XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 47 di mercoledì 1° febbraio 2023
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNARITA PATRIARCA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 73, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,36).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Discussione della mozione Cattoi, Foti, Serracchiani, Francesco Silvestri, Cattaneo, Richetti, Zanella, Lupi, Schullian ed altri n. 1-00049 concernente iniziative per la prevenzione e la cura del cancro.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Cattoi, Foti, Serracchiani, Francesco Silvestri, Cattaneo, Richetti, Zanella, Lupi, Schullian ed altri n. 1-00049 concernente iniziative per la prevenzione e la cura del cancro (Vedi l'allegato A).
La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta del 30 gennaio 2023 (Vedi l'allegato A della seduta del 30 gennaio 2023).
(Parere del Governo)
PRESIDENTE. Non essendovi iscritti a parlare in discussione sulle linee generali, invito il rappresentante del Governo a intervenire, esprimendo il parere sulla mozione all'ordine del giorno. Sottosegretario Gemmato, prego. Sottosegretario Gemmato…
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Chiedo scusa, Presidente, mi scuso anche con i colleghi, ero distratto. Il parere sulla mozione è favorevole.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare la deputata Martina Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, in quest'Aula dibattiamo su molteplici argomenti che riguardano la quotidianità dei cittadini italiani, ma quello che stiamo affrontando ora ritengo sia estremamente importante sotto l'aspetto strettamente sanitario, ma soprattutto sotto quello umano.
Il cancro è subdolo, non esiste un senso logico in questa malattia, colpisce adulti e bambini, non guarda in faccia al sesso o al colore della pelle, è un macigno che piomba addosso con tutto il suo peso, stravolgendo le nostre vite. Il cancro è un argomento respingente: non preoccupa finché non lambisce le nostre vite. Ma è proprio questo che è sbagliato e che dobbiamo correggere, accendendo un faro che deve rimanere sempre attivo. Questo faro si chiama prevenzione. La prevenzione è fondamentale e va di pari passo con l'educazione ad essa di ragazzi e ragazze. Formare i giovani sull'importanza di uno stile di vita sano e di periodici controlli medici, importanti per la loro salute, significa renderli consapevoli.
“Prevenzione è vita” era una scritta che, nella mia città, Venezia, per tutto il mese di ottobre campeggiava sui fianchi del vaporetto rosa, un'imbarcazione itinerante in città, adibita, al suo interno, a studio medico, dove era possibile fare visite con medici specializzati.
È proprio così, prevenire salva la vita. Su questo dobbiamo e possiamo fare di più, con un'informazione mirata e specifica e campagne di sensibilizzazione per educare alla prevenzione, con programmi di screening e con ogni iniziativa possibile per fronteggiare una delle cause principali di mortalità a livello globale. La diagnosi di cancro è un momento drammatico nell'esistenza di un essere umano, probabilmente il più drammatico; si è lì, impotenti e inermi, ad accogliere questa notizia. Tante le domande che assalgono i pazienti oncologici quotidianamente, alle quali i medici e i ricercatori cercano di dare una risposta che può essere data solo da loro, dai loro studi e dalle loro ricerche.
Il tema della ricerca è davvero di fondamentale importanza per permettere di studiare questa malattia e tracciare un sentiero per contrastarla. In Italia, nel 2022, sono state fatte 390.700 nuove diagnosi di cancro, un dato per fortuna in aumento rispetto agli anni precedenti. Di queste, quasi 205.000 fra gli uomini e 186.000 fra le donne.
L'importanza imprescindibile della diagnostica la possiamo toccare con mano nei pazienti ai quali viene fatta una diagnosi precoce, che permette di approntare una terapia mirata che, il più delle volte, si rivela efficace e risolutiva. Basti pensare che, nel nostro Paese, a 10-15 anni dalla diagnosi di tumore, il 53 per cento delle donne e il 40 per cento degli uomini riesce a vivere. Per questo, la tempistica gioca un ruolo principale nella partita a scacchi contro il cancro. Non è pensabile attendere mesi per un esame, non è pensabile perché il cancro non aspetta nessuno.
In quest'ottica ritengo si possa pensare di instaurare un servizio diagnostico continuo per decongestionare le liste d'attesa e assicurare una copertura per 24 ore al giorno.
Servono tempi certi, non possiamo rimanere inermi. Noi abbiamo gli strumenti per agire, è fuor di dubbio che si siano fatti grandi passi in avanti nelle terapie oncologiche. Oggi possiamo affermare certamente che dal tumore si guarisce, ma questo perché nel nostro Paese sono stati messi in campo strumenti significativi e perché la ricerca, con il supporto di nuove tecnologie, è in grado di dare risposte che quindici anni fa erano impensabili. Ecco perché - e su questo insisto - bisogna investire nella ricerca molto più dell'attuale 1,5 per cento del PIL, impegnando maggiori risorse nella prevenzione di una patologia che l'Organizzazione mondiale della sanità segnala tra le principali cause di mortalità, dopo le malattie cardiovascolari.
La mozione presentata oggi è unitaria, un lavoro corale e bipartisan a supporto di tanti malati oncologici e delle loro famiglie, perché un cancro, quando arriva, non interessa solamente la persona a cui viene diagnosticato, ma l'intera famiglia, figli, genitori, fratelli e nipoti che si trovano a dover combattere con un mostro multiforme e imprevedibile che stravolge in molti casi le loro vite. Penso alle tante mamme che, di fronte ad una diagnosi tumorale, devono farsi forza, tirare fuori il loro coraggio per lottare come guerriere e continuare a sorridere per i loro figli, anche quando il fisico muta, anche quando cadono i capelli; penso ai genitori, distrutti dal dolore per la malattia di un figlio, che devono continuare a sorridere per amore dei loro bambini; penso anche ai tanti, tantissimi volontari, ai quali va tutta la nostra riconoscenza, e alle associazioni che, quotidianamente, si impegnano per aiutare e supportare i malati e i loro familiari, nonché ad eccellenze come la Città della Speranza di Padova, entrata a fare parte dei punti di riferimento dell'intergruppo “Insieme per un impegno contro il cancro”, fortemente voluto e portato avanti, anche in questa legislatura, dalla collega Vanessa Cattoi.
Quando ti ammali sei solo, nella malattia sei solo e, nella maggior parte dei casi, isolato; è quindi fondamentale prevedere un adeguato supporto alle famiglie e sul posto di lavoro, riconoscendo un lavoro agile. La lotta al cancro si combatte quotidianamente, con coraggio e con strumenti ad hoc, con ricerca e innovazione e con grandi atti di umanità e questa mozione va in questa direzione. Dichiaro quindi convintamente il voto favorevole di Noi Moderati (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.
RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Vi sono temi che impongono la ricerca della massima unità possibile quale condizione per misure che abbiano carattere universale e da cui dipendono scelte di prevenzione efficaci. La lotta contro il cancro appartiene a questa categoria e il fatto che la mozione in discussione sia stata sottoscritta da tutti i gruppi parlamentari ne è una conferma. È essenziale, dunque, essere coerenti nelle scelte di indirizzo e in quelle di merito, in Europa e in Italia. Il Piano nazionale oncologico 2022-2027 richiama quello europeo che, come sappiamo, riguarda la prevenzione in riferimento ai fattori di rischio, la ricerca, la diagnosi precoce, l'accesso ai trattamenti e la qualità della vita dei pazienti e di coloro che guariscono.
Ciò che occorre è che tale Piano sia reso effettivo, senza attendere oltre il parere della Conferenza Stato-regioni e con un monitoraggio delle risorse disponibili, anche con riferimento ai fondi europei, che siano assicurate sul territorio entro tempi sostenibili standard. Non meno strategici sono gli impegni previsti dal Piano oncologico nazionale in relazione agli interventi di informazione, di sensibilizzazione e di educazione sanitaria in ordine alle malattie oncologiche e alle possibilità di prevenzione. Abbiamo di fronte un grave deficit di interventi dovuto anche alla pandemia da COVID. In termini perentori, tutti devono sapere come e dove fare screening e controlli e a tutti deve esser garantito l'accesso agli esami di prevenzione. Solo facendo così possiamo salvare vite. Anche noi, come Minoranze linguistiche, vogliamo dare il nostro contributo in questa battaglia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Luana Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, questa è una mozione molto articolata e densa, che risponde alle esigenze della celebrazione della XXIII giornata mondiale contro il cancro e all'obiettivo di sensibilizzare la popolazione. Questa mozione sottolinea i ritardi accumulati durante la pandemia da COVID-19, che ha inciso fortemente sui programmi di prevenzione secondaria. Le liste di attesa per esami diagnostici e screening sono incompatibili con la necessità di diagnosi precoce e contrasto immediato della malattia incombente. Preoccupa il dato, che viene riportato anche nella mozione, di 3.600.000 persone con una pregressa diagnosi di tumore nel 2020, mentre nel 2006 erano 2.500.000. In 10 anni abbiamo registrato un aumento spaventoso, del 37 per cento.
Della mozione vorrei sottolineare due aspetti che, secondo me, devono essere oggetto di attenzione particolare. Il primo concerne la prevenzione primaria - di cui parlava anche la collega, veneziana come me, che mi ha preceduto - che dovrebbe diventare un'ossessione per la politica, per l'amministrazione, per la ricerca, per la scienza e per gli enti preposti alla tutela della salute umana. Mi riferisco alla tutela dell'ambiente in cui viviamo, a partire dalla lotta per contrastare ed invertire il surriscaldamento della terra, che sappiamo avere un peso veramente determinante sulla salute dell'umanità.
Aria, acqua, cibo, lavoro: da fonti di sostentamento e gioia di vivere per noi - e non solo per noi, anche per gli altri animali - a possibili veicoli di malattia e morte prematura. Basta scorrere le pagine dello studio SENTIERI, coordinato dall'Istituto superiore di sanità, per capire la relazione tra insorgenza del cancro e siti inquinati italiani; parlo dei siti di interesse nazionale per le bonifiche, che sono oggetto dello studio SENTIERI. In questi siti - sono 18 - 9 milioni di cittadini e cittadine vivono, bambine e bambini compresi. Con questo studio, SENTIERI, abbiamo l'indicazione di ciò che bisogna fare: conoscere, attraverso indagini epidemiologiche precise, lo stato di inquinamento del nostro territorio.
Parliamo ora dell'inquinamento atmosferico. I risultati di uno studio condotto in 9 Paesi su 300.000 persone, che sono state seguite per oltre 13 anni, hanno dimostrato la relazione tra l'aumento delle polveri sottili e il numero di tumori, indipendentemente dagli altri fattori (mi riferisco, per esempio, al fumo di sigarette). L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato l'inquinamento e le polveri sottili tra i carcinogeni umani di tipo 1. L'inquinamento atmosferico, le sostanze come benzene, ossidi di azoto, idrocarburi policiclici aromatici possono facilitare la trasformazione delle cellule sane in cancerose, dico cose stranote. L'infiammazione cronica è un fattore che può causare il cancro non solo polmonare, ma di tutti gli altri tessuti e organi. Il rischio di mortalità, poi, per qualsiasi tipo di tumore aumenta in relazione all'esposizione alle PM2,5, le polveri sottili e sottilissime. Per le donne, il rischio di decesso per tumore alla mammella può arrivare, in questo caso, all'80 per cento.
I pesticidi, il ciclo dei rifiuti, che il più delle volte si conclude la non circolarità, i Pfas, che colpiscono in particolare determinati territori del Nord, in Veneto, ma anche in Piemonte, in Lombardia, in Emilia-Romagna, parlo dei composti perfluorurati che inquinano falde e acquedotti, il glifosato, le diossine (ricordo il disastro di Seveso del 10 luglio 1976 e gli scritti della grandissima Laura Conti, che fece un'opera di formazione e di informazione rispetto ai rischi dell'inquinamento). Quindi, è fondamentale normare l'uso e la produzione di sostanze chimiche pericolose, come, appunto, i composti perfluoroalchilici (Pfas), dalla produzione fino alla loro distruzione, che adesso si vuole eseguire in inceneritori che, sovente, non hanno neanche la capacità di portare all'incenerimento degli stessi, date le temperature altissime necessarie per farlo; seguire strategie volte alla totale sostituzione, non parlo solo di Pfas, ma di tutte quelle sostanze chimiche di cui ancora non si conosce bene l'effetto, oppure non è studiato, oppure non è valutato in maniera adeguata, prevedendo azioni di protezione sanitaria ambientale ed economica nei luoghi contaminati.
L'altro aspetto - mi scuso perché non ho molto tempo per approfondire argomenti che avrebbero, invece, necessità di essere illustrati in maniera più estesa - riguarda uno degli obiettivi inseriti nella mozione che anche noi abbiamo sottoscritto ed è l'accesso alla riabilitazione oncologica, in tutte le fasi della malattia, acuta, cronica e palliativa, che deve essere considerata all'interno dei LEA. Su questo ho interrogato recentemente il Governo e ho avuto anche una risposta, devo dire confortante, sia rispetto a nuovi investimenti previsti per finanziare il piano per il contrasto del cancro sia per questo aspetto, delicatissimo, della riabilitazione, che è indispensabile non soltanto per consentire la ripresa della vita attiva, l'inserimento, l'inclusione nella società, nel lavoro di coloro che sono stati affetti - e che magari lo sono ancora - dal cancro, ma anche per garantire i diritti e l'omogeneità su tutto il territorio dell'accesso alla riabilitazione, che sappiamo, invece, non essere tale.
Per quanto riguarda la riabilitazione, è fondamentale che venga approntata - e concludo, Presidente - una nuova modalità di organizzazione della medicina di prossimità, dell'assistenza domiciliare, così come previsto dalla riforma della medicina territoriale, all'interno anche del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Purtroppo, la riabilitazione per i pazienti oncologici è stata considerata come un tema piuttosto trascurato e considerato non centrale, per questo l'ho voluto sottolineare.
Annuncio il voto favorevole alla mozione del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bonetti. Ne ha facoltà.
ELENA BONETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Sottosegretario, colleghe, colleghi, oggi, in vista della giornata del 4 febbraio, la Giornata mondiale contro il cancro, il dolore di migliaia di famiglie del nostro Paese e dell'Europa entra qui, in quest'Aula e in quest'Aula, in qualche modo, cerca di incontrarsi su una prospettiva di speranza. Io credo che oggi il compito che abbiamo, e che vogliamo confermare attraverso questa mozione, sia la responsabilità che la politica ha e vuole continuare ad avere, di trasformare questo dolore e questa domanda in una prospettiva certa di presa in carico, di accompagnamento, di speranza. E dobbiamo essere consapevoli che questa nostra responsabilità non può mai cedere, in alcun modo, alla retorica di una politica che finge unità e, poi, non si assume la responsabilità di dare piena continuità e pieno compimento a questa assunzione di responsabilità nelle scelte che sarà chiamata a fare, da ora ai prossimi mesi. È il senso profondo della mozione, per la quale ringrazio davvero la collega, l'onorevole Cattoi che ha guidato l'Intergruppo contro il cancro, che ha portato all'elaborazione di un processo di condivisione di una mozione importante, che affronta il tema della prevenzione, della cura, della presa in carico del cancro nel nostro Paese, in piena sinergia con le scelte europee e che ha visto tutti i gruppi convergere su questo testo.
Ventitré mesi sono la media di attesa per una mammografia, nel 2022, nel nostro Paese; 12 mesi sono la media di attesa per una TAC, nel 2022, nel nostro Paese; 6 mesi per una risonanza magnetica; sono 40 i miliardi spesi dai cittadini, privatamente, nel nostro Paese, per le cure mediche; mancano - mancavano anche prima della pandemia, dico una delle tante cifre - 53 mila infermieri. Allora, se questa responsabilità, oggi, ci vede approvare all'unanimità questa mozione, con questi numeri, quest'Aula deve oggi iniziare a dire che vuole dare - e darà - una risposta certa a questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).
La mozione indica con chiarezza cosa si deve fare. Ci sono ampie indicazioni, ma il primo punto sul quale non possiamo più esimerci è che non c'è nessuna scusa del tipo “mancano le risorse”. Oggi le risorse servono, sono necessarie e vanno aumentate.
E spiace dire che, in realtà, questo non è stato fatto per una scelta di posizione nell'accesso a un fondo straordinario come quello del MES sanitario. Nella legge di bilancio sono stati messi 2 miliardi, ma, nonostante sappia di una piena convergenza anche da parte del Governo e della maggioranza, questa non è stata tradotta in una scelta effettiva. Ad esempio, sul tema dei farmaci innovativi si era cercato di dare una soluzione ad un problema che si sta in qualche modo irrigidendo nel nostro Paese, che non ha avuto una risposta.
Questa mozione dà un impegno chiaro: farmaci innovativi, maggiore strumentazione tecnologica negli ospedali, maggiore formazione e qualificazione del personale medico e sanitario, introduzione della figura dello psicologo nell'accompagnamento dei pazienti e delle loro famiglie. Si disegna un piano chiaro che il Piano oncologico nazionale - che finalmente ha avuto l'ok dalla Conferenza Stato-Regioni e che quindi attendiamo possa essere messo nella condizione di poter essere pienamente implementato nella sua strategia - include in sé.
Non dimentichiamoci un tema importante, quello dell'educazione e della campagna di formazione. Cito una delle azioni richiamate in questa mozione, che tocca anche una questione di cultura di base: la vaccinazione contro il virus HPV. Abbiamo la possibilità di eliminare il tumore dell'utero e non abbiamo ancora raggiunto gli standard che noi stessi ci siamo dati. Attraverso una vaccinazione si è dimostrato - pensiamo all'Australia - che questo può accadere. Oggi il nostro Paese su questo deve fare un balzo in avanti. Mi rivolgo in questo senso, per suo tramite, Presidente, al Governo: si faccia una campagna organizzativa nelle scuole, nelle comunità, per le famiglie, perché questo è uno dei tumori che può essere eliminato.
Cito un altro tumore che ho incontrato direttamente, personalmente, anche nella mia esperienza precedente di Governo: il tumore al seno. Non è più accettabile che una donna abbia più o meno aspettative di vita a seconda della regione nella quale è nata o nella quale vive (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). Stiamo togliendo quel diritto alla salute che la nostra Costituzione definisce come un diritto primario della persona e che la nostra forma democratica deve garantire.
Questo significa che, anche nell'azione che il Governo vuole fare di riforma dei poteri delle regioni, oggi noi dobbiamo introdurre come prioritario l'elemento di una sanità che, in tutte le regioni, possa essere organizzata per rispondere parimenti a tutte le cittadine e a tutti i cittadini, in tutti i contesti regionali. Servono più risorse? Sì. Serve un'autonomia intelligente? Sì. Noi ci attendiamo dal Governo una risposta che personalmente finora non abbiamo visto, ma sulla quale confidiamo. Per l'interesse convergente che questa mozione ha riscontrato, confidiamo si possa trovare invece una risposta.
Servono anche nuovi provvedimenti normativi. Ne cito uno importante: l'oblio oncologico, menzionato anch'esso nella mozione. Noi abbiamo proposto, attraverso la prima firmataria, l'onorevole Boschi, in un altro intergruppo, una proposta di legge. Abbiamo chiesto una calendarizzazione immediata: ci auguriamo che questa possa avvenire nel più breve tempo possibile perché potrebbe essere un'ulteriore azione prevista da questa mozione che trova pieno compimento con celerità.
Torno al richiamo iniziale, che rivolgo a me stessa e a tutti noi. Questa mozione avrà ragione di entrare nella storia, anche di questo inizio di legislatura, se segnerà il via a un cambio di passo di quest'Aula parlamentare nella presa in carico di un tema così importante come quello della prevenzione e del contrasto al tumore nel nostro Paese e nella presa in carico e nella cura di chi oggi è affetto da questa patologia, che purtroppo è ancora una delle principali forme anche di morte. Perché, colleghe e colleghi, noi qui stiamo parlando del fatto che, su questi fronti, le nostre scelte fanno la differenza tra la vita e la morte. Se fosse anche per una sola persona del nostro Paese, noi questa differenza ancora la vogliamo fare. Da parte nostra, lo faremo, e lo faremo anche con una proposta concreta. Il 9 marzo, a distanza di 3 anni da quel primo lockdown nazionale, con una proposta chiara per l'eliminazione delle liste di attesa e per la presa in carico della situazione drammatica dei pronto soccorso, lo faremo come federazione di Azione-Italia Viva e ci auguriamo che tutte le forze parlamentari su questo possano trovare davvero una convergenza. Infatti, alla retorica di chi in quest'Aula si è alzato in piedi - noi per primi - ad applaudire ricordando le eroine e gli eroi negli ospedali, noi oggi non possiamo far corrispondere un silenzio rassegnato che dice “è una situazione complicata, troveremo il modo, troveremo le risorse”. Non c'è più tempo di un condizionale nel nostro impegno politico su questi fronti, perché solo così il nostro voto e la nostra unità di oggi potranno rendere pienamente ragione di una responsabilità nuova che questo Parlamento, questa istituzione, vuole rappresentare verso il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe), che è quella di rendere ragione che quel dolore, che oggi colpisce ancora queste famiglie, possa essere l'impegno a trasformarsi in una speranza certa per loro e, soprattutto, poi, per le generazioni che verranno (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Benigni. Ne ha facoltà.
STEFANO BENIGNI (FI-PPE). Presidente, onorevoli colleghi, Forza Italia è orgogliosa di avere dato il suo contributo alla presentazione di questo importante lavoro, che, in occasione della ventitreesima Giornata mondiale contro il cancro, vuole richiamare la massima attenzione su un tema, quello della salute e della prevenzione, che deve essere al centro di questa legislatura.
Il cancro rappresenta, purtroppo, un fenomeno in costante crescita. L'aumento del numero delle diagnosi oncologiche è certificato dal rapporto I numeri del cancro in Italia 2022, che costituisce un importante punto di riferimento per il nostro sistema sanitario. I numeri delle patologie oncologiche più diffuse sono certamente preoccupanti. In Italia si contano, in particolare, 55.700 nuovi casi di carcinoma alla mammella, 40.500 nuovi casi di carcinoma alla prostata e 48.100 nuovi casi di carcinoma al colon retto.
Secondo l'Agenzia europea per la ricerca sul cancro, nel 2035 i tumori rappresenteranno la prima causa di morte in tutta l'Unione Europea. Questi dati ci fanno capire quanto sia fondamentale considerare la lotta contro il cancro un'assoluta priorità della nostra azione politica.
In questi ultimi anni abbiamo vissuto momenti particolari e drammatici, il primo di tutti la pandemia da COVID-19, che ha distolto l'attenzione dalle sfide più importanti in termini di salute pubblica che l'Italia e l'Europa si erano poste come cardini delle future iniziative. Ora è arrivato il momento di riprendere uno dei pilastri di queste sfide per evitare che venga invertita la tendenza che ha visto negli ultimi 15 anni l'aumento delle aspettative di vita delle persone colpite da una diagnosi tumorale.
Dobbiamo ricordare che oggi il numero di persone che sopravvivono oltre un decennio dalla diagnosi ha raggiunto il 39 per cento del totale, mentre sono il 27 per cento le persone considerate guarite. Nel 2020 la Commissione europea lanciava lo Europe's Beating Cancer Plan, un importante e forte impegno dell'Europa a trovare le migliori soluzioni per raggiungere l'obiettivo di sconfiggere il cancro come causa di morte. Il lavoro di questo intergruppo vuole essere uno stimolo importante per rimettere al centro del dibattito politico, e quindi dell'agenda strategica di questo Governo, la lotta ad ogni forma di tumore. Le parole chiave di questa lotta, che non deve avere quartiere, sono informazione e innovazione.
Occorre, infatti, investire per migliorare la conoscenza sui fattori di rischio tipici delle malattie oncologiche, dal fumo ai disordini alimentari, sino alla promozione di una politica di sicurezza sul lavoro che prevenga l'esposizione a questi fattori.
Il Ministro Schillaci ha ricordato nei giorni scorsi come, ad esempio, il fumo costi in termini di salute e in termini economici molto più di quanto lo Stato oggi possa incassare attraverso le accise sul tabacco.
Altri Paesi europei, come l'Irlanda, hanno scelto misure drastiche per combattere l'abuso di alcol e, oltre l'oceano, gli Stati Uniti hanno avviato già da alcuni anni una lotta importante all'obesità attraverso politiche che modificano gli stili di vita e che mettono a disposizione dei clinici i migliori strumenti per contrastare questa patologia, causa di diverse comorbilità gravi, tra cui il cancro.
Occorre, inoltre, destinare sempre più risorse alla definizione di protocolli innovativi di prevenzione, diagnosi e cura, con investimenti diretti all'ammodernamento della strumentazione diagnostica e al sostegno della ricerca di nuovi farmaci e terapie innovative. Per ridurre l'incidenza di numerose forme di cancro è indispensabile un forte impegno, affinché si adotti quanto prima un approccio che integri i migliori percorsi di cura con la prevenzione primaria e secondaria. Come Forza Italia, ci siamo sempre battuti affinché fossero messi a disposizione dei clinici e dei pazienti i migliori strumenti e le migliori terapie, per ottimizzare la possibilità di guarigione e la qualità della vita delle persone colpite da questo male. Nella legislatura scorsa, in particolare, abbiamo lavorato affinché fossero predisposti nuovi programmi di screening e nuovi piani per prevenire o identificare precocemente tumori dalla grande prevalenza e aggressività. Abbiamo iniziato questa legislatura con un primo importante provvedimento, nella legge di bilancio, per rifinanziare l'oncologia di precisione per il contrasto anche alle forme più rare e aggressive, muovendo un primo passo verso la realizzazione del Piano oncologico nazionale. Siamo tuttavia consapevoli che occorre fare molto di più. Il nostro sistema sanitario è ricco di strutture di eccellenza e di professionisti di altissimo livello che meritano di essere messi in condizione di esprimere al meglio le proprie potenzialità. Ciò che chiediamo al Governo, con questa mozione, è di assumere l'impegno di giungere nel più breve tempo possibile all'attuazione degli importanti obiettivi del Piano, a partire dallo stanziamento di risorse adeguate a raggiungere gli ambiziosi obiettivi, anche attingendo ai fondi europei del programma EU4Health, sino all'accelerazione degli iter di approvazione di tutti i provvedimenti necessari a rendere efficaci le misure e gli accordi presi anche con le regioni. Lo sviluppo dell'oncologia di precisione, per citare solo una delle grandi aree di innovazione per la terapia del cancro, deve essere una realtà al più presto in Italia, in tutta Italia. Oggi più che mai, non possiamo pensare alla sanità come a un costo ma dobbiamo considerarla come un prezioso investimento, con l'obiettivo primario di mettere a disposizione di tutti i cittadini, eliminando le disparità regionali, un sistema sanitario in grado di erogare tempestivamente prestazioni di elevata qualità. Serve, allora, una visione che superi la definizione della spesa sanitaria per compartimenti stagni, perché l'approccio verso il benessere collettivo e la salute pubblica deve essere integrato e, immaginando la sanità del futuro, dobbiamo investire risorse in modo mirato nei settori strategici che generano salute e benessere a monte del processo di cura.
Non dobbiamo trascurare, infine, la rilevante problematica della carenza di farmaci, che stiamo affrontando in particolare in questi ultimi giorni. Come sappiamo, l'Italia è il primo Paese europeo per produzione di farmaci e l'innovazione farmaceutica che nasce nel nostro Paese dà ogni anno risposte a numerosi bisogni clinici insoddisfatti, anche in ambito oncologico. Per questo, attraverso una politica industriale lungimirante, dobbiamo fare in modo che l'Italia diventi un ambiente attrattivo per i capitali esteri nella ricerca farmacologica e tecnologica, eliminando quei meccanismi burocratici che penalizzano le imprese dall'elevato profilo innovativo e supportando la prestazione delle più avanzate cure nel nostro Paese, senza dimenticare la necessità di predisporre, sul piano normativo, un'efficace tutela della proprietà intellettuale e brevettuale, unico vero volano di crescita, innovazione e sviluppo.
Desidero rivolgere, in conclusione, un sentito ringraziamento alle società scientifiche, alle associazioni di pazienti e a tutte le persone che ogni giorno lavorano sul campo per immaginare un sistema sanitario più resiliente, più sostenibile e al servizio dei cittadini. Ciascuno di noi, dentro e fuori da quest'Aula, è chiamato a essere attore e testimone di una fondamentale missione: garantire a tutti i cittadini, e ancora di più ai malati oncologici, non solo la migliore assistenza possibile ma l'impegno dello Stato a costruire, giorno per giorno, un sistema sanitario all'avanguardia e di sempre maggiore eccellenza.
Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole dei parlamentari di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE-Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, l'articolo 32 della Carta costituzionale recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Colleghi, Presidente, il termine “fondamentale” attribuito al diritto alla salute fa una grande differenza, anche rispetto agli altri diritti, perché questo termine compare una sola volta in tutta la Carta costituzionale. È evidente che padri e madri costituenti hanno inteso porre un'attenzione del tutto specifica al tema della salute, proprio come bene comune fondamentale da tutelare e da garantire. Salute come res communes omnium, il diritto dei diritti. Autorevoli costituzionalisti, anche oggi, affermano che per garantire questo diritto - che, ripeto, è fondamentale - dovremmo svincolare la spesa sanitaria dall'obbligo del pareggio di bilancio, altro che MES (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Presidente, la mozione unitaria che stiamo per votare va proprio nella direzione indicata dalla Carta. La lotta contro le malattie e, nello specifico, contro il cancro non deve badare a spese, fornendo alle persone dappertutto, in tutto il territorio nazionale, presidi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione e presidi sociali di eccellenza tecnologica rispettosi dell'etica individuale, in tutte le fasi della malattia.
Mi soffermerò solo su due aspetti qualificanti di questa mozione. Ovviamente, ve ne sarebbero altri ma il tempo non è abbastanza. La mozione, in particolare, pone l'accento, sia nelle premesse sia nel dispositivo, sull'importanza della prevenzione nella lotta contro i tumori. Cito il punto 5), sull'eliminazione dei fattori di rischio, i punti 17) e 18), sulla rete dei registri tumori, e il punto 25), sulla calibrazione nel territorio delle azioni di prevenzione, che non specifica tempi e modi ma è un punto essenziale. Noi sappiamo che la prevenzione, sia primaria, con l'eliminazione dei fattori di rischio o la loro riduzione, sia secondaria, con gli screening oncologici, ha necessità di essere implementata e amplificata. Si fa ancora troppo poco in prevenzione; eppure, noi abbiamo una classifica importante dei fattori di rischio. Al primo posto, fra i fattori di rischio, abbiamo l'ambiente. L'ambiente inquinato è un fattore di rischio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'ambiente è salute, l'ambiente, in questo senso, è difesa dell'individuo ed è difesa del pianeta. Se si tutela l'individuo, si tutela il pianeta; se si tutela il pianeta, si tutela la nostra salute. Ecco l'interesse collettivo dell'articolo 32 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Sappiamo che dobbiamo intervenire per ridurre l'inquinamento e bonificare i siti inquinati. Sappiamo che l'origine ambientale delle malattie croniche, tumori compresi, determina nel nostro Paese circa 90.000 decessi ogni anno e che, dati di The Lancet, interventi su gas serra e consumo di suolo potrebbero avere impatto positivo sul 10-40 per cento di tutti i tumori. Non possiamo indugiare sulla necessaria e improcrastinabile transizione ecologica. Altro che energie fossili e trivelle e inceneritori! Ecco l'importanza delle comunità energetiche! Ecco l'importanza del superecobonus (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Bene farà questo Parlamento, a breve, ad approvare l'istituzione della Commissione d'inchiesta sui reati connessi al ciclo dei rifiuti.
Il secondo fattore di rischio da affrontare, dopo l'ambiente, è il fumo di tabacco. Questa abitudine determina 80.000 decessi all'anno, oltre il 90 per cento dei casi di tumore al polmone. Bene ha fatto il Ministro della Salute a sottolineare la necessità di interventi preventivi per il contrasto al fumo di tabacco.
Il terzo, in importanza epidemiologica, è il consumo rischioso e dannoso di bevande alcoliche, che determina circa 30.000 decessi all'anno, in Italia.
Il consumo rischioso e dannoso di alcol è responsabile di circa 10.000 tumori ogni anno: 2.300 tumori alla mammella potrebbero essere evitati, se si riducesse il consumo di bevande alcoliche.
Che dire, infine, di un'alimentazione varia, normocalorica e bilanciata, capace di mitigare, dal 30 al 40 per cento, tutte le forme tumorali? Sono necessarie e importanti le campagne di educazione e di promozione della salute individuale e della salute della comunità e, al contempo, occorre agire sulla necessaria transizione ecologica. Ripeto: non è solo una questione di ideologia ambientalista, è soprattutto una questione di salute di tutti gli esseri viventi di questo pianeta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
Infine, ho apprezzato: il punto 7), che riguarda l'implementazione delle reti oncologiche regionali; il punto 8), relativo al miglioramento degli screening oncologici; il punto 10), su un accesso uniforme alle terapie oncologiche in tutto il territorio nazionale; il punto 14), sui protocolli diagnostico-terapeutici-assistenziali sul territorio; il punto 16), relativo alla garanzia dell'accesso alla terapia del dolore in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, che, in modo diretto o indiretto, ci riporta all'importanza di superare le disuguaglianze in tema di sanità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e ci indica che la scelta, nei fatti, di un'autonomia differenziata in sanità ha prodotto disastri e, su questo tema, occorre riflettere attentamente, perché è inaccettabile che chi nasce in Calabria valga meno di chi nasce in Toscana o in Lombardia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Questa rotta va invertita! Dobbiamo garantire salute, in questo caso oncologica, omogenea e uniforme su tutto il territorio nazionale.
Concludo su una questione a cui tengo particolarmente e che, finalmente, è presente nel punto finale del dispositivo. Mi riferisco all'importanza di offrire ascolto e assistenza non solo ai malati, ma anche ai familiari, che, quando c'è una diagnosi così importante e grave, come quella di una malattia oncologica, patiscono una sofferenza esistenziale, per l'amore che provano nei confronti del proprio congiunto, che, troppe volte, è trascurata dal sistema.
Concludo, Presidente, nel sottolineare che, come dice lo slogan della manifestazione di quest'anno della Giornata internazionale per la lotta contro il cancro, non solo il cancro, ma la salute stessa e le politiche sanitarie non dovrebbero avere colore politico, ma dovrebbero essere colorate di solidarietà. Voteremo favorevolmente su questa mozione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Vanessa Cattoi. Ne ha facoltà.
VANESSA CATTOI (LEGA). Grazie, Presidente. Governo, onorevoli colleghi, oggi per me è veramente un motivo di orgoglio essere un parlamentare della Repubblica italiana, perché penso sia la prima volta che riusciamo ad arrivare in Aula con un testo unico, unitario e firmato da tutti.
Vorrei ringraziare il mio capogruppo Riccardo Molinari, ma vorrei ringraziare anche i capigruppo di tutte le forze politiche (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché veramente abbiamo dato un messaggio di unità che penso sia difficile da trovare. Tuttavia, per le cause veramente importanti è necessario che noi, legislatori, chiamati a legiferare, diamo ai cittadini un segnale importante di unità, che è un'unità non solo di impegno, ma anche di intenti. Infatti, penso che dobbiamo sentirci tutti direttamente coinvolti in questa battaglia contro il cancro, dobbiamo essere tutti direttamente responsabili e soprattutto dobbiamo essere tutti direttamente protagonisti.
E come possiamo essere protagonisti noi parlamentari? Cercando di unire i nostri intenti. Lo abbiamo già fatto, attraverso l'istituzione dell'intergruppo parlamentare “Insieme per un impegno contro il cancro”, per il quale, umilmente, cerco di coordinare tutte le forze politiche, ma tutte le forze politiche sono le vere protagoniste, come lo è soprattutto il gruppo “La Salute un bene da difendere, un diritto da promuovere”, che è coordinato da Salute Donna ONLUS, che, di fatto, per la terza legislatura consecutiva, consente a noi parlamentari di ricostituire questo importante intergruppo e di unire la parte legislativa con le esigenze delle 45 associazioni che collaborano con noi e con il comitato tecnico-scientifico, che è parte integrante di questo intergruppo.
Infatti, se è vero che il tema del cancro deve essere affrontato in modo sistemico, è anche vero che noi legislatori dobbiamo avvalerci soprattutto delle esigenze e delle necessità di chi il cancro lo vive e lo combatte quotidianamente e questi sono i pazienti - è già stato detto dai colleghi -, ma anche le loro famiglie, perché quando uno lotta contro il cancro non è solo, nella lotta contro il cancro, ma è insieme a tutta la propria famiglia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Quindi, nel ringraziare questo spirito di unità che oggi andiamo a concretizzare e a realizzare, grazie a questo impegno e grazie anche all'impegno del Governo, del Ministro Schillaci, con il quale, comunque, abbiamo interagito - io direttamente e assieme anche ai Sottosegretari che appoggiano questo Ministero -, penso che, con questa legislatura, iniziamo un nuovo percorso, un percorso che ci vede tutti uniti nella lotta contro il cancro. E come? Già siamo riusciti a ottenere, il fine settimana scorso, proprio con il deposito di questa mozione, l'approvazione, all'interno della Conferenza Stato-regioni, dell'attuazione del Piano oncologico nazionale, perché, se l'Europa, il 3 febbraio 2021, ha approvato il Piano europeo di lotta contro il cancro, oggi, l'Italia deve mettere a terra e attuare un Piano oncologico nazionale dove deve ritrovare tutti i parlamentari direttamente coinvolti, protagonisti e soprattutto responsabili.
E lo siamo perché? Perché, oggi, abbiamo 28 punti all'interno di questa mozione che partono dall'attuazione del Piano oncologico nazionale - che noi sappiamo benissimo essere la cornice che serve per inserire tutti quegli interventi normativi che permettono di fornire ai malati oncologici la giusta assistenza - e da una prevenzione puntuale e capillare sul territorio. Guardate, vi parlo non solo come parlamentare, ma anche come consigliere comunale. È importante, infatti, cercare di intervenire, partendo proprio dal nucleo costitutivo della nostra società: dal comune e dagli enti comunali. Se ci fossimo impegnati a sensibilizzare i nostri amministratori comunali sull'importanza di fare serie campagne informative, avremmo potuto salvare il 40 per cento di persone decedute a causa del cancro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Infatti i dati ci dicono questo! I dati ci dicono che il 40 per cento dei casi di morte per il cancro possono essere evitati, grazie all'informazione e alla prevenzione, e dobbiamo insistere a tutti i livelli, non solo a livello governativo. Dobbiamo coinvolgere gli amministratori locali e, nel nostro piccolo, ognuno di noi deve assumersi questa grande responsabilità. Io l'ho fatto e invito tutti i colleghi, che ne hanno la possibilità, a farlo. Solo così, infatti - è già stato detto dal collega Andrea Quartini -, il cancro non avrà alcun colore politico e la lotta contro il cancro ci vedrà tutti direttamente coinvolti.
Altro punto importante, che è già stato toccato, riguarda la diagnostica. Vedete, l'Europa, nel passato, soprattutto nell'ambito della sanità, ha imposto agli Stati membri tagli orizzontali che, di fatto, hanno distrutto il nostro tessuto sanitario territoriale; invece, adesso, con la pandemia, abbiamo un'Europa che, finalmente, chiede scusa, ammette i propri errori e cerca di ripartire, dando sostegno e supporto economico agli Stati membri, anche all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per investire sulla sanità.
Ma questo deve essere solo un punto di partenza e non un punto d'arrivo, perché è vero che abbiamo anche il Piano Samira, che impegna tutti gli Stati membri dell'Unione europea ad avere una dotazione tecnologica omogenea in tutti gli Stati membri, in modo che tutti - non solo in Italia, non solo dal Nord al Sud del Paese, ma anche in tutta Europa - abbiano le stesse possibilità di intervenire in modo preventivo per combattere il cancro fin dalla sua prima insorgenza. Questo lo si può fare, solo se gli Stati membri hanno un'opportuna dotazione tecnologica e il Piano Samira, in questo, aiuta.
Vorrei ritornare alla questione europea. È importante ricordare tutto ciò, per non sbagliare ancora e, soprattutto, per non incorrere negli stessi errori, perché gli errori, nell'ambito della sanità, li paghiamo tutti: li paghiamo con le vite che perdiamo e li paghiamo perché lo Stato non è in grado di garantire l'assistenza e la possibilità a tutti i pazienti di essere curati.
Ma l'Europa in questo caso - grazie anche alla pandemia, devo dire la verità - ha cambiato marcia in tal senso; pertanto, mentre in passato era una scelta politica accentrare la sanità nei presidi provinciali, andare a chiudere i presidi assistenziali territoriali, quindi tutti i presidi periferici, adesso, di fatto, è una grande necessità cercare di ripristinare l'assistenza sanitaria all'interno dei nostri territori, di dare una sanità che sia più vicina alle esigenze dei nostri cittadini e, soprattutto, come è già stato detto anche dal collega Benigni, di cambiare veramente il paradigma anche nella partita della contabilizzazione delle spese sanitarie, che devono diventare una forma di investimento. Per fare questo dobbiamo lavorare tutti insieme, perché non è possibile che, all'interno dei bilanci dello Stato, ci siano terapie altamente innovative che possono essere veramente messe a disposizione dei pazienti e salvare la vita di milioni di cittadini italiani, però, ci scontriamo con la burocrazia e con il fatto che queste terapie abbiano comunque ingenti costi, mi riferisco ad esempio alle terapie CAR-T, terapie one shot: con un'unica somministrazione, adesso, possiamo andare a risolvere completamente la patologia del cancro, però, sono appunto terapie costose; quindi, noi tutti dobbiamo impegnarci per andare avanti e andare soprattutto ai tavoli europei e chiedere una rivisitazione di questi paradigmi contabili. Dobbiamo cercare di intervenire per fare in modo che queste terapie innovative, fornite dalla scienza, soprattutto dal progresso tecnologico e innovativo all'interno dell'ambito sanitario, vengano messe a disposizione di tutti, e non solo di pochi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Dobbiamo garantire questo.
Quindi, invito il Governo e tutti i colleghi a unirci per cercare di trovare una soluzione da proporre ai tavoli europei, perché è importante che l'Europa parta da questo nuovo paradigma. Le terapie e i fondi per i farmaci innovativi sono fondamentali, l'abbiamo già detto, a più voci, ma perché possano essere sostenuti economicamente dai bilanci dei singoli Stati devono veramente trovare il modo di avere un inserimento, anche contabile, diverso. La sanità non è un costo, la sanità è un investimento e questo deve essere colto, non solo a livello nazionale, ma, soprattutto, a livello europeo.
Noi dobbiamo cercare di impegnarci su tutti i 28 i punti della mozione, non li rileggo, perché sono già stati citati da diversi colleghi, però, sottolineo che dobbiamo pensare non solo agli adulti, ma anche ai bambini. Infatti, abbiamo inserito un punto specifico anche sul problema dei malati oncologici pediatrici, purtroppo; anche questo tema ci deve vedere tutti uniti, in questa grande battaglia.
Tuttavia, Presidente, e mi avvio alla conclusione, quello che oggi emerge da questo impegno comune è un regalo che questo Parlamento vuole fare e un impegno sul quale vuole essere molto determinato in questa legislatura, soprattutto in occasione della XXIII Giornata mondiale contro il cancro, che sarà celebrata sabato 4 febbraio. Questo non è un risultato conclusivo, ma è l'inizio di un grande percorso che dovremo fare tutti insieme, in questa legislatura e che ci deve sentire tutti direttamente coinvolti.
Ringrazio ancora tutti i colleghi, annunciando fin da ora il voto favorevole di tutto il gruppo della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ilenia Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, questa mozione che ci apprestiamo a votare nei giorni che precedono, come ricordava la collega in precedenza, il 4 febbraio, Giornata mondiale contro il cancro, dimostra, secondo me, la volontà politica di questo Parlamento nel perseguire con determinazione un impegno parlamentare e legislativo a tutela della salute dei cittadini e delle cittadine su un tema, purtroppo, sempre molto attuale.
Ringrazio, per questo motivo, la collega Cattoi che, non solo ha promosso, in questa legislatura, l'intergruppo parlamentare “Insieme per un impegno contro il cancro”, ma ha coordinato questa proposta, accogliendo le osservazioni di tutti i gruppi, anche le nostre, facendola così diventare una mozione che - da quanto ho capito - sarà votata all'unanimità. E questa è una cosa importante, un segnale di unità, come dicevamo in precedenza, perché riteniamo che sia un dovere e un obbligo morale, perché sulla salute non ci possono essere distinguo; il diritto alla salute è e rimane una priorità, un diritto di cittadinanza, che non può certamente essere messo in discussione da alcun Governo e da alcun partito politico o movimento. La salute, infatti, è una questione di democrazia, di equità, di giustizia sociale e per il Partito Democratico garantire parità di accesso alle cure e alle strutture per tutti e tutte è un caposaldo del nostro vivere comune, indipendentemente da chi sei, da quanto guadagni e da dove vivi. Lo dice, semplicemente, la nostra Costituzione, all'articolo 32.
In questa mozione ci occupiamo di cancro, di tumori, parole che spaventano e preoccupano al solo sentirle nominare, e parliamo di un Piano oncologico nazionale che si fonda sull'importanza della prevenzione, primo strumento importante per sensibilizzare ed educare la popolazione. Sappiamo bene quanto una buona azione di promozione della salute riduca il rischio fino al 30 per cento; parliamo di diagnosi precoci, di presa in carico del paziente, con un approccio globale, intersettoriale e olistico, fondato sulla centralità del malato in tutte le fasi del percorso terapeutico, eliminando le disuguaglianze nell'accesso ai trattamenti, agli interventi di cura e alla prevenzione che oggi esistono, purtroppo, tra le regioni.
I dati sono drammatici; li ricordo, perché danno un quadro preciso e puntuale della dimensione del fenomeno di cui ci stiamo occupando. Nel testo e nella premessa della mozione ricordiamo come nel 2022 siano state stimate 390.700 nuove diagnosi di cancro, nel 2020 erano 376.600, con un incremento di 14.100 casi in due anni. Parliamo, quindi, di una patologia in costante aumento in Italia e nel mondo, che si prevede diventi, entro il 2035, la prima causa di morte nell'Unione europea, con un aumento previsto del 24 per cento. Il Piano, già approvato dalla Conferenza Stato-regioni, come la collega ha ricordato, è sicuramente ambizioso, perché parla di prevenzione, di percorsi di cura chiari e omogenei, di attenzione al malato, ma anche a chi lo assiste, con una forte spinta alla digitalizzazione, per snellire la burocrazia, a un'assistenza sempre più domiciliare integrata con l'ospedale e i servizi territoriali; parla di formazione per gli operatori sanitari, campagne informative per i cittadini, supporto psicologico, ampliamento delle fasce di età per gli screening, cure palliative a domicilio, potenziamento delle coperture vaccinali per una malattia che, ogni anno, registra, come dicevamo in precedenza, circa 180.000 morti in Italia per cancro.
Mi soffermo solamente su alcuni punti. La prevenzione è sicuramente decisiva ed è importante iniziare a educare a uno stile di vita sano e corretto fin dalle scuole primarie; se è vero, come dicono gli studi, che il 40 per cento dei nuovi casi e il 50 per cento delle morti per tumore sono potenzialmente evitabili, in quanto causati da fattori di rischio prevenibili. Tra questi sicuramente il fumo rappresenta un fattore di rischio importante, associato all'insorgenza di circa un tumore su tre; ma anche l'alimentazione e l'attività fisica; fare attività fisica può ridurre fino al 30 per cento la possibilità di ammalarsi.
Solo in Italia, questi fattori di rischio comportamentali, quindi, che dipendono da noi, dalla nostra educazione, dalla nostra condivisione sociale, causano 65.000 morti ogni anno. L'obiettivo dell'Unione europea è ambizioso, da cui deriva anche il nostro Piano nazionale: aumentare il tasso di sopravvivenza, entro il 2030, per tutti i tumori, maschili e femminili, dal 47 al 75 per cento. Per questo è così importante fare attività di screening, aumentare lo screening e le attività diagnostiche, per fare in modo che siano capillari e accessibili a tutti. Sicuramente, la pandemia ha causato rallentamenti nelle attività di screening, nelle visite, negli interventi chirurgici, con allungamento dei tempi di attesa e delle stesse liste. Dobbiamo quindi recuperare terreno e per farlo servono investimenti. Vanno benissimo le risorse messe a disposizione dal PNRR, ma ciò non basta, dobbiamo fare di più e dobbiamo farlo perché ci crediamo tutti, perché la salute sta sempre al primo posto. Serve finanziare la sanità pubblica e la medicina del territorio, anche sfruttando le case della comunità, perché è solo finanziando la sanità pubblica che si abbattono le disuguaglianze, si danno cure a tutti i cittadini, monitorando il lavoro delle regioni che, con i livelli essenziali delle prestazioni, devono garantire livelli di prestazioni uniformi su tutto il territorio nazionale, senza discriminare nessuno, perché i cittadini hanno tutti gli stessi diritti, indipendentemente dalla regione, dal paese, dalla città in cui vivono.
Per questo motivo crediamo che vada anche sostenuta con maggior forza la ricerca, che vada potenziata e adeguatamente finanziata: oggi siamo un fanalino di coda con l'1,4 per cento del PIL. E vanno sostenuti i giovani ricercatori per dare loro prospettive di lavoro: non possono avere un lavoro precario, perché a noi sta la possibilità di fruire delle loro competenze, se riusciamo a stabilizzarli e a costruire qui serie condizioni di lavoro. Non ci possiamo permettere, questo Paese non si può permettere che i nostri ricercatori vadano all'estero, dopo che abbiamo investito risorse pubbliche per la loro formazione, perché qui non hanno prospettive di lavoro stabili e dignitose. Il nostro deve diventare un Paese che sa riconoscere le eccellenze e sa valorizzarle.
La ricerca avanzata - sì, perché noi crediamo fortemente nella scienza, sempre, e non a fasi alterne - e la prevenzione garantiscono una diagnosi precoce e una presa in carico migliore per il paziente, con percorsi diagnostici e terapeutici adeguati e personalizzati.
Nella nostra mozione ci sono tantissimi altri temi, li abbiamo condivisi e ne cito solamente alcuni per titoli, che poi entreranno e sono già scritti anche nel Piano nazionale: il rafforzamento della domiciliarità, il potenziamento delle reti territoriali, terapie innovative radiologiche e nucleari, la telemedicina, la modernizzazione delle dotazioni tecnologiche di cui abbiamo costantemente bisogno, la presa in carico della famiglia, il lavoro di assistenza che va riconosciuto, il ruolo del caregiver. Sappiamo quanto sia invasiva questa situazione nelle famiglie, tutti conosciamo i drammi familiari che investono le famiglie che hanno un malato oncologico, con ricadute sia sulla vita familiare, sia sulla vita sociale e sulla vita professionale delle persone, soprattutto delle donne.
E ancora: la semplificazione necessaria, la cartella digitale oncologica, il supporto psicologico che ho già richiamato, il diritto all'oblio su cui alcuni Paesi europei hanno già legiferato e, soprattutto alla fine di un percorso difficile, la riabilitazione. Sì, perché nei percorsi terapeutici dobbiamo anche occuparci della riabilitazione del malato oncologico, per garantire il diritto di rientrare a pieno titolo nella società, nella sua struttura sociale e lavorativa. Oltre 3,5 milioni di persone sono guarite dopo un tumore e 1,2 sono in Italia. A loro dobbiamo il diritto alla dignità della vita.
Come vedete, abbiamo tanto lavoro da fare, ne siamo tutti consapevoli, e molto di quello che abbiamo scritto nella mozione è sicuramente una buona partenza. La consapevolezza condivisa è un valore. Conosciamo, dunque, i numeri. Conosciamo le cose da implementare, i progetti, i servizi, quello che manca. La strada è tracciata, ma per arrivare al traguardo e fare in modo che queste parole si traducano in un impegno collettivo e concreto manca ancora una cosa importante: mancano le risorse, l'abbiamo detto.
Ma c'è un altro punto che vorrei ricordare: manca il personale. Qui serve un cambio di passo, perché, se vogliamo fare trattamenti e percorsi terapeutici adeguati e personalizzati, abbiamo bisogno di personale. La mia è una constatazione, non è certamente un'accusa per nessuno, ma abbiamo bisogno che ci sia, nei nostri reparti di pronto soccorso, negli ospedali, nelle case delle comunità, personale formato, che possa dare concretezza a tutte le nostre buone intenzioni. Perché possiamo costruire bellissime case della comunità e ospedali tecnologicamente all'avanguardia, ma per aprirli abbiamo bisogno di personale adeguato e formato.
Questa mozione ci sembra veramente un buon avvio e dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico, perché questo delinea un impegno lungo, concreto, una sorta di programma di legislatura, di mandato, con azioni e proposte che condividiamo. Oggi ci prendiamo un impegno, che per noi nasce da un punto fondante: la salute è un diritto dell'individuo, un interesse della collettività; ed essendo garantito dalla Costituzione anche agli indigenti, diventa un valore universale che va garantito a tutti e a tutte, garantendo pari opportunità di servizi e cure. Nessuno deve rimanere indietro rispetto alle cure per motivi economici, né deve rinunciare, perché la povertà non deve costituire un ostacolo per il completo esercizio della cittadinanza sanitaria. È una scelta di civiltà e di uguaglianza, da cui dipende la dignità del nostro vivere e, soprattutto, la dignità del malato.
Ci prendiamo, quindi, un impegno. Come Partito Democratico non faremo certamente mancare il nostro appoggio nel realizzare quanto dichiarato in questa mozione, perché la vita dei cittadini, la qualità della vita di tutti noi e dei malati dipende dal nostro impegno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ylenja Lucaselli. Ne ha facoltà.
YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario Gemmato, colleghi, io credo che ognuno di noi inizi a fare politica per diversi motivi. Si inizia a fare politica per passione, per ribellione o semplicemente per la voglia di mettere a disposizione la propria vita e il proprio tempo per il bene comune. E ognuno di noi, nel proprio percorso politico, fa tantissime esperienze, incontra tantissime persone e vive su di sé tantissime esperienze, che ne modificano la sensibilità e che portano inevitabilmente a concentrarsi su alcuni temi, piuttosto che su altri.
Devo dire che la famiglia di Fratelli d'Italia ha vissuto lo scorso anno un percorso che ha inevitabilmente cambiato, in un modo o nell'altro, anche un po' le priorità rispetto ad alcune battaglie. Per questo mi permetto di ringraziare personalmente il Sottosegretario Gemmato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), oggi Sottosegretario, all'epoca collega di Fratelli d'Italia, che ha sempre sostenuto questo gruppo in tantissime battaglie sulla sanità. E ringrazio tutti i colleghi, tutti i capigruppo dei vari gruppi rappresentati in quest'Aula. Ringrazio la passione della collega Cattoi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che ha portato oggi a questa mozione unitaria, che è fondamentale per tanti motivi: è fondamentale perché oggi in Italia, ogni giorno, viene diagnosticato un tumore a oltre 1.000 persone, un numero devastante, se ci pensiamo; un numero ancora più preoccupante, se pensiamo che indistintamente colpisce gli anziani, i meno anziani, i giovanissimi. Ecco, questa è la malattia con la quale dobbiamo fare i conti.
Però, oggi non dobbiamo parlare di morte, ma dobbiamo parlare di vita. Non dobbiamo parlare di passato, ma dobbiamo parlare di futuro, perché la diagnosi precoce, le terapie e la prevenzione sono le parole che dobbiamo utilizzare in quest'Aula, alle quali dobbiamo aspirare e alle quali dobbiamo cercare di dare una normativa indubbiamente migliore.
Ecco, oggi non voglio parlare di quello che manca alla sanità, ma voglio parlare di quello che abbiamo di buono nella nostra sanità, perché è quello che dobbiamo valorizzare: noi abbiamo medici eccellenti, che dedicano la loro vita ai pazienti e alle loro famiglie; abbiamo strutture sanitarie in grado di sopportare un peso che è un fardello, perché combattere contro il tumore implica tantissime cose, non è soltanto la parte medica, ma è la parte emozionale che si vive nel percorso di cura e nel percorso di ripresa.
E proprio a questo riguardo, vorrei ricordare a quest'Aula che il collega Rizzetto e la collega Boschi hanno depositato in Parlamento due proposte di legge sull'oblio e, quindi, sulla necessità di rivedere una discriminazione che è inaccettabile, perché non si sceglie di essere malati di tumore. È qualcosa che capita ed è, in realtà, una benedizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché da quel percorso si esce più forti, se è possibile, si esce migliori, se è possibile, si esce con la convinzione che si può combattere la malattia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
E allora, proprio perché oggi noi vogliamo parlare di futuro, vogliamo parlare di speranza e lo vogliamo fare con ottimismo, noi chiediamo al Governo non un'attenzione maggiore, perché l'attenzione c'è, e sappiamo che c'è proprio perché lei, sottosegretario, è in quel Ministero, perché sappiamo l'attenzione che su questi temi ha il Ministro Schillaci.
Noi vogliamo, però, far presente che servono degli interventi, serve una riforma strutturale. Non possiamo più accettare che una donna al Nord o al Centro Italia abbia più diritto alla vita di una donna al Sud.
Non possiamo accettare che i malati oncologici debbano aspettare, a seconda della regione presso la quale vengono curati, i farmaci oncologici. Non possiamo più accettare che i farmaci a bersaglio molecolare non siano visti come una risorsa, che va approfondita attraverso la ricerca, ma semplicemente come una possibilità. Noi quelle possibilità le dobbiamo percorrere, perché in ognuna di esse ci sono minuti di vita preziosissimi per ciascuno di noi, per le nostre famiglie e per le nostre comunità. Dobbiamo ricordare sempre che abbiamo tantissime associazioni di malati e di medici e abbiamo un registro tumori fondamentale, che va potenziato all'interno degli enti locali. Per fare tutto questo abbiamo bisogno di una rete. Abbiamo la necessità di applicare non soltanto quello che ci dice l'Europa, perché quello che ci dice l'Europa lo sappiamo. In Italia noi sappiamo fare di meglio, in Italia noi dobbiamo fare di più e lo possiamo fare, sottosegretario, perché il futuro appartiene a coloro che oggi si preparano per esso. Noi sappiamo che Fratelli d'Italia, il Partito Democratico, la Lega, Forza Italia, il MoVimento 5 Stelle ed i colleghi della sinistra hanno ben presente quali sono gli obiettivi da raggiungere. Sottosegretario, se faremo questa battaglia, su questa battaglia lei troverà al suo fianco tutto il Parlamento, così come oggi voteremo all'unanimità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché non c'è distinzione politica e non c'è distinzione sociale quando si parla di un tema fondamentale come quello della salute. Dobbiamo ricordare che tutto questo passa attraverso tre espressioni, che sono quelle che ho già utilizzato prima ma che, davvero, tengo a ribadire. La prima è prevenzione. Dobbiamo concentrarci sulla prevenzione, sugli stili di vita, sulla necessità di far capire che quello che facciamo a ognuno di noi è fondamentale per prevenire. La prevenzione ha dei risvolti non soltanto su noi stessi, la prevenzione ha risvolti importantissimi su tutto il sistema sanitario. La seconda è diagnosi precoce. Sottosegretario, durante il COVID - questo lei lo sa molto bene - la diagnosi è stata rallentata e lo screening è quasi completamente cessato. Si è data priorità ad altro - sicuramente c'erano altre priorità - ma questo lo stiamo pagando oggi e dobbiamo velocemente rientrare nei parametri di diagnosi precoce, perché i dati oggi ci dicono che dal tumore si può guarire, che dal tumore si guarisce e su quello dobbiamo concentrarci, sulla guarigione, sul futuro e sulla vita. Poi abbiamo le terapie. Qui si apre un tema importantissimo. Abbiamo le tecnologie che ci supportano e la possibilità di aprire il nostro mondo sanitario alle novità. Non dobbiamo avere paura di queste novità, non dobbiamo avere paura di sperimentare perché è proprio attraverso quella sperimentazione che oggi possiamo garantire la vita e il futuro e possiamo essere ottimisti. Presidente, di alcuni giorni, e credo che questo sia uno di quelli, mi piace il futuro che ti resta addosso. Oggi, del voto unanime di questo Parlamento, sottosegretario, di cui spero lei farà tesoro - e sono certa che ne farà tesoro -, la cosa che ci resterà addosso è il futuro e la voglia di migliorare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni).
(Votazione)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cattoi, Foti, Serracchiani, Francesco Silvestri, Cattaneo, Richetti, Zanella, Lupi, Schullian ed altri n. 1-00049, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva all'unanimità (Vedi votazione n. 1) (Generali applausi – l'Assemblea si leva in piedi).
Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Braga ed altri; Ilaria Fontana ed altri; Morrone ed altri; Rotelli ed altri; Evi ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari (A.C. 80-532-605-717-737-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 80-532-605-717-737-A: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari.
Ricordo che nella seduta del 27 gennaio si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.
(Esame degli articoli - Testo unificato - A.C. 80-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge (Vedi l'allegato A) e degli emendamenti presentati.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
(Esame dell'articolo 1 - Testo unificato - A.C. 80-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
GIANNI LAMPIS, Relatore. Grazie, Presidente. Sugli emendamenti 1.102 e 1.103 Morrone e 1.104 Mazzetti la Commissione esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.102 Morrone, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.103 Morrone, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.104 Mazzetti, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione…Chiedo scusa, revochiamo la votazione.
Ha chiesto di parlare la deputata Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico sull'articolo 1 che, come ricordo, definisce i compiti e gli ambiti di indagine della Commissione di inchiesta. Vorrei sottolineare come il lavoro che è stato svolto in Commissione su quest'articolo ha consentito di ampliare l'ambito di indagine della Commissione di inchiesta, tenendo conto anche dell'emergenza di alcune questioni che, nell'arco degli anni precedenti di attività della Commissione ecomafie, sono arrivate all'attenzione parlamentare. Ma voglio ricordare che, grazie anche a un lavoro positivo che è stato svolto da tutte le forze politiche, si è riusciti a definire e identificare gli ambiti di attività della Commissione senza snaturarne le finalità e l'impostazione.
La Commissione di inchiesta serve ad approfondire, a studiare fenomeni che hanno una rilevanza legata agli illeciti ambientali, al ciclo dei rifiuti, ma anche ad altri aspetti. In questa logica, in questo approccio è molto importante che vi sia una definizione sufficientemente ampia da consentire alla Commissione, una volta insediata, di identificare le priorità e le questioni sulle quali sviluppare filoni di inchiesta. Per questo motivo, noi esprimiamo un voto favorevole all'articolo 1 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 5).
(Esame dell'articolo 2 - Testo unificato - A.C. 80-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 6).
(Esame dell'articolo 3 - Testo unificato - A.C. 80-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 7).
(Esame dell'articolo 4 - Testo unificato - A.C. 80-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 8).
(Esame dell'articolo 5 - Testo unificato - A.C. 80-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 9).
(Esame dell'articolo 6 - Testo unificato - A.C. 80-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 10).
Invito il relatore ad esprimere il parere sull'articolo aggiuntivo 6.0200 della Commissione.
GIANNI LAMPIS, Relatore. Sull'articolo aggiuntivo 6.0200 della Commissione il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il parere è conforme.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.0200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 11).
(Esame degli ordini del giorno - Testo unificato - A.C. 80-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati. Sottosegretario Gemmato?
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Presidente, chiedo una sospensione di dieci minuti, gentilmente.
PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, la Presidenza sospende la seduta, per consentire al Governo di esprimersi sugli ordini del giorno, che riprenderà alle ore 11,15. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 11,20.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 80-532-605-717-737-A.
Invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sull'ordine del giorno n. 9/80-A/1 Ilaria Fontana, eliminare le premesse da 4 a 7, da “nel processo di incenerimento” fino a “sui cittadini che pagano le imposte sui rifiuti”; l'impegno è accoglibile con la seguente riformulazione: eliminare le parole da “escludendo la realizzazione” fino a “decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152”, mentre il secondo impegno è accoglibile come raccomandazione.
PRESIDENTE. Quindi, c'è una proposta di riformulazione sull'ordine del giorno n. 9/80-A/1 Ilaria Fontana. Il secondo impegno è accolto come raccomandazione, ma sempre riformulazione è.
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. L'ordine del giorno n. 9/80-A/2 Santillo è accoglibile come raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/80-A/3 Morfino è accoglibile con la seguente riformulazione dell'impegno: “sulla base dei lavori e delle risultanze della Commissione, a intraprendere iniziative volte a garantire il contrasto ai reati ambientali, a rafforzare l'accertamento e la prevenzione degli illeciti, nonché la tutela giurisdizionale del diritto alla salute dei cittadini e alla tutela dell'ambiente”.
Dell'ordine del giorno n. 9/80-A/4 L'Abbate è accoglibile il primo, il terzo e il quarto impegno, mentre il secondo impegno è accoglibile con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. L'ordine del giorno n. 9/80-A/5 Carotenuto è accoglibile con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Gli ordini del giorno n. 9/80-A/6 Mazzetti e n. 9/80-A/7 Cortelazzo sono accoglibili.
PRESIDENTE. Per accoglibile intendiamo favorevole?
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sì, favorevole, chiedo scusa. Sull'ordine del giorno n. 9/80-A/7 Cortellazzo il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/80-A/8 Barbagallo il parere è favorevole con la riformulazione dell'impegno: “alla luce dell'attività di inchiesta svolta dalla Commissione, a valutare la possibilità di predisporre le opportune iniziative di competenza per assicurare il rispetto della normativa nei settori dei rifiuti e del sistema idrico integrato, con specifico riferimento alla regione siciliana”.
PRESIDENTE. Sottosegretario Gemmato, le chiedo scusa, l'ordine del giorno n. 9/80-A/1 Ilaria Fontana, prevede, secondo la sua definizione, due condizioni. Una è una riformulazione e poi c'è il secondo impegno, che sarebbe accolto come raccomandazione. Ci dovrebbe, al contrario, sintetizzare. Delle due l'una: o è riformulato o è accolto come raccomandazione.
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Accolto come raccomandazione secondo la sua riformulazione o accolto come raccomandazione in quanto tale?
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Secondo la mia riformulazione.
PRESIDENTE. Se riformulato, benissimo. Deputata Fontana, accoglie questa proposta del Governo? Non l'accoglie. A lei la parola.
ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Non posso accogliere la raccomandazione a quest'ordine del giorno. Non sono sorpresa, devo dire la verità, del parere dato dal Governo al mio ordine del giorno. Non sono sorpresa, perché questo Governo, finora, ha chiaramente dimostrato una miopia e un atteggiamento di sufficienza nei confronti di tutta la materia ambientale. In quest'ordine del giorno, in particolare, stiamo parlando dei compiti che ha una Commissione ecoreati, ossia compiere anche sopralluoghi presso impianti che adottano procedimenti innovativi. Penso agli impianti legati alla preparazione, al riutilizzo dei rifiuti, che aiutano questo percorso di transizione ecologica che stiamo vivendo e che dobbiamo necessariamente vivere anche da questo punto di vista. Infatti, lo ricordo sempre, non esiste transizione ecologica senza una vera e propria economia circolare.
Lo studio pubblicato da Rifiuti Zero Europa a settembre 2022 ha evidenziato che l'incenerimento non contribuisce a recuperare i residui di incenerimento che vengono collocati nella discarica tra 11,3 e 16 milioni di tonnellate. Di queste tonnellate, 6,4 milioni provengono da rifiuti urbani. Quindi, è ovvio che dobbiamo rispettare ciò che ci dice l'Europa, quindi rispettare la gerarchia dei rifiuti, e questa è proprio orientata verso la prevenzione degli stessi, il loro riutilizzo, anche perché l'unico ciclo che l'incenerimento interrompe è quello della circolarità. Ricordo gli obiettivi (probabilmente, li ricordiamo tutti, ma poi, nella pratica, non li mettiamo pragmaticamente in campo), che sono: al 2030, l'abbassamento delle emissioni climalteranti e, al 2050, la neutralità climatica.
Prima in quest'Aula, abbiamo sentito parlare dell'importanza della tutela della salute e della tutela dell'ambiente, e, in questo, ritorna l'importanza dell'economia circolare e delle nuove tecniche per la transizione ecologica. Quindi, non un passo indietro verso l'incenerimento. Voglio anche citare il rapporto Ecomafia: i reati ambientali continuano a registrare un dato preoccupante: parliamo di 30.000 illeciti accertati, 84 reati al giorno. Anche adesso che sto parlando sono 3,5 ogni ora. È un dato allarmante. Abbiamo chiesto al Governo, ed è per questo che non posso accettare assolutamente la raccomandazione, alcuni impegni cristallini; quello di rafforzare la capacità preventiva e repressiva nei confronti degli ecoreati e quello, proprio per la tutela dell'ambiente e la tutela della salute, di scegliere l'ambiente e la salute, e non agire secondo altre logiche, quindi, escludere la costruzione di nuovi inceneritori e la dismissione progressiva di quelli esistenti.
Dobbiamo incentivare una vera economia circolare, che è l'unica risposta necessaria possibile. Noi, ovviamente, voteremo favorevolmente su quest'ordine del giorno e invito tutte le forze politiche a fare altrettanto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Auriemma. Per dichiarazione di voto?
CARMELA AURIEMMA (M5S). No, Presidente, solo per sottoscrivere l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giuliano. Vuole fare la dichiarazione di voto?
CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere tutti gli ordini del giorno presentati dal gruppo MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/80-A/1 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/80-A/2 Santillo, accolto come raccomandazione. Va bene o vuole che si voti? A lei la parola.
AGOSTINO SANTILLO (M5S). Assolutamente, Presidente, non capisco perché proporre la raccomandazione e nemmeno proporre “a valutare l'opportunità di” su un impegno che non è nient'altro che un passaggio verso un qualcosa che è noto. Siamo in attesa, oggi, ancora, dell'individuazione e della costruzione del deposito nazionale per i rifiuti radioattivi. Tra le attività su cui può fare inchiesta la Commissione ecoreati c'è anche la gestione, nonché le attività relative ai rifiuti radioattivi. Abbiamo tanti siti temporanei di stoccaggio e deposito di rifiuti radioattivi in Italia.
Allora, dobbiamo sapere che stiamo sostenendo un costo elevatissimo, lo dice l'ARERA, tra il 2010 e il 2020, addirittura, 3,7 miliardi di euro, più 514 milioni di euro a compensazione proprio per misure in favore di siti che ospitano le centrali. Inoltre, l'iter per l'individuazione e la costruzione del deposito nazionale è in ritardo e la scadenza di dicembre 2023 sembra che non sarà rispettata.
A ciò si aggiungano anche le conclusioni, a cui sono arrivati i nostri colleghi della precedente Commissione ecoreati, che ci dicevano dell'evidenza di alcune criticità e di alcune priorità, tra cui l'individuazione di azioni operative atte ad assicurare la necessaria efficienza ai vari processi che richiedono coordinamento e concertazioni tra Ministeri ed enti operativi.
Questo Governo e questa maggioranza si sono mossi all'inizio della legislatura in un'ottica quasi antiecologica, perché è scomparsa la parola “ecologia” dal nome del Ministero competente. Avete inoltre smantellato il superbonus 110 per cento, che era una misura di tutela dell'ecologia e, come se non bastasse, avete avvicinato verso la linea di costa la distanza entro cui si possono fare le trivellazioni per poter estrarre gas dal fondo dei nostri mari. Adesso avete un'opportunità, almeno con una riformulazione dell'impegno con l'inserimento dell'espressione “a valutare l'opportunità di”, che verrebbe accettata dal mio gruppo. Per fare che cosa? Per cercare di realizzare quanto prima il Deposito nazionale, che tra l'altro è imposto per legge, per sollecitare la messa in sicurezza e la bonifica dei siti di stoccaggio e di deposito temporaneo dei rifiuti radioattivi e per inserire, in una prospettiva di economia circolare, la grande produzione di rifiuti derivante dal processo di decommissioning degli impianti. Per questo chiedo al Governo di rivedere il proprio parere, altrimenti la raccomandazione non sarà accettata.
PRESIDENTE. Il Governo è depositario di quest'appello, non mi pare sia sensibile ad accoglierlo. Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/80-A/2 Santillo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Prima di passare al successivo ordine del giorno, saluto le studentesse, gli studenti e i docenti dell'Istituto di istruzione superiore “Algeri Marino” di Casoli, in provincia di Chieti, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/80-A/3 Morfino. C'è una proposta di riformulazione avanzata dal Governo. Ha chiesto di parlare la deputata Morfino. Ne ha facoltà.
DANIELA MORFINO (M5S). Gentilmente, chiedo al rappresentante del Governo di ripetere la riformulazione.
PRESIDENTE. Vice Ministra Gava?
VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. La riformulazione dell'impegno è: “sulla base dei lavori e delle risultanze della Commissione, a intraprendere iniziative volte a garantire il contrasto ai reati ambientali, a rafforzare l'accertamento e la prevenzione degli illeciti nonché la tutela giurisdizionale del diritto alla salute dei cittadini e alla tutela dell'ambiente”.
PRESIDENTE. Va bene, deputata Morfino?
DANIELA MORFINO (M5S). No, non accetto la riformulazione.
PRESIDENTE. Argomenti e poi votiamo.
DANIELA MORFINO (M5S). Io davvero resto stranita da questa riformulazione da parte del rappresentante del Governo. Infatti, togliere la parola “legislativo” cosa vuol dire? Che possiamo fare, solo convegni? Non riusciamo a capire il perché di questa eliminazione della parola “legislativo”. L'impegno che noi chiediamo è chiaro, è quello di sostenere le iniziative legislative parlamentari volte a inasprire il contrasto ai reati ambientali e a rafforzare l'accertamento e la prevenzione degli illeciti. Per cui, chiedo al rappresentante del Governo di accogliere quest'ordine del giorno e a tutte le forze politiche di votare a favore. Noi, ovviamente, voteremo a favore di quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Il Governo le ha già risposto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/80-A/3 Morfino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Sull'ordine del giorno n. 9/80-A/4 L'Abbate c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. È accolta?
Ha chiesto di parlare la deputata L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Sì, viene accolta, perché vedo che è solo su un piccolo particolare. Il Governo, quindi, è stato attento sugli altri impegni, che sono stati accolti. Si tratta di porre attenzione alle microplastiche. Le microplastiche sono qualcosa che viene disperso nell'ambiente, quindi non parliamo solo di abbandono di plastiche, ma di dispersione.
PRESIDENTE. Deputata L'Abbate, l'ho ascoltata senza interromperla, però ci deve dire se accetta la riformulazione.
PATTY L'ABBATE (M5S). Accetto la riformulazione, sì.
PRESIDENTE. A posto così, perché, se non c'è un voto, non si può fare la dichiarazione di voto, tutto qui.
Passiamo all'ordine del giorno Carotenuto…
Abbiamo anche poteri sovrannaturali, ma non quello di interpretare ciò che non viene detto. Quindi, deputata L'Abbatte, le diamo nuovamente la parola, in modo tale che lei possa formalizzare la richiesta di votazione, per proseguire in tal senso.
PATTY L'ABBATE (M5S). Sì, Presidente, chiedo anche che venga messo al voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/80-A/4 L'Abbate, con il parere favorevole del Governo, nel testo riformulato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 15).
Ordine del giorno n. 9/80-A/5 Carotenuto. Il parere del Governo è favorevole con riformulazione. Il deputato Carotenuto è d'accordo sulla riformulazione?
Ha chiesto di parlare la deputata Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA (M5S). Accettiamo la riformulazione e chiediamo il voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/80-A/5 Carotenuto, con il parere favorevole del Governo, nel testo riformulato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 16).
Sull'ordine del giorno n. 9/80-A/6 Mazzetti il parere del Governo è favorevole.
Ha chiesto di parlare la deputata Mazzetti, dal banco del Comitato dei nove. Ne ha facoltà.
ERICA MAZZETTI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Chiedo all'Aula che venga messo ai voti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo perché vorrei parlare di quest'ordine del giorno. Anche in Commissione ambiente abbiamo cercato insieme di comporre un quadro complessivo, non solo delle azioni, ma anche dei valori che oggi devono essere dei postulati di questa Commissione. Devo dire che, per vari motivi, anche nell'ambito della discussione in Commissione, soprattutto nel Comitato dei nove, c'è stato un tentativo di strumentalizzazione. Non mi riferisco ad alcune azioni giuste e importanti come quelle sul keu, oggetto di un'indagine in Toscana che noi consideriamo giusta e auspichiamo che la prefettura faccia luce sul tema. Però, ci asteniamo perché pensiamo che, su questo punto, l'ordine del giorno abbia subito una strumentalizzazione politica e non abbia avuto un'attenzione vera, particolarmente riguardo a tutti i problemi che oggi insistono nelle regioni d'Italia, come le questioni di ecomafia ma anche le crisi di carattere ambientale di un certo tipo. Visto che questa discussione avrebbe dovuto essere esaurita in Commissione e anche per la validità di quanto stiamo votando oggi nella sua complessità, noi ci asteniamo, perché pensiamo che questa sia una strumentalizzazione politica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Barabotti. Ne ha facoltà.
ANDREA BARABOTTI (LEGA). Solo per chiedere di poter aggiungere la firma, Presidente.
PRESIDENTE. Aggiungiamo la sua firma, perfetto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/80-A/6 Mazzetti, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 17).
Sull'ordine del giorno n. 9/80-A/7 Cortellazzo il parere del Governo è favorevole. Possiamo andare avanti.
Sull'ordine del giorno n. 9/80-A/8 Barbagallo, l'ultimo ordine del giorno, c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Deputato Barbagallo, accoglie la riformulazione proposta dal Governo?
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sì, accogliamo la riformulazione del Governo. Saremo particolarmente vigili nella verifica degli atti che saranno posti in essere dall'Esecutivo, perché la prima diffida del Governo nazionale nei confronti della regione siciliana è avvenuta ben 8 anni fa e da allora non sono stati ottenuti grandissimi risultati. Infatti, continua il perdurare delle gestioni private nel servizio idrico senza gara, continua la carenza di impianti del sistema dei rifiuti in Sicilia, continua la gestione di 18 società di regolamentazione dei rifiuti, tutte private e nessuna pubblica e continua, Presidente…
PRESIDENTE. Deputato, le chiedo scusa: preliminarmente, lei mi deve dire se accetta la riformulazione o no.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Sì. Ho già detto, Presidente, che accetto la riformulazione.
PRESIDENTE. Allora, se l'accetta, solo se chiede il voto può parlare in dichiarazione di voto.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Signor Presidente, un po' di discrezione. Abbiamo rispettato tutti i tempi. Chiedo di votarlo.
PRESIDENTE. Mi scusi: l'ho fatta parlare, ma lei mi deve dire se lo vuole porre in votazione, nel qual caso c'è la dichiarazione di voto e può continuare a parlare, ovvero se lo accetta semplicemente e allora non può parlare. Il Regolamento è il Regolamento.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Chiedo che sia posto in votazione.
PRESIDENTE. Perfetto. Allora, prosegua la sua dichiarazione di voto.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Facendo riferimento a quello che già ho illustrato in precedenza, oltre ai ritardi sul sistema idrico integrato, sul sistema dei rifiuti e sulla realizzazione degli impianti, pende anche questa spada di Damocle del ritardo nelle bonifiche dei siti inquinati. In questo momento, soltanto il 20 per cento è stato bonificato. C'è un ritardo colossale e anche da questo punto di vista saremo particolarmente vigili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Prima di passare al voto, ha chiesto di parlare il deputato Marattin. Ne ha facoltà.
LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori. Ovviamente, per evitare qualsiasi fraintendimento, non è né un intervento polemico verso qualsiasi parlamentare, né lesivo delle prerogative regolamentari, che rispettiamo e dobbiamo sempre rispettare. Tuttavia, da qualche tempo a questa parte, stiamo inaugurando una prassi strana, cioè che anche quando il Governo accoglie, addirittura senza riformulazione, un ordine del giorno, il collega chiede comunque che sia messo al voto. Ovviamente, è un pieno diritto di ogni parlamentare, però è una prassi che prima non c'era e che potenzialmente è un po' pericolosa, perché, da un lato, estende il tempo che un parlamentare può utilizzare, perché quando chiede il voto chiede giustamente la possibilità di fare dichiarazioni di voto; dall'altro, non ha molto senso, allora, che il Governo accolga l'ordine del giorno, considerato che comunque c'è un voto dell'Aula.
Quindi, io faccio un appello alla Giunta per il Regolamento e alla Conferenza dei presidenti di gruppo, in modo che si possa tenere conto di questa prassi che stiamo instaurando e per valutare se sia nel migliore interesse del funzionamento di questa istituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. È solo per chiedere, se il collega Barbagallo consente, di sottoscrivere il suo ordine del giorno e tutti quelli del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Morfino. Ne ha facoltà.
DANIELA MORFINO (M5S). Anch'io vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Barbagallo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Aiello. Ne ha facoltà.
DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Spero sia l'ultima sottoscrizione. Ricordo che si può venire anche qui in Presidenza ad aggiungere la firma agli atti che vengono presentati.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/80-A/8 Barbagallo, nel testo riformulato dal Governo. Il parere del Governo è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 18).
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - Testo unificato - A.C. 80-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Martina Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Gentile Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, sapete quanto fatturano le ecomafie? Secondo l'ultimo rapporto di Legambiente, i proventi della criminalità organizzata connessi al ciclo dei rifiuti e a illeciti ambientali e agroalimentari ammonterebbero a quasi 9 miliardi di euro l'anno. Parliamo di una media di 84 ecoreati al giorno, 3,5 l'ora. Si va dal ciclo illegale del cemento allo smaltimento abusivo degli inquinanti, dai reati di corruzione a quelli contro la fauna. Il settore dei rifiuti è quello dove si concentra la più alta percentuale di illeciti, che arriva quasi al 24 per cento. Sono dati veramente inquietanti: un'allarmante fotografia di fatti che hanno serie ricadute, talvolta irreversibili, non solo sull'ambiente, ma anche e soprattutto sulla salute pubblica. È una vera e propria piaga, su cui questo Parlamento deve non solo continuare a puntare i riflettori, ma anche poi a intervenire con coraggio, a livello legislativo. I cittadini, oltre alle inchieste, si aspettano da noi soluzioni concrete.
La Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti è stata ripetutamente istituita, a partire dalla XIII legislatura, proprio con questa finalità. Nel corso degli anni, ha indagato sui reati contro l'ambiente e sulle pericolose conseguenze che questi hanno sulla salute dei cittadini, fornendo importanti informazioni al Parlamento e al Governo di volta in volta in carica, nonché utili stimoli ai vari attori coinvolti nella filiera, dagli enti di regolazione e gestione alle imprese coinvolte nei diversi territori e agli enti locali; un lavoro trasversale, costruito nel tempo, a prescindere dalle diverse appartenenze politiche e che ha avuto un sempre maggiore riscontro in termini di risultati. Dunque, un lavoro che non va assolutamente sprecato.
Come gruppo Noi Moderati, riteniamo dunque importante dare un seguito alla Commissione bicamerale di inchiesta sugli ecoreati, anche in questa legislatura. Pensiamo che il modo migliore per farlo, una volta costituita la nuova Commissione, sia quello di avviare subito un confronto con gli enti locali e, in particolare, con le regioni. Esse, infatti, disciplinano e pianificano la gestione del flusso dei rifiuti all'interno dei propri territori, vivono più da vicino alcune problematiche ambientali e possono, pertanto, aiutarci a individuare meglio alcune criticità.
Oltre a ciò, riteniamo importante allargare l'ambito d'indagine anche a una serie di nuove tematiche emergenti. Penso, ad esempio, all'agropirateria, ovvero a tutte quelle attività illecite nel settore agroalimentare compiute attraverso sofisticazione dei prodotti enogastronomici e contraffazione delle etichette e dei marchi di tutela, compreso il loro traffico transfrontaliero. In questi casi, oltre al danno economico derivante dalle imitazioni delle nostre eccellenze, si producono gravi rischi per la salute e a essere maggiormente colpite sono soprattutto le fasce più povere della popolazione.
Altro tema sempre più rilevante, soprattutto in questi tempi di attuazione del PNRR, è quello della carenza, in molte aree del territorio italiano, di adeguate infrastrutture di smaltimento dei rifiuti e, più in generale, dello scarso livello innovativo degli impianti esistenti.
È chiaro che, dove non c'è una diffusione capillare della raccolta differenziata e sono pressoché assenti i termovalorizzatori, i rifiuti sono costretti a viaggiare di regione in regione, se non addirittura all'estero, alla ricerca di un adeguato impianto di smaltimento.
Al crescere dei passaggi, oltre ai costi per lo Stato, aumentano anche le occasioni per la criminalità organizzata di infiltrarsi e trarne profitto. Sono, purtroppo, alle cronache del giorno i frequenti casi di rifiuti abbandonati per strada, interrati nei campi, riversati in discariche abusive o stipati in capannoni, poi dati alle fiamme.
Tuttavia, non sono solo le infrastrutture a mancare, in molti comuni, purtroppo, sono l'organizzazione del sistema integrato del ciclo dei rifiuti e il controllo delle attività di smaltimento a essere gravemente carenti. Ciò lascia ampio spazio alle pratiche illegali. Ma se, da un lato, è vero che, spesso, a livello locale, mancano le risorse per impiegare forze specializzate, dotate di strumenti tecnologicamente avanzati, dall'altro, è, purtroppo, anche vero che lo Stato centrale non è così efficiente nel rendere operative le norme. Ancora devono essere emessi, ad esempio, i decreti attuativi volti ad istituire le figure degli ispettori ambientali.
Il lavoro da fare su tutti i fronti, quindi, è ancora tanto. In conclusione, prendendo atto del fatto che in Commissione ambiente, da parte di tutti i gruppi, è emerso un impegno forte e deciso contro la criminalità ambientale, apprezzando che sia stato dato seguito alla mia richiesta, come Noi Moderati, di estendere il novero dei membri della Commissione d'inchiesta a 18 deputati e 18 senatori, al fine di garantire una rappresentanza per ciascuna Camera anche delle forze politiche minori presenti in Parlamento, ringrazio per il puntuale lavoro svolto il relatore Gianni Lampis.
Quindi, auspicando che anche in futuro si raggiunga una larga convergenza tra forze di maggioranza e di opposizione su temi così rilevanti per il futuro del nostro Paese e, soprattutto, dei nostri bambini, annuncio il voto favorevole del gruppo Noi Moderati sull'istituzione, anche in questa legislatura, della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Eleonora Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Gli ecoreati continuano a essere un dramma nel nostro Paese: 3,5 ogni ora, una media di 84 al giorno, secondo il rapporto Ecomafia 2022 di Legambiente, un rapporto che ci racconta che, nel 2021, i reati contro l'ambiente non scendono sotto il numero dei 30.000 illeciti, muro che non si riesce a superare e ad abbattere.
Il ciclo illegale del cemento guida, nel 2021, la classifica delle filiere illegali, con 9.490 reati, il 31 per cento del totale, con un aumento del 23 per cento in questo campo, seguito da quello dei rifiuti, che, con 8.473 reati, registra anche il maggior numero di arresti, ben 287 - qui c'è un aumento, però, rispetto al 2020, più 25,9 per cento -, e anche di sequestri, 3.745, con un più 15 per cento, ma anche dei reati contro la fauna, 6.215. Vi è stata un'impennata dei reati contro il patrimonio boschivo, 5.385 reati, tra incendi colposi, dolosi e generici, con una superficie colpita dalle fiamme di oltre 159.000 ettari, un più 154 per cento rispetto al 2020. Aumentano anche quelli contro il patrimonio culturale del nostro Paese, con l'aumento dei furti di opere d'arte, che arrivano a quota 603.
Insomma, stiamo parlando di una vera e propria piaga nel nostro Paese, un vero e proprio traffico, per un giro d'affari da oltre 10 miliardi di euro. Tali dati si traducono, quindi, da una parte, in ferite insostenibili per l'ambiente, la cui tutela, dallo scorso 22 febbraio, è entrata tra i principi fondamentali della Costituzione italiana e deve guidare la nostra azione, e, dall'altra, di fatto, in un vero e proprio bottino d'oro per gli eco-mafiosi.
In tutta questa vicenda, va ricordato il grande lavoro del mondo associativo, delle tante realtà che, ogni giorno, si impegnano su questo fronte per la tutela dell'ambiente. Come non ricordare il ruolo, quindi, di Legambiente, che fa un lavoro incredibile, enorme, da anni, in termini di analisi, di elaborazione dei dati, di sopralluogo e di verifiche. Il termine stesso “ecomafie” è un termine coniato dall'associazione Legambiente.
Noi, di Alleanza Verdi e Sinistra, siamo anche molto orgogliosi che, nel testo di istituzione della Commissione bicamerale, sia stato inserito il nostro emendamento sulle zoomafie, che è stato accolto in Commissione, proprio per estendere le attività di indagine anche agli illeciti e allo sfruttamento degli animali.
Anche questo è un tributo al mondo delle associazioni, alla Lega Anti Vivisezione (LAV), che ha coniato per prima questo termine, zoomafia. Si tratta di un tema che, però, fino ad oggi, è rimasto troppo spesso sottotraccia, sottovalutato, mentre i rapporti Zoomafia di LAV ci raccontavano e ci raccontano una situazione molto preoccupante nel nostro Paese. I traffici legati allo sfruttamento degli animali rappresentano un'importante fonte di guadagno per vari gruppi criminali e le varie indagini svolte nel corso degli anni nel nostro Paese hanno fatto emergere una realtà zoo-mafiosa molto composita, articolata e con la capacità di tessere rapporti collusivi con apparati della pubblica amministrazione.
Si parla di combattimenti tra animali, corse clandestine di cavalli, truffe nell'ippica, business illegali nei canili, contrabbando di fauna e bracconaggio organizzato; queste sono solo alcune delle forme assunte in Italia dal maltrattamento organizzato di animali che, spesso, hanno forti connessioni proprio con la criminalità organizzata. Tra queste, rientra anche il tema dell'acquisto di tanti cuccioli di razza o presunta tale, anche attraverso la vendita online.
Questo è un vero e proprio giro di affari milionario che è secondo solamente al business di droga e armi, una roba dalle dimensioni incredibili che ogni anno movimenta in tutta Europa oltre 46.000 cani.
Il traffico di cuccioli provenienti dai Paesi dell'Est e importati in Italia è parte di un commercio illecito, ma straordinariamente redditizio che fa capo ad associazioni criminali transnazionali. Quello della tratta dei cuccioli è un viaggio all'interno di un sistema criminale le cui proporzioni sono ancora poco note; i trafficanti possono agire indisturbati in questo cono d'ombra delle leggi statali e comunitarie. Ecco perché è così importante fare luce anche su quest'ambito e perché siamo felici che sia stato inserito nel mandato dei lavori della Commissione.
Poi, c'è tutto il tema della trasformazione del nostro Paese, anche grazie ai fondi del Recovery, ai fondi del PNRR. La mafia fa enormi affari con gli illeciti ambientali, a maggior ragione, quindi, in questo momento storico, in cui dovremo spendere queste ingenti somme e risorse pubbliche previste dal PNRR, va scongiurato il rischio di penetrazione e infiltrazione eco-mafiosa nella realizzazione di tutte le opere, dalle opere infrastrutturali e ferroviarie alla gestione dei rifiuti, in tutti i progetti in cantiere che ci sono e ci saranno nel nostro Paese.
Come non ricordare anche le ferite del nostro Paese, da cui dobbiamo ancora riprenderci per rimarginarle; penso al ruolo del clan dei Casalesi nel traffico dei rifiuti tossici e di come abbiano avvelenato i territori della regione Campania, quella terra che ha pagato e continua a pagare con la sua salute e, spesso, anche con la vita, proprio per l'inquinamento causato dalla criminalità organizzata. Oltre alla terra dei fuochi, ricordo le tante altre terre dei fuochi del nostro territorio, del nostro Paese, anche quelle forse meno conosciute, ma che sono presenti anche nel Nord Italia.
Ecco perché è fondamentale una maggiore attenzione rispetto al controllo del ciclo del cemento, perché oggi troppo spesso - e questo lo sappiamo - è appannaggio della criminalità organizzata e della camorra.
L'abusivismo edilizio è l'altro grande tema con cui il nostro Paese deve fare i conti. Dal 2004 al 2021 sono state emesse 57.250 ordinanze di demolizione, ma ne è stato eseguito solamente il 32 per cento.
Altro grande tema presente all'interno del mandato e dell'indagine della Commissione è quello delle agromafie, inserito tra le competenze di questa Commissione. Anche in quest'ambito, il ruolo delle mafie, della camorra e della 'ndrangheta, nel controllo della filiera agroalimentare dei mercati ortofrutticoli è sempre più preoccupante. Sono quelle agromafie che utilizzano il caporalato, che fanno becero e vergognoso sfruttamento di esseri umani, che controllano il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti e che inquinano i campi agricoli nel nostro Paese. E in tutto questo quadro, già piuttosto desolante e in cui c'è moltissimo lavoro da fare, c'è un altro problema che questo Parlamento dovrebbe affrontare, ossia la carenza sistematica, di fatto, del sistema nazionale di protezione dell'ambiente e delle molte agenzie ambientali che oggi sono al collasso, in difficoltà, prive di risorse, con personale precario, mentre tanti, tantissimi, come abbiamo visto, sono i terreni e i fronti su cui dobbiamo agire.
Mi avvio alla conclusione portando un ricordo in Aula. È il ricordo di Roberto Mancini, colui che scoprì la devastazione dei rifiuti tossici nella terra dei fuochi, da poliziotto. Lo fece prima di altri, rendendone conto in un'informativa che risale al 1996. Quelle carte per molto tempo restarono in un limbo, fino a che il PM, Alessandro Milita, della DDA di Napoli, molti anni dopo le trovò, chiamò Mancini e chiese la trascrizione delle registrazioni contenute in quell'informativa, vecchia di parecchi anni, che sono servite per portare a giudizio molti imputati per i reati che vanno dall'associazione mafiosa al disastro ambientale.
Mancini collaborò con la Commissione rifiuti della Camera e fra le missioni e i sopralluoghi, in Italia e all'estero, si espose lui stesso in prima persona ai rifiuti tossici e alle loro esalazioni, e nel 2002 si ammalò di linfoma. Nel 2010, il comitato di verifica del Ministero delle Finanze mette nero su bianco che la sua malattia viene da una causa di servizio. L'indennizzo di 5.000 euro, però, è poca cosa.
PRESIDENTE. Concluda.
ELEONORA EVI (AVS). Mi avvio a concludere. Roberto Mancini muore il 30 aprile 2014, ma il suo lavoro, il suo coraggio e tutta la documentazione relativa alle indagini che fece sui rifiuti tossici diedero poi mandato affinché la Camera, questa Commissione, lavorasse e potesse partire un'istruttoria sulla vicenda…
PRESIDENTE. Concluda per favore, ha esaurito il suo tempo.
ELEONORA EVI (AVS). Finalmente, nel 2014, a Mancini fu riconosciuto lo stato di vittima del dovere, che non solo certifica la connessione tra la malattia e il servizio prestato, ma riconosce alla famiglia anche il diritto al sostegno previsto dalla legge. Quindi, un tributo alla sua figura era doveroso all'avvio dei lavori di questa importante Commissione (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti del Polo liceale statale “Saffo” di Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare la deputata Daniela Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (A-IV-RE). Grazie, signor Presidente. Governo, onorevoli colleghi, la necessità di perpetuare anche per questa legislatura la Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali a esse correlati appare evidente a tutti noi. Purtroppo, una visione ideologizzata delle questioni ambientali, dove prevale da parte di alcuni una pregiudiziale contrarietà a soluzioni che valorizzino i rifiuti, rendendoli un problema da smaltire e non un'opportunità da cogliere, impedisce allo Stato e alle aziende che operano nel settore - che, lo ricordo, sono prevalentemente a capitale pubblico - di sfruttare a beneficio della collettività le opportunità che offre un moderno modello di gestione del ciclo dei rifiuti, lasciando così lo spazio alla criminalità, che, invece, sa ben cogliere le opportunità che il settore offre e vi si infiltra, andando a riempire i vuoti che si creano in conseguenza delle visioni velleitarie e inconcludenti dell'ambientalismo ideologico.
La storia e la cronaca ci hanno insegnato che gli inutili allungamenti delle filiere, sia decisionali sia operative, che tutti conosciamo come i mali della burocrazia, determinano corruzione e infiltrazioni delinquenziali.
Tutti noi dovremmo sapere che, se un documento deve essere approvato da un numero elevato di persone, si può insinuare tra queste la corruzione, che è sempre più difficile da individuare, quanto più lunga è la catena decisionale. Alla stessa maniera, allungare le filiere di trattamento dei rifiuti in maniera surrettizia, rinunciando alla loro valorizzazione, significa consentire infiltrazioni pericolose e di matrice criminale.
Sarà quindi compito della Commissione, nell'ambito dei poteri ad essa affidati, indagare anche sulla gestione del ciclo dei rifiuti da parte delle autorità competenti alla pianificazione e realizzazione dello stesso e sulle attività - questo è un aspetto importantissimo - connesse al rilascio delle autorizzazioni, al fine di verificare la congruità dei modelli e la loro rispondenza ai princìpi di economicità del modello che adottano o intendono adottare.
Insomma, la Commissione, pur disponendo di importanti poteri di indagine, deve esercitare il suo carattere eminentemente politico e anche un ruolo di controllo, affinché ci sia una vigilanza attenta e continua su come gli enti locali intendano attuare i piani di gestione, in maniera tale da incentivare e promuovere la costruzione di impianti e industrializzare il trattamento, eliminando inutili duplicazioni costose e senza senso.
Questa è la chiara posizione del gruppo di Azione-Italia Viva e ci aspettiamo che il Governo emani nel più breve tempo possibile i decreti ancora mancanti che regolano la cessazione della qualità di rifiuto, al fine di offrire all'industria del ciclo dei rifiuti l'indispensabile strumento per orientarsi negli investimenti necessari per creare una filiera del riciclo veramente efficiente.
E allora, un'attenta vigilanza sulle attività dei consorzi di recupero ci consentirà sicuramente di migliorare e rendere più efficienti i processi di recupero della materia. Tutte queste azioni potranno consentire, in definitiva, la creazione di un sistema, che, proprio nell'osservanza delle direttive europee già recepite dalla nostra normativa, sia moderno ed efficace, che salvaguardi l'ambiente e che, per sua natura e costruzione, scoraggi o magari impedisca l'infiltrazione delle consorterie della criminalità organizzata.
Basta un dato, uno solo, per capire di cosa stiamo parlando. Nelle più grandi operazioni di Polizia portate a termine in Calabria, con arresti e sequestri di aziende divenuti poi confische, troviamo sempre il sequestro di qualche azienda ambientale, che, attraverso metodologie mafiose o attraverso la corruzione, acquisiva appalti e concessioni, ed inoltre, purtroppo, forniva pessimi servizi, oltre a sfruttare i propri lavoratori. E se questo accadeva nella gestione dei rifiuti urbani, di pari passo nella gestione dei rifiuti industriali si poteva assistere a fenomeni altrettanto gravi e pericolosi anche per la salute umana.
Lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, infatti, costa e la delinquenza ne trae profitto, insinuandosi nei processi di affidamento dei servizi di smaltimento rifiuti, incassando il corrispettivo per un servizio che non svolgerà mai, perché non compirà alcuna attività di inertizzazione o stabilizzazione, oppure - peggio ancora - disperderà i rifiuti nell'ambiente, inquinando il territorio.
Allora, rispetto a questi comportamenti dello Stato, ci deve essere una risposta che può e deve essere una sola: accorciare le filiere di trattamento dei rifiuti, aumentare gli impianti di trattamento finale, attraverso una programmazione nazionale del fabbisogno, da realizzarsi con la creazione di hub, definendo così ambiti territoriali ottimali, anche interregionali e facilitare la costruzione di tutte le infrastrutture necessarie al trattamento dei rifiuti, senza alcuna pregiudiziale e immotivata versione.
Va da sé, signor Presidente, che per fare tutto questo sono necessari investimenti. Il contributo che abbiamo dato in questa dichiarazione è chiaro e netto: se non saranno realizzate le infrastrutture, la nostra Commissione avrà sicuramente un grande lavoro.
Credo che un cambio di passo lo si debba agli italiani, ma anche ai tanti che, oggi, per lo smaltimento dei rifiuti, pagano bollette molto, ma molto onerose. Tutto questo cozza, ovviamente, con le vittorie che la mafia non dovrebbe più avere. Ripeto: il tema delle infrastrutture è importante e la nostra richiesta di investimenti sarà continua.
Crediamo sia importante collaborare con le regioni, con i comuni e con le città metropolitane, proprio per costruire gli hub ottimali per lo smaltimento dei rifiuti (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Erica Mazzetti. Ne ha facoltà.
ERICA MAZZETTI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Fin dalla XIII legislatura, era il 1996, le Camere si sono dotate dello strumento di una Commissione d'inchiesta bicamerale sul ciclo dei rifiuti, le cui funzioni e competenze sono venute ampliandosi di pari passo alla normativa e alla tecnologia sul trattamento di questi scarti delle attività civili ed economiche e delle numerose vicende di illecito smaltimento che hanno segnato il territorio nazionale.
In base ai dati del nucleo di tutela ambientale dei Carabinieri, reparto speciale della caccia alle ecomafie, il traffico di rifiuti è oggi un sistema che, a livello europeo, riesce a movimentare annualmente 260 miliardi, di cui 20 l'anno solo in Italia.
Secondo il documento Europol sulle principali minacce criminali, il traffico dei rifiuti è un comparto dell'industria illegale con un indotto fra i più redditizi, quarto dopo il traffico di droga, la contraffazione e la tratta di esseri umani. Dietro questo business, ci sono i costi evidentemente alti dello smaltimento lecito, che hanno dato impulso ad un'industria parallela.
Oggi, l'attacco all'ambiente da parte delle mafie si muove a più livelli: c'è l'infiltrazione mafiosa nella filiera agroalimentare, per esempio, nel ciclo delle acque, nel tessile e in molti altri settori, con tutto il business connesso. Dall'ampliamento dell'ambito d'azione, la Commissione che nascerà dovrà tener conto di appositi indirizzi al lavoro che si impegnerà a svolgere.
Il concetto di rifiuto è passato a essere, da puro scarto, a quello di sottoprodotto e di materia prima secondaria, che, in definitiva portano, anche a seguito dei processi di lavorazione, alla cessazione della qualifica di rifiuto, ossia a fine rifiuto.
In parallelo, il concetto di trattamento, da semplice conferimento a qualunque tipo di discarica, si è evoluto in quello di riciclo, di riutilizzo e di termovalorizzatore, soprattutto nell'Italia del Nord, a differenza di quella del Centro Sud e delle isole, che ancora è molto carente (e questo gap va sicuramente migliorato). Non a caso, si parla di ciclo dei rifiuti come fonte di ricchezza e di energia. La nostra speranza è che, in un'economia circolare perfetta, dove la gran parte degli scarti vengono riutilizzati, il potere dell'ecomafia vada a ridursi.
Nell'articolo 1, sono indicati gli obiettivi della Commissione, consistenti nello svolgere indagini atte a fare luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e di quelli da imballaggio, sulle organizzazioni in esse coinvolte e sul ruolo svolto dalla criminalità organizzata, individuando le connessioni tra le attività illecite nel settore dei rifiuti e altre attività economiche.
In tale ambito, particolare attenzione dovrà porsi sulla sussistenza di comportamenti illeciti nell'ambito della pubblica amministrazione, anche con riferimento all'utilizzo dei fondi del PNRR. In merito agli aspetti territoriali, la Commissione d'inchiesta dovrà concentrarsi sul territorio dei rifiuti, sia dentro sia fuori dall'Italia. Qui, sono intervenute alcune proposte di Forza Italia, con le quali è previsto, in termini specifici, di effettuare indagini in merito al ciclo rifiuti conciari, classificati come keu, e sulla presenza di ceneri di risulta di tali rifiuti in talune aree del Paese, in particolare nella mia Toscana, questione spinosa che, da circa due anni, sto seguendo da vicino, andando di persona sul territorio avvelenato, ascoltando imprenditori e cittadini, che, indirettamente, si sono trovati coinvolti da una gestione politica territoriale particolare, in una parte della Toscana che conosciamo bene, di una politica territoriale che, da circa 70 anni, è monocolore.
Per questo specifico caso, ho presentato un ordine del giorno - e ringrazio il Governo per aver espresso parere favorevole - per impegnare i futuri membri della Commissione a fare piena luce su tale spinosa vicenda.
In termini più generali, la proposta di Forza Italia intende rendere più puntuale il lavoro della Commissione, prevedendo che la stessa possa redigere relazioni speciali su singole tematiche in materia di ciclo dei rifiuti, anche con riferimento alla situazione emergenziale di talune aree del territorio, con riferimento alla gestione dei rifiuti urbani, speciali, pericolosi e radioattivi.
In merito ai differenti aspetti del processo di trattamento dei rifiuti, la Commissione dovrà verificare l'eventuale sussistenza di attività illecite relative ai siti inquinanti anche di natura ex minerarie e alle attività di bonifica; le condizioni di sicurezza dei siti in cui sono temporaneamente depositati i rifiuti radioattivi; la sussistenza di attività illecite nella gestione del servizio idrico integrato per quel che attiene alla gestione degli impianti di depurazione; la sussistenza di attività illecite nel settore dello smaltimento dell'amianto; le condizioni che hanno generato la crescita esponenziale degli incendi in depositi e discariche; gli effetti dell'abbandono sul suolo e nell'ambiente di prodotti monouso; la crescita di fenomeni di traffico illecito di animali (zoomafie).
In quest'ambito, un aspetto innovativo consiste nell'indirizzo che consente alla Commissione di indagare sull'esistenza di eventuali illeciti connessi allo smaltimento degli impianti per la produzione di energie rinnovabili, cosiddetti rifiuti emergenti, con particolare riferimento alla fine vita dei pannelli solari, delle pale eoliche e delle batterie. Di rilievo, l'indirizzo concernente il potere di indagare sull'esistenza di attività illecite nel settore agricolo e agroalimentare, commesse anche attraverso sofisticazioni e contraffazioni di prodotti enogastronomici di etichettatura e di marchi di tutela, ivi compreso il loro traffico transfrontaliero.
La Commissione ha il potere di effettuare sopralluoghi presso impianti che adottano procedimenti innovativi in campo ambientale, ivi compresi la ripartizione e il ciclo, ovvero adottino tecnologie e procedimenti sperimentali che presentano interessanti prospettive di sviluppo e applicazione, anche approfondendo le tematiche del fine rifiuto. Quest'ultimo aspetto è stato introdotto con un emendamento di Forza Italia.
Avevamo presentato anche una proposta tesa a impegnare la Commissione, nel quadro delle attività che vedono un suo ruolo quale promotrice di iniziative di aggiornamento delle normative di settore, di individuare le migliori pratiche disponibili e le opzioni di mercato più convenienti tra riciclo, raccolta differenziata e fine vita del rifiuto, che, tuttavia, con molto dispiacere, non è stata accolta. Questa esigenza resta però velata tra gli indirizzi della Commissione, proprio perché è la convenienza in termini economici dei vari trattamenti a far sì che il rifiuto non finisca nelle mani di ecomafie, ma diventi risorsa preziosa, fra cui energia, che è molto importante proprio in questo momento in cui, in tutti gli ambiti nazionali ed extra nazionali, si stanno cercando risorse per avere più energia a costi minori.
Per questo stesso motivo, Forza Italia si è schierata con le imprese di settore, durante l'esame, nei primissimi mesi della legislatura, relativamente alla direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, contestando la logica europea che vede nel riuso la strada maestra, mentre, invece, potrebbe essere più conveniente il riciclo e, per una frazione minore, che rimane sempre da qualsiasi lavorazione di riciclo, la termovalorizzazione.
La Commissione è diventata, nel corso degli anni, grazie alla sua penetrazione di inchiesta e di stimolo alla produzione normativa, un vero e proprio attore del settore ambientale e siamo certi che continuerà a farlo in tutta questa legislatura. Dal lavoro della Commissione sono scaturiti un efficace sistema di contrasto e una rilevante funzione di stimolo alla creazione di un adeguato quadro normativo e repressivo nel contrasto alle ecomafie stesse.
Presidente, cari colleghi, ringrazio anche tutti i membri della Commissione con cui abbiamo lavorato, in quest'ultimo periodo, su un tema così importante, che ci ha visto anche a confronto, non solo con l'opposizione ma anche all'interno della maggioranza perché ci sono visioni diverse, seppure con lo stesso obiettivo: combattere le ecomafie. È per questo che, a nome del gruppo di Forza Italia, annuncio il voto favorevole alla proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sergio Costa. Ne ha facoltà.
SERGIO COSTA (M5S). Grazie, signor Presidente. Colleghi, gentile rappresentante del Governo, siamo tutti molto lieti che la Camera, in due giorni consecutivi, abbia approvato ed approvi le proposte di legge istitutive sia della Commissione antimafia sia di quella comunemente conosciuta come Ecomafia. È un segnale importante per il Paese e anche un segnale importante di tutto il Parlamento. Non sfugge, infatti, quanto le mafie e le ecomafie siano pervasive, devastanti e antidemocratiche e contrastarle significa affermare, con la forza e il vigore propri dello Stato, la preminenza delle persone perbene rispetto ai criminali.
Desidero ringraziare il lavoro svolto dalla Commissione ambiente in tutte le sue componenti, ringrazio il relatore e il presidente, che hanno saputo accogliere molte istanze delle parti politiche. Siamo soddisfatti che il testo unificato contenesse le indicazioni della proposta e dell'emendamento della nostra Ilaria Fontana. La Commissione sul ciclo dei rifiuti fu una splendida intuizione del 1997; oggi si arricchisce di nuove importanti competenze anche sulle agromafie e sulle zoomafie, diventando così una Commissione di grande importanza per il Parlamento.
La massa di rifiuti statisticamente prodotta in Italia è pari a 140 milioni di tonnellate per anno di rifiuti speciali e pericolosi e 30 milioni di tonnellate per anno circa di rifiuti urbani ed assimilati, ma tutte le stime investigative ci dicono che mancano all'appello tra i 10 e i 12 milioni di tonnellate per anno di rifiuti speciali e pericolosi; quasi nulla, invece, per i rifiuti urbani. Di questi rifiuti non si conosce esattamente la storia, ma si sa che gli illegali producono un giro economico abusivo di circa 9 miliardi per anno. Dove vanno? Come vanno? Chi li gestisce? Come sono gestiti? Sono le domande di uno spaccato illegale dell'Italia a cui questa Commissione è chiamata a fornire risposte.
Stesse risposte che si chiedono al trend sempre in crescita dei reati agroalimentari, le cosiddette agromafie, che danno luogo a circa 70.000 reati e illeciti alimentari su base annua, senza contare l'enorme danno dell'italian sounding all'estero - Europa compresa - e a tutto il made in Italy. Le agromafie cubano oltre 24 miliardi di euro per anno. Stesse risposte che si chiedono per le zoomafie, che contano oltre 9.500 reati contro gli animali per anno, anche qui, ahimè, con un trend drammaticamente in crescita, in particolare per gli animali in via di estinzione iscritti nella Convenzione internazionale di Washington, conosciuta come CITES e per il traffico illegale di cuccioli che provengono dall'Europa dell'Est.
Anni fa, i rifiuti illeciti a cui mi riferivo in precedenza venivano gestiti attraverso seppellimenti e occultamenti in fondazioni di piccole e grandi opere edilizie, un vero e proprio sacco ai danni del territorio, in particolare in alcune zone del nostro Paese. Il mio pensiero non può che correre, per esempio, al quartiere di Pianura, nell'area nord del comune di Napoli, che vanta il triste primato di avere ben 5 discariche di rifiuti speciali e pericolosi nel cuore di un quartiere di circa 200.000 abitanti. Una bomba ecologica che, negli ultimi 50 anni, ha seminato morti in ogni famiglia della zona, bomba ecologica a cui ancora nessuno ha messo fine malgrado la legge sul sito di interesse nazionale dell'area vasta che abbiamo appositamente approvato nel Governo “Conte 2”, che ancora rimane, ahimè, inevasa. Troppe ne ho scoperte di queste discariche nella mia vita professionale e troppe ne ho investigate per non sapere quanto siano state essenziali le intercettazioni telefoniche e ambientali applicate a reati spia o satelliti e ribadisco quanto già detto: escludere le intercettazioni dal panorama investigativo, anche ambientale, significa rinunciare a trovare i responsabili di questo eccidio che, da anni, si perpetra sul nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Che nessuno, poi, si batta il petto in finte lacrime di cordoglio. Oggi, quei 10-12 milioni di tonnellate per anno di rifiuti occulti finiscono nei capannoni abbandonati e, poi, incendiati, nei container destinati all'estero e, talvolta, nelle fondazioni di costruzioni appaltate a soggetti criminali mascherati.
Rifiuti pericolosi, ingiurie ambientali e malattie, non solo oncologiche, sono collegati in un unicum, come brillantemente dimostrato, per la prima volta in Italia e al mondo, dalla procura della Repubblica di Napoli nord, che ha aperto un varco nei negazionisti delle tante “terre dei fuochi” italiane. “I rifiuti sono oro” è la frase carpita oltre 30 anni fa in un summit tenuto a Villaricca, un comune nell'hinterland a nord di Napoli, tra camorristi, politica locale e imprenditoria deviata. Quel summit è impresso nella mia memoria, lo ascoltavo con le cuffie, su delega dell'allora procuratore aggiunto antimafia Franco Roberti e, poi, del procuratore aggiunto antimafia Cafiero De Raho; indagine condotta anche dal compianto ispettore Mancini della Polizia di Stato.
Dal 2015, grazie alla legge n. 68 sugli ecodelitti, fortemente voluta dall'onorevole Salvatore Micillo, che pubblicamente ringrazio, le procure e le Forze di Polizia hanno finalmente strumenti investigativi e fattispecie di reato nuovi e importanti e i successi di quella legge oggi ci rendono tutti fieri. A questa legge andrebbe affiancata un'altra legge, che la completa e integra nel percorso finale e che si fonda sul Daspo ambientale e sulla confisca allargata dei beni di chi ha gravemente aggredito il territorio. Parlo del provvedimento “Terra Mia”, che con il Governo Conte 2 fu bloccato da alcuni finti politici amanti delle lobby dell'inquinamento. Ma noi non dimentichiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Questa Commissione che tra poco ci accingeremo a votare, con il voto favorevole e convinto del MoVimento 5 Stelle, ha l'ambizione di scoperchiare il vaso di Pandora che si cela dietro il traffico illecito dei rifiuti. Come MoVimento, chiediamo che sia una priorità della Commissione chiarire, definire e proporre al cittadino la verità sul pernicioso rapporto tra ingiuria ambientale e ingiuria sanitaria, affinché chiunque lamenti malattie gravi in zone ambientalmente aggredite possa sapere, finalmente, se e quanto queste malattie dipendano dai crimini ambientali e, quindi, ottenere il riconoscimento di un diritto allo screening e ad una cura precoce e gratuita; che la Commissione chiarisca i contorni delle zoomafie fino in fondo; che la Commissione chiarisca i contorni delle agromafie, come detto innanzi, e delle frodi alimentari; che la Commissione definisca il quadro delle reti fantasma, abbandonate sui fondali nazionali, che stanno uccidendo il nostro Mar Mediterraneo, utilizzando gli strumenti della legge Salva mare che il MoVimento ha fortemente voluto; che la Commissione definisca finalmente i contorni dell'omicidio Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e delle oscure rotte internazionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che legano le armi con i rifiuti, indagini che io conosco bene per motivi professionali; che la Commissione approfondisca in modo definitivo i contorni della morte del capitano delle capitanerie di porto Natale De Grazia, misteriosamente ucciso nel 1995 mentre era giunto a una svolta investigativa sulle navi a perdere nei mari italiani; infine, che la Commissione approfondisca le presunte illecite gestioni di materiale nucleare e del traffico di isotopi radioattivi e apra un focus sulla bonifica degli oltre 3.000 fusti radioattivi ancora presenti presso la ex Cemerad in provincia di Taranto.
Chiudo, signor Presidente, rammentando le parole di padre Maurizio Patriciello che, anni fa, presso una discarica nella zona di Napoli nord, si avvicinò a me, si inginocchiò, mi baciò le mani e disse: “Finalmente ho visto lo Stato”.
Bene, facciamo in modo che lo Stato ci sia sempre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Morrone. Ne ha facoltà.
JACOPO MORRONE (LEGA). Presidente, onorevoli, colleghi, Vice Ministro Gava, sull'importanza della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite legate ai rifiuti credo non ci siano dubbi. I lavori portati avanti dalla Commissione istituita nella passata legislatura e contenuti in un'ampia relazione finale hanno reso disponibile un consistente patrimonio di conoscenze, che possono essere punto di riferimento inderogabile per lo svolgimento dell'attività parlamentare e del Governo, ma anche di regioni, enti locali e soggetti istituzionali pubblici che operano nel settore della tutela dell'ambiente, mettendo in campo azioni mirate, corrette e coerenti con le scelte intraprese in materia di protezione ambientale e della salute dei cittadini.
In questa legislatura si deve compiere un passo in più. L'ambito su cui si muoverà la Commissione di inchiesta deve essere allargato rispetto alle sole attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, aggiungendo a queste ultime anche altri illeciti ambientali nel settore agricolo e agroalimentare. Destano grande preoccupazione, ormai da alcuni anni, le attività illegali, comprese quelle connesse a forme di criminalità organizzata, che agiscono nell'ambito del patrimonio agroalimentare italiano, sempre più spesso oggetto di operazioni di contraffazione e sofisticazione, che sfociano non solo nella messa a rischio dell'integrità dell'ambiente, del territorio e dei prodotti che da esso derivano, ma anche in gravi e concrete ripercussioni nei confronti dei produttori italiani, del tessuto sociale e della salute dei consumatori.
Consideriamo il settore agricolo fra quelli più strategici nell'ambito dell'economia nazionale. La tutela del patrimonio agroalimentare italiano, quella della qualità, delle eccellenze, del made in Italy e dei suoi marchi, è quindi prioritaria. Ciò significa salvaguardare produttori e aziende da quei poteri criminali, le cosiddette agromafie, che hanno forti interessi nel business dell'agroalimentare, con un volume d'affari pari a 24,5 miliardi di euro, secondo quanto emerso nel rapporto del 2018 di Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare. È evidente, quindi, la necessità di una risposta altrettanto forte e tempestiva da parte dello Stato. È quindi indispensabile, oltre che doveroso, che tutti gli organismi istituzionali di settore siano coinvolti e facciano squadra per contrastare i fattori che alimentano pratiche illegali a scapito dei produttori onesti e dei consumatori. Quindi analisi, prevenzione e infine repressione sono e devono essere le parole chiave. Noi, con la Commissione di inchiesta, ci occupiamo della prima parte, l'analisi, chiedendo la collaborazione e l'apporto di tutti i settori coinvolti per elaborare un quadro di riferimento chiaro e rigoroso, in grado di contemperare tutta una serie di diritti importanti, da quello alla salute e a un ambiente salubre a quello a una libera e responsabile iniziativa economica e a una corretta informazione per i consumatori. Spetterà poi al legislatore dotare la magistratura di strumenti e norme adeguate a combattere i reati in questo settore, contrastando sofisticazioni, contraffazioni e infiltrazioni nella filiera produttiva.
Si tratta di uno sforzo che richiede una sinergia di intenti anche da parte delle istituzioni europee e internazionali. Altrettanto rilevante è la capacità dello Stato di fare emergere e reprimere le condotte illegali. È con questo spirito e basandoci su queste riflessioni che consideriamo indispensabile ampliare le competenze della Commissione all'analisi dell'attività delle organizzazioni criminali nel settore agricolo e agroalimentare, con gli obiettivi che abbiamo circostanziato, ma che vogliamo qui ribadire. Gli scopi sono tutti connessi: salvaguardare l'ambiente, la salute dei consumatori e, non ultimi, i prodotti di eccellenza del made in Italy e tutta la filiera agroalimentare da quelle sofisticazioni o contraffazioni che danneggiano in modo gravissimo non solo la nostra economia, ma anche la considerazione universale della qualità dei nostri prodotti e la competitività delle nostre imprese nel mondo.
Come è stato rilevato nel 6° rapporto sui crimini agroalimentari in Italia, in ogni cardine della filiera si possono introdurre gli interessi di grandi e piccole organizzazioni criminali. Dalla produzione alla trasformazione, dal trasporto alla commercializzazione, tutti i passaggi possono essere penetrati e condizionati da soggetti avanzati dal punto di vista tecnologico, capaci di adattarsi ai mutamenti, di mettere in campo nuove strategie e di espandersi investendo in un settore che, come è stato evidenziato, non conosce crisi. In una situazione di crisi come l'attuale le fasce di popolazione maggiormente danneggiate dalla contraffazione alimentare sono quelle con una capacità di spesa sempre più ridotta, dopo l'emergenza COVID e la guerra russo-ucraina in corso. Sempre più consumatori si rivolgono a prodotti a basso costo, dietro i quali spesso si nascondono ricette modificate con ingredienti di bassa qualità, origine non controllata, e così potenzialmente dannosi. La nostra storica battaglia sulla trasparenza alimentare, su informazioni chiare e dettagliate, è sempre più attuale per contrastare i tentativi di trarre in inganno il consumatore e, di contro, per implementare l'attività di tutela e valorizzazione dei nostri prodotti.
Un altro campo di ampliamento dell'attività della Commissione è quello delle attività illecite legate al fenomeno dello zoomafie, alla verifica della corretta applicazione del titolo IX del codice penale, comprendente gli articoli dal 544-bis al 544-sexies in merito ai delitti contro il sentimento per gli animali. Si tratta di delitti come il maltrattamento, lo sfruttamento, la detenzione incompatibile con la natura dell'animale, l'abbandono, il commercio clandestino, il traffico di specie in via di estinzione e lo sfruttamento criminale di animali, i combattimenti o le competizioni non autorizzate tra animali che possono mettere in pericolo la loro integrità fisica. Il gruppo Lega ha sempre valutato con favore l'istituzione della Commissione di inchiesta sugli ecoreati e sulle ecomafie, per approfondire le tematiche relative al ciclo dei rifiuti e delle attività illecite connesse, e per trasmettere, quindi, al legislatore indicazioni chiare e mirate per coordinare e correggere la normativa vigente, secondo le esigenze degli operatori e degli organi di controllo. È noto, infatti, che, dietro una cattiva amministrazione del ciclo dei rifiuti e la mancanza di trasparenza nella relativa gestione, spesso si nasconde la criminalità organizzata. Le organizzazioni criminali, con la complicità e la connivenza di altri soggetti, compiono affari e devastazioni ambientali difficili da risanare. Si tratta di un argomento che ha notevoli ripercussioni sulla vita sociale ed economica dell'intero Paese, e spesso le amministrazioni comunali hanno serie difficoltà nell'imporre e controllare un'organizzazione efficiente del sistema integrato del ciclo dei rifiuti. Tutti fattori che rendono questo settore uno dei più vulnerabili alle infiltrazioni della criminalità organizzata e alla diffusione di pratiche illegali, spesso anche grazie alla connivenza di amministratori che, insieme a imprenditori, professionisti, tecnici e funzionari, consentono comportamenti opportunistici e accordi collusivi di vario tipo che aprono la strada al successo delle ecomafie, con i conseguenti effetti di distruzione del territorio, uso dissennato delle risorse finanziarie e naturali, discariche abusive, roghi di rifiuti che spandono diossine nella catena alimentare, danni ambientali irreparabili.
Si tratta di una situazione difficile, che compromette gravemente il nostro delicato sistema ambientale. La Lega contrasta fortemente da sempre le attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e auspica che si producano maggiori risultati nella battaglia contro le organizzazioni criminali che agiscono nel settore del ciclo dei rifiuti. È sempre più urgente affrontare questa materia di interesse generale con maggiore impegno e fermezza nei confronti delle attività illecite relative ai siti inquinati, anche diversi da quelli di carattere nazionale, ivi compresi i siti di natura ex mineraria, nonché alla gestione dei rifiuti radioattivi.
Un altro tema importante verso il quale è aperta l'attività della Commissione è quello delle indagini sulle attività illecite legate al fenomeno degli incendi e su altre condotte illecite riguardanti gli impianti di deposito, trattamento e smaltimento di rifiuti, ovvero i siti abusivi di discarica e le bonifiche. Il gruppo Lega riconosce l'esigenza di concludere il lavoro che la Commissione di inchiesta ha iniziato già dalla XII legislatura con due Commissioni monocamerali, e poi, nella XIII legislatura, con la Commissione bicamerale istituita per legge. Il nostro auspicio è che l'istituzione di una nuova Commissione di inchiesta con una più ampia sfera di competenze possa raggiungere nella presente legislatura risultati effettivamente concreti contro la criminalità organizzata coinvolta con il ciclo dei rifiuti, allo scopo di permettere al Parlamento di adottare soluzioni legislative adeguate. Apro una parentesi per ricordare qui il costante impegno profuso nell'ambito della prevenzione e del contrasto degli agro-crimini da parte delle Forze dell'ordine, in particolare dalla Guardia di finanza e dall'Arma dei carabinieri. È evidente, comunque, la necessità di individuare proposte, norme e procedure innovative in grado di migliorare e rendere più cogente l'attività di contrasto ai fenomeni criminali nei vari settori di interesse della Commissione.
Il testo proposto in questa legislatura, come integrato dal lavoro della Commissione ambiente e soprattutto grazie all'ampliamento delle competenze della Commissione al settore agroalimentare, deve quindi poter permettere alla Commissione di svolgere effettivamente i compiti d'inchiesta per i quali essa viene istituita e di produrre i risultati attesi dal Parlamento e dai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e onorevoli colleghe, è con particolare soddisfazione che ci apprestiamo ad approvare in quest'Aula una legge volta a istituire, anche nella legislatura in corso, una Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e agli illeciti ambientali e agroalimentari.
Considero come un dato positivo che, a pochi mesi dall'avvio della legislatura, sono maturate le condizioni di una larga convergenza tra le forze politiche, per un esame congiunto delle diverse proposte di legge depositate su questo tema, a partire proprio da quella a mia prima firma e condivisa dalle colleghe e dai colleghi del gruppo del Partito Democratico. Voglio ringraziare i componenti la Commissione ambiente e il relatore, per il proficuo lavoro che abbiamo svolto in quella sede, che ha permesso di arricchire ulteriormente gli ambiti di indagine della Commissione, senza tuttavia snaturarne impostazioni e finalità. È fondamentale, infatti, che il Parlamento abbia una sede stabile in cui garantire una particolare attenzione ai fenomeni di maggiore impatto ambientale, già oggetto di indagine delle precedenti Commissioni bicamerali che si sono succedute, senza soluzione di continuità, a partire dalla XIII legislatura.
Il lavoro della Commissione ecomafie, come tradizionalmente è chiamato questo organismo bicamerale, è stato, negli anni, prezioso e qualificante per l'Istituzione di cui facciamo parte. Stiamo parlando di una Commissione d'inchiesta che ha dato prova di capacità di analisi su temi che hanno acquisito un impatto e una rilevanza sempre maggiore per comunità ferite da comportamenti illegali e spesso criminali, a danno dell'ecosistema, dell'economia e della stessa convivenza civile nei territori segnati da forti criticità ambientali. Una rilevanza che è accresciuta dall'approvazione, nella scorsa legislatura, della modifica della Costituzione con l'introduzione all'articolo 9 del principio della tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, nell'interesse delle future generazioni. Contestualmente, come noto, è stato modificato anche l'articolo 41 della Costituzione, stabilendo che l'iniziativa economica privata non può svolgersi in danno alla salute e all'ambiente, premettendo questi due limiti a quelli già vigenti, che riguardano la sicurezza, la libertà e la dignità umana. Questo elemento è particolarmente significativo per i lavori di questa Commissione, che, negli oltre vent'anni di attività, ha potuto invece constatare e documentare come il modello di sviluppo che abbiamo conosciuto fin qui è stato segnato da storture e squilibri evidenti e talvolta drammatici. La Commissione ha rappresentato nel tempo un importante punto di osservazione e di controllo parlamentare, restituendo l'immagine di un'Italia storicamente segnata da attacchi all'ambiente e alla salute dei cittadini, ma anche desiderosa di legalità e di concretezza; un Paese che chiede alle istituzioni non solo interventi riparatori di danni ormai subiti, ma anche - direi, soprattutto - la capacità di scrivere una pagina nuova, che tenga insieme sostenibilità economica, ambientale e sociale, nell'impresa e nel lavoro.
Sono i dati a raccontarci di un Paese ancora segnato pesantemente dalla criminalità ambientale, che assume forme anche diverse da quelle del passato, che necessitano di una capacità di analisi e di lettura sempre più attente, capaci di cogliere le interrelazioni di un fenomeno in evoluzione. Le organizzazioni criminali continuano ad affondare le loro radici nell'ambiente, spinte da interessi trasversali, in cui si intrecciano sempre di più criminalità ambientale e interessi economici, grazie anche a una maggiore pervasività della corruzione e degli illeciti amministrativi. Per questo è particolarmente importante e fondamentale leggere questi fenomeni nella presente fase, in cui la mole di risorse pubbliche che sta arrivando sui territori grazie anche al PNRR proprio nel settore della transizione ecologica, rischia di attrarre gli appetiti di organizzazioni criminali e di inquinare, oltre all'ambiente, il tessuto economico sano del Paese. L'attività di inchiesta della Commissione ecomafie in questi anni ha posto le basi per approfondimenti e sviluppi che sono stati affidati al legislatore e al Governo. Voglio ricordare brevemente la quantità e la qualità delle attività svolte dalla Commissione, soprattutto nella scorsa legislatura. Lo testimoniano le 20 relazioni approvate e la relazione conclusiva, tutte con il voto unanime dei parlamentari della Commissione. Si tratta di un risultato di particolare significato, considerato che per circa due anni, a partire da marzo 2020, le restrizioni introdotte dalle misure emergenziali per il COVID hanno limitato fortemente l'operatività della Commissione. Le inchieste svolte in quel periodo hanno indagato fenomeni più tradizionali, come quelli di carattere territoriale, ma hanno anche acceso luci importanti su altri fenomeni emergenti. Penso al traffico transfrontaliero di rifiuti, allo stato di attuazione delle bonifiche nei siti di interesse nazionale, alla gestione dei rifiuti radioattivi, alla realizzazione del deposito unico nazionale e al tema degli incendi negli impianti di rifiuti. Ricordo, poi, l'approfondimento e le due relazioni che sono state approvate sulle garanzie finanziarie nel settore delle discariche, dimostrando come i fenomeni di illegalità ambientale spesso sono connessi ad aspetti finanziari ed organizzativi del ciclo di gestione dei rifiuti. In linea con quanto già fatto in passato, la Commissione ha sviluppato un approfondimento sulla diffusione delle sostanze perfluoroalchiliche, i cosiddetti Pfas, tema su cui si è ritenuto fondamentale mantenere alto il livello di attenzione e su cui chiediamo che il Governo provveda rapidamente a fissare limiti a livello nazionale per la diffusione di queste sostanze, a partire dalla situazione del Veneto.
Con la stessa consapevolezza, si è proceduto ad approfondimenti, ad esempio, sull'efficacia della legge n. 68 del 2015 in materia di delitti contro l'ambiente. Ho citato solo alcuni dei filoni di inchiesta della Commissione e l'auspicio è che il lavoro svolto possa continuare con lo stesso spirito costruttivo e che anche questa Commissione sia uno strumento per orientare le scelte del Governo e, più in particolare, del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica.
In questa prospettiva, Presidente, mi permetta di sottolineare un aspetto, anche alla luce di quello che è accaduto ieri, in quest'Aula. Le Commissioni d'inchiesta non sono e non possono essere un'arena di scontro politico, bensì strumenti preziosi per approfondire la conoscenza di fenomeni complessi, di interesse primario della collettività. Da componente, per due legislature di questa Commissione e da sua presidente, per un periodo, nella XVII legislatura, posso testimoniare che sempre c'è stata una collaborazione positiva tra tutte le forze politiche. Il lavoro delle Commissioni è reso possibile - mi permetta di sottolineare anche questo, per una volta - dall'apporto fondamentale di figure interne e esterne all'amministrazione pubblica, che affiancano il lavoro dei parlamentari, magistrati, Forze di polizia, consulenti tecnici ed esperti, che qualificano, con le loro competenze e con il servizio reso alle istituzioni, l'operato del Parlamento, attraverso un'azione puntuale di analisi e di approfondimento e anche di selezione accurata delle fonti di conoscenza, che è una condizione fondamentale affinché il nostro lavoro sia riconosciuto come un punto di riferimento indiscusso per tutti gli attori istituzionali e per i cittadini. Il lavoro a tutela della legalità di una Commissione come quella che stiamo istituendo, non si esaurisce solo nel lavoro di inchiesta, ma anche nel portare nei territori la presenza istituzionale del Parlamento, a sostegno delle amministrazioni locali, dei cittadini e delle associazioni, dialogando sempre con la magistratura e le Forze di polizia. Non posso nascondere un elemento di preoccupazione, in questo passaggio. Abbiamo assistito, in questi primi mesi di operato del Governo e della maggioranza, all'oscuramento dei temi ambientali, dalla ridenominazione del Ministero dell'Ambiente, da cui è scomparso il richiamo alla grande sfida della transizione ecologica, all'assenza, nella legge di bilancio, di scelte e decisioni necessarie e coraggiose per fronteggiare la crisi climatica e le sue conseguenze. Il rischio è che, anche sul fronte del contrasto all'illegalità ambientale, ci sia un pericoloso abbassamento del livello di guardia. Non possiamo permettercelo, sarebbe un errore imperdonabile, a danno delle comunità che quotidianamente si misurano con situazioni di criticità ambientale, ma anche a danno dell'economia e della stragrande maggioranza delle imprese sane, che operano nel rispetto delle leggi e che vedono nell'economia circolare e nella green economy una grande opportunità di sviluppo e di lavoro di qualità. Lo slogan con cui la Presidente Meloni si è presentata in quest'Aula nel suo discorso di insediamento ha in sé qualcosa di inquietante. Lo voglio dire chiaramente: non disturbare chi vuol fare, non può voler dire girare la testa dall'altra parte, quando si tratta di contrastare atti illegali, infiltrazioni criminali negli appalti pubblici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), traffici di movimento terra nel ciclo illegale del cemento, quando si tratta di tollerare l'abusivismo edilizio e, magari, evocare nuovi condoni, perché questo è un Paese che ha già pagato un prezzo altissimo. Ce lo ha ricordato, per ultima, la tragedia di Ischia. Crediamo che, invece, su questi fronti il Paese abbia bisogno di strumenti più efficaci, sapendo che il contrasto all'illegalità ambientale non si esercita solo con gli strumenti repressivi, che sono necessari e fondamentali, ma non basta.
Infatti, serve rafforzare il sistema dei controlli approvando i decreti attuativi della legge sul Sistema nazionale di protezione ambientale. Sottosegretaria, lo aspettiamo da 7 anni, molti dei quali lei è stata in questo Ministero.
Poi, le norme contro l'abusivismo edilizio e quelle per gli abbattimenti. Inoltre, serve rafforzare le pubbliche amministrazioni e la loro capacità di costruire risposte adeguate a problemi complessi che talvolta si scontrano anche con la ricerca del consenso. Penso al grande tema dei rifiuti, sapendo che la criminalità organizzata ambientale trova terreno fertile dove la tecnologia al servizio dell'ambiente è di basso livello e dove l'emergenza perenne apre spazi incontrollati di infiltrazione alla criminalità.
PRESIDENTE. Concluda.
CHIARA BRAGA (PD-IDP). Chiudo, Presidente. In questa discussione abbiamo registrato positivamente un impegno comune del Parlamento contro la criminalità. Credo che la prevenzione e la cultura diffusa della legalità si costruiscano anche attraverso una profonda conoscenza dei fenomeni e in questa prospettiva noi voteremo convintamente a favore della costituzione di questa Commissione di inchiesta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Aldo Mattia. Ne ha facoltà.
ALDO MATTIA (FDI). Signor Presidente, Vice Ministro, onorevoli colleghi e colleghe, esprimo il sostegno e il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia e il mio personale all'istituzione della Commissione di inchiesta, dopo aver preso atto del generoso lavoro svolto dal relatore, in primis, e da tutte le diverse componenti convergenti sulla proposta di testo unificato.
Sottolineo l'importanza di assicurare la continuità funzionale di un organismo che fu istituito con la legge 10 aprile 1997, n. 97, e che nel corso della XIX legislatura si appresta a celebrare 25 anni di attività con l'auspicata e concorde approvazione di questa Assemblea.
Vorrei, però, allontanare subito il pregiudizio che la richiesta di voto sia ordinata da semplici ragioni di assuefazione istituzionale e consuetudine nella ripartizione del lavoro, in quanto la nostra adesione si associa al rafforzamento dei compiti in materia ambientale che le modifiche della Costituzione, agli articoli 9 e 41, pretendono di mettere in campo, con una pesante responsabilità sul piano dell'avvio di un programma consapevole di controllo della vita economica e sociale della Nazione.
Noi non vogliamo diventare i gendarmi dell'ambiente, dato che l'effettiva garanzia di assicurare l'osservanza delle prescrizioni competenti spetta, nella propria autonomia, all'autorità giudiziaria, che si avvale del supporto delle convergenti azioni di prevenzione e contrasto dei corpi di Polizia, che continuano a dare prova di spiccata professionalità e di encomiabile impegno nella salvaguardia dei beni ambientali.
Tuttavia, vorremmo conquistare fiducia e consenso nella verifica dell'adeguatezza della normativa vigente, tenendo conto dell'insorgere di nuovi problemi, nella rimozione delle tensioni tra ragioni pubbliche differenziate, tra interessi dello sviluppo e della tutela dell'indagine e del rapporto tra le competenti amministrazioni e i cittadini, in relazione alla fornitura di servizi essenziali, a partire, appunto, dal ciclo dei rifiuti e dall'impulso a una costante opera di verifica dei flussi di investimento utilizzati nelle molteplici articolazioni dell'economia.
Sotto questo profilo non passa inosservato che il decisivo ampliamento delle politiche pubbliche di incentivazione dell'ambiente, come base per uno scontato ritorno del ruolo statale nella programmazione dell'economia, e la stessa transizione verso un sistema che indirizza la produzione e i modelli di consumo alla cura di interessi ambientali determinano la necessità di perseguire obiettivi di sistema con effetto di coordinamento.
Se scorriamo, dunque, l'aggiornato elenco delle competenze che si intendono assegnare alla Commissione di inchiesta, non sfugge l'occasione di rimuovere quei caratteri di frammentarietà e di incompletezza che discendono da una miriade di enunciati normativi: rifiuti e siti inquinati, impianti di depurazione e servizi idrici, smaltimento di materiali contenenti amianto e siti abusivi di discarica, impianti di produzione di energia e smaltimento illecito di imballaggi, incendi e compromissioni del suolo.
La serie di questi contenuti - che coinvolgono in ruoli diversi e nell'esercizio di competenze distinte Stato e regioni - può trovare nell'investitura della Commissione un'unitaria ricomposizione attraverso un itinerario coerente e organizzato di controllo dei meccanismi di applicazione, di revisione e del relativo funzionamento, alla luce dell'esperienza e, nello stesso tempo, di denuncia, quando vi siano sintomi allarmanti di illegalità.
Nei settori economici specialmente collegati alla transizione verde, gli illeciti prendono forma - e questo va detto con forte insofferenza - non sempre in termini di ineffabile violenza ma di contingente approfittamento di leggi claudicanti e di aggiramento di atti amministrativi, scontando la lontananza della pubblica opinione. D'altra parte, le leggi ambientali qualche volta sono più simili a scatole cinesi colme di contraddizioni.
Quindi, con occhio meno disincantato, credo sia compito primario della istituenda Commissione esigere la revisione di non poche norme difficili da osservare, anche da parte di imprese avvedute, e attuare un lavoro di ricucitura con la realtà dell'economia.
Parimenti, è necessario accendere un faro nelle aree di manifesta criminalità, dove la sopraffazione della funzione pubblica è resa evidente dai fenomeni di infiltrazione nel settore degli appalti o di intercettazione dei finanziamenti pubblici, con la disponibilità anche ad una ramificazione all'estero, ad esempio, delle reti organizzate ai fini del traffico dei rifiuti.
Signor Presidente, mi avvio a concludere non senza l'esortazione a dichiarare, con ancora più intensa determinazione, il pieno consenso al provvedimento in votazione. Mi riferisco all'estensione, già della Commissione, ad altri illeciti ambientali e agroalimentari, che ampliano il perimetro di inchiesta rispetto alle attribuzioni precedentemente assegnate.
Nella travagliata fase storica che attraversiamo, aperta dalla pandemia e aggravata dalla guerra, l'approvvigionamento alimentare è venuto a rappresentare una vera e propria componente strutturale della sicurezza nazionale. Dunque, occorre prestare la massima attenzione alle cause di vulnerabilità delle filiere, che incidono sulla composizione dei prezzi e sulla stessa qualità della vita nelle diverse località.
Siamo convinti, perciò, che il contrasto di ogni tipologia di frode e di ogni forma di contraffazione dei segni distintivi del made in Italy, insieme a un uso distorto del territorio e delle diverse forme di inquinamento, devono diventare una priorità, rimediando a carenze conoscitive e di analisi, nonché a ritardi e a difficoltà sia sul piano amministrativo sia - ancora di più - sul piano normativo, al fine di offrire risposte adeguate in chiave di sicurezza e di sostenibilità.
Non è senza imbarazzo che sottolineo come nella precedente legislatura sia stato lasciato naufragare il disegno di riforma dei reati agroalimentari preparato dalla Commissione Caselli al termine di un intenso lavoro delle Commissioni parlamentari, avendo piena consapevolezza della percezione primaria dei beni in gioco.
L'auspicio è che la Commissione appena insediata possa farsi carico di riprendere l'iniziativa, richiamando l'attenzione di tutti i gruppi sui rischi sociali e ambientali che derivano dal mancato aggiornamento di una fondamentale normativa a presidio degli interessi generali della Nazione. Per quanto suddetto, signor Presidente, ribadisco il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - Testo unificato - A.C. 80-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale e approvazione - Testo unificato - A.C. 80-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge nn. 80-532-605-717-737-A: "Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari".
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva all'unanimità (Vedi votazione n. 19).
Per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per un richiamo al Regolamento, il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Mi riferisco all'articolo 8 e, in particolare, alle prime cinque parole dell'articolo 8, signor Presidente, lì dove dice…
PRESIDENTE. Attenda un attimo, deputato Giachetti, porti pazienza…
Colleghi deputati, la seduta non è finita, chi intende parlare si rechi al più presto fuori dall'Aula.
ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Lì dove dice che il “Presidente rappresenta la Camera”. Ora io penso che il fatto che il Presidente rappresenti la Camera, che il Presidente rappresenti tutti noi, che il Presidente rappresenti i nostri diritti, che il Presidente rappresenti le nostre funzioni non sia un allargamento, come dire, malvoluto, ma sia proprio la realtà.
Io mi sento rappresentato dal Presidente della Camera perché lo considero terzo rispetto al ruolo che ricopre; ciò vale per il Presidente, vale per i Vicepresidenti, vale per tutti.
Ora, signor Presidente, tra le prerogative, le funzioni del parlamentare - che la normativa prevede per una serie di persone ed io sono andato a cercare la legge - c'è quella di poter andare a fare delle visite nei penitenziari italiani. Per l'esattezza, Presidente, questa è una cosa che qui dentro fanno tutti, fa anche lei, avete fatto anche voi e penso sia una conquista di tutti noi la possibilità di farlo; è forse una delle poche cose trasversali che abbiamo qui dentro, perché tutti lo abbiamo fatto e, sono certo, tutti con lo stesso intento.
Il regime delle visite agli istituti penitenziari è disciplinato dall'articolo 67 della legge sull'ordinamento penitenziario. Tale disposizione ha inteso attribuire a determinate persone o categorie di persone, che esplicano funzioni o ricoprono cariche pubbliche di particolare rilievo, la facoltà di visitare gli istituti carcerari senza richiedere l'autorizzazione all'accesso prevista dal regolamento ed elenca tutti quelli che possono farlo, dal Presidente della Consulta, addirittura, ai membri del CSM e ai membri del Parlamento.
Signor Presidente, la legge, il Regolamento penitenziario espressamente all'articolo 117, comma 1, per ogni tipo di visita, afferma: primo, che le visite debbano svolgersi nel rispetto della personalità dei detenuti e degli internati; secondo, che siano rivolte in particolare alla verifica delle condizioni di vita dei detenuti, compresi quelli in isolamento; e, poi, che i visitatori siano accompagnati dal direttore o dal personale o da persone da questi delegate.
Ergo, siccome ancora questa mattina leggo sulle agenzie che l'onorevole Donzelli afferma - in questo lasciando intendere che c'è quasi un abuso di potere da parte nostra, quasi un disvalore - che lui va in carcere e incontra il personale penitenziario, io vorrei dire che evidentemente non è mai andato in carcere, onorevole Donzelli, perché, quando vai in carcere, ovviamente incontri il personale penitenziario, incontri i detenuti, incontri i medici delle ASL, incontri gli psicologi, incontri quelli delle associazioni che fanno volontariato (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra), perché il carcere è una comunità. E il deputato, ciascuno di noi va lì per verificare esattamente le condizioni di vita dei detenuti e, quindi, nelle condizioni di vita dei detenuti ci sono tutti coloro che accompagnano i detenuti in quella comunità.
Io penso - e mi auguro che magari anche l'informativa di questo pomeriggio sarà l'occasione per interrompere definitivamente questa vergogna - che la cosa più grave accaduta ieri, dal punto di vista istituzionale, non parlo di quello politico, è che ci sia qualcuno che lasci intendere che qualcun altro utilizzi quella prerogativa per chissà quali interessi e che non ci sia nessuno qui dentro che formalmente difenda la funzione del deputato anche in quell'occasione (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Deputato Giachetti, io l'ho lasciata concludere, anche se il suo intervento è a cavallo tra quelli per richiamo al Regolamento, ai sensi dell'articolo 8, sull'ordine dei lavori e di fine seduta. Tuttavia, abbiamo esaurito i nostri lavori antimeridiani e, quindi, va bene così.
Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15, per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Economia e delle finanze, il Ministro dell'Istruzione e del merito, il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e il Ministro per la Pubblica amministrazione. Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, considerata anche la diretta televisiva in corso.
(Chiarimenti e iniziative in merito all'applicabilità alle liquidazioni periodiche IVA della modalità agevolata di definizione dei cosiddetti avvisi bonari - n. 3-00140)
PRESIDENTE. La deputata Matera ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti e altri n. 3-00140 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria, per 1 minuto.
MARIANGELA MATERA (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il comma 155 dell'articolo 1 della legge di bilancio per il 2023 ha introdotto la definizione agevolata dei cosiddetti avvisi bonari relativi ai controlli automatizzati emessi dall'Agenzia delle entrate.
Il suddetto comma fa riferimento ai controlli automatizzati relativi alle sole dichiarazioni e, in particolare, ai controlli delle dichiarazioni IVA, di cui all'articolo 54-bis del DPR n. 633 del 1972. Dubbi interpretativi riguardano la possibilità di applicare la disciplina di cui innanzi anche agli avvisi bonari concernenti le comunicazioni dei dati delle liquidazioni periodiche (cosiddette LiPe).
Atteso che la norma non richiama le suddette comunicazioni periodiche, ma che il decreto che le ha introdotte fa espressamente riferimento al già citato articolo 54-bis, signor Ministro, le chiedo se il Governo intenda intervenire, ove necessario, anche a livello normativo, al fine di chiarire l'applicabilità delle disposizioni di cui in premessa anche agli avvisi bonari aventi ad oggetto le comunicazioni dei dati delle liquidazioni periodiche IVA (cosiddette LiPe).
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.
GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, in riferimento ai dubbi interpretativi sollevati dagli interroganti, concernenti l'applicabilità della definizione agevolata agli avvisi bonari emessi in esito al controllo automatizzato delle dichiarazioni, effettuato in base agli articoli 36-bis del DPR n. 600 del 1973 e 54-bis del DPR n. 633 del 1972, anche alle liquidazioni periodiche IVA (cosiddette LiPe), ricordo che l'Agenzia delle entrate ha già fornito chiarimenti in merito.
In particolare, la circolare n. 1/E del 13 gennaio 2023 ha precisato che la suddetta definizione, introdotta dalla legge di bilancio 2023, si applica, a prescindere dal periodo di imposta, a tutte le rateizzazioni regolarmente intraprese in data anteriore al 1° gennaio 2023 e per le quali, alla medesima data, non si è verificata alcuna causa di decadenza. Non è, pertanto, necessario intervenire con iniziative normative, in quanto già rientrano nell'ambito applicativo della definizione agevolata anche le somme dovute a seguito del controllo delle cosiddette LiPe, di cui all'articolo 21-bis del decreto-legge n. 78 del 2010, il cui pagamento rateale è ancora in corso alla data del 1° gennaio 2023.
Il controllo su tali comunicazioni, infatti, è eseguito, ai sensi dell'articolo 54-bis del già richiamato DPR n. 633 del 1972, che, come noto, prevede che la liquidazione dell'imposta dovuta venga effettuata con procedure automatizzate, sulla base dei dati e degli elementi direttamente desumibili dalle dichiarazioni presentate e di quelli in possesso dell'Anagrafe tributaria. I relativi esiti sono comunicati ai contribuenti al pari di quelli risultanti dal controllo delle dichiarazioni.
Dalle informazioni pervenute, posso assicurare gli interroganti che l'Agenzia delle entrate ha già fornito indicazioni in tal senso alle proprie strutture territoriali.
PRESIDENTE. Il deputato Testa ha facoltà di replicare, per 2 minuti.
GUERINO TESTA (FDI). Grazie, Presidente. Utilizzerò solo pochi istanti, perché il Ministro Giorgetti è stato pienamente esaustivo e, quindi, lo ringraziamo anche a nome della categoria dei dottori commercialisti e gli facciamo un grandissimo in bocca al lupo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
(Elementi e iniziative sulla ripartizione delle risorse ancora disponibili a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027 - n. 3-00141)
PRESIDENTE. Il deputato Stefanazzi ha facoltà di illustrare l'interrogazione De Luca e altri n. 3-00141 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Da tre mesi, sentiamo parlare incessantemente di autonomia differenziata. Addirittura, qualche giorno fa, il Ministro Salvini ci ha ricordato che, senza autonomia, ci saranno cittadini di “serie A” e cittadini di “serie B”.
Ora, uno degli strumenti più importanti per assicurare al Paese di essere riconnesso è il Fondo per lo sviluppo e la coesione: più di 70 miliardi di euro per finanziare opere e progetti che vanno destinati, com'è noto, per l'80 per cento, al Mezzogiorno.
Ad oggi, non ci è dato sapere nulla rispetto all'uso di questo Fondo e continuiamo a constatare una clamorosa lentezza nella ripartizione delle risorse, che, com'è noto, sono state oggetto di un ampio negoziato fra Governo (di cui il Ministro Giorgetti era un autorevole esponente), Stato e regioni, nella scorsa legislatura.
Per questo, il Partito Democratico chiede al signor Ministro se e quando il Governo intenderà ripartire questi fondi fra le regioni del Mezzogiorno e - concludo, Presidente - soprattutto chiediamo al signor Ministro se possiamo fidarci di un progetto di autonomia differenziata, se le premesse sono queste, e se persino con risorse già disponibili per il Sud dobbiamo scontrarci con la colpevole lentezza del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.
GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, onorevole Stefanazzi, preliminarmente, mi permetta di far rilevare che non è certamente imputabile né a questo Governo, né tanto meno all'autonomia differenziata (che non esisteva nel 2021) il fatto che, nel 2021, questi fondi non siano stati assegnati. Le posso assicurare che, nel mese di novembre del 2022, dopo pochissimi giorni dal suo insediamento nel nuovo Governo, il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, onorevole Fitto, ha inviato ai Ministeri assegnatari delle risorse e ai presidenti delle regioni e delle province autonome una nota finalizzata all'acquisizione delle informazioni necessarie a “ricostruire con precisione lo stato dell'arte dell'impiego delle risorse destinate alle politiche di coesione, in vista delle conseguenti iniziative governative”.
Sulla base degli elementi forniti in risposta a questa nota, nonché dei dati registrati nella banca dati unitaria del Ministero dell'Economia e delle finanze, il Dipartimento per la coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri ha avviato una specifica istruttoria, i cui risultati sono stati, in primo luogo, posti a fondamento della delibera adottata dal CIPESS, in data 27 dicembre 2022.
Sono in corso ulteriori analisi, che si prevede di concludere entro il corrente mese di febbraio, i cui risultati costituiranno, da un lato, la base di una specifica relazione sullo stato di attuazione delle politiche di coesione, che verrà messa a disposizione del Parlamento e, dall'altro, il punto di partenza per procedere, anche in ragione dei risultati della programmazione relativa al periodo 2014-2020, ad una più razionale ed efficiente ripartizione delle risorse, relativa al nuovo periodo di programmazione. Tale percorso sarà in grado di contribuire a realizzare gli obiettivi di cui all'articolo 119, comma quinto, della Costituzione.
PRESIDENTE. Il deputato De Luca ha facoltà di replicare.
PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Ringrazio il Ministro. Ho grande stima, abbiamo grande stima per il Ministro, però le sue parole non hanno fatto nessuna chiarezza, anzi, hanno alimentato semplicemente la confusione e la preoccupazione che nutriamo e che ci ha indotto a proporre questo question time.
Il Fondo per lo sviluppo e la coesione, come sapete bene, è uno strumento prioritario per sostenere la crescita del Sud e ridurre gli squilibri economico-sociali nel Paese. Nella programmazione 2021-2027, sul Fondo per lo sviluppo e la coesione sono stati stanziati 73,5 miliardi di euro: 27 miliardi sono a disposizione delle regioni del Sud. Sono stati già ripartiti, Ministro, sono stati già ripartiti nello scorso mese di giugno. È necessaria, semplicemente, una delibera del CIPESS, che eroghi queste risorse alle regioni.
Non c'è alcuna ricognizione ulteriore da fare. Le risorse vanno semplicemente erogate e messe a disposizione delle regioni. Se non è stato fatto nella precedente legislatura è perché il Governo Draghi ha interrotto il proprio corso, come lei sa bene. Eravamo su posizioni differenti.
Da quando vi siete insediati, abbiamo chiesto con forza, dall'inizio, che procedeste ad assegnare queste risorse alle regioni del Mezzogiorno. Da parte vostra è arrivato, però, solo un silenzio assordante finora, e i danni che si stanno provocando alle regioni del Sud sono drammatici, perché sono bloccati i progetti di investimento decisivi nel settore dell'ambiente, della formazione, dell'inclusione, del trasporto, del sostegno alle imprese. Si tratta di progetti decisivi. Non capiamo le ragioni di questa ostilità del Governo nei confronti del Sud, aumentata, aggravata e, peraltro, confermata da una proposta di autonomia differenziata che avete ripresentato in Consiglio dei ministri e che, a nostro modo di vedere, suscita le stesse identiche preoccupazioni che avevamo manifestato rispetto alla prima bozza. È una proposta irricevibile che aumenta le distanze nel Paese. Se avete intenzione di fare la stessa cosa con queste risorse, cioè rimettere in discussione l'attribuzione già operata nelle regioni del Mezzogiorno per distribuire altrove questi fondi, sappiate che ci troverete a fare un'opposizione forte nelle istituzioni, perché non vi consentiremo di dividere il Paese, di spaccare l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
(Iniziative in materia di tassazione dell'attività dei frontalieri italiani che lavorano in Svizzera, in relazione al venir meno della vigenza delle disposizioni adottate in periodo pandemico con riferimento al lavoro a distanza - n. 3-00142)
PRESIDENTE. Il deputato Del Barba ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gadda ed altri n. 3-00142 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
MAURO DEL BARBA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. In base all'Accordo tra Italia e Svizzera sulla tassazione dei frontalieri del 1974 e considerato che il nuovo accordo è in fase di ratifica da parte delle Camere proprio in questi giorni (e, quindi, non è vigente alla data odierna), il frontaliere residente nei comuni di frontiera, qualora svolga intere giornate di lavoro sul suolo italiano, è tenuto a dichiarare all'Agenzia delle entrate la quota di reddito maturata in quelle circostanze.
Durante il periodo pandemico, tuttavia, con un accordo bonario tra Svizzera e Italia, è venuto meno questo vincolo e si è consentita maggiore flessibilità ai lavoratori e alle stesse imprese. Tuttavia, il 22 dicembre 2022 i rappresentanti di entrambi i Paesi hanno convenuto di non rinnovare quest'accordo, determinando, in tal modo, un aggravio per quanto riguarda i frontalieri e, oltretutto, venendo meno a quanto già previsto dall'Unione europea, la quale invece ha prorogato la disciplina fino al 30 giugno 2023.
Si chiede, quindi, al Governo se vi sia l'intenzione di riaprire questo tavolo su queste linee e se vi sia intenzione di farlo urgentemente, visto che proprio da oggi decorre il termine dal quale i frontalieri sarebbero tenuti a tornare alle vecchie regole.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.
GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, signor Presidente. Onorevoli Del Barba e Gadda, in riferimento al quesito posto ricordo, in via preliminare, che l'accordo amichevole tra la Confederazione svizzera e la Repubblica italiana del 19 giugno 2020, la cui efficacia è stata prorogata fino al 31 gennaio 2023, era stato stipulato per tener conto delle misure eccezionali poste in essere per far fronte alla situazione straordinaria determinata dalla pandemia legata al COVID-19.
Tale accordo è stato sottoscritto in base alla procedura di amichevole composizione prevista dall'articolo 26, paragrafo 3, della Convenzione del 9 marzo 1976 tra la Confederazione svizzera e la Repubblica italiana per evitare le doppie imposizioni.
Com'è noto, il 23 dicembre 2020, il Governo italiano ha sottoscritto un nuovo accordo con la Confederazione svizzera relativo alle imposizioni dei lavoratori frontalieri, nonché un Protocollo che modifica la Convenzione tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera, per evitare le doppie imposizioni.
Il relativo disegno di legge di ratifica attualmente è all'esame del Parlamento e proprio questa mattina è stato approvato, in prima lettura, dal Senato. In particolare, evidenzio che il Protocollo aggiuntivo al predetto Accordo contempla, al punto 3, il potenziale ulteriore sviluppo del telelavoro per i frontalieri. In tale contesto, il Governo ha già avviato una interlocuzione con la controparte elvetica che, da parte sua, ha manifestato la propria disponibilità al dialogo per definire a breve la possibilità di utilizzare a regime la nuova modalità di prestazione dell'attività lavorativa sperimentata durante il periodo della pandemia anche dopo la cessazione del periodo emergenziale.
Sono fiducioso che questo dialogo, nella più ampia cornice delle misure a tutela dei lavoratori previste dall'accordo del 2020, consentirà di giungere, in tempi rapidi, alla regolazione anche delle prestazioni di lavoro da remoto.
Nelle more dell'approvazione finale del citato disegno di legge di ratifica, comunico che è intenzione del Governo presentare un emendamento ai provvedimenti all'esame delle Camere finalizzato a disciplinare, in via transitoria, fino all'approvazione della legge di ratifica in precedenza richiamata, l'attività lavorativa svolta dai frontalieri, in modo da definire e da chiarire la portata normativa.
PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di replicare.
MARIA CHIARA GADDA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, proveniamo dallo stesso territorio, quindi, mi permetto di parlare a un Ministro che conosce bene queste tematiche e, con la stessa concretezza che il nostro territorio conosce, le chiedo di fare in fretta.
Apprezzo la disponibilità da parte del Governo di risolvere questo tema legato al telelavoro con un emendamento, quindi con un provvedimento rapido, perché non possiamo attendere la ratifica degli accordi fiscali. È vero che è stata votata questa mattina al Senato, ma attendiamo ancora l'iter alla Camera.
Il telelavoro è stato inserito durante la pandemia come una misura di carattere emergenziale, ma in questi due anni il mondo del lavoro è cambiato. In queste settimane e in questi mesi, l'Unione industriali del Ticino, i sindacati e le imprese in generale, hanno fatto pressioni sui rispettivi Governi, quindi anche sul nostro, per arrivare a una definizione che possa essere allineata, quanto meno, alla data del 30 giugno 2023, stabilita a livello comunitario. Credo che non ci possiamo permettere di avere flessibilità, quantomeno fino al 30 giugno, sul piano contributivo e non su quello fiscale. Auspico davvero una soluzione, perché non possiamo permetterci, in questo momento così difficile per il Paese, che per i frontalieri aumenti la tassazione. Sappiamo che per i nostri territori di frontiera il lavoro frontaliero è fondamentale, proprio perché sono territori spesso disagiati, spesso difficili. Comunque, dobbiamo prendere atto che il mondo del lavoro è cambiato e che il telelavoro fa parte di un rapporto sano tra l'azienda e il lavoratore. Nell'incertezza normativa, non possiamo permetterci che il telelavoro, in queste ore in cui siamo in un regime di mancanza di indicazioni precise, si possa risolvere con pratiche di informalità, ad esempio. Questa soluzione e questa risposta che lei ci ha dato oggi ci soddisfano, come gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe, però vogliamo vedere con concretezza quando quest'emendamento effettivamente sarà approvato.
(Iniziative volte allo stanziamento di risorse appropriate per adeguare gli stipendi degli insegnanti ai parametri europei, anche alla luce di recenti dichiarazioni del Ministro - n. 3-00143)
PRESIDENTE. La deputata Orrico ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00143 (Vedi l'allegato A).
ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, abbiamo letto le sue affermazioni sugli stipendi dei docenti che insegnano al Nord, dove il costo della vita è più alto, e abbiamo letto il suo tentativo di rimediare a una dichiarazione che cela la vera visione di questo Governo, ovvero la visione di un Paese da dividere, nel quale incrementare le conflittualità sociali e ampliare le differenze tra cittadini e lavoratori di serie A e di serie B. Ministro, è vero che il costo della vita è maggiore in alcune aree del Paese; ma cosa ha a che fare questo con il merito e con il lavoro che, ogni giorno, i nostri insegnanti mettono in campo? Ha mai provato a chiedere a un docente quanti sacrifici, quanta dedizione e quanto impegno ci vogliano, ad esempio, per insegnare in una scuola a San Luca, in Aspromonte, o nella periferia di Palermo o a Napoli? Ecco perché vorremmo sapere davvero cosa intenda fare questo Governo per incrementare gli stipendi dei docenti italiani che sono i meno pagati d'Europa - la metà rispetto agli insegnanti tedeschi - e che, però, hanno a che vedere con la risorsa più preziosa di questo Paese, ovvero le nuove generazioni.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Presidente, onorevoli colleghi, avendo una concezione alta della politica e del giornalismo, ritengo che non debbano mai cedere alle strumentalizzazioni e alla mistificazione della realtà. Su questa vicenda, ho trovato molta propaganda e poco rispetto della verità. Temo che in troppi non abbiano ascoltato il mio audio al Forum Gedi, che, peraltro, è online e che chiunque può ascoltare.
Nel mio intervento, infatti, ho posto, come prioritario, quello degli stipendi di tutti gli insegnanti, bassi ovunque. Cito lo sbobinato di una sola frase, ma per farvi capire: “Dobbiamo lanciare una grande sfida per trovare risorse per la scuola e, soprattutto, per gli insegnanti”. Poi, vado avanti, parlando di stipendi, che sono troppo bassi. Ho, inoltre, affermato che dobbiamo trovare anche forme nuove ed ulteriori di finanziamento della scuola a beneficio di tutto il personale, così come ho ricordato di aver posto, a Bruxelles, il tema del Patto di stabilità, sospeso soltanto fino alla fine di questo anno.
Condividendo, dunque, l'esigenza di aumentare gli stipendi di tutto il personale della scuola, in 3 settimane abbiamo raggiunto un accordo con i sindacati che ha previsto 100 milioni di risorse nuove, aggiunte alle somme disponibili, e la destinazione di ulteriori 300 milioni, già previsti nel bilancio per altri scopi, finalizzati, invece, da noi, ora, ad aumentare gli stipendi di tutto il personale della scuola. La scorsa settimana, ho firmato il cambio di destinazione di quelle risorse. In 3 settimane, abbiamo chiuso un contratto che era rimasto in sospeso da troppo tempo.
Ma veniamo al passaggio discusso. Cito testualmente, di fronte ad una domanda specifica: “Credo che il contratto nazionale non verrà toccato. Il contratto nazionale non ritengo neanche che sia una richiesta delle regioni. Non ho mai sentito qualche regione che voglia mettere in discussione il contratto nazionale”. E, poi, alla domanda successiva, ho ribadito che “non è in discussione il contratto nazionale”, aggiungendo: “Semmai una richiesta di alcune regioni è quella di consentire una maggiore equità laddove il costo della vita sia molto più alto. La vera sfida è capire come fare per far sì che un lavoratore che si trovi un costo della vita molto più alto nel suo territorio, ovunque si trovi (ho ribadito “ovunque si trovi” e ho sottolineato “al nord, al centro o al sud, questo è poco rilevante”) non venga penalizzato”.
Cari colleghi e cari amici, anche gli indici Istat rilevano, per esempio, che anche a Roma il costo della vita è molto caro. Pensate che, secondo dati ufficiali, nell'area romana, a fronte di uno stipendio di 1.300 euro al mese, che è lo stipendio purtroppo di un'insegnante elementare, tra costo della spesa e affitto, pagati questi, rimangono appena 153 euro. La sinistra riformista, un tempo, si era posta la questione di coniugare merito e bisogno.
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.
GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. La questione del merito e del bisogno è stata abbandonata, è stata trascurata: sono fermamente convinto che noi dobbiamo riprendere in mano quella sfida nell'interesse dell'Italia intera (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Il deputato Caso ha facoltà di replicare.
ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ovviamente, non siamo soddisfatti della sua risposta, perché, arrivato a un certo punto, sembra che lei sia sempre qui ad affermare qualcosa, per poi ritrattarla, smentirla e tornare sui propri passi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Abbiamo quasi coniato un detto…
GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Ma quale ritrattare?
PRESIDENTE. Ministro, la prego.
ANTONIO CASO (M5S). Presidente, grazie. Però qui sembra che veramente si è costantemente a ritrattare e non è solo l'unico esponente del Governo, mi verrebbe da dire, però siamo arrivati quasi ad un detto ora: ogniqualvolta il Ministro Valditara dichiara qualcosa, in Italia un progressista muore.
E veniamo a queste affermazioni che, in realtà, se poi andiamo a vedere, magari, non sono letterali, ma sono totalmente e terribilmente, mi verrebbe da dire, in linea con la scellerata riforma - lo dicevamo prima - dell'autonomia differenziata del Ministro Calderoli, che ci consegnerebbe un Paese nuovo, basato su una parola d'ordine, che è “disuguaglianza”: un'Italia spaccata in 2, 3, 4, ma anche 5.
È vero che ci sono zone del nostro Paese dove il costo della vita è maggiore, ma il problema riguarda tutti gli stipendi, di certo non solo quello dei docenti. Ma questo perché? Perché - notizia delle notizie - già siamo un Paese diviso in serie A e serie B; in realtà, tutte le scelte e le ricette che state mettendo in campo vanno in una direzione opposta. Gli stipendi dei docenti sono bassi, lo sappiamo - la metà di quelli dei tedeschi -, ma non dobbiamo alimentare una battaglia territoriale tra poveri, bensì lavorare insieme veramente sulla dignità economica dei docenti, sull'eccessivo precariato, sulle strutture fatiscenti, sulle classi pollaio e così via. Purtroppo, però, cari…
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
ANTONIO CASO (M5S). …le azioni che avete messo in campo - arrivo a conclusione, grazie, Presidente -, in realtà, ci lasciano poche speranze: tagliate oltre 700 scuole, la maggior parte al Sud, togliete 4 miliardi alla scuola pubblica, mentre, poi, si alimentano i fondi alle private; avete illuso migliaia di persone nell'organico aggiuntivo ATA. È vero che, quindi, a tutti gli effetti, il vostro sembra un attacco…
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Caso.
ANTONIO CASO (M5S). … all'istruzione pubblica, alla scuola pubblica e, se così andrete avanti, da questa parte troverete un MoVimento 5 Stelle pronto a fare muro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Iniziative in ordine alla moratoria dei mutui agrari, in considerazione della grave crisi economica che ha colpito il comparto agricolo - n. 3-00144)
PRESIDENTE. Il deputato Davide Bergamini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00144 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, le nostre aziende agricole stanno vivendo, da alcuni anni, un momento di crisi drammatica a causa di vari fattori.
Nel 2021, abbiamo avuto il problema, a tutti noto, del COVID, della pandemia; il 2022, poi, è stato un vero anno nero per le imprese agricole a causa di eventi atmosferici avversi e forti temperature che hanno messo a repentaglio molte delle nostre produzioni. A tutto questo, si è aggiunto, poi, il conflitto ucraino, che ha portato ad un incremento dei costi di produzione, spesso per le imprese agricole, che hanno superato il 23 per cento, con punte addirittura oltre il 63 per cento per alcuni prodotti che vengono utilizzati in agricoltura.
È necessario, pertanto, mettere in campo azioni che tutelino le nostre imprese agricole, che vadano a regolarizzare tutta la filiera agroalimentare e i prezzi, regolando i vari attori.
A fronte di questo, le chiediamo quali azioni intenda mettere in campo anche a fronte del decreto Crisi ucraina, che prevedeva la possibilità per le nostre imprese agricole di rinegoziare i mutui agrari, anche se, nonostante il decreto, ancora oggi risultano forti difficoltà da parte degli imprenditori agricoli nel riuscire a rimodulare i mutui agrari, che dovevano modificare per ottenere condizioni migliori.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Grazie, onorevole Bergamini, per aver puntualizzato anche il quadro economico sul quale la sua interrogazione e quella del collega Molinari, a nome di tutto il gruppo, hanno voluto porre l'attenzione. Avremo modo anche di trattare tutti gli altri argomenti, ma, per ragioni di tempo, mi soffermo sulla puntuale richiesta del gruppo.
Come rammentato dall'interrogante, il decreto-legge n. 21 del 2021 prevede, all'articolo 19, la possibilità per le imprese agricole di richiedere la rinegoziazione e la ristrutturazione dei mutui concessi dalle banche o da altri enti creditizi per finanziare le loro attività.
In particolare, è prevista la possibilità dell'estensione del periodo di rimborso fino a 25 anni e con garanzia Ismea. Per due possibili ragioni, la misura non è stata utilizzata secondo le attese. La prima riteniamo possa essere la circostanza per cui gli istituti di credito siano tenuti a segnalare alla Centrale rischi della Banca d'Italia tutte le operazioni di ristrutturazioni concesse; in secondo luogo, pesa l'aumento dei tassi di interesse da parte della BCE, che rende, attualmente, poco conveniente la ristrutturazione dei mutui contratti in periodo di bassi tassi d'interesse.
Altre misure, tuttavia, vanno incontro alle esigenze delle imprese agricole colpite, come ricordato, dall'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime. È attiva, fino al 31 dicembre 2023, la misura straordinaria, di cui all'articolo 20 del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, che consente a Ismea di rilasciare garanzie a titolo gratuito, con percentuale di copertura al 100 per cento, a fronte di finanziamenti della durata massima di 10 anni, con 24 mesi di preammortamento ed importo fino a 62 mila euro.
La misura della garanzia a prima richiesta Ismea è, inoltre, operativa con diverse novità. Infatti, Ismea potrà garantire le piccole e medie imprese agricole e della pesca fino all'80 per cento del valore del finanziamento e fino a 5 milioni di euro per ciascun beneficiario, a prescindere dai requisiti soggettivi e dimensionali della piccola e media impresa richiedente.
Informo, infine, che, anche per finanziamenti garantiti da Ismea, ai sensi del quadro temporaneo COVID, sarà possibile richiedere la proroga della durata dei piani di ammortamento, con automatica estensione della garanzia nei limiti della normativa comunitaria di riferimento.
Come segnale, vorrei sottolineare che, oggi, è ripartito il progetto Generazioni-ter, fermo da tempo, che permetterà ai nostri giovani imprenditori, che rappresentano il nostro futuro, di vedere finanziate buone idee e la loro passione per l'agricoltura con finanziamenti da parte di Ismea fino al 100 per cento del sostegno utile all'acquisto di terre (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Il deputato Davide Bergamini ha facoltà di replicare.
DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Grazie, signor Ministro, per la sua risposta completa ed esauriente. È una bellissima notizia quella che ci ha dato con riferimento a questo progetto Generazione Terra, che permetterà a molti giovani imprenditori di affrontare con una maggiore sicurezza la loro attività e portare avanti la tradizione del nostro Paese, in cui c'è una forte tradizione agricola.
Sul discorso dei mutui, ovviamente, ci ha dato una risposta completa, per cui sarà consentito alle imprese agricole, anche fino a tutto il 2023, di presentare domande e riuscire ad ottenere un ristoro, ovviamente un sostegno per le loro attività, che in questi anni sono state fortemente compromesse.
Quindi, la ringrazio per la risposta e, come sempre, questo Governo si dimostra, ancora una volta, vicino alle nostre imprese e al nostro comparto agricolo, che rappresenta la tradizione e la storia del nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).
(Iniziative di competenza, a livello nazionale ed internazionale, per tutelare il settore agricolo e i consumatori dal rischio di nuovi aumenti dei prezzi - n. 3-00145)
PRESIDENTE. Il deputato Romano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00145 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Ministro, secondo le elaborazioni statistiche calcolate sugli anni 2018-2020, circa un terzo delle esportazioni globali di grano proviene da Russia e Ucraina, ma l'Italia si approvvigiona dai due Paesi citati soltanto per il 3,2 per cento, se si considera il grano tenero, e per il 2,5 per cento, se si osserva invece il dato sulle importazioni di grano duro.
Nonostante i principali fornitori di grano dell'Italia siano Canada, Grecia, Ungheria, Stati Uniti, Francia e Austria, le forti oscillazioni dei prezzi a livello internazionale, dovute alle quote delle esportazioni globali detenute da Russia ed Ucraina, hanno colpito duramente i principali mercati agricoli mondiali, e tra questi il nostro Paese.
La coincidenza della crisi alimentare conseguente allo scoppio della guerra ha determinato uno stato che è sotto gli occhi di tutti, l'aumento dei prezzi. In buona sostanza, facendo anche riferimento ai dati pubblicati da Coldiretti, quasi 13 miliardi di euro in più per gli italiani per acquistare cibi e bevande rispetto al 2021.
Noi chiediamo di conoscere quali iniziative lei e il suo Ministero intendiate intraprendere per far sì che si calmierino questi prezzi e gli italiani non subiscano ancora questo eccessivo rincaro.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Grazie al collega Romano per avere posto, insieme ad altri colleghi della maggioranza, anche nella giornata di oggi, il tema delicatissimo dell'aumento dei prezzi, che certamente non è responsabilità dei nostri imprenditori agricoli, né della nostra trasformazione, né della distribuzione, ma è causa delle sottolineate esigenze che oggi l'Europa tutta purtroppo soffre per strategie che nel passato non sono state messe in campo.
Il costo delle materie prime è in aumento, si registra ancora un aumento dei prodotti agricoli e abbiamo sottolineato le responsabilità indotte dall'assenza di pianificazione.
Consapevoli di questo, però, nella legge di bilancio abbiamo già voluto dare alcuni segnali operativi per cercare, intanto, di andare incontro ai cittadini più deboli, con un Fondo per gli acquisti alimentari rivolto a sostenere, con una dotazione pari a 500 milioni di euro, il potere di acquisto dei cittadini maggiormente colpiti dai rincari, cioè le fasce più deboli. La misura è in fase di attuazione. Sono in corso interlocuzioni con i rappresentanti della grande distribuzione organizzata e dei comuni con l'obiettivo di giungere ad un accordo che consenta ai beneficiari di tale misura di ottenere ulteriori sconti importanti, che mettano in condizione, ancor di più, di valorizzare l'intervento economico da parte dello Stato.
Altre misure sono rivolte, invece, al settore produttivo, in particolare il Fondo per la sovranità alimentare, 100 milioni, che tenteremo di implementare anche con i risparmi che stiamo mettendo in campo all'interno del sistema legato al Ministero, che possa sostenere le filiere più in difficoltà, e quindi abbattere anche i costi di produzione e, di fatto, il prezzo per i cittadini. Il Ministero ha esperito le necessarie consultazioni in quest'ottica anche con le associazioni agricole per capire come utilizzarli al meglio.
Poi c'è il Fondo dell'innovazione in agricoltura - un fondo di 225 milioni per i prossimi tre anni - che serve a lavorare per una sostenibilità ambientale che, però, viaggi con la capacità di produzione delle nostre aziende agricole, che devono continuare a produrre cibo di qualità e a sufficienza per i nostri cittadini.
Abbiamo lavorato anche per contrastare l'italian sounding, aumentando la dotazione dei nostri ispettori, il controllo e la repressione delle frodi a danno dei nostri produttori, che subiscono concorrenza sleale, e abbiamo aumentato la dotazione dei nostri Carabinieri, per controllare il caporalato e per controllare che i nostri imprenditori non subiscano concorrenza sleale attraverso l'utilizzo di fondi pubblici in maniera irregolare.
Informo che, nel corso del Consiglio Agrifish dell'ultimo 30 gennaio, ho chiesto in Europa che si ragioni su un intervento pianificato e strategico dell'Europa sulla vicenda legata alla crisi agroalimentare che colpisce il settore agricolo e, di conseguenza, quelli che, ritengo in maniera non del tutto corretta, vengono chiamati consumatori. Non ho mai pensato che le persone siano solo oggetto di consumo, ma siano capaci di discernimento (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), e credo che bisogna ragionare nell'ottica di come sostenere le loro scelte di qualità. Questa è la parola che sempre più deve far parte del nostro patrimonio, perché la qualità è il patrimonio della nostra Nazione.
È ferma intenzione di questo Ministero rispondere anche in maniera più dettagliata su questi temi, per cercare insieme tutte le misure per salvaguardare i prezzi, e quindi abbatterli il più possibile, ma anche per salvaguardare le nostre produzioni e un settore che, continuo a dire, è uno degli asset principali della nostra Nazione, ne rappresenta l'ossatura e anche, per i singoli prodotti, un patrimonio di civiltà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Romano ha facoltà di replicare.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro. Voglio, a nome del mio gruppo, manifestare l'apprezzamento per l'azione che lei sta svolgendo, e anche nella risposta di oggi trovo delle indicazioni e degli spunti interessanti, e, se li vuole accettare, i nostri suggerimenti possono essere d'aiuto per far sì che l'agricoltura torni ad essere nel nostro Paese trainante per la nostra economia e possa continuare a dare risposte non soltanto ai tanti che ci lavorano, ma anche ai consumatori, che possono consumare veramente prodotti di qualità nel sistema agroalimentare italiano.
Lei ha fatto riferimento all'italian sounding, ha fatto riferimento a temi come quelli che ha affrontato recentemente in Europa e che riguardano il vino. Mi complimento per l'accordo fatto con Francia e Spagna a difesa di uno dei nostri prodotti di eccellenza, riconosciuti in tutto il mondo. A mio avviso, bisogna andare in quella direzione, questo è il suggerimento, anche per quanto riguarda il grano.
Un tempo il nostro Paese era il granaio d'Europa, soprattutto nelle regioni meridionali eravamo i primi della classe. Una politica che ha guardato in altre direzioni non ci ha consentito di fare in modo che questo potesse essere il prodotto di eccellenza, dando tale possibilità a Paesi che possono fare una produzione intensiva e quantitativa maggiore, ma certamente non la qualità che possiamo fare noi in Italia. In questa direzione lei avrà sempre il nostro appoggio e il nostro sostegno, oltre che il nostro apprezzamento (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
(Chiarimenti in merito all'ipotesi di introdurre per i dipendenti pubblici differenze retributive attraverso la contrattazione accessoria, sulla base del costo della vita a livello territoriale - n. 3-00146)
PRESIDENTE. Il deputato Mari ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00146 (Vedi l'allegato A).
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Ministro, questa interrogazione, sottoscritta da tutte le deputate e i deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, nasce, come sa, da due dichiarazioni, quella sua e del Ministro Valditara, la cui risposta, tra l'altro, a un'interrogazione precedente ha confermato le nostre preoccupazioni.
Converrà con me che dire nella prima dichiarazione che “chi vive e lavora in una regione d'Italia, in cui è più alto il costo della vita, potrebbe guadagnare di più”, e, nell'altra che: “si può tenere conto delle differenze territoriali del costo della vita attraverso il contratto integrativo”, ebbene, queste due esternazioni convergono in modo straordinario. Quindi, chiediamo di sapere, siccome queste parole hanno suscitato apprensione e preoccupazione in milioni di lavoratori della pubblica amministrazione e della scuola, se c'è effettivamente l'intenzione di dare la stura a una contrattazione decentrata, integrativa, nel complesso della pubblica amministrazione, che possa tenere conto di presunte differenze di reddito su base territoriale.
PRESIDENTE. Il Ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha facoltà di rispondere.
PAOLO ZANGRILLO, Ministro per la Pubblica amministrazione. Signor Presidente, onorevoli deputati, la tematica sollevata dagli onorevoli interroganti mi permette di ribadire il costante impegno del Dipartimento della funzione pubblica in merito a digitalizzazione e formazione, all'assunzione in forma stabile di dipendenti pubblici, nonché in merito all'attività di contrattazione per il personale ad ordinamento pubblicistico o, tramite Aran, per il personale contrattualizzato. Per il conseguimento di questi obiettivi, solo per citare alcune delle iniziative che sono state intraprese: è stata predisposta la piattaforma informativa inPA, per agevolare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro nelle amministrazioni pubbliche; per l'anno in corso si punta all'assunzione di 156.400 persone, oltre le 157.000 assunte nel corso del 2022; sono in corso vari progetti formativi, come Syllabus, per tutti i dipendenti pubblici, al fine di fornire competenze per la trasformazione digitale; inoltre, abbiamo stipulato nell'ultimo anno 12 accordi collettivi che hanno permesso una copertura contrattuale per circa 3 milioni di dipendenti pubblici.
Nel mese di novembre, immediatamente dopo il mio insediamento, c'è stata la firma definitiva di ben tre accordi (sanità, scuola ed enti locali), contratti attesi da tempo non solo perché riconoscono importanti benefici retributivi, ma soprattutto perché iniziano ad innovare le regole su classificazione professionale e liberalizzano i percorsi di carriera economici e giuridici, coniugando merito, formazione ed esperienza professionale. I rinnovi contrattuali scontano un ritardo che non è certo di questo Governo. La tornata contrattuale del triennio 2019-2021, tanto per fare un esempio, ha avuto inizio solo alla fine del 2021, ha avuto bisogno di quattro leggi di bilancio per essere finanziata e, nei fatti, non è ancora conclusa, perché proprio in questi giorni sono in corso trattative per le aree dirigenziali.
Con riferimento al ruolo del contratto integrativo, voglio ricordare che tale strumento altro non è che la negoziazione che si svolge a livello di singola unità amministrativa e rappresenta il livello contrattuale più idoneo e più vicino ai lavoratori, per adattare le condizioni generali del contratto collettivo nazionale di lavoro nel contesto concreto del luogo di svolgimento della prestazione di lavoro. Potremmo definirla - e mi scuseranno i tecnici - una sorta di contrattazione di prossimità. Da questo punto di vista, il contratto integrativo, ferma la cornice inderogabile del contratto nazionale, potrebbe invece rappresentare uno strumento in grado di tener conto delle condizioni salariali dei dipendenti pubblici e del relativo contesto territoriale. Questo non costituisce in alcun modo la creazione di gabbie salariali, che sarebbero, queste sì, divisive e che nessuno ha intenzione di riportare in auge, a partire dal Ministro Valditara, con il quale sono in continuo contatto. Si tratta invece di un adattamento sul piano retributivo, rispetto a peculiarità delle differenti aree territoriali. Quest'obiettivo può essere perseguito evidentemente senza perdere di vista il principale ruolo dei contratti integrativi, ovvero quello di valorizzare il capitale umano agganciando i salari alla valutazione della performance e, quindi, al merito.
PRESIDENTE. Il deputato Mari ha facoltà di replicare, per 2 minuti.
FRANCESCO MARI (AVS). Signor Ministro, la sua risposta conferma le nostre preoccupazioni. A nostro avviso, le sue esternazioni, nelle quali ha detto che si dovrebbe tenere conto delle differenze territoriali e del costo della vita, attraverso la contrattazione accessoria, al pari di quella del suo collega Ministro dell'Istruzione e del merito, hanno il dono della sincerità e rendono trasparente l'intenzione del Governo di andare verso una differenziazione territoriale dei redditi del lavoro dipendente, per quanto riguarda gli insegnanti e tutti i dipendenti pubblici, come già avviene tra l'altro nel settore privato, di fatto riproponendo le cosiddette “gabbie salariali”. Ricordo a me stesso che la sospensione completa delle gabbie salariali fu sancita nel 1972, dopo la spinta di un grande sciopero generale del 12 febbraio 1969, che spinse Confindustria ad accettarne la soppressione graduale.
Questo perché l'applicazione pratica delle gabbie salariali produsse effetti negativi, provocando un aumento sensibile della disparità sociale. Segnalo che anche le gabbie salariali avevano lo scopo di portare i diversi territori a un livello adeguato di vita. Ma non è l'eterogenesi dei fini, Ministro, è il contrario: è che, per far scendere la pillola, normalmente attribuite ai vostri provvedimenti e ai vostri progetti uno scopo diverso, a volte opposto a quello effettivo. Insomma, voi non chiamate mai le cose con il loro nome. Noi, invece, vogliamo fare il contrario. Per questo, per farci capire, diciamo che servirebbe un meccanismo automatico valido per tutto il territorio nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) di adeguamento dei salari e delle pensioni al costo della vita. Insomma, servirebbe la scala mobile, altro che gabbie salariali! Ma soprattutto, Ministro, che due ministri dicano la stessa cosa su una questione così delicata non è un caso: c'è un intreccio evidente con l'avvio della discussione sull'autonomia differenziata.
PRESIDENTE. Deve concludere.
FRANCESCO MARI (AVS). Sono vere e proprie misure di accompagnamento. Avete messo in allarme una parte consistente degli oltre 3 milioni di lavoratori della pubblica amministrazione, tra i quali - lo ricordo - ci sono gli insegnanti meno pagati d'Europa, che non stanno chiedendo affatto moderne gabbie salariali. Soprattutto, questo tentativo di riaprire impostazioni divisive tra Nord e Sud, legate essenzialmente al costo della vita, non ha alcuna motivazione plausibile, perché non tiene in considerazione importanti svantaggi territoriali a cui sono sottoposti i cittadini del Mezzogiorno - e chiudo -…
PRESIDENTE. La ringrazio, deve chiudere, però.
FRANCESCO MARI (AVS). …ad esempio, in materia di servizi sociali, della sanità, degli asili nido. La Tari, nel mio comune, a Salerno, costa più del doppio che nel comune di Bergamo e, quindi, oltre che ingiusto, è anche profondamente sbagliato (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
(Iniziative per la semplificazione delle procedure amministrative, con particolare riferimento all'avvio di attività economiche - n. 3-00147)
PRESIDENTE. Il deputato Battilocchio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00147 (Vedi l'allegato A).
ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Grazie Presidente. Onorevole Ministro, lei ha dichiarato che il Governo, nell'ambito degli impegni legati al PNRR, sta lavorando a un pacchetto di misure per la semplificazione e lo snellimento delle procedure burocratiche, relative ad autorizzazioni per l'avvio di attività economiche, un cammino quanto mai necessario, opportuno e urgente, per arrivare nel 2026 a un'opera di sburocratizzazione complessiva di circa 600 procedure. Musica per le nostre orecchie. Ma, Ministro, le chiedo quali iniziative concrete intenda porre in essere, al fine di dare piena attuazione a questo percorso di semplificazione.
PRESIDENTE. Il Ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha facoltà di rispondere.
PAOLO ZANGRILLO, Ministro per la Pubblica amministrazione. Signor Presidente, onorevoli deputati, ringrazio per l'opportunità che mi viene data di illustrare in modo - spero chiaro - il percorso di semplificazione e di snellimento delle procedure burocratiche, che rappresenta uno dei target affidati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (M1C1-60, 61 e 63). Una prima semplificazione, ormai a regime per le amministrazioni centrali e che sarà nei prossimi mesi, e cioè a partire da giugno, estesa anche alle amministrazioni locali, è quella che riguarda la semplificazione delle procedure concorsuali per l'accesso al pubblico impiego. Dal 1° gennaio, per partecipare ai concorsi pubblici, si utilizza esclusivamente il portale del reclutamento inPA, dove sono pubblicati in modalità digitale anche i bandi dei concorsi e le comunicazioni relative alle fasi concorsuali. In questo modo le amministrazioni pubbliche, inclusi gli enti locali, sono esonerate dall'obbligo di pubblicazione delle selezioni in Gazzetta Ufficiale. Ma questo è solo un esempio. L'obiettivo finale, come ricordava l'onorevole interrogante, è di arrivare allo sfoltimento e alla semplificazione di ben 600 procedure, per step intermedi, di cui 200 entro il 2024, ulteriori 50 entro il 2025, per arrivare infine, nel 2026, ad avere un repertorio di procedure e di regimi giuridici validi su tutto il territorio nazionale. Il metodo è quello di semplificare attraverso reingegnerizzazione e digitalizzazione le procedure individuate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza: ambiente, energia, attività produttive, edilizia urbanistica, infrastrutture per le comunicazioni elettroniche, cittadinanza, turismo, agroalimentare e settore farmaceutico.
Inoltre, la semplificazione riguarderà anche aspetti fondamentali per l'autonomia di persone anziane e disabili: si tratta di interventi nell'ambito della mobilità e della fornitura di ausili e terapie.
Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, stiamo lavorando in sinergia con tutte le amministrazioni competenti per materia e con gli stakeholder di riferimento, nonché con i rappresentanti degli enti locali e territoriali. Proprio questa mattina, peraltro, nei miei uffici si sono incontrati i rappresentanti delle categorie artigiane, per esaminare un primo pacchetto di semplificazioni che riguardano le attività dello specifico settore.
Pertanto, voglio confermare che il Governo è attivo e partecipe e sostiene fortemente ogni iniziativa di semplificazione. Un primo segnale troverà conferma nelle misure che stiamo definendo con gli uffici del Ministro Fitto e del Ministro Casellati in vista del decreto-legge in materia di misure abilitanti per il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che sarà discusso dal Consiglio dei Ministri nelle prossime settimane.
Inoltre, un ulteriore pacchetto di misure di semplificazione amministrativa a sostegno delle imprese, così come previsto dalla legge sulla concorrenza, riguarderà principalmente il comparto dell'artigianato e delle attività produttive e sarà oggetto di un primo e specifico provvedimento normativo nel volgere delle settimane successive al decreto-legge, così da anticipare significativamente i tempi previsti per l'esercizio della delega.
Infine, stiamo lavorando anche a un disegno di legge delega per disporre di uno strumento normativo idoneo a coprire ulteriori settori di intervento. Sarà un momento di dialogo con il Parlamento, per rendere il nostro Paese un posto più semplice per vivere e per fare impresa.
PRESIDENTE. Il deputato Battilocchio ha facoltà di replicare.
ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro. Mi dichiaro soddisfatto per la puntuale risposta. Questo Governo ha 5 anni di lavoro davanti, ha una prospettiva di legislatura e si pone l'obiettivo ambizioso di cambiare il Paese. Quindi, sburocratizzazione e semplificazione di procedure che non procedono e non fanno procedere, razionalizzazione, graduale, di quei dannosi intrecci, a volte grovigli di norme contraddittorie, di postille perigliose e di cavilli pleonastici che si intersecano, superamento e sfoltimento di talune farraginose e macchinose strutture, che sovente si trasformano, per i cittadini e per le imprese, in veri e propri uffici complicazione affari semplici. In questo contesto e su questi temi, abbiamo di fronte una sfida nodale e strategica, da vincere nel corso del mandato con la nostra azione di Governo.
Come ha sempre sostenuto il presidente Silvio Berlusconi, la semplificazione amministrativa e burocratica, oltre a rappresentare uno strumento di tutela e rispetto dei diritti del cittadino nel rapporto con lo Stato, costituisce una misura fondamentale sotto il profilo economico, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese, cuore pulsante e patrimonio da difendere e sostenere per l'Italia.
Quindi, Ministro, bene; passi importanti nella giusta direzione. In questo tragitto, vada avanti spedito. Forza Italia sarà sempre convintamente al suo fianco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16.
La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 16.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 73, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
Informativa urgente del Governo sul caso Cospito.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sul caso Cospito.
Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi - per sette minuti ciascuno - e delle componenti politiche del gruppo Misto - per un tempo aggiuntivo - in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica.
(Intervento del Ministro della Giustizia)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, signor Presidente e grazie onorevoli colleghi. Sono qui su richiesta dei gruppi parlamentari che mi hanno chiesto, nei giorni scorsi, di riferire sulla vicenda di Alfredo Cospito, detenuto in regime speciale secondo l'articolo 41-bis. Il detenuto, come sapete, sta attuando uno sciopero della fame in condizioni di salute che poi saranno successivamente descritte.
La posizione giuridica di Cospito, sulla quale oggi sono chiamato a pronunciarmi, è una posizione estremamente complessa; spero che avrete la pazienza di seguirla, perché coinvolge una serie di aspetti, sostanziali e procedurali, che sono estremamente articolati.
In sintesi, Cospito si trova, in questo momento, in due posizioni; da una parte, da una posizione, che poi specificherò meglio, che è sotto l'esclusiva competenza dell'autorità giudiziaria, sulla quale ovviamente il Ministro, il Governo e la politica, in generale, non possono intervenire; la seconda è, invece, connessa all'istanza di revoca dell'articolo 41-bis che l'avvocato difensore ha fatto pervenire agli inizi di questo mese.
Cercherò di illustrarle entrambe, tenendo conto - lo ripeto - che si tratta di questioni di estrema complessità.
Per quanto riguarda la prima, il detenuto è stato sottoposto al regime speciale di cui all'articolo 41-bis con un decreto ministeriale a firma della Ministra della Giustizia, professoressa Cartabia, in data 4 maggio 2022, a seguito della richiesta della procura DDA di Torino e della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, con una nota del febbraio 2021. All'applicazione del regime detentivo speciale si è giunti a seguito di emergenze istruttorie dalle quali risulta che il detenuto, inserito al vertice dell'associazione con finalità di terrorismo, ha fornito una positiva dimostrazione di essere perfettamente in grado di collegarsi con l'esterno, anche in costanza di detenzione, inviando documenti di esortazione alla prosecuzione della lotta armata di matrice anarchica-insurrezionalista.
Con l'ordinanza del 1° dicembre 2022, sulla quale, a suo tempo, ebbi a riferire in un question time, su richiesta di un onorevole collega, il tribunale di sorveglianza di Roma ha rigettato il reclamo presentato dal detenuto e ha confermato le motivazioni a supporto del mantenimento dello stesso regime, e questo provvedimento del tribunale di sorveglianza, assai articolato, ha stabilito che il decreto ministeriale appare essere immune da qualsivoglia censura e, quindi, le limitazioni che sono state imposte apparivano e appaiono conformi alla legge e idonee al risultato perseguito.
Contro questo provvedimento pende un ricorso davanti alla Corte suprema di cassazione. Come forse saprete, l'udienza era stata fissata ad aprile poi, il difensore ha chiesto un'anticipazione e la Corte di cassazione ha fissato l'udienza per il 7 febbraio. Come ho detto, questa decisione è squisitamente di competenza giurisdizionale e, quindi…
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Il 7 marzo…
CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Come scusi? Sì, il 7 marzo; scusate, cosa ho detto? Chiedo scusa, per il 7 marzo. È stata anticipata, appunto, di un mese. Come dicevo è di competenza assolutamente giurisdizionale e su questa, ovviamente, il Ministero non può minimamente pronunciarsi.
Il secondo aspetto della situazione di Cospito riguarda, invece, l'istanza di revoca del regime speciale, che è stata avanzata dal difensore, come ho detto prima, il 13 gennaio. Qui, la situazione è più complessa, perché questa normativa è stata più volte mutata, per quanto riguarda la competenza del Ministero della Giustizia, e l'opinione, direi, prevalente di oggi è che il Ministro non possa pronunciarsi se prima non ha acquisito i pareri delle autorità giudiziarie che sono competenti.
A questo proposito, vorrei citare una lunga e articolata missiva che il procuratore generale della Repubblica di Torino ha inviato due giorni fa a questo Ministro. Tralasciando le frasi di circostanza: “(…) Il mio ufficio generale, da me personalmente rappresentato - dice il procuratore generale -, sia nella fase esecutiva, sia in quella di cognizione, ha in questa fase il duplice ruolo di pubblico ministero per l'esecuzione e di pubblico ministero presso l'ufficio procedente”. Cosa significa, detto in termini magari più chiari? Che il procuratore generale di Torino ritiene, a ragione, di intervenire in una duplice veste: come pubblico ministero che ha seguito il giudizio di merito, che pende ancora in Cassazione, salvo essere poi stato sospeso perché è stato fatto un ricorso alla Corte costituzionale, sia per quanto riguarda, invece, questo secondo aspetto di cui parliamo oggi, della situazione di Cospito, che poggia sulla richiesta del difensore di revoca della misura dell'articolo 41-bis.
Il procuratore generale, con una lettera, lo ripeto, molto articolata, si esprime così; ve la leggo, perché così evitiamo ogni equivoco: “La questione che mi ha determinato a rivolgermi a lei, signor Ministro, riguarda la possibilità o meno che io sia chiamato a esprimere un parere in ordine a tale richiesta” - la richiesta, appunto, di revoca - “che mira alla revoca della misura, peraltro a distanza di poco tempo dal rigetto del reclamo proposto dal difensore dell'imputato e condannato avverso il provvedimento di applicazione da parte del tribunale di sorveglianza di Roma, su parere conforme della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. La questione relativa alla mia titolarità e legittimazione non è - dice lo stesso procuratore generale - di semplice soluzione”.
Vi risparmio le osservazioni giuridiche; come spesso accade nelle normative, nella nostra legislazione vi sono interpretazioni differenti da parte della dottrina e da parte della giurisprudenza. Il procuratore generale di Torino dà atto che vi è questa difficoltà di interpretazione; però, a suo avviso, poiché il comma 2-bis dell'articolo 41-bis dispone che il provvedimento emesso ai sensi del comma 2 è adottato sentito l'ufficio del pubblico ministero che procede alle indagini preliminari ovvero quello presso il giudice procedente e acquisita ogni altra necessaria informazione presso la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, conclude chiedendo espressamente di poter esprimere il suo parere.
A questa richiesta il Ministero ha risposto immediatamente, l'altro ieri appena arrivata la lettera, convenendo con il procuratore generale della corte d'appello di Torino sulla correttezza del suo esame, invitandolo quindi a inviare le sue osservazioni e il suo parere.
Contavamo di avere entro oggi, e di potervele anche illustrare, le conclusioni del procuratore generale di Torino che interviene, ripeto, nella duplice veste di pubblico ministero nella fase di cognizione, che pende davanti alla Corte di cassazione, ancorché sospesa per il ricorso alla Corte costituzionale, e nella fase cosiddetta esecutiva o, comunque, in quella di cui oggi si parla.
Il procuratore generale di Torino ci ha fatto sapere che non sarebbe stato in grado di inviare questo parere oggi - lo ha fatto sapere telefonicamente - e che lo invierà domani.
Quindi, purtroppo oggi, al contrario di quanto avrei sperato, non sono in grado di rispondere a questo complessivo quesito. Abbiamo acquisito, è vero, il parere della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, ma avrei preferito e preferirei, anche per deferenza verso il collega, cioè verso il magistrato di Torino, riassumerli congiuntamente.
Per quanto riguarda la situazione della seconda posizione di Cospito, quella cioè che concerne la richiesta di revoca del 41-bis, trasmessa direttamente a questo Ministro a gennaio, noi non possiamo, in questo momento, che attendere, come è doveroso fare, il parere del procuratore generale della Repubblica di Torino.
Nel frattempo, abbiamo sentito la necessità, come dire, di trasferire il detenuto in una struttura carceraria e sanitaria di massima sicurezza, mantenendo quindi il 41-bis, ma anche di massima tutela nei confronti del detenuto. Noi avevamo avuto un'indicazione dell'ASL di Sassari, che definiva la situazione sanitaria di Cospito, tutto sommato, accettabile; lo definiva in discrete condizioni. Tuttavia, essendo venuto meno un parametro elettrolitico - vi tralascio il troppo e il vano dal punto di vista sanitario -, per tutela massima del detenuto abbiamo ritenuto di inviarlo in die, cioè nello stesso giorno in cui ci è arrivata questa comunicazione da parte del carcere di Sassari, nella migliore struttura carcero-sanitaria, chiamiamola così, italiana.
Per cui, da quel giorno, il Cospito è detenuto, sempre nell'ambito del 41-bis, presso il carcere di Opera sotto strettissimo monitoraggio e ovviamente con la massima tutela e la massima attenzione per il suo stato di salute.
Vorrei qui aggiungere che, per quanto riguarda lo stato di salute del detenuto, di qualsiasi detenuto, non esiste un 41-bis di serie A o di serie B. Si può discutere a lungo se il 41-bis sia una norma da rivedere o da mantenere, si può discutere a lungo se possa o debba essere applicata ad autori di un certo tipo di reato, piuttosto che di un altro, ma una cosa è certa: una volta che è stata stabilita una regola, una volta che è stata approvata una legge, questa legge è uguale per tutti. Quindi, per chi è soggetto al 41-bis, che sia anarchico insurrezionalista, che sia mafioso, che sia appartenente ad un'altra organizzazione criminosa, la legge è uguale per tutti e, quindi, l'attenzione che noi poniamo alla salute del detenuto, sia esso anarchico insurrezionalista, sia esso camorrista o altro, per questioni di etica e per questioni anche di dovere istituzionale e costituzionale, è assolutamente la medesima.
Va da sé, però, che lo stato di salute di un detenuto non può costituire elemento di pressione nei confronti dello Stato per modificarne lo status di detenzione, per varie ragioni, la principale delle quali è che, se noi accedessimo al principio che un deperimento dell'individuo sottoposto al 41-bis, dovuto al destino o dovuto alla volontà di chi lo provoca, fosse seguito da un automatico o, comunque, anche da un riflettuto mutamento di questo stato di detenzione, apriremmo la porta, apriremmo la diga a tutta una serie di pressioni nei confronti dello Stato da parte di altri detenuti che si trovano nella stessa condizione.
È abbastanza logico pensare che, se noi dovessimo mutare le condizioni di 41-bis del detenuto Cospito in ragione del suo stato di salute, se la stessa situazione dovesse presentarsi nei confronti delle centinaia di mafiosi che stanno al 41-bis e che dovessero instaurare lo sciopero della fame, ci troveremmo, sempre perché la legge è uguale per tutti, nella necessità di adottare le stesse conseguenze, le stesse conclusioni, e questo ovviamente non è possibile (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
Per quanto riguarda, quindi, lo stato di salute, spero di essere stato abbastanza chiaro; altrettanto voglio esserlo per il 41-bis.
Noi non abbiamo mai messo in discussione la necessità di mantenere questo istituto. L'articolo 41-bis è stato approvato a suo tempo, è una legge dello Stato, per noi costituisce in questo momento un elemento normativo non trattabile nei confronti di chi si trova nelle situazioni per le quali, secondo la normativa vigente, debba essere applicato. Quindi, la possibilità di mutare in questo momento tale normativa è inesistente (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Azione-Italia Viva-Renew Europe).
Allo stesso modo, direi che ancora di più è inesistente, se noi dovessimo collegare questo eventuale mutamento alle situazioni di disordine che si sono create in questi giorni nei confronti dello Stato.
Gli attentati, gli atti vandalici, che purtroppo sono in progressione, da parte degli anarco-insurrezionalisti e, magari, anche di altre formazioni che si stanno collegando e compattando con queste, sono delle forme di intimidazione davanti alle quali lo Stato, spero con unanimità, deve tenere la massima fermezza e la massima determinazione (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Azione-Italia Viva-Renew Europe). Anche qui è quasi banale ricordare che, se noi dovessimo solo dare l'impressione di cedere a una qualsiasi forma di pressione esterna, le fondamenta dello Stato di diritto e della nostra stessa democrazia scricchiolerebbero.
Per quanto riguarda l'aspetto finale, sono arrivate, nel frattempo, delle richieste che si sono aggiunte a quelle originarie dei gruppi e riguardano queste emergenze o queste situazioni emerse nel dibattito di ieri. Sono state citate informazioni che attengono a circostanze avvenute nel regime detentivo speciale di cui all'articolo 41-bis. È bene premettere che, in linea di principio, tutti gli atti riferibili ai detenuti in regime di 41-bis sono, per loro natura, sensibili, ragion per cui, ai fini della loro ostensione, occorrono una preventiva verifica e una valutazione del loro contenuto. A partire da questo dato esiste, però, una pluralità di aspetti che meritano doverosi approfondimenti. Bisogna comprendere di che tipo di atti si tratti, quale livello di segretezza essi abbiano, se e chi potesse averne conoscenza e se il destinatario potesse, a sua volta, divulgarli o condividerli con terzi. Già nella giornata di ieri, com'è noto, ho chiesto al mio capo di gabinetto di ricostruire quanto è accaduto. Questi quesiti attengono ad una materia complessa, delicata, suscettibile, per alcuni aspetti, di diverse interpretazioni.
Al quadro che ho finora qui rappresentato si aggiunge, peraltro, l'indagine aperta dalla procura di Roma per i reati di rivelazione e utilizzazione del segreto di ufficio, secondo almeno quanto è apparso oggi, su alcuni giornali. Questa notizia rappresenta un elemento di novità, di cui a questo punto, per il doveroso rispetto del lavoro degli inquirenti, non possiamo non tenere conto (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Azione-Italia Viva-Renew Europe).
Grazie per l'attenzione (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Colleghi, per cortesia, poi potrete parlare, e quindi esprimere tutte le eventuali vostre perplessità. Colleghi, proseguiamo.
(Interventi)
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare il deputato Maschio. Ne ha facoltà.
CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, in primo luogo ritengo doveroso esprimere la nostra piena e totale solidarietà al giornalista Stefano Fumagalli (Applausi) e alla troupe del TG2, per la vile aggressione subita ieri, davanti al carcere di Opera, e, assieme a loro, al procuratore generale di Torino, che ha ricevuto, l'8 dicembre, una busta con un proiettile; ai giudici (Applausi), dichiarati tutti obiettivi, in una lettera con proiettile inviata al direttore de Il Tirreno; alla collega Chiara Colosimo, raggiunta da messaggi minatori sui social (Applausi); a tutti gli uffici, le aziende, le ambasciate e le persone che sono state oggetto di attentati, minacce e intimidazioni.
Sia chiaro che questi fatti, gravissimi, non solo sono la conferma che lo Stato è dalla parte giusta, ma rendono evidente che vedranno lo Stato non arretrare di un centimetro rispetto alla linea intrapresa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Veniamo ai fatti: in primo luogo, va rapidamente ricordato chi è Alfredo Cospito. È un anarchico-insurrezionalista, nichilista, terrorista, così autodefinitosi, sospetto ideologo e fondatore della cosiddetta Federazione anarchica informale-Fronte rivoluzionario internazionale, fondata, organizzata orizzontalmente, con diverse cellule in Italia e all'estero. Già condannato per 10 anni e 8 mesi di reclusione per avere gambizzato, nel maggio 2012, l'amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, successivamente ancora condannato, a seguito di un'ulteriore indagine, per un attacco dinamitardo effettuato nel 2006 presso la scuola allievi Carabinieri di Fossano, per il quale inizialmente vi è stata una condanna a venti anni di reclusione. Successivamente, la Cassazione ha riqualificato il reato come strage contro la sicurezza dello Stato, che prevede l'ergastolo, e, non avendo il Cospito collaborato con la giustizia, è stato applicato anche il regime di ostatività. Dal maggio 2022 Cospito è stato sottoposto al regime di 41-bis, per quattro anni. Abbiamo già chiarito quanto la competenza e le motivazioni che stanno alla base di questo provvedimento, che poi fu firmato dall'allora Ministro Cartabia, sono di stretta competenza giurisdizionale, quindi della magistratura, in possesso delle informazioni necessarie a stabilire le condizioni per disporre questo regime di cosiddetto carcere duro. Quindi, sicuramente non è un martire, a meno che non si voglia considerare che, essendo Bin Laden un martire per i fondamentalisti islamici o essendo Totò Riina un eroe per i mafiosi, allora per ciascuno la scelta di chi possa essere un martire o un simbolo della propria battaglia è valida, ma, per quanto ci riguarda, Cospito è un criminale, un terrorista pericoloso, e non è un martire della giustizia (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).
Premesso tutto questo, le recenti informazioni, emerse non solo da alcune dichiarazioni di un collega, il collega Donzelli, ma anche da altri articoli di giornale, sul fatto che possa esservi una pericolosa saldatura tra fenomeni e movimenti mafiosi e anarchici nella comune battaglia per scardinare il regime del 41-bis fa assumere all'intera vicenda caratteristiche di gravità e di pericolosità ancora più alte, sulle quali è necessario e doveroso che lo Stato abbia alzato la soglia di sicurezza.
Faccio un plauso anche alle posizioni assunte dai Ministri Nordio, Tajani e Piantedosi, nei giorni scorsi, Ministri che sono stati di estrema chiarezza (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Condivido anche il fatto che sia pericoloso insinuarsi in una non facile distinzione tra 41-bis di serie A e 41-bis di serie B in base alle modalità o alle tipologie di organizzazione di cui si fa parte. Leggo, ad esempio, un'intervista apparsa su Domani all'ex Ministro, ora onorevole, Orlando, il quale sostanzialmente sostiene che sia un regime che deve essere tenuto strettamente legato alla sua funzione, che, se non esclusivamente pensato per le organizzazioni di stampo mafioso, abbia in quelle l'elemento prevalente. Quindi, l'onorevole Orlando dice sostanzialmente che non è ovviamente contrario al 41-bis in generale, ma esprime perplessità sull'utilizzo del 41-bis nel caso concreto. Noi su questo non siamo d'accordo. Riteniamo che sia pericoloso inoltrarsi in questa tipologia di distinzioni fra diverse responsabilità e modalità di attribuzione e applicazione del 41-bis.
Riteniamo che altrettanto, in una fase come questa, nella quale lo Stato sta mantenendo una posizione solida, salda e molto lineare nella lotta contro chi cerca di scardinare il 41-bis prestarsi - anche se ovviamente involontariamente e per altre motivazioni - a legittimare quei dubbi possa essere pericoloso.
Vado a concludere, Presidente. Utilizzare le condizioni di salute di un detenuto, peraltro condizioni di salute auto-inflitte e, quindi, non dovute a responsabilità esterne, per scardinare il 41-bis, riteniamo sia uno strumento pericoloso, che non può essere legittimato e condiviso. Riteniamo che, in una fase come questa, sia necessario essere estremamente chiari e coerenti nel mantenimento di una posizione forte a tutela del 41-bis, che è e deve rimanere un pilastro fondamentale nella lotta alla mafia, alla criminalità organizzata, al terrorismo e a tutte quelle forme di criminalità che hanno particolari caratteristiche di pericolosità.
PRESIDENTE. Concluda.
CIRO MASCHIO (FDI). Concludo, Presidente, auspico che questa sia la volontà comune di questo Parlamento: mantenere una linea solida sulla difesa del 41-bis, mantenere una linea solida e ferma nella lotta alla criminalità organizzata e, quindi, recuperare, sia nei toni che nei contenuti, il pieno spirito di unità e di collaborazione nella lotta alla mafia, che è quello che sta alla base anche della costituzione della Commissione antimafia che abbiamo all'unanimità approvato in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente, e grazie signor Ministro. Ministro, noi consideriamo nostro faro la Costituzione, l'articolo 2, che mette al centro la persona e la sua dignità, e l'articolo 27, comma terzo, che afferma che la pena non può essere contraria al senso di umanità. Sulla base di questi principi, Ministro, abbiamo ritenuto di visitare il carcere di Sassari e incontrare, fra gli altri, il detenuto Cospito per ragioni umanitarie; verificare se il suo stato di salute fosse compatibile con quel carcere. Non abbiamo mai messo in dubbio l'applicazione dell'articolo 41-bis (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e non abbiamo mai chiesto la revoca del 41-bis al suo caso (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma le abbiamo chiesto, Ministro, questo sì, di verificare se vi fossero ragioni umanitarie, per far sì che quel detenuto da lì fosse trasferito in un carcere dove le condizioni potessero essere più idonee. E lei, Ministro, dopo le sue verifiche, ha fatto proprio questo. Però, Ministro, io la capisco per l'imbarazzo di passare da pubblico ministero a difensore d'ufficio. Capisco anche che lei oggi ci abbia dato delle risposte per le quali le chiederemo di tornare, evidentemente, perché l'approfondimento, come ci ha spiegato, è in corso. Però, ieri è accaduto un fatto gravissimo. Ieri l'onorevole Donzelli, che lei certamente conosce, perché è il coordinatore nazionale di Fratelli d'Italia ed è anche il vicepresidente del Copasir, con inaudita violenza, ha attaccato il Partito Democratico diffamandolo con insinuazioni pesanti e parole lesive della nostra onorabilità.
Abbiamo chiesto l'intervento del Giurì d'onore, che raramente è stato attivato in quest'Aula. Ci siamo chiesti perché l'abbia fatto e ci siamo detti che forse era necessario far vedere che quell'esperienza di ordine, sicurezza e fermezza, più volte sbandierata, non fosse stata scalfita proprio dalla sua decisione di trasferire il detenuto per ragioni umanitarie. Ieri nel suo volgare attacco il collega Donzelli, però, con dovizia di particolari, ha utilizzato - ha detto lui - documenti. Ora, secondo noi, sono documenti che non potevano essere nella sua disponibilità. Dalla lettura delle sue dichiarazioni, infatti, emergono dettagli di ascolti effettuati nel carcere di Sassari. Innanzitutto mi permetta, Ministro, suo tramite, di ringraziare tutte le donne e gli uomini che abbiamo incontrato in quel carcere, che lavorano in condizioni difficili, con grande sacrificio (Applausi). Voglio anche ricordarle, Ministro, che sono anni che in quel carcere non c'è un direttore. Lei ha immediatamente avviato un'indagine interna, quindi, evidentemente, quello che è successo ieri è un fatto grave. Ora, Ministro, per aiutarla, delle due l'una: o si tratta di ascolti che sono stati effettuati in un'attività preventiva e, allora, li può avere legittimamente solo il capo del DAP e, suo tramite, lei; oppure si tratta di informazioni acquisite nell'ambito di indagini di Polizia giudiziaria e, allora, la loro disponibilità, come lei ben sa, Ministro, spetta esclusivamente all'autorità giudiziaria e, quindi, al Procuratore titolare delle indagini oppure al Procuratore nazionale antimafia, ma neppure a lei, Ministro. Richiesto di chiarimenti, il collega Donzelli ha detto che ha utilizzato dei documenti che sono depositati presso il Ministero della Giustizia e che sono nella disponibilità di chiunque li richieda, di qualunque deputato voglia richiederli.
Per i motivi che ricordavo prima, noi riteniamo che i documenti inviati dal DAP siano, contrariamente a quanto affermato, in alcun modo divulgabili e lei oggi, in qualche modo, ce lo ha confermato. Ma, vede, Ministro, ci ha tolto ogni dubbio il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, a cui lei ha dato - lo ricordo - la delega al DAP, cioè al Dipartimento penitenziario, perché ieri, angelicamente, ha confessato di essere stato lui a rivelare all'onorevole Donzelli le informazioni e che, anzi, non si tratta di intercettazioni, ma di relazioni. Sottolineo “relazioni”, perché oggi ha detto che è la relazione che viene inviata dal DAP al Governo, perché prenda le decisioni. Allora, Ministro, se è la relazione del DAP, come le ho ricordato poc'anzi, la relazione del DAP è nella disponibilità del capo del DAP, del suo capo di Gabinetto, Ministro, oppure di lei: di nessun altro e non può essere divulgata.
Mi permetta solo una battuta al presidente Foti. Non è che, se queste informazioni vengono acquisite per le vie brevi, smettono di essere informazioni riservate (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra). Vorrei che questo fosse chiaro. Peraltro, abbiamo appreso che le informazioni sarebbero state rese per le vie brevi, non a casa, ma in via parlamentare. Ci ha rassicurato. Quindi, che si tratti di documenti, come dice Donzelli, poi smentito, che si tratti di relazioni, come dice il Sottosegretario, o che si tratti di informazioni, come dice Foti, quello che è accaduto ieri è di una gravità inaudita (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra), perché - e questo ce lo dirà lei, lo apprenderemo dagli accertamenti - da questi comportamenti esce indebolita la lotta alle mafie e al terrorismo eversivo! Da questi comportamenti viene messa in pericolo la stessa sicurezza nazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra)! Da questi comportamenti si sono pregiudicate o comunque si è interferito in indagini fondamentali e delicate ed è stata pregiudicata l'essenza stessa dell'articolo 41-bis che - ricordo - serve per interrompere i rapporti e le comunicazioni fra i detenuti e le organizzazioni di appartenenza o altre organizzazioni criminali. E va detto, grazie all'onorevole Donzelli, che, grazie a lui, hanno comunicato benissimo tutti i detenuti al 41-bis (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra) e non dovevano essere riferite (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra).
Basterebbe questo, Ministro, per allontanare dai ruoli che ricoprono sia l'onorevole Donzelli sia il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra – Deputati si levano in piedi). Basterebbe questo, Ministro! Basterebbe questo! Le faccio una domanda: Ministro, quale funzionario dei servizi segreti si fiderebbe di inviare delle carte segrete al Copasir (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra)? E quale dirigente del Ministero della Giustizia o del DAP sarebbe tranquillo nell'inviare al Sottosegretario e al suo Ministero delle informazioni riservate? L'uso che ne è stato fatto ha minato il corretto rapporto fra istituzioni e poteri dello Stato. Per questo le chiediamo di revocare le deleghe al Sottosegretario Delmastro Delle Vedove (Commenti del deputato Foti) e glielo chiediamo per la sicurezza nazionale e per la credibilità e l'onorabilità delle istituzioni che rappresentiamo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra). L'uso politico, inoltre, che ne è stato fatto ha minato il corretto rapporto tra maggioranza e opposizione e dispiace che Fratelli d'Italia oggi non abbia detto nulla. Lo dico anche ai colleghi di quest'Aula: ieri è toccato a noi, domani può toccare a ciascuno di voi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra - Commenti del deputato Foti)! La democrazia è un patrimonio comune che va difeso da ciascuno di noi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra)! E dispiace, dispiace sinceramente che la Presidente Meloni faccia finta di niente. Dispiace perché i fatti avvenuti sono gravi e, se non sente il bisogno di intervenire, siamo purtroppo costretti a pensare che abbia tollerato o, addirittura, approvato quanto è avvenuto ieri (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra).
Concludo, Presidente. Ovviamente i tempi sono diversi, ma la tentazione di una certa destra di piegare le istituzioni a ragioni di parte non muore mai (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). «Voi dichiarate ogni giorno di voler ristabilire l'autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi sì, veramente rovinate quella che è l'intima essenza, la ragione morale della Nazione». Sapete chi ha detto queste parole qui, in quest'Aula, a Montecitorio? Le ha dette, il 30 maggio del 1924, Giacomo Matteotti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Misto – Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Matone. Ne ha facoltà.
SIMONETTA MATONE (LEGA). Presidente, io vorrei riportare, come dire, il dibattito sull'argomento per il quale il Ministro è venuto qui, ed è il caso Cospito. Noi parliamo di questo caso ed è un caso strano. Perché? Perché, in realtà, il caso Cospito è: 41-bis, è lotta al terrorismo, i fenomeni mafiosi e tutti gli argomenti sui quali noi siamo tutti quanti uniti e d'accordo, con la differenza però, non irrilevante, che l'attuale opposizione, che un tempo era maggioranza, ha fatto del giustizialismo il suo pane quotidiano lasciando il garantismo a una grande parte dell'attuale maggioranza. Mi riferisco, per esempio, alla campagna referendaria, campagna referendaria che è stata condotta da una parte del centrodestra.
Ora, improvvisamente, con il caso Cospito loro riscoprono il garantismo e il senso di umanità. Ma che senso di umanità ha avuto Alfredo Cospito nel gambizzare (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), nello sparare tre colpi alle gambe di Roberto Adinolfi, solo perché era l'amministratore delegato di Ansaldo Nucleare?
Vorrei ricordare all'Aula - questi sono atti che si possono leggere, perché sono pubblici - quello che lui ha dichiarato al processo: “In una splendida mattina di maggio ho agito” - chi non vuole sentire può uscire (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle) - “e in quelle ore ho goduto a pieno…
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, facciamo continuare l'onorevole Matone, grazie.
SIMONETTA MATONE (LEGA). Allora, ripeto: “In una splendida mattina di maggio ho agito e in quelle ore ho goduto a pieno della vita. Per una volta mi sono lasciato alle spalle paura e autogiustificazioni e ho sfidato l'ignoto. In un'Europa costellata di centrali nucleari, uno dei maggiori responsabili del disastro nucleare che verrà” - che sarebbe la vittima - “è caduto ai miei piedi”. Per questo fatto è stato condannato a 10 anni e 8 mesi.
Nel 2006 ha organizzato l'attentato alla Scuola allievi Carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, con la tecnica a trappola, ben nota a tutti gli episodi di terrorismo che hanno funestato gli ultimi 100 anni. Cosa è la tecnica a trappola? Sono due ordigni esplosivi, uno minore come richiamo, e il secondo, temporizzato e ad alto potenziale, per creare il maggior numero possibile di vittime. Solo per caso non vi furono né morti, né feriti. La Cassazione lo ha riqualificato, ai sensi dell'articolo 285 del codice penale, come atto terroristico diretto ad attentare alla sicurezza dello Stato e gli è stato inflitto l'ergastolo ostativo. Il 5 maggio 2022 è stato posto al regime di 41-bis dal Ministro Cartabia, perché questi provvedimenti vengono sì istruiti dal DAP e dalla magistratura di sorveglianza, ma li firma il Ministro.
Sull'ergastolo ostativo questo Parlamento ha fatto quello che il Parlamento precedente non ha fatto, nonostante la condanna della Corte europea dei diritti dell'uomo, due richiami del Comitato europeo dei Ministri e due sentenze della Corte costituzionale. Quindi, questo Parlamento ha abolito l'ergastolo ostativo, ponendo, però, paletti talmente tanto ampi che c'è stata addirittura una protesta degli avvocati dicendo: ci avete preso in giro? Io ritorno al senso di umanità che viene richiamato costantemente e ricordo che in questa vicenda il senso di umanità non c'entra assolutamente nulla. Cospito è un detenuto che sta male, anche per sua scelta, e va curato, ma perché è il contesto normativo che lo impone, sempre e comunque. Non è un piegarsi dello Stato alle ragioni di Cospito, come ho letto; è il rispetto delle norme, - insieme allo Stato di diritto - che ce lo impone (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
Quanto alla condizione carceraria, anch'io vado a fare visite in carcere, però visito degli sfigati e non dei VIP (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - Commenti). Ho passato sabato pomeriggio al G8 di Rebibbia Nuovo Complesso, dove ho trovato detenuti falegnami che trasformano - questo nessuno lo sa - le barche sequestrate agli scafisti in rosari che vengono venduti al Vaticano. Questi poveri cristi, anche se giustamente detenuti, mi hanno riempito di documenti che noi della Commissione giustizia, in silenzio, senza fare clamore e senza fare comunicati, esamineremo e valuteremo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).
Il Ministro ha parlato di ricatti, e ha fatto bene, perché stiamo parlando di scelte ricattatorie, a cui lo Stato di diritto si piega solo se c'è pentimento e ravvedimento. Io ricordo ai giuristi presenti in Aula che le misure alternative e la grazia si ottengono attraverso ravvedimento, pentimento e percorso di espiazione; non si ottengono attraverso il ricatto. Ricordo ancora che la certezza della pena in realtà non esiste, perché ogni detenuto è arbitro del proprio destino e, attraverso il suo comportamento, sarà lui a decidere quando uscire e quando non uscire.
Ora, noi siamo di fronte a un quadro giuridico estremamente complesso ed estremamente articolato, nel quale proprio il principio della separazione dei poteri fa sì che la politica debba rimanere distante, debba rimanere meramente spettatrice, non passiva, perché il Ministro è venuto qui a spiegare e a farci capire i passaggi del caso Cospito, ma - ripeto - in questa vicenda non vi è discrezionalità. C'è l'obbligatorietà della legge, che è uguale per tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, signor Presidente. Ministro, se oggi siamo qui è perché la maggioranza e il Governo, per l'ennesima volta, hanno dato dimostrazione di una mancanza della cultura delle istituzioni e di come si governa la Nazione nell'esclusivo interesse della stessa Nazione, di quella Nazione che voi tanto sbandierate e di cui vi ergete a patrioti. Quello che è accaduto ieri, in quest'Aula, è al limite della farsa e dispiace che di questa farsesca inadeguatezza ne abbiate dato subito prova, a soli 100 giorni dall'inizio di questa avventura di Governo, nel giorno in cui, tra l'altro, questo Parlamento discuteva dell'istituzione della Commissione antimafia e si sarebbe dovuto distinguere per unità da parte di tutte le forze politiche rispetto a una Commissione su cui siamo già in estremo ritardo e di cui, sì, il Paese ha bisogno. In quel giorno, il collega Donzelli ha di fatto interrotto i lavori per recitare, in quest'Aula, una vera e propria sceneggiata finalizzata principalmente a fare due cose: a rifarsi una verginità sul 41-bis, ergendosi a paladino dell'antimafia, e contemporaneamente strumentalizzando il caso Cospito, utilizzandolo come una clava politica per colpire una forza di opposizione. Su questo caso, sul caso Cospito, il MoVimento 5 Stelle non ha mai avuto oscillazioni: nessun cedimento al ricatto di terroristi e mafiosi. Il 41-bis non si tocca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
E nessuno - nessuno - approfitti di un singolo caso per provare a scardinare l'ultimo baluardo della lotta alla mafia e alla criminalità organizzata, senza, però, venir meno - questa è la nostra posizione - al contempo, alla tutela della salute del detenuto e al rispetto della sua dignità, valori, peraltro, sanciti dalla nostra Costituzione, che deve segnare la strada maestra per chiunque sieda tra questi banchi e per la comunità intera.
Il regime carcerario del 41-bis, lo ribadiamo, non risponde all'esigenza di aggravare la pena e non è, infatti, un aggravamento della pena, ma risponde alle esigenze di sicurezza collettiva che, innanzi a soggetti di vertice di associazioni mafiose e terroristiche, devono necessariamente prevalere su qualsivoglia diversa esigenza destinata ad arretrare.
Vede, Ministro, non abbiamo difficoltà o imbarazzi quando parliamo del 41-bis; le nostre battaglie e le nostre azioni politiche e normative raccontano meglio delle parole la nostra posizione dura e intransigente. L'intervento di Donzelli di ieri, invece, tradisce la smania di doversi appropriare di uno spazio politico che i vostri stessi primi interventi, al contrario, hanno minato e sabotato; mi riferisco ai ben noti capolavori sulla riforma del 4-bis e sull'espunzione dei reati di corruzione dai regimi ostativi, fino al vostro indecente valzer sulle intercettazioni e la dichiarata volontà di abolire l'abuso d'ufficio e anche di fare passi indietro sulla riforma della prescrizione.
Con la vostra nuova legge sull'ergastolo ostativo, avete indebolito il regime carcerario ostativo e lo strumento dei collaboratori di giustizia, un pilastro della normativa antimafia: un bel biglietto da visita. Ma forse, caro Donzelli, nella foga di presentarvi agli italiani come gli strenui difensori del 41-bis, la situazione vi è letteralmente sfuggita di mano, fino ad ammettere, in quest'Aula e anche maldestramente, di essere venuti in possesso di informazioni estremamente riservate e di averne fatto un uso - sì, questa volta - distorto, utilizzandole come un'arma impropria nella dialettica politica (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Ma la cosa ancor più grave è la condotta del Sottosegretario alla Giustizia, con delega al DAP, Delmastro, che ha messo in atto una condotta grave, dolosa, attraverso cui non solo ha abusato dei suoi poteri e violato i suoi doveri, ma, nei fatti, ha anche recato un danno alle attività investigative, che riguardano, peraltro, la lotta alla mafia e al terrorismo, oltre a esporre a un pericolo per la loro sicurezza le donne e gli uomini che ogni giorno combattono le mafie e la criminalità organizzata: complimenti!
Qui il punto non è se oggi siamo a chiedere la revoca delle deleghe di entrambi e le dimissioni del collega Donzelli dal suo ruolo al Copasir; certo che le chiediamo, anzi le diamo per scontate (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Ci chiediamo, semmai, cosa osti a non fargliele presentare (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! E qui veniamo a lei, signor Ministro. Di fronte a un suo Sottosegretario, che ha dimostrato di non svolgere il suo mandato in armonia con i compiti e le funzioni assegnate dalla Costituzione al suo Dicastero, dopo aver ascoltato la sua informativa, non ci è chiaro se continuo a nutrire fiducia nei confronti di questo Sottosegretario (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Per noi è evidente che i cittadini non possono sentirsi garantiti e rassicurati da chi maneggia informazioni così delicate con ingenua disinvoltura o, ce lo lasci dire, con calcolata spregiudicatezza politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E, a questo proposito, ci risulta difficile pensare che un luogotenente della Presidente del Consiglio Meloni, come Donzelli, che, tra l'altro, ci risulta che abbia da poco scalzato Rampelli…
SALVATORE DEIDDA (FDI). Ma cosa c'entra?
VITTORIA BALDINO (M5S). …commissariando la federazione romana di Fratelli d'Italia, si sia avventurato su questo scosceso crinale senza una regia politica.
Non possiamo credere che abbia agito in autonomia; non ci fate così ingenui, lo sappiamo che il mandato politico arriva da Palazzo Chigi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), dove, evidentemente, si sente forte la necessità di recuperare credibilità su di un piano, quello della legalità, su cui, in cento giorni, altro non avete fatto che indietreggiare, iniziando a smantellare, passo dopo passo, quanto di buono e incisivo avevamo fatto; ne sentivate proprio l'urgenza; ecco quanto ci tenete alla legalità.
Ma se tutto questo è stato fatto per sferrare qualche colpo di teatro e dimostrarvi intransigenti baluardi dell'antimafia, sappiate che, su questo terreno, avete ancora molta strada da fare. Voi non siete, in questo modo, i paladini dell'antimafia, ridicolizzando le istituzioni, né, tantomeno, perché prendete un aereo diretto a Palermo all'indomani dell'arresto di Matteo Messina Denaro.
Presidente, Ministro - concludo -, riteniamo indecente il suo intervento, in cui lei non ha detto assolutamente nulla sulla gravità di quanto accaduto, confermando l'imbarazzo della sua maggioranza e del Governo di cui fa parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ma, soprattutto, e questa è la cosa più grave, la sua reticenza, Ministro, ha il sapore della complicità (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Dovrà risponderne, non al MoVimento 5 Stelle, ma ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Ringrazio il Ministro Nordio, per la tempestiva e direi puntuale informativa sulla vicenda Cospito. E' stata l'occasione - bene ha fatto il Ministro - per ribadire la linea del Governo in relazione al 41-bis.
Ritenevo di non entrare sul merito di quanto accaduto ieri, perché pensavo più che condivisibile la comunicazione resa, al riguardo, dal Presidente della Camera, nel corso della seduta di ieri. E, allora, onorevole Serracchiani, lei, oggi, torna sull'argomento e, nel finale del suo intervento, si rivolge a questi banchi dicendo: oggi è toccato a noi, domani dovrebbe toccare a voi (Commenti della deputata Serracchiani)…
PRESIDENTE. Si rivolga sempre alla Presidenza.
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). E, allora, caro onorevole Serracchiani, per il tramite del Presidente, le dico che a noi, di Forza Italia, e al Presidente Berlusconi è già toccato, eccome, nel passato, anche recente (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), senza che, da parte vostra e da quei banchi, arrivasse una sola parola di solidarietà (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)! Ricordatevi di essere garantisti non un giorno sì e un giorno no, a corrente alternata.
E, ancora, onorevole Serracchiani, evitiamo di alimentare ancora questo clima di odio. Lei ha detto che la sicurezza nazionale è stata messa in pericolo…
PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, le chiedo la cortesia di rivolgersi a me e, mio tramite, eventualmente, a qualche onorevole presente alla Camera. Mi scusi, ma…
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Per il suo tramite, mi piace rivolgermi all'onorevole Serracchiani, per dire che la sicurezza nazionale è messa in pericolo dai movimenti anarchici insurrezionali, come Cospito e come chi fomenta Cospito (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)! E questo lo dico in premessa, perché un dibattito senza il rispetto reciproco, pur nella diversità delle posizioni, rischia di inquinare la vita politica democratica e di accreditare l'immagine di un Parlamento diviso sul tema del contrasto alle organizzazioni criminali di stampo mafioso e terroristico.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 17)
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). E, allora, penso che oggi sia l'occasione, perché questa Aula del Parlamento recuperi la sua centralità e ritrovi il suo primato, evitando la delegittimazione dell'avversario come strumento di lotta politica, riaffermando la centralità della discussione e del pubblico confronto, come metodo nell'esercizio dell'alta funzione che la Costituzione assegna a ogni singolo parlamentare.
Ritengo che questo sia il momento dell'unità, perché solo così le istituzioni possono rispondere anche alle manifestazioni di violenza che si stanno intensificando, in un crescendo di gravità, con attacchi ai palazzi delle diplomazie, ai palazzi delle istituzioni, delle Forze dell'ordine, dei giornalisti; da ultimo, è stato ricordato nei confronti della troupe televisiva e del giornalista del TG2, ai quali va la piena e convinta solidarietà del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
Ecco, nelle giornate di ieri e in quella odierna la Camera ha approvato, all'unanimità, l'istituzione della Commissione d'inchiesta sulle mafie e la Commissione d'inchiesta sul ciclo illecito dei rifiuti, a riprova, dunque, che è unanime e condivisa la lotta senza quartiere contro le organizzazioni criminali.
Penso, però, che corale ed unanime debba essere la risposta al clima di terrore provocato dagli anarchici per ricattare lo Stato. Lo Stato non può cedere alla logica dei ricatti e delle violenze, tanto più nel momento in cui emerge il dato inquietante del verosimile rischio che possano coalizzarsi anarchici, terroristi e mafiosi. Non dobbiamo per alcuna ragione abbassare la guardia; il 41-bis deve rimanere e - aggiungo -, ovviamente, applicato secondo i principi di uno Stato di diritto.
Voglio ricordare che proprio su sollecitazione della Corte costituzionale, anche per non lasciare vuoti legislativi, abbiamo modificato il 41-bis e, a fronte di sensibilità e opinioni divergenti, comunque, abbiamo fatto uno sforzo comune per operare quel difficilissimo bilanciamento di opposti interessi, avendo ben presente che non si trattava di abbassare la guardia nel contrasto alla criminalità organizzata, né di depotenziare le connesse esigenze di prevenzione generale e di sicurezza collettiva a fronte dell'ancora radicato fenomeno della criminalità mafiosa, evitando di indebolire il sistema di contrasto della mafia e delle organizzazioni criminali.
La migliore risposta per rimanere proprio in sintonia con il dictum della Corte costituzionale, la migliore risposta, dal nostro punto di vista, è stata quella di superare quegli anacronistici automatismi, restituendo alla magistratura di sorveglianza il ruolo di valutare, di fatto, il percorso carcerario del condannato, dopo il lungo tempo di espiazione della pena richiesto ai fini dell'ammissione ai benefici in uno con l'effettivo esito positivo del percorso risocializzante del detenuto.
Credo che queste disposizioni, che abbiamo approvato all'inizio della legislatura, consentano di far rientrare l'ergastolo ostativo compatibile tanto con i principi costituzionali, quanto con quelli della Convenzione dei diritti dell'uomo e questo è il risultato di un grande sforzo anche culturale. Noi, per questo, ringraziamo il Ministro Nordio e per quanto ci riguarda, caro Ministro, Forza Italia la sosterrà in questa nuova era che noi vogliamo inaugurare, all'insegna della libertà e del garantismo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, credo che lei non sia stato, oggi, reticente, nel senso che i suoi silenzi hanno parlato molto più di tante parole che avrebbe potuto esprimere per giudicare realmente il comportamento del suo sottosegretario Delmastro Delle Vedove e dell'onorevole Donzelli, così come la loro assenza, oggi, in Aula.
Onorevole Foti, mi rivolgo a lei, tramite il Presidente: dov'è Donzelli? L'uomo che non ha sbagliato nulla, che ieri si è comportato in maniera corretta nei confronti dei parlamentari e di quest'Aula, oggi, scappa, insieme al sottosegretario che ha una responsabilità diretta in un dibattito che li riguardava direttamente, e sarebbe stato corretto nei nostri confronti essere qui presenti. Anche questa assenza, queste assenze parlano tanto, rispetto ai loro comportamenti.
Però, oggi, signor Ministro, non giudichiamo soltanto il comportamento di un parlamentare o di un sottosegretario - i gravi comportamenti - ma facciamo anche delle valutazioni politiche rispetto a quella che è la posizione espressa dai due parlamentari e che è una posizione diametralmente diversa, opposta, rispetto a quelle che sono le sue posizioni espresse fino ad oggi, qui, in Aula, e che noi per molti versi condividiamo.
Noi abbiamo ascoltato la conferenza stampa che avete tenuto voi tre Ministri ieri mattina; il problema è che, rispetto a quello che è stato detto in conferenza stampa, rispetto a quello che ha detto lei, oggi, Fratelli d'Italia, che è il partito di maggioranza relativa, il partito che maggiormente la dovrebbe sostenere, la pensa in maniera opposta rispetto a quello che lei ha espresso. Fratelli d'Italia è garantista quanto io e lei abbiamo una folta chioma, signor Ministro. Fratelli d'Italia con il garantismo non c'entra assolutamente nulla e lo sta dimostrando dai comportamenti che sta vivendo lei stesso sulla sua pelle. Noi la stiamo sostenendo, le stiamo dando una mano, perché condividiamo molte delle iniziative e delle idee che lei porta avanti, ma a remarle contro sono proprio i componenti di quel partito, quelli che dovrebbero sostenerla maggiormente.
Lei, ieri, in conferenza stampa, come dicevo poco fa, difendeva le prerogative dei parlamentari e la possibilità, data loro dalla Costituzione, di far visita ai detenuti per verificarne lo stato di salute; e lo faceva addirittura quando un giornalista, in maniera provocatoria, le ha chiesto: ma c'è un collegamento fra quella visita dei parlamentari e coloro - mafia e terroristi - che vogliono far saltare per aria il 41-bis? Lei diceva che è una follia solo pensarlo e che era una provocazione quella domanda. Negli stessi minuti, Ministro Nordio, su quei banchi lì sedeva, anzi, si alzava e interveniva Donzelli e diceva esattamente il contrario.
Io non so se lei ha ascoltato il suo intervento, non gli stralci riportati dai giornali e neanche il resoconto parlamentare, ma la sua viva voce. Col tono di chi leggeva un'informativa (perché su quel passaggio lì ha letto) diceva che il 12 gennaio, prima, veniva incrociato, da parte del terrorista Cospito, Francesco Di Maio del clan dei Casalesi, che lo incoraggiava a proseguire la battaglia contro il 41-bis, e subito dopo, lo stesso giorno, sempre Cospito - utilizzando lo stesso termine - incrociava i parlamentari del Partito Democratico, che lo incoraggiavano a proseguire in quella battaglia. Il Partito Democratico come i Casalesi, Ministro: questo è stato quello che ha dichiarato colui che sostiene lei e la sua azione nel Governo della Repubblica.
Io credo che dire di un partito politico, di parlamentari che esercitano le loro prerogative, che vanno a verificare lo stato di salute di un detenuto al 41-bis, che stanno, di fatto, incoraggiando, così come la incoraggiano i Casalesi, una battaglia di revoca del 41-bis, sia il contrario di quello che lei ha detto ieri in conferenza stampa e che ha detto anche in quest'Aula. In conferenza stampa lei rispondeva a una domanda di un giornalista di Libero che chiedeva se il Governo fosse a conoscenza di un asse operativo fra i terroristi e i mafiosi contro il 41-bis, affermando che non era così; non so se rispondeva in questo modo, perché voleva evitare di rispondere a quella domanda o perché lo pensasse realmente, ma Donzelli, qui, diceva l'esatto contrario di quello che ha detto lei e, cioè, che il contenuto dei colloqui tra terroristi e mafiosi in carcere era pensato per costruire un'iniziativa contro il 41-bis.
Noi le esprimiamo solidarietà, signor Ministro, perché crediamo che il vero problema ce l'abbia lei con quel partito di maggioranza, che, in teoria, dovrebbe sostenerla e non la sostiene, e con quel Sottosegretario che agisce in maniera differente rispetto al suo pensiero; perché quel Sottosegretario è colui che ha passato informazioni a Donzelli e, tra l'altro, ha dichiarato candidamente che a chiunque di noi volesse chiedere informazioni su dialoghi tra detenuti al 41-bis, a chiunque di noi volesse chiederle, lui le darebbe (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra); o comunque è colui che dice, insieme a Donzelli, che di fatto al Ministero esiste un ufficio - signor Ministro, mi dica dov'è questo ufficio - dove possiamo recarci per raccogliere informazioni su dialoghi, magari, fra Bagarella e Cospito, anzi, su quello che pensa Matteo Messina Denaro: noi ci andremo a rivolgere a questo ufficio con la stessa semplicità con cui l'ha fatto Donzelli per raccogliere queste informazioni, Ministro, in tempo reale.
PRESIDENTE. Concludiamo, per favore.
DAVIDE FARAONE (A-IV-RE). Il 12 gennaio è accaduto tutto questo. Dopo qualche giorno, Donzelli era a conoscenza di un dialogo avvenuto in quella casa circondariale (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra) che dovrebbe essere un luogo in cui la riservatezza dovrebbe regnare.
Ieri, signor Ministro, lei è stato contraddetto tre volte. È stato contraddetto, innanzitutto, da Delmastro Delle Vedove e da Donzelli sulla questione che riguarda la diffusione delle intercettazioni, che lei dice di voler regolamentare perché un uso distorto le sta mettendo in discussione. Noi la sosteniamo, ma Donzelli le ha diffuse (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra), ripeto, le ha diffuse, quindi è lui che ha messo in discussione l'uso dello strumento.
PRESIDENTE. Deve concludere.
DAVIDE FARAONE (A-IV-RE). Concludo, Presidente. Mi riferisco all'uso delle intercettazioni come strumento di battaglia politica, utilizzate come clava contro gli avversari politici. Donzelli ieri ha usato le intercettazioni e il contenuto di quelle intercettazioni e di quei dialoghi come clava contro l'avversario politico.
In ultimo, signor Ministro, sulla difesa del 41-bis come strumento per impedire ai mafiosi e ai terroristi di dialogare fra loro, di diffondere comunicazioni e informazioni, di comandare dal carcere, ieri Donzelli è stato megafono (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra), è stato una cassa di risonanza del messaggio dei terroristi e dei mafiosi.
Su tre temi, su tre questioni così rilevanti, su cui noi la sosteniamo, è Fratelli d'Italia che non la sostiene, sono quei parlamentari che le danno contro.
PRESIDENTE. Onorevole Faraone, non mi costringa a toglierle la parola, perché è veramente oltre. Deve concludere subito, dieci secondi, non di più.
DAVIDE FARAONE (A-IV-RE). Concludo. Credo, signor Presidente, che un parlamentare, che non sa gestire informazioni delicate per la sicurezza del Paese, non possa fare il vicepresidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Per questo ne chiediamo le dimissioni. Così come e chiudo…
PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI (AVS). Poi continuo io...
PRESIDENTE. Onorevole Fratoianni, sempre per il tramite del centralino.
NICOLA FRATOIANNI (AVS). Per il tramite del Presidente, naturalmente. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, nella sua informativa, ci ha informato di poche cose, per la verità. Ci ha detto che nel merito della questione che aveva originato la richiesta di una sua presenza in quest'Aula, dunque la vicenda di Alfredo Cospito e del regime carcerario a cui è sottoposto, non è, in fondo, in grado di dirci molto di più di quanto non sia emerso in questi giorni, perché è in attesa di una relazione, in questo caso quella del procuratore generale di Torino. Neppure ci ha detto molto, se non con l'imbarazzo che molti colleghi e colleghe hanno opportunamente notato, sulla vicenda, gravissima, che ieri ha fatto irruzione in questa discussione, in nome del fatto - ce lo ha detto lei - che è stata aperta un'inchiesta. Dunque, per rispetto di quell'inchiesta, non è in grado oggi di dirci nulla di più di quanto i suoi silenzi e il suo imbarazzo, in realtà, non ci abbiano già detto. Tuttavia, signor Ministro, quel che è accaduto ieri, come è stato ricordato in modo molto efficace da molti dei colleghi e delle colleghe che mi hanno preceduto, è assai grave. È grave e dovrebbe rapidamente provocare, diciamo, per via naturale, la scelta dei diretti interessati di rassegnare le dimissioni dai loro ruoli, la scelta dell'onorevole Donzelli di dimettersi dalla vicepresidenza del Copasir, la scelta dell'onorevole Andrea Delmastro Delle Vedove di dimettersi da Sottosegretario di Stato con delega al DAP, presso il suo Ministero (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Tutto questo non è avvenuto e non avverrà. Sarebbe opportuno che ci pensasse, almeno per il Sottosegretario, il Ministro, a cominciare dalla revisione delle sue deleghe, e la Presidente del Consiglio, per quanto riguarda il suo ruolo più complessivo. Tutto quello che è accaduto è grave anche per la forma, perfino un po' ridicola se non fosse cosa seria e drammatica, che ha assunto nel corso delle ore. Questa vicenda è cominciata con l'intervento dell'onorevole Donzelli, che molti colleghi e colleghe hanno ricordato con le parole precise che ha pronunciato in quest'Aula, con riferimento a documenti consultati e a intercettazioni. Sono diventate poi parole diverse, che si sono concluse oggi, in questa fiera dell'assurdo, del ridicolo o del drammatico - fate voi - con le dichiarazioni conclusive dell'onorevole Delmastro Delle Vedove, che ha dichiarato, non a casa, a cena, ma in Parlamento gli ho riferito per via orale delle informazioni. Solo questo continuo susseguirsi di informazioni, che l'una con l'altra si smentiscono, da parte di figure così rilevanti per le nostre istituzioni dovrebbe rapidamente consigliare, per la tutela e l'onorabilità del Governo e, innanzitutto, della sua funzione, signor Ministro, una qualche iniziativa più decisa riguardo ai protagonisti di questa vicenda, così grave.
Tuttavia, signor Ministro, c'è qualcos'altro che a me perlomeno preoccupa molto, anche nella discussione che ho ascoltato oggi, in quest'Aula, nelle reazioni di questi giorni e, naturalmente, nella vicenda che ieri ha dato origine a questo a questo putiferio, che definire tale forse è assai riduttivo. Al netto degli elementi, ripeto gravissimi, che segnalano l'analfabetismo istituzionale, che ieri è stato ricordato, e l'uso improprio delle proprie funzioni e dei propri strumenti, c'è, infatti, qualcosa di più pesante in quello che è accaduto ieri; c'è l'uso strumentale, a fini di battaglia politica, di carte che però, badate, per come sono state utilizzate, fanno un danno ancora più profondo a questo luogo, al Parlamento della Repubblica. Abbiamo ascoltato interventi di colleghi e colleghe sul merito di una delle questioni che attraversano questa discussione: penso al tema del 41-bis per Alfredo Cospito e dell'appropriatezza o meno di quel regime carcerario per quel detenuto, e per la sua storia criminale che, indubbiamente, è storia criminale. Il fatto che il dibattito di ieri e il dibattito di questi giorni sostanzialmente costruiscano l'idea che chi esercita un dubbio sull'appropriatezza di quello strumento di regime carcerario per quel detenuto possa essere considerato un sostenitore, un sodale di chi compie determinati reati, di chi la pensa in un certo modo è la cosa più grave che ha attraversato questa discussione (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e che è si rimossa anche dal dibattito di oggi. Si è accusato chi è andato in carcere, svolgendo la propria funzione costituzionale, e io ringrazio i colleghi e le colleghe che sono andati nel carcere di Sassari, perché anche questo non dovrebbe essere rimosso dal nostro dibattito. Ci vuole fermezza rispetto alle leggi? Sì, ci vuole fermezza nel rispetto delle leggi, magari con meno retorica, anche sull'uso delle parole. Tutto questo non dovrebbe, però, rendere indifferente la funzione dello Stato rispetto al corpo e alla vita di un detenuto nelle mani dello Stato che, tra qualche giorno, se non interviene qualche fatto nuovo, rischia di essere morto. Quando l'abbiamo interrotta, signor Ministro, su quella data e, naturalmente, su quell'errore di lettura tra 7 febbraio e 7 marzo, in quell'interruzione, in quella correzione c'era qualcosa di più di una correzione formale, perché la differenza che passa tra il 7 febbraio e il 7 marzo può essere quella tra la vita e la morte di quel detenuto. Porsi la domanda di come lo Stato, che ha il potere di controllo su quel corpo e su quella vita, eviti che quella persona muoia non ha nulla a che vedere con un cedimento, con la scarsa capacità dello Stato di far rispettare le leggi, ma ha che fare con l'umanità e con la forza dello Stato. È proprio il contrario. Allora, anche l'uso delle parole e della retorica dovrebbe essere più prudente. La forza dello Stato non ha nulla a che vedere con il fatto che nelle prigioni dello Stato, della Repubblica, muoia qualcuno perché ha intrapreso uno sciopero della fame (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Non c'è alcuna relazione tra la forza, la fermezza, la difesa delle leggi dello Stato e la morte di un detenuto. È esattamente il contrario. Anche di questo dovremmo discutere, a proposito di questa vicenda, evitando di costruire su questo aspetto specifico e su tutto ciò che questo aspetto ha messo in campo una operazione di propaganda assai poco tollerabile.
Lo dico ad alcuni dei colleghi e delle colleghe che mi hanno preceduto: chi va in carcere, ci va per svolgere la propria funzione, sempre, qualunque sia il detenuto che va a trovare, un detenuto al 41-bis, un detenuto falegname che realizza rosari per il Vaticano, un detenuto per altri reati. Basta con la propaganda, un po' più di serietà su una questione che riguarda la qualità della nostra democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Azione-Italia Viva-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Romano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, ci sono delle cose che non vanno dimenticate e devono fungere da dogma quando parliamo di ogni carcerato, di tutti i carcerati, soprattutto in un momento in cui questi vivono grande disagio per l'affollamento delle carceri, per le condizioni di cui abbiamo già dibattuto qualche settimana fa, compreso, quindi, Alfredo Cospito. La prima è che, anche se delinquenti, lo Stato ha il dovere di proteggere la loro salute, quindi anche Cospito, in sciopero della fame, come l'ultimo dei carcerati, ha il diritto a cure necessarie per proteggere la sua vita.
Su questo il Ministro Nordio è stato molto chiaro, spiegando tutto ciò che è stato e che sarà fatto da questo punto di vista. “La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente”: Schopenhauer amava dire così e su questo tema più volte in giurisprudenza, oltre al dibattito politico, si è vista quell'insostenibile leggerezza del diritto alla salute tra dovere essere normativo ed essere applicativo. Ne corre tanto, ma io vi assicuro che i malati, carcerati o non carcerati, sono tutti uguali.
Così come dovrebbero essere tutti uguali i parlamentari quando, nell'esercizio delle proprie funzioni, leviamo qualche dubbio, poniamo qualche questione, svolgiamo la nostra attività. Questo argomento non avrei voluto trattarlo, ma l'onorevole Fratoianni mi ha riportato a 20 anni fa circa - lo voglio ricordare, perché è accaduto -, quando, in sede di dibattito, il sottoscritto che era presente in quest'Aula, insieme all'onorevole Giuliano Pisapia, elevò dubbi. Erano, forse, di lana caprina, erano, forse, dubbi legulei, ma riguardavano l'aspetto relativo alla disposizione del 41-bis, cioè riguardavano, a nostro avviso, il tema relativo alla forza del potere politico esecutivo rispetto a quella che non è una pena aggiuntiva - lo sappiamo -, è una misura cautelativa maggiore, ma che, di fatto, nel volgo comune, finisce per essere quella pena del cosiddetto carcere duro. Dicevamo che cosa? Non è meglio che se ne occupi il tribunale di sorveglianza? Non è meglio che si sottragga al potere politico la possibilità di decidere se Tizio, Caio o Sempronio sono meritevoli dell'applicazione di questa misura? Io, allora, votai astenendomi, l'onorevole Pisapia dichiarò di votare contrario; io ebbi, però, una canea che, rispetto anche ad un'indagine, mi fu sottolineata come colui che voleva aiutare le cosche, perché chiedevo che quell'articolo potesse essere messo nelle mani di un magistrato, anziché del Ministro della Repubblica. Lo voglio ricordare, perché alcune volte, quando si prendono alcuni argomenti, si fa finta di non sapere che ognuno di noi svolge la sua funzione qui dentro non soltanto in funzione di rappresentanza, ma avendo giurato sulla Costituzione, avendo il senso dello Stato, avendo la coscienza a posto per poter svolgere il proprio lavoro.
Per questa ragione, io avrei chiesto scusa ai colleghi del Partito Democratico che si sono recati in vista, perché non penserei mai di fare un'associazione tra chi svolge un'attività nobilissima, come quella politica (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), e la pena che è stata inflitta o l'accusa che viene rivolta ai visitati. Ma questo è un tema che non mi può riguardare, se non da parlamentare, e umanamente ritengo che debba essere così.
Altro aspetto è per ciò che riguarda, invece, le responsabilità di altro tipo, e non posso che condividere l'atteggiamento del Ministro Nordio. Non si può immaginare che, in questa sede, noi siamo chiamati a fare un processo rispetto a delle dichiarazioni fatte da un collega parlamentare che, come tutti, ha il diritto di difendere la sua posizione. Se siamo veramente garantisti, abbiamo il dovere di credere alle cose che ha detto. Con molta chiarezza, se è stata aperta un'indagine, per rispetto anche a chi l'ha aperta, saranno i magistrati a decidere e a darci un'indicazione molto chiara.
Io non ho molte altre cose da dire, se non fare un plauso al Ministro Nordio che, con determinazione, porta avanti una battaglia, che è quella del garantismo, senza inflessioni, sapendo che alla battaglia del garantismo viene associata un'altra battaglia, che è quella di rendere finalmente certa la pena nel nostro Paese. Su questo voglio dire una cosa. Vedete, l'arresto di Matteo Messina Denaro ha alimentato una polemica che, fortunatamente, devo dire, è stata immediatamente chiusa perché ci siamo ritrovati, qualche settimana fa, a mettere un punto certo, chiaro, definitivo sull'utilità e la necessità del 41-bis nel nostro sistema, altrimenti cosa sarebbe accaduto? Allora io vi dico, cari colleghi parlamentari, recuperiamo tutti insieme il senso dello Stato: un dibattito e uno scontro così violenti non possono che fare bene alle associazioni criminali, alle associazioni mafiose, che pensano di noi che sulla questione della lotta a loro ci dividiamo. E, invece, l'appello deve essere quello di ritrovare la strada maestra, perché, da un lato c'è lo Stato, e noi lo rappresentiamo, dall'altro lato, ci sono le mafie, ci sono le associazioni terroristiche che vanno sconfitte (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Ministro Nordio, siamo esterrefatti: oggi non abbiamo ascoltato il Carlo Nordio che in questi anni abbiamo letto, ascoltato e, spesso, condiviso. Dico subito che siamo tra coloro che ritengono urgente una discussione sulla compatibilità o, meglio, sulla incompatibilità del 41-bis con la nostra Costituzione, con i nostri principi costituzionali e non perché oggi ci sia un caso Cospito, non per lassismo, non perché si debba aprire una trattativa o cedere agli anarchici o ai mafiosi, ma per la nostra Costituzione. Ma, ieri, Ministro, il caso Cospito è diventato caso Cospito-Donzelli. Io ho usato, in quest'Aula, l'espressione “analfabetismo istituzionale”. Voglio precisarla: di solito, chi vive una condizione di analfabetismo non la vive con responsabilità né con dolo... chiederei l'attenzione del Ministro… Vice Ministro Sisto, lei può parlarci, credo, tutti i giorni, io ho pochissimi minuti, grazie.
Dicevo di solito, chi vive la condizione di analfabetismo non la vive con responsabilità propria o con dolo, ma questo non è il caso dell'onorevole Donzelli e del Sottosegretario Delmastro Delle Vedove. Una relazione contenente comunicazioni tra detenuti nel regime di più alta sicurezza previsto dal nostro ordinamento, accessibile e indirizzata esclusivamente ai magistrati di sorveglianza e ai vertici del suo Ministero affinché la usino per finalità di prevenzione e di sicurezza dello Stato. Noi, oggi, avremmo voluto sentirla in quest'Aula smentire che si tratti di una relazione di questo tipo o precisarci che tipo di atto è quello al quale ha avuto accesso l'onorevole Donzelli per il tramite del Sottosegretario Delmastro Delle Vedove.
Lei su questo è stato completamente elusivo.
Se la finalità del 41-bis è di impedire che vi siano comunicazioni tra i detenuti e l'esterno, bene, ieri quelle comunicazioni sono state garantite dall'onorevole Donzelli in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra).
A questo punto non serve più che le dica che l'inflessibilità dello Stato diventa ottusità o mostruosità nel momento in cui, ad esempio, le condizioni fisiche del detenuto non gli consentono più semplicemente di comunicare neanche con chi dovesse essere all'ora d'aria, neanche di uscire per l'ora d'aria, ma queste sono comunicazioni e informazioni che lei ha dalle relazioni.
Noi sappiamo quello che dicono i medici: ci dicono che ha poche ore di vita, pochi giorni, forse. Forse è falso. Lei, però, si assume la responsabilità di non intervenire, ma si deve assumere anche la responsabilità di dirci cosa è accaduto rispetto alle dichiarazioni in quest'Aula dell'onorevole Donzelli. Ministro Nordio, lei non ha voluto o non ha potuto assumere delle decisioni rispetto alle deleghe del Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, non ha voluto neanche dirci delle parole chiare. A questo punto, quella responsabilità ricade direttamente su di lei e sulla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa all'ordine del giorno.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, dopo l'emergenza pandemica, dopo la guerra in Ucraina, dopo l'incremento dei costi dell'energia e delle materie prime, ci saremmo aspettati da questo Governo misure serie di contrasto alla povertà, lungo il solco di una seria coesione sociale. Tutt'altro! Tra i primi provvedimenti che questa maggioranza ha inteso portare avanti c'è l'autonomia differenziata. Ebbene, è notizia di queste ore che il Ministro per il Nord, Roberto Calderoli, abbia ultimato la quarta bozza di una legge sull'autonomia, riuscendo nell'impresa di renderla peggiorativa rispetto alle precedenti versioni.
Non io, ma il professore Staiano, presidente dell'Associazione italiana dei costituzionalisti, evidenzia come quest'ultima versione si ponga al di fuori di ogni logica di diritto costituzionale. Secondo il docente, la sperequazione che ne deriverà per il Centrosud è irrimediabile. Sempre il professore Staiano ha dichiarato che, se si ferma l'ultimo vagone, si ferma tutta la locomotiva. Invece oggi dichiaro che siamo l'ultimo vagone d'Europa, ma, nel 1839, noi del Sud Italia abbiamo realizzato la prima ferrovia italiana. Ritornando all'autonomia differenziata, parliamo di un provvedimento che, se dovesse passare, marginalizzerà totalmente il Parlamento, che avrà una mera funzione ratificatrice, potendo solo avanzare pareri non vincolanti.
Inoltre, se da un lato continua a mancare il riferimento a un fondo perequativo volto a finanziare i LEP, dall'altro, cosa ben più grave, si stabilisce che questi ultimi vengano definiti attraverso i DPCM, marginalizzando ulteriormente le Camere, spettatrici di una ghigliottina che decapiterà il Mezzogiorno.
Onorevoli colleghi, vado a concludere: nel 500 avanti Cristo ci fu un'aspra rivolta tra patrizi e plebei. Il senatore Menenio Agrippa pacificò i ribelli con un discorso meraviglioso, in cui paragonò l'ordinamento sociale romano a un corpo umano, nel quale gli organi sopravvivono solo se collaborano, e diversamente periscono. Ebbene, concludo, spero solo che quella parte del Paese che oggi pretende sempre più fondi capisca che anche l'Italia è come un corpo che si regge su due gambe, e, se una gamba cede, cede tutto il corpo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Volevo approfittare di questo minuto per ricordare che il 1° febbraio del 1945 sulla Gazzetta Ufficiale fu pubblicato il decreto legislativo che estese alle donne il diritto al voto.
Ci tenevo a ricordarlo per un motivo molto semplice: non è passato tanto tempo, e certi diritti, che oggi ci sembrano acquisiti, possono scomparire un poco alla volta. Pensi che solo nel 1947, le prostitute ebbero diritto al voto, perché non erano considerate donne come le altre. La prima volta le donne poterono votare il 18 marzo 1946. Quest'Aula è stata protagonista di tante battaglie in un senso o in un altro, ma credo che sia sempre importante ricordare quei grandi cambiamenti epocali, politici e sostanziali, che sono stati votati in quest'Aula. Il 1° febbraio 1945 è stato uno di quelli (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Morgante. Ne ha facoltà.
MADDALENA MORGANTE (FDI). Presidente, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, desta sconcerto la notizia, riportata da alcuni organi di stampa, che Manuel Franco Rocati, in arte Rosa Chemical, in gara alla prossima edizione del Festival di Sanremo, porterà, come da lui stesso affermato - e chiedo scusa sin da ora dei termini che utilizzerò - il sesso, l'amore poligamo e i porno su OnlyFans. La rivoluzione fluida era già da tempo al Teatro Ariston, ma trasformare il Festival di Sanremo, un appuntamento che ogni anno tiene incollati allo schermo famiglie e bambini, emblema della TV tradizionale convenzionale, nell'appuntamento più gender fluid di sempre, è del tutto inopportuno.
Nonostante viviamo nell'era dei social network, la televisione rimane il principale canale di informazione per i cittadini, e i maggiori fruitori del mezzo televisivo rimangono i minori e le famiglie, che diventano la fascia di riferimento principale per la creazione di programmi. Il Festival della canzone rischia di diventare l'ennesimo spot in favore del gender e della sessualità fluida, temi sensibilissimi e che da sempre Fratelli d'Italia contrasta. È inaccettabile che tutto questo possa avvenire non soltanto sulla TV di Stato, che troppo spesso dimentica il suo ruolo di pubblico servizio, non soltanto con i soldi dei contribuenti, ma soprattutto di fronte ai tantissimi bambini che guarderanno la televisione per una serata di famiglia.
È innegabile, Presidente, che la rassegna canora più importante del nostro Paese sia un enorme e importantissimo veicolo culturale, ma anche politico e sociale, e come lo stesso mondo della musica sia un palcoscenico per raccontare e descrivere la società e le sue dinamiche attuali. Questo suo ruolo, però, e mi dispiace davvero dirlo, ormai da tempo e soprattutto in queste ultime edizioni si è trasformato in una vera e propria propaganda a senso unico, un vero condensato della peggiore ideologia che mina e che vuole minare l'identità dell'uomo e della donna, e della dissacrazione, in modo del tutto irrispettoso, dei più importanti simboli religiosi. Questo per noi, per quanto ci riguarda, non è accettabile. Auspichiamo pertanto, signor Presidente, che ci sia un ripensamento al riguardo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 2 febbraio 2023 - Ore 9,30:
1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 2 gennaio 2023, n. 1, recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori (C. 750-A)
Relatori: ZIELLO (per la I Commissione) e RAIMONDO (per la IX Commissione), per la maggioranza; BONAFÉ e MAGI (per la I Commissione) e BARBAGALLO e GHIRRA (per la IX Commissione), di minoranza.
La seduta termina alle 17,40.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 1 il deputato Formentini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni nn. 2 e 7 la deputata Marrocco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 8 la deputata Marino ha segnalato che non è riuscita a votare;
nelle votazioni nn. 10 e 11 il deputato Borrelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 11 i deputati Bisa e De Maria hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 13 il deputato De Palma ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nella votazione n. 18 la deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | MOZ. 1-49 | 269 | 269 | 0 | 135 | 269 | 0 | 62 | Appr. |
2 | Nominale | T.U. 80-A - EM. 1.102 | 272 | 272 | 0 | 137 | 272 | 0 | 62 | Appr. |
3 | Nominale | EM. 1.103 | 272 | 230 | 42 | 116 | 230 | 0 | 62 | Appr. |
4 | Nominale | EM. 1.104 | 272 | 272 | 0 | 137 | 272 | 0 | 62 | Appr. |
5 | Nominale | ARTICOLO 1 | 273 | 273 | 0 | 137 | 273 | 0 | 62 | Appr. |
6 | Nominale | ARTICOLO 2 | 275 | 275 | 0 | 138 | 275 | 0 | 62 | Appr. |
7 | Nominale | ARTICOLO 3 | 268 | 268 | 0 | 135 | 268 | 0 | 62 | Appr. |
8 | Nominale | ARTICOLO 4 | 262 | 261 | 1 | 131 | 261 | 0 | 62 | Appr. |
9 | Nominale | ARTICOLO 5 | 275 | 275 | 0 | 138 | 275 | 0 | 62 | Appr. |
10 | Nominale | ARTICOLO 6 | 273 | 273 | 0 | 137 | 273 | 0 | 62 | Appr. |
11 | Nominale | ART. AGG. 6.0200 | 265 | 265 | 0 | 133 | 264 | 1 | 62 | Appr. |
12 | Nominale | ODG 9/80/1 | 274 | 274 | 0 | 138 | 54 | 220 | 61 | Resp. |
13 | Nominale | ODG 9/80/2 | 273 | 270 | 3 | 136 | 123 | 147 | 61 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 19) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | ODG 9/80/3 | 274 | 271 | 3 | 136 | 123 | 148 | 61 | Resp. |
15 | Nominale | ODG 9/80/4 RIF. | 275 | 274 | 1 | 138 | 273 | 1 | 61 | Appr. |
16 | Nominale | ODG 9/80/5 RIF. | 273 | 272 | 1 | 137 | 272 | 0 | 61 | Appr. |
17 | Nominale | ODG 9/80/6 | 270 | 210 | 60 | 106 | 209 | 1 | 61 | Appr. |
18 | Nominale | ODG 9/80/8 RIF. | 271 | 270 | 1 | 136 | 270 | 0 | 61 | Appr. |
19 | Nominale | T.U. 80-A - VOTO FINALE | 252 | 252 | 0 | 127 | 252 | 0 | 60 | Appr. |