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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 528 di giovedì 11 settembre 2025

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 12.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANTONIO D'ALESSIO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 13 agosto 2025.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 85, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta in corso (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Informativa urgente del Governo sui recenti sviluppi delle crisi in Ucraina e in Medio Oriente e in materia di commercio internazionale.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una informativa urgente del Governo sui recenti sviluppi delle crisi in Ucraina e in Medio Oriente e in materia di commercio internazionale.

Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi - per sette minuti ciascuno - e delle componenti politiche del gruppo Misto - per un tempo aggiuntivo - in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica.

(Intervento del Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani. Prego, signor Ministro.

ANTONIO TAJANI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputati, è un'opportunità, questa, di offrire un aggiornamento, alla ripresa dei lavori della Camera, sui temi che sono al centro della nostra azione diplomatica, dai conflitti in Medio Oriente e in Ucraina alle sfide poste dai dazi, che stanno cambiando il panorama del commercio mondiale. La mia informativa non può che partire dalla tragedia di Gaza, che continua a rappresentare una ferita aperta per tutta la comunità internazionale.

Voglio essere chiaro, quello che accade nella Striscia è sempre più inaccettabile. Lo abbiamo ribadito in tutte le sedi e lo voglio ribadire anche qui, in quest'Aula: siamo fermamente contrari al piano israeliano di occupazione della città di Gaza e a ogni ipotesi di trasferimento forzato dei palestinesi dalla Striscia, così come condanniamo qualsiasi proposito di espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania o di sua annessione. Hamas ha enormi responsabilità per avere scatenato questa terribile spirale di violenza, con un insensato atto terroristico.

Non abbiamo esitato un solo minuto a ribadire il diritto di Israele a esistere e a tutelare la propria sicurezza di fronte a un terrorismo che continua a colpire indiscriminatamente la popolazione civile, come è accaduto lunedì scorso a Gerusalemme. Da tempo, però, diciamo che le scelte del Governo Netanyahu sono andate ben oltre una reazione proporzionata, violando i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario. Troppe vittime, troppi bambini sono morti e continuano a morire a Gaza e nelle altre parti della Striscia, dove Hamas continua a farsi scudo dell'inerme popolazione civile.

Da nonno, da padre, dico che questa carneficina deve finire subito. Non possiamo e non vogliamo rassegnarci a un'ulteriore escalation militare, che aggraverebbe una crisi umanitaria che è già catastrofica. Basta bombardamenti, basta distruzioni, basta vittime innocenti. Ma le legittime critiche nei confronti di queste azioni esecrabili non devono mai alimentare un nuovo antisemitismo in Italia e in Europa, come quello che portò alla Shoah. In nome della pace, abbiamo tutti il dovere di evitare che il clima di odio, che già provoca tanti lutti in Medio Oriente, si estenda in altre parti del mondo.

Violenza verbale e criminalizzazione del pensiero altrui possono accendere lugubri pensieri in menti malate, che, all'insegna dell'odio, possono arrivare a compiere gesti criminali, come quello che ha provocato la morte del giovane influencer americano Charlie Kirk (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare). Chi la pensa diversamente da noi non è mai un nemico, ma un avversario con il quale confrontarsi. Questa è l'essenza della democrazia.

Purtroppo, onorevoli deputati, dopo avere pronunciato queste parole nell'Aula del Senato, a nome di un gruppo dell'opposizione, una parlamentare ha detto che io sono un influencer prezzolato dal Governo israeliano. È un'accusa inaccettabile, detta in diretta televisiva (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare, che si levano in piedi, e di deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Italia Viva-il Centro-Renew Europe e Misto). “Prezzolato” nella lingua italiana significa essere corrotto da uno Stato estero per compiere atti contrari al mio dovere di Ministro!

Questo è inaccettabile! Indicare al pubblico ludibrio il Ministro degli Affari esteri con accuse false e non documentate è una vergogna inaccettabile! Io difendo il mio onore di uomo, di cittadino italiano, di parlamentare e di Ministro della Repubblica (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e di deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Italia Viva-il Centro-Renew Europe e Misto).

E io mi auguro - mi auguro - che il MoVimento 5 Stelle, attraverso il suo leader, prenda le distanze da questa infamante affermazione. Passi per i manifesti dei giovani del Partito Democratico, che hanno scritto che faccio schifo, passi tutto, ma accusarmi di essere corrotto questo non lo accetto e non lo accetterò mai, perché non sono mai stato corrotto da nessuno in tutta la mia vita (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e di deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Italia Viva-il Centro-Renew Europe e Misto). Al mio onore e alla mia dignità ci tengo e nessuno può permettersi di calpestarla, perché sono una persona perbene, una persona onesta, che fa il suo dovere.

Posso essere criticato per le mie scelte politiche, quello sì, ma essere indicato in questo momento come un influencer pagato da Israele, di fronte all'opinione pubblica, in diretta televisiva, questo è veramente inaccettabile ed è anche molto, molto, molto grave (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e di deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Italia Viva-il Centro-Renew Europe e Misto).

Torniamo al lavoro da Ministro. Noi continuiamo a lavorare senza sosta per il cessate il fuoco nella Striscia, per la liberazione immediata degli ostaggi e il pieno accesso degli aiuti umanitari. Occorre resistere alla tentazione di forzare una conclusione della crisi con atti unilaterali dagli effetti imprevedibili; auspichiamo che quanto accaduto a Doha martedì non serva a far saltare il banco. Insieme al Presidente del Consiglio abbiamo espresso la solidarietà del Governo alle autorità qatarine.

L'attacco di martedì e la violazione della sovranità di uno Stato, il Qatar, che non è parte del conflitto e che, al contrario, è da tempo impegnato, insieme a Stati Uniti ed Egitto, in una preziosa opera di mediazione, sono veramente inaccettabili. Il nostro obiettivo è quello di rilanciare il processo politico per arrivare a due Stati in grado di convivere in pace e sicurezza.

L'ho confermato al Ministro degli Esteri palestinese, Varsen Aghabekian, che ho ricevuto a Roma il 1° settembre.

Senza sventolare bandiere di comodo, lavoriamo concretamente, in maniera operativa, per la nascita di un vero Stato palestinese, creando, in questo modo, le premesse per la soluzione a due Stati. Lo voglio ribadire con chiarezza: riconoscere uno Stato, senza prima creare le condizioni per la sua nascita, non produrrebbe alcun effetto, se non quello di allontanare la pace. Proprio per questo l'Italia ha partecipato attivamente, con proposte concrete e operative, al processo che ha portato, a luglio, alla Conferenza di New York sulla soluzione a due Stati. Abbiamo co-presieduto il gruppo di lavoro più importante e complesso, quello sulla sicurezza; l'abbiamo fatto insieme all'Indonesia, il Paese musulmano più popoloso al mondo, forti di un impegno politico che è già concreto sul terreno. Tredici nostri carabinieri sono a Gerico, per formare le forze di sicurezza palestinesi in un'importante missione bilaterale; un Carabiniere è poi presente alla missione europea EUPOL COPPS, per la formazione della Polizia civile palestinese; altri 7 Carabinieri sono in prima linea nella missione EUBAM Rafah, per la gestione del valico e per la formazione delle controparti palestinesi.

L'Italia lavora in sintonia anche con molti Paesi arabi. Il Ministro degli Esteri saudita Faisal è venuto a Roma il 28 agosto. Abbiamo concordato, in un'importante dichiarazione politica, di continuare a operare insieme per la ricostruzione di Gaza e per la creazione dello Stato palestinese.

Come ho ribadito martedì al Ministro degli Esteri egiziano Abdelatty, sosteniamo pienamente il Piano arabo per la ricostruzione di Gaza e siamo pronti a contribuire, con l'invio di militari italiani, ad una missione internazionale a guida araba sotto l'egida dell'ONU per il mantenimento della pace nella Striscia e per la riunificazione del futuro Stato palestinese, che dovrà ricomprendere Gaza e la Cisgiordania. Naturalmente Hamas non potrà avere alcun ruolo nel futuro Stato palestinese.

Voglio ribadire qui, con forza, che l'Italia è a favore della nascita di uno Stato che permetta al popolo di Palestina di realizzare il proprio sogno, cioè vivere in sicurezza a casa propria e in pace con Israele.

Il Ministro egiziano Abdelatty ha voluto condividere con me anche l'impegno de Il Cairo per far ripartire il negoziato sul dossier nucleare tra Iran e Stati Uniti, ricordando gli incontri che abbiamo ospitato a Roma. Ne avevo parlato in precedenza con il direttore dell'Agenzia ONU per il nucleare Grossi. Siamo pronti - ho ribadito - ad ospitare nuove sessioni di dialogo, qualora ci venisse richiesto. Anche questo è un tassello fondamentale per la pace e la stabilità nella regione, in cui le crisi sono sempre più interconnesse e interdipendenti. Parlerò di tutto questo oggi pomeriggio con il Ministro turco Fidan a Roma, per rafforzare un percorso che deve porre fine alla violenza e all'instabilità del Medio Oriente. Il 22 settembre a New York aderiremo con convinzione a una Dichiarazione nell'ambito delle Nazioni Unite, con l'obiettivo di costruire uno Stato palestinese e far cessare le ostilità. Sostenere la soluzione a due Stati vuol dire anche salvaguardarne le premesse.

Per queste ragioni, abbiamo condannato con forza, insieme ai nostri partner europei ed arabi, la decisione israeliana di procedere nella politica degli insediamenti a Gerusalemme Est e in Cisgiordania. Alla riunione dei Ministri degli Esteri dell'Unione europea a Copenaghen della scorsa settimana, con la Germania abbiamo proposto di infliggere nuove e severe sanzioni ai coloni violenti. Siamo altresì disponibili a inasprire le misure restrittive contro chi assalta i villaggi palestinesi, arrivando a colpire le comunità cristiane, da sempre elemento di dialogo e di pace nella regione. Siamo anche pronti a valutare, non appena verranno presentate in Consiglio, le ulteriori nuove proposte di sanzioni preannunciate dalla Presidente della Commissione europea von der Leyen nel discorso di ieri a Strasburgo.

Seguiamo, altresì, da vicino la vicenda della Global Sumud Flotilla. Ai 58 cittadini italiani che partecipano all'iniziativa garantiremo - come abbiamo voluto assicurare insieme al Presidente del Consiglio - assistenza diplomatica e consolare, come abbiamo sempre fatto per i cittadini italiani fermati in Israele per iniziative analoghe. Ho chiesto all'Unità di crisi del Ministero di restare in stretto contatto con la portavoce italiana della Flotilla. La nostra ambasciata a Tel Aviv è stata attivata e, su mia istruzione, ha sensibilizzato le autorità israeliane sul rispetto dei diritti di tutti i connazionali presenti sulla Flotilla, fra cui anche alcuni parlamentari. Ho chiamato espressamente il Ministro degli Esteri Sa'ar, per sensibilizzarlo personalmente sulla questione, ribadendo e sottolineando la presenza anche di parlamentari italiani nella Flotilla.

Voglio ribadire a quest'Aula che l'Italia è in prima linea, in maniera concreta e operativa, per portare tutti gli aiuti umanitari possibili nella Striscia di Gaza.

Il Governo si è reso disponibile, con gli organizzatori, a mettere a disposizione i canali istituzionali per la consegna degli aiuti a Gaza. Avvalersi di questi canali umanitari, già attivi ed efficaci, eviterebbe di esporre i partecipanti ai rischi derivanti dal recarsi in una zona di crisi.

A differenza di tanti che parlano e basta, il Governo italiano sta aiutando il popolo palestinese con i fatti e con le azioni concrete: il 13 agosto ha accolto a Ciampino un altro gruppo di bambini palestinesi evacuati dalla Striscia; la scorsa settimana abbiamo incontrato, con il Ministro palestinese Aghabekian, alcuni piccoli pazienti ricoverati negli ospedali romani del Policlinico Umberto I, del Gemelli e del Bambino Gesù. È stata questa la più importante delle 14 operazioni sanitarie condotte finora dall'Italia. Dall'inizio della crisi, abbiamo accolto 181 bambini nei migliori ospedali pediatrici italiani, insieme con i loro familiari (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare). In totale, finora, abbiamo portato in Italia circa 1.000 persone evacuate da Gaza. Sono numeri che fanno del nostro Paese il primo al mondo per operazioni sanitarie da Gaza, insieme a Turchia, Emirati, Qatar ed Egitto. Non si tratta però solo di iniziative umanitarie, ma rappresentano il frutto di un intenso lavoro politico, fatto di contatti serrati con le autorità israeliane, con quelle palestinesi e con quelle degli altri Paesi della regione.

Voglio ringraziare in quest'Aula le strutture ospedaliere che in tutta l'Italia in questi mesi hanno accolto e curato bambini di Gaza, assistendo le loro famiglie (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra): sono straordinari ambasciatori dello spirito di accoglienza e della generosità del nostro Paese.

Ringrazio, inoltre, il personale del Ministero degli Affari esteri, in modo particolare dell'Unità di crisi, della Presidenza del Consiglio, della Difesa e della Protezione civile, che hanno reso possibili queste operazioni: uomini e donne con grande senso dello Stato, che dedicano anima e cuore al servizio dei più vulnerabili (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Proseguiamo anche il nostro impegno politico attraverso l'iniziativa “Food for Gaza”. In questi mesi, abbiamo fatto arrivare nella Striscia migliaia - lo ripeto -, migliaia di tonnellate di aiuti alimentari e sanitari. Non si tratta soltanto di sostegno alla popolazione che soffre - certo, lo è -, ma è un impegno politico che portiamo avanti per avanzare nella costruzione dello Stato palestinese.

Per questo dedichiamo particolare attenzione ai giovani studenti e ai ricercatori universitari. Vogliamo offrire loro opportunità di studio nelle nostre migliori università e centri di ricerca, per farne la spina dorsale della nuova classe dirigente per il futuro Stato palestinese.

Con il Ministro Bernini abbiamo riservato a questi giovani un programma di 100 borse di studio. Stiamo lavorando con i partner della regione per creare un vero e proprio “corridoio universitario”. Inoltre, con il Ministro Aghabekian abbiamo concordato di rafforzare le iniziative di formazione a favore dei dipendenti pubblici palestinesi. Ne ho parlato subito con il Ministro Zangrillo per mettere a disposizione le nostre eccellenze, a partire dalla Scuola superiore di pubblica amministrazione, in tutti i settori che l'Autorità palestinese ci indicherà come prioritari.

Dobbiamo essere chiari anche tra di noi in quest'Aula: tutto ciò è possibile solo mantenendo aperto un canale diplomatico con Israele. Proprio grazie a questo dialogo molto franco, serrato e spesso critico, possiamo continuare a sollecitare Israele a garantire la ripresa delle attività umanitarie nella Striscia e a lavorare in concreto per la pace in Medio Oriente.

Ricordo che siamo stati l'unico Paese che, attraverso il Programma alimentare mondiale, è riuscito a far entrare un convoglio delle Nazioni Unite, anche quando era impossibile farlo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare): questo grazie al lavoro della nostra diplomazia, in modo particolare dell'ambasciata a Tel Aviv e del nostro consolato a Gerusalemme.

Siamo poi, in Medio Oriente, in prima linea nel sostegno al Libano e al nuovo corso inaugurato dall'elezione del Presidente Aoun. Abbiamo favorito la decisione del Consiglio di sicurezza dell'ONU per rinnovare il mandato di UNIFIL fino a fine 2026; rimarrà la missione bilaterale per la formazione dell'esercito libanese, in ogni caso.

La missione UNIFIL, attualmente guidata dal generale Abagnara, ha un ruolo chiave per il rafforzamento delle Forze armate libanesi. Gli attacchi nei suoi confronti, come quello delle scorse settimane, che abbiamo condannato con forza, contrastano con l'obiettivo condiviso di portare pace e stabilità.

Continuiamo a sostenere con convinzione anche la transizione politica in Siria, guidata da al-Shara. Di tutto questo ho parlato con Papa Leone XIV nel nostro incontro ufficiale a fine agosto in Vaticano, nel quale ha incoraggiato l'Italia a proseguire nell'impegno senza sosta per la pace.

È, dunque, arrivato il tempo di costruire, non di continuare a distruggere. È, quindi, questa la bussola che guida la nostra azione, sempre coerente, a difesa del diritto internazionale, dell'integrità territoriale dell'Ucraina e della sua libertà.

L'attacco di ieri al territorio polacco è un fatto gravissimo e inaccettabile, un'offesa alla sicurezza dell'intera area euroatlantica. L'Italia ha espresso immediatamente piena solidarietà alla Polonia, Paese amico e alleato, ribadendo il suo impegno per la difesa della sovranità e dell'integrità territoriale. Un aereo dell'Aeronautica militare, un aereo radar, ha contribuito a sventare l'attacco dei droni, perché era in volo in quel momento ed è stato determinante anche per tutelare la sicurezza della Polonia.

Queste iniziative russe sono, ovviamente, in palese contraddizione con il percorso che sembrava avviato con il vertice in Alaska. L'Italia ha contribuito a una forte presa di posizione europea a sostegno dell'unità transatlantica. L'obiettivo è quello di garantire tutti insieme la sicurezza dell'Ucraina una volta raggiunta la pace. È proprio in questo spirito che il Governo italiano ha messo sul tavolo un meccanismo di sicurezza basato sul mutuo soccorso (modello articolo 5 del Trattato NATO). È una proposta che il Presidente degli Stati Uniti ha ripreso nei suoi colloqui di agosto, ai quali ha partecipato anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha raccolto importanti consensi anche tra i nostri partner. Il punto di partenza è la definizione di una clausola di sicurezza collettiva che permetta all'Ucraina di beneficiare del sostegno di tutti i suoi partner, Stati Uniti compresi, nel caso in cui venga attaccata di nuovo. Lo stesso percorso di adesione dell'Ucraina all'Unione europea, che l'Italia sostiene con grande convinzione, rientra tra queste garanzie.

L'Italia, insomma, è pronta a fare la sua parte concretamente per la sicurezza di Kyiv, ma voglio ribadire anche questo in maniera molto chiara: per il Governo non è all'ordine del giorno l'ipotesi di inviare militari italiani in Ucraina (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare). Sono invece al vaglio ipotesi di monitoraggio e formazione di militari al di fuori dei confini ucraini solo una volta raggiunta la cessazione delle ostilità. Il coordinamento con i principali partner europei e tra le due sponde dell'Atlantico resta ovviamente serrato.

Anche ieri il Presidente del Consiglio ha partecipato a consultazioni con gli alleati, dopo le violazioni dello spazio aereo polacco. In queste due settimane ho partecipato a due riunioni tra i Ministri degli Esteri del G7 e con i colleghi dei Paesi i cui leader, come il Presidente Meloni, erano a Washington il 18 agosto con i Presidenti Trump e Zelensky. La nostra priorità - lo ripeto - è lavorare per l'unità europea e transatlantica. Avere l'Occidente unito è condizione necessaria per costruire un sistema di garanzie di sicurezza e permettere all'Ucraina di poter negoziare una pace giusta e duratura. La nostra unità è il messaggio più forte che noi possiamo inviare a Putin per convincerlo a sedersi al tavolo della pace (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare). Spetterà a Kyiv stabilire i termini del negoziato e decidere cosa fare. È chiaro che nessuna decisione sull'Ucraina potrà essere presa senza l'Ucraina e dovrà l'Europa essere protagonista anche della trattativa di pace, quando si arriverà a farla, perché senza l'Europa non si risolve il problema delle sanzioni: ne abbiamo inflitte e continueremo ad infliggerne finché non si arriverà ad una soluzione. Quindi, per questo è essenziale intensificare la pressione su Putin, perché sieda al tavolo dei negoziati. Dobbiamo farlo utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione (politici, l'unità), ma strumenti anche che possano ostacolare il finanziamento della sua macchina da guerra, anche attraverso nuove sanzioni. Stiamo lavorando in questo spirito a Bruxelles per arrivare, al più presto, a un diciannovesimo pacchetto sanzionatorio contro Mosca che incida in maniera sostanziale sui flussi finanziari. Stiamo anche valutando ulteriori forme di sostegno concreto all'Ucraina nel settore della difesa.

Il Governo, con tutte le componenti del sistema Italia, è in prima linea anche nel sostegno al processo di ricostruzione. Vorrei ricordare gli impegni complessivi sottoscritti in occasione della Conferenza sulla ripresa dell'Ucraina che abbiamo ospitato a Roma nel mese di luglio, la più ampia e produttiva sinora organizzata che ha visto anche un'importante partecipazione parlamentare. Sono stati mobilitati 10 miliardi di euro di nuovi fondi pubblici e 5 miliardi di capitali privati e, grazie ai 315 milioni annunciati durante la Conferenza, l'Italia ha portato il sostegno bilaterale all'Ucraina a quasi 3 miliardi di euro, ai quali si aggiungono quelli spesi in ambito militare ed europeo. Stiamo lavorando altresì sulla messa in opera degli strumenti annunciati, tra i quali il Fondo equity europeo, l'accordo tra Governi che inizieremo a negoziare con Kyiv, il Memorandum d'intesa sulla finanza agevolata e l'avvio dei nuovi nostri progetti a Odessa. Dalla Conferenza di Roma abbiamo lanciato un messaggio molto forte: l'Ucraina deve avere un futuro di pace e prosperità in Europa, un futuro che passa anche attraverso riforme, lotta alla corruzione, investimenti e sostegno concreto delle nostre imprese.

Da Ministro per il commercio internazionale, vorrei dedicare l'ultima parte del mio intervento al sostegno che il Governo sta assicurando alle nostre aziende esportatrici, che oggi si trovano a operare in un contesto particolarmente complesso e competitivo, segnato da una profonda revisione della politica commerciale americana. In questi mesi il Governo è stato determinante nel sostenere una posizione europea costruttiva per evitare una guerra commerciale con gli Stati Uniti che avrebbe provocato gravi danni alle nostre imprese. È ovvio che nessun dazio è un fatto positivo, ma il risultato raggiunto, che è migliore di quello raggiunto da altri Paesi, garantisce stabilità, elemento fondamentale per il nostro sistema produttivo, e lascia aperta la prospettiva di ottenere una serie di ulteriori esenzioni a favore di alcuni settori strategici del nostro comparto industriale e agroalimentare. Voglio ricordare che l'accordo quadro non ha concluso la trattativa, perché ci sono tanti settori sui quali si sta ancora discutendo e noi cercheremo di fare in modo che quelli che hanno dazi più alti possano essere esentati. Quindi, noi vogliamo lavorare dando quante più certezze possibili ai nostri imprenditori.

Dicevo che il nostro lavoro continua ancora oggi, nel prosieguo della trattativa, per tutelare alcuni prodotti del made in Italy che non sono, come dicevo, salvaguardati all'accordo quadro. L'intesa ci pone, inoltre, in una condizione di vantaggio comparato rispetto alla maggioranza dei nostri concorrenti che sono stati colpiti da dazi più elevati, anche perché l'Italia è il Paese al mondo che, dopo la Cina, ha la maggior varietà merceologica di prodotti da esportare e questo ci permette di occupare spazi che altri possono lasciare liberi a causa di dazi troppo alti.

Oltre a lavorare per creare, appunto, ulteriori esenzioni e riduzioni delle tariffe, stiamo monitorando l'applicazione dell'intesa. Per questo è istituita al Ministero degli Affari esteri una task force dazi, attivata ad agosto, che si è riunita anche ieri per un monitoraggio operativo e la risoluzione di problemi puntuali. Proprio di recente alcune dogane americane, ad esempio, avevano richiesto un dazio più alto per prodotti come Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Sollecitati dalle organizzazioni degli agricoltori, siamo intervenuti e abbiamo risolto il problema.

La nostra idea, lo ripeto, resta quella di arrivare alla creazione, nel lungo periodo, di un'area di libero scambio transatlantica che possa permetterci di realizzare importanti sinergie a livello industriale in settori critici e strategici. Anche in questo contesto in continua evoluzione, come quello attuale, le nostre imprese, grazie al valore del made in Italy e alla qualità dei loro prodotti, stanno dimostrando grande capacità di adattamento. Lo confermano i dati più recenti - avrete visto anche gli ultimissimi sull'export nel settore farmaceutico -, dati che ci spingono a proseguire con la strategia del Piano d'azione per l'export che ho voluto lanciare per diversificare i mercati di sbocco per i nostri prodotti. La maggiore crescita delle esportazioni nel primo semestre del 2025 riguarda proprio questi nuovi mercati. L'obiettivo che ho fissato è di arrivare a 700 miliardi di export all'anno entro la fine del 2027, visto che oggi siamo a 623,5 miliardi di export. Noi puntiamo a rafforzare la nostra posizione nei mercati a più alto potenziale, come l'India, il Canada, i Paesi dell'ASEAN, il Giappone, i Paesi del Golfo, l'America Latina, il Messico e l'Africa, dove intendo recarmi in autunno, e a consolidarla in quelli tradizionali.

Sarà importante sfruttare le opportunità offerte dagli accordi di libero scambio. Per un Paese come il nostro, che trae una consistente parte della propria prosperità dal commercio con l'estero, è prioritario che l'Unione europea abbia una politica commerciale ambiziosa. L'espansione delle reti di accordi di libero scambio è per l'Italia e l'Europa un obiettivo strategico che ci permette di garantirci catene di approvvigionamento sicure e mercati aperti alle nostre merci. Penso all'accordo con il Mercosur, il più grande mai negoziato dall'Unione europea: un passo in avanti molto concreto nei rapporti tra l'Europa e l'America Latina. L'accordo porterebbe alla creazione di un'area di libero scambio di 800 milioni di persone, con un valore stimato pari a quattro volte quello concluso con il Giappone e a otto volte quello in vigore con il Canada.

Prevede la liberalizzazione di oltre il 90 per cento dell'export europeo, con l'eliminazione o la sostanziale riduzione di dazi, in alcuni casi molto alti, in settori strategici del nostro export: quello automobilistico, quello dei macchinari industriali, quello farmaceutico, quello chimico.

Continueremo a vigilare sulle misure a sostegno dell'agricoltura, da cui dipenderà la nostra adesione finale. Sono e voglio essere ottimista.

Mi riferisco, in particolare, al rispetto del principio di reciprocità degli standard produttivi. L'Italia, infatti, è stata decisiva nel lavoro con la Commissione per migliorare il testo originale e ottenere un monitoraggio rafforzato per eventuali turbative di mercato nel settore agricolo e compensazioni per le imprese che dovessero essere danneggiate. Un sistema di tutela del comparto agricolo che non è presente in nessun altro accordo commerciale europeo.

Vogliamo, altresì, finalizzare al più presto l'accordo dell'Unione europea con l'India, che aprirebbe enormi opportunità anche nell'ottica del corridoio logistico economico IMEC, la cosiddetta Via del cotone.

Intendo organizzare nei prossimi mesi a Trieste - che dovrebbe essere il porto terminale di questo corridoio infrastrutturale e commerciale che, partendo dall'India, dovrebbe arrivare nei Paesi del Golfo, in Africa e nel Mediterraneo, e Trieste dovrebbe essere il porto terminale: su questo stiamo lavorando con i francesi, perché nel Mediterraneo ce ne potrebbe essere un altro per l'Europa occidentale e potrebbe essere Marsiglia - un grande evento per cogliere appieno le opportunità che la Via del cotone può offrire, valorizzando anche i porti dell'Adriatico.

E proprio per sostenere questa azione abbiamo approvato in Consiglio dei Ministri, a fine agosto, una profonda riforma del Ministero degli Affari esteri che sarà operativa a brevissimo. Sarà una rivoluzione all'insegna della semplificazione, della crescita, di maggiori servizi per cittadini e imprese. L'ho illustrata ieri nel consueto incontro che ho con i sindacati, con tutti i sindacati, nel mio Ministero.

Sarà un Ministero degli esteri bicefalo, con una testa politica e una testa economica. Ogni ambasciata d'Italia si sta trasformando in un trampolino per le imprese, collaborando con ICE, SACE, Simest, Cassa depositi e prestiti e camere di commercio, tutte pronte a sostenere l'esportazione e l'internazionalizzazione delle nostre imprese. Voglio essere chiaro: nessun imprenditore italiano che lavorerà fuori dai confini nazionali dovrà sentirsi solo. La diplomazia italiana, dunque, onorevoli deputati, si sta rinnovando per diventare sempre più strumento di crescita, innovazione, al servizio di cittadini e imprese.

In conclusione, signor Presidente, l'Italia vuole essere un ponte di dialogo, un Paese che parla con tutti senza rinunciare mai ai propri valori. Questo è il senso dell'azione di Governo sui più importanti scacchieri internazionali. Il futuro, però, non può essere scritto con la violenza, ma con il dialogo; non con l'odio, ma con la speranza, senza cattivi maestri; come la speranza della giovane mamma palestinese che ho incontrato al Policlinico Umberto I di Roma che mi ha detto: “Vi ringraziamo, perché ci avete accolto. Voi avete fatto tanto per i nostri bambini e per il popolo palestinese” (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare). Questo è lo spirito dell'Italia e facciamo tutto questo perché siamo italiani.

Lavorare con pazienza e determinazione per raggiungere la pace, salvare vite, portare aiuti, costruire ponti, mettendo sempre la persona al centro. Con l'auspicio di poter contare su questi grandi temi su un'ampia convergenza di tutti i gruppi dell'arco parlamentare, vi ringrazio per avermi ascoltato (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare - I deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE si levano in piedi).

(Interventi)

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Colleghi, vi ricordo che, con il nuovo sistema, il microfono comincerà a lampeggiare un minuto prima della fine del tempo assegnato. Ulteriormente, per andare incontro alle esigenze dettate dall'ordine del giorno, 30 secondi prima io scampanello così avete il doppio alert: un minuto prima comincia a lampeggiare, 30 secondi il campanello.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Giangiacomo Calovini. Ne ha facoltà.

GIANGIACOMO CALOVINI (FDI). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro Tajani. Grazie a lei e al Governo per l'informativa doverosa che giunge in un frangente in cui la sicurezza europea e l'equilibrio del Mediterraneo allargato sono esposti a tensioni che non ammettono alcun tipo di ambiguità in politica estera e in politica internazionale. Il dibattito di oggi deve innanzitutto ricordarci che la nostra bussola della politica estera deve rimanere quella di sempre: l'alleanza euroatlantica come spazio naturale di responsabilità condivisa, la deterrenza come condizione e la pace come fine ultimo.

In Ucraina, a più di 3 anni dall'aggressione russa, i fatti recenti hanno offerto un nuovo monito inequivocabile. La violazione dello spazio aereo polacco da parte di droni russi non è un episodio circoscritto, ma un vulnus all'intera comunità atlantica. Non si tratta di un incidente che si può archiviare con il lessico diplomatico. È la conferma che la posta in gioco è l'ordine europeo stesso, la sua legalità, la sua capacità di difendere i confini e la sovranità del continente. Per questo, Ministro Tajani, bene ha fatto l'Italia ad affermare con chiarezza che la solidarietà con Varsavia è totale e che la risposta più credibile è il rafforzamento del pilastro europeo della NATO (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E lo dico, colleghi, anche a margine del dibattito che ieri c'è stato in quest'Aula sul riarmo. La deterrenza, per essere tale, non può essere una singola parola: deve tradursi in sistema di difesa aerea e missilistica integrata, in capacità cibernetiche in grado di respingere attacchi e manipolazioni, in forze terrestri pronte, in infrastrutture spaziali e sottomarine sicure, in un contrasto sistematico alla disinformazione che quotidianamente erode il tessuto delle nostre democrazie. È un'agenda di sicurezza, certo, ma è anche una scelta di politica industriale: investire nella difesa significa generare know-how civile, filiere qualificate, occupazione ad alto valore aggiunto e autonomia tecnologica su materie critiche.

Questa è la cornice entro cui collocare il nostro sostegno a Kiev. Non alimentiamo la guerra, colleghi, come talvolta si vorrebbe insinuare da qualche parte. Il nostro obiettivo è esattamente il contrario: è evitare che la forza bruta diventi norma e il ricatto diventi realismo. Sostenere Kiev e l'Ucraina è doveroso. Proteggere i suoi cieli, ricostruire ciò che è stato distrutto significa avvicinare il solo esito accettabile, come ha detto lei, Ministro: una pace giusta e duratura, l'unica che possa radicare stabilità nel continente e restituire senso alla parola “diritto”.

E se dall'Est volgiamo lo sguardo al Medio Oriente ritroviamo la medesima esigenza di coniugare fermezza e lungimiranza. Dal 7 ottobre 2023 viviamo una spirale che ha ferito Israele, ha devastato Gaza e destabilizzato l'intera regione. L'Italia non muta e non muterà la propria postura: condanna senza ambiguità il terrorismo di Hamas, pretende immediatamente il rilascio degli ostaggi, riconosce il diritto di Israele alla sicurezza ma, insieme, riafferma il dovere di proteggere i civili palestinesi, rispettando il diritto umanitario e condannando, quindi, ogni uso improprio di forza da Israele stessa.

Sappiamo bene che la grammatica della pace non si scrive però con gesti unilaterali. I fatti recenti, compresi gli attacchi inaccettabili che hanno toccato Paesi impegnati nella mediazione come il Qatar nelle scorse ore, mostrano quanto sia fragile il perimetro negoziale e quanto, proprio per questo, vada tutelato con pazienza, discrezione e diplomazia di precisione. Il Qatar, l'Egitto, gli Stati Uniti e l'Unione europea restano snodi indispensabili. Spetta a noi sostenere l'opera perché soltanto dei cessate il fuoco verificabili, accompagnati da meccanismi credibili di monitoraggio, possono aprire una traiettoria politica che conduca finalmente alla prospettiva di due popoli e due Stati, sicurezza per gli israeliani e dignità e futuro per i palestinesi.

C'è poi un capitolo che riguarda direttamente l'interesse nazionale ed è la stabilità del Libano. Bene, Ministro, che lei lo abbia citato durante il suo intervento, perché non è una questione distante da noi, ma anzi è il primo argine a una regionalizzazione del conflitto che incendierebbe ulteriormente il Mediterraneo. E la stabilità del Libano è determinata anche dai nostri valorosi militari che, da anni, presidiano (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) quel confine con professionalità e onore, perché la credibilità del nostro Paese passa anche da loro e passa dalle rotte del mar Rosso, di Suez, da cui dipendono le forniture industriali e i prezzi che famiglie e imprese pagano poi quotidianamente ogni giorno.

Ucraina, Medio Oriente, e non solo, ci circondano e ci ricordano che la guerra del ventunesimo secolo si combatte anche fuori dai campi di battaglia: è ibrida per definizione e le nostre infrastrutture critiche sono bersaglio di attacchi continui. La risposta deve essere all'altezza della sfida: un perimetro cyber capace di proteggere la pubblica amministrazione, le nostre imprese, una filiera europea delle materie strategiche che riduca dipendenza e vulnerabilità del nostro continente.

Anche questo significa, quindi, aiutare le nostre aziende e la tutela del made in Italy, che lei, Ministro, ha correttamente sottolineato. Essere credibili in politica internazionale è fondamentale per diverse facce di un'unica medaglia. La serietà con cui manteniamo la parola data incide sui rapporti di forza e sulla credibilità del sistema Paese in un momento difficile come quello che viviamo. Bene ha fatto lei, quindi, Ministro, a nome di tutto il Governo, ad attuare anche oggi politiche di mediazione ad ogni latitudine, con la speranza e non con la presunzione che questa sia la strada per vivere in futuro tempi migliori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il fatto che il Ministro Tajani, dopo mesi di richieste inascoltate, sia oggi in Aula, è una buona notizia, nonostante sia un atto politicamente dovuto, ma è davvero l'unica buona notizia, perché in queste settimane nessuna delle gravi situazioni aperte sulla scena globale ha fatto registrare passi in avanti. Crescono instabilità, minacce, pensiamo al Qatar, alla Polonia. Tuttavia, tra le poche cose sicure c'è il comportamento del Governo italiano: fin dall'inizio la sua azione sul piano della politica estera è stata un perenne esercizio di propaganda, immobilismo ed equilibrismo.

Lo abbiamo visto prima: nel pieno del dramma di Gaza, di fronte a quello che la comunità internazionale dei giuristi non esita a definire genocidio, portato avanti dal Governo di Netanyahu, dopo il barbaro eccidio compiuto dai terroristi di Hamas, di fronte allo sterminio di un'intera popolazione, non siete stati capaci di assumere una sola azione di condanna. Quando i bombardamenti, che hanno mietuto vittime, tra donne e bambini, si sono trasformati in una vera e propria apocalisse umanitaria, qualche balbettio tardivo, imbarazzato, è arrivato, ma lì ci si è fermati, scavalcati persino ieri dalla Commissione europea, che è riuscita, seppur tardivamente, a dire parole contro il Governo di Israele e che ha finalmente annunciato misure conseguenti, su cui lei, oggi, Ministro, è riuscito timidamente a dire che siete pronti a valutare.

Ma ce lo dica: le voterete o no quelle sanzioni (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)? Perché, in tutte le sedi in cui avete avuto la responsabilità di assumere atti concreti, l'Italia non c'è stata e non c'è! Le avete sempre bloccate, per ultimo lo scorso 30 agosto, al vertice dei Ministri degli esteri in Danimarca. Continua a sfuggirvi che la guerra grande, la guerra infinita di Netanyahu in Medio Oriente, che negli ultimi giorni ha attaccato ben 4 Paesi, è una minaccia anche alla nostra sicurezza e stabilità.

Con la vostra inerzia, complicità, state tradendo una lunga tradizione diplomatica italiana, che ha sempre saputo far sentire la sua voce di pace in quell'area martoriata. Hanno dovuto pensarci i volontari della Global Sumud Flotilla a fare quello che sarebbe spettato a voi, ai Governi europei: tentare di rompere il blocco illegale voluto dal mostruoso cinismo del Governo di Netanyahu. Cibo, farmaci, beni di prima necessità - non le cifre risibili di cui oggi lei ci ha detto -, quelli che servono a rompere la carestia e l'assedio.

Una straordinaria iniziativa umanitaria, di cui ringraziamo anche i parlamentari italiani presenti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra), tra cui il nostro collega Arturo Scotto. Vi siete impegnati a tutelare i volontari. Bene, qui noi abbiamo visto solo il vostro attivismo per proteggere i soldati israeliani in vacanza. È tardi, ma il Governo italiano faccia la propria parte: sospendete la collaborazione militare con Israele, sanzionate i ministri e i coloni violenti e decidetevi a fare quello che altri Paesi europei hanno già fatto: riconoscere lo Stato di Palestina (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

Perché non c'è più solo il tema di “due popoli, due Stati”, liberi, sovrani, sicuri. C'è bisogno di lavorare in Medio Oriente per quell'area per una pace giusta e duratura, la stessa che va garantita, costruita in Ucraina, con il pieno coinvolgimento al tavolo negoziale di Kiev e dell'Unione europea, e basandosi sul rispetto del diritto internazionale e della sua sovranità, sistematicamente violata. La Presidente del Consiglio a parole non fa mancare il sostegno all'Ucraina, né i giudizi severi su Mosca, ancor più necessari - lo vogliamo dire qui - e doverosi dopo la violazione dello spazio aereo europeo, e da qui mandiamo un messaggio di vicinanza e di solidarietà alla Polonia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Ma è molto meno loquace quando si tratta di riconoscere l'evidente, cioè che le iniziative di Trump, a cominciare dal vertice in Alaska, non hanno avuto alcun esito positivo, anzi, sono state un fallimento. Ancora più grave è che sono una picconata ai fondamentali principi del multilateralismo, un tappeto rosso steso a Putin, pronto a tenere sotto scacco l'Europa. La verità è che continuate a recitare due parti in commedia: formalmente a fianco dell'Ucraina, ma non sempre e, certamente, non tutti, se nella vostra maggioranza il vicesegretario della Lega dichiara di preferire Putin a Zelensky (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Putin, un criminale di guerra. Intanto, continuate a compiacere Trump, perché la subalternità al Presidente degli Stati Uniti è apparsa più che mai evidente anche con la vicenda dei dazi. È difficile non vedere il fallimento come negoziatrice della Presidente von der Leyen, proprio perché ha seguito la linea accondiscendente suggerita da voi, con i regali alle multinazionali americane; è impossibile non osservare che la Premier italiana, autoproclamatasi “pontiera” rispetto a Trump, è stata invece totalmente incapace di frenare le pretese e di difendere sul serio, al di là della vuota propaganda che anche oggi abbiamo sentito qui e della retorica, il nostro interesse nazionale.

Nessuna reciprocità e nessun dazio europeo sulle merci americane. E a pagare il prezzo di questo fallimento saranno le imprese, i lavoratori, le famiglie italiane; non si ha nessuna traccia delle misure di sostegno che pure avevate sbandierato settimane fa. Subalternità e ambiguità tra nazionalismo ed europeismo: queste sono le zavorre che impediscono al Governo di operare nell'interesse del Paese e dell'Europa. Come dimostra anche il fatto che abbiate accettato supinamente, a differenza di quanto, invece, ha fatto la Spagna, l'altro ricatto di Trump: un aumento della spesa militare al 5 per cento, che non potrà contribuire a una vera difesa comune europea, ma che rischia di essere il colpo finale al nostro Stato sociale.

Ieri, in quest'Aula, non siete riusciti a presentare una mozione unitaria nemmeno a sostegno di quella decisione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra) perché siete divisi, altro che maggioranza compatta! Il Governo non riesce ad avere una vera politica estera, non ce l'ha, perché ha una maggioranza divisa e silente; il coraggio, tanto sbandierato dalla Premier, non c'è, non ci mette la faccia. Allora, signor Ministro, lei da qui, oggi, ha detto parole forti sulla sua integrità, nessuno e nessuna da questi banchi mette in discussione la sua onestà. Il punto è che lei non è un rappresentante delle ONG, che vanno ringraziate per la loro azione umanitaria e di solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Su questo punto il balbettio in quest'Aula è lo specchio dell'ignavia e dell'ipocrisia di un Governo. Lei ha alzato la voce qui per difendere la sua personale dignità di uomo, di parlamentare e di Ministro; ci lasci dire, però, Ministro, che dai banchi dove oggi lei siede non si è mai alzata una voce chiara, nemmeno oggi, di condanna contro chi spara su donne e bambini affamati in coda per un chilo di farina (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra), perché, Ministro, noi siamo felici e grati per quel bambino palestinese che è stato curato nel nostro ospedale, ma ce ne sono altri 20.000, morti sotto le macerie o che stanno morendo di fame, su cui avremmo voluto che avesse risposto con altre azioni, di cui continueremo a chiedervi conto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Innanzitutto vorrei esprimere la piena e totale solidarietà della Lega al Ministro Tajani per le ignobili offese che ha ricevuto (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare). Lo ha già fatto la senatrice Pucciarelli, ma voglio unirmi a lei, perché l'avere utilizzato il termine “influencer” è qualcosa di molto grave nel giorno in cui ricordiamo Charlie Kirk, che è stato brutalmente ammazzato. È stato ammazzato ed era definito l'influencer di Trump.

Quindi, se vogliamo davvero combattere il clima d'odio, la violenza, la demonizzazione dell'avversario, dobbiamo farlo iniziando a soppesare le parole e a pensare bene, prima di usarle, anche al momento in cui vengono proferite (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).

Sull'altra accusa, “prezzolato”, la ritengo vergognosa e, addirittura, qualcosa di sconvolgente, perché sembra voler dire che chi prova a cercare una via per la pace, chi dice, come ha fatto lei, signor Ministro, di mantenere un canale aperto con Israele per lavorare alla pace, può essere additato con simili parole. Ecco, questo è vergognoso (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).

Venendo al tema dell'informativa, per la quale la ringrazio sentitamente per la puntualità informativa chiesta dalle opposizioni, ha ben argomentato come il nostro Governo, dall'Ucraina al Medio Oriente, sempre lavori per la pace. Io sono convinto che quanto è successo in Alaska sia stato un primo passo.

Certo, adesso quell'invito, quella proposta del Presidente Trump deve essere raccolta e si deve pensare che la pace è l'unica soluzione possibile del conflitto in Ucraina. Tale pace, l'abbiamo detto più volte, deve essere duratura e giusta e che, unitamente alla pace in Medio Oriente, apra la via a un mondo più sicuro, più libero, in cui il commercio non sia minacciato da potenze ostili e le vie marittime del commercio non siano chiuse. Sono queste le cose che minacciano innanzitutto il nostro Paese, grande potenza esportatrice. Quindi, è ottima la riforma, che ha pensato, della Farnesina, sono ottime anche le sue parole, quando dice che ogni imprenditore italiano avrà al proprio fianco la Farnesina e l'intero sistema Paese. È quello che dobbiamo fare, è quello su cui dobbiamo lavorare. E, l'ha citato anche lei, il progetto IMEC, in questo senso, è una garanzia di pace, stabilità e futuro proprio per il Medio Oriente, riaprendo quelle vie del commercio che sicuramente porteranno stabilità e pace nel solco degli Accordi di Abramo che - anche qui, grande merito del Presidente Trump, che li volle fortemente - sono ancora vivi e ne vedremo presto i frutti.

Certo, il dramma umanitario a Gaza deve finire. Anche noi ci uniamo a tutto il resto dell'Aula nel dirlo. Il Governo italiano sta facendo tanto, tantissimo. Sta cercando di aiutare in ogni modo quella popolazione che soffre - vogliamo ripeterlo ancora una volta - a causa della follia di Hamas (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), di questa organizzazione terroristica islamista che ha voluto scientemente scatenare l'inferno.

Ecco, si tratta di un'organizzazione islamista, un'organizzazione di terroristi islamici: lo stiamo dicendo nel giorno in cui si commemora l'11 settembre, 24 anni dopo. E, allora, non abbassiamo la guardia, ricordiamo sempre le parole di Oriana Fallaci, ricordiamo che le nostre società sono sotto attacco, che c'è chi ci vede come un nemico, chi vuole cancellare la nostra libertà, proprio come ha fatto Hamas a Gaza, finché la amministrava pienamente: ha cancellato ogni diritto delle donne, di chiunque la pensasse diversamente da questa organizzazione, ha incarcerato oppositori politici, ucciso.

Ecco, questo non è il sogno di libertà che noi della Lega abbiamo per il popolo palestinese. Noi vogliamo che quel popolo un giorno possa autogovernarsi, ma prima va eliminato totalmente quel movimento terroristico, Hamas (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

E, allora, nel giorno dell'11 settembre, non dimentichiamo quello che è successo, non dimentichiamo le vittime e non inneggiamo a una conquista degli estremisti islamici d'Europa, dell'Occidente, ma, anzi, continuiamo a difendere con orgoglio la nostra civiltà, i nostri valori e la nostra libertà.

Lo dobbiamo a quei morti, lo dobbiamo alle nostre democrazie che vengono guardate proprio da quei popoli come qualcosa a cui aspirare, come sogno di libertà. Non neghiamoglielo. Quindi, che sia davvero un turning point - era questo il nome dell'associazione di Charlie Kirk -, oggi, in quest'Aula, nella nostra riflessione, tornare a essere orgogliosi della nostra identità, senza alcuna aggressività, ma volendo, anzi, che con il dialogo, con la pace, il mondo possa essere un mondo migliore dall'Ucraina fino a Israele e che anche il popolo palestinese possa tornare a sognare.

Questo è il nostro pensiero, il pensiero della Lega che viene accusata di ogni nefandezza solo perché osa utilizzare la parola “pace”. E, accanto alla parola “pace”, spesso usa un'altra parola, “radici”, che, lo ricordiamo, sono orgogliosamente giudaico-cristiane (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI (FI-PPE). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, avrei voluto cominciare il mio intervento con altri toni e con altre parole. Ma, dopo il gravissimo episodio accaduto in Senato - e che lei giustamente ha citato poco fa -, l'episodio nel quale una esponente del MoVimento 5 Stelle si è permessa di definirla “influencer prezzolato”, rimane una sola parola da dire. Questa parola è “vergogna” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Vergogna alla collega che ha pronunciato queste parole, vergogna a tutto il MoVimento 5 Stelle, se il Presidente Conte e l'oratore, che interverrà dopo di me, non prenderanno le distanze e non si scuseranno in modo adeguato (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

Quanto è accaduto va al di là della decenza politica e non solo. È un'accusa gravissima sull'onorabilità di un gentiluomo, una definizione che sarebbe semplicemente volgare e grottesca, se un influencer non fosse appena stato assassinato negli Stati Uniti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Evocare queste parole è vile, inquietante e spregevole. Tutti, e dico tutti, dovrebbero osservare nell'Aula un contegno all'altezza della dignità delle istituzioni e della gravità del momento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Il MoVimento 5 Stelle non ha diritto ad alcuna zona franca rispetto al rispetto delle regole della civiltà politica e personale.

Signor Ministro, vengo al merito del mio intervento. Dopo averla ascoltata, c'è una sola parola per definire la posizione sua e del Governo; questa parola è: “responsabilità”. È un grande valore oggi, mentre lo scenario internazionale è sempre più complesso, sempre più confuso e sempre più gravido di pericoli. Le parole di preoccupazione del Presidente Mattarella che ha evocato l'estate del 1914 sono state, come sempre, sagge e appropriate. Responsabilità significa evitare atteggiamenti provocatori, evitare prese di posizione anche simboliche, che servono solo ad esacerbare le crisi e, allo stesso tempo, lavorare concretamente per favorire, per quanto una media potenza possa farlo, i percorsi verso la pace, verso la de-escalation, verso il soccorso alle popolazioni che soffrono, ai civili innocenti, vittime delle follie della guerra. Allo stesso tempo, la responsabilità non è certo ingenuo irenismo, anzi è la consapevolezza che solo la nostra partecipazione attiva a un sistema di sicurezza collettiva, come l'Alleanza atlantica, e solo lo sviluppo in questo ambito della difesa europea sono le condizioni che ci permettono di contribuire alla deterrenza, di fronte al rischio di conflitti su larga scala.

Dunque, una postura ferma e, allo stesso tempo, non retorica, attenta alla sostanza delle cose e alla delicatezza delle situazioni. Non propaganda, ma politica estera di alto livello.

Dispiace, dunque, che le opposizioni, in un momento nel quale la stessa sicurezza nazionale potrebbe correre dei rischi, nel quale la causa della libertà, della sicurezza, del benessere dei popoli è minacciata in tante parti del mondo, preferiscano la strumentalizzazione, la polemica capziosa, iniziative propagandistiche che, lungi dal sortire effetti concreti, servono soltanto ad esasperare la situazione.

Io ricordo la grande lezione del Presidente Berlusconi che, da leader dell'opposizione, sostenne responsabilmente anche i Governi politicamente più lontani da noi, nel momento in cui la sicurezza e l'onore dell'Italia erano in gioco sul piano internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

La presenza a Pechino di Putin e di Kim Jong-un a fianco di Xi Jinping alla parata per la vittoria nella Seconda guerra mondiale ha confermato nel modo più evidente il filo conduttore che lega le sfide portate alla legalità internazionale e alla libertà dei popoli.

È una sfida la cui portata drammatica è tragicamente ricordata, oggi, proprio dall'anniversario della strage delle Torri Gemelle (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Lo sconfinamento dei droni russi in Polonia è un fatto di assoluta gravità, che il Governo ha fatto bene a condannare nel modo più fermo. Poco importa chiedersi se si sia trattato di un errore o di una provocazione deliberata. È, in ogni caso, un segno di quanto sia seria la minaccia legata all'espansionismo russo e di quanto sia necessaria una risposta chiara e coerente da parte dei Paesi NATO. Ancora una volta, la Polonia potrebbe essere, come nel 1939 e come nel 1989, al centro dei processi storici capaci di cambiare il volto del mondo che noi conosciamo. Per questo l'atteggiamento russo non può rimanere privo di una ferma risposta corale. Sarebbe gravissimo dividere i Paesi dell'Alleanza atlantica in un momento come questo. L'Italia continuerà a fare la sua parte, come ha fatto finora, pur ribadendo che nessun soldato italiano metterà piede sul suolo ucraino.

In questo scenario, il lavoro per la pace, che lei, signor Ministro, ha giustamente ricordato, è un dovere morale e, allo stesso tempo, un atto di responsabilità politica. La pace, colleghi, tanto opportunamente invocata con autorevolezza dal Santo Padre, non significa mai resa del diritto nei confronti della forza, non significa mai il sacrificio della libertà dei popoli a vantaggio degli oppressori.

È giusto sostenere gli sforzi del Presidente Trump per porre fine alla guerra in Ucraina e per far cessare i conflitti in Medio Oriente. Noi speriamo di tutto cuore che abbia successo, ma abbiamo una certezza assoluta: questo non può avvenire ai danni delle vittime. La libertà dell'Ucraina non può essere ceduta e non può essere negoziata, come il suo diritto di guardare all'Europa per diventarne parte. Le minacce ai Paesi della NATO e dell'Europa non possono passare sotto silenzio.

Così come in Medio Oriente nessuna iniziativa di pace ha senso se non rispetta alcuni criteri: il diritto di Israele a esistere, a difendersi e a vivere in pace entro confini sicuri; il diritto dei palestinesi ad avere un loro Stato, anch'esso democratico, sicuro e pacifico; l'esclusione assoluta, quindi, di Hamas da qualunque ruolo a Gaza; la liberazione, senza condizioni, degli ostaggi israeliani superstiti e la restituzione dei corpi delle vittime. Solo in queste condizioni ha senso parlare di riconoscimento dello Stato palestinese. Il resto è propaganda sulla pelle degli abitanti di Gaza, strumentalizzando la loro sofferenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Misto).

L'orrore al quale stiamo assistendo a Gaza non può farci dimenticare le responsabilità di chi ha dato inizio al conflitto con la strage del 7 ottobre e prosegue con nuovi attacchi - anche ieri su un autobus a Gerusalemme - esplicitamente mirati a uccidere civili inermi. Il fatto di non condividere, anzi deplorare, alcune scelte del Governo israeliano, i comportamenti di alcuni coloni, le dichiarazioni di alcuni Ministri espressi dai partiti estremisti e le violazioni di sovranità di Paesi terzi non ci impedisce di considerare Israele una democrazia amica…

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA ORSINI (FI-PPE). …con la quale dobbiamo collaborare per ridurre le sofferenze dei civili a Gaza e per costruire un percorso di pace. Solo con il dialogo e l'impegno concreto si può fare davvero qualcosa ed è per noi motivo di grande onore apprendere che l'Italia è il primo dei Paesi non arabi per numero di abitanti di Gaza salvati, curati e assistiti. Siamo pronti a fare di più, se le Nazioni Unite ce lo consentiranno. Le provocazioni della Flotilla, al contrario, sono solo operazioni di propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)

PRESIDENTE. Onorevole Orsini, la devo ringraziare. Ho anche dato più di 40 secondi. Lei sa che con le nuove regole dobbiamo stare, ahimè, molto attenti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, a noi dispiace che lei si sia scaldato. Noi le diciamo come la riteniamo: noi la riteniamo complice di un Governo genocida (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, se lei si scalda per queste cose e non si scalda per essere complice di un Governo genocida non so qual è il suo grado di suscettibilità, insomma.

Lei ha usato un'espressione che è più di quanto superficiale e paternalistico si possa usare, ma è rivelatrice di quello che lei e di quello che voi pensate di tutto questo. Lei ha detto: noi dobbiamo permettere al popolo palestinese di realizzare il proprio sogno, come se fosse il conduttore di un talent show. Loro non devono realizzare il proprio sogno; loro devono avere il diritto sacrosanto a vivere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È un diritto naturale avere un Paese, non devono realizzare il proprio sogno.

E poi da una parte lei dice che stiamo realizzando la futura classe dirigente palestinese. Ma siete complici e gli state bombardando le università e le scuole. Come la state realizzando la classe dirigente palestinese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti del deputato Bagnasco)? Regalando la Pimpa in arabo? Così state costruendo la futura classe dirigente palestinese? Voi dite che state curando i bambini e le persone, ma di fronte a Marah Abu Zuhri, che a Pisa è morta di malnutrizione e le autorità israeliane hanno continuato a dire che era leucemia, sono stati i nostri medici coraggiosamente - loro sì, non il Governo italiano - che hanno detto: guardate che questa ragazza è morta di malnutrizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Voi non avete detto nulla. I nostri medici sono eroi, i nostri infermieri sono eroi! E allora dite di Food for Gaza, cioè da una parte sostenete e finanziate la macchina che arma il carnefice e dall'altra pensate, con Food for Gaza, di ripulirvi la coscienza dando una briciola a quelli che sono sopravvissuti al carnefice che voi armate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Io non vi sto a ridire tutti i numeri su quanto è aumentato l'export verso Israele, su quante sono le nostre collaborazioni con Israele e su quanto non facciamo nulla per sanzionare Israele. Ve l'abbiamo detto un sacco di volte e oramai davvero non sappiamo più cosa fare. Ma quando voi parlate della Global Sumud Flotilla voi dovreste sciacquarvi la bocca di fronte a tutte quelle persone che stanno facendo innanzitutto una missione politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Voi la confondete: ma se devono distribuire qualche pacco venite da noi e noi li distribuiamo e li catapultiamo dal cielo. Quella è una missione umanitaria che diventa una missione politica, perché voi ci dovete spiegare come mai i palestinesi, di fronte al loro mare, hanno un blocco israeliano. Come mai? Quando parlate di diritto internazionale voi riuscite in un discorso di 10 minuti a dire: attenzione perché lì c'è la crisi e un minuto dopo a parlare del diritto internazionale. Ma almeno non mischiate, nel solito discorso, questo doppiopesismo inaccettabile. Lì c'è un blocco che gli israeliani fanno nel mare di Gaza da anni.

Quella è una missione politica. È una missione dove ci sono donne, uomini, ragazze e ragazzi, avvocati. C'è veramente il meglio dell'Occidente lì dentro, c'è il meglio dell'Occidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). C'è chi porta la bandiera dell'umanità. Io quando voi continuate a difendere Israele, perché poi c'è la “condannina” dicendo che queste cose non le dovrebbero fare, veramente penso: ma voi l'avete ascoltata la voce di Hind Rajab? Qualcuno di voi qua dentro l'ha ascoltata la voce di quella bimba di 5 anni che era dentro quella macchina, con gli zii morti e con la cugina morta, che chiamava un'ambulanza e a cui hanno detto: sì, ti stiamo mandando l'ambulanza? Non si è più trovata né l'ambulanza, né i due operatori sanitari che erano a bordo, né la ragazzina; si è trovata una macchina trivellata da 355 colpi di un carro armato israeliano. Ma cosa c'era lì dentro, c'era Hamas? C'era dentro Hamas (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Ma bastano 30 secondi di quel messaggio per smontare tutto quello che state dicendo e facendo e tutta la vostra ipocrisia.

Noi invece crediamo che in quelle barche ci siano persone da sostenere, tutte e non solo i parlamentari. Ci sono i parlamentari che ringraziamo: i nostri Marco Croatti e Arnaldo Lomuti e Arturo Scotto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Li ringraziamo perché sicuramente la loro importanza dentro lì è un'importanza anche diplomatica. Ma lì c'è da salvaguardare tutti e non solo i parlamentari, perché fanno quello che voi non avete il coraggio di fare, la politica. Allora davvero, citando un poeta, stanno veramente andando “in direzione ostinata e contraria” per consegnare una goccia di splendore e di umanità, cosa che voi non sapete neanche più cosa sia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carfagna. Ne ha facoltà.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie…

PRESIDENTE. Prego, onorevole Carfagna.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (NM(N-C-U-I)M-CP). Spero che mi faccia recuperare il tempo che avevo a disposizione, Presidente.

PRESIDENTE. Parte adesso.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie. Dico subito che Noi Moderati condivide l'azione che il Governo ha portato e sta portando avanti in questo drammatico scenario internazionale e ringraziamo il Ministro per la chiarezza con cui ci ha fornito il quadro di tutti quegli eventi che stanno scuotendo e dividendo le opinioni pubbliche d'Europa.

Una panoramica drammatica, quella che lei ci ha fornito, complessa, io direi inedita per le nostre generazioni, che hanno vissuto il periodo di pace più lungo del nostro continente e della nostra Repubblica. Un periodo di pace garantito dalla protezione americana, da istituzioni internazionali solide, da accordi commerciali sempre più larghi e non messi in discussione dall'idea, dalla convinzione che la democrazia fosse meglio delle autocrazie, che la libertà fosse meglio delle dittature e che la pace, dopo gli orrori del Novecento, fosse un valore ormai indiscutibile. Ebbene, gli eventi delle ultime settimane, anche degli ultimi mesi, ci hanno definitivamente confermato che ogni singolo capitolo di questa narrazione è ormai messo in discussione.

In Medio Oriente avevamo coltivato la speranza che la tregua fosse a portata di mano, ma gli eventi degli ultimi giorni ci hanno fatto ripiombare nell'incubo di un conflitto senza fine. In Ucraina le speranze aperte dal vertice in Alaska sono state disattese dalla Russia, che ieri ha alzato l'asticella dello scontro, con un massiccio attacco di droni a un Paese NATO, alla faccia di tutti quei filoputiniani che, ancora oggi, si ostinano a escludere la possibilità che Putin voglia allargare il conflitto al di fuori dei confini ucraini. E, ancora, in questo scenario drammatico, il nostro sistema economico si trova a fare i conti con i dazi americani e, allo stesso tempo, con la necessità di trovare risorse per fronteggiare un necessario aumento delle spese militari.

E, ancora, altre fonti di rischio: penso ai sistemi cardine dell'Unione europea, come quello francese, che stanno vivendo una stagione di tumulti, di disordini, che in qualche modo ci riguarda e alla quale dobbiamo guardare con preoccupazione, perché il caos che è stato scatenato ieri nelle strade di Parigi e di altre città francesi rappresenta sicuramente un fronte interno, ma potrebbe facilmente suggestionare altri estremismi in sonno in giro per l'Europa.

E, ancora, lo stesso sistema democratico, il nostro sistema democratico, i nostri valori, i nostri principi sono messi a repentaglio da un racconto culturale che ritiene i sistemi democratici lenti, incapaci di decidere, imbrigliati, in regole di diritto e in garanzie che li rendono poco competitivi rispetto alle autocrazie, dove i dittatori decidono, scelgono, si impongono con la forza, senza ostacoli e senza vincoli.

Allora, Presidente, di fronte a questo mondo in fiamme, di fronte al rischio del baratro che ieri ha evocato il Presidente Mattarella, di fronte alla sfida esistenziale che è stata lanciata al nostro modello di civiltà e al nostro sistema di valori - che qualcuno può far finta di non vedere, ma che è evidente, è in atto -, noi abbiamo il dovere di essere responsabili, di assumerci le nostre responsabilità, perché le parole che pronunciamo, le azioni che compiamo e le scelte che assumiamo hanno un peso maggiore rispetto al passato. E la prima di queste responsabilità è escludere la politica estera dagli argomenti di contesa spicciola quotidiana, evitare di usare la politica estera e i conflitti drammatici in corso per fare polemica politica, per fare campagna elettorale (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) o, peggio, come strumento per insultare lei e altri esponenti di Governo e della maggioranza in maniera volgare e inaccettabile (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

E allora, colleghi, noi possiamo dare la colpa di quello che sta accadendo alla NATO, all'Unione europea, a Israele - la guerra in Israele finirebbe domani mattina se solo venissero liberati tutti gli ostaggi e se Hamas decidesse il disarmo totale -, possiamo dare la colpa al liberismo, alla globalizzazione e alla grande finanza. Io penso che potremmo andare in giro ad arringare folle, che sono già eccitate di loro, fomentando odio, violenza e toccando con mano, poi, il rischio che questi atteggiamenti scatenano; lo abbiamo visto ieri, è stato citato più volte, l'evento drammatico dell'uccisione dell'influencer di destra. Possiamo fare tutto questo per semplificare il messaggio e prendere più voti. Io penso, però, che dimostreremmo di non essere all'altezza della gravità del momento storico che stiamo attraversando. Allora io penso che quello che abbiamo il dovere di fare tutti è sforzarci di ritrovare una linea comune che ci consenta di affrontare l'emergenza; una linea comune sulla difesa, una linea comune sul sostegno all'Unione europea, una linea comune sull'ostinata difesa dei valori di democrazia, una linea comune sulla rivendicazione orgogliosa della nostra identità.

L'Italia lo ha già fatto in passato, lo ha fatto nei momenti più bui della storia della Repubblica italiana, trovando la sostanziale condivisione e anche collaborazione di forze politiche che si trovavano agli opposti e che avevano opposti riferimenti internazionali. Io penso che oggi gli eventi ci richiamino allo stesso sforzo e io spero che ne saremo all'altezza, non soltanto per difendere il nostro interesse nazionale - cosa che, naturalmente, di per sé, già conta moltissimo -, ma anche per difendere un più ordinario interesse umano: il futuro dei nostri figli, la loro libertà e le loro stesse vite (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Richetti. Ne ha facoltà.

MATTEO RICHETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Io posso intervenire anche se non ho nessuno da insultare, da offendere? Sì, posso procedere? Perché il mio collega Rosato, nel dibattito di ieri, che è stato un dibattito importante ma totalmente insoddisfacente, ha invocato, Ministro, esattamente ciò che lei ha chiesto oggi.

Noi ci siamo svegliati ieri mattina, dopo sette ore di occupazione di 19 droni russi, di fatto, sullo spazio aereo europeo - perché la Polonia questo è - e oggi, nel dibattito con lei su temi di grande attualità e gravità, accompagnati dalla chiusura parziale di quello spazio aereo, è difficile non vivere la gravità di questo momento.

Lei prima ha invocato una disponibilità trasversale del Parlamento a supportare questo momento. Io le dico che noi ci siamo, però, quando ieri abbiamo detto “ci siamo”, in un dibattito che riguardava gli investimenti in difesa e sicurezza del nostro Paese, ci avete lasciato da soli, tutti (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe), maggioranza e opposizione. Ieri, noi abbiamo messo in una mozione l'intervento del mio collega stimato Calovini, l'abbiamo scritto in una mozione: strumenti europei, impegni presi dalla NATO, impegni presi dal Governo, perché noi riteniamo che l'opposizione, nel momento in cui l'ordinamento mondiale è a rischio, fa l'opposizione e non fa la matta. Ma la risposta, Vicepresidente, è stata: vi consideriamo opposizione e, quindi, non apriamo le carte. Ma potete andare avanti così?

Ministro Tajani, lei è una persona delle istituzioni e sa benissimo che siamo di fronte ad una crisi internazionale, ad una crisi dell'Occidente, ad una crisi della decenza e ad una crisi parlamentare, perché non possiamo andare avanti con ogni schieramento che si rinfaccia il filoputinismo che è nell'altro, senza riconoscere che c'è un bipolarismo finito. Perché il bipolarismo non è più tra destra e sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe), è fatto tra realtà e propaganda. E io denuncio il filoputinismo quando lo fanno Salvini e Vannacci, mettendo in imbarazzo lei, che è Vicepresidente di un Governo il cui dirimpettaio ha delle posizioni, diciamocelo con sincerità, inaccettabili, e lo denuncio anche quando lo fa Nichi Vendola, che è persona che stimo, ma ha detto delle cose sul conflitto ucraino-russo vergognose, come le dicono Salvini e Vannacci.

E, allora, il punto è: tutto il Parlamento sostiene la sua affermazione di non mandare truppe italiane. Benissimo. Ma cosa facciamo adesso? Non ci riguardano i ragazzi al fronte ucraino che, nel 2014, erano avvolti in una bandiera dell'Europa e, 8 anni dopo, sono andati al fronte e sono convinti di essere su quel fronte in difesa non solo dell'Ucraina (perché gliel'abbiamo detto noi che stavano difendendo l'Europa, la libertà e la democrazia)? Non ci riguardano più? E, allora, chi vuole lasciare soli quei ragazzi non può governare insieme a chi, invece, ritiene che l'Europa e la difesa dell'Ucraina siano la difesa della democrazia. Perché, ce l'ha ricordato il Presidente Mattarella ieri: quello che sta accadendo ricorda tempi nei quali anche un incidente ha dato vita ad un conflitto che non siamo più stati in grado di governare, ha dato vita a un conflitto mondiale.

Così, Ministro Tajani, come sul tema del conflitto in Medio Oriente, lei oggi ha utilizzato parole per me molto nette: una condanna ferma a ciò che sta facendo il Governo Netanyahu. Sono le stesse parole che ha usato il Capo dello Stato ieri. E sono le parole che condivide questo Parlamento.

Oggi abbiamo un problema comune, oltre alla condanna di ciò che sta accadendo: come riuscire a tornare a far rispettare il diritto internazionale, che non è rispettato. È il problema che ha la comunità internazionale, non è la dichiarazione. A qualcuno piace definirla complice o fare la standing ovation. A me interessa, insieme a lei, capire come, una volta assunta una posizione a parole sottoscrivibile, tornare a far sì che il contrasto al terrorismo… Oggi è l'11 settembre, una giornata che con il terrorismo ha un po' a che fare, ma noi abbiamo risposto a quell'11 di settembre non cambiando i confini di uno Stato, non mandando missili su uno Stato sovrano, che nulla ha a che vedere con quei terroristi di Hamas, non pensando che in quel contrasto al terrorismo e nella reazione al 7 ottobre ci fosse l'occupazione della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, non pensando che al terrorismo si risponde con le deportazioni. E quello rimane il problema, cioè come si possa porre fine a ciò che sta accadendo.

Perché io penso che quello che stanno facendo, non solo il Governo italiano, ma anche le nostre università, le nostre famiglie, i nostri ospedali, sia meritorio, ma rimane il fatto che, mentre noi diamo supporto alla popolazione palestinese, questa viene deportata e cancellata. Noi rischiamo di formare una classe dirigente di un Paese che, procedendo di questo passo, non ci sarà. Perché dopo il 7 ottobre siamo andati insieme a portare solidarietà al popolo di Israele, che aveva subìto un attacco terroristico vergognoso, invocando quel dialogo che serve a riproporre la logica dei “due popoli, due Stati”, ma oggi scopriamo che chi non vuole il secondo Stato è il Governo Netanyahu.

E su questo, siccome, Ministro, io lo capisco, non è che possiamo scatenare una guerra alla settimana, è evidente che lo strumento delle sanzioni individuali e della fine di ogni forma di collaborazione sia l'unica forma di pressione che ci rimane, perché lo stesso errore lo stiamo facendo con Putin, che per due anni abbiamo tenuto all'angolo della comunità internazionale. Abbiamo applicato insieme sanzioni verso quel dittatore, ma se, in un mese e mezzo, gli srotoli il tappeto rosso in Alaska, il Presidente degli Stati Uniti applaude la discesa dall'aereo e, dopo un mese e mezzo, te lo trovi di fianco a Xi Jinping e a Modi, riacquisisce una centralità che - lei mi insegna - proprio sul piano della politica estera è complessa da governare. E ci vogliono parole nettissime.

Io credo che, a tal riguardo, questo Parlamento vada con urgenza investito di un lavoro comune, proprio sul Ministero che la riguarda. Azione è qui, anche perché io penso che, o recuperiamo una dinamica parlamentare decorosa, o ci rimane davvero l'ultimo baluardo delle nostre istituzioni, ossia il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che non finiremo mai di ringraziare (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, la prima cosa che vorrei dirle e vorrei dire, peraltro, ai colleghi e alle colleghe di quest'Aula, è che io trovo francamente un po' curioso - e per la verità, per il Parlamento, anche un po' umiliante - che, dopo mesi, ci si trovi qui ad ascoltare l'informativa del Ministro degli Affari esteri su un mondo in fiamme, che in poco più di 20 minuti attraversa l'inferno di Gaza, la guerra di aggressione della Russia all'Ucraina, con tutto ciò che questo comporta e porta con sé, con le sue escalation che, una dietro l'altra, si alimentano, e con la guerra commerciale che Donald Trump ha scatenato contro il mondo, e che, dopo questa relazione, ai parlamentari e alle parlamentari della Repubblica sia chiesto, in 7 minuti, di esprimere un punto di vista.

Vorrei rivolgermi con rispetto al Governo e alla Presidenza della Camera per fare una domanda e per avanzare una richiesta: per favore, mai più così. Proviamo a organizzare una discussione vera (Commenti del Ministro Tajani). Non è un'accusa polemica… Non è un'accusa polemica, ho detto che avanzo una richiesta al Governo e alla Presidenza della Camera affinché dialoghino e si mettano d'accordo per trovare il modo di dare a questo Parlamento il ruolo che merita, per restituire al Parlamento il ruolo che merita (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!

E allora andiamo al merito. Signor Ministro, lei, durante il suo intervento, con molta veemenza, ha rivendicato il suo onore e il suo ruolo. Come sa, da parte nostra non c'è mai stata, né mai ci sarà, nemmeno la tentazione di accusarla di qualcosa che è totalmente fuori dalla discussione che stiamo facendo (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

C'è però, invece, la determinazione, da parte mia, da parte di Alleanza Verdi e Sinistra, di tutti e tutte noi, di accusare lei - non solo lei, il Governo italiano, perché lei fa parte di un Governo - di una responsabilità ben più grave, una responsabilità politica, rispetto alla drammatica inazione che state mettendo in campo, da oltre due anni, rispetto alla tragedia di Gaza, della Palestina, della Cisgiordania e dell'intero Medio Oriente in fiamme.

Vorrei - signor Presidente, suo tramite - informare il collega Calovini, che si preoccupava di evitare una regionalizzazione del conflitto, che quella regionalizzazione è già ampiamente esplosa. Il Governo israeliano, in violazione del diritto internazionale, bombarda, un giorno sì e un giorno no, un Paese sovrano (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! E ogni volta che discutiamo, la nostra discussione è drammaticamente ferma a un'ora prima, a un giorno prima, perché la realtà, minuto dopo minuto, travolge i fatti e li travolge in una direzione sempre più preoccupante.

Vede, signor Ministro, noi abbiamo colto le variazioni di tono della sua narrazione, quella sua, del suo Governo e della sua maggioranza. Avete capito - e non è difficile intuirne le ragioni - che cosa sta succedendo intorno a voi. In questo Paese la stragrande maggioranza degli italiani e delle italiane considerano intollerabile e insopportabile quello che sta accadendo. Per la prima volta nella storia dell'umanità - vorrei che riflettessimo su questo - ci troviamo di fronte a un genocidio in diretta televisiva. Di genocidi ce ne sono stati tanti, terribili. Ma è la prima volta che un genocidio si presenta di fronte a noi in diretta televisiva, in diretta social. Ciascuno di noi può aprire il proprio smartphone e vedere in questo momento le immagini del corpo di un bambino straziato dalle bombe o straziato dalla fame, dalla sete, dall'assenza di medicine imposta da un Governo criminale in violazione quotidiana del diritto internazionale.

Allora, signor Ministro, la variazione del suo tono - inaccettabili, sempre più inaccettabili - non è sufficiente, perché a lei, signor Ministro, e al suo Governo, è chiesto qualcos'altro: è chiesto di agire! Giorgia Meloni, al meeting di Rimini, ha detto con qualche elemento ulteriore di disprezzo - e me ne dispiace - nei confronti del Parlamento: io faccio i fatti, noi salviamo i bambini, non facciamo mozioni. Certo, cara Presidente Giorgia Meloni, lei non fa mozioni, perché le mozioni sono l'unica cosa che avete lasciato all'opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), ma lei, Giorgia Meloni, come ci ricorda sempre, è la Presidente del Consiglio di un grande Paese del G7. E allora faccia! Fate pesare il vostro ruolo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Andate in Consiglio dei ministri, riconoscete lo Stato palestinese, emanate sanzioni non contro i coloni cattivi, che non sono delle monadi isolate: i coloni vanno in Cisgiordania a sparare, con la loro pistola, nel petto e in faccia ai palestinesi, salvo essere rilasciati qualche minuto dopo, mentre i parenti dei palestinesi ammazzati vengono arrestati e le loro case demolite, perché l'esercito israeliano, l'IDF, il Governo israeliano - non solo il fascista Smotrich e il fascista Ben-Gvir, ma anche il fascista Benjamin Netanyahu - li coprono e li supportano (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!

Servono sanzioni contro il Governo israeliano. Dovreste fare quello che ha fatto la Spagna. Aspetto ogni mattina di svegliarmi e di sentire una sua dichiarazione di chiusura dei nostri porti ad ogni assistenza logistica al genocidio, di chiusura del nostro spazio aereo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). E invece no, niente, nessuna iniziativa che metta Israele sotto pressione, che la isoli, che faccia pesare il nostro ruolo, per fermare, qui ed ora, il genocidio.

Come è stato ricordato, salvate i bambini? Bene, ve ne siamo grati! E lo dico senza retorica, non lo dico facendo una battuta, ci mancherebbe. E non mi stupisce che la madre di un bambino salvato vi ringrazi. Che deve fare? Che dovrebbe fare? È giusto che faccia questo. Ed è anche giusto che lei ne sia contento. Salvare un bambino è una cosa importantissima, io non la riduco. Ma voi dovete fare qualcos'altro. Dovete impedire che altre migliaia di bambini continuino a morire. Dovete farlo adesso (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! E invece, su questo, continuate a non fare niente!

Signor Ministro, questo poi produce un effetto: l'inazione, l'ipocrisia e le parole al vento producono la complicità di cui, ogni ora che passa, il nostro Governo e, purtroppo, con lui, anche tanta parte della nostra storia rischiano di essere macchiati.

Noi chiediamo una discontinuità, signor Ministro, chiediamo un cambio di passo, ne abbiamo straordinario bisogno. Vale anche per la Flotilla.

PRESIDENTE. Concluda.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Non ci dica più assistenza, ci dica protezione, come hanno fatto altri Governi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Ci dica protezione! Dite agli israeliani “noi proteggeremo quelle navi”, che si sostituiscono alla vostra inazione. Noi vogliamo un cambio di passo e continueremo a chiedervelo qui e in tutte le piazze del Paese, in tutto il Paese, in cui questa sensibilità cresce senza sosta e continuerà a crescere (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), e continuerà a determinare anche l'orientamento dell'opinione pubblica in Italia e in Europa. Ricordatevelo, noi lo sappiamo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro. Io sinceramente capisco la sua indignazione, l'indignazione dei parlamentari che hanno ascoltato le parole della collega senatrice dei 5 Stelle, però sarebbe stato più coerente il suo comportamento, la sua indignazione, se fosse stato allo stesso modo indignato quando ha ascoltato le parole di Salvini e di Vannacci, che, mentre gli aerei italiani volavano in Polonia per difendere lo spazio aereo polacco, dichiaravano, contestualmente, che Putin era meglio di Zelensky.

Io non la reputo, questa, una dichiarazione meno grave (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe) rispetto a quello che è stato detto e per cui lei si è indignato. Lo dico perché, in teoria, in qualità di patrioti, che rappresentate voi di questo Governo, mentre le nostre Forze armate stanno difendendo da un attacco da parte di Putin, perché sono stati i russi a generare quell'attacco, dovrebbero avere il Governo a supporto più che tifare per l'avversario, perché è quello che sta accadendo costantemente e ascoltiamo continuamente con le dichiarazioni di Salvini e di Vannacci.

E con il suo silenzio, che continua a dire che la politica estera la fa lei e la Meloni, però quello che avvertiamo costantemente è un imbarazzo da parte del Governo rispetto al contesto internazionale, che è profondamente mutato. Perché qui non ci sono soltanto il rapporto e le dichiarazioni che la Lega fa a supporto della Russia, ma qui, Ministro Tajani, la cosa che maggiormente noi contestiamo al Governo è che lo scenario internazionale è profondamente mutato; e rispetto allo scenario internazionale, che è profondamente mutato, il Governo continua a giocare sempre la stessa partita.

A cosa mi riferisco, innanzitutto? Al tema del Patto Atlantico. Voi continuate a ripetere questo tema, corretto, di rispetto di un Patto Atlantico che nessuno può mettere in discussione, nessuno sano di mente può mettere in discussione. Il problema, però, è un altro, Ministro Tajani. Uno dei contraenti del Patto sta mutando, quel Paese sta mutando profondamente atteggiamento nei confronti degli altri contraenti del Patto, innanzitutto dell'Europa. Ora, rispetto a questo, un Paese che si rispetti non fa la guerra a quell'altro lì, ma almeno si organizza per dare una dignità ad una posizione per cui lei per primo, e io glielo riconosco, al contrario di esponenti del suo Governo e delle altre forze politiche che supportano la maggioranza, ha sempre detto che serve una posizione europea.

Ora il tema è questo di fronte a Trump che ha mutato, ha fatto mutare posizione agli Stati Uniti, e l'Europa che cerca di organizzarsi rispetto a quel Paese che ci ha messo i dazi, che ci fa pagare le armi che prima pagava lui. Noi avevamo prima, a supporto dell'Ucraina, le armi europee e quelle degli Stati Uniti. Oggi noi paghiamo agli Stati Uniti le armi che dà a difesa dell'Ucraina. È cambiata la situazione o no, Ministro Tajani? Così come l'atteggiamento nei confronti di Putin è un atteggiamento profondamente diverso, così come nei confronti di Netanyahu.

Perché, se oggi Putin si permette di mandare i droni in Polonia, se Netanyahu si permette di fare quello che fa a Gaza senza limiti e senza confini, è perché sa che c'è Trump, anche lì, che ha fatto mutare posizione politica all'Amministrazione statunitense, che gli consente di fare tutto questo, perfino i bombardamenti a Doha, Ministro Tajani. Ora, se c'è l'Europa che si organizza per una posizione che sia di collaborazione con gli Stati Uniti, ma con una forza autonoma, non ci può essere il Governo italiano che rema contro.

Io non dico che siete ai livelli di Orbán o della Le Pen, qualora dovesse disgraziatamente guidare la Francia, ma, se dovessi fare un livello di gradazione dei Paesi più europeisti rispetto a quello che dice lei, l'Italia è più vicina a quei Paesi lì, ad Orbán, rispetto ai Paesi volenterosi che si sono riuniti per costruire un percorso autonomo e di collaborazione con gli Stati Uniti d'America. E voi state lì a remare contro questo percorso autonomo. Perché, se andiamo a leggere le dichiarazioni dei suoi alleati, sempre senza nessuna sua smentita, la guerra in Ucraina non è un problema che ci riguarda, i carri armati russi non sono un problema europeo, la difesa europea e l'esercito comune è un fastidio.

E non parlo solo di Salvini, parlo anche della Premier Meloni, perché, quando non si reca all'incontro dei “Volenterosi”, la Premier prende una scelta politica chiara. E, sinceramente, l'idea di un Paese che ha una Premier come Rockefeller, che parla solo quando Trump lo dice, anche dopo i fatti e gli incontri che ci sono stati in Alaska. “Uno spiraglio di pace” ha dichiarato la Meloni, salvo poi, io le ricordo, Ministro Tajani, che è scaduto due settimane fa l'ultimo ultimatum di Trump a Putin e poi ci sarebbero state le sanzioni.

Dopo tutti gli altri penultimatum che si sono accumulati nel tempo, non c'è stata una parola del Governo italiano per dire “Trump, ma almeno i tuoi ultimatum puoi rispettarli?”. Che non vuol dire guerra, non vuol dire mandare l'esercito, perché nessuno lo ha detto. Anche questa ipocrisia dell'articolo 5 della NATO contro quelli che vogliono mandare l'esercito! Ma perché, scusate, l'articolo 5 della NATO non prevede, qualora ci dovesse essere un'aggressione, che i Paesi si attrezzino militarmente? Quindi, mi dite qual è la differenza fra quelli che vogliono mandare i militari lì come forza di interposizione di pace e il Governo italiano, che propone l'applicazione dell'articolo 5?

E tutto questo vale anche in Palestina, Presidente, perché noi abbiamo sempre sostenuto il Governo israeliano, e lo faremo fino in fondo fino a quando si difende dai terroristi e da chi gli vuole impedire un'esistenza in vita.

PRESIDENTE. Concluda.

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Ma non si può utilizzare questo argomento - e chiudo, Presidente - per impedire la realizzazione di due popoli e due Stati. Questo credo che il Governo lo dovrebbe garantire (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Steger. Ne ha facoltà.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi. L'informativa del Ministro Tajani ci conferma la centralità della diplomazia italiana in una fase internazionale drammatica e complessa. Un approccio equilibrato e realista che difende i nostri valori e, al tempo stesso, afferma la responsabilità dell'Italia come ponte del dialogo. È questa la bussola di una politica estera responsabile: fermezza nella difesa della legalità internazionale e della sicurezza dei nostri alleati, ma anche pragmatismo e capacità di costruire soluzioni, e non solo di denunciare i problemi.

Di fronte alla tragedia mediorientale non possiamo che ribadire una condanna assoluta e senza attenuanti del massacro terroristico compiuto da Hamas, un genocidio, un atto barbarico mirato a seminare terrore, a colpire innocenti. Comprendiamo, pertanto, la posizione di Israele. La sicurezza dei suoi cittadini non può essere messa in discussione e la distruzione di Hamas, come organizzazione terroristica, è comprensibile. Allo stesso tempo, il dovere della comunità internazionale - e qui l'Italia si è distinta con forza - è vigilare affinché la lotta al terrorismo non degeneri in una punizione collettiva della popolazione civile.

L'Italia ha saputo ribadire due principi non negoziabili: la sicurezza di Israele contro il terrorismo e il diritto del popolo palestinese a vivere in uno Stato libero e sovrano. È un equilibrio difficile, ma necessario, perché senza sicurezza non vi è pace e senza giustizia non vi è stabilità. Le iniziative concrete illustrate dal Ministro, dall'assistenza ai bambini di Gaza all'addestramento delle forze di sicurezza palestinesi, fino all'impegno con i partner arabi, dimostrano che la nostra non è una diplomazia di facciata, ma un lavoro paziente, fatto di fatti e non di slogan.

Con la stessa chiarezza, apprezziamo la posizione sull'Ucraina: solidarietà a un popolo aggredito, difesa della sovranità europea, rafforzamento del legame transatlantico. E qui dobbiamo dirlo con forza: l'unica possibilità per fermare Putin è dare un segnale chiaro e inequivocabile, non solo a Mosca, ma a tutti gli autocrati del mondo. Se l'Occidente dovesse mostrarsi esitante, pagherebbero il prezzo non solo gli ucraini, ma la credibilità stessa delle democrazie.

Al contrario, l'unità e la determinazione dell'Europa e della NATO sono la migliore garanzia di pace, mostrano che chi sceglie l'aggressione e il ricatto economico o militare non troverà spazi né oggi, né domani. È una lezione che va molto oltre Kiev, riguarda Taiwan, riguarda il Medio Oriente, riguarda ogni regione in cui la forza tenta di sostituirsi al diritto. Non meno importante è la parte dedicata agli interessi economici e commerciali. Uno Stato come l'Italia, la seconda manifattura d'Europa, non può rinchiudersi nei confini nazionali. La prosperità delle nostre imprese e dei nostri lavoratori dipende dalla capacità di aprire mercati, abbattere dazi, garantire catene di approvvigionamento sicure. Gli accordi di libero scambio non sono un tecnicismo per addetti ai lavori, sono lo strumento concreto con cui tuteliamo i nostri prodotti, valorizziamo il made in Italy e diamo certezza a chi investe e crea lavoro. Più mercati aperti significano più crescita, più innovazione, più stabilità politica e soprattutto ci consentono di non essere ostaggio di pochi grandi blocchi economici. Diversificare vuol dire libertà, per questo guardiamo con favore all'impegno del Governo per finalizzare l'intesa col Mercosur per accelerare i negoziati con l'India, per rafforzare la presenza italiana nei Paesi dell'ASEAN, in Africa e in America Latina…

PRESIDENTE. Concluda.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). …è una scelta strategica, per il commercio è oggi più che mai anche geopolitica. Onorevoli colleghi, in un mondo attraversato da conflitti, dazi e nuove sfide globali, l'Italia propone un modello di politica estera che unisce valori e interessi, principi e pragmatismo. È la linea che dobbiamo sostenere perché serve all'Europa, serve al Mediterraneo e serve soprattutto al nostro Paese (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. La ringrazio, signor Ministro, per la sua lunga informativa, anzi troppo breve informativa su troppe cose. Sono d'accordo col collega Fratoianni che diceva che forse una discussione - so che lei sarebbe d'accordo - sulla politica internazionale meriterebbe un tempo adeguato alla presenza del Governo. Vede, lei ha detto una cosa a proposito del fatto gravissimo e clamoroso di attualità, cioè i droni russi lanciati dalla Bielorussia contro l'Europa, contro di noi, contro la Polonia. Queste iniziative russe sono in palese contraddizione con il percorso che sembrava avviato invece con il vertice in Alaska.

Signor Ministro, io penso il contrario, penso che questa purtroppo sia un'analisi infondata, è vero il contrario: quello che Putin sta facendo è esattamente in linea con quanto avvenuto in Alaska, è esattamente in linea con la gratuita riabilitazione che un improvvisato Trump ha fatto di Putin senza ottenere nulla in cambio, anzi dandogli la facoltà di presentarsi a Pechino con una grande rentrée tra i grandi imperialisti, imperatori del mondo. E di questo bisogna tener conto, signor Ministro, perché io non vorrei essere nei suoi panni, perché lei dice delle cose anche ragionevoli - magari andrebbero dette con qualche convinzione in più, magari spingere per fare qualcosa in più sui tanti fronti in Europa - ma lo dice sapendo benissimo che non c'è una maggioranza sulla politica internazionale, su nessuno dei temi che lei ha toccato c'è una maggioranza. Poi fate buon viso a cattivo gioco, va bene tutto, metabolizzate qualsiasi cosa - è stato richiamato dai colleghi -, ma le parole del vicesegretario della Lega non possono non entrare in una relazione come quella che lei ha fatto.

Qual è la posizione dell'Italia? È quella che, per esempio, al Parlamento europeo vota contro un pezzo della maggioranza? E non mi si dica: “ma anche l'opposizione”, perché è una cosa infantile e inaccettabile, parliamo di chi governa l'Italia. Lei ha detto - e io sono d'accordissimo, in linea con quanto fatto innanzitutto dall'Italia e dal Governo Draghi - che l'Italia è a favore dell'ingresso dell'Ucraina nell'Unione europea. Io sono d'accordo al mille per mille, ma non può fingere di ignorare che Vannacci, la Lega e un pezzo di maggioranza al Parlamento europeo hanno votato contro. Chiudo sui dazi. La guerra commerciale c'è. Io sono critico su quello che ha fatto la Von der Leyen, ma l'ha fatto, a mio avviso, perché i Governi - anche quello italiano, anche quello tedesco - hanno scelto di scegliere la riduzione del danno, ma il danno non si è ridotto.

PRESIDENTE. Concluda.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Chiudo. Quando, rispetto alla sanzione per comportamenti anti-competitivi di Google, la Commissione dice: sanzioniamo - probabilmente con i Paesi che gli avevano pure detto di stare buoni -, e Trump dice: aumenteremo i dazi, allora ci sono due cose. Primo, che l'accordo sui dazi è scritto sulla sabbia; secondo, che Trump punta a minare la sovranità europea e su questo bisogna reagire. Ma su questo la sua maggioranza, signor Ministro, non c'è (Applausi di deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Signor Presidente, colleghe e colleghi, siamo qua a chiedere l'ennesima informativa urgente al Ministro Urso, perché - ci faccia dire - mentre il Governo si compiace della ritrovata sintonia con Stellantis, l'industria italiana continua a perdere pezzi. E ci faccia dire, Presidente, che non è una semplice…- come si può dire? - divergenza di vedute; qui si sta smantellando un intero sistema produttivo, pezzo per pezzo, come se dovessimo rottamare un'auto. L'amministratore delegato Filosa parla di svolta del Paese e di che cosa parla? Di fatto della 500 ibrida a Mirafiori e della Jeep Compass a Melfi. Ma di quale svolta stiamo parlando, Presidente?

Il rilancio di Mirafiori - mi faccia dire, da torinese - fa a pugni con la proposta agli operai di andare addirittura in Serbia. Non so se lei, Presidente, ha letto questa proposta indecente. Per chi ci sta ascoltando, avete capito bene: si chiede ai lavoratori, in cassa integrazione da più di 18 anni, di prendere i propri bagagli e andare a produrre in Serbia modelli che sono stati delocalizzati dall'Italia. Avete compreso. Qualche settimana fa, qualche mese fa, in Serbia non trovavano degli operai serbi da pagare, li cercavano all'estero; adesso addirittura abbiamo importato questo tipo di neo-sfruttamento. Ce lo faccia dire: tutto questo viene presentato come una grande opportunità e a noi monta la rabbia. Non mi faccia dire di più. È una presa in giro insopportabile.

Il Ministro Urso esce dagli incontri con Stellantis adesso addirittura compiaciuto e soddisfatto della sintonia sull'elettrico; di sicuro si compiace anche della posizione del nostro nuovo responsabile europeo Imparato, cioè la messa in discussione del 100 per cento elettrico entro il 2030. E di cosa sarebbe soddisfatto il Ministro Urso, se manca un piano industriale vero, vincolante, trasparente? Ci dica il Ministro Urso dove si produrrà, ma soprattutto cosa si produrrà e con quali garanzie occupazionali, perché questo piano manca da ben prima del Green New Deal. Quando non c'è una nuova assunzione e da più di dieci anni assistiamo a un lento e implacabile esodo - un'eutanasia senza fine, addirittura con incentivi per andarsene via -, siamo davanti alla fine dell'auto, ma non dell'auto del futuro, dell'auto italiana. Perché quella miseria che voi difendete, quel minuto in più dell'era fossile, è la fine del nostro sistema. Mentre Stellantis fa profitti miliardari, il Governo che cosa fa? Taglia i fondi sull'automotive e resta lì a guardare. Ecco, la fuga di Stellantis è cominciata ben prima del motore endotermico e semplicemente continua anche con l'elettrico e continua senza alcuna garanzia del nostro tessuto industriale.

È come se si stesse smontando il motore dell'Italia pezzo per pezzo, lasciando solo la carrozzeria da esibire, appunto, ai salotti televisivi. Mentre Urso fa così, continua a fare il megafono delle multinazionali, gli operai continuano a chiedere, a chiedere il rinnovo del contratto collettivo nazionale e a chiedere che qualcuno parli anche per loro.

Cominci a fare il suo lavoro, Urso: venga in Aula, cominci a difendere l'industria italiana, i suoi lavoratori e il futuro del Paese. Ci dica cosa intende fare per riportare in Italia dei modelli mass market, ci dica cosa vuole fare per i nostri siti, perché senza un piano, senza garanzie, senza coraggio, l'Italia non riparte, viene svenduta e gli Elkann lo stanno facendo da tempo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la deputata Chiara Appendino. Ne ha facoltà.

CHIARA APPENDINO (M5S). Sì, Presidente, ci associamo, perché, vede, io vorrei fare un piccolo esercizio di memoria: cioè, dove eravamo rimasti con Stellantis? Eravamo rimasti a quel famoso Piano Italia che il Ministro Urso sbandierava come la grande svolta. Eravamo rimasti a quei comunicati trionfali: i grandi investimenti, il grande cambiamento, le grandi opportunità. Ad ascoltare l'azienda e il Ministro sembrava che la svolta fosse lì, dietro l'angolo. E poi è arrivata l'estate e non si è più parlato del tema. Ma cosa è successo nelle fabbriche? Che lì non sono arrivate opportunità, lì non sono arrivati investimenti, lì non sono arrivate risposte: lì sono arrivate solo le ennesime batoste. Allora, vediamo cosa è successo, facciamo un giro. Vediamola questa mappa dell'Italia di Stellantis. Partiamo da Torino, Mirafiori, Nord: cassa integrazione prorogata fino al 2026. Cosa vuol dire? Buste paga che scendono, mentre invece il carrello sale, e allora devi fare i conti con la calcolatrice e se per caso devi andare dal dentista o hai una spesa imprevista allora lì è il panico vero. Ecco cosa ha fatto Stellantis a Torino.

Ma andiamo in un'altra regione. Siamo qui vicino, nel Lazio, a Cassino. Nuovi fermi, il solito “apri e chiudi”. Ma cosa vuol dire aprire e chiudere? Significa che non ti puoi programmare una vita perché non sai se oggi, domani, tra un mese o due mesi lavorerai oppure no. Andiamo ancora più giù. Andiamo in Campania, andiamo a Pomigliano. Stellantis prima ha sospeso la produzione della Dodge, anche per via dei dazi del vostro amico Trump, quei dazi che erano proprio un'opportunità (lo stiamo vedendo); poi ha fermato il programma sullo sviluppo dell'idrogeno e poi ha chiesto la proroga in deroga dei contratti di solidarietà per 3.750 operai, 3.750 famiglie, fino a settembre 2026. Non finisce qui. A Melfi, in Basilicata, ci sono solo 5.000 dipendenti e due terzi sono in cassa integrazione. In Abruzzo, ad Atessa, la notizia: 400 uscite incentivate e 200 in arrivo, a breve. Per non parlare di Termoli, in Molise, la gigafactory: ma dov'è questa gigafactory? Sa che cosa c'è? Ci sono 1.800 famiglie che non sanno quale sarà il loro futuro, tra promesse e silenzi; c'è ACC che rinvia, c'è Stellantis che nasconde la testa, c'è un Governo che tace. Io ero lì la settimana scorsa ai cancelli, Presidente, e sa qual è la domanda che mi ha fatto ogni lavoratore disperato: ma quando ci dirà qualcuno qualcosa? Cosa sarà del nostro futuro? E allora altro che Piano Italia. Questo non è il Piano Italia, questo è un piano inclinato che corre verso la dismissione totale delle industrie dell'automotive nel nostro Paese.

Però non è che dall'altra parte Stellantis non faccia nulla, perché i 17 miliardi di dividendi li ha erogati. Lì i soldi ci sono con i paradisi fiscali, lì non è un problema. E ai lavoratori in cassa integrazione sa che cosa ha proposto? Di andare in Serbia, di andare in Serbia a lavorare. Questa è la Stellantis italiana che il Ministro Urso difende? Allora a me pare chiaro, il disegno è semplice. Cosa fa Stellantis? Dove si fanno i profitti è dove va, perché conviene di più, dove costa meno produce e cosa rimane in Italia? Promesse vuote e cassa integrazione. Allora, il Ministro li ha incontrati e per una volta - sono sincera - ho detto: finalmente, la schiena dritta, una volta! Cosa deve succedere ancora per generare una reazione da parte del Governo? La schiena dritta ce l'avrà e allora richiamerà Stellantis alle sue responsabilità, allora chiederà ad ACC di venire in Parlamento e dirci che cosa vuole fare della gigafactory, allora darà delle garanzie sugli investimenti, allora dirà che questo tavolo dell'automotive finalmente passerà a Palazzo Chigi perché è importante e strategico e perché non sta ottenendo risultati. E invece no, niente, zero, il solito copione: va tutto bene, viva Stellantis, non dobbiamo fare nulla, va tutto benissimo.

Allora Presidente, vede, delle photo opportunity del Ministro Urso con Stellantis i lavoratori ai cancelli non se ne fanno nulla! Loro vogliono garanzie, vogliono lavoro, vogliono dignità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E allora chiediamo ad Urso di venire in Aula, però lo dico sin da subito: non osi venire qui con le solite frasi fatte, non osi presentarsi qui facendo per l'ennesima volta il portavoce della famiglia Elkann, non provi a venire qui a cercare capri espiatori per nascondere la sua incapacità. Lui deve venire qui e dirci l'unica cosa…

PRESIDENTE. Concluda.

CHIARA APPENDINO (M5S). …l'unica cosa che deve dire - e chiudo - è che deve difendere chi lavora e non inchinarsi a chi specula, perché un Ministro degno di questa parola questo deve fare, ma Urso purtroppo, lo abbiamo capito, non è degno di essere Ministro di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, sullo stesso argomento, l'onorevole Alberto Pandolfo. Ne ha facoltà.

ALBERTO PANDOLFO (PD-IDP). Grazie, Presidente. A nome del gruppo del Partito democratico mi associo alla richiesta dei colleghi Grimaldi e Appendino per chiedere un'informativa urgente del Ministro Urso in quest'Aula per sapere quali iniziative intenda adottare il Governo per invertire il trend di caduta del settore dell'automotive. I dati Istat, che sono stati pubblicati lo scorso 6 agosto, nel cumulo dei primi sei mesi del 2025 rendono evidente che il settore dell'automotive ha registrato un decremento quasi del 20 per cento. L'indice di produzione dei veicoli è calato, l'indice di produzione delle carrozzerie è calato, l'indice di produzione degli accessori è calato. Insomma, secondo l'Istat, sempre, il fatturato di tutto il settore dell'automotive ha registrato una variazione negativa del proprio indice di quasi del 2 per cento nel mese di giugno, con un decremento delle commesse nel mercato interno.

I dati raccolti, i dati di produzione dell'auto in Italia nei primi sei mesi del 2025, si sono fermati a 123.000 unità circa, registrando un calo di oltre il 33 per cento. Nello stabilimento torinese di Mirafiori, di Stellantis, che rappresenta idealmente un po' la bandiera della produzione automobilistica in Italia, nel primo semestre del 2025 sono state prodotte 15.000 unità: un calo del 21,5 per cento rispetto al 2024 e addirittura di oltre il 56 per cento rispetto al 2021.

Nel complesso, insomma, il numero dei lavoratori di Stellantis che si ritrovano con orari ridotti e stipendi tagliati ha raggiunto oltre 7.850 unità. A questi, ovviamente, si aggiungono drammaticamente le ricadute occupazionali dell'indotto. La rinnovata richiesta di Stellantis di usare ammortizzatori in più stabilimenti fa emergere, in tutta evidenza, la gravità in cui si trova l'azienda e, più in generale, il settore automotive in Italia. L'obiettivo di produrre almeno un milione di veicoli in Italia entro il 2030 è lontano e ormai a rischio e quindi le iniziative finora intraprese per il rilancio del settore automotive hanno dimostrato la loro inefficacia.

Davanti a questi dati, allora Presidente, diventa fondamentale avere un'informativa dal Governo, dal Ministro Urso, su quante risorse nuove intende investire per favorire il rilancio della produzione di vetture negli stabilimenti italiani di Stellantis, a Mirafiori, a Pomigliano d'Arco, a Cassino, a Melfi e anche, ovviamente, sul futuro dello stabilimento di Termoli.

Mi permetto di suggerire che sarebbe necessario, Presidente, convocare con tempestività un incontro con i vertici del gruppo e i sindacati per discutere le nuove strategie industriali che interessano ciascuno degli impianti produttivi che insistono sul territorio italiano. È dunque fondamentale che il Ministro venga a riferire in quest'Aula rispetto al destino di tutto il settore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Organizzazione dei tempi di esame di una proposta di legge.

PRESIDENTE. Avverto che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame della proposta di legge n. 2097-A​ ed abbinata recante l'Istituzione della festa nazionale di San Francesco d'Assisi (Vedi l'allegato A).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di intervenire l'onorevole Fabio Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghi, questa sarà la notte numero 300 per Alberto Trentini in una buia cella di un carcere in Venezuela. Anche a nome del mio gruppo, voglio ribadire alla famiglia tutta la nostra solidarietà; una solidarietà attiva e militante su questa vicenda. Trecento notti senza ricevere nemmeno una visita consolare e, soprattutto, senza conoscere i motivi - che ovviamente non esistono - della sua arbitraria detenzione.

Il Governo italiano, che pochi giorni fa si è fatto vanto, senza averne però alcun merito, della liberazione di due cittadini italo-venezuelani, ha il dovere di mettere in atto tutte, tutte le azioni possibili per riportare Alberto a casa, a partire dalla missione rinviata, ma della quale non abbiamo ancora nuove notizie, dell'inviato speciale Luigi Vignali.

Ecco, noi del gruppo del Partito Democratico - sono con me, oggi, i colleghi Boldrini, Amendola - abbiamo già chiesto al Parlamento, in Commissione affari esteri, di inviare una delegazione in Venezuela, perché anche la diplomazia parlamentare può dare un suo contributo, speriamo decisivo, alla soluzione di un caso che merita la massima considerazione da parte di tutte le istituzioni.

Alberto - e concludo - non può essere dimenticato e credo che, in quest'Aula, abbiamo tutti il dovere di dirlo a gran voce (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Desidero aggiornarvi sulla situazione del dissalatore di Porto Empedocle, misura miracolosa - tanto da avere una doppia inaugurazione, il presidente della regione, a distanza di poche ore dal Sottosegretario di Stato, con il commissario nazionale - che avrebbe dovuto mitigare la drammatica situazione della crisi idrica nelle città di Agrigento e Porto Empedocle e di cui, da subito, avevamo contestato il posizionamento in pieno centro abitato e non nella zona ASI, dove già erano presenti due dissalatori; ciò perché deturpa una spiaggia iconica dal punto di vista storico-letterario, perché desta problemi dal punto di vista paesaggistico e anche ambientale, dal momento che lo scarico della salamoia avviene praticamente sulla riva, a poca distanza dalla battigia, a cui si è aggiunto anche lo scempio dal punto di vista naturalistico, perché interferisce con la nidificazione della tartaruga Caretta caretta, specie in via d'estinzione, protetta a livello internazionale.

Ebbene, giusto oggi il commissario Dell'Acqua, incaricato a livello nazionale della risoluzione della crisi idrica, dichiara che il funzionamento è ridotto in virtù dell'eccessiva rumorosità che disturba la quiete pubblica - del resto, in pieno centro era inevitabile che un Piano di produzione industriale sortisse questi effetti - e che comunque viene acceso solo di giorno. Il commissario Dell'Acqua omette di riferire che, in realtà, il dissalatore, ad appena un mese dall'inaugurazione, si è rotto. Si è rotto con un enorme zampillo d'acqua e non si conosce la causa. Potrebbe essere o l'eccesso di pressione, perché la distanza di 3 chilometri da coprire…

PRESIDENTE. Concluda.

IDA CARMINA (M5S). …esige una pressione enorme; o l'eccessiva sabbia, a differenza di quanto aveva dichiarato il commissario Dell'Acqua (zona non sabbiosa introiettata con 250 litri al secondo); o, addirittura, il fatto di aver introiettato i residui dei fuochi d'artificio della festa di San Calogero.

PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.

IDA CARMINA (M5S). Forse, oltre al nostro ambiente, dovremmo anche rinunciare, in questo teatro dell'assurdo, alla festa più amata dagli empedoclini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 12 settembre 2025 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 14,05.