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XIX Legislatura

Commissioni Riunite (VIII-XIII-XIV Camera e 4a-8a-9a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Giovedì 30 marzo 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rotelli Mauro , Presidente ... 3 

Audizione del Commissario europeo per l'Ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius (ai sensi dell'articolo 127-ter, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati e dell'articolo 144-quater, comma 2, del Regolamento del Senato della Repubblica):
Rotelli Mauro , Presidente ... 3 
Sinkevičius Virginijus , Commissario europeo per l'Ambiente, gli oceani e la pesca ... 3 
Rotelli Mauro , Presidente ... 7 
Terzi Di Sant'Agata Giuliomaria , presidente della 4a Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato della Repubblica ... 7 
Rotelli Mauro , Presidente ... 8 
Giglio Vigna Alessandro (LEGA) , presidente della XIV Commissione Politiche dell'Unione europea della Camera dei deputati ... 8 
Rotelli Mauro , Presidente ... 9 
Manes Franco (Misto-Min.Ling.)  ... 9 
Rotelli Mauro , Presidente ... 10 
Bergesio Giorgio Maria  ... 10 
Rotelli Mauro , Presidente ... 11 
Simiani Marco (PD-IDP)  ... 11 
Rotelli Mauro , Presidente ... 12 
Fallucchi Anna Maria  ... 12 
Rotelli Mauro , Presidente ... 13 
Fallucchi Anna Maria  ... 13 
Rotelli Mauro , Presidente ... 13 
Lorefice Pietro  ... 13 
Rotelli Mauro , Presidente ... 14 
Battistoni Francesco (FI-PPE)  ... 14 
Rotelli Mauro , Presidente ... 15 
Fregolent Silvia  ... 15 
Rotelli Mauro , Presidente ... 15 
Bonelli Angelo (AVS)  ... 16 
Rotelli Mauro , Presidente ... 16 
Candiani Stefano (LEGA)  ... 16 
Rotelli Mauro , Presidente ... 17 
Lampis Gianni (FDI)  ... 17 
Rotelli Mauro , Presidente ... 17 
Fina Michele  ... 17 
Rotelli Mauro , Presidente ... 18 
L'Abbate Patty (M5S) , intervento in videoconferenza ... 18 
Rotelli Mauro , Presidente ... 19 
Sinkevičius Virginijus , Commissario europeo per l'Ambiente, gli oceani e la pesca ... 19 
Rotelli Mauro , Presidente ... 21

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA VIII COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
MAURO ROTELLI

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione diretta attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Commissario europeo per l'Ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Commissario europeo per l'Ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius, ai sensi dell'articolo 127-ter, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati e dell'articolo 144-quater, comma 2, del Regolamento del Senato della Repubblica.
  Do innanzitutto il benvenuto al Commissario Sinkevičius, che ringrazio per il suo intervento alla seduta odierna, anche a nome dei presidenti delle Commissioni della Camera dei deputati XIII (Agricoltura), onorevole Mirco Carloni, e XIV (Politiche europee), onorevole Alessandro Giglio Vigna, nonché dei presidenti delle Commissioni del Senato 4a (Politiche dell'Unione europea), senatore Giuliomaria Terzi Di Sant'Agata, 8a (Ambiente), senatore Claudio Fazzone, e 9a (Industria), senatore Luca De Carlo.
  Consideriamo molto importante consolidare il rapporto diretto tra il Parlamento italiano e la Commissione europea attraverso occasioni come quella di oggi, che integrano il dialogo politico sviluppato attraverso la trasmissione alla Commissione delle nostre pronunce sui progetti di atti dell'Unione stessa.
  Questi incontri infatti sono, a mio avviso, di estrema utilità in quanto permette uno scambio importante tra la Commissione europea e noi parlamentari nazionali con riguardo alle scelte politiche e legislative operate a livello di Unione europea.
  Ciò è particolarmente importante nei settori di sua competenza, signor Commissario. L'ambiente costituisce, infatti, uno degli assi prioritari dell'azione della Commissione europea nel suo attuale mandato nel quadro degli obiettivi della transizione ecologica.
  Si tratta di questioni di grande attualità che suscitano un dibattito intenso a livello nazionale, sulle quali credo sia opportuno addivenire a soluzioni condivise che tengano anche conto maggiormente della specificità di ciascun Paese e di una maggiore gradualità del passaggio a un nuovo modello di sviluppo.
  Al fine di assicurare un ordinato svolgimento dei lavori delle Commissioni e garantire a tutti i gruppi di poter intervenire, chiedo ai colleghi di far pervenire fin da ora al banco della Presidenza le proprie richieste di intervento per poter ripartire il tempo a disposizione e dare modo al Commissario di replicare.
  Do quindi la parola al Commissario europeo per l'Ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius.

  VIRGINIJUS SINKEVIČIUS, Commissario europeo per l'Ambiente, gli oceani e la pesca. Grazie molte e buon pomeriggio a tutti, onorevoli parlamentari. Ringrazio per questo invito volto a discutere in questo Pag. 4luogo storico alcune delle priorità di quest'anno.
  Prima di tutto vorrei fare una panoramica sul Green Deal europeo e un aggiornamento sullo stato di avanzamento. Poi parlerò di questioni marittime, rammentando i punti principali dell'ultimo pacchetto di misure per gli oceani e la pesca. E poi, alla fine, sarò lieto di rispondere alle domande che vorrete rivolgermi su questioni che rientrano nelle mie competenze.
  Ora, ripercorrendo i tre anni che sono trascorsi dall'inizio del mandato della attuale Commissione, il Green Deal europeo sta procedendo molto bene. Nonostante due eventi molto gravi e anche imprevedibili, prima di tutto la pandemia e poi l'invasione ingiustificata e illegale dell'Ucraina da parte della Russia, il Green Deal continua ad essere il nostro punto di riferimento, in quanto offre alcune risposte fondamentali che ci permettono di affrontare le sfide e andare avanti in modo migliore.
  Ha portato con sé la legge europea sul clima, che sancisce l'ambizioso obiettivo climatico degli 1,5 gradi. Ha portato con sé il nuovo Piano di Azione per l'Economia Circolare e una Strategia per la Biodiversità, che hanno aperto la strada al successo internazionale di Montréal e Kunming. Ha portato con sé il Piano d'azione «inquinamento zero», volto a garantire la tutela della salute dei cittadini e la prevenzione dell'inquinamento.
  Il Green Deal sta aiutando le aziende a muoversi verso modelli di business che puntano al successo a lungo termine e che possono creare loro un vantaggio competitivo globale. Esso aiuta anche i consumatori a operare scelte di consumo consapevoli. Cittadini e consumatori vogliono fare la loro parte per l'ambiente: lo abbiamo visto con la nostra proposta sui Green Claims della settimana scorsa, che è stata accolta con grande favore dall'opinione pubblica e alla quale è stato dato grande risalto sui media europei e statunitensi. Questo dimostra chiaramente che il mercato verde è in crescita. La maggior parte delle proposte europee che hanno portato al Green Deal ormai è stata presentata.
  Come vi dicevo, la Commissione ha avviato il proprio mandato più di tre anni fa e siamo nella parte del ciclo in cui finalizziamo le proposte. Alcune di queste proposte sono già state pienamente adottate.
  Noi lavoriamo con i co-legislatori, Parlamento europeo e Consiglio, per gli accordi che devono essere stipulati prima della fine del mandato parlamentare.
  Questo ovviamente non è tutto, c'è molto ancora da fare. Ci sono elementi molto ambiziosi da adottare nei prossimi mesi per poter avviare l'economia e la società europee sulla strada di un futuro sostenibile. Dividerò gli aggiornamenti in materia ambientale in tre aree: economia circolare, biodiversità e inquinamento zero.
  Per quanto riguarda l'economia circolare, si tratta di un tema di alto profilo per la presente Commissione per ragioni ovvie: a parte gli indiscussi vantaggi per il clima, la circolarità riduce la nostra dipendenza dalle importazioni di quelle materie prime critiche di cui abbiamo bisogno per le tecnologie energetiche pulite, la mobilità intelligente e le tecnologie digitali.
  L'economia circolare nel suo complesso è un'iniziativa fortemente sostenuta dalle imprese e dalla società così come dal Parlamento europeo e dal Consiglio.
  Due proposte sull'economia circolare stanno per diventare normativa europea: il nuovo regolamento UE sulle batterie, che sosterrà la transizione energetica, e la direttiva rivista sulla spedizione dei rifiuti, volta a garantire che un maggiore quantitativo di risorse preziose sia riciclato all'interno dell'Unione europea. E visto che arriviamo alla fine del ciclo legislativo, stiamo concentrando la nostra attenzione su altri due importanti dossier, l'Iniziativa per i prodotti sostenibili e la Proposta sulla progettazione ecocompatibile: quest'ultima, in particolare, che accompagna l'intero ciclo di vita dei prodotti, dalla loro progettazione fino al loro smaltimento e riciclo, ha l'enorme potenzialità di creare maggiore circolarità nell'intera economia dell'UE, soprattutto grazie ai nuovi strumenti quali il passaporto digitale dei prodotti.
  Se si darà attuazione a tutto ciò, avremo finalmente la possibilità di rendere la Pag. 5circolarità la norma, invece di avere soltanto intenzioni velleitarie sparpagliate in Europa, con alcuni Paesi che fanno meglio degli altri; la maggior parte dei prodotti che utilizziamo, sono già progettati con l'indicazione di come e in quanto tempo dovranno finire il proprio ciclo di vita e noi possiamo avere un impatto maggiore su questo aspetto.
  Ovviamente potremo avere maggiore digitalizzazione, una gestione più intelligente dei dati di un prodotto per tutto il ciclo di vita del prodotto, riuscendo così a mantenere materiali preziosi all'interno dell'economia quanto più a lungo possibile.
  Insomma, non è possibile semplicemente interrompere la dipendenza dai combustibili fossili. La Russia ha avviato una guerra in Europa e ora occorre pagare un prezzo geopolitico molto alto per la nostra dipendenza da materie prime essenziali, che purtroppo non sono di proprietà di Stati democratici.
  La seconda area di interesse è la revisione della direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. L'obiettivo in questo caso è garantire che tutti gli imballaggi siano completamente riciclabili entro il 2030, con vantaggi per consumatori e produttori.
  Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, l'Italia ha fatto passi da gigante negli ultimi anni (con la costante e coerente crescita delle attività di compostaggio e di riciclo negli ultimi sette anni), ma c'è ancora molto lavoro da fare per ottemperare agli obiettivi di riciclo post-2020 e anche per livellare le differenze ancora esistenti, in Italia, tra determinate regioni.
  Sono sicuro che avrete rilevato il nuovo quadro politico per le plastiche compostabili e biodegradabili, un'area molto importante per gli investimenti e l'innovazione.
  E sono in fase di definizione i primi impegni della nuova Strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari, nella quale i princìpi della circolarità saranno applicati al comparto tessile. Si tratta di una grande opportunità anche per l'Italia, con un'industria della moda che la rende spesso leader a livello mondiale: se date l'esempio aprendo la strada alla sostenibilità nel comparto tessile, allora sono sicuro che non solo l'Europa, ma il mondo intero vi seguirà a ruota.
  Passando alla biodiversità, abbiamo raggiunto un accordo politico sulla direttiva sui prodotti a disboscamento zero e stiamo compiendo progressi in merito alla normativa europea sulla rinaturazione. A luglio scorso abbiamo proposto obiettivi giuridicamente vincolanti per riportare la natura ai livelli del passato, quando si riusciva a vivere e a prosperare. Vorrei sottolineare che queste leggi sono le prime al mondo, nel loro genere, e dimostrano quindi che l'UE sta guidando questo ambizioso progetto a livello globale, al fine di proteggere la biodiversità e garantire che la nostra produzione avvenga secondo natura e non contro natura. Ma c'è ancora di più. Vorrei menzionare una nostra imminente iniziativa volta a dimezzare gli sprechi alimentari entro il 2030. Questo ambito è quanto mai importante, perché la prima cosa che dobbiamo raggiungere è la sicurezza alimentare per tutti e a tal fine dobbiamo diminuire la quantità di cibo che sprechiamo. Di fatto lo spreco alimentare continua a crescere in tutte le famiglie d'Europa.
  Pianifichiamo anche di presentare una legge sulla salute del suolo, un ambito per il quale sappiamo che vi è l'appoggio dell'Italia: il nostro scopo è garantire a questa preziosa risorsa lo stesso livello di protezione dell'acqua e dell'aria. L'Europa ha urgente bisogno di un cambiamento.
  Il degrado dei terreni sta costando all'Europa decine di miliardi ogni anno. Dobbiamo invertire questa tendenza ed entro la metà del secolo, quindi, promuovere la salute dei terreni per il clima, la biodiversità e ovviamente il cibo che mangiamo. Terreni salubri e sani sono estremamente importanti perché trattengono l'acqua e contrastano la siccità. Noi sappiamo che l'Italia è colpita pesantemente da questi problemi.
  E sappiamo anche che ci stiamo avvicinando a una delle più gravi siccità e Pag. 6la cosa peggiore è che, se si guarda alla cosa in prospettiva, non si può dire che questa sarà la più grave in assoluto. Nei prossimi anni la situazione potrebbe ulteriormente aggravarsi. Quindi dobbiamo essere preparati ed equipaggiati.
  Il nostro obiettivo, con questa proposta, è quello di creare un quadro politico flessibile che faccia chiarezza sulla definizione di «suolo sano», un meccanismo efficace di monitoraggio degli obiettivi a lungo termine in materia di ripristino dei terreni e regole per facilitare la bonifica dei siti contaminati.
  Per quanto riguarda la biodiversità, vorrei menzionare l'imminente proposta sul monitoraggio delle foreste, che prevediamo di presentare prima dell'estate. Essa si baserà sui sistemi di monitoraggio già esistenti nei vari Stati membri. Noi vogliamo assicurare un adeguato utilizzo delle nuove tecnologie per essere informati tempestivamente, in particolare attraverso il rilevamento a distanza, uno strumento molto importante per combattere efficacemente il fenomeno degli incendi boschivi. L'idea è quella di fornire dati migliori e più facilmente comparabili sulle foreste europee e sulla loro gestione: questo è un aspetto importantissimo per raggiungere i nostri obiettivi relativi a clima, biodiversità, sviluppo rurale e a una bioeconomia sostenibile.
  Onorevoli parlamentari, vorrei sottolineare l'estrema importanza di questa proposta per aumentare la resilienza delle foreste agli incendi boschivi, per consentire interventi precoci ed efficaci nel caso si verifichi un incendio e ripristinare, poi, le aree incendiate.
  La terza area ambientale che vorrei citare è quella dell'agenda «inquinamento zero». Anche questa sta procedendo molto bene e nel 2023 saremo molto impegnati con i negoziati relativi a tre proposte recenti.
  Il Consiglio è arrivato a un accordo generale sulla revisione della direttiva sulle emissioni industriali, che sarà ampliata per coprire una maggiore quantità di attività inquinanti, comprese le emissioni che provengono dall'agricoltura intensiva ed estensiva. Anche l'aggiornamento della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane procede bene, così come l'aggiornamento della direttiva sulla qualità dell'aria.
  Un altro tema è la necessità di un più stretto allineamento alla raccomandazione dell'Organizzazione mondiale della sanità: guardando avanti, all'ambizione dell'inquinamento zero, rafforzeremo il nostro impegno nella lotta all'inquinamento provocato da plastiche e microplastiche, in particolare. Queste microparticelle sono disseminate nell'ambiente e potenzialmente tossiche per tutti noi.
  Qui agiremo su due piani: prima di tutto attraverso le restrizioni previste dal regolamento REACH, volte a ridurre il loro uso intenzionale, e poi, in maniera più mirata, ci concentreremo sulle emissioni provenienti da fonti meno dirette, quali pneumatici e pellet.
  L'ultima cosa da citare, in relazione all'«inquinamento zero», è la revisione mirata del REACH, un importante provvedimento relativo alle sostanze chimiche. In questo modo affronteremo tutti gli ambiti da migliorare, individuati nella «Strategia in materia di sostanze chimiche per la sostenibilità», sempre con tre obiettivi in mente: innanzitutto fermare l'inquinamento da sostanze chimiche; in secondo luogo, di fondamentale importanza per la competitività delle aziende europee, semplificare i nostri processi decisionali e stimolare il mercato europeo a cercare alternative più sicure. Come sottolineato nel Green Deal, l'Europa deve essere la casa naturale delle innovazioni industriali verdi, per raggiungere l'obiettivo finale di un ambiente migliore e più sicuro.
  Nell'ultima parte di questo mio discorso vorrei concentrarmi su un'altra parte del mio portafoglio: la pesca e l'ambiente marittimo.
  A proposito del dossier relativo alle questioni marittime, rammenterete che il mese scorso la Commissione ha presentato un nuovo pacchetto completo per gli oceani e la pesca. Qui direi che la sfida è doppia: occorre affrontare in modo efficace il tema della biodiversità e dell'impatto della crisi Pag. 7climatica che colpisce gli oceani, ma allo stesso tempo occorre creare le condizioni per mantenere le attività economiche correlate (pesca e acquacoltura) redditizie e resilienti.
  Il pacchetto su oceani e pesca servirà proprio a questo scopo. Dobbiamo aprire una nuova fase di cooperazione con tutti i soggetti legati al settore della pesca, affinché tutti sappiano quali sono gli obiettivi comuni. Il pacchetto contiene un piano d'azione per l'ambiente marino che, per sua stessa natura, non impone alcun obbligo giuridico, ma propone azioni da compiere per consentire il raggiungimento degli obiettivi della Strategia dell'Unione europea sulla biodiversità. Il fine è quello di garantire risorse a lungo termine per i pescatori, la cui sopravvivenza è legata a un ambiente marino sano.
  Il pacchetto aiuta questi settori anche in relazione alla transizione energetica: sia la pesca che l'acquacoltura dipendono fortemente dai combustibili fossili, e sappiamo bene quale sia stata l'impennata dei prezzi dell'energia lo scorso anno, quando è iniziata la guerra. Di fatto il settore è stato spazzato via: i costi operativi erano talmente alti che era più conveniente restare in porto che non uscire a pescare. È chiaro che non si può continuare ad avere una tale dipendenza. Per fortuna abbiamo il Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura (FEAMPA), che è nella sua fase iniziale: è stato approvato da poco e quindi non abbiamo ancora fatto ricorso alla nostra misura di emergenza. Ma se ci trovassimo in una situazione per cui il bilancio è stato già ampiamente utilizzato, allora avremmo poteri e mezzi finanziari molto limitati per aiutare i nostri pescatori. Esistono alcune risorse a lungo termine per il settore, non soltanto provenienti dal FEAMPA, ma anche da altri importanti fondi come «Orizzonte Europa».
  Colgo l'occasione per ricordare all'Italia che è ancora disponibile una somma del «Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca»: a oggi ci sono ancora 192 milioni di euro che devono essere spesi dall'Italia entro quest'anno. Parliamo solo del bilancio per la pesca.
  Da ultimo, a proposito della pesca, vorrei accennare alla revisione del sistema di controllo della pesca proposta dalla Commissione quasi cinque anni fa. Si tratta del provvedimento legislativo europeo in materia di pesca più importante durante il mio mandato. I negoziati sono entrati in una fase importante, però non posso dire che tutto vada liscio.
  Alcuni degli emendamenti previsti dai co-legislatori compromettono il raggiungimento degli obiettivi principali della proposta della Commissione, in particolare con riferimento all'accuratezza dei rapporti sulle catture. È evidente la necessità di migliori controlli e di condizioni di parità per tutti i pescatori d'Europa.
  Ecco, questo molto velocemente è l'insieme delle questioni di cui mi occupo.
  Io sarò molto felice di ritornare su ognuno di questi elementi con più dettagli e di rispondere a qualsivoglia domanda che riguardi appunto le questioni di mia competenza. Sarò felice di rispondere alle vostre domande.

  PRESIDENTE. Passerei subito agli interventi dei senatori e dei deputati, partendo però dai presidenti di Commissione. Lascerei la parola al presidente Terzi Di Sant'Agata.

  GIULIOMARIA TERZI DI SANT'AGATA, presidente della 4a Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato della Repubblica. Grazie molte presidente. Anche per parte mia e dei colleghi della 4a Commissione del Senato rivolgo un sincero ringraziamento al Commissario Sinkevičius, perché – per quanto mi riguarda, ma sono sicuro per tutti i colleghi presenti – abbiamo constatato l'estrema competenza, solidità e sistematicità delle sue visioni in argomenti così sensibili, ma anche una grande visione di direzione per portare l'Europa a quell'economia di transizione, circolare, di tutela dell'ambiente e di evoluzione dei settori industriali stessi, oltre che delle politiche nazionali.
  Vorrei molto rapidamente segnalare alcune questioni, che sono emerse già nelle Pag. 8audizioni che le Commissioni parlamentari – anche quelle che si dedicano più direttamente, come quella che presiede in Senato alle questioni di attuazione di regolamenti e direttive in rapporto ai princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità – hanno affrontato.
  Ci sono tre punti essenzialmente, e li menziono fra i tantissimi che lei ha detto, ma forse possono essere utili anche per riassumere alcune esigenze di chiarimento.
  Come lei sa, Commissario, l'Italia ha una posizione piuttosto riservata sull'estensione degli allevamenti intensivi soggetti alla direttiva relativa alle emissioni industriali, perché questa estensione ampia ha ricadute negative per tutto il settore agroindustriale, in termini anche di oneri amministrativi e di capacità di ammortamento degli investimenti.
  Quindi riteniamo necessario un maggiore approfondimento e una maggiore interazione con la Commissione su questo punto, per quanto riguarda i costi di adeguamento degli impianti, soprattutto per le imprese, anche quelle di grande dimensione che hanno già investito in modo considerevole. Quindi, sono sicuro che è già nelle intenzioni della Commissione trovare una soluzione adeguata che non penalizzi eccessivamente le aziende, ma è un lavoro da approfondire.
  Un secondo aspetto riguarda l'esame di conformità ai princìpi di sussidiarietà e proporzionalità, per quanto riguarda il regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio.
  Nella nostra posizione si vede una problematicità che discende anche dalla procedura, prevista dal protocollo 2 allegato ai trattati, perché a nostro avviso c'è un ricorso forse troppo frequente agli atti delegati. Questo strumento normativo è previsto dai trattati per gli elementi non essenziali della proposta legislativa, quindi andrebbe utilizzato in casi limitati. Abbiamo anche dubbi sulla scelta del regolamento invece che della direttiva, anche perché il regolamento sottrae la necessaria flessibilità.
  C'è poi il tema della scelta fra il riutilizzo e il riciclo. Lei è perfettamente consapevole, signor Commissario, che noi abbiamo da tempo preso una direzione che cerca di garantire il risultato migliore sul piano della tutela dell'ambiente, della salute e dell'igiene, e riteniamo che sia un merito il principio di effettuare caso per caso le valutazioni di fattibilità e di sostenibilità economica.
  Infine, in relazione all'estensione di commercializzazione per formati monouso, mi rendo conto che è un po' particolare questo aspetto, ma comunque è un aspetto di considerevole importanza industriale ed economica per l'Italia, perché può avere ricadute negative su diversi comparti economici.
  E l'ultimo punto è la revisione della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, anch'essa oggetto di esame in Commissione.
  Ci sono quindi questioni di tempistica, di oneri amministrativi ed economici, che si riferiscono all'aumento degli agglomerati urbani soggetti alle norme europee, soprattutto per quanto riguarda, anche qui, gli impianti di maggiori dimensioni.
  Sono questi i punti che molto semplicemente ho cercato di riassumere, nel dibattito che già stiamo avendo in diversi contesti e anche nelle audizioni che stiamo portando avanti. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie presidente. Do subito la parola al presidente Giglio Vigna.

  ALESSANDRO GIGLIO VIGNA, presidente della XIV Commissione Politiche dell'Unione europea della Camera dei deputati. Grazie presidente. Grazie Commissario e ancora benvenuto a Roma da parte della XIV Commissione Politiche dell'Unione europea della Camera dei deputati.
  In Commissione stiamo svolgendo diversi importanti cicli di audizioni di rappresentanti di quello che è il nostro Sistema Paese. Siamo già andati a trattare in questo inizio di legislatura vari temi inerenti varie direttive e vari regolamenti – sull'Euro 7, sulle case green, sulle auto elettriche – e abbiamo iniziato adesso un importante ciclo di audizioni sugli imballaggi.Pag. 9
  Inizia a profilarsi una tendenza da parte del nostro sistema Paese, una tendenza che noi come istituzioni, come politica della Repubblica italiana, non possiamo non tenere in considerazione, dobbiamo evidentemente sottoporlo ai rappresentanti dell'Unione europea e ai rappresentanti della Commissione.
  Il nostro sistema Paese – sia che si vada a parlare, come le dicevo, di Euro 7, di case green, di auto elettriche, di imballaggi – ci sta dicendo che siamo d'accordo con gli obiettivi, siamo d'accordo con l'obiettivo della transizione verde, siamo d'accordo con l'arrivare a un continente a impatto zero, ma vorremmo – come sistema Paese – avere voce in capitolo sulla strada per arrivare agli obiettivi. Perché la strada per arrivare a questi obiettivi pare e sembra al nostro sistema Paese, e in parte anche al nostro Paese reale, troppo ideologica e con paletti troppo predefiniti. Faccio un esempio classico, quello delle auto elettriche o del motore endotermico del diesel di ultima generazione. Alcune volte i centri studi di questi grandi e importanti stakeholder italiani, ci dicono: quello che dice la Commissione europea ha di sicuro una base, ma la scienza, la tecnica e il progresso tecnologico-scientifico ci dice altro, si può arrivare allo stesso obiettivo anche attraverso altre direzioni.
  In linea generale noi ci troviamo d'accordo con quella parte di continente, quella parte di Unione europea (centri studi, parlamentari, think tank e via dicendo) che sottolineano l'importanza di tenere conto dell'altro grande pilastro sul quale si basa l'Unione europea, ovvero del pilastro sociale.
  Quello che noi pensiamo è che il pilastro ambientale, la transizione verde, non possa andare in contrapposizione con il pilastro sociale, quindi nel raggiungimento degli importanti obiettivi ambientali devono essere sempre tenuti in conto ovviamente il mondo delle imprese e il mondo dei lavoratori. I due pilastri, le due politiche, devono andare contemporaneamente allo stesso passo ed essere tenute in considerazione allo stesso modo.
  Amici parlamentari in tutti i Paesi europei mi ricordano che questo che le ho appena detto, questa linea di pensiero, è una linea di pensiero consolidata all'interno dell'Unione europea, infatti io le ho appena citato il punto 17 dell'Agenda 2030, il quale parla appunto della partnership fra gli obiettivi e del fatto che i singoli obiettivi sono importanti allo stesso modo. Noi sappiamo che all'interno dell'Agenda 2030 c'è la lotta alla disoccupazione, la lotta alla povertà, la lotta al cambiamento climatico e la transizione verde.
  Quindi quello che ci sta chiedendo il sistema Paese e quello che noi come politica oggi ci sentiamo di chiedere all'Unione europea è che l'importante lotta, l'importante battaglia per arrivare a un continente ad impatto zero sia considerata alla pari dell'importante battaglia per arrivare a un continente a disoccupazione zero e piena occupazione. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Faccio un appello a tutti i senatori e deputati di mantenere gli interventi nel termine di due minuti, due minuti e mezzo, per poter dare poi la possibilità al Commissario di replicare.
  Partirei subito dal deputato Franco Manes del gruppo Misto. Collega Manes, prego.

  FRANCO MANES. Grazie presidente. Egregio Commissario europeo, vorrei portare alla sua attenzione e a quella dei colleghi un tema che non vorrei venisse visto come un argomento ristretto e marginale.
  Vengo dalla più piccola regione alpina, la Valle d'Aosta, territorio di grande montagna come il Monte Bianco, il Cervino, il Monte Rosa, con rapporti storici e fraterni con gli Stati confinanti come la Francia e la Svizzera. Ma voglio sottolineare come con ben 47 altre regioni di tutto l'arco alpino facciamo parte di EUSALP, la grande macroregione delle Alpi nel cuore della nostra Europa.
  Da sempre questi nostri territori, questi nostri popoli sono attentissimi al futuro delle loro terre, di queste montagne preziose per loro e per i territori delle pianure Pag. 10e delle grandi città sottostanti. Pensiamo ad esempio all'importanza della risorsa idrica e come la montagna sia l'ecosistema che prima di tutti sta risentendo in maniera esponenziale dei cambiamenti climatici e delle conseguenze in atto sui nostri ghiacciai, sui nostri bacini e sulla morfologia strutturale di questi territori.
  I cambiamenti in atto sono evidenti e questi vanno contrastati e trattati in maniera efficace ed efficiente. È necessario però che nelle politiche europee, visto che i trattati in vigore citano le montagne come luoghi ed ecosistemi che devono essere sostenuti, monitorati e soprattutto aiutati nella logica della coesione territoriale, è evidente che la sostenibilità ambientale deve andare di pari passo con la sostenibilità economica di questi territori attraverso politiche mirate che devono garantire la sopravvivenza demografica di queste aree fragili.
  È bene che sia chiaro di come ci siano elementi strutturali storici e tradizionali che ci obbligano ad avere politiche ambientali intelligenti. Penso al ruolo ad esempio delle attività invernali, in tutte le loro declinazioni, spesso nel mirino di un certo ambientalismo di facciata.
  Senza eccessi e con analisi puntuali bisogna consentire nelle aree in alta quota infrastrutturazioni adeguate e sostenibili, per permettere i necessari sviluppi e garantire la sostenibilità economica del vivere nelle cosiddette terre alte.
  Sostenibilità ambientale ed economica anche verso l'altra attività fondamentale di queste aree: l'agricoltura e la filiera agroalimentare di eccellenza.
  Purtroppo troppe sono le metafore dell'incomprensione fra montagna e aree conurbate delle pianure dei nostri Stati. Dei ragionamenti seri e non ideologici devono essere fatti verso l'eccesso della presenza di fauna selvatica, come ad esempio dei lupi, cresciuti enormemente sulle Alpi grazie anche – se mi permette Commissario – ai progetti Life. Criticità importanti che determinano quindi che bisogna attivare politiche importanti che evitino in futuro l'insorgere di problemi per quelle che sono le pratiche storiche di questi territori: l'allevamento, le colture foraggere e la presenza dei turisti.
  Chiediamo solo che ci sia un reale interesse per avere una montagna viva e abitata nel solco di culture e tradizioni millenarie. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie collega Manes. La parola al senatore Bergesio della Lega.

  GIORGIO MARIA BERGESIO. Grazie presidente e grazie signor Commissario.
  Il settore della pesca europea è da anni impegnato in un processo di adeguamento alla normativa europea per il raggiungimento degli obiettivi della politica comune della pesca, come riformata nel 2013, in particolare per quanto riguarda la gestione di tutti gli stock.
  Con il piano di azione che espande e unisce la politica comune sulla pesca alla politica ambientale dell'Unione europea, che pone degli obiettivi a breve e brevissima scadenza, il raggio di azione della nostra Commissione europea si sta spostando dagli interventi per la ricostituzione e tutela degli stock ittici, che sono quelli storici e quelli fondamentali, ad azioni di protezione dell'ambiente, con il rischio di inficiare il lavoro fino a oggi svolto e portato avanti in attuazione della politica comune sulla pesca.
  L'obiettivo è un phasing out dello strascico da tutti i Siti Natura 2000 e anche la prospettiva annunciata che riguarderà le aree fuori dalle Marine Protected Areas (MPAs), colpite direttamente. Ciò va a colpire in modo diretto e puntuale tutto il settore, che in Europa contribuisce per il 25 per cento agli sbarchi totali di prodotto ittico, per il 38 per cento dei ricavi con 7.000 imbarcazioni. Di queste 7.000 imbarcazioni quasi 2.100 sono italiane – il comparto più importante della nostra flotta in termini dimensionali –; esse sbarcano il 33 per cento del prodotto ittico italiano, per un valore pari al 46 per cento del fatturato totale, e riforniscono la maggior parte di quanto viene venduto nei nostri mercati ittici.
  La domanda che non viene soddisfatta dal prodotto nazionale viene ovviamente Pag. 11colmata da quello che noi importiamo da luoghi in cui la pesca non osserva, qui come in tanti altri settori, le stesse regole in materia ambientale, di sicurezza e di lavoro.
  La proposta perciò di phasing out attuata dal piano non lascia spazi per aggiustamenti e mediazioni, salvo poi imporre la cessazione della pesca a strascico, con rilevanti ricadute a danno delle imprese nazionali già chiamate ad affrontare diverse problematiche, non da ultima quella legata ai cari energetici e del gasolio.
  L'azione perciò della politica comune sulla pesca a strascico, attraverso le misure tecniche e la gestione, ormai ha decenni di storia ha raggiunto significati importanti.
  Esiste quindi la possibilità nel settore, anche sfruttando le novità ingegneristiche, di una gestione sostenibile di questa tipologia di pesca. Non dobbiamo annientarla, non dobbiamo abbandonarla.
  Io voglio chiedere se lei, signor Commissario, in prima persona si vuole impegnare per confermare e portare avanti il percorso da tempo intrapreso dalla politica comune sulla pesca, non abbandonarla, anche sfruttando le nuove tecniche per una maggiore sostenibilità della stessa e chiarire quali siano gli obiettivi intermedi per accompagnare questa transizione, che deve essere molto ammorbidita, con interventi che rendano questo processo economicamente sostenibile.
  Volevo affrontare solo questo tema ma, preso atto della sua importante relazione di cui ringrazio, vorrei anche soffermarmi sull'aspetto degli allevamenti intensivi, che non possiamo equiparare alle fabbriche spingendoci alle chiusure forzate.
  Le soglie indicate per i bovini, che poi si tireranno dietro tutte le altre tipologie di allevamenti, sono inaccettabili. Paragonare 50.000 grandi impianti industriali europei rispetto all'allevamento di bovini di piccole e medie imprese italiane non è possibile.
  Il rischio – guardi signor Commissario, lo tenga bene a mente questo – è quello di colpire la produzione nazionale ed europea per dare spazio ancora una volta a coloro da cui importiamo il prodotto, che non rispettano i criteri sanitari, non rispettano i criteri ambientali e soprattutto sociali.
  Se noi vogliamo bene alla nostra Europa, l'Europa deve essere madre e non matrigna degli italiani e degli europei. Grazie presidente.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, senatore. La parola al collega Simiani, del Partito Democratico.

  MARCO SIMIANI. Grazie presidente. Intanto voglio ringraziare il Commissario della relazione.
  Sosteniamo questa sua visione e soprattutto sosteniamo gli obiettivi che l'Europa oggi ha messo in campo e sta mettendo in campo, soprattutto su questi tre pilastri che lei ha descritto: l'economia circolare, le emissioni zero e la biodiversità.
  È importante oggi però affermare questi tre pilastri declinandoli anche rispetto agli Stati membri, perché noi abbiamo bisogno di rafforzare questo rapporto con l'Europa e rafforzare soprattutto anche quella visione che lei ha descritto.
  Voglio partire prima di tutto dal settore delle emissioni zero.
  La direttiva «case green», che noi abbiamo sostenuto non solo qui nel Parlamento italiano ma anche in Europa, crediamo che sia una grande prospettiva e una grande ambizione per l'Europa e per l'Italia. C'è bisogno di un posizionamento industriale del Paese, e questo lo riconosciamo, ma soprattutto c'è bisogno di istituire un fondo, un simil SURE come è successo anche nel momento della pandemia, per sostenere questa grande transizione ecologica.
  Credo che la questione delle emissioni oggi sia un tema importante che ha bisogno di essere sostenuto anche sugli aspetti sociali e lavorativi e credo che in questo l'Europa dovrà impegnarsi ancora di più per cercare di aiutare gli Stati membri a mettere in campo delle azioni.
  Credo però che l'obiettivo che l'Europa si pone non è ideologico, come ha detto il presidente Giglio Vigna, perché la CO2 è chimica, non è ideologia, ecco perché noi dobbiamo affermare con forza questo progetto.Pag. 12
  L'altra questione è l'economia circolare. Sosteniamo fortemente questo punto, crediamo che il rapporto fra riuso e riciclo sia un tema importante per il nostro Paese, che deve essere affermato. Sapete benissimo che in Italia il riciclo è la parte più trainante del sistema dell'economia circolare e credo che anche nel regolamento imballaggi si debba tener conto di questo processo industriale che l'Italia ha messo in campo.
  L'altro aspetto fondamentale riguarda la biodiversità. Su questo voglio utilizzare due temi. Il primo riguarda la pesca: noi apprezziamo l'aiuto che l'Europa vuole dare a questo settore, crediamo che oggi le proteste che ci sono in giro per l'Europa sono sicuramente da attenzionare, perché crediamo che anche in Italia il problema ci sarà, anche dal punto di vista del prodotto.
  Vogliamo che ci sia questo rapporto concreto soprattutto con il nostro Paese, nell'ambito anche delle risorse da mettere a disposizione per il sostegno delle imprese. Sui 192 milioni invitiamo in questo caso il Governo a mettere in piedi dei progetti che possano essere a supporto delle imprese e dei nostri lavoratori.
  Comprendiamo e condividiamo le ragioni che hanno portato alla revisione del trattato sulle emissioni industriali, ma gli interventi sulle attività degli allevamenti, che è un tema di cui parlava anche il collega prima, li consideriamo eccessivi. E comunque chiediamo come pensate di accompagnare gli Stati membri in una transizione dei sistemi produttivi a partire dalle attività agricole e di allevamento, che rappresentano una parte importante dell'economia agroalimentare italiana ed europea. Io la ringrazio e buon lavoro.

  PRESIDENTE. Grazie collega. Ora la parola alla senatrice Fallucchi di Fratelli d'Italia.

  ANNA MARIA FALLUCCHI. Buonasera. Ringrazio a nome della Commissione Industria e Agricoltura del Senato della Repubblica italiana il signor Commissario per essere presente oggi qui con noi, perché questa occasione di confronto, di dibattito aperto e costruttivo è indispensabile per rafforzare l'unità europea e per fare in modo che questa Unione sia veramente unione di popoli, di cittadini e di persone.
  Comincio da qui, signor Commissario, dai popoli, dalle persone, da noi.
  Siamo tutti convinti, senza alcun dubbio, che il nostro futuro e soprattutto quello delle prossime generazioni dipenda da quanto riusciamo a curare e salvaguardare il nostro pianeta.
  Ormai la transizione verde e la necessità di intervenire sul cambiamento climatico sono indiscutibili e sono parte della coscienza e della consapevolezza di ciascuno di noi. E non perché lo decide Bruxelles o la politica, ma perché lo vogliamo noi, i cittadini, le persone appunto.
  Il Green Deal e il Piano di ripresa e resilienza stabiliscono obiettivi ambiziosi in termini di impatto ambientale e ci impongono un ripensamento del modo di produrre, di consumare e di vivere.
  I nostri mari sono preziosi, l'ecosistema marino, come ogni altro ecosistema, è una perfetta macchina che si autoregola sull'equilibrio tra esseri viventi e ambiente, dove gli uni influenzano gli altri e viceversa. Un equilibrio che è stato messo a dura prova dall'inquinamento, dalle attività antropiche, dalla pesca certamente, dagli eventi climatici esterni e che da tempo però, anche grazie alla gestione comune delle attività di cattura, una gestione comune che ha come obiettivo la salvaguardia di tale sistema, stiamo cercando di tutelare e di preservare in ogni modo.
  Le attività di pesca direi che offrono un sacrificio pesante a questa causa. Anni di regolamentazione, di misure tecniche sempre più stringenti, di gestione, di riduzione dell'attività e di riduzione degli spazi di cattura hanno gravato pesantemente sul settore la cui sostenibilità economica è sempre più a rischio.
  La vera sfida è coniugare la sostenibilità ambientale con quella economica.
  Signor Commissario, nessuna transizione ecologica è possibile se non con il coinvolgimento dei fattori produttivi.
  Nella nostra nazione la pesca, soprattutto la piccola pesca, è un'attività, una Pag. 13realtà, la cui valenza non è solo economica ma anche e soprattutto sociale, visto che è la principale fonte di reddito per numerose famiglie e dobbiamo fare ogni sforzo per praticare una pesca sostenibile, certamente, ma permettendo al pescatore di continuare la propria attività economica.
  Siamo convinti della necessità di attuare una transizione energetica nei mezzi e negli impianti dell'acquacoltura, ma la vitalità delle aree costiere, dei sistemi interattivi mare-terra, tanto dinamici quanto fragili, per un Paese con oltre 8.000 chilometri di coste è fondamentale ed irrinunciabile.
  Occorre inoltre tener conto che questo settore, in particolare la categoria dei pescatori, sta vivendo da tempo profonde trasformazioni legate al processo di modernizzazione, pur non recidendo mai il suo legame con la tradizione millenaria che lo caratterizza, e questo è un valore culturale che dobbiamo preservare.
  È alla luce di questo che vorrei fare con voi delle considerazioni. I nuovi obiettivi di protezione del fondale – per conseguire i quali viene richiesto un phasing out di tutti gli strumenti di cattura mobile di fondo entro il 2030 (strascico, draghe e similari), operanti in tutte le aree Natura 2000 di cui alla «direttiva habitat» – sono condivisibili, ma ci preoccupa molto l'intenzione di estendere le aree marine protette fino a bandire questi strumenti da tutti i mari europei. Ecco, questo non possiamo accettarlo.
  In Italia si calcola che già il 50 per cento della superficie marina è sottoposta a protezione e vige il divieto di pesca a strascico oltre i mille metri di profondità.
  I sistemi trainati (strascico e volante) rappresentano il comparto più importante della nostra flotta in termini dimensionali, parliamo di oltre 2.000 imbarcazioni che sbarcano il 33 per cento del prodotto ittico nazionale per un valore pari al 46 per cento del fatturato totale del settore, e forniscono la maggior parte di quanto viene offerto nei nostri mercati ittici.
  Questo settore svolge un ruolo determinante per il mantenimento del volume critico della produzione e per il mantenimento dell'organizzazione commerciale.
  Io non voglio neanche immaginare che la Commissione europea, come ho sentito dire da alcuni, voglia sostituire la politica della pesca con quella dell'ambiente.

  PRESIDENTE. Senatrice, deve concludere.

  ANNA MARIA FALLUCCHI. Chiudo invitando a una riflessione che sia il più possibile sgombra da pregiudizi o, peggio, da valutazioni meramente ideologiche.
  La sostenibilità è un concetto a tre dimensioni: la tutela dell'ambiente, lo sviluppo sociale e quello economico.
  Io mi trovo d'accordo con quanto affermato dallo stesso vicepresidente: garantire la sostenibilità della pesca significa investire nella resilienza, nel futuro del settore e dei suoi lavoratori. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Dobbiamo stare nei tempi, perché così non ce la facciamo. La parola al senatore Lorefice del Movimento Cinque Stelle. Prego senatore e mi raccomando i tempi.

  PIETRO LOREFICE. Grazie presidente. Saluto i presidenti delle altre Commissioni e il Commissario. Cercherò di stare nei tempi.
  Alcuni temi sono già stati toccati in maniera chiara e puntuale anche da altri colleghi.
  Al di là della relazione generale del Commissario vorrei andare direttamente sul tema legato al pacchetto clima, in particolare alla direttiva sull'efficientamento energetico degli edifici.
  Come, penso, avrà anche avuto modo di vedere, ci sono dei contrasti sicuramente a livello nazionale con delle visioni politiche differenti, solo che per fortuna, e sottolineo per fortuna, il Parlamento il 14 marzo ha già approvato la direttiva. Pertanto le chiedo la tempistica per far diventare efficace e trasferire ai singoli Stati dell'Unione la direttiva per poi metterla in campo.
  In merito a questa direttiva, oltre a garantire quella che sarà la riduzione degli impatti legati ai singoli edifici, sia pubblici che privati, è emerso in maniera chiara che Pag. 14è uno step che bisogna mantenere, anche come tempistica, anche se il 2030 è abbastanza vicino.
  Siccome è chiaro che le risorse economiche necessarie per raggiungere quegli obiettivi devono essere reperite, io chiedo a lei se è favorevole a quella che è la proposta anche del mio gruppo politico, che facciamo da anni, per l'istituzione di un energy recovery fund, un fondo dedicato a tutti gli Stati chiaramente, per aiutare i singoli Stati a raggiungere gli obiettivi altamente sfidanti legati a questa direttiva.
  Ora passo ad altri temi. Un passaggio veloce lo faccio in merito alla risoluzione del 6 ottobre 2021, che è relativa alla ricostituzione di stock ittici nel Mediterraneo; ci sono già stati dei passaggi abbastanza puntuali.
  Avendo ben chiaro che bisogna coniugare gli obiettivi di tutela degli ecosistemi, salvaguardia e conservazione degli stock ittici, e garantire una giusta gestione alla risorsa pesca, in generale le chiedo rispetto agli obiettivi sfidanti già presenti in questa risoluzione del 2021 qual è lo stato dell'arte, a che punto siamo. Per gli stock legati ai grandi pelagici, in particolare al tonno rosso – perché le quote di tonno rosso, che erano state portate quasi alla soglia dell'estinzione, ora per fortuna con il giusto approccio stanno crescendo – le chiedo una informazione puntuale.
  E ora passo a un altro argomento che è quello legato alla risoluzione del Parlamento, al piano d'azione già previsto in un'altra risoluzione in relazione all'uso di prodotti chimici, all'utilizzo dei test sugli animali.
  Con quella risoluzione si era già preso un impegno con un piano d'azione che porti a eliminare quella pratica, con approcci più legati a una sostituzione sia in campo biomedico che della chimica in generale. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei senatore. La parola al collega Battistoni di Forza Italia.

  FRANCESCO BATTISTONI. Grazie presidente. Un saluto al commissario Sinkevičius.
  Come avrà capito, Commissario, l'Italia tiene molto alla pesca, mi sembra di aver capito che il 90 per cento degli interventi hanno riguardato questo settore.
  Peraltro lei ha un portafoglio importante, contiene deleghe come ambiente e pesca, due responsabilità molto grandi perché devono trovare entrambe un modo per fondersi, avendo come obiettivo la sostenibilità di ogni attività umana all'insegna di un equilibrio tanto sul piano ecologico quanto su quello economico e sociale.
  Senza un ambiente ben gestito non può esserci attività umana in grado di produrre reddito e senza economia non può esserci lavoro, quindi tutto deve necessariamente tenersi assieme in un quadro capace di assicurare benessere e prosperità.
  Tuttavia dopo anni di attesa, di attenta gestione della pesca secondo criteri e condizioni definiti in ambito europeo e internazionale all'insegna della tutela degli stock della biodiversità, sembra che il cammino per la pesca sia appena all'inizio. Agli obiettivi già posti dalla riforma della politica comune della pesca del 2013 vengono aggiunti ora quelli ambientali della protezione del fondale. Per questi nuovi obiettivi si ventila un possibile phasing out di tutti gli strumenti di cattura mobili di fondo entro il 2030 nelle aree marine protette, corrispondenti a tutte le aree Natura 2000, che però devono essere maggiormente estese ma non si sa quanto.
  Il timore di chi lavora nella pesca è che si possa giungere a bandire gli attrezzi mobili di fondo da tutti i mari europei.
  Gli indirizzi forniti dalla Commissione europea con il pacchetto di misure presentato lo scorso 21 febbraio, con lo scopo di migliorare la sostenibilità e la resilienza del settore della pesca e dell'acquacoltura dell'UE, ha fatto registrare da subito la forte opposizione nel settore europeo della pesca. Secondo il dibattito registratosi in occasione del Consiglio dei ministri Agrifish lo scorso 20 marzo, il piano d'azione è apparso subito caratterizzato da un approccio molto radicale facendo temere la chiusura del più importante comparto della pesca europea dal quale proviene la maggiorPag. 15 parte del prodotto venduto nei nostri mercati ittici.
  Temiamo che la decisione di sovrapporre alla politica comune della pesca tempi e target della politica ambientale dell'Unione non giovi al necessario coordinamento tra i due ambiti, rischiando un over-loop tra i vari piani di lavoro che finisce per indebolire ciò che di buono è stato fatto sin qui. Questo fatto espone l'azione politica e di Governo ad ogni livello ad inevitabile forma di resistenza e di pressione in un senso e nell'altro.
  Il settore della pesca presenta numerose debolezze, alcune strutturali, altre congiunturali. È un settore con un turn over del tutto insufficiente, con una politica strutturale che non consente interventi per il rinnovo della flotta e che conta un'età media di oltre trent'anni con tutto ciò che questo comporta in termini di maggiori consumi, scarsa sicurezza in mare e difficoltà di conseguire gli obiettivi di riduzione di CO2, non potendo contare sul sostegno finanziario a carico del FEAMPA 2020-2027.
  In tale contesto vorrei capire meglio se su tale delicata questione sia già in corso un dibattito e quali sono gli orientamenti che si intendono intraprendere.
  Anche noi vorremmo chiarimenti sulla tematica, importante per il nostro Paese, degli allevamenti intensivi che costituiscono la spina dorsale del nostro sistema agroalimentare. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei collega Battistoni. La parola alla senatrice Fregolent. Prego.

  SILVIA FREGOLENT. Grazie signor presidente. Ringrazio il Commissario.
  Tutti noi siamo favorevoli alla transizione ecologica che deve essere concepita come nuova transizione industriale. Quello che però ci appare debole rispetto ad altri Paesi, come sta avvenendo invece negli Stati Uniti e nella Cina, è che non ci sono adeguati supporti alla politica industriale per una nuova politica ecologica, ossia le risorse, se e quando la Commissione prevederà appunto una nuova strategia industriale da accompagnare alla strategia di transizione ecologica.
  Inoltre, per quanto riguarda il nuovo regolamento degli imballaggi, come lei sa Commissario, l'Italia è leader del riuso e del riciclo delle materie prime e seconde. Noi abbiamo già ottenuto gli obiettivi che la direttiva prevede dal 2025-2030, ma questa nostra priorità non sembra essere colta in questo regolamento perché non c'è nulla che differenzi appunto la complementarietà tra riuso e riciclo, da una parte, e tra riciclo meccanico e riciclo organico che diventerà obbligatorio in tutta Europa nel prossimo anno.
  Ritengo che le plastiche biodegradabili e compostabili possono dare un grande contributo al riciclo organico, come il modello italiano dimostra; in tale quadro vorrei quindi comprendere come mai non è stato previsto, nel nuovo regolamento, questo punto e se al riguardo non servirebbe un maggiore approfondimento.
  Tutti noi siamo consapevoli che la plastica, così come l'abbiamo conosciuta durante il boom economico degli anni Sessanta non è più sostenibile, però vorrei porre una domanda che non vuole essere provocatoria.
  Rispetto alle forchettine in legno di bambù che arrivano dal Vietnam e che sono trattate chimicamente, che quindi sono certamente nocive per la salute dell'uomo, una forchetta di plastica, oggi, grazie a tutti gli strumenti meccanici previsti per il suo riciclo, forse risulta meno dannosa: noi rischiamo di uccidere un settore industriale, magari a favore di esportazioni straniere, senza garantire la medesima tutela alla salute umana che forse nelle nostre intenzioni abbiamo a cuore. Quindi mi chiedo se tu tale aspetto non bisogna rivedere quel regolamento che forse non è così attento alle politiche industriali che ci sono nei singoli Paesi, rischiando di determinare veramente una desertificazione produttiva grave. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie senatrice. Cedo ora la parola al collega Bonelli del gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra. Prego.

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  ANGELO BONELLI. Grazie presidente e buonasera signor Commissario. Io le farò tre domande sintetiche, così recuperiamo il tempo a disposizione.
  Come avrà capito siamo tutti favorevoli alla transizione ecologica ma in realtà siamo tutti contrari alla transizione ecologica; o meglio quasi tutti contrari alla transizione tecnologica. Detto questo, la prima domanda.
  Il Governo italiano sta improntando la strategia energetica che vuole trasformare, in particolar modo il sud Italia, in un HUB del gas, per vendere all'Europa il gas proveniente dal Nordafrica. Ora io le chiedo come valuta questa scelta che difficilmente porterà, dal nostro punto di vista, l'Italia a rispettare gli obiettivi climatici e in particolar modo quelli in materia energetica sulle rinnovabili da qui al 2030.
  Seconda questione. Prima è stata citata la direttiva EPBD relativa all'efficienza energetica degli edifici: al riguardo vorrei comprendere quali misure economiche la Commissione europea prevede di mettere in campo per accompagnare questa misura importante; anche perché la informo – e una sua parola sarebbe importante da questo punto di vista per rassicurare, uso questo verbo volutamente – che l'opinione pubblica italiana è molto allarmata perché la maggioranza di Governo ritiene che questa direttiva rappresenti una tassa contro gli italiani.
  In realtà a me risulta che la citata direttiva è un obbligo del Governo e che non c'è nessuna sanzione sui cittadini, però sarebbe importante una sua parola perché lei è l'autorità principe per chiarire questo aspetto.
  Terza questione: lei sa che lo stabilimento ex Ilva di Taranto è uno dei luoghi più inquinati su cui ci sono procedure di infrazione e una condanna della Corte di giustizia. Allo stato attuale ci sono 39 prescrizioni previste nell'ambito dell'autorizzazione ambientale che non sono rispettate per le quali la società richiedente ha chiesto 39 proroghe.
  Si tratta di proroghe che riguardano anche i meccanismi di antincendio sulle cokerie, in più lei saprà che il Governo italiano e la maggioranza ha approvato un decreto, convertito in legge, che garantisce l'immunità penale a chi viola la legislazione ambientale e sanitaria.
  Su tale delicata questione noi stiamo per inviare alla Commissione un ricorso, ma sarei interessato a conoscere da questo punto di vista, una sua valutazione. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie collega Bonelli. Abbiamo terminato il primo giro di interventi. Proseguiamo dunque con l'intervento del collega Candiani. Prego.

  STEFANO CANDIANI. Signor Commissario noi apprezziamo molto la sua presenza e lo facciamo ovviamente ponendoci delle domande e ponendo anche a lei delle domande, che non sono solo pro forma ma sono sostanziali.
  Noi stiamo approfondendo in questo momento, nella Commissione politiche dell'Unione europea della Camera dei deputati, la proposta di regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio e nelle audizioni che si sono tenute emergono delle perplessità. Una di queste, a mio avviso meritoria di attenzione perché in termini di principio, mette in evidenza che noi rischiamo, facendo politiche e regolamentazione interna, di trascurare il fatto che ci obblighiamo a delle regole che poi non vengono applicate nel resto del pianeta con un rischio reale. Se non si prevedono le stesse regole in alcune produzioni, in Europa non si faranno più alcune produzioni, con la conseguenza che le stesse produzioni fatte all'esterno dell'Europa senza seguire le stesse regole e gli stessi vincoli ambientali entreranno nel mercato europeo. Sono molto esplicito, se un determinato prodotto viene prodotto in Europa deve rispettare un certo tipo di prescrizioni in termini di rispetto dell'ambiente o di rispetto del diritto del lavoro o in generale regole molto precise.
  Se lo stesso prodotto non lo produco più ma lo acquisto poi in Cina, e lì come sappiamo non vigono gli stessi obblighi in termini di diritto del lavoro e di tutela Pag. 17dell'ambiente, avremo, a mio giudizio, un doppio danno. Ovvero un danno sul piano economico, limitando le nostre produzioni e non migliorando la qualità dell'ambiente a cui le regole dovrebbero essere preposte. Questa è una considerazione importante che dovrebbe rientrare nel dibattito.
  Un'ulteriore questione che vorrei porre in conclusione riguarda la sostenibilità delle scelte in termini di tutela dell'ambiente che debbono essere commisurate, a nostro avviso, anche in termini di proporzionalità e sussidiarietà per quanto riguarda, ricordiamocelo, la salute, l'igiene e certamente anche l'ambiente.
  Vede signor Commissario lei ha davanti a sé due bicchieri, uno in vetro cristallo e l'altro invece monouso, confezionato. Io non ho dubbi che lei in questo momento, se dovesse versarsi dell'acqua sceglierebbe quello scintillante, riutilizzabile di cristallo. Ma se fossimo nel 2020, nel mezzo della pandemia Covid, non ho dubbi che lei sceglierebbe il monouso confezionato. Nell'applicare la normativa occorre fare attenzione a non dimenticarci che abbiamo fatto un'esperienza in termini di necessità, non di imballaggio per confezionare in maniera più decorosa gli oggetti, ma per tutelare la salute delle persone. Se rinunciamo a questi presìdi in maniera scriteriata e senza tenere un equilibrio potremmo trovarci nuovamente, in futuro, in condizioni di grande fragilità. Attenzione agli approcci ideologici che non tengono conto dell'esperienza fatta in questi ultimi anni durante il dramma del Covid.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Candiani. La parola al deputato Lampis, deputato del gruppo di Fratelli d'Italia.

  GIANNI LAMPIS. Grazie presidente. Anche noi ci uniamo ai ringraziamenti per la presenza del signor Commissario in questa sede.
  Io mi limiterò a fare una sola considerazione generale, poi mi permetterò invece di rivolgere una domanda al Commissario stesso.
  La considerazione generale è che noi riteniamo che le politiche ambientali, quindi anche le deleghe che oggi il Commissario ha l'onere e l'onore di esercitare nel suo impegno quotidiano, siano la più grande opportunità di questa fase di ripartenza post pandemica.
  È importante sottolineare la parola opportunità perché troppo spesso le politiche ambientali vengono viste, in ambito comunitario, come imposizione e quindi sarebbe un peccato sprecare questa opportunità che abbiamo, a livello internazionale, ma soprattutto a livello comunitario. Per poter cogliere nel segno le opportunità è importante dare un ruolo all'uomo e alle sue attività, protagonisti e non spettatori di questo processo, di questa nuova rivoluzione culturale quindi anche ambientale.
  Detto questo, come qualcuno ha già fatto nei suoi interventi, anche io vorrei rivolgere la mia attenzione sulla normativa che peraltro in questi giorni stiamo affrontando anche in sede parlamentare, che riguarda gli imballaggi.
  A questo proposito vorrei chiederle se considera gli obiettivi ambientali raggiunti dall'Italia sotto il profilo dell'economia circolare e dell'uso efficiente delle risorse soddisfacenti e se possano anche essere presi da esempio in ambito europeo anziché essere, in questo momento soprattutto, fortemente messi in discussione dalla disciplina comunitaria come nel caso proprio degli imballaggi.
  È già stato detto che in Italia abbiamo una nota capacità tecnica, ma anche un'innovazione a livello di macchinari, che ci ha consentito di raggiungere importanti traguardi e prestigiosi risultati. Questa capacità tecnica e questa nostra innovazione ha consentito i risultati sia a monte, nella realizzazione degli imballaggi, che a valle nella fase stessa del riciclo. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Lampis. La parola al senatore Michele Fina del Partito Democratico. Prego senatore.

  MICHELE FINA. Grazie presidente. Grazie Commissario. Le sue parole sull'importanza del Green Deal sono state chiare.Pag. 18
  Ora c'è un dibattito in Italia e in Europa sulle contraddizioni che genera la transizione ecologica e che ovviamente mettono anche in questione l'economia e i sistemi produttivi.
  Ora, di fronte a queste contraddizioni ci sono due atteggiamenti. Un atteggiamento è quello di rallentare e rinviare, un altro atteggiamento è quello invece di governare queste contraddizioni e accompagnarle. Il collega Simiani, ad esempio, ha citato, in relazione alla pandemia, il modello SURE che ha consentito appunto di accompagnare una fase difficile per le lavoratrici e i lavoratori. Vorrei chiedere a lei, e naturalmente alla Commissione, a quale di queste due visioni aderisce.
  La seconda e ultima domanda è questa. Il Next Generation EU e quello che per noi ne è la traduzione nazionale, ossia il PNRR, rappresenta il più grande piano di investimenti e trasformazione del nostro tempo. Il 37 per cento di questo investimento è per la transizione ecologica. Ora, nel nostro Paese sono a rischio le prossime due tranche, per un totale di 35 miliardi solo le prossime due tranche, per ritardi.
  Entro il 31 marzo bisognerà attuare 12 interventi, nessuno di questi è completato per ora, 3 sono a buon punto, 9 invece non sono nemmeno a buon punto; 5 di questi riguardano proprio la transizione ecologica e segnatamente l'idrogeno. Ora le chiedo, che atteggiamento pensa debbano avere i Paesi rispetto agli impegni e alle scadenze per ricevere questi fondi, in particolare per le sue competenze, poiché alcuni di questi impegni attengono proprio alla trasformazione ecologica dell'economia. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie senatore. Do la parola alla collega L'Abbate che è collegata da remoto. Raccomando di rispettare i tempi così da poter consentire al Commissario una breve replica. Prego.

  PATTY L'ABBATE, intervento in videoconferenza. Ringrazio il Commissario per la sua relazione che ci trova molto d'accordo e ci auguriamo che appunto la sua visione sia quella di non perdere più tempo e andare direttamente alle azioni di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico.
  La mia prima domanda riguarda l'economia circolare. Vorrei sapere che cosa intendete fare per la problematica italiana della nostra materia prima seconda, che viene appunto venduta anche in Europa, ma in Europa trova delle difficoltà perché c'è un vuoto normativo e quello che per noi non è più un rifiuto, ma appunto in materia prima seconda, per voi viene vista un rifiuto in alcuni Stati. Quindi abbiamo una seria problematica per le imprese italiane, che sono virtuose appunto, nel riciclare tutto quello che è possibile. Parliamo di carta e parliamo anche di altri elementi.
  Un altro punto, che ripetiamo sempre, è che le imprese italiane sono anche un fiore all'occhiello per quanto riguarda le bioplastiche biodegradabili e compostabili, e riteniamo che queste devono essere prese in considerazione in quanto stiamo parlando appunto di transizione ecologica; perché sicuramente è meglio utilizzare un prodotto italiano nelle nostre imprese e non far arrivare una materia prima da un altro posto, con quello che può essere lo zaino di emissioni di CO2 che porta con sé il trasporto.
  Un altro punto. Per quanto riguarda il regolamento sugli imballaggi noi concordiamo con il regolamento perché è necessario oltre al riciclo, che in Italia ha avuto uno sviluppo molto forte, anche portare avanti il riuso, perché sappiamo che il riuso per l'economia circolare dà un valore d'uso ai nuovi beni più elevato.
  Occorre creare un mercato di riuso di prodotti a livello europeo che sarebbe un'ottima cosa, chiaramente bisogna dialogare anche con le imprese che fanno produzione. Ecco, sul punto vorrei conoscere le sue valutazioni.
  Un altro punto. Quando parliamo di decarbonizzazione siamo chiaramente per l'elettrico, le fonti rinnovabili, l'eliminazione degli sprechi, ma per quanto riguarda gli E-fuel e i biofuel vogliamo ricordare che gli E-fuel – ahimè se guardiamo la valutazione Pag. 19degli impatti, del ciclo di vita degli E-fuel – occorre ricordare che viene utilizzata un bel po' di energia e quindi non sono proprio a basso impatto ambientale. Per quanto riguarda il biofuel ricordiamo, come lei stesso ha detto, che la sovranità alimentare deve essere posta in primo piano, quindi tutto ciò che può venire dalla bio-economia deve servire appunto per il settore alimentare, ma tutti gli scarti e gli sprechi possiamo utilizzarli per il biofuel.
  Un ultimo punto: che cosa intende fare la Commissione europea per arginare la problematica creata da una modifica ad una legge sulla caccia italiana, in quanto ora in Italia è possibile cacciare tutti gli animali selvatici, tutto l'anno, anche in aree urbane, periurbane, compresi i parchi cittadini. Quindi si renderà conto anche lei della contraddizione con altre leggi vigenti. Grazie.

  PRESIDENTE. Do quindi la parola al Commissario europeo Sinkevičius per una breve replica, considerato che ha un appuntamento con i Ministri a brevissimo, fra qualche minuto.
  Proveremo ad individuare un'ulteriore data nelle prossime settimane, anche prevedendo un'audizione in videoconferenza, per approfondire alcune delle domande che altrimenti non potranno trovare risposta nella seduta odierna. Prego, Commissario.

  VIRGINIJUS SINKEVIČIUS, Commissario europeo per l'Ambiente, gli oceani e la pesca. Grazie mille delle vostre domande. Mi dispiace sapere di non avere più molto tempo a disposizione per rispondere a tutte le vostre domande, in particolare a quelle che fanno riferimento alle ideologie. Mi piacerebbe approfondire con voi anche la questione del processo decisionale dell'UE: intanto posso dire che quando arriva una proposta dalla Commissione, la decisione viene assunta dai 27 Stati membri e dal Parlamento europeo. Non so se si possa parlare di una vera e propria ideologia. Probabilmente posso dire che al momento il principio che ci guida è «salvare il nostro futuro, salvare il nostro pianeta» e questo principio è trasversale e condiviso da tutti gli schieramenti politici.
  Poiché ci restano solo pochi minuti, cercherò di affrontare alcune delle questioni più importanti, che sono emerse in diversi interventi dei membri delle Commissioni e quindi presumo che siano ritenute più significative.
  Per quanto riguarda la direttiva sulle emissioni industriali e l'agricoltura e il peso sull'agricoltura creato da questa direttiva, prima di tutto è importante dire che il campo di applicazione non riguarda tanto i piccoli allevamenti, quanto poche e grandissime aziende agricole. Il dibattito riguarda, sì, le unità animali, ma si parla anche della grandezza delle aziende.
  Però, come vi dicevo, il piano industriale non coprirà i piccoli allevamenti, che saranno oggetto di un altro tipo di copertura. La nostra valutazione d'impatto mostra che il costo per queste grandi imprese arriverà a 2.000-2.400 euro all'anno, ma c'è la possibilità per gli Stati membri di coprire in qualche modo queste spese con fondi strategici provenienti dalla politica agricola comune, soprattutto se queste imprese agricole cominciano a portarsi avanti col lavoro. Il provvedimento legislativo dovrebbe entrare in vigore nel 2029, quindi non credo che le prospettive siano poi così tragiche.
  Tornando alla pesca, io capisco perfettamente che sia molto importante e vi ringrazio per aver menzionato questo tema così tante volte e con questa gravità.
  Ovviamente sono molto delicati gli equilibri che riguardano un'attività economica che dipende direttamente dalla natura e dagli ecosistemi, per cui è difficile fare previsioni. Se un ecosistema non è in buone condizioni di salute e, ad esempio, non riesce a fornire pesci, allora non si pesca.
  Lo stesso vale per le siccità, che hanno un impatto diretto sugli agricoltori, con tutto il rispetto per il loro duro lavoro.
  Il pacchetto sugli oceani e la pesca che noi proponiamo non bandisce né proibisce la pesca a strascico. Quello che chiediamo agli Stati membri è di definire un piano, nel prossimo anno o anno e mezzo, che presenti una traiettoria verso il 2030. Noi abbiamo diverse aree marine protette, Pag. 20con diversi tipi di protezioni. Alcune aree marine proteggono il fondo marino, per cui in questi casi è estremamente importante assicurare che le attività di pesca di fondo siano limitate. Inoltre le attività di pesca a strascico consumano grandi quantità di carburante. La pesca dipende fortemente dal gasolio marino e questa è una dipendenza pericolosa. Occorre trovare una soluzione. Rilevo che tra i pescatori esiste già una tendenza molto positiva, che prevede una formazione speciale per gli skipper o cambiamenti delle tecniche di pesca, in modo da ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Il pacchetto sugli oceani verte proprio su questo: riguarda allo stesso tempo la pesca, i pescatori, la redditività e il loro ecosistema, perché gli uni dipendono dagli altri e i pescatori lo capiscono molto bene.
  La questione del Mediterraneo è stata sollevata diverse volte e mi avete chiesto perché per il Mediterraneo c'è una riduzione così drastica ogni anno. Io posso solo ricordare che il Mediterraneo non rientra nella «resa massimo sostenibile» (MSY), nella tassazione e nelle quote stabilite ogni anno. Prima dell'inizio del mio mandato esisteva un primo Piano d'azione per il Mediterraneo, che ora stiamo attuando tutti insieme, con gli Stati membri del Mediterraneo occidentale, e vedremo come si svilupperà questo programma, cercheremo di capire quali saranno i passi successivi.
  Però credo che nel settore della pesca dobbiamo affrontare questioni importanti: innanzitutto il degrado degli ecosistemi e in secondo luogo il rinnovo generazionale. Una professione nobile come quella del pescatore non attrae i giovani, quindi dobbiamo assicurare il rinnovo. In terzo luogo cito la dipendenza dai combustibili fossili.
  Passo agli imballaggi, anche questi menzionati più volte: in primo luogo desidero riconoscere il grande lavoro che è stato compiuto rispetto al confezionamento verde. È stato compiuto un grande lavoro e sono pienamente d'accordo. Tuttavia, la direttiva non ha raggiunto il suo obiettivo: il riciclo aumenta, però è vero che anche gli sprechi aumentano per cui noi dobbiamo trovare misure per riuscire a evitare l'eccesso di confezionamenti, l'eccesso di imballaggi. Una soluzione potrebbe in qualche modo risolvere entrambi i problemi, per cui, secondo le nostre stime, con obiettivi di riutilizzabilità pienamente attuati, il riciclo in Europa aumenterebbe, passando da 51 a 54 milioni di tonnellate all'anno. C'è abbastanza spazio per il riciclo e per gli operatori del riciclo, perché il riciclo è importantissimo, ma da solo non basta. Non possiamo essere così ingenui da pensare che possiamo solo riciclare. Prima di tutto bisogna prevenire lo spreco.
  Prima di arrivare qui oggi, ho iniziato la mia visita andando a Malagrotta, la discarica qui vicino a Roma. Praticamente si sta in piedi su un cumulo di rifiuti alto 8 metri: strati su strati di rifiuti. E dobbiamo evitare esempi del genere, ovvero pile di rifiuti che aumentano costantemente e che non riusciamo a gestire. Noi dobbiamo prendere in considerazione misure ad ampio spettro. Quindi la riciclabilità e l'attuazione di un sistema nazionale che ha prodotto i suoi risultati come in Italia, sono obiettivi rispettabili che non saranno inficiati dalla nuova legislazione. Ma dobbiamo introdurre anche ulteriori misure.
  Per terminare, perché ci sono state tante altre domande a cui risponderò per iscritto, la questione dei lupi è importante per le regioni montane. L'Italia è uno dei luoghi dove le deroghe alla direttiva «Habitat» sono molto utilizzate. Conosco le sfide delle regioni montane, alcune delle misure non sono utilizzate a dovere, ma la deroga è utilizzata e noi vi incoraggiamo a continuare a utilizzarla per quanto riguarda, ad esempio, l'habitat degli uccelli e i grandi carnivori.
  Mi fermo qui. Vedo che avremmo bisogno di una seconda sessione con un po' più di tempo; mi dispiace avere questo appuntamento incombente con i Ministri e poi stasera volerò a Milano, però vi ringrazio per oggi. È stato importante incontrarvi personalmente e sentire quello che avete da dire, perché ovviamente tutte Pag. 21le proposte della Commissione hanno sopra il mio nome. Io credo in queste proposte e ritengo che possiamo fare progressi significativi combinando insieme misure nazionali che tengono conto delle peculiarità che contraddistinguono ogni Paese e le flessibilità che tutti voi avete segnalato come importanti.

  PRESIDENTE. Ringrazio i presidenti della 4a Commissione del Senato e della XIV Commissione della Camera, i senatori e i deputati e naturalmente il Commissario europeo Virginijus Sinkevičius per il suo intervento e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.30.