Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 30 novembre 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    il Meccanismo europeo di stabilità (MES) è un'organizzazione intergovernativa istituita nel 2012 dagli Stati membri dell'area dell'euro, che trova la sua base giuridica nel Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, e che è subentrata al Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (MESF) e al Fondo europeo di stabilità finanziaria (FESF);

    obiettivo del MES è fornire assistenza finanziaria ai Paesi dell'area euro, nel caso in cui tale intervento si renda indispensabile per salvaguardare la stabilità finanziaria dell'area euro e dei suoi Stati membri;

    tra gli strumenti di sostegno a disposizione del MES, attivabili su richiesta di uno Stato membro, rientra la concessione di prestiti, l'assistenza finanziaria precauzionale, l'acquisto di titoli del debito sovrano sui mercati primari e secondari, e l'erogazione di prestiti per la ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie dello Stato beneficiario;

   la riflessione su una possibile riforma del MES è iniziata a dicembre 2017, a seguito della presentazione di un pacchetto di proposte da parte della Commissione europea relative al più ampio processo di completamento dell'Unione economica e monetaria;

   in occasione del Consiglio europeo di dicembre 2018, in concomitanza con la decisione di assegnare al MES nuove funzioni per il sostegno comune al Fondo di risoluzione unico per le banche, sono state definite dai capi di Stato e di Governo le linee guida della riforma, sulla base delle proposte elaborate dall'Eurogruppo incaricato di predisporre una bozza di revisione del Trattato istitutivo del MES;

   nella riunione del 13 giugno 2019, l'Eurogruppo ha raggiunto un ampio consenso su una bozza di revisione del Trattato, poi presentata al successivo Vertice Euro del 21 giugno, dove i capi di Stato e di Governo, prendendo atto delle revisioni proposte, hanno invitato l'Eurogruppo a continuare i propri lavori per giungere ad un accordo;

   il 4 dicembre 2019, l'Eurogruppo ha raggiunto un accordo di massima, con riserva della conclusione delle procedure nazionali, sui punti principali dei documenti correlati alla riforma del MES. Al successivo Vertice Euro del 13 dicembre, i capi di Stato e di Governo hanno accolto con favore i progressi compiuti, ed incaricato l'Eurogruppo di proseguire e finalizzare i lavori sulla riforma del MES;

   lo scoppio della pandemia di COVID-19 ha costretto l'Eurogruppo a sospendere temporaneamente i lavori sul MES e rimandare la possibile finalizzazione politica dell'accordo ad un momento più appropriato, stante la necessità di concentrare ogni sforzo sull'elaborazione di una risposta comune all'emergenza sanitaria;

   in occasione dell'Eurogruppo dell'11 giugno 2020, si è convenuto che la crisi avesse rafforzato gli argomenti a favore del completamento dell'Unione bancaria e ritenuto importante riavviare la discussione — collegata alla riforma del MES — sull'introduzione anticipata di un dispositivo di sostegno comune (backstop) al Fondo di risoluzione unico. Tale rilevanza è stata poi confermata nella successiva riunione dell'Eurogruppo dell'11 settembre;

   in occasione dell'Eurogruppo del 30 novembre 2020, si è stabilito di procedere con la riforma MES. Inoltre, considerati i progressi compiuti al livello europeo nella riduzione del rischio bancario, sia in termini di esposizioni deteriorate che di capacità di assorbimento delle perdite, l'Eurogruppo ha deciso di anticipare l'entrata in vigore del sostegno comune al Fondo di risoluzione unico entro l'inizio del 2022;

   il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021, i rappresentanti degli Stati membri dell'area euro hanno sottoscritto a Bruxelles l'accordo recante modifica del trattato istitutivo del MES;

   oggi, diciassette su diciannove Stati membri hanno ratificato gli accordi e depositato i relativi strumenti di ratifica presso il Segretariato generale del Consiglio dell'Unione europea. Germania e Italia non hanno ancora completato i rispettivi iter nazionali;

   in Germania, la procedura risulta sospesa in attesa di una pronuncia della Corte costituzionale federale;

   le modifiche al Trattato per entrare in vigore richiedono che tutti gli Stati membri procedano alla sua ratifica;

   in Italia la procedura prevede la deliberazione del Consiglio dei ministri del disegno di legge di autorizzazione alla ratifica e la successiva approvazione parlamentare ai sensi dell'articolo 80 della Costituzione,

impegna il Governo

1) a non approvare il disegno di legge di ratifica della riforma del Trattato istitutivo del MES alla luce dello stato dell'arte della procedura di ratifica in altri Stati membri e della relativa incidenza sull'evoluzione del quadro regolatorio europeo.
(1-00034) «Foti, Molinari, Cattaneo, Lupi, Cannata, Bagnai, Orsini, Romano, Lucaselli, Cavandoli, Rossello, Tirelli, Giorgianni, Centemero, Sorte, Mascaretti, Miele, Rampelli, Comaroli, Angelo Rossi, Frassini, Trancassini, Cattoi, Tremaglia».

Risoluzioni in Commissione:


   Le Commissioni X e XI,

   premesso che:

    a Bagnoli della Rosandra frazione di San Dorligo della Valle (Trieste) ha la sede legale Wärtsilä Italia Spa, controllata dalla società finlandese Wärtsilä Corporation, leader nella fornitura di soluzioni per la generazione di energia per il settore marino e terrestre;

    il sito di Trieste di Wärtsilä Italia Spa sviluppa, commercializza, produce e offre servizi di assistenza per un'ampia gamma di motori. A Trieste è presente anche la Land & Sea Academy, centro di eccellenza per la formazione di esperti in campo motoristico, l'Hybrid Centre, primo centro ibrido su scala reale al mondo ed il Contract Management Expertise Centre, supporto operativo da remoto ai clienti con contratti di manutenzione O.&M. dell'area Seaf (Sud Europa ed Africa);

    il 14 luglio 2022, senza alcun tipo di preavviso, l'azienda ha pubblicato sul proprio sito una nota in cui comunica di ridurre la produzione a Trieste e di centralizzare la produzione di motori a quattro tempi in Europa a Vaasa, in Finlandia. La fine della produzione dei motori e l'assemblaggio propulsori comporterà la perdita di 451 dipendenti, su un totale di circa 970 lavoratori impiegati nel sito produttivo triestino, senza contare i numeri correlati con l'indotto. Il Gruppo Wärtsilä a inizio 2022, al Ministero dello sviluppo economico, aveva smentito qualunque dismissione assicurando anzi un rinnovato interesse anche alla luce degli strumenti che il Ministero aveva messo a disposizione;

    le numerose attestazioni di solidarietà ai lavoratori di Wärtsilä Trieste a rischio licenziamento hanno raggiunto l'apice il 3 settembre 2022 con la straordinaria partecipazione alla manifestazione contro la chiusura dello stabilimento con la presenza di oltre 12.000 persone;

    il 23 settembre 2022 il tribunale del lavoro di Trieste, con decreto urgente, ha accolto il ricorso presentato dai sindacati di categoria in merito alla decisione di Wärtsilä di spostare la produzione dei motori da Trieste in Finlandia, annullando con sentenza la procedura di licenziamento collettivo dei 451 addetti promossa dal gruppo;

    con l'insediamento del nuovo Parlamento, tutti i rappresentanti di Camera e Senato eletti in Friuli Venezia Giulia hanno incontrato il 21 ottobre 2022 le rappresentanze sindacali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm e firmato un documento congiunto in cui si sono impegnati a sostenere le richieste dei lavoratori di Wärtsilä e dei sindacati in vista dell'imminente ripresa del confronto tra istituzioni e azienda e ad intervenire presso il Governo, non appena insediato, sui Ministri competenti;

    il 30 ottobre 2022 il Ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha dato disposizione di congelare i 34 milioni di fondi Pnrr destinati al gruppo finlandese, concessi per sostenere progetti di ricerca e sviluppo per la realizzazione di motori con carburanti meno inquinanti, definendolo «un atto coerente con le decisioni improvvise della società», e impedendo alla multinazionale di accedere contemporaneamente ai finanziamenti dell'Ue sia in Italia che in Finlandia;

    il 10 ottobre e in ultimo il 7 novembre 2022, si sono tenuti due incontri tra i nuovi vertici di Wärtsilä Italia e le Rsu a seguito dei quali l'azienda ha sostanzialmente confermato i 451 licenziamenti, nonostante la sentenza del tribunale del lavoro di Trieste,

impegna il Governo:

   a intervenire in tutte le sedi utili e opportune per sostenere le richieste dei lavoratori, del sindacato e delle istituzioni finalizzate alla continuità produttiva e occupazionale dello stabilimento di Bagnoli della Rosandra, con particolare riguardo al mantenimento della produzione di motori, componente essenziale alla filiera produttiva della cantieristica navale italiana;

   a porre in atto interventi volti a preservare il know how e la capacità industriale del sito, evitando la dispersione del patrimonio professionale degli operai, dei tecnici e degli impiegati, quale presidio fondamentale per l'economia triestina e nazionale.
(7-00008) «De Micheli, Laus, Serracchiani, Di Biase, Fossi, Gnassi, Gribaudo, Orlando, Peluffo, Sarracino, Scotto».


   La XII Commissione,

   premesso che:

    l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha individuato nel miglioramento della qualità della vita della madre e del bambino uno degli obiettivi sanitari prioritari a livello mondiale, rilevando, altresì, come gravidanza, parto e allattamento rappresentino situazioni delicate e particolari nella vita di una donna;

    l'accordo del 16 dicembre 2010, recante «Linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo», adottato ai sensi dell'articolo 9 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano (in sede di Conferenza unificata), ha definito gli elementi tecnico-organizzativi per il miglioramento della qualità, appropriatezza e sicurezza del percorso nascita;

    si tratta di 10 linee guida complementari e sinergiche che, nella logica del documento, avrebbero dovuto essere implementate congiuntamente a livello nazionale, regionale e locale: misure quali l'analisi del contesto assistenziale a livello regionale e locale, l'elaborazione, diffusione ed implementazione di raccomandazioni e strumenti per la sicurezza del percorso nascita, le procedure di controllo del dolore nel corso del travaglio e del parto, la formazione degli operatori, il monitoraggio e verifica delle attività e l'istituzione di un comitato interistituzionale per il percorso nascita (Cpn), con la funzione di coordinamento permanente;

    in particolare, la prima di tali linee guida, recante misure di politica sanitaria e di accreditamento, ha previsto la razionalizzazione e riduzione progressiva dei punti nascita, arrivando alla determinazione dello standard di 500 parti annui, identificato come volume minimo di parti idoneo a giustificare il mantenimento in attività dei punti nascita;

    con successivo provvedimento, adottato con il decreto del Ministro della salute 2 aprile 2015, n. 70, sono stati definiti gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi delle strutture dedicate all'assistenza ospedaliera, per garantire livelli di assistenza adeguati alle migliori tecniche, al fine di garantire il diritto costituzionale alla salute;

    il Comitato percorso nascita nazionale (Cpnn), costituito con decreto ministeriale 12 aprile 2011, ricostituito con decreto ministeriale 11 aprile 2018, supporta tutte le regioni e province autonome nell'attuare le migliori strategie di riorganizzazione dei punti nascita e verifica che siano coerenti con quanto definito nell'accordo Stato-regioni, con «piena facoltà di declinare e rendere operative opportune misure di monitoraggio sui requisiti operativi, tecnologici e di sicurezza dei Punti nascita di I e II Livello, sull'integrazione tra i Livelli di assistenza materno/neonatale territoriale e ospedaliera, sulla piena implementazione delle Linee Guida nazionali relative agli aspetti materno/neonatali e sulla formazione del personale»;

    il decreto ministeriale 11 novembre 2015, che ha integrato i compiti del Comitato percorso nascita nazionale, ha introdotto la possibilità di derogare a questo standard «in condizioni orograficamente difficili», ma la relativa procedura, richiedendo l'attivazione ed il dispiegamento di un iter burocratico complesso e articolato, risulta estremamente macchinosa e «scarica» sull'ente territoriale richiedente tutta una serie di onerosi adempimenti; una procedura oggettivamente inidonea a garantire la capacità istituzionale di rispondere alla richiesta di un servizio sanitario essenziale, come l'assistenza nella delicatissima fase del parto, con conseguenti gravi e reiterati disagi che si registrano su tutto il territorio nazionale e che incidono, tra l'altro, sul principio di eguaglianza e sulla parità di trattamento dei cittadini nell'erogazione dei servizi;

    il dato che finora ha giocato a sfavore del mantenimento dei punti nascita a piccolo volume di attività è stato soprattutto l'aspetto economico, ma utilizzare il solo indice numerico dei 500 parti all'anno appare, oggi più che mai, riduttivo e non appropriato, soprattutto alla luce del contesto demografico nazionale;

    un punto nascita di piccole dimensioni con personale motivato, formato per le emergenze ostetriche in un ospedale con una buona organizzazione e ben coordinato con un grosso ospedale di riferimento e con Areu/118, può avere risultati uguali se non migliori di un punto nascita a maggior volume di attività ma senza alcune delle caratteristiche sopra citate;

    a questo si associa anche la considerazione che spesso i punti nascita piccoli hanno condizioni strutturali e organizzative che possono favorire un'accoglienza e una gestione dell'evento nascita più familiare e meno istituzionale;

    un ragionamento completamente diverso deve essere fatto, poi, per i piccoli ospedali in aree particolarmente disagiate come possono essere le aree di montagna e le isole; in queste situazioni, le condizioni climatiche e i tempi di percorrenza tra la residenza della donna in stato di gravidanza e un grosso punto nascita di riferimento possono compromettere la sicurezza molto di più dell'espletare il parto in un piccolo ospedale di montagna o insulare;

    se è vero, peraltro, che il citato decreto ministeriale n. 70 del 2015, per ciò che attiene al mantenimento dei punti nascita, orienta a circa 1.000 parti la soglia ottimale per ciascuno e comunque non meno di 500, è altrettanto vero che dal 2015 ad oggi la percentuale di natività è scesa del 25 per cento, circostanza che dovrebbe far rivedere i parametri stessi della norma;

    come è, purtroppo, noto, infatti, in Italia continua a registrarsi il record negativo delle nascite; una tendenza alla recessione demografica già in atto da anni e accentuata dalla pandemia COVID-19: dal report Istat sulla natalità e fecondità della popolazione residente in Italia emerge che nel 2020 i nati sono stati 404.892 (-15 mila sul 2019); un trend confermato anche nel 2021 in cui il numero dei nati è stato di 399.431 persone; i nuovi nati non raggiungono quindi le 400 mila unità, diminuendo dell'1,3 per cento rispetto al 2020 e quasi del 31 per cento rispetto al 2008;

    si tratta di statistiche demografiche che non possono non avere un forte impatto anche sui punti nascita, nei quali evidentemente nascono sempre meno bambini; tale contesto nazionale, unitamente all'applicazione automatica di un criterio meramente numerico ha, infatti, comportato una significativa contrazione, dal 2010 ad oggi, dei reparti nascita soprattutto nelle aree territoriali interne dove incombono difficoltà di natura economica, di carenza di infrastrutture e di un costante calo demografico nello specifico per le fasce di età in cui statisticamente le donne concepiscono il primo figlio;

    sono diversi e distribuiti variamente sull'intero territorio nazionale, da Nord a Sud, i territori che hanno avviato una lunga trafila, burocratica prima e giurisdizionale poi, per portare avanti la legittima battaglia per la garanzia di un presidio assistenziale e ospedaliero essenziale per la natalità e per la salute di donne e bambini, e sollecitato il Governo a che fosse avviata una riflessione in ordine all'opportunità di rimodulare la rete dei punti nascita, superando o comunque rivedendo il criterio dei 500 parti annui come soglia minima per mantenere in attività un punto nascita;

    solo a titolo esemplificativo, la regione Lombardia, nel giugno 2016 e nel febbraio 2017, ha chiesto la deroga per mantenere aperti i punti nascita dei reparti degli ospedali di Angera (Varese), Oglio Po di Casalmaggiore (Cremona), Piario (Bergamo) e uno tra Gravedona (Como) e Chiavenna (Sondrio);

    la regione Campania in un comunicato stampa del 13 novembre 2018 ha dichiarato che la deroga richiesta al Governo prevista per le aree disagiate del territorio, in riferimento ai punti nascita nei presìdi ospedalieri, ha ricevuto parere sfavorevole per i punti nascita di Piedimonte Matese, Polla e Sapri. La regione Emilia-Romagna in un comunicato stampa del 24 gennaio 2020 ha annunciato la riattivazione dei punti nascita di Alto Reno Terme (Bologna), Pavullo nel Frignano (Modena), Castelnuovo ne' Monti (Reggio Emilia) e Borgo Val di Taro (Parma), chiusi nel 2017 nonostante le richieste di deroga non accolte, ma ad oggi tali punti nascita risultano ancora non operativi;

    in Campania la rete dei punti nascita è un sistema a orditura stretta se si guarda al numero assoluto di nidi distribuiti tra ospedali pubblici e case di cura accreditate, ma con strappi, usure e tenuta a rischio su sicurezza e livelli di assistenza se si volge lo sguardo al collegamento funzionale con le Ginecologie e i reparti di Terapia intensiva neonatale (Tin);

    particolarmente amara la chiusura del reparto di ginecologia e ostetricia presso l'ospedale Santa Maria dell'Olmo di Cava de' Tirreni e l'accorpamento all'azienda ospedaliera di Salerno, a cui fa eco il pessimo stato dei consultori pubblici; una situazione, quella attuale, che mette seriamente a rischio la salute della donna e del nascituro e la tutela del diritto alla salute, costituzionalmente garantito;

    lo stesso Ministro della salute pro tempore, nel gennaio 2019, si dichiarava pronto a «lavorare con le regioni in vista di una rimodulazione dei punti nascita»; un impegno, ad oggi, risulta disatteso in assenza di provvedimenti volti a risolvere più criticità e disagi derivanti dall'applicazione di detto parametro all'organizzazione della rete ospedaliera territoriale;

    anche la Conferenza Stato-regioni nella riunione del 18 dicembre 2019 ha sancito l'intesa concernente il patto per la salute per gli anni 2019-2021, convenendo sulla necessità di revisione del decreto sugli standard ospedalieri, aggiornandone i contenuti sulla base delle evidenze e delle criticità di implementazione individuate dalle diverse regioni, nonché integrandolo con indirizzi specifici per alcune tipologie di ambiti assistenziali e prevedendo specifiche deroghe per le regioni più piccole;

    serve una sanità pubblica di prossimità, nell'ospedale e nel territorio, che garantisca il diritto alle prestazioni e ripensi le politiche socio-sanitarie in un'ottica di centralità della qualità dell'assistenza e della presa in carico delle persone;

    l'articolo 32 della Costituzione recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti»,

impegna il Governo,

   ad assumere ogni iniziativa di competenza per garantire il rispetto dei livelli essenziali di assistenza del servizio sanitario nei territori svantaggiati, e in particolare:

    a) ad aggiornare gli standard per la distribuzione dei punti nascita al fine di assicurare la salute delle partorienti e dei neonati e garantire loro la sicurezza delle prestazioni assistenziali, assicurando al contempo l'adeguatezza delle strutture e la garanzia dell'assistenza in modo omogeneo ed efficiente su tutto il territorio nazionale;

    b) a valutare nuovi protocolli di sicurezza volti a garantire elevati standard operativi, tecnologici e di sicurezza dei punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti annui per i quali vengano avanzate richieste di mantenimento delle loro attività da parte delle regioni e delle province autonome, in deroga a quanto previsto dall'accordo Stato-regioni del 16 dicembre 2010.
(7-00007) «Vietri, Ciocchetti, Morgante, Schifone, Maccari, Rosso, Ciancitto, Colosimo, Lancellotta».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SCARPA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 6-quater del Codice dell'amministrazione digitale (Cad) prevede, al comma 1, l'istituzione de «il pubblico elenco dei domicili digitali delle persone fisiche, dei professionisti e degli altri enti di diritto privato non tenuti all'iscrizione nell'indice di cui all'articolo 6-bis, nel quale sono indicati i domicili eletti ai sensi dell'articolo 3-bis, comma 1-bis. La realizzazione e la gestione del presente Indice sono affidate all'AgID, che vi provvede avvalendosi delle strutture informatiche delle Camere di commercio già deputate alla gestione dell'elenco di cui all'articolo 6-bis.»;

   in data 15 settembre 2021 sono state approvate dall'Agenzia per l'Italia digitale (AgID) con determinazione n. 529 del 2021 le linee guida sulle modalità per la realizzazione e gestione dell'Indice nazionale dei domicili digitale per le persone fisiche ed altri soggetti giuridici che non prevedono l'iscrizione ad albi, elenchi o registri professionali (Inad);

   all'interrogante viene segnalato da diversi cittadini che presso il registro dell'Anagrafe della popolazione residente (Anpr) non è ancora possibile registrare il proprio indirizzo Pec come domicilio digitale –:

   se sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative intenda porre in essere a riguardo, al fine della risoluzione di tale questione.
(5-00083)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, il Ministro delle imprese e del made in Italy, il Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, per sapere – premesso che:

   i numerosi eventi meteomarini occorsi nell'ultimo biennio, non ultimo il disastro occorso sulla gran parte del territorio costiero nazionale del nostro Paese, spingono a considerare seriamente le richieste sulla dichiarazione dello Stato di calamità naturale avanzate da comuni e regioni costiere duramente colpite dai fortissimi marosi del 22 novembre 2022;

   riguardo alle coste laziali, dove i danni sono più importanti, l'erosione e la mancanza di misure adeguate a prevenire fenomeni di intensità importanti, ormai ricorrenti nel tempo ed anche prevedibili, come quelle riscontrate, hanno una sola causa ed origine comune: la mancanza di una seria programmazione;

   riguardo al litorale di Ostia, in particolare, nel biennio 2021/2022 la regione Lazio aveva predisposto un intervento strutturale di difesa della costa con tecnologia a «pennelli», uno a ponente presso la Pinetina e uno a levante dinanzi al Venezia, proteggendo questi due stabilimenti con la realizzazione di una scogliera di protezione dai marosi. Tale intervento originò, per l'imperizia e l'inesattezza degli studi sul moto marino ondoso condotti, l'effetto di amplificare il ripascimento dell'insenatura centrale del litorale, determinandosi una esponenziale erosione su tutta la costa;

   oltre ai pennelli furono eseguiti due interventi di ripascimento tramite sabbia estratta dai fondali marini. Il primo intervento andò immediatamente perso prima di febbraio 2022. Il medesimo fu integrato da un secondo ripascimento dettato dell'esigenza di consentire, nell'immediatezza, la gestione della stagione estiva agli stabilimenti balneari maggiormente colpiti come lo Sporting Beach, lo Shilling, il Kursaal ed il Dopolavoro Hibiscus. Gli interventi in questione furono preventivati per il 2018 con una linea di costa ben diversa da quella attuale cosa che ha determinato il verificarsi di danni esponenziali a «cascata» sulla costa di Ostia;

   in particolare, tutti gli stabilimenti ubicati a levante del litorale di Ostia rispetto al canale dei pescatori, dal 2018, hanno visto una imponente estinzione di interi tratti di spiaggia che, in assenza di pronti ed adeguati interventi di difesa della costa, o quasi sempre posticipati per non precisati motivi da parte della regione Lazio, hanno portato alla caduta di cabine e strutture portanti del demanio dello Stato che, come è noto, hanno un valore economico rilevante per il patrimonio dello Stato così come il bene demaniale;

   altro tratto duramente colpito con crolli di cabine e danni ingenti alle strutture balneari è quello identificato dal canale delle acque alte di Fregene sud con forte rischio di gravissima esondazione marina sulla località di Fregene;

   le imprese turistiche ivi esistenti, in questo caso, si sono fatte carico dell'impegno economico per le fasi di ristrutturazione dei beni in concessione e della riattivazione delle attività balneari. Intervento esclusivamente di tipo privato, mettendo di fatto gli imprenditori colpiti e danneggiati dall'evento meteomarino occorso in una posizione discriminatoria rispetto alle imprese turistiche che non sono state colpite da questo genere di eventi;

   la questione è rilevante per l'economia turistica del Paese e richiede un immediato intervento della Protezione civile, anche mediante l'impegno formale sui rilievi del danno da parte dei comuni territorialmente competenti, in modo tale che imponga alle regioni tutti gli interventi da eseguire nel brevissimo periodo, riconoscendo subito gli indennizzi in somma urgenza in questi casi, tali da poter alleviare il danno subito dagli operatori del settore e riprendere le attività economiche prima che ciò diventi irrecuperabile;

   gli ingenti danni e le risorse economiche impiegate non sono state oggetto di alcun sostegno da parte delle istituzioni pubbliche competenti. Anzi, Roma Capitale, al contrario, ha imposto con una propria nota formale di questi giorni, indirizzata ai singoli concessionari, di «ripristinare lo stato dei luoghi» emettendo anche, secondo quanto consta all'interpellante, richieste di canoni di concessione maggiorati del doppio rispetto al precedente anno 2021 e classificando dunque l'area distrutta e con ingenti danni a carico delle imprese come area demaniale in concessione ad alta valenza turistica ex legge n. 296 del 2006 per la determinazione dei canoni di concessione demaniale –:

   quali immediate iniziative possano essere poste in essere dal Ministero competente, vista l'importanza che rivestono le nostre coste per il patrimonio dello Stato, nonché l'importanza primaria che queste imprese turistiche rivestono per il turismo italiano, anche attraverso la costituzione di un tavolo tecnico che sia in grado di definire linee guida urgenti in materia di ristori ed il ripristino della linea di costa, consentendo interventi idonei sulle spiagge colpite, con l'ausilio della Protezione civile ed il coinvolgimento delle regioni costiere, il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, l'Ispra ed il contributo delle associazioni di categoria;

   quali iniziative possano essere poste in essere dal Ministero competente a sostegno delle imprese turistiche, colpite da questo genere di eventi meteomarini di particolare ed eccezionale gravità;

   quali iniziative normative possano essere poste in essere per la dichiarazione dello stato di calamità naturale visto il ripetersi dei fenomeni meteomarini di particolare ed eccezionale gravità che hanno colpito il territorio nazionale.
(2-00027) «Ciocchetti».

Interrogazioni a risposta scritta:


   FRATOIANNI e BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il 22 marzo 2022 il precedente Governo ha incaricato Snam di elaborare un progetto per la collocazione di due navi rigassificatrici sulle coste del nostro Paese;

   uno dei progetti prevede l'installazione di tipo navale Fsru «Golar Tundra» presso la banchina Est della Darsena Nord del porto commerciale di Piombino (Livorno), sito all'interno della città, e il trasferimento via condotta del gas naturale vaporizzato fino al punto di ingresso nella rete nazionale, posto a circa 8,5 chilometri;

   secondo il cronoprogramma dell'allora Governo la nave rigassificatrice dovrebbe entrare in funzione per il maggio 2023;

   l'8 giugno 2022 l'allora Presidente del Consiglio dei ministri ha nominato il presidente della regione Toscana come commissario straordinario ed è stata avviata una procedura di autorizzazione che esentasse il progetto relativo all'opera «Fsru Piombino e collegamento alla Rete Nazionale Gasdotti» dall'applicazione delle disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale;

   non risulta agli interroganti che il precedente Governo abbia mai risposto ai diversi atti di sindacato ispettivo presentati da parlamentari di vario orientamento politico;

   in questi mesi le comunità locali della Val di Cornia, diversi consigli comunali del territorio, i comitati di cittadini che si sono creati, hanno espresso la loro contrarietà e preoccupazione rispetto alla presenza di una nave rigassificatrice nel porto di Piombino, promuovendo oltre 35 manifestazioni ed iniziative pubbliche che hanno coinvolto migliaia di persone ed esperti di tutela ambientale ed industriale;

   il 25 ottobre 2022 il commissario straordinario di Governo, dopo un iter autorizzativo durato poche settimane, ha deliberato con l'ordinanza n. 140 l'avvio della realizzazione di nuova capacità di rigassificazione nazionale, unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione da allacciare alla rete di trasporto nazionale già esistente, per la durata di anni 3;

   l'ordinanza commissariale prevede che la società Snam debba presentare entro 45 giorni dalla pubblicazione dell'ordinanza stessa il progetto integrativo di ricollocazione della Fsru in un sito off shore per gli anni successivi;

   occorre sottolineare come non si sia voluto tener conto, con l'esenzione delle disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale, delle preoccupazioni per la sicurezza e la tutela ambientale avanzate da parte delle istituzioni locali e dalla popolazione, delle conseguenze negative sul turismo e sulle altre attività economiche della zona;

   il consiglio comunale di Piombino, dopo l'ordinanza commissariale, in modo unanime ha chiesto all'attuale governo di sospendere l'iter della realizzazione del rigassificatore;

   in data 24 novembre 2022 il comune di Piombino ha depositato un ricorso al Tar del Lazio;

   peraltro vari enti di competenza ministeriale, in sede di conferenza dei servizi, hanno presentato una serie di prescrizioni, oltre 120, che molto probabilmente condizioneranno la realizzabilità dell'opera –:

   se il Governo, a questo punto, in attesa del pronunciamento del Tar del Lazio sul ricorso, presentato dal comune di Piombino, non intenda valutare l'opportunità di sospendere l'iter di realizzazione dell'impianto di rigassificazione di cui in premessa;

   se i Ministri interrogati non intendano necessariamente rivedere con maggiore attenzione e approfondimento tutti i pareri presentati dai vari enti e valutare se le prescrizioni presentate non siano ostative del progetto stesso.
(4-00128)


   CASASCO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il 15 settembre 2022 il precedente Ministro Cingolani ha firmato il decreto Energy Release, che prevedeva la vendita di 16 terawattora di elettricità a prezzi calmierati;

   con questa modalità il Gestore dei servizi energetici (Gse) cede energia elettrica nella sua disponibilità derivante da impianti a fonti rinnovabili;

   il prezzo dell'energia ceduta dal Gse mediante questa procedura è pari a 210 €/megawattora;

   il volume minimo di energia elettrica richiedibile è di 1 gigawattora/anno. In ogni caso, ogni singolo partecipante non può richiedere un volume superiore al 30 per cento del consumo medio avuto negli ultimi 3 anni e pertanto di almeno 3.340.000 chilowattora/anno;

   è possibile partecipare alla procedura anche in forma aggregata;

   con la pubblicazione del provvedimento sul sito del Mite il 10 ottobre si è attivata la procedura per dare avvio a questa «vendita»;

   i provvedimenti che si sono succeduti sono stati i seguenti: il 20 ottobre 2022 il Gse ha stabilito la quantità di energia che rendeva disponibile 16 terawattora (Twh); il 28 ottobre il Gme ha pubblicato le istruzioni operative per l'accesso alla bacheca Ppa; il 30 ottobre il Gse ha pubblicato la bozza di contratto e le istruzioni operative per l'accesso al portale; il Gse aveva previsto in prima istanza l'apertura del portale dal 9 di novembre al 21 novembre (poi sospesa); la riapertura il 22 novembre con chiusura alle ore 9 del 5 dicembre; la riunione informativa del Gse in collaborazione con il Gme venerdì 25 novembre;

   essendo l'accesso al portale disponibile solo dal 22 novembre al 5 dicembre alle ore 9 (di fatto il 4 sera), si ritiene che per chi deve fare aggregazione il termine sia eccessivamente vincolante, essendo disponibili solo 9 giorni lavorativi e dovendo ottemperare a ulteriori adempimenti necessari rispetto alle grandi aziende che singolarmente possano raggiungere la quantità minima richiesta per attivare la procedura –:

   se e quali iniziative, anche di urgenza, il Ministro interrogato voglia adottare, al fine di prorogare il suddetto termine di almeno 10 giorni, per consentire a molte piccole e medie imprese, di aggregarsi al fine di presentare la documentazione richiesta.
(4-00130)

CULTURA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DE MARIA. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto consta all'interrogante, circa 800 collaboratori del Ministero della cultura, che svolgono funzioni di rilevante responsabilità, sono incaricati con la modalità della partita Iva;

   questi professionisti rappresentano un grande patrimonio di competenze e professionalità per il Paese, assumendo competenze e responsabilità che meriterebbero la stabilizzazione del loro profilo professionale;

   sarebbe opportuno che il Ministero della cultura assumesse le iniziative necessarie ad una stabilizzazione delle loro posizioni presso il Ministero stesso –:

   se il Ministro intenda assumere iniziative in merito.
(5-00084)

Interrogazione a risposta scritta:


   RUBANO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   il decreto del Ministero per i beni culturali e ambientali del 21 settembre 1984 ha stabilito che sono vincolati sotto il profilo paesaggistico i territori costieri e lacustri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, oltre alla battigia stessa, le montagne per la parte eccedente 1.800 metri sul livello del mare i boschi e le foreste, i fiumi, i torrenti e i corsi d'acqua classificabili pubblici e le relative ripe per una fascia di 150 metri ciascuna, i parchi e le riserve, i ghiacciai ed i circhi glaciali;

   il comune di Dugenta è situato a 55 metri sul livello del mare, non fa parte della comunità montana del Taburno e sul suo territorio non sono presenti beni e luoghi da vincolare ai sensi del suddetto decreto ministeriale 21 settembre 1984;

   tuttavia, come si rileva dal Piano paesistico della regione Campania (http://www.sito.regione.campania.it/) con decreto ministeriale 28 marzo 1985 una parte rilevante del territorio comunale di Dugenta viene dichiarato di notevole interesse pubblico, sottoponendo lo stesso a tutte le disposizioni restrittive del codice dei beni culturali (decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42);

   i cittadini di Dugenta, per costruire, per ristrutturare, comunque per intervenire sulle loro abitazioni devono ottenere l'autorizzazione da parte della Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Caserta;

   la presenza del vincolo paesistico ambientale non permette a Dugenta di attrarre sul proprio territorio ogni sorta di imprese che, di conseguenza, preferiscono insediarsi nei comuni limitrofi a Dugenta (esempio Limatola, Amorosi, Puglianello) che hanno tempi burocratici – autorizzativi ridotti;

   è ampiamente condivisa nell'opinione pubblica locale la necessità di chiedere la rimozione di tale vincolo paesaggistico in quanto non sussistono i presupposti per il regime vincolistico –:

   se non ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza al fine di riconsiderare il regime vincolistico paesaggistico ambientale apposto sul comune di Dugenta, in considerazione del fatto che esso crea inaccettabili limitazioni alla vita civile e allo sviluppo produttivo locale in forza dell'eccessivo prolungamento degli iter burocratici che ostacolano l'edilizia privata, soprattutto per quel che riguarda l'accesso ai benefici dei bonus edilizi e l'insediamento delle attività produttive, nonché l'accesso ai fondi pubblici stanziati dallo Stato per le imprese.
(4-00131)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio 2022, legge n. 234 del 2021, all'articolo 1, commi da 629 a 633, ha introdotto specifiche disposizioni relative alla magistratura onoraria;

   il 7 aprile 2022 la Corte di giustizia dell'Unione europea si è espressa circa l'equiparazione delle condizioni di lavoro dei giudici di pace – quindi di tutti i magistrati onorari – a quelle dei magistrati togati, ritenendo che debbano essere assicurati, anche ai magistrati onorari, gli stessi diritti in materia previdenziale e assistenziale;

   la sentenza contribuisce a fissare alcuni principi interpretativi, che il legislatore italiano deve tenere in considerazione nel disciplinare la figura del magistrato onorario;

   tra i diritti che devono essere garantiti ad ogni magistrato onorario, il diritto alle ferie, alla malattia, ai contributi previdenziali;

   per anni nel nostro Paese si è fatto massiccio ricorso ai magistrati onorari per rispondere alle perenni emergenze in tema di giustizia, nell'impossibilità di rispondere alle pressanti esigenze con la sola magistratura togata, il tutto però senza una completa regolamentazione della materia;

   alla luce della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea è auspicabile una seria riflessione, che assicuri i necessari correttivi legislativi, evitando l'apertura di contenziosi;

   la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea è un passo in avanti, ma spetta al legislatore nazionale il compito di regolamentare la materia sulla base di quei principi;

   recentemente l'Associazione italiana magistratura onoraria (Aimo), consapevole della necessità di una giustizia al passo con i tempi e vicina alle istanze del Paese, ha ribadito la disponibilità della categoria a fornire il proprio apporto, in un momento così delicato, per assicurare sia risposte celeri alla domanda di giustizia, sia per garantire l'apporto dei fondi del Pnrr, sia perché velocizzare i tempi dei processi significa recuperare almeno l'1 per cento di Pil;

   l'Aimo auspica una modifica della riforma Cartabia, per quanto concerne la retribuzione, ridotta in molti casi in modo assolutamente mortificante e non in linea con l'impegno richiesto e la previsione di un sistema previdenziale equo, oggi inesistente –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare urgenti iniziative di competenza al fine di ottemperare alla sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea di cui in premessa e nello stesso tempo aprire un tavolo di confronto con le rappresentanze della magistratura onoraria.
(4-00127)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta scritta:


   PAVANELLI e AMATO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   con delibera della giunta regionale umbra adottata ad agosto 2022 è stato previsto lo spacchettamento del servizio Tpl su gomma in 4 lotti in vista della successiva procedura di affidamento;

   tale scelta, secondo alcune organizzazioni sindacali, andrà a depotenziare ulteriormente il servizio pubblico arrecando un durissimo colpo al trasporto regionale su gomma e ferro, considerando anche che – secondo quanto noto all'interrogante – la base di partenza della futura gara sarà fissata a 50 milioni di euro, 13 milioni in meno rispetto agli attuali 63 utilizzati per gestire il Tpl in Umbria;

   la suddetta decurtazione rischia di incidere sui chilometri coperti dal Tpl, sulla sicurezza dei mezzi, sulla qualità dei posti di lavoro e del servizio, sul costo dei biglietti, gravando direttamente sui cittadini;

   la suddivisione in lotti per l'affidamento dei servizi Tpl e l'indizione delle relative gare non costituivano un obbligo inderogabile per le regioni. L'articolo 48 del decreto-legge n. 50 del 2017, infatti, consente l'affidamento in house, e, pur sollecitando l'articolazione dei bacini in più lotti, al contempo evidenzia la necessità di tenere in considerazione «delle caratteristiche della domanda» e ammette «eccezioni motivate da economie di scala proprie di ciascuna modalità e da altre ragioni di efficienza economica»;

   le organizzazioni sindacali hanno proposto la creazione di due lotti, di dimensione regionale, uno per il trasporto su gomma, per impianti fissi e mobilità alternativa, navigazione e percorsi ciclabili, l'altro per il ferro, comprensivo delle manutenzioni del materiale rotabile e su gomma;

   la predetta proposta concorrerebbe ad evitare lo spacchettamento e la privatizzazione territoriale, garantendo economie di scala ed efficienza economica;

   anche la clausola di premialità per quei soggetti che in fase di gara si impegnano a garantire continuità occupazionale e stessi livelli retributivi che la regione avrebbe accettato di inserire nella futura procedura di affidamento, se attuata nell'ambito dello spacchettamento in 4 lotti, rischia di dare luogo a una disparità tra lavoratori che svolgeranno le stesse mansioni ma con tutele diverse;

   il numero inferiore di chilometri percorsi e la privatizzazione del servizio rischiano di penalizzare i territori nonché le fasce più deboli della popolazione (anziani, studenti, e lavoratori soprattutto delle comunità più piccole), per i quali il Tpl rappresenta il principale mezzo di mobilità, oltre a rallentare il processo di transizione green del territorio;

   per scongiurare processi di privatizzazione e di lottizzazione del Tpl da parte di comuni e regioni, occorre istituire un «Piano straordinario per il Tpl» volto ad affrontare e colmare le carenze organizzative, di infrastrutture e dotazione di mezzi e personale per una più elevata qualità del servizio erogato finanziandolo anche attraverso la rimodulazione del fondo complementare del PNRR –:

   quali siano gli orientamenti del Governo rispetto a quanto esposto in premessa e quali iniziative intenda assumere affinché venga prevista l'adozione di un «Piano straordinario per il trasporto pubblico locale» che possa consentire alle regioni e agli enti locali l'erogazione di un servizio di trasporto pubblico di qualità senza ricorrere a processi di privatizzazione che presentano i rischi descritti in premessa.
(4-00129)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   SCARPA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 21 gennaio 2022 veniva presentato al prefetto di Treviso un esposto in cui si richiedeva una verifica circa la presunta incompatibilità di un consigliere comunale del comune di Fregona (Treviso) ai sensi dell'articolo 63 commi numeri 1 e 2 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;

   analoga richiesta di verifica veniva presentata dal segretario comunale del comune di Fregona con nota del 1° febbraio 2022, rivolta al Ministero del interno, Dipartimento per gli affari interni e territoriali;

   il Ministero consultato rispondeva con la nota n. 7230 del 9 marzo 2022, trasmesso al comune dalla prefettura di Treviso in data 16 marzo 2022, in cui si riteneva fossero riscontrabili, in capo al consigliere comunale oggetto della verifica, i due presupposti, soggettivo ed oggettivo, costitutivi della fattispecie di incompatibilità per d'interessi così come configurata dal comma 1, n. 2), del menzionato articolo 63. Nella nota si precisava inoltre che «la valutazione in ordine alla eventuale sussistenza di ipotesi di incompatibilità è rimessa al consiglio comunale», secondo la procedura prevista dall'articolo 69 del decreto legislativo n. 267 del 2000;

   la prefettura – Utg di Treviso ha inviato al comune di Fregona la nota protocollo n. 46428 del 17 giugno 2022, acquisita al protocollo comunale n. 5419 in data 20 giugno 2022, con la quale si invita a comunicare alla prefettura medesima le iniziative adottate dal consiglio comunale relativamente a quanto riportato nella nota del Ministero dell'interno;

   con delibera n. 30 del 23 agosto 2022, il consiglio comunale di Fregona, con il voto della sola maggioranza, non ha ravvisato, nel caso indicato, motivo di decadenza del consigliere comunale;

   in data 03 ottobre 2022 la prefettura – Utg di Treviso, in risposta ad una nota del consigliere comunale Dal Mas, ha informato di aver sollecitato ulteriormente il Sindaco di Fregona e di aver informato della situazione il Ministero dell'interno -:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative di competenza, in particolare di carattere normativo intenda porre in essere al fine di pervenire alla soluzione di casi quali quelli in premessa.
(3-00052)

Interrogazione a risposta scritta:


   CIOCCHETTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in Via Portuense 1680 è presente la caserma della Polizia di Stato «Gelsomini» al cui interno opera il I reparto mobile della Polizia di Stato e il centro sportivo delle Fiamme Oro, con una piscina ed un campo da rugby;

   il centro sportivo è frequentato anche da famiglie stimate in circa 300, che ogni due giorni si recano presso il centro sportivo per far svolgere ai propri figli attività sportiva;

   le stesse utilizzano per la sosta un'area parcheggio adiacente, probabilmente di proprietà della Fiera di Roma;

   la stessa area è nel totale degrado ed abbandono sotto ogni punto di vista, utilizzata come discarica a cielo aperto, dove lo spontaneismo arboreo oltre ai rifiuti presenti rendono difficoltoso anche il passaggio tra un'area e l'altra;

   per raggiungere il centro sportivo le persone debbono attraversare la Portuense: in quel tratto l'impianto semaforico è guasto da tempo e la strada è priva di segnaletica sia orizzontale che verticale e tutto ciò pregiudica gravemente la sicurezza stradale;

   si rendono necessari interventi di bonifica e di messa in sicurezza urgentissimi, sia per le persone che accedono al centro sportivo, che per il personale delle forze della Polizia di Stato che lavorano presso il centro –:

   se intenda assumere, per quanto di competenza, un'iniziativa in raccordo con le amministrazioni competenti per mettere in sicurezza l'area e per bonificarla.
(4-00125)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   VIETRI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   desta preoccupazione la situazione chi si sta delineando in Campania a fronte del mancato pagamento dei giovani medici che hanno sostenuto e vinto il concorso di formazione specifica in Medicina generale del mese di febbraio 2022 e che lamentano di essere stati «dimenticati», se non totalmente ignorati, dalla regione;

   secondo quanto denunciato dai sindacati di categoria, infatti, i «Medici di famiglia in formazione sono senza stipendio da sette mesi. Quanto vale il diritto alla salute dei cittadini per una Regione che si “dimentica” di pagare i medici che si stanno formando per essere domani pronti a sostenere il carico delle cronicità e realizzare una medicina di prossimità?»;

   il tema, in particolare, è quello dell'ingiustificabile mancata erogazione delle borse di studio per quasi 200 medici che nell'aprile 2022 hanno iniziato il corso di formazione specifica in Medicina generale del triennio 2021/24 e che da sette mesi non ricevono i 966 euro lordi previsti al mese; nonostante la giunta regionale abbia approvato a metà ottobre 2022 la delibera per il pagamento delle borse arretrate, ad oggi, secondo quanto si apprende da fonti di stampa, tali professionisti possono constatare solo l'ennesimo inspiegabile mancato accredito sui propri conti correnti;

   su tale gravissima vicenda è intervenuta anche la segretaria nazionale del settore formazione della FIMMG Campania, dottoressa Erika Schembri, che ha scritto una lettera alla regione Campania e all'assessorato alla Salute: «Oggi ci hanno comunicato che anche la guardia medica non sarà riconosciuta come formazione lavoro. Io lascio il corso a questo punto, perché ho famiglia. Non mi sembra il modo per incentivare i giovani medici a fare il medico di famiglia»;

   in questo momento di grave crisi economica e aumento del costo della vita, viene trattenuta l'unica fonte di reddito per molti medici, con l'ovvia conseguenza che oltre 130 professionisti hanno abbandonato il corso e l'aggravante – specifica per la regione Campania – di una carenza senza precedenti che ha raggiunto quasi 300 medici di famiglia mancanti, sempre più presìdi di guardia Medica e 118 scoperti, mentre più di 160 mila cittadini (nel solo capoluogo partenopeo) attendono, invano, un medico;

   la regione Campania e il territorio dell'Asl di Salerno, in particolare, soffrono da sempre di una grave carenza di medici e operatori sanitari, frutto dei tagli sistematici degli ultimi anni e dei piani di rientro imposti alle regioni in difficoltà finanziarie e per questo motivo gli ospedali e la medicina del territorio hanno avuto enormi difficoltà nel garantire l'emergenza nei pronto soccorso ed i Lea;

   per organizzare al meglio le Case e gli Ospedali di comunità, l'assistenza domiciliare e tutta la medicina territoriale è necessario attuare gli standard del decreto ministeriale n. 77 del 2022, ma la carenza di medici e operatori sanitari, in generale, rischia di tradursi nel mancato utilizzo dei fondi del Pnrr, nel non riuscire a colmare il divario con le regioni del Nord e regalare le future strutture al privato accreditato;

   non è accettabile che medici in formazione, ai quali è preclusa ogni altra possibilità lavorativa, restino per mesi in attesa di ricevere dalla regione quanto dovuto in forza dell'assegnazione delle borse-:

   se quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda assumere in relazione ai fatti esposti in premessa, al fine di favorire ogni misura atta a sostenere sull'esteso territorio nazionale la medicina di prossimità.
(4-00126)

Apposizione di una firma ad una mozione.

  La mozione Quartapelle Procopio e altri n. 1-00033, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 novembre 2022, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Pastorino.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta immediata in Assemblea Foti e altri n. 3-00043, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 novembre 2022, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato La Salandra.

  L'interrogazione a risposta immediata in Assemblea Ilaria Fontana e altri n. 3-00047, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 novembre 2022, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Caso, Sportiello, Bruno, Marianna Ricciardi.