XIX LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzione in Commissione:
La XII Commissione,
premesso che:
dalla metà circa degli anni Novanta i medici hanno iniziato ad attuare dei comportamenti clinici atti a tutelare sé stessi da possibili contenziosi medico-legali e non il paziente che hanno in cura. Tali comportamenti vengono nel complesso definiti «medicina difensiva». In letteratura la pratica della medicina difensiva è generalmente suddivisa in positiva, quando i medici prescrivono visite, farmaci o esami superflui, e negativa, quando i medici si rifiutano di curare pazienti ad alto rischio o di assumere incarichi ad alto rischio di contenzioso;
i pazienti sono le prime vittime, soprattutto della medicina difensiva negativa, in quanto capita di non trovare medici che vogliano effettuare interventi chirurgici potenzialmente risolutivi ma rischiosi. L'attuale grave crisi di personale nei pronto soccorso, con tempi di attesa che superano le otto ore per ricevere una visita è causata, anche, in parte dall'alto rischio di ricevere denunce per i medici che vi lavorano;
già il 15 dicembre 2008 l'Unione europea aveva presentato una relazione al Parlamento e al Consiglio e una proposta di raccomandazione mettendo in evidenza la gravità e la ricorrenza dei danni ai pazienti, delle infezioni ospedaliere, delle diagnosi non corrette o tardive, degli errori chirurgici e della errata prescrizione/somministrazione di farmaci;
mentre la Commissione UE raccomandava l'adozione di misure specifiche per il rafforzamento della prevenzione e il controllo dei rischi nelle strutture sanitarie, anche il Consiglio europeo emanava il 9 giugno 2009 una raccomandazione sulla sicurezza dei pazienti (2009/C151/01), suggerendo agli Stati membri una serie di azioni per favorire la riduzione dei danni ai pazienti e raccomandando la nomina di autorità responsabili per la sicurezza dei pazienti, lo sviluppo di sistemi, procedure e strumenti più sicuri per la prevenzione dei rischi, la più esaustiva informazione ai pazienti, il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza relativi ad eventi sfavorevoli verificatisi, la formazione del personale sanitario e la condivisione delle esperienze dei diversi Paesi;
anche la Corte europea dei diritti dell'uomo, come ricordato dall'Osservatorio Nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità, è intervenuta sul tema, ribadendo che dall'articolo 2 della Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) discende l'obbligo degli Stati membri di mettere in atto un quadro regolamentare che imponga agli ospedali, sia pubblici che privati, l'adozione di misure adeguate per assicurare la protezione della salute e la vita dei loro pazienti e sistemi che permettano di accertare le cause dei decessi o di danni gravi ai pazienti;
in sintesi tutti gli organismi europei, ormai da diversi anni, hanno indicato la necessità di adottare misure di prevenzione a livello normativo ed operativo per assolvere all'obbligo di tutela della vita e dell'integrità psico-fisica dei pazienti, riducendo al minimo i rischi connessi;
la settantaduesima Assemblea mondiale della sanità (WHA72) nel maggio 2019 ha adottato una risoluzione sull'«Azione globale sulla sicurezza dei pazienti» che riconosce la sicurezza dei pazienti come una priorità sanitaria globale e sottolinea che nessuno dovrebbe essere danneggiato nell'assistenza sanitaria e chiede all'Oms di formulare un piano d'azione globale per la sicurezza dei pazienti;
il Piano d'azione globale è stato adottato dalla settantaquattresima Assemblea mondiale della sanità nel 2021 con una visione di «un mondo in cui nessuno subisca danni nell'assistenza sanitaria e ogni paziente riceva cure sicure e rispettose, sempre e ovunque»; lo scopo del piano d'azione è fornire una direzione strategica a tutte le parti interessate per eliminare i danni evitabili nell'assistenza sanitaria e migliorare la sicurezza dei pazienti attraverso azioni politiche sulla sicurezza e la qualità dei servizi sanitari, nonché per l'attuazione delle raccomandazioni. Il piano d'azione fornisce un quadro ai paesi per sviluppare i rispettivi piani d'azione nazionali sulla sicurezza dei pazienti, nonché per allineare gli strumenti strategici esistenti e migliorare la sicurezza dei pazienti in tutti i programmi clinici e relativi alla salute;
secondo quanto riportato sul sito dell'Oms, le pratiche terapeutiche non sicure e gli errori terapeutici sono una delle principali cause di lesioni e danni evitabili nei sistemi sanitari di tutto il mondo; a livello globale, il costo associato agli errori terapeutici è stato stimato in 42 miliardi di dollari all'anno;
secondo il Global Patient Safety Action Pian 2021-2030 dell'Oms, «si stima che un paziente su dieci è soggetto a un evento avverso mentre riceve cure ospedaliere nei Paesi ad alto reddito. Le prove disponibili suggeriscono che 134 milioni di problemi derivanti da cure non sicure si verificano negli ospedali dei Paesi a basso e medio reddito, contribuendo a circa 2,6 milioni di decessi ogni anno. Secondo le recenti stime, il costo sociale del danno ai pazienti può essere valutato tra uno trilione e due trilioni di dollari l'anno.»;
il 17 settembre si celebra il World Patient Safety Day – Giornata mondiale della sicurezza del paziente – promosso dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per esortare tutti i Paesi a sostenere l'attenzione e l'informazione sul tema della sicurezza delle cure e della persona assistita organizzando eventi e iniziative a livello nazionale; il tema individuato per la giornata 2022 «Medication Without Harm», volto a sottolineare l'importanza di seguire un approccio di sistema e di promuovere pratiche sicure per prevenire errori in corso di terapia farmacologica;
la medicina difensiva, in senso stretto, identifica la condotta del sanitario che, nel prendere decisioni in relazione ad un paziente, fa prevalere l'esigenza di evitare le conseguenze giudiziarie rispetto alla tutela della salute del paziente stesso e a tal fine può compiere atti di cura o esami in eccesso (medicina difensiva attiva) ovvero omettere i predetti atti fino ad arrivare talvolta a non prendere in cura il paziente (medicina difensiva passiva);
il sanitario che mette in atto una medicina difensiva attiva abusa di esami o accertamenti sanitari, con rilevanti conseguenze sulla sostenibilità del sistema sanitario nazionale pubblico e universalistico; non meno grave è la condotta del sanitario che per evitare conseguenze giudiziarie rifiuta l'intervento di propria competenza perché ritenuto troppo rischioso;
il fenomeno della medicina difensiva è cresciuto in maniera concomitante all'aumento del contenzioso legale per malpractice medica. Più aumentano i contenziosi medico-legali e la loro percezione nella classe medica, più aumenta il ricorso alla medicina difensiva che sottrae risorse a chi ha un bisogno effettivo di cure. Più si riduce l'effettiva disponibilità di risorse sanitarie e più aumentano i danni ai pazienti e quindi il contenzioso medico legale. Si tratta, dunque, di un circolo vizioso per cui il fenomeno è sia causa che conseguenza delle azioni giudiziarie;
caratteristiche del fenomeno sono dunque: l'assenza di serenità per il sanitario, la sfiducia nel Ssn del paziente che non riceve le cure adeguate, la crescita esponenziale dei costi per l'intera collettività per prestazioni in realtà evitabili e, infine, il sacrificio della prevenzione;
la crescita esponenziale del fenomeno ha determinato anche la difficoltà di trovare copertura assicurativa idonea per i sanitari e per le strutture sanitarie, con una diminuzione dell'offerta da parte delle compagnie assicurative ed un aumento insostenibile dei premi assicurativi, soprattutto per talune specialità sanitarie;
indubbiamente sulla medicina difensiva ha influito l'avanzamento e la diffusione delle conoscenze in medicina che ha determinato un innalzamento delle aspettative da parte del paziente e dei suoi familiari;
anche la riduzione della spesa sanitaria ha indubbiamente cronicizzato il fenomeno a causa della riduzione dell'organico delle strutture sanitarie che ha deteriorato le condizioni di lavoro del personale sanitario, stressato da turni massacranti e da stipendi inadeguati, con rilevanti conseguenze sulla salute quale diritto esigibile costituzionalmente garantito;
talune ricerche sulla medicina difensiva hanno restituito dati allarmanti secondo cui circa il 70 per cento dei medici ha messo in atto, almeno una volta nell'arco della carriera, una strategia di medicina difensiva e più del 10 per cento dei medici è coinvolto in una controversia legale;
nel 2017 il legislatore è intervenuto per cercare di contrastare il fenomeno in maniera sistemica, attraverso la legge n. 24 del 2017, cosiddetta «legge Gelli» dal nome del suo estensore che, nelle fasi di approvazione della legge medesima, ebbe modo di rappresentare che: «[...] la medicina difensiva rappresenta circa tra l'11 per cento e il 23 per cento di tutte le prestazioni [...]: nel dettaglio i medici dichiarano di prescrivere farmaci (53 per cento), visite specialistiche (73 per cento), esami di laboratorio (71 per cento), esami strumentali (76 per cento) e ricoveri (50 per cento) anche per il timore di ricevere una denuncia da parte dei pazienti (78 per cento). Per quanto riguarda l'impatto economico, la medicina difensiva incide sui costi del Servizio sanitario nazionale per il 10,5 per cento circa, per una cifra pari a 10 miliardi di euro»;
con l'intervento legislativo si è percorsa la prevalente strada di attenuare la responsabilità del sanitario e nel contempo di risarcire, ove possibile, i pazienti attraverso l'istituzione di un fondo per le vittime di malasanità; più in particolare, è stato introdotto un nuovo articolo nel codice penale, il 590-sexies, che prevede l'esclusione della responsabilità penale del sanitario per morte o lesioni, nel caso di imperizia e di colpa lieve, a condizione che il sanitario abbia agito in conformità a linee guida o, in mancanza di esse, seguendo le buone pratiche clinico-assistenziali;
con la medesima legge Gelli viene codificata quindi una responsabilità civile a doppio binario: una responsabilità extracontrattuale se è dipendente di una struttura sanitaria e una responsabilità contrattuale se è libero professionista; la struttura sanitaria è sempre soggetta a responsabilità contrattuale ed è obbligata ad avere l'assicurazione, fatta salva la possibilità di «auto-assicurarsi»; il paziente può dunque agire per il risarcimento del danno nei confronti della struttura sanitaria, del medico e dell'assicurazione, previo tentativo di conciliazione previsto dalla stessa legge;
la legge Gelli è intervenuta anche in materia di assicurazione, contemplando l'azione diretta del danneggiato contro l'impresa di assicurazione e l'accesso al cosiddetto «Fondo di garanzia per i danni derivanti da responsabilità sanitaria»;
a più di sei anni di distanza dall'approvazione della legge in questione mancano ancora taluni decreti attuativi che di fatto la rendono inefficace per la parte precipuamente intesa a definire i criteri e le modalità per la vigilanza e il controllo sulle imprese di assicurazione che intendano operare in ambito sanitario e sui requisiti minimi delle polizze assicurative; senza i decreti attuativi, di fatto, non si consente al soggetto danneggiato di agire direttamente, entro i limiti del massimale, nei confronti dell'impresa di assicurazione e né è operativo il «Fondo di garanzia per i danni derivanti da responsabilità sanitaria», che dovrebbe essere alimentato dal versamento di un contributo annuale dovuto dalle imprese assicuratrici operanti nel ramo, destinato a risarcire il danno in caso di esubero rispetto al massimale assicurativo, di insolvenza della compagnia, o di assenza di copertura assicurativa per recesso dell'impresa o per sopravvenuta cancellazione dall'albo della medesima;
guardando oltre i confini nazionali, sul tema della responsabilità sanitaria rileva l'esperienza dell'ordinamento francese che seguendo lo stesso percorso italiano dell'aumento esponenziale dei contenziosi giudiziari e della difficoltà di trovare idonee coperture assicurative, con due provvedimenti normativi del 2002 ha ridelineato il regime della responsabilità sanitaria prevedendo sia il rimedio tradizionale della responsabilità civile ancorata alla colpa sia il sistema di solidarietà sociale, cosiddetto «no-fault», che devolve il ristoro o indennizzo ad un sistema di sicurezza sociale, alternativo ad un eventuale risarcimento ottenuto in sede giudiziaria con un diritto di rivalsa nei confronti del responsabile con colpa grave, nell'ipotesi in cui si dovessero verificare dei danni in assenza di una chiara responsabilità del professionista, della struttura o di un produttore;
viene previsto in Francia, in maniera solidaristica, un fondo di garanzia nazionale che si fa carico dei danni irreversibili e gravi avvenuti in corso di trattamento sanitario. L'istituzione di tale fondo che eroga indennizzi è più economica rispetto al pagamento di polizze assicurative da parte di enti e strutture del Servizio sanitario nazionale, inoltre, riduce il numero totale di cause, che si genera in un sistema basato sulla colpa come il nostro;
in Italia, esiste già per alcune limitate fattispecie la possibilità di ottenere un indennizzo solidaristico. Le due più importanti differenze rispetto al sistema francese sono:
a) il meccanismo dell'indennizzo italiano si va, nella pratica, a sommare al tentativo giudiziario di ottenere un risarcimento;
b) il meccanismo dell'indennizzo italiano è limitato a poche fattispecie;
un regime ad indennizzo alternativo al ristoro per via giudiziaria può ridurre le spese per la medicina difensiva;
la legge Gelli, conosciuta come la legge sulla responsabilità sanitaria, in realtà ha affrontato, seppure in tono minore, anche il tema fondamentale del «rischio clinico», recando in sé il tentativo di ampliare l'orizzonte del tema sulla responsabilità sanitaria, non relegandolo alla mera preoccupazione di sanzionare le condotte scorrette e assicurare indennizzi ai pazienti lesi, ma anche a prevenire le conseguenze di procedure scorrette nell'erogazione delle cure, evitando tanto i danni ai pazienti quanto conseguenze per l'operatore sanitario;
non vi è dubbio che un sistema di indagine, allerta e monitoraggio degli eventi avversi e l'adozione di modelli comportamentali specificatamente finalizzati a prevenire il rischio clinico potrà meglio tutelare sanitari e pazienti, ed in tal senso tutte le strutture sanitarie dovrebbero essere dotate di unità a ciò dedicate onde prevenire che l'organizzazione deficitaria sia causa di danni al paziente per inosservanza degli standard di sicurezza o del generale dovere di diligenza, prudenza, perizia;
la legge Gelli, nell'ottica di istituire un sistema di risk management in sanità su tutto il territorio italiano, ha quindi delineato un sistema integrato su tre livelli:
aziendale, mediante la predisposizione di una relazione annuale consuntiva sugli eventi avversi verificatisi all'interno della struttura, sulle cause che li hanno prodotti e sulle iniziative messe in atto per contrastarli;
regionale, con l'istituzione dei centri regionali per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente quali «collettori» per raccogliere i dati;
nazionale, con l'istituzione dell'Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità che acquisisce dai centri regionali per la gestione del rischio sanitario i dati relativi ai rischi, agli eventi avversi, agli eventi sentinella e agli eventi senza danno, nonché alle tipologie dei sinistri e alle cause, entità, frequenza ed onere finanziario del contenzioso, al fine di individuare misure idonee per la prevenzione e la gestione del rischio sanitario e per il monitoraggio delle buone pratiche per la sicurezza delle cure, nonché per la formazione e l'aggiornamento del personale sanitario;
con riferimento specifico alla formazione, il predetto Osservatorio nazionale, con l'obiettivo di individuare i fabbisogni formativi e di indagare lo stato delle attività della formazione sul rischio clinico in ambito regionale e universitario, ha rilevato «una buona governance regionale e aziendale della formazione sul rischio clinico con margini di miglioramento principalmente nelle azioni di monitoraggio dell'attività formativa realizzata» e una diffusa disomogeneità tra i differenti Corsi di laurea in Medicina e Chirurgia nei quali il tema della sicurezza e la gestione del rischio clinico è carente nei tirocini, con l'evidente conseguenza di un mancato trasferimento delle conoscenze teoriche nella pratica clinica;
l'Osservatorio ha anche definito le linee d'indirizzo per la prevenzione e gestione del rischio, al fine di:
accrescere l'adesione delle regioni ai sistemi di segnalazione, sorveglianza e monitoraggio, nonché alle indagini nazionali utili alla valutazione della sicurezza;
incrementare l'utilizzo di sistemi di incident reporting;
pianificare e sperimentare interventi di miglioramento della codifica delle schede di dimissione ospedaliera;
sviluppare piani regionali di adesione ai sistemi nazionali di segnalazione, sorveglianza e monitoraggio, delle strutture sanitarie private e delle strutture sociosanitarie pubbliche e private;
l'Osservatorio, per l'espletamento dei suoi compiti, si avvale anche dei dati presenti nel Sistema informativo per il monitoraggio degli errori in sanità del Ministero della salute (Simes) e già a partire dal 2015, Agenas (ben prima della cosiddetta legge Gelli) avrebbe dovuto pubblicare un report annuale sul monitoraggio delle denunce di sinistri, all'interno del quale vengono presentati i dati relativi alle denunce di sinistri riferiti all'anno precedente a quello di pubblicazione; in realtà l'unico rapporto disponibile sul sito istituzionale dell'Osservatorio, presso il portale Agenas, è dell'anno 2015;
l'Intesa tra lo Stato e le regioni concernente la gestione del rischio clinico e la sicurezza dei pazienti e delle cure del 20 marzo 2008 (anche questa prima della cosiddetta legge Gelli) aveva previsto l'attivazione, presso il Ministero della salute, dell'Osservatorio nazionale degli eventi sentinella, a cui affluiscono i dati degli eventi sentinella e che opera attraverso il Sistema informativo per il monitoraggio degli errori in sanità (Simes);
il Simes ha l'obiettivo di raccogliere le informazioni relative agli eventi sentinella e alle denunce dei sinistri su tutto il territorio nazionale consentendo la valutazione dei rischi e il monitoraggio completo degli eventi avversi, al fine di migliorare la gestione del contenzioso, oltre che di produrre dati attendibili, a livello nazionale, sulla sinistrosità delle aziende sanitarie; orbene, sul sito del Ministero della salute sono pubblicati i rapporti sul monitoraggio degli eventi sentinella e l'ultimo protocollo di Monitoraggio degli eventi sentinella disponibile è il 5° rapporto, relativo al periodo settembre 2005-dicembre 2012, periodo di oltre un decennio fa;
per segnalare disfunzioni del sistema dell'assistenza sanitaria e sociosanitaria, nella cosiddetta legge Gelli vi è anche l'attribuzione della funzione di garante per il diritto alla salute al difensore civico regionale o provinciale e l'istituzione dei Centri regionali per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente;
si ribadisce, inoltre, l'obbligo di trasparenza delle prestazioni sanitarie erogate dalle strutture pubbliche e private, imponendo alla direzione sanitaria della struttura pubblica o privata, entro sette giorni dalla presentazione della richiesta da parte degli aventi diritto, di fornire la documentazione sanitaria disponibile relativa al paziente, preferibilmente in formato elettronico, consentendo tuttavia le eventuali integrazioni entro il termine massimo di trenta giorni;
le strutture sanitarie sono tenute a pubblicare sul proprio sito internet, i dati relativi a tutti i risarcimenti erogati nell'ultimo quinquennio, verificati nell'ambito dell'esercizio della funzione di monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio sanitario;
il termine appropriatezza caratterizza oggi ogni atto di programmazione sanitaria e, in tale contesto, viene sempre più spesso inteso come utilizzo in modo appropriato e senza sprechi delle risorse disponibili; l'appropriatezza, rapportata al sanitario, invece, dovrebbe riferirsi alle scelte decisionale di cura o di assistenza del sanitario che si rivelano appropriate se effettuate senza eccesso ovvero senza sotto utilizzo delle cure;
nel documento «Appropriatezza e Linee Guida», redatto dalla Rete sostenibilità e salute, si parla della componente «cattiva» dell'appropriatezza, nell'ambito della variabilità clinico-prescrittiva e si evince che sono inappropriate quasi la metà delle indagini radiologiche ambulatoriali, i check-up, oltre il 60 per cento dei test di laboratorio e fino al 90 per cento degli antibiotici prescritti per le infezioni delle vie aeree superiori;
sull'appropriatezza la cosiddetta legge Gelli è intervenuta prevedendo che i sanitari nell'esecuzione delle prestazioni di loro competenza si attengono, fatte salve le specificità del caso concreto, alle raccomandazioni previste dalle linee guida elaborate da enti e istituzioni pubblici e privati nonché dalle società scientifiche e dalle associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie iscritte in apposito elenco istituito e regolamentato con decreto del Ministro della salute da aggiornare con cadenza biennale; in mancanza delle anzidette raccomandazioni, i sanitari si attengono alle buone pratiche clinico-assistenziali;
le linee guida e gli aggiornamenti delle stesse sono poi integrati nel Sistema nazionale per le linee guida (Snlg) e l'Istituto superiore di sanità le pubblica nel proprio sito internet previa verifica della conformità della metodologia adottata a standard definiti e resi pubblici dallo stesso Istituto, nonché della rilevanza delle evidenze scientifiche dichiarate a supporto delle raccomandazioni;
le linee guida delineano i metodi di cura secondo le migliori e aggiornate evidenze scientifiche e il loro impiego dovrebbe fornire una garanzia di appropriatezza delle cure, aiutando il sanitario a erogare solo trattamenti di provata efficacia; a riguardo occorre tuttavia sottolineare che le linee guida possono essere suscettibili di diverse e anche contrastanti interpretazioni, poiché il gruppo di esperti che le redige potrebbe non essere immune dalla esposizione a conflitti di interessi; nella costituzione dell'elenco presso il Ministero della salute, ovvero preliminarmente alla pubblicazione della Linea guida, dovrebbe condursi un'adeguata verifica, tra gli estensori delle linee guida, sull'assenza di soggetti, ovvero sulla loro presenza comunque minoritaria, che abbiano legami con l'industria del farmaco o delle apparecchiature medicali;
il rischio che le linee guida possano essere a favore di una certa azienda farmaceutica o di apparecchiature medicali è purtroppo concreto e per ovviare a tale rischio e contenere anche il cosiddetto fenomeno di «disease mongering», occorre dare concreta attuazione alla legge n. 62 del 31 maggio 2022, concernente «Disposizioni in materia di trasparenza dei rapporti tra le imprese produttrici, i soggetti che operano nel settore della salute e le organizzazioni sanitarie», più nota come «Sunshine Act»;
impegna il Governo:
ad adottare iniziative volte a realizzare, in conformità al Piano d'azione globale per la sicurezza dei pazienti 2021-2030 dell'Oms, il piano d'azione nazionale sulla sicurezza dei pazienti, allineando alle indicazioni dell'Oms gli strumenti strategici esistenti, per migliorare la sicurezza dei pazienti in tutti i programmi clinici e relativi alla salute;
a diffondere e implementare la cultura sulla sicurezza del paziente migliorando il coordinamento, la condivisione di buone pratiche e l'apprendimento reciproco tra chi si occupa della sicurezza del paziente;
a rivedere l'efficacia delle attuali attività relative alla sicurezza del paziente, anche sperimentando nuove soluzioni, tenendo conto dello sviluppo della sanità digitale e coinvolgendo tutti gli attori/stakeholder nello sviluppo di una strategia della sicurezza integrata a livello di sistema;
ad adottare iniziative di competenza volte a garantire nelle strutture sanitarie, attraverso l'assunzione di personale, condizioni di lavoro idonee e tali da contenere il fenomeno della medicina difensiva che, a causa della riduzione dell'organico e del deterioramento delle condizioni di lavoro del personale sanitario, stressato da turni massacranti e da stipendi inadeguati, rischia di crescere esponenzialmente, con rilevanti conseguenze sulla salute quale diritto esigibile costituzionalmente garantito;
ad assumere iniziative volte a dare attuazione alla legge n. 24 del 2017, cosiddetta «legge Gelli», adottando i relativi decreti attuativi la cui mancanza non consente al soggetto danneggiato di agire direttamente, entro i limiti del massimale, nei confronti dell'impresa di assicurazione e ovvero di avvalersi del «Fondo di garanzia per i danni derivanti da responsabilità sanitaria», che dovrebbe essere alimentato dal versamento di un contributo annuale dovuto dalle imprese assicuratrici per risarcire il danno in caso di esubero rispetto al massimale assicurativo, di insolvenza della compagnia, o di assenza di copertura assicurativa per recesso dell'impresa o per sopravvenuta cancellazione dall'albo della medesima;
ad avviare una comparazione con l'ordinamento francese al fine di verificare se sia possibile introdurre nel nostro ordinamento il sistema di solidarietà sociale, il cosiddetto «no-fault», che devolve il ristoro o indennizzo ad un sistema di sicurezza sociale, alternativo ad un eventuale risarcimento ottenuto in sede giudiziaria, nell'ipotesi in cui si dovessero verificare dei danni in assenza di una chiara responsabilità del professionista, della struttura o di un produttore quali ad esempio danni da infezioni nosocomiali, danni da farmaci e da incidenti (traumi, cadute accidentali) avvenuti nelle strutture ospedaliere;
ad adottare iniziative di competenza volte a verificare e documentare nel più breve tempo possibile se in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private siano state costituite unità sul rischio clinico deputate a prevenire che l'organizzazione deficitaria sia causa di danni al paziente per inosservanza degli standard di sicurezza o del generale dovere di diligenza, prudenza, perizia e se tutte abbiano predisposto la prescritta relazione annuale consuntiva sugli eventi avversi verificatisi all'interno della struttura, sulle cause che li hanno prodotti e sulle iniziative messe in atto per contrastarli;
ad adottare iniziative di competenza volte a verificare e documentare nel più breve tempo possibile se tutte le regioni abbiano i centri regionali per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente, se svolgano tutti i compiti prescritti e, in particolare, nella raccolta dei dati relativi ai rischi, agli eventi avversi, agli eventi sentinella e agli eventi senza danno, nonché alle tipologie dei sinistri e alle cause, entità, frequenza ed onere finanziario del contenzioso;
ad adottare iniziative normative volte a superare l'eterogeneità dei servizi sanitari regionali rispetto ai modelli organizzativi ed alla cultura della qualità e sicurezza, attraverso una certa adesione delle regioni ai sistemi di segnalazione, sorveglianza e monitoraggio, nonché alle indagini nazionali utili alla valutazione della sicurezza, anche erogando risorse adeguate alla tematica specifica;
ad adottare iniziative volte ad effettuare il monitoraggio aggiornato sulla formazione in materia di rischio clinico in ambito regionale e universitario, sollecitando, attraverso la concertazione con il Ministro dell'università e della ricerca, una più diffusa formazione nell'ambito dei tirocini dei corsi di laurea in medicina e chirurgia sul tema della sicurezza e la gestione del rischio clinico;
a provvedere alla pubblicazione del report annuale sul monitoraggio delle denunce di sinistri, dando evidenza dei dati relativi alle denunce di sinistri e degli eventi sentinella e a rendere permanentemente pubblici i dati attraverso il Sistema informativo per il monitoraggio degli errori in sanità (Simes), al fine di consentire la valutazione dei rischi e il monitoraggio completo degli eventi avversi, di migliorare la gestione del contenzioso e di consentire a tutta la collettività di conoscere la sinistrosità delle aziende sanitarie;
ad adottare iniziative volte a rendere pubblico, sul sito del Ministero della salute, l'adempimento circa l'obbligo di trasparenza delle strutture pubbliche e private, con specifico riferimento alla pubblicazione dei dati relativi a tutti i risarcimenti erogati nell'ultimo quinquennio, e verificati nell'ambito dell'esercizio della funzione di monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio sanitario;
al fine di fornire una garanzia di appropriatezza delle cure, a condurre le opportune verifiche sulle linee guida emanate o da emanare affinché sia escluso che gli estensori siano privi di conflitti di interessi e che non abbiano legami con l'industria del farmaco o delle apparecchiature medicali;
a dare sollecita e concreta attuazione alla legge n. 62 del 31 maggio 2022, concernente «Disposizioni in materia di trasparenza dei rapporti tra le imprese produttrici, i soggetti che operano nel settore della salute e le organizzazioni sanitarie», più nota come «Sunshine Act»;
a promuovere, nel contesto del rischio clinico, la formazione degli operatori alla comunicazione efficace al fine di umanizzare la relazione tra i sanitari e il paziente e suoi familiari renderla parte della cura, riducendo il contenzioso medico-legale e rischio di aggressività;
ad assicurare la partecipazione attiva delle associazioni riconosciute di cittadini e pazienti;
a valutare il costo della medicina difensiva in termini economici, l'impatto sulle liste d'attesa, l'impatto sulla fruibilità del Servizio sanitario nazionale, sugli effetti avversi da farmaci inutili e sul numero di tumori per esposizione a radiazioni ionizzanti non necessarie;
a valutare d'introdurre ogni iniziativa utile a ridurre il numero di danni alla salute avvenuti in corso di trattamento sanitario, valutando un aumento della spesa sanitaria rispetto al Pil per gli anni a venire;
a valutare ogni iniziativa utile a ridurre le problematiche connesse alla medicina difensiva, senza aumentare i rischi per i pazienti e senza intaccare il diritto ad un giusto risarcimento in caso di colpa medica;
a valutare l'opportunità di rendere il sistema di indennizzi per gravi danni alla salute liberamente alternativo per il cittadino al tentativo di ottenere risarcimento giudiziario;
a valutare di adottare iniziative volte ad estendere l'opportunità di ricevere un indennizzo per gravi danni alla salute anche a quei danni derivati dalla somministrazione di farmaci, dai trattamenti sanitari ricevuti senza consenso (Tso), dalle infezioni nosocomiali e dai traumi accidentali occorsi in ospedale.
(7-00051) «Marianna Ricciardi, Quartini, Sportiello, Di Lauro».
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta in Commissione:
BERRUTO, MANZI, GRIBAUDO, MADIA e FASSINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
l'associazione Torino, la Città del Libro – con nota stampa del 15 febbraio 2023 – ha constatato la mancanza delle condizioni per mantenere aperto il tavolo dei lavori del comitato direttivo, istituito per la nomina della direzione editoriale del Salone internazionale del libro di Torino;
nella stessa nota, sono stati espressi rammarico e dispiacere per il fatto che Paolo Giordano abbia deciso di ritirare la propria candidatura alla direzione del Salone del Libro; lo scrittore, infatti, ha dichiarato «di non sentire fiducia nei suoi confronti»;
lo scrittore ha, inoltre, aggiunto che le pressioni ricevute per «inserire nel Comitato editoriale alcune presenze specifiche, figure di area, di destra (...) con nomi precisi» pregiudicano la sua libertà e indipendenza;
tale decisione, dunque, è stata determinata – come dichiarato da Giordano – dal fatto che «il processo di scelta è stato alternato da elementi di convenienze, ma la cultura e il Salone del libro non meritano di essere lottizzati dal partitismo»;
a giudizio degli interroganti è molto grave ciò che sta accadendo: il Salone deve continuare ad essere libero e indipendente;
appare preoccupante la volontà della maggioranza di Governo di imporre decisioni su una sfera, come quella della cultura, che per sua natura non può essere oggetto di logiche «predatorie»;
la fiera del libro di Torino è una delle migliori esperienza editoriali, culturali e civili del nostro Paese, costruita negli anni all'insegna del pluralismo, della promozione della lettura e della libera circolazione delle idee, che ha coinvolto, ogni volta centinaia di migliaia di cittadini e di lettori, migliaia di scuole e comunità, autori ed editori di ogni Paese e cultura;
sarebbe opportuno che si sgombri rapidamente il campo da ogni illazione su ogni eventuale prevaricazione politica, peraltro non giustificata da nulla: in tal senso, è utile ricordare che gli enti coinvolti nell'organizzazione sono la regione Piemonte, la città di Torino, la fondazione Circolo dei lettori e l'associazione Torino Città del Libro;
da quanto si apprende gli organizzatori hanno dichiarato che «c'è stata una richiesta del Ministero di scegliere tre membri su diciannove»;
l'associazione che rappresenta editori e organizzatori chiede ora ai partner – comune di Torino, regione Piemonte e Circolo dei Lettori – il rinvio a giugno della nomina;
a parere degli interroganti, inoltre, è necessario tutelare l'integrità del rapporto con case editrici, autrici, autori, comunità del libro tutta, con la sola finalità di rendere il Salone una manifestazione sempre più grande, solida e in continua crescita –:
se non si ritenga di dover fare immediata chiarezza sulla segnalazione di tre nomi per il comitato editoriale, fatto che se confermato rappresenterebbe una lesione dell'autonomia del Salone del libro, della sua organizzazione del pluralismo e della libertà di pensiero.
(5-00412)
Interrogazioni a risposta scritta:
GALLO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
in data 22 giugno 2015, il Consiglio affari esteri dell'Unione europea ha avviato ufficialmente l'operazione «European Union Naval Force in the South Central Mediterranean Sophia» a guida italiana, allo scopo principale di contrastare il traffico illecito di esseri umani e, più in generale, il ritorno della stabilità e della sicurezza in Libia;
in data 31 marzo 2020, contestualmente al termine dell'operazione Sophia, il Consiglio dell'Unione europea ha varato una seconda operazione militare aeronavale per la sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale «European Union Naval Force in the South Central Mediterranean Irini» al fine di assicurare il rispetto della risoluzione 1970 del Consiglio di sicurezza dell'ONU che dal 2011 vieta il traffico di armi da e per la Libia;
l'operazione Irini fu istituita con un mandato iniziale della durata di un anno, salvo poi, per stessa decisione del Consiglio dell'Unione europea il 26 marzo 2021, prorogare il mandato dell'operazione fino al 31 marzo 2023;
predetta operazione ha inoltre, per sua stessa natura, una forte connotazione internazionale ed interforze e, quindi, le componenti impiegate si formano di personale italiano ed estero di tutte le forze armate; all'operazione partecipano attualmente, con contributi di diversa natura, 24 Stati membri dell'Unione europea;
come riportato all'interno della «Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita all'anno 2021, anche al fine della relativa proroga per l'anno 2022» – Doc. XXVI n. 5 – presentata dal Ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, il trattamento economico spettante al personale italiano impiegato nell'ambito di tale operazione è attualmente determinato secondo il «compenso forfettario d'impiego»;
ad avviso dell'interrogante è necessario sottolineare come tale tipologia di trattamento economico corrisposto al personale italiano impiegato nell'operazione Irini sembri determinare una disparità tra la componente nazionale e quella estera, alla quale è invece riconosciuta l'indennità di missione, un trattamento economico superiore rispetto al compenso forfettario d'impiego;
in particolare, in Gazzetta Ufficiale il decreto del Presidente della Repubblica 11 settembre 2007, n. 171, all'articolo 9, comma 3, dispone che al personale impiegato in esercitazioni o in operazioni militari caratterizzate da particolari condizioni di impiego prolungato e continuativo oltre il normale orario di lavoro continui ad essere corrisposto il compenso forfettario di impiego per un periodo non superiore a 120 giorni all'anno; il mandato impartito alle forze militari italiane nell'operazione Irini, della durata di molteplici mesi senza soluzione di continuità, sembra comportare un importante rischio che il predetto limite di 120 giorni all'anno non venga rispettato –:
se il Governo intenda chiarire le circostanze che hanno determinato tale disparità di trattamento economico tra il contingente italiano ed il personale estero in servizio ed eventualmente quali iniziative il Governo intenda intraprendere anche alla luce di quanto riportato in premessa.
(4-00496)
GRIMALDI e PICCOLOTTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
il Salone del libro è un progetto promosso dall'associazione culturale Torino la città del libro con la fondazione Circolo dei lettori e organizzato dal Salone libro srl e sostenuto dalla regione Piemonte e dalla città di Torino e rappresenta la più importante kermesse libraria che si tiene in Italia;
da quanto si apprende da numerosi articoli di stampa, lo scrittore Paolo Giordano ha ritirato la sua candidatura alla guida del Salone del libro di Torino perché avrebbe ricevuto indebite pressioni da ambienti ministeriali per inserire alcune presenze specifiche nel comitato editoriale;
Paolo Giordano aveva partecipato alla manifestazione di interesse che era stata indetta per individuare il nuovo direttore del Salone del libro a partire dal 2024 e fin da subito il suo nome è apparso tra i favoriti;
da quel momento Giordano avrebbe ricevuto dapprima la proposta di una codirezione con l'attuale direttrice del Circolo dei lettori e successivamente avrebbe ricevuto la richiesta di designare nel comitato editoriale alcune persone;
il coordinatore del comitato direttivo del Salone del libro ha rivelato che quelle indicazioni erano una «garbata richiesta del Ministero della cultura di poter condividere, all'interno del rinnovando comitato editoriale, tre nominativi di espressione del Ministero»;
l'interrogante condivide le preoccupazioni dello scrittore Paolo Giordano perché se tale ingerenza da parte del Ministero della cultura venisse confermata verrebbe pregiudicata la libertà e l'indipendenza del Salone stesso, rendendo impossibile la gestione dell'incarico di direttore;
le dichiarazioni dello scrittore Paolo Giordano, se confermate, disvelano, a parere dell'interrogante, il maldestro tentativo di prevaricazione dell'attuale maggioranza che ha tentato di ingerirsi in maniera indebita in una realtà culturale alla quale andrebbe garantita la massima libertà e indipendenza;
come è noto e come è sempre avvenuto, la scelta dei nomi di cui si compone il comitato editoriale spetta soltanto alla direzione del Salone e certamente non può essere oggetto di trattative con nessun Ministero;
desta dunque preoccupazione che un intellettuale di riconosciuta statura, competente nel campo editoriale, come Paolo Giordano, ritiri la propria disponibilità a candidarsi a direttore del Salone del libro perché sarebbero venute meno le condizioni per tenere aperto il tavolo dei lavori per la nomina della direzione editoriale del Salone;
la fiera del libro rappresenta da sempre il pluralismo, la promozione della lettura e della libera circolazione delle idee e coinvolge ogni anno centinaia di migliaia di lettori e cittadini, studenti, autori e editori nazionali e internazionali, rappresentanti di numerosi Paesi e diverse culture –:
se intendano chiarire se le affermazioni dello scrittore Paolo Giordano rispondano al vero, facendo piena luce sulla vicenda, nonché come intendano garantire, per quanto di competenza, l'assoluta e necessaria autonomia del Salone del libro di Torino, eccellenza italiana in campo culturale, e di ogni altro ente o istituzione preposto alla diffusione e promozione della cultura.
(4-00500)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interrogazioni a risposta in Commissione:
SERGIO COSTA. – Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:
il Pniec fissa come obiettivo una quota del 30 per cento di energie rinnovabili sul consumo finale di energia entro il 2030. L'Italia intende adeguare tale percentuale tenendo conto delle previsioni di cui al Regolamento 2021/1119, volte a stabilire un obiettivo vincolante, per l'Unione europea, di riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 55 per cento rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030;
gli impianti rinnovabili rappresentano una delle leve più importanti per la riduzione delle emissioni di inquinanti in atmosfera dovute all'uso di combustibili fossili nonché per raggiungere l'obiettivo di decarbonizzazione che l'Italia ha stabilito si realizzi entro il 2025;
il decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, all'articolo 14, comma 1, lettera c), dispone che con decreto del Ministro della transizione ecologica siano stabiliti i criteri per lo «Sviluppo del sistema agrivoltaico» attraverso la definizione di criteri e modalità per incentivare la realizzazione di impianti che, in conformità con quanto stabilito dall'articolo 65, comma 1-quater, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, attraverso l'implementazione di sistemi ibridi agricoltura-produzione energetica, non compromettano l'utilizzo dei terreni agricoli;
lo stesso decreto, all'articolo 20, disciplina che i principi e i criteri per l'individuazione di aree idonee per l'installazione di impianti a fonti rinnovabili sia disposta attraverso «uno o più decreti del Ministro della transizione ecologica di concerto con il Ministro della cultura e il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali»;
al momento nessun decreto è stato emanato né in relazione all'entità del contributo e alle modalità di elargizione degli incentivi, né all'individuazione delle aree idonee;
nel giugno 2022 sono state pubblicate le «Linee Guida in materia di Impianti Agrivoltaici» elaborate dal gruppo di lavoro coordinato dal Ministero della transizione ecologica e composto da CREA, GSE, ENEA, RSE, con lo scopo di chiarire quali sono le caratteristiche minime e i requisiti che un impianto dovrebbe possedere per essere definito agrivoltaico;
la multifunzionalità delle aziende agricole e la conseguente possibilità di poter diversificare il proprio reddito attraverso lo sviluppo e il potenziamento delle agroenergie, rappresentano la chiave per la sopravvivenza e il futuro del settore e ciò assume una valenza ancora più rilevante se si pensa al grande apporto del comparto primario per il raggiungimento degli obiettivi di transizione energetica e la decarbonizzazione succitati;
oltre al potenziale economico e produttivo, il sistema integrato agrivoltaico può generare effetti sinergici sulle specie agrarie, dovuti all'ombreggiamento e al conseguente risparmio idrico, consentendo la diversificazione colturale dei terreni nelle aree aride e semiaride, prevedendo una percentuale massima di terreno agricolo destinato a produzione di energia elettrica;
ad oggi dal portale del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica e da notizie da stampa, risulterebbero in fase di VIA, almeno 500 impianti agrivoltaici di potenza superiore a 10 MW; impianti non progettati per rispettare i requisiti – non cogenti – previsti dalle succitate linee guida, con il rischio che tali agrivoltaici siano di fatto dei fotovoltaici caratterizzati dalla sola possibilità di produzione di energia con conseguente perdita d'uso del suolo a vocazione agricola, determinando nell'immediato un devastante impatto paesaggistico e, a fine vita dell'impianto, una sterilizzazione del terreno e pertanto la sua improduttività –:
se si intenda adottare iniziative per accelerare l'emanazione dei decreti di cui in premessa, a otto mesi dalla pubblicazione delle linee guida, affinché le stesse diventino cogenti per tutti i realizzandi impianti, valutando altresì la possibilità che la loro applicazione possa estendersi anche agli impianti in fase di istruttoria VIA, al fine di non lasciare il comparto agricolo in attesa di una norma, che consentirebbe nuove opportunità di sviluppo e di futuro, contribuendo, in maniera determinante, alla transizione energetica del Paese.
(5-00402)
SCARPA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
in data 15 gennaio 2023 il consigliere regionale del Veneto Andrea Zanoni e il consigliere comunale del comune di Paese (TV) (capogruppo della lista Gruppo ambiente sostenibile) hanno constatato, in seguito alla segnalazione di alcuni cittadini, l'ennesimo illecito sversamento di enormi quantità di rifiuti nel comune di Paese, precisamente nella frazione di Postioma, in via Fermi;
si tratta di tre cataste distinte di rifiuti di tipo industriale, esito (sembrerebbe) di sei distinti sversamenti, che coprono un totale di circa 200 metri cubi di volume; come tipologia sono paragonabili a quelli rinvenuti, su segnalazione di un altro cittadino, nell'area ex Simmel di Castagnole di Paese il 5 gennaio 2023 (come evidenziato dal consigliere regionale Zanoni con Iri n. 328 dell'11 gennaio 2023), con l'aggravante che nel caso in questione alcune cataste producono emissioni odorigene che ricordano quelle dei solventi;
come per il sopracitato caso dell'ex Simmel, anche nella vicenda in questione sono state fatte, dal consigliere Zanoni, le dovute segnalazioni ai carabinieri di Paese e alle altre autorità competenti, ivi compreso il sindaco, cui è stato anche chiesto di applicare la normativa prevista dall'articolo 192 del Testo unico dell'ambiente (decreto legislativo n. 152 del 2006), che stabilisce che il primo cittadino disponga con ordinanza le operazioni necessarie alla rimozione dei rifiuti ed il termine entro cui provvedere;
nonostante infatti, come riferito dal proprietario del terreno in oggetto, gli accumuli di rifiuti siano sul posto dal mese di novembre 2022 e il sindaco ne sia stato messo al corrente, tale procedura pare non sia ancora stata messa in atto. Il materiale illecito non è ancora stato messo in sicurezza, neppure collocando delle coperture per evitare che il dilavamento della pioggia (in quei giorni copiosa e insistente) causi la contaminazione del terreno. Inoltre, come per il caso dell'ex Simmel, anche in questa vicenda l'amministrazione comunale di Paese non ha ritenuto doveroso informare la cittadinanza sui gravi fatti suesposti –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative, per quanto di competenza e in raccordo con gli enti locali interessati, intenda porre in essere a riguardo, anche al fine della corretta applicazione della norma in materia ambientale.
(5-00409)
Interrogazione a risposta scritta:
GHIRRA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
con decreto del Ministro della transizione ecologica di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze del 29 novembre 2021, n. 492, è stata istituita presso il Ministero della transizione ecologica (MiTE) un'apposita Unità di missione (UdM) per l'attuazione degli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza di competenza del Ministero;
il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 6 agosto 2021 assegna al Ministero della transizione ecologica (Tabella A) 600.000.000 euro per l'Investimento 1.2, nell'ambito della Missione 2, Componente 1 del PNRR, che prevede la realizzazione di progetti «faro» di economia circolare;
il punto 8 del decreto ministeriale 28 settembre 2021, n. 397, dispone che le proposte di finanziamento di cui al punto 3 del medesimo decreto siano oggetto di selezione e valutazione da parte di apposita Commissione che, nominata con successivo decreto ministeriale, è composta da n. 3 membri nominati dal Mite, di cui uno con funzioni di presidente di Commissione, n. 6 membri in rappresentanza di Ispra ed Enea, n. 4 membri indicati dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, in rappresentanza delle diverse aree geografiche Nord, Centro, Sud e Isole, e n. 2 membri in rappresentanza dell'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) e che la stessa Commissione provveda alla formulazione della graduatoria delle proposte finanziabili per ciascuna linea di intervento;
in base a quanto disposto dall'articolo 13, commi 4 e 5, dell'avviso, la Commissione, all'esito della valutazione delle proposte, redige una proposta di graduatoria delle proposte ammissibili al finanziamento secondo un ordine decrescente rispetto al punteggio attribuito e, sulla base della proposta di graduatoria formulata dalla Commissione, il Mite (ora Mase), completate le verifiche amministrative, approva con decreto la graduatoria definitiva delle proposte ammesse al finanziamento e provvede, sempre con decreto, alla concessione dei contributi;
avviato l'iter, la proposta di graduatoria è stata trasmessa dalla Commissione e acquisita al prot. n. 119456 del 30 settembre 2022, di cui si è preso atto con decreto dipartimentale del 30 settembre 2022, n. 182;
a seguito di tale approvazione è emerso che il progetto presentato dall'Unione di comuni del Coros, a seguito di esclusione dal finanziamento del Consorzio BIM Taloro, è stato escluso dal finanziamento;
di conseguenza, del budget regionalizzato destinato alla Sardegna non sono stati utilizzati euro 1.254.783 e, come previsto dall'articolo 3, comma 4, dell'avviso pubblico, tali risorse sono diventate economie che rientrano nella disponibilità dell'amministrazione titolare dell'intervento e possono essere assegnate mediante scorrimento della graduatoria, previa opportuna valutazione collegata in particolare al rispetto dei principi e delle tempistiche attuative previste dal PNRR, per il finanziamento di ulteriori progetti per la realizzazione di piani di sviluppo di Green Communities;
lo scorrimento attuato delle graduatorie regionali ha di fatto penalizzato la regione Sardegna, che è stata privata di importanti somme che avrebbero potuto finanziare (anche se parzialmente con circa il 60 per cento) il progetto di investimento dell'Unione dei comuni del Coros;
l'ente ha comunicato formalmente con note del 5 gennaio 2023 e 10 gennaio 2023 la piena disponibilità e idoneità organizzativa dell'Unione dei comuni del Coros, utilmente collocata al 4° posto della graduatoria (primo progetto non ammesso a finanziamento) con punteggio pari a 20 (importo di progetto euro 2.000.000) a realizzare l'intero progetto qualora venissero reperite le necessarie risorse o in alternativa la disponibilità a realizzare, anche parzialmente e previa rimodulazione concordata con il Dipartimento ministeriale, il progetto ammesso a valutazione ma non ancora finanziato –:
se il Ministro interrogato non intenda riconsiderare scelte ministeriali penalizzanti per la Sardegna e per le istituzioni che hanno investito risorse e competenze per poter presentare progetti di sviluppo coerenti con le vocazioni del territorio.
(4-00492)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta in Commissione:
CAVANDOLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 121 del cosiddetto decreto rilancio (decreto-legge n. 34 del 2020) disciplina le diverse modalità di fruizione dei «bonus edilizi», intendendosi per tali quelle agevolazioni riconosciute sotto forma di detrazioni fiscali – con aliquote variabili ricomprese, a seconda della tipologia di lavori, tra il 50 per cento e il 110 per cento – a favore dei soggetti che effettuano determinate tipologie di lavori, come le ristrutturazioni edilizie e la riqualificazione energetica;
il comma 9, lettera d-bis), dell'articolo 119 del medesimo decreto prevede, altresì, che le agevolazioni si applichino anche agli interventi effettuati dalle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus) di cui all'articolo 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, dalle organizzazioni di volontariato (Odv) iscritte nei registri di cui alla legge 11 agosto 1991, n. 266, dalle associazioni di promozione sociale (Aps) iscritte nei registri nazionali, regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano previsti dall'articolo 7 della legge 7 dicembre 2000, n. 383;
il successivo comma 15-bis esclude dall'agevolazione le unità immobiliari «appartenenti alle categorie catastali A/1, A/8, nonché alla categoria catastale A/9 per le unità immobiliari non aperte al pubblico»;
pur tuttavia, si ritiene opportuno un maggior chiarimento circa la possibilità per i soggetti di cui al comma 9, lettera d-bis), dell'articolo 119 del sopracitato decreto-legge – che abbiano acquistato degli immobili originariamente identificati con la categoria catastale A/1 – di beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per interventi di efficientamento energetico a seguito del declassamento di categoria catastale e con destinazione d'uso esclusivamente per finalità non lucrative-:
se e quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare al fine di chiarire i profili applicativi rispetto alla fattispecie di cui in premessa.
(5-00408)
Interrogazione a risposta scritta:
GHIRRA e GRIMALDI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il comma 4 dell'articolo 15 del decreto-legge n. 179 del 2012, modificato dal comma 900, articolo 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (cosiddetta legge di stabilità 2016), stabilisce che «A decorrere dal 30 giugno 2014, i soggetti che effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di pagamento, relativamente ad almeno una carta di debito e una carta di credito e alle carte prepagate; tale obbligo non trova applicazione nei casi di oggettiva impossibilità tecnica»;
il seguente comma 901, articolo 1 della medesima legge ha disposto l'estensione di tale disposizione dal 1° luglio 2016 anche ai dispositivi di controllo di durata della sosta nelle aree destinate al parcheggio sulle quali la sosta dei veicoli è subordinata al pagamento di una somma, ex articolo 7, comma 1, lettera f) del codice della strada;
inoltre il comma 900 ha inserito all'articolo 15 del decreto-legge n. 179 un nuovo comma 4-bis il quale prevede, entro la data del 1° febbraio 2016, l'emanazione di un decreto attuativo del Ministero dell'economia e delle finanze, contenente le regole di armonizzazione con il Regolamento Ue n. 751/2015, al fine di promuovere l'effettuazione di operazioni di pagamento basate su carta di debito o di credito e in particolare per i pagamenti di importo contenuto, ovvero inferiore a 5 euro;
il Regolamento Ue, in vigore in Italia dal 9 dicembre 2015, stabilisce un tetto massimo alle commissioni interbancarie pari allo 0,3 per cento del valore dell'operazione per le carte di credito e allo 0,2 per cento per i pagamenti via bancomat;
sul tema è intervenuto il decreto legislativo 15 dicembre 2017, n. 218 il quale ha abrogato il citato comma 4-bis;
considerato il complesso quadro normativo così delineato, sembrerebbe comunque permanere, a parere degli interroganti, l'obbligo per le amministrazioni di adeguare i sistemi di pagamento per la sosta tariffata (in particolare, parcometri e casse automatiche degli impianti a barriere) entro il 1° luglio 2016, ma sussistono dubbi sulle modalità attuative della normativa;
nonostante siano ormai trascorsi oltre sei anni dalla entrata in vigore delle disposizioni in esame, ad oggi, non risulta agli interroganti siano stati emanati provvedimenti attuativi o esplicativi delle prescrizioni citate, con evidenti ripercussioni sugli enti che utilizzano tali strumenti, anche in termini di contenziosi con l'utenza;
inoltre, le stesse previsioni attuative e/o esplicative avrebbero dovuto meglio specificare, a parere degli interroganti, il generico concetto di «impossibilità tecnica» degli adeguamenti richiesti;
ritengono gli interroganti che sia condivisibile l'esigenza di incentivare la diffusione della moneta elettronica ma che il suddetto obbligo di predisposizione dei lettori nei parcometri, casse automatiche ed impianti a barriera, non possa essere indipendente dalla realtà operativa in cui è strutturato il servizio pubblico di sosta nelle città e nel quale sono collocate le aree tariffate ed i parcheggi e, di conseguenza, gli strumenti per il pagamento, anche in considerazione dell'effettiva esigenza di assicurare un equilibrio economico-finanziario degli enti locali –:
se non ritenga opportuno adottare iniziative perché vengano al più presto adottate le disposizioni attuative delle prescrizioni citate, introdotte dal comma 900 e successivi dell'articolo 1 della legge 28 dicembre 2015 n. 208 (cosiddetta legge di stabilità 2016).
(4-00493)
GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta in Commissione:
SIMIANI e GIANASSI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
è attiva dal mese di novembre 1991, in località Ciuciano – Ranza nel comune di San Gimignano (Siena), una casa di reclusione maschile; si tratta del carcere più grande dell'intera provincia;
nonostante infatti abbia una capienza regolamentare di 235 reclusi, le cifre ufficiali del Ministero della giustizia dicono che sono attualmente presenti a Ranza 286 detenuti;
la casa di reclusione ospita detenuti in regime di alta sicurezza. La categoria della casa di reclusione, in relazione soprattutto alla presenza di detenuti con condanne definitive e per reati gravi e di ergastolani appartenenti ad associazioni criminali, richiede inoltre una sorveglianza attenta e continua che rischia di essere incompatibile con l'attuale personale in servizio;
la carenza di organico degli agenti di polizia penitenziaria perdura da anni: 189 unità a fronte di 229 necessari. Si tratta di una situazione che costringe conseguentemente il personale a continui turni straordinari, che oltre a ripercuotersi sulla qualità della vita degli agenti e dei loro familiari, può potenzialmente comportare gravi rischi per la gestione della casa di reclusione e per la sicurezza di personale e detenuti. Soltanto pochi giorni fa si è infatti verificato un caso di suicidio tra i detenuti;
anche l'attuale direttore del carcere, individuato dopo anni di responsabili temporanei, oltre al penitenziario di San Gimignano è il reggente della casa circondariale di Arezzo;
altre criticità riguardano soprattutto l'approvvigionamento idrico e il riscaldamento; problemi spesso all'origine di episodi di tensione e violenza all'interno del carcere;
pur non rientrando tra le proprie strette competenze, l'amministrazione comunale di San Gimignano ha dato piena disponibilità per contribuire alla soluzione dei problemi emersi;
l'amministrazione comunale di San Gimignano, in sinergia con la direzione della casa di reclusione, ha fatto predisporre un progetto preliminare per l'estensione della rete gas metano e dell'acquedotto a servizio della struttura carceraria, per risolvere definitivamente queste due croniche carenze presenti fin dalla sua realizzazione;
il progetto di fattibilità tecnico-economica, costituito da una relazione tecnica, dal computo metrico estimativo relativo a due ipotesi progettuali e comprensivo di quadro economico e da un cronoprogramma dei soli lavori, è stato inviato alla direzione della casa di reclusione in data 9 luglio 2020;
al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) sono state poi inviate da tempo proposte di Convenzione per la realizzazione dell'adduzione della rete idrica e del gas metano in favore della casa di reclusione ma ad oggi, dopo anni di attesa, non è però pervenuta alcuna risposta ufficiale da parte del Dap;
tali ingiustificati ritardi rischiano di rallentare la realizzazione di un'infrastruttura necessaria per assicurare acqua e riscaldamento adeguati al carcere di San Gimignano e mettono in dubbio la reale volontà del Dap di risolvere queste gravi criticità, rischiando peraltro di vanificare un lavoro meritorio svolto sul territorio dall'amministrazione comunale grazie alla piena disponibilità dei soggetti citati a dare un significativo contributo alla risoluzione di criticità decennali, con l'obiettivo della vivibilità della struttura per il personale dipendente e per la popolazione carceraria –:
quali iniziative urgenti intenda intraprendere per far fronte alla perdurante situazione di criticità del carcere di Ranza e, in particolare, per affrontare con la massima urgenza le carenze strutturali, la mancanza di organici adeguati del personale della polizia penitenziaria e il sovraffollamento di detenuti che stanno causando da anni gravissimi problemi di governabilità e vivibilità alla casa di reclusione;
se il Ministero della giustizia per il tramite del Dap intenda procedere alla stipula della sopracitata convenzione, dando così seguito alla risoluzione dei problemi con adeguati investimenti per garantire al carcere un approvvigionamento idrico ed energetico realmente compatibile con le esigenze della struttura.
(5-00404)
D'ORSO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 1, comma 629, della legge n. 234 del 2021 (legge di bilancio 2022), reca disposizioni in materia di magistratura onoraria, ed in particolare interviene sul decreto legislativo n. 116 del 2017, riscrivendo l'articolo 29, per dare attuazione agli «interventi tesi alla riforma della disciplina della magistratura onoraria in funzione dell'efficienza del sistema giustizia, attraverso misure coerenti con le sollecitazioni sovranazionali e nel rispetto dei limiti imposti dall'ordinamento interno»;
in particolare, il nuovo comma 1 dell'articolo 29 del decreto legislativo n. 116 del 2017 stabilisce che i magistrati onorari in servizio alla data di entrata in vigore della legge Orlando possano essere confermati a domanda sino al compimento del settantesimo anno di età e ai fini della conferma, il comma 3 dell'articolo 29 stabilisce che con delibera del CSM siano indette tre distinte procedure valutative da tenersi con cadenza annuale nel triennio 2022/2024, riguardanti i magistrati onorari in servizio che rispettivamente, alla data del 15 agosto 2017, abbiano maturato determinate caratteristiche in riferimento agli anni di servizio;
il comma 5 dell'articolo 29 prevede che la domanda di partecipazione alla procedura di valutazione comporta rinuncia ad ogni ulteriore pretesa di qualsivoglia natura conseguente al rapporto onorario pregresso, salvo il diritto ad una indennità in caso mancata conferma;
il comma 6 del medesimo articolo prevede che, entro trenta giorni dalla comunicazione dell'esito positivo della procedura valutativa, i magistrati onorari possono optare per il regime di esclusività delle funzioni onorarie;
la prima procedura valutativa relativa ai magistrati in servizio da oltre 16 anni è stata già avviata e sono già pervenute le prime comunicazioni di conferma all'esito della procedura;
tuttavia, i magistrati onorari, chiamati ad effettuare l'opzione tra regime di esclusività e regime di non esclusività a strettissimo giro, riferiscono di non avere ancora ricevuto informazioni complete e dettagliate che possano metterli in condizione di effettuare in modo consapevole e ponderato la scelta tra il regime di esclusività o meno nello svolgimento delle funzioni;
in particolare, gli stessi chiedono di conoscere l'esatta e completa qualificazione giuridica, economica e previdenziale dell'instaurando rapporto con la specificazione delle differenze sotto l'aspetto retributivo, previdenziale/assistenziale, fiscale, delle mansioni e dell'orario di lavoro, fra regime di esclusività e regime di non esclusività, nonché chiarimenti e precisazioni sui trasferimenti di sede ed ufficio, sul ricongiungimento dei contributi versati alle Casse di previdenza private, sul codice di disciplina da applicare;
chiedono inoltre di conoscere le modalità di comunicazione dell'opzione e se sia operante la norma che prevede, in caso di mancata espressa opzione, l'applicazione del regime di non esclusività;
sarebbe opportuno, per la migliore gestione delle procedure e per la trasparenza e chiarezza su di una scelta delicata che i magistrati onorari dovranno prendere per la loro vita lavorativa futura, emanare con celerità una circolare esplicativa al fine di dare loro le informazioni necessarie, circolare che risulta all'interrogante essere attesa anche da alcune procure generali –:
se il Ministro interrogato intenda procedere con l'emanazione di una circolare esplicativa urgente ovvero ogni iniziativa utile al fine di fornire le informazioni richieste in premessa ai magistrati onorari interessati dalla procedura.
(5-00405)
D'ORSO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:
come da sempre rilevato da tutti gli operatori del settore giustizia, la priorità, ancora prima di avanzare riforme della procedura, dovrebbe essere intervenire con risorse al fine di garantire efficienza dei processi e dignità a chi ogni giorno varca la porta di un ufficio giudiziario;
la grave scopertura di personale amministrativo, affiancata alla critica situazione dell'edilizia giudiziaria, dovrebbe essere affrontata con priorità dal Ministro della giustizia, come aveva iniziato a fare in modo pressoché unico nel panorama degli ultimi 30 anni, l'ex Ministro della giustizia del Movimento 5 Stelle Bonafede, anche precedentemente al Pnrr;
come riportato nel comunicato stampa dell'Organismo congressuale forense, «Nelle ultime settimane le gravissime criticità emerse ci fanno riflettere: i palazzi di giustizia sono spesso ubicati in strutture inadeguate, con uffici inospitali e, in qualche caso, addirittura insalubri e pericolosi»;
nello stesso comunicato che funge da grido d'allarme, l'Ocf espone una serie di recenti accadimenti dal giugno 2022 riportando gli episodi di:
Bergamo, 23 giugno 2022: svenimento di un magistrato che è stato trasportato in Ospedale in ambulanza per il prolungato mancato funzionamento dell'aria condizionata;
Grosseto, 25 settembre 2022: allagamento di alcuni locali del Palazzo di giustizia che hanno fatto saltare l'impianto elettrico;
Bari, 30 settembre 2022: crollo in aula magna della Corte di appello, è stato travolto un assistente giudiziario che ha perso la falange;
Catania, 20 ottobre 2022: crollo di un soffitto in tribunale, nonostante la precaria condizione in cui versava lo stesso fosse stata segnalata al Ministero circa sei mesi prima;
Messina, 21 novembre 2022: allagamento all'esterno del tribunale;
Nocera Inferiore, 22 novembre 2022: crollo di un controsoffitto del tribunale poco prima dell'inizio delle udienze;
Castrovillari, 7 febbraio 2023: rottura dell'impianto di riscaldamento del tribunale che ha determinato la sospensione dell'attività giudiziaria per almeno dieci giorni;
Ragusa, 10 febbraio 2023: crollo di controsoffitti presso il plesso cosiddetto «Palazzo Ex Ina» di pertinenza del tribunale con conseguente temporanea chiusura dei relativi uffici giudiziari;
il Pnrr risulta essere un'enorme opportunità per intervenire su alcune criticità della giustizia italiana, ma è solo con interventi strutturali, programmati e da programmare, e con lo stanziamento di ulteriori risorse a favore del mondo giustizia, che le stesse problematiche, ormai croniche, possono essere risolte definitivamente –:
se il Governo intenda fornire elementi puntuali sullo stato di attuazione dei progetti del Pnrr riguardanti l'edilizia giudiziaria, precisando se i tempi previsti siano rispettati, e se non lo siano, quali iniziative intenda intraprendere al riguardo;
se il Governo intenda procedere ad un aumento delle risorse da destinare all'edilizia giudiziaria anche al di fuori del Pnrr e intenda adottare iniziative urgenti al fine di garantire che situazioni come quelle descritte in premessa possano essere scongiurate in futuro.
(5-00406)
PORTA e QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il Signor Carlos Luis Malatto, nato a Buenos Aires il 22 ottobre 1949, in possesso della doppia cittadinanza italiana e argentina, attualmente residente in Italia, è già stato attinto da richiesta di estradizione, formulata dal Governo della Repubblica Argentina, per procedere in ordine ad una serie di reati commessi nel corso degli anni 1976 e 1977, all'epoca in cui aveva la qualifica di Tenente nel Reggimento di fanteria di montagna n. 22 con sede a San Juan in Argentina;
la Corte Suprema di Cassazione con sentenza del 17 luglio 2014 ha rigettato tale richiesta di estradizione riguardante quattro casi di desaparecidos;
il tribunale di San Juan ha emesso un nuovo mandato di cattura internazionale contro il Tenente Colonnello Malatto nel 2016 per 18 casi di omicidio;
il tribunale di San Juan ha emesso ancora un terzo mandato di cattura internazionale contro Malatto nel 2019 per 5 distinti casi di omicidio, tutti confluiti nel fascicolo n. 2019/64557 di Interpol –:
quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda intraprendere al fine di dare ottemperanza alle richieste di detenzione più volte formulate dall'Autorità giudiziaria argentina.
(5-00411)
Interrogazioni a risposta scritta:
LACARRA, GIANASSI e SERRACCHIANI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
con il decreto 3 dicembre 2019, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 97 del 10 dicembre 2019 – 4a serie speciale – è stato bandito dal Ministero della giustizia un concorso a 300 posti di notaio, in seguito elevati a 400;
le prove scritte si sono svolte alla Fiera di Roma nei giorni 1, 2 e 3 dicembre del 2021;
ad oggi, a distanza di più di quattordici mesi dallo svolgimento delle prove, non sono stati ancora pubblicati i relativi esiti sul sito del Ministero della giustizia, né ovviamente sulla Gazzetta Ufficiale;
nella apposita sezione del sito dedicato del Ministero risulta, infatti, dall'ultimo avviso risalente al 2 febbraio 2023, che alla data del 31 gennaio 2023 siano state aperte 1.146 buste e che sono stati valutati idonei 146 candidati;
mancherebbe dunque ancora per oltre 400 candidati la correzione degli elaborati, a fronte dei 1.577 che hanno consegnato i propri elaborati;
con decreto del 13 dicembre 2022 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 99 del 16 dicembre 2022 – 4a serie speciale – è stato bandito un nuovo concorso a 400 posti di notaio, le cui nuove prove scritte dovrebbero svolgersi nel mese di maggio 2023 –:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno fare luce sui motivi di tale lentezza nella correzione degli elaborati, lentezza spropositata soprattutto se comparata alle correzioni relative ai precedenti concorsi, e se non ritenga opportuno, nell'ambito delle proprie competenze, adottare le necessarie iniziative atte ad evitare che le nuove prove scritte si svolgano prima della pubblicazione degli esiti relativi al concorso bandito nel 2019, eventualità che potrebbe indurre migliaia di candidati, non conoscendo gli esiti del concorso precedente, a ripresentarsi al nuovo concorso bandito nel 2022, anche laddove il precedente sia stato effettivamente superato, con un notevole dispendio di risorse finanziarie e di energie sia per i candidati sia per la pubblica amministrazione.
(4-00489)
FOTI, ANTONIOZZI, GARDINI, MESSINA e RUSPANDINI. — Al Ministro della giustizia — Per sapere – premesso che:
un articolo pubblicato su «il Fatto quotidiano» in data 2 febbraio 2023 riporta la notizia che Alfredo Cospito, anarchico condannato per terrorismo e detenuto al 41-bis, attualmente in sciopero della fame per protesta proprio contro questa misura carceraria, abbia detto ai deputati del Partito Democratico recatisi a trovarlo presso la struttura detentiva che avrebbero dovuto parlare con alcuni esponenti mafiosi prima che con lui;
i parlamentari del PD Debora Serracchiani, Walter Verini, Silvio Lai e l'ex Ministro della giustizia, attualmente deputato, Andrea Orlando, si erano recati a trovare Cospito nel carcere di Sassari il 12 gennaio 2023;
secondo «il Fatto quotidiano» in quell'occasione Cospito avrebbe invitato i parlamentari a «parlare» con alcuni esponenti di spicco della criminalità organizzata: il camorrista Francesco Di Maio, il killer della 'ndrangheta Francesco Presta e il mafioso Pietro Rampulla, chiarendo, al contempo, che «il suo sciopero della fame non ha il solo scopo di far revocare a se stesso il regime di carcere duro, ma quello di ottenerne l'abolizione per tutti, compresi i “vicini” mafiosi»;
intervistato dal medesimo quotidiano, il senatore Verini ha poi confermato che «qualche frase di circostanza, tra i quattro parlamentari e i tre mafiosi, è stata scambiata»;
le notizie riportate da «il Fatto quotidiano» gettano una luce inquietante sulla vicenda della protesta di Cospito e della visita da lui ricevuta in carcere dagli esponenti del Partito democratico, soprattutto alla luce del fatto che, come riportato dal quotidiano, esiste l'ipotesi di un «piano per arrivare all'abolizione del 41-bis» –:
di quali elementi disponga e quali iniziative intenda assumere al fine di scongiurare pericolosi sodalizi tra criminalità organizzata e terrorismo.
(4-00491)
GIANASSI e SERRACCHIANI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
lo Stato italiano, tramite il Ministero della giustizia, il 28 gennaio 2020 trasmetteva alla Francia una richiesta di estradizione esecutiva per alcuni ex terroristi italiani condannati in Italia, che non hanno mai scontato le pene loro inflitte perché rifugiati in Francia;
il 28 aprile 2021 il Ministero della giustizia italiano otteneva dallo Stato francese la rimozione dei principali ostacoli alla estradizione degli ex terroristi latitanti, che venne infatti accordata per sette di loro, estradizione resa ancora più urgente dall'imminente scattare della prescrizione;
con più sentenze rese lo scorso 29 giugno 2021 la quinta Chambre de l'instruction della Corte d'appello di Parigi ha, però, espresso parere contrario, negando all'Italia l'estradizione;
il Procuratore generale francese ha presentato ricorso contro il rifiuto dell'estradizione da parte della Corte d'appello;
nella giornata del 7 febbraio 2023 a Parigi si è svolta l'udienza nel corso della quale la Corte di cassazione doveva esaminare le eccezioni sollevate dalla Procura generale; la decisione della Suprema Corte francese sarà annunciata il 28 marzo, l'Avvocato generale della Corte di cassazione si sarebbe espresso nelle sue conclusioni per il rigetto delle istanze volte alla modifica dei provvedimenti di diniego;
nella relazione del Ministro Nordio sull'amministrazione della giustizia per l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2023, in materia di estradizione si legge, tra gli altri, questo passaggio: «in quest'ambito è degna di speciale menzione l'immane attività svolta in relazione ai procedimenti di estradizione degli ex terroristi rossi latitanti in Francia da vari decenni, che da ultimo ha comportato la stesura, per ciascuno dei dieci soggetti attualmente ancora ricercati, di un'approfondita scheda riassuntiva che ha costituito l'essenziale base degli atti d'intervento che l'Italia ha depositato nei giudizi promossi davanti alla Corte di cassazione francese dalla Procura generale presso la Corte d'appello di Parigi per l'annullamento delle sentenze sfavorevoli emesse da tale Corte alla fine di giugno»;
si apprende dalla stampa che, però, all'udienza del 7 febbraio 2023 a Parigi non fosse presente nessuno che rappresentasse il Ministro della giustizia, né dunque, suoi delegati appartenenti all'ufficio di Gabinetto o al Dipartimento per gli affari di giustizia (Dag) –:
se il Ministro interrogato non ritenga di dover fornire ogni possibile chiarimento in merito alla effettiva partecipazione attiva dei suoi uffici alle udienze giudiziarie che si sono tenute in Francia nel mese di febbraio 2023 relative alla attesa estradizione dei terroristi condannati in Italia richiesta dallo Stato italiano per tramite del Ministero della giustizia.
(4-00494)
IMPRESE E MADE IN ITALY
Interrogazioni a risposta scritta:
SCOTTO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
Atitech è una società che si occupa della manutenzione degli aeromobili ed ha la propria sede legale a Napoli, presso l'aeroporto di Capodichino;
l'Atitech è divisa in più unità produttive sul territorio nazionale, tra cui quella sita all'interno dell'aeroporto internazionale Leonardo da Vinci nella città di Fiumicino (RM);
nell'unità produttiva di Fiumicino l'azienda occupa complessivamente 690 lavoratori;
il 1° novembre 2022 l'azienda ha completato l'acquisizione del ramo manutenzione di Alitalia S.p.A. in amministrazione straordinaria, avvenuta in data 13 ottobre 2022, inglobando il sito ex Alitalia Maintenance di Fiumicino unitamente a 21 scali italiani e 11 scali esteri;
con l'acquisizione l'azienda è passata dal 569 a 1429 lavoratori, con le ultime 80 assunzioni da concludersi entro il prossimo ottobre 2023;
il 7 febbraio 2023 i sindacati hanno ricevuto dall'azienda comunicazione ai sensi dell'articolo 24 del decreto legislativo n. 148 del 2015 per l'attivazione della cassa integrazione guadagni straordinaria per riorganizzazione;
questa richiesta investe 400 lavoratori dell'unità produttiva di Fiumicino con decorrenza 13 marzo 2023 e sino al 12 marzo 2025;
alla convention del 14 dicembre 2022 è stato presentato alle organizzazioni sindacali un piano industriale di sviluppo molto ambizioso tanto da far sperare in un futuro finalmente tranquillo per i lavoratori dopo anni di incertezze e perdite economiche;
nell'accordo siglato il 1° settembre 2022 erano previste ulteriori assunzioni rispetto all'attuale forza in servizio;
risulta allarmante e inaccettabile il fatto che quest'azienda, dopo poco più di 3 mesi dall'acquisizione del ramo manutenzione di Alitalia, abbia già necessità dell'utilizzo degli ammortizzatori sociali in totale contraddizione con il piano industriale presentato alle organizzazioni sindacali il quale prevedeva la realizzazione di un polo manutentivo italiano con l'internalizzazione di attività come verniciatura, revisione motori, componenti, addestramento e molto altro con una notevole implementazione occupazionale –:
quali iniziative si intenda intraprendere – per quanto di competenza – affinché si eviti che a pagare la ristrutturazione siano i lavoratori che vivono una pesante crisi economica derivante dalla forte inflazione e dall'abbassamento del potere d'acquisto dei salari e se non si ritenga opportuno aprire un tavolo di concertazione tra Governo, sindacati ed Atitech volto a trovare soluzioni utili a mantenere i livelli reddituali di 400 lavoratori e lavoratrici.
(4-00495)
MAULLU. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
la filiera automobilistica vanta un'importante e duratura storia in Italia durante la quale ha dimostrato di essere un settore essenziale nella crescita del Paese, nonché tassello trainante per l'industria nazionale in termini di fatturato, occupazione e capacità di innovazione;
purtroppo, gli ultimi anni sono stati segnati da un trend negativo del mercato nazionale delle auto aggravato ulteriormente dalla crisi nelle forniture di microchip e dal più recente aumento dei costi dei prodotti energetici e delle materie prime;
a supporto della filiera automotive, con il cosiddetto «Decreto energia», è stato recentemente istituito un apposito fondo, per l'anno in corso e per i successivi anni sino al 2030, per favorire la transizione, la ricerca, la riconversione produttiva del comparto, nonché per il riconoscimento di incentivi all'acquisto di veicoli non inquinanti;
al predetto provvedimento sono poi seguiti più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri che hanno disciplinato la ripartizione delle risorse disponibili per il periodo temporale tra il 2022 e il 2024, definendo anche le modalità di accesso agli incentivi all'acquisto e la definizione delle diverse fasce di beneficiari, nonché hanno previsto talune ulteriori misure agevolative per il lato della domanda per il 2022;
per favorire la crescita del mercato auto, occorrerebbe aumentare il cap di spesa a 50 mila euro per la fascia 0-20 g CO2/km, anche alla luce dell'innovazione tecnologica che i veicoli immessi sul mercato hanno, insieme a una misura incentivante che consenta a tutti i canali di vendita di beneficiare, persone giuridiche incluse, di dette agevolazioni, oltre al mantenimento dell'estensione a 270 giorni del periodo di prenotazione degli incentivi all'acquisto sul portale dedicato, funzionale a una ripresa della produzione –:
se si intenda adottare iniziative volte a rivedere l'attuale cap di spesa fissato dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 aprile 2022 per gli autoveicoli di categoria emissiva 0-20 g CO2/km, aumentando il tetto massimo di acquisto a 50 mila euro;
se, in virtù di quanto esposto, si intenda valutare una riforma della struttura degli incentivi che includa anche le persone giuridiche, con particolare riguardo alle flotte aziendali;
se i Ministri interrogati considerate le persistenti problematiche relative al reperimento delle materie prime che impattano fortemente sulle tempistiche di consegna dei veicoli, possano valutare positivamente di riconfermare anche per il 2023 l'estensione a 270 giorni del periodo di prenotazione degli incentivi all'acquisto sul portale dedicato.
(4-00498)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazioni a risposta in Commissione:
BATTISTONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
è purtroppo tragico il bilancio degli incidenti sul tratto di autostrada A14 che va da San Benedetto del Tronto a Grottammare, nelle Marche, dove sono in corso da mesi i lavori di manutenzione in diversi cantieri;
il 5 febbraio 2023 in un terribile incidente, il più grave in assoluto degli ultimi anni, hanno perso la vita Andrea Silvestrone, 49 anni, campione paralimpico di tennis, la figlia Nicole di 14 anni e il figlio Brando di 8 anni. Un altro figlio di 12 anni è stato ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Torrette di Ancona;
la tragedia è occorsa nei pressi di uno dei numerosi cantieri presenti sull'autostrada A14 nella Galleria Castello a Grottammare (Ascoli Piceno), tra l'auto di Silvestrone e un tir proveniente dalla direzione opposta. Centinaia di automobilisti e autotrasportatori sono rimasti bloccati in una coda di oltre 7 chilometri in prossimità dell'incidente. La viabilità autostradale è stata chiusa nei caselli fra San Benedetto e Pedaso ed il traffico deviato sulla statale Adriatica;
nella stessa Galleria Castello, il 13 gennaio 2023, aveva trovato la morte Samuele Cotechini, 45 anni, che alla guida della sua auto si è schiantato contro un camion che sopraggiungeva dalla direzione opposta, sempre nel tratto in cui la circolazione si svolge in entrambi sensi di marcia all'interno di un'unica galleria;
il 14 dicembre 2022 nel tratto Grottammare-San Benedetto del Tronto si è verificato un primo sinistro, in punto sulla carreggiata nord in cui si viaggia a doppio senso di marcia: Marco Cassano, 51 anni, è finito col proprio mezzo pesante nella corsia opposta centrando un camion. Poco dopo, nello scambio di carreggiata in corrispondenza della coda formatasi a causa del precedente incidente, è deceduto l'autista 61enne di Centobuchi, alla guida di un furgone tamponatosi con un mezzo pesante;
e ancora, non si può non ricordare quanto accaduto il 23 agosto 2018 all'interno, ancora una volta, della Galleria Castello, ove un tir è andato a fuoco, provocando diverse esplosioni e danneggiando la galleria stessa che ha comportato un intervento articolato e in condizioni di lavoro complesse;
l'Anas si giustifica affermando che i propri cantieri di lavoro sono correttamente installati e segnalati, tuttavia gli amministratori locali si interrogano sulle modalità con cui vengono separate le due corsie nei doppi sensi di marcia in una strada connotata dalla presenza costante di lavori, che obbligano gli automobilisti a percorrere chilometri su una sola corsia. Le numerose gallerie rappresentano un pericolo perché all'interno le carreggiate sono prossime all'ampiezza minima consentita e taluni ingressi sono in curva;
l'autostrada A14 costituisce un tratto di rilevanza fondamentale per lo sviluppo economico e turistico delle regioni interessate ed è percorsa ogni giorno da un numero considerevole di mezzi pesanti. L'infrastruttura appare vetusta e non più in grado di reggere il traffico. Ma al tempo stesso l'alto numero d'incidenti, superiore a qualsiasi media statistica, segnala che ci sono difetti evidenti nell'organizzazione della sicurezza in caso di lavori –:
se il Ministro interrogato non ritenga di dover immediatamente attivare tutte le iniziative necessarie al fine di garantire la sicurezza della viabilità e la fruibilità di questo tratto autostradale, verificando se il concessionario stia adottando tutte le misure di sicurezza necessarie in caso di lavori e ove occorra, se non ritenga di intervenire per implementarle;
se il Ministro interrogato intenda intraprendere iniziative per accertare che il concessionario stia portando avanti i lavori nel rispetto della concessione in essere e dei cronoprogrammi.
(5-00403)
GHIRRA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
la regione Sardegna lamenta una carenza di infrastrutture stradali e soprattutto ferroviarie con tutto quello che questo comporta in termini di lesione del diritto alla mobilità dei cittadini, e sviluppo e crescita socio-economica della regione;
Nuoro è uno dei pochi capoluoghi di provincia del nostro Paese dove manca qualsivoglia servizio ferroviario degno di questo nome che lo colleghi al resto della regione;
è attiva solo una ferrovia a scartamento ridotto costruita quasi due secoli fa, che da Nuoro arriva a Macomer. In pratica Nuoro è l'unica città d'Italia che non è collegata alla rete ferroviaria;
sono anni che cittadini, comitati e istituzioni del territorio si stanno battendo per avere una moderna linea ferroviaria che colleghi il capoluogo al resto dell'Isola;
il territorio del nuorese interessato dalla tratta ferroviaria riguarda un bacino di cittadini composta da circa 106 mila persone residenti, che devono viaggiare per lavoro, per cure o per studio;
il 5 gennaio 2022 il documento strategico nazionale mobilità passeggeri e merci (Dsmf) pubblicato dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, includeva il collegamento Nuoro-Olbia come principale studio nazionale di fattibilità in corso;
il piano industriale FS e investimenti e anche il PNRR escludono tuttavia Nuoro da qualsiasi risorsa, mentre accolgono gran parte delle schede ferrovie PNRR presentate dalla regione Sardegna;
nel luglio del 2022 Rete ferroviaria italiana (Rfi) chiudeva lo studio di fattibilità sulla Nuoro-Olbia affermando che «... il nuovo collegamento può essere valutato in un più ampio contesto che presupponga la riqualificazione della tratta Nuoro-Macomer, attualmente gestita da ARST, coerentemente agli standard di riferimento stabiliti da RFI»;
il 26 ottobre 2022 è stata approvata dal Consiglio regionale della regione Sardegna una mozione firmata da tutti i gruppi di maggioranza e opposizione per la riqualificazione della ferrovia nuorese, tratto Nuoro-Macomer; progetto inserito nella misura 3 del PNRR, Infrastrutture e mobilità sostenibile. La mozione ha impegnato la regione a cedere la proprietà e la gestione della linea Nuoro-Macomer ad Rfi (Rete ferroviaria italiana) per la sua riqualificazione in linea di interesse nazionale, a scartamento ordinario ed elettrificata, ed attivare tutte le iniziative per fare in modo che la provincia di Nuoro possa beneficiare della quota parte del PNRR infrastrutture e trasporti missione 3;
nei giorni scorsi il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, ha scritto alla commissaria europea ai trasporti, Adina Ioana Vlean, e alla presidente della commissione trasporti e turismo, Karima Delli, per chiedere un incontro sul grave divario infrastrutturale che caratterizza il centro Sardegna e i vantaggi che l'opera comporterebbe in un territorio al momento escluso dai collegamenti veloci e gravemente penalizzato. Il sindaco si è rivolto al Parlamento europeo affinché nel piano delle grandi opere sia inclusa la realizzazione della ferrovia a scartamento ordinario che colleghi Nuoro alla tratta esistente;
il 6 dicembre 2022, presso la IX Commissione della Camera è stato accolto l'ordine del giorno 0/00643-bis/001/09, con il quale si è impegnato il Governo ad adottare iniziative necessarie per la riqualificazione della linea Nuoro-Macomer –:
quali iniziative urgenti di competenza intenda avviare per garantire la riqualificazione e l'ampliamento della tratta di cui in premessa e la realizzazione della ferrovia a scartamento ordinario che colleghi Nuoro alla tratta esistente, al fine di garantire il pieno diritto alla mobilità dei cittadini sardi e porre fine all'inaccettabile isolamento delle suddette zone interne.
(5-00410)
INTERNO
Interrogazione a risposta in Commissione:
BONAFÈ, GIANASSI, MANZI, FOSSI, ZINGARETTI, BERRUTO, SIMIANI e FURFARO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
apprendiamo dai media che il 18 febbraio 2023 a Firenze due studenti sarebbero stati aggrediti con pugni e calci, di fronte al liceo classico Michelangiolo, da un gruppo di altri giovani; soltanto l'intervento di un insegnante del plesso scolastico avrebbe interrotto il pestaggio;
secondo le prime ricostruzioni l'aggressione avrebbe un preciso movente politico: gli studenti aggrediti apparterrebbero al collettivo Sum (associazione studentesca di sinistra) mentre gli aggressori sarebbero militanti di estrema destra;
la rissa sarebbe stata documentata anche da un video in cui «si vede un ragazzo con i pantaloni rossi a terra. Un altro ragazzo è sopra di lui, gli tira alcuni pugni in testa. Altri due giovani dietro di loro, in piedi, si prendono a calci e botte. Intervengono altri studenti. La rissa prosegue con pesanti e violenti colpi sferrati»;
altre notizie stampa parlano di «una spedizione punitiva da parte di estremisti di destra» esterni alla scuola nei confronti di esponenti di studenti di un'associazione impegnata da anni nel liceo Michelangiolo;
alcuni media hanno riferito che gli aggressori sarebbero legati al movimento territoriale di Fratelli d'Italia ed alla Consulta provinciale degli studenti;
il coordinamento di Fratelli d'Italia di Firenze è intervenuto sui media parlando di «scontri» e non di aggressione;
l'assalto nei pressi di una scuola, qualora fosse confermato, rappresenterebbe già un fatto gravissimo, ma se fossero provati il movente politico e l'appartenenza degli aggressori a movimenti studenteschi di area parlamentare e governativa l'episodio assumerebbe una rilevanza inaccettabile per uno stato democratico da non sottovalutare;
appare evidente agli interroganti, in questo contesto che FdI abbia subito minimizzato l'episodio; è inoltre innegabile che autorevoli esponenti di Governo e maggioranza abbiano in questi mesi omaggiato e non rinnegato il regime fascista: la seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato, ha addirittura ribadito con orgoglio di avere in casa un busto di Benito Mussolini;
anche l'attuale Ministro della cultura Sangiuliano, ad avviso degli interroganti, non ha apertamente criticato l'esperienza fascista, limitandosi a definire il fascismo una «una complessa vicenda storica»;
purtroppo in un recente passato scontri di natura ideologica, anche negli istituti scolastici, hanno inaugurato una stagione terroristica e di violenza che ha purtroppo caratterizzato decenni di storia del nostro Paese;
è quindi necessario che tali episodi, soprattutto dalle forze politiche di destra e dalle istituzioni preposte, vengano stigmatizzati immediatamente e senza dare adito ad ambiguità –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza urgenti intendano assumere al fine di prevenire il ripetersi di episodi simili ed evitare che assalti di carattere ideologico possano mettere a rischio l'incolumità di studenti e professori.
(5-00413)
Interrogazioni a risposta scritta:
PELLICINI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
venerdì 10 febbraio 2023, nel comune di Castelveccana, in provincia di Varese, un uomo di origine extracomunitaria ha perso la vita e, in relazione a questo fatto, la procura della Repubblica di Varese ha aperto un'indagine per il reato di omicidio a carico di un carabiniere della compagnia di Luino, il quale, come emerge dalle cronache sulla stampa, avrebbe sparato colpi di arma da fuoco nell'ambito di un pattugliamento finalizzato al contrasto della cessione di stupefacenti;
il fatto ha portato ancora una volta l'attenzione su una piaga che da tempo affligge il nord della provincia di Varese, il cosiddetto «Varesotto», costituita dallo spaccio di droga nei boschi di questo territorio da parte di criminalità extracomunitaria clandestina;
in questi ultimi anni, sono state tantissime le azioni messe in atto dalle procure della Repubblica di Varese e di Busto Arsizio, nonché dalle forze di polizia dei comandi provinciali, al fine di contrastare questo fenomeno che ha assunto proporzioni allarmanti;
si tratta infatti di boschi che si estendono per circa 50.000 ettari e che sono di fatto presidiati da un esercito di spacciatori extracomunitari organizzati, armati a difesa dei loro accampamenti, in cui nascondono la droga che vendono sul luogo a tantissimi assuntori di ogni età e categoria;
gli arresti e le condanne sono state molte, ma gli spacciatori extracomunitari hanno ormai un'organizzazione che prevede continui reclutamenti di stranieri irregolari e una sorta di infinito tournover;
i sindaci hanno sempre denunciato l'occupazione dei boschi del loro territorio, anche perché la gente è spaventata e spesso è stata anche minacciata;
il prefetto della provincia di Varese, molto attivo su questo fronte, ha più volte convocato il Comitato per l'ordine e la sicurezza, rimanendo sempre vicino ai sindaci e alla popolazione;
ciononostante questo comportamento criminale appare in crescita esponenziale, con la conseguenza che gli uomini delle forze di polizia rischiano ogni giorno la vita per proteggere la collettività e per far sì che lo Stato non abdichi di fronte a questa invasione criminale del territorio varesino;
vi è però l'urgente e non procrastinabile necessità che questo fenomeno, unico nel panorama nazionale per vastità e pericolosità, venga smantellato attraverso uno sforzo straordinario da parte dello Stato –:
quali ulteriori iniziative il Governo abbia messo in atto o intenda mettere in atto, al fine di debellare il fenomeno dello spaccio di droga sopra descritto attraverso la liberazione dei boschi del Varesotto dall'occupazione metodica da parte di queste squadre organizzate di spacciatori extracomunitari irregolari.
(4-00488)
MAIORANO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante: «Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici» (cosiddetto Sblocca cantieri) convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 14 giugno 2019, n. 55, all'articolo 5-septies, comma 1, ha previsto l'erogazione a favore dei comuni di risorse finanziarie per l'installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso presso le aule delle scuole per l'infanzia, nonché per l'acquisto di apparecchiature finalizzate alla conservazione delle immagini;
per le suddette finalità il medesimo comma ha stabilito nello stato di previsione del Ministero dell'interno l'istituzione di un Fondo con una dotazione di 5 milioni di euro per l'anno 2019 e 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024;
il comma 3 dello stesso articolo ha previsto di dare attuazione agli interventi previsti dal comma 1 con apposito provvedimento normativo;
non si rinviene alcun provvedimento attuativo della citata previsione di legge;
va considerato, altresì, che la previsione del comma 2 del medesimo articolo 5-septies, speculare nella formulazione e nella quantificazione delle risorse stanziate a quella del citato comma 1, ma indirizzata all'installazione di sistemi di videosorveglianza nelle strutture per anziani, ha invece ricevuto attuazione con decreto ministeriale del 31 dicembre 2021 del Ministro della salute –:
quale sia lo stato di attuazione delle previsioni di legge dei succitati commi 1 e 3 dell'articolo 5-septies, in ordine all'erogazione a favore dei comuni di risorse finanziarie per l'installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso presso le aule delle scuole per l'infanzia.
(4-00490)
LA PORTA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
Alfredo Cospito, centrale nelle recenti cronache politiche e giudiziarie, è elemento di spicco del movimento anarchico insurrezionalista, condannato a 10 anni e 8 mesi nel 2014 per la gambizzazione di un dirigente della Ansaldo Nucleare e successivamente condannato ad anni 20 di reclusione per l'attentato dinamitardo da 2006 contro la Scuola Allievi Marescialli della provincia di Cuneo; sentenze, queste, che secondo l'interrogante costituiscono il chiaro presupposto per l'applicazione del regime carcerario di cui all'articolo 41-bis ordinamento penitenziario presso la casa circondariale di Sassari per la durata di 4 anni;
a partire dall'autunno del 2022 nasceva surrettiziamente un moto di protesta negli ambienti anarchici, che si esprimeva attraverso slogan contro il regime carcerario duro ed in solidarietà al condannato Cospito;
inizialmente strisciante, poi sempre maggiormente incisivo, il movimento di protesta si rivelava all'opinione pubblica sul finire dell'anno insieme allo sciopero della fame che il detenuto si imponeva per sensibilizzare la società civile su un trattamento carcerario, a suo dire, inumano;
la scelta compiuta dal detenuto è da ritenersi politica e strumentale per minare un sistema sanzionatorio teorizzato dal giudice Giovanni Falcone in risposta alla strage di Capaci e che rappresenta ancora oggi la risposta a tutti coloro che si macchiano di reati di stampo mafioso o di ispirazione terroristica;
Alfredo Cospito è ancora oggi, secondo i report di intelligence, la figura apicale della Federazione anarchica informale (Fai), ossia dell'insieme di cellule anarco-insurrezionaliste definite a più riprese e da più fonti di sicurezza nazionale come di stampo terroristico e sovversivo;
in supporto allo sciopero della fame, che comportava un aggravamento del quadro clinico del detenuto tanto da richiedere il trasferimento presso l'istituto di Milano Opera, avevano luogo in più città italiane manifestazioni in solidarietà col detenuto consistenti in imbrattamenti di mura con scritte inneggianti ad atti sovversivi nonché cortei sovente sfociati in scontri con le forze dell'ordine con conseguenze sanitarie per gli agenti e danneggiamenti per i beni demaniali e privati che si trovavano su pubblica via;
proteste che si sono riverberate anche in territorio spagnolo, culminate con l'arresto di un attivista torinese accusato di aver imbrattato con slogan anarchici, in difesa del detenuto Cospito, le mura del Consolato italiano a Barcellona, sintomo di una tensione sempre più crescente;
in molte aree del territorio si sono svolte manifestazioni in sostegno al detenuto, alcune delle quali hanno visto la partecipazione violenta di centinaia di anarchici come nelle città di Torino, Milano, Roma e Napoli, nelle quali si sono distinti per atti violenti nei confronti delle forze dell'ordine intervenute e danneggiamenti che provocavano anche l'interruzione di pubblico servizio come nel caso del corteo di Torino del 12 febbraio 2023;
per tali motivi deve esser valorizzata la risposta ferma e decisa dello Stato alle intollerabili manifestazioni violente che mirano a sgretolare un pilastro dell'ordinamento penitenziario innalzato in difesa dell'ordine pubblico e destinato ai condannati per reati associativi di stampo mafioso o terroristico;
ad oggi il detenuto ha raggiunto i 4 mesi in sciopero della fame, seppur supportato dagli integratori alimentari, e si trova in una delle due stanze dell'area 41-bis del reparto di medicina V protetta dell'ospedale San Paolo di Milano, dov'è stato trasferito in data 11 febbraio 2023 «in via precauzionale» per ordine del Ministro della giustizia onorevole Carlo Nordio –:
se i Ministri interrogati abbiano contezza dei costi sostenuti in termini di ripristino degli arredi urbani divelti;
se i Ministri interrogati abbiano contezza delle spese sostenute dal Dipartimento autorità penitenziaria per i trasferimenti del detenuto;
quali siano gli intendimenti in ordine alla costituzione di parte civile negli eventuali procedimenti penali che si celebreranno per le conseguenze dannose occorse agli agenti ed agli arredi urbani e privati.
(4-00501)
ISTRUZIONE E MERITO
Interrogazione a risposta scritta:
PITTALIS. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
con decreto del Presidente del Consiglio di ministri 11 giugno 2019 il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, è stato autorizzato, ai sensi dell'articolo 35, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ad avviare, per il biennio scolastico 2020/2022, procedure concorsuali per il reclutamento, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, di 16.959 posti di personale docente della scuola dell'infanzia e primaria, di cui 10.624 per l'anno scolastico 2020/2021 e 6.335 per l'anno scolastico 2021/2022;
il predetto contingente è stato ricalcolato in applicazione dell'articolo 1, commi 18 e 18-quater del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, convertito con modificazioni dalla legge 20 dicembre 2019, n. 159;
con decreto dipartimentale 21 aprile 2020, n. 498 sono stati indetti su base regionale, concorsi per titoli ed esami finalizzati alla copertura di complessivi n. 12.863 posti – comuni e di sostegno – nelle scuole dell'infanzia e primaria, che si prevedeva si sarebbero resi vacanti e disponibili per il biennio costituito dagli anni scolastici 2020/2021 e 2021/2022;
con l'articolo 59 del decreto-legge n. 73 del 2021, sono state introdotte modalità semplificate di svolgimento dei concorsi ordinari del personale docente nelle scuole di ogni ordine e grado volte, tra l'altro, ad assicurare che gli stessi siano banditi con cadenza annuale;
a seguito di quanto previsto dal decreto-legge n. 73 del 2021 (legge n. 106 del 2021), è, intervenuto il decreto dipartimentale 2215 del 18 novembre 2021 – pubblicato nella Gazzetta Ufficiale-IV serie speciale n. 93 del 23 novembre 2011 – che ha modificato alcune delle previsioni del decreto dipartimentale n. 498 del 2020;
la nuova disciplina si applica anche ai concorsi banditi precedentemente all'approvazione del decreto-legge n. 73 del 2021 le cui prove non sono state svolte a causa dell'emergenza pandemica e, di conseguenza, anche al concorso bandito con decreto dipartimentale n. 498 del 2020 di cui sopra;
nella regione Sardegna sono risultati 481 i vincitori idonei al concorso che, a causa di un'inspiegabile ritardo della pubblicazione delle graduatorie, avvenuta solo a fine ottobre 2022, non sono rientrate nelle immissioni in ruolo disposte per l'anno scolastico 2022/23;
nelle more della pubblicazione delle graduatorie sono stati assunti nei ruoli a tempo indeterminato i docenti vincitori del concorso straordinario 2018;
il ritardo nella pubblicazione delle graduatorie ha sottratto un anno di lavoro a docenti che hanno superato prove selettive;
questi docenti, inoltre, non hanno avuto possibilità di inserire e usufruire, nella domanda delle graduatorie provinciali per le supplenze, dei tre punti in GPS spettanti ai vincitori di concorso –:
quali iniziative di competenza intenda assumere il Ministro interrogato al fine di riconoscere ai docenti di cui in premessa il diritto ad essere immessi in ruolo nei tempi più brevi possibili anche prevedendo, nel primo provvedimento utile, interventi normativi volti ad assicurare che le assunzioni possano essere disposte, con precedenza, tanto più che in questi giorni si preannuncia la possibilità che possa aggiungersi, alla tradizionale suddivisione tra graduatorie di merito e graduatorie ad esaurimento, una nuova modalità di reclutamento degli insegnanti tramite le graduatorie provinciali di supplenza.
(4-00497)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta orale:
SOUMAHORO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
la Whirlpool Corporation è un colosso multinazionale americano, produttore di elettrodomestici;
nel 2014 ha rilevato la multinazionale italiana Indesit Company arrivando ad acquisire il controllo dei marchi Indesit e Hotpoint;
in Italia Whirlpool è arrivata a possedere 6 stabilimenti, tra cui quello di Napoli coinvolto in una lunga vertenza a seguito della decisione, assunta dalla multinazionale, di cessare la produzione e conseguentemente licenziare i dipendenti;
la produzione nello stabilimento di via Argine è cessata, di fatto, il 31 ottobre 2020, mentre il 15 luglio 2021 l'azienda, grazie anche alla fine del blocco dei licenziamenti legato alla pandemia, ha avviato la procedura di licenziamento collettivo, con l'inoltro della relativa comunicazione ai sindacati;
il 3 novembre 2021 sono state dunque notificate ai 317 dipendenti le lettere individuali di licenziamento, con effetto immediato dalla data di ricezione. Da allora gli operai specializzati della Whirlpool sono in disoccupazione e la loro indennità mensile di disoccupazione (NASpI), che attualmente si attesta sugli 800 euro mensili, terminerà nel novembre 2023;
il 23 dicembre 2022 è stato inoltre formalizzato il trasferimento della piena proprietà dello stabilimento di Napoli e delle relative pertinenze al commissario straordinario di Governo per la Zona economica speciale (Zes) regione Campania;
come riportato dal quotidiano La Stampa il 23 dicembre 2022, «La ZES Campania – si legge nell'atto di vendita – utilizzerà tale acquisizione ai fini della successiva cessione, mediante un bando pubblico, ad uno o più soggetti e finalizzato alla futura reindustrializzazione dell'area produttiva»;
il 30 gennaio 2023 è stato pubblicato un bando pubblico per «Manifestazioni di interesse» per l'individuazione di investitori cui trasferire la proprietà, con conseguenziale insediamento, del compendio produttivo ex Whirlpool sito in Napoli alla via Argine n. 310-312 con scadenza il 20 marzo 2023;
la vicenda della multinazionale Whirlpool è uno dei tanti casi in cui una grande impresa internazionale decide di lasciare il nostro Paese. Da anni purtroppo l'Italia è uno dei Paesi europei maggiormente soggetti alla delocalizzazione;
è cominciato tutto con la chiusura della Whirlpool di Napoli. Ma oggi – come scrive Massimo Franchi su Il Manifesto del 9 febbraio 2023 – «il piano di dismissione della multinazionale americana degli elettrodomestici si concretizza con la vendita al 75 per cento di tutti gli stabilimenti europei ai turchi di Arcelik». I 4.700 operai italiani degli stabilimenti della sede centrale di Varese, dell'ex distretto delle Marche (Fabriano ex Indesit e Comunanza ex Merloni), di Siena e Carinaro (Caserta) guardano dunque alla notizia con apprensione;
l'avvio di una eventuale procedura di dismissione dell'ex impianto Whirlpool di Napoli avrebbe un effetto devastante sul tessuto sociale di un'area già problematica, con drammatiche ricadute in termini occupazionali ed economiche per gli ex dipendenti dello stabilimento e per le loro famiglie in una città attraversata da non poche difficoltà economiche –:
quali iniziative intendano assumere i Ministri interrogati per l'effettiva cessione dell'immobile di via Argine, la sua reindustrializzazione e il riassorbimento dei 312 lavoratori ex Whirlpool e per garantire sviluppo e opportunità di lavoro agli operai di un territorio strategico, che deve tornare ad essere parte produttiva per il Paese;
se non reputino fondamentale incontrare quanto prima le rappresentanze sindacali e degli operai coinvolti in questa vicenda per avviare un tavolo di interlocuzione spiegando come si intenda offrire garanzie produttive e occupazionali allo stabilimento napoletano di via Argine e tutti gli stabilimenti italiani nella consapevolezza che dare nuovo impulso lavorativo ad un territorio significa anche sottrarre terreno e risorse alla criminalità.
(3-00189)
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Interrogazione a risposta scritta:
D'ALFONSO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39, reca Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell'articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190; l'articolo 1 lettera g), del predetto decreto intende per inconferibilità «la preclusione, permanente o temporanea, a conferire gli incarichi previsti dal presente decreto a coloro che abbiano riportato condanne penali per i reati previsti dal capo I del titolo II del libro secondo del codice penale, nonché a coloro che abbiano svolto incarichi o ricoperto cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati da pubbliche amministrazioni o svolto attività professionali a favore di questi ultimi, a coloro che siano stati componenti di organi di indirizzo politico»; l'articolo 2 stabilisce l'ambito di applicazione del decreto n. 35 del 2013 agli incarichi conferiti nelle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ivi compresi gli enti pubblici, nonché negli enti di diritto privato in controllo pubblico; l'articolo 7, comma 1, lettera d) del citato decreto stabilisce che non possono essere conferiti incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico di livello regionale a chi nell'anno precedente ha ricoperto l'incarico di presidente o amministratore delegato di un ente di diritto privato in controllo pubblico da parte della regione; il 13 febbraio 2023, l'assemblea ordinaria dei Soci Fi.R.A. la in house di sviluppo industriale della regione Abruzzo, ha nominato il nuovo Consiglio di amministrazione della società unica, nata dalla fusione per incorporazione con Abruzzo Sviluppo spa, altra partecipata regionale; assieme al riconfermato presidente, compare nel Cda della nuova società regionale il (dottor Stefano Cianciotta, già presidente e Ad di Abruzzo Sviluppo e la dottoressa Nicoletta Salvatore già vicepresidente di Abruzzo Sviluppo, entrambi cessati dal loro incarico precedente il 31 dicembre 2022; dalla lettura dei richiamati articoli di legge e da una consolidata giurisprudenza in materia, è opinione dell'interrogante che la nomina nel Cda di Fi.R.A. s.p.a. del dottor Cianciotta e della dottoressa Salvatore non rispetti il cosiddetto «periodo di raffreddamento», al fine di escludere una ipotesi codificata dalla legge di condizionamento illegittimo dell'azione amministrativa, capace di alterare il perseguimento e la massimizzazione dell'interesse pubblico dominante; preme evidenziare che per «amministratore» devono intendersi tutti i consiglieri del Cda ad oggi nominati – e non solo il Presidente con deleghe gestionali e Ad o consigliere delegato, secondo la definizione data dall'articolo 1 lettera l) del decreto legislativo n. 39 del 2013 - giacché lo statuto della FI.R.A. all'articolo 26 ha previsto che sia la ordinaria che straordinaria Amministrazione spetta all'intero Consiglio di amministrazione e quindi pro quota a ciascun componente; ne deriva, a parere dell'interrogante, che il dottor Stefano Ciancotta e la dottoressa Salvatore, non avrebbero potuto assumere la carica di consigliere di amministrazione di Fi.R.A spa, in quanto gli elementi costitutivi della fattispecie di inconferibilità (ex articolo 7, decreto legislativo n. 39 del 2013) attengono sia all'incarico in provenienza sia a quello in destinazione ed hanno il carattere della continuità e della stabilità senza soluzione di continuità –:
se il Governo disponga di elementi sulla situazione esposta in premessa, se condivida il quadro interpretativo sopra illustrato e, per quanto di sua competenza, se ritenga che sussistano i presupposti per inoltrare una segnalazione all'Autorità nazionale anticorruzione ai sensi dell'articolo 16 del decreto legislativo n. 39 del 2013.
(4-00499)
SALUTE
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
nell'ambito della produzione di farmaci – soprattutto salvavita e in relazione alla cura di malattie genetiche rare – la produzione di plasmaderivati assume una particolare rilevanza e, in tal senso, il plasma va considerato come una delle risorse strategiche mondiali per il futuro, soprattutto alla luce del fatto che non è sintetizzabile in laboratorio e la disponibilità dipende esclusivamente da donazioni volontarie;
i medicinali plasmaderivati (MPD) sono specialità farmaceutiche che, nella maggioranza dei casi, non presentano alternative terapeutiche e costituiscono un settore in espansione continua e soprattutto in costante evoluzione. Sono farmaci, al pari dei vaccini, prodotti da materiale biologico; al pari dei gas medicinali, per alcune terapie sono farmaci salvavita, infungibili e insostituibili; come i farmaci orfani, sono destinati anche alla cura di malattie genetiche rare;
per la produzione degli MPD viene impiegato plasma raccolto tramite donazioni volontarie, in centri specializzati per separazione dal sangue o per plasmaferesi: la sicurezza dei plasmaderivati è poi costantemente monitorata attraverso attività di farmacovigilanza;
il consumo di plasmaderivati è in costante crescita per diversi fattori, tra cui l'invecchiamento della popolazione, l'approvazione di nuove indicazioni terapeutiche, l'incremento dei dosaggi per accrescere l'efficacia delle terapie e l'aumento delle diagnosi delle malattie trattate con farmaci MPD;
per l'approvvigionamento della materia prima, le aziende che producono medicinali plasmaderivati utilizzano plasma raccolto con donazioni volontarie e non remunerate da parte delle regioni, che stipulano convenzioni con le imprese per la sua lavorazione. Nel caso di insufficienza devono ricorrere al mercato estero;
la pandemia da COVID-19 ha causato una riduzione della raccolta di plasma a livello nazionale e internazionale con ripercussioni sul costo del plasma importato che è significativamente aumentato, mettendo a rischio la possibilità di produzione della quantità necessaria di farmaci emoderivati – ostacolando in tal modo anche l'erogazione di terapie salvavita – e la sostenibilità economica del settore;
a parità di sistema pubblico di raccolta, l'Italia raggiunge un livello di autosufficienza pari a quasi il 70 per cento del fabbisogno grazie al «Programma nazionale di autosufficienza sangue», rispetto al 39 per cento di Spagna o al 35 per cento di Francia;
il 2022 è stato un anno negativo per la raccolta di plasma in Italia – ne sono stati raccolti 842.949 chili, circa 20 mila in meno rispetto al 2021, quando se n'erano raccolti 862.401 – raggiungendo livelli inferiori anche a quelli del 2020, anno in cui la pandemia ha ridotto fortemente l'attività dei servizi trasfusionali. Servizi, inoltre, che si confrontano anche con una grave carenza di personale che incide comunque sulle attività di donazione;
se al plasma raccolto e utilizzato in Italia per la produzione di farmaci plasmaderivati non si applica il regime del payback farmaceutico, le misure di contenimento della spesa farmaceutica si applicano invece al plasma importato dall'estero e acquistato dal Servizio sanitario nazionale, in quanto equiparato a una qualsiasi altra tipologia di farmaco;
la ridotta disponibilità di plasma sul mercato estero e il contestuale aumento dei prezzi sta spingendo le aziende del settore a spostare la produzione negli stabilimenti siti in Paesi dove è prevista una specifica esenzione dell'applicazione del payback sui farmaci plasmaderivati, con rilevanti ripercussioni sia sull'accesso a cure salvavita per i pazienti che ne necessitano, sia sull'occupazione;
il numero di donatori, e di donazioni, presenta da anni un segno negativo e si rendono necessarie iniziative concrete per invertite il trend –:
se il Ministro interrogato non ritenga di assumere iniziative di competenza volte a prevedere l'esclusione dei farmaci plasmaderivati – cosiddetti commerciali – dall'applicazione del regime del payback al pari di altri farmaci biologici;
se e quali iniziative siano state adottate al fine di attuare quanto disposto all'articolo 19, comma 10, della legge n. 118 del 2022 che autorizza la spesa di un milione di euro a decorrere dal 2022 per la realizzazione di iniziative, campagne e progetti di comunicazione e informazione istituzionale, finalizzate a promuovere la donazione volontaria e gratuita di sangue e di emocomponenti, con particolare attenzione alla sensibilizzazione dei giovani sul tema della donazione.
(2-00079) «Nevi, Cappellacci, Patriarca, Battilocchio».
Interrogazione a risposta in Commissione:
MALAVASI, FURFARO, CIANI e GIRELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
la legionella è una forma di polmonite batterica il cui contagio, trasmissibile per via aerea, interessa in particolar modo soggetti immunodepressi, maggiormente esposti a rischio. La patologia, letale oggi nel 10 per cento dei casi, si contrae per inalazione da aerosol di acqua nebulizzata contaminata dal batterio della legionella;
la necessaria prevenzione coinvolge strutture sanitarie, sportive, turistiche, alberghiere, scolastiche, e relativi ambienti di lavoro, con rilevanti responsabilità anche di carattere penale;
in Italia, la legionella è una malattia soggetta a notifica obbligatoria nella classe II, secondo le indicazioni contenute all'interno del decreto ministeriale 15 dicembre 1990 e della circolare ministeriale del 29 dicembre 1993, nonché ad un sistema di sorveglianza speciale (dal 1983), con sede presso l'istituto superiore di sanità;
in Italia è in vigore un quadro normativo articolato utile a prevenire i principali pericoli derivanti dall'infezione;
la normativa si fonda essenzialmente su due grandi capisaldi legislativi: il decreto legislativo n. 81 del 2008, cosiddetto «Testo Unico sulla salute e la sicurezza sul lavoro» e le Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi aggiornate da ultimo nel 2015;
in particolare, le «Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi» approvate in Conferenza Stato-regioni, il 7 maggio 2015, sono il documento nazionale finalizzato a fornire agli operatori sanitari informazioni aggiornate sulla legionellosi, sulle diverse fonti di infezione, sui metodi diagnostici e di indagine epidemiologica e ambientale ai fini della più completa attività di prevenzione e protezione nei confronti di tutti i cittadini, e che aggiorna ed integra le precedenti linee guida quali: le «linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi», pubblicate in Gazzetta Ufficiale del 5 maggio 2000; le «linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-recettive e termali» e le «linee guida recanti indicazioni ai laboratori con attività di diagnosi microbiologica e controllo ambientale della legionellosi» (Gazzetta Ufficiale n. 28 del 4 febbraio 2005 e Gazzetta Ufficiale n. 29 del 5 febbraio 2005);
da diversi anni, sia in Italia che all'estero, si assiste ad un incremento dei casi segnalati di infezione: l'ambiente comunitario, dai dati sui casi forniti dall'Iss, risulta la prima e più importante causa di esposizione al batterio e di contagio;
tra i fattori di rischio va rilevata la non corretta manutenzione degli impianti idrici, dalle docce alle vasche idromassaggio, degli impianti di condizionamento, delle torri di raffreddamento civili e industriali, ponendo l'attenzione sull'importanza della prevenzione e del controllo della legionellosi;
in data 14 febbraio 2019, il Ministero della salute, rispondendo all'interrogazione 5-01303, ha chiarito di lavorare insieme all'Istituto superiore di sanità ad una revisione ed all'aggiornamento del documento del 2015, alla luce delle nuove conoscenze che emergono nella letteratura scientifica internazionale. È stato altresì specificato «che il nuovo documento riportante le raccomandazioni che verranno formulate per la prevenzione e il controllo della legionellosi, che è in via di definizione da parte del Ministero, dovrà essere sottoposto, secondo il consueto iter istituzionale previsto dalle norme, alla sottoscrizione di un'Intesa in Conferenza Stato-regioni» –:
se intenda procedere nei lavori di revisione delle Linee guida del 2015, in base agli studi e agli aggiornamenti elaborati dalla comunità scientifica, con particolare attenzione all'allegato tecnico, con riferimento ai metodi di manutenzione e sanificazione degli impianti, alla luce dell'esigenza di un adeguamento delle metodiche e dei prodotti utilizzati, indispensabili per la sicurezza della salute dei cittadini;
entro quali termini intenda concludere questi lavori di revisione, al fine di sottoporli alla Conferenza Stato-regioni per la sottoscrizione della relativa intesa;
se intenda adottare iniziative per definire norme più severe, con adeguate sanzioni, relative alla corretta sanificazione e manutenzione degli impianti idrici ed idronici, e ai controlli da eseguire a cura delle amministrazioni competenti.
(5-00407)
Apposizione di firme ad una risoluzione.
La risoluzione in Commissione Tremonti e altri n. 7-00049, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 febbraio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Marrocco, Quartapelle Procopio, Onori, Lomuti, Billi, Coin, Gruppioni, Formentini, Rosato.
Apposizione di una firma ad una interrogazione.
L'interrogazione a risposta scritta Richetti n. 4-00477, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 febbraio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Castiglione.
Pubblicazione di un testo riformulato.
Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta orale Cherchi n. 3-00178, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 52 del 15 febbraio 2023.
CHERCHI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:
ogni anno milioni di animali, tra cui cavalli, polli, conigli, maiali, bovini, sono costretti a estenuanti viaggi senza ritorno, impossibilitati nei movimenti, sottoposti al caldo torrido o al freddo e durante i quali molte creature muoiono tra atroci sofferenze. Solo i più fortunati, o forse solo i più forti, arrivano vivi a destinazione, dove comunque troveranno la morte ad attenderli;
tale crudeltà, oramai inaccettabile in un paese che si reputa civile, è stata oggetto di attenzione da parte della Commissione d'inchiesta sulla protezione degli animali durante il trasporto (Anit), incardinata presso il Parlamento europeo, la quale ha chiesto alla Commissione europea e al Consiglio dell'Unione europea di tener conto di quanto esposto durante la discussione sulla revisione del Regolamento (CE) n. 1/2005 adottato dal Consiglio dell'Unione europea il 22 dicembre 2004 in merito al trasporto di animali vivi;
secondo le raccomandazioni pubblicate il 7 settembre 2022 dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e consegnate alla Commissione europea nell'ambito di una serie di cinque pareri scientifici volti a coadiuvare la revisione in corso della legislazione, al fine di migliorare il benessere degli animali d'allevamento durante il trasporto sarebbe auspicabile ridurre al minimo i tempi di viaggio, abbassare le temperature massime all'interno del veicolo e adottare soglie di tolleranza minime per lo spazio riservato agli animali. Infatti, secondo l'Efsa, «le buone pratiche per il benessere degli animali non solo riducono inutili sofferenze, ma contribuiscono anche a rendere gli animali più sani. Si tratta di un elemento cardine per la sicurezza della filiera degli alimenti, considerati gli stretti nessi tra il benessere degli animali, la loro salute e le malattie veicolate da alimenti, in linea con il principio di salute unica globale»;
durante l'ultimo Consiglio agricoltura e pesca dell'Unione europea (Agrifish) del 30 gennaio 2023, all'ordine del giorno era prevista la discussione di una nota informativa fornita dalla delegazione portoghese e sostenuta da altri Stati membri dell'UE che si posizionava in contrasto con le sopracitate raccomandazioni dell'Efsa e con lo scenario delineatosi durante la riunione dell'Agrifish di luglio 2022, quando tredici Stati membri avevano proposto, tra le varie, il passaggio al commercio di carni e carcasse in modo da garantire l'osservanza delle leggi a tutela del benessere animale;
tale documento è stato fortemente contrastato da molti Paesi, quali Austria, Germania, Danimarca, Paesi Bassi e Lussemburgo, i quali hanno chiesto un totale divieto di esportazione degli animali vivi;
tuttavia, come riportato all'interrogante dall'associazione Animal Equality, che in prima linea si sta battendo per l'affermazione del rispetto dei diritti degli animali allevati a scopo alimentare in tale occasione, il Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha scelto di sostenere il documento portoghese, nel quale si afferma che: «L'obiettivo della revisione del Regolamento dovrebbe essere quello di continuare a facilitare il commercio intracomunitario e l'esportazione di animali vivi, senza concentrarsi su misure volte a vietare o limitare alcuni tipi di trasporto» –:
se la presa di posizione condivisa dal Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, e quindi dell'Italia, sia fondata su solide basi scientifiche o sia semplicemente frutto di un orientamento ideologico di partito;
se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, siano in possesso dei resoconti attestanti gli abusi e le illegalità eventualmente perpetrate, redatti dalle forze dell'ordine impegnate nei controlli su strada dei mezzi adibiti al trasporto di animali vivi;
in che modo il Governo intenda superare le contraddizioni sovraesposte e di quali strumenti voglia avvalersi per tutelare il benessere degli animali durante il trasporto, così come sancito dalla Costituzione e alla luce delle richieste provenienti dall'Unione europea.
(3-00178)
Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.
I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta in Commissione Curti n. 5-00019 del 16 novembre 2022;
interpellanza urgente Foti n. 2-00070 del 3 febbraio 2023.