Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Martedì 6 dicembre 2022

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: COMUNICAZIONI DEL MINISTRO DELLA DIFESA AI SENSI DELL'ARTICOLO 1 DEL DECRETO-LEGGE N. 185 DEL 2022

Comunicazioni del Ministro della difesa ai sensi dell'articolo 1
del decreto-legge n. 185 del 2022

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 4 ore.

Governo 30 minuti
Interventi a titolo personale 10 minuti 10 minuti
Gruppi 1 ora e 40 minuti
(discussione)
1 ora e 30 minuti
(dichiarazioni di voto)
Fratelli d'Italia 21 minuti 10 minuti
Partito Democratico – Italia democratica e progressista 14 minuti 10 minuti
Lega – Salvini premier 14 minuti 10 minuti
MoVimento 5 Stelle 12 minuti 10 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente – PPE 11 minuti 10 minuti
Azione – Italia Viva – Renew Europe 8 minuti 10 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra 7 minuti 10 minuti
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE 7 minuti 10 minuti
Misto: 6 minuti 10 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti 6 minuti
  +Europa 3 minuti 4 minuti

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta
del 6 dicembre 2022.

  Albano, Ascani, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Cappellacci, Carloni, Cattaneo, Centemero, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Sergio Costa, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Mollicone, Molteni, Montaruli, Mulè, Nordio, Orsini, Osnato, Pichetto Fratin, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Scerra, Schullian, Serracchiani, Francesco Silvestri, Tajani, Trancassini, Tremonti.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Albano, Ascani, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Cappellacci, Carloni, Cattaneo, Centemero, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Sergio Costa, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Mollicone, Molteni, Montaruli, Mulè, Nordio, Orsini, Osnato, Pichetto Fratin, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Scerra, Schullian, Serracchiani, Francesco Silvestri, Tajani, Trancassini, Tremonti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 5 dicembre 2022 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:

   DE MARIA e VACCARI: «Concessione di un contributo al comune di Carpi per iniziative di sostegno e sviluppo della filiera produttiva del suo distretto tessile» (675);

   ROSATO: «Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo di partenariato strategico tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e il Canada, dall'altra, fatto a Bruxelles il 30 ottobre 2016; b) Accordo economico e commerciale globale tra il Canada, da una parte, e l'Unione europea e i suoi Stati membri, dall'altra, con Allegati, fatto a Bruxelles il 30 ottobre 2016, e relativo strumento interpretativo comune» (676);

   LA PORTA e AMORESE: «Istituzione e disciplina delle zone franche montane per la salvaguardia e lo sviluppo delle aree di montagna» (677);

   AMORESE e LA PORTA: «Abolizione del limite numerico minimo di alunni per la formazione delle classi nelle scuole primarie e secondarie dei comuni montani, delle piccole isole e delle aree geografiche abitate da minoranze linguistiche» (678).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di proposte di legge d'iniziativa del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro.

  In data 5 dicembre 2022 sono state presentate alla Presidenza, ai sensi dell'articolo 99, terzo comma, della Costituzione, le seguenti proposte di legge:

   CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO: «Delega al Governo per la riforma della disciplina dell'accertamento fiscale» (679);

   CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO: «Delega al Governo per la riforma della disciplina della riscossione fiscale» (680);

   CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO: «Delega al Governo per l'integrazione e l'attuazione dello Statuto dei diritti del contribuente attraverso disposizioni ispirate ai princìpi generali delle tradizioni giuridiche comuni degli Stati membri dell'Unione europea e ai princìpi costituzionali sull'azione amministrativa, di sussidiarietà orizzontale fiscale, di certezza del diritto, di trasparenza, di tutela dell'affidamento, di partecipazione al procedimento, di motivazione, di chiarezza dei provvedimenti, di efficienza, di equità, di collaborazione e di buona fede» (681);

   CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO: «Modifiche alla legge 30 dicembre 1986, n. 936» (682);

   CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO: «Norme per l'orientamento permanente e per l'accesso ai corsi dell'area sanitaria e bio-medica, con specifico riferimento alle facoltà di medicina e chirurgia» (683);

   CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO: «Modifiche agli articoli 125 e 186 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, concernenti un dispositivo di blocco da installare sui veicoli in uso ai soggetti condannati per guida in stato di ebbrezza» (684);

   CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO: «Ratifica ed esecuzione della Convenzione n. 184 sulla sicurezza e la salute nell'agricoltura, adottata a Ginevra il 21 giugno 2001 dalla Conferenza generale dell'Organizzazione internazionale del lavoro nel corso della sua 89ª sessione» (685);

   CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO: «Modifiche al codice della strada in materia di sicurezza del lavoro e per il sostegno del lavoro meccanizzato in agricoltura» (686);

   CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO: «Modifiche all'articolo 1 del decreto legislativo 8 novembre 1990, n. 374, per la semplificazione e la competitività del sistema della logistica italiana delle merci» (687);

   CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO: «Modifiche alla legislazione vigente per la semplificazione e la competitività del sistema della logistica italiana delle merci» (688);

   CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO: «Istituzione del Comitato nazionale per la produttività presso il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro» (689).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge ILARIA FONTANA ed altri: «Disposizioni per il censimento dei materiali contenenti amianto, per la bonifica progressiva e lo smaltimento sostenibile dei suddetti materiali nei luoghi pubblici e privati, per l'eguaglianza nell'accesso ai benefìci previdenziali per i lavoratori esposti all'amianto, per l'istituzione del registro economico dell'amianto nonché per il recepimento della direttiva 2009/148/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un'esposizione all'amianto durante il lavoro» (488) è stata successivamente sottoscritta dalle deputate Appendino e Todde.

  La proposta di legge DEIDDA ed altri: «Disposizioni perequative in favore del personale trasferito ai servizi di informazione e di sicurezza, ai sensi dell'articolo 7 della legge 24 ottobre 1977, n. 801, prima del 21 novembre 1980» (497) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Frijia.

  La proposta di legge DEIDDA ed altri: «Istituzione di una zona franca produttiva nel territorio delle isole minori e dei piccoli comuni montani» (500) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Tremaglia.

  La proposta di legge ILARIA FONTANA ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati» (532) è stata successivamente sottoscritta dalle deputate Appendino e Todde.

Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   II Commissione (Giustizia):

  CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA: «Modifiche al decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155, recante nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero» (642) Parere delle Commissioni I, V, XI e XIV.

   VII Commissione (Cultura):

  MANZI ed altri: «Disposizioni per la valorizzazione del melodramma italiano» (460) Parere delle Commissioni I, III e V;

  MANZI ed altri: «Disposizioni per la celebrazione del centenario della nascita di Italo Calvino» (461) Parere delle Commissioni I e V.

Comunicazione dal Ministro
dell'economia e delle finanze.

  Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera pervenuta in data 5 dicembre 2022, ha comunicato, ai sensi dell'articolo 5, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, che i Governatori del Meccanismo europeo di stabilità (MES) approveranno modifiche agli allegati I e II del Trattato che istituisce il MES nonché all'Accordo recante modifica del medesimo Trattato, conseguenti alla conclusione, per l'Estonia, del periodo di correzione temporanea della chiave di contribuzione al capitale nonché all'adesione al MES della Croazia, a decorrere dal 1° gennaio 2023.

  Questa comunicazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 30 novembre 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulle misure di importazione, esportazione e transito di armi da fuoco, loro componenti essenziali e munizioni, che attua l'articolo 10 del protocollo delle Nazioni Unite contro la fabbricazione e il traffico illeciti di armi da fuoco, loro parti e componenti e munizioni, addizionale alla convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità transnazionale organizzata (protocollo delle Nazioni Unite sulle armi da fuoco) (rifusione) (COM(2022) 480 final).

  Questa relazione è stata trasmessa alla I (Affari costituzionali) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Annunzio di risoluzioni
del Parlamento europeo.

  Il Parlamento europeo, in data 28 novembre 2022, ha trasmesso le seguenti risoluzioni, approvate nella tornata dal 17 al 20 ottobre 2022, che sono state assegnate, ai sensi dell'articolo 125, comma 1, del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, nonché, per il parere, alla III Commissione (Affari esteri) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), se non già assegnate alle stesse in sede primaria:

   Risoluzione legislativa sulla posizione del Consiglio in prima lettura in vista dell'adozione di un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 805/2004 per quanto riguarda il ricorso alla procedura di regolamentazione con controllo al fine di adattarlo all'articolo 290 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (Doc. XII, n. 20) – alla II Commissione (Giustizia);

   Risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce disposizioni specifiche per i programmi di cooperazione per il periodo 2014-2020 sostenuti dallo strumento europeo di vicinato e nel quadro dell'obiettivo di cooperazione territoriale europea, a seguito di perturbazioni nell'attuazione dei programmi (Doc. XII, n. 21) – alla III Commissione (Affari esteri);

   Risoluzione sul regolamento di esecuzione (UE) 2022/1480 della Commissione del 7 settembre 2022 che modifica il regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 per quanto riguarda la proroga dei periodi di approvazione delle sostanze attive 2-fenilfenol (compresi i suoi sali, come il sale sodico), 8-idrossichinolina, amidosulfuron, bensulfuron, bifenox, clormequat, clorotoluron, clofentezina, clomazone, daminozide, deltametrina, dicamba, difenoconazolo, diflufenican, dimetaclor, esfenvalerate, etofenprox, fenoxaprop-P, fenpropidin, fenpirazamina, fludioxonil, flufenacet, flumetralin, fostiazato, lenacil, MCPA, MCPB, nicosulfuron, oli di paraffina, olio di paraffina, penconazolo, picloram, proesadione, propaquizafop, prosulfocarb, quizalofop-P-etile, quizalofop-P-tefurile, 5-nitroguaiacolato di sodio, o-nitrofenolato di sodio, p-nitrofenolato di sodio, zolfo, tebufenpirad, tetraconazolo, tri-allato, triflusulfuron e tritosulfuron (Doc. XII, n. 22) – alla XIII Commissione (Agricoltura);

   Risoluzione sull'adesione della Romania e della Bulgaria allo spazio Schengen (Doc. XII, n. 23) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

   Risoluzione concernente la posizione del Consiglio sul progetto di bilancio rettificativo n. 4/2022 dell'Unione europea per l'esercizio 2022: aggiornamento delle entrate (risorse proprie) e altri adeguamenti tecnici (Doc. XII, n. 24) – alla V Commissione (Bilancio);

   Risoluzione concernente la posizione del Consiglio sul progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2023 (Doc. XII, n. 25) – alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XIV (Politiche dell'Unione europea);

   Risoluzione sullo Stato di diritto a Malta, cinque anni dopo l'assassinio di Daphne Caruana Galizia (Doc. XII, n. 26) – alla III Commissione (Affari esteri);

   Risoluzione sull'aumento dei reati generati dall'odio contro persone LGBTIQ+ in Europa alla luce del recente omicidio omofobo in Slovacchia (Doc. XII, n. 27) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

   Risoluzione sulla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici 2022, Sharm El-Sheikh (Egitto) (COP 27) (Doc. XII, n. 28) – alla III Commissione (Affari esteri);

   Risoluzione sulla solidarietà culturale con l'Ucraina e il meccanismo congiunto di risposta alle emergenze per il recupero culturale in Europa (Doc. XII, n. 29) – alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e VII (Cultura).

Annunzio di progetti di atti
dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 5 dicembre 2022, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sui progressi compiuti dalla Romania nel quadro del meccanismo di cooperazione e verifica (COM(2022) 664 final), che è assegnata in sede primaria alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);

   Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo sull'attuazione del regolamento (CE) n. 765/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 luglio 2008, che fissa le norme in materia di accreditamento e abroga il regolamento (CEE) n. 339/93 (COM(2022) 679 final), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);

   Raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro (COM(2022) 782 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio).

  La proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla definizione dei reati e delle sanzioni per la violazione delle misure restrittive dell'Unione (COM(2022) 684 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 5 dicembre 2022, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla II Commissione (Giustizia), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà, il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 5 dicembre 2022.

  La proposta modificata di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli orientamenti dell'Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti, che modifica il regolamento (UE) 2021/1153 e il regolamento (UE) n. 913/2010 e abroga il regolamento (UE) n. 1315/2013 (COM(2022) 384 final), già trasmessa dalla Commissione europea nella XVIII legislatura e assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla IX Commissione (Trasporti), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea); è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà, il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 6 dicembre 2022.

Trasmissione di documenti connessi
ad atti dell'Unione europea.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 2 e 5 dicembre 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4, commi 3 e 6, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, le relazioni predisposte dalla Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Unione europea, riferite, rispettivamente, al periodo dal 17 al 25 novembre e al periodo dal 25 al 30 novembre 2022.

  Questi documenti sono trasmessi alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) e alle Commissioni individuate nella tabella allegata.

Richiesta di parere parlamentare
su atti del Governo.

  Il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, con lettera in data 5 dicembre 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 40, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nel capitolo 1551 dello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno 2022, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (7).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente), che dovrà esprimere il prescritto parere entro 26 dicembre 2022.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

DISEGNO DI LEGGE: CONVERSIONE IN LEGGE DEL DECRETO-LEGGE 11 NOVEMBRE 2022, N. 173, RECANTE DISPOSIZIONI URGENTI IN MATERIA DI RIORDINO DELLE ATTRIBUZIONI DEI MINISTERI (A.C. 547-A)

A.C. 547-A – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in titolo reca disposizioni finalizzate alla ridenominazione e alla modifica di attribuzioni di dicasteri nonché ulteriori norme di diretta applicazione volte alla loro riorganizzazione o comunque ad essa propedeutiche;

    in relazione al dicastero competente per l'istruzione – fregiatosi, in forza del disposto di cui all'articolo 1, comma 1, lettera e), dell'integrazione della parola «merito» nella sua denominazione –, l'articolo 6 provvede ad integrarne le attribuzioni, introducendo la «promozione del merito», premettendola alla valutazione dell'efficienza nell'erogazione dei servizi del sistema educativo di istruzione e di formazione nel territorio nazionale, e la «valorizzazione del merito», quale finalità rispetto alle esperienze formative degli studenti;

    con riferimento al merito, il dettato costituzionale di cui all'articolo 34 della Costituzione appare, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, inscindibile dai principi fondamentali di cui all'articolo 3 della Costituzione, in particolare con riguardo al secondo comma, il quale introduce il principio dell'uguaglianza sostanziale dei cittadini e affida alla Repubblica il compito di intervenire per rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, di modo che tutti i cittadini, a prescindere dalle loro condizioni personali, materiali e sociali, siano posti su un piano di sostanziale parità iniziale,

impegna il Governo

a rendere illustrazione alle Camere sull'orientamento e l'intendimento in ordine alla declinazione della parola merito e sulle conseguenti iniziative ai fini dell'attuazione della sua promozione e della sua valorizzazione come introdotti dall'articolo 6 del provvedimento in esame, alla luce del disposto costituzionale descritto in premessa.
9/547-A/1. Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in titolo reca disposizioni finalizzate alla ridenominazione e alla modifica di attribuzioni di dicasteri nonché ulteriori norme di diretta applicazione volte alla loro riorganizzazione o comunque ad essa propedeutiche;

    in relazione al dicastero competente per l'istruzione – fregiatosi, in forza del disposto di cui all'articolo 1, comma 1, lettera e), dell'integrazione della parola «merito» nella sua denominazione –, l'articolo 6 provvede ad integrarne le attribuzioni, introducendo la «promozione del merito», premettendola alla valutazione dell'efficienza nell'erogazione dei servizi del sistema educativo di istruzione e di formazione nel territorio nazionale, e la «valorizzazione del merito», quale finalità rispetto alle esperienze formative degli studenti;

    con riferimento al merito, il dettato costituzionale di cui all'articolo 34 della Costituzione appare, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, inscindibile dai principi fondamentali di cui all'articolo 3 della Costituzione, in particolare con riguardo al secondo comma, il quale introduce il principio dell'uguaglianza sostanziale dei cittadini e affida alla Repubblica il compito di intervenire per rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, di modo che tutti i cittadini, a prescindere dalle loro condizioni personali, materiali e sociali, siano posti su un piano di sostanziale parità iniziale,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di rendere illustrazione alle Camere sull'orientamento e l'intendimento in ordine alla declinazione della parola merito e sulle conseguenti iniziative ai fini dell'attuazione della sua promozione e della sua valorizzazione come introdotti dall'articolo 6 del provvedimento in esame, alla luce del disposto costituzionale descritto in premessa.
9/547-A/1. (Testo modificato nel corso della seduta)Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame, recante «Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri», all'articolo 1, comma 1, lettera b) prevede una nuova denominazione per il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – Mipaaf, modificandola in Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste – Masaf;

    all'articolo 3 si spiega che la nuova denominazione corrisponde ad un'integrazione delle competenze dello stesso dicastero in materia di sovranità alimentare, ricomprendendo in tale concetto la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari, il sostegno della filiera agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, il coordinamento delle politiche di gestione delle risorse ittiche marine, la produzione di cibo di qualità, la cura e la valorizzazione delle aree e degli ambienti rurali, la promozione delle produzioni agroalimentari nazionali sui mercati internazionali;

    tali nuove attribuzioni, tuttavia, che in parte rientrano in competenze già di fatto attribuite al Ministero, nonché alle regioni alle quali è demandata molta della competenza in materia agricola, non necessitano di un cambio di denominazione che, nei fatti, potrebbe avere ricadute burocratiche ma anche di carattere economico per lo stesso dicastero, se non per diverse imprese del settore agroalimentare – in particolare quelle delle produzioni Dop, Igp e biologiche, costrette a modificare moduli di certificazione, controllo ed etichettatura;

    ritenendo obsoleto il concetto di «sovranità alimentare», pur condividendo l'obiettivo di garantire in maniera più concreta la sicurezza della scorte e degli approvvigionamenti alimentari, anche in relazione con quanto avvenuto nel mondo agricolo con l'emergenza COVID-19 prima e con conflitto russo-ucraino poi, si ritiene comunque che il cambio di denominazione sia oltremodo superfluo nonché potenzialmente oneroso per il settore agricolo che, al contrario, avrebbe bisogno interventi concreti e strutturali,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa al fine di ripensare al cambio di denominazione del dicastero, pur mantenendone le nuove attribuzioni, specie in relazione alla sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari, e, in ogni caso, a tutelare da eventuali oneri burocratici ed economici da esso derivanti il mondo delle produzioni agroalimentari di qualità.
9/547-A/2. Caramiello, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto-legge n. 173 del 2022 – A.C. 547, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri va a istituire il Cimim, Comitato interministeriale per il made in Italy nel mondo, con importanti funzioni nell'ambito della promozione internazionale delle piccole e medie imprese;

    l'articolo 9 istituisce il Comitato interministeriale per il made in Italy nel mondo (Cimim), con il compito di indirizzare e coordinare le strategie in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese italiane, al fine di valorizzare il made in Italy nel mondo;

    il Cimim è composto dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, dal Ministro delle imprese e del made in Italy, che lo co-presiedono, e dai Ministri dell'economia e delle finanze, dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e del turismo;

    l'articolo dispone inoltre in materia di promozione all'estero e internazionalizzazione delle imprese, con riferimento all'esercizio dei poteri di indirizzo e vigilanza del Ministero degli esteri, da esercitare, per effetto della norma «di concerto» e non più «d'intesa» con il Ministero delle imprese e del made in Italy (già Ministero dello sviluppo economico);

    la criticità principale è da rinvenire nella lettera b) del comma 1 che, modificando il comma 18-bis dell'articolo 14 del decreto-legge n. 98 del 2011, dispone che le linee guida e di indirizzo strategico in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese sono assunte, anche per quanto riguarda la programmazione delle risorse, dalla cabina di regia per l'internazionalizzazione;

    al fine di garantire la condivisione e il confronto con le parti sociali, viene poi stabilito che le linee guida e di indirizzo, anche in riferimento all'allocazione delle risorse, vengono «assunte» dalla cabina di regia per l'internazionalizzazione, composta secondo quanto stabilito dall'articolo 14 comma 18-bis del decreto-legge n. 98 del 2011;

    dal 2011 ad oggi la rappresentatività delle imprese del commercio ha subito una profonda trasformazione che ha visto raffermarsi di nuove realtà indipendenti, pertanto mantenere la formulazione stabilita a suo tempo rischia di non garantire una reale consultazione con le parti sociali su un tema così importante qual è il processo di promozione internazionale delle eccellenze del made in Italy;

    nella cabina di regia citata come definito dalla normativa vi sono intere categorie escluse: ad esempio il sindacato, gli atenei, start-up,

impegna il Governo:

   a prevedere un ampliamento della cabina di regia per quanto attiene le categorie di riferimento per garantire una maggiore rappresentatività del mondo economico, sociale, di ricerca e innovazione che è interessato dalle linee guida oggetto di discussione;

   a prevedere un ampliamento alle organizzazioni rappresentative del commercio e di suoi specifici comparti.
9/547-A/3. Appendino, Pavanelli, Cappelletti, Todde, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto-legge n. 173 del 2022 – A.C. 547, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri va a istituire il Cimim, Comitato interministeriale per il made in Italy nel mondo, con importanti funzioni nell'ambito della promozione internazionale delle piccole e medie imprese;

    l'articolo 9 istituisce il Comitato interministeriale per il made in Italy nel mondo (Cimim), con il compito di indirizzare e coordinare le strategie in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese italiane, al fine di valorizzare il made in Italy nel mondo;

    il Cimim è composto dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, dal Ministro delle imprese e del made in Italy, che lo co-presiedono, e dai Ministri dell'economia e delle finanze, dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e del turismo;

    l'articolo dispone inoltre in materia di promozione all'estero e internazionalizzazione delle imprese, con riferimento all'esercizio dei poteri di indirizzo e vigilanza del Ministero degli esteri, da esercitare, per effetto della norma «di concerto» e non più «d'intesa» con il Ministero delle imprese e del made in Italy (già Ministero dello sviluppo economico);

    la criticità principale è da rinvenire nella lettera b) del comma 1 che, modificando il comma 18-bis dell'articolo 14 del decreto-legge n. 98 del 2011, dispone che le linee guida e di indirizzo strategico in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese sono assunte, anche per quanto riguarda la programmazione delle risorse, dalla cabina di regia per l'internazionalizzazione;

    al fine di garantire la condivisione e il confronto con le parti sociali, viene poi stabilito che le linee guida e di indirizzo, anche in riferimento all'allocazione delle risorse, vengono «assunte» dalla cabina di regia per l'internazionalizzazione, composta secondo quanto stabilito dall'articolo 14 comma 18-bis del decreto-legge n. 98 del 2011;

    dal 2011 ad oggi la rappresentatività delle imprese del commercio ha subito una profonda trasformazione che ha visto raffermarsi di nuove realtà indipendenti, pertanto mantenere la formulazione stabilita a suo tempo rischia di non garantire una reale consultazione con le parti sociali su un tema così importante qual è il processo di promozione internazionale delle eccellenze del made in Italy;

    nella cabina di regia citata come definito dalla normativa vi sono intere categorie escluse: ad esempio il sindacato, gli atenei, start-up,

impegna il Governo:

a valutare le possibili iniziative volte ad acquisire contributi partecipativi anche degli organismi rappresentativi delle categorie oggi non menzionate dalla disposizione ove la materia all'ordine del giorno afferisca a temi relativi all'area di interesse.
9/547-A/3. (Testo modificato nel corso della seduta)Appendino, Pavanelli, Cappelletti, Todde, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in titolo reca disposizioni finalizzate alla ridenominazione e alla modifica di attribuzioni di dicasteri nonché ulteriori norme di diretta applicazione volte alla loro riorganizzazione o comunque ad essa propedeutiche;

    l'articolo 9 istituisce il Comitato interministeriale per il made in Italy nel mondo (Cimim), con il compito di:

     a) coordinamento delle strategie e dei progetti per la valorizzazione, la tutela e la promozione del made in Italy nel mondo;

     b) esame delle modalità esecutive idonee a rafforzare la presenza delle imprese nazionali nei mercati esteri;

     c) individuazione dei meccanismi di salvaguardia del tessuto industriale nazionale e di incentivazione delle imprese nazionali, anche in relazione all'imposizione di nuovi dazi, alla previsione di regimi sanzionatori o alla presenza di ostacoli tariffari e non tariffari sui mercati internazionali, al fine di prevedere misure compensative per le imprese coinvolte;

     d) valutazione delle iniziative necessarie per lo sviluppo tecnologico e per la diffusione dell'utilizzo di nuove tecnologie da parte delle imprese nazionali nei processi di internazionalizzazione;

     e) monitoraggio dell'attuazione delle misure da parte delle amministrazioni competenti;

     f) adozione di iniziative idonee a superare eventuali ostacoli e ritardi nella realizzazione degli obiettivi e delle priorità indicati anche in sede europea,

impegna il Governo

a informare le Camere, al termine di ciascuna convocazione del Comitato interministeriale per il made in Italy nel mondo (Cimim), anche per il tramite di una relazione scritta, sulle attività e sulle iniziative adottate rispetto alle funzioni assegnate ai sensi dell'articolo 9 del provvedimento in esame.
9/547-A/4. Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Todde, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in titolo reca disposizioni finalizzate alla ridenominazione e alla modifica di attribuzioni di dicasteri nonché ulteriori norme di diretta applicazione volte alla loro riorganizzazione o comunque ad essa propedeutiche;

    l'articolo 9 istituisce il Comitato interministeriale per il made in Italy nel mondo (Cimim), con il compito di:

     a) coordinamento delle strategie e dei progetti per la valorizzazione, la tutela e la promozione del made in Italy nel mondo;

     b) esame delle modalità esecutive idonee a rafforzare la presenza delle imprese nazionali nei mercati esteri;

     c) individuazione dei meccanismi di salvaguardia del tessuto industriale nazionale e di incentivazione delle imprese nazionali, anche in relazione all'imposizione di nuovi dazi, alla previsione di regimi sanzionatori o alla presenza di ostacoli tariffari e non tariffari sui mercati internazionali, al fine di prevedere misure compensative per le imprese coinvolte;

     d) valutazione delle iniziative necessarie per lo sviluppo tecnologico e per la diffusione dell'utilizzo di nuove tecnologie da parte delle imprese nazionali nei processi di internazionalizzazione;

     e) monitoraggio dell'attuazione delle misure da parte delle amministrazioni competenti;

     f) adozione di iniziative idonee a superare eventuali ostacoli e ritardi nella realizzazione degli obiettivi e delle priorità indicati anche in sede europea,

impegna il Governo

a dare informazione periodica alle Commissioni parlamentari competenti, anche per il tramite di una relazione scritta, in ordine ai principali argomenti trattati dal Cimim.
9/547-A/4. (Testo modificato nel corso della seduta)Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Todde, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi.


   La Camera,

   premesso che:

    con il decreto-legge n. 173 del 2022 in esame, che interviene in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri (A.C. 547), si stabiliscono le nuove denominazioni e competenze, tra l'altro, anche del Ministero della transizione ecologica, che diviene Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica;

    l'aver tolto dal nome ogni riferimento alla lotta climatica e allo sviluppo sostenibile sembra però andare in direzione opposta al processo di affermazione e rafforzamento del principio di tutela dell'ambiente in corso, interrompendo e creando, altresì, evidente discontinuità con il processo per la transizione energetica avviato;

    il precedente decreto-legge n. 22 del 2021, in coerenza con il disposto degli articoli 77 e 87, quinto comma, della Costituzione, aveva infatti istituito il Ministero della transizione ecologica proprio al fine di rafforzare la tutela dell'ambiente quale principio costituzionalmente riconosciuto e garantire il mantenimento del processo di transizione energetica, assicurando un più efficace impulso e un più forte coordinamento fra le amministrazioni competenti in relazione alle politiche nazionali per la transizione ecologica;

    la scelta delle attribuzioni del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, prima e del Mite, poi, si inseriva proprio nel solco del processo di rivalutazione del concetto di ambiente avviato negli ultimi anni, portandolo ad essere inteso in un'accezione sistemica ed ampia. Un grande lavoro è stato fatto dalla giurisprudenza costituzionale sul concetto di tutela ambientale, giungendo a riconoscere a tale principio valore di rango costituzionale con il nuovo testo degli articoli 9 e 41 della Costituzione che dettano un criterio generale di azione dei pubblici poteri improntato proprio alla necessità di protezione dell'ambiente;

    il provvedimento in discussione lascia dunque perplessi poiché sembra non tenere nel dovuto conto la predetta evoluzione del principio costituzionale di tutela dell'ambiente, intaccando l'importanza di tale principio che invece dovrebbe essere ripristinata e rafforzata anche nella definizione terminologica;

    in ordine poi al concetto di «sicurezza energetica» contenuto nella nuova denominazione del Ministero, si evidenzia come tale attività sia già ricompresa tra quelle di competenza di uno dei dipartimenti del Mite, con ciò da un lato risultando pleonastica la denominazione e dall'altro lasciando intendere che si voglia dare maggiore importanza a tale materia rispetto alle complessive politiche proprie del Piano per la transizione ecologica,

impegna il Governo:

   a garantire che, al netto del cambio di denominazione del Ministero, verrà confermato il mantenimento di un percorso per la transizione ecologica che valorizzi le politiche di tutela dell'ambiente, del territorio e del mare avviate negli ultimi anni e in ossequio agli impegni assunti a livello europeo e mondiale per il contrasto ai cambiamenti climatici, dando continuità all'approccio unitario e integrato del processo di transizione ecologica, non riducibile alla sola sicurezza energetica;

   a valutare l'opportunità, considerati gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa, di operare un nuovo cambio di denominazione che riporti nella denominazione del Ministero sia la locuzione «tutela dell'ambiente» sia il riferimento alla «transizione ecologica» in vece della «sicurezza energetica», per una maggiore coerenza con gli obiettivi programmatici del Ministero stesso.
9/547-A/5. L'Abbate, Ilaria Fontana, Fede, Morfino, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame interviene in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri, come disciplinate dal decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300;

    in particolare, l'articolo 3 modifica la denominazione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali in Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e ne disciplina le attribuzioni prevedendo che lo stesso eserciti le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di tutela della sovranità alimentare garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari, il sostegno della filiera agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, il coordinamento delle politiche di gestione delle risorse ittiche marine, la produzione di cibo di qualità, la cura e la valorizzazione delle aree e degli ambienti rurali, la promozione delle produzioni agroalimentari nazionali sui mercati internazionali;

    la tutela delle filiere produttive italiane, la salvaguardia del patrimonio di innovazione tecnologica, nonché la promozione delle eccellenze del nostro Paese nel mondo rappresentano leve strategiche fondamentali per il rilancio del sistema produttivo italiano;

    i fenomeni di delocalizzazione delle imprese determinano un progressivo indebolimento del sistema produttivo italiano a cui si associa il rischio di abbandono di intere filiere e di impoverimento del patrimonio di conoscenze che caratterizza l'imprenditoria italiana;

    le pratiche consistenti nello spostamento delle attività produttive verso Paesi in cui il costo del lavoro è inferiore, rappresentano forme di concorrenza sleale che determinano gravi ricadute economiche e sociali;

    negli ultimi anni si è esteso il fenomeno dell'acquisizione delle aziende italiane da parte di gruppi stranieri;

    le imprese italiane subiscono danni ingenti dalle imitazioni e dalle contraffazioni da parte di prodotti di qualità inferiore, realizzati all'estero;

    il fenomeno consistente nell'imitazione dei prodotti di eccellenza italiana attraverso richiami evocativi della loro presunta origine italiana induce in errore il consumatore straniero, determina un danno all'immagine dei prodotti italiani e costituisce una forma di concorrenza sleale che danneggia le imprese del nostro Paese;

    le associazioni di categoria hanno più volte richiamato l'attenzione sulla gravità del problema delle imitazioni dei prodotti di eccellenza italiana, evidenziando che il valore dei falsi prodotti di origine italiana nel comparto agroalimentare ha raggiunto centoventi miliardi di euro e che nel mondo oltre due prodotti agroalimentari commercializzati come italiani su tre non hanno alcun legame produttivo e occupazionale con il nostro Paese;

    è stato stimato, peraltro, che la contraffazione ha raggiunto nel 2020 un valore di mercato pari a sei miliardi e trecento diciannove milioni di euro e che la spesa in prodotti contraffatti genera un mancato gettito per lo Stato pari a circa un miliardo e quattrocento ventidue milioni di euro;

    è indispensabile intraprendere le opportune iniziative per arginare i fenomeni sopra richiamati, creando un ambiente favorevole al rientro in Italia delle imprese ed alla tutela dell'origine italiana dei prodotti e delle opere;

    proprio a tal fine, l'articolo 37 del decreto-legge n. 144 del 2022 detta ulteriori e più stringenti misure per contrastare il fenomeno delle delocalizzazioni,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di assumere iniziative, anche di carattere costituzionale, finalizzate a valorizzare, salvaguardare e promuovere le eccellenze produttive del nostro Paese, nonché a tutelare le opere e i prodotti espressione dell'ingegno e della creatività degli imprenditori italiani.
9/547-A/6. Foti, Urzì, Cattaneo, Nazario Pagano, Molinari, Iezzi, Lupi, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 11 del decreto-legge 16 novembre 2022, n. 173, recante «Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri» (A.C. 547), apporta una serie di modifiche alla disciplina del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) recata dall'articolo 57-bis del decreto-legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nonché alla denominazione e ai contenuti del Piano per la transizione ecologica. Nello specifico, il comma 1, lettera d), riscrive il comma 8 dell'articolo 57-bis del suddetto decreto, che disciplina il regolamento interno del CITE e la pubblicità delle deliberazioni del Comitato, al fine di, da un lato, stabilire che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con cui è adottato il regolamento interno del CITE, che ne disciplina il funzionamento, è emanato su proposta non solo del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica (come prevede il testo previgente) ma anche del Ministro delle imprese e del made in Italy e, dall'altro lato, eliminare l'obbligo di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale delle deliberazioni del CITE;

    le pubblicazioni delle deliberazioni del CITE all'interno della Gazzetta Ufficiale è un elemento fondamentale e imprescindibile per assicurare la piena trasparenza del lavoro svolto dal Comitato medesimo,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa, al fine di adottare iniziative, anche legislative, affinché le deliberazioni del CITE siano pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale, come previsto dalla disciplina previgente, al fine di garantire la trasparenza e la notorietà necessarie alle deliberazioni medesime.
9/547-A/7. Todde, Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi.


   La Camera,

   premesso che:

    la legge 17 giugno 2022, n. 71, recante deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario, all'articolo 1, lettera d), delega il Governo ad adottare, entro un anno, uno o più decreti legislativi recanti disposizioni finalizzate alla trasparenza e all'efficienza dell'ordinamento giudiziario in relazione al riordino della disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili;

    l'articolo 5, detta principi e criteri direttivi per tale riordino prevedendo altresì che, nell'esercizio della delega, il Governo riduca il numero massimo di magistrati che possono essere collocati in posizione di fuori ruolo, sia in termini assoluti che in relazione alle diverse tipologie di incarico;

    un intervento incisivo su questo tema non comporta vantaggi solo in termini di efficienza del sistema giudiziario; come affermato dal Presidente dell'Unione delle Camere Penali Italiane Gian Domenico Caiazza, infatti, «il condizionamento che l'ordine giudiziario esercita fattivamente sul potere legislativo ed esecutivo è strategicamente organizzato, mediante il distacco di centinaia di magistrati presso i dicasteri governativi. Di particolare gravità è soprattutto la presenza di circa un centinaio di essi presso il Ministero della giustizia, quasi a rappresentare plasticamente una concezione proprietaria della giustizia stessa. Si tratta di un fenomeno del tutto abnorme e sconosciuto presso i governi delle democrazie liberali, che assicura alla magistratura un livello di ingerenza assolutamente decisivo nella politica giudiziaria del Paese, così vanificando il fondamentale principio della separazione tra i poteri dello Stato. Occorre dunque che venga pubblicamente percepita la grave anomalia di un controllo preventivo della amministrazione e della legislazione da parte della magistratura»;

    l'articolo 19 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, prevede attualmente che il numero massimo dei magistrati collocati fuori dal ruolo organico della magistratura e destinati al Ministero della giustizia non superi le 65 unità,

impegna il Governo

nell'esercizio delle deleghe di cui alla legge 17 giugno 2022, n. 71, ad operare una significativa riduzione del numero di magistrati fuori ruolo presso il Ministero della giustizia, con particolare riferimento a quelli che svolgono funzioni amministrative e alle posizioni per le quali non è tassativamente richiesta dalla legge la qualifica di magistrato.
9/547-A/8. Giachetti, Enrico Costa.


   La Camera,

   premesso che:

    il 14 dicembre 2021 è entrato in vigore il decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 188, recante «Disposizioni per il compiuto adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni della direttiva (UE) 2016/343 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016, sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali»;

    in base alle nuove norme, il procuratore della Repubblica può interagire con gli organi di informazione esclusivamente attraverso comunicati ufficiali o, nei casi di particolare rilevanza pubblica dei fatti, tramite conferenze stampa; inoltre può autorizzare gli ufficiali di polizia giudiziaria a emanare comunicati o convocare conferenze stampa e fornire informazioni sugli atti di indagine compiuti o ai quali hanno partecipato. La decisione di procedere a conferenza stampa o di autorizzare la polizia giudiziaria è assunta dal procuratore della Repubblica con atto motivato in ordine alle specifiche ragioni di pubblico interesse che lo giustificano;

    ai fini della corretta applicazione del decreto legislativo, è indispensabile un idoneo monitoraggio da parte del Ministero della giustizia nell'ambito delle proprie funzioni ispettive volto ad accertare il rispetto delle norme vigenti, a favorire la diffusione e il consolidamento di parametri oggettivi per la loro applicazione e a scoraggiare la diffusione di prassi elusive;

    in particolare, il rischio da scongiurare è che la Polizia Giudiziaria proceda senza aver richiesto o ottenuto l'autorizzazione dei Procuratori della Repubblica o che questi ultimi utilizzino motivazioni «di stile» per procedere a conferenze stampa o autorizzare le forze di polizia ad adottare determinate forme di comunicazione, con ciò eludendo il disposto normativo che richiede specifiche ragioni di pubblico interesse;

    nonostante l'entrata in vigore delle nuove norme, infatti, è emersa la prassi di comunicati delle forze di polizia non rispettosi della presunzione di innocenza, corredati dai nomi delle inchieste e da trailer video, nei quali peraltro non viene fatto cenno alla necessaria autorizzazione del Procuratore della Repubblica,

impegna il Governo

al fine di garantire il rispetto dell'articolo 5 del decreto legislativo 20 febbraio 2006, n. 106, e l'attuazione dell'articolo 2, comma 1, lettera v), del decreto legislativo 23 febbraio 2006, n. 109, a prevedere che l'Ispettorato generale del Ministero della giustizia effettua un monitoraggio degli atti motivati dei procuratori della Repubblica in ordine alla sussistenza dell'interesse pubblico che giustifica l'autorizzazione a conferenze stampa e comunicati degli organi inquirenti.
9/547-A/9. Enrico Costa, Giachetti, Caiata.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2, comma 3 interviene sulla disciplina del Comitato interministeriale per la transizione digitale, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, prevedendo che lo stesso sia presieduto in alternativa al Presidente del Consiglio dei ministri, dall'Autorità delegata, ove nominata, e non più dal Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale;

    viene così a mancare l'indicazione di un Ministero per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale proprio nel momento in cui il Paese si trova a gestire le risorse del Pnrr e a dover mettere in opera le riforme alle medesime sottese, tenuto conto che proprio larga parte di tali fondi (40,29 miliardi di euro ovvero il 21,05 del totale del Piano, fonte Italia Domani) è destinato alla digitalizzazione del Paese, sia nel settore pubblico che privato; considerato che l'Italia è il Paese europeo, nel quadro di Next Generation EU, ad aver previsto di investire maggiori risorse per la digitalizzazione, la mancata previsione nella nuova compagine governativa di un Ministero che contenga nella denominazione un riferimento esplicito all'innovazione tecnologica e alla transizione digitale appare in totale controtendenza con il quadro dei Paesi europei che hanno destinato più risorse nel settore;

    in ordine di risorse (fonte Open Polis) i 4 Paesi che hanno destinato, dopo di noi, più fondi alla transizione digitale sono: la Spagna che destina al digitale 19,60 mld di euro e ha un Ministero dell'economia e della transizione digitale (Ministerio de Asuntos Económicosy Transformación Digital) Ministro Nadia Calvino Santamaria; la Germania che destina alla digitalizzazione 13,32 miliardi di euro e ha un Ministero federale incaricato del digitale e dei trasporti (Fundesministerium fiìr Digitales und Verkehf), Ministro Volker Wissing; la Grecia che ha stanziato 9,60 miliardi di euro per la transizione digitale e ha un Ministero per la governance digitale (Yπουργείο Ψηφιακής Διακυβέρνησης), Ministro Kyriakos Perriakakis; la Francia che destina alla digitalizzazione circa 8,38 miliardi di euro e ha il Ministero dell'economia, delle finanze, della sovranità industriale e digitale (Ministère de l'Économie, des Finances et de la Souveraineté industrielle et numériquè), Ministro Bruno Le Maire, con un Ministro delegato (Jean-Noel Barrot) incaricato della sovranità industriale e digitale, della transizione digitale e delle telecomunicazioni (Ministre délégué auprès du ministère de l'Économie, des Finances et de la Souveraineté industrielle et numériquè, chargé de la Transition numériquè et des Télécommunications),

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere in coerenza con il riordino delle attribuzioni dei Ministeri, un dicastero che abbia nella denominazione un esplicito e chiaro riferimento al ruolo cruciale dell'innovazione tecnologica e della transizione digitale.
9/547-A/10. Casu, Bakkali, Barbagallo, Ghio, Morassut.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto-legge, fermo restando il numero complessivo dei ministeri pari a 15, modifica la denominazione di 5 di essi, tra cui il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, che torna ad assumere la denominazione di «Ministero delle infrastrutture e dei trasporti»;

    la mutata denominazione del Ministero in oggetto operata dal provvedimento in esame rientra in una logica più ampia di scelte identitarie ed ideologiche che, in questo caso, produce un importante errore di valutazione, fonte di grave preoccupazione;

    infatti, eliminare il concetto di mobilità sostenibili dalla denominazione del Ministero significa fare un grande balzo indietro perché il richiamo alle mobilità sostenibili non è una questione puramente verbale ma esprime una idea chiara di innovazione e sviluppo tecnologico avviata nell'ambito della transizione ecologica del Paese, nel rispetto degli impegni assunti a livello europeo e internazionale;

    poiché il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destina il 40 per cento delle risorse proprio alla transizione ecologica, desta apprensione leggere in tale atto la volontà di smontare una parte rilevante di tale Piano; in particolare il Ministero in oggetto è interessato da progetti e riforme che afferiscono a 4 delle 6 missioni del Pnrr e, con riferimento alla missione 3 Infrastrutture per una mobilità sostenibile, dovrà saper gestire oltre 41 miliardi di euro;

    le suddette preoccupazioni sono confermate dalla modifica operata anche sulla denominazione del Ministero della transizione ecologica che diventa Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica facendo venir meno la connessione profonda tra transizione ecologica e transizione energetica, e quindi con lo sviluppo delle fonti alternative a quelle fossili;

    è fondamentale proseguire con determinazione nel processo di trasformazione per un nuovo modello di sviluppo e crescita dell'Italia nei prossimi 10 anni,

impegna il Governo

a proseguire nel mantenimento prioritario delle politiche infrastrutturali per una mobilità sostenibile secondo le indicazioni della missione 3 del Pnrr.
9/547-A/11. Barbagallo, Bakkali, Casu, Ghio, Morassut.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 6 del provvedimento in esame modifica la denominazione del «Ministero dell'istruzione» in «Ministero dell'istruzione e del merito». Assieme ad alcune modifiche di coordinamento, la disposizione interviene innanzitutto sulle funzioni del dicastero, inserendo la promozione e valorizzazione del merito nell'ambito dei servizi educativi e delle finalità delle esperienze formative;

    nel corso dell'esame in sede referente sono state poi introdotte ulteriori modifiche che intervengono sulla riorganizzazione del Ministero, prevedendo l'incremento di 1,28 milioni di euro a decorrere dal 2023 la dotazione finanziaria per gli uffici di diretta collaborazione collegati alle tre posizioni di livello dirigenziale generale;

    il suddetto intervento, che prevede l'organizzazione diretta del ministero, si provvede mediante la riduzione, del «Fondo “La Buona Scuola” per il miglioramento e la valorizzazione dell'istruzione scolastica»;

    in fase di discussione del provvedimento con un emendamento a firma del Gruppo Pd, abbiamo proposto di abrogare il termine «merito» e di affiancare il termine, invece, «pubblica» ad istruzione, perché la parola richiama automaticamente alla funzione sociale della scuola, a quella missione che il primo capoverso dell'articolo 34 della costituzione contiene, lo stesso articolo considerato tra i più importanti, che riconosce, appunto, ai più meritevoli il diritto di accedere ai più alti gradi di istruzione ma che, al contempo, afferma che la scuola è aperta a tutti;

    dall'esecutivo si dimostra una politica contraddittoria, che inserisce il merito e taglia il Fondo che sostiene la valorizzazione e il miglioramento dell'istruzione di cui all'articolo 1, comma 202, della legge n. 107 del 2015,

impegna il Governo

a reperire, in fase di discussione della legge di bilancio, risorse adeguate a ripristinare le risorse decurtate al fondo «La Buona Scuola» per il miglioramento e la valorizzazione dell'istruzione scolastica di cui all'articolo 1, comma 202, della legge n. 107 del 2015.
9/547-A/12. Manzi, Zingaretti, Orfini, Berruto.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 6 del provvedimento in esame modifica la denominazione del «Ministero dell'istruzione» in «Ministero dell'istruzione e del merito». Assieme ad alcune modifiche di coordinamento, la disposizione interviene innanzitutto sulle funzioni del dicastero, inserendo la promozione e valorizzazione del merito nell'ambito dei servizi educativi e delle finalità delle esperienze formative;

    nel corso dell'esame in sede referente sono state poi introdotte ulteriori modifiche che intervengono sulla riorganizzazione del Ministero, prevedendo l'incremento di 1,28 milioni di euro a decorrere dal 2023 la dotazione finanziaria per gli uffici di diretta collaborazione collegati alle tre posizioni di livello dirigenziale generale;

    il suddetto intervento, che prevede l'organizzazione diretta del ministero, si provvede mediante la riduzione, del «Fondo “La Buona Scuola” per il miglioramento e la valorizzazione dell'istruzione scolastica»;

    in fase di discussione del provvedimento con un emendamento a firma del Gruppo Pd, abbiamo proposto di abrogare il termine «merito» e di affiancare il termine, invece, «pubblica» ad istruzione, perché la parola richiama automaticamente alla funzione sociale della scuola, a quella missione che il primo capoverso dell'articolo 34 della costituzione contiene, lo stesso articolo considerato tra i più importanti, che riconosce, appunto, ai più meritevoli il diritto di accedere ai più alti gradi di istruzione ma che, al contempo, afferma che la scuola è aperta a tutti;

    dall'esecutivo si dimostra una politica contraddittoria, che inserisce il merito e taglia il Fondo che sostiene la valorizzazione e il miglioramento dell'istruzione di cui all'articolo 1, comma 202, della legge n. 107 del 2015,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di reperire, in fase di discussione della legge di bilancio, risorse adeguate a ripristinare le risorse decurtate al fondo «La Buona Scuola» per il miglioramento e la valorizzazione dell'istruzione scolastica di cui all'articolo 1, comma 202, della legge n. 107 del 2015.
9/547-A/12. (Testo modificato nel corso della seduta)Manzi, Zingaretti, Orfini, Berruto.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 6 del provvedimento in esame modifica la denominazione del «Ministero dell'istruzione» in «Ministero dell'istruzione e del merito». Assieme ad alcune modifiche di coordinamento, la disposizione interviene innanzitutto sulle funzioni del dicastero, inserendo la promozione e valorizzazione del merito nell'ambito dei servizi educativi e delle finalità delle esperienze formative;

    in fase di discussione del provvedimento con un emendamento a firma del Gruppo Pd, abbiamo proposto di abrogare il termine «merito» e di affiancare il termine, invece, «pubblica» ad istruzione, perché la parola richiama automaticamente alla funzione sociale della scuola, a quella missione che il primo capoverso dell'articolo 34 della costituzione contiene, lo stesso articolo considerato tra i più importanti, che riconosce, appunto, ai più meritevoli il diritto di accedere ai più alti gradi di istruzione ma che, al contempo, afferma che la scuola è aperta a tutti;

    un principio da richiamare, oggi ancora più urgente nel contesto attuale in cui registriamo un numero elevato di abbandoni scolastici precoci,

impegna il Governo

a promuovere interventi che favoriscano il più possibile l'attuazione del principio dell'istruzione pubblica.
9/547-A/13. Berruto, Manzi, Zingaretti, Orfini.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 6 del provvedimento in esame modifica la denominazione del «Ministero dell'istruzione» in «Ministero dell'istruzione e del merito». Assieme ad alcune modifiche di coordinamento, la disposizione interviene innanzitutto sulle funzioni del dicastero, inserendo la promozione e valorizzazione del merito nell'ambito dei servizi educativi e delle finalità delle esperienze formative;

    in fase di discussione del provvedimento con un emendamento a firma del Gruppo Pd, abbiamo proposto di abrogare il termine «merito» e di affiancare il termine, invece, «pubblica» ad istruzione, perché la parola richiama automaticamente alla funzione sociale della scuola, a quella missione che il primo capoverso dell'articolo 34 della costituzione contiene, lo stesso articolo considerato tra i più importanti, che riconosce, appunto, ai più meritevoli il diritto di accedere ai più alti gradi di istruzione ma che, al contempo, afferma che la scuola è aperta a tutti;

    un principio da richiamare, oggi ancora più urgente nel contesto attuale in cui registriamo un numero elevato di abbandoni scolastici precoci,

impegna il Governo

nel rispetto degli articoli 33 e 34 della Costituzione, a valutare l'opportunità di promuovere interventi che favoriscano il più possibile l'attuazione del principio dell'istruzione pubblica.
9/547-A/13. (Testo modificato nel corso della seduta)Berruto, Manzi, Zingaretti, Orfini.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 11, modificato nel corso dell'esame in sede referente, apporta una serie di modifiche alla disciplina del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) prevista dall'articolo 57-bis del Codice dell'ambiente (decreto legislativo n. 152 del 2006), nonché alla denominazione e ai contenuti del Piano per la transizione ecologica che approva il Comitato;

    le modifiche ampliano le competenze del CITE inserendo le materie energetiche tra quelle che devono essere coordinate dal Piano per la transizione ecologica, coinvolgendo nell'organizzazione del CITE il Ministro delle imprese e del made in Italy e, di conseguenza modificando la denominazione del Piano per la transizione ecologica (PTE), che assume la nuova denominazione di Piano per la transizione ecologica e per la sicurezza energetica (PTESE);

    è opportuno sottolineare che tale piano non si limita al coordinamento delle politiche nelle materie indicate nel comma medesimo, ma provvede anche al coordinamento (nelle stesse materie) delle misure di incentivazione nazionali ed europee;

    inoltre si amplia l'elenco delle materie che devono essere coordinate dal PTESE, aggiungendo ulteriori materie: sostegno e sviluppo delle imprese in materia di produzione energetica; utilizzo delle fonti rinnovabili e dell'idrogeno; sicurezza energetica;

    per garantire le opportune forme di pubblicità alle deliberazione del CITE, nel corso dell'esame in sede referente, è stato aggiunto l'obbligo di pubblicare tali deliberazioni sul sito Internet del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, superando la previgente normativa che prevedeva l'obbligo di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale;

    in considerazione dell'alto numero di materie attribuite al CITE e della loro rilevanza economica e sociale, nonché del coordinamento che il CITE dovrà attuare in relazione alle incentivazioni nazionali ed europee, appare necessario garantire una trasparenza maggiore mediante il ricorso a una pubblicità più ampia,

impegna il Governo

a garantire la pubblicità delle deliberazioni del CITE anche mediante strumenti ufficiali di maggiore capillarità e diffusione rispetto a quanto già previsto dal decreto-legge in commento.
9/547-A/14. Morassut, Bakkali, Barbagallo, Casu, Ghio.


   La Camera,

   premesso che:

    il presente provvedimento concernente la Conversione in legge del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri prevede misure che rischiano di rendere ancora più farraginosa l'attività del governo in una fase delicata in particolar modo per l'attuazione di Pnrr;

    come si evince dal testo l'operatività dei ministeri sarà di fatto completata a giugno 2023, una data assolutamente incompatibile con la necessità di ottemperare agli obblighi amministrativi e di spesa del Pnrr;

    l'ultimo rapporto Svimez presentato la scorsa settimana ha lanciato l'allarme sul rischio di recessione al Sud con aumento della povertà e ridimensionamento del tessuto economico ed occupazionale nelle regioni meridionali;

    lo smantellamento imposto dal presente provvedimento rischia di incidere in maniera ulteriormente negativa perché nella riorganizzazione prevista è proprio il Mezzogiorno a risultare marginale nelle scelte del Governo,

impegna il Governo

a riferire al Parlamento sullo stato di attuazione delle procedure per la riorganizzazione della Presidenza del Consiglio per quel che riguarda le politiche per il sud e l'impatto per quel che concerne l'attuazione del Pnrr.
9/547-A/15. Toni Ricciardi.


   La Camera,

   premesso che:

    il presente provvedimento concernente la Conversione in legge del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri prevede misure che rischiano di rendere ancora più farraginosa l'attività del Governo in una fase delicata in particolar modo per l'attuazione di Pnrr;

    lanciare allarmi sul rischio di non centrare gli obiettivi Pnrr prefissati come sostenuto dalla Presidente del Consiglio anche in una recente intervista risulta incoerente se è il Governo stesso a porre in essere provvedimenti come quello in esame che non velocizzano le procedure ma al contrario le aggravano;

    come si evince dal testo l'operatività dei ministeri sarà di fatto completata a giugno 2023, una data assolutamente incompatibile con la necessità di ottemperare agli obblighi amministrativi e di spesa del Pnrr;

    il Ministero dell'istruzione risulta essere uno dei Ministeri maggiormente interessati da questo provvedimento e quindi di vedere pregiudicata la propria piena operatività nella messa a terra dei richiamati progetti,

impegna il Governo

a riferire sistematicamente e comunque non oltre i novanta giorni, presso le competenti commissioni parlamentari, sullo stato di attuazione delle procedure per la riorganizzazione del Ministero dell'istruzione e del Merito e l'impatto nell'attuazione del Pnrr.
9/547-A/16. Orfini.


   La Camera,

   premesso che:

    il presente provvedimento concernente la Conversione in legge del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri all'articolo 5 prevede nella denominazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti la soppressione del richiamo alla mobilità sostenibile;

    tale decisione non è solo nominale ma rappresenta una precisa scelta politica che punta a ridimensionare il tema della mobilità sostenibile che tra l'altro è centrale per quel che concerne le risorse del Pnrr,

impegna il Governo

a riferire trimestralmente presso la competente commissione parlamentare sul tema della mobilità sostenibile, al fine di monitorare la realizzazione dei progetti finanziati con il Pnrr.
9/547-A/17. Bakkali.


   La Camera,

   premesso che:

    il presente provvedimento concernente la Conversione in legge del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri prevede misure che rischiano di rendere ancora più farraginosa l'attività del governo in una fase delicata in particolar modo per l'attuazione di Pnrr;

    lanciare allarmi sul rischio di non centrare gli obiettivi Pnrr prefissati come sostenuto dalla Presidente del Consiglio anche in una recente intervista risulta incoerente se è il Governo stesso a porre in essere provvedimenti come quello in esame che non velocizzano le procedure ma al contrario le aggravano;

    come si evince dal testo l'operatività dei Ministeri sarà di fatto completata a giugno 2023, una data assolutamente incompatibile con la necessità di ottemperare agli obblighi amministrativi e di spesa del Pnrr;

    tra i Ministeri interessati vi è quello delle imprese e del made in Italy,

impegna il Governo

a riferire presso la competente Commissione parlamentare in merito allo stato di attuazione presso il richiamato Ministero delle procedure di riorganizzazione e il loro impatto nell'attuazione del Pnrr e comunque non oltre i sessanta giorni.
9/547-A/18. Peluffo.


   La Camera,

   premesso che:

    il presente provvedimento concernente la Conversione in legge del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri prevede misure che rischiano di rendere ancora più farraginosa l'attività del governo in una fase delicata in particolar modo per l'attuazione di Pnrr;

    lanciare allarmi sul rischio di non centrare gli obiettivi Pnrr prefissati come sostenuto dalla Presidente del Consiglio anche in una recente intervista risulta incoerente se è il Governo stesso a porre in essere provvedimenti come quello in esame che non velocizzano le procedure ma al contrario le aggravano;

    come si evince dal testo l'operatività dei Ministeri sarà di fatto completata a giugno 2023, una data assolutamente incompatibile con la necessità di ottemperare agli obblighi amministrativi e di spesa del Pnrr;

    tra i Ministeri interessati vi è quello delle imprese e del made in Italy,

impegna il Governo

a riferire presso la competente Commissione parlamentare in merito allo stato di attuazione presso il richiamato Ministero delle procedure di riorganizzazione e il loro impatto nell'attuazione del Pnrr nei tempi che saranno concordati con la Commissione.
9/547-A/18. (Testo modificato nel corso della seduta)Peluffo.


   La Camera,

   premesso che:

    il presente provvedimento concernente la Conversione in legge del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri prevede misure che rischiano di rendere ancora più farraginosa l'attività del Governo in una fase delicata in particolar modo per l'attuazione di Pnrr;

    lanciare allarmi sul rischio di non centrare gli obiettivi Pnrr prefissati come sostenuto dalla Presidente del Consiglio anche in una recente intervista risulta incoerente se è il governo stesso a porre in essere provvedimenti come quello in esame che non velocizzano le procedure ma al contrario le aggravano;

    come si evince dal testo l'operatività dei Ministeri sarà di fatto completata a giugno 2023, una data assolutamente incompatibile con la necessità di ottemperare agli obblighi amministrativi e di spesa del Pnrr;

    a risentirne maggiormente sono i Dipartimenti della Presidenza del Consiglio con una ripartizione di deleghe che sta paralizzando l'attività amministrativa con gravi ripercussioni sulla operatività degli uffici,

impegna il Governo

a riferire alle Camere sullo stato di attuazione delle procedure di riorganizzazione all'interno della Presidenza del Consiglio e il loro impatto nell'attuazione del Pnrr.
9/547-A/19. Bonafè.


   La Camera,

   premesso che:

    il presente provvedimento concernente la Conversione in legge del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri prevede misure che rischiano di rendere ancora più farraginosa l'attività del Governo in una fase delicata per la crisi economica e sociale conseguente alla guerra in Ucraina e, particolar modo, per l'attuazione di PNRR;

    lanciare allarmi sul rischio di non centrare gli obiettivi Pnrr prefissati come sostenuto dalla Presidente del Consiglio anche in una recente intervista risulta incoerente se è il Governo stesso a porre in essere provvedimenti come quello in esame che non velocizzano le procedure ma al contrario le aggravano;

    come si evince dal testo, l'operatività dei ministeri sarà di fatto completata a giugno 2023, una data assolutamente incompatibile con la necessità di rispondere alle urgenze del Paese e di ottemperare agli obblighi amministrativi e di spesa del PNRR,

impegna il Governo

a riferire costantemente al Parlamento sullo stato di attuazione delle procedure per la riorganizzazione di tutti i Ministeri e sul loro impatto nell'attuazione del PNRR.
9/547-A/20. Provenzano.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 4 cambia la denominazione del Ministero della transizione ecologica in Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica. Il Ministero mantiene le competenze in materia di politica energetica e mineraria nazionale, già trasferite dal Ministero dello sviluppo economico con il riordino del 2021, con l'integrazione relativa alla sicurezza energetica, che si sostanzia nell'individuazione e attuazione delle misure atte a garantire la sicurezza, la flessibilità e la continuità degli approvvigionamenti di energia;

    si ritiene che il cambio di denominazione rappresenti un deciso arretramento politico e culturale, che fa temere un cambio di rotta circa l'attuazione delle misure previste in materia di transizione ecologica;

    la denominazione di Ministero della transizione ecologica forniva infatti una visione unica e integrata alle politiche di sviluppo energetico, decarbonizzazione e crescita sostenibile, con il compito di trasformare il sistema produttivo verso un modello più ecologico e verde;

    la transizione ecologica non è infatti una semplice questione lessicale, ma un'idea e una direzione precisa che si intende intraprendere per invertire un modello di sviluppo che non è sostenibile per il Pianeta,

impegna il Governo

a garantire la prosecuzione degli impegni assunti dai Governi precedenti in materia di transizione ecologica, con particolare riferimento agli interventi finanziati dal PNRR e dal relativo Piano complementare.
9/547-A/21. Simiani.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 4 cambia la denominazione del Ministero della transizione ecologica in Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica. Il Ministero mantiene le competenze in materia di politica energetica e mineraria nazionale, già trasferite dal Ministero dello sviluppo economico con il riordino del 2021, con l'integrazione relativa alla sicurezza energetica, che si sostanzia nell'individuazione e attuazione delle misure atte a garantire la sicurezza, la flessibilità e la continuità degli approvvigionamenti di energia;

    si ritiene che il cambio di denominazione rappresenti un deciso arretramento politico e culturale, che fa temere un cambio di rotta circa l'attuazione delle misure previste in materia di transizione ecologica;

    la denominazione di Ministero della transizione ecologica forniva infatti una visione unica e integrata alle politiche di sviluppo energetico, decarbonizzazione e crescita sostenibile, con il compito di trasformare il sistema produttivo verso un modello più ecologico e verde;

    la transizione ecologica non è infatti una semplice questione lessicale, ma un'idea e una direzione precisa che si intende intraprendere per invertire un modello di sviluppo che non è sostenibile per il Pianeta,

impegna il Governo

a garantire la prosecuzione degli impegni in materia di transizione ecologica, con particolare riferimento ai target europei.
9/547-A/21. (Testo modificato nel corso della seduta)Simiani.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2 cambia la denominazione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste;

    il comma 2, numero 3) dell'articolo 3 del provvedimento in esame prevede che siano altresì attribuiti al Ministero in oggetto, le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di tutela della sovranità alimentare, che esso esercita garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari, il sostegno della filiera agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, il coordinamento delle politiche di gestione delle risorse ittiche marine, la produzione di cibo di qualità, la cura e la valorizzazione delle aree e degli ambienti rurali, la promozione delle produzioni agroalimentari nazionali sui mercati internazionali;

    appare tuttavia fondamentale che con particolare riferimento alla produzione di cibo di qualità, sia assicurato il rispetto della catena del valore e dell'equa remunerazione dell'intera filiera,

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa utile, anche normativa, volta a garantire una distribuzione del valore più equa e pertinente tra tutti gli attori della filiera
9/547-A/22. Malavasi.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2 cambia la denominazione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste;

    Il comma 2, numero 3) dell'articolo 3 del provvedimento in esame prevede che siano altresì attribuiti al Ministero in oggetto, le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di tutela della sovranità alimentare, che esso esercita garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari, il sostegno della filiera agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, il coordinamento delle politiche di gestione delle risorse ittiche marine, la produzione di cibo di qualità, la cura e la valorizzazione delle aree e degli ambienti rurali, la promozione delle produzioni agroalimentari nazionali sui mercati internazionali;

    appare tuttavia fondamentale che con particolare riferimento alla produzione di cibo di qualità, sia assicurato il rispetto della strategia europea «farm to fork» il cui fine è quello di accelerare verso un sistema alimentare rispettoso dell'ambiente che preservi la biodiversità e contribuisca a frenare il cambiamento climatico,

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa utile, anche normativa, volta a dare attuazione alla strategia farm to fork con particolare attenzione al tema della lotta contro le frodi alimentari lungo la filiera.
9/547-A/23. Marino.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2 cambia la denominazione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste;

    Il comma 2, numero 3) dell'articolo 3 del provvedimento in esame prevede che siano altresì attribuiti al Ministero in oggetto, le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di tutela della sovranità alimentare, che esso esercita garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari, il sostegno della filiera agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, il coordinamento delle politiche di gestione delle risorse ittiche marine, la produzione di cibo di qualità, la cura e la valorizzazione delle aree e degli ambienti rurali, la promozione delle produzioni agroalimentari nazionali sui mercati internazionali;

    appare tuttavia fondamentale che con particolare riferimento alla produzione di cibo di qualità, sia assicurato il rispetto della strategia europea «farm to fork» il cui fine è quello di accelerare verso un sistema alimentare rispettoso dell'ambiente che preservi la biodiversità e contribuisca a frenare il cambiamento climatico,

impegna il Governo

a porre la massima attenzione ai temi della promozione del consumo di cibi sostenibili, alla sicurezza alimentare, alla riduzione degli sprechi alimentari, alla lotta contro le frodi alimentari lungo la filiera ed al sostegno ad una filiera alimentare sostenibile ed a valutare la possibilità di sostenere eventuali iniziative normative su tali temi.
9/547-A/23. (Testo modificato nel corso della seduta)Marino.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2 cambia la denominazione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste;

    il comma 2, numero 3), dell'articolo 3 del provvedimento in esame prevede che siano altresì attribuiti al Ministero in oggetto, le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di tutela della sovranità alimentare, che esso esercita garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari, il sostegno della filiera agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, il coordinamento delle politiche di gestione delle risorse ittiche marine, la produzione di cibo di qualità, la cura e la valorizzazione delle aree e degli ambienti rurali, la promozione delle produzioni agroalimentari nazionali sui mercati internazionali;

    appare tuttavia fondamentale che con particolare riferimento alla produzione di cibo di qualità, sia assicurato il rispetto della strategia europea «farm to fork» il cui fine è quello di accelerare verso un sistema alimentare rispettoso dell'ambiente che preservi la biodiversità e contribuisca a frenare il cambiamento climatico,

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa utile, anche normativa, volta a dare attuazione alla strategia farm to fork con particolare attenzione al tema della riduzione degli sprechi alimentari.
9/547-A/24. Forattini.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2 cambia la denominazione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste;

    il comma 2, numero 3), dell'articolo 3 del provvedimento in esame prevede che siano altresì attribuiti al Ministero in oggetto, le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di tutela della sovranità alimentare, che esso esercita garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari, il sostegno della filiera agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, il coordinamento delle politiche di gestione delle risorse ittiche marine, la produzione di cibo di qualità, la cura e la valorizzazione delle aree e degli ambienti rurali, la promozione delle produzioni agroalimentari nazionali sui mercati internazionali;

    appare tuttavia fondamentale che con particolare riferimento alla produzione di cibo di qualità, sia assicurato il rispetto della strategia europea «farm to fork» il cui fine è quello di accelerare verso un sistema alimentare rispettoso dell'ambiente che preservi la biodiversità e contribuisca a frenare il cambiamento climatico,

impegna il Governo

a porre la massima attenzione ai temi della promozione del consumo di cibi sostenibili, alla sicurezza alimentare, alla riduzione degli sprechi alimentari, alla lotta contro le frodi alimentari lungo la filiera ed al sostegno ad una filiera alimentare sostenibile ed a valutare la possibilità di sostenere eventuali iniziative normative su tali temi.
9/547-A/24. (Testo modificato nel corso della seduta)Forattini.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2 cambia la denominazione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste;

    il comma 2, numero 3), dell'articolo 3 del provvedimento in esame prevede che siano altresì attribuiti al Ministero in oggetto, le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di tutela della sovranità alimentare, che esso esercita garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari, il sostegno della filiera agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, il coordinamento delle politiche di gestione delle risorse ittiche marine, la produzione di cibo di qualità, la cura e la valorizzazione delle aree e degli ambienti rurali, la promozione delle produzioni agroalimentari nazionali sui mercati internazionali;

    appare tuttavia fondamentale che con particolare riferimento alla produzione di cibo di qualità, sia assicurato il rispetto della strategia europea «farm to fork» il cui fine è quello di accelerare verso un sistema alimentare rispettoso dell'ambiente che preservi la biodiversità e contribuisca a frenare il cambiamento climatico,

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa utile, anche normativa, volta a dare attuazione alla strategia farm to fork con particolare attenzione al tema della sicurezza alimentare.
9/547-A/25. Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2 cambia la denominazione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste;

    il comma 2, numero 3), dell'articolo 3 del provvedimento in esame prevede che siano altresì attribuiti al Ministero in oggetto, le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di tutela della sovranità alimentare, che esso esercita garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari, il sostegno della filiera agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, il coordinamento delle politiche di gestione delle risorse ittiche marine, la produzione di cibo di qualità, la cura e la valorizzazione delle aree e degli ambienti rurali, la promozione delle produzioni agroalimentari nazionali sui mercati internazionali;

    appare tuttavia fondamentale che con particolare riferimento alla produzione di cibo di qualità, sia assicurato il rispetto della strategia europea «farm to fork» il cui fine è quello di accelerare verso un sistema alimentare rispettoso dell'ambiente che preservi la biodiversità e contribuisca a frenare il cambiamento climatico,

impegna il Governo

a porre la massima attenzione ai temi della promozione del consumo di cibi sostenibili, alla sicurezza alimentare, alla riduzione degli sprechi alimentari, alla lotta contro le frodi alimentari lungo la filiera ed al sostegno ad una filiera alimentare sostenibile ed a valutare la possibilità di sostenere eventuali iniziative normative su tali temi.
9/547-A/25. (Testo modificato nel corso della seduta)Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2 cambia la denominazione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste;

    il comma 2, numero 3), dell'articolo 3 del provvedimento in esame prevede che siano altresì attribuiti al Ministero in oggetto, le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di tutela della sovranità alimentare, che esso esercita garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari, il sostegno della filiera agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, il coordinamento delle politiche di gestione delle risorse ittiche marine, la produzione di cibo di qualità, la cura e la valorizzazione delle aree e degli ambienti rurali, la promozione delle produzioni agroalimentari nazionali sui mercati internazionali;

    appare tuttavia fondamentale che con particolare riferimento alla produzione di cibo di qualità, sia assicurato il rispetto della strategia europea «farm to fork» il cui fine è quello di accelerare verso un sistema alimentare rispettoso dell'ambiente che preservi la biodiversità e contribuisca a frenare il cambiamento climatico,

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa utile, anche normativa, volta a dare attuazione alla strategia farm to fork con particolare attenzione al tema della promozione del consumo di cibi sostenibili e del sostegno alla transizione verso abitudini alimentari sane.
9/547-A/26. Andrea Rossi.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2 cambia la denominazione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste;

    il comma 2, numero 3), dell'articolo 3 del provvedimento in esame prevede che siano altresì attribuiti al Ministero in oggetto, le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di tutela della sovranità alimentare, che esso esercita garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari, il sostegno della filiera agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, il coordinamento delle politiche di gestione delle risorse ittiche marine, la produzione di cibo di qualità, la cura e la valorizzazione delle aree e degli ambienti rurali, la promozione delle produzioni agroalimentari nazionali sui mercati internazionali;

    appare tuttavia fondamentale che con particolare riferimento alla produzione di cibo di qualità, sia assicurato il rispetto della strategia europea «farm to fork» il cui fine è quello di accelerare verso un sistema alimentare rispettoso dell'ambiente che preservi la biodiversità e contribuisca a frenare il cambiamento climatico,

impegna il Governo

a porre la massima attenzione ai temi della promozione del consumo di cibi sostenibili, alla sicurezza alimentare, alla riduzione degli sprechi alimentari, alla lotta contro le frodi alimentari lungo la filiera ed al sostegno ad una filiera alimentare sostenibile ed a valutare la possibilità di sostenere eventuali iniziative normative su tali temi.
9/547-A/26. (Testo modificato nel corso della seduta)Andrea Rossi.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2 cambia la denominazione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste;

    il comma 2, numero 3), dell'articolo 3 del provvedimento in esame prevede che siano altresì attribuiti al Ministero in oggetto, le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di tutela della sovranità alimentare, che esso esercita garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari, il sostegno della filiera agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, il coordinamento delle politiche di gestione delle risorse ittiche marine, la produzione di cibo di qualità, la cura e la valorizzazione delle aree e degli ambienti rurali, la promozione delle produzioni agroalimentari nazionali sui mercati internazionali;

    appare tuttavia fondamentale che con particolare riferimento alla produzione di cibo di qualità, sia assicurato il rispetto della strategia europea «farm to fork» il cui fine è quello di accelerare verso un sistema alimentare rispettoso dell'ambiente che preservi la biodiversità e contribuisca a frenare il cambiamento climatico,

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa utile, anche normativa, volta a dare attuazione alla strategia farm to fork con particolare attenzione al tema del sostegno ad una filiera alimentare sostenibile dall'inizio alla fine: dalla lavorazione alla vendita, sia all'ingrosso sia al dettaglio, e anche i servizi accessori, come l'ospitalità e la ristorazione.
9/547-A/27. Roggiani.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2 cambia la denominazione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste;

    il comma 2, numero 3), dell'articolo 3 del provvedimento in esame prevede che siano altresì attribuiti al Ministero in oggetto, le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di tutela della sovranità alimentare, che esso esercita garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari, il sostegno della filiera agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, il coordinamento delle politiche di gestione delle risorse ittiche marine, la produzione di cibo di qualità, la cura e la valorizzazione delle aree e degli ambienti rurali, la promozione delle produzioni agroalimentari nazionali sui mercati internazionali;

    appare tuttavia fondamentale che con particolare riferimento alla produzione di cibo di qualità, sia assicurato il rispetto della strategia europea «farm to fork» il cui fine è quello di accelerare verso un sistema alimentare rispettoso dell'ambiente che preservi la biodiversità e contribuisca a frenare il cambiamento climatico,

impegna il Governo

a porre la massima attenzione ai temi della promozione del consumo di cibi sostenibili, alla sicurezza alimentare, alla riduzione degli sprechi alimentari, alla lotta contro le frodi alimentari lungo la filiera ed al sostegno ad una filiera alimentare sostenibile ed a valutare la possibilità di sostenere eventuali iniziative normative su tali temi.
9/547-A/27. (Testo modificato nel corso della seduta)Roggiani.


   La Camera,

   premesso che:

    il presente provvedimento concernente la conversione in legge del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri prevede misure che rischiano di rendere ancora più farraginosa l'attività del governo in una fase delicata in particolar modo per l'attuazione di PNRR;

    all'articolo 4 per il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica nel corso dell'iter parlamentare è stato inserito il comma 3-bis. Che prevede un incremento di trenta unità per gli uffici di diretta collaborazione in relazione alle accresciute attività connesse agli interventi per la sicurezza energetica nazionale e per la promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili;

    all'onere di tale misure si provvede con un taglio di 975 mila euro annui nel bilancio del Ministero;

    si tratta di una cifra rilevate che sicuramente andrà ad incidere su voci di spesa del Ministero attualmente in essere,

impegna il Governo

a informare le Camere in merito a quali saranno le voci tagliate per consentire l'incremento di 30 unità degli uffici di diretta collaborazione del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica.
9/547-A/28. Ferrari.


   La Camera,

   premesso che:

    il presente provvedimento concernente la conversione in legge del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri prevede misure che rischiano di rendere ancora più farraginosa l'attività del governo in una fase delicata in particolar modo per l'attuazione di PNRR;

    all'articolo 4 per il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica nel corso dell'iter parlamentare è stato inserito il comma 3-bis. Che prevede un incremento di trenta unità per gli uffici di diretta collaborazione in relazione alle accresciute attività connesse agli interventi per la sicurezza energetica nazionale e per la promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili;

    si tratta di un numero rilevante che avrebbe necessità di essere adeguatamente monitorato anche per l'impatto che il numero ha sia dal punto di vista economico che da quello pratico operativo all'interno della struttura ministeriale,

impegna il Governo

a riferire entro 60 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge di conversione in legge del presente provvedimento presso la competente commissione di questa Camera come evolvono le procedure di inquadramento delle richiamate 30 unità e quali sono le attività loro assegnate.
9/547-A/29. Di Sanzo.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 11 del provvedimento in esame modifica il comma 4 dell'articolo 57-bis del Codice Ambiente, ove sono disciplinati i contenuti del Piano per la Transizione ecologica e per la sicurezza energetica, precisando che tale piano non individua le fonti di finanziamento ma si limita a indicare le fonti di finanziamento già previste dalla normativa e dagli atti vigenti;

    la transizione ecologica non è una semplice questione lessicale, ma un'idea e una direzione precisa che si intende intraprendere per invertire un modello di sviluppo che non è sostenibile per il Pianeta. E per finanziare gli interventi relativi alla transizione ecologica non sono sicuramente sufficienti le risorse previste a legislazione vigente, ma occorre individuare di volta in volta le risorse necessarie per affrontare questa sfida epocale;

    la Transizione ecologica riguarda infatti interventi integrati alle politiche di sviluppo energetico, decarbonizzazione e crescita sostenibile, con il compito di trasformare il sistema produttivo verso un modello più ecologico e verde,

impegna il Governo

a individuare e programmare idonei stanziamenti per consentire l'attuazione degli interventi relativi alle singole misure e azioni individuate dal Piano per la transizione ecologica.
9/547-A/30. Curti.


   La Camera,

   premesso che:

    il presente provvedimento concernente la Conversione in legge del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri prevede misure che rischiano di rendere ancora più farraginosa l'attività del governo in una fase delicata in particolar modo per l'attuazione di PNRR;

    come si evince dal testo l'operatività dei ministeri sarà di fatto completata a giugno 2023, una data assolutamente incompatibile con la necessità di ottemperare agli obblighi amministrativi e di spesa del PNRR;

    la previsione di razionalizzazioni, trasferimenti di Direzioni, l'implementazione degli uffici di diretta collaborazione va ad incidere sul funzionamento della macchina amministrativa delle Amministrazioni interessate;

    in considerazione delle conseguenze qui richiamate,

impegna il Governo

a prevedere per ciascun ministero interessato l'attivazione di un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali per valutare l'impatto sui lavoratori di tale processo di riorganizzazione e che tale confronto avvenga non oltre i 30 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge di conversione in legge del presente provvedimento.
9/547-A/31. Laus.


   La Camera,

   premesso che:

    il presente provvedimento concernente la Conversione in legge del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri prevede misure che rischiano di rendere ancora più farraginosa l'attività del governo in una fase delicata in particolar modo per l'attuazione di PNRR;

    nel corso dell'iter parlamentare è stato inserito l'Articolo 10-bis. Concernente la Titolarità del portale «Italia.it»;

    suddetta struttura andrà ad incidere anche sulla promozione delle politiche turistiche nazionali,

impegna il Governo

a riferire trimestralmente sull'attività di suddetto portale per un'adeguata trasparenza e per monitorarne l'efficacia.
9/547-A/32. Gnassi.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri, al comma 2 dell'articolo 7 prevede, attraverso l'inserimento di un nuovo periodo all'interno dell'articolo 6, comma 1, del decreto-legge n. 77 del 2021, che il Servizio centrale per il Pnrr operi a supporto delle funzioni e delle attività attribuite all'Autorità politica delegata in materia di Piano nazionale di ripresa e resilienza, ove nominata;

    nella Relazione illustrativa, tuttavia, si afferma, con diversa formulazione, che il Servizio centrale per il Pnrr, opera anche – e quindi non solo – a supporto delle funzioni e delle attività attribuite all'Autorità politica delegata in materia di Piano nazionale di ripresa e resilienza ove istituita;

    il Governo ha da poco attribuito la delega per il Pnrr al Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza;

    il Servizio centrale per il Pnrr, che rappresenta il punto di contatto nazionale con la Commissione europea per l'attuazione del Piano, è stato istituito come ufficio centrale di livello dirigenziale generale presso il Ministero dell'economia e delle finanze, Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato;

    ad esso sono affidati la responsabilità della gestione del Fondo di Rotazione del Next Generation EU-Italia e dei connessi flussi finanziari, e la gestione del sistema di monitoraggio sull'attuazione delle riforme e degli investimenti del Pnrr;

    il Servizio centrale per il Pnrr inoltre assicura il necessario supporto tecnico alle amministrazioni centrali titolari di interventi previsti nel Pnrr,

impegna il Governo:

   a garantire, nonostante l'ampia ridefinizione delle attribuzioni e delle attività del Governo, la piena, efficace e tempestiva attuazione del Pnrr;

   a riferire al Parlamento sull'impatto del riordino delle attribuzioni dei Ministeri sullo stato di attuazione delle procedure del Pnrr.
9/547-A/33. De Luca.


   La Camera,

   premesso che:

    in sede di conversione in legge del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri, in Commissione è emersa la necessità di definire meglio sia la denominazione del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, sia conseguentemente la sua missione e i suoi obiettivi;

    con oltre 2 milioni di ettari di coltivazioni biologiche, l'Italia si conferma il Paese leader in Europa per superficie agricola destinata al bio;

    nel nostro Paese continuano a crescere i consumi di prodotti biologici: nel 2022 nove famiglie italiane su dieci (89 per cento) hanno acquistato prodotti biologici almeno una volta, lo rivelano i dati dell'Osservatorio Sana frutto della collaborazione con Nomisma;

    con questi numeri l'Italia si mette sulla buona strada per centrare l'obiettivo della strategia «Farm to Fork» di arrivare al 25 per cento di superfici dedicate al biologico entro il 2030;

    crescono anche le esportazioni di prodotti bio italiani, che registrano un aumento del 16 per cento rispetto all'anno precedente e raggiungono quota 3,4 miliardi. Il trend positivo dell'export biologico prodotto in Italia è in corso da ormai oltre 10 anni: dal 2008 ad oggi è cresciuto del 181 per cento;

    il mercato interno, invece, negli ultimi 10 anni ha registrato un aumento del 131 per cento. Solo nell'ultimo anno (da agosto 2021 a luglio 2022), le vendite di prodotti alimentari biologici hanno superato quota 5 miliardi di euro in valore, in aumento rispetto allo scorso anno e pari al 3,5 per cento delle vendite mondiali di prodotti biologici. Si dimentica del tutto che la valorizzazione e la tutela dei prodotti fatti in Italia passa anche dal contrasto ai fenomeni di falsificazione dei prodotti tipici agroalimentari, ben noto a tutti la contraffazione del Parmigiano e del Prosecco. Si stima che solo la contraffazione dei prodotti alimentari italiani all'estero è pari a un mancato export di oltre 60 miliardi di dollari, naturalmente il danno economico e di immagine è incalcolabile,

impegna il Governo:

   in relazione a quanto in premessa, a valutare l'opportunità di porre in essere tutti gli strumenti amministrativi e legislativi atti a sostenere la filiera agroalimentare tenendo in particolare considerazione la filiera biologica, che necessita di una piena applicazione della legge 9 marzo 2022, n. 23 al fine di tutelare lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura partendo dal sistema delle autorità nazionali e locali, dai distretti biologici fino all'organizzazione della produzione e del mercato, con mezzi finanziari idonei per il sostegno alla ricerca e alle iniziative per lo sviluppo della produzione, la realizzazione di campagne informative fino all'uso di un marchio nazionale che contraddistingue i prodotti ottenuti in Italia e che permetta di avviare iniziative idonee a contrastare i fenomeni di contraffazione dei nostri prodotti;

   a porre in essere tutte le misure necessarie per centrare l'obiettivo della strategia Fam to Fork di arrivare al 25 per cento di superfici dedicate al biologico entro il 2030.
9/547-A/34. Zaratti.


   La Camera,

   premesso che:

    in sede di conversione in legge del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri, in Commissione è emersa la necessità di definire meglio sia la denominazione del Ministero dell'istruzione e del merito, sia conseguentemente la sua missione e i suoi obiettivi;

    bastasse introdurre la parola «merito» nella denominazione del Ministero dell'istruzione per risolvere i problemi della scuola nel nostro Paese, dimenticandoci che nel resto del mondo occidentale, anche sulla base di evidenze come quelle svolte dall'enorme lavoro condotto dal premio Nobel James Heckman quando si interroga sui disastri e le ingiustizie commesse in nome della retorica meritocratica; noi l'adottiamo acriticamente come modello ideale su cui rifondare la nostra scuola: certamente è un segnale della strada che si vuole intraprendere, il problema è questo segnale indica decisamente la strada sbagliata in un Ministero chiave come quello dell'istruzione;

    chi non vorrebbe per i propri figli una società dove i migliori venissero premiati e posti nei ruoli di responsabilità, dove i capaci potessero godere delle occasioni migliori per crescere e contribuire al bene comune? Per rispondere bisognerebbe iniziare a capire di cosa parliamo, il che non è affatto scontato. Nella sua definizione classica il «merito» è uguale alla somma di talento e impegno, queste sono le componenti che rendono i bambini bravi o meno bravi, già a sei anni, prima che siano entrati a scuola. Il problema è che esiste anche il «carattere», cioè quell'insieme di tratti e propensioni che i nostri economisti chiamano «capitale umano non cognitivo» e i neuroscenziati, invece, definiscono «funzioni esecutive», che dipendono in larga misura da chi sono i nostri genitori, il nostro reddito, il nostro ambiente familiare, di quartiere, sociale, di genere e di razza;

    il problema è garantire la parità delle opportunità per permettere a ogni ragazzo e ragazza di andare fin dove la sua capacità e la sua ambizione l'avrebbero portata, senza ostacoli come il denaro, la posizione sociale, la religione o la razza;

    comunque sarebbe interessante capire dalle parole del neoministro cos'è questo fantomatico «merito», perché chi dice merito senza specificare che cosa intenda e come raggiungerlo, nella migliore delle ipotesi non sta dicendo nulla, nella peggiore, nasconde una cattiva coscienza perché questa ideologia condita dalla facile retorica meritocratica risulta alla fine ambigua e rischia di aggravare ulteriormente le condizioni della nostra scuola già abbastanza incerottata;

    bisogna porsi l'obiettivo di realizzare una scuola inclusiva, una scuola capace di accogliere le specificità di ognuno sapendo creare un ambiente in grado di armonizzare il proprio intervento, modificando la propria organizzazione così da propone modalità educative e didattiche funzionali ai diversi bisogni, rendendo ciascun alunno e alunna protagonista dell'apprendimento qualunque siano le sue capacità, le sue potenzialità e i suoi limiti. Attraverso l'accoglienza e l'ascolto degli alunni con bisogni educativi speciali al fine di favorire la loro crescita in un clima relazionale sereno, capace di valorizzare le loro potenzialità attraverso la conoscenza e lo studio di metodologie didattico-pedagogiche efficaci,

impegna il Governo:

   a predisporre atti e norme affinché tutte le istituzioni scolastiche e formative di ogni ordine e grado siano chiamate a rispondere in modo adeguato e articolato ai bisogni degli studenti che manifestano difficoltà di apprendimento dovute a molteplici cause;

   a valorizzare le risorse della comunità scolastica evitando, in ogni caso, che il reddito, l'ambiente familiare, di quartiere, sociale, di genere e di razza siano un ostacolo alla crescita dei nostri figli.
9/547-A/35. Grimaldi, Zaratti.


   La Camera,

   premesso che:

    in sede di conversione in legge del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri, in Commissione è emersa la necessità di definire meglio sia la denominazione del Ministero dell'istruzione e del merito, sia conseguentemente la sua missione e i suoi obiettivi;

    bastasse introdurre la parola «merito» nella denominazione del Ministero dell'istruzione per risolvere i problemi della scuola nel nostro Paese, dimenticandoci che nel resto del mondo occidentale, anche sulla base di evidenze come quelle svolte dall'enorme lavoro condotto dal premio Nobel James Heckman quando si interroga sui disastri e le ingiustizie commesse in nome della retorica meritocratica; noi l'adottiamo acriticamente come modello ideale su cui rifondare la nostra scuola: certamente è un segnale della strada che si vuole intraprendere, il problema è questo segnale indica decisamente la strada sbagliata in un Ministero chiave come quello dell'istruzione;

    chi non vorrebbe per i propri figli una società dove i migliori venissero premiati e posti nei ruoli di responsabilità, dove i capaci potessero godere delle occasioni migliori per crescere e contribuire al bene comune? Per rispondere bisognerebbe iniziare a capire di cosa parliamo, il che non è affatto scontato. Nella sua definizione classica il «merito» è uguale alla somma di talento e impegno, queste sono le componenti che rendono i bambini bravi o meno bravi, già a sei anni, prima che siano entrati a scuola. Il problema è che esiste anche il «carattere», cioè quell'insieme di tratti e propensioni che i nostri economisti chiamano «capitale umano non cognitivo» e i neuroscenziati, invece, definiscono «funzioni esecutive», che dipendono in larga misura da chi sono i nostri genitori, il nostro reddito, il nostro ambiente familiare, di quartiere, sociale, di genere e di razza;

    il problema è garantire la parità delle opportunità per permettere a ogni ragazzo e ragazza di andare fin dove la sua capacità e la sua ambizione l'avrebbero portata, senza ostacoli come il denaro, la posizione sociale, la religione o la razza;

    comunque sarebbe interessante capire dalle parole del neoministro cos'è questo fantomatico «merito», perché chi dice merito senza specificare che cosa intenda e come raggiungerlo, nella migliore delle ipotesi non sta dicendo nulla, nella peggiore, nasconde una cattiva coscienza perché questa ideologia condita dalla facile retorica meritocratica risulta alla fine ambigua e rischia di aggravare ulteriormente le condizioni della nostra scuola già abbastanza incerottata;

    bisogna porsi l'obiettivo di realizzare una scuola inclusiva, una scuola capace di accogliere le specificità di ognuno sapendo creare un ambiente in grado di armonizzare il proprio intervento, modificando la propria organizzazione così da propone modalità educative e didattiche funzionali ai diversi bisogni, rendendo ciascun alunno e alunna protagonista dell'apprendimento qualunque siano le sue capacità, le sue potenzialità e i suoi limiti. Attraverso l'accoglienza e l'ascolto degli alunni con bisogni educativi speciali al fine di favorire la loro crescita in un clima relazionale sereno, capace di valorizzare le loro potenzialità attraverso la conoscenza e lo studio di metodologie didattico-pedagogiche efficaci,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di: predisporre atti e norme affinché tutte le istituzioni scolastiche e formative di ogni ordine e grado siano chiamate a rispondere in modo adeguato e articolato ai bisogni degli studenti che manifestano difficoltà di apprendimento dovute a molteplici cause;

   valorizzare le risorse della comunità scolastica evitando, in ogni caso, che il reddito, l'ambiente familiare, di quartiere, sociale, di genere e di razza siano un ostacolo alla crescita dei nostri figli.
9/547-A/35. (Testo modificato nel corso della seduta)Grimaldi, Zaratti.


   La Camera,

   premesso che:

    in sede di conversione in legge del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri, in Commissione è emersa la necessità di definire meglio sia la denominazione del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, sia conseguentemente la sua missione e i suoi obiettivi;

    mentre noi cambiamo i nomi dei Ministeri continua la guerra ingiustificata e disumana che il Governo russo sta conducendo in Ucraina, il peggiorare degli eventi, che ha innestato una crisi energetica in corso da mesi e che pone l'Italia – in misura anche superiore ad altri Stati membri – di fronte a un evidente problema strategico: dove prendere l'energia e soprattutto quali fonti sfruttare per mandare avanti le industrie, scaldare le case e accendere le luci;

    la situazione attuale ci sta mostrando quanto sia complesso e critico il momento in cui bisogna recidere ogni legame con le fonti fossili, per costruire un sistema energetico rinnovabile, pulito e sicuro per tutti;

    la scelta più strategica è talmente evidente da sembrare ovvia: l'obiettivo numero uno dovrebbe essere investire subito e in modo massiccio sulle rinnovabili, energie sicure e pulite, mature e competitive, che possono essere installate quasi ovunque e in poco tempo potrebbero ridurre sensibilmente la dipendenza energetica dell'Italia, abbassando i costi ed esponendoci di meno ai rischi dell'inflazione. Rinnovabili, accumuli, pompaggi, reti, risparmio ed efficienza sono l'unica soluzione a in grado di garantire sicurezza energetica, pace, minori impatti ambientali e climatici, e perfino convenienza economica, soprattutto in un Paese come il nostro, che potrebbe sfruttare più facilmente di altri il sole e il vento;

    non sono nemmeno servite le dichiarazioni di Fabio Panetta, membro del board della Bce, tempo fa in predicato di divenire Ministro dell'economia, che sostiene: «stimolando la produzione di energie rinnovabili a basso costo, esse possono contenere le pressioni inflazionistiche e che la forte spinta fornita dall'energia all'attuale aumento dell'inflazione non è determinata dalla transizione ecologica, e per combattere il cambiamento climatico, le autorità devono attuare misure tempestive, decise, ambiziose, con il necessario sostegno dei cittadini»;

    non dimentichiamo neanche le parole e gli impegni assunti dall'Italia in campo internazionale, sul contenimento delle emissioni climalteranti, tant'è che alla sessione plenaria della Cop 27, del vertice ONU sul clima a Sharm el Sheikh in Egitto la Premier, seppur timidamente affermava che: «Italia è impegnata a perseguire una transizione equa e nessuno resti indietro. Siamo in un momento decisivo nella lotta al cambiamento climatico e chiamati a fare sforzi più profondi e rapidi per proteggere il nostro Pianeta, la nostra casa comune»;

    «l'ho detto tante volte, proprio in rapporto alla crisi energetica, ne sono convinta sempre di più ogni giorno: da questa crisi l'Italia può uscire più forte, può uscire più autonoma di prima, ma per farlo deve avere coraggio, visione, guardare oltre, immaginare una strategia di lungo termine. Penso ad esempio alla possibilità che abbiamo di rilanciare la nostra produzione nazionale di energia o a quella di rendere il nostro Mezzogiorno una sorta di hub di approvvigionamento energetico dell'intera Europa. Sarebbe imperdonabile perdere occasioni come queste». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video messaggio alla Fondazione Guido Carli;

    intanto, gli operatori energetici su questo punto si sono già espressi: sono in grado di installare anche oltre 60 GW di rinnovabili in tre anni a patto che si velocizzino al massimo gli iter autorizzativi: 60 GW in termini energetici sostituirebbero 15 miliardi di metri cubi di metano (una quantità ben 7 volte più grande degli aumenti di produzione del gas previsti dal Governo), e produrrebbero 80 miliardi di kilowattora all'anno, praticamente più di quanto potrebbero produrre le famose 6 centrali nucleari EPR che si vorrebbero realizzare in Francia;

    è una scelta politica determinante: se solo il Governo volesse, potrebbe decidere di velocizzare al massimo le pratiche autorizzative e dare il via libera alle rinnovabili, al posto di usare la stessa solerzia con atti normativi e deroghe per trivellare i nostri mari o riaprire centrali a carbone;

    troppo spesso le fonti fossili sono al centro di conflitti ed è per questo che la transizione ecologica è un'occasione unica e concreta per migliorare il mondo in cui viviamo: è semplicemente una scelta che non possiamo permetterci di rinviare ancora, a meno di volerci ritrovare punto e a capo tra pochi anni, se non pochi mesi, alle prese con una nuova crisi energetica;

    occorre dar seguito alle parole della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni quando afferma che: «da questa crisi l'Italia può uscire più forte, può uscire più autonoma di prima, ma per farlo deve avere coraggio, visione, guardare oltre, immaginare una strategia di lungo termine. Penso ad esempio alla possibilità che abbiamo di rilanciare la nostra produzione nazionale di energia o a quella di rendere il nostro Mezzogiorno una sorta di hub di approvvigionamento energetico dell'intera Europa»,

impegna il Governo

alla luce di quanto richiamato in premessa e, in particolare, all'ultimo capoverso, ad abbandonare qualsiasi velleità sul nucleare o sul ritorno al passato con il carbone e le trivelle, e a puntare tutto sulle fonti energetiche rinnovabili.
9/547-A/36. Evi, Zaratti.