta, cosa che non è avvenuta in Italia.
C'era stato detto - e finisco - che il motivo per cui ci si opponeva a questo salario minimo era perché si sarebbero fatte proposte strabilianti. È passato un anno e mezzo (quasi due anni) e vergognosamente non abbiamo ancora visto niente.
I dati di ieri ci chiedono di interrogare la Ministra sul perché di questa inerzia, anzi, di questo atteggiamento peggiorativo nei confronti di quanto sta succedendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Ci uniamo con forza alla richiesta formulata dal collega Grimaldi di informativa urgente della Ministra Calderone, perché ormai tutte le statistiche, tutti gli enti, i rapporti INAPP, OCSE, Istat (e chi più ne ha più ne metta), ci dicono che le famiglie italiane sono sul lastrico e che c'è un problema enorme di salari in Italia. Noi del MoVimento 5 Stelle lo diciamo dal 2013. Quindi, forse è il caso che la Ministra venga qui, con tutte le sue lauree, e ci racconti perché, in questo Paese, non abbia ancora introdotto un salario minimo legale, perché stia ignorando questo problema, perché faccia finta di non vedere che i salari di questo Paese sono mangiati dall'inflazione e che il lavoro, in questo Paese, è povero. È un lavoro povero di futuro, perché i nostri ragazzi se ne vanno, ed è un lavoro povero di salario, perché sono trent'anni che i salari in questo Paese non crescono. Ancora adesso, siamo l'ultimo Paese OCSE per importo dei salari. E siamo un Paese dove il lavoro è povero di qualità. Ancora, oggi, sono tre i morti sul lavoro.
Quindi, la Ministra del Lavoro perché ignora tutto questo? Perché non è stata nuovamente calendarizzata la nostra proposta di legge sul salario minimo legale? Mi chiedo che cosa stia aspettando.
E a tutto questo si aggiunge il fatto che il mancato rinnovo dei contratti collettivi nazionali va ad aggiungersi a un problema enorme. Veramente, Presidente, le chiedo di insistere, perché la Ministra Calderone alle nostre informative, purtroppo, non risponde; quindi, magari, tramite lei, questa richiesta arriverà. Purtroppo, in questo Paese - lo diciamo ancora una volta - ci sono più di 5,6 milioni di persone in povertà. La povertà sta aumentando anche tra le famiglie operaie.
Presidente, ancora una volta, chiediamo la presenza qui della Ministra Calderone e speriamo che questa volta ci venga a rispondere con risposte puntuali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Colleghi, ancora un po' di pazienza. Ha chiesto di parlare su un altro argomento, sempre sull'ordine dei lavori, il deputato Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Anche quella di ieri è stata una giornata di lutto, triste per il mondo del lavoro, perché sono morti tre lavoratori in poche ore, nello spazio di mezza giornata. Quindi, tre decessi pesanti. Un operaio di 22 anni è morto a Pordenone, in seguito all'esplosione di uno stampo. A Orvieto, un operaio trentottenne è morto travolto da un autocarro, mentre lavorava, oltretutto in A1, per un appalto di Autostrade per l'Italia. Il terzo, a Sant'Antonio Abate, in provincia di Napoli, è rimasto incastrato nel macchinario dell'azienda dei rifiuti per cui lavorava.
Ovviamente, tutti noi ci accorgiamo di questa piaga soltanto quando i morti diventano, in un solo giorno, due, tre, quattro o cinque. Però, è anche il caso di farla finita con i pannicelli caldi.
Noi chiediamo che la Ministra del Lavoro venga in Aula, a questo punto. Non c'è una ricetta, lo sanno tutti, per cambiare da un giorno all'altro questa situazione che caratterizza l'Italia, che è quella del Paese che ha più incidenti mortali, con cause che possono essere individuate e misure che possono essere prese da questo Parlamento.
C'è nei dati, ahimè, nell'analisi delle procedure, il fallimento delle misure del Governo dal punto di vista della sicurezza sul lavoro, purtroppo a partire dalle misure che ha preso questo Governo, a partire dalla patente a punti, che è stata tanto declamata come la soluzione del problema e che, invece, si è rivelata tutt'altra cosa.
Dai dati, dalle informazioni, da quello che dicono le lavoratrici e i lavoratori, le organizzazioni sindacali e i soggetti preposti alla vigilanza emerge che invece c'è una crescente difficoltà ad operare non solo, ma anche a seguito degli interventi del Governo, perché, tra patente a punti e ispezioni concordate, è peggiorata la possibilità di fare prevenzione, di vigilare e di fare le ispezioni.
Quindi, credo che questo sia il momento, senza aspettare altre stragi e altre giornate nere come quella di ieri, di aprire una discussione vera in questo Parlamento sulle misure da adottare a partire dalla presenza della Ministra del Lavoro, che è stata richiamata, qualche attimo fa, rispetto alla condizione dei salari in Italia. Sarebbe il caso di aggiungere, alla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori dal punto di vista dei loro redditi, anche la questione della pericolosità del lavoro in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Purtroppo, per l'ennesima volta, ci tocca piangere per le persone che sono uscite di casa e non sono rientrate. Li voglio ricordare: Daniel Tafa, 22 anni, trafitto da una scheggia incandescente a Maniago: lavorava allo stampaggio a caldo degli ingranaggi industriali. Umberto Rosito, a Orvieto, è stato investito da un TIR: stava attivando un cantiere di lavoro sull'autostrada. Nicola Siciliano, cinquant'anni, stava lavorando a Sant'Antonio Abate, in provincia di Napoli, sullo smaltimento dei rifiuti: incastrato, mentre lavorava, con testa e braccio. Lascia due figli di 15 e 18 anni.
Nel 2024 abbiamo avuto 1.077 morti sul lavoro, lo 0,9 per cento in più rispetto al 2023. Per quanto riguarda gli incidenti strettamente collegati al lavoro: il 17,2 per cento in più rispetto agli incidenti in itinere. A gennaio - dati INAIL di quest'anno - abbiamo avuto il 36,4 per cento in più di morti sul lavoro. Credo sia una situazione assolutamente grave, assolutamente insopportabile. Io credo che questa istituzione debba gridare a gran voce che non se ne può più di tanti morti sul lavoro. È una strage, è una guerra. C'è bisogno di intervenire.
Noi chiediamo che il Ministro del Lavoro venga a riferire in Aula in tempi rapidissimi perché non possiamo che constatare che le politiche sulla sicurezza sul lavoro sono sostanzialmente a zero perché ogni anno aumentano questi incidenti. Credo si debba davvero procedere con le iniziative che, a suo tempo, noi abbiamo proposto: la procura nazionale sul lavoro, fare prevenzione, formazione vera nelle scuole, introdurre anche il reato di omicidio sul lavoro. Sono tutte strategie che noi abbiamo adottato. Credo sia davvero l'ora di farla finita di continuare a piangere i morti sul lavoro perché, altrimenti, se non ci assumiamo questa responsabilità, sono lacrime di coccodrillo.
Ovviamente, alle famiglie va il nostro più accorato cordoglio perché credo davvero sia un danno immenso e incalcolabile. È assolutamente inaccettabile che si esca la mattina per andare al lavoro e non si possa far ritorno la sera a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Colleghi, un po' di silenzio, per cortesia.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io, ovviamente, mi unisco alla richiesta dei colleghi di AVS, dell'onorevole Mari, però vorrei informarla che qui non abbiamo soltanto bisogno di un'informativa. Qui abbiamo bisogno di una relazione annuale sull'emergenza infortuni e incidenti sul lavoro ed è suo obbligo, signor Presidente, convocarla perché l'anno scorso, nel collegato lavoro, è stato approvato un emendamento delle opposizioni che introduceva questa norma di legge. E lo deve fare, signor Presidente, entro il 30 aprile, quando l'attuale Ministra del Lavoro - non sappiamo se lo sarà ancora entro il 30 aprile - dovrà venire qui a relazionare; dovrà scrivere una relazione dettagliata e le opposizioni e il Parlamento tutto potranno emendarla, discuterla e votarla. Per scrivere una relazione, signor Presidente, non c'è bisogno di una laurea: è un obbligo di legge.
E allora - e concludo - qui ci troviamo di fronte non a una semplice emergenza. Siamo davanti a una pandemia, la pandemia dei morti sul lavoro, in un Paese dove ne muoiono tre al giorno e dove lo scorso anno i numeri sono lievitati ulteriormente, più 5 per cento rispetto al 2023: 1.090. Soltanto tra ieri e stamattina tre: a Sant'Antonio Abate, Maniago e Orvieto.
Ora, di fronte a tutto questo e di fronte all'indifferenza dei colleghi della destra - indifferenza, signor Presidente, che la prego di stigmatizzare con forza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) perché stiamo parlando di persone e non stiamo discutendo dei numeri al lotto - io le chiedo di dare seguito a una legge dello Stato.
Il Ministro deve venire a relazionare e il Parlamento deve votare sulle ricette: non è una questione facoltativa, è un obbligo di legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Soumahoro sull'ordine dei lavori, ma su un altro argomento. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Presidente, vorrei chiedere un'informativa urgente del Ministro dell'Interno. In queste ore sono rientrato dall'isola di Lampedusa e ho potuto constatare una situazione, parlando con gli operatori dell'hotspot, parlando con le Forze dell'ordine e parlando anche con i pescatori. In questi giorni, 56 migranti sono partiti dalla città di Sfax, in Tunisia, in Africa e solo dieci di loro sono riusciti a raggiungere l'Italia vivi. Sette corpi sono quelli recuperati; 39 di loro risultano chiusi, dispersi all'interno della pancia del mar Mediterraneo, ormai diventato un cimitero.
Presidente, come ho avuto modo di chiedere più di una volta, ritorno di nuovo a sottolineare l'importanza, la necessità di un cambio di paradigma sul tema della gestione e del governo dei processi migratori. La politica della propaganda non è una soluzione. La politica delle deportazioni non è una soluzione, ma occorre rimettere al centro un nuovo argomento, che si chiama il diritto di restare; il diritto di restare, per consentire a oltre il 60 per cento della popolazione, in questo caso africana (parliamo di 800 milioni di giovani che hanno età al di sotto dei 24 anni), di avere opportunità lavorative, educative, formative sul posto, in loco. E per fare ciò occorre avviare percorsi in termini di educazione, occorrono investimenti, coinvolgendo i Governi locali, quindi, lavorando, per la nostra posizione geografica, di comune accordo con gli stessi Governi. Questo vuol dire affrontare questo tema attraverso un senso di responsabilità, di pragmatismo, al di fuori dei dogmatismi, degli “ismi”; vuol dire rimettere al centro l'essere umano.
Questa è la nostra nuova sfida. Il diritto di restare vuol dire garantire agli stessi giovani di poter realizzare il proprio sogno sul continente africano o su altri continenti, fermo restando la libertà di migrare, un diritto imprescindibile dell'essere umano. E se a dirlo siamo noi italiani, penso che questo valga molto, vuol dire molto (Applausi del deputato Giachetti).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento, l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.
PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sì, ci uniamo a questa richiesta di informativa per un motivo molto semplice: vorremmo capire cosa accade nel Mediterraneo perché quello che riusciamo a vedere è qualcosa di molto grave. Questo è ciò che è accaduto la settimana scorsa al largo di Lampedusa: 10 superstiti, 7 morti recuperati, 39 dispersi. E sappiamo che i dispersi, in queste sciagure, sono morti. E sono morti a pochi metri dalle nostre coste, a pochi metri dalle coste di Lampedusa; ed è quello che è accaduto all'inizio dell'anno, al largo della Tunisia; ed è quello che è accaduto a febbraio, nelle acque internazionali; ed è quello che accade, purtroppo, molto spesso e con numeri drammatici.
Presidente, in questi ultimi anni sono diminuiti gli sbarchi sulle coste dell'Europa, ma non sono diminuiti i morti nelle acque del Mediterraneo, come non sono diminuiti, anzi, sono aumentati i morti nel deserto per arrivare alle acque del Mediterraneo. E allora, al di là di qualsiasi polemica, perché non si fa polemica sui morti, vorremmo però capire come il Governo italiano pensi di affrontare questa strage, perché, Presidente, siamo in un tempo in cui si vede tutto, abbiamo gli strumenti tecnologici per vedere tutto. Siamo in un tempo in cui la sicurezza ha sviluppato grandi sistemi e non possiamo credere che non si vedano le navi dei migranti avvicinarsi alle coste europee e poi scomparire, con il loro carico di vita che diventa carico di morte.
E allora, di fronte alle nostre coste, quel mare, che, per centinaia di anni, per millenni, è stato il mare di mezzo, il mare che unisce le terre, il mare culla di civiltà, oggi è diventato un cimitero. Ma non vogliamo rassegnarci all'idea che le vite dei migranti siano vite di scarto. Presidente, per molti di loro…Le chiederei un pochino di silenzio.
PRESIDENTE. Colleghi! Prego.
PAOLO CIANI (PD-IDP). Per molti dei migranti non possiamo nemmeno ricordare i nomi dopo la morte, come abbiamo fatto per le vittime sul lavoro. Come quella bara bianca, KR46M0, a Cutro, omaggiata dal Presidente della Repubblica Mattarella, dove lo zero finale rappresentava il corpo di un bambino che non aveva compiuto nemmeno un anno. Di fronte a queste morti, di fronte a queste vite spezzate, vorremmo sapere cosa pensa di fare il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. Su questo argomento già sono intervenuta con un intervento di fine seduta, ma mi unisco ai colleghi che hanno chiesto un'informativa al Ministro dell'Interno per capire cosa si sta facendo per fermare questa strage continua, anche in considerazione del fatto che esiste la tecnologia per avvistare i natanti in mare, per prevenire naufragi e per soccorrere le persone in mare. Sono morte - i dati sono stati forniti adesso dal collega Soumahoro - circa 40 persone, donne e bambini. E allora penso che non siano necessarie delle lacrime a posteriori, che a nulla servono.
Serve, invece, un'opera per prevenire questo tristissimo fenomeno, affinché il Mediterraneo continui ad essere culla di civiltà e non un cimitero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Serracchiani ed altri; Comaroli ed altri; Gatta; Barzotti; Rizzetto e Lucaselli; Tenerini: Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche (A.C. 153-202-844-1104-1128-1395-A/R).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 153-202-844-1104-1128-1395-A/R: Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche.
Ricordo che nella seduta del 7 febbraio 2024 l'Assemblea ha deliberato il rinvio in Commissione del testo unificato in esame e che, a seguito di tale rinvio, la Commissione ha predisposto un nuovo testo. Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il seguito della discussione è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).
(Esame degli articoli - Testo unificato - A.C. 153-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
In particolare, il parere della Commissione bilancio reca due condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 5, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
A tal fine il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative riferite agli articoli del testo unificato delle proposte di legge segnalate per la votazione.
ANDREA GIACCONE , Relatore. Grazie, Presidente. Sugli emendamenti 1.2 Mari, 1.9 Aiello, 1.1 e 1.4 Mari e 1.11 Barzotti il parere è contrario. Sull'emendamento 1.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole. Sugli emendamenti 1.16 e 1.17 Sportiello il parere è contrario. Sull'emendamento 2.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento il parere è favorevole. Sull'emendamento 2.2 Mari il parere è contrario. Sull'emendamento 3.1 Marianna Ricciardi il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Parere conforme al relatore.
(Articolo 1 - Testo unificato - A.C. 153-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.2 Mari.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Mari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Aiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Mari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Mari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Passiamo all'emendamento 1.11 Barzotti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Un ultimo appello al Governo, tramite lei, rispetto a questo emendamento. Con questo emendamento noi che cosa chiediamo?
Noi chiediamo che i permessi che oggi andiamo a regolamentare - e, in particolare, qui il congedo straordinario - vengano applicati e sia permesso lavorare: sia permesso lavorare alle persone qualora la prestazione non sia incompatibile con lo stato di salute dei lavoratori e delle lavoratrici affetti da malattie oncologiche.
Ma qual è il senso dell'emendamento? Noi non possiamo sapere a priori quali sono le condizioni delle persone, sia fisiche che mentali. Quindi, è importante che le persone siano messe nelle migliori condizioni possibili in periodi così bui come quelli, appunto, di un periodo di malattie importanti come quelle di cui stiamo discutendo oggi in questo provvedimento.
Quindi, riteniamo che, laddove le persone possano fare dei piccoli lavoretti, si possano tenere impegnate, lo debbano poter fare; e non farlo li costringe a uno stato di isolamento, quando magari questo non è necessario. Lo dico perché tante persone con cui abbiamo interloquito ci danno questo tipo di input, cioè ci dicono: guardate che noi possiamo tranquillamente svolgere, per esempio, una prestazione intellettuale, che non è faticosa a livello fisico, e vorremmo poterlo fare.
Quindi, non capisco l'ostilità nel permettere l'attività lavorativa, ovviamente laddove si può, dato che è non soltanto in linea con logiche di buonsenso, Sottosegretario Durigon, ma anche con la giurisprudenza più recente su queste dinamiche. Nel momento in cui c'è incompatibilità allora effettivamente c'è una ratio, ma dove si può fare non vedo perché negarla, se ciò può addirittura andare a peggiorare lo stato emotivo e la salute psicologica delle persone affette da malattie oncologiche croniche e invalidanti.
PRESIDENTE. Colleghi, un po' di silenzio, per cortesia.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento e per invitare la maggioranza a riflettere e magari anche ad accantonarlo eventualmente. Perché? Perché è un emendamento di assoluto buonsenso. Noi sappiamo che, rispetto a chi è affetto da malattie gravi e, molto spesso, viene condannato all'inattività, la patologia accelera. Può capitare, perché ovviamente il lavoro occupa la testa delle persone, consente loro di vivere in maniera molto più serena e di potersi ancora sentire utili alla società. Per tale ragione, io credo che un emendamento come questo, che non costa nulla e che, però, darebbe una speranza a migliaia di persone, varrebbe la pena approvarlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare anche l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Noi, nel lavoro in Commissione e anche con gli emendamenti che abbiamo appena votato, abbiamo provato a migliorare il provvedimento con riferimento a una serie di punti di vista. In alcuni casi, è vero - diciamo così - che c'erano problemi dal punto di vista delle risorse. Il nostro voto favorevole - poi lo diremo in dichiarazione di voto - mira soprattutto ad aprire un percorso, la possibilità rispetto alla necessità - bisogna dirlo - di migliorare ulteriormente questo provvedimento. Quindi, lo prendiamo come l'apertura di una porta. Però, questo emendamento della collega Barzotti, che anche noi chiediamo di sottoscrivere, ha una natura diversa, perché qui c'è una rigidità che non si spiega dal punto di vista delle risorse necessarie.
Se per tutelare questi lavoratori dal punto di vista previdenziale - è ovvio - era necessario mettere in campo risorse e se anche dal punto di vista dell'anzianità di servizio, della continuità lavorativa e della progressione di carriera la cosa aveva bisogno di approfondimenti (che non sono stati fatti appieno ma che potevano comportare l'impegno di risorse da parte dello Stato), qui, invece, non siamo di fronte a questa situazione.
Qui stiamo parlando della possibilità per questi lavoratori, come dicevano i colleghi prima di me, di continuare a esercitare un'attività compatibile con la loro patologia, che, però, abbia anche una funzione terapeutica. Stiamo, infatti, parlando di specifici lavoratori che sono in una condizione molto particolare e che il Parlamento sta cercando di aiutare, ma non li aiuta del tutto anche quando può farlo.
È molto strano, perché - e poi lo diremo - anche il provvedimento che stiamo adottando ha dei vuoti molto significativi dal punto di vista del nostro andare incontro a quella condizione: ci andiamo incontro ma fino a un certo punto. Quando possiamo andare incontro a quella condizione senza oneri per lo Stato, non si spiega per quale motivo non lo facciamo. Davvero non si spiega e c'è una inspiegabile rigidità. Per questo, non solo sottoscriviamo, ma mi unisco anche alla richiesta dei colleghi - del collega Scotto in particolare - di valutare un accantonamento per una valutazione più attenta.
PRESIDENTE. Chiedo al relatore e al Governo, visto che c'è stata una richiesta di accantonamento, se c'è questa disponibilità. No: dice di no il relatore e dice di no il Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Non posso insistere sulla richiesta di accantonamento ma, ovviamente, possiamo chiedere di sottoscrivere, perché è un emendamento che ha grande buonsenso, che non ha assolutamente controindicazioni e va nella direzione di accompagnare il percorso di queste persone più sfortunate. Non ci spieghiamo la rigidità del Governo e chiediamo di sottoscrivere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Barzotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 6).
Passiamo all'emendamento 1.16 Sportiello.
Ha chiesto di parlare la deputata Sportiello. Ne ha facoltà.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Io intervengo perché spero che, a differenza delle tante altre volte in cui ho proposto questo emendamento, quest'Aula possa ricredersi e possa valutare in maniera non pregiudizievole e aprioristica la proposta che presento, cioè quella di introdurre in maniera strutturale - una volta per tutte - la possibilità, per i lavoratori e le lavoratrici fragili o per i genitori di minori di 14 anni, di poter ricorrere allo smart working.
Io veramente faccio fatica a capire quale sia il motivo per cui ogni volta viene respinta questa richiesta. Eppure, è una richiesta che potrebbe aiutare tutte quelle persone che, per i motivi che ho citato, non possono andare sul luogo di lavoro, oppure sarebbe un grande aiuto per quei genitori che hanno difficoltà a coniugare il lavoro con il carico di cura, che troppo spesso grava sulle spalle delle donne ma che, in realtà, dovrebbe essere distribuito su tutti i genitori.
Allora chiedo veramente a quest'Aula di fare una valutazione scevra da posizionamenti politici e di riconoscere finalmente, una volta per tutte, ripeto, in maniera strutturale, senza ulteriori proroghe che lascino nell'incertezza i lavoratori e le lavoratrici, la possibilità di ricorrere allo smart working per i lavoratori e le lavoratrici fragili ma anche per i genitori di minori sotto i 14 anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Per sottolineare l'importanza di questo emendamento e sottolineare il fatto che è veramente inspiegabile, colleghi, il motivo per cui ci sono alcune rigidità. Prima abbiamo parlato dell'emendamento sull'incompatibilità dello stato di salute rispetto alla prestazione lavorativa, che non aveva costi; adesso stiamo parlando della possibilità di introdurre in modo strutturale il lavoro agile per le persone con fragilità e, in particolare, con le patologie trattate in questa proposta di legge.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 16,03)
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Non ho ancora capito, dopo tre anni - il Governo non ce l'ha spiegato - perché non si voglia introdurre lo smart working per agevolare la prestazione lavorativa delle persone più fragili e comunque in generale. Ci hanno detto genericamente che...
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). ...c'è un problema di costi, ma in realtà non è così. Questo è frutto di una concezione vecchia del lavoro, Presidente, perché chi lavora in lavoro agile lavora! Non è che sta lì a non fare nulla. Per cui è inspiegabile! Anche in questo senso, chiediamo che il relatore e il Governo accantonino questo emendamento perché è di buon senso, è un passo in avanti importante che aspettiamo da anni...
PRESIDENTE. Deve concludere, grazie.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). ...e in relazione al quale non sappiamo da dove derivi questo diniego.
PRESIDENTE. Onorevole Giaccone, qual è il parere sulla richiesta di accantonamento?
ANDREA GIACCONE , Relatore. Parere contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà, per un minuto.
ANDREA QUARTINI (M5S). Sì, Presidente, anch'io chiedo con forza che venga accantonato. È veramente inspiegabile - io direi inaccettabile - che, dal 2022, da quando siamo stati eletti, almeno due o tre volte l'anno venga respinto questo emendamento. È un emendamento che non ha costi, come diceva la collega Barzotti. È un emendamento per cui la gente lavora.
In questo emendamento si chiede di fare questa operazione del lavoro agile per le situazioni patologiche, non per tutti. Noi lo vorremmo per tutti, ci mancherebbe altro, però lo chiediamo per le persone affette da patologie gravi o per i genitori che hanno figli con patologie gravi. È assolutamente inspiegabile. Per cui io chiedo che venga votata anche l'ipotesi di accantonamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Vi è una richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.16 Sportiello.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Parla a favore o contro?
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Intervengo a favore della richiesta di accantonamento. Tutti quanti, a partire da me, quando si apre una discussione parlamentare e le opposizioni provano a portare avanti proposte costruttive a costo zero, senza alcun impatto sulla finanza pubblica, che aiutino una legge come questa, di civiltà, unitaria - io vorrei sottolineare l'aspetto unitario di questo sforzo che ha fatto il Parlamento - dobbiamo imparare ad ascoltarci.
Quando c'è una richiesta di accantonamento si dice: “Beh, forse possiamo prenderci dieci minuti in più per riformulare un emendamento e per provare poi a portare a casa un equilibrio ancora più avanzato di quello che abbiamo raggiunto”. È stato lo spirito che ha animato tutto il lavoro della Commissione in queste settimane, anzi in questi mesi. Anche quando c'era un continuo ping-pong tra la Commissione lavoro e il Ministero dell'Economia e finanza, alla fine siamo riusciti ad arrivare a un risultato. Siamo a un passo. Invito i colleghi della maggioranza a fare un passo ulteriore.
PRESIDENTE. Qualcuno chiede di parlare contro? No, passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.16 Sportiello, con il parere contrario del relatore.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 51 voti di differenza.
Essendo stata respinta la richiesta di accantonamento, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.16 Sportiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Passiamo all'emendamento 1.17 Sportiello. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sportiello. Ne ha facoltà.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Presidente, abbiamo appena respinto l'emendamento con cui chiedevamo di rendere strutturale lo smart working su richiesta per i lavoratori e le lavoratrici con disabilità; in questo emendamento, invece, proponiamo di superare una discriminazione. Se noi introduciamo una norma per cui diciamo che, decorso il periodo di congedo, il lavoratore dipendente ha diritto, al rientro al lavoro, ad accedere prioritariamente alla modalità di lavoro agile, ove la prestazione lavorativa lo consenta, ci siamo chiesti e vi chiediamo soprattutto (perché noi la risposta ce l'abbiamo): ma secondo voi, invece, qualora la prestazione lavorativa non lo consenta, quali tutele dovrebbe avere il lavoratore o la lavoratrice che rientra al lavoro? E allora vi abbiamo fatto una proposta: vi abbiamo detto di equiparare l'assenza al periodo di ricovero e di escluderlo dal periodo di comporto. Mi spiegate come è possibile dire “no” a una richiesta del genere? Mi spiegate come è possibile giustificare che, laddove il lavoro lo consenta, viene riconosciuto lo smart working per tutelare quel lavoratore o quella lavoratrice e, qualora invece il lavoro non lo consenta, quel lavoratore o quella lavoratrice non ha alcun tipo di tutela riconosciuta?
Ma qui non è che si possono prendere posizioni politiche di appartenenza partitica! Questo non solo è buon senso ma è anche un senso del diritto, dell'ingiustizia, della discriminazione. Ma è possibile che non ce l'abbiate proprio innato dentro di voi? Perché davvero è incredibile che voi possiate votare contro un emendamento del genere.
Allora, solo affinché tutti sappiate cosa state votando, vi elenco per quali lavoratori e quali lavoratrici chiediamo il riconoscimento di questo diritto: per i lavoratori dipendenti pubblici e privati in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità, nonché per i lavoratori in possesso di certificazione rilasciata dai medici di medicina generale o dai medici del Servizio sanitario nazionale, attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche, patologie cronico ingravescenti degenerative, o dallo svolgimento di relative terapie salvavita. Questi sono i lavoratori e le lavoratrici di cui stiamo parlando. Avete davvero il coraggio di voltargli le spalle? Complimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.17 Sportiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 9).
(Articolo 2 - Testo unificato - A.C. 153-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Se nessuno chiedere di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 10).
Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 2.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, interamente sostitutivo dell'articolo 2, l'emendamento 2.2 Mari risulta precluso e non si procederà alla votazione dell'articolo stesso.
(Articolo 3 - Testo unificato - A.C. 153-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.1 Marianna Ricciardi. Se non vi sono richieste di intervento, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Marianna Ricciardi, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 11).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 12).
(Articolo 4 - Testo unificato - A.C. 153-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 13)
Colleghi, passiamo agli ordini del giorno (Commenti del deputato Donno)… Onorevole Donno, che è successo (Il deputato Donno: “Presidente, là fanno i pianisti. Ripetiamo il voto!”)? Colleghi, c'è qualcuno che ha votato per altri colleghi? Guai se fosse così, ovviamente. Non deve accadere. Invito, anzi, i Segretari a prestare attenzione e a segnalare eventuali anomalie, che non sono ammesse.
(Esame degli ordini del giorno - Testo unificato - A.C. 153-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Avverto che l'ordine del giorno n. 9/153-AR/18 Serracchiani è stato ritirato dalla presentatrice.
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Presidente, chiedo una sospensione di dieci minuti.
PRESIDENTE. Ha bisogno di una sospensione? Allora, il Governo chiede una sospensione di dieci minuti. A questo punto, sospendiamo la seduta, che riprenderà alle 16,25.
La seduta, sospesa alle 16,15, è ripresa alle 16,30.
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/1 Mari, espunte le premesse, il parere è favorevole previa la seguente riformulazione: “valutare l'opportunità nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/2 Zanella, espunte le premesse, il parere è favorevole previa la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/3 Gardini il parere è favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/153-AR/4 Aiello, espunte le premesse, è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/5 Barzotti, espunte le premesse, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/6 Tucci, espunte le premesse, il parere è favorevole, previa la seguente riformulazione: “a valutare l'adozione di opportune iniziative volte a garantire il rispetto di quanto previsto dal decreto-legge n. 81 del 2008 sull'idoneità alla mansione specifica, nonché ad assicurare le tutele a favore del lavoratore che fruisce del lavoro agile, ai sensi del provvedimento, al fine di evitare condotte discriminatorie e ritorsive”.
PRESIDENTE. Colleghi, dovremmo prestare attenzione, perché altrimenti, poi, abbiamo problemi quando andiamo a votare e mi chiedete di rileggere. Quindi, se mi aiutate con il silenzio, noi registriamo bene il parere del Governo. Colleghi! Onorevole Vinci, mi dà una mano? Onorevole Fornaro, mi dà una mano?
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/7 Carotenuto, espunte le premesse, il parere è favorevole, previa la seguente riformulazione: “valutare la possibilità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di incrementare le ore di permesso previste nel provvedimento in esame e di estendere i predetti permessi anche ai caregiver familiari”.
PRESIDENTE. Colleghi, quello che avete sentito era l'onorevole Fornaro, che, a rischio di fratturarsi la mano, invitava a fare silenzio. Lo ringrazio per il sacrificio.
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/8 Sportiello il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/10 Gadda, espunte le premesse, il parere è favorevole, previa la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di adottare ulteriori iniziative, anche normative, volte a rafforzare la tutela a favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, nonché da malattie invalidanti o croniche, anche rare”. Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/11 Bonifazi, espunte le premesse, il parere è favorevole, previa la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/12 Giachetti, espunte le premesse, il parere è favorevole, previa la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/13 Boschi, espunte le premesse, il parere è favorevole, previa la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/14 Faraone, espunte le premesse, il parere è favorevole, previa la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di incrementare le ore di permesso previste dal provvedimento all'esame e di estendere i predetti permessi anche ai caregiver familiari”.
Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/15 Del Barba il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/16 Gruppioni, espunte le premesse, il parere è favorevole, previa la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di adottare ulteriori iniziative, anche normative, volte a rafforzare la tutela, riconoscendo il congedo non solo per le cure, ma anche per le visite, esami e terapie di tipo riabilitativo e prevedendo l'aumento del periodo previsto per il riconoscimento dell'indennità di malattia per i lavoratori autonomi affetti da patologie oncologiche e iscritti alla gestione separata INPS”.
PRESIDENTE. Non è che l'abbia capita molto, però, poi, casomai, se qualcuno non l'ha sentita, lo ripetiamo.
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/17 Gianassi, espunte le premesse, il parere è favorevole, previa la seguente riformulazione: “valutare la possibilità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di accompagnare le misure previste dal provvedimento in esame con ulteriori iniziative normative di competenza, volte a colmare l'attuale quadro normativo prodottosi a seguito dell'entrata in vigore delle citate disposizioni di cui all'articolo 1, commi dal 927 al 944, della legge n. 234 del 2021, riconoscendo le medesime tutele in caso di malattia, infortunio, maternità e malattia dei figli minori anche ai professionisti che esercitano le attività professionali disciplinate dalla legge n. 4 del 2013”.
Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/19 Longi il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Favorevole secco, quindi. Sulla ruota degli ordini del giorno c'è ora il n. 9/153-AR/20 Ciancitto.
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/20 Ciancitto il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”
PRESIDENTE. Benissimo. Allora, adesso noi recuperiamo cortesemente le riformulazioni, così eventualmente diamo conto esattamente di cosa è stato riformulato. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/153-AR/1 Mari. Onorevole Mari, accetta la riformulazione? Colleghi del gruppo AVS? Onorevole Grimaldi, mi date… ah scusi, era davanti a me, io guardavo a sinistra. Prego, quindi, accetta la riformulazione? Accetta, grazie (Il deputato Scotto: “Sempre guardare a sinistra”). Non esageriamo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/153-AR/2 Zanella. Accetta la riformulazione, onorevole Zanella? Interviene l'onorevole Mari. Siamo sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/2 Zanella. Onorevole, lo vuole mettere ai voti? È riformulato, accetta la riformulazione? Accetta.
Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/3 Gardini il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/153-AR/4 Aiello è accolto come raccomandazione. Onorevole Aiello, accetta l'accoglimento come raccomandazione? Accetta.
Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/5 Barzotti il parere è favorevole. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/153-AR/6 Tucci: accetta la riformulazione, onorevole Tucci? Onorevole Barzotti, sul suo ordine del giorno il parere è favorevole.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Chiedo se sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/6 Tucci può darmi la riformulazione.
PRESIDENTE. Intanto, il suo ordine del giorno, che era il n. 9/153-AR/5, lo abbiamo portato a casa. Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/6 Tucci, lei chiede se cortesemente il Sottosegretario Durigon ci può rileggere la riformulazione.
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Allora, il parere è favorevole, espunte le premesse, con la seguente riformulazione: “a valutare l'adozione di opportune iniziative volte a garantire il rispetto di quanto previsto dal decreto-legge n. 81 del 2008 sull'idoneità alla mansione specifica, nonché ad assicurare le tutele a favore del lavoratore che fruisce del lavoro agile, ai sensi del provvedimento, al fine di evitare condotte discriminatorie ritorsive”.
PRESIDENTE. Onorevole Barzotti, è chiara la riformulazione?
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. No, non accettiamo la riformulazione perché non ha senso l'espunzione delle premesse. Sono tutte premesse di buon senso, per cui lo mettiamo in votazione.
PRESIDENTE. Mi conferma, invece, che sul suo ordine del giorno n. 9/153-AR/5 aveva accettato la riformulazione? Non l'aveva accettata. Quindi, dobbiamo porre in votazione anche l'ordine del giorno n. 9/153-AR/5 Barzotti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/5 Barzotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/6 Tucci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/153-AR/7 Carotenuto. Onorevole, accetta la riformulazione? Non c'è l'onorevole Carotenuto. Se mi date un segnale… lo accettiamo? Onorevole Quartini, è un sì? Accettate la riformulazione? Sì, è accettata. Va bene, incrociamo gli sguardi languidi…
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/153-AR/8 Sportiello, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/8 Sportiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/153-AR/10 Gadda. Onorevole Gadda, accetta la riformulazione?
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione di questo ordine del giorno perché è troppo generica. Noi con questo ordine del giorno chiediamo di estendere l'opportunità per pazienti e patologie oncologiche rispetto sicuramente alle terapie, ma anche a periodi prolungati di cure e convalescenza. Quindi, le proposte che noi facciamo - stiamo parlando semplicemente di un ordine del giorno - vanno nella direzione di estendere, da un lato, l'informazione al lavoratore rispetto al termine di scadenza del periodo di comporto.
Poi prevediamo una serie di proposte e di richieste rispetto al calcolo del periodo di comporto, estendendolo anche - cosa che non fa l'attuale normativa - alle terapie salvavita, quindi anche ai ricoveri e ai day hospital che sono necessari per avere un accesso alle cure che sia omogeneo, come rileviamo nel nostro ordine del giorno, e che possa portare a non perdere il posto di lavoro, offrendo opportunità a tanti lavoratori e lavoratrici. Quindi, no, non lo accettiamo.
Per quanto riguarda gli altri ordini del giorno troviamo abbastanza anomalo che si preveda di escludere le premesse, ma accetteremo, invece, le riformulazioni degli altri ordini del giorno. Quindi, “no” alla riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/153-AR/10 Gadda, mentre “sì” sulle altre.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/10 Gadda, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Conseguentemente alla dichiarazione dell'onorevole Gadda, gli ordini del giorno n. 9/153-AR/11 Bonifazi, n. 9/153-AR/12 Giachetti, n. 9/153-AR/13 Boschi, n. 9/153-AR/14 Faraone, n. 9/153-AR/15 Del Barba e n. 9/153-AR/16 Gruppioni sono accolti con le riformulazioni proposte dal Governo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/153-AR/17 Gianassi.
Accettate la riformulazione, onorevole Gianassi e onorevole Serracchiani? Accettate sì o no? Sì, accettate.
Sull'ordine del giorno n. 9/153-AR/19 Longi il parere è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/153-AR/20 Ciancitto. Accetta la riformulazione? Sì, accetta la riformulazione.
(Dichiarazioni di voto finale - Testo unificato - A.C. 153-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare il deputato Franco Manes. Ne ha facoltà.
FRANCO MANES (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Oggi non stiamo semplicemente votando un provvedimento tecnico, ma stiamo decidendo se un lavoratore, in uno dei momenti più intensi e difficili della propria vita, potrà contare o meno su uno Stato che non lo abbandoni.
Signor Presidente, stiamo dicendo se chi lotta contro una malattia oncologica, invalidante o cronica, debba affrontare, oltre al dolore e alla paura, anche l'angoscia di perdere il proprio lavoro. Una proposta di legge attraverso un testo unificato che non è solo un insieme di articoli, ma è un atto di giustizia: è il riconoscimento che la malattia non può e non deve tradursi mai in isolamento, precarietà e abbandono.
Siamo, quindi, soddisfatti che questo atto, che andiamo ad approvare oggi, sia frutto di un lavoro congiunto e trasversale, che ha visto la convergenza di sensibilità politiche differenti su un tema di grande rilevanza.
È una proposta di legge che si inserisce nel cuore del nostro ordinamento e della nostra Costituzione e riconosce la salute come un diritto fondamentale della persona e della società. Ma oggi quel diritto, il diritto alla salute, si intreccia con un altro diritto inalienabile, quello al lavoro. L'intervento legislativo in discussione intende, quindi, offrire finalmente risposte concrete a migliaia di cittadine e cittadini che nel momento più difficile della loro vita si trovano davanti a una scelta inaccettabile: curarsi o lavorare. È una scelta che spesso ha visto famiglie frantumarsi, donne e uomini crollare psicologicamente, ritenendosi solamente dei pesi e non più delle risorse per la nostra società.
Questo testo unificato prevede, invece, misure di civiltà e di giustizia sociale: la conservazione del posto di lavoro per un massimo di 24 mesi in caso di malattie gravi; il diritto a permessi retributivi aggiuntivi per esami e cure; l'accesso al lavoro agile durante le terapie; il diritto a una nuova mansione compatibile con le condizioni fisiche…
PRESIDENTE. Perdoni, onorevole Manes. Colleghi, dobbiamo fare silenzio e ascoltare le dichiarazioni di voto. Chi non è interessato lasci l'Aula, ma eviti di disturbare. Aspetti, onorevole Manes, che ci sia silenzio, per cortesia. Io sono interessato. Prego, onorevole Manes.
FRANCO MANES (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Come dicevo, l'integrazione delle commissioni ASL, con medici oncologhi e psicologi nei casi delle malattie oncologiche. Sono tutte disposizioni che mirano non solo a tutelare, ma a dignificare la condizione dei lavoratori più fragili. È un passo avanti fondamentale, un primo solco tracciato, ma non può e non deve essere l'ultimo.
Per questo vogliamo porre un ulteriore obiettivo a media scadenza che riteniamo irrinunciabile: definire un aggiornamento normativo, in modo organico e legislativo, alla presa in carico e alla cura delle donne affette da tumore al seno metastatico. Una patologia, questa, che prevede terapie circoscritte a cure prevalentemente farmacologiche.
È, quindi, necessario individuare e agevolare nuovi percorsi di ricerca e di studio e nuove applicazioni terapeutiche, tenendo conto che in parte queste tipologie di tumori derivano da mutazioni patogeniche in geni di predisposizione e, quindi, ereditarie. Sono misure, queste, non solo necessarie ma urgenti, perché il tumore al seno metastatico è oggi una condizione spesso invisibile e invalidante non adeguatamente riconosciuta e le donne che lo affrontano non solo combattono una battaglia clinica, ma anche una battaglia per il riconoscimento lavorativo, sociale, istituzionale e sanitario.
Occorre, quindi, che questo Parlamento continui ad impegnarsi, fin da ora, a trasformare gli impianti normativi esistenti in un nuovo percorso aggiornato al modificarsi della ricerca, della società e al ruolo sempre più preminente delle donne.
Onorevoli colleghi, con questo provvedimento, che andremo a votare, riaffermiamo, quindi, che nessuno deve essere lasciato solo nella malattia oncologica, cronica e invalidante, e nessuno deve perdere il proprio lavoro a causa della malattia. Questa legge, quindi, è un gesto di responsabilità verso i cittadini e verso la nostra coscienza collettiva.
Concludo, signor Presidente, ringraziando personalmente la collega, onorevole Serracchiani, per avermi permesso di analizzare e sottoscrivere la proposta di legge, e tutti i colleghi che hanno voluto ribadire, con la presentazione di diversi progetti di legge in maniera trasversale, l'attenzione del Parlamento a una tematica estremamente importante.
Annunciamo, convintamente, il voto favorevole della componente Minoranze Linguistiche sul presente testo unificato delle proposte di legge, perché riteniamo e ribadiamo che questa legge non è un privilegio ma un diritto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Vorrei innanzitutto ringraziare i colleghi di maggioranza e di opposizione, a cominciare dall'onorevole Serracchiani, per il lavoro che hanno profuso per raggiungere questo obiettivo, perché sappiamo tutti che è stato un percorso molto complesso e articolato come ogni volta in cui ci sono delle iniziative parlamentari che richiedono coperture finanziarie, quindi che richiedono, da parte del Governo, una disponibilità in termini di oneri.
Premetto che il gruppo di Italia Viva voterà a favore di questa proposta di legge, perché è un provvedimento che consente un piccolo passo in avanti rispetto alla tutela dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici con malattie oncologiche, con malattie croniche e invalidanti. Quindi, è sicuramente meglio un piccolo passo in avanti che restare fermi.
Tuttavia, il nostro “sì” a questa proposta di legge è un “sì” senza entusiasmo, senza toni trionfalistici. È un “sì” molto tiepido perché, purtroppo, il provvedimento è stato molto ridotto rispetto a quelle che erano le proposte iniziali dei primi firmatari e noi ci auguriamo che al Senato possano esserci modifiche significative, si possa tornare sopra a questo testo di legge e, magari, raggiungere quegli obiettivi che non sono stati raggiunti alla Camera.
I nostri ordini del giorno vanno in quella direzione e il nostro lavoro proseguirà al Senato. Ci dispiace che il Governo, anche in occasione degli ordini del giorno, non abbia voluto assumere degli impegni puntuali ma piuttosto generici. Questo perché noi sappiamo che nel nostro Paese, per fortuna, non partiamo da zero: abbiamo già un complesso di norme che riconosce, comunque, alle persone con malattie gravi dei diritti.
Ciò detto, purtroppo, queste tutele sono ancora insufficienti, soprattutto per far fronte alle esigenze nuove che sono emerse anche grazie ai progressi della ricerca, della medicina, della scienza, che oggi consentono sempre più, anche a fronte di malattie oncologiche, di avere delle guarigioni in alcuni casi o, comunque, una cronicizzazione della malattia che consente comunque ai pazienti oncologici di proseguire nell'attività professionale, nell'attività lavorativa.
In Italia, coloro che hanno avuto una diagnosi di tumore e sono sopravvissuti a una diagnosi di tumore sono 3 milioni e mezzo: di questi, uno su tre è in età lavorativa. Quindi, si tratta, comunque, di numeri importanti.
Rispetto alle esigenze di tutela dei lavoratori e di reinserimento nella società dei malati oncologici è molto chiaro anche il piano oncologico europeo, che prevede, già dal 2021, che siano messe in campo azioni concrete per evitare che ci possano essere discriminazioni per questi lavoratori o, addirittura, ostacoli ingiusti.
E, soprattutto, il nostro Piano oncologico nazionale prevede che si contrasti il fenomeno di abbandono del posto di lavoro, a causa della necessità di curarsi, da parte delle persone con malattie oncologiche, cercando di puntare non solo a una maggiore informazione e comunicazione dei diritti e delle tutele già oggi esistenti per i malati, per i loro familiari e per i caregiver (sappiamo che, spesso, queste norme rimangono senza attuazione concreta, perché non vengono attivate da chi pure avrebbe diritto a chiedere che queste norme trovassero applicazione), ma anche e soprattutto a fare nuove azioni, perché possano essere consentite ai lavoratori una maggiore flessibilità e, quindi, migliori condizioni di conciliazione del lavoro con le proprie esigenze di cura, di terapia, soprattutto nel follow-up.
Questa legge è abbastanza circoscritta, anche perché prevede, sì, il congedo per due anni, senza perdere il proprio posto di lavoro, ma è un congedo che non consente di svolgere altre attività, di fare progressioni di anzianità; non è retribuito, non è prevista nemmeno la contribuzione. Inoltre, questa legge riconosce il lavoro agile solo dopo il decorso di questi due anni di tempo.
Noi chiediamo invece che il lavoro agile - compatibilmente con l'organizzazione lavorativa - possa essere concesso subito, un po' come avviene, grazie alla legge Biagi, con il part time. Infatti, abbiamo visto come, durante il COVID, purtroppo anche nelle tragedie, possano emergere realtà positive da prendere come esempio: il lavoro agile è stato uno strumento effettivamente prezioso per i lavoratori fragili. E sappiamo soprattutto che anche la malattia ha effetti non solo sulla salute, ma anche sulla sfera economica.
Si parla di vera e propria tossicità finanziaria collegata alle malattie oncologiche dovuta non solo alle spese di cura, ma anche al mancato guadagno, perché magari si lavora meno, si lavora in modo frammentario o addirittura si deve rinunciare al posto di lavoro. Circa il 70 per cento delle persone malate di tumore ha un decremento, una riduzione del proprio patrimonio, della propria capacità finanziaria. E sappiamo, invece, quanto sia importante, anche da un punto di vista psicologico, relativamente alla cura, poter proseguire nel lavoro, poter continuare a lavorare e poter proseguire la propria professione per chi, ovviamente, è in condizioni di farlo e desidera farlo. Uno studio molto interessante dell'Istituto nazionale dei tumori di Napoli di qualche tempo fa ha dimostrato che chi perde il lavoro dopo una malattia oncologica ha il 20 per cento in più di probabilità di riammalarsi e, purtroppo, di morire. Quindi, credo che il lavoro sia una componente importante anche da un punto di vista sociale.
Ed è importante anche che questa legge possa andare incontro a esigenze che sono sicuramente sentite da tutti i lavoratori, in modo particolare dai lavoratori autonomi, dai liberi professionisti, dai commercianti, dagli artigiani, perché sono quelli più esposti, in caso di malattia, perché minori sono le tutele offerte dagli enti o dalle casse di previdenza, se non in modo saltuario e molto limitato. Quindi, nella legge, avevamo chiesto che ci fosse anche un atto di indirizzo verso le casse di previdenza, verso gli enti, perché si adeguassero.
È molto importante che, oltre a questa maggiore omogeneità tra lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi, ci possa essere un'equiparazione tra lavoratori pubblici e lavoratori privati. È quello che abbiamo chiesto anche rispetto al periodo di comporto.
Vice Ministra, elenco alcune delle proposte che si ritroverà al Senato da parte di Italia Viva, per le quali ringraziamo anche la collaborazione stretta che abbiamo avuto con FAVO e con altre associazioni rappresentative dei pazienti o del volontariato oncologico, che hanno fornito un contributo importante e che noi pensiamo la legge dovrebbe espressamente prevedere come interlocutori privilegiati anche del Governo, nella fase attuativa o, comunque, nella redazione di proposte di legge che riguardano un mondo che loro conoscono in prima persona e sul quale possono avere veramente il polso della situazione.
Tra queste proposte, ce n'è una a costo zero, che, però, sarebbe molto importante: quella di porre l'obbligo per il datore di lavoro di comunicare che si sta per esaurire il periodo di comporto, almeno 30 giorni prima che questo avvenga. Sembra una banalità, ma sappiamo bene che, in concreto, quando una persona deve curarsi, seguire i propri trattamenti terapeutici, oltre alla complessità del calcolo, a volte, perde di vista la scadenza di questo termine. E abbiamo visto sentenze che, per fortuna, hanno reintegrato lavoratori che erano stati illegittimamente licenziati proprio per avere oltrepassato questo periodo di comporto. Ma non possiamo affidarci al singolo magistrato; occorrerebbe una tutela nella legge.
Occorrerebbe, altresì, prevedere che non vi sia la possibilità del lavoro notturno per questi malati oncologici, come oggi è previsto per i caregiver di persone con handicap gravi. Sarebbe importante che si ampliassero le ore previste per le visite, non soltanto 10 ore all'anno; sarebbero necessarie almeno 10 ore al mese. Sarebbe importante ripristinare la norma che era in alcune proposte, che è stata espunta nel testo che approviamo oggi alla Camera, che vieta e punisce i datori di lavoro che fanno atti di discriminazione o, addirittura, di recriminazione nei confronti dei lavoratori oncologici che semplicemente chiedono il lavoro agile, quindi, chiedono di poter accedere ai propri diritti.
Ecco, credo siano tante le cose che si possano fare, compresa, almeno nei periodi di congedo, senza retribuzione (dovrebbero essere retribuiti), la contribuzione figurativa, per chi in quel periodo non percepisce uno stipendio. Avanzeremo molte altre proposte al Senato.
Io credo sia importante riconoscere che già la legge sull'oblio oncologico - di cui sono stata relatrice e che abbiamo approvato all'unanimità in quest'Aula - prevede una norma importante, che riguarda non solo i malati guariti (come l'oblio oncologico), ma tutti i malati oncologici, cioè le politiche attive per il reinserimento nel mondo del lavoro e soprattutto per evitare che ci siano discriminazioni nel mondo del lavoro. È l'unica parte della legge che ancora non ha avuto attuazione, manca questo decreto da parte del Governo. Mi auguro che i tempi siano celeri e che anche questo ci aiuti a migliorare il testo di questa legge al Senato, a fare un ulteriore passo in avanti, perché penso che sia l'obiettivo condiviso di tutta l'Aula…
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). ...di tutte le forze politiche. Concludo, Presidente, dicendo che sempre più oggi, rispetto a tante persone che hanno malattie croniche invalidanti, i malati oncologici in particolare, dobbiamo porci il tema non solo di quanto si vive, che è la priorità, ma di come si vive. Questa legge dovrebbe aiutare a garantire di vivere meglio (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Questa norma ha avuto un iter lungo e sofferto, che ha impattato innanzitutto sulle esigenze di bilancio. Non esagero nel dire che tutti i colleghi che hanno proposto questo provvedimento avevano maggiori ambizioni, eppure a questo punto, lo dico fin da subito, siamo assolutamente convinti del nostro voto favorevole, proprio perché si apre una discussione che prende atto della situazione, ma che, allo stesso tempo, riconosce che, dal punto di vista delle garanzie e delle tutele per i lavoratori affetti da malattie oncologiche, è del tutto evidente che la nostra legislazione non è al passo, anche con i risultati della medicina che oggi offrono fortunatamente maggiori prospettive di vita.
C'era l'esigenza di assumere un provvedimento, avrebbe dovuto avere più forza, più coraggio, ma questo rappresenta sicuramente un passo in avanti.
Noi ci siamo soffermati in particolare su alcuni aspetti. Non siamo riusciti ad apportare modifiche significative nella fase emendativa, però, qualche minuto fa, sono stati accolti due ordini del giorno, che secondo noi sono particolarmente importanti. Perché? Con riferimento ai 24 mesi che si aggiungono al periodo di assenza da malattia - 24 mesi che sono non di malattia, ma di permesso, di aspettativa -, purtroppo, la norma presenta ancora limiti significativi, perché, se, dal punto di vista sostanziale, si tratta di un pezzo di un prolungamento del periodo di malattia, perché quello è un lavoratore malato a tutti gli effetti, le garanzie della malattia non sono state introdotte nel provvedimento.
E quindi questi lavoratori, malati oncologici, beneficiano di quello che viene indicato nel titolo della norma, della conservazione del posto di lavoro, ma, allo stesso tempo, purtroppo, hanno una serie di penalizzazioni che - se riflettiamo - per chi attraversa un periodo così difficile della propria vita, della propria esistenza, sono davvero delle penalizzazioni.
Innanzitutto non possono svolgere un'altra attività lavorativa, questo l'abbiamo detto già nella discussione. Questa contrarietà del Governo e della maggioranza rispetto alla possibilità che questi lavoratori, anche dal punto di vista terapeutico, potessero fare attività lavorativa non si spiega tanto, perché molto probabilmente avrebbe avuto o nessun costo o costi davvero irrisori e questo, invece, sarebbe stato sicuramente necessario introdurlo nella misura.
Ma questi lavoratori, in questo periodo - che, poi, è un periodo significativo, si tratta di due anni, che nella vita lavorativa oggi contano molto -, non beneficiano dei contributi dal punto di vista previdenziale né dell'anzianità cosiddetta di servizio, della continuità dal punto di vista della conservazione del posto di lavoro. E questo è particolarmente negativo in questo momento. Il collega Durigon, che si occupa tanto di pensioni, lo sa bene, sa bene come la nostra vita lavorativa - soprattutto quella dei più giovani - sia contraddistinta ormai dalla discontinuità; uno dei problemi che abbiamo rispetto alla formazione di un montante retributivo decente è proprio quello della discontinuità dal punto di vista lavorativo e previdenziale. È particolarmente negativo, grave, sembra quasi un accanimento, che a questi lavoratori, a cui viene riconosciuta la possibilità di estendere, di fatto, il periodo della malattia, poi non venga riconosciuto quel periodo dal punto di vista previdenziale. Devo dire che l'ordine del giorno accolto ammette la possibilità dei contributi figurativi e noi su questo, ovviamente, eserciteremo tutta la vigilanza possibile, faremo in modo che prima al Senato e poi, successivamente, ci sia la possibilità per questi lavoratori di vedersi riconosciuto quel periodo dal punto di vista previdenziale.
La stessa cosa vale per l'anzianità di servizio, perché, soprattutto in alcuni lavori, la progressione di carriera è legata esclusivamente al periodo dell'anzianità di servizio. Anche qui si poteva fare uno sforzo per fare in modo che, dal punto di vista della progressione di carriera - perché tutti ci auguriamo che questi lavoratori rientrino al lavoro dopo il periodo di malattia e il periodo dei 24 mesi che vengono riconosciuti da questa legge -, gli venisse riconosciuta l'anzianità di carriera, semplicemente, che è progressione stipendiale, che ha tanti aspetti, che non sono solo quelli previdenziali. Anche qui c'è stata una chiusura dal punto di vista degli emendamenti e, poi, una flebile apertura in sede di ordini del giorno.
Rimane - lo devo dire - la questione che abbiamo sollevato con un altro emendamento, che è quella della possibilità di beneficiare dei permessi retribuiti per visite, esami strumentali, analisi cliniche, eccetera, a partire dal 70 per cento di invalidità e non dal 74, come dice la legge. Anche qui, diciamoci tutta la verità, il 74 per cento è la soglia dell'invalidità civile, dei benefici che derivano già dalla legge n. 104: non è che si è fatto un grandissimo sforzo, se a un lavoratore che già beneficia della legge n. 104 o di una parziale invalidità dai la possibilità delle 10 ore per le visite mediche, e via dicendo. Portare quella soglia al 70 per cento, invece, significava effettivamente allargare la platea e venire incontro a queste lavoratrici, a questi lavoratori che sono affetti o da malattie oncologiche oppure da malattie invalidanti e croniche. Ripeto, si poteva e si doveva assolutamente fare di più e noi abbiamo provato ad indicare anche la strada per fare di più.
Rimane il fatto che il Parlamento - e questo è un fatto assolutamente positivo -, la Camera per il momento, trova l'unità nel consenso a questa norma che evidentemente viene incontro a una sofferenza - bisogna dirlo chiaramente -, a casi che sono anche di discriminazione e di ingiustizia nei luoghi di lavoro. Dovevamo farlo e dovremo farlo, prima o poi, fino in fondo. Per questo, annuncio il voto favorevole di Alleanza Verdi e Sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Un provvedimento, quello alla nostra attenzione oggi, che è frutto di un lavoro lungo, laborioso su di un tema peraltro sul quale si sono, ovviamente, incrociate le sensibilità un po' di tutti noi. Del resto, l'attenzione a questo tema dà veramente la cifra del livello di civiltà e di sensibilità sociale di un Paese.
È chiaro che, come in ogni provvedimento, c'è la necessità - e quello è il punto, oltre al discorso, naturalmente, delle risorse economiche da risolvere - del bilanciamento anche tra gli interessi in gioco: quello del datore di lavoro, sia esso privato o pubblico, alla esecuzione delle prestazioni lavorative e quello, invece, del prestatore di lavoro alla conservazione del posto di lavoro nel lasso di tempo durante il quale è impossibilitato a svolgere le prestazioni.
È una condizione, quella che è stata oggetto, appunto, delle decisioni del provvedimento, quella del malato di malattie oncologiche e croniche, che sconvolge la persona. Ce lo siamo detti, lo abbiamo analizzato, abbiamo effettuato una serie di riflessioni - anche scontate sotto un certo profilo -, perché c'è il dolore della persona, c'è la solitudine di chi soffre ed è consapevole della malattia da cui è affetto, la paura, l'ansia. Naturalmente, poi, sono reazioni soggettive del singolo malato, ma, ovviamente, sono delle sensazioni e delle condizioni, al 99 per cento, assolutamente negative, che creano tristezza e depressione.
Poi c'è un fattore dignità. Il contesto sociale a volte ti compatisce, ma ti bolla, ti timbra, anche quando poi guarisci. Quindi la condizione coinvolge - quella del soggetto affetto da questo tipo di patologie - aspetti medici in senso stretto, ma anche, in senso più lato, profili psicologici e sociali.
Allora, uno Stato civile che cosa fa in queste in queste condizioni, che cosa deve fare in queste situazioni? Accompagnare la persona affetta da malattia invalidante lungo questo suo cammino, curandola sì, ma anche affiancandola nel suo percorso, laddove possibile, ovviamente, migliorando le sue condizioni complessive e la qualità della sua vita. Quindi occorre farsi carico del problema in maniera tutt'altro che fredda, ma comprensiva e, naturalmente, attenta.
E questa, innanzitutto, non è una sfida facile, perché non ci si deve fermare alle cure, ma non è nemmeno un potersi limitare al profilo legislativo, diventa una sfida veramente culturale. Perché? Perché noi abbiamo nella nostra società ritmi di vita forsennati. La società scarta, marginalizza chi ha potenzialità ridotte - specie nel lavoro - e, quindi, tutto ciò diventa un ulteriore nemico di chi vive questa condizione di cui stiamo parlando, cioè di coloro i quali sono affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche.
Quindi, quando diciamo che è una sfida culturale, lo diciamo perché significa anche creare le condizioni per sensibilizzare la società, offrire attenzioni concrete e dare segnali politici con amministrazioni attente e, ovviamente, leggi sempre più orientate all'obiettivo.
È un provvedimento composto da 4 articoli, che consente ai soggetti di beneficiare di questo periodo di 24 mesi laddove la patologia invalidante - appunto, l'invalidità - è pari o superiore al 74 per cento. Si è tentato con qualche emendamento di abbassare questa soglia, ma c'è stata una sorta di chiusura. Prendiamo atto che c'è anche un discorso di risorse da dedicare al provvedimento.
Che dire? Che è una pagina bella della nostra politica, sicuramente con il piccolo o grande rammarico naturalmente che si poteva fare di più, che gli sforzi potevano essere maggiori. Del resto, c'è stato un periodo piuttosto lungo prima del parto del provvedimento e ci auguravamo che potesse essere più ampio il provvedimento stesso, con riferimento a riconoscimenti previdenziali e con riferimento all'anzianità. Soprattutto con, purtroppo, la solita caratteristica di un pacchetto che arriva chiuso.
Noi, per esempio, non ci siamo resi conto, non riusciamo a comprendere perché non accettare l'idea di ampliarlo e di consentire a chi ha beneficiato di questo provvedimento di trovare comunque un'occupazione non incompatibile con la sua patologia. Cioè, questo è un profilo che non aveva assolutamente controindicazioni di natura economica, sotto il profilo delle risorse; era una forma di accompagnamento enorme, di maggiore comprensione verso chi vive questa condizione.
Se non posso continuare quel tipo di occupazione, perché la mia malattia non me lo consente, me lo impedisce, non vedo perché non debba, nel frattempo, poter esercitare un'altra attività lavorativa non incompatibile con quella patologia, perché questo potrebbe poi aiutarmi nel percorso di recupero, nel percorso comunque di vita. Quindi, il nostro voto sarà sicuramente favorevole, con l'auspicio a fare sempre meglio e di più per i più fragili e per i più sfortunati (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Sottosegretario, oggi, votando questo provvedimento, stiamo scrivendo una pagina importante nella tutela dei diritti dei lavoratori più fragili. Parliamo di persone che, oltre a combattere contro malattie oncologiche invalidanti e croniche, devono affrontare un sistema che spesso non è in grado di garantire loro un supporto adeguato. Con questo intervento normativo, infatti, Presidente, mettiamo al centro la dignità della persona e il diritto alla salute, senza trascurare il diritto al lavoro, anzi, garantendo il diritto al lavoro.
Le proposte di legge che stiamo per votare - in realtà è un unico provvedimento che ha sintetizzato più proposte di legge - mettono in evidenza alcuni aspetti importanti da un punto di vista della tutela e introducono alcuni aspetti, come la possibilità di accedere a un congedo per malattia fino a 24 mesi con la conservazione del posto di lavoro. Questa è una misura importante, cruciale, perché riconosce che la malattia non può e non deve mai significare l'esclusione dal contesto lavorativo e sociale.
Un altro aspetto importante che prevede questo intervento è che viene garantito il permesso di avere contributi aggiuntivi fino a 20 ore annue per visite, esami e cure mediche a chi affronta un percorso di cura e riabilitazione. Sono permessi retribuiti aggiuntivi importanti, che rappresentano una risposta concreta alle esigenze quotidiane di chi vive con una malattia cronica e invalidante.
Un altro aspetto a cui noi teniamo molto è quello riferito al riconoscimento del lavoro agile per chi, terminando il congedo o durante il follow-up, può continuare a svolgere le proprie mansioni compatibilmente con le cure. E anche qui è un atto di civiltà, questo passaggio, ma anche una dimostrazione di come il lavoro possa essere uno strumento di inclusione e riscatto.
Un altro aspetto importante riguarda i lavoratori autonomi. Fino adesso abbiamo elencato i passaggi riferiti a chi è lavoratore dipendente, ma significativi sono l'ampliamento dei congedi per cure e le tutele per i lavoratori autonomi, che potranno sospendere la propria attività sino a 300 giorni all'anno, invece dei 150 fino adesso concessi. Questo è un segnale di equità: nessun lavoratore, che sia dipendente o autonomo, deve sentirsi solo di fronte alla malattia.
Un passaggio certamente importante è quello che riguarda le malattie invalidanti e croniche, che devono essere individuate tramite un decreto del Ministero della Salute proprio perché sia garantito che nessuno venga escluso da queste tutele, perché poi c'è il rischio, nell'incertezza della norma, di trascurare qualcuno che ha il medesimo diritto di altri. Allora, è fondamentale che il Ministero stili una lista che possa garantire l'attenzione verso tutti i fragili.
E poi c'è un passaggio - certe volte, purtroppo troppo spesso, succede nel Paese - che riguarda l'attenzione alla trasparenza e al buon utilizzo delle risorse pubbliche in caso di irregolarità, perché, come dicevo, ci sono situazioni di tutti i tipi nel nostro Paese. E allora non bisogna disperdere le risorse che vengono recuperate e revocate in caso di scorrettezze, e che vengono riassegnate con la stessa finalità, garantendo che ogni euro speso vada davvero a sostenere chi ne ha bisogno.
Dunque, colleghi, votare a favore di questo provvedimento significa dire che l'Italia non lascia indietro nessuno. Significa costruire un sistema di tutela più forte, che valorizza la dignità del lavoratore anche nei momenti di maggiore fragilità.
Alla luce di tutto questo, annuncio il voto favorevole del gruppo di Noi Moderati, con la consapevolezza che oggi non stiamo solo approvando una legge, ma stiamo dando una speranza concreta a milioni di persone, e che un Paese che sa proteggere i più vulnerabili è un Paese più giusto, un Paese più coeso, un Paese più civile e un Paese più forte (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Oggi approviamo questa proposta di legge che viene da lontano, per cui mi preme anche ringraziare i colleghi che, nella scorsa legislatura, hanno portato avanti il tema; poi la proposta non ha fatto in tempo ad essere approvata. Sicuramente si è fatto un lavoro corale, un lavoro che parte da lontano, un lavoro che, purtroppo, ha visto una serie di intoppi. Il primo fra tutti è l'intoppo delle risorse, perché - diciamocelo, colleghi - dal primo giorno di questa legislatura abbiamo cercato di portare avanti, ogni partito a modo suo, questo tema, il tema di offrire maggiori diritti e maggiori garanzie ai lavoratori e alle lavoratrici affetti da malattie oncologiche e croniche invalidanti, ma si è fatta veramente fatica a trovare le risorse.
Questo ci è molto dispiaciuto perché questo Governo ha trovato risorse praticamente per tutto, quando gli è servito, e ha fatto, invece, molto ritardo su questo provvedimento. Finalmente siamo arrivati ad oggi. Noi speravamo che si potesse arrivare all'approvazione del testo e non voglio neanche perdere troppo tempo con la dichiarazione di voto, perché di tempo qui se ne è perso veramente già abbastanza. Il punto qual è? Questa legge aiuterà o non aiuterà i lavoratori e le lavoratrici oncologiche e con più difficoltà? Sì, lo farà, sicuramente è un primo passo.
Quando di solito qui dentro diciamo che è un primo passo, significa che fuori non c'è praticamente niente. In questo caso qualcosa c'è, perché sappiamo che c'è la legge n. 104 del 1992. Speriamo che l'approvazione di questa legge, nell'applicazione pratica, non vada ad incastrarsi, in qualche modo, con quelle disposizioni. Quindi, attenzione a non andare ad ostacolare il godimento di questi congedi, piuttosto che aiutare le persone che ne hanno bisogno, perché, ovviamente, più burocrazia si inserisce e più poi si fa difficoltà.
Dato che stiamo parlando di persone che si trovano in condizioni di malattia, andare a gravare sulla loro quotidianità in questo senso non lo troverei molto utile. Stiamo comunque parlando di diverse persone, perché i dati ci dicono che in Italia ci sono 3,7 milioni di italiani in vita dopo la diagnosi di tumore, di cui il 56 per cento sono donne - il tumore alla mammella è in assoluto la neoplasia più frequente - e quindi sicuramente stiamo andando ad intervenire su una platea di persone estremamente in difficoltà e, comunque, una platea molto numerosa.
Un punto fondamentale è che sicuramente si mette ordine a quello che c'è adesso, perché ogni contratto collettivo nazionale prevedeva le sue tutele, e quindi mancava una cornice di riferimento, una cornice di tutele minime, e quindi una cornice di equità e di civiltà, possiamo dire.
Il testo com'è? È un testo migliorabile, sicuramente. Su questo tema e in generale, le tutele in Italia non sono mai abbastanza, perché conosciamo quali sono le condizioni dei lavoratori, ne abbiamo parlato anche nel corso di questa seduta. Il lavoro in Italia presenta dei grandissimi problemi, perché è un lavoro povero di futuro, povero di salario, povero di qualità e, a maggior ragione, lo è per chi è più in difficoltà.
Per cui noi abbiamo scelto, come MoVimento 5 Stelle, non solo di presentare la nostra proposta di legge, ma anche proprio di intervenire sul testo. Abbiamo presentato tanti emendamenti, abbiamo lavorato in modo molto puntuale e costruttivo con il relatore - che ringrazio - che, finalmente, oggi, porta in Aula questo testo. Sono convinta che, dopo il lavoro che è stato fatto in questi due anni e mezzo, sia molto soddisfatto: per quanto sia una goccia nel mare, è comunque un primo punto di partenza.
Vado velocemente sugli articoli, perché sono molto particolari e penso che valga la pena un attimino ripercorrerli. Noi parliamo di introdurre in Italia un congedo straordinario di massimo 24 mesi; purtroppo, un congedo che non sarà retribuito, un congedo che, però, sicuramente, crea una sorta di cuscinetto ulteriore rispetto alle varie normative e ai vari protocolli speciali di settore. Quindi, sicuramente, un punto importante.
Un'altra delle criticità che abbiamo sollevato - e ne abbiamo parlato anche prima - è che questo congedo è incompatibile con l'attività lavorativa in generale. Noi, qui, abbiamo detto più volte che non possiamo neanche lontanamente immaginare cosa stiano vivendo le persone che potranno eventualmente usufruire di questo congedo straordinario. Noi, qui dentro, non lo possiamo immaginare, perché non siamo nella casa e nella vita di queste persone. Ognuno ha una propria storia, speciale, che noi non dobbiamo arrogarci il diritto di conoscere. Però, dobbiamo lasciare libere le persone di poter scegliere, se la propria condizione di salute lo permette, come impiegare il proprio tempo. Perché, se vogliono fare una piccola attività che gli consente di distrarsi nella quotidianità, che soltanto loro sanno quanto può essere difficile, noi non dobbiamo essere rigidi e non possiamo permetterci di ostacolarla. Quindi, io spero che in Senato venga approvata questa proposta emendativa, perché veramente non ha senso non farlo. È una rigidità stupida, che penso debba essere assolutamente superata.
Nell'articolo 2 ci sono queste 10 ore di permessi ulteriori per fare visite mediche, per gli esami strumentali e le analisi. Benissimo 10 ore, le ore non sono mai abbastanza. Appena si potrà, io spero - e qui c'è un ordine del giorno del collega Carotenuto che abbiamo scelto di approvare -, si andrà a superare questo limite delle 10 ore, per arrivare a 20 e, poi, chissà, più si può andare incontro a queste persone, meglio è.
L'articolo 3 parla di un premio alla memoria. Anche questo abbiamo voluto molto come MoVimento 5 Stelle perché, di fatto, si va a costituire un fondo - che all'inizio era molto più cospicuo, adesso sono solo 2 milioni di euro, però meglio iniziare e, poi, si vedrà - per dare dei premi alla memoria agli studenti che si occupino e si laureino in materie scientifiche. E poi, grazie all'emendamento della collega Ricciardi, questa modifica si è andata ad estendere a tutte le professioni sanitarie, in modo che non soltanto medicina e chirurgia, ma tutte le professioni sanitarie possano essere incluse nella possibilità di dare questi riconoscimenti agli studenti meritevoli. Perché penso che sia molto importante? Perché la ricerca, in questa partita della malattia, è fondamentale. Se non si incentiva la ricerca sulle cure possibili per le persone affette da queste malattie, noi non riusciremo mai a garantire la sopravvivenza a queste malattie.
Quindi, credo che andare a collegare la ricerca, il premio da dare ai ragazzi e alle ragazze che si contraddistinguano per questo tipo di attività sia utile e, comunque, aiuti anche a portare avanti la memoria delle persone che, purtroppo, restano vittime delle malattie oncologiche, e appunto in Italia sono tantissime, lasciano dei vuoti incolmabili, lasciano le famiglie da sole. Quindi avere la possibilità di condividere il dolore, condividere la memoria, portarla avanti e ricordare chi erano le persone che non ce l'hanno fatta, secondo me, è qualcosa che è giusto e dobbiamo portare avanti.
Detto questo, restano i problemi, restano tantissimi problemi: abbiamo parlato prima del lavoro agile, che viene dato ma, comunque, non in modo strutturato. Anche qui, grazie a una proposta del nostro collega Tucci, c'è stata la possibilità di inserirlo come diritto; una proposta del collega Aiello è andata anche in questo senso, a rafforzare il diritto ad usufruire del lavoro agile per i pazienti oncologici.
Quindi, sostanzialmente, noi pensiamo che questo provvedimento possa essere votato favorevolmente. Non ci dimentichiamo che in Italia c'è un problema enorme di tutele, di collocamento mirato che non funziona, di interventi che devono essere fatti, ma in questo momento pensiamo che valga la pena votare in modo favorevole perché abbiamo lavorato tanto sul testo, c'è una condivisione corale da parte del Parlamento. È un primo passo, aiuterà sicuramente qualcuno, non nuocerà alle persone che sono fuori da qui, per cui credo che l'intento del Parlamento sia stato, in qualche modo, raggiunto oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gatta. Ne ha facoltà.
GIANDIEGO GATTA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, io intervengo per esprimere il voto del gruppo di Forza Italia su una proposta di legge di fondamentale importanza per la tutela dei diritti dei lavoratori affetti da malattie oncologiche gravi o croniche.
Il testo sul quale ci esprimiamo - è stato detto in più occasioni dai colleghi che mi hanno preceduto - ha subito diverse modifiche nel corso del suo iter parlamentare, ma ciononostante rappresenta, per noi di Forza Italia, un passo significativo verso una maggiore equità e giustizia sociale.
Forza Italia ha contribuito con ben due proposte di legge - la mia e quella della collega Tenerini - alla stesura del testo definitivo perché abbiamo voluto fortemente questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). L'obiettivo che ci siamo posti come maggioranza è di migliorare il testo originario per renderlo più efficace, più giusto, più rispondente alle reali necessità dei cittadini, senza però mai perdere di vista le necessità del sistema sanitario e del nostro impegno per la salute pubblica.
Il testo al quale siamo giunti - risultato di un lungo e approfondito lavoro svolto in Commissione lavoro - rappresenta la sintesi di più proposte di legge presentate da colleghe e colleghi sia di maggioranza che di opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), a sottolineare quanto l'oggetto del nostro intervento legislativo sia sentito in modo trasversale e abbia incontrato l'interesse di tutti i gruppi parlamentari, che hanno dato il proprio contributo perché questo testo giungesse in Aula in uno spirito di leale collaborazione, di impegno e di volontà, che si impongono allorché si tratti di un tema sensibile come la salute.
A tale scopo, il legislatore è intervenuto nel corso degli anni disciplinando il cosiddetto periodo di comporto, ossia il periodo di tempo in cui il lavoratore può assentarsi dal lavoro per malattia, infortunio, gravidanza o puerperio, mantenendo però il diritto alla conservazione del posto di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Nella stessa direzione si sono mossi anche i contratti collettivi di lavoro e diverse norme attualmente vigenti.
L'obiettivo che ci proponiamo con questo provvedimento, allora, è quello di definire una specifica normativa per i dipendenti, di datori di lavoro pubblici o privati, che siano affetti da malattie oncologiche, invalidanti o croniche anche rare, perché questo va sottolineato: anche la rarità è stata inserita come concetto in questo testo legislativo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), introducendo ulteriori tutele in relazione alle proprie necessità terapeutiche e a eventuali altre esigenze particolari per un periodo maggiore di quello attualmente previsto e, quindi, in deroga parziale a quanto sancito dalla normativa vigente e dai contratti collettivi di lavoro.
Mi preme ricordare, in questa sede, che già nella XVIII legislatura la Camera ha esaminato ben cinque proposte di legge vertenti sullo stesso oggetto, approvando in Commissione un testo unificato e poi non approvato in seguito al termine anticipato della legislatura.
Essere giunti con questo provvedimento in Aula rappresenta, quindi, un risultato importante e auspicabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Se oggi noi siamo qui a votare vuol dire che anche l'ultimo passo, quello che nella scorsa legislatura non si è stati in grado di compiere, oggi è stato fatto. Speriamo in una veloce approvazione da parte del Senato.
Chiedere alle cittadine e ai cittadini di scegliere tra salute e lavoro non è accettabile: è indecoroso, è moralmente indegno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). È compito dello Stato fare in modo che nessuno debba trovarsi di fronte ad una simile scelta. Approvando questa legge, noi vogliamo assolvere al compito di rendere possibile la compatibilità tra la salute e il lavoro. Le modifiche che sono state apportate riguardano, in particolare, il rafforzamento delle misure di supporto per i malati oncologici. È stato fatto uno sforzo significativo per rendere il provvedimento non solo un atto legislativo, perché questo non è solo un atto legislativo, ma un segnale concreto di vicinanza e di tutela per coloro che affrontano un percorso difficile come quello della malattia oncologica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
L'obiettivo principale che ha guidato il nostro lavoro è stato quello di cercare questa compatibilità fra il lavoro e le esigenze di accertamento clinico durante la malattia e durante il follow-up post terapia, in modo che i pazienti possano continuare a lavorare e sostenere le proprie famiglie, pur dovendo affrontare visite mediche e trattamenti periodici.
È un tema che tocchiamo con mano non solo come legislatori ma anche come cittadini, consapevoli delle difficoltà che molte persone si trovano a vivere ogni giorno. Pensate che, secondo i dati forniti dall'Istituto superiore di sanità, nel 2022 sono state stimate più di 300.000 diagnosi di cancro. Sono moltissime, quindi, le persone che ogni anno si trovano faccia a faccia con questa malattia e sono molti anche coloro che la superano, ma la strada è lunga, tortuosa, decisamente in salita. La strada imboccata va finalmente nella giusta direzione, in quanto si pone al centro la persona. E cosa introduciamo con questa legge? L'estensione del periodo di congedo, cioè si introduce il diritto per i dipendenti di datori di lavoro pubblici o privati affetti da malattie oncologiche o invalidanti o gravi, anche rare, che comportino un grado di invalidità pari o superiore al 74 per cento, di richiedere un periodo di congedo continuativo o frazionato fino a un massimo di 24 mesi. Durante questo periodo il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto di lavoro, anche se non percepirà retribuzione e non potrà svolgere alcun tipo di attività lavorativa.
Nel caso del lavoratore autonomo il testo prevede anche la sospensione dell'esecuzione della prestazione dell'attività svolta in via continuativa per il committente e questo periodo si applica per un periodo fino a 300 giorni per anno solare. Inoltre, alla fine del periodo di congedo il lavoratore potrà svolgere il proprio lavoro in modalità agile.
Si introduce - perché non è tutto ciò che è stato detto - la possibilità di usufruire di ulteriori dieci ore di permesso retribuito (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), in aggiunta ai benefici previsti dalla normativa vigente e dai contratti collettivi nazionali di lavoro, per visite, esami strumentali, analisi e cure frequenti. Queste ore di permesso, nel caso di paziente minore di età, sono attribuite al genitore che lo accompagnerà.
Mi preme sottolineare che le modifiche, introdotte in Commissione, non sono state facili, in quanto hanno richiesto un attento bilanciamento fra il riconoscimento delle difficoltà di questi lavoratori, affetti da malattie oncologiche, e la sostenibilità del sistema. Il rinvio in Commissione, però, ha dato modo di riflettere su questi aspetti e sono soddisfatto del risultato raggiunto, che credo risponda alle necessità di chi vive in prima persona l'esperienza della malattia e alle necessità generali di una comunità che non può permettersi - che non deve permettersi - di lasciare indietro nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
Certamente, è chiaro che il testo sia perfettibile e non può rispecchiare totalmente le aspettative di chi attende con pazienza da anni un provvedimento che si muova in questa direzione. Il tema è ampio e il testo che oggi discutiamo rappresenta, comunque, un punto di partenza importante, non un semplice segnale, ma la testimonianza della presa in carico di un problema, della forte volontà di voler trovare e dare risposte importanti anche se non esaurienti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
Allora, Presidente, Sottosegretario, onorevoli colleghi, dichiaro - e non può che essere altrimenti - il voto favorevole del gruppo di Forza Italia - e di tutti questi colleghi che vedete qui, che hanno creduto in questa legge, che l'hanno supportata, che ci hanno dato sostegno e di cui abbiamo racchiuso tutte le sensibilità in quel provvedimento di legge - su questo testo che rappresenta un passo di civiltà, che rappresenta e costituisce una meravigliosa pagina di politica, quella con “P” maiuscola, attorno alla quale dobbiamo sentirci tutti coesi per costruire una società migliore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vanessa Cattoi. Ne ha facoltà.
VANESSA CATTOI (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente, Governo, onorevoli colleghi, è per me un onore e un orgoglio essere qua, in Aula, oggi e dichiarare il voto favorevole del gruppo che qui rappresento, il gruppo della Lega, su un importantissimo provvedimento che ha un percorso che nasce da lontano - è già stato ricordato da diversi miei colleghi -, perché nasce già dalla passata legislatura. Non è un percorso casuale quello di questa proposta di legge, perché oggi noi votiamo un testo unico e qua mi corre l'obbligo di ringraziare anche il relatore, il collega Giaccone, per il lavoro di sintesi che ha compiuto e per essere arrivato a un testo unico che, comunque, vede la condivisione trasversale di tutti i partiti e di tutte le forze qui rappresentate all'interno di quest'Aula.
Però, come dicevo, il percorso nasce da lontano. Nasce, innanzitutto, da un percorso che condividiamo con tanti colleghi, il percorso dell'intergruppo “Insieme per un impegno contro il cancro”. Voglio dire, Presidente, con grande orgoglio - grazie all'approvazione di questo importantissimo provvedimento che prevede delle disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro ma anche i permessi retribuiti per gli esami, le cure mediche e i follow-up in favore dei lavoratori non solo affetti da malattie oncologiche, ma anche in favore dei lavoratori, pubblici o privati, che siano affetti da malattie invalidanti croniche o rare - che noi raggiungiamo un importante obiettivo di questo accordo di legislatura che, come membri dell'intergruppo “Insieme per un impegno contro il cancro”, abbiamo sottoscritto anche durante questa legislatura e si tratta del punto n. 11, che prevede di sostenere i diritti dei pazienti sul posto di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Ebbene, oggi, come è già stato ricordato anche da altri colleghi, vogliamo festeggiare questa giornata, ma la dedichiamo soprattutto a loro e non tanto a noi, perché noi, comunque, partiamo da un percorso che è iniziato nella passata legislatura e che ci vede, purtroppo, artefici e complici anche delle lungaggini burocratiche che hanno portato, però, oggi a vedere questo importante provvedimento e a finalizzarlo nel miglior modo possibile. Sì, tutto è migliorabile.
Certamente, perché molti sono gli interventi che potremmo fare, ma, come tutti mi insegnano, in politica dobbiamo iniziare ad aprire un varco, e poi, grazie a questo varco, iniziare a inserire ulteriori proposte emendative, che permetteranno, comunque, di migliorare il testo, anche in provvedimenti futuri, oltre che ovviamente anche nel passaggio al ramo del Senato del Parlamento.
Ed ecco, quindi, che vorrei ringraziare i colleghi della passata legislatura, come la collega Comaroli, che era al posto mio coordinatrice dell'Intergruppo “Insieme per un impegno contro il cancro” e che aveva portato avanti queste istanze, e tutti i colleghi che oggi hanno rinunciato ad apporre le loro singole bandierine - parlo dei colleghi Serracchiani, Comaroli, Gatta, Barzotti, Rizzetto e Tenerini - e che hanno deciso di addivenire ad un testo unico che ci vede tutti condividere le intenzioni di questo testo, che sono quelle di garantire innanzitutto, come è già stato detto, 24 mesi di permessi per i lavoratori, in modo che il paziente e il malato possa dedicarsi alle cure e a tutto ciò che richiede la malattia in quanto tale, in modo che l'attenzione venga posta non solo sotto la sfera del malato in quanto paziente clinico, ma soprattutto sotto la sfera della persona in quanto unica.
Quest'anno, il 4 febbraio, abbiamo festeggiato la Giornata mondiale contro il cancro, e il tema era proprio: uniti nell'unicità. Ecco, vorrei ricordare come, oggi più che mai, nonostante le nostre divergenze politiche, siamo uniti per l'unicità di questi eroi che quotidianamente combattono contro questa malattia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, oggi possiamo regalare loro un passo in più che permetta di avere una loro dignità nel contesto di lavoro, non vedersi obbligati a dover attingere a delle ore di ferie, anziché di permesso, perché vorrei ricordare che le ulteriori 10 ore in aggiunta che noi inseriamo con questo provvedimento si vanno a sommare, ovviamente, alle ore di permesso che i lavoratori già hanno a seconda dei contratti collettivi nazionali in essere per la singola situazione personale.
Quello che è importante, però, è anche ricordare come l'impegno economico del Parlamento sia equivalente a 20 milioni di euro annui per questa copertura. Possono sembrare pochi, ma sono veramente tanti e importanti per iniziare un percorso che non ci deve vedere come arrivati, ma che deve essere solo l'inizio di un importantissimo percorso, che è quello veramente di porre finalmente al centro non tanto e non solo il paziente, ma soprattutto la persona nella sua autenticità e nella sua unicità. Quindi ringrazio tutti i colleghi che hanno lavorato in Commissione e che hanno permesso di raggiungere questo importantissimo obiettivo.
Ringrazio anche tutti i colleghi dell'Intergruppo, perché abbiamo raggiunto l'ennesimo obiettivo che è nel progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, assieme a tutte le associazioni dei pazienti e dei volontari che quotidianamente sono in prima linea e ci chiedono di intervenire a livello legislativo per cercare di migliorare la condizione lavorativa, ma anche la condizione familiare di questi malati.
Noi oggi restituiamo loro un po' più di dignità e, forse, anche un po' più di orgoglio di essere quantomeno ascoltati con la possibilità di dar loro voce attraverso i nostri provvedimenti legislativi. Quindi, il mio grazie va soprattutto ai volontari che quotidianamente sono in prima linea e sono vicini a questi pazienti che noi oggi andiamo ad aiutare attraverso questo importantissimo provvedimento. Quindi è con orgoglio che dichiaro il voto favorevole del gruppo della Lega su questo importantissimo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Siamo stati determinati e siamo stati pazienti. Il Partito Democratico, fin dall'inizio di questa legislatura, lo ha chiesto nel calendario, il cosiddetto “calendario della capigruppo”, nel quale ogni partito e ogni gruppo politico chiede di poter avere una quota di presenza con una propria proposta di legge. Il Partito Democratico lo ha fatto dall'inizio e siamo stati veramente pazienti e determinati. Ma devo ringraziare tutti i colleghi di tutti i gruppi politici, anche l'Intergruppo, come veniva prima ricordato, perché è stato poi un lavoro davvero corale.
Mi permetterete un ringraziamento particolare al relatore, il collega Giaccone, che veramente con grande pazienza e con altrettanta determinazione ha fatto in modo che questo testo unificato venisse riconosciuto da tutti e venisse, in qualche modo, considerato tale. Fatemi ringraziare anche la collega Comaroli, che, con altrettanta determinazione, ci ha aiutato in Commissione bilancio a trovare la quadra, in modo che nessuno sentisse di dover perdere un pezzo di questa che è stata, comunque, una proposta di legge che in tanti abbiamo condiviso.
E voglio ringraziare il collega Scotto perché in Commissione lavoro ha seguito la proposta di legge e ha fatto sì che questo testo unificato fosse un testo unificato davvero da parte di tutti i gruppi politici, e, ripeto, ringrazio il mio gruppo perché ha creduto fin dall'inizio, con la presidente Braga, che questa fosse una proposta di legge che il Partito Democratico teneva a portare avanti, perché veniva da lontano - è stato ricordato - veniva dalla scorsa legislatura.
Ricordo il motivo per cui nella scorsa legislatura avevamo scelto nella Commissione lavoro, ma devo dire anche in modo abbastanza trasversale in altre Commissioni, questo tipo di iniziativa legislativa. Ci sarà capitato nella nostra vita, anche politica, ma anche di cittadini, di leggere spesso sui quotidiani di vicende che riguardano lavoratori o lavoratrici malati che terminano il cosiddetto periodo di comporto, e che, quindi, possono essere poi purtroppo licenziate o licenziati, o delle cosiddette ferie solidali, cioè di quei casi nei quali i colleghi di lavoro cedevano le proprie ferie per far sì che quella persona potesse continuare a curarsi senza perdere il posto di lavoro.
Bene, noi oggi facciamo un passo in avanti estremamente importante. Pensate che il periodo cosiddetto di comporto è legiferato e fa ancora riferimento ad un regio decreto del 1924; si prevedeva allora e si prevede oggi anche nei contratti collettivi nazionali di lavoro che si possa avere questo riconoscimento dell'assenza dal lavoro che non comporta la perdita dello stesso fino a 180 giorni. Cosa è successo, però, dal 1924 ad oggi? È successo che, per fortuna, ci curiamo meglio, ci curiamo di più. Quindi, la nostra vita è una vita che dura più a lungo anche quando siamo colpiti da malattie molto gravi, come le malattie oncologiche, le malattie invalidanti, le malattie croniche, anche rare.
Questo fatto, però, fa sì che la nostra legislazione sul lavoro non sia più, come dire, compatibile con quelle che sono oggi le nostre, per fortuna, condizioni di vita, che ci permettono di avere una vita più lunga anche quando siamo colpiti dalla malattia. Ed è per questo che abbiamo ritenuto con convinzione che fosse giunto il momento di prolungare quel periodo di comporto, che verrà portato a 24 mesi.
Certo, non siamo contenti di dire che questo periodo di comporto non è un periodo retribuito e non siamo neanche contenti che non sia riconosciuto come un'anzianità di servizio ai fini anche evidentemente pensionistici. Però, è un primo passo davvero importante: passare da 180 giorni a 24 mesi è un passo davvero importante.
Come è un passo altrettanto importante avere dato 10 ore in più per poter effettuare delle visite mediche e poter continuare a curarsi. Credo che questo sia, come qualcuno ha già detto, non solo un gesto di grande civiltà, ma che sia una norma quadro sulla quale penso e spero si possano fare anche dei miglioramenti. Lo abbiamo detto al Senato, si tratterà di trovare adeguata copertura finanziaria, ma si tratterà anche di fare dei passi in avanti importanti sulla compatibilità con altri rapporti di lavoro, sulla possibilità di estendere il lavoro agile.
Insomma, le proposte ci sono e le abbiamo riportate anche negli ordini del giorno. Penso, però, che questo sia davvero un passo in avanti fondamentale, un passo in avanti - mi verrebbe da dire - di protezione sociale, cioè non pensiamo che una persona malata sia una persona da mettere da parte. Pensiamo che sia, invece, un lavoratore o una lavoratrice che ha diritto alla conservazione del posto di lavoro e ha diritto anche a vedere riconosciuti - cercheremo di farlo e abbiamo detto che questo è un primo passo - tutti quei diritti che vengono riconosciuti ai lavoratori e alle lavoratrici.
Lo dobbiamo a loro, lo dobbiamo alle loro famiglie. Lo dobbiamo anche a tutte quelle persone che per fortuna oggi possono accedere al Servizio sanitario nazionale universale e pubblico, che va difeso, va protetto e va garantito a tutti i cittadini e a tutte le cittadine.
Anche perché riteniamo che, attraverso questo sistema di protezione sociale, la nostra società possa non solo migliorare, ma anche avere un futuro garantito.
Ecco, rispetto a questo, davvero penso che sia stato fatto un passo in avanti importante. Credo che questo passo in avanti importante ci permetterà anche di migliorare ancora di più questa parte della legislazione del lavoro. So e sono convinta che il presidente Rizzetto, in Commissione lavoro, si farà carico di discutere anche con i colleghi del Senato, pure nei prossimi provvedimenti utili, al fine di estendere queste tutele. Veniva ricordato che c'è anche un riconoscimento importante, che sono quei 300 giorni di sospensione che vengono riconosciuti al lavoratore autonomo nel rapporto con il committente.
Ma dobbiamo fare di più, perché queste tutele si estendano ed eliminino le discriminazioni che ancora ci sono tra lavoratori, discriminazioni che ancora ci sono anche rispetto al lavoro pubblico e al lavoro privato. Quindi, questo è un primo passo importante.
Concludo come ho iniziato, cioè con i ringraziamenti. Credo che questa sia una delle rare volte in cui siamo chiamati ad approvare una proposta di iniziativa parlamentare e finalmente non arrivano soltanto proposte di iniziativa governativa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Vorrei, colleghi e colleghe, che di questo fossimo tutti non solo consapevoli, ma anche contenti, perché significa che, quando lavoriamo insieme e quando lavoriamo per rispondere a bisogni, che sono evidenti, dei nostri cittadini, la politica risponde sempre in modo positivo ed è una politica utile, che investe sulla protezione sociale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zurzolo. Ne ha facoltà.
IMMACOLATA ZURZOLO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Sottosegretario, oggi siamo chiamati a votare un provvedimento che non è solo un testo di legge, ma un segnale forte, un atto di giustizia, una risposta concreta a chi troppo spesso si sente abbandonato nelle stanze fredde della malattia. Questo disegno di legge, nato da un confronto costruttivo tra maggioranza e opposizioni nelle Commissioni di merito, è la prova che, quando il Parlamento vuole, sa ascoltare, sa unirsi, sa farsi voce di chi soffre.
Io sono orgogliosa di dire che Fratelli d'Italia è stata parte attiva di questo cammino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Stiamo parlando di un testo che guarda negli occhi centinaia di migliaia di italiani - lavoratori, padri, madri, figli - colpiti da malattie oncologiche invalidanti o croniche, anche rare, e che dice loro: non siete soli.
L'articolo 1 è il cuore pulsante di questa legge. Ai lavoratori pubblici e privati con invalidità pari o superiore al 74 per cento per patologie pesanti come il cancro o malattie croniche, diciamo: avete diritto a respirare, fino a 24 mesi di congedo continuativo o frazionato senza perdere il posto di lavoro con la garanzia che il vostro ufficio, la vostra scrivania, il vostro ruolo vi aspetteranno. È un congedo che si affianca ad altri benefici, che parte quando gli altri permessi finiscono, perché la malattia non aspetta i tempi della burocrazia.
Poi c'è l'articolo 2, colleghi, che aggiunge un tassello di umanità: “10 ore annue di permessi retribuiti” per visite, esami e cure. Dieci ore che sembrano poche, ma che, per chi lotta contro un tumore o una patologia invalidante, sono ossigeno puro. Pensateci: un lavoratore che deve correre dal medico, affrontare analisi, chemio e poi tornare in fabbrica o in ufficio senza un minuto per sé. Con questo provvedimento gli diamo tempo, gli diamo dignità.
L'articolo 3 istituisce un fondo da 2 milioni di euro l'anno, dal 2025, nel bilancio del Ministero dell'Università e della ricerca, soldi per premiare studenti brillanti di medicina, biologia, farmacia, giovani che dedicano la loro vita a combattere le malattie che questo testo affronta, intitolando quei premi a chi, quelle malattie, le ha vissute sulla propria pelle. È un simbolo, sì, ma è anche un investimento sul futuro della nostra sanità.
Ed infine l'articolo 4, che garantisce che tutto questo valga ovunque, anche nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome, senza deroghe, senza eccezioni, perché il diritto alla salute e al lavoro non conosce confini.
Colleghi, lasciate che vi colpisca con qualche numero, perché i numeri non mentono. Nel solo 2024, in Italia 395.000 persone hanno ricevuto una diagnosi di cancro, 208.000 uomini e 187.000 donne. Dietro ogni cifra c'è una storia, una famiglia che trema, un sogno che si spezza, un contratto di lavoro che rischia di svanire. Questo testo non cancella il dolore, non sconfigge la malattia, non siamo medici, siamo legislatori, ma dà a questi italiani una cosa fondamentale: la certezza che il loro posto di lavoro non sarà un'altra croce da portare.
Questa legge è un manifesto di valori, è la riaffermazione che al centro di tutto c'è la persona e non la malattia, è il riconoscimento che il lavoro non è solo uno stipendio, ma identità, dignità, speranza, specialmente per chi combatte o per chi, come i caregiver, sostiene un malato con amore, che nessuna statistica può misurare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché lo sappiamo tutti: curarsi non può essere una colpa, non può essere una scelta tra la salute e il pane quotidiano. Ecco perché questo provvedimento è un passo di civiltà, non risolve tutto, certo, ma risponde a un grido che sale da anni: quello di chi chiede un welfare che non si volti dall'altra parte. È nato da una sintesi, sì, ma anche da una responsabilità condivisa, da un Parlamento che, almeno stavolta, ha saputo guardare oltre le bandiere di partito.
Presidente, onorevoli colleghi, credo che su una cosa siamo tutti d'accordo: nessuno dovrebbe perdere il lavoro perché ha bisogno di curarsi. Questo testo lo mette nero su bianco con chiarezza e con forza. Per questo, a nome di Fratelli d'Italia, annuncio un voto favorevole, convinto e orgoglioso, perché oggi non votiamo solo una legge, votiamo per dare una chance in più a chi lotta, a chi non si arrende e a chi merita di essere visto e non dimenticato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per un breve ringraziamento il relatore, onorevole Giaccone. Ne ha facoltà.
ANDREA GIACCONE, Relatore. Grazie, Presidente, solo per ringraziare i presentatori e i firmatari delle proposte di legge di questa legislatura e anche della legislatura precedente, perché - come è stato detto - è un lavoro che viene da lontano: il Presidente e i colleghi commissari della Commissione lavoro, con cui il confronto e la collaborazione sono stati costanti, la collega relatrice per la V Commissione (Bilancio), collega Comaroli, e gli uffici per il supporto offerto. Penso che oggi il Parlamento abbia fatto un lavoro importante (Applausi).
(Coordinamento formale - Testo unificato - A.C. 153-A/R)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - Testo unificato - A.C. 153-A/R)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge nn. 153-202-844-1104-1128-1395-A/R: "Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche".
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 18) (Applausi).
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1184-bis - Misure di semplificazione per il potenziamento dei controlli sanitari in ingresso sul territorio nazionale in occasione del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025 (Approvato dal Senato) (A.C. 2142-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2142-A: Misure di semplificazione per il potenziamento dei controlli sanitari in ingresso sul territorio nazionale in occasione del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025.
Ricordo che nella seduta del 10 marzo si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 2142-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative riferite all'articolo unico del disegno di legge. Si tratta degli identici emendamenti 1.3 Zanella e 1.1000 Boschi. Prego, relatore.
LUCIANO CIOCCHETTI, Relatore. Parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme al parere espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Dunque, siamo agli identici emendamenti 1.3 Zanella e 1.1000 Boschi.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.3 Zanella e 1.1000 Boschi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2142-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Invito il Sottosegretario Gemmato ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sugli ordini del giorno n. 9/2142-A/1 Zanella e n. 9/2142-A/2 Boschi il parere è contrario.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2142-A/1 Zanella.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2142-A/1 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2142-A/2 Boschi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2142-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Il provvedimento che ci troviamo ad esaminare oggi in linea teorica è assolutamente condivisibile: riguarda l'assunzione, fino al 31 dicembre 2025, con contratto a tempo determinato, di 3 dirigenti sanitari medici e di 15 tecnici della prevenzione, con esperienza di almeno 15 mesi. Certo, dopo l'esperienza del COVID, con tutti i problemi, le lacune e le insufficienze che ha dimostrato la nostra organizzazione della sanità, nessuno può disconoscere l'esigenza di un rafforzamento di controlli sanitari in vista dell'arrivo in Italia da tutto il mondo di milioni di persone, non solo pellegrini, in occasione del Giubileo. Ma, appunto, ho detto in linea teorica, perché, come sempre, questo Governo si distingue per infilare nelle pieghe dei provvedimenti che porta in votazione misure che in qualche modo determinano la lesione del diritto di qualche categoria sociale.
Ora, a differenza del COVID, che è stato un evento tragico ed imprevisto, che ci sarebbe stato il Giubileo - penso che lei condivida con me questo, signor Presidente - è questione che tendenzialmente è prevedibile; dovrebbe accadere ogni 25 anni, quindi diciamo che da 25 anni sappiamo che ci sarebbe stato il Giubileo; l'ultimo è stato nel 2000, sono passati 25 anni, è il 2025 e il Giubileo è arrivato puntuale anche quest'anno. Quindi, si tratta di un evento e di una circostanza noti e prevedibili, di cui si discute già da tempo ed ogni istituzione è chiamata a fare la sua parte in termini di spesa, in termini di programmazione dei lavori e anche in termini di calendarizzazione degli stessi, in termini di obiettivi da raggiungere e, chiaramente, anche in termini di controlli sanitari nei porti e negli aeroporti.
Ma qui, evidentemente, e come sempre, siamo davanti all'approssimazione di questo Governo che intanto si muove con grande ritardo. Basti pensare che, forse, approveremo questo provvedimento a marzo del 2025 con le assunzioni da farsi entro il 2025 per l'anno giubilare, cioè son già passati tre mesi, quindi siamo oltre la scadenza degli interventi da adottare.
Ma soprattutto, ancora una volta, non manca solo una programmazione, ma manca anche una visione; si arriva sempre all'ultimo momento in modo raffazzonato. Come detto, si prevede l'assunzione di 3 dirigenti sanitari medici e di 15 funzionari con il profilo di tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro. Parliamo di un numero ridotto, ma, proprio a fronte dell'evidente non grandezza dei numeri delle assunzioni a tempo determinato per la durata di un anno, da scegliersi tra personale medico che abbia svolto già servizio presso il Ministero per almeno tre anni alla data del 31 dicembre 2023, è chiaro che stiamo individuando una categoria di lavoratori già predefinita.
Non ci stiamo rivolgendo a tutti i dirigenti sanitari che esistono in Italia e a tutti i funzionari con profilo tecnico; ci stiamo rivolgendo a quelli che già hanno svolto servizio presso il Ministero. Ma se questo era il problema - mi domando -, se era necessario incrementare le fila dei dirigenti sanitari e dei funzionari tecnici, prima di fare un disegno di legge prevedendo l'assunzione di 18 unità, si poteva procedere con interpello, si poteva procedere con la mobilità interna. Si potevano, cioè, attivare tutte quelle misure che già esistono nella pubblica amministrazione. In virtù di queste procedure, quando ci sono straordinarie esigenze e necessità, si può attingere al personale che già opera dentro l'amministrazione, che già è assunto, che già è alle dipendenze.
È anche utile ricordare che sulle assunzioni l'Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia dell'Unione europea per il ricorso al lavoro a tempo determinato in assenza di specifiche prescrizioni e in assenza di giustificazioni che legittimino questa forma di lavoro.
PRESIDENTE. Colleghi!
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Ricordiamo sempre, perché l'Europa…
PRESIDENTE. Mi scusi un attimo, scusi un attimo… onorevole Giachetti, abbia pazienza, perché...
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Ma io non ho problemi.
PRESIDENTE. No, no, lei non ha problemi ma io sì. Non pretendo il silenzio di una chiesa, anche se parliamo di Giubileo…
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Ma soprattutto non a me, Presidente.
PRESIDENTE. La chiesa laica, in questo senso, onorevole Giachetti. Prego.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Ricordiamo sempre - perché l'Europa ce lo ha rammentato e ci ha sanzionato per questo - che il rapporto di lavoro deve essere a tempo indeterminato e solo per straordinarie esigenze, che devono essere motivate, si può fare ricorso al rapporto di lavoro a tempo determinato. Dove si individuino qui le straordinarie esigenze - se, come ho ricordato, ci sarebbe un Giubileo che si sapeva sarebbe arrivato da almeno 25 anni - è tutto da capire. Non esistono, quindi il personale, come detto, potevamo reperirlo in altro modo e poi, forse, solo dopo aver dimostrato l'impossibilità di assumerlo in questo modo, accedere a una forma straordinaria di assunzione a tempo determinato delle 18 unità di personale.
Ma, signor Presidente, superati questi rilievi e dando per acquisito che il Governo agisce in modo approssimativo e miope e che, quindi, si rende necessario agire per porvi rimedio, vi è poi il problema delle risorse finanziarie necessarie per coprire queste assunzioni e qui, francamente, signor Presidente, signor Sottosegretario e colleghi, le scelte compiute sono del tutto inaccettabili.
Infatti, come se nulla fosse, l'ultimo comma dell'articolo 1 prevede che, con riguardo alle risorse per dette assunzioni, pari a 290.921 euro per l'anno 2024 e a 1.157.402 euro per l'anno 2025, si provveda per gli anni 2024 e 2025 mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 2, comma 361, della legge 24 dicembre 2007, n. 244. Ora, signor Presidente, la maggior parte di noi - confesso, anche io - nel sentire questi numeri non si rende conto della gravità della scelta, ma questi numeri, per chi appartiene alle categorie tutelate da questa legge, sono gravi.
La legge n. 244 del 2007 istituisce il Fondo per gli indennizzi per le categorie di soggetti talassemici, affetti da emoglobinopatia, emofiliaci, emotrasfusi, danneggiati da trasfusioni di sangue infetto o da emoderivati o soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie. Si pretende di attingere le risorse per le assunzioni delle 18 unità facendo ricorso a questa legge, e si pretende di attingerle da soggetti che, danneggiati irrimediabilmente nella loro integrità fisica, abbiano intentato un'azione di risarcimento del danno nei confronti del Ministero della Salute e che abbiano un giudizio pendente.
Noi togliamo, quindi, risorse a chi ha un danno certo e ha chiesto di ottenere un indennizzo. Nel fare la relazione e nel dare il parere non è scritto che, nell'attingere al Fondo di spesa, si è tenuto conto di una stima prudenziale delle domande risarcitorie; si dice soltanto che il Fondo è capiente, che ha una sua dotazione economica e che da esso verranno presi circa 1,3 milioni di euro per assumere le 18 unità di personale.
Ciò che non si dice è che non è stato valutato se, tolta la cifra di circa 1,3 milioni di euro, ci sono comunque le risorse sufficienti per indennizzare i soggetti che hanno avanzato una domanda di risarcimento del danno nei confronti del Ministero della Salute per le trasfusioni occasionali o per danni permanenti alla loro integrità fisica causati da emoderivati.
Diciamo che non vorrei essere mai nei panni di quel soggetto che, dopo avere intentato un giudizio e dopo tutte le lungaggini del procedimento in Italia, magari dopo 10 anni di attesa, ottiene finalmente una sentenza di condanna con liquidazione di un indennizzo e, quando promuove l'azione per ottenere il risarcimento del danno, ossia la liquidazione e il ristoro né più né meno di quello che gli serve soltanto per ristorare il danno economico, si sente rispondere dal Ministero che, in quel momento, quelle somme non sono disponibili perché il Fondo è stato estinto o comunque ridotto per effetto di provvedimenti come quello in esame.
L'alternativa a questo scempio e a questa ingiustizia c'era, e ve l'abbiamo anche indicata, che era quella di utilizzare le risorse con la garanzia che fossero immediatamente riallocate nel primo intervento di bilancio possibile. Ciò non si legge in questo provvedimento e non è previsto nella legge di bilancio. Per queste ragioni, denunciando la gravità di queste scelte e di questo modo di procedere, il gruppo di Italia Viva si asterrà sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Come Alleanza Verdi e Sinistra, invece, voteremo contro questo provvedimento, ma non perché siamo contro, chiaramente, il potenziamento delle attività di vigilanza, controllo igienico-sanitario e profilassi svolte presso i principali porti, aeroporti e via di seguito, come recita il comma 1 dell'articolo 1, unico articolo di questo disegno di legge, ma perché davvero questo lo chiamate potenziamento? Cioè, il Governo in realtà che cosa mette in campo per questa attività? Tre unità di personale con il profilo di dirigente sanitario medico e 15 unità di personale dell'area dei funzionari con il profilo di tecnico, praticamente con un contratto, tra l'altro, di lavoro a tempo determinato.
Quindi questo sarebbe il grande sforzo che mette in campo il Governo con queste finalità; finalità che condividiamo, ma chiaramente con degli strumenti completamente sbagliati, soprattutto perché i fondi, poi, vengono prelevati, come recita il secondo comma dell'articolo 1, da quel Fondo della legge n. 244 del 2007, con fondi che sono, in realtà, destinati - sarebbero destinati, ma qui c'è lo scippo da parte della maggioranza - come risarcimento per soggetti affetti da talassemia e via di seguito, anemie ereditarie e altro.
Quindi, tutto questo viene scippato dalla maggioranza per una finalità che si condivide, ma davvero, tra l'altro, con delle briciole, perché in tutto stiamo parlando, per contratti a tempo determinato, di 18 soggetti, di 18 lavoratori. Manca solo che venissero messi i nomi e cognomi all'interno di questo provvedimento e a questo punto avremmo fatto davvero la frittata (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Davvero non condividiamo, quindi, come il Governo e la maggioranza hanno affrontato la questione. Tra l'altro, il Governo è abituato a fare decreti-legge omnibus su tutto, non comprendiamo perché anche un provvedimento di questo tipo - strano - non sia confluito in un qualche decreto, in un angolino di qualche decreto-legge, anziché investire addirittura in un disegno di legge. Qualcuno potrebbe dire: benissimo, finalmente il Parlamento è al centro. No, al centro nulla, perché guardiamo che fondi sono stati previsti, vediamo che soluzioni. Quindi probabilmente il Governo avrebbe dovuto fare un vero sforzo in questa direzione e mettere fondi, e non rubarli - rubarli in senso chiaramente politico - rispetto a un fondo che invece ha una finalità, sin dal 2007, davvero lodevole e importante. Per tutti questi motivi, quindi, Presidente, come Alleanza Verdi e Sinistra voteremo contro questo disegno di legge (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.
ELENA BONETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Oggi ci troviamo ad affrontare l'approvazione di un disegno di legge. Come è stato già richiamato da chi è intervenuto prima di me, ci si sarebbe aspettati che, per assurgere alla dignità di disegno di legge, anche vista la numerosità dei decreti-legge di cui il Governo ormai ha riempito il dibattito parlamentare, la materia trattata fosse una materia ampia, complessa, che nell'ambito del dibattito parlamentare potesse appunto trovare anche ulteriori potenziamenti e anche un ampio margine di condivisione.
Invece, stiamo parlando di una misura che è poco più che di rango amministrativo, perché stiamo mettendo delle risorse per aggiungere del personale al Ministero della Salute per poter gestire una situazione diciamo straordinaria, che è quella della gestione nell'ambito del Giubileo. La materia in sé è una materia importante, è doverosa la risposta che il Governo mette in campo. Non capiamo e non comprendiamo perché si sia dovuto fare per questo un disegno di legge. Bastava un emendamento alla legge di bilancio.
Bastava uno specifico emendamento in altri provvedimenti, e invece no, arriviamo in qualche modo a discutere un disegno di legge. Allora su questo esprimo una perplessità di metodo, di procedura: come sempre accade quando si parla di procedure parlamentari, che sono non atti burocratici o amministrativi, ma in qualche modo l'architrave del dibattito e dell'assunzione democratica nella nostra Repubblica, ci dobbiamo chiedere se il metodo è coerente e, in qualche modo, risponde alle finalità anche di questa istituzione.
Il secondo punto che vorrei trattare in questa discussione, in questa dichiarazione di voto, riguarda il modo attraverso il quale viene definito il profilo delle potenziali assunzioni. Abbiamo un'esigenza, quella di implementare le risorse a disposizione del Ministero per la gestione di flussi straordinari di pellegrini nell'ambito del Giubileo della Chiesa cattolica. Quindi, cosa facciamo? Nel disegno di legge, addirittura, profiliamo, quasi fosse il profilo da pubblicazione del concorso stesso, il profilo dei dirigenti che devono essere assunti con contratto a tempo determinato.
Anche questo - che una legge dello Stato definisca in modo così puntuale dei profili che quasi arrivano alla griglia di un curriculum vitae che deve essere iscritto in questa profilazione - lascia in qualche modo il dubbio che la restrizione della definizione insiemistica di quelli che potranno essere i potenziali candidati sia estremamente stretta, e che, quindi, una valutazione comparativa, come quella che dovrebbe essere fatta, dei profili e delle competenze difficilmente potrà essere portata davvero a termine.
Questi sono due elementi di criticità che si sommano ad un altro elemento di criticità, che è la scelta dei fondi da cui attingere per finanziare questa legge. È già stato ricordato dai colleghi, si va a deprivare un Fondo che aveva una sua istituzione destinata ad una patologia specifica; di fatto, sono fondi non spesi e che il Ministero va a destinare a tutt'altra materia, ma in qualche modo svuotando la destinazione di necessità per cui, dal 2007, era stato istituito questo Fondo.
Queste sono ragioni per le quali non possiamo votare a favore di questo provvedimento. Dichiaro quindi, in modo anticipato, il voto di astensione del nostro gruppo, ma proprio nell'ottica di non condivisione di questi tre punti che rimangono, comunque, punti dirimenti.
Dall'altro lato, invece, vorrei richiamare a noi stessi, a quest'Aula, quello che invece dovrebbe essere un impegno costante e continuativo, anche delle istituzioni nel nostro Paese, di sostegno, come è stato fatto, ovviamente, in questi anni, al percorso del Giubileo della Chiesa Cattolica. Sappiamo che è un'occasione per la quale i numerosi pellegrini che arriveranno nel nostro Paese impongono al nostro Paese la questione della gestione organizzativa del flusso di questi pellegrini, che, in particolare, interessa al comune di Roma.
Ma dobbiamo ricordare a noi stessi che anche le tante diocesi nel nostro Paese sono impegnate nell'ambito del Giubileo e che, quindi, di fatto, si sta profilando un'accoglienza diffusa che ha anche potenzialità positive di presenza in Italia (chiamiamoli pure turisti, anche se, più propriamente, dovrebbero essere chiamati pellegrini).
Accanto a questo, vorrei ricordare - è un'occasione per poterlo fare - il lavoro straordinario che non solo le diocesi stanno facendo, ma anche e soprattutto le associazioni di volontariato, non solo nel comune di Roma, ma anche nel Paese, coinvolte nella gestione e nell'accoglienza di questi pellegrini. L'esperienza del volontariato, nell'ambito non solo cattolico, ma anche dell'impegno civile del nostro Paese, è una delle straordinarie ricchezze di cui l'Italia dispone e di cui, forse, come Parlamento e come Governo, non ci ricordiamo abbastanza spesso. È un mondo che riguarda certamente il Terzo settore, ma non solo le associazioni iscritte al Terzo settore, perché parliamo, anche di piccole realtà parrocchiali, nonché della rete, invece ampia, dei volontari del Giubileo, che, in questo momento, sta svolgendo un servizio straordinario a cui l'intero Paese deve esprimere profonda gratitudine.
Chiudo questo mio intervento, anche perché oggi stiamo parlando del Giubileo della Chiesa Cattolica a pochi giorni dal rientro del Santo Padre in Vaticano, in Santa Marta, dopo il momento di grave difficoltà che ha vissuto proprio nell'ambito sanitario, a livello personale.
Io credo che ricordarlo anche con gratitudine e vicinanza da parte nostra, da parte del Parlamento italiano, sia, in questo momento, un atto non solo dovuto, ma profondamente sentito da parte di tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Credo sia difficile trovare così tante criticità in un solo articolo.
L'articolo prevede che siano attivati un'attività di vigilanza, un controllo igienico sanitario, le profilassi presso i principali porti e aeroporti in vista del Giubileo del 2025. Per fare questo tipo di operazione, il Governo e il Ministero della Salute sono autorizzati ad assunzioni con contratto a tempo determinato di alcuni soggetti che abbiano già prestato servizio a tempo determinato presso lo stesso Ministero.
Le assunzioni autorizzate, di fatto, sono 18: 3 unità di personale con il profilo di dirigente sanitario medico, 15 unità di personale dell'area dei funzionari con il profilo di tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro.
Le assunzioni, oggettivamente, come è già stato segnalato da qualcuno, avrebbero potuto essere effettuate, utilizzando graduatorie sia del Ministero, già approvate da altre amministrazioni per concorsi pubblici, anche a tempo indeterminato, sia mediante concorsi per titoli ed esami.
Vede, Presidente, con questa operazione si sta facendo un atto che sostanzialmente manca completamente di trasparenza e in barba a criteri oggettivi dei concorsi pubblici non giustificati dalle emergenze, visto che il provvedimento è in esame almeno da ottobre del 2024. Quindi non c'era alcun motivo di urgenza che giustificasse un'assunzione diretta di persone. Oggettivamente - fatecelo pensare -, si potrebbe parlare di scelte ad hoc, di “amichettismo” vero e proprio, null'altro. Quindi, questa mancanza di trasparenza a noi non piace, non ci convince e su questa questione chiaramente abbiamo molte perplessità.
La seconda perplessità riguarda la copertura dei costi di questo personale. Si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa relativa alle transazioni da stipulare con soggetti talassemici, affetti da altre emoglobinopatie o anemie ereditarie, emofilici o emotrasfusi occasionali, danneggiati da trasfusione con sangue infetto o da somministrazione di emoderivati infetti e con soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, che hanno instaurato azioni di risarcimento tuttora pendenti.
Bene, voi state coprendo, da un punto di vista finanziario, questo milione e mezzo circa attraverso questo tipo di operazione. Fondamentalmente, cosa state facendo? Depauperate ulteriormente il Fondo sanitario nazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Questo è il vostro modo di fare politica! Non è accettabile sottrarre ulteriori risorse al Fondo sanitario nazionale, a maggior ragione quando si tratta di sottrarre risorse a persone che sono in condizioni di grave sofferenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ripeto: sono persone costrette ad affrontare cure costosissime e questo, chiaramente, è assolutamente inaccettabile.
Non solo. Nel sottrarre ulteriori finanziamenti al Fondo sanitario nazionale, non possiamo assolutamente dimenticarci che, di soldi, ne trovate quanti ne volete, quando si tratta di procedere a un'economia di guerra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Anche questa cosa va sottolineata.
Vi voglio sottolineare che GIMBE stima che mancheranno 19 miliardi al Servizio sanitario nazionale di qui ai prossimi anni: solo per far pari sarebbero serviti. Quindi, non si tratta di ridare risorse al Servizio sanitario nazionale, ma di metterlo in condizione di manutenerlo. Nei prossimi anni, mancheranno ben 19 miliardi. Nell'ultimo decennio, 10.000 posti letto in meno, 70 ospedali chiusi, medicina del territorio in grave affanno e il privato cresce, con 46 miliardi di spesa privata, certificati dalla Corte dei conti. Io credo che più di così fondamentalmente non si possa essere ipocriti.
Vedete, si pensa che potranno essere spesi ben 35 miliardi in armamenti, ma non si trovano soldi per il welfare e per la sanità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Si ipotizza, a livello europeo, che si possa spendere fino a 800 miliardi, scorporandoli dal Patto di stabilità. Noi, queste cose, le chiediamo, le chiederemo e le abbiamo chieste in questi anni in termini di scorporo della spesa sociale e della spesa per la sanità.
Di recente, per ragioni di bilancio, avete addirittura sostenuto il taglio di 6 milioni per la prevenzione dei tumori al seno. Continuate a non tassare gli extraprofitti delle compagnie energetiche (5 miliardi di extraprofitti hanno fatto l'anno scorso!). Non toccate le banche (oltre 24 miliardi di profitti).
Spendete un miliardo in Albania per un deserto, fondamentalmente, e non si trovano 6 milioni per la prevenzione del tumore al seno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Anche rispetto alla scuola, ovviamente, avete tagliato fondi per il riscaldamento. Più di così non si può fare. Qui i finanziamenti sono poca cosa - 1.150.000 euro -, ma diventa assolutamente inaccettabile che vengano tolti al risarcimento per gli emo-danneggiati. Presidente, in questo senso annuncio il voto contrario del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marrocco. Ne ha facoltà.
PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il disegno di legge sul quale oggi siamo chiamati ad esprimere il voto si propone di potenziare i controlli sanitari in ingresso sul territorio nazionale in occasione del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025.
Noi di Forza Italia sosteniamo con convinzione questo provvedimento, poiché riteniamo che la salute pubblica debba essere una priorità assoluta, soprattutto in un periodo di grande afflusso di pellegrini e visitatori da tutto il mondo. Il Giubileo rappresenta un evento straordinario, quindi richiede misure straordinarie per garantire la sicurezza e il benessere di tutti i partecipanti.
Il disegno di legge rappresenta una parziale risposta anche al problema di una carenza temporanea di personale sanitario e amministrativo e introduce misure di potenziamento delle attività di vigilanza, controllo igienico-sanitario e profilassi presso i principali porti e aeroporti del nostro Paese, autorizzando il Ministero della Salute ad effettuare assunzioni a tempo determinato di personale sanitario qualificato al fine di rispondere tempestivamente alle esigenze sanitarie derivanti dall'ingresso dei pellegrini.
Il tema della carenza di personale medico ed infermieristico è un grande tema all'ordine del giorno per quanto riguarda il nostro sistema sanitario. Nella legge di bilancio 2025 siamo intervenuti per prevedere il graduale aumento delle risorse destinate al finanziamento del Servizio sanitario nazionale. Inoltre, con gli interventi previsti dal PNRR si sta attuando una riforma complessiva dell'assistenza medica territoriale.
Forza Italia ha recentemente presentato la proposta di riforma che mira a ridefinire e a rafforzare il ruolo dei medici di medicina generale, i cosiddetti medici di famiglia, che rappresenta solo un primo tassello del contributo che intendiamo dare al fine di introdurre misure concrete per costruire un sistema sanitario più sostenibile ed integrato.
A ciò si aggiunge il provvedimento in materia di riforma delle modalità di accesso alle facoltà di medicina, veterinaria e odontoiatria recentemente approvato e fortemente voluto dal Ministro Bernini.
Tornando al provvedimento oggi in esame, Forza Italia ritiene che queste misure siano indispensabili per garantire un adeguato livello di protezione sanitaria e per prevenire eventuali rischi legati alla diffusione di malattie infettive. Siamo convinti che il potenziamento dei controlli sanitari contribuirà a rendere il Giubileo un evento sicuro e sereno per tutti i partecipanti. Per questi motivi Forza Italia esprime il suo voto favorevole, perché la salute dei cittadini e dei visitatori è una responsabilità che non possiamo permetterci di trascurare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pretto, che è assente: si intende che abbia rinunciato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Care colleghe, cari colleghi, Sottosegretario Gemmato, intervengo a nome del Partito Democratico nel riflettere insieme su questo provvedimento. Parliamo, infatti, di un provvedimento sicuramente importante, che prevede di assumere con contratto a tempo determinato 18 profili - 3 come dirigenti sanitari medici e 15 come funzionari - che hanno l'obiettivo di potenziare, proprio durante l'anno giubilare, le attività di sorveglianza, controllo igienico-sanitario e profilassi svolte presso i principali porti aeroporti.
Siamo ben consapevoli di come sia un anno importante, che si è aperto, tra l'altro, alla fine del 2024 e che porterà oltre 30 milioni di pellegrini nel nostro territorio. È una grande occasione per la Chiesa cattolica, ma per tutto il territorio, e richiede quindi una giusta attenzione, doverosa, corretta, quindi un potenziamento, anche se piccolo, che vada a supportare la sicurezza non solo dei pellegrini, ma anche del nostro Paese.
Al tempo stesso, come hanno fatto già anche altri colleghi, non possiamo non sottolineare come sia un provvedimento che contiene errori, contiene lacune, quindi un provvedimento soprattutto intempestivo, anche perché, nonostante nel dossier che accompagna il provvedimento si parli e si faccia riferimento al precedente caso dell'emergenza da COVID, credo che sia evidente a tutti come questa circostanza, quella del Giubileo, fosse una circostanza nota e prevedibile, di cui ovviamente eravamo consapevoli da tempo. E arrivare alla votazione finale di questo provvedimento alla fine del mese di marzo, con un Giubileo che è iniziato alla fine dell'anno precedente, rende chiara un'intempestività del provvedimento stesso, ma anche un'incapacità tardiva di questo Governo nel costruire tutti quei percorsi che devono dare garanzie alla salute e alla sicurezza dei nostri cittadini, e anche dei pellegrini.
Quindi, bene le assunzioni, diciamo che arrivano in modo tardivo e intempestivo, evidenziando una scarsa capacità di programmazione del Governo. Al tempo stesso, parliamo di un numero molto risicato di assunzioni, sono in totale 18. È ben poca cosa, ma il fatto che siano a tempo determinato è un altro aspetto che ci lascia, ovviamente, perplessi. Dico questo perché abbiamo parlato molto, in questi mesi, di sanità pubblica, di sostenibilità del sistema sanitario nazionale, di mancanze di risorse per lo stesso e anche di un piano assunzionale, proposto dal Ministro Schillaci, di 30.000 unità, che probabilmente si è perso nelle nebbie della Pianura padana nella quale abito. Dico questo perché poteva essere un piccolo segnale per assumere a tempo indeterminato e andare a potenziare proprio quei livelli legati alla prevenzione, alle vaccinazioni, ai controlli igienico-sanitari, che, proprio nel periodo pandemico, hanno reso evidente la loro importanza e la loro necessità per supportare maggiormente l'intero sistema sanitario nazionale. Quindi, la riteniamo, anche in questo caso, un'occasione persa.
Così come pensiamo che sia un errore promuovere, proporre questo provvedimento a invarianza economica e di spesa finanziaria. È un disegno di legge che prevede un investimento di circa un milione di euro o poco più, quindi una cifra abbastanza ridotta, che, anche in questo caso, viene fatto, però, a invarianza zero. Cosa significa? Che queste risorse vengono comunque prese da altri fondi già dedicati alla sanità pubblica e, come sempre, troviamo che le scelte che vengono fatte in sanità siano sempre a costo zero. Abbiamo fatto, a invarianza finanziaria, la riforma sulla non autosufficienza, quella sulla disabilità, il decreto sulle liste d'attesa e, anche in questo caso, non abbiamo visto un segnale di attenzione in più nell'andare a potenziare anche un'occasione straordinaria come quella del Giubileo.
È chiaro che non c'è stata la volontà di trovare le risorse, ma la cosa ancor più grave è che queste risorse vengono prese e finanziate - lo hanno detto i colleghi e lo voglio ricordare, perché crediamo che sia un aspetto particolarmente rilevante e anche grave - con la riduzione delle autorizzazioni di spesa del fondo costituito con la legge n. 244 del 2007.
Con questa legge è stato istituito un fondo per gli indennizzi per le categorie di soggetti talassemici, affetti da emoglobinopatia, emofilici, emotrasfusi, danneggiati da trasfusioni di sangue infetto o emoderivati, o soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie. È evidente che parliamo di soggetti fragili, che sono stati danneggiati irrimediabilmente nella loro integrità fisica, a causa anche di errori dovuti al nostro sistema sanitario nazionale e che hanno, nel frattempo, intentato un'azione risarcitoria del danno nei confronti del Ministero della Salute, con un giudizio pendente.
Siamo stati rassicurati dal Sottosegretario sul fatto che è un capitolo di spesa capiente e che le risorse sono abbondanti, ma non abbiamo capito quale è stata la valutazione di merito che è stata fatta per fare queste dichiarazioni. Dico questo perché nella relazione non è presente alcuna stima prudenziale che dimostri come, al netto di tutte le domande risarcitorie, il capitolo rimanga comunque sufficientemente capiente.
Così come siamo molto rammaricati che, anche con la bocciatura dei due ordini del giorno presentati dalle colleghe Boschi e Zanella, il Governo non si sia preso l'impegno di andare a rimpinguare questo capitolo importante di spesa per remunerare gli eventuali indennizzi dei soggetti che hanno fatto domanda di risarcimento per trasfusioni occasionali o per danni permanenti causati alla loro integrità.
Quindi, questa mancanza di responsabilità e anche di attenzione verso persone che hanno avuto un danno grave che ha compromesso la qualità della loro vita la riteniamo particolarmente grave. Quindi, mi appello e ci appelliamo, anche in questa sede, al Sottosegretario, affinché si impegni, magari con un intervento, a rimpinguare e a restituire le risorse necessarie nel primo provvedimento utile, che è una cosa che, ovviamente, in questo provvedimento non è scritta, che non è prevista nella legge di bilancio e sulla quale non siamo stati rassicurati. Crediamo che sia una scelta che lede la dignità delle persone che hanno avuto dei danni da emotrasfusioni e da vaccini, con una scelta di copertura economica che riteniamo non condivisibile e non accettabile, perché è una scelta grave che lede i diritti dei cittadini, il diritto alla salute, il diritto alla cura e anche il diritto di essere indennizzati qualora siano stati fatti degli errori.
Siamo consapevoli, ovviamente, che questa è una scelta, quella di assumere delle persone, comunque corretta. Quindi, non ci vogliamo ritrarre dalla responsabilità che riconosciamo come scelta di andare a potenziare i controlli nell'accesso ai porti e agli aeroporti e, dunque, crediamo che sia giusto, anche da parte nostra, l'esercizio della responsabilità rispetto alla necessità di accertamenti sanitari rafforzati e maggiorati per il Giubileo.
Tuttavia, proprio perché crediamo che questo provvedimento sia pasticciato, intempestivo e anche, sinceramente, con una scarsa trasparenza sull'utilizzo di queste risorse, cosa che va a ledere - lo ripeto - i diritti di cittadini che sono già stati comunque gravemente colpiti da danni conseguenti a sbagliate trasfusioni o a vaccini, per merito e per metodo andiamo ad esprimere il voto di astensione del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciocchetti. Ne ha facoltà.
LUCIANO CIOCCHETTI (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, Sottosegretario, credo che sia un provvedimento importante per assicurare nel clou del Giubileo, cioè quando arriveranno milioni di pellegrini per gli eventi più importanti stabiliti dal Vaticano e dalla Chiesa cattolica, come la Giornata mondiale dei giovani ed altri grandi eventi. Quindi, fino ad oggi, anche per i problemi di Papa Francesco - che salutiamo e ringraziamo (Applausi) anche per l'opera importante e i messaggi che sta inviando, anche in questa condizione di malato, a tutta la comunità, a tutti i malati, svolgendo un'azione particolarmente importante anche da questo punto di vista - siamo in tempo per poter assicurare quello che è avvenuto durante il COVID.
Vorrei ricordare ai colleghi, che hanno polemizzato sulle procedure che ha cercato di introdurre il Ministero della Salute, che è esattamente la procedura che è stata utilizzata durante il COVID per poter assicurare il controllo e la vigilanza igienico-sanitaria presso i porti e gli aeroporti più importanti del Paese. Quindi, non è stato inventato nulla di nuovo: è esattamente la stessa procedura e le persone, i medici e i tecnici sanitari che saranno utilizzati, saranno esattamente le stesse che hanno lavorato durante il COVID. È una notizia importante, viste tutte le polemiche che sono state fatte in merito a una procedura che qualcuno ha detto che è stata addirittura poco trasparente (penso che più trasparente di così si muoia).
Poi, voglio rassicurare il collega Quartini che le risorse non vengono tolte al Fondo sanitario nazionale. Il capitolo 2401 è un capitolo del Ministero della Salute e non incide assolutamente sul Fondo sanitario nazionale. Inoltre, voglio chiarire anche alcuni aspetti importanti, visto che sono stati sollevati sia in sede di discussione generale sia anche oggi in sede di dichiarazione di voto e mi riferisco al tema della copertura, che è stata individuata dal Ministero della Salute in merito alla copertura di 1.157.402 euro per l'anno 2025 per finanziare questo disegno di legge.
Vorrei ricordare - è importante e l'ho già fatto durante la mia relazione, però c'erano pochi colleghi presenti e, quindi, anche per il verbale è importante ricordarlo - che quel capitolo, appunto il 2401 dello stato di previsione del Ministero della Salute, è un capitolo che ha registrato nel 2021, nel 2022 e nel 2023 significative economie di spesa, pari a cifre assolutamente importanti: competenza 117.567.626 e, invece, risultano impegni per 14.863.074,01 euro; economie pari a 102.311.800. Per il 2022 abbiamo avuto un impegno di spesa di competenza per 75.167.626 euro e risultano impegni per 11.548.470,43; economie pari a 62.320.243. Per quanto attiene all'esercizio finanziario del 2021, la previsione di competenza era di 125.167.626 e risultano impegni pari a 23.672.990; economie pari a 101.264.770.
Poi parliamo del 2025 e del 2026. Quindi, è importante anche ricordare all'Aula che, a fronte di una spesa di 1.157.402 euro per l'anno 2025 per finanziare questo disegno di legge, le risorse per le somme dovute ai soggetti danneggiati da trasfusione, iscritti al capitolo 2401 dello stato di previsione del Ministero della Salute nell'ambito del vigente bilancio pluriennale dello Stato, ammontano a 101.049.245 euro per l'anno 2025 e 99.149.245 euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027.
Considerati, come ho detto prima, i rendiconti generali dell'amministrazione dello Stato riferiti agli esercizi finanziari 2023, 2022 e 2021, risulta che sul predetto capitolo 2401 sono state registrate economie di spesa molto significative, già ricordate puntualmente durante l'intervento nella discussione generale. Non c'è, quindi, nessun pericolo, per le persone che avessero pronunce da parte dell'autorità giudiziaria in merito ai risarcimenti dovuti per trasfusioni, vaccinazioni ed altre realtà comprese nelle previsioni del capitolo 2401, che il Ministero della Salute non possa sostenere tali risarcimenti adeguatamente e in maniera significativa e corretta. Quindi, annuncio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 2142-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2142-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2142-A: S. 1184-bis - "Misure di semplificazione per il potenziamento dei controlli sanitari in ingresso sul territorio nazionale in occasione del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025" (Approvato dal Senato).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 22).
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi l'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani.
Su un lutto della deputata Nicole Matteoni.
PRESIDENTE. Colleghi, comunico che la collega Nicole Matteoni è stata colpita da un grave lutto: la perdita del padre. La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
In morte dell'onorevole Isidoro Gottardo.
PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Isidoro Gottardo, membro della Camera dei deputati nella XVI Legislatura. Anche in questo caso la Presidenza ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che adesso rinnoviamo a nome dell'Assemblea.
Ha chiesto di parlare, per un breve ricordo, il deputato Emanuele Loperfido che ha due minuti a sua disposizione. Ne ha facoltà.
EMANUELE LOPERFIDO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, desidero ricordare con commozione e rispetto Isidoro Gottardo, scomparso oggi dopo una malattia affrontata con coraggio e riservatezza. Nato il 22 marzo 1954, aveva da poco compiuto settantuno anni. Uomo delle istituzioni, ha attraversato da protagonista oltre quarant'anni di vita politica nel Friuli-Venezia Giulia, distinguendosi per rigore, visione e spirito di servizio.
Inizia giovanissimo nella Democrazia Cristiana; nel 1975 viene eletto consigliere comunale di Sacile e nel 1984, a soli trentuno anni, ne diventa sindaco. Guiderà il “giardino della Serenissima” fino al 1993 con uno stile sobrio, vicino ai cittadini, fondato sul buon governo.
Un giornale locale oggi titolava: addio al sindaco di Sacile degli anni d'oro. Dal 1993 in consiglio regionale: prima con la Democrazia Cristiana poi con Forza Italia, ricoprendo incarichi di rilievo come capogruppo, assessore regionale sempre con grande attenzione al territorio. Nel 2008 viene eletto deputato alla Camera nella XVI legislatura con il Popolo della Libertà, portando anche a Roma il suo stile fatto di ascolto, concretezza e senso delle istituzioni.
Ho avuto l'onore di collaborare con lui in quegli anni da Vicepresidente provinciale del partito del Popolo della Libertà.
Ho conosciuto un uomo appassionato, competente, sempre disponibile al confronto e profondamente convinto dell'importanza della formazione dei giovani. Quella visione nel tempo ha contribuito a formare una classe dirigente che oggi, nel bene e nel male, guida le nostre comunità locali. Sono certo che questo ricordo in quest'Aula, che lo vide protagonista, sia condiviso da chiunque lo abbia conosciuto da alleato o da avversario.
Isidoro era un uomo del dialogo, della mediazione e della politica come servizio. Ci eravamo visti poco più di un mese fa, come si fa dalle nostre parti, davanti a uno spritz bianco, leggero, con la promessa di rivederci a cena per parlare ancora di politica. Non ci sarà occasione, ma sicuramente il suo esempio resta.
Alla sua famiglia rivolgo le mie più sentite condoglianze e quelle del gruppo di Fratelli d'Italia. Ciao, Isidoro (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole De Monte. Ne ha facoltà.
ISABELLA DE MONTE (FI-PPE). Grazie, Presidente. Anch'io desidero ricordare Isidoro Gottardo che purtroppo ci ha lasciato oggi. Come ricordava il collega Loperfido, era un professionista innanzitutto nella sua vita, aveva uno studio di progettazione, ma ha avuto anche una lunga e stimata carriera amministrativa perché fu per lungo tempo consigliere comunale; poi fu anche sindaco dal 1985 al 1993. E, poi, ancora consigliere regionale, assessore regionale con deleghe all'agricoltura, alla pesca e anche agli affari comunitari. E, poi, ancora deputato.
Qui lo ricordano tanti amici e lo ricordano davvero con stima. Io vorrei ricordare anche una cosa particolare perché forse non tutti lo sanno - ma come ben sanno i colleghi Mauro D'Attis e Giuseppe Castiglione, che sono qui a fianco a me - era anche membro del Comitato delle regioni a Bruxelles e anche lì venne apprezzato.
Volevo fare un piccolo passaggio proprio su questo, perché lo conobbi proprio in quell'occasione. Era il 2006 (io facevo parte dei giovani amministratori dell'ANCI) e venne organizzata una delegazione proprio a Bruxelles per far conoscere le istituzioni europee da vicino. Lui ci accolse com'era nel suo stile con grande simpatia, con grande coinvolgimento ed emergeva questo suo forte profilo europeista.
Presidente, il Friuli-Venezia Giulia perde purtroppo un apprezzato esponente politico ed era apprezzato da tutte le parti politiche, questo è giusto sottolinearlo perché è davvero così. Al tempo stesso perde un uomo di grande esperienza amministrativa e anche parlamentare, sempre pronto al confronto; era sempre pronto a dare un consiglio, anche a chi non era della sua parte politica. Quindi, lo vogliamo ricordare esattamente così, perché era anche un uomo di grande sensibilità, era un uomo di grande umanità e quindi lo ricorderemo sempre per queste sue capacità. E proprio a nome del gruppo di Forza Italia desideriamo porgere le sincere condoglianze a tutti i suoi familiari, a tutti i suoi cari, sottolineando questo: era un grande politico, era una persona di grande profilo istituzionale ed era un uomo di grande garbo e di grande signorilità (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ho conosciuto Isidoro Gottardo quando ho iniziato a fare politica, come si diceva allora, ad un certo livello. L'ho conosciuto da segretaria regionale del Partito Democratico del Friuli-Venezia Giulia, poi ci siamo continuati a frequentare, pur su opposte fazioni; eravamo sicuramente persone con le quali però si poteva in qualche modo dialogare. Forse, oggi, è diventato più complicato e più difficile, ma Isidoro Gottardo è stato un uomo con cui sono sempre riuscita ad avere un rapporto anche personale e umano, di cui serbo un bellissimo ricordo.
I colleghi hanno ricordato - lo ricordava prima il collega Loperfido - la carriera politica di Isidoro, dal consiglio comunale di Sacile al consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia alla Camera dei Deputati. Io ricordo questo nostro dialogo, questo nostro confrontarci; è un ricordo - difficile dirlo in politica - direi quasi piacevole nel senso che era sempre molto bello parlare con lui e per me è stato sempre una fonte di ricchezza. Lo ricordo come un politico solido, un politico civile e un politico umanamente perbene e credo che questo sia il ricordo che serberò e che serbo di Isidoro Gottardo, che ricordo veramente con grande affetto (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci, in questo ciclo di interventi sulla scomparsa dell'onorevole Gottardo. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. La scomparsa di Isidoro Gottardo rappresenta anche per noi, per il gruppo di Noi Moderati, una grande sofferenza. Lo abbiamo conosciuto nella sua esperienza politica; possiamo dire che era il tipico uomo della Prima Repubblica, un uomo con stile, un uomo di ragionamento, un uomo che amava la politica con la “P” maiuscola. Ed è stato uomo della Prima Repubblica con tutte le esperienze che anche i colleghi hanno raccontato, dal livello comunale, oltre a essere stato anche sindaco di Sacile, così come consigliere regionale per tre legislature. Ogni scelta politica fatta da Isidoro era una scelta ragionata sul profilo politico, su un'identità molto chiara. Non a caso nasce nella Democrazia Cristiana, si impegna politicamente nel PPI e successivamente nel Popolo della Libertà e nel Nuovo Centrodestra, dove ho avuto l'occasione di conoscerlo.
Un uomo saggio, disponibile e generoso che era sempre disposto a mettere il frutto della sua esperienza a disposizione degli altri. Credo che sia una grande perdita per la sua regione, il Friuli-Venezia Giulia, nella quale con l'amico, già presidente della ragione, Renzo Tondo, ha avuto un rapporto stretto e ci ha permesso anche a noi di conoscerlo in modo profondo.
Ma per la politica italiana, quella politica che lui amava nel profondo, di cui non è mai riuscito a privarsi anche nei momenti in cui, poi, non è stato all'interno delle istituzioni, il dolore è forte, ma è importante ricordarlo in quest'Aula, soprattutto rivolgendo, come gruppo di Noi Moderati, alla sua famiglia e alle persone a lui care le più sentite condoglianze, stringendo veramente la famiglia con un grande abbraccio, perché, quando la politica è fatta in questo modo, non è fatta da persone qualunque, ma è fatta da uomini, da grandi uomini, e Isidoro, per noi, è stato un grande amico ed è un grande uomo (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pizzimenti. Ne ha facoltà.
GRAZIANO PIZZIMENTI (LEGA). Sì, grazie, Presidente. Anch'io mi unisco alle condoglianze fatte dai colleghi precedentemente, perché Isidoro Gottardo nella famiglia della politica del Friuli-Venezia Giulia era sempre un punto di riferimento ben preciso. L'ho conosciuto quando facevo il sindaco, lui era assessore, anzi, consigliere regionale e capogruppo di Forza Italia, e ho avuto con lui sempre un rapporto diretto, ma soprattutto franco; con lui si potevano scambiare tranquillamente idee, progetti, ma anche soluzioni dei progetti stessi.
La carriera, lo abbiamo sentito, è stata giusta per lui, perché lui la meritava tutta, da sindaco, da consigliere regionale e poi qui, da parlamentare, ma soprattutto era uomo di territorio, con cui tutti potevano tranquillamente parlare e avere delle risposte su quelli che sono poi non solo i problemi, ma anche le situazioni politiche del momento. Ho un ricordo che non dimenticherò mai di questa persona, perché era un punto di riferimento per chi aveva qualche dubbio su cosa e come fare. Anche se di partiti diversi, il confronto era franco, schietto e anche immediato, tutto sommato. Per cui a tutta la famiglia, a nome mio e di tutto il gruppo Lega-Salvini Premier, porgo le condoglianze (Applausi).
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà, per due minuti.
ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo perché nel mio territorio, a Reggio Emilia, sono giorni in cui discutiamo di uno sportello antirazzista e di un osservatorio che l'amministrazione comunale di Reggio Emilia ha proposto con l'obiettivo di prevenire e di combattere le discriminazioni, quindi un luogo di ascolto, protetto e tutelato per le persone vittime o i testimoni di discriminazione per motivi di nazionalità, di origine, di provenienza, di religione o di cultura.
Ci tengo, in modo particolare, ad esprimere la solidarietà, a titolo personale e a nome del Partito Democratico, a Marwa Mahmoud, all'assessore alla scuola del comune di Reggio Emilia, che è stata offesa ripetutamente con parole grevi, violente e gravissime proprio per questa scelta che ha fatto con il comune di Reggio Emilia. Il suo è stato un intervento che ha fatto molto discutere, ma penso che sia giusto esprimere la solidarietà a una brava amministratrice, giovane, che sta facendo una scelta e portando avanti delle battaglie legate ai diritti delle persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Questa mattina, tra l'altro, sono rimasta molto stupita nel leggere i giornali anche locali, perché ho letto un comunicato stampa, fatto dal collega Marco Padovani, e voglio in questa sede stigmatizzare le sue parole, perché, partendo dalla notizia del servizio di questo sportello antirazzista, ha tirato in ballo il Partito Democratico, la Dimora d'Abramo e la ‘ndrangheta, dicendo cose gravissime. L'unica cosa grottesca - mi permetto di dire - è il suo intervento, intriso di falsità, con un'affermazione grave secondo la quale lo sportello sarebbe gestito dal Partito Democratico sotto la supervisione di chi faceva affari con la mafia, esprimendo quindi un fatto grave, una sentenza che non esiste, che non è scritta, di cui non c'è traccia. Il collega, ovviamente, avrebbe invece già emesso sentenza in nome e al posto della magistratura.
Penso che sia un'accusa grave e lesiva della dignità di tutta la comunità del Partito Democratico, ma anche dei rappresentanti dell'amministrazione comunale di Reggio Emilia, eletti e scelti dai cittadini di tutta la nostra città, che offende l'onore della città di Reggio Emilia.
Quindi stigmatizzo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) con forza queste parole gravi e lesive veramente di tutto il Partito Democratico, in una becera strumentalizzazione ai danni di una giovane collega (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Credo che si sia raggiunto il limite nel momento in cui il vicepresidente del Copasir, nonché responsabile dell'organizzazione del primo partito d'Italia, Donzelli, dice a una platea di giornalisti: “Finché c'è quel pezzo di merda io non parlo”. Un politico che insulta un giornalista in questa maniera, squadrista e violenta, è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Noi ricordiamo a Donzelli che, se c'è un giornalista che fa il proprio mestiere perché rivela i segreti di un partito, quella si chiama democrazia. È lui che non deve rivelare, insieme al suo amico Delmastro, delle cose che sono protette da segreto di Stato e usarle come propaganda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Stiamo oltrepassando da tempo il limite: scorsa settimana Ventotene, oggi questo. Ribadisco, quando i giornalisti fanno il loro mestiere si chiama democrazia, e mi auguro che tutti i giornalisti che ci sono in questo Paese con la schiena dritta, ogni qualvolta avranno davanti Donzelli in una televisione, gli risponderanno: finché c'è quel pezzo di merda io non parlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Onorevole Ricciardi, lei ha chiamato in causa un deputato che, se riterrà, poi interverrà. Mi limito a dire che qualsiasi espressione volgare, qualsiasi insulto non dovrebbe appartenere ai rapporti tra persone, ancor di più se riguardano un deputato o un giornalista, proprio per la particolarità (Il deputato Riccardo Ricciardi: “È una citazione!”) - mi lasci dire - e la peculiarità delle funzioni che ognuno di loro svolge. Episodi del genere, quindi, dovrebbero spingere tutti a recuperare quel senso di rispetto, anche nelle forme, che è precondizione per un confronto civile.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Prestipino. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PRESTIPINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. “Libertà va cercando, ch'è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta”. Una delle terzine più belle della Divina Commedia. Il canto della libertà, della tensione verso la libertà, il canto di Catone l'Uticense. E perché lo cito? Perché oggi è il Dantedì. Questa giornata fu istituita il 25 marzo del 2020 ed ebbi l'onore e l'orgoglio di fare la dichiarazione di voto per conto del Partito Democratico, da docente di lettere ancora prima che da parlamentare.
Ma cosa ci insegna oggi, ancora, la Divina Commedia? Cosa impariamo da Dante? L'importanza dell'amore, della ricerca della verità continua, la potenza della resilienza di fronte a ogni tipo di avversità, la tensione verso la libertà individuale e collettiva, la celebrazione della bellezza, dell'arte, della cultura, della letteratura, della lingua italiana. La Divina Commedia oggi continua a guidarci e a ispirarci nei nostri percorsi di vita, individuali e collettivi, nelle scuole, nelle piazze, in ogni angolo di mondo laddove uomini e donne vanno cercando la libertà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per denunciare un fatto gravissimo che è successo nei giorni scorsi relativamente allo stabilimento di Stellantis a Pomigliano, dove alcuni lavoratori, poiché le condizioni di lavoro non garantivano il loro diritto alla salute, hanno scioperato. Ebbene, dinanzi al sacrosanto diritto dei lavoratori di vedere dei luoghi che tutelino il loro diritto alla salute, Stellantis ha pensato bene di sanzionarli. Ebbene, questo atteggiamento arrogante dell'azienda, che pensa di essere il padrone della fabbrica, e quindi porre in essere degli atti intimidatori nei confronti dei lavoratori, noi lo rispediamo al mittente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Su questo fatto gravissimo depositeremo nelle prossime ore un'interrogazione parlamentare. A Stellantis, che negli anni ci ha abituato a delocalizzare laddove il diritto alla tutela del lavoratore è una mera chimera o dove il lavoratore viene sfruttato, dobbiamo ricordare, ahimè, che lo stabilimento di Pomigliano è in Italia, e, quindi, le norme a tutela dei lavoratori devono essere rispettate; e che il diritto allo sciopero è un diritto sacrosanto, su cui poggia la nostra Repubblica, ed è una conquista dei lavoratori che non va assolutamente toccato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Furgiuele. Ne ha facoltà.
DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo per condividere con quest'Aula ulteriori messaggi positivi che questo Governo sta mandando al Sud, alla Calabria. Nella Calabria nord-orientale finalmente l'elettrificazione della rete ferroviaria non è più utopia, è una realtà che si sta consolidando nel tempo. Dopo anni, dopo decenni di promesse mancate finalmente vediamo i cantieri aperti, i lavori avviati e anche una prospettiva di trasporto più sicuro, più moderno e più efficiente.
Questa notizia fa il paio con un'altra notizia di qualche settimana fa che ha visto il commissariato di Corigliano-Rossano, una cittadina bellissima della costa ionica calabrese (stiamo parlando del nord-est) elevarsi al rango di primo dirigente. Un'ottima notizia che porta più sicurezza sul territorio, più Forze dell'ordine, più attenzione ad una cittadina che sarà sicuramente uno dei punti nevralgici per lo sviluppo del Mezzogiorno d'Italia nell'intero Mediterraneo.
Sono due risultati concreti che questo Governo porta su quel territorio, sul territorio calabrese e che denotano un impegno costante del Governo, del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, del Ministero dell'Interno. Due risultati che ci dicono come questo Governo risponda con atti concreti a quelli che sono soltanto meri slogan.
Questi impegni sono fondamentali per lo sviluppo del territorio; sono impegni che non sono gentili concessioni, ma sono dei diritti, sono il riscatto per un territorio che per troppo tempo è stato lasciato ai margini. Questo Governo continuerà a marciare nella direzione dello sviluppo e della sicurezza del territorio calabrese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Mercoledì 26 marzo 2025 - Ore 9,30:
(ore 9,30 e ore 16,15)
1. Seguito della discussione della mozione Braga, Riccardo Ricciardi, Zanella, Faraone, Magi ed altri n. 1-00396 presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro della giustizia, Carlo Nordio
2. Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 226 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: CANTU' ed altri: Istituzione della Giornata nazionale per la prevenzione veterinaria (Approvata dal Senato). (C. 1305)
Relatore: PANIZZUT.
3. Seguito della discussione delle mozioni Zanella ed altri n. 1-00293, Ilaria Fontana ed altri n. 1-00297, Braga ed altri n. 1-00411 e Cortelazzo, Mattia, Montemagni, Semenzato ed altri n. 1-00419 concernenti iniziative a tutela dell'ambiente e della salute in relazione alle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) .
4. Seguito della discussione delle mozioni Faraone ed altri n. 1-00401, Fenu ed altri 1-00412, Mari ed altri n. 1-00420 e Braga ed altri n. 1-00421 concernenti iniziative volte a reintrodurre il cosiddetto "Bonus Renzi", al fine di sostenere il potere d'acquisto delle fasce più deboli della popolazione .
5. Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1233 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione che istituisce l'Organizzazione internazionale per gli ausili alla navigazione marittima, con Allegato, fatta a Parigi il 27 gennaio 2021 (Approvato dal Senato). (C. 2189)
Relatore: FORMENTINI.
6. Seguito della discussione delle mozioni Richetti ed altri n. 1-00410 e Scerra ed altri n. 1-00416 concernenti il monitoraggio e lo stato di attuazione del PNRR .
7. Seguito della discussione delle mozioni Lupi, Amorese, Sasso, Tassinari ed altri n. 1-00228 e Berruto ed altri n. 1-00393 concernenti iniziative volte a promuovere le maratone e a favorire la partecipazione di atleti stranieri, con particolare riferimento ai profili afferenti alla tutela sanitaria .
8. Seguito della discussione della proposta di legge:
GAETANA RUSSO ed altri: Modifiche al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e altre disposizioni in materia di cancellazione dai pubblici registri dei veicoli fuori uso sottoposti a fermo amministrativo. (C. 805-A)
e dell'abbinata proposta di legge: CASU ed altri. (C. 347)
Relatore: CASU.
9. Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 316 - D'INIZIATIVA DEL SENATORE BERGESIO: Modifiche all'articolo 40 della legge 28 luglio 2016, n. 154, in materia di contrasto del bracconaggio ittico nelle acque interne (Approvata dal Senato). (C. 1806)
e dell'abbinata proposta di legge: COMAROLI ed altri. (C. 830)
Relatore: BRUZZONE.
10. Seguito della discussione della mozione Braga, Riccardo Ricciardi, Zanella, Richetti, Faraone, Magi ed altri n. 1-00402 concernente iniziative in materia di applicazione del regolamento europeo che istituisce un quadro comune per i servizi di media, cosiddetto European media freedom act, con particolare riguardo alla governance della Rai
(ore 15)
11. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .
La seduta termina alle 19,10.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 5 la deputata Latini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 6 la deputata Latini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni nn. 12 e 13 la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 13 il deputato Bof ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 13 il deputato Giovine ha segnalato che ha erroneamente espresso contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | TU PDL 153 E ABB-A/R - EM 1.2 | 271 | 271 | 0 | 136 | 111 | 160 | 80 | Resp. |
2 | Nominale | EM 1.9 | 271 | 267 | 4 | 134 | 109 | 158 | 78 | Resp. |
3 | Nominale | EM 1.1 | 273 | 273 | 0 | 137 | 113 | 160 | 78 | Resp. |
4 | Nominale | EM 1.4 | 274 | 274 | 0 | 138 | 113 | 161 | 78 | Resp. |
5 | Nominale | EM 1.11 | 277 | 277 | 0 | 139 | 113 | 164 | 77 | Resp. |
6 | Nominale | EM 1.300 | 276 | 276 | 0 | 139 | 275 | 1 | 77 | Appr. |
7 | Nominale | EM 1.16 | 276 | 274 | 2 | 138 | 112 | 162 | 76 | Resp. |
8 | Nominale | EM 1.17 | 274 | 270 | 4 | 136 | 112 | 158 | 76 | Resp. |
9 | Nominale | ARTICOLO 1 | 270 | 270 | 0 | 136 | 267 | 3 | 76 | Appr. |
10 | Nominale | EM 2.300 | 273 | 273 | 0 | 137 | 272 | 1 | 76 | Appr. |
11 | Nominale | EM 3.1 | 273 | 273 | 0 | 137 | 272 | 1 | 76 | Appr. |
12 | Nominale | ARTICOLO 3 | 272 | 272 | 0 | 137 | 272 | 0 | 76 | Appr. |
13 | Nominale | ARTICOLO 4 | 271 | 271 | 0 | 136 | 270 | 1 | 76 | Appr. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 22) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | ODG 9/153 E ABB-A/R/5 | 270 | 267 | 3 | 134 | 111 | 156 | 75 | Resp. |
15 | Nominale | ODG 9/153 E ABB-A/R/6 | 269 | 263 | 6 | 132 | 107 | 156 | 75 | Resp. |
16 | Nominale | ODG 9/153 E ABB-A/R/8 | 275 | 272 | 3 | 137 | 110 | 162 | 75 | Resp. |
17 | Nominale | ODG 9/153 E ABB-A/R/10 | 276 | 276 | 0 | 139 | 116 | 160 | 75 | Resp. |
18 | Nominale | TU PDL 153 E ABB-A/R - VOTO FINALE | 248 | 248 | 0 | 125 | 248 | 0 | 74 | Appr. |
19 | Nominale | DDL 2142-A - EM 1.3, 1.1000 | 250 | 246 | 4 | 124 | 97 | 149 | 74 | Resp. |
20 | Nominale | ODG 9/2142-A/1 | 246 | 242 | 4 | 122 | 97 | 145 | 74 | Resp. |
21 | Nominale | ODG 9/2142-A/2 | 247 | 242 | 5 | 122 | 98 | 144 | 74 | Resp. |
22 | Nominale | DDL 2142-A - VOTO FINALE | 239 | 183 | 56 | 92 | 145 | 38 | 74 | Appr. |