XIX LEGISLATURA
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta orale:
SARRACINO, SIMIANI, AMENDOLA, LAUS, BARBAGALLO, PROVENZANO, IACONO, MARINO, STUMPO, UBALDO PAGANO, LACARRA, STEFANAZZI, DE LUCA, GRAZIANO, SCOTTO e TONI RICCIARDI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
in data 25 marzo 2025 il commissario straordinario nazionale per l'emergenza idrica Nicola Dell'Acqua intervenendo nel corso di un convegno pubblico ha affermato, come riportato dalle agenzie di stampa, di avere una visione pessimistica della situazione in quanto «il Meridione e le isole hanno per i bacini una situazione peggiore dell'anno scorso, la prossima estate sarà particolarmente dura»;
Dell'Acqua ha rilevato che la situazione è talmente emergenziale che non c'è tempo da perdere;
purtroppo l'andamento climatico anche di questo inverno ha evidenziato un deficit in termini di precipitazioni con il livello degli invasi che è al di sotto dei metri cubi accumulati nello stesso periodo del 2024;
questo comporta ripercussioni drammatiche sul comparto agricolo e anche per quel che riguarda gli usi civili;
potrebbero ripresentarsi a breve situazioni di emergenza drammatiche come abbiamo visto nei mesi scorsi in Sicilia e in Basilicata;
sorprende e preoccupa a giudizio degli interroganti che un commissario straordinario dotato di poteri conferitigli dal Governo manifesti una palese impotenza –:
se il Governo sia a conoscenza di quanto affermato dal commissario straordinario nazionale per l'emergenza idrica e quali tempestive iniziative intenda assumere, con annesso cronoprogramma regione per regione, per fronteggiare le conseguenze di una emergenza che si preannuncia molto difficile per i prossimi mesi.
(3-01846)
Interrogazioni a risposta scritta:
CARMINA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
la Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu), di recente, ha condannato l'Italia per non aver garantito il pagamento dei debiti contratti da comuni in dissesto finanziario, violando i diritti patrimoniali di un cittadino creditore, come nel caso del comune di Partinico (Palermo);
la Cedu ha sottolineato che lo Stato italiano è responsabile dell'adempimento dei debiti dei comuni, anche in caso di dissesto finanziario degli stessi, e che tale responsabilità non può essere elusa dalle difficoltà economiche dei singoli enti locali;
la condanna della Corte europea evidenzia una problematica sistemica che coinvolge numerosi comuni italiani, in particolare in Sicilia, dove si registrano elevati numeri di comuni in dissesto finanziario, con ripercussioni dirette sui diritti dei creditori;
l'Italia, a livello nazionale, ha già affrontato in passato procedimenti simili, con la Cedu, che ha imposto al Governo di garantire l'esecuzione dei pagamenti dovuti a cittadini e imprese, quando i comuni non sono in grado di farlo;
il mancato pagamento dei debiti da parte dei comuni in dissesto danneggia i creditori, compromette la fiducia nelle istituzioni locali e ha effetti diretti sull'equità del sistema finanziario del paese;
la responsabilità dello Stato italiano nell'assicurare l'adempimento dei debiti delle amministrazioni locali, anche in caso di dissesto, è un principio consolidato in base alle sentenze della Cedu che le autorità italiane sono tenute a rispettare in quanto vincolanti;
la normativa vigente non sembra sufficientemente adeguata a risolvere in modo strutturale definitivo il problema dei comuni in dissesto, non garantendo una protezione adeguata ai creditori non assicurando la sostenibilità finanziaria degli enti locali in difficoltà –:
quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda intraprendere il Governo per garantire che lo Stato italiano onori il pagamento dei debiti dei comuni in dissesto, come stabilito dalle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo;
se siano previsti interventi normativi per riformare il sistema di finanza locale, con l'obiettivo di supportare i comuni in difficoltà finanziaria, e quali misure il Governo intenda adottare per garantire che i creditori non siano danneggiati a causa del dissesto degli enti locali;
se il Governo intenda adottare iniziative di competenza volte a predisporre un fondo di garanzia o altre misure di tutela per i cittadini e le imprese che vantano crediti nei confronti dei comuni in dissesto, evitando che la responsabilità ricada esclusivamente sugli stessi, con ripercussioni economiche e giuridiche negative;
se esistano progetti in corso finalizzati a una maggiore trasparenza nella gestione dei bilanci comunali, al fine di prevenire ulteriori situazioni di dissesto, e per assicurare una maggiore accountability da parte delle amministrazioni locali in termini di spese e debiti.
(4-04701)
CARMINA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
in data 4 marzo 2025 la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato il piano «ReArm Europe» destinato al rafforzamento delle capacità di difesa e di sicurezza degli Stati membri con una mobilitazione di 800 miliardi di euro;
in particolare, la Presidente della Commissione ha affermato che «Siamo in un'epoca di riarmo» e che «l'Europa è pronta a incrementare in modo massiccio la spesa per la difesa»;
tra le varie fonti di finanziamento del «ReArm Ue» e, dunque, al fine di incrementare la spesa per la difesa, è prevista la possibilità per gli Stati membri di utilizzare i fondi strutturali e di investimento europei;
questi ultimi rappresentano i principali strumenti finanziari della politica regionale dell'Unione europea aventi l'obiettivo, coerentemente con quanto previsto dall'articolo 174 Tfue, di rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale con l'intento di ridurre il divario tra le regioni più avanzate e quelle in ritardo di sviluppo;
da più parti, di recente, è emerso il ruolo potenzialmente strategico che potrebbe assumere la Sicilia nell'ambito della difesa nazionale;
da articoli di stampa si apprende che in occasione di un incontro tra il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Raffaele Fitto, e il Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, si sia discusso dell'eventualità che, nell'ambito di un più generale percorso di riconversione di fabbriche in crisi o di aree industriali, l'area di Termini Imerese (Palermo) possa essere quella individuata per la produzione di autoveicoli militari;
la possibilità di impiegare per la difesa le risorse della politica di coesione è subordinata alla volontà degli Stati membri. Si tratta, dunque, di una scelta discrezionale di ciascun governo nazionale;
è indubbio che i fondi strutturali europei rappresentino per talune aree del Paese che scontano un divario in termini economici e infrastrutturali, come la Sicilia, un'occasione per favorire al crescita del territorio, come, a titolo esemplificativo, lo sviluppo infrastrutturale, la risoluzione di ataviche problematiche quali la carenza di risorse idriche e il dissesto idrogeologico, il rilancio delle aree interne e il sostegno alle isole minori –:
se corrisponda a verità che il Governo abbia intenzione di destinare le risorse dei fondi strutturali europei all'incremento della spesa della difesa;
se corrisponda a verità l'intenzione di destinare la Sicilia a polo strategico nazionale nell'ambito della difesa.
(4-04704)
AFFARI EUROPEI, PNRR E POLITICHE DI COESIONE
Interrogazione a risposta scritta:
UBALDO PAGANO, LACARRA, STEFANAZZI, SARRACINO, DE LUCA e TONI RICCIARDI. — Al Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. — Per sapere – premesso che:
il decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243, ha disposto interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno;
l'articolo 7-bis, comma 2, così come modificato dall'articolo 11, comma 5, del decreto-legge n. 60 del 2024, dispone che «al fine di ridurre i divari territoriali, il riparto delle risorse dei programmi di spesa in conto capitale finalizzati alla crescita o al sostegno degli investimenti da assegnare sull'intero territorio nazionale, che non abbia criteri o indicatori di attribuzione già individuati alla data di entrata in vigore della presente disposizione, deve essere disposto anche in conformità all'obiettivo di destinare agli interventi nel territorio delle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna un volume complessivo di risorse non inferiore al 40 per cento delle risorse allocabili»;
nel corso degli anni, la cosiddetta «clausola» volta a destinare una quota vincolata (prima il 34 per cento, successivamente elevata al 40 per cento) di investimenti in favore del Mezzogiorno ha trovato di rado applicazione;
la coesione territoriale è uno degli obiettivi identificati dal regolamento europeo che istituisce il dispositivo per la ripresa e resilienza e il rispetto di questo obiettivo è particolarmente importante in Italia, poiché consente di mettere la riduzione dei divari territoriali tra nord e sud del Paese al centro delle politiche di rilancio;
il comma 3 del richiamato articolo 7-bis, inoltre, prescrive al Ministro per il Sud e la coesione territoriale la presentazione alle Camere, con cadenza annuale, di una relazione sul rispetto della clausola del 40 per cento, con l'indicazione delle idonee misure correttive eventualmente necessarie;
l'ultima relazione presentata risulta datata, relativa quasi esclusivamente agli investimenti effettuati nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e aggiornata alla data del 31 dicembre 2022 –:
se e quando, in ossequio alla normativa richiamata, intenda presentare la nuova relazione sull'attuazione della clausola del 40 per cento di investimenti al Mezzogiorno e un rendiconto delle spese in conto capitale poste in essere dalle amministrazioni centrali nel 2023 e nel 2024;
quali iniziative e misure di competenza intenda adottare per incrementare gli investimenti nelle regioni meridionali qualora le verifiche relative all'osservanza della suddetta clausola dovessero far emergere nuovamente un quadro di spesa insufficiente rispetto agli obiettivi previsti.
(4-04694)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta orale:
AURIEMMA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
recentemente il centro di ricerca olandese Profundo ha pubblicato uno studio commissionato dalle Ong BankTrack e Pax che mostra come banche e gestori europei e statunitensi abbiano svolto un «ruolo significativo» nel finanziare Tel Aviv per l'offensiva sulla Striscia di Gaza già nell'ottobre 2023;
tale finanziamento si è concretizzato con l'acquisto di titoli di Stato emessi con sempre maggiore intensità soprattutto dopo l'ottobre 2023 dal Governo israeliano allo scopo di finanziare anche i costi della guerra a Gaza;
dallo studio commissariato emerge anche che i funzionari stessi del ministero dell'economia e delle finanze di Tel Aviv nel febbraio 2024, hanno confermato che lo Stato avrebbe venduto «una quantità quasi record di titoli» proprio per continuare a finanziare il suo sforzo bellico;
in particolare, secondo questo studio, tra il 7 ottobre 2023 e il gennaio 2025, lo Stato di Israele ha emesso titoli di Stato per un valore di 19,4 miliardi di dollari, acquistati da un totale di sette banche di investimento internazionali;
tra i maggiori acquirenti di obbligazioni c'è il gestore patrimoniale tedesco Allianz, che ha investito 960 milioni di dollari;
Goldman Sachs guida con ampio distacco il pool delle sette banche internazionali con 7,2 miliardi di dollari, seguita da Bank of America (3,6 miliardi), Citigroup (2,9), Deutsche Bank (2,5), Bnp Paribas (2,0), JPMorgan Chase (0,69) e Barclays (0,5);
l'indagine di Profundo si è concentrata anche sui gestori patrimoniali che hanno acquistato titoli di Stato israeliani dal 7 ottobre 2023 nell'interesse dei propri fondi, dei loro clienti, inclusi fondi pensione e compagnie assicurative. Ne è uscita una classifica dei 20 maggiori investitori istituzionali, per lo più statunitensi, che hanno fornito a Israele oltre 2,7 miliardi di dollari di finanziamenti attraverso l'acquisto di obbligazioni dall'inizio dei bombardamenti;
il maggiore investitore è Pimco, la filiale Usa della società tedesca di servizi finanziari Allianz, che da sola ha comprato come detto quasi un miliardo di dollari di «War bond». C'è quindi il fondo speculativo Vanguard e a seguire Wellington management, Franklin resources, Capital group;
tra le sette banche vi è anche una banca italiana con 99 milioni di dollari investiti: la Bper banca, i cui principali azionisti sono il Gruppo Unipol (19,8 per cento), Fondazione di Sardegna (10,2 per cento) e JPMorgan Chase (5,1 per cento);
l'acquisto dei titoli di Stato emessi per finanziare la guerra nella Striscia di Gaza ha poi determinato la loro collocazione sul mercato e quindi la vendita a singoli investitori che potrebbero essere ignari di aver contribuito indirettamente a finanziare una guerra per la quale, come denunciato anche dalla Corte penale internazionale, si sono registrate e si registrano violazioni dei diritti umani su larga scala, crimini di guerra e l'attuazione di un genocidio e che a oggi è senza dubbio una catastrofe umanitaria del ventunesimo secolo;
tutto ciò è in violazione dei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani e delle indicazioni dell'Ocse in tema di due diligence finanziaria le quali raccomandano alle aziende l'adozione di una condotta volta a evitare impatti negativi sui diritti umani, sull'ambiente, sulla corruzione, sui consumatori –:
se sia a conoscenza dei fatti in premessa;
se risulti, per quanto di competenza, quali siano gli istituti finanziari italiani che da ottobre 2023 hanno acquistato e ricollocato sul mercato finanziario titoli di Stato emessi da Israele.
(3-01848)
Interrogazione a risposta in Commissione:
CENTEMERO, BAGNAI, CAVANDOLI, DE BERTOLDI e GUSMEROLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il venture capital (VC) in Italia rappresenta un importante strumento di finanziamento volto a sostenere lo sviluppo di start-up e Pmi innovative, permettendo a tali aziende emergenti e con progetti tecnologici in fase di sviluppo l'accesso al capitale e la possibilità di raggiungere una dimensione scalabile;
riguardo agli investimenti in capitale di rischio, la legge n. 145 del 2018 ha introdotto, al comma 213 dell'articolo 1, la definizione di «fondo di Vc», nei quali possono essere investite risorse rivenienti dai piani di risparmio e alle forme di previdenza complementare;
si tratta degli Oicr che destinano almeno il 70 per cento dei capitali raccolti in investimenti in favore di Pmi, come definite dalla Raccomandazione 2003/361/CE della Commissione, del 6 maggio 2003, non quotate, residenti nel territorio dello Stato o in Stati aderenti all'Accordo sullo Spazio economico europeo con stabili organizzazioni nel territorio medesimo e che soddisfano le condizioni specificamente previste dalla citata disposizione;
secondo quanto previsto dal più recente articolo 33 legge n. 193 del 2024, per l'accesso al regime di non imponibilità per i redditi derivanti da investimenti qualificati in quote o azioni di fondi per il Vc effettuati dagli enti di previdenza obbligatoria e dalle forme di previdenza complementare, i suddetti investimenti devono essere almeno pari al 5 per cento (10 per cento a partire dal 2026) del paniere di investimenti qualificati risultanti dal rendiconto dell'esercizio precedente;
la formulazione letterale del citato articolo 33 rimanda ai fondi di Vc come definiti dal comma 213, articolo 1, legge n. 145 del 2018, che destinano una quota dei propri capitali in investimenti in Pmi non quotate, senza specificare espressamente se la quotazione debba intendersi solo sul mercato regolamentato o anche su un (multilateral trading facility);
un'interpretazione del limite ivi previsto rispetto a Pmi quotate unicamente sul mercato regolamentato sarebbe coerente con la definizione di cui all'articolo 1, comma 1, lettera w), decreto legislativo n. 58 del 1998 che qualifica «emittenti quotati» le società che emettono strumenti finanziari quotati in un mercato regolamentato italiano, e soprattutto non sarebbe restrittiva rispetto all'ammissione alla negoziazione su Mtf; che rappresentano sistemi di negoziazione vantaggiosi Pmi in termini di accessibilità al mercato e costi –:
se non intenda assumere opportune iniziative di competenza, anche di carattere normativo, al fine di specificare il perimetro di operatività delle disposizioni sugli investimenti in capitale di rischio citati in premessa con riferimento alle Pmi ammesse alla negoziazione su Mtf.
(5-03795)
Interrogazione a risposta scritta:
PAVANELLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
la riorganizzazione dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli resa nota con determinazione del direttore dell'Agenzia n. 0081017 del 30 gennaio 2025 ha previsto un'unica lezione territoriale Toscana e Umbria con sede a Firenze;
nell'ambito di tale nuova articolazione, a fronte di complessivi 8 uffici collocati nella regione Toscana, è previsto un ufficio antifrode Umbria avente competenza sul territorio regionale dell'Umbria e sede a Perugia e un unico ufficio Adm Umbria con sede a Perugia (per un totale di n. 2 uffici a fronte dei tre previsti nella precedente articolazione territoriale, uno dei quali avente sede a Terni);
a tale decisione – secondo quanto denunciato dalle rappresentanze sindacali FP CGIL e UILPA – si sarebbe addivenuti prendendo in considerazione dati risalenti al 2023 e ritenuti non rispondenti alle mutate esigenze della regione Umbria;
in particolare, non si sarebbe tenuto in debita considerazione l'esistenza di diversi fattori quali: l'incremento del traffico passeggeri presso l'Aeroporto di Perugia (da 141.408 passeggeri nel 2021 a 523.000 passeggeri nel 2023, con un incremento del +260 per cento); la realizzazione della piattaforma logistica di Terni-Narni con il potenziamento del collegamento ferroviario Orte-Falconara e, dunque, con i porti di Civitavecchia, Ancona e Marghera; il peso specifico delle cause tributarie gestite dagli uffici umbri (42 contenzioni per un valore totale di 167 milioni di euro gestiti dall'ufficio Dogane di Perugia a fronte dei 24 contenziosi, con un valore di 1,3 milioni di euro gestiti dall'ufficio di Firenze);
l'importanza economica dell'export che ha visto nel 2023 gli Uffici di Perugia e Terni gestire 1,5 miliardi di euro di esportazioni (a fronte di un totale regionale di 5,5 miliardi);
tali elementi, se presi in considerazione, avrebbero dovuto incidere in maniera decisiva evitando la soppressione dei presidi dell'Agenzia sul territorio umbro e, ancorpiù la sperequazione nella dislocazione territoriale degli uffici Adm tra Umbria e Toscana;
l'esiguità del presidio territoriale previsto per la regione Umbria a fronte di 92 comuni, rischia di generare inefficienze nell'azione amministrativa e doganale;
inoltre, la presenza di un unico ufficio Adm regionale e la contestuale riduzione della dotazione organica si pone in contrapposizione con la oggettiva crescente esigenza di tutela da parte di operatori economici e cittadini e con la maggiore complessità delle richieste e delle normative –:
se, in ragione delle evidenze rilevate in premessa, non ritenga di doversi attivare affinché intervenga una nuova valutazione della decisione dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli di ridurre il numero di presidi presenti in Umbria, prevedendo l'attribuzione di un rango più alto all'ufficio regionale, nonché l'istituzione di una direzione territoriale Umbra autonoma rispetto alla Toscana.
(4-04700)
GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta scritta:
DORI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
la «Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense» introdotta con legge 31 dicembre 2012, n. 247, ha articolato l'esame di Stato per l'accesso alla professione di avvocato in tre prove scritte ed una orale;
successivamente, la normativa relativa alle modalità di svolgimento dell'esame di Stato è stata oggetto di varie modifiche;
in particolare, in periodo Covid, con l'articolo 2, del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 31, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 aprile 2021, n. 50, è stata introdotta una nuova formula consistente in due prove orali;
successivamente, con l'articolo 4-quater, del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51, introdotto dalla legge di conversione 3 luglio 2023, n. 87, è stata definita una modalità articolata in una prova scritta e in una prova orale;
il predetto articolo 4-quater è stato da ultimo modificato dal decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202 e dalla legge 21 febbraio 2025, n. 15, prorogando anche per il 2025 le modalità introdotte dal decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51;
tra le modifiche introdotte dal cosiddetto milleproroghe 2025 vi è anche quella al comma 7, dell'articolo 4-quater che, con la nuova formulazione «Sono giudicati idonei i candidati che ottengono nella prova orale un punteggio non inferiore a 18 punti in ciascuna delle materie di cui al comma 5», consente il superamento della prova orale con un punteggio minimo di 90, anziché i precedenti 105;
nel frattempo sono apparse su alcuni siti web alcune indiscrezioni circa le future modalità di svolgimento degli esami delle prossime sessioni. In particolare su Brocardi.it si legge «le regole sono destinate a cambiare a partire dal prossimo anno»;
la notizia ha provocato la legittima apprensione di migliaia di praticanti avvocati, già alle prese con la pratica forense e la frequenza delle scuole forensi, e degli studenti laureandi in giurisprudenza;
in particolare, non si comprenderebbe la necessità di un ritorno alle modalità di svolgimento pre-Covid, considerato le attuali modalità risultano assolutamente idonee a valutare le effettive competenze dei partecipanti all'esame di Stato;
si precisa, inoltre, che i praticanti avvocati hanno diritto a conoscere ancor prima dell'inizio della pratica forense e della frequenza delle scuole forensi, le effettive modalità di svolgimento dell'esame, anche per garantire continuità, certezza e uniformità di valutazione tra i candidati nelle diverse sessioni;
la modalità di svolgimento dell'esame di abilitazione alla professione forense prevista per l'attuale sessione, consistente in una sola prova scritta (atto giudiziario) e una prova orale, con punteggio minimo a 90, pare quella più idonea a contemperare tutte le esigenze, e dovrebbe diventare strutturale per tutte le future sessioni d'esame –:
se il Ministro interrogato intenda adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo, volte a dare definitiva stabilità alle modalità di svolgimento dell'esame di abilitazione alla professione previste per l'attuale sessione 2025, consistenti in una sola prova scritta e una prova orale con voto minimo 90, estendendole definitivamente anche a tutte le sessioni di esame di Stato successive.
(4-04695)
ZANELLA e DORI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il carcere è un'organizzazione complessa, al cui interno sono vari gli attori a comporre i processi decisionali ed esecutivi e la cui presenza in numero adeguato incide in modo significativo sulla capacità di un istituto di operare e rispettare gli obiettivi imposti dalle norme;
la carenza di personale è una delle criticità sistemiche che attanagliano gli istituti penitenziari, una carenza trasversale che riguarda tutti gli operatori penitenziari, dal personale amministrativo ai funzionari giuridico-pedagogici, sino ad arrivare ai direttori;
la figura del funzionario giuridico-pedagogico è un ruolo estremamente fondamentale per la prevenzione della recidiva ed il reinserimento sociale dei detenuti per un sistema carcerario realmente rieducativo, come sancito dall'articolo 27 della Costituzione;
la rieducazione dà al detenuto nuovi stimoli, nuove motivazioni per rifarsi una vita e reinserirsi nella società in modo costruttivo e integrato;
tra le procedure concorsuali più rilevanti per il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap), facente capo al Ministero della giustizia, c'è il concorso, indetto con provvedimento del 18 ottobre 2022, a 104 posti di funzionario giuridico-pedagogico (A3-F1) elevati poi a 236. Con provvedimento del direttore generale del personale il 7 maggio 2024 è stata disposta la rettifica della graduatoria pubblicata con avviso il 1° febbraio 2024, graduatoria ancora vigente con scadenza prevista l'8 maggio 2026;
in data 9 ottobre 2024 il Dipartimento di giustizia minorile e di comunità (Dgmc) ha chiesto al Dap la cessione della graduatoria e ad oggi la stessa risulta in possesso del Dgmc –:
quali criteri saranno adottati per lo scorrimento della graduatoria, con il quale l'amministrazione coprirà i posti rimasti vacanti a seguito del concorso Ripam per n. 360 funzionari della professionalità pedagogica, che aveva come requisito di accesso la laurea in scienze dell'educazione o della formazione o lauree equipollenti, vista anche la recente istituzione dell'ordine delle professioni pedagogiche ed educative previsto dalla legge n. 55 del 15 maggio 2024;
quale sia la tempistica prevista per le assunzioni, il numero degli idonei che saranno chiamati e le sedi che saranno interessate dalle nuove assunzioni;
se non ritenga di avviare un confronto con le organizzazioni sindacali di categoria sulle attività che i funzionari neoassunti andranno a svolgere all'interno degli uffici di esecuzione penale esterna e dei servizi della giustizia per i minorenni.
(4-04697)
IMPRESE E MADE IN ITALY
Interrogazione a risposta scritta:
SCOTTO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
la Denso, azienda operante nel settore automotive con stabilimento a Pianodardine (Avellino), sta attraversando una grave crisi occupazionale a causa delle difficoltà del settore;
i vertici della Denso hanno sottoscritto un accordo quadro con le organizzazioni sindacali per il prolungamento del contratto di solidarietà fino al 31 dicembre 2025 e la proroga dell'esodo incentivato, garantendo incentivi ai lavoratori che decidessero di dimettersi volontariamente;
l'azienda ha – inoltre – annunciato la presentazione di un contratto di sviluppo che prevede investimenti per circa venti milioni di euro per la sede di Avellino;
tuttavia, parallelamente a queste misure, l'azienda ha adottato provvedimenti disciplinari, inclusi licenziamenti nei confronti di alcuni lavoratori per motivi che appaiono ingiustificati e che hanno suscitato forte preoccupazione tra le rappresentanze sindacali;
secondo le dichiarazioni delle Organizzazioni sindacali questi licenziamenti disciplinari si inseriscono in un contesto di pressioni psicologiche, cambi di ruolo forzati e lettere disciplinari ingiustificate, creando un clima lavorativo insostenibile;
le Organizzazioni sindacali hanno denunciato pubblicamente tali pratiche, ritenendole lesive dei diritti dei lavoratori e chiedendo un intervento urgente delle istituzioni –:
quali iniziative – per quanto di competenza – intendano intraprendere i Ministri interrogati in merito ai licenziamenti ingiustificati denunciati dalle Organizzazioni sindacali e se non ritengano di promuovere l'apertura di un tavolo di confronto con le parti sociali e i vertici aziendali per esaminare la situazione generale dell'azienda, con particolare riguardo ai licenziamenti denunciati dai sindacati, anche alla luce della richiesta di fondi statali che si appresta ad effettuare l'azienda per rilanciare il sito di Avellino.
(4-04696)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
il nuovo codice della strada, entrato in vigore il 14 dicembre 2024, ha introdotto modifiche normative sulla sicurezza stradale e disciplina ancora la circolazione dei veicoli;
l'applicazione di alcune disposizioni ha sollevato perplessità e criticità tra cittadini, associazioni e operatori del settore;
numerose disposizioni del nuovo codice della strada non sono ancora operative a causa dell'assenza dei relativi decreti attuativi, creando incertezza tra gli utenti della strada e le autorità preposte all'applicazione delle norme;
il decreto interministeriale dell'11 aprile 2024 ha introdotto nuove regole per la collocazione e l'uso dei dispositivi di controllo della velocità, vietando l'installazione degli autovelox in aree con limiti di velocità inferiori ai 50 km/h o con limiti inferiori di 20 km/h rispetto al limite ordinario previsto per quel tratto di strada. Inoltre, il decreto impone una distanza minima tra due autovelox consecutivi e tra il segnale di preavviso e il dispositivo di controllo della velocità. Queste restrizioni hanno sollevato preoccupazioni riguardo all'efficacia nel controllo della velocità e alla sicurezza stradale; l'introduzione dell'obbligo di installare il dispositivo alcolock per i conducenti condannati per guida in stato di ebbrezza ma ha escluso il suo utilizzo preventivo per scuolabus e mezzi di trasporto di massa;
diverse associazioni e operatori del settore hanno espresso perplessità riguardo alla riforma del codice della strada, evidenziando possibili criticità nell'applicazione delle nuove norme e sollevando dubbi sulla loro efficacia nel migliorare la sicurezza stradale;
non si può non evidenziare come l'ideologica presa di posizione contro la mobilità sostenibile rappresentata dall'uso di velocipedi e monopattini ha portato all'introduzione di nuove norme, evidentemente fatte da chi non conosce questi mezzi nonché il valore sociale che hanno, soprattutto per coloro che non hanno le risorse per altri mezzi di trasporto. Si ritiene difatti senza alcun senso la richiesta di targatura obbligatoria per i monopattini nonché l'obbligo dell'uso del caschetto che, a differenza dei caschi omologati per i motocicli, rappresentano una piccola protezione in più e si può consigliare. Un caschetto leggero di plastica non può arginare la strage stradale dei ciclisti a altri utenti della mobilità dolce, investiti e uccisi perlopiù dai mezzi a motore. In compenso avrà l'effetto perverso di penalizzare gli utenti deboli, e non inquinanti della strada che potrebbero vedersi negati i risarcimenti, con la motivazione che non avevano il casco;
da ultimo la scelta di depenalizzare l'eccesso di velocità, qualora si effettui tale superamento, sulla stessa tipologia di strada entro i 60 minuti, può rappresentare un illogico lascia passare per chi è uso alla velocità stradale –:
quali siano le tempistiche previste per l'emanazione dei decreti attuativi necessari a rendere operative le disposizioni del nuovo codice della strada, al fine di garantire certezza normativa e uniformità nell'applicazione delle norme su tutto il territorio nazionale;
in merito alle nuove disposizioni sull'utilizzo degli autovelox introdotte dal decreto interministeriale dell'11 aprile 2024, quali valutazioni siano state effettuate sull'impatto di tali restrizioni sulla sicurezza stradale e quali eventuali correttivi i Ministeri interpellati intendano adottare per garantire un efficace controllo della velocità e prevenire incidenti.
(2-00578) «Iaria, Fede, Traversi».
Interrogazione a risposta orale:
ZANELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
da quanto si apprende da organi di stampa nella città di Cortina i lavori per il completamento degli interventi connessi alle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 stanno determinando gravissimi disagi alla comunità locale;
con ordinanza Anas 69/2025 a partire dal 7 marzo 2025 e fino al 6 giugno 2025 viene disposta la chiusura, su tutte le corsie, per autorizzazione a passaggio trasporto eccezionale, dal chilometro 72 al chilometro 108 della strada statale 51 di Alemagna;
l'ordinanza sarebbe stata emanata per garantire il trasporto delle 372 casette del villaggio olimpico in costruzione a Fiames, che verrebbe eseguito movimentando 4 moduli al giorno;
della chiusura nelle ore notturne dell'intera carreggiata della statale, unica via di accesso lungo la Valle del Boite, non è stata data alcuna informazione tempestiva ai cittadini residenti, cui viene operata una forte restrizione del diritto alla mobilità;
le stesse notizie di stampa danno conto dell'impiego di militari della compagnia alpini all'interno del cantiere dell'impresa Pizzarotti di costruzione della Pista da bob Eugenio Monti, per i lavori di pre-omologazione della pista prevista per il 25 marzo 2025;
la prima notizia in merito l'avrebbe fornita Fabio Massimo Saldini, amministratore delegato di Società infrastrutture Milano Cortina 2026 (Simico) e commissario governativo per le opere olimpiche, dichiarando il 17 marzo 2025 al giornale «Il Gazzettino»: «Le alte temperature dell'aria, in questa primavera anticipata, hanno reso più complessa la ghiacciatura, poiché per ora c'è soltanto la struttura in cemento, senza l'isolamento di tutte le parti accessorie, che saranno completate nei prossimi mesi. Pertanto si è reso necessario costruire, a tempo di record, un grande serpentone di legno e teli di materiale plastico, una sorta di serra, una protezione lungo molte parti della pista. Oltre ai dipendenti abituali, sono stati di grande aiuto i militari, le truppe alpine dell'Esercito»;
la prefettura di Belluno avrebbe appreso la notizia dal giornale;
la possibilità di ingresso in cantiere di persone non autorizzate, né tanto meno preparate ad affrontare i rischi in esso presenti, è sottoposta a preventiva autorizzazione e a specifiche misure di prevenzione e protezione previste dal piano di sicurezza e coordinamento redatto preventivamente dal coordinatore delle sicurezza appositamente nominato –:
se i Ministri interrogati risultino a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intendano assumere per garantire, nelle ore notturne lungo la SS. 51 di Alemagna, unica via di collegamento esterna, il libero transito di mezzi e veicoli in caso di emergenza, se siano in grado di confermare l'impiego di truppe alpine dell'esercito italiano nelle attività di cantiere per la realizzazione della pista di bob di Cortina, se la prefettura di Belluno risulti informata di tale circostanza, chi abbia ordinato il distacco degli alpini impiegati nel cantiere, per quanto tempo sia durato l'impiego da parte dell'impresa Pizzarotti di tale personale militare e se siano state previste tutte le opportune misure di prevenzione e protezione per la tutela della sicurezza e la salute dei militari, impiegati in un contesto, che per sua stessa natura, presenta caratteristiche logistiche e di pericolosità del tutto atipiche e peculiari, rispetto gli abituali compiti ai quali sono destinati gli stessi militari.
(3-01847)
Interrogazione a risposta in Commissione:
TRAVERSI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:
dal 21 luglio al 31 agosto 2025 è prevista l'interruzione della linea ferroviaria Milano-Genova per consentire interventi di manutenzione e ristrutturazione del ponte ferroviario sul Po, in località Bressana Bottarone. Tale interruzione, secondo quanto comunicato da Confcommercio Genova, comporterà un significativo allungamento dei tempi di percorrenza tra i due capoluoghi, stimato fino a 180 minuti. Sebbene si comprenda la necessità e l'urgenza degli interventi infrastrutturali per garantire la sicurezza della rete ferroviaria, la scelta del periodo estivo per la loro realizzazione rischia di compromettere gravemente la stagione turistica, proprio nel momento di massima affluenza verso le località liguri;
la provincia di Genova e marcatamente i golfi Paradiso e del Tigullio, registrano durante i mesi estivi una rilevante affluenza di visitatori, in gran parte provenienti dalla Lombardia e da altre regioni del Nord Italia, che prediligono il treno come mezzo di trasporto per raggiungere le località costiere;
il settore turistico e commerciale ligure, già duramente provato dalle conseguenze della pandemia e da altre criticità infrastrutturali pregresse, rischia di subire un ulteriore colpo a causa di questa interruzione, con gravi ripercussioni sull'intero indotto economico locale –:
se i Ministri siano a conoscenza dei gravi disagi previsti per il collegamento ferroviario tra Milano e Genova nel periodo indicato e delle conseguenze economiche che ne deriverebbero per il comparto turistico e commerciale ligure;
se siano stati valutati periodi alternativi per l'esecuzione dei lavori, al di fuori della stagione turistica di alta affluenza;
quali iniziative di competenza intendano adottare, con urgenza, per mitigare l'impatto dell'interruzione ferroviaria, anche predisponendo un piano operativo in grado di limitare i ritardi a non oltre 30 minuti, attraverso treni sostitutivi o soluzioni logistiche dedicate ovvero prevedendo sconti significativi sui biglietti ferroviari per incentivare i viaggiatori a scegliere comunque la Liguria come destinazione turistica estiva;
se il Governo intenda coinvolgere attivamente gli enti locali e le associazioni di categorie nella definizione di un piano di gestione del disagio, anche in funzione di un efficace rilancio del turismo ligure nel 2025.
(5-03793)
Interrogazione a risposta scritta:
PRESTIPINO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
nota è la presenza di numerosi gatti randagi all'interno dell'aeroporto di Fiumicino, i quali si rifugiano in aree sensibili quali locali elettrici, parcheggi di servizi e, in particolare, nei pressi delle isole ecologiche adiacenti alle piste;
in data 30 gennaio 2025, la società aeroporti di Roma ha adottato una direttiva che vieta espressamente la somministrazione di cibo e acqua ai gatti presenti all'interno della zona rossa e nelle aree prossime alla pista aeroportuale;
tale provvedimento ha determinato una situazione di grave rischio per la sopravvivenza degli animali, costringendoli a cercare fonti di nutrimento in zone pericolose, inclusi gli spazi adiacenti agli aeromobili e nelle stive, con possibili ripercussioni sulla sicurezza aeroportuale;
l'accesso ai volontari che intendono recuperare e mettere in sicurezza i gatti in condizione di maggiore fragilità, come cuccioli, gatti anziani e femmine in gravidanza, risulta attualmente impedito e non sono stati predisposti adeguati dissuasori per evitare l'ingresso degli animali nelle aree operative;
su un totale stimato di oltre 80 esemplari presenti, diversi risultano già deceduti o feriti;
il tavolo tecnico convocato dalla città Metropolitana di Roma, con la partecipazione del comune di Fiumicino, della Asl Roma 3 e di Aeroporti di Roma, ha portato alla concessione da parte del comune di Fiumicino di un terreno fuori dal perimetro aeroportuale per la realizzazione di un'oasi felina, in seguito individuata all'interno del parco Leonardo;
tuttavia, le associazioni animaliste (Lav, Enoa, Lega nazionale per la difesa del cane e Avcpp) hanno segnalato la necessità di un intervento immediato per il recupero e la messa in sicurezza e la sterilizzazione dei gatti, il loro temporaneo trasferimento in strutture idonee e la revoca del divieto di somministrazione di cibo e acqua fino al completamento dell'oasi. A tal fine è stata una inoltrata una diffida ufficiale;
a seguito del sopralluogo effettuato il 18 marzo 2025 nell'area concessa dal comune di Fiumicino, le associazioni coinvolte hanno riscontrato la necessità di ulteriori tempi tecnici per l'allestimento dell'oasi, determinando un ritardo nell'effettivo trasferimento degli animali;
la mancata attuazione di soluzione immediate espone i gatti a rischi significativi, non solo per le loro condizioni di salute e sopravvivenza, ma anche in relazione alla sicurezza aeroportuale, considerata la possibilità che gli animali si avvicinino alle piste e agli aeromobili, con conseguente aumento del pericolo per le operazioni di volo –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza intendano adottare per garantire la tutela e la sicurezza dei gatti attualmente presenti nell'area aeroportuale di Fiumicino, al fine di evitare ulteriori situazioni di pericolo per agli animali e prevenire eventuali rischi per la sicurezza delle operazioni aeroportuali e dei velivoli in transito.
(4-04699)
ISTRUZIONE E MERITO
Interrogazioni a risposta scritta:
GIGLIO VIGNA. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
si apprende dalla stampa locale che l'istituto comprensivo «Aldo Moro» di Rivarolo Canavese (Torino) aveva organizzato per l'11 marzo 2025, su indicazione dei docenti del dipartimento di filosofia e storia, una conferenza – in orario curriculare – sulla tragedia delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, invitando lo storico Eric Gobetti;
Gobetti è uno storico freelance, studioso di fascismo, seconda guerra mondiale, resistenza e storia della Jugoslavia nel Novecento che è stato al centro di una vivace polemica per la pubblicazione del volume «E allora le foibe?», avvenuta in prossimità del Giorno del ricordo del 2021 in cui sposa appieno la teoria negazionista;
sulla quarta di copertina del testo si legge una frase largamente esplicativa delle intenzioni dello storico: «riportare la vicenda storica al suo dato di realtà, provare a fissare la dinamica degli eventi e le sue conseguenze. Con l'intento di evidenziare errori, mistificazioni e imbrogli retorici che rischiano di costituire una “versione ufficiale” molto lontana dalla realtà dei fatti»;
a seguito delle proteste di una parte degli studenti che richiedevano la presenza anche di un altro storico esperto in materia, così da garantire il contraddittorio e favorire un dibattito costruttivo e proficuo per la crescita della comunità studentesca, la dirigente scolastica aveva deciso di rinviare l'iniziativa per evitare che l'attività didattica fosse strumentalizzata. Successivamente, dopo le pressioni di una parte del corpo docenti che ha votato in favore dell'iniziativa, la scuola ha ritenuto di calendarizzare nuovamente la conferenza;
orbene, a parere dell'interrogante, pur nel pieno rispetto della libertà di insegnamento e dell'autonomia scolastica, principi fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana, è necessario garantire il diritto degli studenti a un'educazione critica e pluralista, lontana da pressioni ideologiche e strumentalizzazioni politiche;
si deve sottolineare che, se è vero che lo spazio scolastico è e deve restare uno spazio autonomo, è altresì indubbio che in esso debbano essere rappresentate tutte le opinioni presenti nel dibattito pubblico, nel pieno rispetto del principio del contraddittorio, senza cadere in eccessi demagogici di alcun tipo;
in definitiva, a parere dell'interrogante, la scuola pare essere, ancora una volta, al centro di un corposo tentativo di strumentalizzazione da parte di alcuni gruppi di pressione che vorrebbero superare il dibattito storico, sociale e politico, parlandone nelle aule e ottenendo così maggiore risonanza –:
se sia a conoscenza dei fatti esposti e intenda verificare, per quanto di competenza, eventuali responsabilità per l'accaduto;
quali iniziative di competenza, il Ministro interrogato, intenda intraprendere affinché le scuole non siano utilizzate come palco privilegiato per propagandare qualsiasi ideologia politica e per assicurare che tutte le attività proposte nelle scuole del Paese rispondano a criteri di oggettività e trasparenza nonché che venga acquisita preliminarmente l'autorizzazione delle famiglie.
(4-04703)
DAVIDE BERGAMINI e SASSO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
si apprende dalla stampa che una bimba di 11 anni dopo un'uscita didattica con la scuola ha portato a casa un fumetto Lgbt, trovato nella sezione «Giovani adulti dai 12 anni» della biblioteca Oriano Tassinari Ciò di Bologna;
si trattava del terzo volume della serie a fumetti Heartstopper di Alice Oseman, in cui si narra di due ragazzi che scoprono la loro omosessualità, vivendo le problematiche legate al coming out;
la mamma si è immediatamente recata in biblioteca per lamentarsi con il dirigente e con i dipendenti presenti ritenendo grave che sia stato consegnato alla figlia, senza alcuna autorizzazione della famiglia, un libro dal contenuto tanto sensibile e, a fronte della scontrosità e scarsa attenzione del personale, ha deciso di denunciare l'accaduto al quotidiano «La Verità»;
le giustificazioni del personale della biblioteca di cui si apprende dalla stampa, che riferiscono che il prestito sia avvenuto per una richiesta spontanea della undicenne, senza il coinvolgimento degli insegnanti e degli addetti presenti in biblioteca, destano – invero – ancora maggiore preoccupazione;
si deve sottolineare che, se è vero che lo spazio scolastico, da un lato, e quello culturale, dall'altro, devono restare autonomi, è altresì indubbio che in essi debbano essere rappresentate tutte le opinioni presenti nel dibattito pubblico, nel pieno rispetto del principio del contraddittorio, senza cadere in eccessi demagogici di alcun tipo e che, laddove si organizzino attività rivolte agli studenti di scuola primaria e secondaria di primo grado, si presti ancora più attenzione ai temi trattati e sia indispensabile acquisire preventivamente l'autorizzazione delle famiglie;
in definitiva, a parere degli interroganti, la scuola e gli spazi culturali sembrano essere, ancora una volta, al centro di un corposo tentativo di strumentalizzazione da parte di alcuni gruppi di pressione che vorrebbero superare il dibattito sociale, politico e istituzionale per superare il concetto di binarismo sessuale senza contraddittorio, parlandone nelle aule e ottenendo così maggiore risonanza –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e intendano verificare, per quanto di propria competenza, eventuali responsabilità per l'accaduto;
quali iniziativa di competenza intendano intraprendere affinché le iniziative proposte dalle scuole non diventino occasione per propagandare qualsiasi ideologia politica e per assicurare che tutte le attività proposte nelle scuole del Paese rispondano a criteri di oggettività e trasparenza, nonché che venga acquisita preliminarmente l'autorizzazione delle famiglie.
(4-04705)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazioni a risposta in Commissione:
SOUMAHORO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
tra il 24 e il 25 marzo 2025 si sono verificati tre tragici incedenti sul lavoro;
un giovane operaio di 22 anni, di Vajont (Pordenone), è morto in un incidente sul lavoro avvenuto a Maniago. La vittima si chiamava Daniel Tafa. Il giovane stava operando su una macchina per stampaggio di ingranaggi industriali quando una scheggia incandescente lo ha trafitto alla schiena, uccidendolo all'istante;
nelle ore precedenti avevano perso la vita sul lavoro altre due persone;
la prima nel napoletano, a Sant'Antonio Abate, dove un dipendente di una ditta di smaltimento rifiuti di 50 anni, Nicola Sicignano, è morto durante un turno di lavoro. Secondo una prima ricostruzione, ancora da verificare, l'operaio sarebbe rimasto incastrato con il braccio e la testa nel nastro trasportatore della linea di lavoro;
la seconda a Orvieto: la vittima, un operaio di 38 anni, Umberto Rosito, è morto dopo essere stato investito da un mezzo pesante mentre stava lavorando sulla carreggiata nord dell'autostrada A1 nei pressi di Orvieto (Terni). La vittima, originario di Corato, in provincia di Bari, era dipendente di una ditta del posto, impegnata in interventi di manutenzione –:
se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, possa chiarire l'esatta dinamica di quanto accaduto e quali iniziative urgenti intenda adottare per fermare la strage di morti sul lavoro in atto nel nostro Paese, anche intraprendendo misure straordinarie di carattere ispettivo e preventivo.
(5-03794)
FERRARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
come noto, ai sensi del comma 3, dell'articolo 14, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, la pensione «quota 100» non è cumulabile dal primo giorno di decorrenza e fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5.000 euro lordi annui;
nella circolare Inps 11/2019, adottata con il previo assenso del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con nota protocollata n. 1003 del 29 gennaio 2019, si chiarisce che «i redditi derivanti da qualsiasi attività lavorativa svolta, anche all'estero, successivamente alla decorrenza della pensione e fino alla data di perfezionamento della pensione di vecchiaia prevista nella gestione a carico della quale è stata liquidata la “pensione quota 100”, comportano la sospensione dell'erogazione del trattamento pensionistico nell'anno di produzione dei predetti redditi»;
con la successiva circolare 117/2019 l'Istituto ha precisato che con la sospensione si produce anche il recupero dei ratei di pensione già corrisposti, appellandosi al principio enunciato dall'articolo 2033 del codice civile;
sin dalla data di entrata in vigore delle disposizioni in questione e della relativa prassi applicativa sono emersi numerosi casi di lavoratori che, pur avendo lavorato per brevissimi periodi o per importi economici molto modesti senza esser ricorsi al lavoro in nero, si sono visti richiedere la restituzione di tutte le somme pensionistiche percepite nel medesimo anno;
la questione è già stata oggetto di diversi atti di sindacato ispettivo e di proposte emendative volte a correggere gli aspetti più problematici della citata disposizione del decreto-legge n. 4 del 2019, senza che, tuttavia, a tutt'oggi sia stata individuata una soluzione normativa adeguata;
diversi tribunali italiani, da ultimo la Corte d'appello di Trento e il tribunale di Rovereto, hanno accolto i ricorsi dei pensionati, inibendo la richiesta di restituzione degli importi pensionistici percepiti;
stante la rilevanza sociale delle misure in questione, è di tutta evidenza che non è nell'interesse dei lavoratori, né delle amministrazioni pubbliche dover orientarsi in ragione dell'occasionalità dei diversi pronunciamenti giurisprudenziali;
per stabilire una maggiore proporzionalità tra mancato rispetto della norma e il relativo effetto di recupero sulla pensione, a parere dell'interrogante, appare finalmente necessario un apposito intervento normativo volto a chiarire che la restituzione degli importi percepiti a titolo di assegno previdenziale debba intendersi applicabile unicamente con riferimento ai mesi in cui il soggetto interessato è risultato assegnatario di redditi da lavoro dipendente o autonomo –:
quali urgenti iniziative intenda adottare al fine di porre rimedio alla questione sommariamente esposta in premessa, in un aperto confronto con le competenti commissioni parlamentari e le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori, anche rendendo pubblici i contenuti degli atti con i quali il Ministero interrogato, con particolare riguardo per la citata nota n. 1003 del 29 gennaio 2019, aveva dato il proprio assenso ai criteri applicativi adottati dall'amministrazione competente;
quanti pensionati con «quota 100» e con le successive quote siano sinora incorsi nei procedimenti di sospensione e restituzione dei trattamenti pensionistici ai sensi della citata disposizione di cui all'articolo 14, comma 3, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4.
(5-03796)
SALUTE
Interrogazioni a risposta scritta:
AMORESE. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
nel territorio di Carrara, nella frazione di Lavello (Massa-Carrara) al confine con quello di Massa, da oltre 50 anni vi è la presenza di un campo nomadi non autorizzato al centro di problematiche inerenti alla sicurezza ambientale;
al suo interno, e nelle zone adiacenti, è alta la presenza di numerosi rifiuti speciali, tra cui batterie esauste e scarti chimici, con gravi risvolti per la salute pubblica data la vicinanza coi corsi d'acqua;
l'insediamento conta ad oggi, approssimativamente, la presenza di 40 persone al suo interno ma è rilevante la presenza di ulteriori nuclei familiari stanziati lungo la strada che porta al campo nomadi che produce e accumula, in spregio alle normative vigenti, materiali di scarto gettandoli sul suolo pubblico;
fenomeno questo che ha interessato anche alcune aziende della zona che, notando l'alto livello di degrado ambientale, sovente abbandonano i propri scarti industriali contribuendo ad alimentare lo smaltimento non autorizzato dei rifiuti;
particolare importanza riveste l'ulteriore e gravoso problema della dispersione nel fosso Lavello di rifiuti plastici, chimici e pericolosi che ormai hanno invaso i corsi d'acqua ed il vicino mare Tirreno: anche se l'evento è in parte arginato con l'applicazione di panne galleggianti, i rifiuti in parte aggirano le reti e raggiungono i corsi d'acqua innalzando il livello di inquinamento e ponendo a repentaglio la salute pubblica;
oltre ai suindicati pericoli relativi alle attività di discarica illegale ed inquinamento di corsi d'acqua, sono numerosi i casi di cronaca che hanno interessato la zona del Lavello negli ultimi anni, tra cui incendi di sterpaglie e di rifiuti abbandonati che, come nel caso del febbraio 2019 ed ottobre 2024, ponevano a repentaglio la salute degli occupanti e dei residenti della zona data la presenza di bombole di gas;
allo stato attuale, infatti, è alto il tasso di degrado strutturale ed ambientale della zona che implica uno standard assai basso di sicurezza, sacche di illegalità, presenza di cattivi odori e di nutrite colonie di insetti che rendono questa una vera e propria emergenza ambientale –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative di competenza intendano intraprendere per rendere la zona del campo nomadi di cui in premessa e le aree circostanti salubri e bonificate.
(4-04698)
CARMINA. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
in data 22 marzo 2025, a Petrosino (TP), una donna è deceduta in seguito all'aggressione da parte di uno o più cani nei pressi della propria abitazione;
l'episodio si inserisce in un quadro più ampio di criticità legate alla gestione del randagismo in Sicilia, con numerosi precedenti di aggressioni segnalati nel territorio trapanese;
il randagismo rappresenta un problema di ordine pubblico, sanitario e ambientale, che necessita di un coordinamento efficace tra autorità locali, sanitarie e forze dell'ordine;
la normativa vigente (legge 14 agosto 1991, n. 281) affida la gestione del randagismo a regioni e comuni, imponendo specifici obblighi in materia di anagrafe canina, sterilizzazione e controllo sanitario;
in Sicilia, la carenza di strutture di ricovero per animali randagi e le difficoltà nel monitoraggio della popolazione canina hanno reso inefficaci molte delle misure previste dalla suddetta normativa nazionale –:
se si disponga di dati aggiornati sull'incidenza del fenomeno del randagismo in Sicilia, con particolare riferimento alla provincia di Trapani, e quali iniziative, per quanto di competenza, si intendano adottare per il suo contenimento;
se siano previsti interventi straordinari, anche di natura finanziaria, per il potenziamento della rete di canili sanitari, delle campagne di sterilizzazione e delle attività di microchippatura, al fine di garantire un efficace controllo della popolazione canina vagante;
se siano in programma iniziative per rafforzare l'attività di vigilanza e contrasto dell'abbandono e della gestione irresponsabile degli animali da parte dei privati, anche mediante un rafforzamento delle sanzioni previste dalla normativa vigente;
se intendano promuovere un tavolo tecnico interministeriale con la Regione Siciliana e gli enti locali per valutare l'adozione di un piano straordinario di emergenza volto alla riduzione del fenomeno e alla tutela della sicurezza pubblica;
quali iniziative di competenza siano previste per garantire una più efficace applicazione della normativa vigente in materia di protezione degli animali e contrasto del randagismo, in linea con le direttive europee e le best practices adottate in altri Stati membri dell'Unione europea.
(4-04702)
UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta in Commissione:
UBALDO PAGANO e MANZI. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
da ciò che si apprende da organi di stampa, alcuni giorni fa l'ex rettore dell'università di Messina Salvatore Cuzzocrea e l'ex direttore generale dell'ateneo Francesco Bonanno, insieme ad altri imprenditori coinvolti, sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di abuso d'ufficio e turbativa d'asta nell'ambito di un'inchiesta inerente ad appalti affidati nel corso del 2021 e sulla base di alcuni rilievi dell'Autorità nazionale anticorruzione;
in particolare, tali affidamenti sospetti riguardano interventi di efficientamento energetico, il restauro conservativo dei prospetti e la riqualificazione del patrimonio immobiliare dell'ateneo, nonché la riconversione delle residenze universitarie in due plessi, per un ammontare complessivo di 37.529.916 euro di affidamenti tra lavori e forniture eseguiti senza procedura di selezione pubblica;
l'ex rettore sarebbe inoltre coinvolto in un altro filone investigativo che riguarda una serie di rimborsi illeciti, per più di 2,2 milioni di euro, incassati dal 2019 al 2023, di cui 122.300 euro a beneficio di una società di proprietà dello stesso Cuzzocrea e di sua moglie;
a febbraio 2025, sempre secondo organi di stampa, si è appreso dell'emersione di una terza inchiesta a carico di Cuzzocrea che riguarderebbe fenomeni di assenteismo e indennità impropriamente percepite nell'ambito della sua attività assistenziale presso il Policlinico universitario «G. Martino» di Messina;
il 9 ottobre 2023 Salvatore Cuzzocrea si è dimesso dalla carica di rettore dell'università di Messina e dalla presidenza della Conferenza dei rettori delle università italiane. Tuttavia, il 1° agosto 2024 gli è stato conferito un incarico «in qualità di consigliere del Ministro dell'università e della ricerca» e lo scorso 17 ottobre 2025 è stato nominato dal Ministro dell'ambiente come unico componente dell'area della sanità pubblica della commissione di verifica dell'impatto ambientale;
all'esito delle summenzionate inchieste il Ministero dell'università e della ricerca potrebbe essere indicato quale parte lesa –:
se i ministri interrogati intendano valutare l'opportunità, considerate le gravi accuse mosse contro l'ex rettore dell'università di Messina e l'eventuale lesione subita dal Ministro dell'università e della ricerca, di sollevare lo stesso da ogni incarico pubblico conferitogli.
(5-03797)