XIX LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzioni in Commissione:
La VII Commissione,
premesso che:
ottantacinque anni fa le leggi razziali del 1938 fecero entrare a pieno titolo l'Italia dentro una delle pagine di storia più terribili, da cui ebbe inizio il percorso dei cittadini di religione ebraica in Italia verso la tragedia della Shoah;
la memoria delle persecuzioni e degli orrori che ne seguirono deve costituire un monito perenne affinché il Parlamento sia per sempre baluardo della libertà umana e della dignità della persona secondo i principi e le disposizioni della Costituzione della Repubblica;
il 27 gennaio la Repubblica italiana celebra il «Giorno della Memoria», in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici nei campi nazisti. La data del 27 gennaio è stata scelta perché quel giorno, del 1945, furono abbattuti i cancelli di Auschwitz-Birkenau;
la data della liberazione di quel campo è stata giudicata la più adatta a simboleggiare la Shoah e la sua fine. Il giorno della Memoria è stato istituito in Italia, dalla legge n. 211 del 20 luglio 2000 «al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini di religione ebraica, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati»;
l'obbligo morale della memoria conduce a celebrare e ricordare le date dei tanti eventi tragici della storia sulla persecuzione italiana dei cittadini di religione ebraica;
per l'enorme numero di deportati e il suo valore simbolico, è la data del rastrellamento dei cittadini di religione ebraica di Roma a rimanere scolpita nella memoria storica e civile del nostro Paese; all'alba del 16 ottobre 1943, i reparti delle SS coordinati da Theodor Dannecker, già responsabile delle deportazioni di Parigi e della Bulgaria, dettero il via agli arresti dei cittadini di religione ebraica romani. I nazisti, ai quali erano stati forniti i dati aggiornati del censimento della popolazione ebraica della Capitale, catturarono in poche ore 1.259 persone: anziani e bambini, uomini e donne;
ciò che avvenne il 16 ottobre del 1943 e nei giorni immediatamente successivi è tra le pagine di storia più tragiche del nostro Paese;
nel 2023 ricorre l'ottantesimo anniversario di tale strage e il ricordo e la memoria di tali fatti storici è un impegno quanto mai urgente per impedire ogni ritorno dell'odio antisemita;
avere memoria di quel che accadde allora, ricordarsi delle vittime della Shoah e contrastare con fermezza ogni possibile ritorno, anche sotto forme nuove, di ideologie antisemite, razziste e intolleranti, è un obiettivo ed è uno dei compiti che deve sentire su di sé chiunque voglia costruire un futuro migliore, libero dall'odio e dalla violenza, rispettoso dei diritti e della libertà di ognuno; è importate avviare e sostenere forme di sensibilizzazione e coinvolgimento dei giovani studenti;
è necessario incentivare una dinamica positiva in cui la Memoria diventi un bene immateriale capace di diffondersi, creando una rete solida di testimonianza, capace di durare nel tempo attraverso il pieno coinvolgimento delle più giovani generazioni,
impegna il Governo:
a sostenere l'attuazione di adeguati percorsi formativi – anche in collaborazione con organizzazioni ed associazioni promotrici di attività dedicate alla diffusione e valorizzazione della memoria – destinati agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado e – in occasione della ricorrenza dell'80° anniversario dal rastrellamento di Roma – a prevedere adeguate iniziative, con il supporto di idonei finanziamenti, mirate ad incentivare lo svolgimento di manifestazioni ed attività dedicate al ricordo delle persecuzioni subite;
a prevedere, in occasione del 16 ottobre 2023, giornate studio, finalizzate al ricordo e alla promozione del concetto di memoria, anche attraverso le testimonianze, storico-documentarie, letterarie e orali, raccolte anche presso la fondazione del Museo della Shoah;
a prevedere per la data del 16 ottobre la promozione, con il supporto di idonei finanziamenti, di attività di carattere aggregativo e culturale, nonché sportivo, anche attraverso il coinvolgimento di associazioni promotrici di attività dedicate alla diffusione e valorizzazione della memoria che operano sul territorio, dedicate ai giovani;
ad alimentare la cultura della memoria promuovendo viaggi di istruzione nei luoghi, anche presenti sul territorio nazionale, che raccontano storie di deportazione e di sopraffazione.
(7-00031) «Zingaretti, Manzi, Orfini, Berruto, Morassut».
La XI Commissione,
premesso che:
desta preoccupazione la situazione dei 193 lavoratori della multinazionale dell'elettronica Jabil spa, con stabilimento a Marcianise (Caserta), in vista della prossima scadenza del 31 gennaio 2023, quando terminerà la cassa integrazione e l'azienda americana, in mancanza di soluzioni alternative, avvierà la procedura di licenziamento;
l'annosa vertenza si trascina dal giugno 2019, quando la società americana annunciò un piano di esuberi per 350 lavoratori, cui si sono aggiunte ulteriori 100 unità nel piano industriale della scorsa primavera;
la stessa multinazionale in pregressi tavoli politico-istituzionali si era detta disponibile alla redazione di un piano di riassorbimento dei lavoratori in esubero attraverso un progetto industriale illustrato nel febbraio del 2022 al Ministero dello sviluppo economico, accolto favorevolmente dalle parti sindacali;
licenziamenti sospesi fino, appunto, a fine gennaio e cassa integrazione estesa fino alla stessa data erano le decisioni emerse dai tavoli istituzionali di confronto sulla vertenza Jabil, ma ad oggi non è stata trovata alcuna soluzione industriale alternativa per evitare una nuova emorragia occupazionale;
a spingere verso i licenziamenti è stato anche un altro elemento: l'impossibilità di assicurare la ricollocazione degli esuberi in una newco costituita ex novo dopo il citato accordo raggiunto, con capitale privato al 55 per cento (detenuto dall'azienda Tme, dello stesso comprensorio) e pubblico al 45 per cento con Invitalia;
il 10 gennaio 2023 le parti sociali con una nota congiunta hanno richiesto un incontro urgente al Ministero delle imprese e del made in Italy;
a conferma della drammaticità della situazione, si è mobilitato anche il vescovo di Caserta che, con missiva del 12 gennaio 2023, ha chiesto un intervento risolutivo, al fine di scongiurare «il verificarsi dell'ennesimo dramma sociale che questa terra è chiamata a subire, si trovino strade percorribili che possano allontanare lo spettro dei licenziamenti o comunque individuare soluzioni alternative che salvaguardino i posti di lavoro»;
in assenza di una soluzione, si rischia di andare incontro al disastro sociale in una provincia, quella di Caserta, già deindustrializzata da troppi anni e che, ancora una volta, pagherà un prezzo non indifferente in termini sociali e occupazionali;
è dunque necessario proseguire il tavolo di confronto per promuovere ogni iniziativa di salvaguardia dei posti di lavoro e dei livelli produttivi,
impegna il Governo
ad adottare urgenti iniziative di competenza per tutelare i livelli occupazionali, anche avviando il previsto piano di riassorbimento e ricollocazione del personale considerato in esubero dalla Jabil spa.
(7-00032) «Schifone, Caramanna, Cangiano, Cerreto».
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta orale:
GATTA e PITTALIS. – Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del turismo, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della cultura, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno, al Ministro per lo sport e i giovani, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
l'Associazione italiana alberghi per la gioventù, ente storico e patrimonio del Paese, è stata costituita il 19 dicembre 1945 con l'intervento, tra gli altri, dei rappresentanti del Ministero dell'interno, del commissario straordinario dell'Ente nazionale industrie turistiche, della direzione generale del turismo, del commissario nazionale gioventù italiana, con un apporto economico iniziale da parte dello Stato, come fondo di dotazione;
l'Associazione è ente morale a seguito del decreto del Presidente della Repubblica 1° giugno 1948, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro per gli affari esteri, nonché riconosciuto quale ente assistenziale a carattere nazionale con decreto del Ministro dell'interno 6 novembre 1959, n. 10.18404/12000°40;
infine, con il decreto-legge n. 97 del 1995, convertito dalla legge n. 203 del 1995, è stato riconosciuto definitivamente ente culturale;
inoltre, l'Associazione è inclusa tra le «organizzazioni non governative» segnalate dall'Onu tra gli enti di sviluppo sociale;
l'Italia, anche grazie ad Aig, è da sempre Paese membro qualificato della International Youth Hostel Federation, di cui fanno parte oltre 80 nazioni;
l'Associazione si è sempre occupata di agevolare la promozione della cultura italiana, dei siti paesaggistici, culturali e dei siti riconosciuti patrimonio dell'Unesco, anche attraverso la medesima rete della International Youth Hostel Federation;
il Governo, a più riprese, ha confermato di essere a conoscenza della situazione in cui versa l'Associazione italiana alberghi per la gioventù (AIG);
il Ministro del turismo, rispondendo a diversi atti di sindacato ispettivo, tra cui il n. 4-09762 ha ribadito che intende «individuare ogni ulteriore soluzione utile a livello normativo che consenta di affrontare la difficile situazione in cui versa l'associazione, tutelarne il patrimonio e il livello occupazionale, per evitarne la chiusura definitiva e salvaguardarne le descritte attività che, per il settore del turismo, assumono particolare rilievo»;
il Ministro delle politiche giovanili rispondendo all'interrogazione n. 4-09793, ha sottolineato di aver espresso parere favorevole alle norme presentate, con una riformulazione tesa ad un maggiore coinvolgimento del Dipartimento per le politiche giovanili ed il Servizio civile universale;
analoghe risposte sono state date dal Governo, intervenendo in Aula alla Camera, in risposta agli atti di sindacato ispettivo n. 2-01285 e n. 3-02654;
il Ministro Santanchè, recentemente, ha ribadito «l'interesse e il sostegno che questo Ministero ha sempre dimostrato per la situazione dell'Associazione, in virtù del suo ruolo nella promozione del turismo giovanile»;
la Camera ha accolto l'ordine del giorno n. 9/2305/99 nella XVIII Legislatura e gli ordini del giorno n. 9/643-bis-AR/153 e n. 9/643-bis-AR/215 nella presente legislatura;
tutte le forze politiche, sia alla Camera che al Senato, a più riprese, nella XVIII Legislatura, hanno presentato analogo emendamento che non ha tuttavia trovato spazio in conversione dei decreti emergenziali, nonostante i pareri favorevoli del Ministero del turismo e delle politiche giovanili;
il perdurare della situazione rischia di compromettere, irrimediabilmente, il patrimonio materiale e immateriale;
alla legge di Bilancio per il 2023 sono stati presentati gli emendamenti n. 106.03. Pastorino, 106.04. Furfaro, 106.08. Gnassi, 106.09. Boschi, 106.014. Battistoni;
la gravissima crisi economica che ha colpito l'Italia a causa del COVID-19 rende necessario adottare misure e strumenti di sostegno al turismo e in particolare delle categorie più svantaggiate, tra cui rientrano quelle giovanili e quelli a basso reddito –:
quali iniziative tempestive il Governo ritenga di adottare per tutelare il marchio storico, il patrimonio mobiliare e immobiliare, i servizi di utilità sociali dell'Ente ed il personale.
(3-00132)
Interrogazione a risposta in Commissione:
SIMIANI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
la legge n. 205 del 2017 (legge di bilancio 2018) ha previsto l'istituzione, nelle regioni italiane più sviluppate (in cui non sono previste le Zone economiche speciali – ZES indicate dagli articoli 4 e 5 del decreto-legge 20 giugno 2017, numero 91, a favore delle regioni meno sviluppate e in transizione) di Zone logistiche semplificate (Zls) dirette a favorire la creazione di condizioni favorevoli allo sviluppo di nuovi investimenti nelle aree portuali;
con la legge n. 160 del 2019 (legge di bilancio 2020) viene integrato tale quadro normativo modificando il regime giuridico delle Zls prevedendo Zlsr («Zone logistiche semplificate rafforzate») contemplando per le nuove imprese e quelle già esistenti che operano nelle Zls risorse a sostegno di investimenti «limitatamente alle zone ammissibili agli aiuti a finalità regionale» ex articolo 107, paragrafo 3, lettera c) del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (Tue);
con delibera numero 481 del 26 aprile 2022 la giunta regionale della Toscana è stata disposta la «Approvazione della proposta tecnica di istituzione di una Zona logistica semplificata (Zls) in Toscana – aggiornamento della versione approvata con la deliberazione della giunta regionale n. 1152 del 2021 in considerazione della modifica alla Carta degli aiuti a finalità regionale di cui alla decisione della Commissione europea C (2022) 1545»;
il documento, trasmesso al Governo per l'approvazione, include i porti di Livorno, Piombino, Marina di Carrara e Portoferraio, le due aree intermodali con gli interporti di Guasticce e Prato oltre all'aeroporto di Pisa;
le ragioni di tali scelte trovano origine nell'esigenza di connettere e valorizzare i differenti porti e aree portuali e logistiche collegate che rispondono ai requisiti previsti dalla disciplina nazionale. La Zls si propone quindi, si legge nella delibera stessa, come elemento propulsore della crescita degli scambi nella regione Toscana e come uno dei driver di sviluppo in particolare dell'area della costa, che riveste particolare strategicità e rappresenta una delle aree su cui si concentrano i poli di crisi industriale;
il Governo dovrebbe ora recepire le indicazioni della delibera con un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri;
tale decreto del Presidente del Consiglio dei ministri non è stato però ancora emanato ed i ritardi di tale atto stanno rallentando le opportunità di sviluppo delle imprese presenti e conseguentemente la crescita sociale, economica, occupazionale ed infrastrutturale dei territori interessati –:
quando verrà emanato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri citato in premessa affinché si pervenga al riconoscimento della Zls di cui alla delibera numero 481 del 26 aprile 2022 della Giunta regionale della Toscana.
(5-00291)
AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Interrogazione a risposta scritta:
FRATOIANNI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
in data 19 novembre 2023 è iniziata l'offensiva turca nei territori del Kurdistan denominata «Spada ad artiglio», contro la Siria del nord e dell'est;
questa operazione di invasione, la quarta in dieci anni, mira a distruggere il progetto sociale dell'Amministrazione autonoma della Siria del nord e dell'est, che difende i diritti di tutti e tutte, si fonda sul pluralismo politico, culturale e religioso e rappresenta un esempio di democrazia e di soluzione di pace per il conflitto in Siria e i popoli del Medio Oriente;
oltre a colpire villaggi e civili, gli attacchi turchi sono mirati a distruggere infrastrutture come ospedali, centrali elettriche e riserve di grano;
l'aggressione della Turchia sta massacrando quei popoli che da anni sacrificano la loro vita contro il terrorismo, partecipando e vincendo la guerra contro l'Isis a nome del mondo intero;
lo Stato turco, secondo esercito più grande della Nato, sta continuando a lanciare attacchi servendosi di diversi tipi di strumenti di guerra, come droni e aerei;
nello specifico è stato attestato l'uso di sei differenti armi chimiche durante le operazioni militari turche nelle montagne del Kurdistan iracheno (Iraq del nord), come evidenziato dai report dell'Ippnw (Fisici internazionali per la prevenzione della guerra nucleare), del Cacwk (Coalizione contro le armi chimiche in Kurdistan), del centro stampa dell'HP e del giornalista britannico Steve Sweney;
bombe vietate e armi chimiche sono state utilizzate almeno 2.476 volte negli ultimi sei mesi, in aperta violazione della Convenzione sulle armi chimiche;
a parere dell'interrogante tale utilizzo di strumenti che rientrano nella lista delle armi di distruzione di massa (Cbrn weapons) dovrebbe essere perseguito legalmente dalla comunità internazionale;
la Turchia è sull'orlo del default finanziario e per proseguire le sue aggressioni militari continua a fare affidamento su solidi rapporti commerciali in cui l'Italia assume un ruolo chiave;
il nostro Paese è infatti il primo importatore di filai e tessuti a maglia: tra gennaio e ottobre 2021 ha importato per un valore di 295 milioni di dollari e 31,9 milioni nel settore delle calzature;
nei primi mesi del 2020, l'Italia ha esportato verso la Turchia armi per 60 milioni di dollari, in particolare tramite l'azienda italiana «Leonardo», partecipata pubblica;
a tal proposito si evidenzia che la legge n. 185 del 1990 «Norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento», vieta esportazioni di armi ai Paesi in stato di conflitto armato e la cui politica contrasti con i principi dell'articolo 11 della Costituzione italiana –:
quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere nei confronti della Turchia per condannare le ripetute offensive militari nei territori del Kurdistan e l'utilizzo di armi chimiche da parte dell'esercito turco sulle popolazioni curde;
se, anche in considerazione dell'appartenenza dell'Italia all'Opcw (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) non intenda attivarsi presso le Nazioni Unite e ogni altro organismo europeo e internazionale al fine di promuovere una inchiesta internazionale che faccia luce sui crimini di guerra che si stanno consumando nei territori del Kurdistan per mano della Turchia.
(4-00328)
AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE
Interrogazione a risposta scritta:
EVI, BONELLI, DORI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, PICCOLOTTI e ZANELLA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro della salute, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:
nel corso della puntata di lunedì 9 dicembre 2022 del programma televisivo d'inchiesta Report-Rai3 dal titolo «Che Polli!», sono state documentate le condizione negli allevamenti di polli di alcuni impianti siti nelle regioni Marche ed Emilia-Romagna, in violazioni delle normative in materia di tutela della protezione dei polli allevati per la produzione di carne (decreto legislativo n. 181 del 2010, decreto legislativo n. 146 del 2001, decreto legislativo n. 131 del 2013, regolamenti europei n. 1099/2009 e n. 2016/429);
le terribili immagini andate in onda fanno emergere gravi interrogativi sulla gestione degli animali allevati, in particolare quelli di un'azienda leader della produzione biologica di pollo in Italia, nonché ulteriori violazioni e maltrattamenti, come l'errato uso del cosiddetto abbattimento di emergenza e della torsione cervicale, impropriamente operata, come mostrato dalle immagini, da personale non veterinario e non formato;
il Vicepresidente dell'azienda citata nell'inchiesta giornalistica si sarebbe autosospeso dal Consiglio direttivo di «AssoBio», associazione che rappresenta le imprese di produzione, trasformazione e distribuzione di prodotti biologici, nonché la responsabile del distretto bio territoriale «Terre Marchigiane» ha manifestato un'analoga decisione –:
se si intenda disporre una verifica dell'ente certificatore del biologico per i sistemi d'allevamento e i relativi prodotti degli impianti mostrati nell'inchiesta citata, quali eventuali finanziamenti pubblici e/o agevolazioni siano stati concessi agli stessi impianti e, in caso positivo, se non si ritenga necessario disporne la sospensione;
se non si ritenga di dover approfondire le condizioni igieniche e accertare lo stato di salute degli animali negli allevamenti mostrati nell'inchiesta, avviando una indagine specifica inviando in loco propri ispettori veterinari;
se non si intenda, per quanto di competenza, raccogliere i dati relativi ai controlli e agli strumenti messi in atto per verificare il pieno rispetto delle normative a tutela degli animali detenuti negli allevamenti a fini alimentari e se non si intenda sollevare la questione in sede di Conferenza Stato-regioni affinché siano realizzati efficaci piani straordinari di controllo negli impianti di produzione;
quali impegni intendano assumere i Ministri interrogati, ciascuno per le proprie competenze, per impedire in futuro condotte come quelle mostrate nel servizio di Report e garantire il pieno rispetto delle normative a tutela degli animali detenuti negli allevamenti a fini alimentari.
(4-00330)
CULTURA
Interrogazioni a risposta in Commissione:
SIMIANI. — Al Ministro della cultura, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
nel territorio del comune di Asciano (provincia di Siena) è presente l'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, la cui comunità monastica ha la propria Charta fundationis datata 26 marzo 1319;
questo complesso monastico sia per le bellezze artistiche che custodisce al suo interno, sia per la posizione in cui si trova è oggi una delle strutture più affascinanti e ricche di storia dell'intero territorio nazionale;
tale area è inserita tra quelle di notevole interesse pubblico ai sensi dell'articolo 136 del decreto legislativo n. 42 del 2004 (codice del paesaggio);
nel mese di dicembre 2022 una frana ha creato danni ad una parte di muro storico di contenimento del terreno dell'Abbazia di Monte Oliveto, mettendo a rischio la stabilità della torre fortificata edificata nel 1550;
la cinta muraria danneggiata è di proprietà del demanio;
l'entità di tale frana ha richiesto l'intervento dei vigili del fuoco che hanno transennato l'area interessata dal crollo;
va inoltre segnalato in questo contesto che la conformazione del territorio necessita di una manutenzione periodica calanchifera e idrogeologica (regimazione delle acque a monte e a valle, consolidamento dei terreni con opere di ingegneria naturalistica ed altri accorgimenti atti a prevenire e contenere i movimenti franosi e gli smottamenti a valle);
«L'area dell'Abbazia da alcuni anni non viene più sottoposta ad interventi di manutenzione calanchifera e idrogeologica. Pertanto, in attesa della convocazione da parte del Prefetto per una riunione di coordinamento per organizzare i lavori, chiediamo di attivare il tavolo di confronto interistituzionale anche con la regione per programmare interventi risolutivi e velocemente cantierabili per mettere in sicurezza questa parte di territorio che rappresenta uno dei riferimenti storici, culturali e anche di sviluppo turistico del nostro comune»: ha dichiarato a mezzo stampa il sindaco di Asciano Fabrizio Nucci, riferendosi ad una sua richiesta a Prefettura, provincia di Siena, Soprintendenza, Genio civile finalizzata ad un coordinamento su più livelli istituzionali per effettuare un intervento immediato;
nei giorni scorsi la consigliera della regione Toscana Elena Rosignoli ha presentato una interrogazione su tale tema –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
quali iniziative urgenti intendano conseguentemente assumere al fine di ripristinare in tempi brevi e certi la porzione di paramento murario storico di contenimento del terreno prospiciente l'Abbazia di Monte Oliveto ed effettuare la messa in sicurezza della torre fortificata;
se non ritengano inoltre utile intervenire, per quanto di propria competenza, al fine di garantire all'area interessata una manutenzione periodica calanchifera e idrogeologica proprio per prevenire ulteriori crolli.
(5-00294)
MORASSUT e MANZI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
il Museo storico della Liberazione di Via Tasso, sito a Roma, in via Torquato Tasso, 145, istituito con legge 14 aprile 1957 n. 277, costituisce uno dei più importanti siti per la conservazione della memoria storica del Paese;
il museo, che trova sede nell'edificio che dopo l'8 settembre del 1943 fu adibito a quartier generale delle SS, comandate da Herbert Kappler, e dal gennaio del 1944 fu utilizzato anche come carcere dalla Gestapo, è sottoposto a tutela diretta con decreto ministeriale del 20 marzo 1987. Una sala è dedicata alla persecuzione dei cittadini di religione ebraica dal periodo fascista alla II Guerra Mondiale;
in quelle stanze vennero imprigionati, interrogati e torturati molti civili e combattenti della Resistenza romana come ad esempio l'ex presidente della costituzionale Giuliano Vassalli, il colonnello del Genio Giuseppe Cordero di Montezemolo, i generali dell'Aeronautica Sabato Martelli Castaldi e Roberto Lordi, il sindacalista Bruno Buozzi. In quelle celle passarono anche alcune vittime dell'eccidio delle Fosse ardeatine. Sulle pareti delle celle sono presenti numerosi messaggi graffiati dagli stessi prigionieri;
dopo l'istituzione nel 1957, il Museo passò sotto la sorveglianza del Ministero della pubblica istruzione. Oggi è di proprietà del Ministero della cultura ed è in consegna alla Soprintendenza speciale di Roma;
la Soprintendenza ha recentemente effettuato un importante intervento di valorizzazione che ha interessato sia l'esterno del fabbricato (con l'apposizione di una nuova targa in acciaio, uno stendardo posto in verticale lungo tutta l'altezza del fabbricato e un sistema di illuminazione evocativo) che l'interno del museo, dove il percorso espositivo è stato arricchito, in alcune celle, da allestimenti multimediali e dalla proiezione di filmati storici dell'istituto Luce;
da oltre mezzo secolo, Il Museo storico della Liberazione, insieme a porta San Paolo, al Ghetto e al Mausoleo delle Fosse ardeatine, sono luoghi simbolo per la memoria della Resistenza di Roma al nazifascismo nella sua triplice valenza cittadina, nazionale ed europea. Il Museo è impegnato nella raccolta e nella conservazione di documentazione – scritta, visuale, orale e materiale – relativa alla Resistenza, alla deportazione, all'internamento militare, alle stragi e alle vittime civili;
l'accessibilità a musei, monumenti, aree e parchi archeologici, costituisce il fondamento dei princìpi di uguaglianza e libertà di circolazione dell'individuo, garantiti dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e dalla Costituzione italiana, nonché dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata in Italia con legge 3 marzo 2009 n. 18;
l'abbattimento delle barriere architettoniche per musei, monumenti, aree e parchi archeologici, è regolato dal decreto del Ministero per i beni e le attività culturali del 10 maggio 2001, dal decreto del Ministero per i beni e le attività culturali del 21 novembre 2007 e decreto del Ministero per i beni e le attività culturali del 28 marzo 2008;
da circa un anno, il montascale dell'ingresso al Museo storico della Liberazione di Via Tasso è fermo perché ormai obsoleto e, quindi, non più riparabile;
secondo quanto consta all'interrogante, la soprintendenza competente è stata più volte sollecitata dal direttore del museo ma ad oggi non risultano pianificati interventi per ripristinare l'accesso alla struttura –:
quali iniziative, alla luce dei fatti sopraesposti e per quanto di sua competenza, il Ministro interrogato intenda intraprendere per abbattere le barriere architettoniche che impediscono la fruibilità alle persone con disabilità di un Museo così importante per la memoria storica come il Museo storico della Liberazione di Via Tasso.
(5-00295)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta in Commissione:
MATERA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 1, comma 155 della legge di bilancio 2023 (legge n. 197 del 2022) ha introdotto una modalità agevolata di definizione delle rate, relative a comunicazioni di irregolarità (cosiddetti avvisi bonari), delle dilazioni ancora in corso all'entrata in vigore della norma in commento (ai sensi dell'articolo 3-bis del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 462, come modificato dalla medesima legge di bilancio), mediante il pagamento del debito residuo a titolo di imposte e contributi previdenziali, interessi e somme aggiuntive;
anche in tal caso le sanzioni sono dovute nella misura del 3 per cento, senza alcuna riduzione sulle imposte residue non versate o versate in ritardo;
in particolare, la norma fa riferimento a quanto richiesto a seguito del controllo automatizzato delle dichiarazioni, con le comunicazioni previste dagli articoli 36-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600 (controlli automatizzati delle dichiarazioni dei redditi presentate dai contribuenti e dai sostituti d'imposta), e 54-bis del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 (controlli automatizzati sulle dichiarazioni Iva), il cui pagamento rateale, ai sensi dell'articolo 3-bis del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 462, è ancora in corso alla data di entrata in vigore della legge di bilancio (1° gennaio 2023);
sono sorti tuttavia alcuni dubbi interpretativi riguardo alla possibilità di applicare la disciplina sopra indicata anche agli avvisi bonari concernenti le comunicazioni dei dati delle liquidazioni periodiche Iva (cosiddette Li.Pe), anche in considerazione del fatto che la norma non richiama espressamente l'articolo 21-bis del decreto-legge n. 78 del 2010, facendo riferimento solo alle dichiarazioni Iva di cui all'articolo 54-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972. Ciò sebbene, a decorrere dall'anno d'imposta 2017, il controllo automatico sia effettuato anche sulle «Comunicazioni dei dati delle liquidazioni periodiche Iva»;
d'altro canto, il citato articolo 21-bis del decreto-legge n. 78 del 2010, che ha introdotto le comunicazioni dei dati delle liquidazioni periodiche Iva, all'ultimo periodo del comma 5, richiama espressamente l'articolo 54-bis, comma 2-bis, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, che consente all'Agenzia delle entrate di provvedere, anche prima della presentazione della dichiarazione annuale, a controllare la tempestiva effettuazione dei versamenti dell'imposta qualora vi sia pericolo per la riscossione, precisando tuttavia che tale disposizione si applichi alle liquidazioni periodiche Iva «indipendentemente dalle condizioni ivi previste»; in altri termini, si prevede che con riferimento alle Li.Pe. i controlli automatizzati possono essere effettuati in ogni caso, quindi anche in mancanza di pericoli per la riscossione;
va infine ricordato che, secondo quanto previsto dall'articolo 3-bis del decreto legislativo n. 462 del 1997, che viene espressamente richiamato dal comma 156 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2023, il termine entro il quale il contribuente deve procedere al pagamento della prima rata delle somme dovute a seguito della definizione agevolata è molto stringente (30 giorni dal ricevimento dell'avviso bonario) e che il mancato rispetto di tale termine importa che la definizione non produca effetti e che si applichino le ordinarie disposizioni in materia di sanzioni e riscossione;
alla luce di quanto sopra descritto appare opportuno, al fine di superare ogni dubbio, chiarire se le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 155, della legge di bilancio 2023, risultino o meno applicabili anche agli «avvisi bonari» aventi ad oggetto le comunicazioni dei dati delle liquidazioni periodiche Iva (Li.Pe.) anche al fine di evitare che alcuni contribuenti decadano da tale possibilità, ritenendo in buona fede che tale disposizione non risulti applicabile ai Li.Pe –:
se il Ministro interrogato intenda assumere urgenti iniziative, ove necessario anche normative, al fine di chiarire l'applicabilità delle disposizioni di cui in premessa anche agli «avvisi bonari» aventi ad oggetto le comunicazioni dei dati delle liquidazioni periodiche Iva (Li.Pe.).
(5-00296)
Interrogazioni a risposta scritta:
GADDA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
in base all'Accordo tra Italia e Svizzera sulla tassazione dei frontalieri del 1974, successivamente sostituito dal nuovo accordo avvenuto con scambio di lettera a Roma il 23 dicembre 2020 – attualmente in attesa della definitiva ratifica parlamentare – e che, quindi, presumibilmente, entrerà in vigore non prima del 2024 – il frontaliere residente nei comuni di frontiera, qualora svolga delle intere giornate di lavoro su suolo italiano è tenuto a dichiarare all'Agenzia delle entrate la quota di reddito maturata in quelle circostanze;
in aggiunta, in base al diritto comunitario (articolo 14 del Regolamento (CE) N. 987/2009), una persona residente in Italia che sottoscrive un contratto di lavoro in Svizzera può lavorare nel comune di residenza entro il 25 per cento del tempo di lavoro previsto dal contratto stesso;
durante il periodo pandemico, entrambi questi vincoli sono stati sospesi da un accordo amichevole firmato da Svizzera e Italia il 18-19 giugno 2020, permettendo quindi maggiore flessibilità per lavoratori e per le stesse imprese;
il 22 dicembre 2022, i rappresentanti di entrambi i Paesi hanno convenuto di non rinnovare questo accordo amichevole oltre il 31 gennaio 2023, comportando in tal modo un ritorno alle vecchie regole ed imposizioni fin dal 1° febbraio 2023;
questa decisione determinerà notevoli impatti sugli 89.742 lavoratori transfrontalieri italiani che quotidianamente si recano a lavorare nella vicina Svizzera e una necessaria modifica dei flussi di lavoro e dell'organizzazione interna delle imprese che ormai, in oltre due anni e mezzo, si erano consolidati ed efficientati;
oltretutto, la decisione si trova in aperto contrasto con la posizione dell'Unione europea, la quale ha invece prorogato fino al 30 giugno 2023 la sospensione delle implicazioni del telelavoro dei frontalieri sul piano delle assicurazioni sociali –:
se sia intenzione del Governo riaprire un tavolo negoziale con la controparte svizzera e siglare urgentemente un nuovo accordo amichevole che, quantomeno, garantisca una nuova proroga allineata alle disposizioni contributive comunitarie, al fine di evitare che a partire dal 1° febbraio 2023 i lavoratori transfrontalieri vedano crescere la tassazione sul proprio salario in questo momento storico di grave crisi energetica e di spirale inflazionistica.
(4-00326)
LAI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il regolamento (CE) n. 1008/2008 recante norme comuni per la prestazione di servizi aerei in Europa definisce, all'articolo 16 e all'articolo 17, rispettivamente i princìpi generali e le procedure di gara d'appalto per gli oneri di servizio pubblico;
al fine di conseguire l'obiettivo della continuità territoriale, l'articolo 36 della legge 17 maggio 1999, n. 144, assegna al Ministro dei trasporti la competenza di imporre con proprio decreto oneri di servizio pubblico sui servizi aerei di linea effettuati tra gli scali aeroportuali della Sardegna e i principali aeroporti nazionali;
con decreto ministeriale 25 novembre 2021, n. 466, sono stati imposti oneri di servizio pubblico a decorrere dal 15 maggio 2022 sulle rotte da e per la Sardegna;
la regione autonoma della Sardegna ha proceduto secondo quanto specificato al paragrafo 18 dal bando di gara reso noto con la nota informativa della Commissione europea pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea serie 2022/C410/02 del 26 ottobre 2022 che prevede che il servizio, con le compensazioni degli oneri del servizio pubblico, inizi il 17 febbraio 2023 e termini il 26 ottobre 2024;
si tratta di una tempistica che, se rispettata, consentirà di non interrompere il servizio, dal momento che le due compagnie che attualmente operano i voli senza compensazioni, Ita e Volotea, hanno deciso di recedere anticipatamente dal contratto e voleranno fino al mese di marzo, invece che fino a maggio 2023;
in data 27 dicembre 2022 sono state presentate le offerte da parte di diverse compagnie sulle rotte Cagliari-Roma Fiumicino e viceversa, Cagliari-Milano Linate e viceversa, Olbia-Roma Fiumicino e viceversa, Olbia-Milano Linate e viceversa mentre non sono state presentate offerte sulle rotte Alghero-Roma Fiumicino e viceversa, Alghero-Milano Linate e viceversa;
Ita Airways è la compagnia aerea di bandiera dell'Italia, di proprietà del Ministero dell'economia e delle finanze, e ha partecipato alla gara europea che la regione Sardegna gestisce su mandato e delega del Ministero dei trasporti e delle infrastrutture solo per le rotte da Cagliari e da Olbia, rinunciando a quelle di Alghero, per complessivi 13.852.000 euro;
lo Stato deve garantire il diritto dei cittadini alla mobilità anche verso le sue isole in applicazione del principio di uguaglianza e quello di insularità;
recentemente è stata aperta una procedura d'indagine da parte dell'Autorità garante per la concorrenza e per il mercato sui voli da e per la Sicilia che interessa anche Ita per un possibile accordo sui prezzi con le altre compagnie che hanno portato a tariffe oltre i 700 euro a tratta per i collegamenti con Roma. Analoga procedura è stata richiesta per i voli di collegamento con la Sardegna durante il periodo natalizio –:
se i Ministri interrogati per quanto di competenza:
a) abbiano verificato quali siano state le scelte aziendali di Ita in merito al caro biglietti e alla rinuncia alla partecipazione della gara da 13 milioni di euro per la continuità da Roma e Milano con l'aeroporto di Alghero e se tali scelte siano state fatte in sede di Consiglio di amministrazione o in altra sede;
b) abbiano espresso indicazioni della proprietà in merito alla partecipazione o meno ad un bando di gara espletata dalla regione Sardegna, su delega del Ministero per le infrastrutture e i trasporti.
(4-00329)
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta scritta:
SCOTTO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
la mattina del 16 gennaio 2023 – dopo 30 anni di latitanza – è stato arrestato il noto latitante Matteo Messina Denaro;
tratto in arresto, il capo di Cosa nostra è stato trasferito nella casa circondariale dell'Aquila, venendo sottoposto al regime carcerario previsto dall'articolo 41-bis;
al momento della nomina dell'avvocato difensore, Matteo Messina Denaro ha nominato l'avvocato Lorenza Guttadauro. L'avvocata è figlia di Rosalia Messina Denaro, sorella del boss ed è sposata con Luca Bellomo, finito in carcere con l'accusa di aver favorito la latitanza del boss di Cosa Nostra;
la professionista ha anche difeso la zia Anna Patrizia e il fratello Francesco, arrestati con l'accusa di essere il braccio operativo del capomafia;
il 19 gennaio 2023 non si è presentata in aula a Caltanissetta, dove era in programma l'udienza del processo d'appello per le stragi di Capaci e via d'Amelio;
il 20 gennaio 2023 il Corriere della Sera nell'articolo «L'avvocata nipote del padrino che difende tutti i parenti (e dribbla i paletti del 41-bis)», parla della sua strana condizione: come parente di un boss non dovrebbe avere contatti oltre a quelli dei colloqui. Come avvocata lo farà;
nell'articolo sono riportate le parole dell'ex sostituto della Dda di Palermo, Massimo Russo che dice: «Temiamo la beffa e lo scacco matto del padrino appena arrestato». Russo sostiene che la nomina è «una mossa che spiazza lo Stato. E che rivela un vuoto normativo»;
il riferimento è proprio al carcere duro: «Maglie che si allargano, costringendo a doverci fidare della deontologia professionale dell'avvocata Guttadauro. Ma se il 41-bis nasce per escludere rapporti con il mondo esterno al carcere e, soprattutto, possibili intese sotterranee con i parenti anche durante i colloqui, dovremmo pure porci la questione di un parente-avvocato. Cosa che non ha mai fatto nessuno. Matteo Messina Denaro ha trovato il "vuoto" della norma. E lo colma. Spiazzando l'avversario, lo Stato, a rischio scacco matto» –:
quali iniziative normative intenda intraprendere – per quanto di sua competenza – in ordine alla questione esposta in premessa al fine di pervenire con estrema urgenza ad un adeguamento della disciplina volto a risolvere il vulnus normativo che si è verificato in questa vicenda e che potenzialmente potrebbe verificarsi anche in futuro.
(4-00324)
IMPRESE E MADE IN ITALY
Interrogazione a risposta orale:
PAVANELLI, PELLEGRINI, AMATO e CARMINA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
il settore commerciale Ho.Re.Ca., acronimo di «Hotellerie-Restaurant-Café», ricomprende tutte le attività connesse ai consumi fuori casa e si differenzia dal Gdo (Grande distribuzione organizzata) che invece interessa quei prodotti alimentari destinati ai consumi alimentari domestici;
nel 2019, in Italia, la spesa sui consumi alimentari extra-domestici ha sfiorato gli 86 miliardi di euro, tutti veicolati attraverso medie, piccole e microimprese: circa 405.000 aziende e 1.300.000 di occupati;
la filiera Ho.Re.Ca. è stata tra le più esposte agli effetti della crisi, pandemica ed energetica. Finora, il comparto Ho.Re.Ca., a differenza di quanto accaduto nella Gdo, è stato in grado di resistere alla ricaduta sul consumatore dell'impennata dei prezzi subita dai prodotti alimentari distribuiti. Tuttavia, nei primi dieci giorni del 2023, i produttori di beni alimentari hanno già chiesto 434 aumenti di listino, pari a un quarto di quelli registrati nell'intero 2022;
da tempo la filiera chiede soluzioni concrete per consentire al settore di assorbire gli oneri delle dinamiche inflattive che nell'ultimo anno hanno causato la chiusura di 17.000 esercizi del settore. A tale esito, in particolare, ritengono di potere giungere attraverso un tavolo di concertazione che coinvolga i Ministeri interessati, distribuzione e rappresentanti degli esercizi Ho.Re.Ca.;
ulteriori problematiche riscontrate nel settore afferiscono alle difficoltà di reclutamento del personale, a causa del naturale avvento del take-away e delle piattaforme di intermediazione digitale, nonché, per quanto riguarda il personale addetto alla guida dei mezzi, a causa degli oneri burocratici ed economici per conseguire le necessarie autorizzazioni –:
se non intenda il Ministro interrogato adoperarsi per adottare iniziative urgenti dirette a sostenere concretamente la filiera Ho.Re.Ca., avviando un tavolo di concertazione che coinvolga i Ministeri competenti e i rappresentanti dei settori dell'industria, della distribuzione e degli esercizi Ho.Re.Ca.
(3-00133)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta in Commissione:
LACARRA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
le recenti disposizioni in materia di adeguamento dei prezzi nei contratti pubblici di servizi e forniture continuano ad escludere le procedure di revisione prezzi e di rinegoziazione contrattuale, resesi necessarie a seguito delle gravi criticità di approvvigionamento e dei forti aumenti dei prezzi delle materie prime;
stante la drammatica situazione in corso, si ritiene quanto mai indispensabile mantenere il principio secondo cui, ove il forte aumento dei prezzi dei vettori energetici o delle materie prime o addirittura la loro indisponibilità, abbia causato o possa causare problemi nell'esecuzione del contratto, ciò venga riconosciuto come oggetto di un obbligo di adeguamento e revisione dei prezzi previsti nelle clausole del contratto;
va rimarcato che del tutto inadeguata si rivela la disposizione già contenuta nel codice all'articolo 106, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n. 50 del 2016 laddove si prescrive che «Per i contratti relativi a servizi o forniture stipulati dai soggetti aggregatori restano ferme le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 511, della legge 28 dicembre 2015, n. 208»;
i veri aumenti sono stati riscontrati nei prezzi delle materie prime e delle utenze che hanno avuto un incremento di oltre 20 per cento;
pertanto si ritiene, ormai, non procrastinabile la previsione, per tutti i contratti di servizi e forniture in corso di esecuzione alla data di entrata in vigore della norma, anche in deroga ad ogni altra disposizione vigente, di applicare meccanismi revisionali in grado di adeguare efficacemente i prezzi contrattuali ai mutamenti repentini del mercato, anche al fine di scongiurare il blocco di importanti segmenti del mercato degli appalti pubblici, che impatterebbe negativamente anche sull'attuazione del PNRR;
inoltre, le eventuali risoluzioni contrattuali per sopravvenuta onerosità produrrebbero alle stazioni appaltanti, oltre che nuovi oneri amministrativi, anche effetti economici derivanti dalla necessità di riemettere il bando di gara e stipulare un nuovo contratto, questa volta necessariamente adeguato ai nuovi prezzi –:
se i Ministri interrogati intendano, per quanto di competenza, intraprendere iniziative normative di modifica del codice dei contratti pubblici al fine di ancorare la revisione dell'andamento dei prezzi agli indici Istat Foi esistenti che rilevino l'anomalo incremento dei prezzi di alcune materie prime e dei vettori energetici verificatasi nel corso degli ultimi due anni e, qualora siano più aggiornati, gli indici revisionati indicati dalle deliberazioni Anac.
(5-00293)
Interrogazione a risposta scritta:
PALOMBI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
la regione Lazio, con determinazione n. G17928 del 16 dicembre 2022, pubblicata il 19 dicembre 2022, ha emanato un bando di gara aperta finalizzato alla «stipula di convenzioni quadro per l'affidamento dei servizi di vigilanza armata e guardiania per le amministrazioni del territorio della regione Lazio»;
il termine per la presentazione delle domande di partecipazione è stato fissato per il 7 febbraio 2023, con prevista seduta di valutazione delle offerte e assegnazione dei relativi punteggi il successivo 8 febbraio 2023;
il bando, per un appalto del valore di quasi 90 milioni di euro, ha suscitato clamore e apprensione da parte degli operatori del settore, che hanno rilevato forti criticità;
come emerge dalle recenti notizie apprese dalla stampa, una delle principali problematiche rilevate consiste nella scelta della Giunta regionale di indire la gara in piena campagna elettorale per l'elezione del nuovo Consiglio regionale laziale, prevedendo condizioni e termini inidonei a garantire la formulazione di offerte adeguate, con il conseguente rischio di possibili distorsioni anticoncorrenziali;
risulterebbero, infatti, poco chiari sia i requisiti necessari per accedere al bando, sia le prestazioni oggetto di affidamento, ritenute del tutto generiche; del pari carenti risulterebbero anche i criteri di valutazione dell'offerta tecnica, privi di oggettivi parametri per le valutazioni qualitative e quantitative della proposta di esecuzione del servizio;
sotto tale ultimo profilo, è stato altresì rilevato come il bando non indichi quante unità di personale sono necessarie, con quali qualifiche, retribuzioni e orari;
le criticità riscontrate sembrano porsi in contrasto con il principio generale di massima partecipazione alle procedure di gara che permea il decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (cosiddetto codice degli appalti), in quanto limitano la partecipazione ad una netta minoranza degli istituti di vigilanza privata;
inoltre, essendo la prestazione oggetto della procedura un'attività ad alto contenuto di manodopera, parrebbe violato l'obbligo di prevedere specifiche clausole sociali ex articolo 50 del citato decreto legislativo n. 50 del 2016, nonché la regola del cosiddetto «cambio appalto» ai sensi del Ccnl di riferimento del settore; in particolare, l'articolo 24 del disciplinare difetterebbe di trasparenza e non permetterebbe la formulazione di un'offerta consapevole;
anche come riportato dalla stampa, il Tar del Lazio ha accolto l'istanza cautelare proposta dalla società Gia.Ma. s.r.l., sospendendo il bando e rinviando la decisione del merito all'udienza dell'8 febbraio 2023;
il 16 dicembre 2022 il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legislativo di riforma del Codice dei contratti pubblici, in attuazione dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78. Lo schema di riforma approvato presenta numerose novità destinate ad incidere sull'intera disciplina degli appalti;
la riforma persegue esigenze di semplificazione, digitalizzazione e trasparenza, tra cui, per quanto di specifico interesse, conferire all'Anac poteri di monitoraggio e controllo, promuovere la digitalizzazione delle procedure di committenza per tutti gli appalti pubblici e concessioni, garantire gli opportuni standard di trasparenza e requisiti di interoperabilità e interconnettività tra le banche dati;
i principi di trasparenza e correttezza della pubblica amministrazione, dei suoi funzionari e degli operatori economici rappresentano gli interessi primari del codice degli appalti –:
se i Ministri interrogati, nell'ambito delle proprie competenze, siano al corrente dei fatti esposti in premessa e se non intendano porre in essere iniziative, anche di natura normativa, al fine di arginare potenziali fenomeni distorsivi del mercato dei servizi pubblici gestiti dagli enti aggiudicatori, a tutela delle imprese, quali operatori privati esercenti attività d'interesse generale, nonché dei lavoratori, coniugando il principio di economicità con la tutela dei diritti dei prestatori di lavoro.
(4-00327)
INTERNO
Interrogazione a risposta scritta:
BORRELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:
l'8 gennaio 2023 nell'area di servizio Badia al Pino (Arezzo) sull'autostrada del sole sono venuti allo scontro alcune centinaia di cosiddetti ultrà del Napoli e della Roma;
gli scontri si sono estesi alle carreggiate autostradali paralizzando per lungo tempo la circolazione su una delle principali arterie del Paese;
domenica 22 gennaio 2023 a Pagani, in provincia di Salerno, un autobus che trasportava un gruppo di una cinquantina di tifosi della Casertana è stato incendiato a seguito dopo il lancio di un fumogeno con danni ad alcune abitazioni e atti di vandalismo sono stati compiuti contro alcune auto parcheggiate in sosta all'esterno dello stadio;
alla fine il bilancio è di tre appartamenti devastati a seguito dell'incendio dell'autobus e, per gli incidenti all'esterno dello stadio, di tre feriti, tra cui un carabiniere, che ha riportato una ferita ad una gamba, e due tifosi della Casertana, uno con lesioni ad un occhio ed uno intossicato dal fumo;
mezz'ora prima della partita (poi disputata regolarmente) tra Paganese e Casertana, derby campano del girone G del campionato di serie D, uno dei bus dei sostenitori casertani, a circa duecento metri dallo stadio, è stato preso di mira e dato alle fiamme all'incrocio tra via San Domenico e via Leopardi;
i tifosi della squadra ospite sono riusciti a scendere rapidamente dal mezzo, mentre il fuoco raggiungeva la parte esterna di una palazzina, danneggiando un negozio e tre appartamenti si trovavano sopra al bus;
altri problemi di ordine pubblico si sono registrati anche lungo la strada che conduce allo stadio «Torre» con scontri tra tifosi delle opposte fazioni con il volto coperto e con mazze e coltelli;
è nota la rivalità tra le tifoserie della Paganese e Casertana e la partita rientrava senza dubbio tra quelle a rischio incidenti –:
come sia stato possibile che nonostante i prevedibili rischi per l'ordine pubblico e la pubblica incolumità dell'incontro tra Paganese e Casertana le due tifoserie siano venute a contatto e se fosse stato previsto un percorso «protetto» ed altri provvedimenti per prevenire tale contatto;
quali urgenti iniziative i Ministri interrogati intendano adottare affinché venga garantito l'ordine pubblico e la pubblica incolumità in occasione di eventi sportivi considerati a rischio anche rispetto partite di campionati minori di calcio dove spesso la rivalità è maggiormente accentuata.
(4-00325)
ISTRUZIONE E MERITO
Interrogazione a risposta in Commissione:
GIAGONI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:
la legge 12 marzo 1999, n. 68, recante «Norme per il diritto al lavoro dei disabili», e successive modifiche e integrazioni, all'articolo 1, recita: «La presente legge ha come finalità la promozione dell'inserimento e dell'integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato»;
l'articolo 3 della succitata legge prevede, inoltre, che i datori di lavoro pubblici e privati siano tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori appartenenti alle «categorie protette»;
la direttiva 2000/78/CE ha delineato un quadro generale per la lotta alta discriminazione in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, svolgendo un ruolo importante per l'integrazione dei lavoratori disabili sul posto di lavoro;
recentemente una docente della scuola primaria della provincia di Cagliari, assunta nelle categorie protette e con 104 per la patologia diagnosticatale, è stata dichiarata inidonea, a causa delle sue difficoltà a deambulare, dalla competente Commissione medica di verifica (CMV) ma idonea a svolgere differenti mansioni, ivi comprese l'affiancamento dei colleghi insegnanti durante le attività quotidiane;
tale decisione, prevedendo il passaggio da docente a personale Ata, presuppone conseguentemente e inevitabilmente una modifica contrattuale con passaggio da ventiquattro ore di docenza, nel caso specifico, a trentasei ore per mansioni generiche;
la variazione del contratto in essere presuppone un implicito demansionamento, nonché la privazione dell'identità e della dignità di docente conquistata in anni di servizio dedicati all'insegnamento;
situazioni analoghe sono state vissute in passato da altri docenti suscitando non solo forte indignazione nell'opinione pubblica ma anche, in alcuni casi, interventi giudiziari che hanno visto il Ministero dell'istruzione condannato al risarcimento dei danni e al pagamento delle spese processuali –:
se e quali iniziative per quanto di competenza intenda adottare al fine di far luce sulla vicenda descritta in premessa ed accertare se i comportamenti descritti in premessa siano conformi alla disciplina per il collocamento mirato previsto dalla legge n. 68 del 1999 e dalla direttiva 2000/78/CE, anche alla luce di quanto sancito dall'articolo 4 della Costituzione;
se e quali iniziative di carattere normativo intendano adottare al fine di garantire una reale inclusione e garanzia di trattamento per le persone affette da disabilità.
(5-00289)
PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE
Interrogazione a risposta in Commissione:
AMENDOLA. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. – Per sapere – premesso che:
una settimana fa, a causa della piena del fiume Sinni, in Basilicata, è stata travolta la condotta idrica che serve l'abitato di Senise, importante centro della provincia di Potenza;
la forza dell'acqua ha, infatti, fatto cadere dei piloni, facendo venire meno la funzionalità della condotta che adduce l'acqua al paese;
da sei giorni la comunità di Senise risulta, quindi, essere priva di servizio idrico fatta eccezione per il servizio sostitutivo di Acquedotto Lucano con autobotti e con parziali erogazioni alternate in alcune parti dell'abitato con conseguente grave disagio per gli abitanti;
i tecnici di Acquedotto Lucano stanno ancora lavorando per il ripristino della rete interrotta e a seguito del vertice in Prefettura che si è svolto in data 24 gennaio alla presenza di comune, regione ed Acquedotto Lucano, il disagio per i cittadini di Senise dovrebbe proseguire ancora per altri due giorni –:
se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e se non ritenga di adottare iniziative di competenza per supportare adeguatamente la comunità di Senise sia in termini di protezione civile sia per quel che concerne il ripristino della infrastruttura nonché per il ristoro alla comunità considerate le conseguenze dovute alla mancanza d'acqua per un periodo così prolungato di tempo.
(5-00290)
SALUTE
Interrogazione a risposta in Commissione:
SACCANI JOTTI, PATRIARCA e BAGNASCO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
il caro energia è causa di serie difficoltà per il settore della distribuzione dei farmaci in quanto detti prodotti necessitano di depositi con frigoriferi di migliaia di metri quadri per la conservazione;
a questo si aggiunge l'aumento della benzina, considerato che questo settore non usufruisce di alcuna agevolazione per le accise, nonostante si stia parlando di beni fondamentali per la salute dei cittadini e per i quali è fondamentale la rapidità dei tempi di consegna alle farmacie;
le associazioni di categoria più rappresentative richiamano il rischio di possibili ricadute sulla qualità del servizio delle aziende della distribuzione farmaceutica intermedia che starebbero già erogando in perdita considerato anche che si tratta di prodotti a prezzo bloccato;
inoltre è necessario considerare che i farmaci richiedono, per la distribuzione, il trasporto in mezzi coibentati al fine di garantire il mantenimento di una temperatura, in tutte le stagioni, sotto i 22 gradi; in magazzino il 10 per cento della merce deve essere conservata a una temperatura tra i 2 e gli 8 gradi, le celle frigorifere dove vengono stoccati i prodotti, di diversi metri quadrati, consumano energia costantemente –:
quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare in favore di un comparto essenziale per la salute dei cittadini anche tenuto conto del fatto che la distribuzione dei farmaci è un servizio capillare su tutto il territorio nazionale, che arriva a coprire anche le aree interne, realtà isolate e piccoli borghi.
(5-00292)
UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta orale:
ROSCANI e LA PORTA. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
in data 10 ed 11 gennaio 2023 presso l'Aula Magna dell'Università degli studi di Teramo, come riportato da più fonti di cronaca, si è tenuto il X Congresso Provinciale della sezione locale della Confederazione generale italiana del lavoro (Cgil);
in data 16 e 17 gennaio presso le aule R3 ed R4 del Politecnico di Torino si è tenuto il sesto congresso della sezione locale della Confederazione generale italiana del lavoro (Cgil), alla presenza del segretario generale Maurizio Landini;
premesso che i due Atenei hanno adottato specifici regolamenti per la fruizione degli spazi comuni, ad oggi non risultano note le modalità con le quali gli Atenei abbiano concesso l'utilizzo di spazi con specifiche finalità accademiche;
nello specifico, secondo il regolamento del marzo 2022, l'ateneo di Teramo prevede che per l'utilizzo dell'Aula Magna da 956 metri quadri netti e con capienza di 556 posti, sia previsto un costo giornaliero di 0,90 euro al metro quadro per un totale di 860,4 euro;
non si applica il tariffario solo «qualora l'evento/iniziativa o la manifestazione venga valutato dal Rettore di rilevante interesse istituzionale e/o di elevato rilievo per la comunità universitaria», «qualora l'evento/iniziativa o la manifestazione venga valutato dal Rettore di particolare ed elevato rilievo nazionale e/o internazionale e contribuisca in modo rilevante alla promozione dell'Università stessa» oppure «per attività di produzione multimediale gestite da studenti e docenti o per l'organizzazione di spettacoli teatrali o mostre temporanee, la cui natura didattico-scientifica, senza alcuna diffusione a scopo di lucro, deve essere attestata dalla struttura universitaria richiedente»;
è evidente, a parere degli interroganti che il Congresso provinciale di una sigla sindacale non rientri in nessuna delle suindicate opzioni avvinte dal vincolo di gratuità;
l'ateneo piemontese, invece, prevede un tariffario orario con esonero di contribuzione solo per mostre, eventi scientifici o umanitari che l'Ateneo intenda supportare direttamente o che siano svolte nel suo interesse, evidentemente non aderenti alla elezione di segretario sindacale;
la fruizione degli spazi universitari a soggetti esterni all'Ateneo dovrebbe essere sempre verificata scrupolosamente nel rispetto dei principi di pluralità e libera espressione, soprattutto alla luce dell'ostracismo di alcune anime studentesche, come avvenuto presso l'Università «La Sapienza» di Roma in data 25 ottobre 2022 quando con la violenza è stata interrotta una conferenza tenuta da Azione universitaria e della partecipazione attiva della sigla Cgil per l'organizzazione della manifestazione studentesca «no Meloni day» svoltasi nello scorso autunno su tutto il territorio nazionale;
suddetta concessione non può comunque in alcun modo sostituire l'utilizzo degli spazi accademici per le finalità didattiche e di attività istituzionale dell'Ateneo, soprattutto se tenute in giorni di lezione come avvenuto nelle università in oggetto;
a parere degli interroganti, gli spazi accademici non possono diventare teatri di congressi sindacali deliberatamente politicizzati, dando inoltre la possibilità di esibire simboli identificativi con lo scopo evidente di pubblicizzare l'attività del sindacato in questione anche a tutta la comunità studentesca, trasmettendo un messaggio di indirizzo politico nei luoghi di studio –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle modalità con le quali alla Cgil venga concessa la fruizione degli spazi all'interno degli Atenei italiani in giorni dedicati all'attività universitaria;
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto accaduto e se risulti ciò sia avvenuto anche in altri Atenei italiani;
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti ed in tal caso quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare.
(3-00134)
Apposizione di firme ad interrogazioni.
L'interrogazione a risposta immediata in Assemblea Foti e altri n. 3-00129, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 24 gennaio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Varchi.
L'interrogazione a risposta in Commissione Sergio Costa e Pellegrini n. 5-00269, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 24 gennaio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Tucci.
Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.
Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta orale n. 3-00120 Zinzi del 23 gennaio 2023.
Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.
Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta scritta Giagoni n. 4-00033 del 7 novembre 2022 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-00289.