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Temi dell'attività parlamentare

La disciplina dell'anatocismo nei principali paesi europei
informazioni aggiornate a mercoledì, 9 luglio 2014

Diritto comparato

Per una presentazione generale sulla normativa in materia di anatocismo nei paesi europei si veda:

 Institut für finanzdienstleistugen e. V. (IFF) e Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung GmbH (ZEW), "Study on interest rate restrictions in the EU" (2010).

[Cfr. in particolare: il paragrafo 1.3.2. "Anatocism and compunding", pp. 94-100, in cui è presente la Tabella "Overview of rules on anatocism in the EU"].

 "La capitalizzazione degli interessi bancari". Studio di diritto comparato (Francia, Germania, Inghilterra, Spagna), a cura di K. Roudier, V.Keil, G. Scaccia, P. Passaglia, T. Giovannetti, C. Guerrero Picò – Collana Studi e ricerche di diritto comparato della Corte costituzionale (maggio 2007).

 

Francia

Normativa

L'anatocismo (anatocisme) è disciplinato in Francia dall'art. 1154 del Codice civile. L'articolo dispone che gli interessi di un debito, scaduti ma non pagati, possono essere capitalizzati, divenendo dunque produttori di interessi, a condizione che siano dovuti almeno per un anno. L'anatocismo, ossia la capitalizzazione degli interessi scaduti su un capitale, può essere stabilito o con domanda giudiziale (anatocisme judiciaire) o per effetto di una convenzione speciale (anatocisme conventionnel).

Documentazione

S. Bernheim-Desvaux, "Clause d'anatocisme ou de capitalisation des intérêts", in "Contrats Concurrence Consommation", n. 6, giugno 2014, form.6 (cfr. file pdf in allegato).

C. Bragantini-Bonnet, "L'anatocisme conventionnel", in "La Semaine Juridique Notariale et Immobilière", n. 28, 11 luglio 2008, 1240 (cfr. file pdf in allegato).

 

Germania

Normativa

In Germania, la capitalizzazione degli interessi è disciplinata in particolare da due disposizioni. La prima è il § § 248 del Codice civile tedesco (Bürgerliches Gesetzbuch - BGB), la seconda è il § § 355 del Codice del commercio (Handelsgesetzbuch – HGB).

Il comma 1 dell'articolo 248 stabilisce che è nullo l'accordo concluso anticipatamente (vale a dire prima della scadenza) in base al quale agli interessi scaduti si applicano nuovi interessi. Scopo di tale divieto è di evitare un eccessivo accumulo d'interessi in caso di ritardi nei pagamenti.

Il Codice civile prevede, tuttavia, delle eccezioni: il comma 2 dell'articolo 248 stabilisce che le casse di risparmio (Sparkassen), gli istituti di credito e i titolari di attività bancarie possono preventivamente pattuire che gli interessi non riscossi dei depositi debbano valere come nuovi depositi produttivi di interessi. Gli istituti di credito autorizzati ad emettere obbligazioni al portatore produttive di interessi per l'ammontare dei mutui da loro concessi, possono farsi promettere preventivamente su tali mutui la corresponsione di interessi sugli interessi arretrati.

Il § 355, comma 1, del Codice del Commercio stabilisce che se una persona intrattiene con un imprenditore un rapporto di affari in base al quale sorgono pretese e obblighi reciproci, vengono imputati interessi sul conto e viene effettuata periodicamente la compensazione fra i rispettivi crediti e debiti, in modo da accertare l'eccedenza a favore dell'uno o dell'altro contraente (conto aperto, conto corrente); in tal caso colui che risulta avere un'eccedenza può richiedere, a partire dal giorno in cui è stato effettuato il saldo, gli interessi su tale importo, anche se nel conto è già compreso il computo degli interessi. Il conto può essere chiuso in ogni momento, anche durante il periodo di decorrenza dello stesso, con la conseguenza che colui che ha maturato un'eccedenza può richiederne il pagamento immediato.

Infine, l'articolo 497, comma 1, del Codice civile stabilisce che se il mutuatario è in mora con i pagamenti dovuti sulla base del contratto di mutuo, deve corrispondere gli interessi sulla somma dovuta ai sensi dell'art. 288, comma 1 del Codice civile. Nel singolo caso il mutuante può provare un danno maggiore o il mutuatario può provare un danno minore.

 

Regno Unito

Normativa

Nel Regno Unito, la disciplina della capitalizzazione degli interessi non è materia di previsioni di legge, ma ha fonte preminente nell'autonomia contrattuale, in linea con una tradizione giuridica che vede affidata soprattutto al diritto giurisprudenziale (common law ed equity), e in misura solo residuale allo statutory law, la regolazione dei rapporti di diritto privato patrimoniale.

La corresponsione di interessi, siano essi derivanti da obbligazioni pecuniarie oppure da obblighi di risarcimento del danno, ha assunto, nell'evoluzione storica, forme e statuti diversi. Preclusa, in origine, sulla base di motivazioni etico-religiose (in virtù della "no interest rule" vigente nell'esperienza giuridica medievale), essa si è storicamente delineata, nell'elaborazione giurisprudenziale, quale istituto tipico dei rapporti patrimoniali. La sussistenza del relativo obbligo in capo al debitore è stata, infatti, riconosciuta dalle corti principalmente in due casi: quando ciò fosse disposto dal contratto oppure previsto dagli usi commerciali applicabili al rapporto dedotto. La deroga al tradizionale divieto si è poi consolidata, nel XIX secolo, nella giurisprudenza della House of Lords, che ha attribuito portata generale all'obbligo di corrispondere interessi non limitandolo ai profili risarcitori correlati al ritardato pagamento di un debito.

Sul versante legislativo, l'erosione della tradizionale regola preclusiva degli interessi si è avuta per effetto di disposizioni introdotte a metà del XIX e nel corso del XX secolo, che hanno ammesso la liquidazione giudiziaria di interessi pecuniari in una varietà di casi, riferiti ai debiti derivanti da inadempimento, da risarcimento del danno, da imposte non pagate, dall'applicazione di lodi arbitrali. In mancanza, tuttavia, di una disciplina organica, la materia è sottoposta al principio della libera pattuizione tra le parti e alla discrezionalità attribuita alle corti (salvi i limiti propri della giurisprudenza di equity in ordine alla fattispecie giustiziabili) circa l'individuazione del tasso d'interesse applicabile. Ciò rende ragione della complessità dei criteri utilizzati nel Regno Unito per la determinazione degli interessi, nonché della estrema variabilità dei medesimi, segnalata dalla Law Commission al legislatore (da ultimo nel 2004) nella prospettiva di perseguire una maggiore uniformità in materia.

Del pari, non è data una definizione normativa del tasso d'interesse usurario; tale soglia è stabilita dalla giurisprudenza in sede di applicazione delle disposizioni di tutela dei consumatori e di controllo delle condizioni generali dei contratti di credito al consumo (in applicazione del Consumer Credit Act 1974, come modificato nel 2006). Fatta eccezione per il limite della unfair relationship posto all'autonomia contrattuale (peraltro sovente aggirato, nella prassi, attraverso l'offerta alla volontaria sottoscrizione del contraente debole di payment protection insurances, ovvero di polizze assicurative concernenti il debito contratto a seguito del finanziamento erogato), la sussistenza del diritto agli interessi riferito ad un'obbligazione pecuniaria si correla, di norma, all'applicazione di interessi sia semplici che composti (compound interests).

Oltre agli accordi che espressamente prevedono la corresponsione di interessi composti, hanno validità, alla stregua di clausole implicite, gli usi commerciali, che integrano la disciplina contrattuale qualora non contenga previsioni al riguardo; vengono in rilievo, a tale proposito, i codici di autoregolamentazione bancaria, come quello adottato dall'associazione bancaria del Regno Unito.

Un vincolo all'applicazione del solo interesse semplice è posto dalla disciplina sul ritardo nei pagamenti, concernente i rapporti contrattuali conclusi per la fornitura di beni e servizi tra soggetti esercenti l'attività d'impresa (Late payment of Commercial Debts (Interest) Act 1998, poi modificata per recepire la direttiva europea del 2002 sul ritardo nei pagamenti commerciali). In questo caso, è prevista la corresponsione di interessi al saggio dell'8% oltre il tasso di base stabilito dalla Bank of England, con incrementi computati su interessi semplici e non composti.

La vigenza dell'istituto degli interessi anatocistici nell'esperienza giuridica britannica è attestata, da ultimo, dalla sua applicazione in materia di rimborsi da parte dell'amministrazione finanziaria per crediti di natura fiscale.

In un caso del 2007 (Sempra Metals Ltd v Inland Revenue Commissioners [2007] UKHL 34), la House of Lords ha stabilito l'applicabilità del compound interest alla restituzione di somme versate dal ricorrente all'erario sulla base di un'erronea interpretazione della legge e in considerazione dell'arricchimento ingiusto dell'amministrazione fiscale. In un caso più recente (Littlewoods Retail Limited and Others v HMRC [2014] EWHC 868 (Ch)), la High Court ha riconosciuto il diritto del ricorrente alla liquidazione di interessi anatocistici sulle somme rimborsate a fronte di un versamento dell'IVA eccedente il dovuto. Riguardo al caso di specie rileva che, pronunciandosi sulla questione pregiudiziale sollevata nel 2011 dalla stessa High Court, la Corte di Giustizia Europea aveva affermato nel 2012 (Caso C-591/10) l'insussistenza nell'ordinamento euro-comunitario di un diritto alla corresponsione di interessi anatocistici, e rimesso al giudice nazionale la verifica della compatibilità delle norme di diritto interno con i principi generali dell'Unione Europea.

Documentazione

British Bankers' Association, Code of conduct for the advertising of interest bearing accounts (marzo 2011)

Law Commission, Pre-judgment Interest on Debts and Damages (24 febbraio 2004)

CGE (Grande sezione), Littlewoods Retail Ltd c. HMRC, 19 luglio 2012 (Caso 591/10)

 

Spagna

Normativa

L'art. 1109 del codice civile spagnolo dispone che gli interessi scaduti diventano interessi legali dal momento in cui sono richiesti in via giudiziale, anche se nell'obbligazione vi sia silenzio su questo punto. Nei negozi giuridici commerciali ci si attiene a quanto dispone il codice di commercio. I monti di pietà e le casse di risparmio sono disciplinati dai propri regolamenti speciali.

L'art. 317 del codice di commercio dispone che gli interessi scaduti e non pagati non producono interessi. I contraenti possono comunque capitalizzare gli interessi liquidi e non soddisfatti, che producono nuovi redditi come aumento del capitale. L'art. 319 del medesimo codice dispone che dal momento in cui sia interposta una domanda giudiziale, non si possa più realizzare l'imputazione dell'interesse al capitale al fine di esigere maggiori redditi.

L'art. 1 della Ley de 23 de julio de 1908, de la Usura dispone la nullità di tutti i contratti di prestito in cui si stipuli un interesse notevolmente superiore al normale e manifestamente sproporzionato rispetto alle circostanze del caso o in condizioni tali che risulti come "leonino", essendoci motivi per sospettare che sia stato accettato dal prestatario a causa della sua difficile situazione, della sua inesperienza o dei limiti delle sue facoltà mentali.

Documentazione

María Medina Alcoz, Anatocismo, Derecho español y Draft Common Frame of Reference, Indret: Revista para el Análisis del Derecho, n. 4, 2011 , 59 pp.

Una sentencia pionera en España anula el pacto de anatocismo en una hipoteca, ABC.es (16 giugno 2014)

Diritto comparato

Per una presentazione generale sulla normativa in materia di anatocismo nei paesi europei si veda:

 Institut für finanzdienstleistugen e. V. (IFF) e Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung GmbH (ZEW), "Study on interest rate restrictions in the EU" (2010).

[Cfr. in particolare: il paragrafo 1.3.2. "Anatocism and compunding", pp. 94-100, in cui è presente la Tabella "Overview of rules on anatocism in the EU"].

 "La capitalizzazione degli interessi bancari". Studio di diritto comparato (Francia, Germania, Inghilterra, Spagna), a cura di K. Roudier, V.Keil, G. Scaccia, P. Passaglia, T. Giovannetti, C. Guerrero Picò – Collana Studi e ricerche di diritto comparato della Corte costituzionale (maggio 2007).

 

Francia

Normativa

L'anatocismo (anatocisme) è disciplinato in Francia dall'art. 1154 del Codice civile. L'articolo dispone che gli interessi di un debito, scaduti ma non pagati, possono essere capitalizzati, divenendo dunque produttori di interessi, a condizione che siano dovuti almeno per un anno. L'anatocismo, ossia la capitalizzazione degli interessi scaduti su un capitale, può essere stabilito o con domanda giudiziale (anatocisme judiciaire) o per effetto di una convenzione speciale (anatocisme conventionnel).

Documentazione

S. Bernheim-Desvaux, "Clause d'anatocisme ou de capitalisation des intérêts", in "Contrats Concurrence Consommation", n. 6, giugno 2014, form.6 (cfr. file pdf in allegato).

C. Bragantini-Bonnet, "L'anatocisme conventionnel", in "La Semaine Juridique Notariale et Immobilière", n. 28, 11 luglio 2008, 1240 (cfr. file pdf in allegato).

 

Germania

Normativa

In Germania, la capitalizzazione degli interessi è disciplinata in particolare da due disposizioni. La prima è il § § 248 del Codice civile tedesco (Bürgerliches Gesetzbuch - BGB), la seconda è il § § 355 del Codice del commercio (Handelsgesetzbuch – HGB).

Il comma 1 dell'articolo 248 stabilisce che è nullo l'accordo concluso anticipatamente (vale a dire prima della scadenza) in base al quale agli interessi scaduti si applicano nuovi interessi. Scopo di tale divieto è di evitare un eccessivo accumulo d'interessi in caso di ritardi nei pagamenti.

Il Codice civile prevede, tuttavia, delle eccezioni: il comma 2 dell'articolo 248 stabilisce che le casse di risparmio (Sparkassen), gli istituti di credito e i titolari di attività bancarie possono preventivamente pattuire che gli interessi non riscossi dei depositi debbano valere come nuovi depositi produttivi di interessi. Gli istituti di credito autorizzati ad emettere obbligazioni al portatore produttive di interessi per l'ammontare dei mutui da loro concessi, possono farsi promettere preventivamente su tali mutui la corresponsione di interessi sugli interessi arretrati.

Il § 355, comma 1, del Codice del Commercio stabilisce che se una persona intrattiene con un imprenditore un rapporto di affari in base al quale sorgono pretese e obblighi reciproci, vengono imputati interessi sul conto e viene effettuata periodicamente la compensazione fra i rispettivi crediti e debiti, in modo da accertare l'eccedenza a favore dell'uno o dell'altro contraente (conto aperto, conto corrente); in tal caso colui che risulta avere un'eccedenza può richiedere, a partire dal giorno in cui è stato effettuato il saldo, gli interessi su tale importo, anche se nel conto è già compreso il computo degli interessi. Il conto può essere chiuso in ogni momento, anche durante il periodo di decorrenza dello stesso, con la conseguenza che colui che ha maturato un'eccedenza può richiederne il pagamento immediato.

Infine, l'articolo 497, comma 1, del Codice civile stabilisce che se il mutuatario è in mora con i pagamenti dovuti sulla base del contratto di mutuo, deve corrispondere gli interessi sulla somma dovuta ai sensi dell'art. 288, comma 1 del Codice civile. Nel singolo caso il mutuante può provare un danno maggiore o il mutuatario può provare un danno minore.

 

Regno Unito

Normativa

Nel Regno Unito, la disciplina della capitalizzazione degli interessi non è materia di previsioni di legge, ma ha fonte preminente nell'autonomia contrattuale, in linea con una tradizione giuridica che vede affidata soprattutto al diritto giurisprudenziale (common law ed equity), e in misura solo residuale allo statutory law, la regolazione dei rapporti di diritto privato patrimoniale.

La corresponsione di interessi, siano essi derivanti da obbligazioni pecuniarie oppure da obblighi di risarcimento del danno, ha assunto, nell'evoluzione storica, forme e statuti diversi. Preclusa, in origine, sulla base di motivazioni etico-religiose (in virtù della "no interest rule" vigente nell'esperienza giuridica medievale), essa si è storicamente delineata, nell'elaborazione giurisprudenziale, quale istituto tipico dei rapporti patrimoniali. La sussistenza del relativo obbligo in capo al debitore è stata, infatti, riconosciuta dalle corti principalmente in due casi: quando ciò fosse disposto dal contratto oppure previsto dagli usi commerciali applicabili al rapporto dedotto. La deroga al tradizionale divieto si è poi consolidata, nel XIX secolo, nella giurisprudenza della House of Lords, che ha attribuito portata generale all'obbligo di corrispondere interessi non limitandolo ai profili risarcitori correlati al ritardato pagamento di un debito.

Sul versante legislativo, l'erosione della tradizionale regola preclusiva degli interessi si è avuta per effetto di disposizioni introdotte a metà del XIX e nel corso del XX secolo, che hanno ammesso la liquidazione giudiziaria di interessi pecuniari in una varietà di casi, riferiti ai debiti derivanti da inadempimento, da risarcimento del danno, da imposte non pagate, dall'applicazione di lodi arbitrali. In mancanza, tuttavia, di una disciplina organica, la materia è sottoposta al principio della libera pattuizione tra le parti e alla discrezionalità attribuita alle corti (salvi i limiti propri della giurisprudenza di equity in ordine alla fattispecie giustiziabili) circa l'individuazione del tasso d'interesse applicabile. Ciò rende ragione della complessità dei criteri utilizzati nel Regno Unito per la determinazione degli interessi, nonché della estrema variabilità dei medesimi, segnalata dalla Law Commission al legislatore (da ultimo nel 2004) nella prospettiva di perseguire una maggiore uniformità in materia.

Del pari, non è data una definizione normativa del tasso d'interesse usurario; tale soglia è stabilita dalla giurisprudenza in sede di applicazione delle disposizioni di tutela dei consumatori e di controllo delle condizioni generali dei contratti di credito al consumo (in applicazione del Consumer Credit Act 1974, come modificato nel 2006). Fatta eccezione per il limite della unfair relationship posto all'autonomia contrattuale (peraltro sovente aggirato, nella prassi, attraverso l'offerta alla volontaria sottoscrizione del contraente debole di payment protection insurances, ovvero di polizze assicurative concernenti il debito contratto a seguito del finanziamento erogato), la sussistenza del diritto agli interessi riferito ad un'obbligazione pecuniaria si correla, di norma, all'applicazione di interessi sia semplici che composti (compound interests).

Oltre agli accordi che espressamente prevedono la corresponsione di interessi composti, hanno validità, alla stregua di clausole implicite, gli usi commerciali, che integrano la disciplina contrattuale qualora non contenga previsioni al riguardo; vengono in rilievo, a tale proposito, i codici di autoregolamentazione bancaria, come quello adottato dall'associazione bancaria del Regno Unito.

Un vincolo all'applicazione del solo interesse semplice è posto dalla disciplina sul ritardo nei pagamenti, concernente i rapporti contrattuali conclusi per la fornitura di beni e servizi tra soggetti esercenti l'attività d'impresa (Late payment of Commercial Debts (Interest) Act 1998, poi modificata per recepire la direttiva europea del 2002 sul ritardo nei pagamenti commerciali). In questo caso, è prevista la corresponsione di interessi al saggio dell'8% oltre il tasso di base stabilito dalla Bank of England, con incrementi computati su interessi semplici e non composti.

La vigenza dell'istituto degli interessi anatocistici nell'esperienza giuridica britannica è attestata, da ultimo, dalla sua applicazione in materia di rimborsi da parte dell'amministrazione finanziaria per crediti di natura fiscale.

In un caso del 2007 (Sempra Metals Ltd v Inland Revenue Commissioners [2007] UKHL 34), la House of Lords ha stabilito l'applicabilità del compound interest alla restituzione di somme versate dal ricorrente all'erario sulla base di un'erronea interpretazione della legge e in considerazione dell'arricchimento ingiusto dell'amministrazione fiscale. In un caso più recente (Littlewoods Retail Limited and Others v HMRC [2014] EWHC 868 (Ch)), la High Court ha riconosciuto il diritto del ricorrente alla liquidazione di interessi anatocistici sulle somme rimborsate a fronte di un versamento dell'IVA eccedente il dovuto. Riguardo al caso di specie rileva che, pronunciandosi sulla questione pregiudiziale sollevata nel 2011 dalla stessa High Court, la Corte di Giustizia Europea aveva affermato nel 2012 (Caso C-591/10) l'insussistenza nell'ordinamento euro-comunitario di un diritto alla corresponsione di interessi anatocistici, e rimesso al giudice nazionale la verifica della compatibilità delle norme di diritto interno con i principi generali dell'Unione Europea.

Documentazione

British Bankers' Association, Code of conduct for the advertising of interest bearing accounts (marzo 2011)

Law Commission, Pre-judgment Interest on Debts and Damages (24 febbraio 2004)

CGE (Grande sezione), Littlewoods Retail Ltd c. HMRC, 19 luglio 2012 (Caso 591/10)

 

Spagna

Normativa

L'art. 1109 del codice civile spagnolo dispone che gli interessi scaduti diventano interessi legali dal momento in cui sono richiesti in via giudiziale, anche se nell'obbligazione vi sia silenzio su questo punto. Nei negozi giuridici commerciali ci si attiene a quanto dispone il codice di commercio. I monti di pietà e le casse di risparmio sono disciplinati dai propri regolamenti speciali.

L'art. 317 del codice di commercio dispone che gli interessi scaduti e non pagati non producono interessi. I contraenti possono comunque capitalizzare gli interessi liquidi e non soddisfatti, che producono nuovi redditi come aumento del capitale. L'art. 319 del medesimo codice dispone che dal momento in cui sia interposta una domanda giudiziale, non si possa più realizzare l'imputazione dell'interesse al capitale al fine di esigere maggiori redditi.

L'art. 1 della Ley de 23 de julio de 1908, de la Usura dispone la nullità di tutti i contratti di prestito in cui si stipuli un interesse notevolmente superiore al normale e manifestamente sproporzionato rispetto alle circostanze del caso o in condizioni tali che risulti come "leonino", essendoci motivi per sospettare che sia stato accettato dal prestatario a causa della sua difficile situazione, della sua inesperienza o dei limiti delle sue facoltà mentali.

Documentazione

María Medina Alcoz, Anatocismo, Derecho español y Draft Common Frame of Reference, Indret: Revista para el Análisis del Derecho, n. 4, 2011 , 59 pp.

Una sentencia pionera en España anula el pacto de anatocismo en una hipoteca, ABC.es (16 giugno 2014)