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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 46 di martedì 31 gennaio 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNARITA PATRIARCA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 27 gennaio 2023.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 71, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Se non vi sono interventi, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 9,55.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 9,55.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Cafiero De Raho ed altri; Provenzano ed altri; Donzelli ed altri; Richetti ed altri; Iezzi ed altri; Calderone ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere (A.C. 303​-387​-624​-692​-780​-784-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 303-387-624-692-780-784-A: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.

Ricordo che nella seduta del 27 gennaio si è conclusa la discussione generale e la relatrice e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - Testo unificato - A.C. 303-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 - Testo unificato - A.C. 303-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

SIMONA BORDONALI, Relatrice. Grazie, Presidente. Sull'emendamento 1.200 della Commissione…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Bordonali. Colleghi, avremmo iniziato la seduta e avremmo anche iniziato quasi a votare, non so se vi è chiaro. Però, se fate caciara, difficilmente riusciremo ad andare avanti. Onorevole Bordonali, prego.

SIMONA BORDONALI, Relatrice. Grazie, Presidente. Sugli emendamenti 1.200 e 1.201 della Commissione il parere è favorevole. Sull'emendamento 1.100 Provenzano mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. C'è anche l'emendamento 1.101 Giachetti, onorevole Bordonali.

SIMONA BORDONALI, Relatrice. Mi scusi, Presidente. Sull'emendamento 1.101 Giachetti mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Chiedo al rappresentante del Governo di esprimere il parere sugli emendamenti.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.200 della Commissione. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.201 della Commissione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Signor Presidente, vorrei semplicemente lasciare agli atti che la ragione per la quale noi ci siamo astenuti sul testo base è perché esso prevedeva due fattispecie, quella delle zoomafie e quella delle agromafie. Essendo noto che, di lì a poco, si sarebbe costituita o, meglio, si sarebbe proposta l'istituzione della Commissione ecomafie, ritenevamo che, inevitabilmente, si sarebbe arrivati a un conflitto tra le due Commissioni che si occupano della medesima materia. Il tema delle zoomafie è stato sanato intelligentemente dalla Commissione, ma non è stato sanato - non so per quale ragione - il tema delle agromafie. Pertanto, sia la Commissione antimafia sia la Commissione ecomafie si dovranno occupare delle agromafie e del caporalato.

Si dice che si troverà una soluzione, ma io penso che, se la soluzione non si trova in sede legislativa, difficilmente si potrà impedire una sovrapposizione dei due comparti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.201 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.100 Provenzano.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenzano. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Presidente, mi rivolgo, per suo tramite, ai colleghi della maggioranza, in particolare all'onorevole Urzì e a coloro che in Commissione avevano proposto un emendamento che noi qui proviamo a modificare.

La premessa è che abbiamo lavorato con grande spirito unitario – com'è doveroso con riferimento a un provvedimento come questo che istituisce la Commissione antimafia - sia tra le opposizioni sia con le altre forze politiche e con la maggioranza.

L'emendamento Urzì in Commissione pone, a nostro avviso, un tema che vogliamo chiaramente affrontare e che è già stato affrontato nella precedente legislatura. Mi riferisco al tema delle mafie straniere connesse alle infiltrazioni nelle nuove comunità di cittadini immigrati, che è sicuramente decisivo nell'ambito del lavoro della Commissione. Tuttavia, la formulazione dell'emendamento in Commissione ha visto la nostra contrarietà, in particolare per le specifiche che sono state inserite che, da un lato, restringono troppo il campo di azione della Commissione, dando persino una connotazione etnica a certi fenomeni criminali e, dall'altro, invece lo allargano troppo con riferimento ai temi dell'internazionalizzazione delle mafie, che vengono invece affrontati ovviamente dalla Commissione.

Per queste ragioni, noi chiediamo alla maggioranza - e ringraziamo la relatrice Bordonali per essersi rimessa all'Aula - di riconsiderare la possibilità di modificare insieme questo emendamento, che è stato approvato in Commissione, salvaguardando un principio e non incorrendo in scivoloni che ci potremmo trascinare in questa e forse nelle prossime legislature.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Urzì. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO URZI' (FDI). Grazie, Presidente. Solo alcune considerazioni rapidissime per tranquillizzare il collega Provenzano, nel senso che il testo, così come elaborato dalla Commissione, prevede espressamente che ci sarà una particolare attenzione verso alcuni fenomeni perfettamente radicati - questo è nella consapevolezza dell'intera Nazione - in alcuni territori, ma questo non preclude evidentemente che l'attenzione della Commissione antimafia sia aperta alle altre manifestazioni di criminalità organizzata e ad altri territori non specificatamente indicati.

Presidente, credo sia un messaggio negativo quello che proviene in questo momento dai banchi della sinistra, di distogliere l'attenzione rispetto ad un tema che, invece, deve essere considerato centrale, che è quello della focalizzazione da parte delle istituzioni - così come stanno facendo tutte le istituzioni già preposte, penso alla DIA, che ha individuato il radicamento della mafia nigeriana in ben otto regioni italiane - su alcuni fenomeni che rischiano di determinare un'evoluzione criminale in Italia, poi difficilmente arginabile in assenza di adeguati interventi tempestivi. Occorrono considerazione e consapevolezza, anche culturale, da parte nostra rispetto a questa emergenza. Quindi, Presidente, è per questa ragione che, nel rispetto delle indicazioni date - ma anche riconoscendo che non c'è un'esclusività di attenzione, ma solo una particolare attenzione dedicata a questi fenomeni - che noi ci sentiamo di confermare il testo attuale e di respingere la proposta di emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Provenzano, su cui la Commissione e il Governo si sono rimessi all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.101 Giachetti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Presidente, l'onorevole Urzì non ci ha convinto: noi abbiamo tentato di fare uno sforzo in più, nel senso che è del tutto evidente che, se in un testo legislativo si specifica quali sono gli ambiti nei quali interviene la Commissione, di per sé questo esclude che ce ne siano degli altri, a meno che il testo sia il più possibile generico, che salvaguardi l'interesse della Commissione per determinate deviazioni dal punto di vista criminale, ma non le circoscriva a fattispecie troppo ristrette.

Quindi, con questo emendamento abbiamo cercato di salvaguardare le ragioni alla base del testo predisposto dalla Commissione, ma parlando in generale dello sfruttamento di donne e minori e della tratta di esseri umani - il che non riguarda soltanto la mafia nigeriana, ma ci possono essere, e ci sono, fenomeni, magari meno evidenti, ma estesi nel Paese -, così come del tema del lavoro clandestino e della sicurezza nei luoghi di lavoro, che sappiamo benissimo che non riguarda soltanto una parte dell'Italia, ma è, ahimè, diffuso in tutta Italia. Insomma, la ratio di quel testo è salvaguardata, lasciando però un carattere generico che permette senza dubbio alla Commissione di intervenire anche su altre fattispecie, che non siano necessariamente quella nigeriana, quella cinese, o quella di non so quale altro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente, per sostenere questo emendamento del collega Giachetti e della collega Carfagna, perché anche noi siamo convinti che l'eccessiva specificazione nel testo della nostra Commissione determinerebbe o potrebbe determinare un indirizzo troppo specifico. Sono molte e variegate, infatti, le nuove mafie presenti nel Paese, anche di origine non italiana, diciamola così; sono presenti in tante zone del nostro Paese. È per questa ragione che l'eccessiva specificazione che si è fatta in questo articolo potrebbe, in qualche modo, produrre un nocumento alla capacità operativa della Commissione di avere una visione d'insieme e di sapere indagare anche sulle nuove forme di criminalità organizzata di origine mafiosa che pure nel Paese, purtroppo, continuano a fiorire e ad aumentare. Per questa ragione pensiamo che una forma più generale, non generica, ma generale nel testo potrebbe aiutare la capacità della Commissione stessa di essere maggiormente operativa e maggiormente incisiva. Per queste ragioni sosteniamo questo emendamento che siamo convinti possa migliorare davvero il testo generale. Le considerazioni del collega Urzì, seppure stimabilissime da ogni punto di vista, in realtà, non colgono questo punto ed è per questo che penso che ci debba essere, almeno sull'emendamento Giachetti, una riflessione anche da parte delle forze di maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.101 Giachetti, su cui la Commissione e il Governo si rimettono all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'articolo 1. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Tra i vari punti dell'articolo 1 c'è la lettera e), se non sbaglio, che è quella specifica della verifica dell'attuazione del 41-bis. Credo sia importante parlarne oggi perché è utile ricordare che i mafiosi, in fin dei conti, non temono il carcere, perché qualche giorno, qualche mese, qualche anno di carcere, alla fine, per un mafioso è un'affermazione sociale, è quasi una medaglia nella lotta di strada per dimostrare la propria contrarietà allo Stato. Un mafioso non teme fino in fondo il carcere perché dal carcere continua a gestire i propri affari. I mafiosi hanno il terrore del 41-bis perché il 41-bis è quello strumento che impedisce al mafioso di controllare il territorio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), è quello strumento che fa venire al mafioso la paura di essere scalato nel proprio clan, è quello strumento che fa venire al mafioso la certezza che lo Stato ha vinto e che è utile consegnarsi, collaborare, pentirsi e redimersi.

È lo strumento utile per combattere la mafia. E la mafia lo sa così tanto che sono decenni che prova in tutti i modi strade, a volte con le buone, a volte con le cattive, per far cambiare idea allo Stato. Lo Stato finora non ha cambiato idea.

C'è una nuova strada che sta tentando la mafia per fare cedere lo Stato sul 41-bis, un nuovo personaggio, un influencer che sta utilizzando per questo strumento, ed è il terrorista Cospito che sta utilizzando la mafia in questo momento per far cedere lo Stato sul 41-bis (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non sto citando fonti particolarmente faziose di destra, sto citando la Repubblica di oggi, in cui riportano le parole di Cospito, che dice: non sto facendo la battaglia per me, ma per abolire il 41-bis per tutti i mafiosi e tutti i terroristi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Non lo dice Donzelli, mi dispiace che qualcuno nel PD si lamenti, lo dice Cospito su la Repubblica. E che Cospito sia un terrorista, anche qui, non lo dice Donzelli, non lo dice soltanto la giustizia italiana, ma lo diceva lo stesso Cospito, quando ha fatto arrivare dal carcere, quando non era al 41-bis, all'assemblea di Bologna del 9 giugno 2019, un contributo pubblico, pubblicato poi il 13 giugno 2019 sul sito autistici.org, in cui dice testualmente: non riesco proprio a leggere come infamanti le accuse di terrorismo.

La mia ferma convinzione è che la rivoluzione, parola altisonante, la può fare solo chi ha il diavolo in corpo, e chi ha il diavolo in corpo non ha paura della parola terrorismo, perché desidera che tutte le forze e i potenti vivano nel terrore. Questo diceva Cospito, che è un terrorista, e lo rivendicava con orgoglio dal carcere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ma perché dico che è uno strumento della mafia? Non solo perché lo dice Cospito. Perché, come si può vedere dai documenti che sono presenti al Ministero della Giustizia, il 28 dicembre 2022, poche settimane fa, Cospito ha avuto un confronto, mentre passava da un ramo all'altro del penitenziario, con Francesco Presta, killer di rara freddezza, uno che ha messo in proprio una 'ndrina, che si è messo da solo, un boss della 'ndrangheta. E Presta lo esortava: devi mantenere l'andamento, vai avanti. E Cospito rispondeva: fuori non si stanno muovendo solo gli anarchici, ma anche altre associazioni. Adesso vediamo che succede a Roma. E il 'ndranghetista: sarebbe importante che la questione arrivasse a livello europeo e magari ci levassero l'ergastolo ostativo. Questo è Cospito! Ma non basta: pochi giorni fa - e arrivo a concludere - il 12 gennaio 2023, sempre nella casa circondariale di Sassari, Cospito faceva altri incontri, mentre si spostava per andare a parlare, credo, con l'avvocato. Parlava con Francesco Di Maio, del clan dei Casalesi. Era il turno dei Casalesi di incoraggiare Cospito ad andare avanti, pochi giorni fa. Diceva il boss dei Casalesi: pezzetto dopo pezzetto, si arriverà al risultato, che sarebbe l'abolizione del 41-bis. E poi dopo andava avanti e rispondeva Cospito: deve essere una lotta contro il regime 41-bis e contro l'ergastolo ostativo, non deve essere una lotta solo per me. Per me, noi al 41-bis siamo tutti uguali. Questi i colloqui tra i mafiosi e Cospito, questo il 12 gennaio 2023.

PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Mi scusi, Presidente, concludo. Il 12 gennaio 2023 - è questo quello che riguarda anche quest'Aula - non è l'unico incontro che ha avuto Cospito. Il 12 gennaio 2023, mentre parlava con i mafiosi…

PRESIDENTE. Dobbiamo concludere.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). … Cospito incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando, che andavano a incoraggiarlo nella battaglia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Allora, voglio sapere, Presidente, se questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia! Lo vogliamo sapere in quest'Aula oggi!

PRESIDENTE. Onorevole Donzelli, la ringrazio, ha esaurito il suo tempo.

Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà. Colleghi, iscrivetevi a parlare e parlate tutti. Prego, onorevole Zaratti.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Presidente, sono assolutamente sconcertato dall'intervento del collega Donzelli. Non c'entra nulla con il dibattito che stiamo facendo in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra – Commenti). Cosa c'entra con l'articolo 1 della legge sull'antimafia? Non è consentito, non è possibile consentire che ci si alzi la mattina e si venga qui a fare il comizio, perché non è giusto, non è in regola rispetto al Regolamento che lei deve far rispettare! Ha fatto parlare Donzelli per dieci minuti su una materia che non c'entra nulla (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Allora, non è accettabile che chi si sveglia la mattina venga qui a fare il comizio su quello che gli pare, non è possibile!

PRESIDENTE. Onorevole Zaratti, lo dico a lei e lo dico anche ai colleghi con estrema calma. L'onorevole Donzelli è intervenuto sul complesso dell'articolo 1, collegando la posizione del 41-bis a un caso che è su tutti i giornali. Ci sono considerazioni che adesso saranno puntualmente contestate dai colleghi in Aula.

Ha chiesto di parlare sul Regolamento l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). A me risulta che sul complesso degli emendamenti si parli all'inizio.

PRESIDENTE. Siamo alla votazione dell'articolo 1.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Lei ha testé affermato che il collega Donzelli è intervenuto sul complesso dell'articolo 1, e sull'articolo 1 questo tema non c'entra niente.

PRESIDENTE, C'è una dichiarazione sull'articolo 1, che, al suo interno, ha un comma…

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Che non c'entra niente, niente, non c'entra niente con l'articolo 1 (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe)! Basta che lei si legga il testo e scopre che è così!

PRESIDENTE. L'ho letto, collega. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenzano. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Presidente, ci sono molte ragioni per le quali noi potremmo invitare l'onorevole Donzelli a vergognarsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); ce ne sono molte, Presidente, e non le ripeterò in quest'Aula, perché ne voglio sottolineare solo due. La prima è che l'intervento e le accuse che ha appena rivolto all'opposizione non c'entravano nulla, come è stato ricordato dall'onorevole Giachetti e dall'onorevole Zaratti, con il merito della nostra discussione, con l'articolo 1, in cui si sta parlando di mafia, non di altro, non di comizi. La seconda ragione per cui l'onorevole Donzelli si deve vergognare è perché sta sporcando un momento di grande unità che questo Parlamento ha il dovere di costruire sui temi della lotta alla mafia, unità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

Allora, Presidente, le chiedo di richiamare l'onorevole Donzelli al rispetto della sua funzione e, nel rispetto della sua funzione, al rispetto di tutti noi che siamo in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie Presidente. Intanto, per ribadire che eravamo pronti a discutere dei temi che l'onorevole Donzelli ha posto in Aula, così come abbiamo richiesto la scorsa settimana un'informativa urgente al Ministro. Tengo, però, a precisare alcune affermazioni. Nessuno qui sta chiedendo impunità. Abbiamo chiesto, come il garante dei diritti dei detenuti, di mettere la salute al primo posto per volontà non di rispondere, Presidente, alle molotov e ai proiettili spediti in busta chiusa con intento intimidatorio.

Siamo qui, ovviamente, a dare solidarietà a chi li ha ricevuti o per mostrare i muscoli di uno Stato inflessibile, ma certamente non si può - e lo ribadiamo - sacrificare una vita.

Presidente, la cosa più grave dell'intervento dell'onorevole Donzelli, oltre a quello che hanno già detto i colleghi in Aula, ovvero che non c'entra niente con le dichiarazioni di voto sull'articolo 1, è quel messaggio, anche un po' subdolo, che c'è dietro quelle parole. Fatemi capire: stiamo parlando di un uomo che ha perso 40 chili durante il 41-bis e l'onorevole Donzelli, qui, in Aula, ci spiega che quel (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)… Posso finire, Presidente? Mi lascia finire? L'onorevole Donzelli ci sta spiegando che quell'influencer della mafia - così l'ha chiamato -, ancora oggi, parla tramite la sua persona durante il 41-bis al Paese. Allora, onorevole Donzelli, qualcosa non va nella sua riflessione, perché, se lei dice che quella persona sta parlando ancora oggi dal 41-bis e lei fa il portavoce di quelle parole, allora c'è qualcosa che non funziona nemmeno nella sua narrazione. Quindi, Presidente, se vogliamo parlare di cose così serie, evitiamo di fare il portavoce di fantasmi: è questo che ha fatto l'onorevole Donzelli (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, poiché sono stati effettuati alcuni rilievi di ordine regolamentare, anche nei confronti della sua persona, asserendo che, nella dichiarazione di voto sull'articolo 1 dell'onorevole Donzelli, la materia dell'articolo 41-bis non era trattata, vorrei ricordare a me stesso che, in premessa, l'onorevole Donzelli ha chiarito che uno dei punti a cui si riferiva nella sua dichiarazione di voto era l'articolo 1, comma 1, lettera e), disposizione che, non a caso, è inserita nelle previsioni di questa proposta di legge, che mi auguro sia licenziata oggi all'unanimità da questa Camera, così pure al Senato, affinché la Commissione antimafia possa rientrare pienamente nell'esercizio delle sue funzioni che sono auspicate da tutti.

Ebbene, il 41-bis, alla lettera e), è specificatamente indicato come materia di indagine da parte della Commissione; questo a sgombrare il fatto che il collega Donzelli sia andato fuori tema. Dopodiché, stando perfettamente in tema, mi sia consentito di dire che, citando l'intervista di la Repubblica di oggi, penso che alcuni elementi di inquietudine non debbano essere soltanto dell'onorevole Donzelli, ma di tutta quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché la saldatura tra mafia ed eversione politica è stato uno degli elementi che indubbiamente sono stati posti all'attenzione da parte della magistratura, in questa come in altre fasi. Non si può oggi confondere - scusatemi - ciò che è la situazione di salute di un detenuto, per il quale è stato preso il provvedimento che l'autorità competente ha ritenuto opportuno e cioè il trasferimento presso la struttura carceraria di Opera, che ha una struttura ospedaliera in grado di poter far fronte ai suoi bisogni, con quello che è il 41-bis, che è tutt'altra materia!

Chi gioca sulle due materie è perché vuol confondere le acque (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e, quindi, ringrazio l'onorevole Donzelli del suo meritorio intervento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci: rinuncia. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Sentiamo il dovere di intervenire in questo confronto, perché la posizione va analizzata sotto due profili totalmente diversi. In primo luogo, c'è una assoluta indipendenza della valutazione politica rispetto alla valutazione giudiziaria. Quella del Cospito è una posizione che è stata giudicata e sulla quale viene considerato il rilievo dal punto di vista di una organizzazione con finalità anche terroristiche. È stata valutata anche davanti alla Corte di cassazione ed è evidente che, sotto questo profilo, l'Aula non debba e non possa interferire. Dove deve invece intervenire? Laddove si possa pensare che, attraverso atti di violenza o intimidazioni da parte di una folla anonima, si possa deflettere da un meccanismo, quello della disciplina speciale di detenzione, di cui all'articolo 41-bis (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); un meccanismo applicato secondo la procedura, su proposta dei magistrati che si occupano di quella posizione e, quindi, conoscono esattamente quali sono i collegamenti. Peraltro, dietro determinate persone, ci sono delle strutture che si muovono anche con grande pericolosità e questo non lo possiamo dimenticare.

Quindi, mai deflettere da una posizione che è la linea che lo Stato vuole! E il 41-bis rappresenta una forma determinante per impedire che continuino i collegamenti tra coloro che occupano ruoli dominanti nell'ambito di organizzazioni criminali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è il motivo per cui noi riteniamo che assolutamente lo Stato non debba mai piegarsi agli atti di violenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Vorrei porre una domanda, Presidente: se noi la mattina ci occupiamo di rassegna stampa oppure dei provvedimenti che dobbiamo esaminare (ApplausiCommenti).

PRESIDENTE. No, onorevole Zaratti. Se è sull'ordine dei lavori, la prego…

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Stiamo commentando un'intervista su la Repubblica. Ora il tema c'è, quello proposto da Donzelli, da Foti e dal collega Cafiero De Raho, perché una discussione vera sul 41-bis e sullo specifico caso di Alfredo Cospito effettivamente è una delle questioni su cui il Parlamento si deve interrogare e deve discutere.

Tuttavia, per l'ordinato lavoro che noi dobbiamo svolgere e anche per i doveri che abbiamo nei confronti della nostra comunità e della collettività, le discussioni su argomenti così importanti non si improvvisano sulle interviste di la Repubblica, ma si istruiscono e si mettono in campo, così come si deve fare.

Oggi noi abbiamo un compito importantissimo - e concludo, Presidente - che è quello dell'istituzione della Commissione antimafia. La Commissione esiste dal 1962: è un dato molto bello che istituiamo tale Commissione in tutte le legislature, è comunque un dato molto brutto il fatto che, dopo tanti anni, continuiamo ad avere bisogno di una Commissione antimafia.

Perché in questo momento dobbiamo dividerci in ordine a questioni sulle quali sicuramente la pensiamo in modo diverso? Facciamo una discussione apposita, non veniamo qui la mattina a commentare la Repubblica, perché, davvero, degradiamo anche il lavoro che noi, come Parlamento, dobbiamo fare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Intervengo solo per lasciare agli atti una considerazione. L'onorevole Donzelli ha ritenuto di fare una prolusione appassionata sul caso Cospito, sul quale io ritengo che quest'Aula dovrebbe manifestare un minimo di prudenza in più - mettiamola così -, mischiando poi due temi, 41-bis e carcere ostativo, che riguardano le garanzie di fondo e sui quali la discussione è aperta da tempo, a prescindere dai casi chiamati in causa.

Ricordo all'onorevole Donzelli, per suo tramite, che sono due temi completamente diversi. Sul carcere ostativo c'è una discussione in atto e ci sono stati interventi della Corte costituzionale. Direi che, per quel che riguarda la discussione di oggi, è bene rimanere alla discussione di oggi, mentre per quel che riguarda temi più generali su elementi così fondamentali per un Paese che vuole continuare a essere di grande civiltà giuridica, come è stato, ebbene, su questi temi, penso che non si debbano usare i casi specifici e l'emotività che questi sollevano, ma rimanere in una discussione di natura giuridica, in un Paese che ha fatto delle garanzie degli imputati, della rieducazione e del reinserimento sociale dei detenuti un punto fondamentale e ineludibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Io penso che dobbiamo cercare di affrontare questo provvedimento in modo puntuale. Si è aperto un dibattito su temi anche di attualità e mi ha colpito leggere ieri, sulle agenzie, due prese di posizione distinte e distanti, opposte. Da una parte, un Sottosegretario per l'Interno - non lei, onorevole Molteni - ha detto: “Mi auguro che venga confermato il 41-bis a Cospito perché è un segnale chiaro e preciso”; dall'altra parte, un esponente del Partito Democratico ha chiesto al Ministro Nordio di revocare sic et simpliciter il 41-bis. Guardate che questa è una procedura seria e puntuale. Non è un segnale e non è un atto politico: è una procedura relativa a un decreto motivato del Ministro della Giustizia.

Allora, finiamola di entrare nel merito con dichiarazioni politiche e con richieste di segnali da una parte e dall'altra. Penso che il Parlamento debba dimostrare anche rispetto con riferimento a quello che dovrà essere l'atto che assumerà il Ministro Nordio e quando verrà assunto non dovremmo neanche commentarlo, perché sarà un atto giurisdizionale o paragiurisdizionale sul quale potrà esserci un reclamo e un ricorso. Punto! Fermiamoci qui e non facciamo della propaganda inutile (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la presidente Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Presidente, credo francamente che gli interventi che hanno preceduto il mio - in particolare quello dell'onorevole Donzelli ma anche, devo dire, quello del presidente Foti, che in qualche modo ha giustificato un comportamento che credo questa mattina potessimo evitare, come ha ricordato l'onorevole Provenzano - impongano oggi di fare un ragionamento approfondito sui temi dell'Antimafia.

Quindi, tutto il gruppo del Partito Democratico si iscrive a parlare sugli emendamenti, sugli articoli e sugli ordini del giorno, perché è fondamentale che, a questo punto, si approfondisca il tema dell'antimafia, che riteniamo abbia molti argomenti sui quali il Parlamento si debba confrontare. Io non credo che, su temi di questo tipo, possiamo pensarla diversamente e sbaglia chi in quest'Aula pensa di poterci dividere tra buoni e cattivi.

Penso che sbagli chi pensa che il Paese si possa dividere su temi così delicati e ritengo che sia stato un errore, un grave errore, Presidente, quello di intervenire questa mattina con parole che avrebbero dovuto essere evitate nel modo più assoluto, perché l'immagine della politica su temi come quelli della mafia va salvaguardata nell'interesse del Paese e non della politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), nell'interesse di tutte quelle persone che hanno perso la vita, che quotidianamente combattono e che non meritano - non meritano! - di avere davanti a sé questa immagine della politica.

Mi permetta poi, Presidente, visto che sono stata citata direttamente dall'onorevole Donzelli, di ricordare all'onorevole Donzelli le parole del Ministro Nordio che credo abbia esattamente detto quello che il Partito Democratico ha chiesto al Ministro Nordio sulla vicenda di cui oggi abbiamo parlato, e cioè che nessuno ha messo in dubbio le decisioni della magistratura, che nessuno da questa parte ha dubitato dell'autonomia delle decisioni della magistratura, che nessuno si è permesso di dire alcunché su quelle decisioni, ma ci siamo permessi di dire - e lo faremo sempre, sempre e per chiunque, anche fosse, per esempio, qualcuno di destra a trovarsi in quella condizione - che le ragioni umanitarie e di salute devono essere all'attenzione del Ministro. E il Ministro ieri ci ha detto che proprio le condizioni di salute sono state alla base della decisione che ha portato semplicemente a trasferire un detenuto nel regime del 41-bis, detenuto che resta al regime del 41-bis, in un carcere in cui ci sono strutture sanitarie che possono assisterlo nel caso di bisogno. Punto! È questo ciò che abbiamo chiesto e questo il Ministro Nordio ha fatto e il Ministro Nordio non è del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Il Ministro Nordio non ci ha detto di sì perché ne ha fatto una questione politica: ne ha fatto una questione di umanità, Donzelli, di umanità! Ma lei si ricorda cos'è l'umanità oppure no (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti)?

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - Testo unificato - A.C. 303-A​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vincenzo Amendola. Ne ha facoltà per un minuto. Colleghi, per favore!

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anch'io, come la collega Serracchiani e come dirà anche il collega Provenzano, vorrei ritrovare in quest'Aula il senso più alto del nostro dovere. Parliamo della Commissione antimafia: è il segnale dell'unità del Parlamento in una lotta che celebriamo nelle ricorrenze dei martiri, nel lavoro di ogni giorno di magistrati e poliziotti e il senso dell'unità si trova nell'Aula del Parlamento. Non è uno show televisivo! Capisco che qualcuno voglia usare la narrativa politica per incendiare quest'Aula, ma la serietà, quando si discute di una Commissione antimafia, imporrebbe che tutti abbiano anche il senso delle istituzioni. Il carcere è una questione seria, come ha sostenuto anche il Ministro Nordio, parlando in quest'Aula, e i parlamentari, tutti, me compreso,…

PRESIDENTE. Deve concludere.

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). …e tutti quelli che vanno a visitare le carceri conoscono le condizioni ma se ne discuta in maniera appropriata e nei luoghi appropriati. La mafia e l'istituzione della Commissione non sono uno show televisivo; sono qualcosa che deve unire questo Parlamento e il senso di rispetto, soprattutto ai leader politici, deve essere pieno.

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). Per questi motivi, vogliamo che in questa seduta si porti rispetto per tutti i gruppi politici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, solo perché vorrei riportare quest'Aula ad una visione di maggiore concretezza rispetto ai temi che stiamo dibattendo, perché, Presidente, fatta salva la legittimità, ovviamente, del Partito Democratico di iscrivere tutti i colleghi in questo dibattito, credo che dovremmo ritornare al tema centrale di oggi e quello che è il provvedimento sul quale (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)

PRESIDENTE. Per favore, per favore! Collega Serracchiani, sentiamo cosa ha da dire l'onorevole Lucaselli, però. Fate parlare l'onorevole Lucaselli! Ancora non sappiamo cosa deve dire. Prego, onorevole.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Vede, Presidente, la veemenza dei colleghi del Partito Democratico è su un tema evidentemente divisivo, perché, quando si parla di 41-bis e della questione di Cospito, in particolare, è evidente ed è naturale che vi siano posizioni opposte. Credo, però, che, proprio perché in quest'Aula siamo chiamati a rappresentare nel miglior modo possibile gli interessi della Nazione, l'ostruzionismo rispetto ad un provvedimento di cui dibattiamo oggi, al netto delle diverse posizioni (Proteste della deputata Serracchiani)… Collega Serracchiani, però mi faccia finire…

PRESIDENTE. Per favore, facciamo parlare. Per favore, colleghi…

YLENJA LUCASELLI (FDI). Capisco l'animosità e capisco che le posizioni siano differenti; mi pare che non sia stato detto nulla al quale non possa essere data una risposta, quindi, se ci sono risposte le ascolteremo e dibatteremo su quelle (Commenti della deputata Serracchiani); io però volevo riportare l'attenzione su un altro punto e il punto è che, oggi, su questo provvedimento, l'ostruzionismo - a modestissimo avviso di chi parla in questo momento - non ha una vera ragion d'essere, perché il provvedimento del quale parliamo è nell'interesse esclusivo della nostra Nazione e su questi punti dovremmo ritrovarci tutti quanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro per un richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo sul Regolamento che all'articolo 58, comma 1, recita: “Quando nel corso di una discussione un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità, egli può chiedere al Presidente della Camera di nominare una Commissione la quale giudichi la fondatezza della accusa; (…)”. Noi chiediamo formalmente l'istituzione di una Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché l'intervento dell'onorevole Donzelli ha leso l'onorabilità della collega Serracchiani e di altri colleghi del Partito Democratico in riferimento a una visita al carcere di Sassari al detenuto Cospito.

Deve essere chiaro - lo dico al collega Foti, capogruppo del più grande gruppo di questo Parlamento - che occorre un surplus di responsabilità; il collega Donzelli deve scusarsi, si è lasciato andare nella (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Scusatevi voti!

PRESIDENTE. Onorevole Donzelli… onorevole Donzelli…

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Caro Donzelli, devi capire che c'è una differenza tra stare in televisione, fare propaganda e stare in un Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Devi avere rispetto, devi avere più rispetto, hai capito? Più rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Onorevole Fornaro… Stiamo sul Regolamento…

La Presidenza prende atto della sua richiesta. A questo punto, vista la richiesta potremmo andare avanti e procediamo “come se”. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Presidente, purtroppo, bisogna intervenire, perché oggi in quest'Aula, dove si deve parlare dell'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, c'è chi, come l'onorevole Donzelli, si è permesso, invece, di fare considerazioni del tutto ultronee e, addirittura, di commentare un articolo di un quotidiano dove ci sarebbero dei virgolettati del detenuto Cospito al 41-bis. Ora, invece di chiedersi come questo sia possibile, perché se si sta al 41-bis, non si parla con i giornalisti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), invece di chiedersi come sia possibile questo, lo ripeto, lui fa considerazioni di altro genere. Ecco, noi abbiamo chiesto che non si ignorino le condizioni di salute di questo detenuto e, di fatto, questa richiesta è stata anche accolta, dopodiché il regime del 41-bis, Presidente, sta in capo al Ministro ed è il Ministro che si deve assumere le proprie responsabilità. Punto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Presidente, quanto è avvenuto poc'anzi in quest'Aula non fa onore al senso di quello che dovrebbe essere il lavoro che ci dovrebbe occupare, cioè approfondire l'istituzione di una Commissione che, negli anni, ha permesso di approfondire questioni sull'antimafia, dando anche il giusto ruolo e la giusta compensazione al lavoro che quotidianamente portano avanti le Forze dell'ordine, i magistrati e chi è in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata.

Si è, invece, concentrato, scambiando quest'Aula per uno dei tanti talk televisivi di cui è protagonista, semplicemente per attaccare una parte politica. Allora, quel senso di responsabilità che ci viene richiesto, evidentemente, per primo lo si dovrebbe chiedere al primo gruppo parlamentare di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) che, evidentemente, dopo diversi provvedimenti continua a scambiare il ruolo di guida del Paese con il ruolo di guida dell'opposizione a quello che dovrebbe essere il Governo del Paese.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Noi siamo convinti che la Presidenza sappia anche indurre a più miti consigli un gesto che ha poco di intelligente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per rafforzare il concetto. Credo che sia incredibilmente irrispettoso dei lavori di quest'Aula quello che sta avvenendo. Stiamo assistendo a un dibattito che parte da un'accusa all'opposizione, a una determinata parte, e che utilizza una notizia sui giornali, dimostrando la scarsissima consuetudine che probabilmente l'onorevole Donzelli ha con i quotidiani e con il modo in cui vengono scritti, visto che i virgolettati sono riportati, come spesso accade, quasi solamente nel titolo e visto che Cospito è al 41-bis e difficilmente parla con dei giornalisti. Inoltre, sporca quello che dovrebbe essere il senso di unitarietà che in questa sede dovremmo tenere tutti quanti.

Penso che sia molto grave e molto indicativo che si cerchi anche di chiamare “ostruzionismo” la risposta legittima delle opposizioni a questo tipo di atteggiamento. Non è di questo che stiamo parlando, noi stiamo parlando di antimafia e forse è su questo che l'onorevole Donzelli dovrebbe riflettere, prima di fare un certo tipo di intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Madia. Ne ha facoltà.

MARIA ANNA MADIA (PD-IDP). Presidente, solo qualche giorno fa, abbiamo pensato, discusso e pianto insieme. C'era il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che voglio ringraziare, eravamo in tanti, parlamentari e non solo. L'occasione è stata la proiezione del documentario di Walter Veltroni sul barbaro assassinio di Pio La Torre. Così, Presidente, le istituzioni si avvicinano alla mafia. Onorevole Donzelli, impari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Devo dire che sono davvero amareggiato per quello che ho visto in quest'Aula; devo dire che - sono alla terza legislatura, qui - un intervento così sguaiato, così provocatorio, così fuori tema, quando si parla della Commissione antimafia, non l'avevo mai sentito. Penso che ci voglia un sussulto di responsabilità da parte del gruppo Fratelli d'Italia e di chi lo guida, di quello che oggi è il primo gruppo in questa Camera e che ha la responsabilità di essere all'altezza di quello che gli elettori l'hanno chiamato a fare, della responsabilità istituzionale che ha. Non credo che l'onorevole Donzelli, in quanto tale, questi concetti magari sia in grado di comprenderli ma spero che qualcuno, nel suo gruppo, gli chieda di fare il passo giusto verso le nostre istituzioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io mi pongo un'altra domanda, perché è incomprensibile. Se la si butta in rissa su un tema che è condiviso, se si ha l'ardire, in quest'Aula, di dire che il 41-bis è un tema divisivo, io ho la vaga sensazione - lo dico a chi ci ascolta, al di fuori di quest'Aula - che forse ci sia il tentativo velato, da parte di qualcuno o di qualche forza politica, di ritardare l'istituzione di questa Commissione o, quanto meno, di non volerla proprio istituire, perché altrimenti, caro Presidente… Eh, lo so, Presidente, lei scuote la testa, mi sia consentito…

PRESIDENTE. Deve concludere.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Però, mi sarei aspettato - le porto il massimo rispetto, ci mancherebbe altro - che avesse scosso la testa quando abbiamo ascoltato parole inascoltabili in quest'Aula.

PRESIDENTE. Lo scuotimento di testa non era diretto a lei, comunque, era rivolto al funzionario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Roggiani. Ne ha facoltà.

SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io credo che noi dobbiamo rispetto a quest'Aula. In quest'Aula invitiamo le scuole, invitiamo le persone ad ascoltarci, da qui sopra e anche in televisione. Oggi istituiamo la Commissione antimafia, la istituiamo in un momento in cui, ancora, nel Paese, la mafia c'è ed è forte, la istituiamo in un momento in cui i fondi del PNRR, purtroppo, devono farci accendere un altro faro di attenzione. Ebbene, questo rispetto che noi dobbiamo all'Aula, a chi ha combattuto la mafia, a chi è morto per la mafia oggi non lo abbiamo visto. Allora, la maggioranza, che guarda all'opposizione, ci accusa e oggi è lì, è in piedi e non ascolta nemmeno i nostri interventi, abbia un sussulto di dignità, non per noi ma per il Paese che vogliamo, per il Paese che, ci auguriamo, vogliamo tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Allora, non solo ci ascolti ma chieda scusa, non a noi, ma a chi viene in quest'Aula ad ascoltare, a chi ci guarda e dica con voce forte, unita, unica che la mafia ancora esiste, che noi oggi siamo qui per ribadirlo e dica perché è importante istituire questa Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. È triste dover intervenire per ribadire che sulla mafia, contro la mafia, contro la criminalità organizzata ci può e ci deve essere l'unità del Paese tutto. Lo è stato in momenti difficili, lo deve essere ancora, perché la mafia è ben lungi dall'essere sconfitta. C'è, invece, chi preferisce la tribuna di quest'Aula per lanciare accuse inaccettabili, lesive dell'onorabilità dei colleghi, e chi preferisce, a un lancio d'agenzia, il ritrovato spirito unitario contro la mafia. È evidente che questi nostri interventi hanno anche il significato di segnare la distanza politica ed etica nei confronti di simili atteggiamenti e, quindi, continueremo a farli finché in quest'Aula non si ripristini un principio di rispetto reciproco. Nel rispetto, evidentemente, c'è anche il fatto di non lanciare accuse infamanti e assolutamente destituite di ogni fondamento.

PRESIDENTE. Concluda.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Invito pacatamente il collega Donzelli a rileggersi il resoconto: una volta che avrà letto il resoconto, credo che, se è intellettualmente onesto, si renderà conto di aver ecceduto. E, in questi casi, è semplice, basta fare una cosa semplicissima: chiedere scusa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo per ricordare all'onorevole Donzelli che l'articolo 41-bis è stato introdotto da Mario Gozzini del Partito Comunista Italiano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), quindi non ci facciamo spiegare dal gruppo di Fratelli d'Italia che cos'è il 41-bis, quanto è servito il 41-bis, quanto serve il 41-bis. C'è un tema, però, che non abbiamo mai dimenticato, che è il tema dell'umanità e il tema anche del rispetto dell'articolo 27 della Costituzione italiana. Si può combattere la mafia, si deve combattere la mafia restando umani, questo è il nostro obiettivo. Quando eravamo tutti insieme a vedere - l'ha ricordato l'onorevole Madia - il documentario di Pio La Torre, c'era quel messaggio: ora tocca a noi. Da parlamentare, oggi, sono triste di dover intervenire, sono triste perché avrei solo voluto votare, votare il lavoro che è stato fatto in Commissione, votare il lavoro unitario che ci stava portando a votare l'articolo 1. Chi ha scambiato la dichiarazione di voto sull'articolo 1 in un comizio elettorale ha sbagliato e oggi dovrebbe avere la dignità di chiedere scusa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zingaretti. Ne ha facoltà.

NICOLA ZINGARETTI (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Noi stiamo intervenendo per difendere quest'Aula e la sacralità del Parlamento. Non si è capito bene perché, dopo alcuni giorni da una grande vittoria dello Stato, l'arresto di Matteo Messina Denaro, grazie all'impegno delle Forze dell'ordine e della magistratura, e con la possibilità, oggi, di dare un segnale del Parlamento e dello Stato di forte unità e prova di impegno comune contro le mafie, si debba distruggere tutto per propaganda partitica, costruendo un grande errore e, soprattutto, una grande confusione, quella di chi confonde gli interessi di partito con gli interessi dell'Italia, dello Stato e del Parlamento. Quello che noi vogliamo è che su questo ci sia grande chiarezza perché, anche questa volta, contro la mafia bisognerebbe essere uniti per difendere la nostra Patria, che è l'Italia, ed è un impegno sul quale siamo tutti uniti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenzano. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Presidente, io mi limito a ribadire le cose che ho detto prima, tramite lei, all'onorevole Donzelli. In quest'Aula e in Commissione, malgrado la diversità, anche profonda, di opinioni che noi abbiamo, anche rispetto ad alcuni strumenti specifici messi in atto da questo Governo e sugli effetti che avranno nella lotta alla mafia - penso al tema dell'uso del contante -, credo che abbiamo avuto tutti una grande responsabilità di un percorso unitario. Questo percorso unitario è stato infranto dall'onorevole Donzelli, con un intervento vergognoso, che ha anche un'altra responsabilità: di aver creato confusione su un tema fondamentale, perché quando si parla di mafia…

PRESIDENTE. Concluda.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). …si deve sempre operare costantemente la distinzione, perché, se tutto è mafia, niente è mafia. E aver parlato di questioni che con la mafia non c'entrano nulla è un passo indietro…

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). …nel percorso che questo Parlamento, tutto insieme, deve fare e nell'unità che questo Parlamento ha il dovere di realizzare nella lotta alle organizzazioni criminali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonafe'. Ne ha facoltà.

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Vede, Presidente, è un brutto spettacolo quello che ha dato oggi l'onorevole Donzelli, uno spettacolo provocatorio che fa, intanto, una grande tristezza, ma, poi, non fa decisamente onore al decoro di questa istituzione, che deve stare unita su temi importanti come quello della lotta alla mafia; ma non fa onore nemmeno alle vittime, a chi la mafia l'ha combattuta e non lo fa a qualche giorno di distanza in cui c'è stata una grande vittoria dello Stato e una grande vittoria di tutti. Ci sono temi sui quali alla politica si chiede un sussulto di responsabilità, ci sono temi sui quali alla politica si chiede rispetto reciproco: quello della mafia, della lotta alla mafia è uno di questi. E, allora, non si può fare caciara su questi temi e, se il partito di maggioranza relativa non vuole che si istituisca una Commissione di inchiesta, lo dica chiaramente, senza fare comizi sguaiati, come quello dell'onorevole Donzelli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Letta. Ne ha facoltà.

ENRICO LETTA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questa mattina, come tutti noi, sono entrato in quest'Aula e, prima di entrare in quest'Aula, sono passato dai corridoi che sono qui. In questi corridoi, c'è una mostra fotografica, bella, importante: quella mostra fotografica ci dice l'importanza della lotta alla mafia e l'unità che dobbiamo avere in questo Parlamento.

Intervengo e interveniamo tutti in questo momento su questo tema proprio per un motivo molto semplice, lo voglio dire in particolare ai colleghi Foti e Donzelli, di cui ho stima e considerazione. Il gruppo di maggioranza relativa ha un compito maggiore rispetto a quello di tutti gli altri gruppi parlamentari: è il compito di far sì che i nostri lavori siano lavori che riescano, soprattutto sui temi dell'unità, a trovare un percorso che sia utile per tutti. È quello che stava accadendo in quest'Aula. Tutto questo si è interrotto quando c'è stato, a un certo punto, un intervento totalmente fuori luogo - credo che sia chiaro anche ai colleghi del gruppo di Fratelli d'Italia - da parte del collega Donzelli.

PRESIDENTE. Concluda.

ENRICO LETTA (PD-IDP). Dopodiché, io mi aspettavo che il capogruppo, il presidente Foti, intervenisse per riportare le cose dentro la logica normale e, invece, l'intervento del collega Foti, che è stato un intervento non soltanto a scusare l'intervento dell'onorevole Donzelli, ma a confermarlo...

PRESIDENTE. Deve concludere.

ENRICO LETTA (PD-IDP). …mi ha dato l'impressione che non ci sia la comprensione del fatto che ci deve essere rispetto, in quest'Aula, tra i gruppi parlamentari. Noi rispettiamo il vostro lavoro, ci aspettiamo che voi rispettiate il nostro ed il motivo per cui interveniamo in questo dibattito è che il tema della lotta alla mafia, con riferimento alla costituzione della Commissione antimafia, è uno di quelli in cui il rispetto e l'unità di questo Parlamento devono essere completi e totali ed è quello che ci aspettiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io credo questo: dopo l'intervento, appena ha chiesto la parola l'onorevole Donzelli, ho capito subito che ci sarebbe stato un altro intervento - così come succede spesso all'onorevole Donzelli - di campagna elettorale. Io vorrei dire, onorevole, che la campagna elettorale è finita: oggi siamo qui per poter svolgere il nostro lavoro, soprattutto, con un pensiero, che credo riguardi tutti noi, cioè quello di essere, prima di tutto, onorevoli nella testa e, poi, nelle azioni. Lei ha dimostrato di non essere onorevole nella testa, onorevole Donzelli, cerchi di esserlo e dimostri di chiedere scusa (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Onorevole Simiani, si rivolga a me…

MARCO SIMIANI (PD-IDP). …all'onorevole Serracchiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghio. Ne ha facoltà.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Devo dire che sono rimasta davvero sorpresa dall'atteggiamento di polemica politica e strumentale su un tema come questo, un tema sul quale questa istituzione dovrebbe dimostrare il massimo livello di unità. Solo qualche giorno fa abbiamo ascoltato dichiarazioni, da tutte le parti, di coesione istituzionale, che hanno fatto seguito alla cattura di Matteo Messina Denaro. Oggi, alla prima occasione utile che quest'Aula ha avuto di dimostrare, nei fatti, la coesione del Parlamento, abbiamo sentito parole irricevibili, che nulla hanno a che fare con la lotta alla mafia. Che immagine può dare, signor Presidente, la politica ai cittadini, se non riesce ad essere coesa e rispettosa su un tema come questo, come quello dell'istituzione di una Commissione antimafia? Noi dobbiamo essere di esempio alla società tutta, perché in tutte le componenti sociali ed economiche deve stare unita e coesa nella lotta alla mafia. Voi, oggi, quell'esempio non l'avete dato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Per richiami al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, molto brevemente, si chiede rispetto, ma bisogna anche portare rispetto. Io ho avvertito alcuni interventi che vanno, anzitutto, non alla Presidenza, ma direttamente all'onorevole Donzelli, con commenti che, francamente, risultano stonati rispetto all'Aula. Quindi, se vale un principio di azione e reazione, basta chiarirlo (Commenti di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Onorevole Foti, prego.

TOMMASO FOTI (FDI). È la dimostrazione dei “due pesi e due misure”. Io ho avvertito, in un intervento specifico, dei riferimenti che non hanno nulla a che fare con la critica politica (Commenti della deputata Serracchiani). Chiaro? E io la prego, signor Presidente, vale per noi e vale per tutti, qui dentro. Un intervento in particolare - la prego di andarlo a rivedere - è andato decisamente fuori da quella che è la critica politica…

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). Il tuo!

PRESIDENTE. Per favore, onorevole Amendola… Onorevole Amendola, per cortesia! Presidente Foti… Onorevole Foti, ha concluso? Allora, per favore… Presidente Serracchiani… Colleghi, per cortesia. Se mi fate rispondere, rispondo anche all'onorevole Foti, un attimo. Onorevole Foti, tutto quello che sta succedendo deriva dal fatto che, nel suo intervento, l'onorevole Donzelli ha richiamato quattro parlamentari, accusandoli di una condotta politicamente al limite (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Quindi, tutto quello che succede è perché ci sono quattro deputati chiamati dall'onorevole Donzelli. È ovvio che quello che si deve aspettare, come minimo, è che si replichi all'onorevole Donzelli, nel rispetto, perché, se di parole sconvenienti dobbiamo parlare, e io non ho interrotto l'onorevole Donzelli, forse anche nell'intervento dell'onorevole Donzelli vi erano parole sconvenienti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Azione-Italia Viva-Renew Europe). Dopodiché, andiamo avanti…

Vuole parlare, onorevole Foti? ? Su cosa? Io vi invito a rileggere lo stenografico dell'intervento dell'onorevole Donzelli. Ha fatto una critica assai aspra nei confronti dell'opposizione, nominando quattro deputati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Azione-Italia Viva-Renew Europe)… Vi prego, colleghi, però, perché sennò non ci capiamo… Vi prego, perché altrimenti non si sente.

Proviamo a ragionare e a superare questo momento. Onorevole Foti, nella calma assoluta, avendo chiamato in causa quattro colleghi dell'opposizione, avendo detto che andavano a incoraggiare questa persona nella battaglia, ha provocato quello che sta succedendo. Dopodiché, nel rispetto delle parti, io sto facendo parlare tutti, ma, ripeto, tutto origina da lì. Mi dica, onorevole Foti.

TOMMASO FOTI (FDI). Lei, Presidente, sa che, da questo gruppo, tutti i Presidenti avranno sempre il massimo del rispetto. Io non metto in dubbio le sue parole. Chioso soltanto che, come lei sa, tra le sue facoltà vi è quella di richiamare l'oratore nel momento in cui lo stesso abbia a pronunciare parole sconvenienti o non conformi a quello che dovrebbe essere il linguaggio parlamentare. Mi pare che ciò non sia accaduto, ma lo archivio (Commenti dii deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

TOMMASO FOTI (FDI). Faccio però presente, mi scusi, che i colleghi del PD, legittimamente - io l'avevo già invocato da mezz'ora - hanno chiesto l'applicazione dell'articolo 58. Non l'ho detto io, penso che l'abbia detto, se non sbaglio, l'onorevole Fornaro. Ora, l'applicazione dell'articolo 58 dovrebbe presupporre, mi scusi, signor Presidente…

PRESIDENTE. No, no, ma ha ragione…

TOMMASO FOTI (FDI). …che solleviamo dall'Aula il problema, lo trasferiamo in altra sede e si procede (Commenti della deputata Serracchiani)… Posso finire di parlare?

PRESIDENTE. Deve finire di parlare, ci mancherebbe altro. Prego, presidente Foti.

TOMMASO FOTI (FDI). Capisco che la capogruppo del PD oggi abbia il vizio di interrompere (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), però, poiché è stato sollevato un problema regolamentare…

PRESIDENTE. Presidente Foti… Per favore, colleghi, però (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)…Con le urla che qualcuno direbbe belluine non andiamo lontano. Prego.

TOMMASO FOTI (FDI). Scusate, l'articolo 58 - per chi l'ha letto, e non dico altro - prevede chiaramente una fase che è già superata dalla questione ‘scuse o non scuse', perché si ritiene che l'affermazione del deputato sia lesiva, e quindi vi è un collegio terzo che è deputato a decidere. Non l'ho invocato io l'articolo 58, se mi consentite. L'avete invocato legittimamente voi. Però, se si invoca l'articolo 58, si lasci che l'articolo 58 possa produrre effetti; dopodiché, come prevede l'articolo 58, non vi sarà neanche dibattito sul punto.

PRESIDENTE. È chiarissimo. Ma, infatti, onorevole Foti, quando l'onorevole Fornaro ha invocato quell'articolo, io ho detto: allora superiamo la fase. E invece mi è stato detto di no. Io ci ho provato, ma più che provarci, cosa devo fare?

Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani, sempre per richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Sì, Presidente, sul Regolamento, anche perché forse può aiutare, spero che possa aiutare il presidente Foti a capire. Leggo lo stenografico, Presidente: “(…) incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando, che andavano a incoraggiarlo nella battaglia.” - sottolineo: “incoraggiarlo nella battaglia” - “Allora, voglio sapere, Presidente, se questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia.” - lo dice Donzelli - “Lo vogliamo sapere in quest'Aula oggi”.

Bene, siccome lo vuole sapere oggi in quest'Aula, noi siamo qui e resteremo qui a spiegarglielo, da che parte stiamo! Chiaro? Si dovrebbe vergognare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista scandiscono: “Vergogna, Vergogna!”)! Perché l'onorevole Donzelli dice: “a incoraggiarlo”! E i parlamentari, che ho prima indicato, li ha messi insieme ad alcuni mafiosi che ha citato prima per nome e cognome. Allora, delle due l'una: noi ci andremo in Commissione, davanti al Giurì, ma oggi stiamo qui in Aula, onorevole Donzelli e presidente Foti, finché non vi scuserete rispetto a queste frasi! Chiaro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe)?

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - Testo unificato - A.C. 303-A​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tabacci. È sull'ordine dei lavori oppure per richiamo al Regolamento, onorevole Tabacci? Altrimenti andiamo avanti con la discussione, perché tanto si è sviscerato. Allora, andiamo avanti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Però così non è facile, mi sembra di stare in una bolgia.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Già la mattinata è complicata di suo, se ci mettiamo anche il brusio, poi è ancora peggio. Quindi, vi prego. Prego, onorevole Ferrari.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io provengo da una delle regioni più a nord di questo Paese e per anni ai miei studenti ho raccontato che cos'è la mafia, come se fosse una cosa lontana da noi. Nel febbraio dello scorso anno, c'è stata la prima condanna per mafia in Trentino: infiltrazioni della 'ndrangheta nel distretto dell'estrazione del porfido. Seconda condanna nel dicembre scorso. Per noi una grande novità, una sconcertante novità.

Tutto potevo aspettarmi - quando sono stata eletta dai cittadini nel settembre scorso, come i miei colleghi, e sono qui a rappresentarli, così come i colleghi di maggioranza - fuorché arrivare in quest'Aula e sentir dire che qualcuno appoggia il fenomeno mafioso, che qualcuno agisce accanto alla mafia per supportare iniziative che la sostengano. Francamente, oggi preferirei non vergognarmi di stare in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD-IDP). Grazie Presidente. Io intanto la ringrazio perché sta svolgendo - come è giusto che sia - un ruolo di garante per quest'Aula, rappresentando anche una funzione che è quella che tanti di noi hanno avuto la fortuna e la possibilità di rappresentare nei vari ruoli che ci hanno visto impegnati nell'impegno civico e pubblico nelle nostre passate funzioni; penso ai tanti sindaci e ai tanti rappresentanti delle istituzioni regionali. Quando si rappresentano le istituzioni, quando si rappresenta lo Stato e quando si sta in un luogo solenne come questo, seppur su fronti opposti, seppur giustamente con idee diverse, penso che il tema del riconoscersi a vicenda rispetto anche ad alcuni temi fondamentali, come quello della lotta alle mafie - più che alla mafia - e alla criminalità organizzata non abbia colore politico. Allora, la responsabilità che noi portiamo qui in quest'Aula è quella di adempiere fino in fondo alla solennità del caso e di far sì che ci sia unità rispetto a un tema così cogente per le nostre comunità. Dobbiamo anche dare un esempio, rispetto a chi ci sta seguendo e a chi sta fuori da quest'Aula, di unità, unità e unità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Girelli. Ne ha facoltà.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie Presidente. Credo che dobbiamo ricordare a noi tutti la difficoltà con cui in quest'Aula fu istituita la Commissione antimafia: se ne parlò nel 1948, si tornò a parlarne nel 1958, fu istituita nel 1962 per la prima volta, partì nel 1963, ma non si riunì mai perché si sciolse quel Parlamento. Ora, credo che oggi, con questa distrazione, ossia con l'introduzione di un'altra battaglia politica all'interno di questa discussione, si sia fatto un grande favore alla mafia, poiché il Parlamento si mostra incapace di assumersi le sue responsabilità, di prendere decisioni e di fare la sua parte perché, quanto fanno la magistratura e le Forze dell'ordine nell'arrestare importanti latitanti, come è avvenuto, richiede una risposta di pari responsabilità di quest'Aula. Oggi abbiamo assistito a qualcosa di diverso e io spero veramente che ci sia, da parte del gruppo di maggioranza di Fratelli d'Italia, la volontà di chiedere scusa, riprendere il discorso dove l'abbiamo interrotto e di dare questo rimando ai cittadini d'Italia, dicendo che c'è un Parlamento capace di assumersi la responsabilità di un vero contrasto alla mafia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevole Foti, sono sinceramente sorpreso della copertura che lei ha dato all'onorevole Donzelli. Non è un problema di articolo 58: la questione è politica e non riguarda solo il Partito Democratico in quest'Aula. Credo che la Presidente Meloni, leader indiscussa di Fratelli d'Italia, dovrà riflettere sul ruolo affidato all'onorevole Donzelli (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Tabacci, stia però sull'articolo 1. Prego.

BRUNO TABACCI (PD-IDP). Se il gruppo di maggioranza relativa pensa di esprimersi con provocazioni tanto insensate, quanto politicamente inadatte, in occasione di una discussione così delicata, come quella sull'istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla mafia, significa che interpreta in malo modo il mandato ricevuto dagli elettori. Sarebbe l'occasione per costruire ponti, esaltare lo spirito unitario della lotta antimafia e non introdurre inutili provocazioni di cui il Paese non ha bisogno. Se la Presidente Meloni ha inviato un messaggio a un Paese dalla stele di Capaci - e mi auguro che la cattura del latitante Messina Denaro sia stata una vittoria dello Stato, non solo del suo Governo -, Donzelli non può tradurlo in un discorso tanto insensato, di cui Fratelli d'Italia dovrebbe semplicemente scusarsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA (PD-IDP). Grazie Presidente. Sono intervenuto in quest'Aula venerdì, in discussione generale - e l'ho fatto con l'orgoglio di figlio di una terra, la Sicilia, che ha dato un tributo enorme alla lotta contro la mafia -, ricordando che è, dal 1962, che questa Commissione antimafia viene istituita in questo Parlamento e che, dal 1962 a oggi, ci sono stati oltre cinquant'anni di resoconti e atti parlamentari, che, probabilmente, non hanno visto nulla di simile a quello che è successo oggi; cinquant'anni di lotte in cui nostri colleghi, come Pio La Torre, ma anche eroi, come Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino (a cui è dedicata questa bellissima mostra che si chiama “A testa alta”), ci ricordano ogni giorno il nostro dovere civico e, soprattutto, unitario di lotta alla mafia.

Oggi, il collega Donzelli - lo dico tramite lei Presidente - ci ha portato a testa bassa, non a testa alta, perché ha calpestato quel ricordo, quei martiri e quell'unità che il Parlamento deve avere nella lotta contro la mafia e io lo ripudio violentemente come parlamentare, come siciliano, come politico, che dovrebbe avere a cuore lo Stato di diritto, uno Stato di diritto dove la lotta alla mafia si coniuga anche con dignità e civiltà e non come disumanità, come ci ha detto il collega Donzelli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, intervengo per stigmatizzare quello che sta avvenendo in quest'Aula, perché la questione nasce da un fatto: è vero, o non è vero, che alcuni parlamentari del Partito Democratico sono andati a trovare Cospito? Eh no - scusatemi - dobbiamo essere onesti, ripeto: dobbiamo essere onesti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! È vero, o non è vero? Allora, il collega Donzelli, nell'ambito della critica politica che in quest'Aula è ancora ammessa e ammissibile, ha semplicemente riportato un fatto (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), tra l'altro - se i colleghi mi consentono di intervenire - ho il resoconto stenografico qui di fronte a me…

PRESIDENTE. Per favore, colleghi!

YLENJA LUCASELLI (FDI). Quando, dopo la visita, viene citata e invocata l'applicazione dell'articolo 27 della Costituzione, che prevede l'applicazione di una pena che sia anche umana, sostanzialmente si sta dicendo che si appoggia Cospito nella sua battaglia contro l'applicazione del regime di cui al 41-bis. Scusate: l'avete detto voi! Le parole hanno un senso e vengono applicate logicamente! Allora, rispondo a quelli che dicono (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

YLENJA LUCASELLI (FDI). Faccio fatica a parlare, ho il fiatone.

PRESIDENTE. Ha ragione. Per favore, colleghi, lasciamo concludere la collega Lucaselli.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Allora, al netto del fatto che i ruoli all'interno del partito di Fratelli d'Italia - se i colleghi permettono -, fino a prova contraria, li decidiamo noi all'interno di Fratelli d'Italia, detto questo, Presidente, il punto è semplicissimo: bisogna essere consapevoli e rispettare i propri atti. Noi denunciamo un fatto politico e i colleghi del Partito Democratico dovrebbero prendere atto di essersi comportati in un certo modo e semplicemente ammetterlo: è un dato di fatto (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). È vero o non è vero? I fatti! Allora, se siamo tutti d'accordo sul principio che Cospito è un terrorista (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)

PRESIDENTE. Colleghi, così non è possibile intervenire. Per favore!

YLENJA LUCASELLI (FDI). Se siamo tutti d'accordo sul principio che l'articolo 41-bis vada applicato secondo i principi della gradualità e della proporzionalità della pena, che non devono essere ribaditi in quest'Aula, se siamo tutti d'accordo che questo Parlamento debba essere unito in una lotta che è più importante di noi, rappresentanti del popolo all'interno delle istituzioni, che è la lotta contro le mafie, poiché è stato correttamente e legittimamente invocato l'articolo 58, non si capisce perché oggi non si possa addivenire alla costituzione di una Commissione fondamentale per questo Paese nella lotta alla mafia semplicemente perché i colleghi si sentono offesi dal fatto che sia stato riportato un dato di fatto (Commenti dei deputati Amendola e Serracchiani - Vive e reiterate proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Colleghi!

YLENJA LUCASELLI (FDI). È vero o non è vero che è stato riportato e invocato l'articolo 27 della Costituzione? Allora, questo è un pretesto!

E noi sull'istituzione di una Commissione così importante, come quella per la lotta alla mafia, non vogliamo scuse e non vogliamo deroghe (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). La critica politica, così come si fa, bisogna saperla sopportare! Così come la si fa, la critica politica bisogna saperla sopportare. Allora, Presidente, il ruolo di quest'Aula oggi deve superare…

PRESIDENTE, Andiamo a concludere, onorevole Lucaselli, per favore.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Il dibattito politico, quest'oggi, in quest'Aula, deve essere riportato al principio fondamentale che, oggi, votiamo, l'istituzione di una Commissione sulla quale c'è sicuramente la volontà trasversale di combattere la lotta alla mafia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, adesso ho una serie di interventi sull'ordine dei lavori e sul Regolamento. Ovviamente do la parola a tutti, nel tentativo, ahimè, finora vano, di trovare una conclusione alla vicenda di cui ci stiamo occupando. Quindi, lo sforzo che chiedo ai gruppi, nel rispetto, per carità, delle rispettive opinioni, è di trovare, se c'è, una modalità di una compensazione per poter andare avanti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, signor Presidente. Sono onestamente dispiaciuta di questo intervento della collega Lucaselli. Mi aspettavo da parte di un'esponente importante della forza di maggioranza relativa un intervento più distensivo, proprio in ossequio di quello che ha detto, cioè che siamo qui per istituire la Commissione parlamentare antimafia, e su questo tema tutto l'arco parlamentare dovrebbe essere unito. Segnalo, però, che, se si è originato questo dibattito così acceso in questo momento, è proprio a seguito di un intervento di un suo collega, di un collega dell'onorevole Lucaselli, che ha approfittato della dichiarazione di voto su un articolo per sferrare un'accusa molto, molto, molto pesante nei confronti di quattro parlamentari e di una intera forza politica di opposizione.

Le parole testé citate dalla collega Serracchiani sono molto gravi, le reputiamo molto gravi e trascendono - Presidente, mi rivolgo a lei e, tramite lei, alla collega Lucaselli - la dialettica politica. Non è dialettica politica, è un'accusa davvero molto pesante. Dire che alcuni parlamentari abbiano incoraggiato un condannato al 41-bis in una battaglia, la reputiamo un'accusa molto pesante, che veramente trascende la dialettica politica in quest'Aula. Allora, voglio dire questo: Presidente, a volte le parole non servono bene il pensiero, e, quando ci si accorge e ci si rende conto che, alle volte, le parole trascendono quello che potrebbe essere il pensiero, chiedere scusa non è un segnale di debolezza, ma potrebbe essere un segnale di forza (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra).

Rafforza il pensiero e anche la dialettica politica, che poi diventa una dialettica politica più sana. Quindi noi, Presidente, a nome di tutto il gruppo, riteniamo le parole pronunciate dal collega Donzelli francamente inaccettabili e ci uniamo alla proposta e alla richiesta del Partito Democratico che il gruppo di Fratelli d'Italia chieda scusa, in modo tale che possiamo continuare i nostri lavori e istituire finalmente la Commissione antimafia, che serve veramente al Paese (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul Regolamento l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Presidente, ci provo, poi non so se ognuno di noi sta facendo il suo tentativo.

PRESIDENTE. Tutti ci proviamo!

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Anche se, devo dire, sono qui da tanti anni, può succedere, c'è anche agli atti, che ogni tanto uno perda la frizione e intervenga dicendo: ho perso la frizione, il concetto politico lo preservo, però ho perso la frizione.

Mi sta a cuore una cosa, però, perché gli interventi che si succedono, signor Presidente, ho la sensazione che vadano ulteriormente a incarognire la situazione. Ma vorrei riferirmi in particolare all'onorevole Lucaselli, perché almeno su questo ci dobbiamo intendere. Nella mia vita di parlamentare, ho visitato, al 41-bis, decine e decine e decine di persone che non stavano neanche male, perché è mia responsabilità, come parlamentare, andare a verificare le condizioni di coloro che sono in carcere, e, a maggior ragione, di chi sta in condizioni particolari (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra)!

Si figuri se non sarei andato a visitare una persona che comunque stava al 41-bis in quelle condizioni. Segnalo che ho apprezzato molto che Cospito abbia detto ai parlamentari: non parlo con voi, se prima non fate il giro di tutto il carcere e ascoltate i problemi di tutti i detenuti. Questo non è un merito di Cospito, è un riconoscimento di, vorrei dire, quasi un obbligo che spetta alla nostra funzione di parlamentari. Quindi si può fare qualsiasi ragionamento. Rispetto al 41-bis la penso probabilmente molto diversamente rispetto a tutti quelli che stanno qua dentro, ma è una discussione aperta che non dobbiamo fare qui.

Oggi avevamo un punto che ci doveva stare a cuore. Penso che, se si fosse voluto fare semplicemente un intervento di sensibilizzazione sul tema del 41-bis, ci si sarebbe potuti fermare a tre minuti dalla fine dell'intervento. È scappata la frizione. Penso che, per sanare questo problema, la cosa principale sarebbe che l'onorevole Donzelli - penso che possa capitare e, per me, ha ragione l'onorevole Baldino - prendesse la parola e dicesse: mantengo quel concetto politico, ma il finale mi è scappato. Così il problema lo abbiamo risolto. Se non si risolve così, in subordinata, Presidente, non vorrei scaricare su di lei…

PRESIDENTE. Scarichi, scarichi.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Atteso che il Regolamento a lei attribuisce la possibilità di verificare a posteriori, sulla base del resoconto stenografico, se sono state dette o non sono state dette parole sconvenienti, potrebbe anche essere lei a risolvere la questione. Sono sicuro che, se lei certificasse che quelle parole finali che sono state lette, e che ha anche lei, sono sconvenienti, avremmo formalizzato che sono sconvenienti e penso che potremmo finirla e andare a chiudere con l'approvazione dell'articolo.

PRESIDENTE. C'è un segnale di diniego.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). No? Allora, andiamo avanti così!

PRESIDENTE. Allora, colleghi, ho varie richieste di intervento sull'ordine dei lavori, eccetera. Sulla situazione che si è creata possiamo fare 45 interventi sull'ordine lavori e non cambia di una virgola. Quindi, esauriti gli interventi sull'ordine dei lavori dei deputati che già si sono iscritti, procederemo con le dichiarazioni di voto sull'articolo 1, perché è chiaro e palese che non c'è volontà di cambiare le carte in tavola.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, Presidente. Prima di tutto, signor Presidente, mi faccia dire una cosa che spero l'Aula accolga positivamente. Penso che quest'Aula debba esprimere la solidarietà all'onorevole Serracchiani, all'onorevole Lai, all'onorevole Verini e all'onorevole Orlando (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Non farlo sarebbe un fatto… Ovviamente, poi, ognuno è responsabile di se stesso. Le parole che sono state pronunciate in quest'Aula sono gravissime. Ha ragione l'onorevole Giachetti quando dice che ogni tanto a qualcuno parte la frizione. Sarebbe atto di grande intelligenza che l'onorevole Donzelli ammettesse di avere sbagliato, di avere detto una sciocchezza. Sa perché, onorevole Donzelli, le dico questo? Perché in quest'Aula, indipendentemente dalla collocazione politica, ci sono deputati e deputate che hanno avuto a che fare con la mafia, ci sono deputate e deputati che hanno avuto a che fare con il terrorismo. Il partito a cui lei si è riferito, che non è il mio partito, ha pagato un tributo di vite umane nella lotta alla mafia e al terrorismo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Lo dico: è inaccettabile! Vorrei ricordare Pio La Torre. Francamente, onorevole Donzelli, lei che se ne sta lì tranquillo, non può venire in Aula a dire che qui ci sono persone che sono vicine alla mafia o ai terroristi. È complicato andare avanti se lei non ammette di avere sbagliato, che sarebbe un atto di intelligenza. Trovo francamente incredibile che ci sia qualcuno che non abbia l'onestà intellettuale di ammettere che è stato compiuto un errore.

In quest'Aula ci sono forze politiche che hanno contrastato il terrorismo, che hanno contrastato la mafia, ne hanno pagato le conseguenze in prima persona. Ci sono persone che sono sotto scorta (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) perché contrastano la criminalità organizzata. Lei, onorevole Donzelli, ne può uscire solo se chiede scusa. Lo deve fare. Ha detto una sciocchezza e l'ha detta offendendo la memoria di persone che veramente l'hanno contrastata con forza, ripeto, dando anche un tributo di vite umane, che ha fatto sì che questa nostra democrazia sia tale. Non se lo dimentichi, Donzelli: questa democrazia è tale perché ci sono state forze politiche che, negli anni di piombo, del terrorismo, della lotta alla mafia, hanno anteposto la propria vita per difendere questa democrazia e lei non può venire in quest'Aula a offendere chi oggi agisce nell'esercizio delle proprie funzioni, come ha ricordato l'onorevole Giachetti. Per noi del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, signor Presidente, è complicato andare avanti, se l'onorevole Donzelli non chiede scusa. Questo è un punto per noi importante e dirimente (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. L'onorevole Lucaselli è intervenuta prima stigmatizzando l'ostruzionismo. A me sembra che questa mattina siamo in un clamoroso caso di auto-ostruzionismo da parte della maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), reiterato. Io ho condiviso le parole del collega Giachetti, quindi non torno sul tema. Tuttavia, l'onorevole Lucaselli, cercando di difendere l'indifendibile, cioè le parole totalmente fuori luogo, strumentali e sbagliate dell'onorevole Donzelli, ha rivolto una imputazione ai colleghi del PD - a cui va tutta la mia solidarietà - che erano stati in carcere a visitare Cospito. Del resto, si visitano le persone che stanno male, non si vanno a visitare i casi più semplici. L'onorevole Lucaselli ha imputato ai colleghi del PD di essere usciti da quella visita parlando nientepopodimeno che dell'articolo 27 della Costituzione. L'articolo 27 della Costituzione, onorevole Lucaselli, recita: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Non può essere una colpa citare, difendere e rivendicare la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Se volete cambiare la Costituzione su questo tema - avete il Presidente del Consiglio, la maggioranza, il Ministro della Giustizia - cambiate la Costituzione! Ma, finché la Costituzione è questa, la si difende e bene hanno fatto i parlamentari del PD ad andare a difenderla laddove è più difficile. Se la difendi dove è più difficile, la difendi per tutti. Voi la criticate e, in questo modo, voi tradite la Costituzione, non la difendete (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente, mi rivolgo, per il suo tramite, alla collega Lucaselli. La sua difesa è stata fondata sulla mancata lettura - io credo - del resoconto. Il collega Donzelli non si è limitato a rendere noto un fatto - peraltro all'onore delle cronache perché, al termine di quella visita, i colleghi hanno rilasciato alla stampa dichiarazioni - ma ha detto una cosa che andava ben oltre: “andavano a incoraggiarlo nella battaglia”. Questa non è una critica politica, è un'accusa infamante ed è soprattutto un insulto! Ma il collega Donzelli non si è limitato a questo: “Allora, voglio sapere, Presidente, se questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia! Lo vogliamo sapere in quest'Aula oggi!” Vede, collega Donzelli, questa non è critica politica, non è un ragionamento sull'opportunità o l'inopportunità di quella visita, peraltro fatta nel pieno delle prerogative che spettano a ognuno di noi, questa è un'accusa infamante. Lo è ancor di più, come ha ricordato chi mi ha preceduto e, in particolare, il collega e rappresentante di Alleanza Verdi e Sinistra, per un gruppo parlamentare e per un partito che si sentono profondamente eredi di quelle culture politiche e di quelle persone che hanno pagato con la vita. Collega Donzelli, a questo gruppo lei non può dire queste cose, non le può dire a quelli che si considerano a tutti gli effetti gli eredi di Pio La Torre, di Guido Rossa, di Vittorio Bachelet (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Lei non si può permettere di dire queste cose! Ha sbagliato, si può sbagliare e, come ha detto giustamente il collega Giachetti, può scappare la frizione. È sempre in tempo: si alzi e chieda scusa!

Altrimenti, visto il suo ruolo politico di coordinatore di Fratelli d'Italia, noi dobbiamo interpretare le sue parole come quelle del suo partito e non soltanto del suo gruppo e, quindi, anche quelle del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e, questo, è doppiamente inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Allora, chiudiamo questa raffica di interventi con l'onorevole Gardini, che ha chiesto di parlare, e poi ricominciamo con le dichiarazioni di voto. Speriamo.

ELISABETTA GARDINI (FDI). Grazie, signor Presidente. Molto pacatamente e molto brevemente, vorrei ribadire una cosa molto semplice. Intanto, mi sembra che sia molto grave un atteggiamento censorio rispetto a quanto un parlamentare, nella libera espressione del suo mandato e del suo ruolo politico (Vive proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)… È un tentativo chiaro. Il mettere in bocca poi, caro Presidente, a un parlamentare cose e intenzioni che non sono state dette…

PRESIDENTE. No, no, così io non riesco a sentire. Colleghi, per favore!

ELISABETTA GARDINI (FDI). E, difatti, anche noi abbiamo avuto molta difficoltà a seguire gli interventi, signor Presidente, perché stanno insistendo, perché loro non vogliono rispondere ad una domanda chiara e semplice (Commenti)

PRESIDENTE. No, collega Pagano, per favore.

ELISABETTA GARDINI (FDI). …che ha posto l'onorevole Donzelli! Per cui…

PRESIDENTE. No, così non funziona! Scusi un secondo, collega Gardini. Così non funziona, non ne usciamo. Fatela terminare. Appena avrà terminato, ricominceranno i lavori, sennò non ne usciamo. Prego, onorevole Gardini.

ELISABETTA GARDINI (FDI). Noi non ci faremo certo intimidire da questi atteggiamenti censori. Non ci faremo intimidire (Proteste)! Questo è molto chiaro, molto chiaro e semplice.

Però, signor Presidente, non è una bella pagina quella a cui stiamo assistendo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Non è una bella pagina, perché non è l'onorevole Donzelli che deve chiedere scusa a loro, ma sono i signori onorevoli, che sono andati a incontrare il terrorista Cospito (Vive e reiterate proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe) e che hanno poi rilasciato dichiarazioni chiaramente a favore dell'alleggerimento del 41-bis nei confronti del terrorista Cospito, di un terrorista!

Loro devono chiedere scusa, non all'onorevole Donzelli, non a questo Parlamento, ma a tutta la Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che qui ci sta seguendo ed è chiaramente in grado di capire quello che è successo oggi in quest'Aula! Una pagina che mi auguro venga presto archiviata, perché non è degna del Paese e di quell'unità di intenti che le forze politiche devono avere nella lotta alla mafia, a tutte le criminalità organizzate, a tutti i terroristi del mondo.

PRESIDENTE. Colleghi!

ELISABETTA GARDINI (FDI). La nostra parte politica è sempre stata chiaramente da una parte. C'è chi nella storia è sempre stato dalla parte sbagliata e continua pervicacemente e ostinatamente a volerci restare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. C'era un ultimo intervento dell'onorevole Zaratti, che mi pare rinunci a parlare. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cuperlo. Ne ha facoltà.

GIANNI CUPERLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sono state pronunciate in quest'Aula parole di assoluta enormità, qualche ora fa e, ancora, qualche istante fa. Parole offensive perché false e violente. La logica e lo spirito critico dovrebbero indurre gli autori di quelle parole a rivolgere a quest'Aula delle scuse, ma per farlo servono coscienza, cultura e umiltà. Se voi non lo farete - e tutto lascia supporre che non abbiate intenzione di farlo - cari colleghi, care colleghe - parlo per me -, vi scuserò io, ma non saranno scuse meritevoli di stima: sarà una espressione di comprensione per chi è stato chiamato ad esercitare dei compiti superiori alle proprie capacità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Questo succede a volte nella vita, purtroppo, stamane è accaduto in quest'Aula.

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIANNI CUPERLO (PD-IDP). In coscienza, collega Donzelli, se può e se vuole, ci pensi. Non con noi, non per noi: lo faccia con se stesso e con la sua coscienza, che poi nella nostra vita è quello che conta di più in assoluto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io credo che stiamo scoprendo, oggi soprattutto, un indubbio talento del gruppo di maggioranza relativa, delle sue figure apicali, per una continua ricerca in quest'Aula dello scontro, della provocazione, dell'assoluta mancanza di rispetto nei confronti della sacralità di quest'Aula, che è la casa degli italiani. E, soprattutto, stiamo scoprendo fino in fondo l'incapacità di svolgere, da parte del gruppo di maggioranza relativa, la propria funzione in quest'Aula. Siete riusciti oggi a rovinare e a sporcare un momento alto come la discussione e la votazione per la costituzione della Commissione di inchiesta sulla mafia.

Presidente, sono convinto che gli interventi che stiamo svolgendo e che continueremo a svolgere…

PRESIDENTE. Concluda.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). …siano utili per far comprendere che, per far funzionare quest'Aula, c'è bisogno del rispetto della maggioranza nei confronti dell'opposizione e dell'Aula stessa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Cattaneo. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CATTANEO (FI-PPE). Presidente, a nome del gruppo di Forza Italia, intanto esprimo il rammarico per un clima che è andato via via degradandosi e che non sta evidentemente permettendo un prosieguo sereno su un tema che dovrebbe essere unificante, quello dell'istituzione della Commissione antimafia.

Per questo, Presidente, io chiedo una sospensione e di convocare i capigruppo per provare a ricomporre il quadro (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cattaneo. La stessa richiesta, colleghi, mi è arrivata da altri rappresentanti dei gruppi.

Se c'è l'accordo, potremmo ora votare l'articolo 1. Non c'è l'accordo, come è evidente…

A questo punto, potremmo sospendere i lavori, se siamo tutti d'accordo, se i gruppi sono d'accordo - se tutti siamo d'accordo: lo ripeto per l'ultima volta -, in attesa della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, che si terrà alle ore 13,30. Non vedo nessuno che si oppone.

Dunque, sospendo la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 11,45, è ripresa alle 15,15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 71, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 303-387-624-692-780-784-A: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.

Ricordo che prima della sospensione della seduta sono state esaminate le proposte emendative riferite all'articolo 1, hanno avuto inizio le dichiarazioni di voto su tale articolo e, da ultimo, è intervenuto il deputato Peluffo.

In teoria, c'è una richiesta di intervento in dichiarazione di voto sull'articolo 1, a titolo personale, del deputato Virginio Merola, ma mi dicono che c'è una richiesta di intervento sull'ordine dei lavori da parte del deputato Fornaro. Quindi, lo ascoltiamo, a condizione, però, che non si tratti del prosieguo della discussione che c'è stata questa mattina, perché già c'è stata. Quindi, si possono fare quanti interventi desiderate, ma sul provvedimento.

Prego, deputato Fornaro, a lei la parola.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). È sull'ordine dei lavori, signor Presidente, perché soltanto da pochi minuti è disponibile il resoconto e, per il suo tramite, noi vorremmo avere due chiarimenti, che, a nostro giudizio, sono importanti. Per il suo tramite, Presidente, il collega Donzelli, nel suo intervento, ha citato espressamente documenti depositati al Ministero della Giustizia in data 28 dicembre e ha citato nel dettaglio, con molti dettagli, colloqui avvenuti nel carcere di Sassari tra detenuti al 41-bis, in data 12 gennaio.

Anche in relazione al suo ruolo, al ruolo del collega Donzelli, di vicepresidente del Copasir, noi siamo a richiedere al collega Donzelli che ci dica ufficialmente come ha avuto questi documenti e a che titolo li ha avuti, perché, forse non rendendosene conto, ha fatto un grande servizio al detenuto Cospito, perché lo ha fatto diventare, automaticamente e pubblicamente, il tramite tra gli anarchici e la mafia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Deputato Fornaro, l'abbiamo ascoltata con attenzione. Resta il fatto che erano iniziate le dichiarazioni di voto e, quindi, la sua rimane una testimonianza. Poi, nel corso del dibattito, ognuno ovviamente si esprimerà, se riterrà, visto che la materia è compatibile, anche con le sue dichiarazioni.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - Testo unificato - A.C. 303-A​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sull'articolo 1, a titolo personale, il deputato Virginio Merola. Ne ha facoltà.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ci troviamo in una situazione davvero incresciosa, perché oggi dovremmo soprattutto parlare di come arrivare a un voto unitario, molto necessario, per l'istituzione della Commissione antimafia, perché non ho dubbi e non voglio avere dubbi che in quest'Aula siamo tutti d'accordo su questa necessità di contrastare la lotta alla mafia.

Purtroppo, l'intervento, falso e menzognero, del deputato Donzelli ci costringe, ancora una volta, a intervenire per chiarire preliminarmente quanto è stato detto. Sono state usate parole offensive e false nei confronti di quattro parlamentari del Partito Democratico e offensive rispetto a tutta la storia del Partito Democratico. Dire che si incoraggia la lotta al terrorismo è una cosa falsa e non si possono negare i fatti, dato che le parole sono state stenografate.

PRESIDENTE. Concluda.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Ci aspetteremmo la capacità di riconoscere i propri errori, chiedendo scusa per le offese arrecate, perché questo è necessario per arrivare anche a un voto unanime sulla necessità di istituire una Commissione antimafia.

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo. Concluda.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Invece, prendere le distanze, come è stato fatto, crea una situazione insostenibile, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Maria Stefania Marino. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARIA STEFANIA MARINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. No, onorevole Donzelli, la sinistra non sta con i terroristi; la sinistra chiede per Alfredo Cospito e per tutti i detenuti condizioni umane e misure adeguate ai fatti commessi, avendo come bussola il principio della funzione rieducativa scritto nella nostra Costituzione. La sinistra vi chiede, prima che uno sforzo di elaborazione politica, un atto di cristiana umanità; a voi, che dell'essere cristiani avete fatto un credo politico, un atto di giustizia, di umanità e di fede, per chi, come me, rispetta il proprio mandato elettorale, seguendo i principi di cristiana umanità e perdono di chi, da una vita, lotta per gli ultimi. Chi, come i colleghi che lei ha insultato, va in visita a un qualunque detenuto lo fa nel pieno rispetto del proprio ruolo istituzionale, per verificare che vi siano condizioni dignitose. Cospito è in pericolo di vita e noi non accettiamo che una persona possa morire, nella colpevole indifferenza dello Stato.

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA STEFANIA MARINO (PD-IDP). Onorevole Donzelli, mai mi sarei immaginata il suo intervento, di una violenza verbale inaudita e inaccettabile, completamente incompatibile con le istituzioni democratiche che, a parole, difendete. Ci aspettiamo adesso forti prese di distanza dalle forze di destra che sostengono il Governo Meloni. Nel mentre, noi, come riteniamo opportuno, voteremo favorevolmente, perché oggi deve essere una giornata dove l'Aula parlamentare dovrebbe mostrare unità politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Chiedo cortesemente di rispettare i tempi assegnati a ciascun deputato per le dichiarazioni di voto a titolo personale.

Ha chiesto di parlare la deputata Irene Manzi. Ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). Presidente, la ringrazio. Sentendo gli interventi che questa mattina si sono succeduti in Aula, mi viene da dire che le parole sono importanti e forse dovremmo ricordarcelo quando le esprimiamo. Lo sono sempre, ma questa mattina lo erano ancora di più, per l'oggetto dell'atto che si doveva votare oggi. Oggi, potevamo dare un esempio forte e significativo, da quest'Aula, di lotta concreta e intransigente nei confronti della criminalità organizzata, nei confronti della mafia. Lo dobbiamo, come istituzione, anche a quei testimoni, alle vittime, le cui foto sono raccolte nei corridoi di questa Camera, di questo luogo, e, invece, a volte, non ci si ricorda che, come partito di maggioranza e come rappresentanti delle istituzioni, si fa parte di un'istituzione.

PRESIDENTE. Concluda.

IRENE MANZI (PD-IDP). Ci si dovrebbe ricordare, in questo senso, di esserlo e di esserne all'altezza. Ecco perché non potevamo tacere e non potevamo non intervenire in quest'Aula, per stigmatizzare quanto è stato pronunciato questa mattina (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauro Antonio Donato Laus. Ne ha facoltà.

MAURO ANTONIO DONATO LAUS (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il collega Donzelli, così come è stato detto da altri colleghi, ha detto delle cose gravissime, che hanno fatto ancora più male dopo la lettura della collega Serracchiani dello stenografico, e che io devo ripetere: “Allora, voglio sapere, Presidente,” - dice lui - “se questa sinistra” - non se questi colleghi parlamentari del PD, se questa sinistra italiana, tutti, eletti ed elettori – “sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia! Lo vogliamo sapere in quest'Aula oggi!”. Secondo lei, secondo voi, colleghi, vi sembra normale o no? E la certificazione che non è un'esternazione normale è che viene registrata dall'imbarazzo dei colleghi che sostengono la maggioranza. Perché mi rivolgo a voi: siamo noi rimasti scioccati, perché siamo strani e siamo scesi dalla Luna, o effettivamente sono delle cose indicibili?

PRESIDENTE. Concluda.

MAURO ANTONIO DONATO LAUS (PD-IDP). Chiudo, Presidente. Solo un aspetto.

PRESIDENTE. Deve chiudere, ha esaurito il suo tempo.

MAURO ANTONIO DONATO LAUS (PD-IDP). Prendo le distanze… dieci secondi… Non gli è scappato il piede dalla frizione, perché è una scelta politica, avallata anche dal vostro capogruppo, è una vostra posizione, è una posizione politica di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)

PRESIDENTE. La ringrazio, ha esaurito il suo tempo.

Chiedo il rispetto dei tempi. Non mi fate intervenire, perché, davvero, non è carino da parte mia.

Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Chiara Gribaudo. Ne ha facoltà, per un minuto.

CHIARA GRIBAUDO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Vorrei ricordare, innanzitutto a me stessa e a ciascuno di noi, che in Parlamento, proprio perché si chiama Parlamento, le parole sono importanti e hanno un peso molto importante. Non siamo al bar, non siamo in un circolo di amici, bisogna sentire il peso della responsabilità e, vorrei dire, a maggior ragione quando si sta in maggioranza, cosa che, quando è capitato ad altri di noi, abbiamo sempre cercato di fare. I toni che ho sentito e che sono stati usati questa mattina sono stati a dir poco provocatori e manchevoli di rispetto non solo della storia della sinistra ma, in generale, manchevoli di rispetto nei confronti di tutta l'Aula.

Non so se il collega Donzelli, che comunque conosciamo da tempo anche per la sua modalità di fare politica, si renda conto che oggi ha un vestito decisamente nuovo rispetto al passato ma, evidentemente, la sua matrice è sempre la stessa: alza i toni, insulta, fa paragoni inaccettabili. Capisco che siate un po' fatti così, ma credo che quello che è successo oggi in quest'Aula sia così grave per cui le scuse sarebbero state il minimo indispensabile per poter ricostruire un clima di collaborazione e di unità rispetto a un tema che oggi ci tocca tutti, con delicatezza.

PRESIDENTE. Concluda.

CHIARA GRIBAUDO (PD-IDP). Io penso che non solo il collega Donzelli si debba scusare ma che, per il ruolo non solo istituzionale ma anche politico che ricopre, forse la Presidente Meloni dovrebbe anche prenderne le distanze.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stefano Vaccari. Ne ha facoltà, per un minuto, a titolo personale.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per suo tramite, voglio dire al collega Donzelli che il Partito Democratico sulla lotta alla mafia non prende lezioni da nessuno. Il suo intervento oggi in Aula è stato vergognoso e infamante contro quattro colleghi e l'unico modo per riparare ad esso, anziché l'intervento del capogruppo e di altri suoi colleghi, è porgere le scuse. Oltre che vergognoso e infamante, il suo intervento è stato anche pericoloso, perché le mafie, quando percepiscono le istituzioni divise sul contrasto ai fenomeni criminali, si incuneano e cercano ovviamente di imporre il loro potere. È per questa ragione che chiediamo anche alla Presidente del Consiglio Meloni di prendere le distanze da queste vergognose dichiarazioni e ritornare ad avere, in quest'Aula, l'unità nella lotta alla mafia di cui abbiamo bisogno.

PRESIDENTE. La ringrazio, anche per la puntualità.

Ha chiesto di parlare il deputato Claudio Michele Stefanazzi. Ne ha facoltà, per un minuto.

Non è in Aula, quindi, decade.

Ha chiesto di parlare il deputato Federico Gianassi. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. In un'occasione nella quale la Camera si apprestava a sostenere unitariamente la battaglia contro la mafia, un importante esponente della maggioranza, Donzelli, non smentito ad ora dai componenti del suo gruppo, ha sostenuto gravissime falsità, quando ha detto che deputati del Partito Democratico hanno incoraggiato Cospito ad andare avanti nella sua battaglia, e ha avanzato insinuazioni calunniose, laddove ha sostenuto un accostamento tra le posizioni di mafiosi in relazione alla vicenda Cospito e quelle del Partito Democratico. Si tratta di fatti gravissimi e inaccettabili; nemmeno le scuse possono portare a mettere in secondo piano quanto è successo.

Tuttavia, vi è di più. L'onorevole Donzelli ha dichiarato che è a conoscenza dei contenuti di due colloqui tra mafiosi detenuti al 41-bis e una persona, un terrorista di matrice anarchica, detenuto al 41-bis. Ha sostanzialmente indicato che in quei contenuti c'è una saldatura tra mafia e anarchia. Come faceva a conoscere quei contenuti? Da chi li ha saputi e perché li ha divulgati pubblicamente, facendo il peggior torto che si può fare al 41-bis, che è misura dura e radicale prevista per impedire a persone detenute in quello stato di portare all'esterno da quei luoghi i loro desideri, le loro volontà? Perché lo ha fatto? A quale titolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ilenia Malavasi. Ne ha facoltà.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi unisco alle riflessioni che hanno fatto i colleghi. Abbiamo ascoltato, questa mattina, un dibattito e parole che sono state offensive, illazioni, una diffamazione lesiva - lo ripeto - della dignità e dell'onestà con cui ognuno di noi svolge il proprio ruolo di parlamentare e anche offensive rispetto a tutto il nostro Partito Democratico. Lo dico perché la nostra solidarietà va sicuramente ai colleghi che sono stati citati nell'intervento dell'onorevole Donzelli, gli onorevoli Serracchiani, Verini, Lai e Orlando, parlamentari e colleghi per i quali nutriamo tutta la nostra stima.

Ci è stato anche detto che non siamo in grado di affrontare e di capire una critica politica. Questa, però, non è una critica politica. La critica politica ci sta all'interno di un dibattito come questo, in un'Aula parlamentare che è il luogo del confronto, della democrazia e del rispetto, ma, certamente, non siamo stati eletti per essere offesi o insultati con parole così pesanti. La critica è ben altra cosa, e siamo assolutamente in grado di reggerla e di confrontarci nel merito dei problemi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Per ribadire che le parole dell'onorevole Donzelli, questa mattina, in quest'Aula, sono state di una gravità che è sotto gli occhi di tutti. Probabilmente, noi la pensiamo in modo diverso sul caso di specie rispetto ad alcuni colleghi del PD, ma è inaccettabile quello che l'onorevole Donzelli ha detto questa mattina rispetto ai colleghi del PD ed è ancora più grave che l'onorevole Donzelli abbia fatto riferimento a documenti che avrebbe visionato, documenti riservati del Ministero della Giustizia. Noi vogliamo sapere - su questo annunciamo già che faremo un'interpellanza urgente - a che titolo l'onorevole Donzelli abbia preso visione di questi documenti, se nella sua qualità di vice presidente del Copasir, di dirigente di Fratelli d'Italia, di amico del Sottosegretario Delmastro Delle Vedove.

È gravissimo quello che ha detto l'onorevole Donzelli e noi esprimiamo solidarietà ai colleghi del PD (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). Noi siamo stati attaccati in modo populista, negli anni passati, anche dall'onorevole Donzelli, spesso nel silenzio di alcuni colleghi. Noi, invece, vogliamo riconoscere solidarietà agli amici del PD non per la comune militanza di un tempo ma perché Donzelli ha attaccato gravemente le istituzioni, ha violato gravemente le regole istituzionali e lo sanno bene anche i colleghi di maggioranza, che tacciono per amor di coalizione ma sanno della gravità del gesto dell'onorevole Donzelli, che dovrebbe chiedere scusa e, comunque, lasciare il suo ruolo di vice presidente del Copasir (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Signor Presidente, vorrei che sia chiaro - a partire, ovviamente, da lei che presiede quest'Aula e lo diremo anche al Presidente Fontana - che quello che ha detto l'onorevole Donzelli, nel cui merito già siamo entrati, apre un capitolo nuovo. L'onorevole Donzelli è vice presidente del Copasir ed è chiamato a non violare il segreto, che è anche un segreto di Stato. Da questo punto di vista, deve essere fatta chiarezza in ordine ai documenti a cui ha fatto riferimento l'onorevole Donzelli, che deve dirci come ne è venuto a conoscenza e attraverso quale modalità. Non so se posso rubare nuovamente la frase del collega Giachetti, cioè se, per la seconda volta, “gli è partita la frizione” e non è riuscito a mantenere quel segreto a cui i membri del Copasir sono chiamati.

Come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra le comunichiamo che scriveremo formalmente al Ministro della Giustizia e al presidente del Copasir, perché, se l'onorevole Donzelli ha violato il segreto, l'onorevole Donzelli non può più fare il vice presidente del Copasir, perché ha violato un patto chiaro che quel regolamento e le leggi prevedono riguardo a tale Comitato. È inutile che il capogruppo di Fratelli d'Italia faccia gesti di disapprovazione, perché dovrebbe essere il primo a richiamare all'ordine e a gestire bene il suo gruppo. Quello che è accaduto in quest'Aula è estremamente grave. Il vice presidente del Copasir non può violare – quindi, vogliamo sapere - segreti e renderli pubblici perché riguardano una questione di Stato. Chi ci dice che, magari, non ci fossero già interventi, non ci fosse una sorveglianza da parte dell'intelligence su quello che l'onorevole Donzelli oggi ha comunicato, facendo un grande favore a chi, invece, deve essere perseguito, come i mafiosi?

Lo ribadiamo: non solo chiediamo le scuse, ma, a questo punto, è veramente difficile, dal nostro punto di vista, che l'onorevole Donzelli possa continuare a fare il vice presidente del Copasir (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente. Noi eravamo convocati questa mattina per un momento di alta condivisione parlamentare: l'istituzione di una Commissione di inchiesta sui fenomeni mafiosi. Ovviamente, avremmo dato volentieri il nostro contributo, però ci troviamo tutti, inevitabilmente, costretti a discutere dell'intervento in dichiarazione di voto fatto dall'onorevole Donzelli.

Dirò subito che, a mio avviso, questo intervento merita - se l'onorevole Donzelli non ritiene di prendere la parola per scusarsi - un intervento del Presidente della Camera, e spiego il motivo. Perché l'onorevole Donzelli non ha solamente diffamato i colleghi del Partito Democratico, ma ha mostrato tutto l'analfabetismo istituzionale suo e devo dire, purtroppo, anche degli altri colleghi del gruppo di Fratelli d'Italia che sono intervenuti dopo di lui, aggravando, se possibile, la situazione.

Presidente, il potere di accesso pressoché assoluto dei parlamentari agli istituti penitenziari nel nostro ordinamento, nella nostra democrazia costituzionale, è dovuto al fatto che le condizioni di trattamento dei detenuti e di esecuzione della pena debbono essere all'attenzione diretta dei membri di questo Parlamento. Dicendo quello che ha detto, il collega Donzelli ha insultato e ha mancato di rispetto alle prerogative di questo Parlamento e ha mancato di rispetto a quanto prevede la legge, che non contempla che il fatto di andare in carcere significhi sostenere le istanze dei condannati e dei detenuti, sostenerne le condotte. Ma siamo impazziti?

Personalmente, ho incontrato nelle carceri detenuti per i reati più diversi - detenuti sex offender, detenuti per reati di mafia e di terrorismo - e questo significa che qualcuno in quest'Aula possa dirmi che io sostengo o sono, in qualche modo, solidale con le condotte di quei detenuti? Ma siamo impazziti (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)?

Questo è il motivo per cui quello che è accaduto stamattina è estremamente rivelatore dell'analfabetismo istituzionale del primo partito di Governo in questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Vi rinuncia.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Graziano. Ne ha facoltà, per un minuto.

STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io tengo a ribadire un concetto molto semplice: penso che, stamattina, l'onorevole Donzelli abbia dato prova di totale analfabetismo istituzionale (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Purtroppo è così, perché basterebbe leggere, forse, quelle che sono le prerogative dei parlamentari. E, probabilmente, egli confonde anche i diritti umani con quello che è, legittimamente e giustamente, il mantenimento del 41-bis per chi ha compiuto atti di terrorismo. La domanda la rivolgo io all'onorevole Donzelli: ma lei sa…

PRESIDENTE. Attraverso la Presidenza.

STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). …qual è la differenza tra le prerogative di parlamentare e quelli che sono, oggettivamente, i diritti umani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Di Biase. Ne ha facoltà, per un minuto.

MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Grazie, Presidente. Qualche settimana fa, questo Parlamento si è riunito per votare l'istituzione di una Commissione di inchiesta sul femminicidio e, oggi, eravamo e siamo chiamati a votare per l'istituzione di una Commissione sui reati di mafia. Avrei auspicato che, così come per la Commissione contro il femminicidio, noi potessimo confrontarci in modo civile, provando, attraverso la discussione, a migliorare e ad approfondire il provvedimento che eravamo chiamati a discutere.

Sono rimasta colpita, siamo rimasti spiazzati dalle parole utilizzate, non soltanto - e questo me lo faccia dire, sempre per suo tramite, ai colleghi deputati e deputate del centrodestra - per le dichiarazioni fatte dal collega…

PRESIDENTE. Concluda.

MICHELA DI BIASE (PD-IDP). …ma per l'atteggiamento cameratesco - e concludo - che oggi abbiamo visto in quest'Aula. Una serie di interventi a difesa di un comportamento inaccettabile per un'Aula parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Comba. Ne ha facoltà, per un minuto.

FABRIZIO COMBA (FDI). Signor Presidente, la ringrazio ma sarò brevissimo, solamente per un richiamo al Regolamento, perché mi sembra irriguardoso, quanto meno…

PRESIDENTE. Se è per un richiamo al Regolamento, ha più di un minuto.

FABRIZIO COMBA (FDI). La ringrazio, ma sarò brevissimo, perché il richiamo al Regolamento mi porta a sottolineare che riferirsi a un collega con l'appellativo di analfabetismo istituzionale lo trovo ingiurioso e irriguardoso (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Eh sì, cari signori, perché stamattina abbiamo sentito - le cose bisogna anche dirle - “becero, inadeguato, analfabetismo istituzionale”. Io dico che, se vogliamo ritornare nell'alveo e discutere in modo democratico e ascoltarci…

PRESIDENTE. Deputato Comba, sa dirmi a quale articolo del Regolamento si riferisce?

FABRIZIO COMBA (FDI). All'articolo 58, signor Presidente.

PRESIDENTE. E, quindi, cosa chiede?

FABRIZIO COMBA (FDI). Io chiedo che lei, gentilmente, riporti al giusto clima richiesto da questa Aula, perché non è una condizione che si può sopportare. Comunque l'atteggiamento che sta subendo in questo momento il collega Donzelli va al di sopra di qualsiasi logica. Qui si parla di confronto, ognuno è libero di prospettare le proprie posizioni, ma rimanendo sempre nel limite del rispetto reciproco e del rispetto dei colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La Presidenza non è intervenuta perché, evidentemente, non ha ritenuto ingiuriosa l'affermazione di analfabetismo istituzionale che era stata rivolta poco fa nel corso di un intervento. Quindi, diciamo che possiamo procedere.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Noi riteniamo un nostro nemico chiunque collabori con la criminalità organizzata, direttamente o in concorso esterno, anche fornendo quel supporto nella gestione degli affari economici e del riciclaggio, indispensabile alla continuità dell'impresa mafiosa.

Per questo voteremo a favore dell'articolo 1 e per questo riteniamo offensive le parole di chi oggi ha detto che, il 12 gennaio 2023, Cospito, dopo aver parlato con i mafiosi, incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando. Ancora una volta diamo tutta la solidarietà ai nostri colleghi e rispediamo al mittente chi ci domanda di chiedere scusa, mentre oggi questo Parlamento è stato insultato e le prerogative di chi è vicepresidente del Copasir sono venute meno (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cafiero De Raho. Ne ha facoltà, per un minuto. No, ha cinque minuti, mi dicono. Prego, faccia la sua dichiarazione.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Mi sembra che in questo caso si sia pervenuti a un fatto veramente grave. A parte un piccolo inciso, analfabetismo giudiziario o politico è nulla rispetto a terrorista e mafioso (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Azione-Italia Viva-Renew Europe), che mi sembra qualcosa veramente di impensabile che in un'Aula come questa possa pronunciarsi.

Fatto questo breve inciso, mi sembra che, alla rilettura del resoconto stenografico, emerga qualcosa di particolarmente grave, qualcosa che riguarda un'informazione, coperta sicuramente da segreto, che riguarda un colloquio, colto evidentemente da un soggetto appartenente alla struttura penitenziaria e che evidenzia il rapporto fra Cospito e un ‘ndranghetista.

Il che è ancora più grave, perché è qualcosa che sarebbe dovuto restare negli atti del Ministero della Giustizia, ma che evidentemente è stato riferito al Copasir soltanto perché esso deve essere informato di eventuali alleanze, collegamenti e di tutto ciò che possa mettere in pericolo la nostra sicurezza.

E un fatto di questa gravità e di questa sensibilità, che sarebbe dovuto restare nella cassaforte del pensiero e delle conoscenze di ciascun componente del Copasir, invece, è finito per trapelare nell'Aula, come se fosse una notizia di stampa. Mi pare che comparare una notizia di quel tipo, per riversarla, in modo calunnioso, su un'altra parte politica, sia qualcosa di veramente grave. Ma, al di là del fatto, su cui evidentemente gli organismi interni si concentreranno, a questo punto quel che è importante è che il Copasir, in una propria riunione urgente, urgentissima, possa fare luce su questa informazione e sulla sensibilità dell'informazione, adottare immediatamente i provvedimenti del caso, ma soprattutto riferire all'Aula tutta se esista un rapporto di questo tipo fra anarchici e 'ndranghetisti o mafiosi. E se un rapporto di questo tipo è stato effettivamente rilevato da appartenenti alla struttura interna e se una notizia di questo tipo è stata portata all'Aula, credo che l'Aula debba essere informata in tutti i suoi aspetti conoscitivi, indipendentemente da quel che era. Perché il segreto vale fino a che resta segreto, ma, nel momento in cui il segreto trapela, credo che ci sia la necessità che lo stesso Copasir faccia pervenire all'Aula tutta quali siano la consistenza, la realtà e l'esistenza di questa notizia riservatissima (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Chiedo, quindi, Presidente, che faccia presente al presidente del Copasir l'urgenza della sua convocazione, ma non domani, ad horas, immediatamente. È qualcosa di gravissimo, di cui la Camera chiede immediatamente contezza, anche eventualmente con sospensione, Presidente. Ma noi, prima di iniziare a parlare dell'istituzione della Commissione antimafia, chiederemmo che si faccia luce su questa vicenda e che il Copasir provveda con immediatezza (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Esame dell'articolo 2 - Testo unificato - A.C. 303-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

SIMONA BORDONALI, Relatrice. Grazie, Presidente. Sull'emendamento 2.1 Giachetti mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme. Il Governo si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, se quest'Aula e anche lei mi consentite di intervenire - in realtà, ammetto che il richiamo al Regolamento sia una forzatura, ma più persone hanno sollevato il tema del Copasir - credo di dover dare ovviamente, in qualità di vicepresidente, ma anche di componente del Copasir, su questo tema una spiegazione immediata perché si tratta di una vicenda sulla quale non voglio che restino dubbi.

Non è possibile che abbia avuto quelle informazioni dal Copasir, semplicemente perché - lo comunico all'Aula -, per poter consultare i documenti consultabili al Copasir, fuori dalle sedute, c'è un registro apposito da firmare e il sottoscritto, al momento, non ha mai consultato alcun documento dell'archivio del Copasir; quindi, non avendone consultato nessuno, non ho potuto apprendere queste notizie riservate dal Copasir (Commenti).

Su come siano arrivati questi documenti, mi permetto di dire - come avevo già accennato nell'intervento e non entro nello specifico dell'intervento, perché siamo in attesa di un eventuale e ulteriore intervento richiesto al Presidente della Camera e sono consapevole della riflessione in corso - che questi documenti sono depositati al Ministero della Giustizia, consultabili da qualsiasi deputato, non sono coperti da alcun segreto e sono stati inviati al Ministero della Giustizia dal Dipartimento penitenziario.

Normalmente, prima di parlare, mi informo e qualsiasi deputato avrebbe potuto chiedere al Ministero della Giustizia di consultare questi documenti, senza alcun segreto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo lo dico senza alcuna polemica e senza entrare nel merito, per dovere di rispetto delle istituzioni, perché, se mai avessi utilizzato il Copasir per questo scopo, violando il segreto, giustamente, avrei dovuto dare le dimissioni da vicepresidente del Copasir e accettare, ovviamente, anche le conseguenze penali di un gesto di questo genere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti del deputato Provenzano). Questo per correttezza istituzionale, a prescindere dalle discussioni e dalle polemiche, lo dovevo non solo a quest'Aula, ma alle nostre istituzioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Su cosa?

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Prego.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Presidente, ringrazio per il suo tramite il collega Donzelli perché ha voluto rispondere a due domande che avevamo fatto. Sulla prima, prendiamo atto del deposito di questa documentazione presso il Ministero della Giustizia, però il collega Donzelli - se la memoria non mi inganna e il resoconto è corretto - ha fatto cenno a un'attività che avrebbe fatto il detenuto Cospito in maniera molto dettagliata, con i passaggi e gli incontri, in data 12 gennaio. Si tratta, chiaramente - immagino -, di una relazione o di intercettazioni. Queste sono depositate al Ministero della Giustizia in questo momento? Quindi, la data del 28 mi sembra incongrua, se poi lei riferisce di avvenimenti del 12 gennaio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Costa. Ne ha facoltà. Poi ci sarà l'intervento del deputato Giachetti per dichiarazione di voto.

ENRICO COSTA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Ho ascoltato le considerazioni del collega Donzelli con riferimento agli atti depositati al Ministero della Giustizia da parte del DAP. Siccome si tratta di atti riservati e di atti legati probabilmente a intercettazioni - perché l'individuazione di un rapporto tra un detenuto e un altro detenuto, soggetti collegati, avviene attraverso comunque tecniche di indagine, potrà essere un'intercettazione o un altro mezzo -, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria è l'organo deputato, il punto di riferimento che, probabilmente, deposita presso il Ministero della Giustizia, o direttamente presso la propria amministrazione questi documenti. Allora, a me risulta - lo dice anche lei - che questi atti, se depositati, non possano essere valutati, analizzati ed esaminati da chiunque. Infatti, se domani facessi un'interrogazione parlamentare al Ministro Nordio e gli chiedessi se ci sono stati atti intercettati, tecniche e attività di indagine o informative del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria attraverso i suoi strumenti, non mi verrebbe data una risposta specifica, neanche attraverso un atto di sindacato ispettivo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Noi interrogheremo adesso il Ministro Nordio - abbia pazienza - e gli chiederemo come si può accedere a questi documenti, perché non ci sono modalità diverse a seconda delle persone interessate: se può accedere un parlamentare, possono accedere molti altri soggetti e molte altre persone, ma ritengo che atti di indagine di questa portata siano riservati. Lo chiedo semplicemente per comprendere la dinamica e chiedo anche al Presidente della Camera se rientri nelle prerogative di un parlamentare andare a esaminare i documenti frutto di indagine del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. È un elemento molto importante, al di là del fatto specifico che riguarda il collega Donzelli, in relazione al quale lui stesso ci ha spiegato quali siano stati i passaggi e mi fa piacere anche che ci sia stato da parte del collega Donzelli un interesse specifico ad accedere al Ministero della Giustizia, ad andare presso il Ministero e a sfogliare questi atti. La cosa un po' strana è che Donzelli è vicepresidente del Copasir e non esamina gli atti del Copasir, mentre poi va al Ministero della Giustizia ed esamina quelli del Ministero della Giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Capite bene che gli argomenti che si stanno sviluppando sono utili ad avere un quadro completo, ma non sono risolvibili in questa sede e in questo dibattito.

Torniamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). L'emendamento 2.1 è semplicemente una proposta emendativa che prende atto del taglio dei parlamentari e propone di quantificare il numero dei rappresentanti della Commissione antimafia - questa è un'altra delle ragioni per cui ci siamo astenuti sul testo base - non più in numero di 50, tra deputati e senatori, com'era quando c'era il pieno dei parlamentari ma, considerato il taglio, in 15 deputati e 15 senatori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Giachetti, su cui la Commissione e il Governo si rimettono all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione dell'articolo 2.

Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Signor Presidente, non siamo nell'ambito della critica politica, perché riferire di fatti che sono esplicitamente illeciti può costituire anche una figura che può avere un rilievo di carattere penale, al di là dell'onorabilità degli interessati. Se noi ci fossimo recati in carcere e avessimo sostenuto la lotta di Cospito, avremmo sicuramente violato il regime carcerario del 41-bis; quindi, se qualcuno sostiene una cosa di questo genere, deve avere elementi chiari. Se ne occuperà il giurì, perché quel colloquio non è avvenuto in assenza, ma in presenza di funzionari pubblici, che potranno testimoniare come l'onorevole Donzelli ha detto, in quest'Aula, il falso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Ma l'onorevole Donzelli, al di là dell'onorabilità delle persone, ha leso, a mio avviso, tre punti fondamentali. Il primo attiene alla dialettica di questo Parlamento, perché ha operato una classica operazione di demonizzazione dell'avversario: io penso che ci si possa dividere sui mezzi, ma chi ha idee diverse dalle mie non necessariamente ha un fine diverso dal mio; invece, come tutti gli estremisti, lui ha operato esattamente questa operazione, che avvelena la dialettica pubblica. Casca male, perché il sottoscritto è il firmatario del decreto che ha istituito la Procura nazionale antiterrorismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), che ha fatto approvare l'ultima versione del codice antimafia e, se non bastasse - tutti questi meriti potrebbero essere prescritti - il giorno dopo, ha rilasciato un'intervista a un quotidiano di questo Paese, che immagino non legga l'onorevole Donzelli, Il manifesto, titolato eloquentemente “Salviamogli la vita, ma il 41-bis resta” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Mi rivolgo a lei, Presidente, anzi, più propriamente mi rivolgo a lei: l'onorevole Donzelli ha leso una facoltà feconda dei parlamentari, che è quella della visita presso il carcere, perché è grazie a queste visite - lo hanno ricordato il collega Giachetti e altri - che l'ordinamento penitenziario è migliorato nel corso del tempo, poiché il nostro compito non è soltanto esigere la pretesa punitiva dello Stato, ma verificare anche che sia congrua l'indicazione di carattere costituzionale, perché lo Stato si difende non soltanto chiedendo di punire, ma anche rispettando le regole che lo Stato stesso si è dato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché, altrimenti, è l'autorevolezza dello Stato che viene messa in discussione.

In questo Parlamento colleghi di ogni schieramento politico hanno visitato dei detenuti, per associazione esterna di stampo mafioso, molti, per corruzione, molti. È la prima volta, in quest'Aula, che un parlamentare che visita un carcere è associato ai reati per i quali ha visitato i detenuti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra), è la prima volta!

Ma c'è una terza questione, la più grave, la verificheremo. A me non risulta che esista una procedura che rende accessibili a tutti i parlamentari della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) le intercettazioni compiute all'interno del carcere. Può darsi che sia una mia lacuna, lo confesso. Sicuramente non l'ho fatto nei quattro anni in cui ho fatto il Ministro, e questo vuol dire molto, nel senso che non credo che il compito dei politici sia andare a vedere le intercettazioni, a meno che non abbiano elementi specifici, che non siano quelli di colpire gli avversari politici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Però, come ha ricordato bene il collega De Raho, l'onorevole Donzelli ha reso pubblico un fatto che cambia il quadro, perché oggi l'onorevole Donzelli ha reso pubblico il fatto che ci sarebbe una saldatura tra movimento anarchico e organizzazioni criminali. Se è così, venga in Aula il Ministro dell'Interno a riferire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e a spiegare se la strategia messa in campo per contrastare gli anarchici è funzionale, alla luce non di quello che ho detto io, ma di quello che ci ha raccontato oggi l'onorevole Donzelli (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Per dichiarazione di voto?

TOMMASO FOTI (FDI). Sì. Signor Presidente, la dichiarazione di voto ovviamente è favorevole all'articolo, ma penso di dovere anche una risposta rispetto, ad esempio, all'ultimo intervento, perché il principio della buona fede o vale per tutti o non vale per nessuno. Allora, non perché io voglia gettare benzina sul fuoco, ma per dire come a volte (Commenti)…il coro si è pronunciato, ma, al di là di questo, come correttamente, penso, l'onorevole Orlando ha citato una sua intervista a un giornale, gli leggo quanto risulta su rainews.it rispetto proprio a quanto ha detto prima l'onorevole Orlando. Il che non significa che questa sia la verità, che quella sia la verità; significa semplicemente che vi sono informazioni che evidentemente vengono date in modo diverso. Infatti si dice: l'ex Ministro della Giustizia Andrea Orlando mette in dubbio che il 41-bis sia funzionale a casi come quello di Cospito, diversi da quello per cui è stato creato tale strumento amministrativo, ovvero la criminalità organizzata. Ora, questo mettere in dubbio, che lei ha smentito dicendo “no, guardate che io nell'intervista ho detto altro” (Commenti del deputato Orlando)…no, mi lasci la cortesia di finire, può creare ovviamente un imbarazzo, nel senso che uno legge un'affermazione e un altro ne legge un'altra. Credo perfettamente nel momento in cui lei dice “guardate questa intervista”. Le dico: guardi che questo pensiero, così come riferito su rainews.it, a mio avviso, è riferito in modo quantomeno equivoco. E così pure dico, lo avevo già detto, al collega Fornaro: guardi che il termine che fissa lei è un termine che è errato, se si legge lo stenografico, perché le incidentali hanno un senso, e nell'incidentale non è riferito un giorno.

Il giorno a cui si riferisce è quello riferito a Cospito, con cui ha avuto un confronto. Quindi, quando si cita un documento e si confonde il deposito del documento con l'incontro del Cospito, evidentemente - dico anche questo, ovviamente, in buona fede - non si fa chiarezza sul punto. Allora, tanto per essere chiari, a me pare che oggi, nel dibattito che è seguito, al di là degli eccessi e al di là di alcune valutazioni, l'onorevole Donzelli abbia sgombrato il campo, scusatemi, da una prima vicenda su cui molti sono intervenuti, perché, come voi sapete, il Copasir non è un organismo qualsiasi, è un organismo molto, ma molto delicato. Il fatto che alcuni colleghi ipotizzassero che il collega Donzelli avesse acquisito queste informazioni nell'ambito della sua vicepresidenza del Copasir o comunque chiedessero se ciò era accaduto meritava una risposta. Allo stesso modo, lo dico molto apertamente, il collega Fornaro ha rivolto all'onorevole Donzelli due quesiti e gli è stata data una risposta.

Penso che, a questo punto, al di là di tutto, le risposte che sono state chieste specificatamente sono state date e vi sono, a mio avviso, le condizioni per poter finalmente approvare questa proposta di legge che, voglio ricordare, sta a cuore all'opposizione come alla maggioranza. Voi sapete che vi è stata inizialmente una situazione di difficoltà per scegliere un testo base, ed è stata superata anche con il concorso della maggioranza. Vi è poi una proposta di legge su una Commissione di inchiesta altrettanto rilevante, quella che riguarda le ecomafie. Addirittura, è stata decisa ieri la calendarizzazione, con il consenso di tutti i capigruppo, di una mozione relativa a un tema molto delicato, penso, quale quello dei problemi relativi ai malati oncologici, e non parlo solo per interesse personale. Suggerirei, a questo punto, se fosse possibile, di procedere alla votazione, lasciando poi che, come è già stato detto, si proceda. Già diceva prima correttamente l'onorevole Orlando che ognuno porterà le proprie testimonianze in quella sede. Si proceda con l'articolo 58, come era stato sottolineato e richiesto esattamente qualche ora fa. Il mio è un appello che rivolgo per il buon funzionamento dei lavori, atteso che penso ormai il dibattito abbia esaurito la funzione, perché il PD ha chiarito, ammesso che vi fosse qualche dubbio, che il 41-bis riteneva che dovesse essere applicato al detenuto Cospito. Questa era una delle obiezioni, penso, che erano state mosse nell'intervento di oggi. Quando il caso si risolve, penso che bisogna prenderne atto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). No, sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Fornaro, fino a prova contraria la parola la do io. Prego, deputato Orlando, su cosa?

ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Sull'ordine dei lavori. Credo che l'onorevole Foti abbia mal compreso il mio intervento, perché ho detto che il 41-bis come istituto va salvato. Nutro delle riserve rispetto all'applicazione nella fattispecie, e non per questo accetto di essere associato ai mafiosi e ai terroristi. Questo è il punto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Per dichiarazione di voto o cosa? Se riprendiamo il circuito dell'ordine dei lavori non ne usciamo vivi. Mi pare che ci eravamo messi d'accordo sul fatto che si procedesse con le dichiarazioni di voto.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Sì, però il collega Foti ha introdotto un elemento. Non ho alcuna difficoltà a riconoscere che, a una lettura più attenta, la data del 28 dicembre 2022 faccia riferimento a un incontro che avrebbe avuto il detenuto e non a documenti presenti al Ministero della Giustizia. Resta, però, un fatto, collega Foti - e quindi mi è consentito e ho finito signor Presidente -, cioè che il collega Donzelli ha parzialmente risposto, dicendo che questi sono atti disponibili per tutti i parlamentari. Le chiedo formalmente, collega Donzelli - per il suo tramite, signor Presidente - se lei abba fatto regolare accesso agli atti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Furfaro, a titolo personale, per un minuto. Ne ha facoltà.

MARCO FURFARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io vengo da una terra che la mafia l'ha conosciuta in una notte di 29 anni fa. Quando stamattina sono arrivato in Parlamento, ero felice di poter votare la Commissione d'inchiesta anche per questo motivo. È la stessa terra di Donzelli, la Toscana, e 29 anni fa, due bambine, una di nome Nadia, di nove anni, e Caterina, di cinquanta giorni, conobbero per la prima volta la mafia in una terra che la mafia l'aveva toccata solo di striscio. Sarei voluto venir qua a onorare esattamente la memoria di quelle vittime. Invece, si è scelto di fare ben altro e mi rivolgo anche al collega Foti. Non è una mozione degli affetti quella a cui possiamo dar seguito, perché qua dentro non stiamo parlando del 41-bis. Qua dentro un parlamentare della Repubblica, nonché coordinatore del principale partito italiano, ha associato la parola “sinistra” e un gruppo di parlamentari a mafia e terrorismo! È una cosa che non esiste al mondo!

Secondo elemento. Onorevole Donzelli, riguardo alle sue informazioni - visto che siete sempre prodighi nel mettervi in mostra con le parole “Patria” e “Nazione” - la cosa che preoccupa è che non solo erano informazioni riservate e sensibili e non solo le avete usate come un manganello contro l'opposizione ma che le ha pure divulgate al grande pubblico, mettendo a rischio la sicurezza nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Forattini. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente, per stigmatizzare l'intervento del collega Donzelli di stamattina ma anche per denunciare il fatto che si siano rese pubbliche informazioni sensibili, il tutto all'interno di una discussione che aveva come oggetto l'istituzione della Commissione antimafia. Ecco, serve riportare responsabilità ma anche serietà nelle istituzioni, non possiamo convivere con una perenne campagna elettorale in Aula. Serve, come dicevo prima, rispetto reciproco e responsabilità, non sicuramente show mediatici che portano a screditare le istituzioni. Noi avremmo preferito che il collega Donzelli avesse chiesto scusa. Ammettere di aver sbagliato è sinonimo non di debolezza ma di intelligenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. L'intervento del deputato Donzelli non avrebbe dovuto aver luogo, è stato sbagliato nel metodo e nel merito. Il suo intervento non avrebbe dovuto e non dovrebbe essere difeso dal suo gruppo e, segnatamente, dal suo capogruppo. L'essere maggioranza non giustifica l'arroganza con cui il pensiero, le convinzioni profonde e l'intera storia di un partito dell'opposizione, e specificamente di alcuni suoi membri, sono stati così strumentalmente e violentemente mistificate e stravolte. Il deputato Donzelli non chiederà scusa, non capisce perché dovrebbe farlo e questo è triste e drammatico, non solo per il rispetto che sarebbe dovuto a un'Aula parlamentare ma anche per il rispetto che Donzelli dovrebbe mostrare nei confronti di se stesso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Non siamo obbligati a pensarla tutti allo stesso modo, abbiamo però tutti il dovere in quest'Aula di collegare le parole al cervello e Donzelli ho l'impressione che questa mattina abbia usato poco il cervello e abbia toccato parole sbagliate (Commenti). Vede, io qui ho un volantino di una manifestazione che si terrà il 3 febbraio a Firenze, in un circolo ricreativo, nato da Azione Giovani, al quale è stato iscritto l'onorevole Donzelli. Si chiama Casaggì ed è una manifestazione che si intitola “Tradizione e rivoluzione”, dedicata a Ordine Nuovo. Come lei ben sa, signor Presidente, Ordine Nuovo era un'organizzazione che fu sciolta nel 1973 e aveva, tra i suoi militanti, molti che sono stati condannati per terrorismo, come Vinciguerra e Concutelli.

Casaggì esprime, dentro Fratelli d'Italia, a Firenze, un consigliere comunale e quattro consiglieri di quartiere...

PRESIDENTE. Deve concludere, ha esaurito il suo tempo.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Di cosa parliamo, quando si cita il terrorismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Barbagallo. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Dal 13 ottobre a oggi, stamattina è stata scritta la pagina più brutta di questa legislatura. È stata scritta la pagina più brutta in quello che avrebbe dovuto essere un momento sentito, importante. In una fase delicata in cui, dopo l'arresto di Matteo Messina Denaro, la criminalità organizzata si riorganizza, serviva un messaggio di unità del Paese, di unità delle istituzioni, serviva soprattutto una risposta adeguata. La circostanza che il partito di maggioranza relativa, per bocca del suo coordinatore nazionale, abbia sporcato un momento così importante è il segnale più brutto che oggi poteva arrivare dalla politica. Credo che il modo migliore, invece, per onorare l'istituzione della Commissione parlamentare antimafia siano le foto che da tempo esponiamo, qua alla Camera, nei corridoi. Il ricordo di La Torre, Dalla Chiesa…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). …sono il modo migliore per onorare, in questo tempo così difficile, la lotta alla criminalità organizzata, le istituzioni e l'istituzione della Commissione parlamentare antimafia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Provenzano, che ha alzato la mano, anche se non è in elenco. Su cosa? Per dichiarazione di voto?

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Le chiedo di intervenire, perché ogni minuto che passa la posizione dell'onorevole Donzelli peggiora. Tuttavia, non è per questo che sto intervenendo, ma per chiederle, Presidente (Commenti) …

PRESIDENTE. La ascoltiamo. Lei sta facendo anche un intervento che non è esattamente in linea con i richiami all'ordine dei lavori, quindi, se può cortesemente affrettarsi…

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). È per chiedere al Ministro Nordio di chiarire in quest'Aula alcuni particolari emersi nell'ultimo intervento dell'onorevole Donzelli. Infatti, l'onorevole Donzelli ha chiarito di non aver acquisito queste informazioni tramite il Copasir, ma ha detto di peggio. Non chiarendo le modalità con le quali è venuto in possesso delle informazioni che ha riferito in quest'Aula questa mattina, non avendo risposto al quesito dell'onorevole Fornaro, cioè se ha fatto un accesso a quegli atti, allora, onorevoli colleghi, delle due l'una: o l'onorevole Donzelli ha depositato un accesso agli atti - e allora può dirlo - oppure ha avuto queste informazioni riservate senza aver chiarito le modalità attraverso le quali le ha acquisite per utilizzarle contro avversari politici. Ci può essere un'altra ipotesi e per questo il Ministro Nordio ha il dovere di chiarire. A noi risulta, Presidente, che queste informative del DAP entrano nella disponibilità del Ministro ed è il Ministro a decidere le modalità di diffusione eventuale di queste informazioni. Allora, Presidente, l'onorevole Donzelli e tutto il gruppo di Fratelli d'Italia hanno il dovere di chiarire a quest'Aula come siano venuti in possesso di queste informazioni. Infatti, non solo non era mai successo che un parlamentare venisse associato ai reati dei detenuti che andava a visitare in carcere, non solo non era mai successo che a un parlamentare venisse commentata l'attività di visita nelle carceri, quando veniva effettuata o quando non veniva effettuata, magari per visitare un fratello, se è stato fatto o non è stato fatto, ma non era mai successo che un parlamentare utilizzasse informazioni riservate contro un altro parlamentare. E quando lo fa un vicepresidente del Copasir, nessuno di noi in quest'Aula può dirsi al sicuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Oggi è successo contro i parlamentari dell'opposizione ritenuti avversari politici, domani potrebbe succedere contro qualcuno di voi!

Ecco perché, Presidente, altro che il fatto è chiuso e chiarito! Abbiamo il dovere di chiarire in quest'Aula quello che l'onorevole Donzelli, con il suo ultimo intervento, ci ha rivelato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La ringrazio, intanto, perché ha fatto effettivamente e correttamente un richiamo all'ordine dei lavori, chiedendo al Ministro Nordio di venire in Aula a riferire.

Però, voglio ricordare, invece, che, per quel che attiene alle richieste di chiarimento, è stata invocata l'applicazione dell'articolo 58, su cui immagino il Presidente Fontana si pronuncerà per le vie brevi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Ciani. Ne ha facoltà.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Oggi, avremmo voluto votare unanimemente, in questo Parlamento, l'istituzione della Commissione contro le mafie, molto importante in un Paese in cui ancora le mafie e la criminalità organizzata sono un grande, grande problema. Eppure, ci dobbiamo fermare a parlare di qualcosa che è accaduto e che ritengo molto grave.

Vede, Presidente, per quindici anni ho fatto il volontario in carcere e, in questi pochi mesi, ho visitato cinque istituti penitenziari in Italia e mai ho pensato che andare a incontrare le persone incarcerate potesse voler dire una qualche connessione, vicinanza, sostegno e tanto meno incoraggiamento alla loro battaglia, che è quasi sempre fatta di reati (anche qualche politico ho incontrato in questi anni). Credo che quello che è stato detto questa mattina per i nostri colleghi che hanno incontrato una persona in sciopero della fame e in pericolo di vita - e hanno fatto bene; hanno fatto bene! - sia qualcosa di molto grave.

Peraltro, mi permetto - e concludo - un'annotazione di fondo. Ritengo che accanirsi e dileggiare una persona in quello stato sia sempre un pochino di cattivo gusto, perché la dignità e il valore della vita umana, di tutti, di qualunque persona, anche la più lontana da noi, vengono prima di ogni posizione e propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Luciano D'Alfonso. Ne ha facoltà, per un minuto.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Presidente, grazie. Voglio ricordare all'Aula che una Commissione parlamentare di inchiesta ha necessità di competenze, di risorse e di condizioni dedicate favorevoli. La condizione fondamentale è il rispetto reciproco, l'unica condizione che consente quello che Benedetto Croce, che pure ha argomentato e combattuto in queste Aule parlamentari, chiamava lo spirito creatore. Perché spalmare infamia nei confronti di colleghi che costruiscono insieme norme giuste e attese dal Paese? Perché essere demolitori e accusatori ingiusti, nel mentre si lavora per contrastare la cultura mafiosa?

Concludo, Presidente. In sostanza, siamo davanti a tre fattori: un errore evidente di espressione politica; poi, permettetemi…

PRESIDENTE. Concluda.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). …un'espressione che io utilizzo: un bicchiere di orgoglio individuale e un organo collegiale…

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo. Deve chiudere.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). …atteso dal nostro ordinamento che fatica a prendere la luce e la vita.

PRESIDENTE. La ringrazio.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Chiedo scusa, Presidente, ho finito. Anni fa, all'interno del nostro Paese, ci fu una grande riflessione di Papa Giovanni XXIII, che discusse e distinse tra l'errore e l'errante. Noi vogliamo che l'errore venga riconosciuto. L'errore, però, è stato assolutamente commesso. Questo è il punto che deve riconoscere Donzelli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Matteo Orfini. Ne ha facoltà, per un minuto.

MATTEO ORFINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Oggi, il Ministro Nordio ha dichiarato che il trasferimento di Cospito nel carcere di Opera non è un minimo cedimento dello Stato, ma è il riconoscimento che una cosa è la doverosa espiazione della pena, altra è l'assoluta tutela della salute, tutela della salute che è principio sacro e inderogabile. Cito Nordio, perché la richiesta di quel trasferimento è quello che avevano fatto i quattro parlamentari del Partito Democratico dopo la visita in carcere, trasferimento che poi il Governo Meloni ha fatto.

Lo dico perché quella richiesta è esattamente la causa delle offese e delle calunnie che oggi l'onorevole Donzelli ha rivolto ai nostri colleghi del Partito Democratico, che penso, per estensione, a questo punto, valgano anche per il Ministro Nordio, che ha fatto quello che noi, in quel colloquio, avevamo chiesto di fare. Perché questo piccolo riassunto dei fatti? Perché io credo che oggi, in quest'Aula - forse a parte l'onorevole Donzelli -, tutti i colleghi, di maggioranza e di opposizione, sanno che l'onorevole Donzelli ha sbagliato.

PRESIDENTE. Concluda.

MATTEO ORFINI (PD-IDP). Sì, ho chiuso. Tutti sanno che quello che ha fatto qui è inaccettabile. Mi chiedo, allora, se ci sia almeno un parlamentare di Fratelli d'Italia in grado di alzarsi e di avere la dignità di riconoscere quell'errore e di scusarsi al posto dell'onorevole Donzelli.

PRESIDENTE. La ringrazio.

MATTEO ORFINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. So che anche lei è d'accordo con me (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Roberto Morassut. Ne ha facoltà, per un minuto.

ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). Grazie, Presidente. Purtroppo, l'onorevole Donzelli ci ha costretti, oggi pomeriggio, a non discutere del merito di questo provvedimento, con le sue confuse spiegazioni su come sarebbe venuto in possesso dei documenti che qui sono stati ricordati e con le sue volgari e scomposte accuse nei confronti dei nostri parlamentari, a partire dalla nostra capogruppo. L'autorevolezza di un esponente politico si misura con il silenzio e con il rigore, soprattutto quando si ricoprono cariche importanti come quelle che ricopre l'onorevole Donzelli, e non con la foga smisurata e partitica che egli ha messo in mostra oggi.

Sarebbe stato opportuno che, all'interno del gruppo di Fratelli d'Italia in primo luogo, l'onorevole Foti, di cui ho stima, fosse stato in grado di esprimere tanta autorevolezza da poter fare in modo che l'onorevole Donzelli chiedesse scusa, ma questo non è avvenuto.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA (ore 16,30)

ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). Noi, nei giorni scorsi - e concludo -, abbiamo elogiato l'operazione di arresto di Matteo Messina Denaro, sia nei confronti della magistratura che delle Forze dell'ordine, ma non abbiamo mancato anche di elogiare l'operato del Governo, questo a dimostrazione che il tema della lotta alla mafia può soltanto unire questo Paese.

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). Infine, è grave quello che è accaduto, non solo per ciò che è accaduto qui, in quest'Aula, tra i colleghi parlamentari, ma soprattutto per chi ci osserva, ossia per le migliaia di cittadini e di giovani che lottano contro la mafia nelle periferie delle città del Mezzogiorno e che non meritano lo spettacolo che è stato offerto oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Colleghi, non è compito del Presidente della Camera, né dei Vicepresidenti, che anche stamattina si sono attenuti a tale principio, entrare nel merito politico delle dichiarazioni rese in quest'Aula da parte dei deputati. I toni e le parole utilizzate nell'ambito della dialettica politica devono, tuttavia, essere sempre mantenuti nell'alveo del rispetto reciproco, che deve essere assicurato nei confronti dei singoli colleghi e delle forze politiche qui rappresentate, ma anche delle istituzioni di cui facciamo parte.

Nella parte antimeridiana della seduta, però, come ha già avuto modo di sottolineare il Vicepresidente di turno Giorgio Mule', facendo riferimento sia alle espressioni contenute nell'ultima parte dell'intervento del deputato Donzelli che ad affermazioni rese successivamente da altri deputati, anche di opposizione, la dialettica politica è andata senza dubbio oltre il rispetto di tale principio.

In proposito, nell'ambito delle prerogative previste dall'articolo 58 del nostro Regolamento, è stato richiesto al Presidente della Camera di nominare un'apposita Commissione che sarà incaricata di verificare quanto accaduto e la fondatezza delle affermazioni rese nel corso della seduta.

Ritengo che l'attivazione di tale strumento potrà senz'altro condurre a un'opportuna soluzione della vicenda ed è per questo che invito tutti i gruppi parlamentari - alla luce dell'importanza e della condivisione politica che caratterizza sia la proposta di legge volta all'istituzione della Commissione d'inchiesta antimafia sia il provvedimento per l'istituzione della Commissione d'inchiesta sui rifiuti, nonché la mozione sulle malattie oncologiche - a voler convenire di riprendere un ordinato esame di tali provvedimenti, su cui, lo ripeto, mi pare che non vi sia alcuna divergenza di carattere politico.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Presidente, anche a nome del Partito Democratico, la ringrazio per le sue parole, perché credo che abbia colto la gravità delle dichiarazioni di questa mattina dell'onorevole Donzelli, una gravità rispetto alla quale non vogliamo assolutamente soprassedere, non lo faremo in nessuna delle sedi che ci competono e lo faremo politicamente, lo faremo giudiziariamente, perché quelle dichiarazioni hanno leso l'onorabilità e la reputazione del Partito Democratico, del nostro gruppo parlamentare e di alcuni parlamentari personalmente. Riteniamo che quelle affermazioni siano state anche aggravate da un ulteriore comportamento sul quale chiediamo, come è già stato fatto da altri colleghi, anche di altri gruppi, che venga resa un'informativa dal Ministro Nordio, perché, contrariamente a ciò che abbiamo ascoltato poc'anzi, ci consta che la legge preveda che quelle dichiarazioni, quelle intercettazioni che sono nella disponibilità del DAP siano nella esclusiva disponibilità del Ministro della Giustizia. Se così è, credo che anche su questo aspetto, come è stato giustamente sottolineato dai tanti colleghi che sono intervenuti, si debba fare chiarezza totale, senza alcuna ambiguità.

Aggiungo, Presidente, che, come lei sa, la Commissione antimafia, l'istituzione della Commissione antimafia è arrivata in quest'Aula per iniziativa delle opposizioni ed è arrivata in Aula per iniziativa delle opposizioni e anche con una condivisione della maggioranza. Il lavoro è stato fatto da tutti, e da tutti insieme in Commissione. E questa mattina, come anche adesso, avremmo dovuto completare questi lavori con assoluta unanimità e assoluta sensibilità rispetto a un tema che non ci può dividere. Tutto quello che è accaduto dopo quelle dichiarazioni è assolutamente fuori luogo, è stato assolutamente fuori luogo e resta fuori luogo e ripeto che perseguiremo quelle dichiarazioni in tutte le sedi, ma siccome pensiamo, Presidente, come lei ricordava, che l'istituzione della Commissione antimafia risponda pienamente a quei valori che il Partito Democratico condivide, ma sono convinta di poter dire anche tutti i gruppi parlamentari che hanno l'onore di essere qui, oggi condividono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), poiché questa è una condivisione unanime da parte di tutti, noi riprendiamo l'ordinato andamento dei lavori e le chiediamo di istituire la Commissione molto velocemente, perché il fatto che ci sia una Commissione, un Giurì d'onore che viene istituito ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento, è già di per sé un fatto molto grave, e su questo vorremmo che ci fosse immediatamente un'azione, come vorremmo - lo ripeto - che ci sia chiarezza sulle dichiarazioni che oggi si sono susseguite dopo il primo intervento.

Glielo chiediamo, Presidente, non solo e non tanto per noi - ci difenderemo in tutte le sedi - glielo chiediamo per l'onorabilità, la dignità e il ruolo, importantissimo, che ciascun parlamentare di qualunque gruppo politico esercita quando esercita fino in fondo le proprie prerogative. È un nostro dovere ed è un nostro diritto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 2 - Testo unificato - A.C. 303-A​)

PRESIDENTE. Andiamo avanti con gli iscritti a parlare.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Curti… Scusate, ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Come le ho preannunciato, ritiriamo gli interventi, pur con la precisazione che ho detto. Mi auguro che non ci siano ulteriori preziosi interventi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

(Esame dell'articolo 3 - Testo unificato - A.C. 303-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

(Esame dell'articolo 4 - Testo unificato - A.C. 303-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

(Esame dell'articolo 5 - Testo unificato - A.C. 303-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

(Esame dell'articolo 6 - Testo unificato - A.C. 303-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

(Esame dell'articolo 7 - Testo unificato - A.C. 303-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenzano. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Presidente, mi corre l'obbligo di intervenire su quest'articolo, perché rappresenta una significativa innovazione rispetto alla disciplina della Commissione parlamentare antimafia che abbiamo visto nelle precedenti legislature. Noi, insieme al gruppo di Italia Viva e Azione, in realtà avevamo condiviso l'esigenza di ridurre il numero dei membri della Commissione alla luce della riduzione del numero complessivo dei parlamentari, poi, le richieste che sono arrivate da alcuni gruppi minori, in particolare dal gruppo Alleanza Verdi e Sinistra che con noi ha firmato la proposta di legge, unitamente all'accordo politico che abbiamo raggiunto in Commissione, sia tra le forze di minoranza sia con le forze di maggioranza, su questo punto, ci ha spinto ad accogliere l'esigenza che arrivava dai gruppi di tenere un numero ampio di membri della Commissione; il numero attuale è di 50 tra deputati e senatori. Alla luce di questo, l'esigenza di regolamentare l'attività interna della Commissione diventava ancora più necessaria e urgente e così lo abbiamo fatto attraverso una disciplina dei comitati che sono chiamati a lavorare e approfondire alcuni campi d'indagine specifici della Commissione, su mandato dell'Ufficio di presidenza. Abbiamo voluto istituzionalizzare il lavoro dei comitati, perché crediamo che, anche alla luce di quest'ampia formazione della Commissione, gli stessi possano favorire un lavoro di approfondimento; tuttavia, va raggiunto un equilibrio che non sempre si è trovato, ma che è necessario trovare, tra la dislocazione delle competenze all'interno di questi comitati e l'unitarietà di indirizzo delle analisi, delle attività di indagine della Commissione nel suo complesso. In particolare, ci sono settori, lo chiariva già stamattina l'onorevole Giachetti, di sovrapposizione con altre Commissioni di inchiesta. Tutto questo deve essere oggetto di uno specifico lavoro di approfondimento. E noi riteniamo che, tra le ragioni per cui oggi è importante - e noi, Presidente, abbiamo accolto il suo appello - riprendere i lavori di questa Commissione, ci sia anche il fatto che unitariamente, nella I Commissione, è stato fatto uno sforzo per innovare, anche migliorando, mi verrebbe da dire, complessivamente, la disciplina della Commissione parlamentare antimafia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

(Esame dell'articolo 8 - Testo unificato - A.C. 303-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

(Esame degli ordini del giorno - Testo unificato - A.C. 303-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). L'onorevole Barbagallo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/303-A/1.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Insieme con gli altri colleghi del Partito Democratico abbiamo presentato quest'ordine del giorno n. 1 a seguito della pubblicazione delle notizie relative all'arresto di Matteo Messina Denaro, in particolare con riferimento alle attività di indagine sulle scommesse online. In base ai dati in nostro possesso, soltanto nel territorio della regione siciliana, la criminalità organizzata e la mafia in genere attingono dal settore delle scommesse online oltre 2 miliardi all'anno. Quello che chiediamo con l'ordine del giorno è che la Commissione e il Governo, in particolare, si facciano carico di una specifica attività proprio da questo punto di vista, utilizzando tutti gli strumenti conoscitivi che sono in capo alla Commissione, utilizzando gli strumenti di impulso e di indagine, al fine di accertare quali siano le fonti, come la mafia e la criminalità organizzata arrivano a mettere le mani su questo settore e, ovviamente, come arginare e debellare l'uso del contante che sta veramente creando un problema in termini di riciclaggio di denaro proprio in questo settore. Riteniamo sia un argomento particolarmente sensibile e, quindi, chiediamo che il Governo esprima parere favorevole.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 16,45)

PRESIDENTE. Il deputato Girelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/303-A/3.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno si è voluto prendere ad esempio lo sport come mezzo di educazione e prevenzione al fenomeno mafioso, nella consapevolezza che è indispensabile agire nel contesto sociale per recuperare tutte le possibili fasce di marginalità a cui la mafia può attingere come manovalanza, ma, ancor di più, far crescere, specie fra i giovani, una cultura della legalità. Noi dobbiamo pensare che lo sport, di per sé, rappresenta, specie in certe situazioni, in certi territori, in certi quartieri dove il disagio giovanile è molto presente, una valvola di sfogo e di recupero, attraverso cui questi ragazzi possono essere incardinati in un'attività sportiva che li abitua a un gioco di squadra, a convivere con le altre persone e a maturare un senso del rispetto. Pensiamo a don Pino Puglisi, come diventò un nemico della mafia attraverso il recupero di questi ragazzi portandoli a svolgere all'interno dell'oratorio l'attività sportiva; ma potremmo fare anche tanti altri di esempi di questo genere.

Per quanto riguarda, invece, altri territori, come quello lombardo, per fare un riferimento anche molto specifico, lo sport ha bisogno di questo coinvolgimento anche per un'altra questione. Spesso la mafia utilizza qualche forma di sponsorizzazione, di interventi, anche infrastrutturali, o di impianti sportivi per acquisire una certa convivenza sociale o, addirittura, una benevolenza sociale. Anche da questo punto di vista, io credo che un'educazione allo sport corretto, che vada ad intercettare, contrastare e stigmatizzare questa falsa benevolenza, sia altrettanto importante. Ma come fare questo? Indubbiamente, creando delle grandi sinergie tra i vari attori coinvolti, e in questo il ruolo dei Ministeri - quello dell'Istruzione e del merito, quello dell'Università e della ricerca e quello per lo Sport e i giovani - è di assoluta importanza. Però, questo deve essere fatto sviluppando un grande rapporto di sinergia con i livelli territoriali locali perché, a livello sia regionale sia comunale, deve scattare un meccanismo di corrispondenza, di passaggio di informazioni, di metodologie e, soprattutto, di condivisione di buone pratiche. Io credo che il tema delle buone pratiche sempre di più debba diventare un costume da attivare in molte delle nostre azioni. Spesso, infatti, noi possiamo attingere ad esempi di successo che hanno dimostrato come si possa intervenire in maniera efficace in determinati contesti; solo che rischiamo di fare una semplice evocazione, magari un momento di presentazione pubblica, complimentandoci con gli attori, invece di farli diventare veri e propri esempi.

Concludo dicendo che io credo che un impegno in tal senso sia quello che, forse più di altri, ci compete, perché altri organi dello Stato - pensiamo alla magistratura, pensiamo alle Forze dell'ordine - in maniera molto efficace dimostrano come sanno contrastare la mafia. Le notizie di arresti, da quelli clamorosi a quelli meno clamorosi, sono quasi quotidiane e stanno lì a dimostrare quanto tali organi sono bravi a fare il loro lavoro. Quello che spetta a noi, oltre che creare normativamente gli strumenti perché possano farlo al meglio, è anche far maturare nella società italiana un vero contrasto alla mafia e, per poterlo fare, noi dobbiamo agire su due aspetti: in primo luogo, facendo tornare una certa attenzione, vorrei dire amore, per i principi di libertà e di democrazia perché, quando viene sporcato ciò che si ama, si reagisce per difenderlo; in secondo luogo, facendo comprendere che le regole del rispetto, in una società veramente libera dove ognuno può valorizzare il meglio di sé, sono l'obiettivo che dobbiamo darci. La mafia, oltre che svolgere attività criminali, mina al fondo proprio questo principio, è l'anti-Stato, nel senso che trasforma i diritti in favori da concedere ma, soprattutto, le libertà individuali in qualcosa che dipende da qualcuno. Credo che questi strumenti siano efficaci nel raggiungere questi obiettivi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il deputato Borrelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/303-A/2, che avevamo saltato. Ha chiesto dopo di parlare, quindi gli diamo ora la parola.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, volevo illustrare l'ordine del giorno n. 9/303-A/2, con il quale, con l'istituzione della Commissione antimafia, chiediamo di lavorare su due aspetti fondamentali: la modifica della legge sull'ordinamento degli enti locali e la realizzazione di una norma, fino ad oggi mai approvata da questo Parlamento, che introduca il reato di apologia della criminalità organizzata e della criminalità mafiosa. È un tema che in passato ha fatto molto discutere giuristi e anche esponenti politici. Io vorrei partire da questo secondo punto dell'ordine del giorno per raccontare quello che sta succedendo in queste ore dopo l'arresto del boss Matteo Messina Denaro. Ciò a cui abbiamo assistito in questi giorni è, paradossalmente, una mobilitazione e una mitizzazione di un boss: si è iniziato con la vendita dei montoni stile Messina Denaro, si è arrivati a video in cui bambini di 2 o 3 anni vengono vestiti come lo “zio Matteo”; l'essere vestiti in quel modo addirittura sembra che sarà una delle mode del Carnevale. Il problema è che si tratta di un boss sanguinario, un assassino, una persona che ha sciolto i bambini nell'acido ed è un po' un paradosso che dei genitori possano far vestire un bambino, un loro figlio, come colui che è stato artefice di un qualcosa di mostruoso. Riusciamo a immaginare che cosa significa tenere sequestrato per oltre 700 giorni un bambino, ucciderlo, scioglierlo nell'acido e poi andare a dormire? Ebbene, è un tema che molti non si pongono più. Quindi bisogna, dal nostro punto di vista, riproporre una norma che non permetta di inneggiare a tutte le mafie e alla camorra.

Contemporaneamente, da tempo noi stiamo lavorando a una modifica della legge sullo scioglimento degli enti locali, che è l'altro punto dell'ordine del giorno che presentiamo. Cosa c'è d'importante? Ovviamente, la norma per lo scioglimento dei comuni e delle pubbliche amministrazioni è una norma giusta, ma ha bisogno di un tagliando, perché negli anni ci siamo resi conto che viene colpita, giustamente, la parte politica, quando c'è l'inquinamento, ma la parte amministrativa, l'ossatura di un comune, di una regione, di una ASL, di una provincia, rimane sempre la stessa. Ci siamo trovati con paradossi in alcune regioni - parlo della mia regione, ad esempio - per cui, in vent'anni, ci sono stati alcuni comuni, come il comune di Marano e il comune di Arzano, che sono stati sciolti tre volte, a ripetizione, le cui amministrazioni hanno cambiato tutti i colori politici, ma i dirigenti e i funzionari sono rimasti gli stessi. Ogni volta che una Commissione d'accesso illustra e verifica che ci sono dei rapporti strani, che ci sono delle parentele in alcuni casi, la norma non permette interventi duri che significherebbero, in alcuni casi, l'allontanamento, la possibilità di licenziamento e della rotazione, allontanando dirigenti e funzionari da quella pubblica amministrazione. Faccio l'esempio della relazione - quella che è stata resa pubblica - sullo scioglimento del comune di Castellammare di Stabia, in cui c'è stato un evento che mi ha colpito moltissimo, che è il seguente: il sindaco, la cui amministrazione è stata sciolta per infiltrazione camorristica, ha chiesto al comandante della Polizia locale e al dirigente del patrimonio di sapere perché nessuna struttura confiscata alla camorra sul territorio risulti utilizzata.

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). La relazione che è arrivata - ho finito Presidente -, firmata dalla Polizia locale, diceva che non sono riusciti a trovare l'abitazione dei boss. In poche parole, i poliziotti locali sono andati là e non sono riusciti a trovarla. La Commissione d'accesso ha verificato che le case erano lì, perché vivevano lì dentro i figli dei boss, e che quei funzionari non erano mai andati a verificare questa cosa. Ebbene, quei poliziotti, quel dirigente e quel comandante sono tutti al loro posto. Non dobbiamo permettere più che alti funzionari, funzionari dello Stato o, in questo caso, delle amministrazioni locali, possano continuare a rimanere al loro posto quando vengono coinvolti in fatti così gravi. Quindi, Presidente, noi presentiamo quest'ordine del giorno con questi due punti, per noi fondamentali, che dovrà affrontare la prossima Commissione antimafia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Se nessuno altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Sull'ordine del giorno n. 9/303-A/1 Barbagallo il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/303-A/2 Borrelli il parere è favorevole, se così riformulato nell'impegno: “impegna il Governo a valutare, all'esito dei lavori e delle prime risultanze della Commissione antimafia, la possibilità di prevedere in un prossimo provvedimento legislativo l'introduzione nel testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali della previsione dell'automatica rotazione del personale dipendente delle amministrazioni locali sciolte per infiltrazioni e condizionamento di tipo mafioso o similare.”

Sull'ordine del giorno n. 9/303-A/3 Girelli il parere è favorevole, se così riformulato nell'impegno: “impegna il Governo, sulla base dei lavori e delle risultanze della Commissione, attraverso i Ministeri dell'Istruzione e del merito, dell'Università e della ricerca e per lo Sport e i giovani, d'intesa con gli enti locali e le federazioni e delle discipline sportive, a valutare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, l'opportunità di attivare una specifica banca dati di carattere nazionale, per quel che riguarda le buone pratiche di promozione della cultura della legalità attraverso lo sport e fornendo annualmente una relazione alle Camere.”

Sull'ordine del giorno n. 9/303-A/4 Baldino, parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/303-A/5 Cafiero De Raho, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/303-A/6 Ascari, parere favorevole per quanto riguarda il primo impegno, e con riformulazione del secondo impegno nei seguenti termini: “a valutare la possibilità di prevedere, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, ogni idonea misura volta a potenziare il gruppo operativo mobile, mettendolo in condizioni di svolgere il proprio lavoro in sicurezza attraverso la copertura integrale della pianta organica, la formazione e l'aggiornamento professionale, l'addestramento e l'equipaggiamento”.

Sull'ordine del giorno n. 9/303-A/7 Colucci, parere favorevole con riformulazione nei seguenti termini: “Impegna il Governo a informare le Camere in ordine agli esiti del monitoraggio sull'impatto delle intercettazioni telefoniche, in ordine all'efficacia della lotta alla mafia, anche con riferimento agli eventuali benefici in termini economici dei risultati conseguiti grazie alle intercettazioni telefoniche, a rendere alle Camere i dati relativi agli eventuali abusi nella materia delle intercettazioni”.

Sull'ordine del giorno n. 9/303-A/8 D'Orso, parere favorevole con la seguente riformulazione: “Impegna il Governo, sulla base dei lavori e delle risultanze della Commissione, a monitorare gli effetti applicativi della disciplina introdotta dal decreto-legge n. 162 del 2022, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 199 del 2022, e a valutare l'opportunità di rivalutarne il contenuto al fine di dare corretta rilevanza al requisito della collaborazione con la giustizia nel rispetto del perimetro tracciato dalla Corte costituzionale”.

Sull'ordine del giorno n. 9/303-A/9 Giuliano, parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/303-A/10 Auriemma, parere favorevole con la seguente riformulazione: “Impegna il Governo a rafforzare la lotta contro la mafia e la corruzione”.

Sull'ordine del giorno n. 9/303-A/11 Zaratti, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/303-A/1 Barbagallo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Sull'ordine del giorno n. 9/303-A/2 Borrelli c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, mi scusi, non ho capito una cosa. La riformulazione per me andrebbe anche bene, ma non ho capito se la parte sull'apologia della mafia sia espunta o non venga modificata. Infatti, non avrebbe senso un ordine del giorno dove, nella premessa, ci sono entrambe le cose, cioè la riforma della norma sullo scioglimento delle amministrazioni e la norma sull'apologia di mafia e camorra, mentre, invece, nella risoluzione viene espunta la parte che riguarda l'apologia della mafia. Quindi, volevo capire se si è trattato di un errore oppure no.

PRESIDENTE. Sottosegretaria Gava?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. La riformulazione è solamente negli impegni. Gliela rileggo: “Impegna il Governo a valutare, all'esito dei lavori e delle prime risultanze della Commissione antimafia, la possibilità di prevedere, in un prossimo provvedimento legislativo, l'introduzione nel testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, della previsione dell'automatica rotazione del personale dipendente delle amministrazioni locali sciolte per infiltrazioni e condizionamento di tipo mafioso o similare”. Il Governo esprime parere favorevole, se l'ordine del giorno viene così riformulato.

PRESIDENTE. Onorevole Borrelli, accoglie questa riformulazione?

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Va bene, ne ridiscuterò in una fase successiva, ma va bene. Chiedo, però, che quest'ordine del giorno venga posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/303-A/2 Borrelli, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Sull'ordine giorno n. 9/303-A/3 Girelli c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Viene accolta?

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Sì, Presidente, accolgo la proposta di riformulazione, ma chiedo che l'ordine del giorno venga posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/303-A/3 Girelli, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Sull'ordine del giorno 9/303-A/4 Baldino c'è un parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, signor Presidente. Sul tema delle intercettazioni, si è consumato, in queste ultime settimane, un valzer di giravolte da parte del Governo, però oggi è stato compiuto proprio il disegno massimo, cioè voi avete espresso parere contrario su un ordine del giorno che chiede al Governo di astenersi da qualsiasi misura volta a riformare la disciplina in senso peggiorativo, cioè in senso più restrittivo e, comunque, a depotenziare lo strumento delle intercettazioni come strumento investigativo, di ricerca della prova. Ora, non sono bastate le mille interviste rese da Nordio e dagli esponenti della maggioranza per fare chiarezza su questo tema e non è bastata l'informativa del Ministro Nordio a fare chiarezza sul disegno del Governo sul tema delle intercettazioni. Allora, chiariamoci una volta per tutte: cosa volete fare con le intercettazioni? Le volete depotenziare come strumento: sì o no? Che cosa volete fare con le intercettazioni per i reati di mafia e terrorismo? Le volete mantenere come strumento investigativo: sì o no? Che cosa volete fare con le intercettazioni come strumento investigativo rispetto ai reati di corruzione? Le volete mantenere: sì oppure no? Perché noi ancora non l'abbiamo capito e soprattutto non abbiamo mai sentito dire, dalla viva voce del Ministro Nordio o di qualche altro esponente del Governo o della maggioranza che, sui reati di corruzione, intendete tenere in piedi il sistema delle intercettazioni così com'è. Non l'abbiamo capito. Vi abbiamo dato la possibilità di esprimervi una volta per tutte e mi sembra abbastanza chiaro quale sia oggi la posizione del Governo.

Ci avete detto, per mesi, per anni, che dello strumento delle intercettazioni se ne faceva un abuso dal punto di vista della sua pubblicità; abbiamo proposto un'indagine conoscitiva sul tema delle intercettazioni e questa indagine conoscitiva ha fatto emergere chiaramente che, dal momento della riforma Orlando-Bonafede sulle intercettazioni e sull'utilizzo e la pubblicità delle intercettazioni, il Garante della privacy ha rilevato zero abusi. Allora, noi siamo a chiedervi oggi qual è il problema.

Ci spiegate, per favore, cosa volete fare con queste intercettazioni? Ce lo spiegate, per favore? Perché noi ancora non l'abbiamo capito. Oggi, con il parere contrario su quest'ordine del giorno, state dicendo chiaramente che avete intenzione di riformare in peius la disciplina delle intercettazioni, in termini più restrittivi, e che, comunque, volete depotenziare lo strumento. Ora abbiamo fatto chiarezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno 9/303-A/4 Baldino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Sull'ordine del giorno n. 9/303-A/5 Cafiero De Raho c'è un parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/303-A/6 Ascari c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Viene accolta?

VALENTINA D'ORSO (M5S). Presidente, possiamo riascoltare la riformulazione proposta dal Governo, per favore?

PRESIDENTE. Vice Ministra Gava?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Parere favorevole per quanto riguarda il primo impegno. La riformulazione riguarda il secondo impegno ed è la seguente: “a valutare la possibilità di prevedere, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, ogni idonea misura volta a potenziare il gruppo operativo mobile, mettendolo in condizione di svolgere il proprio lavoro in sicurezza, attraverso la copertura integrale della pianta organica, la formazione e l'aggiornamento professionale, l'addestramento e l'equipaggiamento”.

PRESIDENTE. Deputata Ascari, accoglie questa riformulazione?

VALENTINA D'ORSO (M5S). Intervengo io, Presidente, come cofirmataria dell'ordine del giorno. Mi pare di comprendere che l'unica riserva è in relazione alla compatibilità con le esigenze di finanza pubblica, relativamente al secondo impegno. L'unico motivo della riformulazione è questo e allora noi accettiamo la riformulazione, però chiediamo che sia posto in votazione quest'ordine del giorno, come riformulato dal Governo, perché riteniamo che comunque sia un segnale di chiarezza, anche alla luce del dibattito odierno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9/303-A/6 Ascari, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Sull'ordine del giorno 9/303-A/7 Alfonso Colucci c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Viene accolta?

ALFONSO COLUCCI (M5S). Chiederei la cortesia di rinnovare la riformulazione, gentilmente.

PRESIDENTE. Cerchiamo di essere un po' più attenti, altrimenti facciamo le cose due volte. Rappresentante del Governo?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a informare le Camere in ordine agli esiti del monitoraggio sull'impatto delle intercettazioni telefoniche in ordine all'efficacia della lotta alla mafia, anche con riferimento agli eventuali benefici, in termini economici, dei risultati conseguiti grazie alle intercettazioni telefoniche, e a rendere alle Camere i dati relativi ad eventuali abusi nella materia delle intercettazioni”.

PRESIDENTE. Deputato Alfonso Colucci?

ALFONSO COLUCCI (M5S). Accetto la riformulazione e chiedo che l'ordine del giorno sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9/303-A/7 Alfonso Colucci, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Sull'ordine del giorno n. 9/303-A/8 D'Orso c'è sempre una proposta di riformulazione da parte del Governo. Viene accolta?

VALENTINA D'ORSO (M5S). Allora, io sono stata attenta, però vorrei riascoltare la seconda parte della riformulazione. La prima parte ho constatato che è solamente una specificazione del provvedimento di legge, quindi si fa riferimento al decreto-legge convertito, però nella seconda parte non ho capito se c'è una riformulazione ridondante: valutare o rivalutare. Se me ne può dare lettura la rappresentante del Governo.

PRESIDENTE. Vice Ministra Gava, può, per cortesia, rileggere la seconda parte della riformulazione?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. “impegna il Governo, sulla base dei lavori e delle risultanze della Commissione, a monitorare gli effetti applicativi della disciplina introdotta dal decreto-legge n. 162 del 2022, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 199 del 2022, e a valutare l'opportunità di rivalutarne il contenuto al fine di dare corretta rilevanza al requisito della collaborazione con la giustizia, nel rispetto del perimetro tracciato dalla Corte costituzionale”.

PRESIDENTE. Gradisce questa riformulazione? Va bene così?

VALENTINA D'ORSO (M5S). In realtà, gradivo di più la formulazione del nostro gruppo parlamentare, perché noi abbiamo elencato tutte quelle che sono le criticità di questo provvedimento di legge…

PRESIDENTE. Accetta o no la riformulazione? Questo a noi serve capire.

VALENTINA D'ORSO (M5S). No, chiedo che il nostro ordine del giorno sia posto in votazione così com'è.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/303-A/8 D'Orso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/303-A/9 Giuliano, su cui il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare la deputata Giuliano. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Veramente resto basita da questo parere contrario del Governo, anche in relazione alle dichiarazioni rese in audizione, al Senato, dal Procuratore antimafia Melillo. Ricordo, infatti, che oggi, in audizione al Senato, il Procuratore antimafia ha ricordato che proprio l'allentamento della persecuzione dei reati contro la pubblica amministrazione mina anche le indagini sulla criminalità organizzata. Infatti, molte di queste indagini, soprattutto quelle riferite alle componenti più sofisticate del ciclo mafioso, e cito testualmente, che si occupano di riciclaggio, nascono dalle indagini sulla pubblica amministrazione.

Il Procuratore antimafia Melillo ha ricordato anche, purtroppo, gli scioglimenti, per infiltrazioni mafiose, di numerosi e grandi comuni del nostro territorio, compreso, Presidente, il comune capoluogo della mia provincia di residenza, ossia il comune di Foggia. A fronte di queste dichiarazioni, rese, ripeto, dal procuratore nazionale antimafia, speravo - ma, evidentemente, la mia speranza era infondata - invano che il Governo potesse riflettere su quanto ha maldestramente, ma, probabilmente, assolutamente con cognizione di causa, fatto con il decreto Rave, e cioè escludere dal meccanismo ostativo i reati contro la pubblica amministrazione, i più gravi reati contro la pubblica amministrazione, anche quelli commessi in forma associativa.

Presidente, questo va assolutamente in controtendenza non soltanto rispetto a tutto quello che ci dicono e ci stanno dicendo in questi giorni i procuratori, ma va in controtendenza rispetto a due dati. Il primo dato è quello che ci viene dal GRECO e dall'indice di percezione della corruzione, che, nel 2021, ha registrato un balzo in avanti di dieci posizioni, per cui l'Italia è passata dal sessantasettesimo al cinquantasettesimo posto.

Nel 2022, purtroppo, nell'indice di percezione della corruzione, l'Italia, anche a causa dei passi indietro che ha fatto nel corso del 2022, è salita di un solo posto. Questo vuol dire, però, che, negli ultimi dieci anni, il Governo italiano, e, in particolare, con la legge Spazzacorrotti del 2019, grazie al Ministro Bonafede, l'Italia veramente ha fatto passi da gigante nel contrasto alla corruzione. E questo va in controtendenza aperta anche rispetto alle raccomandazioni che hanno accompagnato l'approvazione del Recovery Plan che ha fortemente voluto il nostro Presidente Conte, quando è stato al Governo, perché uno dei prerequisiti per ottenere il Recovery Plan è stato proprio quello di non allentare le maglie del contrasto alla corruzione, che, ripeto, si lega a doppio filo con il contrasto alla criminalità organizzata.

Quindi, chiedo al Governo di rivedere l'impegno del mio ordine del giorno, che chiede di ricomprendere, nel meccanismo dell'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario, i reati contro la pubblica amministrazione, perché bocciare quest'ordine del giorno vuol dire, per questo Governo, la volontà di allentare apertamente il contrasto alla mafia e alla corruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/303-A/9 Giuliano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Sull'ordine del giorno n. 9/303-A/10 Auriemma c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: viene accolta?

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. No, non viene accolta, perché va a snaturare completamente l'ordine del giorno, che rappresenta un invito al Governo a rivedere le posizioni rispetto alla legge n. 3 del 2019, la Spazzacorrotti. Quindi, nella riformulazione viene completamente abbandonato il riferimento a mantenere le posizioni della Spazzacorrotti, che è stato uno strumento validissimo per la lotta contro la corruzione, lo ha detto nell'intervento la mia collega Giuliano. Quindi, non accettiamo assolutamente la riformulazione e chiediamo di mettere ai voti l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/303-A/10 Auriemma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Sull'ordine del giorno n. 9/303-A/11 Zaratti c'è un parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Intanto perché vorrei correggere un errore dell'ordine del giorno: una bellissima citazione di Giovanni Falcone, “la mafia non è affatto invincibile”, per mero errore, è stata attribuita a Paolo Borsellino. Quindi, chiederei agli uffici di modificare questa cosa. La seconda cosa che vorrei dire brevemente è la seguente: non chiedo al Governo di cambiare parere, però, francamente, a fronte di un impegno al Governo “a supportare la Commissione antimafia, aderendo alle richieste che potrà formulare in proposito la stessa Commissione, affinché vengano riportati alla luce quei tanti episodi ancora oscuri di intreccio tra mafia, la massoneria deviata e la politica collusa”, certo, con un parere contrario del Governo, non si fa una bella figura.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/303-A/11 Zaratti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - Testo unificato - A.C. 303-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gallo. Ne ha facoltà.

FRANCESCO GALLO (MISTO). Grazie, signor Presidente. Nei pochi minuti a mia disposizione, desidero esprimere, ovviamente, come, all'unanimità, certamente tutti faremo, il mio voto favorevole all'istituzione di questa Commissione. Innanzitutto, per esprimere un po' il senso di questo mio intervento, vorrei dire che non lo faccio da siciliano, come altri credo non lo faranno da calabresi o campani o pugliesi; lo faccio da cittadino del mondo, perché applicarsi su questa materia significa avere chiara oggi la consapevolezza che le mafie sono un fenomeno internazionale e mondiale, non sono più un fatto che riguarda alcune regioni del Paese.

Credo anche che questa Commissione debba caratterizzarsi non per finalità sociologiche, di studio, di indagini, più o meno fondate, su rapporti, più o meno provati, con questi o quegli ambienti, ma che debba essere uno strumento al servizio della magistratura e della verità, ma soprattutto al servizio di questo Parlamento, perché a questo Parlamento deve dare strumenti nuovi e più specialistici per stabilire quali siano le leggi che hanno funzionato, quelle che si devono riformare e quelle che si devono approvare.

La concretezza deve essere la linea guida della futura, nuova, imminente Commissione bicamerale, quella concretezza che, forse, oggi, è mancata nel nostro dibattito. Mettiamoci una pietra sopra e andiamo a lavorare, perché, certamente, le mafie non aspettano la fine dei nostri dibattiti (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, la pagina che ci accingiamo a scrivere in quest'Aula è una pagina importante, non perché la Commissione antimafia sia un inedito nel nostro Parlamento, tutt'altro. Quest'organismo venne istituito, per la prima volta, nel lontano 1962, oltre 60 anni fa, e, da allora, viene riproposto con una legge all'inizio di ogni legislatura. Credo che, però, questa volta l'atto che stiamo compiendo e l'iniziativa che stiamo assumendo rivestano un significato particolare, perché stiamo dimostrando…

PRESIDENTE, Porti pazienza, la interrompo un attimo soltanto, deputato Bicchielli. Aspettiamo che i colleghi deputati decidano di fare silenzio e di stare composti in Aula, per ascoltarla. Aspetti un secondo, ce la possiamo fare. I deputati che vogliono approfittare delle dichiarazioni di voto per dialogare tra loro sono pregati di accomodarsi fuori dall'Aula.

Prego, deputato Bicchielli.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). La ringrazio, signor Presidente. Onorevoli colleghi, stiamo dimostrando che anche in una stagione nella quale, grazie al voto dei cittadini, le ragioni della politica e una cristallina chiarezza di schieramenti si affermano su schemi di altra natura, la politica sa che ci sono momenti in cui ci si deve unire e, oggi, è uno di quei momenti.

La seconda ragione che rende questa giornata importante è il frangente in cui cade. È stato appena assicurato alla giustizia un latitante di primissimo piano, il boss dei boss, il capo di Cosa Nostra. Abbiamo letto in questi giorni ogni tipo di insinuazioni, dietrologie, commenti da bar di chi, dietro una tastiera, non prova vergogna a infangare il lavoro degli uomini e delle donne dello Stato che hanno reso possibile questo straordinario risultato. Signor Presidente, a quelle donne e a quegli uomini oggi il Parlamento sta dicendo: noi ci siamo, noi non abbassiamo la guardia!

Presidente, colleghi, sempre a proposito di retrospezione e di contestualizzazione, la storia della Commissione antimafia è fatta di pagine luminose e di pagine controverse, è costellata da momenti nei quali il Parlamento, attraverso quest'organismo e le sue competenze, ha preso parte, in maniera importante, allo sforzo corale delle istituzioni statuali nel contrasto alla criminalità organizzata e alle sue forme e ramificazioni sempre più insidiose.

Ma è stata anche talvolta segnata, purtroppo, da vicende poco edificanti che hanno visto la Commissione strumentalizzata e utilizzata impropriamente a fini politici, quando non proprio di inquinamento del dibattito pubblico. In questa legislatura, che, come dicevamo, da tanti punti di vista è innovativa e da tanti altri segna il ritorno a una fisiologia politica democratica della quale da tempo si avvertiva la mancanza, la Commissione antimafia sarà ricondotta alla sua storia di organismo serio e rigoroso, alla sua missione, al suo grande rilievo istituzionale. Il fatto che la coalizione che rappresenta la maggioranza nelle Aule parlamentari abbia già dimostrato di essere fermissima nella lotta alla mafia, determinata nel garantire agli apparati dello Stato gli strumenti normativi necessari per contrastare con efficacia la criminalità e, al tempo stesso, consapevole dell'importanza delle regole e del rigore nelle procedure è in tal senso un buon auspicio.

A proposito di compagini e coalizioni parlamentari, signor Presidente, mi lasci ringraziare i colleghi per la sensibilità dimostrata nei confronti della necessità che tutti i gruppi parlamentari della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica fossero rappresentati in questa Commissione. Si tratta di una garanzia di funzionalità per questo tipo di organismi e anche di un esempio di corretta interpretazione dei principi della democrazia rappresentativa. Onorevoli colleghi, non siamo in un momento qualsiasi nella storia del nostro Paese e il lavoro che attende l'organismo, la cui istituzione ci accingiamo ad approvare, è per questo particolarmente significativo. La doppia crisi, causata dalla pandemia prima e dalle emergenze internazionale poi, ha moltiplicato le sacche di disagio e sappiamo bene che è proprio nelle sacche di disagio che si annidano piaghe come quelle dell'usura.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 17,30)

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Inoltre, la moltiplicazione degli interscambi economici e commerciali, in un mondo che vede progressivamente abbattersi le barriere dei mercati, ha contribuito in maniera considerevole a incrementare la ramificazione delle organizzazioni criminali italiane all'estero e delle mafie straniere in Italia, un fenomeno questo al quale la legge istitutiva della Commissione ha inteso dedicare una specifica attenzione, sia nel suo complesso sia con riferimento alle singole organizzazioni e alle loro specificità operative e di contesto territoriale. Non vi è dubbio, inoltre, che i programmi di ripresa socio-economica attivati dalle istituzioni nazionali e soprattutto sovranazionali, con l'immediata iniezione di ingenti risorse e considerevoli quantità di denaro da destinare a bandi e progetti per rispondere alle crisi di questi anni, abbiano imposto un ulteriore innalzamento del livello di guardia, perché oggi la mafia è anche e soprattutto una mafia economica.

C'è, insomma, tanto, tantissimo da lavorare. Proprio nel momento nel quale il Paese si sta rialzando, nel momento in cui l'uscita dal tunnel appare più prossima, è particolarmente avvertita l'esigenza di mettere al riparo il sistema arterioso e venoso dell'Italia dall'attacco delle tossine che possono intossicarne la vitalità. Riteniamo che sia un buon segnale che anche in questa legislatura le forze politiche abbiano dato prova dell'univoca determinazione di rinnovare e di costituire una Commissione che davvero può dare un importante apporto. Non si tratta ovviamente di sostituirsi alla magistratura o alle Forze dell'ordine, si tratta piuttosto di contribuire a uno sforzo comune con le attribuzioni proprie delle Assemblee rappresentative e, dunque, nel caso specifico, di fornire, attraverso un'opera di ricognizione e di approfondimento, un quadro conoscitivo importante sulla congruità della legislazione vigente e della sua applicazione sui caratteri dei vecchi e dei nuovi fenomeni e sulla loro pervasività, sulla dimensione patrimoniale delle organizzazioni criminali e sulle loro ramificazioni territoriali, sulle connessioni con i grandi traffici internazionali, a cominciare da quello degli stupefacenti, e con fenomeni come l'usura, le estorsioni e il riciclaggio, sul tentativo di penetrare nel sistema degli appalti pubblici e di appropriarsi indebitamente di risorse spesso molto ingenti. Come detto poc'anzi, per assicurare l'efficacia degli strumenti di prevenzione e repressione bisogna essere in grado di fronteggiare fenomeni mafiosi di importazione che presentano fra loro sensibili differenze. Per questo, nell'analisi della penetrazione delle mafie straniere nei nostri confini sarà importante individuarne le peculiari modalità operative e di insediamento. Signor Presidente, a fenomeni diversi devono corrispondere strumenti mirati di contrasto e sicuramente la Commissione potrà essere di aiuto affinché l'ordinamento sia dotato della normativa più efficace e aggiornata. Lo stesso dicasi per quanto riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza e la necessaria vigilanza per preservare questo sforzo immane da ogni tentativo di infiltrazione.

Quindi, signor Presidente, nell'annunciare il voto favorevole di Noi Moderati all'istituzione di quest'organismo parlamentare storico, ma sempre nuovo, intendiamo sottolineare l'entità e l'importanza delle sfide che lo attendono. Il Governo e la maggioranza hanno inaugurato la legislatura dando alcuni segnali chiari a sostegno della lotta alla mafia sul piano normativo e operativo. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questa determinazione dovrà segnare anche gli anni a venire e siamo qui oggi per dimostrare che il Parlamento è pronto a dare il proprio contributo (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signor Presidente. Oggi è stata una giornata dura, è stata una giornata difficile in Parlamento. Una giornata che doveva segnare l'istituzione della nuova Commissione antimafia, che doveva segnare un momento di grande partecipazione e di grande unità da parte di tutta l'Assemblea, è stata guastata, diciamo, da una serie di polemiche assolutamente fuori luogo. Ciò nonostante, io ritengo che il voto che c'è stato sugli articoli della proposta di legge di istituzione della Commissione, articoli che sono stati votati all'unanimità, sia il segno, comunque, di una volontà precisa di questa Assemblea di questa Camera di contrastare fortissimamente la mafia nel nostro Paese.

È stato fatto un buon lavoro in Commissione. Come sappiamo, la Commissione antimafia viene istituita con una proposta di legge che ha visto i testi unificati delle diverse proposte che sono state messe in campo e che ha visto la partecipazione di tutti, della maggioranza e della minoranza. Perciò, voglio ringraziare davvero i colleghi e le colleghe per l'aiuto che hanno dato in questa direzione, perché è un segnale importante.

Vorrei ricordare qui alcune questioni che io ritengo fondamentali e che non possono essere trascurate né potranno essere trascurate dal lavoro che la Commissione deve fare, a cominciare dalla questione dei troppi comuni che vengono sciolti per infiltrazioni mafiose nel nostro Paese. Sono decine i comuni, dal Nord al Sud del nostro Paese, che vengono sciolti per infiltrazioni mafiose o di tipo criminale. Si tratta di una questione sulla quale il Governo non può non prestare attenzione e lo ha ricordato anche il collega Borrelli nel suo ordine del giorno. Rimane un'assoluta priorità, perché quelle istituzioni di prossimità, che sono quelle più vicine ai cittadini, devono essere un punto fondamentale della lotta contro la mafia.

Riproporre una Commissione, istituita per la prima volta nel 1962, sul fenomeno mafioso non è soltanto una questione importante, non è un rito, non è una ritualità ma è una questione fondamentale. In questi ultimi mesi e in questi ultimi giorni sono stati tanti i successi delle istituzioni dello Stato contro la mafia. L'arresto di Messina Denaro è stato un grande successo, ma nasconde anche un limite, un forte limite, perché il capo dei capi della mafia è stato per troppo tempo latitante, senza che si riuscisse a fermarne l'attività e le gesta. La media della latitanza dei capi della mafia è troppo, troppo alta e di ciò noi dobbiamo prendere coscienza. La mafia non si sconfigge soltanto utilizzando gli strumenti legislativi e investigativi ma si sconfigge anche in altri modi. Intanto, voglio ringraziare, ovviamente, tutti coloro che in questi anni si sono battuti contro la mafia. I Governi, la magistratura, la Polizia, i Carabinieri e la società civile hanno combattuto seriamente la mafia, molte volte anche con il sangue.

Oggi possiamo finalmente dire che i grandi boss sono fuori gioco, però la mafia non è stata sconfitta. Neanche lo Stato è stato sconfitto e solo nei prossimi mesi si potrà capire quali saranno gli effetti dell'arresto dell'ultimo dei capi di Cosa Nostra. Noi di sicuro, lo Stato, i cittadini, le cittadine e il Parlamento, non abbasseremo la guardia.

Io voglio ricordare che la mafia cambia. La mafia non è più quella dell'uomo con la coppola in testa e della doppietta sulla spalla. I rampolli della nuova mafia oggi studiano nelle migliori università europee. Sono seduti, gli esponenti della mafia, nei salotti economici del nostro Paese, dove si prendono le decisioni vere, quelle che cambiano la vita di ognuno di noi. Il grande business non è soltanto quello dovuto al recupero dei proventi delle attività illegali, ma è l'investimento di questi nuovi proventi, è come si investono e come si fanno lucrare gli investimenti illeciti, e questo cambia la natura della società. Il mafioso non è più quello con la coppola e con la doppietta, ma è il vicino di casa, è l'ingegnere, è colui che si occupa di finanza, è colui che siede in un consiglio di amministrazione di una grande banca. Allora, dobbiamo avere una capacità ancora maggiore per contrastare questo fenomeno: dobbiamo avere la capacità di coinvolgimento della società. Non si batte la mafia soltanto aumentando le pene detentive o afflittive o soltanto con le operazioni di polizia, ma con una grande capacità di intervento nella società, intervento che deve essere fatto, in primo luogo, nelle grandi e sterminate periferie dei nostri paesi e delle nostre città. Noi sappiamo che tante persone, i giovani, che vivono in quelle condizioni di degrado troppo spesso sono preda della mafia, perché la mafia è l'unico datore di lavoro che c'è in quei territori. Dobbiamo sconfiggere la mafia partendo anche dal risanamento dei quartieri periferici delle nostre città. Dobbiamo sottrarre le nostre giovani e i nostri giovani a quest'influenza, a questa capacità pervasiva della mafia.

Io credo che questo sia uno degli obiettivi principali che dobbiamo avere in testa, ossia una capacità di combattimento nei confronti della mafia che sia a tutto tondo, che sappia cambiare la nostra società, che sappia cambiare anche i nostri strumenti investigativi. Dobbiamo essere in grado di innovare, perché la mafia cambia con la società. La mafia non è più quella di una volta; la mafia non è più quella che noi siamo abituati a vedere nelle serie televisive.

Oggi la mafia uccide di meno ma corrompe di più, Presidente. Fornisce beni e servizi, fornisce denaro e punta soprattutto al controllo dei flussi della spesa pubblica attraverso il condizionamento e la corruzione della pubblica amministrazione. La corruzione è, senza dubbio, un reato satellite del fenomeno della mafia e non può essere annoverata tra i reati ordinari. Essa rappresenta una minaccia per lo Stato di diritto, falsa la concorrenza e ostacola lo sviluppo economico. Il recente arresto di Matteo Messina Denaro, se non altro, registra una grande vittoria per gli uomini e le donne che hanno partecipato all'operazione, ma, come dicevo, registra anche nuovi dubbi e nuovi quesiti che il Parlamento e la Commissione che ci apprestiamo a istituire dovrebbero avere il coraggio, la forza e la volontà di chiarire. Combattere la mafia significa cambiare, ossia essere in grado, appunto, di affrontare le nuove sfide.

Ora, Presidente, abbiamo detto tante cose, in questi giorni di discussione e abbiamo citato tanti personaggi importanti. Abbiamo citato Borsellino, abbiamo citato Peppino Impastato, Giovanni Falcone, abbiamo citato tanti esponenti della società civile, della magistratura e delle Forze di polizia che si sono battuti contro la mafia. Io, oggi, qui voglio ricordare dieci donne, dieci donne che, in questi anni, hanno rappresentato anche un simbolo della lotta contro la mafia. Ci sono state tante altre donne che si sono battute contro la mafia, ma io, oggi, qui ne voglio ricordare appunto dieci. Saveria Antiochia: nel lontano 1994, Saveria Antiochia, madre di Roberto Antiochia, perse suo figlio, un poliziotto di 23 anni, rimasto ucciso, il 6 agosto del 1985, a Palermo, nell'agguato al commissario Ninni Cassarà. La sua durissima lettera al Ministero dell'Interno del tempo denunciava le responsabilità dello Stato in quel tremendo lutto. Rita Atria: Rita Atria a soli 17 anni decide di rivelare ciò che sa del mondo criminale che ha accompagnato tutta la sua vita a Partanna nel trapanese. A liberarla dalla paura era stato Paolo Borsellino; infatti, il 26 luglio 1992, una settimana dopo la strage di via D'Amelio, si tolse la vita. Aveva ripudiato sua madre, viveva in segreto a Roma; tutto per inseguire un ideale di giustizia che non si è ancora realizzato. Sua madre distrusse la lapide di Rita a martellate. Lucia Borsellino: il 19 luglio del 1992, 57 giorni dopo il collega Giovanni Falcone, Lucia Borsellino perdeva suo padre nella strage di via D'Amelio. Maria Concetta Cacciola: Maria Concetta Cacciola è stata testimone di giustizia contro le cosche della 'ndrangheta nella Piana di Gioia Tauro…

PRESIDENTE. Mi spiace, onorevole, però dovrebbe concludere, per favore.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Cito soltanto le persone che ho elencato: Maria Concetta Cacciola, come dicevo, appunto, testimone di giustizia contro le cosche della 'ndrangheta; Rosaria Costa, vedova dell'agente Vito Schifani nel 1992, ha dedicato la sua vita a parlare di legalità e lotta alla mafia; Michela Buscemi, che ha rischiato tutto per dare giustizia ai suoi fratelli assassinati dalla mafia; Giusy Vitale, che al figlio intimò di tenersi lontano dalla mafia e per lei iniziò la strada del pentimento. Ancora, Graziella Campagna: era il 1985, Graziella aveva trent'anni e fu uccisa per aver scoperto la vera identità di un boss mafioso; Emanuela Loi, che è stata la prima donna agente delle scorte a essere uccisa; Renata Fonte, di Nardò: il suo pallino era difendere il territorio; si deve a lei il comitato per la tutela di Porto Selvaggio, con cui si oppose alle forti speculazioni edilizie; divenne anche la prima assessora di Nardò, ma durante il suo mandato scoprì numerosi illeciti.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Stava tornando a casa, dopo una seduta del consiglio comunale, aveva solo 33 anni; il suo fu il primo omicidio di mafia nel Salento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carfagna. Ne ha facoltà.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Avevo preparato il mio intervento di oggi immaginando il dibattito e il voto di questa giornata come un momento unificante, come una corale manifestazione di impegno contro la mafia. Gli eventi della giornata hanno un po' cambiato il senso di questa discussione e ci tengo a dire che aver diviso quest'Aula sul tema della lotta ai clan è stata una ferita alla credibilità e alla dignità di questo Parlamento, di cui onestamente non sentivamo il bisogno, perché possiamo dividerci su tutto, ma non accusarci l'un l'altro di essere amici della mafia, soprattutto, in un dibattito come questo, di cui forse molti sottovalutano l'importanza. Infatti, l'approvazione della legge istitutiva della Commissione antimafia è un adempimento che la nostra democrazia ripete all'inizio di ogni legislatura, ma è tutt'altro che un rito, è un modo con cui il Parlamento segnala il suo impegno di collaborazione con le Forze dell'ordine, con la magistratura e con la società civile nel combattere l'infezione mafiosa, ovunque essa si manifesti. Crediamo sia tempo di rilanciare questa azione, almeno per tre ragioni e speriamo davvero, nonostante quello che è accaduto oggi, che questa legislatura ne sia capace.

La prima è il colossale sforzo di modernizzazione legato al Piano nazionale di ripresa e resilienza; il 2023 sarà l'anno degli appalti e dei cantieri e serve un'azione di vigilanza, altissima e costante, per evitare che si trasformi nell'anno del rilancio degli affari mafiosi. Abbiamo gli anticorpi per farlo, abbiamo esempi virtuosi che ci dimostrano che la rapidità delle opere può andare di pari passo alla loro trasparenza e alla legalità delle procedure; penso alla ricostruzione del ponte di Genova, dove le interdittive antimafia sono riuscite a bloccare preventivamente la partecipazione di imprese sospette che si erano aggiudicate i subappalti. Quel modello ci dice che lo Stato ha gli strumenti per difendere l'economia e l'imprenditoria legale, che è in grado di usarli e che può usarli senza compromettere i progetti di sviluppo del Paese.

Lo dico perché tante volte abbiamo sentito in quest'Aula e fuori da quest'Aula giustificare l'ostilità a grandi e piccole opere, il “no” a progetti importanti, penso ai grandi eventi, un esempio tra tutti la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024, con l'argomento delle possibili infiltrazioni mafiose e del possibile buon affare per la corruzione. Ecco, questo è un capitolo che va chiuso. La risposta ai clan non è fermare il Paese per il timore delle loro interferenze, ma mandarlo avanti, rendendo impossibili quelle interferenze.

Vengo al secondo punto del mio ragionamento. Il lavoro della Commissione deve sviluppare il suo ruolo di collegamento tra la società civile e le istituzioni e deve esercitare il dovere dell'ascolto di chi è in prima linea nella battaglia per la legalità, prendendo in considerazione i suoi allarmi, i suoi suggerimenti e le sue richieste. Penso ai tanti sindaci coraggiosi che, in tutto il Sud e non solo, tengono la schiena dritta e talvolta hanno pagato con la vita la loro rettitudine. Penso ai giornalisti che hanno denunciato e denunciano; penso ai poliziotti, ai carabinieri, ai magistrati, ma anche ai sacerdoti e qui mi fa piacere ricordare don Maurizio Patriciello, il parroco del Parco verde di Caivano (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe), che offre uno spazio di legalità, serenità e vita pulita a centinaia di famiglie di Caivano e vive sotto scorta dopo le ripetute intimidazioni dei clan che si combattono nella sua zona.

La lotta alla mafia si fa ascoltando questi eroi spesso sconosciuti e dando un seguito alle loro richieste. È questo, secondo noi, il senso che si deve dare all'attività della Commissione che può e deve trasformarsi nel raccordo tra società civile e istituzioni, un raccordo che produce sollecitazioni al Governo nazionale e ai governi locali, che accende un faro sui territori a rischio, non solo per segnalare un problema, ma anche per guidare lo Stato verso interventi pratici. Possiamo farlo e, in molti casi, lo abbiamo già fatto, penso al bando per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, promosso quasi due anni fa e ora arrivato a conclusione: una prova esemplare che finanzierà con risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza oltre 240 progetti a vantaggio delle comunità e delle nuove generazioni, tra i quali (ci tengo a dirlo, perché fui io a volere questo punteggio di premialità), asili nido e centri antiviolenza in luoghi che ne erano del tutto privi.

Il contrasto alle mafie - e questo è il terzo motivo che mi porta a giudicare importante il lavoro della Commissione - deve essere rilanciato anche come impegno quotidiano, non solo sul piano della repressione, ma anche del contrasto culturale e sociale ai controvalori della mafia: l'intimidazione degli onesti, l'omertà, l'esercizio della legge del più forte, la sottomissione dei deboli, l'irrisione dello Stato. La nostra generazione politica dovrebbe essere la più sensibile a questi argomenti; l'età media di questo Parlamento è di 51 anni; la gran parte di noi aveva circa vent'anni all'epoca delle stragi di Capaci e via D'Amelio. Molti, me compresa, nelle interviste, negli interventi ricordano quelle date come momenti cruciali della loro formazione politica o, addirittura, punti di partenza del loro impegno politico. Ricordiamo molto bene il sentimento di smarrimento ai limiti della disperazione di quel momento, le terribili parole: “è tutto finito”, di Antonino Caponnetto, piegato dalla scomparsa dei suoi migliori amici e collaboratori.

Quel momento è stato superato con pazienza e con tenacia. Trent'anni dopo, lo Stato ha assicurato alla giustizia Matteo Messina Denaro, ma non solo; trent'anni dopo, lo Stato può dire, con le parole del presidente della corte di appello di Palermo, Matteo Frasca, di aver messo a punto una legislazione antimafia di altissimo livello, che costituisce una solida cassetta degli attrezzi per un'efficace azione di contrasto alla criminalità organizzata, una legislazione all'avanguardia nel contesto europeo, che consente all'Italia di essere trainante per altri Stati che si rivolgono a noi con ammirazione e interesse. È sufficiente? Purtroppo, non lo è. La repressione non sarà mai sufficiente se non sarà affiancata alla bonifica del sottosviluppo sociale ed economico che costituisce l'habitat ideale per la criminalità di tipo mafioso, una bonifica che si può compiere solo rendendo effettivi e reali i diritti costituzionali dei cittadini in ogni territorio del Paese, perché non sia più necessario bussare alle porte di padrini grandi e piccoli per ottenere un lavoro, un ricovero ospedaliero, una casa, un posto al nido, una licenza o una possibilità di futuro per i propri figli.

Questo è per noi l'orizzonte al quale deve lavorare la Commissione che oggi istituiamo; un orizzonte assai più largo del Sud, che non a caso non ho citato finora nel mio intervento, perché rappresenta solo una parte di un problema che, da tempo, si è fatto nazionale e addirittura internazionale; un orizzonte segnato dal ripristino o dalla conquista di diritti, doveri e opportunità uguali per tutti i cittadini italiani, cioè l'esatto contrario dell'Italia depressa e disperata su cui le mafie hanno costruito e fondano tuttora il loro potere criminale (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dalla Chiesa. Ne ha facoltà.

RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Grazie, Presidente. A inizio legislatura, mi sono trovata in quest'Aula a chiedere, con grande, grandissima emozione, di lavorare tutti insieme, senza divisioni politiche, sul problema mafia in Italia, e lo ripeto con maggiore forza oggi. Io sono qui ad esprimere la posizione di Forza Italia sulla proposta di istituzione della Commissione parlamentare antimafia, perché di mafia non bisogna mai smettere di parlare, non bisogna mai allentare, bisogna sempre combatterla, continuare a combatterla tutti i giorni. Noi esprimiamo quella grandissima parte d'Italia che è impegnata nella prevenzione e nel contrasto del fenomeno mafioso. Mi riferisco, prima di tutto, alle donne e agli uomini a cui affidiamo i compiti di contrasto e repressione del fenomeno: magistrati, poliziotti, carabinieri, finanzieri, polizia penitenziaria.

L'Italia, anche in risposta a molti grandi traumi che abbiamo dovuto affrontare, si è dotata del sistema di prevenzione più avanzato del mondo, fatto di leggi, certo, ma, soprattutto, fatto di competenza, esperienza, fatica ed energie umane, tant'è vero che moltissimi Paesi partner, negli anni, hanno interpellato proprio i nostri investigatori per avere indicazioni su come affrontare le organizzazioni criminali. Sono le donne e gli uomini che, ogni giorno, presidiano il territorio, l'economia e le carceri: a loro va tutta la nostra profondissima gratitudine (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E, poi, ci sono gli insegnanti, c'è la scuola, non dimentichiamocelo mai questo: non solo prevenzione e repressione, quindi, ma anche educazione al problema. Ci sono alcuni importanti lavori di ricerca che hanno tentato di quantificare e descrivere nel dettaglio l'impegno della scuola italiana contro la mafia. Quante storie che noi non conosciamo, ma esistono, di ragazzi strappati alla mafia da docenti o presidi che sono stati consapevoli di quello che i ragazzi stavano correndo nel pericolo; quanti presidi e professori innamorati del proprio lavoro, quanti progetti di educazione alla cittadinanza e alla legalità ci sono, promossi da ogni singola scuola, in ogni angolo d'Italia. Sono realtà che stanno producendo frutti, che ormai cominciano a vedersi. Non sono processi formativi che mostrano i propri risultati il giorno dopo, questo è chiaro, tuttavia, nel tempo, scavano solchi profondi nella società e nel senso comune.

Ve le ricordate le lenzuola bianche ai balconi di Palermo o la partecipazione e la rabbia dei palermitani ai funerali degli agenti della scorta di Borsellino? Sento tante parole, ma chi le ha vissute sulla propria pelle queste cose se le ricorda meglio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier). O, ancora, le strade di Palermo il giorno dell'arresto di Matteo Messina Denaro: quelle manifestazioni di gioia, con gli applausi, non erano il frutto di manifestazioni convocate da partiti, sigle sindacali o associazioni, era un pezzo di popolo che spontaneamente esprimeva un senso di liberazione per un risultato importantissimo dei magistrati e del ROS dei Carabinieri. Questo è un grande segno di radicamento della cultura anti-criminale che è ormai parte integrante dei valori civili di molti cittadini. “La mafia verrà vinta da un esercito di maestre elementari”, disse Gesualdo Bufalino, scrittore siciliano del secolo scorso: una frase di cui, oggi più che mai, noi possiamo apprezzare il significato.

E, poi, pensiamo anche all'impegno delle università, molto più recente di quello della scuola, però altrettanto importante per vincere le nostre battaglie. Quell'accademia italiana che, fino a 15 anni fa, non studiava, non gliene importava niente di studiare la mafia, che è un paradosso incredibile, nel Paese che ha una fortissima concentrazione di organizzazioni criminali e mafiose e la cui storia è stata per troppo tempo fortemente influenzata da questa presenza. Ne è ancora influenzata, ma devo dire che le università, finalmente, si sono date una mossa anche in questo senso.

Oggi c'è, per fortuna, un'attenzione molto più alta: pensiamo all'Università statale di Milano, per esempio, che è un polo di eccellenza internazionale su questi studi e ad altri istituti che stanno accogliendo la sfida di formare in diversi ambiti - questa è una cosa importante - una classe dirigente che abbia anche una profonda cultura anti-mafiosa. E, poi, ricordiamo anche le amministrazioni territoriali e locali, l'impegno delle regioni e dei comuni contro le mafie, che è in continua crescita, proprio in risposta alla strutturata presenza di Cosa Nostra, della camorra e, purtroppo, in questo periodo anche della 'ndrangheta, ben oltre i territori del suo tradizionale insediamento. La presenza della 'ndrangheta nel Nord Italia è diventata una delle maggiori sfide, una grave emergenza dei giorni nostri, perché sta inquinando pesantemente l'economia di regioni come Lombardia, Piemonte, Veneto, e noi non ce lo possiamo permettere. Spero che la Commissione parlamentare antimafia affronterà questo problema con fermezza e continuità.

E non dimentichiamo il ruolo delle prefetture più attive sulla presenza mafiosa o quello delle strutture e agenzie di Governo, come il Commissario antiusura o l'Agenzia dei beni confiscati. A proposito dei beni confiscati, io chiedo davvero il vostro aiuto: bisogna assolutamente evitare che tornino, come purtroppo già sta accadendo, nelle mani della mafia. Quei beni hanno il grande significato morale di restituire all'uso sociale ricchezze mafiose costruite con il sangue, con la violenza e con il crimine (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Bisogna impegnarci, perché troppi beni ancora non sono stati affidati agli enti che ne possono fare richiesta: parliamo di circa 22 mila confische, sono un numero enorme. I motivi sono molti, dipendono anche da elementi diversi, parliamone: c'è un problema di personale in Agenzia, su cui sicuramente potremmo intervenire in questa legislatura con un potenziamento significativo; c'è un problema di personale anche nei comuni, soprattutto quelli piccoli, che spesso non hanno le risorse umane necessarie per il progetto del recupero dei beni e il solo volontariato, spesso, non basta. C'è tanto volontariato, in questo senso dobbiamo ricordarcene. Insisto: dobbiamo sostenere le associazioni disponibili a recuperare i beni e questi beni possono essere recuperati sotto forma di asili, centri culturali, caserme, biblioteche, circoli ricreativi, musei e case famiglia. E mi ricollego proprio a questo, infine, per citare la parte più incoraggiante di questo mondo impegnato contro la criminalità: le innumerevoli associazioni di cittadini. Moltissime di queste associazioni lavorano grazie alla voce importante, che per me è importantissima, di tanti giovani, ma tanti proprio. I ragazzi devono diventare i nostri migliori alleati. Siamo noi che dobbiamo aiutarli a liberare i loro territori dalla paura, siamo noi che dobbiamo stare accanto a questi cittadini, siamo noi che dobbiamo insegnare loro a rispettare la loro dignità. Il 1° marzo 2017, quest'Aula ha votato all'unanimità l'istituzione della Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Ogni anno, il primo giorno di primavera ricordiamo le oltre mille vittime innocenti di mafia ed è un impegno a cui Libera, una delle maggiori associazioni che citavo poco fa, ha lavorato per 20 anni, prima che arrivasse il riconoscimento del Parlamento. Ricordare è combattere.

L'Italia è il Paese che ha prodotto le organizzazioni mafiose di cui abbiamo parlato in precedenza, ma è anche il Paese che ha lottato ed è stato testimone del sacrificio di sangue dei suoi uomini per regalarci futuro, per regalare ai nostri figli la speranza. Quegli uomini, fra tanti, troppi eroi, loro malgrado - non avrebbero voluto mai diventarlo - si chiamano anche La Torre, Dalla Chiesa, Mattarella, Giuliano, Cassarà, Basile, Chinnici, Falcone, Borsellino, Terranova e Don Puglisi e tutti coloro che ricordiamo ogni 21 marzo (Applausi). Mai dimenticare i loro nomi, le loro voci, il dolore delle famiglie e chi ha avuto la propria vita segnata da strappi violenti. Quella è l'Italia, quello è lo Stato di cui tutti noi dobbiamo essere sostegno e memoria. Chi, anche fuori dalle organizzazioni mafiose, quell'Italia l'ha tradita, l'ha sfruttata per ricavarne vantaggi personali non solo non ne fa parte, ma reca il danno più grave di ogni altro: getta ombra e discredito sul lavoro e sul ricordo di chi ci ha creduto fino alla morte.

Mi piacerebbe molto, Presidente, onorevoli colleghi, e qui chiudo, poter dire qualcosa di simile anche all'istituzione parlamentare, nel suo insieme. Discuteremo, ci scontreremo sicuramente, ma dobbiamo fare in modo di contribuire a questa battaglia tutti uniti, insieme, per vincerla. Non sul fatto di parteciparvi con convinzione e lealtà, ma anche nelle naturali divisioni dei partiti, garantendo, però, che mai e poi mai cercheremo su questi temi speculazioni politiche.

Vorrei a questo punto - e poi chiudo - ricordare una frase, che continua a rappresentare il senso più alto della lotta alla mafia. La pronunciò il prefetto Dalla Chiesa, all'indomani dell'omicidio di Pio La Torre, il 1° maggio del 1982, davanti ai Maestri del Lavoro di Palermo. Disse: “Se è vero che esiste un potere, questo potere è solo quello dello Stato, delle sue istituzioni e delle sue leggi; non possiamo oltre delegare questo potere né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti”.

Signor Presidente, il gruppo di Forza Italia voterà a favore dell'istituzione della Commissione d'inchiesta parlamentare sul fenomeno mafioso. Non sarà per atto dovuto, ma per la profonda consapevolezza del nostro dovere di contribuire al cammino di tante persone, il cammino di tutti contro ogni mafia, fino a che l'ultimo territorio del Paese non sarà libero da questa palude che inghiotte democrazia, libertà e speranza, senza colori politici (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Ci accingiamo a votare l'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, un momento importante di unità e coesione della politica tutta. Quel che oggi è avvenuto è grave, perché qualunque divisione rafforza le mafie. Ne siete e ne siamo tutti consapevoli. Qualunque competizione indebolisce la compattezza del Parlamento e, con essa, l'unitarietà e la condivisione della cultura della legalità, e, quindi, della nostra democrazia, che si fonda sullo stato di diritto e sul rispetto delle regole, sui valori mai negoziabili della libertà, della solidarietà e dell'uguaglianza di tutti, senza distinzione alcuna. Le mafie sono la negazione dei valori e dei diritti posti dalla nostra Costituzione a fondamento della nostra democrazia.

La proposta dell'istituzione della Commissione parlamentare antimafia è stata la prima proposta di legge che, con il Presidente Conte, ho firmato subito dopo l'insediamento. Ad essa il MoVimento ha dato assoluta priorità, non perché abbiamo una visione “pan-mafiosa”, come ha affermato il Ministro della Giustizia, che, nel qualificare con tale aggettivazione la nostra preoccupata prospettazione in Aula, ha voluto sostanzialmente sminuire i caratteri di una realtà criminale che gli organismi giudiziari di polizia ben conoscono e contrastano quotidianamente e che le relazioni della Direzione investigativa antimafia semestralmente documentano. Negare questa realtà significa non conoscerla o sottovalutarla. La nostra preoccupazione deriva soprattutto dal fatto che in tanti continuano a negare la grave evoluzione mafiosa e la pervasività della mafia. Abbiamo una visione chiara della gravità, pericolosità e pervasività dell'agire mafioso, senza bendarci gli occhi, né nascondere la polvere sotto il tappeto, perché non vogliamo eludere il gravissimo problema, ma affrontarlo e tentare di risolverlo. Non vogliamo dare dell'Italia un'immagine che non merita, ma, al contrario, vogliamo dire al mondo che conosciamo il problema e lo affrontiamo con il massimo impegno. È per questo che i Paesi del mondo intero ci chiamano per insegnare loro i nostri istituti giuridici e i nostri metodi per contrastare le mafie e il terrorismo. Vogliamo e speriamo che sia sempre così.

Diamo al tema del contrasto alle mafie assoluta priorità, perché siamo consapevoli del nostro compito di difesa e protezione dei cittadini. Il contrasto alle mafie è lotta dello Stato e della società per la sua legalità. È, innanzitutto, impegno dei parlamentari, ai quali spetta il dovere di dotare Polizia giudiziaria e magistratura di strumenti adeguati, aggiornati, efficaci. A noi del Parlamento spetta difendere i cittadini, come comunità e come singoli, le imprese e i diritti costituzionali che le mafie calpestano. Ma prendiamo atto della realtà criminale: è indispensabile per sentire l'urgenza dell'impegno del Parlamento. Il contrasto alla corruzione e alle organizzazioni mafiose ha raggiunto, negli ultimi anni, livelli di altissimo rilievo, resi possibili dall'azione di una magistratura preparata e di una Polizia giudiziaria altamente specializzata.

L'infiltrazione delle mafie nell'economia legale avviene con strumenti di schermatura e mimetizzazione, quali società per azioni gestite da una borghesia mafiosa, capace di cambiare pelle e apparire interlocutore affidabile, che si insinua nel mercato facendo leva sulla solidità economica derivante dalla ricchezza dei traffici illeciti, ma capace di manifestare la violenza della cosca quando le condizioni lo richiedono. È preoccupante il livello di corruzione alimentata da soggetti criminali che dispongono di entrate e patrimoni rilevantissimi. Dall'eccellente impegno investigativo di Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza emerge la consapevolezza del diffuso sviluppo delle tante iniziative economiche mafiose apparentemente legali e la partecipazione agli appalti di cartelli di imprese promossi dalla occulta regia mafiosa, che distribuisce a rotazione incarichi e affidamenti, aggregando soggetti economici apparentemente sani. La legislazione antimafia e il codice degli appalti, con l'impegno delle Forze di Polizia e della magistratura, devono essere in grado di ostacolare e contrastare tali meccanismi. Le mafie oggi sono mafie degli affari, ancor più che mafie del territorio. Ignorare questa realtà significa combattere le mafie con armi non adeguate e non tutelare adeguatamente le imprese sane. Soprattutto oggi, con le esigenze di protezione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e lo sviluppo dei ricchi appalti che a esso sono collegati, è necessario non chiudere gli occhi su questi aspetti, perché ogni disattenzione dello Stato e di noi parlamentari, cui spetta dare la regola e formulare le leggi, apre un'autostrada per l'infiltrazione mafiosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e noi dobbiamo impedirlo.

Le proiezioni delle mafie in costellazioni di società di capitali, costituite non solo in Italia ma in diversi Paesi dell'Europa, dell'America, dell'Africa e dell'Asia, in collegamento con società apparentemente sane ma risucchiate nel circuito mafioso per aver accettato servizi illegali, non sono invenzioni o esagerazioni di noi che vi parliamo ma è questo il quadro descritto dalle plurime indagini della magistratura. Sono queste proiezioni mafiose che danneggiano il nostro sistema economico e, in esso, i soggetti che, correttamente e con sacrificio, sviluppano settori trainanti del nostro Paese. Questi imprenditori onesti sono eroi e non possono essere lasciati soli, devono essere difesi innanzitutto da noi che abbiamo il potere di legiferare e proteggerli. In mancanza, nessuno potrà resistere alla forza economica e, quando occorre, violenta delle mafie. Nessuno potrà resistere alla concorrenza mafiosa. È di questo che dobbiamo preoccuparci. Temiamo che, in mancanza di leggi adeguate del nostro Paese, anche gli imprenditori sani trovino conveniente concludere affari con le imprese di emanazione mafiosa, perché esse appariranno più forti, mentre lo Stato, a causa di leggi non adeguate, sembrerà debole o connivente. Dare protezione alle imprese sane e non consentire che vengano fagocitate nei vortici delle illegalità in cui spadroneggiano protagonisti del sistema delle mafie e della corruzione è il nostro compito. Dobbiamo farlo da esponenti del Parlamento eletti dal popolo per soddisfare e proteggere gli interessi generali della comunità nazionale e, primi tra tutti, i diritti garantiti dalla Costituzione. Le mafie sono i primi nemici della Costituzione, della libertà dei singoli e dello sviluppo del nostro Paese. Non c'è sviluppo nelle terre di mafia. Per questo il Meridione d'Italia è arretrato. L'arretratezza del Sud è conseguenza delle presenze mafiose mai sconfitte.

Sarà necessario, con la istituenda Commissione, conformemente ai contenuti della legge che stiamo votando, accertare le trasformazioni del fenomeno mafioso, verificare la congruità della legislazione antimafia in relazione alle più recenti evoluzioni delle mafie - mafie silenti, mafie mercatiste, comitati criminali affaristici, sistemi criminali e massomafie - e l'attuale efficacia della normativa, anche di fronte al mutato scenario di infiltrazione mafiosa nell'economia legale. Occorre indagare sul rapporto tra mafia e politica come su quello tra mafia, istituzioni e amministrazioni pubbliche, verificare la risposta giudiziaria alle presenze mafiose nei vari territori e, laddove risulti nulla o timida, indagare sulle cause, indagare sulle forme di accumulazione dei patrimoni, sulla congruità della vigente normativa riguardante i pagamenti elettronici e l'uso delle valute virtuali in quanto canali privilegiati della rete criminale. A volte normative utili, per l'assenza di controlli, possono risultare regali alle mafie, come è avvenuto con la legge di bilancio a proposito della regolarizzazione delle valute e attività virtuali, senza prevedere una verifica sulla giustificazione della provenienza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Qui, pagando una minima percentuale allo Stato, vengono immesse nel circuito finanziario legale valute virtuali di cui si ignora l'origine. Per immettere profitti illeciti nel circuito legale le mafie sono disposte a perdere anche il 30 o il 40 per cento del valore. Con lo Stato hanno concluso un affare rimettendoci quasi nulla.

E, poi, il rapporto tra mafia e informazione e il condizionamento e l'intimidazione mafiosa dei giornalisti. Tanti sono i giornalisti sotto scorta e questo è un altro tema da affrontare. Le mafie si combattono parlando di mafia e, soprattutto, battendo l'omertà che è un pilastro dell'associazione mafiosa. Tanti sono i compiti della Commissione parlamentare antimafia e per questo essa dovrà avere una costante interlocuzione con la Camera ed il Senato e riferire frequentemente sulle acquisizioni conoscitive da condividere con l'intero Parlamento, evitando protagonismi mediatici. Soprattutto, la Commissione parlamentare non sarà una Commissione di professori e studenti. Sarà, invece, una Commissione che vorrà trovare leggi nuove per rafforzare realmente il contrasto alle mafie. Le nostre leggi antimafia si evolvono troppo lentamente; sia chiaro, però, che ad ogni passo è necessario guardare attentamente per evitare che si risolva in un ulteriore ostacolo ai processi.

Siamo fermi da anni, i progetti di legge penale e processuale non guardano mai al contrasto alle mafie, mentre le Forze di Polizia invecchiano e si riducono. L'Agenzia per i beni sequestrati e confiscati non decolla, non certo per colpa di coloro che vi lavorano. Occorre una nuova legge, come quelle del 1982 e del decennio successivo, ma non ci sono più queste leggi e, invece, dobbiamo sforzarci affinché ci siano.

L'ultima notazione, Presidente, riguarda la dignità alla quale ha fatto riferimento anche il nostro Presidente della Repubblica nel suo discorso di insediamento, laddove, nel declinare i vari contenuti della dignità, ha detto: “Dignità è un Paese libero dalle mafie, dal ricatto della criminalità, dalla complicità di chi fa finta di non vedere”. Presidente, non dobbiamo essere noi a far finta di non vedere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Noi dobbiamo essere i primi a guardare oltre la lettera della legge e capire se quella legge può essere sfruttata dai mafiosi. Perché oggi, purtroppo, i mafiosi sono quelli che si muovono in giacca e cravatta, sono laureati e si evolvono nell'ambito della nostra società (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bordonali. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario, onorevoli colleghi, oggi ci apprestiamo a votare l'istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.

Questa Commissione bicamerale venne istituita per la prima volta con la legge del 20 dicembre 1962 e, da allora, viene promossa con legge all'inizio di ogni legislatura.

Sono passati oltre sessant'anni dalla sua prima istituzione. Potremmo chiederci: è una sconfitta, dopo sessant'anni, dover ancora istituire una Commissione per combattere il fenomeno mafioso nel nostro Paese? Sicuramente, un certo senso di sconforto potrebbe sopraffarci. Invece, dobbiamo leggere in modo più approfondito questi sessant'anni, dobbiamo ascoltarli nelle parole dei tanti eroi che hanno combattuto contro la criminalità organizzata di stampo mafioso.

Falcone, ad esempio, ci spiega che c'è speranza: la mafia non è invincibile, è un fatto umano e, come tutti i fatti umani, ha un inizio e una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere, non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni. Falcone richiamava continuamente allo sforzo corale di tutte le istituzioni e a lavorare in modo straordinario nell'ordinario. Questo è quello che si trova ad affrontare questa Commissione. Nell'ordinario deve affrontare un percorso straordinario, come già accaduto in passato dove, accanto a magistratura e Forze dell'ordine, ha saputo ben indagare sul fenomeno mafioso e sull'adeguatezza delle norme e lavorare soprattutto sulla promozione.

Attenzione, però, a non ricadere, come è già successo in passato, nell'utilizzo di quest'organismo a fini scandalistici del dibattito politico. Dobbiamo tutti impegnarci affinché la Commissione antimafia torni alla sua mission originaria, quella del 1962; dobbiamo mettere da parte la volontà di apparire e lavorare coralmente.

Vedete colleghi, ciò che è accaduto con l'adozione del testo base in Commissione non ha reso onore all'importanza del provvedimento. Partiti di opposizione che non trovavano un accordo solo sulla base del nome che sarebbe comparso per primo sulla legge hanno rischiato di far slittare temporalmente il provvedimento. Ma, soprattutto, si è pensato più alla forma che al contenuto.

Fortunatamente, poi, l'accordo si è trovato e, in meno di dieci giorni di esame, la legge viene approvata alla Camera. Ciò avviene a pochi giorni dall'arresto del boss superlatitante Matteo Messina Denaro, colui che era nella lista dei dieci latitanti più ricercati al mondo. Il suo arresto assesta un colpo decisivo alla componente stragista della mafia, ma apre anche a prospettive investigative di grande portata.

Torniamo, quindi, alle parole di speranza di Falcone: la mafia può avere una fine. Oggi non siamo ancora alla fine, ma sicuramente la mafia ha subito un duro colpo. E colgo, ancora una volta, l'occasione per ringraziare la procura di Palermo, con i procuratori Maurizio De Lucia e Paolo Guido, il generale del ROS Pasquale Angelosanto, il comandante Lucio Arcidiacono e tutti coloro che hanno permesso questa cattura utilizzando il cosiddetto metodo Dalla Chiesa, altro eroe che è doveroso ricordare (Applausi).

Guardando ancora a questi lunghi sessant'anni, dobbiamo comprendere quanto il fenomeno mafioso sia mutato in tutte le sue diverse organizzazioni e come sia penetrato nel tessuto economico e sociale su tutto il territorio nazionale. La metamorfosi assunta dalle nuove mafie è silente, sommersa, trasparente, infiltrata nella politica, nella pubblica amministrazione, nell'economia e nella finanza, si muove secondo le esigenze del momento storico.

Dalla mafia feroce di Riina si è passati a quella silente e corruttiva di Messina Denaro. Oggi c'è la mafia degli appalti, della finanza globale, delle banche e delle imprese. E, allora, la necessità di ogni legislatore è di modificare le norme che declinano i compiti della Commissione d'inchiesta ed adattarli al momento storico.

Veniamo dagli anni della pandemia e ora siamo in piena emergenza internazionale e, quindi, anni che hanno visto situazioni di grande disagio: in queste sacche si annidano le mafie. Aggiungiamo a queste sacche di disagio il numero elevato di coloro che, tramite l'immigrazione clandestina incontrollata, sono arrivati sul nostro territorio e, senza prospettive lavorative, senza politiche di integrazione, sono diventati funzionali alla criminalità organizzata. Sempre più evidenti e forti sono le collaborazioni tra le mafie tradizionali e le nuove mafie straniere. Ed ecco l'introduzione, tra le attribuzioni della Commissione in questa legislatura, del compito di valutare le caratteristiche delle nuove forme di criminalità di tipo mafioso connesse all'immigrazione, con particolare riguardo alle infiltrazioni all'interno della comunità nigeriana e alle infiltrazioni nel sistema manifatturiero cinese in alcune zone della Toscana.

Altra modifica introdotta in Commissione riguarda l'attenzione da dedicare al sistema dei contratti e appalti, con particolare riferimento all'attuazione del PNRR. È necessario alzare la guardia su tutte le risorse messe a disposizione a livello nazionale ed internazionale perché oggi la mafia è soprattutto una mafia economica.

Presidente, la maggior parte delle forze politiche di questo Parlamento ha presentato una proposta di legge per l'istituzione di questa Commissione: è un buon segnale, come un buon segnale sarà il voto positivo di tutta la Camera.

La Lega da sempre ha dimostrato di lottare concretamente contro la mafia. Voglio ricordare, Presidente, il compianto Ministro Maroni che raggiunse risultati senza precedenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). In 42 mesi, il tempo che durò il suo Ministero, vennero fatte 800 operazioni antimafia, una media di otto mafiosi arrestati al giorno, la cattura di quasi tutti i superlatitanti dei trenta più pericolosi, oltre 25 miliardi di euro di controvalore di beni sequestrati e confiscati alla mafia. In quegli anni venne arrestato Domenico Raccuglia, latitante da 15 anni, numero due di Cosa Nostra dopo Messina Denaro. Il metodo Maroni, ovvero la collaborazione con magistratura, enti locali, regioni, Ministero della Giustizia e Forze dell'ordine, e le stesse norme che vennero introdotte da Maroni, non sono mai - mai - da allora state modificate. Ciò sta a significare quanto importante fu la sua azione. E così continuò anche il Ministro Salvini, che raggiunse il record dei beni confiscati alle mafie.

A proposito dei beni confiscati alle mafie, con le problematiche che sono state evidenziate anche da chi ha parlato prima di me, voglio ricordare la grande azione del Ministro Salvini con le norme che introdusse nei decreti Sicurezza per rendere più efficace l'azione dell'Agenzia dei beni confiscati alle mafie. Tutto ciò, tra l'altro, seguendo la grande lezione di Falcone, ricordata soprattutto in questi giorni: segui i soldi e troverai le mafie.

Per tutti questi motivi, Presidente, la Lega voterà convintamente a favore dell'istituzione di questa Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenzano. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Signor Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, nonostante la gravità di quanto avvenuto oggi in Aula, con le parole indegne dell'onorevole Donzelli che hanno paralizzato i nostri lavori, siamo felici di dare finalmente il via libera alla costituzione della Commissione antimafia.

È stato ricordato che la prima fu istituita con una legge del 1962. A me ha sempre colpito un dettaglio, che non è un dettaglio: quella legge portava la firma di Ferruccio Parri, padre della patria, eroe della liberazione dal nazifascismo. Non è un dettaglio e non credo sia un caso. Per chi, come me, viene dal cuore della Sicilia e ha preso coscienza del mondo sotto le bombe del 1992 e 1993, la lotta alla mafia è lotta di liberazione.

Quello spirito muoveva i capilega, alcuni dei quali avevano fatto la Resistenza, che nel dopoguerra in Sicilia si battevano per i diritti dei contadini e per la legge, e per questo si scontrarono con la mafia e vennero massacrati senza giustizia e senza verità.

È per la profonda fedeltà alle istituzioni repubblicane nate da quella lotta che hanno perso la vita tanti servitori dello Stato, magistrati, Forze dell'ordine, giornalisti e, diciamolo, politici della politica più nobile, più degna, rappresentata da uomini come Pio La Torre e Piersanti Mattarella (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). È questa la nostra storia e non permetteremo a nessuno, nemmeno all'onorevole Donzelli, di infangarla in quest'Aula.

Se dovessimo fare un bilancio di questa guerra di liberazione e di questi sessant'anni di antimafia istituzionale, possiamo certo dire con orgoglio che la mafia non ha vinto, ma dobbiamo ammettere con onestà che non ha nemmeno perso.

Il 16 gennaio l'arresto di Messina Denaro ha rappresentato un momento importante di questa lotta. Ecco perché va rinnovato il ringraziamento al ROS dei Carabinieri, al procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e al suo sostituto che per anni ha coordinato le indagini, Paolo Guido, un magistrato che non avete visto in prima serata in televisione e che meriterebbe un elogio speciale anche per la sobrietà, per l'alto senso delle istituzioni trasmesso con la sua compostezza. Quella compostezza mancata a qualche Ministro, che ha rivendicato per sé un ruolo che non ha avuto.

Tuttavia, il contesto di quella cattura e ciò che sta emergendo sulla latitanza sollevano interrogativi sui quali la magistratura sta indagando e che anche la politica ha il dovere di affrontare. Intorno a Messina Denaro c'era più che un sistema criminale.

Era un sistema sociale di protezione che coinvolgeva pezzi di società e di politica che, con ogni evidenza, ancora oggi instaurano con la mafia una certa reciprocità di favori. Imprenditori dell'eolico, della distribuzione, professionisti e massoni, una borghesia mafiosa, come è stata definita. Il medico di Campobello di Mazara che lo seguiva era anche un uomo politico. Il referente di questo sistema è stato un ex senatore trapanese, Antonio D'Alì. Dare il via libera alla nuova Commissione antimafia deve avere un valore anche per tutto questo. Ci sono, però, anche altre ragioni, alcune reazioni all'arresto destano preoccupazione.

Nel corso di questi anni c'è stato un calo di tensione politica nei confronti della lotta alla mafia, è inutile nascondercelo. Oggi, dopo la cattura, si corre il rischio che settori di opinione pubblica non avvertano più la minaccia urgente delle mafie soltanto perché non sparano e non uccidono come un tempo.

Un giornale ha titolato: “Cosa Nostra addio, l'emergenza è finita”. Purtroppo non è così e c'è persino il rischio che emerga una rappresentazione fuorviante di una mafia esclusivamente legata a un peculiare contesto territoriale, ad antichi vincoli e statuti di omertà e prepotenza. Matteo Messina Denaro, invece, è stato un boss di transizione tra la vecchia mafia stragista e quella che ha stabilito nuove alleanze nell'ombra, in una vasta area grigia che ha riciclato denaro insanguinato e avviato nuovi business in Sicilia, al Nord e all'estero. Nei giorni dell'arresto del capomafia siciliano è passato in sordina l'arresto di 15 imprenditori a Giussano, in Brianza, legati alla mafia, che avevano messo le mani sugli aiuti pubblici durante la pandemia.

Dopo gli anni della rimozione non si passi all'assuefazione, perché c'è sempre una convivenza di vecchio e nuovo nel proliferare delle mafie. La mafia è insediata, al Sud come al Nord, nell'edilizia, nelle energie rinnovabili, nella grande distribuzione, nella logistica e nei trasporti, nella sanità privata e nel ciclo dei rifiuti. È riapparsa nelle campagne con l'intimidazione violenta per esercitare l'intermediazione impropria e, dopo la crisi, torna prepotente dai nostri commercianti con il racket e l'usura. È inserita nel circuito del gioco d'azzardo e delle scommesse online, espande le sue attività mediante l'utilizzo di valute virtuali.

Ora si sta attrezzando per mettere le mani sugli appalti pubblici legati al PNRR, e per questo vuole penetrare nelle istituzioni a tutti i livelli. Allora abbiamo tutti una responsabilità: non rendere questo un passaggio rituale. Rilanciamo insieme il lavoro della Commissione e il suo ruolo, che non è inseguire o, peggio, sovrapporsi allo straordinario lavoro di magistratura e Forze dell'ordine. È chiamata a un lavoro diverso, politico, comunque scrupoloso; ci deve portare a comprendere i meccanismi che hanno portato alla profonda compenetrazione tra industria della malavita ed economia, ma che sappia portare avanti anche un'opera costante di distinzione, perché, come diceva Leonardo Sciascia, se tutto è mafia, niente è mafia. La rottura dell'unità e della coesione che le forze politiche devono avere tutte sulla lotta alla mafia oggi è stato un fatto grave.

Abbiamo il dovere di ricostruirla, e noi del Partito Democratico ne abbiamo dato prova anche in questi minuti, così come nel lavoro della Commissione. Voglio ringraziarli tutti i componenti della I Commissione, e la relatrice, l'onorevole Bordonali, per la disponibilità ad accogliere un testo unificato dell'opposizione. È un testo che recepisce alcune innovazioni presenti nella nostra proposta e in quella dell'onorevole Cafiero De Raho, che voglio ringraziare. Abbiamo ampliato i campi di azione della Commissione rispetto alle precedenti.

Non ripeterò tutte le innovazioni, che vanno dal PNRR alle frodi sui fondi europei, al lavoro sulle nuove monete digitali e, soprattutto, a porre maggiore attenzione sulle crescenti intimidazioni dei giornalisti, perché la precondizione per combattere le mafie è saperle riconoscere e il lavoro della libera informazione, delle inchieste va difeso, preservato. È un lavoro prezioso, così come lo è la tradizionale formazione antimafia che dalle scuole dovremmo sempre più portare nelle amministrazioni pubbliche, nei nuovi percorsi di formazione dei funzionari pubblici.

Abbiamo voluto richiamare le zone di contiguità tra mafia e massoneria, confermate dalla vicenda trapanese e che la Commissione, presieduta dall'onorevole Bindi nella XVII legislatura, aveva affrontato sfidando resistenze e reazioni scomposte. Ci sono innovazioni che riguardano anche il funzionamento della Commissione, a partire dal lavoro dei comitati e dall'esigenza di un regolamento che disciplini meglio le operazioni di verifica sulle liste dei candidati alle elezioni. Pensando a quello che avrei detto qui oggi, mi venivano in mente le parole di tanti martiri, eroi dell'antimafia, ma ho voluto richiamare il primo Presidente del Consiglio italiano dopo la Liberazione, Ferruccio Parri, proprio per richiamare quel dovere di unità politica che oggi è stato infranto e che qui siamo chiamati a ricostruire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Anche questa è una nostra responsabilità: unità politica, nonostante ci caratterizzi una profonda diversità di vedute sugli effetti di alcune misure nella lotta ai poteri criminali. Ciò che sta emergendo sulla vita del latitante Messina Denaro dovrebbe portare a un repentino ripensamento delle decisioni del Governo sull'utilizzo del contante, così come l'evidenza di quella zona grigia dovrebbe suggerire di non indebolire gli strumenti investigativi, come le intercettazioni nei confronti di tutti i reati spia di mafia. C'è una domanda di mafia in certi comparti dell'economia e in certi meccanismi di accumulazione indebita di ricchezze e questa domanda di mafia arriva a pezzi di politica. Lo abbiamo visto in Sicilia, alle elezioni amministrative regionali, e la storia d'Italia ci insegna che anche questo Parlamento non ne è immune. Certo, sono queste stesse Aule che hanno eretto il recinto dell'azione penale antimafia, con un armamentario repressivo che il mondo ci invidia, a partire dalla confisca dei beni, e che oggi siamo chiamati a difendere. E noi lo faremo, perché porta anche il nome di Pio La Torre! Ma, per noi, la lotta alla mafia è molto altro. È anzitutto lotta per un'economia giusta, per una cultura dei diritti e non dei favori, per salari dignitosi, lavoro buono con contratti regolari, servizi pubblici dignitosi, erogati da un'amministrazione rigenerata, presenza capillare delle istituzioni, cura del territorio e dell'ambiente. Su tutto questo non saremo d'accordo, forse ci divideremo, ma oggi abbiamo il dovere di fare un pezzo di strada insieme. Abbiamo tutti il dovere di combattere le mafie “a testa alta”, come recita il titolo della mostra dedicata ai nostri eroi antimafia, ma soprattutto dobbiamo avere il coraggio di saperla vedere, anche quando è vicina, anche quando si nasconde in mezzo a noi. Per tutte queste ragioni e per altre, che non ho potuto richiamare, dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico alla costituzione della 12° Commissione antimafia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Michelotti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MICHELOTTI (FDI). Grazie, signor Presidente, Signori membri del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia al provvedimento in esame e per ricordare che la destra italiana, fin dalla sua prima istituzione, nella III legislatura della Repubblica, nel 1962, come tanti hanno ricordato nei precedenti interventi, con coerenza ha sempre votato a favore di provvedimenti di questo tipo e dell'istituzione della Commissione. La sicurezza dei cittadini, l'ordine e la legalità sono sempre stati e saranno per noi principi ispiratori della nostra azione politica. Ecco perché la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, che nel corso delle diverse legislature ha sempre assunto denominazioni leggermente diverse, non è una Commissione parlamentare permanente; eppure è sempre stata, giustamente, deliberata dalle Camere all'inizio del mandato. Riteniamo che, di fatto, questa scelta rappresenti un segno di speranza e anche di certezza della volontà dello Stato di battere e sconfiggere le mafie, di non dare per scontato che questo fenomeno non possa essere debellato. Anzi, grazie al lavoro delle Forze dell'ordine, cui va ancora il nostro plauso e la nostra riconoscenza per gli ultimi risultati conseguiti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), come hanno ricordato i colleghi che mi hanno preceduto, grazie al lavoro delle Forze dell'ordine, lo ripeto, della magistratura e dello Stato, in tutte le sue articolazioni, locali, regionali e nazionali, grazie al lavoro di tutti questi soggetti riusciremo nel tempo a vincere definitivamente questa battaglia.

Uno Stato che, sempre più nelle istituzioni, nelle scuole, in tutte le sue articolazioni, pratichi e diffonda il valore della legalità e della libertà, è lo Stato che, più di tutti, combatte concretamente la mafia. Qui non possiamo non ricordare le parole di un uomo coraggioso, di un indiscusso punto di riferimento, che ha dato la sua vita per servire il Paese, Paolo Borsellino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Tra le tante parole e i tanti insegnamenti che ha lasciato, piace ricordare quando diceva: “La lotta alla mafia dev'essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”, parole quanto mai attuali. Borsellino - lo sappiamo - era un uomo impegnato nel FUAN, nella destra ma, da magistrato, non è mai stato uomo di parte: ha sempre assolto il suo compito a favore dello Stato, pur mantenendo le sue idee e le sue convinzioni.

Anche per uomini come Paolo Borsellino, come Giovanni Falcone, per le tante donne e per i tanti servitori dello Stato, che, negli anni, sono stati assassinati dalla mafia e hanno pagato con il tributo della vita il loro impegno, anche e soprattutto per loro, noi voteremo oggi a favore dell'istituzione della Commissione d'inchiesta.

Proprio ricordando l'importanza della lotta anche culturale alla mafia, mi piace anche ricordare - e credo sia doveroso - i lavori che le precedenti Commissioni antimafia hanno svolto, da cui sono emerse relazioni che sono rimaste nella storia politica di questa Nazione. Penso all'esempio - l'ha ricordato l'onorevole Provenzano prima di me - di Pio La Torre, martire dell'antimafia, ma, accanto a lui, è giusto anche ricordare l'esempio e l'azione politica che, da membro della Commissione antimafia, ebbe a svolgere Beppe Niccolai (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), deputato che, proprio da questi banchi, tra le varie intuizioni, da parlamentare, dimostrò la permeabilità di buona parte della classe politica di quegli anni e portò il suo contributo importante per potenziare la filiera investigativa nella lotta alla criminalità. Una relazione, quella di Beppe Niccolai, che anche Leonardo Sciascia, all'epoca protagonista in quest'Aula, ebbe a lodare e ad esaltare proprio per l'intuizione e l'importanza che rivestiva. Quindi, come detto in precedenza, le leggi istitutive, negli anni, hanno sempre portato a denominazioni leggermente diverse, ma la legge che oggi è proposta all'approvazione definitiva di quest'Aula ha alcune peculiarità, che, a nostro avviso, sono molto positive, pur essendo, come è giusto che sia, la risultante di un testo condiviso fra le diverse proposte di legge presentate. Come recita il parere della Commissione giustizia, il riferimento esplicito alle zoomafie, da un lato, e la previsione innovativa delle nuove forme di criminalità organizzata di tipo mafioso connesse all'immigrazione, a nuove popolazioni residenti e a specifici contesti sociali, economici e culturali, previste dalle lettere l) ed n) del comma 1, dall'altro, rappresentano importanti novità che noi consideriamo assolutamente positive e adeguate al nuovo contesto sociale. Non possiamo non ricordare che, nella scorsa legislatura, il gruppo di Fratelli d'Italia, proprio in relazione a questo punto, presentò alcuni emendamenti molto specifici. Intervennero in Aula, fra gli altri, gli onorevoli Donzelli e Lollobrigida e anche la stessa presidente Giorgia Meloni, per sostenere la necessità di indagare e approfondire i fenomeni connessi alle attività della mafia cinese e della mafia nigeriana.

Dunque, oggi siamo particolarmente soddisfatti che, in questo testo, a differenza del passato, non si chiudano gli occhi di fronte a fenomeni di organizzazioni criminali nuove, che si radicano nel territorio e che, certamente, hanno legami e rapporti con le organizzazioni criminali più tradizionali. L'immigrazione incontrollata non ha prodotto solo il tanto decantato multiculturalismo buonista e positivo. Ha prodotto anche un'immigrazione selvaggia, in cui la peggiore mafia criminale si insedia e si insinua in interi quartieri e aree delle nostre città. È un dato di fatto che chi vive il territorio, purtroppo, tocca giornalmente.

Da parlamentare eletto in Toscana, non posso non pensare al fenomeno della mafia cinese e, come nella sola città di Prato, si registri, secondo alcune fonti autorevoli, un'evasione di diverse centinaia di milioni all'anno. Si schiavizzano i bambini al lavoro sui telai e si crea, come è tipico nei sistemi mafiosi, uno Stato nello Stato. Poi, ci sono tanti altri fenomeni gravi, come la tratta dei minori, la prostituzione e il narcotraffico. Questi sono alcuni degli oggetti sociali delle nuove mafie e su questo non possiamo e non vogliamo essere omertosi. Questo fenomeno va studiato, va conosciuto, va approfondito, combattuto e stroncato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

A queste nuove mafie va applicato quanto diceva, ancora una volta, Paolo Borsellino, un monito che ancora oggi è attuale: “Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione e sui giornali. Però parlatene”. Anche per tutte queste ragioni è perciò interesse e dovere di questo Parlamento accertare e valutare la natura e le caratteristiche delle nuove forme di criminalità organizzata di stampo mafioso connesse all'immigrazione e anche alle nuove popolazioni residenti e a specifici contesti sociali, economici e culturali di formazione più recente nel territorio italiano. Indagare su questo campo è importante e lo dobbiamo alle tante donne e ai tanti uomini che si trovano in Italia in modo regolare, che lavorano onestamente e che, a volte, possono subire la prevaricazione di quanti, loro connazionali, utilizzano, invece, metodi mafiosi.

È stato ricordato in quest'Aula più volte e giustamente l'arresto del boss mafioso Messina Denaro e il Ministro Piantedosi l'altro giorno, rispondendo proprio a un question time di Fratelli d'Italia, ha ribadito l'impegno del Governo per potenziare il controllo sul territorio e investire in nuove assunzioni per le Forze di Polizia e questo sicuramente ci fa piacere. Però, per l'arresto del boss - anche in quest'Aula qualcuno lo ha ricordato - ci è voluto troppo tempo. I boss sono latitanti da troppi anni; è vero e questo è un dato che sicuramente non ci fa piacere. Pertanto, dobbiamo tutti lavorare per dare un colpo definitivo alla lotta alla mafia.

Ma la lotta alla mafia è una lotta incessante, una lotta continua, è una lotta senza tregua e, a questo proposito, sono quanto mai attuali le parole di Italo Calvino, che, in una delle tante citazioni, diceva: “Non credo a niente che sia facile, rapido, spontaneo, improvvisato e approssimativo. Credo alla forza di ciò che è lento, calmo, ostinato, senza fanatismi, né estremismi”. Credo e crediamo che questa debba essere la cifra della nostra azione per contrastare la mafia e ogni forma di criminalità.

Per tutti questi motivi, per tutto quello che hanno detto in precedenza i colleghi del gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia, sia in Commissione, che in quest'Aula, annuncio il voto convinto e favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia sulle presenti proposte di legge (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - Testo unificato - A.C. 303-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - Testo unificato - A.C. 303-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge nn. 303-387-624-692-780-784-A: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà per due minuti.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per portare all'attenzione di quest'Aula la drammatica situazione che stanno vivendo alcuni lavoratori e lavoratrici dell'ex sito Ipercoop di Afragola, in provincia di Napoli. Parliamo di quasi 150 famiglie che, da domani, non avranno più alcun sussidio economico. Infatti, oggi è l'ultimo giorno di cassa integrazione straordinaria che percepiscono. Ad oggi, il tavolo regionale non ha prodotto alcun risultato e nei giorni scorsi le sigle sindacali hanno scritto al Ministro Urso per chiedere la convocazione urgente di un tavolo.

Presidente, chiedo, per suo tramite, di sostenere questa richiesta al Ministro, perché è importante trovare una soluzione per il sito ma ancora di più dare una risposta immediata a questi lavoratori, per lo più madri e per lo più donne, che hanno come unico sussidio, appunto, la cassa integrazione. Per questo nei giorni scorsi anch'io ho sostenuto questa richiesta e spero che al più presto il Ministro possa convocare questo tavolo d'urgenza per trattare della vertenza.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di febbraio 2023 e programma dei lavori dell'Assemblea per i mesi di marzo e aprile 2023.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stata convenuta la seguente riarticolazione dei lavori per la settimana in corso:

Mercoledì 1° febbraio (ore 9,30-13,30)

Esame della mozione Cattoi, Foti, Serracchiani, Francesco Silvestri, Cattaneo, Richetti, Zanella, Lupi, Schullian ed altri n. 1-00049 concernente iniziative per la prevenzione e la cura del cancro

Seguito esame delle proposte di legge n. 80, 532 e 605 – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

Mercoledì 1° febbraio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Mercoledì 1° febbraio (ore 16)

Informativa urgente del Governo sul caso Cospito

Giovedì 2 febbraio (ore 9,30 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 750 – Conversione in legge del decreto-legge 2 gennaio 2023, n. 1, recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori (da inviare al Senato – scadenza: 3 marzo 2023)

Venerdì 3 febbraio (ore 9,30)

Discussione sulle linee generali della mozione Molinari ed altri n. 1-00038, Foti ed altri n. 1-00039, Bonelli ed altri n. 1-00054, Cattaneo ed altri n. 1-00055 e Pavanelli ed altri n. 1-00043 concernenti iniziative in relazione alla proposta di direttiva europea sulla prestazione energetica nell'edilizia

Discussione sulle linee generali della mozione Sportiello ed altri n. 1-00051 concernente iniziative volte al potenziamento del Servizio sanitario nazionale

E' stato, altresì, convenuto il seguente calendario dei lavori per il mese di febbraio 2023:

Lunedì 13 (ore 16-20 con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), martedì 14 (9,30-13,30 e 15-20 con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e mercoledì 15 febbraio (ore 9,30-14)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 750 - Conversione in legge del decreto-legge 2 gennaio 2023, n. 1, recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori (da inviare al Senato – scadenza: 3 marzo 2023, con dichiarazioni di voto finale a partire dalle ore 12 di mercoledì 15 febbraio)

Deliberazione sull'urgenza e fissazione del termine per la relazione all'Assemblea (ai sensi dell'articolo 107, comma 1, del Regolamento) sulla proposta di legge n. 536 - Prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e di misure rieducative dei minori

Mercoledì 15 febbraio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Mercoledì 15 (ore 16-20 con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 16 febbraio (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24, ed eventualmente nella giornata di venerdì 17 febbraio)

Esame del disegno di legge n. 771 – Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, nonché di sostegno per la fruizione del trasporto pubblico (da inviare al Senato – scadenza: 15 marzo 2023)

Seguito dell'esame della mozione Molinari ed altri n. 1-00038, Foti ed altri n. 1-00039, Bonelli ed altri n. 1-00054, Cattaneo ed altri n. 1-00055 e Pavanelli ed altri n. 1-00043 concernenti iniziative in relazione alla proposta di direttiva europea sulla prestazione energetica nell'edilizia

Seguito dell'esame della mozione Sportiello ed altri n. 1-00051 concernente iniziative volte al potenziamento del Servizio sanitario nazionale

Venerdì 17 febbraio (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 20 febbraio (ore 15, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 452 – Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 27 febbraio 2023)

Discussione sulle linee generali della mozione Zucconi ed altri n. 1-00041 e Serracchiani ed altri n. 1-00046 concernenti iniziative a livello europeo e internazionale in materia di etichettatura delle bevande alcoliche, nell'ottica della salvaguardia delle produzioni italiane del relativo comparto

Martedì 21 febbraio (ore 10-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 a lle 24), mercoledì 22 (ore 9,30- 13,30 e 16–20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 23 febbraio (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 452 – Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 27 febbraio 2023)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame della mozione Zucconi ed altri n. 1-00041 e Serracchiani ed altri n. 1-00046 concernenti iniziative a livello europeo e internazionale in materia di etichettatura delle bevande alcoliche, nell'ottica della salvaguardia delle produzioni italiane del relativo comparto

Mercoledì 22 febbraio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Lunedì 27 febbraio (ore 10 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 455 - Conversione in legge del decreto-legge 5 gennaio 2023, n. 2, recante misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 6 marzo 2023)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 103 - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, alla legge 26 luglio 1975, n. 354, e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori

Discussione sulle linee generali della mozione Mazzetti ed altri n. 1-00040 e Santillo ed altri n. 1-00048 concernenti iniziative in materia di agevolazioni fiscali per il settore edilizio e per l'efficienza energetica

Martedì 28 febbraio (ore 10-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 1° marzo (ore 9,30–13,30 e 16–20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 2 marzo (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24, ed eventualmente nella giornata di venerdì 3 marzo)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 455 - Conversione in legge del decreto-legge 5 gennaio 2023, n. 2, recante misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 6 marzo 2023)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 103 - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, alla legge 26 luglio 1975, n. 354, e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori

Seguito dell'esame della mozione Mazzetti ed altri n. 1-00040 e Santillo ed altri n. 1-00048 concernenti iniziative in materia di agevolazioni fiscali per il settore edilizio e per l'efficienza energetica

Mercoledì 1° marzo (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 3 marzo (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Nel corso della settimana 20-23 febbraio avrà luogo la votazione per l'elezione dei componenti del Consiglio di Presidenza della giustizia amministrativa, del Consiglio di Presidenza della Corte dei conti e del Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per l'esame della proposta di legge n. 103 sarà definita dopo la conclusione dell'esame in sede referente.

E' stato, inoltre, convenuto il seguente programma dei lavori per i mesi di marzo e aprile 2023:

MARZO

Disegno di legge S. 462 – Decreto-legge n. 3 del 2023 recante interventi urgenti in materia di ricostruzione a seguito di eventi calamitosi e di protezione civile (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 12 marzo 2023)

Proposta di legge n. 665 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi (deliberata l'urgenza)

Disegno di legge n. 831 - Norme in materia di procedibilità d'ufficio e di arresto in flagranza (deliberata l'urgenza)

Proposta di legge n. 217 e abbinata - Disposizioni per il contrasto dell'illecita trasmissione o diffusione in diretta e della fruizione illegale di contenuti tutelati dal diritto d'autore e dai diritti connessi

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2023

Mozione Lupi ed altri n. 1-00053 concernente iniziative di competenza in materia di processo penale in relazione al rispetto dei principi costituzionali

Proposta di legge n. 536 - Modifiche al codice penale, alla legge 29 maggio 2017, n. 71, e al regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835, in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e di misure rieducative dei minori (ove deliberata l'urgenza)

Doc. XXII, n. 7 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi

Doc. XXII, n. 11 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie

APRILE

Disegno di legge S. 411 - Modifica al codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30 (ove trasmesso dal Senato)

Proposta di legge costituzionale n. 715 - Modifica all'articolo 33 della Costituzione, in materia di attività sportiva (approvata, in prima deliberazione, dal Senato)

Proposte di legge nn. 384, 446 e 459 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'operato del Governo e sulle misure da esso adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica del COVID-19

Proposta di legge n. 107 - Disposizioni per la promozione e lo sviluppo delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti

Documento di economia e finanza 2023

Proposte di legge nn. 712 e 722 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021

Doc. XXII, n. 6 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati

Proposta di legge n. 659 - Disposizioni in materia di ordinamento delle professioni pedagogiche ed educative e istituzione del relativo albo professionale

Proposta di legge costituzionale n. 6 - Modifica all'articolo 135 della Costituzione, in materia di rappresentanza delle minoranze linguistiche nella composizione della Corte costituzionale

Proposta di legge n. 304 - Disposizioni in materia di conflitti di interessi e delega al Governo per l'adeguamento della disciplina relativa ai titolari delle cariche di governo locali e ai componenti delle autorità indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione, nonché disposizioni concernenti il divieto di percezione di erogazioni provenienti da Stati esteri da parte dei titolari di cariche pubbliche

Proposta di legge n. 418 - Disposizioni per la prevenzione della dispersione scolastica mediante l'introduzione sperimentale delle competenze non cognitive nel metodo didattico

Nell'ambito del programma è altresì previsto lo svolgimento di atti di sindacato ispettivo e potranno essere inseriti ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 1 febbraio 2023 - Ore 9,30:

1. Discussione della mozione Cattoi, Foti, Serracchiani, Francesco Silvestri, Cattaneo, Richetti, Zanella, Lupi, Schullian ed altri n. 1-00049 concernente iniziative per la prevenzione e la cura del cancro .

2. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

BRAGA ed altri; ILARIA FONTANA ed altri; MORRONE ed altri; ROTELLI ed altri; EVI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari. (C. 80​-532​-605​-717​-737-A​)

Relatore: LAMPIS.

(ore 15)

3. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16)

4. Informativa urgente del Governo sul caso Cospito.

La seduta termina alle 19.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni dalla n. 1 e alla n. 4 e dalla n. 7 alla n. 11 la deputata Gruppioni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 2 la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 11 le deputate Alifano e Montaruli hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 12 il deputato Furgiuele ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 14 il deputato Grimaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 17 la deputata Loizzo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 18 il deputato Castiglione ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 24 i deputati Loizzo e Iaria hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale TU PDL 303 E ABB.-A - EM. 1.200 256 256 0 129 256 0 58 Appr.
2 Nominale EM. 1.201 257 256 1 129 256 0 57 Appr.
3 Nominale EM. 1.100 272 271 1 136 108 163 56 Resp.
4 Nominale EM. 1.101 277 276 1 139 113 163 56 Resp.
5 Nominale ARTICOLO 1 289 289 0 145 289 0 56 Appr.
6 Nominale EM. 2.1 298 250 48 126 17 233 54 Resp.
7 Nominale ARTICOLO 2 293 293 0 147 293 0 52 Appr.
8 Nominale ARTICOLO 3 296 296 0 149 296 0 52 Appr.
9 Nominale ARTICOLO 4 298 298 0 150 298 0 52 Appr.
10 Nominale ARTICOLO 5 298 298 0 150 298 0 52 Appr.
11 Nominale ARTICOLO 6 296 296 0 149 296 0 52 Appr.
12 Nominale ARTICOLO 7 298 298 0 150 297 1 52 Appr.
13 Nominale ARTICOLO 8 296 296 0 149 296 0 52 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 24)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/303-A/1 284 282 2 142 116 166 51 Resp.
15 Nominale ODG 9/303-A/2 rif. 289 287 2 144 286 1 51 Appr.
16 Nominale ODG 9/303-A/3 rif. 290 289 1 145 288 1 51 Appr.
17 Nominale ODG 9/303-A/4 293 280 13 141 98 182 50 Resp.
18 Nominale ODG 9/303-A/6 rif. 296 227 69 114 216 11 50 Appr.
19 Nominale ODG 9/303-A/7 rif. 294 293 1 147 293 0 50 Appr.
20 Nominale ODG 9/303-A/8 291 275 16 138 108 167 50 Resp.
21 Nominale ODG 9/303-A/9 293 291 2 146 44 247 50 Resp.
22 Nominale ODG 9/303-A/10 293 285 8 143 43 242 50 Resp.
23 Nominale ODG 9/303-A/11 295 275 20 138 110 165 50 Resp.
24 Nominale TU PDL 303 E ABB.-A - VOTO FINALE 289 288 1 145 288 0 49 Appr.