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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 8 novembre 2022

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   ENRICO COSTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   Il 18 ottobre scorso l'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, istituita con la Convenzione di Parigi del 14 dicembre 1960) ha pubblicato sul proprio sito il «Phase 4 Report – Italy», che ha la finalità di valutare il grado di applicazione da parte del nostro Paese della Convenzione sul contrasto alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle transazioni commerciali internazionali, firmata a Parigi il 17 dicembre 1997;

   all'interno del rapporto – che dovrebbe limitarsi a certificare il corretto adempimento di impegni internazionali da parte dell'Italia – si rinvengono considerazioni e passaggi piuttosto sorprendenti; dal documento emergerebbe una preoccupazione per il fatto che i processi in Italia sui casi di corruzione internazionale abbiano prodotto un alto numero di sentenze di assoluzione e che ciò avvenga perché, anziché prendere in esame contemporaneamente la totalità delle prove indiziarie, ciascuna di queste viene esaminata solo singolarmente, e perché la legge italiana richiede una prova solida dell'accordo corruttivo;

   il rapporto dell'Ocse, lungi dal costituire un documento di mera valutazione tecnica, assume i contorni di un vero e proprio giudizio sull'operato della magistratura italiana, e sottintende una impostazione che considera l'assoluzione un fallimento della macchina processuale, piuttosto che uno dei possibili esiti della stessa;

   operando in tal senso, gli esaminatori del gruppo anticorruzione dell'Ocse mettono in discussione il lavoro dei giudici italiani, oltre che gli «standard di prova» richiesti dalla nostra legislazione;

   secondo quanto riportato dal giornale Il Dubbio il 20 ottobre, al rapporto si aggiunge una inusuale lettera a titolo personale scritta dal presidente del gruppo di lavoro Drago Kos di forte critica dell'operato di un singolo magistrato in uno specifico processo;

   in tale contesto stupisce il silenzio dell'Associazione Nazionale dei Magistrati (Anm) che, solitamente solerte nel denunciare le violazioni delle prerogative di autonomia e indipendenza della magistratura, si è limitata ad osservare che «il gruppo fa le sue critiche, più o meno fondate, ma non si pone un problema di lesione dell'indipendenza»;

   il nostro Paese dovrà rispondere entro ottobre 2024 sulle raccomandazioni contenute nel rapporto –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei contenuti del rapporto di cui in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare al fine di tutelare l'indipendenza e l'autonomia della magistratura italiana a fronte delle ingerenze denunciate in premessa.
(4-00051)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MANZI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   il concorso straordinario abilitante, previsto dal decreto-legge n. 126 del 2019, convertito in legge n. 159 del 2019, è stato bandito con decreto dipartimentale n. 497 del 2020 e successivamente integrato con decreto dipartimentale n. 748 del 2020;

   secondo quanto sancito dall'articolo 2 del decreto dipartimentale n. 497 del 2020 potevano chiedere di partecipare i docenti con tre anni di servizio prestato anche non consecutivi, nelle scuole statali e/o paritarie di cui almeno un'annualità di servizio, nella specifica classe di concorso per la quale partecipare;

   gli aspiranti al conseguimento dell'abilitazione, compresi i docenti di ruolo con almeno tre anni di servizio, che si sono regolarmente iscritti entro il 28 luglio del 2020, versando la quota di 15 euro, quale diritto di segreteria, così com'era previsto dall'articolo 3 del decreto n. 497, sono ancora in attesa di sapere come, quando e se sarà avviata la suddetta procedura;

   nel frattempo il decreto-legge n. 73 del 2021, convertito in legge n. 106 del 2021, modificando quanto previsto dal decreto-legge n. 126 del 2019 relativamente al concorso straordinario 2020 per il ruolo, è intervenuto anche su quello per l'abilitazione, abrogando (ancor prima di essere in atto) l'emanazione del decreto che doveva stabilire i contenuti della prova orale di abilitazione;

   oggi nonostante parecchi aspiranti abbiano versato la quota prevista, qualora intendessero conseguire l'abilitazione dovranno, sempre a spese loro, intraprendere un percorso universitario così come si evince dall'articolo 44 del decreto-legge n. 36 convertito con modificazioni dalla legge del 29 giugno 2022, n. 79, al fine di poter successivamente partecipare alle prove concorsuali –:

   quali siano i reali tempi di avvio della procedura straordinaria per esami già bandita dal decreto dipartimentale n. 497 del 21 aprile 2020 e successivamente integrato con decreto dipartimentale n. 748 del 1o luglio 2020.
(5-00013)

Interrogazione a risposta scritta:


   ORRICO. — Al Ministro dell'istruzione, al Ministro della cultura, al Ministro della giustizia, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   circa duemila tirocinanti sono stati impegnati in Calabria, per anni, nelle strutture periferiche dei ministeri di cultura, giustizia e istruzione;

   la questione dei tirocinanti cosiddetti «ministeriali» rappresenta una delle più lunghe e sofferte vertenze lavorative della Calabria;

   i tirocinanti dovrebbero svolgere un percorso di apprendimento e inclusione sociale mentre, nei fatti, hanno svolto lavoro e mansioni proprie dei dipendenti pubblici, senza essere inquadrati come lavoratori e percependo delle indennità inadeguate;

   il ministero per la pubblica amministrazione, ai sensi dell'articolo 50-ter del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, aveva avviato una procedura selettiva pubblica per il reclutamento di 1.956 unità di personale, riservata prioritariamente ai tirocinanti dei tre ministeri sopraindicati;

   ad oggi le prove concorsuali previste sono state svolte solo in minima parte e riguardano alcune categorie destinate al Ministero della cultura;

   nelle prove selettive fin qui svolte diversi quesiti proposti non sono apparsi attinenti con materie ed argomenti relativi alle figure a concorso, né alcuni criteri nell'assegnazione dei punteggi erano stati previsti nel bando di selezione;

   le restanti procedure selettive da svolgersi non hanno ancora avuto alcuna calendarizzazione;

   i tirocinanti in questione, secondo quanto consta all'interrogante, non percepiscono alcuna indennità da circa un anno-:

   quali iniziative di competenza intendano intraprendere i Ministri interrogati per procedere al più presto alla individuazione di date utili allo svolgimento delle prove selettive e se intendano prevedere un bacino per quei tirocinanti che non risultano idonei alla selezione, in modo da permettere loro uno scorrimento nelle graduatorie definitive.
(4-00052)

SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   in data 31 maggio 2019 la Whirlpool ha manifestato le circostanze che rendevano insostenibile il mantenimento della produzione presso il sito di Napoli e comunicato l'intenzione di reindustrializzare lo stabilimento, sito a Napoli, in via Argine, attraverso una nuova missione produttiva entro il termine del 1o novembre 2020;

   il 4 giugno 2019 si è aperto presso il Ministero dello sviluppo economico il tavolo di confronto istituzionale con incontri a cadenza mensile finalizzato a trovare un'intesa tra l'azienda, le istituzioni e le organizzazioni sindacali. Fino alla decisione della proprietà, comunicata il 17 settembre 2019, di procedere alla cessione di ramo d'azienda del sito di Napoli, per cui si era trovato un compratore;

   a ottobre 2019 il tavolo di confronto si è spostato in Presidenza del Consiglio; il Presidente del Consiglio e i Ministri hanno preso atto della successiva decisione, nella quale l'azienda ha deciso di abbandonare l'ipotesi del trasferimento del ramo d'azienda e confermato la volontà di cessare le attività di produzione di lavatrici nella sede di Napoli;

   il 15 luglio 2021, l'azienda ha avviato la procedura di licenziamento collettivo, con l'inoltro della relativa comunicazione ai sindacati. La conseguente procedura conciliativa ha avuto esito negativo;

   il 3 novembre 2021 sono state notificate ai dipendenti le lettere individuali di licenziamento, con effetto immediato dalla data di ricezione;

   il 24 novembre 2021 si è svolta un'ulteriore riunione presso il Ministero dello sviluppo economico nel corso della quale è stata prospettata la possibilità di una reindustrializzazione del sito di via Argine, con il supporto delle istituzioni, a opera di un costituendo consorzio, il «Consorzio Sistema Campania» che aveva manifestato l'intenzione di realizzare un hub per la mobilità sostenibile per cui Whirlpool si è resa disponibile a cedere a questo consorzio il sito;

   il 23 marzo 2022, presso il Ministero dello sviluppo economico, si è svolto un incontro durante il quale si è confermata la presenza del gruppo Adler, in qualità di capofila del consorzio, ed è stato comunicato che le imprese del consorzio coinvolte avrebbero presentato in tempi rapidi progetti compatibili tra loro, di pronta realizzazione sulla mobilità sostenibile. Durante la riunione, sono stati illustrati i piani industriali delle aziende Midsummer, Garnet Services ed Envision;

   in esito alla predetta riunione del 23 marzo 2022, il Prefetto di Napoli ha annunciato l'istituzione di due tavoli di confronto separati, volti ad analizzare rispettivamente il tema della formazione e quello della trasferibilità degli immobili, venendo incontro all'espressa richiesta formulata dal Consorzio Sistema Campania che aveva segnalato la difficoltà ad aderire alla proposta formulata dalla Whirlpool, stante la necessità di chiarire preventivamente alcune questioni di natura amministrativa e ambientale;

   sempre il 23 marzo 2022, Whirlpool, ha ribadito al Ministero dello sviluppo economico la volontà di vendere a prezzo simbolico l'immobile di Via Argine a uno o più soggetti che si fossero impegnati in un loro progetto di reindustrializzazione che garantiscano l'assorbimento degli ex lavoratori Whirlpool;

   il 24 marzo 2022, si sono quindi istituiti presso la prefettura di Napoli i suddetti tavoli di confronto che hanno visto la partecipazione costante di tutti gli attori istituzionali coinvolti. Durante i numerosi incontri regione Campania, comune di Napoli e il Commissario Zes Campania hanno dato ampia disponibilità ad assumere tutte le, iniziative di propria competenza, al fine di chiarire tempestivamente le questioni ambientali, urbanistiche ed edilizie e così consentire l'avvio del processo di reindustrializzazione e formazione del personale;

   il 5 agosto 2022 è stata indetta, presso il Ministero della transizione ecologica, la conferenza di servizi decisoria semplificata relativa al procedimento di bonifica sito;

   il costante lavoro di tutte le pubbliche amministrazioni coinvolte ha consentito la rapida conclusione del predetto procedimento, giungendo all'adozione del provvedimento finale;

   con decreto del Ministero dello sviluppo economico del 25 agosto 2022 è stata definita la destinazione dei 2 miliardi di euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027, assegnati dal Cipees al Ministero dello sviluppo economico;

   il comune di Napoli ha chiarito che l'immobile è trasferibile in quanto tutti i procedimenti legati a verifiche strutturali, urbanistiche ed edilizie risultano debitamente completati e documentati;

   il 21 ottobre 2022 è stato firmato un verbale tra Ministero dello sviluppo economico, Prefettura di Napoli, regione Campania, comune di Napoli le organizzazioni sindacali e Whirlpool, nel quale la Whirlpool, in linea con gli impegni già precedentemente assunti, è disponibile a cedere il sito di via Argine 310 a l'ente Zes o privati;

   il comune di Napoli, in quanto ente competente, ha l'impegno affinché l'immobile mantenga la sua attuale destinazione industriale;

   il commissario straordinario del Governo della Zes Campania ha dichiarato la disponibilità ad acquisire entro il 30 novembre 2022 l'immobile in presenza delle idonee condizioni normative;

   il Ministero dello sviluppo economico congiuntamente al commissario della Zes Campania e alla prefettura di Napoli, per quanto riguarda gli strumenti, le procedure e le risorse economiche, si è impegnato affinché la successiva cessione dell'immobile possa avvenire verso soggetti che presentino piani completi e dettagliati e che venga assicurata la tutela dell'intero bacino dando priorità di occupazione ai lavoratori ex Whirlpool alle medesime condizioni economiche e normative della società di provenienza, vigilando sul mantenimento dell'impegno che i tempi di assunzione rimangano nei limiti del periodo coperto dagli ammortizzatori. In tale ambito saranno verificate da Invitalia le possibilità di attivare forme di supporto alle attività di investimento previste nei piani –:

   quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per proseguire il lavoro portato avanti in questi anni volto a garantire la cessione dell'immobile di via Argine, la sua reindustrializzazione e il riassorbimento dei 312 lavoratori ex Whirlpool;

   se intenda valutare la possibilità di incontrare quanto prima tutti gli attori istituzionali coinvolti in questa vicenda per chiarire come intende proseguire il lavoro che si trova in fase avanzata, dando le garanzie necessarie al costituendo consorzio della fattibilità del piano industriale già concordato nei mesi precedenti.
(2-00005) «Scotto, Guerra, Fornaro».

Interrogazione a risposta scritta:


   SCOTTO e SARRACINO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la Dema è un'azienda del settore aeronautico specializzata nella progettazione, costruzione e assemblaggio di componenti del segmento aerostrutture, radicata al sud con due sedi direttamente denominate Dema (Somma Vesuviana e Brindisi) e due aziende controllate al 100 per cento denominate Cam (Paolisi) e Dar (Brindisi). In totale sono occupate circa 630 persone;

   a luglio 2018, dopo una lunga vicenda legata ad una pesante crisi debitoria, con due ristrutturazioni del debito mediante articolo 182 e articolo 182-bis della ex legge fallimentare ed il passaggio per intero delle quote di proprietà del gruppo al fondo d'investimento inglese Bybrook capital, la società cambia amministratore delegato passando dal fondatore ed ex socio di maggioranza Vincenzo Starace all'ingegnere Renato Vaghi;

   al suo arrivo lo stesso annuncia circa 150 esuberi ed il fallimento del secondo piano di ristrutturazione;

   mediante l'impegno di Fim Fiom Uilm, dei lavoratori e il ruolo attivo del Mise nella vicenda, l'annuncio iniziale viene poi cambiato in un piano di rilancio della società e nella terza ristrutturazione del debito (articolo 182-ter);

   dagli annunci e dai verbali del Mise si evince l'esistenza di un piano industriale di rilancio accompagnato da investimenti, dell'utilizzo di un contratto di solidarietà difensivo per evitare licenziamenti e di un contratto di sviluppo da stipulare mediante il supporto del Mise con Invitalia;

   l'esplosione della pandemia vede Dema inizialmente al centro delle produzioni indispensabili, non fermarsi mai e poi in una seconda fase cominciare paurosamente a rallentare a causa della risposta del mercato mondiale degli aeromobili, ed è qui che si cominciano a manifestare i segni più pesanti di un'assenza di un vero progetto;

   dal 2019 al 2022 i budget di fatturato, secondo quanto consta all'interrogante, vengono bucati a ripetizione a volte anche a distanza di poche settimane tra l'annuncio di un obbiettivo ed il risultato;

   le Rsu, le strutture territoriali e nazioni dei sindacati denunciano la mala gestione ad ogni occasione;

   in tre anni e mezzo la spesa in investimenti per la produzione è pari allo zero, cominciano a venire meno anche le spese ordinarie di manutenzione e gestione della produzione;

   il fondo Bybrook viene assorbito da Mediobanca (febbraio 2021) e diventa Cairn Capital, le denunce del sindacato però rimangono lettera morta, con un management che continua a gestire in maniera fallimentare e alcuni importanti clienti, stufi dell'inaffidabilità fanno venir meno la fiducia;

   nell'estate 2022 si verifica il fermo totale delle linee di produzione e in tre mesi, si passa dalle richieste di turni alternati al fermo quasi totale degli acquisti e problemi pesanti sul pagamento dei dipendenti;

   a settembre 2022 all'operatività delle fabbriche ridotta al minimo, gli acquisti delle materie prime bloccati, il management di fatto commissariato dal fondo e voci insistenti sulla volontà mutata del fondo stesso di disinvestire in Dema;

   a fine settembre 2022 viene nominato amministratore Angelo Rodolfi, ingegnere nucleare esperto di ristrutturazioni, crisi aziendali e procedure concorsuali;

   nonostante un incontro fissato al Mise da tempo, lo stesso, secondo quanto risulta all'interrogante, avvia subito una procedura di concordato in bianco per il gruppo Dema, bloccando parti di salario per dipendenti trattati come fornitori;

   al Mise l'ingegnere Rodolfi sembra confermare quello che lavoratori e sindacato avevano detto per anni, cioè che l'azienda era mal gestita, ma adducendo come causa il costo del lavoro troppo elevato;

   dalle risultanze di quella riunione pare invece che la questione sia assai diversa: che il fondo parla di 130 milioni spesi dal 2018 in Dema (soldi di cui all'interrogante non risulta traccia tangibile) e che servono, esattamente come nel 2018, investimenti e competenze specifiche del settore mai introdotte;

   dopo una lunga discussione si arriva ad una specie di tregua tra le parti, viene avviato un iter per sbloccare le parti di salario tenute bloccate e la Dema si impegna a non far partire procedure di riduzione del personale fino ai prossimi confronti istituzionali;

   i lavoratori Dema, collocati in solidarietà, sono già dalla metà di settembre in presidio permanente fuori alla fabbrica, applicando fermi totali anche in sciopero della produzione al fine di mettere in campo iniziative che fermino la malagestione, rendano il più possibile di pubblico dominio la vicenda, sensibilizzino istituzioni e opinione pubblica, su di una crisi, che rischia di determinare la fine di un avamposto industriale strategico per il territorio –:

   quali iniziative intendano intraprendere, per quanto di competenza, e se non ritengano necessario aprire un tavolo di crisi sulla questione al fine di trovare soluzioni utili per una prospettiva industriale utile a salvaguardare il sito produttivo e i livelli occupazionali.
(4-00050)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BRAGA, FERRARI, SERRACCHIANI, BOLDRINI, UBALDO PAGANO, VACCARI, FORNARO, ASCANI, SIMIANI, FORATTINI, CASU, MANZI, FURFARO, BONAFÈ, ROGGIANI, SCARPA e GHIO. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   nella XVIII legislatura, con il recepimento della direttiva dell'Unione europea Red II, l'Italia ha compiuto un passo in avanti nel campo delle cosiddette comunità energetiche rinnovabili (Cer), un modello innovativo di gestione dell'energia già ampiamente diffuso in altre aree europee. Si tratta di un'associazione composta da enti pubblici locali, aziende, attività commerciali o cittadini privati, i quali scelgono di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili e l'autoconsumo attraverso un modello basato sulla condivisione: una forma energetica collaborativa nata per favorire la gestione congiunta e ridurre la dipendenza energetica;

   in Italia le comunità energetiche faticano però a diffondersi. Nonostante siano una soluzione utile e concreta per contrastare il caro bollette, l'emergenza climatica e la povertà energetica, sono, infatti, pochissime quelle realmente attive o che stanno ricevendo gli incentivi statali erogati dal Gestore dei servizi elettrici (Gse). A pesare sul loro avvio contiamo: lungaggini burocratiche, la mancanza degli incentivi da parte del Mite, il ritardo di Arera sull'emanazione delle regole attuative, che si uniscono alle difficoltà nel ricevere le informazioni necessarie a identificare l'ambito di sviluppo delle Cer, così come le registrazioni e il ricevimento degli incentivi o i preventivi onerosi per allacci alla rete;

   in particolare, la norma contenuta nell'articolo 8 del decreto legislativo n. 199 del 2021 che indicava 180 giorni per aggiornare i meccanismi di incentivazione, ovvero entro maggio 2022, risulta ad oggi disattesa;

   sino all'adozione di tali provvedimenti, continua quindi ad applicarsi la disciplina sperimentale e transitoria di cui all'articolo 42-bis del decreto-legge n. 162 del 2019 che prevede che i consumatori finali e/o produttori di energia possano associarsi per «condividere» l'energia elettrica localmente prodotta da nuovi impianti alimentati da fonte rinnovabile di piccola taglia con riferimento a nuovi impianti alimentati a Fonti di energia rinnovabili (Fer) con potenza complessiva non superiore ai 200 Kilowatt entrati in esercizio a partire dal 1o marzo 2020 e fino al 12 febbraio 2022 (intesi i 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo n. 199 del 2021 di recepimento della direttiva (UE) 2018/2001 RED II-:

   in considerazione del ruolo strategico svolto dalle energie rinnovabili per il contrasto ai cambiamenti climatici, quando il Ministro interrogato intenda adottare i citati provvedimenti attuativi del decreto legislativo n. 199 del 2021 riguardanti la disciplina dell'autoconsumo e delle comunità energetiche, essendo i termini previsti dallo stesso già ampiamente scaduti.
(5-00014)

Ritiro di una firma da una interpellanza.

  Interpellanza Forattini e altri n. 2-00001, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 25 ottobre 2022: è stata ritirata la firma del deputato Ubaldo Pagano.