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XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 39 di Venerdì 22 marzo 2024

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Colosimo Chiara , Presidente ... 3 

Audizione di Andrea De Gennaro, Comandante generale della Guardia di finanza:
Colosimo Chiara , Presidente ... 3 
Gasparri Maurizio  ... 3 
Colosimo Chiara , Presidente ... 3 
Gasparri Maurizio  ... 3 
Colosimo Chiara , Presidente ... 3 
Gasparri Maurizio  ... 3 
Colosimo Chiara , Presidente ... 3 
Verini Walter  ... 4 
Colosimo Chiara , Presidente ... 4 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 4 
Colosimo Chiara , Presidente ... 16 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 16 
Colosimo Chiara , Presidente ... 16 
D'Attis Mauro (FI-PPE)  ... 16 
Colosimo Chiara , Presidente ... 17 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 18 
Colosimo Chiara , Presidente ... 18 
Congedo Saverio (FDI)  ... 18 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 19 
Colosimo Chiara , Presidente ... 19 
Pittalis Pietro (FI-PPE)  ... 19 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 20 
Colosimo Chiara , Presidente ... 20 
Pittalis Pietro (FI-PPE)  ... 20 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 20 
Pittalis Pietro (FI-PPE)  ... 21 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 21 
Pittalis Pietro (FI-PPE)  ... 21 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 21 
Pittalis Pietro (FI-PPE)  ... 21 
Colosimo Chiara , Presidente ... 21 
Cantalamessa Gianluca  ... 21 
Scarpinato Roberto Maria Ferdinando  ... 21 
Colosimo Chiara , Presidente ... 21 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 21 
D'Attis Mauro (FI-PPE)  ... 22 
Colosimo Chiara , Presidente ... 22 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 22 
Colosimo Chiara , Presidente ... 22 
Scarpinato Roberto Maria Ferdinando  ... 22 
Colosimo Chiara , Presidente ... 22 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 23 
Scarpinato Roberto Maria Ferdinando  ... 23 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 23 
Scarpinato Roberto Maria Ferdinando  ... 23 
Colosimo Chiara , Presidente ... 23 
Scarpinato Roberto Maria Ferdinando  ... 23 
Colosimo Chiara , Presidente ... 23 
Verini Walter  ... 24 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 24 
Verini Walter  ... 25 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 25 
Colosimo Chiara , Presidente ... 25 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 25 
Colosimo Chiara , Presidente ... 25 
Zanettin Pierantonio  ... 25 
Colosimo Chiara , Presidente ... 26 
Zanettin Pierantonio  ... 26 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 26 
Colosimo Chiara , Presidente ... 27 
Ascari Stefania (M5S)  ... 27 
Colosimo Chiara , Presidente ... 27 
Bicchielli Pino (NM(N-C-U-I)-M)  ... 27 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 27 
Bicchielli Pino (NM(N-C-U-I)-M)  ... 28 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 28 
Colosimo Chiara , Presidente ... 28 
Ascari Stefania (M5S)  ... 28 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 28 
Colosimo Chiara , Presidente ... 28 
Gubitosa Michele (M5S)  ... 28 
Colosimo Chiara , Presidente ... 28 
Gubitosa Michele (M5S)  ... 28 
Colosimo Chiara , Presidente ... 28 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 28 
Gubitosa Michele (M5S)  ... 29 
Colosimo Chiara , Presidente ... 29 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 29 
Colosimo Chiara , Presidente ... 29 
Gubitosa Michele (M5S)  ... 29 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 29 
Colosimo Chiara , Presidente ... 29 
Sisler Sandro  ... 29 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 30 
Sisler Sandro  ... 30 
De Gennaro Andrea , Comandante generale della Guardia di finanza ... 30 
Colosimo Chiara , Presidente ... 31

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
CHIARA COLOSIMO

  La seduta comincia alle 10.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

Audizione di Andrea De Gennaro, Comandante generale della Guardia di finanza.

  PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Avverto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite impianto audiovisivo a circuito chiuso nonché via streaming sulla web-tv della Camera. L'ordine del giorno reca l'audizione del generale di Corpo d'armata Andrea De Gennaro, Comandante generale della Guardia di finanza, accompagnato dal generale di brigata Luigi Vinciguerra, capo del terzo Reparto-Operazioni del Comando generale a cui do il benvenuto. Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione. I lavori potranno proseguire in forma segreta a richiesta dell'audito o dei colleghi e in tal caso non sarà più consentita la partecipazione da remoto e verrà interrotta la trasmissione via streaming sulla web-tv.

  MAURIZIO GASPARRI. Chiedo di intervenire sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Se l'ordine dei lavori non è attinente alla relazione del Comandante generale, prima procediamo con la relazione e poi con l'ordine dei lavori.

  MAURIZIO GASPARRI. È attinente, si tratta di un problema preliminare.

  PRESIDENTE. Prego senatore Gasparri.

  MAURIZIO GASPARRI. Voglio porre il problema della partecipazione a questi lavori del deputato Cafiero De Raho che, dopo tutte le affermazioni fatte dal dottor Laudati e da molti, appare in palese conflitto di interesse per avere svolto la funzione di Procuratore nazionale antimafia. Il dottor Laudati in varie testimonianze e vicende riportate dalla stampa, fonti aperte, dimostra una stretta connessione tra alcuni fatti che si sono verificati e di cui la Commissione si sta occupando e anche nei rapporti con Striano che sono stati negati, ma da atti giudiziari risulta aver agito nella DIA di Reggio Calabria, in inchieste condotte dalla procura allora diretta dal dottor Cafiero De Raho. Quindi c'è un palese conflitto di interesse che non può essere ignorato, poi ognuno farà quello che vuole, ma io intendo dire questa cosa perché resti a verbale. Avendolo detto all'esterno, per coerenza, lo dico nel luogo dove questo conflitto di interesse è evidente ed è clamoroso e non può essere sottaciuto.

  PRESIDENTE. Grazie senatore. In sede di ufficio di presidenza questo fatto è già stato affrontato. Non c'è alcuno strumento che riguarda questa Commissione che presiedo che possa dire o meno a un membro della stessa se possa o non possa partecipare e quindi, fermo restando le legittime Pag. 4valutazioni di tutti, non ho poteri sul tema. Prego senatore Verini.

  WALTER VERINI. Purtroppo, noi non abbiamo chiesto la parola sull'ordine dei lavori, ma è stata chiesta da altri. Come ha detto correttamente lei, presidente, ne abbiamo già discusso. La mia e la nostra opinione è che l'onorevole Cafiero De Raho ha tutta l'esperienza, l'autorevolezza, la trasparenza per decidere in piena autonomia come essere più utile ai lavori della Commissione antimafia e sarà lui, da parlamentare – perché ricordo che è un parlamentare – che a suo tempo e per lunghi anni ha combattuto le mafie, a decidere queste cose. Non ci possono essere modalità d'imperio: sarebbe violare le prerogative dei parlamentari. Ce n'è una e la dico: forse un'ispezione e un accesso che il Ministro dell'interno Piantedosi potrebbe stabilire nei confronti di questa Commissione, come ha fatto per il comune di Bari.

  PRESIDENTE. Senatore, la prego, non mettiamo altri temi che nulla c'entrano con questa audizione. Rispondo io perché presiedo io. Colleghi per favore, silenzio, sto rispondendo io. Poi passiamo a quello che dobbiamo fare. Senatore, avevo già risposto io sulla presenza o meno del vicepresidente Cafiero De Raho. Se invece vogliamo aprire ad altri temi, sono costretta a ricordare – come ho potuto dire ieri – che dal 2016 ad oggi ci sono stati 136 accessi nei comuni che spesso sono seguiti allo scioglimento di una società, o, come in questo caso, a un'ordinanza del tribunale di prevenzione di Bari di mettere la società sotto amministrazione giudiziaria. Cerchiamo quindi, almeno noi, di essere attinenti al tema. Chiedo scusa al Comandante generale per questi richiami all'ordine dei lavori e torniamo al tema dell'audizione. Il tema dell'audizione riguarda innanzitutto il filone che è stato aperto a seguito dell'audizione del Procuratore nazionale Giovanni Melillo e del Procuratore di Perugia Cantone su quello che è accaduto in un determinato periodo all'interno della DNAA con l'accesso sospetto ad alcuni servizi di controllo. Per questo il generale è qui, per aiutarci a capire come funzionano i meccanismi e che cosa la Guardia di finanza ha fatto allora e in questo tempo. Riprendiamo le fila del lavoro e do la parola al generale De Gennaro che voglio ringraziare per la sua cortesia e per la sua disponibilità.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Presidente grazie, signori deputati e signori senatori, grazie per questa occasione che ci è stata fornita per dare alcune precisazioni e fare alcune osservazioni sulle modalità del funzionamento, per quanto riguarda la Guardia di finanza, del sistema di prevenzione del riciclaggio.
  In premessa, e molto brevemente, vorrei solo ricordare che cos'è la Guardia di finanza. Una forza di polizia a ordinamento militare con competenza generale su tutti gli aspetti della polizia economica e finanziaria. Essa rappresenta un unicum a livello dell'Unione europea e anche a livello internazionale tra le istituzioni e le forze di polizia.
  Il mio intervento sarà articolato su cinque parti, il più possibile contenute come tempi. Innanzitutto vorrei fare un quadro del contesto generale del fenomeno del riciclaggio dei capitali illeciti per comprendere con maggiore chiarezza quali sono state le ragioni che a livello internazionale e dell'Unione europea hanno portato alla identificazione e alla costituzione di un sistema di prevenzione del riciclaggio e più avanti del finanziamento del terrorismo. In secondo luogo, cercherò di delineare i principi base dell'impianto antiriciclaggio nazionale e di tutte le diverse autorità coinvolte in questo sistema, facendo un focus più approfondito ovviamente sul tema delle segnalazioni di operazioni sospette che è il tema che è diventato più rilevante in questo contesto. Successivamente illustrerò il ruolo della Guardia di finanza nel settore, soffermando l'attenzione in particolare sulle attribuzioni riconosciute al Corpo in materia di antiriciclaggio e di finanziamento del terrorismo e sulla struttura organizzativa e operativa che abbiamo attuato in questo settore. Saranno quindi evidenziate le metodologie adottate dalla Guardia di Pag. 5finanza ai fini dell'analisi e dello sviluppo investigativo delle segnalazioni di operazioni sospette e sui rapporti di collaborazione con gli altri attori istituzionali e, in particolare, con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. La quarta parte sarà dedicata al tema delle banche dati, dal cui corretto utilizzo i militari del Corpo acquisiscono un fondamentale bagaglio informativo utile per contrastare efficacemente qualunque illecito di natura economico-finanziaria. Cercherò quindi di fornire un quadro quanto più esaustivo possibile sui sistemi di abilitazione, sulle procedure di controllo e sugli accorgimenti adottati per tutelare la riservatezza dei dati e delle informazioni contenute a tutela non solo del segreto investigativo e del segreto di ufficio, ma anche della privacy dei cittadini, direi soprattutto della privacy dei cittadini. L'ultima parte riguarderà le misure organizzative che abbiamo più di recente posto in essere per consolidare ulteriormente i presidi di riservatezza dei dati e delle informazioni.
  Parto dal primo dei punti indicati e ritengo utile fornire qualche dato di contesto da cui emerge la consapevolezza dell'importanza su scala globale di dotarsi di un robusto sistema antiriciclaggio costituito sia da presidi penali sia da presidi di prevenzione. Stime internazionali del Fondo monetario internazionale ci dicono che i proventi riciclati a livello mondiale si attesterebbero ogni anno in un intervallo compreso tra il 2 e il 5 per cento del PIL mondiale. In altre parole, se prendiamo a riferimento il PIL mondiale del 2021, che è stimato in circa 96 mila miliardi di dollari, l'industria del riciclaggio produce ogni giorno 5 miliardi di dollari e qualcosa in più. Sono valori molto significativi a cui possono aggiungersi altri dati che mettono in risalto l'ingente flusso di capitali potenzialmente frutto di attività illecite da reimmettere nel circuito dell'economia globale. Cito ad esempio il valore di capitalizzazione del mondo delle cripto-valute a livello internazionale che nei primi giorni di marzo ha superato 2700 miliardi di dollari. Lo stock di ricchezza finanziaria off shore, secondo le stime del Global tax evasion report del 2024, registra una crescita costante e nel 2022 ha raggiunto una cifra di 12000 miliardi di dollari che è il 12 per cento del PIL mondiale. In altre parole siamo di fronte a una dimensione di flussi illeciti di tale rilevanza sistemica che hanno suggerito a livello internazionale, alla fine degli anni Ottanta, di affiancare alla repressione penale una coordinata azione di prevenzione, basata sulla collaborazione di soggetti privati, banche, intermediari finanziari, e poi vedremo chi altri, che, grazie al contatto diretto con i clienti, sono in grado di intercettare in via anticipata passaggi anomali di denaro dall'economia criminale all'economia legale. Un ruolo di fondamentale importanza è stato svolto ed è svolto dal Gruppo di azione finanziaria internazionale (GAFI) costituito nel corso di un vertice G7 a Parigi nel 1989. Attualmente comprende circa 200 Paesi. Questo organismo nel tempo ha sviluppato la tematica del riciclaggio nella sua globalità, stabilendo regole e indirizzi comuni che sono comunemente denominate «raccomandazioni» ed estendendo la sua competenza all'inizio degli anni Duemila, dopo il l'attentato alle Torri Gemelle, anche al finanziamento del terrorismo. Sulla base delle raccomandazioni del GAFI l'Unione europea, nell'arco di un trentennio, è intervenuta con ben cinque direttive che hanno posto le basi per la creazione nei Paesi membri dell'Unione di apparati antiriciclaggio sempre più armonici e collaborativi, con il coinvolgimento crescente di un numero di operatori appartenenti a un ampio spettro di settori. Attualmente è in fase di approvazione un pacchetto organico di proposte legislative presentate dalla Commissione europea nel luglio del 2021 destinato a consolidare e a rafforzare il sistema antiriciclaggio dell'Unione. Quando parlo di antiriciclaggio ovviamente intendo anche il contrasto al finanziamento del terrorismo. Si tratta dell'Anti money laundering/package che è articolato in più provvedimenti ed è in via di definizione e di approvazione.
  L'ordinamento italiano in materia di antiriciclaggio si è evoluto in coerenza con questi standard internazionali e la cornice di riferimento è il decreto legislativo n. 231 Pag. 6del novembre 2007. Questo decreto legislativo ha recepito le ultime tre direttive della produzione normativa dell'Unione: un sistema di prevenzione nazionale considerato, sulla base delle valutazioni che periodicamente vengono effettuate dal GAFI, tra i più efficienti ed efficaci e, come ha sottolineato in questa sede il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, guardato con rispetto e ammirazione da tutto il mondo. Il sistema si basa in sintesi sulla collaborazione tra soggetti privati, autorità amministrative, organi investigativi e autorità giudiziaria, promossa dal Ministero dell'economia e delle finanze, che è responsabile, attraverso il Comitato di sicurezza finanziaria, delle politiche di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento di terrorismo. Parliamo sempre di prevenzione di questi fenomeni, mentre la repressione è affidata all'autorità giudiziaria. La vigente disciplina pone a carico di determinati soggetti privati alcuni fondamentali obblighi di cooperazione attiva, l'adeguata verifica della clientela alla conservazione di tutti i documenti e le informazioni, l'invio di segnalazioni di operazioni sospette. Tali obblighi sono modulati in funzione dell'approccio basato sul rischio e delle caratteristiche delle diverse categorie coinvolte che tendono a promuovere una conoscenza effettiva della clientela e ad assicurare la tracciabilità delle operazioni. La platea dei soggetti obbligati, che inizialmente era riferita solo al sistema bancario, si è andata progressivamente ampliando fino a comprendere oggi, oltre appunto alla tradizionale categoria degli intermediari bancari e finanziari, anche i professionisti giuridico-contabili (notai, commercialisti e avvocati) nonché una parte significativa del settore non finanziario tra cui gli operatori di gioco e da ultimo i prestatori di servizi relativi all'utilizzo di valuta virtuale. Si tratta in sintesi di soggetti che agiscono in posizione chiave per intercettare preventivamente, nel normale esercizio della propria attività e all'esito dell'adeguata verifica della clientela, anomalie sintomatiche di fenomeni di riciclaggio o finanziamento del terrorismo che possono generare l'inoltro di una segnalazione di operazione sospetta. Specifici compiti e poteri vengono assegnati alle cosiddette autorità competenti che sono l'Unità di informazione finanziaria-UIF, la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, la Guardia di finanza, la Direzione investigativa antimafia, nonché alle cosiddette autorità di vigilanza cioè Banca d'Italia, CONSOB e IVASS. Accanto a questi pilastri istituzionali, il sistema prevede e disciplina lo sviluppo di sinergie informative con le altre amministrazioni e organismi interessati al contesto, prime fra tutte le altre forze di polizia.
  La segnalazione di operazioni sospette rappresenta sicuramente la misura più incisiva nell'ambito del sistema di prevenzione antiriciclaggio e di finanziamento del terrorismo in quanto è diretta a far emergere, nel momento della loro effettuazione, operazioni per il cui compimento vengono utilizzati denaro o valori da reinvestire nel circuito economico legale ovvero fondi, anche di origine lecita, destinati a sostenere organizzazioni terroristiche o ad agevolare l'effettuazione di atti terroristici. Come in questa sede riferito dal Procuratore della Repubblica di Perugia, cito testualmente, «le segnalazioni di operazioni sospette sono strumenti indispensabili per la lotta non solo alle mafie, ma alla criminalità economica in generale...i meccanismi di conoscenza delle segnalazioni sono un patrimonio eccezionale». Si tratta in sostanza di un input amministrativo non condizionato a limiti quantitativi, il che significa che non c'è un minimo e un massimo dal quale o entro il quale debba farsi la segnalazione, da trasmettere con tempestività a cura dei soggetti obbligati, sulla base di una valutazione frutto di un esame complessivo, relativo al profilo soggettivo del cliente e alla prestazione professionale o al rapporto instaurato. Il contenuto delle segnalazioni sospette è disciplinato da un provvedimento dell'UIF del maggio 2011 che ha previsto, per ogni categoria di segnalante, uno schema-tipo da compilare, schema-tipo che contiene: i dati identificativi delle persone coinvolte – siano esse fisiche o giuridiche – gli elementi informativi in forma strutturata sulle operazioni e sui soggetti, i rapporti e i legami intercorrenti Pag. 7tra gli stessi soggetti, nonché gli elementi descrittivi sull'operatività segnalata e sui motivi del sospetto. Ogni segnalazione riporta, a cura del soggetto obbligato, un particolare codice fenomenico individuato dall'UIF e costantemente aggiornato, e una singola segnalazione può contenere più persone fisiche e giuridiche, soprattutto allorquando riguardano fattispecie complesse e articolate, come i trasferimenti tramite money transfer o sistemi di frode fiscale nazionale o internazionale. In questo contesto, merita segnalare che la normativa antiriciclaggio, segnatamente l'articolo 1, secondo comma, lettera dd, del decreto legislativo 231, che ho citato prima, individua una specifica categoria di soggetti – le cosiddette persone politicamente esposte – ovverosia persone che occupano importanti cariche pubbliche. Si tratta di una serie di categorie, le più ampie, che vanno dai ministri ai parlamentari, a sindaci di comuni con una popolazione superiore a 15 mila abitanti, dirigenti di ASL, magistrati, ambasciatori, ufficiali di grado apicale delle Forze armate. Quindi un numero di persone estremamente ampio. L'avverbio «politicamente» sembrerebbe chiudere il cerchio ai soli parlamentari, ma così non è.
  La tutela della riservatezza dei dati identificativi del segnalante e delle informazioni trasmesse dai soggetti obbligati costituisce uno dei principi-cardine del sistema antiriciclaggio. La collaborazione del settore privato richiede infatti un onere specifico per i soggetti istituzionali, chiamati a gestire informazioni delicate e di potenziale interesse investigativo. Gli articoli 38 e 39 del decreto legislativo 231 prevedono infatti una serie di garanzie a presidio della riservatezza, fissando precise prescrizioni alle quali devono attenersi sia i destinatari della collaborazione attiva, cioè i segnalanti cosiddetti «soggetti obbligati», sia tutti gli altri attori istituzionali, tra i quali cito i militari della Guardia di finanza preposti all'analisi e all'approfondimento e al successivo sviluppo investigativo delle segnalazioni di operazioni sospette, anche con riguardo alle ipotesi in cui si renda necessario portare a conoscenza dell'autorità giudiziaria elementi informativi acquisiti nell'ambito dell'attività di prevenzione. Vorrei sottolineare che tutto questo impianto normativo è il sistema di prevenzione dell'utilizzo del sistema finanziario a fini di riciclaggio, quindi è un sistema di carattere amministrativo che può poi sfociare, in alcuni casi a seguito, a seguito di approfondimenti investigativi, in individuazione di possibili reati e, solo in quel momento, viene portato all'attenzione dell'autorità giudiziaria.
  Attesa la sensibilità che caratterizza il contenuto delle informazioni antiriciclaggio e la necessità di garantire la collaborazione attiva dei soggetti obbligati, il sistema sanzionatorio penale è stato a tal fine rafforzato per effetto di modifiche apportate con il decreto-legge n. 228 del 2021, un «mille proroghe», per intenderci, prevedendo la reclusione da 2 mesi a 6 anni per chiunque riveli indebitamente l'identità del segnalante e notizie riguardanti l'invio delle segnalazioni e delle informazioni trasmesse dall'UIF, dalle FIU estere o il contenuto delle medesime, se le notizie rilevate sono idonee a consentire l'identificazione del segnalante. Il sistema, poiché coinvolge in prima battuta in modo molto importante, soggetti privati, siano essi un notaio o il direttore dell'antiriciclaggio di un istituto di credito, tende a tutelare il più possibile proprio questi soggetti, punendo con un'aggravante coloro i quali nel circuito dovessero dare informazioni che consentono di arrivare all'identificazione del segnalante. In ragione della rilevanza di questa tematica, la Guardia di finanza dal 2012 ha fornito puntuali indicazioni operative stabilendo l'adozione di una serie di accortezze e di procedure da porre in essere sia in fase di sviluppo investigativo delle segnalazioni sia nel corso di qualsiasi attività amministrativa e investigativa nell'ambito delle quali vengano valorizzate le informazioni antiriciclaggio per altri compiti e per altre finalità di polizia economico-finanziaria. Conformemente alle regole previste a livello internazionale dalle raccomandazioni GAFI, l'Unità di informazione finanziaria presso la Banca d'Italia è l'autorità amministrativa indipendente individuata dal legislatore nazionale per ricevere i flussi Pag. 8segnaletici inoltrati dai soggetti obbligati, effettuarne l'analisi finanziaria e inoltrarli al Nucleo speciale di polizia valutaria e alla Direzione investigativa antimafia. Questi sono gli organismi competenti per gli accertamenti investigativi e titolari, sul piano amministrativo, di peculiari potestà antiriciclaggio di approfondimento, oltre che degli ordinari poteri di polizia giudiziaria.
  A seguito della riforma del 2017 con la quale è stata recepita la cosiddetta quarta direttiva antiriciclaggio, l'assetto che era a tre è oggi diventato a quattro, perché integrato con le funzioni svolte dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo destinataria, tramite procedure automatizzate di scambio, di un flusso di comunicazioni attinenti alle segnalazioni di operazioni sospette correlate a procedimenti giudiziari in corso sul territorio nazionale per reati di criminalità organizzata e di terrorismo. Una novità che, come evidenzierò meglio più tardi, ha condotto la Guardia di finanza a stipulare dal 2017 un protocollo d'intesa con la DNAA e a intervenire, sotto un profilo organizzativo, costituendo all'interno dell'ufficio analisi del Nucleo speciale di polizia valutaria, una specifica sezione cosiddetta «Sezione DNAA» che, dal primo marzo 2019 al 23 novembre 2022, è stata comandata dal tenente Pasquale Striano che ha assunto anche il ruolo di referente del cosiddetto Gruppo di lavoro SOS, all'interno della DNAA. L'inserimento della DNAA tra le autorità antiriciclaggio è stato finalizzato a favorire la tempestiva selezione delle segnalazioni che presentano connessioni soggettive con fascicoli pendenti presso le direzioni distrettuali e consentire al Procuratore nazionale di esercitare le proprie funzioni di coordinamento e, laddove ritenuto, di impulso.
  Riassumendo, le informazioni contenute nelle SOS, che la UIF riceve dai vari soggetti obbligati, seguono due distinti canali di scambio informativo che vedono destinatari: la DNAA, nei casi in cui ci sia positività al matching delle proprie banche dati, la DIA e il Nucleo speciale di polizia valutaria, in ogni caso degli approfondimenti di rispettiva competenza. Nell'alveo di tale contesto si collocano le intese protocollari sottoscritte anche a livello bilaterale dalle quattro amministrazioni interessate, al fine di evitare sovrapposizioni e di assicurare idonei presidi di riservatezza dei dati nella cooperazione e nello scambio informativo antiriciclaggio. A tale riguardo, mi preme evidenziare che già nel luglio 2010 è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra la Guardia di finanza, l'UIF e la DIA ove, all'articolo 3, è stato sancito che l'accesso ai rispettivi archivi informativi contenenti le segnalazioni di operazioni sospette fosse circoscritto a utenti specificamente autorizzati, protetto da un apposito sistema di password e di cifratura, basato su classi di visibilità delle informazioni che limitassero l'accesso agli utenti, in relazione alle funzioni rispettive a essi demandate, tracciato e memorizzato unitamente a tutte le attività svolte utilizzando la risorsa informatica. Requisiti funzionali che la Guardia di finanza ha implementato nel proprio sistema informativo valutario, la cosiddetta banca dati SIVA, attualmente nella versione evoluta SIVA2, che stiamo portando a un'ulteriore evoluzione con SIVA3 che è quasi arrivata al compimento e al collaudo.
  Effettuato questo excursus, vorrei procedere adesso a illustrare le responsabilità istituzionali affidate alla Guardia di finanza nel settore. I compiti assegnati alla Guardia di finanza sono sanciti da una legge base del 1959 che poi è stata successivamente integrata e attualizzata col decreto legislativo n. 68 del 2001, attraverso cui il legislatore ha delineato per comparti omogenei le nostre competenze istituzionali che, in estrema sintesi, si possono raggruppare in due macro-aree: la prima identifica la missione primaria ed esclusiva del Corpo in quanto forza di polizia a competenza generale in materia economica e finanziaria, la seconda riguarda invece i compiti concorsuali con le altre forze di polizia per la difesa della sicurezza e dell'ordine pubblico. In questi settori, i militari della Guardia di finanza, avvalendosi delle qualifiche di ufficiali e agenti di polizia tributaria e di polizia giudiziaria, operano su più fronti utilizzando tutti gli strumenti di indagine di natura finanziaria, Pag. 9valutaria, fiscale e patrimoniale, idonei ai fini dell'accertamento degli illeciti. La Guardia di finanza riveste un ruolo di primo piano quale presidio della legalità e della correttezza dei movimenti di danaro nel circuito economico legale. L'articolo 2 del decreto legislativo n. 68, che ho citato poco fa, attribuisce infatti al Corpo compiti, tra l'altro, di prevenzione, ricerca e repressione delle violazioni in danno dei mercati finanziari e mobiliari, nonché di contrasto delle illecite movimentazioni di capitali, valute, titoli e mezzi di pagamento nazionali ed esteri, aggiungerei anche virtuali attualmente. Coerentemente con tale cornice normativa, il decreto del Ministro dell'interno del 15 agosto 2017, che ha recato una direttiva sulla suddivisione dei comparti di specialità delle singole forze di polizia, assegna alla Guardia di finanza una funzione preminente nel settore della tutela dei mezzi di pagamento. Pertanto, il Corpo vede valorizzata la sua funzione di prevenzione e contrasto al riciclaggio, alla falsificazione della moneta, alle frodi concernenti i mezzi e i sistemi di pagamento diversi dal contante, nonché all'usura nell'ipotesi di coinvolgimento diretto di intermediari finanziari e bancari. La Guardia di finanza, altresì, previo coordinamento con le strutture della pubblica sicurezza, svilupperà anche la funzione di contrasto al finanziamento del terrorismo internazionale.
  In questo sistema la Guardia di finanza è inserita da oltre trent'anni nella prevenzione del riciclaggio, ossia da quando, la legge n. 197 del 1991 ha recepito la prima delle cinque direttive dell'Unione europea nel rispetto degli standard previsti dalle raccomandazioni del GAFI. Un ruolo, questo, ribadito e rafforzato nel corso degli anni con ulteriori provvedimenti legislativi attuativi delle successive direttive dell'Unione europea, che hanno riconosciuto nella Guardia di finanza l'organo di polizia costituente il naturale anello di congiunzione tra il sistema di prevenzione e quello di repressione. In particolare, il decreto legislativo 231 attribuisce alla Guardia di finanza competenze specialistiche ai fini dell'approfondimento investigativo delle segnalazioni di operazioni sospette e dell'esecuzione delle attività ispettive antiriciclaggio nei confronti di una vasta platea di operatori destinatari degli obblighi di collaborazione attiva. Competenze ulteriori sono state attribuite dal decreto legislativo n. 109 del 2007 in materia di finanziamento del terrorismo, anche ai fini degli accertamenti richiesti dal Comitato di sicurezza finanziaria e delle attività tese all'esecuzione dei congelamenti delle risorse economiche detenute, direttamente o indirettamente, da soggetti ed entità listati in quanto legati a organizzazioni terroristiche o sottoposti a sanzioni internazionali. È degli ultimi due anni l'attività svolta nei confronti di soggetti giuridici e fisici russi listati dall'Unione europea e dagli Stati Uniti.
  Il dispositivo preposto alla tutela del mercato dei capitali è costituito a livello centrale dal Nucleo speciale di polizia valutaria, istituito con legge n. 59 del 1976. È un reparto con funzioni investigative, di raccordo informativo, sviluppo e analisi di rischio, tra l'altro, nel settore del contrasto al riciclaggio, al finanziamento del terrorismo, ai reati bancari, ai reati finanziari. Fin dagli albori della normativa di prevenzione, il Nucleo è pienamente inserito nel circuito antiriciclaggio, costituendo il polo di gravitazione della Guardia di finanza del sistema delle segnalazioni di operazioni sospette, con personale specializzato sia nelle funzioni di analisi sia nelle investigazioni antiriciclaggio e antiterrorismo più articolate e complesse. All'interno del Nucleo, l'Ufficio analisi rappresenta l'articolazione tecnica deputata alla ricezione dall'UIF delle segnalazioni sospette generate dal sistema antiriciclaggio e ai successivi processi di analisi di questi flussi informativi. Sotto un profilo organizzativo l'Ufficio analisi è suddiviso in sezioni tra cui la Sezione DNAA, intesa come Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo che citavo poc'anzi. A livello territoriale il Nucleo speciale opera in stretto coordinamento con i nuclei di polizia economico-finanziaria con sede in ogni capoluogo di provincia, in seno ai quali sono presenti sezioni dedite allo sviluppo delle investigazioni relative al contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.Pag. 10 A questi si aggiungono i reparti territoriali presenti sull'intero territorio nazionale. Il ruolo attivo del Corpo nel sistema delle segnalazioni sospette, inizia con la ricezione, da parte del Nucleo speciale di polizia valutaria, delle segnalazioni inoltrate dall'UIF al termine dell'analisi finanziaria che appunto viene sviluppata dall'Unità di informazione finanziaria. Queste segnalazioni vengono inviate dall'UIF anche alla Direzione investigativa antimafia per i profili di competenza. Ne consegue che la DIA, anche sulla base di un protocollo bilaterale d'intesa siglato con noi nel 2016, in ordine al quale abbiamo avviato delle interlocuzioni per il rinnovo e l'ammodernamento, procede esclusivamente all'approfondimento dei contesti attinenti ai fenomeni associativi di tipo mafioso, mentre in tutti gli altri casi le analisi e le investigazioni sono demandate alla Guardia di finanza. In particolare, il Nucleo speciale di polizia valutaria nel tempo ha adottato moduli di lavoro sempre più efficienti e performanti sia grazie all'infrastruttura informatica sia mediante la specializzazione dei militari analisti.
  L'analisi pre-investigativa delle segnalazioni costituisce una fase del modulo di lavoro adottato dall'Ufficio analisi del Nucleo speciale, che si prefigge l'obiettivo di selezionare e attribuire indici di rischio, avuto riguardo alle trattazioni su cui concentrare l'attenzione investigativa, ovviamente sempre ai fini del contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. Questa classificazione è stata distinta in quattro categorie, stabilite a livello centrale da direttive interne al Nucleo. Una categoria per le segnalazioni già contenenti indizi di reato; una categoria per le segnalazioni collegate a procedimenti giudiziari già esistenti; una categoria per le segnalazioni connotate da elevati profili di rischio soggettivi e oggettivi; un'ultima categoria per le segnalazioni riconducibili astrattamente ad ulteriori illeciti di natura economica e finanziaria. La segnalazione viene quindi trasmessa, in funzione delle competenze territoriali e per materia, al Nucleo di polizia economico finanziaria o altro reparto del Corpo per i successivi sviluppi operativi. In sintesi, l'UIF fa una analisi puramente finanziaria, invia le segnalazioni alla DIA e al Nucleo speciale di polizia valutaria, la DIA mantiene quelle che hanno attinenza con i fatti di criminalità organizzata, il Nucleo speciale di polizia valutaria, attraverso l'Ufficio analisi per le altre – parliamo di oltre 100 mila – dunque per la maggior parte di esse fa una analisi investigativa pre-investigativa e poi invia la segnalazione al reparto territoriale competente per l'approfondimento investigativo. Da questo approfondimento investigativo può emergere nulla, oppure violazioni di carattere amministrativo, oppure violazioni di carattere penale. Al fine di consentire una capillare messa a disposizione dell'autorità giudiziaria del patrimonio informativo antiriciclaggio, sono state promosse sinergie operative mirate a livello locale con le procure della Repubblica, affinché siano verificate, nel rispetto dei principi di riservatezza, le ricorrenze nominative presenti nelle segnalazioni delegate al territorio con eventuali soggetti iscritti nei registri delle notizie di reato. È evidente che se a un determinato nucleo di polizia economico-finanziaria sul territorio arriva una segnalazione nei confronti di Andrea De Gennaro, queste intese bilaterali con le procure consentono di verificare se sul conto di Andrea De Gennaro ci sia già un procedimento penale in atto e, a quel punto, la Procura della Repubblica «richiama a sé» la segnalazione per inserirla nel fascicolo. Tale forma di coordinamento consente di individuare contesti inizialmente non noti in fase di approfondimento investigativo, permettendo, in tal modo, da un lato di mettere prontamente a disposizione degli inquirenti le informazioni antiriciclaggio ritenute utili, dall'altro di concentrare l'azione preventiva delle unità operative del Corpo sui contesti di maggiore rischio, attraverso il funzionale esercizio dei poteri amministrativi antiriciclaggio ed eventualmente di polizia giudiziaria in presenza di indizi di reato.
  Il sistema di prevenzione antiriciclaggio nel 2017 si è arricchito di un'ulteriore attore istituzionale che, come dicevo prima, è la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.Pag. 11 In questo contesto, sulla base di quanto previsto dal decreto legislativo n. 231, il 5 ottobre del 2017 è stato stipulato un protocollo d'intesa tra la DNA e la Guardia di finanza, ma anche la Direzione investigativa antimafia e l'Unità di informazione finanziaria-UIF, con l'obiettivo di stabilire modalità e tempistiche del flusso informativo relativo alle segnalazioni di operazioni sospette, volte altresì a preservare la riservatezza dei dati scambiati. Questo accordo quadrilaterale è stato poi sostituito da una nuova collaborazione che, come ha ricordato il Procuratore nazionale, dottor Melillo, nella sua audizione, è stato sottoscritto il 21 dicembre 2023, con l'obiettivo di disciplinare più nel dettaglio lo scambio informativo ai fini della selezione dei contesti di interesse investigativo della Direzione nazionale e di garantire più elevati presidi di sicurezza a tutela dell'integrità dei dati, consentendo a tutte le autorità la piena accessibilità alla piattaforma informatica dell'UIF, la banca dati «SAFE», dove avvengono gli scambi informativi attraverso il ricorso a dati anagrafici anonimizzati e all'utilizzo di chiavi di crittografia condivisa. Relativamente ai rapporti bilaterali, nel 2017 con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo è stato sottoscritto un protocollo che, tra l'altro, ha previsto la costituzione di un gruppo di lavoro presso la Direzione nazionale, composto da ufficiali e agenti di polizia giudiziaria della Guardia di finanza che già operavano in seno alla DNAA, nonché da ufficiali e agenti in forza al Nucleo speciale di polizia valutaria e al Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (SCICO) i quali avevano il compito di elaborare gli esiti delle procedure informatizzate di cosiddetto matching anagrafico, che è una procedura, come ha illustrato il Procuratore nazionale nel corso della sua audizione, che si svolge secondo regole di algoritmi ed è volto a individuare le connessioni esistenti tra i nominativi presenti nelle SOS e quelli presenti nelle banche dati della Direzione. Altro compito è quello di supportare il Procuratore nazionale nella selezione dei contesti in relazione ai quali sussistono profili di interesse per l'esercizio delle proprie prerogative di impulso. Anche questo accordo è stato sostituito da una nuova intesa nel novembre del 2022 che ha confermato l'operatività del gruppo di lavoro ai fini dell'esame delle segnalazioni sospette di interesse della Direzione nazionale. Attualmente tale gruppo è stato quasi del tutto rinnovato nei suoi componenti, come evidenziato dal Procuratore Melillo, seguendo principi di rotazione nello svolgimento degli incarichi delicati e criteri di eccellenza nella selezione del personale.
  Passo ora a un'ulteriore parte dell'intervento, ovvero a quella dedicata al tema delle banche dati e del loro utilizzo ai fini operativi. Premetto che ogni attività di polizia economico-finanziaria sia essa amministrativa o giudiziaria può originariamente svilupparsi o completarsi con un set informativo scaturente da interrogazione a banche dati. I numerosi e complessi settori operativi che compongono la nostra missione istituzionale richiedono infatti la necessità di assicurare alle investigazioni uno standard qualitativo elevato, in modo da consentire un'analisi unitaria di fenomeni criminali eterogenei il più delle volte connotati da elementi di transnazionalità e trasversalità. Questa esigenza ha indotto la Guardia di finanza a investire significativamente in innovazione e sviluppo tecnologico per supportare il lavoro degli investigatori con applicativi informatici in grado di elaborare dati e informazioni, sviluppare percorsi di analisi sempre più evoluti, finalizzati a orientare le attività di controllo verso obiettivi che presentano concreti ed elevati indici di rischio. Le banche dati rappresentano quindi una imprescindibile fonte d'informazione per lo svolgimento delle attività operative consentendo ad esempio agli investigatori di ottenere un patrimonio conoscitivo prezioso ai fini della ricostruzione delle reti criminali. La valorizzazione delle informazioni acquisite dalle banche dati e sul campo, costituisce un processo di lavoro necessario, soprattutto per una polizia economico-finanziaria che deve quotidianamente confrontarsi con organizzazioni delinquenziali che fanno largo uso di tecnologie e con un contesto esterno caratterizzato da grande dinamismo. In Pag. 12questo senso si inquadrano anche le novità introdotte in sede di attuazione della delega fiscale dal decreto legislativo n. 219 del 2023 e dal decreto legislativo n. 13 del 2024 con cui è stato rimarcato il fondamentale ruolo delle tecnologie digitali nella lotta all'evasione fiscale, ritenendo indispensabile la interoperabilità delle banche dati. Si tratta pertanto di un compendio informativo che, se da un lato risulta estremamente utile ai fini investigativi, dall'altro ne richiede ovviamente una gestione accorta, regole precise e puntuali procedure di monitoraggio e di controllo. L'utilizzo degli strumenti informatici della Guardia di finanza – segnatamente la rete informatica e la posta elettronica da parte degli utenti – si ispira a principi di diligenza e correttezza che devono caratterizzare ogni comportamento posto in essere nell'ambito del rapporto di lavoro. I militari del Corpo, anche quando trattano informazioni e documenti con l'ausilio di mezzi informatici, sono tenuti all'osservanza dei doveri di riservatezza e del segreto d'ufficio nell'utilizzo dei dati e, in caso di violazioni, si applicano le disposizioni previste sia dalla disciplina militare sia dalla disciplina penale. In questo contesto, già a partire dal 2012, sono state introdotte misure di sicurezza volte a ridurre i rischi di accessi non autorizzati o non conformi alle finalità di utilizzo, con l'obiettivo di assicurare la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali garantiti dalla Costituzione e dalle leggi vigenti.
  La Guardia di finanza ha accesso, per finalità operative, a sistemi informativi di proprietà della Guardia di finanza medesima tra cui, per esempio, la banca dati SIVA2 ovvero gestiti da SOGEI S.p.A. – tutte le banche dati che hanno a che fare con l'anagrafe tributaria e dati reddituali – ovvero ad altri enti esterni. Non abbiamo la visibilità delle informazioni custodite nelle banche dati gestite dalle autorità giudiziarie. Entrando più nel dettaglio della tematica, con riferimento all'abilitazione e all'accesso delle banche dati, le disposizioni recate dai vari documenti di prassi del Comando generale prevedono, quale primo presupposto, la possibilità di accedere solo ed esclusivamente mediante una postazione interna alla rete informatica del Corpo attraverso account e password personali. L'utenza assegnata consente al personale interessato di fruire esclusivamente degli strumenti informatici di base, cioè la posta elettronica istituzionale e la rete intranet. Per incrementare la sicurezza dei singoli account, nel 2020 sono state adottate policy ancora più restrittive prevedendo criteri più stringenti nella scelta della password, con un blocco temporaneo dell'utenza in caso di eventi pregiudizievoli per la sicurezza. Il secondo passaggio è l'abilitazione a ogni specifica banca dati, secondo criteri stabiliti per ciascun applicativo. Più in dettaglio, il comandante del Reparto, a diversi livelli, costituisce la figura centrale e di riferimento al quale è demandato il vaglio circa l'individuazione del militare da abilitare a ciascuna banca dati, alla luce delle mansioni svolte, con la possibilità per alcune banche dati di richiedere la visibilità solo per determinate informazioni, secondo livelli differenziati. Questo c'è in SIVA. L'abilitazione è resa operativa a livello locale o centrale, a livello della tipologia della banca dati. Per esempio, per SIVA, le autorizzazioni vengono fornite solo ed esclusivamente dal Nucleo speciale di polizia valutaria. Ovvero ancora è resa operativa l'abilitazione dal proprietario della banca dati. Tutto ciò che riguarda le autorizzazioni agli accessi per esempio al sistema SDI, che è di proprietà del Ministero dell'interno è richiesto Ministero dell'interno medesimo, sono loro che autorizzano gli accessi ai diversi livelli. Quando c'è un cambio di Reparto, il militare viene disabilitato dall'utilizzo delle banche dati. Il nuovo comandante di Reparto dove è stato assegnato deve valutare la eventuale riabilitazione e a quali delle banche dati, secondo la mansione a cui il militare viene assegnato. Tale disconnessione viene posta in essere, tra l'altro, anche in caso di provvedimenti di natura precauzionale ovvero sanzionatoria che non comportano la decadenza dal rapporto di lavoro. Mi riferisco a eventuali sospensioni dall'impiego per cause disciplinari, penali o quant'altro.Pag. 13
  La Guardia di finanza ha definito già nel 2006 puntuali procedure di controllo interno che sono state ulteriormente implementate nel 2020, con l'intento di rafforzare il riscontro dei requisiti di legittimità e pertinenza degli accessi alle banche dati, limitati al solo utilizzo per motivi di servizio. È stato previsto in sintesi un'interfaccia di warning, visualizzata all'accesso delle banche dati che richiama gli obblighi di riservatezza e le connesse responsabilità in caso di violazioni, con l'obbligo per il militare che effettua l'accesso di specificare la motivazione dell'accesso stesso. È un sistema di logging che consente di risalire in ogni momento anche a distanza di tempo agli autori di una o più interrogazioni alle banche dati, attraverso la lettura di quanto risultante negli appositi file di log memorizzati. In particolare, i sistemi di logging di cui sono dotati gli applicativi di proprietà del Corpo registrano i seguenti eventi: il login e il logout dalle banche dati, l'identificativo del militare – matricola meccanografica – e il codice del Reparto di appartenenza, la motivazione che legittima l'accesso, la data, composta da anno, mese, giorno e ora, relativa all'inizio e alla fine delle operazioni e l'oggetto che è stato ricercato. Ad esempio una targa, una persona fisica, una persona giuridica, una partita IVA, o quant'altro. I sistemi di logging delle piattaforme gestite da soggetti esterni necessitano invece di una specifica attivazione destinata al proprietario della risorsa informatica, al fine di poter essere consultati. Un primo livello di controllo è affidato al comandante del Reparto, il quale effettua riscontri e monitoraggi degli accessi attraverso un'area della rete Intranet del corpo, al cui interno sono presenti alcuni documenti e report generati automaticamente su base mensile e messi a disposizione dal servizio informatica del Comando generale. Più nel dettaglio, il comandante di Reparto esegue controlli a campione sulla regolarità dei collegamenti effettuati dai militari di cui dispone direttamente l'impiego, coloro ai quali firma il foglio di servizio. Ciò consente di verificare, tramite il riscontro nelle scritture di servizio del personale posto sotto la propria autorità, l'eventuale esecuzione di accessi anomali a banche dati, in modo da attivare controlli più approfonditi. I sovraordinati comandi di gestione e controllo delle unità operative, nell'ambito delle verifiche procedurali eseguite nel corso delle periodiche ispezioni presso le dipendenti articolazioni territoriali, devono riscontrare l'effettivo svolgimento, da parte dei comandanti di Reparto, dei controlli a scandaglio sulla regolarità dei collegamenti effettuati dai militari dipendenti. I comandanti dei Reparti sovraordinati hanno una check-list quando fanno le ispezioni ai comandi dipendenti. Nella check-list, tra le varie cose, c'è scritto che devono fare i controlli sugli accessi alle banche dati, a campione ovviamente, perché farli tutti quanti è praticamente impossibile. Il secondo livello di controllo è riservato in via esclusiva al servizio informatica del Comando generale. Si tratta di un audit che viene avviato previa specifica richiesta avanzata da parte del comandante del Reparto nei confronti del proprio personale dipendente oppure a seguito di un'istanza pervenuta all'autorità giudiziaria. Non è infrequente che procure della Repubblica chiedano, in ipotesi di accessi abusivi, chiedano al servizio informatica del Comando generale di indicare una serie di accessi che sono stati effettuati. Tale controllo viene eseguito direttamente dal Comando generale per le banche dati proprietarie, mentre per le restanti risorse informatiche attraverso una richiesta al relativo gestore e consente di conoscere, tra l'altro, i nominativi dei soggetti interrogati. L'esito delle attività di audit viene rimesso alle valutazioni del comandante del Reparto richiedente.
  Vorrei ora dedicare uno specifico spazio alla banca dati SIVA, cioè al sistema informativo valutario, di cui la Guardia di finanza si è dotata dal 2005 per gestire e trattare in maniera riservata le segnalazioni di operazioni sospette nonché i dati e le notizie emergenti dalla loro analisi e dall'approfondimento investigativo. Un'esigenza, questa, in linea con analoghe iniziative sviluppate dalle altre autorità inserite nel circuito antiriciclaggio, prima fra tutte l'Unità di informazione finanziaria. Ciò vuol Pag. 14dire che l'intero ciclo di una segnalazione di operazione sospetta è completamente dematerializzato e inizia con l'invio, da parte dei soggetti obbligati, della segnalazione all'UIF, tramite il cosiddetto portale INFOSTAT-UIF, raggiungibile sulla rete internet previa apposita procedura di registrazione e autorizzazione del cosiddetto «referente SOS», all'interno dell'UIF. Al termine dell'analisi finanziaria, le informazioni vengono inserite dall'UIF su un portale dedicato – il cosiddetto portale SAFE che avevo citato già in precedenza – che accoglie l'intera attività di scambio tra l'Unità e le sue controparti istituzionali, assicurando i livelli di sicurezza, rapidità ed efficienza. Una volta trasmesse dall'UIF al Nucleo speciale di polizia valutaria, tutte le segnalazioni di operazioni sospette sono caricate nella banca dati SIVA. Tale operazione di caricamento viene svolta da un limitato numero di operatori dell'Ufficio analisi, muniti di credenziali personalizzate per accedere al portale SAFE, che provvedono a scaricare dal predetto portale i flussi di segnalazione per importarli in SIVA. SIVA2 è una banca dati inserita nel decreto del Ministro dell'interno del 24 maggio 2017, in quanto deputata a trattare dati di polizia nella titolarità del Corpo a carattere non occasionale, in quanto direttamente correlati all'esercizio dei compiti di polizia di prevenzione dei reati, di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica nonché di polizia giudiziaria, svolti ai sensi del codice di procedura penale per la prevenzione e repressione dei reati. Si tratta di una piattaforma in grado di rendere fruibili i dati di interesse per l'approfondimento investigativo e i successivi sviluppi operativi, garantendo sicurezza e riservatezza delle informazioni. In particolare, il sistema, raggiungibile esclusivamente da una postazione informatica connessa alla rete Intranet del Corpo, che noi chiamiamo GDFNET, consente di acquisire in forma strutturata il flusso dei dati provenienti dall'UIF, di svolgere la successiva analisi pre-investigativa, attraverso l'integrazione dei contenuti delle segnalazioni con altre informazioni estratte da altre banche dati, per poter classificare la segnalazione in una delle quattro categorie che ho citato prima, gestire tutte le ulteriori fasi dell'intero percorso operativo delle segnalazioni, ossia: lo sviluppo operativo da parte dei Reparti territoriali, la conclusione dell'attività, la rendicontazione e il feedback verso l'UIF, perché noi ovviamente dobbiamo dare all'UIF un feedback, un ritorno rispetto all'esito della segnalazione che ci è arrivata. Inoltre, mediante report dinamici, SIVA è in grado di offrire ai Comandi deputati al coordinamento, alla direzione e al controllo, strumenti di analisi e di supporto alle decisioni, nonché di favorire il monitoraggio delle attività. Le autorizzazioni all'accesso a questa banca dati sono gestite dal Nucleo speciale di polizia valutaria, che abilita gli utenti, su richiesta dei comandanti di Reparto e tenuto conto delle attività da svolgere e delle funzioni demandate ai singoli Comandi. In questo senso, sono previsti quattro differenti livelli di accesso e di consultazione di tutte le informazioni antiriciclaggio in materia di segnalazione di operazioni sospette. I controlli relativi alla piattaforma informatica SIVA sono demandati ai comandanti di Reparto nei confronti dei militari sottoposti alla propria responsabilità ai fini dell'impiego.
  L'ultima parte del mio intervento vorrei dedicarla alle ulteriori misure di consolidamento delle procedure di monitoraggio e di controllo nell'utilizzo delle banche dati che sono state di recente definiti o che sono ancora in fase di realizzazione. Anche a seguito della rinnovata sensibilità posta dal legislatore in materia di riservatezza dell'identità del segnalante, nel mese di novembre 2022 i comandanti di Reparto sono stati incaricati di eseguire più puntuali attività di monitoraggio e controllo della banca dati SIVA. Nel contempo, più di recente, ho dato incarico di introdurre disposizioni volte a migliorare ulteriormente le vigenti prescrizioni afferenti ai presupposti e ai livelli di abilitazione da assegnare a ciascun militare, alle verifiche periodiche da eseguire per stabilirne l'attualità e la coerenza rispetto alle funzioni svolte, nonché a ridurre il termine temporale entro il quale effettuare i controlli. Erano trimestrali, stanno diventando mensili. Sulle banche dati e sul Pag. 15loro corretto utilizzo investiamo anche informazione, basti pensare che negli ultimi tre anni sono stati erogati 77 corsi, alcuni dei quali in modalità e-learning. Sono altresì in corso di valutazione alcuni interventi manutentivi sulla banca dati per aumentare, nell'ambito delle procedure di controllo interno, gli alert a disposizione dei comandanti di Reparto, allorquando vengano trattate segnalazioni di operazioni sospette maggiormente sensibili da un punto di vista soggettivo. Inoltre, d'intesa con il direttore dell'UIF, a inizio anno sono stati avviati i lavori per la definizione di un accordo di collaborazione finalizzato a efficientare i processi di lavoro e cercare di innalzare ancor di più i livelli di sicurezza e di gestione del trattamento dei dati e delle informazioni. Più in generale, tengo a sottolineare come il Corpo nell'ultimo quinquennio abbia effettuato ingenti investimenti finanziari, con l'obiettivo di proseguire nel processo di rinnovamento tecnologico e di migliorare, anche sotto il profilo della sicurezza informatica, i sistemi informativi con proiezione operativa, che necessitano di costanti interventi manutentivi, volti ad assicurare l'integrità dei dati ivi contenuti. Una parte delle citate risorse sono state destinate proprio alla reingegnerizzazione dell'applicativo SIVA, con la finalità di incrementare la complessiva gestione di tutte le fasi di analisi e sviluppo, nonché di rafforzare i canoni di riservatezza dei dati e delle informazioni. In questo contesto, è in corso di rivisitazione anche il sistema delle abilitazioni e della visibilità delle informazioni antiriciclaggio, con lo scopo, tra l'altro, di migliorare ulteriormente la gestione delle segnalazioni recanti informazioni più sensibili, ad esempio quelle concernenti il nominativo di una persona politicamente esposta o comunque dati di natura soggettiva e oggettiva che richiedono un trattamento di maggiore riservatezza. In quest'ottica, il comandante del Reparto sarà l'unica autorità ad avere la visibilità di tutte le segnalazioni di operazioni sospette delegate o assegnate al proprio Reparto; potrà avvalersi nei Comandi più articolati, di uno o più supervisori che svolgeranno il compito di controllare gli inserimenti sul sistema, operati dagli utenti investigatori designati per gli approfondimenti; individuerà eventualmente con il supporto dei predetti supervisori il militare o i militari di ciascuna articolazione inserita alle proprie dipendenze ai quali concedere la visibilità del contenuto delle segnalazioni di operazioni sospette assegnate per gli approfondimenti ovvero anche non oggetto di approfondimento, ma connotate da un sensibile patrimonio informativo.
  Mi avvio a concludere formulando qualche considerazione. L'attività della Guardia di finanza, al fine di contrastare efficacemente la mutevole minaccia della criminalità comune e organizzata, capace di adattarsi ai nuovi scenari di contesto e alle possibilità offerte dalla digitalizzazione, necessita sempre di più di svolgere investigazioni sui flussi finanziari intimamente connessi alla finalità economica della maggior parte dei reati, attraverso la piena valorizzazione delle informazioni generate dal sistema di prevenzione antiriciclaggio, in tutti i segmenti della missione istituzionale e l'efficiente integrazione delle stesse con i dati emergenti dalle ulteriori banche dati disponibili, al fine di analisi sempre più performanti. Questo non vuol dire ovviamente accessi indiscriminati e, come vi ho illustrato in questa sede, il Corpo si è dotato da tempo di procedure e forme di monitoraggio. Siamo tuttavia pienamente consapevoli dell'esigenza di verificare periodicamente il livello di adeguatezza delle misure organizzative interne e degli strumenti di controllo adottati. Come avrete avuto modo di notare, io nel mio intervento non ho mai parlato delle indagini in corso, analogamente alla condotta assunta dal Procuratore nazionale antimafia, tenuto conto che l'unico deputato a riferire in merito è il Procuratore della Repubblica di Perugia che ha in mano il fascicolo processuale. Siamo ad ogni modo i primi interessati a comprendere cosa sia effettivamente accaduto e fortemente determinati affinché venga fatta piena luce sull'intera vicenda, che vede la Guardia di finanza come parte lesa, analogamente alle altre istituzioni chiamate in causa. Abbiamo fornito in questo Pag. 16senso la massima disponibilità all'autorità giudiziaria che ha affidato al Nucleo speciale di polizia valutaria le delicate e complesse indagini.
  Concludo con una considerazione più ampia. I fatti riportati dal Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo e dal Procuratore di Perugia, dottor Cantone, inducono a riflettere circa l'esigenza di rafforzare i presidi della sicurezza informatica che non attiene solo alla materia delle segnalazioni di operazioni sospette. Si tratta di un tema molto più ampio, che riguarda l'infrastruttura tecnologica e la tenuta dei software da minacce provenienti anche dall'esterno, finalizzate ad aggirare o superare le limitazioni e gli apparati di sicurezza posti a protezione dei diversi sistemi informativi, per carpire dati sensibili o informazioni o solo per creare danni a enti e istituzioni. Pertanto, analogamente a quanto avvenuto negli ultimi anni, la Guardia di finanza continuerà a investire risorse finanziarie sul fronte informatico per prevenire sempre di più i rischi di ogni tipologia che non potranno verosimilmente mai essere completamente azzerati, ma certamente mitigati. Con questo, sperando di aver fornito delucidazioni, ma rimanendo ovviamente a disposizione per qualunque domanda, ringrazio per l'attenzione e ringrazio il presidente per la pazienza.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, Comandante generale. Ho già diversi iscritti a parlare. Prima di dare la parola al primo iscritto a parlare, il vicepresidente D'Attis, dato il riferimento nelle sue conclusioni alle indagini a Perugia che sono svolte dalla Guardia di finanza, le chiedo, e credo sia utile per i nostri lavori, se le sono state richieste, o se lei ritiene di mettere a disposizione della Procura di Perugia, risorse e mezzi straordinari, visto che l'allarme sociale e la gravità dei fatti raccontati lo richiedono.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Qualora mi venga richiesto, assolutamente sì. Per il momento il Procuratore Cantone non ha richiesto ulteriori risorse. Il Nucleo speciale di polizia valutaria è un Reparto molto performante e molto nutrito da un punto di vista del personale addetto, ci sono investigatori di ottima qualità e se dovessero esserci delle necessità – ma questo ce lo richiederà il Procuratore – siamo disponibili a fornire qualunque tipo di aiuto in termini di personale e di risorse.

  PRESIDENTE. Grazie mille. Prego vicepresidente D'Attis.

  MAURO D'ATTIS. Grazie, Comandante per la relazione. Parto dalle considerazioni finali che lei ha fatto rispetto alle indagini in corso. Ovviamente sappiamo entrambi che questa non è una Commissione parlamentare «ordinaria», ma è una Commissione di inchiesta con i poteri che le attribuisce la legge istitutiva e che queste non sono le audizioni ordinarie che teniamo per l'iter legislativo. Oggi siamo qui per svolgere le audizioni collegate a una indagine di cui si parla tanto e della quale siamo stati investiti in forma passiva, cioè sono stati il Procuratore Cantone e il Procuratore Melillo a chiedere di essere auditi da questa Commissione. Quindi, per quanto mi riguarda, pur rispettando la parte finale della sua relazione, le domande che le faccio sono inerenti all'indagine in corso. L'occasione è stata sicuramente preziosissima perché forse finalmente i parlamentari e anche il Paese, essendo la seduta in streaming, ha compreso bene come funziona o come dovrebbe funzionare il sistema delle SOS.
  Le farò ovviamente delle domande riguardanti il personaggio-chiave di questa vicenda che è un finanziere. Gliele faccio perché il Procuratore Cantone qui ha messo al centro la figura del luogotenente Striano sia nelle sue funzioni interne sia nel sistema di relazioni che egli ha o ha potuto avere tant'è che lo stesso Procuratore Cantone dice che è importante capire il sistema di relazioni del luogotenente Striano per comprendere moventi e mandanti. Faccio un passaggio veloce sulla considerazione di quanto Striano ha fatto quando è stato aggregato al centro operativo DIA di Reggio Calabria, dove ha sicuramente avuto rapportiPag. 17 diretti con chi aveva in mano le indagini, quindi anche conoscenze dirette. Questo riferimento al suo periodo a Reggio Calabria sarà però oggetto di domande più specifiche al generale Carbone che audiremo nei prossimi giorni.
  Nessuno ha dubbi sulle SOS, anzi, riteniamo che siano – lo hanno detto tutti, anche il Procuratore Melillo – importantissime per le indagini. Qui trattiamo le SOS utilizzate in maniera abusiva, o, chiamiamola così per parlare più semplice, ingiustificata, e abbiamo visto dalla sua relazione che il ruolo importante all'interno del Corpo ce l'ha il comandante di Reparto, che è una figura centrale, e addirittura c'è un sistema di logging che permette di risalire nello specifico a tutti i passaggi. Questo per noi è un sistema di garanzia. A vari livelli ci sono dei controlli, compreso il secondo livello di controllo che è riservato in via esclusiva al servizio informatica del Comando generale. Quindi tutti i passaggi di un operatore della Guardia di finanza sono coperti da controlli, prima a campione, e poi no, che ne tracciano tutte le tappe.
  Abbiamo ricevuto la documentazione caratteristica – l'avevamo chiesta ufficialmente con il collega Zanettin nelle scorse audizioni – del luogotenente Striano. Ce la siamo andati a vedere questa carriera e in tutte le schede di valutazione da anni il luogotenente viene definito in vario modo «eccellente», sono delle valutazioni veramente importanti. Nel 2020 si comprende che egli ha accesso aperto a banche dati SOS – per le quali le farò una domanda specifica – che vanno un po' oltre quello che leggo qui nella sua relazione. Il problema è però, Comandante, che queste cose sono nelle schede valutative del Comando generale della Guardia di finanza ed è la cosa che inizia a preoccuparci. Addirittura l'11 marzo del 2024 – siamo in piena indagine, della quale non eravamo a conoscenza, ma probabilmente la Guardia di finanza sì – il luogotenente viene classificato con una qualifica finale «eccellente». Ovviamente il giudizio finale è composto dal testo che giustifica poi questa qualifica. Questa cosa ci preoccupa perché, dagli inviti a comparire che ci sono stati consegnati, il luogotenente, che è figura centrale nell'indagine, ha avuto accesso a banche SOS negli anni 2019, 2020, 2021, 2022, 2023, 2024: cioè tutti questi anni in cui egli viene ritenuto «eccellente». Ha scaricato oltre 33 mila file – le ripeto quello che è stato detto e diventato anche pubblico – 33 mila file molti dei quali li ha trasferiti con we-transfer anche a giornalisti e a giornali e le SOS che ha ispezionato sono relative a persone come Casellati, Fedez, Crosetto, Fascina, Pichetto Fratin, la presidente Colosimo qui presente, che appaiono essere accessi ingiustificati. Le domando a quali banche dati nello specifico il luogotenente Striano poteva accedere. La domanda-chiave è: quando accedeva – lo vogliono sapere gli italiani a questo punto – chi c'era al suo fianco, dietro di lui e sopra di lui, a vedere questi accessi? Stiamo parlando di questi accessi, non di quelli che nel meccanismo che lei – e la ringrazio per questo – ci ha rappresentato del passaggio dall'UIF, alla DIA e al Nucleo di speciale di polizia valutaria e poi ai reparti territoriali. Ovviamente si ferma alla DIA, nel momento in cui la segnalazione riguarda questioni legate alla criminalità organizzata. Le ho elencato sei persone che sono negli inviti a comparire che non mi pare siano state interessate – Casellati, Fedez, Crosetto, Fascina, Pichetto Fratin e Colosimo – da vicende legate alla criminalità organizzata. Se Striano ha fatto questo, la domanda è molto banale: l'ha fatto proprio completamente da solo cioè su un'isola deserta oppure qualcosa è sfuggita di mano? Questa cosa, per quanto ci riguarda, preoccupa perché chi deve controllare fuori probabilmente non ha controllato abbastanza dentro e ovviamente al Comandante generale della Guardia di finanza, lei mi comprenderà, questa domanda non solo da componenti della Commissione parlamentare antimafia, ma da «cittadini» è corretto formularla. Grazie.

  PRESIDENTE. Ricordo, sebbene sappia che non ci sia bisogno di farlo, che nella risposta dell'audito o anche nelle domande dei commissari, è possibile, se si tratta di documenti o di dati riservati, passare in Pag. 18seduta segreta. Lo dico anche per le future domande oltre che per l'eventuale risposta. La parola al Comandante generale.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Grazie presidente. Cerco di essere sintetico ed esaustivo, cosa non sempre semplicissima. Glisso sulla questione di Reggio Calabria perché, come ha giustamente detto lei, l'ispettore, oggi ufficiale, era impiegato presso la DIA, quindi non sappiamo che tipo di delega avesse avuto.
  Circa il sistema dei controlli, come dicevo e lo ripeto, cercando di essere più chiaro, è un sistema che riguarda il personale che è direttamente impiegato presso il Comando. Il tenente Striano non ha più accesso alle banche dati dal novembre del 2022. Evidentemente, ma questo è già stato sottolineato dalle autorità giudiziarie che mi hanno preceduto, pur essendoci degli indizi importanti, anche per noi è innocente fino a quando non avrà avuto quantomeno un rinvio a giudizio, ma, meglio, una condanna. La gestione della documentazione caratteristica, quindi delle valutazioni a cui lei faceva riferimento, è una gestione interna alla Guardia di finanza. Cerco di chiarire meglio l'impiego di questi ispettori e ufficiali. Noi abbiamo la quasi totalità dei militari impiegati presso nostri Reparti, che fanno direttamente riferimento a un loro comandante all'interno del Reparto. Abbiamo poi una serie di militari che sono impiegati presso quelli che noi chiamiamo «enti esterni». Non si tratta solo della Direzione nazionale antimafia, si tratta di tutte le Procure della Repubblica dove c'è la sezione di polizia giudiziaria, si tratta delle Autorità indipendenti – abbiamo militari che lavorano presso la CONSOB, l'ARERA, l'AGCM – della Corte costituzionale, della Corte di cassazione e della Corte dei conti delle Commissioni parlamentari d'inchiesta. Abbiamo una serie di militari di ogni ordine e grado i quali hanno una dipendenza gerarchica all'interno di un Reparto della Guardia di finanza. Questa è stata una nostra scelta da sempre, per far sì che tutte le variazioni matricolari, disciplinari, premiali, valutative siano fatte dai loro comandanti gerarchicamente sovraordinati, ma il cui impiego è sottratto al Comando di riferimento e in questo senso verrei a rispondere all'ultima parte della sua domanda. Un nostro maresciallo o capitano che lavora alla CONSOB o alla Corte dei conti ed è impiegato presso quelle autorità, fa riferimento al suo – consentitemi di chiamarlo così – «datore di lavoro» del momento. Il comandante del Nucleo speciale antitrust nel quale i militari che lavorano presso l'Autorità garante della concorrenza e del mercato sono inseriti, non va a chiedere al segretario generale dell'Autorità garante che cosa stia facendo Tizio o Caio in quel momento, a meno che non sia necessario per una qualche ragione, e questo vale per l'impiego di tutti i militari che sono fuori dai Reparti ordinari della Guardia di finanza, ivi compresi quelli interforze. Per quanti militari abbiamo alla DIA, alla Direzione centrale della polizia criminale e in tutte le strutture interforze, non andiamo a chiedere al direttore della Scuola interforze di polizia che cosa stia facendo quel finanziere o quel maresciallo quel giorno. Lo impiegano loro.

  PRESIDENTE. La parola all'onorevole Congedo poi si prepara il senatore Scarpinato.

  SAVERIO CONGEDO. Innanzitutto rivolgo i ringraziamenti al Comandante generale De Gennaro e anche al generale Vinciguerra per la relazione esaustiva, sia con riferimento al quadro di contesto nel quale opera la Guardia di finanza sia per il ruolo che svolge in termini di polizia economica e finanziaria. Mi riferisco alla risposta appena data dal Comandante riguardo al fatto che ovviamente anche Striano, come tutti gli altri militari Guardia di finanza, operava in dipendenza gerarchica. Il luogotenente Striano, in servizio alla DNA, ha utilizzato, per operare in maniera abusiva – uso i termini che sia il Procuratore nazionale Melillo sia il Procuratore di Perugia Cantone hanno utilizzato – con strumenti, credenziali, password che gli erano state affidati, cioè erano accessi abusivi, scarichi abusivi di dati riservati, Pag. 19ma non era un hackeraggio, ma operava con password che gli erano stati assegnate. Proprio in virtù di quello che lei ha affermato, Comandante, cioè che operava in una catena di dipendenza gerarchica, allora viene spontanea la domanda. Qualcuno gliele ha date. Aveva un ordine o una disposizione che gli consentiva di operare in tal senso ed eventualmente chi aveva dato al luogotenente Striano l'autorizzazione a utilizzare quelle password, a trovarsi in quel ruolo e utilizzare le banche dati? Anche perché sembrerebbe – almeno stando a quello che hanno riferito il Procuratore Melillo e il Procuratore Cantone – che accedesse non solamente alla banca dati SIVA, ma anche a Serpico, per esempio. Operava insomma a largo spettro. Grazie, Comandante.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. La risposta è duplice. Partirei da quest'ultima considerazione. È vero, non c'erano accessi solo alla banca dati sulle segnalazioni di operazioni sospette, ma anche ad altre, perché si tratta di una prassi comune quando si fanno attività investigative ed è una prassi necessaria per poter mettere a sistema tutte le informazioni su una determinata struttura, su un determinato soggetto o su una determinata persona giuridica su cui si sta investigando. Evidentemente io mi riferivo, mi riferisco e mi riferirò a tutto ciò che viene fatto legittimamente. Le autorizzazioni esistono, esistevano e sono state date dal comandante del Reparto. C'è un dato che vorrei chiarire, anche perché forse non è stato completamente puntualizzato in precedenza. Ho rimarcato più di una volta nel mio intervento che gli accessi sono consentiti solo ed esclusivamente attraverso la rete informatica della Guardia di finanza, GDFNET, ma per essere collegati alla rete informatica della Guardia di finanza, o si fa l'accesso fisicamente da un Comando della Guardia di finanza, dove i computer sono interconnessi in rete, ovvero si ha la possibilità di farlo da un'altra postazione. Per poter far questo o bisogna avere un VPN, la cosiddetta «saponetta», che, pur senza collegamento fisico, collega a quella rete informatica, oppure ci deve essere il collegamento fisico. Vado al caso specifico, perché è inutile che giro intorno come un drone su uno stadio. Se non ricordo male, fino al settembre del 2022, chi operava presso la DNA non aveva né il VPN né il collegamento diretto alla rete informatica. Da settembre 2022 si sono assegnate le cosiddette «saponette» e, da novembre 2023, perché a ottobre abbiamo firmato il nuovo protocollo a quattro, c'è un collegamento in fibra con la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo. Quindi i militari del gruppo SOS possono fisicamente accedere alla banca dati dalla Procura nazionale. Prima no. Credo di aver risposto alla domanda, più volte sollecitata, sul perché Striano facesse gli accessi da un Reparto della Guardia di finanza. Semplicemente perché da un'altra parte non lo poteva fare.

  PRESIDENTE. Grazie. La parola al senatore Scarpinato. Si prepara l'onorevole Pittalis. Non la sentiamo, senatore. Preciso a beneficio dei colleghi che, fino al 2022, l'accesso dello Striano avveniva per forza dal server del Nucleo della polizia valutaria, perché fino a quel momento non era possibile farlo da VPN o da «saponetta», come ha detto il Comandante generale. Nel mentre che il senatore Scarpinato risolve il problema al microfono, do la parola all'onorevole Pittalis.

  PIETRO PITTALIS. Grazie, presidente. Vorrei tornare sulla figura del luogotenente Pasquale Striano, visto che è un appartenente della Guardia di finanza. Le chiedo quindi se ci può dare qualche elemento di conoscenza al fine di meglio valutare questa vicenda. Nell'estate del 2018, il luogotenente Striano vince addirittura brillantemente il concorso per ufficiale che, per la prima volta, se non erro, è aperto alla partecipazione di sottufficiali. Le chiedo se a sua conoscenza, pur nella ovvia regolarità della procedura, le sue aspirazioni furono oggetto di segnalazioni. Le pongo un'altra domanda. Dopo aver frequentato il corso ufficiali dal 20 settembre 2018 al 19 gennaio 2019, il sottotenente Striano torna alla Direzione investigativa antimafia per un Pag. 20breve periodo di servizio dal 20 gennaio sino al 12 febbraio del 2020, ma il successivo 13 febbraio rientra nell'amministrazione di appartenenza, la Guardia di finanza, e viene riassegnato alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo dal Nucleo speciale di polizia valutaria, nel quale è ora per la prima volta inserito e che dipendeva dal suo Comando. Le chiedo se vi sono state intese informali in tal senso e, se sì, fra chi e quali ragioni furono tenute presenti. Grazie.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Grazie, onorevole. Rispondo alla sua prima domanda sul concorso. Vorrei utilizzare un sinonimo di correggere, perché correggere non mi piace, ma non mi viene in mente. La categoria ufficiali è aperta a chi proviene dal ruolo dagli ispettori da quasi sempre. Si tratta di quello che chiamiamo «ruolo speciale» rispetto al ruolo normale di coloro che diventano ufficiali dopo aver fatto il quinquennio in Accademia. Nel caso specifico, una delle norme contenute nella «riforma Madia» prevedeva la possibilità per la nostra amministrazione, e anche per esempio per l'Arma dei carabinieri, di aprire il ruolo degli ufficiali ai luogotenenti – il grado apicale della categoria degli ispettori – per arruolare per un quinquennio 70 sottotenenti all'anno provenienti dalla categoria ispettori, grado luogotenenti, previo concorso interno. Questo è il veicolo attraverso il quale nel 2018 Striano, insieme ad altri 69 suoi colleghi – perché il concorso era per 70 luogotenenti all'anno – ha potuto, con un anno accademico presso l'Accademia, diventare ufficiale. Ahimè, non so risponderle alla domanda se ci fosse stata una segnalazione da parte di qualcuno nei confronti del tenente Striano per il concorso.
  Per quanto riguarda la seconda parte della sua domanda, circa, se ho capito bene, la riassegnazione nel 2019 di Striano alla Procura nazionale antimafia, quello che lei ha detto è corretto. Terminato il corso, è stato assegnato al comparto dei Reparti speciali, cioè inizialmente allo SCICO. Nel frattempo – come conseguenza del primo protocollo di cui ho parlato – all'interno del Nucleo speciale di polizia valutaria è stata costituita la Sezione «Direzione nazionale antimafia», quella nel cui ambito sono stati organicamente compresi tutti i militari che erano già in servizio lì, ma che non erano organicamente riuniti in un'unica Unità. Andava individuato un comandante per questa Sezione DNAA. Nella prima fase, per un paio di mesi, il comando è stato assegnato a un ufficiale dell'Ufficio analisi, concomitante – nel senso che comandava due Sezioni insieme – dopodiché al Comando generale è stato individuato un ufficiale che, nella fattispecie, era il tenente Striano il quale, in quel momento, non aveva dato adito ad alcun tipo di controindicazione. Era l'inizio del 2019. In quel momento, non c'era una indicazione di alcun genere a che quell'ufficiale non fosse idoneo per quel tipo di attività, anzi direi il contrario, perché è uno che dal 1999 al 2016 è stato in forza alla DIA e in parte anche distaccato alla DNA. Poi ha fatto il concorso. Poi, vorrei precisare un'altra cosa. È stato riassegnato alla sede di Roma perché il Comando generale, per incentivare la partecipazione a quei concorsi per luogotenenti, decise, un po' in controtendenza rispetto a quello che avviene normalmente, di consentire la riassegnazione nella stessa sede di servizio, a meno che il singolo non avesse fatto richiesta di andare da un'altra parte o comunque non avesse elevato controindicazioni o una diversa idea sulla sua assegnazione. Motivo per il quale Striano è stato riassegnato a Roma e nella fattispecie, in quel momento, è sembrato uno dei più adatti, se non il più adatto, per ricoprire quell'incarico. Poi le cose sono andate diversamente. Spero di essere stato esaustivo, onorevole Pittalis.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Pittalis.

  PIETRO PITTALIS. Grazie, generale. Vorrei un chiarimento. Lei ha parlato degli accessi che venivano eseguiti presso un Comando, un Reparto. Le chiedo se ci può indicare quale.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Il Nucleo speciale di polizia valutaria.

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  PIETRO PITTALIS. In concreto, quale?

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Vuole sapere la via, onorevole?

  PIETRO PITTALIS. No, non la via, presso quale Comando.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Il Nucleo speciale di polizia valutaria dove Striano era in forza organicamente. Scusi la battuta, onorevole, era per sdrammatizzare un po'.

  PIETRO PITTALIS. Ho colto benissimo.

  PRESIDENTE. Grazie. La parola al senatore Scarpinato. Do però la parola al senatore Cantalamessa perché il senatore Scarpinato continua ad avere problemi al microfono.

  GIANLUCA CANTALAMESSA. Grazie presidente e grazie signor Comandante per la relazione. Inutile parlare del valore del Corpo della Guardia di finanza e dell'imprescindibilità delle SOS, perché lei ha dato dei numeri sul fatturato del crimine organizzato in base ai quali le operazioni preventive sono non solo fondamentali ma indispensabili. Però qui ci muoviamo in un ambito dove ci sono state delle anomalie. Vedendo quello che è accaduto io non esagero se parlo di un attacco alla democrazia e quindi abbiamo il dovere di andare fino in fondo per cercare di capire. Soprattutto, come diceva il collega D'Attis, alla luce del fatto che sia Melillo sia Cantone hanno chiesto da subito di essere auditi in questa Commissione quindi dandoci una responsabilità che sarebbe poco serio non assumerci.
  Ciò premesso le faccio due domande, alle quali, se ritiene, può rispondere in segretata, sulla scorta di quello che chiedeva il collega Pittalis. Il tenente Striano, dopo che ha superato brillantemente il concorso da ufficiale aperto agli ispettori, è stato assegnato al Nucleo speciale della polizia valutaria. Che lei sappia, qualcuno ha segnalato le sue aspirazioni, considerando che in alcuni casi, soprattutto quando sono incarichi così prestigiosi, c'è qualcuno che può segnalare, attesa l'importanza della cosa? Possiamo dire che la decisione di riassegnare il nuovo ufficiale era del Nucleo speciale della polizia valutaria alla DNAA appare anomala dal punto di vista dell'impiego in quanto il militare rientrava nella stessa struttura alla quale era già stato in precedenza assegnato, ma con un ruolo e un grado diverso? Altra domanda. L'assegnazione di Striano al Nucleo speciale di polizia valutaria comportava una modifica delle sue credenziali di accesso? Poi, sempre su Striano, un'altra domanda. Da quello che lei ha detto, fino a settembre 2022, lui aveva accesso, la dico in maniera non tecnica, con l'account della Guardia di finanza, ma il comandante del Reparto non avrebbe fatto un controllo perché era in forza in un'altra struttura? Non è un'anomalia il fatto che lui aveva un accesso con l'account alla Guardia di Finanza, ma al tempo stesso non c'era il controllo perché veniva da un'altra struttura? Un'ultima domanda di carattere più generale, perché sta venendo fuori dai giornali e dai mezzi di stampa. Si sta parlando di questa «squadra Fiore». Le chiedo se è a conoscenza di qualcosa e se ritiene ci possa essere qualche collegamento con l'indagine che stiamo conducendo. Grazie.

  ROBERTO MARIA FERDINANDO SCARPINATO. Mi sentite?

  PRESIDENTE. Sì la sentiamo senatore Scarpinato. Adesso il Comandante generale risponde al collega Cantalamessa, poi le do la parola. Nel caso ci sia necessità, le risposte in seduta segreta verranno rese alla fine della seduta.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Circa l'ultima parte della domanda, tutti noi apprendiamo queste notizie dai giornali e non ne siamo assolutamente a conoscenza, non abbiamo nessuna delega, non abbiamo nulla di nulla, quindi onestamente non saprei cosa dirle in più.Pag. 22
  Riguardo alla ipotetica anomalia del fatto che si acceda da una parte e da quella stessa parte non si venga controllati, capisco che lo possa sembrare, ma in realtà, nei fatti, non lo è, e oggi in ogni caso non è più così. Se lei mi facesse questa domanda sull'attualità già da sé avrebbe la certezza che questa ipotizzata anomalia non c'è più, perché c'è la possibilità di accesso da quegli uffici. Il fatto che si possa accedere alle banche dati solo ed esclusivamente attraverso la rete GDFNET è evidentemente uno strumento di maggiore sicurezza. Tutti siamo iper-esposti ad attacchi esterni ma, un po' come per tutti i sistemi, quella rete è protetta da una serie di firewall che evidentemente non sono impenetrabili ma sono comunque delle difese. Proprio perché si accede a dati sensibili, l'accesso medesimo si può fare solo dalla rete GDFNET. Fino a quella data, non c'era fisicamente la possibilità di farlo se non da nostri Comandi. Questo è il motivo per cui Striano andava a fare gli accessi al Nucleo speciale di polizia valutaria perché è il suo Reparto nel quale era incardinato gerarchicamente. Poiché l'impiego non era determinato dal suo comandante diretto, i controlli sui suoi accessi – sui suoi come di tutti gli altri, stiamo parlando di una singola persona, ma la cosa è estendibile, come dicevo prima – venivano fatti solo se fossero presenti degli alert o perché rientranti in quelli a campione. Per poter andare ad approfondire il controllo sui soggetti interrogati, sarebbe stata necessaria una richiesta specifica da parte di chi impiega il militare, perché io, se sono il comandante di una Compagnia o di un Nucleo di polizia economico-finanziaria, ho la diretta responsabilità del maresciallo, del tenente, del finanziere che lavora con me, sul quale svolgo attività di controllo e al quale ho assegnato un compito da svolgere e quindi gliene posso chiedere conto, anche qualora qualcuno attiri la mia attenzione sul fatto che forse non sta facendo quello che gli avevo chiesto di fare.

  MAURO D'ATTIS. Quindi Laudati.

  PRESIDENTE. Il collega chiede chi fosse il responsabile del gruppo SOS. Laudati?

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Il responsabile del gruppo SOS era il consigliere Laudati, sì.
  Dovrei rispondere all'ultima parte della domanda.

  PRESIDENTE. Faremo alla fine della seduta la parte segreta, in modo da poter interrompere i collegamenti. La parola al senatore Scarpinato.

  ROBERTO MARIA FERDINANDO SCARPINATO. Comandante, ho bisogno di un ulteriore chiarimento. Lei, quando ha fatto la sua relazione iniziale, ha spiegato che esiste una separatezza istituzionale nell'accesso ai dati tra Guardia di finanza e DNAA, nel senso che la Guardia di finanza non ha possibilità di accesso alle banche dati informatiche dell'autorità giudiziaria, nel caso specifico SIDDA-SIDNA. A sua volta la Procura nazionale antimafia non dovrebbe avere accesso alla banca dati SIVA, tenuto conto che la sua competenza è limitata alle SOS che riguardano mafia e terrorismo. Mi sembra che nel caso di Striano questa separatezza istituzionale sia stata rotta perché Striano, in quanto addetto alla Procura nazionale antimafia, era legittimato ad accedere alla banca dati informatica dall'autorità giudiziaria ma da quel momento non avrebbe più potuto essere legittimato ad accedere alla banca dati SIVA, perché altrimenti la separazione istituzionale prevista si rompe in una persona. Avrei bisogno di capire perché è stato mantenuta la legittimazione a Striano ad accedere alla banca dati SIVA e come era stato configurato il controllo su Striano sulla banca dati SIVA, tenuto conto che di fatto si è creata una commistione tra due banche dati che non doveva essere realizzata. È stato fatto un protocollo, si è riflettuto su questo fatto, chi avrebbe avuto l'obbligo di controllare gli accessi di Striano? Tenuto conto che il terminale era dalla Guardia di finanza e la Procura nazionale antimafia non so come avrebbe potuto effettuare questo controllo a posteriori.

  PRESIDENTE. Prego generale.

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  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Buongiorno senatore. Mi perdoni, ma devo forse ripetere una parte del mio intervento che capisco non essere stato chiarissimo. I nostri militari non possono accedere alle banche dati dell'autorità giudiziaria ed è il motivo per cui ne abbiamo mandati alcuni, su richiesta, presso la DNAA, in base al protocollo del 2017, poi rinnovato, da ultimo, nel 2023. Mandare dei militari, un gruppo di ispettori e finanzieri, presso la Direzione nazionale antimafia, al solo fine di consentire l'accesso alle banche dati SIDDA-SIDNA, non era esattamente lo spirito del distacco. Lo spirito del distacco era quello di consentire a questo gruppo – il cosiddetto gruppo SOS – e a coloro o a colui o a colei i quali avevano la diretta responsabilità successiva, di fare una serie di interrogazioni che permettessero una armonizzazione delle informazioni finalizzata a fare il «matching» nominativo, per capire se la segnalazione di operazioni sospette a carico di Tizio fosse da inviare a una direzione distrettuale antimafia o no, secondo che Tizio fosse indagato in un procedimento per reati di criminalità organizzata presso una direzione distrettuale antimafia. Mi chiedo come si sarebbe potuto fare questo matching senza la possibilità di accesso a entrambe le banche dati. È per questo che aveva accesso a entrambe le banche dati. Poi, ripeto, noi impieghiamo il personale presso di noi o presso enti esterni nella consapevolezza che quel personale lavori per fini di giustizia e lo faccia in maniera integra e corretta. Se, come è accaduto tante volte purtroppo, e altrettanto purtroppo non solo a noi, qualcuno non lo fa ed è passibile di sanzioni disciplinari o penali, noi non abbiamo riguardo nei confronti di nessuno. Anche nel caso specifico, non appena se ne avrà la possibilità, in base alle norme vigenti, il tenente Striano sarà sottoposto alla Commissione di disciplina.

  ROBERTO MARIA FERDINANDO SCARPINATO. Mi scusi, Comandante, ma c'è una cosa che continuo a non capire. Ci hanno spiegato che le segnalazioni SOS che arrivano alla DNAA arrivano criptate e vengono decrittate solo dopo il matching positivo che incrocia personaggi implicati in vicende di mafia e di terrorismo. Quindi non dovrebbero essere decrittate le SOS che non riguardano questi soggetti. Striano, se non ho capito male, avrebbe dunque dovuto fare indagini soltanto sulle SOS decrittate per mafia e terrorismo. Perché continuava a essere legittimato per l'accesso alla banca dati SIVA che non riguardava mafiosi e terroristi? Forse c'è qualcosa che mi sfugge, chiedo scusa.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. No per carità, senatore, mi scuso io. Sì, è come dice lei. L'approfondimento e il matching vanno fatti solo in quel caso, ma se io non ho accesso alla banca dati SIVA, come faccio a fare questo matching? Quello che è stato fatto ulteriormente è sbagliato, non doveva essere fatto e non è un caso che il tenente Striano sia indagato per 800 capi di imputazione a Perugia, perché, fino a prova e presunzione di innocenza, apparentemente sembra che abbia commesso una serie di irregolarità. È come dice lei: il matching va fatto solo per nominativi che sono perseguiti per reati attinenti alla criminalità organizzata, ma quando queste cose si fanno correttamente. Se si fanno in modo non corretto, evidentemente ci sono dei problemi. Mi dispiace che non siamo nello stesso luogo per cui non la vedo e non posso capire dal suo viso se sono stato chiaro.

  ROBERTO MARIA FERDINANDO SCARPINATO. Mi scusi, ultima cosa.

  PRESIDENTE. Senatore, la prego non facciamo dibattito perché se no diventa difficile gestire. Mi sembra chiaro quanto ha riportato il generale.

  ROBERTO MARIA FERDINANDO SCARPINATO. Volevo solo capire a questo punto chi doveva fare il controllo su questi accessi di Striano alla banca dati SIVA, non pertinenti a mafia o terrorismo.

  PRESIDENTE. Provo a dirlo io, magari è più chiaro perché non sono a parte in Pag. 24causa. Lo Striano accedeva alla banca dati della Guardia di finanza in quanto appartenente al Corpo, e accedeva alla banca dati della DNAA in quanto mandato dalla Guardia di finanza alla DNAA, e quindi era lui che poteva fare questo matching. Il controllo è fatto nel posto dove sta, evidentemente, e quindi da Laudati, in quanto responsabile del gruppo SOS.
  La parola al senatore Verini.

  WALTER VERINI. Grazie presidente. La ringrazio Comandante generale, perché lei ha dato un quadro con serietà e attendibilità. Lei stesso ci ha detto di non potere naturalmente entrare nel merito dei fatti attinenti all'inchiesta della Procura di Perugia, però io qualche domanda non su questi temi, ma su un contesto più generale, gliela vorrei porre. Lei ha ricordato anni di collaborazione e di protocolli tra Guardia di finanza e Direzione nazionale antimafia. Mi viene da dire: cambiano i protocolli, ma l'unico elemento di continuità è stato il ruolo di Striano. Striano – che come ricordava qualche parlamentare prima – aveva ricevuto attestati e qualificazioni di eccellenza nel suo lavoro. Ormai è diventato un personaggio pubblico e quindi abbiamo letto anche di ruoli ricoperti in sindacati interni alla Guardia di finanza e in altri organismi interni. Insomma, non era uno sconosciuto e questo sottufficiale della Guardia di finanza evidentemente veniva considerato davvero dal Corpo e dai suoi superiori un'eccellenza. In un'intervista che ha rilasciato a un giornale molto informato – a volte questi legami così diretti tra intercettazioni e pubblicazione sono molto variabili e molto vari – ha detto, come lei ha confermato, che gran parte degli accessi, 40 mila, sono stati fatti con le chiavi d'accesso alla banca dati della Guardia di finanza. La sua operosità interna al Corpo era assolutamente intensa, lui stesso – abbiamo appreso – stava tre giorni al valutario e tre giorni alla DNAA. Quindi la domanda – che non ha niente a che vedere con i reati eventualmente commessi da quello che rimane un presunto innocente – è: questa figura, dal vostro punto di vista interno, non è mai stata attenzionata o caratterizzata da eccessi di disinvoltura?
  La seconda domanda è questa. Sia il Procuratore Cantone sia il Procuratore Melillo – vista anche la molteplicità multidirezionale degli accessi che sono stati fatti, quindi politici, elementi dell'industria, della finanza, dello sport e dello spettacolo – ci hanno parlato apertamente di rete. Lei pensa davvero che ci possa essere questa rete o è credibile che Striano abbia agito di sua iniziativa? Poco fa lei ha detto che è un tema che riguarda la sicurezza dello Stato, se non ho capito male. Non parlo della vicenda specifica ma della sicurezza degli apparati informatici. Quindi è evidente che questo è un tema delicato. La domanda è: al di là dell'aspetto penale, secondo lei è stata una P2 dei poveri o è stata davvero una rete che può in qualche misura o in qualche circostanza aver messo a repentaglio anche la sicurezza dello Stato? Ricollegandomi alla prima domanda, Striano ha detto di aver agito per anni con modalità testualmente «alla carlona». Queste parole sono dette da lui, però dicono tutto: è possibile che negli anni non ci sia stato un qualche riscontro?
  L'ultima domanda è questa. Lei ha parlato di eventuali Commissioni di disciplina. La mia è una domanda neutra, nel senso che non conosco le procedure. Vista la situazione, visto il fatto che lui è ora indagato, sono già stati presi dei primi provvedimenti interni nei suoi confronti, magari in automatico? È una domanda che vuole soddisfare una curiosità perché mi pare evidente che, anche dalla sua audizione, il ruolo della Guardia di finanza su questa vicenda legata a Striano è consustanziale, in quanto lui è appartenente al Corpo, e quindi mi pare che sia necessario. La ringrazio anche per la modalità con cui lei ha esposto le questioni.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Grazie mille senatore. Mi sono segnato più domande, cerco di individuarle per rispondere a tutte. Intanto vorrei ulteriormente ribadire che dal 1999 fino al 2018, cioè per 19 anni, il maresciallo Striano è stato impiegato presso la DIA, quindi mi ricollego all'ultima cosa che lei ha detto e la ringrazio. La circostanza che fosse un finanziere Pag. 25è un dato matricolare e di appartenenza alla nostra organizzazione, ma per 19 anni lui è stato impiegato presso una struttura interforze dove ciascuna delle tre forze di polizia assegna, secondo gli organici che sono previsti, proprio personale ma che non ha più un riferimento diretto alla propria organizzazione. Tanto che in ciascuna di queste articolazioni dipartimentali interforze – ho avuto la fortuna e il privilegio di dirigerne una per tre anni – c'è un ufficiale, un dirigente superiore di ciascuna delle tre forze di polizia che è il responsabile, anche disciplinare, dell'attività di coloro i quali sono inseriti in quella struttura. Quindi, durante tutto il suo periodo alla DIA, io, nel senso di noi, non abbiamo chiara cognizione delle indagini e delle attività che ha svolto. È vero che è un elemento di continuità, il fatto che ci sia lui per tutto questo periodo è sicuramente un elemento di continuità, come lei diceva. È un elemento di continuità che è dovuto alla circostanza che, fino a quando non è, mi passi il termine, esploso il caso, non si aveva una chiara contezza del fatto che potesse esplodere il caso e quindi lui è un elemento di continuità perché, come in altre situazioni e in altre occasioni, la professionalità dimostrata fino a quel momento lo rendeva e lo ha reso adatto per quell'impiego.

  WALTER VERINI. Mi scusi, quindi vuol dire che di Striano ci si poteva fidare sia da Guardia di finanza sia da DNAA, questo vuol dire e lo capisco!

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Chi lo impiegava se ne è sempre fidato.

  PRESIDENTE. Facciamo terminare il Comandante generale.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Sul fatto che lavorasse secondo degli accordi due giorni in una struttura e due giorni in un'altra, è così. L'impiego di Striano dal 2019 in poi presso la DNAA, così come per tutti noi, ha impattato sul periodo della pandemia, quindi anche presso quell'ufficio immagino che, come in tutti gli uffici, ci siano state delle direttive sul come e quando essere presenti prima e dopo il momento acuto. Dopo il periodo più acuto ci sono state delle indicazioni precise per cui questo ufficiale avesse la possibilità di lavorare fisicamente alcuni giorni presso la DNAA e alcuni giorni fisicamente presso il Reparto, per svolgere il suo compito. Mi riaggancio a quello che ho detto poco fa: se non fosse andato presso il Nucleo, non avrebbe potuto fare una serie di accessi che, fino a prova contraria e fino a fiducia accordata, per mancanza di elementi diversi, si riteneva fossero tutti accessi legittimi.
  Francamente non so se è stata una P2 dei poveri o se c'è stato qualcos'altro, ma non mi sento in questo momento di poter dire di avere elementi per poter ipotizzare una rete o un riferimento diverso da quello che abbiamo appreso dal Procuratore Cantone essere emerso dagli atti dell'indagine che peraltro evidentemente non conosco.
  Un'ultima cosa con riferimento ai provvedimenti. I provvedimenti penali evidentemente non ci competono. Circa i provvedimenti disciplinari, la disciplina di stato, regolata dal codice dell'ordinamento militare, prevede che si possa instaurare un procedimento nei confronti di coloro i quali sono imputati. Per poter eventualmente instaurare un procedimento disciplinare di stato, il primo presupposto è la richiesta di rinvio a giudizio o un provvedimento cautelare, che non c'è stato. Quindi, finché non c'è la richiesta di rinvio a giudizio, anche volendo, e anche ricorrendone i presupposti, non si può per legge instaurare un procedimento disciplinare di stato. Il provvedimento che è stato subito attuato è quello di impiego. Al tenente Striano, non appena è emerso il problema, è stato prima cambiato l'incarico all'interno del Nucleo speciale di polizia valutaria. Poi è stato trasferito. Oggi è impiegato presso la Scuola ispettori dell'Aquila.

  PRESIDENTE. Grazie mille. Prego senatore Zanettin

  PIERANTONIO ZANETTIN. Mi sono annotato alcune delle cose che lei ha detto e Pag. 26che mi hanno più incuriosito e allora le chiedevo di chiarirle in modo più specifico. Prima cosa. Quando nel 2020 Striano è diventato addirittura responsabile per quanto riguarda la Guardia di finanza all'interno della Direzione nazionale antimafia, lei ha detto – ho annotato – che era il soggetto più adatto. Qual è la cognizione che, come Guardia di finanza, avete per esprimere appunto che un soggetto è il più adatto, quali sono le caratteristiche?

  PRESIDENTE. Meglio se pone le domande tutte insieme.

  PIERANTONIO ZANETTIN. Mi si complica la vita, da avvocato sono abituato ai controesami. Ci sono delle chiamate e delle segnalazioni da parte per esempio dei magistrati che guidano quegli uffici? Questi aspetti sono rilevanti? Glielo chiedo – e il particolare non è casuale e potremmo presidente anche approfondirlo in maniera più specifica e anzi già le chiedo di acquisire gli atti – perché, per quanto ci consta, in particolare, il sottotenente Striano – anche se all'epoca non era sottotenente – ha partecipato come teste a un processo molto famoso peraltro, quello Matacena, a Reggio Calabria. In particolare, a me risultano quattro udienze, poi lo verificheremo una volta acquisiti gli atti. 17 luglio 2015, 21 dicembre 2015, 8 gennaio 2016, 29 gennaio 2016. Un'altra annotazione che ho colto dalle sue parole: noi come Guardia di finanza non abbiamo cognizione di quello che il tenente Striano faceva. Però – e qui torniamo alla prima delle domande che le ho fatto – per tabulas è del tutto pacifico che tra il 2013 e il 2017 l'onorevole Cafiero De Raho era il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria presso il quale quel processo veniva celebrato. Volevo capire se in quella chiamata o in quella scelta di finanziere più adatto poteva avere influito il giudizio positivo che di lui aveva dato il Procuratore nazionale antimafia che lo conosceva e con il quale aveva intrattenuto rapporti. Sempre un'altra delle parole che lei ha detto: «di Striano ci si poteva fidare». Quindi si fidava di lui e lo ha poi chiamato dando un giudizio positivo per farlo tornare in Direzione nazionale antimafia, dopo aver svolto una funzione nella direzione distrettuale antimafia e nella DIA. Prima il collega Cantalamessa ha fatto una serie di domande cui poi si è arrivati come ultima risposta che responsabile era Laudati, il quale a sua volta dice: De Raho sapeva tutto. Quindi il fil rouge ritorna. Grazie.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Grazie senatore. Rispondo per domande successive. Io non sono sicuro di aver detto che era il soggetto più adatto, ma forse che era comunque uno molto adatto. Ok, l'ho detto, le credo. Ripeto che nella scelta di personale da impiegare in determinati incarichi che sono incarichi un po' più diretti e particolari, si fa riferimento al loro percorso professionale. Quando nel febbraio del 2019 il tenente, all'epoca sottotenente Striano, è stato assegnato alla Sezione Direzione nazionale antimafia del Nucleo speciale polizia valutaria, fatti uno screening, una valutazione complessiva, è stato ritenuto adatto per quel ruolo, è stato ritenuto il più adatto per quel ruolo? Più adatto per quel ruolo. In questa fase, con i miei collaboratori sto predisponendo la pianificazione degli impieghi degli ufficiali per il 2024. Stiamo cercando di individuare i più adatti per determinati ruoli. Nel 2019, dovendo essere assegnato un ufficiale inferiore, cioè un ufficiale nel grado da sottotenente a capitano, per quella articolazione del valutario è stata fatta una valutazione complessiva. Lei mi chiede o forse non mi ha chiesto, non mi ricordo, ma in realtà mi ha chiesto se in questa valutazione complessiva rientra anche il parere della Direzione nazionale antimafia? Io le dico che, pur non essendo lì nella fase decisionale in quel momento, perché non ero al Comando generale, in realtà sono sicuro che un impiego del genere sia stato in qualche modo condiviso, così come, ripeto, se io devo mandare, come sto facendo, un ufficiale in una struttura interforze, il nominativo lo condivido con il Capo della polizia, così come se devo mandare un ufficiale in un'altra struttura. Condivisione però non significa obbligo, condivisione non significa imposizione.Pag. 27 Significa che sarò il primo a farlo, nella misura in cui dovesse accadere, con il procuratore Melillo che oggi è il Procuratore nazionale, nel caso dovessi impiegare un ulteriore ufficiale presso la Procura nazionale. È una questione anche, mi consenta, di educazione istituzionale, di correttezza istituzionale. Sono istituzioni alle quali si deve dare, sotto tutti i profili, il massimo rispetto e il primo di questi profili è l'impiego di proprio personale presso quelle strutture.
  Seconda domanda. Per quanto riguarda le questioni di Reggio Calabria, ho già in qualche modo accennato prima, il luogotenente, poi sottotenente, poi tenente Striano, dal 1999 al 2018, era in forza alla DIA. Tutto ciò che fa riferimento alle sue indagini in quel procedimento penale, alle sue audizioni come testimone in quel procedimento penale, non dovete chiederlo a me. Credo di aver risposto prima anche alla sua ultima domanda.

  PRESIDENTE. Grazie mille. Iscritta a parlare c'è l'onorevole Ascari. Poi ci sono l'onorevole Bicchielli, l'onorevole Gubitosa e il senatore Sisler. La parola all'onorevole Ascari.

  STEFANIA ASCARI. Le chiedo di intervenire successivamente perché ho poco campo.

  PRESIDENTE. Compatibilmente con i tempi della Commissione. Prego onorevole Bicchielli.

  PINO BICCHIELLI. Grazie presidente. Signor Comandante, prima di tutto la ringrazio per la sua relazione precisa e puntuale, però ci sono dei punti che almeno a me non sono ben chiari. Da quello che è emerso dalle indagini – abbiamo anche ascoltato alcuni colleghi – il finanziere Striano avrebbe compiuto in questi anni migliaia di accessi dalle banche dati della Guardia di finanza. Lei appunto nella sua relazione ci ha spiegato che queste banche dati sono protette da alcuni software che fanno scattare degli alert che si attivano in caso di accessi anomali per quantità, tempestività, modalità. La mia curiosità e la mia domanda sono legate proprio a chi materialmente riceveva gli alert che riguardavano gli accessi di Striano alle vostre banche dati e se sono mai state evidenziate in questo periodo delle anomalie negli accessi di Striano nelle banche dati della Guardia di finanza.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Ho dato indicazioni affinché con la terza versione della banca dati SIVA qualcosa venga modificato in questo senso, ma non fatico a dire che lo stiamo facendo alla luce di quello che è accaduto e di cui stiamo discutendo. Il sistema degli alert va a incidere sulla non coincidenza tra gli orari di servizio e gli orari degli accessi. Sto dicendo che ciò è accaduto fino ad oggi. È una cosa presente anche nel sistema SDI. Se il sistema rileva che alle tre di pomeriggio di domenica un militare fa degli accessi, fa accendere una «lucina», diciamola in termini molto semplici. Il comandante del Reparto che impiega quel militare va a verificare, se non lo sa già direttamente, se quel militare alle tre di pomeriggio di domenica dovesse essere in servizio o meno. Il sistema rileva altresì se ci sono tentativi di accesso da parte di utenti non autorizzati. L'utente non autorizzato evidentemente non riesce ad accedere, altrimenti cadrebbe subito tutto il sistema, ma il sistema rileva e traccia un eventuale tentativo di accesso da parte di un utente non autorizzato e lo segnala. Alla luce di tutto quello che sta accadendo e rilevata la necessità di migliorare anche il sistema degli alert, una prima indicazione che ho dato e sulla quale stanno lavorando i tecnici per la reingegnerizzazione del sistema SIVA, è quella di vedere se si possa mettere un alert, indipendentemente, per accessi a persone che sappiamo essere politicamente esposte. Come dicevo prima, la categoria delle persone politicamente esposte è vastissima e non è rilevata in un anagrafico. So che il signor Tizio è una persona politicamente esposta perché la banca, il notaio, l'avvocato, l'istituto che eroga finanziamenti, nel compiere l'attività di adeguata verifica della clientela rileva e segnalaPag. 28 che quel nominativo è di una persona politicamente esposta. L'UIF lo segnala, noi in quel momento possiamo inserirlo nel sistema come persona politicamente esposta e successivamente, potendo costruire il sistema in questo modo, se ci saranno degli accessi su quel nominativo scatterà un alert.

  PINO BICCHIELLI. Comandante la mia non era una domanda generica su come funziona il sistema. Le chiedevo se in questi anni sono stati riscontrati degli alert nei confronti del finanziere Striano. Lei mi può dire che non ci sono mai stati. Il mio quesito riguardava direttamente il fatto se Striano sia stato attenzionato.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Non sul nostro applicativo, sì su altri applicativi, ma con esclusivo riferimento agli orari di servizio. Verificato che in quegli orari, in quel giorno, lui era in servizio, non si è proceduto a ulteriori controlli.

  PRESIDENTE. Grazie mille. Prego onorevole Ascari.

  STEFANIA ASCARI. Grazie presidente, grazie per tutte le risposte alle tante domande. Vorrei semplicemente chiedere una precisazione. Generale è in grado di dirci quando venne inviato Striano per la prima volta alla DNAA? Grazie.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Gliela posso dare. Nel 2016, vado a memoria, quando era ancora impiegato presso la DIA. È rientrato nel Corpo nel 2018 dopo aver vinto il concorso, è ritornato nel 2019. L'assegnazione è stata nel 2016, mentre era in forza alla DIA.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Gubitosa. Poi c'è il senatore Sisler. Infine, passiamo alla parte segreta.

  MICHELE GUBITOSA. Generale, in riferimento alla risposta che il presidente ha dato per lei al senatore Scarpinato, volevo chiedere se lei concordava su tutto, in quanto mi pare di aver capito che lei ha detto che fino al settembre 2022 Striano non aveva accesso diretto alla banca dati SIVA e doveva recarsi fisicamente alla Guardia di finanza. Quindi la domanda che mi faccio è: come poteva Laudati effettuare il controllo se Striano si collegava dalla Guardia di finanza? Se così fosse, come ho capito io, cioè che Laudati non poteva effettuare il controllo, chi doveva in Guardia di finanza svolgere la funzione di controllo?
  Tornando al matching criptato – però magari qui ho capito male io – non era automatico, quindi fatto dalla macchina? L'algoritmo non doveva restituire il nome solo dopo aver fatto il matching e quindi consegnare all'Ufficio segnalazioni operazioni sospette della DNAA solo i nominativi che la macchina aveva «filtrato»?
  Un'ultima cosa. Le volevo chiedere con precisione quando venne individuato per la prima volta Striano.

  PRESIDENTE. Individuato per cosa? In che senso?

  MICHELE GUBITOSA. Per questo tipo di attività. C'è un'istruttoria della Guardia di finanza il cui risultato poi fu condiviso dal Procuratore o invece sollecitato dal Procuratore?

  PRESIDENTE. Guardi, io non ho capito, però magari il Comandante generale sì.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Se non ha capito la presidente, per rispetto non ho capito neanch'io, ma provo a dare una risposta. Intanto fino a settembre 2022 non è che Striano non avesse accesso alla banca dati SIVA. Aveva l'accesso, ma non aveva la possibilità di effettuare questo accesso direttamente dai locali della Procura nazionale antimafia, perché non era ancora stato attivato né il VPN né la fibra per poter accedere direttamente dalla Procura nazionale antimafia alla rete GDFNET, cioè alla nostra rete informatica. Quindi, per forza di cose, lui andava presso un nostro Reparto.

Pag. 29

  MICHELE GUBITOSA. Chi lo controllava, generale? Laudati non potevo controllarlo.

  PRESIDENTE. Onorevole Gubitosa, da remoto a maggior ragione vale la regola che non si tratta di un contraddittorio. Quando il Comandante generale ha finito, se vuole, può chiedere una precisazione. Se lo interrompe non si capisce più niente. La ringrazio.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Non vorrei fare confusione. Altro è l'accesso, altro è il luogo fisico dove si procede all'accesso, altro è evidentemente il controllo. Più che controllare, utilizzerei il termine «chi deve verificare il lavoro che è stato fatto» perché i controlli si fanno ogni tanto, ma normalmente se do un incarico a un mio collaboratore mi aspetto un ritorno rispetto a quell'incarico che gli ho affidato e quindi verifico che tutto sia stato fatto nel modo che avevo chiesto. Chi deve appunto verificare, lo fa quando il lavoro è concluso. L'accesso alla banca dati è parte del lavoro che non è ancora concluso.
  Per quanto riguarda il matching, effettivamente è come dice lei, cioè il matching è automatico. Quando poi c'è il riscontro del matching con il nominativo, allora la Procura nazionale riceve la segnalazione di operazioni sospette. Prima l'anagrafico, poi la segnalazione nel momento in cui c'è il matching.
  Se non sbaglio la sua ultima domanda riguardava quando l'allora luogotenente Striano fu individuato per la prima volta per essere impiegato presso la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. Si tratta dell'anno 2016, quando era in forza alla DIA.

  PRESIDENTE. Onorevole Gubitosa vuole aggiungere qualcosa o posso andare avanti?

  MICHELE GUBITOSA. Volevo solo chiedere una cosa, ma magari ho capito male io. Quando Striano operava dalla Guardia di finanza, nessuno della Guardia di finanza poteva controllare quello che faceva? Tecnicamente, se faceva degli accessi che non doveva fare dalla sede della Guardia di finanza e non dalla DNAA, in quel caso chi poteva sapere quello che faceva e chi doveva controllarlo? Questo volevo capire, ma magari forse lei ha risposto e cercherò di capire meglio dalla sua risposta, se questa cosa sia già stata chiarita. Io però non riesco a capire chi doveva controllare ciò che faceva quando lui stava in Guardia di finanza.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Il tenente Striano è sempre stato nella Guardia di finanza e lo è ancora. Per una lunghissima parte della sua carriera, pur essendo finanziere, non è stato impiegato quotidianamente presso un Reparto della Guardia di finanza, ma è stato impiegato presso strutture differenti, da ultimo la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo. Chi è abilitato a verificare il contenuto del lavoro che gli viene assegnato è evidentemente colui il quale gli ha assegnato quel lavoro, che non è il comandante del Nucleo di polizia valutaria. Io gli assegno un incarico: per portare a termine quell'incarico, lui ha bisogno di fare una serie di accessi. Taluni li può fare dalla Procura nazionale perché sono accessi a banche dati giudiziarie, talaltri non li può fare dalla Procura nazionale, ma li deve fare fisicamente altrove.

  PRESIDENTE. Per semplificare direi che è semplicemente una questione di posto fisico dove ha accedeva o meno e non di responsabilità. La responsabilità rimane in capo alla struttura a cui è assegnato il tenente Striano. Più chiaro di così non so come dire.
  Do la parola al senatore Sisler.

  SANDRO SISLER. Grazie presidente e grazie generale per la sua presenza e per la chiarezza nell'esposizione della sua relazione. La ringrazio anche per avercela data in forma scritta perché così ce la portiamo a casa e la rileggiamo. Prendo spunto dall'ultima parte della sua relazione laddove dice che voi vi sentite parte lesa e che ovviamente darete il massimo per fare piena Pag. 30luce su questa vicenda grave e triste. Lei perciò comprenderà perché quasi tutte le domande vertano sul non controllo da parte della Guardia di finanza. Ho capito che ciò non era possibile perché il militare di fatto operava «alle dipendenze» di un'altra struttura. Nelle schede di valutazione veniva definito eccellente – indubbiamente lavorava molto, come diceva prima anche il senatore Gasparri, su questo non c'è dubbio, era un gran lavoratore e per anni ha lavorato in modo indefesso. Però le schede di valutazione sono state firmate dalla Guardia di finanza e la promozione è stata fatta dalla Guardia di finanza, quindi deduco che queste valutazioni discendevano direttamente da giudizi che venivano dati prima dalla DIA e poi dalla Direzione nazionale antimafia. Vorrei conferma di questa mia deduzione: non ci vuole un cervello particolarmente brillante per arrivare a questa conclusione dopo due ore di ascolto, però una conferma chiara credo sia importante.
  Un'altra domanda riguarda quelli che secondo lei sono stati negli anni i rapporti tra il dottor Laudati, che era di fatto, soprattutto nell'ultimo periodo, il soggetto a cui rispondeva il finanziere Striano, e i vertici della Guardia di finanza che si sono succeduti nel tempo. Lei, che ha un'esperienza quarantennale nel Corpo glorioso della Guardia di finanza, ci saprà dire quali fossero i rapporti tra il dottor Laudati e i vertici degli ultimi decenni della Guardia di finanza.
  Terza e ultima domanda. Gli auditi in questa Commissione, il Procuratore di Perugia e il Procuratore Melillo, ci hanno detto che per loro era difficilmente credibile che Striano abbia potuto agire da solo. Effettivamente agire in questo modo per anni indisturbato, non può che dedursi che c'era una sorta di altri collaboratori in questo lavoro puntuale e lungo che Striano ha posto in essere. Le chiedo dunque se anche secondo lei egli non abbia agito da solo. Grazie.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Intanto una precisazione, se me lo permette. Essere entrato nella categoria degli ufficiali e aver acquisito il grado di sottotenente e poi di tenente, capisco sia di miglior comprensione dire che sia una promozione. In realtà non è una promozione, nel senso che lui ha partecipato a un concorso e quindi è entrato nella categoria degli ufficiali dopo aver superato una prova concorsuale.

  SANDRO SISLER. Scusi generale e mi perdoni il presidente. Le valutazioni di eccellenza erano però valutazioni soggettive, non oggettive.

  ANDREA DE GENNARO, Comandante generale della Guardia di finanza. Ci stavo arrivando, senatore. Sono decisamente valutazioni soggettive, sono le valutazioni che vengono fatte dalla linea gerarchica. Vorrei fare un collegamento tra tante cose che mi sono state chieste e alle quali ho risposto. Fino al momento in cui non c'è stata la conoscenza che questo signore fosse indagato, cioè quindi fino al momento in cui gli è stato notificato l'avviso di garanzia e poi, come è stato chiaramente esposto dal procuratore di Perugia nella sua audizione, ha avuto una serie di traversie che sta continuando ad avere per una serie di capi di imputazione che gli sono stati contestati, non c'era motivo di ritenere che ci fosse alcunché di anomalo nell'attività di questo ispettore, poi ufficiale, e che i suoi superiori che lo hanno impiegato nel tempo sia alla DIA sia, in un periodo direi molto breve, al Nucleo speciale di polizia valutaria, lo abbiano ritenuto meritevole di quella che chiamiamo aggettivazione apicale nelle valutazioni.
  C'è un fascicolo processuale a Perugia, senatore, e alla sua ultima domanda rispondo che non lo so. Se anche lo sapessi non potrei darle una risposta perché c'è un'indagine in corso. Fascicolo processuale del quale sono a conoscenza nel dettaglio gli investigatori che hanno la delega a condurre le indagini, ma che comunque non potrebbero rispondere alla domanda.
  Circa i rapporti di conoscenza e di buona collaborazione tra i miei predecessori, i nostri vertici, me medesimo, e il consigliere Laudati, le dico sì: vi erano Pag. 31rapporti di conoscenza e di stima reciproca. Io non ne ho avuto l'opportunità, ma chi ha lavorato su deleghe date dal dottor Laudati durante tutto l'arco della sua carriera, ha sempre avuto un rapporto molto cordiale, molto franco. Non le nascondo – perché non c'è niente da nascondere – che il consigliere Laudati è stato per anni, fino a poco tempo fa, anche insegnante in nostre scuole. Poi lui stesso, una volta emerso questo problema, non è più venuto a insegnare. Perché non dovevano esserci rapporti cordiali di conoscenza e di collaborazione, così come ci sono con decine di Procuratori della Repubblica, procuratori aggiunti e sostituti procuratori in tutto il territorio nazionale?

  PRESIDENTE. Grazie mille.
  Dispongo la disattivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso e della web-tv.
  (La Commissione prosegue in seduta segreta).

  La seduta termina alle 12.55.