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XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari

Resoconto stenografico



Seduta n. 12 di Martedì 9 gennaio 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Morrone Jacopo , Presidente ... 2 

Audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone:
Morrone Jacopo , Presidente ... 2 
Calderone Marina Elvira , Ministro del lavoro e delle politiche sociali ... 3 
Morrone Jacopo , Presidente ... 13 
Petrucci Simona  ... 13 
Lorefice Pietro  ... 14 
Morrone Jacopo , Presidente ... 15 
Calderone Marina Elvira , Ministro del lavoro e delle politiche sociali ... 15 
Morrone Jacopo , Presidente ... 20

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
JACOPO MORRONE

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, che ringrazio personalmente per averci onorato della sua presenza. Il Ministro Calderone è accompagnato dal segretario particolare, dottor Vincenzo Coppola. Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che se lo riterrà opportuno, consentendo la Commissione, i lavori potranno proseguire in seduta segreta. Ricordo che, in tal caso, per la parte sottoposta a regime di segretezza saranno sospesi tutti i collegamenti da remoto, che saranno tempestivamente riattivati alla ripresa della seduta libera. L'audizione odierna rientra nell'ambito di un programma di audizioni deliberato dall'Ufficio di presidenza nella riunione del 25 ottobre scorso, che mira ad approfondire questioni di carattere generale sulle materie oggetto d'inchiesta ai sensi della legge istitutiva della Commissione (legge 10 marzo 2023, n. 53). Ricordo che nel corso della legislatura la Commissione ha ampliato i propri ambiti di competenza ed è chiamata a Pag. 3indagare non solo sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti ma su tutti gli altri illeciti ambientali e da ultimo anche su quelli agroalimentari. In particolare, la Commissione svolge indagini sull'esistenza di attività illecite nel settore agricolo e agroalimentare, comprese quelle connesse a forme di criminalità organizzata commesse anche attraverso sofisticazione e contraffazione di prodotti enogastronomici, di etichettatura e di marchi di tutela, compreso il loro traffico transfrontaliero, anche ai fini dell'aggiornamento del potenziamento della normativa in materia di reati agroalimentari a tutela della salute umana, del lavoro e dell'ambiente, nonché del contrasto del traffico illecito di prodotti con marchio made in Italy contraffatti o alterati. Cedo dunque la parola al Ministro per lo svolgimento della sua relazione introduttiva, al termine della quale i colleghi parlamentari potranno rivolgere eventuali domande e richieste di chiarimento. Al riguardo, il Ministro mi ha anticipato che per altri impegni istituzionali avrà a disposizione circa quaranta minuti, quindi a seguito della relazione lasceremo spazio ai commissari per le domande e poi vedremo se il Ministro riuscirà a rispondere oggi stesso oppure se si riserverà di farlo per iscritto Troveremo un modo per dare chiarimenti a tutti.

  MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie presidente, saluto lei e i commissari, vi ringrazio per avermi invitato a tenere questa audizione. Mi scuso per la voce terribile con cui farò qualche riflessione insieme a voi, però tenevo veramente a essere presente perché sono consapevole del ruolo che svolge questa Commissione bicamerale d'inchiesta, della sua importanza e anche del fatto che in questa legislatura essa ha ampliato, come diceva il presidente, la propria attività indagando su reati in contesti che sono estremamente importanti.Pag. 4
  Con riferimento ai temi trattati dalla Commissione, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali è competente innanzitutto sulle questioni che sono legate alle condizioni di lavoro, alla sicurezza, alla prevenzione dei rischi, nonché alle criticità che sono connesse alle crisi aziendali. Tra l'altro tema centrale del Ministero sono le nuove forme di sfruttamento dei lavoratori, che penso si leghino alle attività illecite che sono oggetto di indagine di questa Commissione. Questi argomenti vanno senza dubbio trattati all'interno di una cornice che tenga conto non solo della transizione ecologica in atto, che comunque in Europa è stata inserita tra i pilastri del Piano nazionale di ripresa e resilienza (il PNRR) e del programma europeo Next Generation EU. Poi spiegherò per quale motivo, perché voi sapete che all'interno delle missioni anche in gestione da parte del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ci sono poi attività specifiche come quella del contrasto al lavoro sommerso e della lotta al caporalato, che sono anche tema del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
  Il contesto storico in cui ci muoviamo è caratterizzato da spinte innovative verso la transizione digitale ed ecologica del Paese e questo contesto sta determinando la rapida trasformazione dei processi, dalla produzione industriale all'erogazione dei servizi, con grandi prospettive di sviluppo, importanti ricadute in termini di produttività e competitività, ma anche nuovi scenari di rischio da studiare per valutarne gli effetti sulla salute, considerando anche le modificazioni dell'organizzazione del lavoro e del mercato del lavoro. In questa relazione, infatti, voglio presentarvi anche una serie di riflessioni che sono oggetto dell'attività che sta facendo l'Istituto nazionale contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), perché credo che sia importante anche comprendere qual è lo stato dell'arte. In prospettiva lavoristica affrontare i cambiamenti significa migliorare, aggiornarePag. 5 e incrementare le forme di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con interventi di promozione della ricerca oltre che della cultura della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. È necessario e opportuno un confronto interistituzionale che passa attraverso il dialogo con le forze sindacali, le organizzazioni datoriali, il mondo accademico e i livelli di governo.
  Un tema centrale per il Ministero è quello relativo alla tutela dei lavoratori esposti a particolari materiali pericolosi, come per esempio l'amianto. L'utilizzo di questo materiale è vietato dalla legge, tuttavia esistono ancora delle situazioni in cui i lavoratori, loro malgrado, si trovano ad averne contatto quasi quotidianamente. Pensiamo agli addetti all'attività di rimozione, bonifica e gestione dei rifiuti, sia per quanto riguarda i depositi temporanei che le discariche. In questo contesto gli operatori, se non sono correttamente formati e dotati di idonee misure di sicurezza e di dispositivi di protezione, collettivi e personali, possono essere esposti a queste condizioni e queste situazioni pericolose. Quindi oltre alle misure di intervento, che sono ovviamente misure che vengono adottate per contrastare qualcosa che è già avvenuto, è però opportuno pensare anche a delle forme di intervento preventivo, ad esempio i trattamenti per rendere le fibre di amianto inerti, anche se questi trattamenti sono ancora in una fase sperimentale.
  Per quanto riguarda le competenze del nostro Ministero ricordo che con la legge di bilancio che il Parlamento ha approvato è stato rifinanziato il Fondo Vittime amianto per un totale di 20 milioni annui per il triennio 2024-2026. Abbiamo, inoltre, un'ampia attività che viene svolta dall'INAIL, uno dei soggetti più importanti che si occupa di sicurezza, e io credo che sia importante, anche ai fini delle riflessioni che faremo dopo, tener conto anche di quello che l'Istituto farà nel 2024 con Pag. 6l'utilizzo delle risorse che sono state previste all'interno del bilancio di previsione. Sono sostanzialmente raddoppiate tutte le risorse destinate alle politiche in materia di prevenzione, quindi in materia di sicurezza, con un'attenzione specifica a quei settori che sono particolarmente delicati, come per esempio il comparto agricolo, dove le misure di prevenzione devono essere assolutamente intensificate. È un investimento che quest'anno sfiorerà un miliardo e 500 milioni di euro, quindi credo che sia un dato assolutamente importante da rappresentare ai commissari. Così come è importante dire che per la prima volta il bando ISI – un bando che mette a disposizione risorse per le aziende che vogliono impegnarsi in percorsi virtuosi, non solo dal punto di vista della gestione corretta dei rapporti di lavoro ma anche della gestione di tutti gli adempimenti in materia di sicurezza sul lavoro – avrà più di 500 milioni di euro a disposizione. In questo contesto molto viene declinato e quindi messo a disposizione proprio per quei settori che sono anche oggetto delle vostre attività, in primis l'agricoltura. L'INAIL è impegnato da tempo anche in iniziative che devono migliorare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, anche attraverso la sottoscrizione di importanti protocolli d'intesa. Ve ne voglio ricordare uno perché credo sia importante per le vostre riflessioni. Il 14 novembre è stato rinnovato il protocollo con Utilitalia e la Fondazione nazionale sicurezza Rubes Triva. È un protocollo relativo alle attività connesse al ciclo dei rifiuti e dei servizi ambientali. Da qui derivano una serie di sperimentazioni. Una è relativa ai flussi di comunicazioni sugli infortuni e le malattie professionali, funzionale alla promozione di politiche di prevenzione e miglioramento della tutela della salute e degli infortuni e tecnopatici. L'altra sperimentazione è, invece, relativa al settore degli appalti e in particolare all'indicatore RSP, che è il rating di sinistrosità prevenzione, che attribuisce Pag. 7alle società che partecipano alle gare pubbliche per appalti di opere un punteggio aggiuntivo legato agli indici infortunistici e a profili di organizzazione e gestione della salute e sicurezza in azienda. Sono tutte misure che possono anche ritenersi slegate tra di loro, ma che invece hanno un obiettivo. Nel momento in cui si inseriscono anche degli indicatori specifici per le aziende che partecipano agli appalti e questi indicatori specifici sono connessi alla correttezza della gestione dei rapporti di lavoro e anche di tutte quelle norme, come la tutela delle condizioni di lavoro e della salute e sicurezza dei lavoratori, questo è un modo anche per contrastare quelli che sono i fenomeni di caporalato e di lavoro sommerso, che anche nell'ambito della filiera degli appalti in taluni casi sono evidenti. Anche perché vorrei sottolineare, commissari, ma credo che non sia ovviamente necessario, che oggi il solo documento unico di regolarità contributiva (DURC), quello che attesta la regolarità nel versamento dei contributi previdenziali, è certamente un documento importante, ma certifica quella che è la realtà apparente. Se poi quella particolare azienda, invece, oltre ad avere dei lavoratori che sono regolarmente denunciati e assicurati ha anche una gestione di lavoratori che invece non hanno una condizione di questo tipo, cioè quella di regolarità, quello non è intercettabile con il DURC. Quindi, tutte quelle che sono le ulteriori condizioni che ci consentono di comprendere in che modo l'azienda vuole declinare, all'interno di un contesto competitivo come quello degli appalti, la regolarità contributiva e contrattuale e il corretto adempimento di altri obblighi in materia di salute e sicurezza ci consentono di capire se abbiamo a che fare con un'azienda regolare. Credo che questo sia importante, perché in un settore per esempio come quello della gestione dei servizi ambientali questi temi si intrecciano fortemente con la salute Pag. 8dei lavoratori, ma anche le modalità con cui vengono gestiti gli appalti.
  Guardando propriamente ai temi di questa Commissione, sappiamo che ormai da quasi dieci anni il codice penale disciplina una serie di delitti a salvaguardia dell'ambiente, tra i quali, per quanto di interesse, l'inquinamento ambientale, il disastro ambientale, l'impedimento del controllo e l'omessa bonifica.
  L'inquinamento ambientale in particolare inteso in termini di contaminazione del suolo e del sottosuolo va ad avere degli effetti diretti e indiretti sui lavoratori. Molto spesso su siti contaminati insistono sia attività industriali e commerciali che aree residenziali o agricole. I fruitori di queste aree sono pertanto esposti a un rischio cronico per la salute dovuto all'ingestione e al contatto dermico con le sostanze pericolose presenti negli strati più superficiali del terreno e all'inalazione con le sostanze che dal suolo e sottosuolo vengono rilasciate in aria ambiente sotto forma di vapori o di polveri. Tuttavia, la bonifica di questi siti, allo stesso modo della messa in sicurezza di discariche abusive, richiede inevitabilmente per gli operatori direttamente coinvolti in queste attività un'interazione diretta da cui possono derivare livelli di esposizione critici, quindi è necessario che tutte le aziende coinvolte siano informate riguardo l'entità e la tipologia della contaminazione dell'area, al fine di tutelare adeguatamente i propri dipendenti mettendo in atto le opportune misure di prevenzione e protezione. I dati che ci fornisce l'INAIL, sulla base del rapporto ISPRA 2021 – il rapporto più recente che abbiamo sullo stato delle bonifiche – ci dicono che in Italia la superficie dei siti contaminati è pari a 2400 chilometri quadrati, ovvero lo 0,80 per cento della superficie del territorio nazionale, e, di questi, i 41 siti contaminati di interesse nazionale occupano 1721 chilometri quadrati,Pag. 9 quindi pari allo 0,57 per cento del territorio nazionale. Il contributo alla contaminazione dei suoli italiani da parte delle discariche abusive non controllate o non adeguatamente gestite è pari al 40 per cento, che è ripartito tra discariche per rifiuti urbani e per rifiuti speciali. La competenza per la procedura di bonifica non è attribuita al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ma è attribuita al Ministero dell'ambiente, come ben sapete. Anche se il Ministero del lavoro si occupa di tutte quelle attività che devono essere svolte laddove ci sono degli insediamenti abusivi in territori contaminati, proprio perché l'attività che viene svolta di bonifica di un territorio e di un ambiente contaminato ha comunque delle ripercussioni anche su quelli che sono insediamenti abusivi anche molto popolosi, spesso caratterizzati da una presenza di lavoratori che magari operano all'interno di alcuni settori specifici, come quello dell'agricoltura. In questo il Ministero del lavoro è titolare di azioni all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con specifico riferimento agli interventi sull'inclusione sociale. Il tema della tutela dei lavoratori è ovviamente connesso a quelli oggetto di analisi di questa Commissione non solo relativamente alle condizioni di salute e sicurezza, ma anche a quella dello sfruttamento dell'attività lavorativa. È infatti un dato assodato che molto spesso i reati ambientali commessi dalle cosiddette ecomafie si accompagnino a forme di sfruttamento dei lavoratori e non a caso è una questione importante per il nostro Ministero. L'intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro, che costituiscono gli elementi propri del caporalato, integrano il reato di cui all'articolo 603-bis del codice penale. Nell'ottica di dare una piena attuazione alla legge sul caporalato sono stati realizzati diversi interventi che sono rivolti al potenziamento dei centri per l'impiego, al fine di gestire in maniera trasparente i flussi di domanda e offerta di lavoro, nonché alla Pag. 10messa a disposizione di servizi di trasporto e di alloggio sicuro e alla incentivazione delle imprese agricole che rispettino tutti i diritti dei lavoratori.
  Al fine di contrastare il caporalato e i fenomeni distorsivi del mercato del lavoro, soprattutto nelle aree agricole, è stata elaborata una strategia multilivello che vede coinvolte una pluralità di amministrazioni centrali e locali. Vi segnalo il tavolo nazionale per la definizione della strategia di contrasto allo sfruttamento lavorativo o ancora, per quanto riguarda il piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso che è stato adottato nel 2022, la stretta connessione di questo piano per il sommerso, con quanto è previsto in materia dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il tutto rientra all'interno degli obiettivi che sono previsti dalla missione 5, componente 1, riforma 1.2, e rappresenta per l'Italia l'opportunità di dotarsi di una strategia stabile che valorizzi il ruolo e le sinergie tra i vari attori che sono coinvolti nella prevenzione e nel contrasto del lavoro irregolare. Io prima ho parlato certamente per le sue competenze dell'INAIL, è importante il ruolo dell'INPS, dell'Ispettorato nazionale del lavoro, del coordinamento del Ministero del lavoro, ma anche di tutti quei soggetti che a vario titolo hanno comunque titolarità, come ad esempio per tutto quello che attiene al contrasto del caporalato.
  Il Piano ha l'obiettivo di realizzare alcune azioni specifiche di prevenzione e contrasto del lavoro sommerso in relazione ai settori produttivi che appaiono in base alle evidenze statistiche maggiormente esposti alla diffusione del lavoro irregolare, in primis quello agricolo.
  Le azioni sono chiaramente delineate, in linea appunto con le indicazioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza, tra cui l'introduzione di misure dirette e indirette per trasformare il lavoro sommerso in lavoro regolare, quindi l'emersione del Pag. 11lavoro irregolare, e di misure per favorire l'impiego regolare di lavoratori stranieri in agricoltura attraverso il contrasto agli insediamenti abusivi e la promozione di azioni di politica attiva. C'è ovviamente anche per quanto riguarda l'azione 3 il potenziamento dell'attività di vigilanza, che deve essere accompagnata da una più efficiente attività di pianificazione degli interventi ispettivi. Il piano si propone di sperimentare misure indirette di politica attiva rivolte ai lavoratori più fragili per prevenire il rischio che possano cadere nelle maglie del lavoro irregolare e dello sfruttamento, ponendosi sul punto anche in sinergia con le azioni che sono previste dal piano triennale di contrasto al caporalato.
  Le iniziative sono tante, ma soprattutto sono significativi i target che noi dobbiamo raggiungere. Ad esempio, l'incremento nella misura di almeno il 20 per cento del numero di ispezioni rispetto al periodo 2019-2021 va raggiunto entro la fine del 2024. Per quelle che sono le risultanze attuali dell'attività ispettiva che è stata condotta nell'ultimo anno e quelle che sono le previsioni per il 2024 il target riteniamo che sia assolutamente raggiungibile. Abbiamo recentemente anche inserito nuovo personale in organico per quanto riguarda l'Ispettorato nazionale del lavoro, con l'ingresso di 800 ispettori tecnici, che avranno una particolare formazione soprattutto legata alla materia della salute e sicurezza sul lavoro e quindi anche del contrasto dei fenomeni distorsivi del mercato del lavoro che sono anche legati al tema della sicurezza.
  L'altro target è la riduzione dell'incidenza del lavoro sommerso di almeno due punti percentuali nei vari settori economici. In questo caso ci sono anche risultanze dell'attività ispettiva che vi possono interessare e che vorrei condividere con voi. Tra il primo dicembre del 2022 e il 30 novembre del 2023 risultano essere stati effettuati 1670 accessi e verificate quasi Pag. 129900 posizioni lavorative, 2380 delle quali, quindi circa il 24 per cento, sono risultate irregolari. Il tema di cui stiamo parlando è ovviamente quello legato al lavoro sommerso e al caporalato in alcuni settori specifici. Di queste posizioni, 940 risultano lavoratori impiegati totalmente in nero, quindi totalmente sconosciuti a quelli che sono gli archivi statali, circa il 40 per cento della platea dei lavoratori irregolari, e 132 le vittime di caporalato identificate, quasi tutte extracomunitarie. Il 57 per cento di questi era in possesso di regolare permesso di soggiorno. Per quanto riguarda invece l'attività ispettiva ordinaria, nel solo 2023 sono state identificate altre 822 vittime di caporalato e sfruttamento lavorativo.
  Penso che questi dati siano importanti, soprattutto per le analisi che voi farete, per capire e comprendere meglio qual è l'urgenza della questione e la necessità di proseguire e implementare, anche attraverso gli strumenti che ci mette a disposizione il Piano nazionale di ripresa e resilienza, le azioni per contrastare questi fenomeni ma anche per prevenirli.
  Lo scorso 23 ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare il disegno di legge di ratifica del protocollo sul lavoro forzato, adottato l'11 giugno 2014 nel corso della 103a sessione della Conferenza internazionale del lavoro dell'OIL e attualmente all'esame parlamentare.
  Credo che sia importante sottolineare in conclusione le connessioni evidenti che esistono tra ambiti che sembrano solo apparentemente molto distanti tra di loro. Questo è ancora più evidente in una società globalizzata senza confini, in cui le interconnessioni ci richiedono di pensare e agire non per compartimenti stagni bensì in chiave intersettoriale. Quindi, dobbiamo adottare strumenti sinergici che promuovano la tutela dell'ambiente inteso come sistema salubre in cui condurre la nostra esistenza quotidiana e anche la nostra esistenza Pag. 13lavorativa. È un circolo che noi dobbiamo cercare di intendere e vedere come un circolo virtuoso, in cui una politica ambientale rispettosa di quelle che sono le condizioni di salute e di sicurezza dei lavoratori poi si traduce anche in condizioni di lavoro migliori e soprattutto anche in percorsi di tutela della salute delle persone, che passano soprattutto attraverso la regolarità dei rapporti di lavoro.
  Io mi fermerei qui, presidente, ma voglio ribadire quanto gentilmente lei ha detto prima, cioè che al di là della limitatezza del tempo che abbiamo a disposizione, e me ne scuso già, sono a disposizione oltre che per tornare in presenza anche eventualmente per dare le risposte qualora fosse necessario fornirvele per iscritto con un ulteriore approfondimento.
  Grazie e scusate ancora per la voce.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro. Lascio la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  SIMONA PETRUCCI. Ringrazio il Ministro per l'intervento, mi ha fatto molto piacere sentire finalmente le parole formazione e prevenzione, quindi si previene e non si cura. Forse l'aspetto che più risaltava in questa relazione è stato proprio il riferimento alla formazione e al rapporto coeso che ci dovrà essere tra i vari ministeri, Ministero del Lavoro ma anche Ministero dell'Ambiente e Ministero dell'Agricoltura. Si parla di siti inquinati e al loro interno l'inquinamento porta danni all'agricoltura e quindi anche alle persone che ci lavorano. Questo secondo me è fondamentale inquadrarlo dal punto di vista normativo oltre che dal lato umano, in modo da far capire in realtà quale è l'obiettivo. Io vorrei semplicemente sapere in questo anno, parlando di formazione alle aziende, come hanno recepito questo input e soprattutto se si stanno adeguando.

Pag. 14

  PIETRO LOREFICE. Grazie, Ministro, per le informazioni e la relazione che leggeremo con attenzione. Lei ha fornito diversi spunti, ma vorrei farle una domanda anche per mantenere un collegamento con quella che è l'attività della nostra Commissione. Noi di recente siamo stati nella Terra dei fuochi, in particolare nell'area vasta di Giugliano, e in quel contesto abbiamo visto delle aree fortemente degradate, campi rom. Al di là delle competenze squisitamente regionali e territoriali, cioè degli enti locali, vorrei sapere se ci sono delle interlocuzioni dei soggetti territoriali con il Ministero di riferimento, in questo caso il suo, per politiche attive in tema di contrasto alle vaste sacche di disagio sociale e al correlato lavoro illecito. Dove c'è disagio sociale, non c'è adeguata formazione e in quei contesti, che culturalmente hanno altri problemi, lo Stato deve intervenire a livello centrale, perciò dando direttive univoche e uniche a livello nazionale e non lasciando l'iniziativa ai presidenti di regione o ai sindaci.
  State già pensando a un piano nazionale che possa realmente dare una mano per mitigare e lenire quelle ferite del Paese, perché dal mio punto di vista, dal punto di vista della mia forza politica, senza un intervento da parte del Governo gli enti locali rischiano di andare ognuno per la propria strada, vanificando gli obiettivi comuni e finali.
  Lei ha parlato chiaramente dell'INAIL e dell'Ispettorato nazionale del lavoro (INL), le chiedo quali sono realmente i numeri delle nuove forze in campo – lei ha parlato di nuovi ispettori tecnici –, se questo trend di nuovi concorsi e l'inserimento di nuovi ispettori continuerà. Se e quali saranno negli anni a venire, o in quest'anno in particolare, i nuovi concorsi? Poi nello specifico non so se lei è a conoscenza se l'INL ha fatto ispezioni puntuali nell'area di Malagrotta. Sarebbe utile avere queste informazioni prima di invitare anche il presidente a Pag. 15sentire in audizione l'Ispettorato del lavoro o l'INAIL, perché incrociando queste informazioni riusciremo a capire se ARPA, INAIL, INL e tutti i soggetti che normalmente svolgono attività ispettive abbiano posto attenzione a quella che è la più grande discarica non solo d'Italia, ma d'Europa, e che ha una moltitudine di criticità ambientali.
  Noi alla fine della visita ispettiva oggi siamo stati accolti e il presidente ha anche interagito con i comitati locali, che hanno messo in evidenza scarsa comunicazione con gli enti territoriali e una certa diffidenza nei confronti dello Stato. Pertanto il segnale che noi dovremmo mandare è non solo di vicinanza, ma anche di presenza dello Stato tramite gli organi preposti. Bisogna far capire che lo Stato c'è, ci sarà e che potrà anche dare segnali chiari per un'area vasta come quella di Malagrotta, facendo così riconoscere nello Stato un amico e non un nemico.

  PRESIDENTE. Non ci sono altre domande da parte dei commissari, ne faccio una io sull'utilizzo dei voucher in agricoltura. Ci sono dei dati per cui è possibile valutare l'utilizzo dei voucher come strumento di lotta al fenomeno del caporalato. Le chiedo cosa ne pensa il Ministro e il Governo. Infine, sui controlli, in parte ha già risposto con la relazione, da quando c'è questo Governo le chiedo quali controlli sono stati eseguiti dall'INAIL per assicurare la salute e la sicurezza dei lavoratori.

  MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, presidente. Grazie anche ai commissari per le loro domande. Cercherò di rispondere a tutte e poi laddove è necessario anche fornirvi qualche dato specifico, ovviamente qualora fossero dati riservati li trasferiremo in questo senso. Ringrazio veramente per l'accento posto sui temi della prevenzione e della formazione, io credo che sia assolutamente fondamentale non impostare tutti i nostri ragionamentiPag. 16 e le nostre politiche solo in azioni a contrasto di qualcosa che è già avvenuto. È necessario che così sia, ovviamente, ma vorrebbe dire affrontare sempre il problema partendo da un'analisi successiva e soprattutto da qualcosa che ha già prodotto conseguenze negative. Su questi temi, sulla sensibilizzazione al lavoro regolare e soprattutto al fatto che lavorare in modo regolare è un vantaggio non solo per il lavoratore ma è soprattutto un vantaggio anche per l'azienda. Non è un grande risparmio per un'azienda, infatti, quello di non dichiarare correttamente la forza lavoro impegnata quotidianamente nell'attività aziendale. Prima di tutto perché, vorrei dirlo con molta chiarezza, gli strumenti per verificare che qualcosa non torna ci sono tutti, basta saper leggere i numeri, leggere i dati e far parlare le banche dati. Questo credo che sia già fattibile e sia già nella disponibilità dello Stato.
  Vi ho fatto un esempio perché voleva essere una semplificazione ma anche un'indicazione del fatto che alcuni strumenti che abbiamo a disposizione certificano la veridicità di quelle che sono le informazioni dichiarate, ma non necessariamente quelle che sono invece le situazioni che poi interessano un determinato ambito aziendale. Tuttavia, c'è la possibilità di verificare anche mettendo in relazione, per esempio, il sistema dei conti di un'azienda con l'incidenza del costo del lavoro e l'incidenza media del lavoro richiesto per determinate lavorazioni. Basta questo per capire che qualcosa non va. Quindi, quando noi pensiamo all'azione a contrasto e anche all'attività ispettiva dobbiamo sempre di più fare in modo che anche il personale ispettivo non solo si parli per quelle che sono le specifiche competenze. Voi sapete che l'Ispettorato nazionale del lavoro è nato con l'idea di mettere a sistema e razionalizzare tutti i corpi ispettivi, proprio per creare quella sinergia che poi potesse portare a fattore comune tutte le informazioni nella Pag. 17disponibilità dell'INAIL, dell'INPS e certamente dell'Ispettorato nazionale del lavoro e del Nucleo tutela condizioni di lavoro dei Carabinieri, ma anche della Guardia di finanza.
  Abbiamo sottoscritto accordi e convenzioni con la Guardia di finanza anche per quanto riguarda l'attuazione del decreto del 1° maggio 2023, perché riteniamo importante intensificare le nostre azioni di controllo. Lo stiamo facendo mettendo in sinergia tutte le informazioni perché questo è importante, anche ai fini di una corretta programmazione dell'attività ispettiva, onde evitare che ci siano aziende verificate magari dieci volte in pochissimo tempo e altre aziende che invece, non vengono verificate per tanto tempo, per una questione di pianificazione e di numeri di forze in campo a disposizione. Quando mi chiedete quali sono le forze che abbiamo a disposizione e soprattutto se c'è anche attenzione per un ampliamento del numero degli ispettori a disposizione, ho fatto riferimento al fatto che recentemente sono entrati in servizio 800 ispettori con qualifica tecnica, però l'attività di reclutamento dell'Ispettorato nazionale del lavoro è di 1300 ispettori, quindi abbiamo ancora dei margini. Certamente, devo dire che qualche difficoltà nel reclutamento, per lo meno nella presa in servizio del personale c'è, anche per la competizione in questo momento esistente tra pubbliche amministrazioni ed enti locali, che anche per effetto del Piano nazionale di ripresa e resilienza hanno avviato i bandi per le assunzioni. Voglio dire che c'è più possibilità di scelta, quindi capita spesso che dei vincitori di concorso o dei soggetti idonei in graduatoria contemporaneamente acquisiscano anche altre idoneità e quindi possano scegliere. Credo che ciò sia certamente utile per l'interessato che ha la possibilità di valutare quale attività lavorativa ritiene più coinvolgente, però c'è un problema nel momento in cui dobbiamo completare un reclutamento.Pag. 18
  Tuttavia, mi sembra di poter dire, proprio guardando ai nuovi 800 ispettori tecnici, che abbiamo reclutato veramente dei giovani preparatissimi e che hanno anche molta attitudine, molto entusiasmo e che soprattutto hanno la volontà di dare un contributo fattivo alle attività dello Stato. Avete ragione, è importante anche far comprendere qual è la modalità con cui si esercita un'azione ispettiva, cioè che lo Stato non si volta dall'altra parte, e che, invece, soprattutto in contesti così delicati, come quelli che sono oggetto della vostra attività, lo Stato è presente e non attribuisce o non si sposta di lato rispetto alle proprie responsabilità.
  Per quanto riguarda la domanda specifica fatta sulle attività ispettive relativamente all'area di Malagrotta, ma anche a tante altre aree che hanno alcune specificità e caratterizzazioni particolari, vi farò avere un'informativa riservata, ovviamente, soprattutto se ci sono attività in corso. Devo dirvi, però, che tutto è monitorato, anche perché il Ministero del lavoro, come vi dicevo precedentemente, ha comunque una titolarità relativamente alle attività da portare avanti insieme ai comuni per la gestione delle discariche abusive in zone con insediamenti abitativi.
  Su questo noi abbiamo un percorso all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza per il quale, proprio nell'ottica di sinergia tra Ministeri e non avendo noi una competenza in materia infrastrutturale – perché non abbiamo il Genio civile, non abbiamo all'interno degli organici del Ministero del lavoro le professionalità tecniche per poter elaborare delle soluzioni abitative che passino dalla bonifica dei siti alla costruzione dei moduli abitativi – abbiamo chiesto l'intervento anche del Ministero delle infrastrutture e del Ministero dell'ambiente per quel che riguarda le bonifiche soprattutto in materia ambientale.Pag. 19 È importante la sinergia, così come è importante, non lo dimentico, il tema della formazione in termini di prevenzione.
  Dobbiamo sempre di più far comprendere il costo sociale del sommerso, dello sfruttamento e soprattutto anche il costo sociale di tutto ciò che, rimanendo sullo sfondo, non parla di progresso o di pratiche corrette di gestione, non solo del rapporto di lavoro ma anche in tema di tutela della salute delle persone. Quindi informare e prevenire è importante.
  Voi sapete che con il «decreto primo maggio» noi abbiamo introdotto anche la protezione INAIL per gli allievi delle scuole di ogni ordine e grado e il personale docente e non docente, perché per noi era importante mettere un punto e far comprendere quanto oggi parlare anche di tutela contro gli infortuni sul lavoro vuol dire parlare di vita sicura, in un'accezione molto più ampia, che è quella non solo di pensare a un comportamento che deve essere confinato all'interno del mondo del lavoro e del rapporto di lavoro, ma che deve estendersi a tutti i momenti della vita. Perché una delle più alte incidenze di infortuni gravi è quella degli infortuni che avvengono in ambito domestico, che a volte sfuggono al censimento. Parlare di prevenzione vuol dire proprio affrontare i temi a tutto campo, mettendo anche a disposizione tutte le nostre risorse, che sono anche quelle ovviamente degli enti vigilati, dell'INPS e dell'INAIL nel caso di specie.
  Per quanto riguarda la domanda fatta dal presidente in ordine ai voucher in agricoltura, io credo che proprio la normativa che è stata introdotta a inizio 2023 con la legge di bilancio per il 2023 sul comparto agricolo dia la dimostrazione di quanto il tema del lavoro accessorio o del contratto di prestazione occasionale in agricoltura sia stato trattato con molta sensibilità. Prima di tutto perché i lavoratori agricoli che sono addetti a lavori occasionali hanno un tetto di giornate Pag. 20massime da poter essere utilizzate per questa tipologia di rapporto di lavoro, l'importo del voucher giornaliero non può essere inferiore alla retribuzione prevista dai contratti collettivi maggiormente rappresentativi, quindi stipulati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative, c'è il versamento integrale della contribuzione, c'è anche l'inserimento delle giornate all'interno di quelle che sono le giornate che vengono computate ai fini del godimento di tutte le indennità, ad esempio di disoccupazione, agricole. Inoltre, nel momento in cui si supera il tetto massimo di giornate per il contratto di prestazione occasionale c'è la trasformazione del rapporto in tempo indeterminato. Quindi su questo c'è stata una bella sinergia con le organizzazioni datoriali e sindacali del mondo agricolo e si è individuata una forma – vogliamo chiamarli voucher, io li chiamo «contratto di prestazione occasionale» – che risponde all'esigenza di non individuare in questo strumento una forma di ulteriore precarizzazione. Questo è un modo per tracciare, invece, anche il lavoro di breve durata, tracciarlo, renderlo regolare e inserirlo all'interno di quelli che sono gli archivi della manodopera agricola. Quindi ritengo, dal mio punto di vista, che questo sia uno strumento che può insegnare molto anche ad altri settori. Mi fermerei qui, presidente.

  PRESIDENTE. Noi la ringraziamo per questa audizione e per la sua disponibilità. Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 14.55.